CAMERA DEI DEPUTATI

Doc. XXII, n. 23

PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

d'iniziativa dei deputati
BONETTI, RICHETTI, CASTIGLIONE, D'ALESSIO, DE MONTE, FARAONE, GADDA, ROSATO, RUFFINO, SOTTANELLI

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali

Presentata il 1° marzo 2023

  Onorevoli Colleghi! – Il tempo che stiamo vivendo è segnato da processi di trasformazione epocali, tra cui ha particolare rilievo il cambiamento demografico della popolazione italiana ed europea. Tale fenomeno ha cause molteplici e conseguenze diffuse nel breve, medio e lungo termine, con ripercussioni di forte impatto nell'ambito economico, lavorativo, sanitario, sociale, abitativo nonché sul sistema scolastico.
  La combinazione tra una sempre più elevata aspettativa di vita e il basso tasso di fecondità sta producendo un effetto di squilibrio generazionale, anche con effetti conseguenti di squilibrio tra popolazione attiva e non attiva, nonché di modifica della configurazione sociale, della distribuzione della popolazione nel territorio nazionale, del mercato del lavoro, delle esigenze e dei servizi sanitari e socio-sanitari. Gli effetti sulla sostenibilità sociale, economica, e di welfare del Paese rischiano di essere gravi e irreversibili. Accanto a questo fenomeno, il nostro Paese deve gestire il flusso migratorio e l'integrazione della popolazione straniera che arriva nel nostro Paese nonché fenomeni di emigrazione che riguardano soprattutto la popolazione più giovane. A questo si aggiunge l'aggravarsi di squilibri territoriali riguardanti il tasso di natalità, la distribuzione sul territorio nazionale della popolazione, il differente tasso di occupazione.
  Ad oggi, i dati dell'Istituto nazionale di statistica indicano che il tasso di fecondità è pari a 1,24 nascite per donna. Il rapporto tra popolazione anziana e popolazione giovane in Italia è pari a 182,6 anziani ogni 100 giovani.
  Questo significa che l'Italia è diventato un Paese che invecchia e in cui non si fanno figli, con un rapporto tra la popolazionePag. 2 degli over 65 e quella degli under 15 in costante aumento.
  In questo quadro, è ragionevole prevedere una drastica diminuzione della popolazione italiana che si concentrerà maggiormente nella fascia di età da 20 a 67 anni. Alla diminuzione della popolazione più giovane corrisponde un forte aumento della componente anziana che, nel medio e breve termine, avrà pesanti conseguenze non solo nel sistema di welfare del nostro Paese, ma anche nell'ambito occupazionale.
  Da questo quadro emerge, infatti, che la prospettiva del mercato del lavoro rischia di essere quella di mancanza di operatori competenti. Con l'invecchiamento medio della popolazione aumenta l'incidenza di patologie croniche che limitano l'autonomia della persona e producono l'effetto di modificare le richieste del welfare e dell'assistenza abitativa e socio-sanitaria. Per governare questi fenomeni e contrastare le criticità connesse al cambiamento demografico servono politiche integrate che affrontino con scelte strutturali la complessità del fenomeno. Il contrasto della denatalità è parte centrale di questa strategia. Così come l'adozione di politiche per l'invecchiamento attivo e la cura delle persone non autosufficienti, l'introduzione di politiche economiche per il supporto delle giovani famiglie e di strumenti di prevenzione di patologie connesse all'invecchiamento.
  In tal senso, sono stati adottati alcuni provvedimenti di particolare rilevanza: la legge 7 aprile 2022, n. 32, entrata in vigore il 12 maggio 2022, recante deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, cosiddetto «Family act», che interviene a sostegno della genitorialità e punta a potenziare la funzione sociale ed educativa della famiglia e a contrastare la diminuzione delle nascite, nonché a promuovere il lavoro femminile e l'autonomia dei giovani, la legge n. 46 del 2021 e il decreto legislativo n. 230 del 2021, che hanno istituito e disciplinato l'assegno unico e universale e, da ultimo, il disegno di legge recante «Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane», la cui elaborazione è stata avviata già dal Governo Draghi nella XVIII legislatura, attualmente all'esame del Senato (atto Senato n. 506).
  A livello europeo, l'impegno evidenziato anche dalla nomina di uno specifico Commissario per la democrazia e la demografia è quello di aiutare le regioni europee che si stanno spopolando a formare, trattenere e attrarre lavoratori al fine di limitare l'impatto della «transizione demografica». E tra queste, l'Italia purtroppo si trova nella condizione peggiore.
  Partendo dalla consapevolezza della necessità di integrare le considerazioni demografiche nelle politiche dell'Unione europea, la Commissione europea ha realizzato una relazione illustrativa dei fattori trainanti del cambiamento demografico e del loro impatto in tutta Europa, al fine di individuare il modo migliore per sostenere le popolazioni, le regioni e le comunità maggiormente colpite affinché possano adattarsi al mutare delle realtà, attraverso la crisi, la ripresa e oltre. Il lavoro della Commissione in questo settore mira a sostenere coloro che ne hanno bisogno, tanto oggi quanto in futuro. Tale relazione sarà affiancata da un Libro verde sull'invecchiamento e dall'analisi di tematiche demograficamente rilevanti quali la solitudine, l'isolamento sociale, la salute mentale, la resilienza economica e l'assistenza sanitaria a lungo termine. Appare evidente come, nella definizione delle politiche, occorre esaminare nel modo più dettagliato possibile le singole realtà e ridurre le disparità tra le regioni, garantendo una transizione giusta, l'equità sociale, le pari opportunità e la non discriminazione, in particolare attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali e la strategia dell'Unione europea per la parità di genere.
  Sul solco delle azioni perseguite a livello europeo, la presente proposta di legge intende istituire una Commissione parlamentare che affronti la complessità del fenomeno demografico in Italia attraverso un'analisi rigorosa dello stato del Paese e individuando un piano strategico integrato che promuova politiche che sappiano contrastare la denatalità e risolvere le criticità connesse al cambiamento demografico, con Pag. 3implicazioni economiche, sociali, sanitarie, educative, formative, lavorative e abitative.
  Si propone, inoltre, di individuare un metodo di valutazione ex ante ed ex post dell'impatto sui cambiamenti demografici dell'attività legislativa ed esecutiva dei diversi livelli istituzionali, nonché un processo di governance che assicuri un approccio trasversale e cooperativo tra i diversi livelli di governo.

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PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE

Art. 1.
(Istituzione e compiti della Commissione parlamentare di inchiesta)

  1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, per la durata della XIX legislatura, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali, di seguito denominata «Commissione».
  2. La Commissione ha il compito di indagare sui fenomeni connessi ai mutamenti e alla prospettiva demografica del Paese, con particolare riferimento ai seguenti aspetti: la natalità, l'invecchiamento medio della popolazione, la longevità e i conseguenti effetti economici e sociali, la composizione dei nuclei familiari, il contesto abitativo, la mobilità residenziale della popolazione, il mercato del lavoro, il tasso di occupazione e disoccupazione, le prospettive del welfare e della produttività economica, l'impatto sui bilanci pubblici dei cambiamenti demografici, i flussi migratori, la distribuzione dei servizi sociali e sanitari, le competenze e la formazione delle diverse fasce generazionali e nelle diverse aree del Paese.
  3. La Commissione riferisce alla Camera, almeno annualmente e alla fine dei propri lavori, circa i risultati della propria attività e può formulare osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull'eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente. In particolare la Commissione:

   a) redige un documento di sintesi sulla situazione demografica del Paese e i processi di cambiamento che lo interessano;

   b) propone criteri e metodi per la valutazione dell'impatto sullo sviluppo demografico dell'azione legislativa e politica dei diversi livelli istituzionali e delle amministrazioni pubbliche;

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   c) redige un documento di indirizzo strategico per affrontare le sfide demografiche, anche individuando azioni positive per affrontare le criticità e le sfide individuate nel corso della fase di analisi, tenuto conto delle risoluzioni e delle strategie dell'Unione europea che hanno inerenza e impatto sui processi di cambiamento demografico.

Art. 2.
(Composizione della Commissione)

  1. La Commissione è composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo.
  2. Il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convoca la Commissione per la sua costituzione.
  3. La Commissione, nella prima seduta, elegge il presidente, due vicepresidenti e due segretari. Si applicano le disposizioni dell'articolo 20, commi 2, 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati.

Art. 3.
(Poteri e limiti della Commissione)

  1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria.
  2. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
  3. La Commissione, per le finalità dell'inchiesta di cui all'articolo 1, ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.

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  4. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 3 siano coperti dal segreto.
  5. Per il segreto di Stato nonché per i segreti d'ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.
  6. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.

Art. 4.
(Obbligo del segreto)

  1. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3, commi 4 e 6.

Art. 5.
(Organizzazione dei lavori)

  1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei suoi lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.
  2. Le sedute della Commissione sono pubbliche. La Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta.
  3. La Commissione può organizzare i propri lavori attraverso uno o più comitati.
  4. La Commissione può avvalersi dell'opera di agenti e di ufficiali di Polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni che ritiene necessarie.

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  5. La Commissione può richiedere e avvalersi di dati, analisi e documenti prodotti da esperti della materia, da università, da enti di ricerca, dall'Istituto nazionale di statistica e da organismi nazionali e internazionali che si occupano di questioni attinenti alle sfide demografiche.
  6. Per l'adempimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati.
  7. Le spese per il funzionamento della Commissione, stabilite nel limite massimo di 50.000 euro annui, sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.