ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00154

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 150 del 02/05/2007
Abbinamenti
Atto 1/00146 abbinato in data 02/05/2007
Atto 1/00153 abbinato in data 02/05/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: FORZA ITALIA
Data firma: 02/05/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L' ULIVO 02/05/2007
VERDI 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 02/05/2007
ITALIA DEI VALORI 02/05/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/05/2007
VERDI 02/05/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
L' ULIVO 02/05/2007
POPOLARI-UDEUR 02/05/2007
VERDI 02/05/2007
ALLEANZA NAZIONALE 02/05/2007
FORZA ITALIA 02/05/2007
ALLEANZA NAZIONALE 02/05/2007


Stato iter:
02/05/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 02/05/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 02/05/2007
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto VERDI
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto MISTO-MPA-MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto POPOLARI-UDEUR
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto L' ULIVO
Resoconto FORZA ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/05/2007

ACCOLTO IL 02/05/2007

PARERE GOVERNO IL 02/05/2007

DISCUSSIONE IL 02/05/2007

APPROVATO IL 02/05/2007

CONCLUSO IL 02/05/2007


Atto Camera

Mozione 1-00154
presentata da
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO
mercoledì 2 maggio 2007 nella seduta n.150

La Camera,

premesso che:

il settore della pesca, anche per scelte politiche dell'Unione europea, che hanno suscitato non poche perplessità tra gli operatori del comparto, è investito, ormai da anni, da un forte processo di ristrutturazione e riorganizzazione, che ne ha ridimensionato la consistenza numerica delle imprese e degli occupati;

in particolare, negli ultimi anni si è potuta registrare una progressiva tendenza all'accentuarsi dello stato di crisi del settore della pesca italiana ed europea, a seguito di molteplici cause imputabili a fattori sia internazionali (come l'esponenziale aumento dei costi del carburante ad uso dei motopescherecci, che incide fortemente sui redditi d'impresa e, conseguentemente, stante la conformazione del contratto cosiddetto «alla parte», anche sui redditi dei marittimi dipendenti membri, dell'equipaggio, che determina una generale insoddisfazione degli addetti), sia a causa di fattori comunitari;

risulta, inoltre, necessario evidenziare come il segnale più evidente della crisi del settore è costituito dal fatto che oltre la metà dei consumi nazionali di pesca dipende dalle importazioni, a testimonianza, pertanto, della necessaria e primaria importanza di realizzare un'adeguata gestione del settore della pesca, intervenendo non solo per regolamentare il volume delle catture, ma anche i tipi di attrezzi e le tecniche utilizzate, considerando anche che la flotta italiana si caratterizza, tra l'altro, per il basso grado di rinnovamento ed ammodernamento;

tale processo è dovuto essenzialmente all'impatto di alcuni fattori che condizionano le prospettive del settore; si tratta, in particolare, dell'ammodernamento del patrimonio peschereccio e della riduzione dello sforzo di pesca, degli indirizzi delle politiche comunitarie, che in questi anni hanno sollecitato misure di riorganizzazione e di maggior attenzione ai problemi dello sfruttamento delle risorse dei mari e del ripopolamento ittico senza che siano approntate soluzioni alternative per attenuarne il negativo impatto economico e sociale, degli effetti negativi prodotti, in termini di aumento dei costi, dal vertiginoso incremento del prezzo del gasolio che incide per circa il 40 per cento sui costi della produzione e da ulteriori costi dovuti agli oneri di manutenzione e funzionamento dei sistemi di localizzazione satellitare (blue-box);

gli impegni assunti dal Governo sull'estensione degli sgravi fiscali e previdenziali per l'intero anno in corso, quali l'estensione del regime speciale IVA, ex articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, vigente in agricoltura, che era stato esteso al settore della pesca, in via sperimentale per l'anno 2006, dall'articolo 5, comma 1-septies, della legge 11 marzo 2006, n. 81, e l'applicazione del credito d'imposta per il periodo 2007/2013, per l'acquisizione di beni strumentali nuovi;

l'applicazione degli studi di settore alla pesca va affrontata anche perché, per la determinazione dei ricavi congrui, tra le variabili che intervengono nella formulazione dei predetti ricavi è incluso il costo del carburante, il cui prezzo, corre peraltro ricordato, è in continua crescita; conseguentemente, il divario tra ricavi effettivi prodotti dalle imprese e quelli stabiliti dagli studi di settore rischia di comportare un inevitabile contenzioso con l'amministrazione finanziaria;

la crisi del settore della pesca è acuita anche per le capacità delle marinerie dei paesi che esercitano l'attività senza i vincoli delle regole comunitarie, con metodi estremi e spesso aggressivi;

tale situazione è resa ancora più drammatica dalla progressiva sottrazione di aree di pesca utili nel Mediterraneo, a causa delle dichiarazioni di zone di pesca esclusive effettuate dai paesi rivieraschi extracomunitari del Mediterraneo, quali Libia, Algeria e Tunisia;

vi è poi la questione degli interventi strutturali del fondo europeo per la pesca 2007/2013 e della programmazione triennale di settore che lamentano un preoccupante ritardo, stante le incertezze nella definizione dei relativi programmi operativi;

contestualmente all'impatto dei fattori sopra richiamati, in questi anni si è, altresì, registrato un processo di diversificazione produttiva, che ha attenuato la crisi del settore attraverso lo sviluppo dell'attività di acquacoltura e di marinicoltura, l'avvio di esperienze significative nell'ambito del turismo ittico e della pesca, incentivate dal decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226 («Orientamento e modernizzazione del settore della pesca e dell'acquacoltura») e l'intensificazione delle attività finalizzate all'ammodernamento della filiera e allo sviluppo della qualità e delle iniziative volte a stabilire legami sempre più saldi tra il settore e l'identità agroalimentare del Paese;

una rilevante incidenza positiva, in particolare per quanto concerne l'abbattimento degli oneri previdenziali a carico delle imprese, è derivata dalla proroga delle agevolazioni tributarie e contributive previste dal decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30;

a partire dall'anno in corso è divenuta operativa la nuova programmazione europea del fondo europeo per la pesca 2007-2013, che assegna all'Italia, come finanziamento comunitario complessivo, 376,5 milioni di euro (prezzi 2004), destinati per 282,5 alle regioni dell'obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e per 94 milioni alle restanti regioni; a tali risorse bisogna aggiungere il cofinanziamento degli interventi da parte dell'Italia, in modo che l'impegno finanziario complessivo per il settore nei prossimi sette anni ammonti a circa 700 milioni di euro;

a livello comunitario è in via di definizione la fase attuativa della nuova disciplina relativa ai sistemi di pesca nel Mediterraneo; al riguardo, occorre anche tener conto che il 2010 rappresenta il termine a partire dal quale è prevista la creazione di un'area di libero scambio tra i Paesi del Mediterraneo;

a livello nazionale dovrà essere approvato il prossimo piano triennale della pesca e dell'acquacoltura;

con la legge finanziaria per il 2007, analogamente a quanto è stato disposto per l'agricoltura, sono state prorogate le agevolazioni fiscali a sostegno del settore della pesca;

da ultimo, di non secondaria importanza, inoltre, sono le problematiche che coinvolgono le aree del Mare Adriatico e, in particolare, dell'area costiera, che da diversi mesi sono soggette al perdurante fenomeno della mucillagine, che limita fortemente o addirittura inibisce completamente le attività della pesca, provocando ingenti danni sia alle attrezzature ed ai motori dei pescherecci, sia anche all'economia delle imprese marittime. A ciò si devono aggiungere le problematiche che stanno interessando le attività di allevamento vallive a causa della crisi idrica dei maggiori bacini fluviali quali quello del Po e dell'Adige,
impegna il Governo:
ad orientare la politica della pesca ad un'azione di forte rilancio del settore che si fondi sulle grandi linee di indirizzo di seguito indicate:

a) sottolineare il rilievo dell'attività della pesca e di chi concretamente la esercita, anche nelle acque interne, nell'identità culturale ed economica dell'Italia e valorizzare i prodotti della pesca come parte integrante del patrimonio agroalimentare e delle tradizioni enogastronomiche del Paese, anche nella prospettiva di promuoverne la presenza nei mercati esteri;

b) individuare nella creazione di un'area di libero scambio nel Mediterraneo una fondamentale opportunità sia di sostegno all'interscambio culturale e alle prospettive di pace, sia di sviluppo e crescita per i Paesi che su questo mare si affacciano, grazie alla quale sarà possibile costruire regole ed azioni condivise, idonee a superare le differenze oggi presenti, che, in particolare nella pesca, determinano forti tensioni tra le marinerie dei diversi Paesi;

c) evidenziare e sostenere il ruolo della pesca e dei pescatori nelle politiche di salvaguardia e valorizzazione delle risorse dei mari, non solo con riferimento alle specie ittiche, ma anche in relazione alle ricchezze ambientali, alla tutela del patrimonio culturale di importanti aree del Paese, allo sviluppo della ricerca, prevedendo altresì specifiche misure di sostegno nei confronti del comparto;

d) a favorire la riorganizzazione e la competitività del settore attraverso lo sviluppo dell'associazionismo e della cooperazione e delle organizzazioni di produttori;

per quanto concerne le misure di carattere economico e finanziario, ad assumere iniziative e ad adottare interventi volti, in particolare:

a) a fare in modo che al settore possa applicarsi il credito d'imposta per l'acquisizione di nuovi beni strumentali, di cui ai commi da 271 a 278 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007);

b) a prevedere il superamento degli studi di settore attualmente vigenti, orientandoli verso nuovi strumenti fiscali come la tonnage tax, già applicata in altri Paesi europei e maggiormente rispondente alle necessità del comparto;

c) a rivedere la normativa per i sistemi di localizzazione e controllo satellitare delle navi da pesca, prevista dall'articolo 6 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 100, nonché attivarsi in sede comunitaria affinché sia previsto il trasferimento degli oneri dell'installazione del sistema di localizzazione e controllo satellitare delle navi da pesca (blue-box) in carico dei rispettivi Stati dell'Unione europea o, in alternativa, valutare la possibilità di disporre la prosecuzione del regime sostitutivo applicato negli ultimi sei anni, fino al 31 dicembre 2007;

d) a prevedere l'estensione per l'intero anno 2007 del regime speciale IVA, per il settore della pesca, come stabilito dall'articolo 5, comma 1-septies, della legge 11 marzo 2006, n. 81;

e) a disporre affinché il settore della pesca e dell'acquacoltura sia incluso nel novero dei settori produttivi, cui rientri l'applicazione del credito d'imposta per il periodo 2007/2013 per l'acquisizione di taluni beni strumentali nuovi;

f) a prevedere misure di carattere previdenziale volte a sostenere i marittimi imbarcati a bordo di navi da pesca, in considerazione dell'attività particolarmente rischiosa e faticosa, affinché possa essere individuata tra quelle attività particolarmente usuranti;

g) varare con urgenza forme di intervento a sostegno delle marinerie dell'Adriatico danneggiate dai fenomeni della mucillagine, ricorrendo contestualmente allo strumento di intervento economico del de minimis;

a sostenere tutte le attività volte a sviluppare la multifunzionalità del settore, attraverso una progressiva uniformazione, anche sotto questo profilo, della disciplina della pesca a quella relativa al settore agricolo, come indicato dalla legge 5 marzo 2001, n. 57 (la cosiddetta «legge di orientamento») e dai decreti legislativi adottati in attuazione di tale legge;

a favorire la modernizzazione del settore e a promuovere la qualità, in particolare attraverso interventi volti ad agevolare e sostenere la tracciabilità della filiera ittica;

a promuovere una riforma volta a semplificare e ridurre gli oneri burocratici ed amministrativi ai quali il settore è soggetto;

a favorire il rafforzamento dei rapporti fra sistema della ricerca e il settore ittico, coinvolgendo il sistema associativo e cooperativo e delle organizzazioni di produttori, che rappresenta gran parte del settore, e l'associazionismo;

ad approvare e rendere esecutivo in tempi brevi il piano triennale per il settore, come strumento fondamentale di orientamento e programmazione, che permetta di superare le incertezze e la provvisorietà che hanno caratterizzato gli interventi degli ultimi anni;

nell'ambito della più generale politica nazionale della pesca:

a) a sviluppare politiche strutturali per una piú competitiva gestione della flotta, al fine di aiutare il settore della pesca e dell'acquacoltura ad adeguare le infrastrutture e le loro organizzazioni di produttori ai vincoli imposti dalla scarsità delle risorse e dal mercato;

b) per quanto concerne le attività di mercato, al fine di elevare la competitività della pesca nazionale rispetto a quella estera, nonché per adeguare l'offerta alla domanda a vantaggio sia dei produttori e sia dei consumatori, a sviluppare misure volte a favorire operazioni collettive di promozione e di ricerca di nuovi sbocchi per i prodotti della nostra pesca e della nostra acquacoltura, in particolare in favore della certificazione della qualità, dell'etichettatura, delle attività di promozione, degli studi di mercato, della partecipazione ad eventi, a fiere ed esposizioni, della consulenza e assistenza in materia di vendita e di soddisfacimento dei bisogni presenti o emergenti dei consumatori;

c) ad incoraggiare la costituzione di più efficienti organizzazioni di produttori e di forme più competitive di cooperative e di associazioni di pescatori, soprattutto sostenendo le loro azioni dirette alla gestione dello sforzo di pesca, all'uso di attrezzi o metodi selettivi, all'accesso alla formazione, al miglioramento delle condizioni igieniche e sociali, alla creazione di nuovi contatti commerciali ed infine sostenendo con migliore efficacia i periodi di fermo pesca, necessari per consentire il ripopolamento degli stock;

d) ad incentivare l'acquacoltura biologica e per quanto riguarda la pesca in mare, a sviluppare processi di filiera certificati da appositi marchi di qualità ecologica per i prodotti della pesca nazionale, seppure a partecipazione volontaria, che rispettino criteri chiari e oggettivi in materia di pratiche della pesca, insieme alla qualità del pesce.

(1-00154)
«Marinello, Franci, Lion, Zucchi, Cesini, D'Ulizia, Lombardi, Fundarò, Sperandio, Baratella, Bellanova, Brandolini, Vincenzo De Luca, Fiorio, Fogliardi, Maderloni, Olivieri, Oliverio, Pertoldi, Rotondo, Sereni, Servodio, Soro, Satta, Francescato, Ciccioli, Ceroni, Castellani».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ACQUACOLTURA, AGEVOLAZIONI FISCALI, ASSISTENZA E INCENTIVAZIONE ECONOMICA, COOPERATIVE, IVA, PESCA E PESCICOLTURA, PESCHERECCI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2006 0002, L 2001 0057, L 2006 0081, L 2006 0296