ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00151

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 148 del 23/04/2007
Abbinamenti
Atto 1/00137 abbinato in data 23/04/2007
Atto 1/00148 abbinato in data 23/04/2007
Atto 1/00149 abbinato in data 23/04/2007
Atto 1/00150 abbinato in data 23/04/2007
Atto 1/00152 abbinato in data 23/04/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: L' ULIVO
Data firma: 23/04/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L' ULIVO 23/04/2007
ITALIA DEI VALORI 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
L' ULIVO 23/04/2007
POPOLARI-UDEUR 23/04/2007
LA ROSA NEL PUGNO 23/04/2007


Stato iter:
23/04/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/04/2007
Resoconto L' ULIVO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/04/2007
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto LEGA NORD PADANIA
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
 
INTERVENTO GOVERNO 23/04/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (RIFORME E INNOVAZIONI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 23/04/2007

DISCUSSIONE IL 23/04/2007

RITIRATO IL 23/04/2007

CONCLUSO IL 23/04/2007


Atto Camera

Mozione 1-00151
presentata da
TERESA BELLANOVA
lunedì 23 aprile 2007 nella seduta n.148

La Camera,
premesso che:

negli ultimi anni la precarietà lavorativa ha assunto dimensioni sempre crescenti, ha riguardato vecchi e nuovi lavori, mansioni a bassa ed alta professionalità, giovani alla prima esperienza, ma anche adulti vittime di un sistema che spesso rischia di non offrire l'opportunità di liberarsi dall'instabilità lavorativa durante tutta la loro vita, ha coinvolto un numero sempre più consistente di lavoratori, tanto che da fenomeno lavorativo è diventato fenomeno economico-sociale per le sue ricadute sulla vita delle persone coinvolte, specialmente dei più giovani, condizionandone le scelte personali, come, ad esempio, la scelta di forma una famiglia o di avere un figlio;

per quanto riguarda il precariato nelle pubbliche amministrazioni, vi sono stati anni di sostanziale inerzia normativa e di indirizzo, durante i quali - stando ai dati della Ragioneria dello Stato - si è registrato un incremento del 25 per cento, dal 2001 al 2005, del numero dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni inquadrati con formule contrattuali riconducibili al precariato, così assecondando una tendenza che, se per un verso segue quella più generale del mercato del lavoro privato, per un altro si origina non solo da ragioni fisiologiche (esigenze non direttamente collegate alle funzioni stabili delle organizzazioni come picchi di attività, flussi di incremento stagionale di utenti, assistenza per l'introduzione di nuove tecnologie ed altro), ma principalmente dalla necessità di coprire con rapporti di lavoro non stabili i vuoti di organico, a seguito dei reiterati blocchi del turn over previsti dalle leggi finanziarie del governo Berlusconi;

a invertire questa tendenza è intervenuta, invece, proprio la prima legge finanziaria dell'Unione, che contiene molte disposizioni in materia di stabilizzazione del personale precario nella pubblica amministrazione. La ragione non è riconducibile soltanto alle prioritarie esigenze di tutela delle migliaia di lavoratori impiegati a vario titolo, ma anche ai bisogni delle amministrazioni di dotarsi dì professionalità stabili che possano permettere con continuità l'organizzazione dei servizi erogati. Non a caso la Corte costituzionale negli anni scorsi aveva sostenuto che per garantire l'efficienza era necessario che a stabile funzione delle amministrazioni corrispondesse stabile rapporto di lavoro, al fine di garantire che le professionalità e le esperienze non andassero disperse a seguito della conclusione del rapporto di lavoro;

la legge finanziaria per il 2007 parte da questi presupposti e arriva a definire strumenti e percorsi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro «precari» nelle pubbliche amministrazioni, prevedendo, ad esempio, l'istituzione dì un «fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici», finalizzato alla realizzazione di piani straordinari per l'assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato. Nella definizione dei criteri sono, altresì, fissati i requisiti dei soggetti interessati alla stabilizzazione (essere in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o conseguire tale requisito sulla base di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006, o essere stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della legge finanziaria), nonché le relative modalità di selezione. È comunque assicurato che il personale che abbia già superato prove selettive sia stabilizzato a domanda, mentre il personale non ancora sottoposto a prova selettiva venga ammesso previo espletamento di tali prove. In entrambi i casi è fatto obbligo alle amministrazioni di continuare ad utilizzare il personale in servizio fino al termine delle procedure di stabilizzazione. Allo stesso tempo, al fine di rendere questo processo di stabilizzazione eccezionale e conclusivo, si dispone il divieto, per le amministrazioni destinatarie delle risorse, di ricorrere a nuovi rapporti di lavoro precario nei cinque anni successivi all'attribuzione delle stesse;

per quanto riguarda le collaborazioni coordinate e continuative, nonostante i vincoli molto rigidi alla stipula di tali contratti, si è assistito negli anni ad un incremento rilevante dovuto al blocco del turn over. Per affrontare anche questo tipo di precarietà, la legge finanziaria per il 2007 riserva, nell'ambito delle assunzioni a tempo determinato, una quota pari al 60 per cento dei posti programmati a soggetti già titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con le medesime amministrazioni, che abbiano maturato almeno un anno di lavoro alla data del 29 settembre 2006, attraverso i quali le amministrazioni abbiano fronteggiato esigenze attinenti alle ordinarie attività di servizio. Del resto, già nel luglio 2006 il decreto-legge n. 223 è intervenuto per ribadire l'eccezionalità del ricorso al conferimento dì incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, stabilendo che l'oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall'ordinamento all'amministrazione conferente e ad obiettivi e progetti specifici e determinati; l'amministrazione deve avere preliminarmente accertato l'impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno; la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata; devono essere preventivamente determinati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione;
analogamente, nella legge finanziaria per il 2007 si prevedono misure di pari portata e articolazione, volte a favorire l'avvio di un percorso di stabilizzazione del personale precario di regioni ed enti locali;

questa corretta e condivisibile impostazione è stata confermata con il memorandum d'intesa su lavoro pubblico e riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche del 18 gennaio 2007, sottoscritto dal Governo e dalle principali organizzazioni sindacali, all'interno del quale si ribadisce che i sistemi di reclutamento pianificati dovranno portare alla scomparsa del precariato, che il ricorso a lavoro flessibile potrà avvenire in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva e, infine, che il precariato esistente sarà assorbito mediante il ricorso a prove per quanti non siano già stati sottoposti a tali verifiche all'atto del primo ingresso nello svolgimento di attività nelle pubblica amministrazione, così da evitare che in futuro possa riproporsi una situazione analoga a quella che si sta cercando dì superare oggi, che deve pertanto rimanere eccezionale;

quanto sin qui realizzato e intrapreso appare pienamente coerente con i contenuti del programma di Governo dell'Unione, in cui si proponeva di valorizzare il lavoro pubblico e la sua qualità, investendo sul capitale umano già presente nelle pubbliche amministrazioni, sulla sua formazione e professionalizzazione, superare il precariato del lavoro che genera precarietà nei servizi, stabilizzando la parte di lavoro precario collocata nel ciclo ordinario e stabile delle funzioni pubbliche, varare un disegno organico dì riforma degli accessi, che ne riprenda il principio di programmazione;
impegna il Governo:
ad adottare tempestivamente i provvedimenti attuativi delle disposizioni previste nella legge finanziaria per il 2007;

a monitorare lo stato di adozione delle misure di stabilizzazione del lavoro precario da parte delle diverse amministrazioni statali, regionali e degli enti locali;

a tenere adeguatamente informato il Parlamento sullo stato di attuazione delle misure previste dalla legge finanziaria per il 2007 e dal memorandum sottoscritto con le organizzazioni sindacali, tanto per la parte riguardante il superamento del precariato, quanto per la parte relativa al processo di ammodernamento ed efficienza del lavoro nella pubblica amministrazione.

(1-00151)
«Bellanova, Delbono, Pedica, Codurelli, Cordoni, D'Ambrosio, Farinone, Cinzia Maria Fontana, Laratta, Lenzi, Merloni, Miglioli, Motta, Schirru, Viola, Rossi Gasparrini, Buglio».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CONTRIBUTI PUBBLICI, IMMISSIONE IN RUOLO, MEDICI, PERSONALE NON DI RUOLO, PRECARIO E AVVENTIZIO, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 2006 0296