Atto Camera
Mozione 1-00125
presentata da
LUCA VOLONTE'
lunedì 19 marzo 2007 nella seduta n.129
La Camera,
premesso che:
con la legge 7 aprile 2005, n. 57, di ratifica ed esecuzione del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004, l'Italia ha confermato il proprio impegno nel processo di unificazione europea tendente a realizzare, prima di tutto, un'unione tra i popoli europei rispettosa delle differenti culture e sensibilità nazionali;
tale processo di unificazione europea è stato interrotto dall'esito negativo del referendum celebrato in Francia e in Olanda;
l'occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei trattati stipulati a Roma il 25 marzo 1957 può costituire un grande momento per rilanciare il processo di unificazione dell'Europa, anche alla luce delle indicazioni che emergeranno al vertice di Berlino, riprendendo un cammino più intenso;
il Trattato costituzionale ha comportato l'esigenza di addivenire a compromessi e interviene in materie particolarmente delicate, come il diritto alla vita e la tutela della famiglia;
in tali materie, a livello europeo, non vi è ancora un comune sentire; pertanto, anche al fine di rafforzare la condivisione di valori fondamentali, occorre, in una fase di rilancio del processo di integrazione con un'Europa allargata a 27 Stati membri, riaffermare con fermezza i valori fondanti le tradizioni costituzionali dei diversi Stati membri;
gli articoli II-62 e II-63 del Trattato costituzionale, che intervengono sul diritto alla vita e sul diritto all'integrità della persona, sembrano parziali rispetto alla tutela già accordata nelle applicazioni della biologia e della medicina alla vita prenatale e all'embrione da convenzioni internazionali, come la Convenzione per la protezione dei diritti umani e della dignità dell'essere umano riguardo le applicazioni della biologia e della medicina, firmata a Oviedo nel 1997, e i suoi protocolli addizionali;
gli articoli II-69, relativo al diritto di sposarsi e costituire una famiglia, e II-93, in materia di vita familiare e vita professionale, non appaiono coerenti con i principi rinvenibili nella tradizione costituzionale italiana e negli atti internazionali in materia di diritti umani;
in particolare, la formulazione adottata dall'articolo II-69, secondo la quale il diritto di sposarsi e di costituire una famiglia è assicurato a chiunque, si discosta da quella comunemente accettata in sede internazionale, secondo cui «uomini e donne in età adatta hanno diritto di sposarsi» (si confronti l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, l'articolo 23 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966 e l'articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre 1950);
il ruolo della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione italiana, dovrebbe essere esplicitato nel testo di un trattato su cui si deve fondare un delicato processo di integrazione, che richiede l'adesione a valori comuni;
anche se formalmente nel Trattato costituzionale la disciplina delle citate materie è lasciata agli Stati membri, si avverte l'importanza, anche ai fini di un rilancio del processo di unificazione basato sui valori, di chiarire l'esigenza di promozione e tutela di alcuni principi irrinunciabili;
vi sono, infatti, competenze attribuite alle istituzioni dell'Unione europea che possono avere una diretta incidenza su di esse e, quindi, una ricaduta sugli ordinamenti nazionali, come dimostra l'applicazione delle disposizioni in materia di ricerca e sviluppo tecnologico, che possono legittimare finanziamenti a carico del bilancio comunitario di ricerche che comportano l'uso di cellule staminali embrionali, quando in Paesi come l'Italia la soppressione di embrioni umani è sanzionata penalmente, o le disposizioni sulla cooperazione giudiziaria in materia civile, che potrebbero portare a iniziative comunitarie in materia di diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali (si veda l'articolo III-269 del Trattato costituzionale),
impegna il Governo:
a rilanciare il processo di unificazione basato su valori comuni, in particolare promuovendo e salvaguardando la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e il diritto alla vita e al rispetto della dignità dell'essere umano;
a proseguire, in coerenza con quanto avvenuto in sede di Convenzione, nell'impegno di introdurre - tra i valori dell'Unione europea - le radici giudaico-cristiane nelle prossime modifiche del Trattato per la Costituzione d'Europa e, in generale, nel diritto dell'Unione europea, a partire dalla dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007.
(1-00125)
«Volontè, Casini, Cesa, Galati, Marcazzan, D'Agrò, Drago, Ronconi, Peretti, Lucchese, Mereu, Compagnon, Formisano».