ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00142

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 142 del 11/04/2007
Abbinamenti
Atto 1/00061 abbinato in data 11/04/2007
Atto 1/00140 abbinato in data 11/04/2007
Atto 1/00141 abbinato in data 11/04/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: L' ULIVO
Data firma: 05/04/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERDI 05/04/2007
LA ROSA NEL PUGNO 05/04/2007
FORZA ITALIA 05/04/2007
UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO) 05/04/2007
ALLEANZA NAZIONALE 05/04/2007
LA ROSA NEL PUGNO 05/04/2007
FORZA ITALIA 05/04/2007
VERDI 05/04/2007
VERDI 05/04/2007
FORZA ITALIA 05/04/2007
VERDI 05/04/2007
UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO) 05/04/2007
FORZA ITALIA 05/04/2007
ALLEANZA NAZIONALE 11/04/2007
ALLEANZA NAZIONALE 17/04/2007


Stato iter:
19/04/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/04/2007
Resoconto VERDI
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto LEGA NORD PADANIA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto DCA-DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE - PARTITO SOCIALISTA-NUOVO PSI
 
INTERVENTO GOVERNO 11/04/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
PARERE GOVERNO 19/04/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 19/04/2007
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto L' ULIVO
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/04/2007

DISCUSSIONE IL 11/04/2007

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/04/2007

ATTO MODIFICATO IL 12/04/2007

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 17/04/2007

ACCOLTO IL 19/04/2007

PARERE GOVERNO IL 19/04/2007

DISCUSSIONE IL 19/04/2007

APPROVATO IL 19/04/2007

CONCLUSO IL 19/04/2007


Atto Camera

Mozione 1-00142
presentata da
ERMETE REALACCI
mercoledì 11 aprile 2007 nella seduta n.142

La Camera,
premesso che:
le Commissioni riunite VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e XIII (Agricoltura) della Camera dei deputati, a seguito di un'approfondita discussione, hanno approvato, nella seduta del 28 marzo 2007, una risoluzione concernente il sistema idrico, che prende in considerazione sia le problematiche relative alle modalità di utilizzo e gestione dell'acqua e alle carenze della dotazione infrastrutturale, comuni a tutto il territorio nazionale, sia le difficoltà specifiche delle singole aree del Paese;
l'acqua, infatti, è un bene primario e comune e, per tale motivo, tutte le autorità competenti sono chiamate ad operare per garantire la salvaguardia e la corretta gestione delle risorse idriche, in concertazione tra loro;
l'attuale situazione di carenza idrica, già rilevata in tutta Italia dalla protezione civile, dalle principali autorità di bacino e da diverse regioni, non rappresenta ormai più una eccezione;
la forte riduzione dei fenomeni piovosi e delle precipitazioni nevose - particolarmente significativa nel corso del periodo 2006-2007 - pone, con estrema severità, il problema della disponibilità di acqua per i diversi usi;
in particolare, gli ultimi dati a disposizione circa l'entità delle risorse idriche del bacino padano rivelano che, a fronte di una portata del Po già inferiore a quella registrata nel 2006 in pari periodo, il manto nevoso disponibile ricopre meno di un terzo del territorio coperto nel febbraio 2006 e con altezze altrettanto ridotte, tanto che sull'arco alpino sono presenti mediamente 10/60 centimetri contro i 25/150 del 2006. La situazione, quindi, potrà risultare estremamente critica se, entro la fine di aprile 2007, non saranno sopraggiunte significative precipitazioni, cosa che, sulla base delle previsioni stagionali oggi disponibili e nonostante il peggioramento del quadro meteorologico della seconda metà di marzo 2007, non appare probabile;
dai recenti dati forniti dall'Enel sul ricorso alle fonti idroelettriche, risulta una riduzione del 20 per cento della produzione di energia idroelettrica nei mesi di gennaio e febbraio 2007, dovuta ad una minore disponibilità di acqua;
nel caso di una conferma dei dati critici sull'entità delle precipitazioni, l'emergenza idrica per il Po diverrà insostenibile nel periodo di maggiore fabbisogno ed analogo discorso vale anche per il bacino del fiume Adige;
anche quest'anno si ripropone, per il bacino del Po, il problema della risalita del cuneo salino, che impedisce la derivazione di acqua dolce per le attività agricole, esponendo l'intero territorio padano al forte rischio di nuovi e ingenti danni all'agricoltura;
la salinizzazione delle falde e del reticolo idraulico superficiale a valle, insieme all'abbassamento della falda freatica a monte, pregiudicano gravemente l'ecosistema;
siamo di fronte ad andamenti climatici la cui preoccupante evoluzione richiede l'adozione di due tipi di politiche: una globale, di lungo periodo, che interviene sulle cause del fenomeno e che deve essere sviluppata a partire dall'implementazione degli impegni internazionali, dal Protocollo di Kyoto alle misure previste dall'Unione europea, puntando, inoltre a coinvolgere gli Usa, i grandi Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo nella riduzione dei livelli di emissione di gas ad effetto serra; una seconda politica più immediata che preveda misure di adattamento alle tendenze in atto e punti da subito a misure di tutela e di buona gestione delle risorse idriche;
allo stesso tempo bisogna intervenire sulle cause della crisi idrica, tra cui l'elevato numero di derivazioni montane e il notevole volume da queste accumulato, necessariamente da regolare nei momenti di crisi anche a seguito del cambiamento del mercato dell'energia che condiziona il periodo di produzione dell'energia idroelettrica dei bacini montani, i quali non sempre rilasciano sufficienti volumi d'acqua nei periodi di «magra»;
va, per altro verso, attentamente studiata una diversa gestione dei serbatoi elettrici alpini, che tenga conto delle esigenze degli utilizzatori della risorsa idrica a valle (popolazione, agricoltura, industria), nonché di quelle derivanti dalla necessità di garantire livelli idrici sufficienti a derivare, come nel caso del fiume Po e dei suoi affluenti principali, le acque necessarie al raffreddamento delle centrali termoelettriche;
in materia di tutela delle risorse idriche, bisogna anche fare in modo che nei bacini idrografici, soprattutto in quelli caratterizzati da consistenti prelievi o da trasferimenti, sia a valle che oltre la linea di displuvio, le eventuali derivazioni siano sempre regolate in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati;
a tal fine, per limitare i danni derivanti dal dissesto idrogeologico presente nel bacino del fiume Po, tutte le derivazioni di acqua in atto dovrebbero essere regolate dall'autorità concedente, mediante la previsione di rilasci volti a garantire il minimo deflusso vitale nei corpi idrici;
per quanto concerne le produzioni agricole, occorre dare subito l'avvio ad un'azione sui sistemi irrigui, che può condurre a forti risparmi con interventi mirati, soprattutto alla presenza di colture molto impattanti dal punto di vista dei consumi di risorsa idrica e per i suoli non particolarmente votati a tali produzioni; serve, inoltre, una programmazione agricola che tenga conto, per il futuro, della risorsa acqua, ricordando che nei periodi di siccità e, comunque, nei casi di scarsità di risorse idriche, durante i quali si procede alla regolazione delle derivazioni in atto, deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell'uso agricolo;
per tali motivi è, altresì, necessario che sia studiato e conseguito - sia con opere di regolazione, sia con atti normativi che sfruttino tutte le conoscenze tecniche in grado di favorire una seria politica di conversione dei sistemi irrigui - l'impiego ottimale della risorsa idrica, per un verso riducendo l'impatto di determinate colture agricole per le quali è possibile adottare innovative metodologie di risparmio idrico, per altro verso differenziando e favorendo l'uso dell'acqua di migliore qualità per i fabbisogni civili e destinando le risorse di minore qualità agli altri fabbisogni;
un contributo decisivo può provenire dall'ammodernamento della rete idrica, in particolare quella destinata agli usi agricoli, dal controllo e dall'eliminazione delle perdite, dal «consolidamento» dei bacini anche collinari, dal recupero dei volumi di invaso nei serbatoi soggetti a riduzione di volume per motivi statici, nonché dal mantenere elevato il livello di guardia sui prelievi abusivi, diffusi in numerose aree del Paese;
sono, altresì, utili stringenti misure sull'uso industriale e sugli usi civili, nonché sull'aumento delle riserve e sull'adozione della leva dell'incentivazione nel risparmio idrico, nonché sulla misurazione dei consumi di acqua;
nel caso del bacino del fiume Po particolare attenzione andrà dedicata alla regolazione dei volumi idrici regolati dai grandi laghi alpini, con una revisione in aumento delle fasce di regolazione per maggiore riserva d'acqua utile a fronteggiare i momenti di crisi del sistema idrico a valle;
potrebbe risultare utile, in questo contesto complessivo, anche una riflessione sulle misure per il riutilizzo delle acque reflue, per le quali manca ancora un idonea ed efficace strategia attuativa per permettere il loro utilizzo in agricoltura. A tal fine, si potrebbero tenere presenti le esperienze di altre nazioni all'avanguardia nel settore, quali Israele e Spagna, che hanno dedicato una particolare attenzione allo sfruttamento dei reflui urbani a favore dell'agricoltura, specie nei mesi di giugno, luglio e agosto, nei quali si concentra il maggior afflusso turistico;
è necessario intervenire con sufficiente anticipo, anche con provvedimenti di emergenza, nella consapevolezza che il problema complessivo dello squilibrio tra fabbisogni e disponibilità idriche deve essere affrontato con politiche strutturali, sulle quali il Parlamento può dare un decisivo contributo, e nell'immediato, per evitare il ripetersi delle emergenze manifestatesi negli scorsi anni, che hanno causato gravi problemi economici e alle popolazioni, nonché gravi impatti ambientali prossimi alla irreversibilità, quali la già richiamata risalita del cuneo salino nel delta per oltre 20 chilometri dalla foce del Po e, parimenti, per il fiume Adige,
impegna il Governo:

a dichiarare sin d'ora lo stato di emergenza per il bacino del fiume Po, per i bacini limitrofi che presentano simili condizioni critiche, nonché per il bacino del fiume Adige, in modo da attivare per tempo tutti gli strumenti istituzionali necessari a governare e gestire tale crisi, realizzando, in particolare, «cabine di regia» in loco, che vedano il concorso della Protezione civile nazionale, in accordo con le autorità di bacino del Po e dell'alto Adriatico, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e i dicasteri interessati;
a indire, relativamente alla generale situazione in cui versa il Paese, una conferenza nazionale sull'acqua, nella quale promuovere, nel pieno rispetto del principio di solidale e leale collaborazione, un approccio integrato di tutte le politiche e porre in essere tutte le possibili iniziative di programmazione e di coordinamento di interventi strutturali e non, eliminando l'attuale preoccupante frammentazione delle competenze e coinvolgendo con la massima tempestività il Parlamento, tutti i ministeri interessati, le istituzioni statali, regionali, provinciali e locali, le autorità di bacino, le autorità di ambito territoriale ottimale, i consorzi di bonifica, le autorità di settore, le forze economiche e sociali, le associazioni di categoria, le associazioni e gli organismi specializzati, tecnici e scientifici;
a garantire che la predetta conferenza nazionale provveda anche all'individuazione delle più idonee misure relative all'approvvigionamento idrico di tutte le aree del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno, che necessita di una maggiore azione di coordinamento e di interventi solidi ed efficaci, considerata la vetustà delle opere irrigue, ormai già superate dalle nuove tecnologie;
ad assumere idonee iniziative per la costituzione di strutture operative formate da esperti in materia di tutela delle risorse idriche e rappresentanti degli organismi di controllo e di repressione, con il compito di vigilare sul corretto e razionale utilizzo delle derivazioni idriche dai bacini di accumulo e dagli invasi montani, monitorando la coerenza dei rilasci connessi agli usi idroelettrici con gli obiettivi di prevenzione e gestione di eventuali situazioni di crisi idrica;
a promuovere tutte le possibili misure di risparmio idrico e riutilizzo delle acque reflue, anche attraverso lo stoccaggio delle acque superficiali nei bacini collinari, l'attuazione delle misure infrastrutturali e gestionali per il recupero delle acque reflue depurate specialmente in agricoltura, la sperimentazione di forme di conversione dei sistemi irrigui, la definizione di linee guida e la predisposizione di un «manuale di buona pratica irrigua», che possa fornire all'intero comparto agricolo le informazioni sulle più aggiornate tecnologie e metodologie irrigue, anche considerando gli strumenti di previsione meteorologica e le valutazioni dell'impatto di ciascuna coltura sul territorio;
a studiare appropriate pratiche agronomiche miranti ad un utilizzo più razionale delle risorse idriche, anche agrarie, nonché all'ausilio di varietà colturali resistenti alla siccità, tenendo conto della ricerca scientifica più avanzata;
a completare la realizzazione delle opere previste dal piano irriguo nazionale, come definite dalle delibere CIPE n. 74 del 2005 e n. 75 del 2006, rendendo disponibili le necessarie risorse finanziarie.
(1-00142) «Realacci, Lion, Mellano, Giuseppe Fini, Martinello, Bellotti, Capezzone, Fasolino, Francescato, Fundarò, Misuraca, Camillo Piazza, Ruvolo, Stradella, Rampelli, Salerno».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AGRICOLTURA, APPROVVIGIONAMENTO IDRICO, BACINI IDRICI E IDROGRAFICI, CALAMITA' NATURALI, CONTRIBUTI PUBBLICI, DERIVAZIONI DI ACQUE PUBBLICHE, FIUMI E TORRENTI, IRRIGAZIONE, MEZZOGIORNO, PROGRAMMI E PIANI, SICCITA'
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIUME ADIGE, FIUME PO