ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00104

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 111 del 19/02/2007
Abbinamenti
Atto 1/00025 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00093 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00095 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00096 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00097 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00098 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00102 abbinato in data 20/02/2007
Atto 1/00103 abbinato in data 20/02/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 19/02/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORZA ITALIA 19/02/2007
ALLEANZA NAZIONALE 19/02/2007
UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO) 19/02/2007
LEGA NORD PADANIA 19/02/2007


Stato iter:
21/02/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 20/02/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA')
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/02/2007
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
 
DICHIARAZIONE VOTO 21/02/2007
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
Resoconto COMUNISTI ITALIANI
Resoconto ITALIA DEI VALORI
Resoconto DEMOCRAZIA CRISTIANA-PARTITO SOCIALISTA
Resoconto LEGA NORD PADANIA
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto VERDI
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto POPOLARI-UDEUR
Resoconto VERDI
Resoconto UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO)
Resoconto L' ULIVO
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
Resoconto FORZA ITALIA
Resoconto L' ULIVO
Resoconto LA ROSA NEL PUGNO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/02/2007
Resoconto LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 21/02/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA')
 
PARERE GOVERNO 21/02/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIRITTI E PARI OPPORTUNITA')
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/02/2007

NON ACCOLTO IL 20/02/2007

PARERE GOVERNO IL 20/02/2007

DISCUSSIONE IL 20/02/2007

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/02/2007

DISCUSSIONE IL 21/02/2007

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 21/02/2007

PARERE GOVERNO IL 21/02/2007

VOTATO PER PARTI IL 21/02/2007

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 21/02/2007

CONCLUSO IL 21/02/2007


Atto Camera

Mozione 1-00104
presentata da
CAROLINA LUSSANA
lunedì 19 febbraio 2007 nella seduta n.111


La Camera,

premesso che:

i recenti fatti di sangue, che hanno visto tre donne straniere residenti in Italia vittime di una violenza armata dalla sottomissione irragionevole a dettami fanatico-religiosi, meritano giustizia e attenzione: Hina, uccisa selvaggiamente dalla sua famiglia perché colpevole di essersi troppo «occidentalizzata», Maha, tunisina, picchiata a sangue perché osava uscire senza il consenso della famiglia, e Khaur, costretta al suicidio come unica via di fuga da un matrimonio combinato impostole dalla sua famiglia, sono soltanto gli ultimi tristi episodi di una diffusa e allarmante ferocia nei confronti di donne che osano ribellarsi al teodispotismo coranico;

secondo un sondaggio condotto da Al Maghrebiya, unico organo di informazione in lingua araba diffuso in tutto il territorio nazionale, l'85 per cento delle donne di fede musulmana, che vive in Italia, ritiene la situazione dei diritti e delle libertà individuali del tutto insoddisfacente, anche a causa di interpretazioni forzate dei precetti islamici, e che il velo sia uno strumento di sottomissione e di controllo da parte della comunità maschile, che viene indossato esclusivamente «per timore»;

i dati raccolti da associazioni di rappresentanza del mondo femminile islamico segnalano che l'86 per cento delle donne islamiche presenti in Italia sono analfabete e non conoscono il sistema alfanumerico; l'80 per cento non esce di casa se non accompagnata da figure maschili della famiglia di appartenenza; solo il 10 per cento delle 400.000 donne islamiche presenti in Italia conduce una vita che, secondo gli standard socio-statistici, potrebbe definirsi normale;

nelle famiglie di immigrati di fede islamica emerge una profonda disparità di diritti tra uomo e donna e nell'educazione dei figli, nonché la mancanza di un'istruzione adeguata; sono sempre più diffuse le denunce da parte di donne di fede islamica che lamentano una scarsa attenzione del nostro Paese ad episodi di maltrattamenti conseguenti ad unioni poligamiche;

il maschilismo e la misoginia, mascherati da precetti religiosi, sono la causa di queste tragedie femminili legate a matrimoni combinati, a matrimoni poligamici e all'assoluto divieto dell'integrazione delle donne musulmane in seno alla società italiana;

tali atti si indirizzano, soprattutto, nei confronti delle donne e dei soggetti, che, in questi contesti, vivono in una condizione di debolezza e di minorità;

sul nostro territorio si moltiplicano le denunce di donne extracomunitarie di religione islamica vittime di matrimoni poligamici, celebrati in centri di preghiera autorizzati dallo Stato a svolgere una libera attività associativa, ma senza alcuna autorità giuridica che ponga in essere un'unione che possa essere considerata valida dallo Stato. Secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, questi matrimoni sostanziano non solo una grave violazione dell'ordinamento penale italiano, ma anche una grave lesione della dignità umana delle donne musulmane presenti in Italia, poiché spesso esse ignorano la «non validità» dell'unione ufficializzata in moschea, subendone comunque le conseguenze in caso di ripudio;

presso il ministero dell'interno è istituito, con funzioni meramente consultive, un organo composto da alcuni soggetti individuati dal ministero stesso tra i tanti in Italia che professano il credo islamico - in modi per natura diversi, poiché non esiste un organo normativo nell'islam, ma la pratica religiosa si basa soltanto sull'interpretazione del corano;

a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, è inaccettabile che la Consulta per l'islam italiano, istituita con decreto del Ministro dell'interno, che tanta influenza dovrebbe avere sulle comunità musulmane presenti nel nostro Paese nella ricerca della mediazione e del dialogo, non abbia ancora stigmatizzato l'accaduto e preso ufficialmente una posizione netta di condanna nei confronti di episodi di tale gravità;

la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, ratificata dall'Italia nel 1985, rappresenta uno degli strumenti di diritto internazionale più importanti in materia di tutela dei diritti umani delle donne. La convenzione impegna gli Stati che l'hanno sottoscritta ad eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne, nell'esercizio dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, indicando una serie di misure cui gli Stati devono attenersi per il raggiungimento di una piena e sostanziale uguaglianza fra donne e uomini;

la violenza sulle donne è purtroppo, ad oggi, ancora una delle forme di violazione dei diritti umani più diffusa ed occulta nel mondo;

siamo chiamati a rispondere a tutto ciò con la forza generata dalla nostra identità e dai valori di eguaglianza che nascono da tutta la nostra tradizione storica, con la consapevolezza che dignità e diritti sono elementi su cui non è possibile scendere a patti;

i diritti delle donne costituiscono parte integrante ed inalienabile di quel patrimonio di diritti universali in cui si riconoscono le moderne società democratiche,
impegna il Governo:
a promuovere iniziative, anche legislative, volte a tutelare ed a garantire sul territorio nazionale il rispetto dei diritti umani e civili delle donne extracomunitarie presenti in Italia, in particolar modo attraverso la promozione di un programma di educazione e formazione ai diritti umani per tutti gli ordini di scuole;

a promuovere un miglioramento delle condizioni di vita delle donne extracomunitarie, attraverso specifici corsi di alfabetizzazione in italiano, programmi di inserimento nel mondo lavorativo ed imprenditoriale, oltre a specifiche campagne di sensibilizzazione che permettano alle donne interessate di conoscere i propri diritti e i possibili strumenti di autotutela;

ad istituire un telefono multilingue che renda più agevole alle donne extracomunitarie denunciare la propria condizione di disagio sociale, fisico, psichico;

a lanciare iniziative pubbliche di sensibilizzazione e ad istituire una rete di centri d'ascolto per le donne che vivono tali realtà di sopraffazione e violenza;

ad inserire nel prossimo ordine del giorno dedicato agli incontri con la Consulta islamica la discussione di questa importante problematica e, di conseguenza, a sollecitare la redazione di un documento ufficiale che condanni in modo inequivocabile la poligamia e tutte le violazioni della libertà individuale della donna in nome di precetti dogmatici religiosi;

ad escludere dalla Consulta islamica e a monitorare l'attività di tutte quelle associazioni di rappresentanza che pongano in essere comportamenti contrari ai principi dell'ordinamento giuridico italiano, in generale, e della condizione della donna extracomunitaria, in particolare.

(1-00104) «Lussana, Bertolini, Garnero Santanchè, Mazzoni, Maroni».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DIRITTI DELL'UOMO, DONNE, IMMIGRAZIONE, ISLAMISMO, LESIONI PERSONALI, LIBERTA' DELLA PERSONA
SIGLA O DENOMINAZIONE:

CONSULTA ISLAMICA