ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00185

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 171 del 18/06/2007
Abbinamenti
Atto 1/00170 abbinato in data 25/06/2007
Atto 1/00192 abbinato in data 25/06/2007
Atto 1/00193 abbinato in data 25/06/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 18/06/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
ALLEANZA NAZIONALE 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007
LEGA NORD PADANIA 18/06/2007


Stato iter:
28/06/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/06/2007
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto VERDI
 
PARERE GOVERNO 28/06/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (RAPPORTI PARLAMENTO E RIFORME ISTITUZIONALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/06/2007
Resoconto L' ULIVO
Resoconto VERDI
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto POPOLARI-UDEUR
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/06/2007

DISCUSSIONE IL 25/06/2007

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/06/2007

NON ACCOLTO IL 28/06/2007

PARERE GOVERNO IL 28/06/2007

DISCUSSIONE IL 28/06/2007

RESPINTO IL 28/06/2007

CONCLUSO IL 28/06/2007


Atto Camera

Mozione 1-00185
presentata da
ROBERTO MARONI
lunedì 18 giugno 2007 nella seduta n.171

La Camera,

premesso che:

nonostante i tredici anni di commissariamento della gestione del ciclo dei rifiuti della regione Campania e gli ingenti finanziamenti dello Stato per fronteggiare l'emergenza, la grave situazione di crisi raggiunta nel settore dei rifiuti nel territorio regionale determina seri rischi per la salute della popolazione, gravi turbative dell'ordine pubblico e ripercussioni negative sull'immagine complessiva del Paese;

le inadempienze e irregolarità registrate in passato dalle amministrazioni regionali e locali e dalla struttura del Commissario straordinario, gli sprechi e le inefficienze gestionali e politiche, hanno generato una situazione gravissima, che ultimamente si è trasformata in una vera e propria emergenza ambientale che ha richiesto l'intervento della protezione civile; i mass media fanno riferimento ad un numero di 5 milioni di ecoballe sparse sul territorio regionale e a 1 milione di tonnellate di rifiuti da smaltire;

l'ingorgo delle competenze istituzionali e l'accavallarsi di decreti e ordinanze della protezione civile ha determinato ormai una tale paralisi sul piano delle strategie gestionali che rende difficoltoso l'intervento del Commissario delegato dottor Bertolaso, anche per la forte mobilitazione delle popolazioni interessate, e delle stesse autorità territoriali locali, in azioni di contrasto alle iniziative della struttura commissariale;

i tredici anni di commissariamento non hanno mai inciso sul circolo vizioso della gestione, incentrato sulla mancata effettuazione della raccolta differenziata e sulla mancata realizzazione dei termovalorizzatori, e ciò ha oggettivamente favorito le attività delle organizzazioni criminali e ha comportato un considerevole aumento del costo di smaltimento dei rifiuti; sembra che l'ammontare delle indennità erogate ai vertici della struttura commissariale superano i 3.500.000 euro, mentre l'emergenza in linea generale è costata circa 1,5 miliardi di euro, spesi per la maggior parte in stipendi e consulenze, spesso mai utilizzate, e in progetti fantasma e schemi organizzativi mai realizzati;

in tale contesto, lo smaltimento in discariche mal gestite e spesso non conformi alla normativa nazionale e comunitaria e il connesso sistema di trasporto dei rifiuti, all'interno ed all'esterno dei confini regionali, è diventato l'unico sistema di trattamento finale dei rifiuti, poiché in Campania è completamente assente un ciclo industriale integrato dei rifiuti, basato sul riutilizzo e riciclaggio dei materiali di produzione e sul recupero di energia da rifiuti, come previsto dalle normative nazionali e comunitarie;

secondo quanto denunciato dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli durante l'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse dello scorso 24 aprile (come risulta dalla proposta di relazione territoriale stralcio sulla Campania pubblicata sul Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 29 maggio 2007), la camorra è ormai un soggetto significativamente presente nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania;

desta stupore come i tredici anni di commissariamento hanno impedito, invece di agevolare, l'organizzazione di un ciclo industriale integrato dei rifiuti e ciò emerge chiaramente dal Rapporto annuale dei Rifiuti per il 2006, elaborato dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT) e dall'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti (ONR) su dati 2005;

in tale rapporto risulta una netta divisione del Paese tra Nord e Sud, con un Nord che continua a migliorare nei temi di gestione dei rifiuti, di raccolta differenziata e di recupero energetico e un sud che in alcuni casi addirittura regredisce;

il Paese viaggia con due velocità specialmente in tema di raccolta differenziata. Regioni come il Veneto hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata particolarmente elevate pari al 47,7 per cento del totale (con punte del 70 per cento nei due terzi dei comuni della provincia di Treviso che vanno ben oltre gli obiettivi nazionali), mentre altre regioni del Nord migliorano sensibilmente i risultati raggiunti, come ad esempio il Trentino Alto Adige, la cui percentuale di raccolta differenziata passa dal 37,8 per cento del 2004 al 44,2 per cento del 2005. La Lombardia dal canto suo, nonostante sia la regione con la maggiore produzione di rifiuti urbani, 4.762.000 tonnellate contro le 2.806.000 tonnellate della Campania, raggiunge un incremento della quota percentuale di 1,6 punti, con un tasso di raccolta differenziata pari al 42,5 per cento circa, mentre il Piemonte, la cui crescita è pari a 4,4 punti, si colloca al 37,2 per cento circa;

la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato a Nord è in media pari al 38 per cento, al Centro pari al 19,4 per cento, mentre al Sud scende all'8,7 per cento, su una media nazionale pari al 24,3 per cento, valore sensibilmente inferiore rispetto all'obiettivo nazionale del 35 per cento previsto per il 2003 dal decreto legislativo n. 22 del 1997, e successivamente posticipato al 31 dicembre 2006 dal decreto legislativo n. 152 del 2006, e ancora più distante dagli obiettivi fissati dall'articolo 1, comma 1108, della finanziaria 2007, che sono pari ad almeno il 40 per cento entro il 31 dicembre 2007, ad almeno il 50 per cento entro il 31 dicembre 2009 ad almeno il 60 per cento entro il 31 dicembre 2011;

per contro, la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato in Campania è pari al 10,6 per cento, mentre altre regioni del sud, come la Sicilia, la Basilicata e il Molise stanno addirittura a livelli al di sotto del 6 per cento;

i dati dimostrano che gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla normativa vigente vengono agevolmente superati dalle regioni e dalle province che hanno realizzato un sistema integrato di gestione dei rifiuti e hanno raggiunto un livello elevato di efficienza, anche in contesti territoriali ad alta densità abitativa come, ad esempio, la provincia di Milano che conta una popolazione residente superiore ai 3,9 milioni di abitanti e raggiunge il 47 per cento di raccolta differenziata;

l'analisi dei dati a livello provinciale, evidenzia, che le province con i maggiori livelli di raccolta differenziata sono quasi tutte localizzate nel Nord del Paese. Tra queste spicca Treviso con i livelli più elevati di raccolta differenziata, in percentuale al 68 per cento circa, e città come Novara (56 per cento circa), Lecco, Padova, Cremona, Vicenza e Varese, con percentuali superiori al 50 per cento, e altre come Bergamo, Lodi, Verbania e Rovigo di poco inferiori a tale percentuale;

completamente diversa è la realtà del Mezzogiorno in tema di rifiuti. Ad eccezione di Salerno, (19,7 per cento), tutte le province della Campania, seppur, in alcuni casi, con leggeri progressi, hanno registrato tassi di raccolta differenziata inferiori al 15 per cento (Avellino 13,8 per cento, Caserta, 10,8 per cento, Benevento, 10,3 per cento, Napoli, 7,7 per cento). Per la provincia di Napoli, a conferma della grave situazione di emergenza, si assiste addirittura ad una contrazione dei già bassi livelli di raccolta differenziata rilevati nel 2004, che erano pari all'8,4 per cento. Analogia situazione si rileva per la città metropolitana di Napoli la cui percentuale di raccolta è passata dai 9,3 per cento del 2002 al 7,4 per cento del 2004 e del 2005. Eppure per la raccolta differenziata della Campania la struttura commissariale ha speso più di 300 milioni di euro, risorse che tuttavia sono servite per pagare gli stipendi di personale che spesso non è stato nemmeno utilizzato;

anche la distribuzione della raccolta differenziata pro capite registra i valori più alti per la regione Veneto, con poco meno di 229 kg/abitante per anno, mentre la Lombardia raggiunge i 213 kg/abitante per anno. Invece, tutte le aree in emergenza rifiuti del centro sud evidenziano valori di raccolta differenziata pro capite estremamente bassi: il Lazio 65 kg/abitante per anno, ossia meno di 200 grammi di rifiuti per abitante per giorno; la Campania, 51,6 kg/abitante per anno (140 grammi al giorno); la Calabria e la Puglia un valore, rispettivamente, pari a 40,1 e 39,8 kg/abitante per giorno (110 grammi al giorno) e la Sicilia un quantitativo di circa 28,5 kg/abitante per anno (meno di 80 grammi per abitante per giorno);

per quanto riguarda le modalità di smaltimento finale dei rifiuti, il compostaggio nel 2005 risulta un settore in crescita, con un aumento del 12,9 per cento, ed un numero complessivo di 284 impianti sul territorio nazionale, concentrato per il 72,2 per cento nelle regioni del Nord. Il quantitativo di compost prodotto, a livello nazionale, è pari a circa 1,2 milioni di tonnellate e rappresenta il 40 per cento del quantitativo dei rifiuti in ingresso agli impianti di compostaggio;

per quanto riguarda il ricorso all'incenerimento, che segna un +9 per cento rispetto al 2004 toccando quota 3,8 milioni di tonnellate, analizzando la situazione a livello regionale, si osserva che, in generale, sono le regioni del Nord ad avviare ad incenerimento la maggior quantità di rifiuti urbani e CDR, con capofila la Lombardia che raggiunge la percentuale del 44,8 per cento. In relazione alla produzione a livello regionale, sono ancora le regioni del Nord Italia a presentare le percentuali più elevate, con sempre in testa la Lombardia con il 36 per cento, seguita dal Friuli-Venezia Giulia con il 23,5 per cento, e l'Emilia-Romagna con il 23 per cento;

al fine di colmare la differenza tra il Nord e il Sud del Paese ed evitare un completo collasso del sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in tutto il Sud ed in particolare in Campania, occorre risolvere i nodi strategico-gestionali, utilizzare le migliori tecnologie disponibili per lo smaltimento dei rifiuti e perseguire la fine della gestione straordinaria e il coinvolgimento e responsabilizzazione delle amministrazioni locali;

tredici anni di commissariamento della gestione dei rifiuti in Campania secondo i sottoscrittori del presente atto hanno nuociuto invece di favorire il territorio e hanno provocato un ponderoso aumento dei costi di gestione, che ha pesato sul bilancio dello Stato, creando plusvalenze e vantaggi alimentati dallo stesso stato emergenziale. La struttura commissariale ha agito per lo più a favore del proprio mantenimento, piuttosto che per il superamento della situazione di crisi, perpetuando patologie gestionali, come contabilità approssimativa, affidamenti diretti e consulenze onerose;
impegna il Governo
a procedere immediatamente, attraverso il Commissario delegato, all'apertura delle discariche individuate con il decreto-legge n. 61 del 2007, al fine di rendere la regione Campania autonoma nello smaltimento dei rifiuti provenienti dal proprio territorio;

a procedere all'avvio di un ciclo industriale dei rifiuti per ogni ambito territoriale, basato sulla raccolta differenziata, il riuso e il riciclo, diminuendo in questo modo le quantità di rifiuti da smaltire in discarica;

a garantire le opportune iniziative per la chiusura della gestione commissariale e il passaggio al regime ordinario entro il 31 dicembre 2007, come previsto dal decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290;

a procedere, attraverso il Commissario delegato, alla pianificazione di un sistema impiantistico regionale, incentrato sui due termovalorizzatori di Acerra e Santa Maria La Fossa, che rende tuttavia tutte le province campane o ambiti provinciali attigui in grado di smaltire i propri rifiuti, anche modulando le soluzioni impiantistiche e tecnologiche ai volumi di rifiuti da trattare per ciascuna area;

a garantire la copertura integrale dei costi per la gestione del servizio di smaltimento rifiuti e per la realizzazione degli impianti, attraverso l'applicazione di opportune misure tariffarie o l'utilizzo delle risorse già a disposizione della struttura commissariale o delle risorse regionali, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato;

ai fini del pareggio dei costi di gestione agevolare, attraverso il Commissario delegato, la promozione da parte dei comuni di strumenti come l'applicazione della «tariffa a peso» e la raccolta «porta a porta», ossia di metodi già sperimentati dai comuni virtuosi del Nord Italia che permettono di non penalizzare i cittadini con oneri aggiuntivi impropri, ma di fare pagare i privati secondo la produzione e la tipologia dei rifiuti;

a promuovere a livello regionale, attraverso il Commissario delegato, una ulteriore campagna informativa volta a sensibilizzare i cittadini sui problemi e sui costi legati allo smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania e sui costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, nonché sui comportamenti individuali che contribuiscono a diffondere una corretta gestione del sistema dei rifiuti;

ad agevolare lo smaltimento all'interno del territorio regionale delle balle di rifiuti trattati dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti della regione Campania, permettendo il funzionamento per un periodo transitorio dell'impianto per la termovalorizzazione del Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR) del comune di Acerra anche con l'utilizzo di CDR che non corrisponde alle caratteristiche del decreto ministeriale 5 febbraio 1998, recante individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e anche in deroga del provvedimento di Valutazione d'impatto ambientale relativo all'impianto;

a promuovere un ampio raccordo fra pubbliche amministrazioni, struttura commissariale e prefetture, in ordine alla circolarità delle informazioni sui soggetti e sui siti da utilizzare, al fine di limitare i pericoli di infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti;

a non procedere più ad assunzioni di ulteriore personale per l'espletamento delle attività assegnate alla competenza della struttura commissariale.

(1-00185)
«Maroni, Dussin, Fava, Alessandri, Allasia, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dozzo, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Gibelli, Alberto Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Pini, Stucchi».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
COMMISSARIO STRAORDINARIO, RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI, SCARICHI E DISCARICHE, SMALTIMENTO DI RIFIUTI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2006 0263, DECRETO LEGGE 2007 0061, DL 1997 0022, DL 2006 0152

GEO-POLITICO:

CAMPANIA