Atto Camera
Mozione 1-00186
presentata da
MARIA IDA GERMONTANI
mercoledì 20 giugno 2007 nella seduta n.173
La Camera,
premesso che:
attraverso numerosi siti internet i pedofili di tutto il mondo si sono dati appuntamento, il prossimo 23 giugno, per celebrare il boy love day, la giornata dell'orgoglio pedofilo, con il dichiarato intento di diffondere la «cultura della pedofilia» e di solidarizzare con i violentatori di bambini in carcere;
questa agghiacciante iniziativa è solo l'ultima manifestazione di un fenomeno che assume dimensioni sempre più inquietanti per numero di adepti e per quantità di materiale osceno, diffuso ogni giorno attraverso i canali della comunicazione telematica;
si stima che un sito pedopornografico registri da un minimo di settemila ad un massimo di ventimila «contatti» al giorno e l'aumento di questo tipo di siti tra il 1997 ed il 2005 è stato del 1500 per cento, mentre solo nell'ultimo anno è stato del 60 per cento;
l'individuazione dei pedofili nella rete non è un compito facile perché essi cambiano con frequenza le loro tecniche di adescamento e gli agenti della polizia postale e delle comunicazioni hanno scoperto che, se per adescare un bambino i pedofili scelgono nomi tratti da fumetti o cartoni animati, per riconoscersi fra di loro, invece, utilizzano un nickname di tipo diverso;
gli esperti della polizia postale e delle comunicazioni rilevano come le violenze avvengano sopratutto tra le mura domestiche e non riguardano solo le famiglie degradate, ma tutte le classi sociali e tutte le categorie di professionisti e che gli abusanti si avvicinano ai bambini gradualmente e in modo subdolo per riuscire a conquistare la loro fiducia;
nonostante l'impegno e la professionalità profusi dalle forze dell'ordine nel contrasto alla pedofilia, come dimostrano le operazioni coordinate anche a livello internazionale, tra cui quella denominata «Max», contro la pedofilia su internet, condotta dalla Polizia postale e delle comunicazioni in coordinamento con l'Interpol e la Polizia tedesca e conclusasi nei primi giorni dello scorso mese di maggio per la quale ha espresso apprezzamento anche l'Unicef - la cronaca riporta con frequenza sempre maggiore casi di abusi su minori;
inoltre,per quanto riguarda gli abusi nelle scuole, il settimanale Panorama ha recentemente pubblicato un'inchiesta, basata su un rapporto della Corte dei conti, dalla quale emerge che degli oltre cinquanta casi accertati, ed ai quali hanno fatto seguito condanne con sentenza definitiva per reati sessuali nelle scuole italiane, diciotto persone sono ancora in servizio e che mentre alcuni dei condannati sono stati quantomeno trasferiti, altri, dopo un periodo di sospensione dal lavoro, sono addirittura tornati nella stessa scuola dove lavoravano in precedenza;
secondo le stime riportate nell'ultimo rapporto ONU sulla violenza sui bambini, nel mondo i minori costretti a subire violenze sessuali sono oltre settantatre milioni ogni anno;
la prima Conferenza internazionale sul tema «Turismo e Sfruttamento Sessuale Infantile a fini commerciali», svoltasi nel marzo di quest'anno a Madrid, ha evidenziato come nei prossimi cinque-sette anni le cifre sul fenomeno della pedofilia saranno sempre più allarmanti, basti considerare, al riguardo, il dato italiano: nel solo 2006 si è registrato un aumento del trenta per cento dei casi di abuso sessuale su minori rispetto agli anni precedenti, con centri nevralgici individuati in Lombardia, Veneto, Lazio e Campania;
nell'ambito della medesima manifestazione, inoltre, è stata posta in risalto la stretta connessione tra povertà, degrado sociale ed abusi su minori, ed anche con riferimento a questo aspetto i dati relativi al nostro Paese sono allarmanti: dal terzo rapporto di aggiornamento sul rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, risulta, infatti, che sono circa due milioni i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie sotto la soglia della povertà nel nostro Paese e che proprio i bambini presentano l'incidenza più alta di povertà;
in base al predetto rapporto sarebbe, inoltre, molto difficile quantificare il numero di minori vittime di gravi forme di sfruttamento sessuale, come la tratta o la pedopornografia anche via internet, considerata l'allarmante diffusione della pedopornografia online, attraverso i telefoni cellulari di ultima generazione che consentono lo scambio di immagini o video, unita alla tendenza, dilagante tra i giovani, di riprendere e inviare nella rete immagini relative alla propria vita privata;
questo rapporto ha denunciato, altresì, come tra i fenomeni di violenza su minori più gravi - ma anche meno noti - vi siano quelli relativi alla cosiddetta violenza assistita sui bambini, che si verifica quando i piccoli abbiano assistito al maltrattamento o all'abuso sessuale di un fratello o della propria madre, un fenomeno poco conosciuto e sottovalutato rispetto alla gravità dei danni che possono derivarne e che si stima riguardi circa un milione di minori in Italia;
con la legge 20 marzo 2003, n. 77, (Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a Strasburgo il 25 gennaio 1996), l'Italia si è assunta l'impegno di istituire il Garante nazionale dei diritti dell'infanzia, al quale, tuttavia, non si è ancora adempiuto;
il Garante, già istituto in numerosi Paesi ed anche in alcune Regioni italiane, si prefigge il compito di tutelare i diritti e gli interessi dei minori, attraverso la vigilanza sull'applicazione delle leggi che li proteggono, l'accoglimento di richieste e lamentele, ed informando ed orientando l'azione dei pubblici poteri a favore dei diritti del minore;
un ordine del giorno a firma del deputato Buontempo, presentato nel luglio dello scorso anno, in occasione della conversione in legge del decreto di riorganizzazione dei Ministeri, chiedeva, alla luce della difficile individuazione delle competenze ministeriali in materia di difesa dei diritti dell'infanzia, che si trovasse un'intesa al fine di una sollecita approvazione delle proposte di legge relative all'istituzione del Garante ma, nonostante l'accoglimento dell'atto da parte del Governo, ancora nulla è stato fatto in proposito;
l'Italia, inoltre, è tra i sottoscrittori della Convenzione del Consiglio d'Europa sul cyber crime - la criminalità informatica - firmata a Budapest il 23 novembre 2001 ed entrata in vigore il 1o luglio 2004, che riserva grande attenzione alla repressione dei fenomeni di pornografia infantile, ai quali dedica l'articolo 9 (Offences related to child pomography) includendo tra i crimini aventi contenuto inerente alla pedopornografia la produzione, l'offerta, la messa a disposizione, la diffusione, la trasmissione ed il procacciamento o possesso di materiale pedo-pornografico mediante sistema informatico, ma che non è ancora stata ratificata da parte del nostro Paese,
impegna il Governo:
a sostenere, con gli adeguati strumenti amministrativi e finanziari, lo sforzo sostenuto dalle Forze dell'ordine nel contrasto alla pedofilia, con particolare riguardo alla diffusione del fenomeno attraverso i canali telematici;
ad adottare ogni iniziativa atta a garantire la sicurezza dei bambini e degli adolescenti all'interno delle istituzioni scolastiche, realizzando, da un lato, un efficiente sistema di monitoraggio e, dall'altro, garantendo che i dipendenti del Ministero dell'istruzione che abbiano subito condanne definitive per reati sessuali siano allontanati in via definitiva dalle strutture scolastiche;
a coordinare in modo efficace l'operato dei singoli Ministeri in ordine sia alla lotta alla povertà, sia agli aiuti e al sostegno alle famiglie ed ai minori, monitorando ed analizzando la quota di finanziamenti che l'Italia destina ogni anno complessivamente e specificamente ai bambini, ponendo rimedio alla eccessiva frammentazione dei fondi per l'infanzia tra diversi dicasteri ed, infine, riconvocando e riattivando l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;
a procedere tempestivamente sia alla ratifica della Convenzione relativa alla criminalità informatica di cui in premessa, sia alla istituzione della figura del Garante dell'infanzia;
ad approntare specifiche politiche e programmi mirati di prevenzione primaria e secondaria contro le violenze sui minori, prestando particolare attenzione alle nuove forme di maltrattamenti e abusi scarsamente conosciute e sottovalutate come, ad esempio, la violenza «assistita».
(1-00186) «Germontani, La Russa, Rampelli, Urso, Alberto Giorgetti, Moffa, Antonio Pepe, Holzmann, Saglia, Gamba, Consolo, Porcu, Menia, Gasparri, Castellani, Migliori, Cosenza, Buontempo, Leone, Pedrizzi, Mancuso, Raisi, Minasso, Ciccioli».