Doc. LVII, n. 5-A

RELAZIONE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE
(BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)

Presentata alla Presidenza il 20 aprile 2017

(Relatrice: RUBINATO, per la maggioranza)

sul

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2017

(Articoli 7, comma 2, lettera a), e 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196)

presentato dal presidente del consiglio dei ministri
(GENTILONI SILVERI)

Trasmesso alla Presidenza il 12 aprile 2017

I N D I C E

RELAZIONE   Pag.  5   
PARERI, AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO    »   19
I  COMMISSIONE    »   21
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
II  COMMISSIONE    »   23
(Giustizia)
III  COMMISSIONE    »   25
(Affari esteri e comunitari)
IV  COMMISSIONE    »   28
(Difesa)
VI  COMMISSIONE    »   30
(Finanze)
VII  COMMISSIONE    »   35
(Cultura, scienza e istruzione)
VIII  COMMISSIONE    »   37
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)
IX  COMMISSIONE    »   41
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)
X  COMMISSIONE    »   45
(Attività produttive, commercio e turismo)
XI  COMMISSIONE    »   48
(Lavoro pubblico e privato)
XII  COMMISSIONE    »   56
(Affari sociali)
XIII  COMMISSIONE    »   58
(Agricoltura)
XIV  COMMISSIONE    »   63
(Politiche dell'Unione europea)
COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI    »   64
Pag. 5

  Onorevoli Colleghi ! – Il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce, com’è noto, il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di stabilità e crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito/PIL e per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.
  Il Documento si articola in tre sezioni, la prima delle quali relativa al Programma di stabilità, che deve contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico. A tal fine essa espone, da un lato, gli obiettivi e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica per il triennio successivo, dall'altro, l'indicazione degli obiettivi programmatici per l'indebitamento netto, per il saldo di cassa e per il debito delle pubbliche amministrazioni, articolati per i sottosettori della pubblica amministrazione, accompagnata anche da un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi. Ciò anche ai fini di dar conto del rispetto del percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine (OMT), qualora si sia verificato uno scostamento dall'obiettivo medesimo. La sezione contiene, inoltre, le previsioni di finanza pubblica di lungo periodo e gli interventi che si intende adottare per garantirne la sostenibilità.
  La seconda sezione, denominata «Analisi e tendenze della finanza pubblica», riporta principalmente: l'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell'anno precedente; le previsioni tendenziali a legislazione vigente, almeno per il triennio successivo, dei flussi di entrata e di uscita del conto economico e del saldo di cassa; l'indicazione delle previsioni a politiche invariate per i principali aggregati del conto economico della pubblica amministrazione riferite almeno al triennio successivo; le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, con particolare riferimento a quelli relativi al pubblico impiego, alla protezione sociale e alla sanità, al debito delle amministrazioni pubbliche ed al relativo costo medio, nonché all'ammontare della spesa per interessi del bilancio dello Stato correlata a strumenti finanziari derivati; le informazioni sulle risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate, con evidenziazione dei fondi nazionali addizionali.
  La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di stabilità, contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per il Programma nazionale. In tale ambito sono indicati lo stato di avanzamento delle riforme avviate, gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività, le priorità del Paese, Pag. 6con le principali riforme da attuare ed i tempi previsti per la loro attuazione, nonché, da ultimo, i prevedibili effetti macroeconomici delle riforme proposte.
  Il Documento di economia e finanza 2017 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quadriennio 2017-2020. Il DEF, confermando il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine nel 2019, come indicato nei precedenti documenti di programmazione, vale a dire il DEF 2016 e la Nota di aggiornamento del DEF 2016, rafforza il percorso di riduzione dell'indebitamento netto fino a prevedere il conseguimento di un saldo nullo nel 2020 e il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 ( 0,1 per cento) che nel 2020 (0,0 per cento).
  Si tratta, dunque, di un aggiornamento dell'obiettivo programmatico e del percorso di avvicinamento ad esso che – contrariamente a quanto avvenuto in passato, nella ipotesi di scostamenti in senso «peggiorativo» accordabili solo in caso di «eventi eccezionali» – non richiede una procedura rafforzata di approvazione presso ciascuna Camera a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.

Il quadro macroeconomico

  Il DEF 2017, nella prima sezione relativa al Programma di stabilità, evidenza come nel 2016 l'economia mondiale abbia registrato un incremento di circa il 3 per cento rispetto al 2015, stabilizzandosi su un sentiero di graduale ripresa, in linea con il 2015. I segnali di recupero della crescita globale, evidenti soprattutto nel secondo semestre dell'anno, non si sono però tradotti in una ripresa del commercio mondiale. La crescita del commercio mondiale ha continuato nel 2016 ad essere molto debole, a causa della bassa elasticità della domanda internazionale alla crescita del PIL, secondo una tendenza ormai costantemente riscontrata negli ultimi cinque anni. La tendenza al miglioramento della congiuntura appare condivisa dalla maggior parte delle aree dell'economia mondiale. Il 2017 è infatti iniziato in modo favorevole per la gran parte dei Paesi avanzati e la ripresa economica si è consolidata e dovrebbe accelerare in corso d'anno anche nei mercati emergenti, sebbene con performance eterogenee nei vari Paesi.
  Il DEF 2017 espone l'analisi del quadro macroeconomico italiano relativo all'anno 2016 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2018-2020, che riflettono i segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi di incertezza che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali.
  Con riferimento al 2016, il DEF evidenzia come l'economia italiana sia entrata nel terzo anno di ripresa, registrando un tasso di crescita dello 0,9 per cento in termini reali, nonostante i numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo. La crescita del prodotto è risultata lievemente superiore a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 ( 0,8 per cento) e nel Documento programmatico di bilancio, presentato ad ottobre 2016, grazie al recupero, dopo lo stallo registrato nel secondo trimestre, nella seconda metà del 2016, dovuto – sottolinea il DEF – al balzo della produzione industriale e, dal lato della domanda, a un'accelerazione di investimenti ed esportazioni.
  Sul risultato positivo del 2016 ha inciso in maniera rilevante – si osserva nel DEF – l'andamento della domanda interna, in continua espansione durante l'anno, il cui contributo positivo alla crescita del PIL è stato pari a 0,9 punti percentuali ( 1,4 punti al netto delle scorte). Un apporto negativo è invece venuto dalla domanda estera netta (-0,1 punti percentuali). In particolare, l'apporto negativo delle esportazioni nette nella seconda metà dell'anno deriva innanzitutto dall'intensa ripresa delle importazioni.
  Con riferimento ai risultati del 2016, il comunicato dell'ISTAT del 1o marzo 2017 registra, dal lato della domanda interna, in Pag. 7termini di volume, una variazione positiva sia dei consumi finali nazionali, pari all'1,2 per cento, sia degli investimenti fissi lordi, pari al 2,9 per cento.
  Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,4 per cento e le importazioni del 2,9 per cento.
  Per quanto concerne la domanda interna, nel 2016 la spesa delle famiglie residenti è cresciuta dell'1,3 per cento, segnando, per il terzo anno consecutivo, un valore positivo ( 1,5 per cento nel 2015 e 0,3 per cento nel 2014), sebbene in attenuazione rispetto al 2015. Sul punto il DEF evidenzia come nel 2016 l'espansione dei consumi privati sia stata sostenuta dalle migliori condizioni del mercato del lavoro, dal recupero del reddito disponibile delle famiglie in termini reali, aumentato dell'1,6 per cento nel 2016, e dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito, grazie ai bassi tassi di interesse.
  Per quanto concerne gli investimenti fissi lordi, nel 2016 si è verificata, come detto, una crescita decisamente superiore alle attese, pari al 2,9 per cento, in accelerazione rispetto al 2015, anno in cui, dopo sette anni consecutivi di valori negativi, si era finalmente registrata l'inversione di tendenza ( 1,6 per cento).
  Per quanto concerne le esportazioni, la loro dinamica si è mantenuta positiva ( 2,4 per cento) e superiore alle attese, anche grazie all'accelerazione del commercio mondiale alla fine del 2016 e al deprezzamento dell'euro. Le importazioni hanno mostrato una dinamica più sostenuta, registrando una crescita del 2,9 per cento, grazie al recupero della domanda interna e del ciclo produttivo industriale. L'apporto del volume delle esportazioni nette alla crescita del PIL è stato dunque negativo.
  I dati sul mercato del lavoro per il biennio 2015-2016 sono confortanti, per gli effetti positivi che, secondo il DEF, le misure introdotte – dal Jobs Act alla decontribuzione – hanno avuto sull'occupazione. Il Documento rileva che la crescita degli occupati ha accelerato in termini di unità di lavoro standard (1,4 per cento nel 2016) ed il miglioramento dell'occupazione è stato accompagnato da una accelerazione della partecipazione al mercato del lavoro. Ciò ha comportato un affievolimento della decrescita del tasso di disoccupazione, che si riduce solamente di 0,2 punti percentuali, attestandosi all'11,7 per cento nel 2016.
  Per quel che concerne le previsioni, il DEF presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, che, fermo restando le assunzioni relative al quadro internazionale, coerenti con le più recenti previsioni delle principali istituzioni internazionali, differiscono per le assunzioni relative alle riforme economiche. In particolare, le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia delle azioni di politica economica, delle riforme e della politica fiscale messe in atto precedentemente alla presentazione del Documento stesso. Il quadro programmatico, invece, include l'impatto sull'economia delle politiche economiche prospettate all'interno del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma, che saranno concretamente definite nella Nota di aggiornamento di settembre 2017 e adottate con la prossima legge di bilancio. Come si darà più diffusamente conto nel prosieguo, le due previsioni coincidono per l'anno in corso, mentre si differenziano gradualmente negli anni successivi.
  Per quanto riguarda il 2017, le previsioni tendenziali per gli anni 2017-2020 contenute nel DEF – che sulla base delle regole europee sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) – confermano la fase di moderata ripresa dell'economia italiana. Il Documento mette in evidenza come il contributo alla ripresa dell'economia italiana venga soprattutto dalla domanda interna, sostenuta principalmente dal maggior dinamismo degli investimenti, in conseguenza delle migliorate condizioni finanziarie e del cambiamento di clima delineato dagli indicatori di fiducia, mentre i consumi subirebbero un lieve rallentamento, risentendo della Pag. 8decelerazione del reddito disponibile legata all'aumento dei prezzi.
  In particolare, il DEF fissa le stime tendenziali di crescita del PIL per il 2017 all'1,1 per cento, con un lieve rialzo dello 0,1 per cento rispetto alla crescita prevista in termini programmatici, lo scorso mese di settembre, nella Nota di aggiornamento del DEF 2016, sebbene il quadro odierno benefici dell'espansione dei mercati di esportazione dell'Italia e del deprezzamento del cambio. Si è tuttavia scelto di adoperare valutazioni caute, conformemente ai principi di prudenza che hanno caratterizzato l'elevata affidabilità di stime e proiezioni degli ultimi anni, al fine di assicurare l'affidabilità della finanza pubblica.
  Per il 2018, si prevede una lieve riduzione del tasso di crescita rispetto al 2017, intorno all'1 per cento, ponendosi al di sotto delle previsioni programmatiche elaborate a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del precedente DEF (1,3 per cento). Nell'ultimo biennio di previsione, il tasso di crescita del PIL si stabilizzerebbe intorno all'1,1 per cento.
  In merito alla revisione delle stime di crescita del PIL, il DEF sottolinea come in un'ottica di medio periodo e in assenza di shock sfavorevoli l'insieme delle riforme già messe in atto negli ultimi anni indurrebbe a un maggiore ottimismo, tuttavia ragioni prudenziali legate alla programmazione di bilancio vincolano le proiezioni di crescita. Per il 2018, in particolare, l'aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia contenute in precedenti provvedimenti legislativi ostacolerebbe l'accelerazione tendenziale dell'economia. Ma la maggiore cautela riguardo al biennio 2018-2019 è inoltre spiegata nel DEF dall'incertezza sul contesto di medio termine globale ed europeo e dal recente aumento dei tassi di interesse, che secondo la convenzione seguita nel formulare le previsioni, implica livelli più elevati attesi in futuro.
  Per quel che concerne il mercato del lavoro, le previsioni tendenziali riportate nel DEF mantengono una variazione positiva dell'occupazione per tutto il periodo di previsione, che si riflette favorevolmente sugli indicatori occupazionali, con un tasso di disoccupazione che scende di 1,5 punti percentuali a fine periodo, posizionandosi a 10,2 punti percentuali, ed un tasso di occupazione che dovrebbe registrare un analogo andamento, salendo di oltre 2 punti percentuali rispetto al consuntivo 2016.
  Nel quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017-2020, quello cioè che si determinerebbe a seguito dell'attuazione degli obiettivi programmatici del Governo – anch'esso validato dall'Ufficio parlamentare di bilancio, come comunicato nell'audizione del presidente Pisauro tenutasi ieri davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato – gli effetti delle politiche fiscali e di controllo della spesa, di imminente attuazione, che ridurranno l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche dello 0,2 per cento del PIL nel 2017, determinerebbero una crescita del PIL dell'1,1 per cento nel 2017, in linea con lo scenario tendenziale.
  La previsione macroeconomica programmatica per i tre anni seguenti, che riflette l'intendimento del Governo di seguire un sentiero di politica di bilancio in linea con le regole europee, è pari a quella tendenziale nel 2018 ( 1 per cento) e, invece, lievemente inferiore nel 2019 (1,0 contro 1,1 per cento). Nel 2020 la crescita programmatica del PIL è prevista pari a quella tendenziale, ovvero all'1,1 per cento, in quanto l'obiettivo del conseguimento di un pieno pareggio di bilancio, sia in termini nominali che strutturali, ovvero aggiustati per ciclo e misure temporanee, comporta una riduzione del deficit esigua (0,2 punti percentuali di PIL).
  Lo scenario programmatico – sottolinea il DEF – sconta un minor carico di imposte indirette rispetto al tendenziale e, di conseguenza, in media un aumento dei prezzi al consumo più contenuto. Sia nel 2017 che nel triennio 2018-2020 l'inflazione sarebbe lievemente inferiore nello scenario programmatico, con un conseguente aumento del potere di acquisto Pag. 9delle famiglie. Da rilevare è altresì un maggiore incremento occupazionale legato ad una riduzione selettiva del cuneo fiscale sul lavoro.
  In merito alle clausole di salvaguardia tuttora previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione. Tale obiettivo sarà perseguito nella legge di bilancio per il 2018, la cui composizione verrà definita nei prossimi mesi, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa.
  Gli effetti delle politiche di bilancio che influenzano l'evoluzione del quadro programmatico rispetto allo scenario tendenziale ricomprendono anche le stime dell'impatto macroeconomico delle riforme strutturali riportate nel Programma nazionale di riforma. L'impatto delle riforme determina un incremento del PIL, rispetto allo scenario di base, pari al 2,9 per cento dopo cinque anni e al 4,7 per cento dopo dieci anni dall'introduzione delle riforme. Nel lungo periodo l'effetto complessivo stimato sul prodotto è di circa il 10 per cento.
  Lo scenario programmatico del DEF vede un miglioramento nel mercato del lavoro più rapido rispetto al quadro tendenziale: gli occupati (in termini di contabilità nazionale, ULA) crescerebbero mediamente di quasi 0,2 punti percentuali in più nel 2018 e un punto percentuale nel 2019, il tasso di disoccupazione risulterebbe progressivamente inferiore dal 2018 in poi, posizionandosi al termine del periodo al 10 per cento, rispetto al 10,2 del quadro tendenziale, ed il tasso di occupazione continuerebbe la fase ascendente fino a raggiungere nel 2020 il 59,7 per cento, rispetto al 59,5 del tendenziale.

Il benessere equo e sostenibile (BES)

  Il benessere equo e sostenibile (BES) è un set di indicatori, sviluppato dall'ISTAT e dal CNEL, per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico, come ad esempio fa il PIL, ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità.
  Per la prima volta, con la riforma della legge di contabilità n.196 del 2009 operata dalla legge n. 163 del 2016, entrata in vigore nel settembre scorso, gli indicatori di benessere equo e sostenibile entrano nell'ordinamento, venendo inclusi tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale. L'articolo 14 della legge n. 163 del 2016 prevede, infatti, che un Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), costituito presso l'ISTAT, selezioni gli indicatori utili alla valutazione del benessere sulla base dell'esperienza maturata a livello nazionale e internazionale.
  In attesa della selezione finale degli indicatori da parte del Comitato, il Governo ha scelto di anticipare in via sperimentale l'inserimento di un primo gruppo di indicatori nel processo di bilancio. Nel DEF 2017 in esame si è dunque condotto un primo esercizio sperimentale su un sottoinsieme di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile selezionati dal Comitato, costituiti dal reddito medio disponibile aggiustato pro capite, da un indice di disuguaglianza del reddito, dal tasso di mancata partecipazione al lavoro e dall'indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti.
  Per ciascuno dei quattro indicatori, oltre ai dati di consuntivo dell'ultimo triennio, viene fornito uno scenario tendenziale a politiche vigenti e uno scenario programmatico che inglobi le politiche introdotte nel DEF. In generale, come espone la specifica tabella riportata nel Documento – a cui si rinvia – gli indicatori mostrano un miglioramento nell'orizzonte previsivo, mantenendo il trend dell'ultimo triennio.

Il quadro di finanza pubblica

  I dati riferiti all'esercizio 2016 resi noti dall'ISTAT attestano un indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per Pag. 10il 2016 pari, in valore assoluto, a 40.809 milioni, corrispondente al 2,4 per cento del PIL. Il dato indica un miglioramento rispetto all'anno 2015: in tale esercizio l'indebitamento è infatti risultato pari a 44.197 milioni, corrispondente al 2,7 per cento del PIL.
  Dal confronto fra il 2016 e il 2015 – limitando l'analisi ai principali aggregati del conto economico della pubblica amministrazione – emerge che concorrono al miglioramento del saldo sia un decremento delle spese, per 0,8 miliardi, sia un incremento delle entrate, per 2,6 miliardi: tali componenti si riflettono in un miglioramento sia del saldo primario ( 1,6 miliardi), sia della spesa per interessi (-1,8 miliardi).
  Secondo i dati della Commissione europea, il livello dell'avanzo primario dell'Italia nel 2016 ha segnato un risultato tra i migliori, rafforzando la posizione rispetto ad altri partner europei con un elevato debito pubblico, che hanno registrato saldi primari in disavanzo.
  Osservando il recente andamento delle determinanti del saldo, si rileva: da un lato, che l'avanzo primario, dopo aver raggiunto l'1,6 per cento del PIL nel 2014 (25,4 miliardi), rimane costante all'1,5 per cento nel 2015 e nel 2016, sia pur con un miglioramento in valore assoluto, passando da 23,9 miliardi a 25,5 miliardi; dall'altro, che la spesa per interessi si attesta al 4,0 per cento del PIL (66,3 miliardi), riducendosi ulteriormente rispetto al livello del 2015 (68,1 miliardi, pari al 4,1 per cento del PIL) e del 2014 (74,4 miliardi, pari al 4,6 per cento del PIL).
  Il conto economico esposto dal DEF evidenzia per il 2017 un indebitamento netto pari al 2,3 per cento del PIL (39,6 miliardi). Rispetto al 2016, nel 2017 si determina quindi una riduzione del saldo dello 0,1 per cento in termini di PIL, dovuta sia a un miglioramento del saldo primario ( 1,0 miliardi) sia a una minore spesa per interessi (-0,3 miliardi).
  Concorre al miglioramento del rapporto indebitamento netto/PIL anche la crescita del PIL nominale, stimata per il 2017 al 2,2 per cento rispetto al 2016.
  Per gli anni successivi, si stima un'ulteriore riduzione, sia in valore assoluto sia in rapporto al PIL, dell'indebitamento netto, secondo la seguente progressione: 22.801 milioni nel 2018, pari all'1,3 per cento del PIL, 10.682 milioni nel 2019, pari allo 0,6 per cento del PIL, e 8.389 milioni nel 2020, pari allo 0,5 per cento del PIL.
  In base al DEF, l'indicato percorso di miglioramento del saldo è determinato dai seguenti fattori: la spesa per interessi, che registra, in termini di incidenza sul PIL, una riduzione iniziale dal 3,9 per cento del 2017 al 3,7 per cento del 2018 e del 2019 per poi attestarsi al 3,8 per cento nel 2020; il saldo primario, positivo in tutti gli esercizi, che aumenta la propria incidenza rispetto al PIL dall'1,5 per cento del 2017 al 2,4 per cento nel 2018, al 3,1 per cento nel 2019, fino a raggiungere il 3,4 per cento nel 2020.
  Analizzando in particolare le entrate, per esse il DEF 2017 stima per il periodo di previsione un andamento crescente, in valore assoluto, delle entrate totali, che passano da 799,6 miliardi nel 2017 a 865,8 miliardi nel 2020.
  In termini di incidenza sul PIL, le stime relative alle entrate totali della pubblica amministrazione registrano, invece, per il 2017 una riduzione di 0,3 punti percentuali, passando da 47,1 a 46,8 punti percentuali. Negli anni 2018 e 2019 le entrate totali si attestano nuovamente al 47,0 per cento del PIL, mentre nel 2020 si riducono al 46,5 per cento del PIL.
  Il Documento afferma che tale andamento risente della dinamica del PIL nominale, dell'effetto combinato della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia con riguardo all'esercizio 2017, delle misure relative agli sgravi contributivi e delle altre misure previste dalla legge di bilancio per il 2017 in materia di entrate fiscali.
  Per quanto attiene alle entrate tributarie, si registra una variazione positiva per l'anno 2017, rispetto al 2016, in misura pari a circa 3,3 miliardi.Pag. 11
  Le prospettive di miglioramento della congiuntura economica producono effetti positivi anche sulle entrate previste per gli anni successivi. Nellanno 2018 le previsioni delle entrate tributarie mostrano, rispetto all'anno precedente, un incremento del 4,1 per cento ( 20.448 milioni), ascrivibile solo in parte al miglioramento del quadro congiunturale; per l'altra parte, l'incremento delle previsioni è attribuibile agli effetti della legge di bilancio per il 2017 e dei provvedimenti legislativi adottati in anni precedenti, con particolare riferimento alle clausole di salvaguardia.
  Negli anni 2019 e 2020 si prevedono ulteriori incrementi delle entrate tributarie, su base annua, più contenuti, pari rispettivamente al 2,6 per cento ( 13.755 milioni) e all'1,6 per cento ( 8.616 milioni).
  Le previsioni concernenti la pressione fiscale evidenziano una riduzione dal 42,9 per cento del 2016 al 42,4 per cento del 2020, con un livello minimo del 42,3 per cento nel 2017.
  In ordine alle spese il DEF 2017 stima per il periodo di previsione un andamento crescente, in valore assoluto, delle spese finali, che passano da 839,1 miliardi del 2017 a 874,2 miliardi del 2020. In termini di PIL tuttavia l'incidenza delle spese si riduce da 49,1 per cento del 2017 al 48,3 del 2018 fino ad attestarsi al 47 per cento al termine del periodo di previsione.
  La spesa corrente primaria è caratterizzata da variazioni annue positive (1,4 per cento nell'anno in corso, 1 per cento nel 2018, 1,5 per cento nel 2019, 1,8 per cento nel 2020). A tale andamento corrisponde tuttavia una riduzione dell'incidenza di tale aggregato, espresso in termini di PIL, che passa dal 41,9 per cento del 2017 al 40,1 per cento nel 2020.
  Per la spesa in conto capitale le previsioni tendenziali mostrano un andamento complessivamente decrescente nel periodo 2017-2020: a fine periodo l'aggregato si attesta su un valore pari a 56,7 miliardi, inferiore di circa un miliardo rispetto al valore previsto per il 2017. L'andamento descritto viene confermato dalla dinamica della spesa in termini di PIL, che dal 3,4 per cento del 2017 scende al 3 per cento nel 2020. Si determinano peraltro valori più elevati nel 2018 e nel 2019, che mostrano un'incidenza della spesa in conto capitale sul PIL, rispettivamente, del 3,5 per cento e del 3,3 per cento.
  Tale andamento delle spese in conto capitale va considerato anche nel quadro della complessiva riduzione tendenziale della spesa primaria nel periodo 2016-2020. In questa ottica si osserva che, nel periodo considerato, il rapporto fra spesa capitale e spesa primaria passa dal 7,5 per cento del 2016 al 7,1 per cento circa del 2020, facendo tuttavia registrare medio tempore valori più elevati negli esercizi 2018 (7,8 per cento) e 2019 (7,6 per cento).
  A questo riguardo, si ricorda che il Ministro dell'economia e delle finanze, nel corso della sua audizione presso le Commissioni riunite di Camera e Senato, ha sottolineato che il Governo ritiene prioritario proseguire nell'azione di rilancio degli investimenti pubblici, sui quali hanno influito negativamente le manovre di finanza pubblica adottate tra il 2008 e il 2013, e i cui effetti si riverberano negli anni successivi, dato il ciclo dilatato della realizzazione delle opere. Il Ministro ha inoltre evidenziato come il rilancio degli investimenti dipenda non solo dalla disponibilità di risorse finanziarie, ma anche in buona parte da un miglioramento del percorso di programmazione delle opere e di elaborazione e valutazione dei progetti. In questo quadro l'integrazione tra il gruppo Ferrovie dello Stato e l'ANAS, che sarà avviata con la prossima manovra correttiva, ha la finalità di migliorare la capacità di programmazione delle opere infrastrutturali di competenza delle centrali pubbliche.
  Considerando l'evoluzione nell'ultimo triennio, la spesa complessiva per investimenti e contributi agli investimenti si è ridotta nelle amministrazioni locali (-1.281 milioni) mentre è aumentata nelle amministrazioni centrali ( 2.163 milioni). Tale andamento è il risultato anche di specifici Pag. 12fattori contingenti. In particolare, sul calo della spesa delle amministrazioni locali nel 2016 hanno influito, come evidenziato dal Ministro dell'economia e delle finanze nella citata audizione, sia la chiusura del ciclo della programmazione comunitaria 2007-2013, sia la complessità ed una prima fase di incertezza del passaggio alle nuove regole di contabilità introdotte nel 2016. In questo quadro, il Governo ha avviato pertanto la fase operativa di finanziamento dei primi progetti destinatari del fondo da 47,5 miliardi istituito con l'ultima legge di bilancio.
  Va peraltro sottolineato come l'abbandono del Patto di stabilità interno, sostituito dal saldo finale di competenza quale nuovo vincolo di finanza pubblica, offra agli enti locali una maggiore capacità di spesa per investimenti, grazie al venir meno di qualsiasi obbligo di conseguire avanzi annuali di tipo finanziario. Restano tuttavia necessarie diverse ulteriori modifiche alla disciplina del nuovo vincolo di finanza pubblica, quali la previsione di ulteriori elementi di flessibilità, pur nella coerenza dell'impianto complessivo della normativa vigente.
  Deve essere soprattutto meglio valutata la difficoltà di assorbimento degli avanzi accumulati con il vecchio Patto, in particolare per enti di dimensione piccola e medio-piccola che dispongono di avanzi consistenti. Per questi enti si manifesta un'esigenza di ampliamento dei margini di utilizzo degli avanzi per finanziare investimenti.
  Sempre nella prospettiva di incrementare gli investimenti degli enti territoriali, appare altresì necessario accelerare la definizione delle procedure necessarie a rendere spendibili le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione individuate e messe a disposizione nei «patti per lo sviluppo» già siglati, sia per il livello regionale che locale, oltreché adottare tutti gli atti necessari per il pieno utilizzo delle risorse per gli investimenti finanziati con questa importante leva di sviluppo e coesione territoriale.
  Più in generale, appare necessario rafforzare gli investimenti pubblici, con priorità per quelli riguardanti la cura del territorio e il contrasto del dissesto idrogeologico e per quelli nelle aree del Mezzogiorno, nell'ottica di conseguire una maggiore efficienza e razionalizzazione della spesa, e migliorare il percorso di programmazione, progettazione, effettiva realizzazione e valutazione delle opere, fornendo certezze procedurali e finanziarie indispensabili all'attività di investimento, nonché supporto tecnico e valutativo alle amministrazioni, anche territoriali.
  In questo quadro, occorre favorire forme di reale autonomia e responsabilità finanziaria degli enti locali, creando le condizioni per il superamento del sistema di finanza derivata, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, definendo un assetto organico e complessivo della finanza locale, nonché garantendo l'effettivo esercizio delle funzioni fondamentali da parte delle province e delle Città metropolitane, anche mediante l'attribuzione a carattere strutturale di adeguate risorse finanziarie e le opportune modifiche alla legislazione vigente.
  Con riferimento alla spesa per interessi, dai dati di consuntivo per il 2016, risulta che essa è pari a 66.272 milioni, con una riduzione, rispetto al dato del 2015, di 1.794 milioni, pari a quasi il 3 per cento. Negli anni 2017 e 2018, le previsioni a legislazione vigente mostrano una spesa per interessi pari, in valore assoluto, rispettivamente, a 65.979 milioni e a 65.531 milioni. L'andamento decrescente non è confermato dalle previsioni riferite al 2019 e al 2020, esercizi nei quali l'aggregato di spesa torna a crescere, raggiungendo, rispettivamente, il valore di 67.422 milioni e 71.089 milioni. In termini di incidenza sul PIL, la spesa si colloca, rispettivamente, al 3,9 per cento e al 3,7 per cento nei due anni considerati. Non cambia quest'ultima incidenza nel 2019, mentre si registra un incremento nel 2020 (3,8 per cento).
  Il Documento di economia e finanza 2017 inoltre aggiorna il quadro programmatico Pag. 13di finanza pubblica per il quadriennio 2017-2020.
  Il DEF rafforza il percorso di riduzione dell'indebitamento netto fino a prevedere il conseguimento di un saldo nullo nel 2020 e il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 ( 0,1 per cento) che nel 2020 (0,0 per cento).
  Si tratta, dunque, di un aggiornamento dell'obiettivo programmatico e del percorso di avvicinamento ad esso che – contrariamente a quanto avvenuto in passato, nella ipotesi di scostamenti in senso «peggiorativo» accordabili solo in caso di «eventi eccezionali» – non richiede una procedura rafforzata di approvazione presso ciascuna Camera a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.
  Le previsioni per il 2017 incorporano gli effetti delle misure correttive, pari a 0,2 punti percentuali di PIL, che il Governo si è impegnato ad approvare lo scorso febbraio, così da portare, nel 2017, il livello dell'indebitamento netto al –2,1 per cento rispetto al –2,3 per cento del Documento programmatico di bilancio per il 2017.
  Si tratta di misure che, ancorché non indicate puntualmente nel Documento in esame, vengono dichiarate dal Governo come aventi natura strutturale, tali da avere una portata correttiva di quasi 0,3 punti percentuali di PIL sugli anni successivi.
  Nel DEF il pacchetto viene descritto come comprendente «misure volte a ridurre l'evasione dell'IVA e di altri tributi con interventi quali l'allargamento delle transazioni a cui si applica il cosiddetto split payment. Altre misure riguardanti le entrate comprendono una rimodulazione delle accise sul tabacco e delle aliquote dell'ACE (Aiuto alla crescita economica), nonché un aumento dell'imposizione sui giochi. Le misure di controllo della spesa si concentreranno sugli stanziamenti di alcuni fondi già previsti per legge. Il pacchetto è accompagnato da maggiori investimenti nelle zone colpite dai recenti sismi pari a un miliardo di euro all'anno per il periodo 2017-2020».
  Sono invece confermati gli obiettivi (2018 e 2019) di indebitamento netto previsti lo scorso autunno.
  Nel 2017, si evidenzia un saldo dell'indebitamento netto programmatico al –2,1 per cento, più alto di 0,1 punti percentuali di PIL (-2 per cento) rispetto alla Nota di aggiornamento, ma in miglioramento di 0,3 punti percentuali di PIL rispetto al –2,4 per cento del 2016. Inoltre si stima un sensibile calo al –1,2 per cento nel 2018 e al –0,2 per cento nel 2019, biennio in cui vengono confermati i valori indicati nella Nota di aggiornamento.
  Nell'orizzonte di previsione 2017-2020 si evidenzia infine il raggiungimento del pareggio di bilancio nell'ultimo anno del periodo considerato.
  Dal confronto tra l'indebitamento netto tendenziale e l'indebitamento netto programmatico si evidenzia come, nell'orizzonte previsionale 2017-2020, i vincoli posti dai saldi tendenziali vengano rafforzati, fino ad un massimo di 0,5 punti percentuali di PIL, al fine di ridurre i saldi programmatici e raggiungere, come detto, il pareggio nel 2020. In termini assoluti, con riferimento al PIL nominale stimato per le varie annualità, le variazioni percentuali si sostanziano in un minor indebitamento netto per circa 3,4 miliardi di euro nel 2017, 1,8 miliardi di euro nel 2018, 7,2 miliardi nel 2019 e 9,3 miliardi nel 2020.
  A riguardo si rammenta che lo scenario tendenziale incorpora l'aumento delle aliquote IVA previste dalle clausole di salvaguardia sul 2018 e 2019, che hanno un impatto sui saldi di circa 1,1 punti percentuali di PIL nel 2018 e di ulteriori 0,2 punti percentuali nel 2019.
  Il Governo ha inoltre espressamente manifestato l'intenzione di disattivare le clausole di salvaguardia previste da precedenti provvedimenti legislativi. Si indica altresì che le clausole saranno sostituite da misure riguardanti sia la spesa che le entrate, comprensive queste ultime di ulteriori interventi di contrasto all'evasione. Sul versante della spesa verrà attuata una nuova revisione, dalla quale è previsto che Pag. 14lo Stato risparmi almeno un miliardo all'anno, da individuare secondo quanto previsto dalla riforma della struttura del bilancio, tramite decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Sul fronte delle entrate saranno invece adottate ulteriori misure di contrasto all'evasione fiscale. In questa prospettiva, sarebbe utile emanare al più presto il decreto ministeriale attuativo dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 68 del 2001 sulla compartecipazione regionale all'IVA, che attribuisce una quota del gettito riferibile al concorso di ciascuna regione nella attività di recupero fiscale in materia di IVA, in modo da permettere alle regioni stesse di svolgere un ruolo attivo nella lotta all'evasione fiscale anche in materia di IVA, così come già accade in materia di IRAP e di addizionale regionale all'IRPEF ai sensi del medesimo decreto legislativo.
  L'obiettivo complessivo è di continuare la linea delle politiche economiche adottate sin dal 2014, volte a liberare le risorse del Paese dal peso eccessivo dell'imposizione fiscale e a rilanciare investimenti e occupazione, nel rispetto delle esigenze di consolidamento di bilancio. Si tratta peraltro di un obiettivo ambizioso la cui realizzazione richiede, oltre alla disattivazione delle clausole di salvaguardia, anche la ricerca di ulteriori spazi finanziari per misure espansive e di riduzione della pressione fiscale nonché per il rinnovo contrattuale nel pubblico impiego, compatibili con gli obiettivi di bilancio.
  In questo quadro, il Governo lascia peraltro aperta la possibilità di un orientamento di bilancio meno restrittivo nel biennio 2018-19 ove le istituzioni dell'Unione europea decidessero per un'interpretazione più flessibile del Patto di stabilità e crescita.
  Quanto infine al debito, il DEF ricorda che, in virtù delle revisioni statistiche operate dall'ISTAT sul PIL del biennio 2014-2015, è emerso un miglioramento del rapporto debito/PIL dello 0,1 per cento nel 2014 (131,8 per cento il nuovo valore) e dello 0,2 per cento nel 2015 (132,1 per cento il nuovo valore), rispetto al consuntivo della Nota di aggiornamento del DEF. Per il 2016 (dato preliminare), tenendo sempre conto delle anzidette revisioni, mentre sui contestuali stock del debito non sono state apportate significative variazioni dalla Banca d'Italia, il rapporto in questione dovrebbe raggiungere il 132,6 per cento, confermando la sua sostanziale stabilizzazione su valori inferiori al 133 per cento, mentre nel periodo 2008-2014 la crescita media aveva sfiorato i 5 punti percentuali annui, nonché migliorando, sia pur marginalmente, le previsioni della Nota di aggiornamento del DEF 2016 e del Documento programmatico di bilancio 2017. Il dato più rilevante in relazione al peggioramento del rapporto di 0,5 punti percentuali di PIL rispetto al dato 2015 va rinvenuto nella scelta del Tesoro di entrare nel 2017 con giacenze liquide soddisfacenti (saldo 7,4 miliardi euro rispetto a fine 2015) per fronteggiare il rilevante volume di titoli in scadenza.
  Il fabbisogno di cassa del settore pubblico si è invece attestato al 2,8 per cento del PIL, a fronte del 3,2 per cento stimato nei due documenti programmatici sopra citati.
  Nel 2017 la previsione del rapporto debito/PIL è del 132,5 per cento, in linea con le precedenti previsioni.
  La riduzione del rapporto dovrebbe accentuarsi nel 2018, con un valore pari al 131 per cento, ascrivibile al miglioramento sia del fabbisogno (-1,3 per cento rispetto al 2017, quindi pari al 2,2 per cento) che del PIL nominale ( 2,7 per cento). A questi si aggiungeranno le entrate da privatizzazioni (0,3 per cento del PIL) e un'ulteriore riduzione nelle disponibilità liquide del Tesoro (0,1 per cento del PIL).
  Nel 2019 il rapporto è previsto calare al 128,2 per cento, in virtù di una riduzione del fabbisogno per circa un punto percentuale di PIL, un costante livello di entrate da privatizzazioni e una crescita del PIL nominale pari al 3 per cento.
  Nel 2020 il rapporto scende ulteriormente al 125,7 per cento. Il fabbisogno è previsto stabile e la crescita del PIL nominale Pag. 15pari al 2,8 per cento, mentre gli introiti da privatizzazioni restano confermati allo 0,3 per cento del PIL.
  Il DEF dà poi conto anche del dato del rapporto al netto dei contributi italiani all'ESM e dei prestiti ad altri Stati membri, mediamente inferiore di 3,3 punti percentuali di PIL all'omologo dato al lordo.

Il Programma nazionale di riforma

  Il Programma nazionale di riforma (PNR), contenuto nella terza sezione del DEF 2017, definisce, in stretta relazione con quanto previsto nel Programma di stabilità, gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche, in coerenza con gli indirizzi formulati dalle istituzioni europee nell'ambito del semestre europeo. In proposito il PNR 2017 fa riferimento, oltre che alle Raccomandazioni del luglio 2016 del Consiglio, anche alla Relazione per Paese relativa all'Italia, documento di lavoro dei servizi della Commissione europea nell'ambito della procedura sugli squilibri macroeconomici.
  La strategia di intervento contenuta nel PNR, precisa il DEF, si raccorda agli interventi finora previsti nei precedenti Documenti di economia e finanza volti – come anche riconosciuto dalla menzionata Relazione dei servizi della Commissione per le azioni finora realizzate ed evidenziato dal Ministro Padoan nel corso dell'audizione tenutasi nella giornata di ieri presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato – ad operare un cambiamento strutturale del tessuto economico e sociale del Paese.
  La struttura del PNR 2017 si articola su due scenari di intervento, rispettivamente di breve e di medio periodo. Nel breve periodo, vale a dire fino a prima della Nota di aggiornamento, si espongono quelle misure che necessitano di una rapida approvazione, mentre nel medio periodo, inteso come il periodo annuale che arriva fino al prossimo Documento di economia e finanza, si indicano gli interventi da attuare in sei ambiti strategici di medio termine, che puntano ad affrontare gli squilibri macroeconomici del Paese e sono sostanzialmente riconducibili alle raccomandazioni del Consiglio dello scorso luglio.
  Quanto alle azioni di breve periodo, il PNR fa riferimento alla continuazione del percorso di liberalizzazioni, mediante l'approvazione in tempi rapidi del disegno di legge per la concorrenza, all'esame delle Camere. Proseguirà inoltre il processo di privatizzazione di società controllate dallo Stato e del patrimonio immobiliare pubblico, cui è affidato nell'ambito degli obiettivi di finanza pubblica il conseguimento di entrate pari ad almeno lo 0,3 per cento del PIL. Un altro importante filone di intervento immediato viene individuato nell'approvazione della riforma del processo penale e della disciplina della prescrizione, cui si accompagneranno una serie di interventi organizzativi tesi ad accrescere l'efficienza del sistema giudiziario. Sul versante fiscale e della competitività, oltre a proseguirsi il percorso di spostamento del carico fiscale per favorire la crescita (tax shift), si darà ampio spazio alle misure per la produttività, ad esempio rafforzando l'efficacia degli accordi di secondo livello ed incentivando la riforma della contrattazione collettiva in chiave di recupero competitivo. Nella strategia di breve periodo viene infine data evidenza nel PNR all'attuazione delle azioni di contrasto alla povertà delineate nella legge delega n. 33 del 2017: reddito di inclusione, riordino delle prestazioni assistenziali e rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali.
  Con riguardo alla strategia di medio termine, il PNR delinea sei principali ambiti di intervento, anche sulla base, come sopra detto, delle raccomandazioni del Consiglio, che – si rammenta – sono le seguenti: aggiustamenti di bilancio e fiscalità, pubblica amministrazione, contrasto alla corruzione e giustizia civile, crediti Pag. 16deteriorati e settore bancario, mercato del lavoro e spesa sociale, concorrenza.
  In particolare, quanto al tema del debito e della finanza pubblica viene confermata, come già negli anni precedenti, la necessità di coniugare la strategia di crescita con una riduzione del rapporto debito/PIL e, a tal fine, nel PNR viene confermato l'obiettivo di raggiungere un sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019: ciò onde porre il debito pubblico – sulla base di una articolata strategia di interventi basata su privatizzazioni, dismissioni immobiliari, razionalizzazione delle partecipate ed entrate da concessioni pubbliche – su un percorso stabilmente discendente.
  In ambito fiscale verrà mantenuto l'obiettivo di ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui fattori produttivi e, in tale contesto, viene sottolineata l'importanza della razionalizzazione delle spese fiscali, l'aggiornamento del patrimonio informativo catastale e la revisione delle tax expenditures, quest'ultima anche sulla base del Rapporto annuale sulle spese fiscali presentato con la legge di bilancio 2017. Rimane inoltre centrale il rafforzamento dell'azione di contrasto dell'evasione fiscale, sia per l'equità del prelievo sia per consentire il recupero di risorse necessario a ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi: a tale fine il Governo fa riferimento anche alla significatività di un approccio basato sulla fiducia reciproca tra amministrazione e cittadini. Sul piano dei conti pubblici alle azioni in materia fiscale si affianca il processo di revisione della spesa, che dovrà definire le priorità nella spesa pubblica dando preferenza alle misure che stimolano la crescita e tagliando ulteriormente la spesa improduttiva. In tal senso il PNR fa riferimento ad una terza fase della spending review, più selettiva e allo stesso tempo coerente con i nuovi principi e procedure stabiliti dalla riforma del bilancio, precisando inoltre come si procederà contestualmente ad un più esteso utilizzo degli strumenti per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione e ad un maggior coinvolgimento degli enti locali.
  Sul piano del lavoro, del welfare e della produttività, dopo il Jobs Act andranno rafforzate le politiche attive del lavoro, anche con l'inclusione, nei prossimi mesi, dell'assegno di ricollocazione e la promozione della cultura del Piano Industria 4.0 nella fase di formazione, stimolando la ricerca attraverso il Piano Scuola digitale e l'alternanza scuola-lavoro. Su tali settori il Governo – secondo quanto riportato nel PNR – proseguirà nell'attuazione di misure a sostegno del welfare familiare e assistenziale e nell'introduzione di provvedimenti che rendano vantaggioso il lavoro del secondo percettore di reddito, principalmente attraverso misure d'incentivo per i redditi familiari più bassi. Questi interventi in materia di lavoro sono anche alla base delle politiche di stimolo alla crescita e alla produttività, in cui viene fatto riferimento alla valorizzazione della contrattazione collettiva aziendale ed alla previsione di un regime fiscale agevolato per un paniere sempre più ampio di servizi. In tema di welfare risulta cruciale la sostenibilità della spesa pensionistica, al cui riguardo il Governo precisa che si concentrerà sull'implementazione di norme già introdotte e che riguardano alcune tipologie di lavoro usurante o situazioni di disoccupazione strutturale, cercando altresì di tutelare le pensioni future dei giovani caratterizzate da discontinuità lavorativa e rafforzando il secondo pilastro integrativo.
  Per quanto concerne il credito, va attentamente perseguita – afferma il PNR – l'efficacia degli strumenti recentemente messi a disposizione del sistema bancario, anche attraverso azioni di stimolo al loro utilizzo. A tal fine, si opererà sul mercato dei crediti deteriorati e si continuerà ad incoraggiare il sistema bancario nell'adozione delle best practices europee nella gestione delle sofferenze; nel contempo dovrà essere completata la riforma della governance bancaria avviata a partire dal 2015. Da ultimo, si opererà ulteriormente Pag. 17sul quadro legislativo in materia di insolvenza, al fine di rendere più efficace la gestione delle procedure concorsuali e dare maggiore certezza alle imprese in crisi.
  Quanto alla questione della competitività, essa coinvolge necessariamente il sistema giudiziario ed il settore pubblico. In proposito nel DEF si rileva come la riduzione dei tempi della giustizia – nella quale alcuni progressi sono stati comunque registrati mediante la semplificazione delle procedure e l'introduzione del processo telematico – costituisca uno degli obiettivi più urgenti per stimolare la competitività del Paese: andranno pertanto implementate le misure di riforma già avviate – dal processo penale all'efficienza del processo civile e alla prescrizione – e verrà ulteriormente promossa l'adozione di best practices che consentano di armonizzare le performance dei tribunali in termini qualitativi e quantitativi verso i livelli dei migliori fra essi. Per ciò che concerne la pubblica amministrazione, il Documento rileva come questa stia progressivamente recuperando efficienza, e come tale processo vada continuato con il completamento e l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione entro l'anno. Il recupero d'efficienza necessiterà anche dell'entrata a regime della riforma delle società a partecipazione pubblica, con la tempestiva adozione delle norme volte a razionalizzare tali società al fine di limitare il numero solo a quelle che effettivamente gestiscono servizi di pubblica utilità.
  Il quadro degli interventi delineati dal PNR per la competitività si completa poi con l'obiettivo di procedere all'approvazione della legge annuale per la concorrenza e con l'attenzione che verrà dedicata al Piano Industria 4.0, che viene ritenuto uno strumento essenziale del rilancio competitivo del Paese per i prossimi anni ed al quale sono stati affiancati strumenti fiscali di supporto, quali super-ammortamento e iper-ammortamento, credito di imposta per ricerca e sviluppo ed altri.
  In ordine infine al tema degli investimenti e del riequilibrio territoriale, nel PNR Il Governo afferma di voler accelerare la ripartenza degli investimenti pubblici e migliorare il loro allineamento con l'obiettivo di lungo termine di riequilibrio territoriale del Paese. A sostegno degli investimenti agirà anche il piano di messa in sicurezza del territorio, con le consistenti risorse dedicate alla prevenzione, alla manutenzione e alla ristrutturazione delle infrastrutture che hanno subìto i danni dei terremoti o che comunque sono a rischio sismico o idrogeologico. Risulterà funzionale al sostegno agli investimenti anche la revisione del quadro regolatorio in materia di appalti pubblici, con l'obiettivo di stabilizzare la normativa di riferimento incentivando la semplificazione, la trasparenza delle procedure e rafforzando la lotta alla corruzione. In ordine al riequilibrio territoriale, nel PNR si rileva come il recupero della capacità di spesa dei fondi strutturali e del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) nel periodo 2014-2016 abbia determinato dal 2015 una inversione di tendenza sui principali indicatori economici. Si tratta di una svolta positiva, che verrà mantenuta ed incentivata nel quadro programmatorio in corso, al cui riguardo, terminata al 31 marzo di quest'anno la realizzazione della programmazione 2007-2013 con il pieno utilizzo delle risorse comunitarie programmate nei fondi strutturali, è ora entrata in piena fase attuativa la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei, nonché, per il medesimo periodo, quella delle politiche di coesione nazionali, mediante il Fondo per lo sviluppo e la coesione.
  Come ha sottolineato la Corte dei conti, nel corso dell'audizione dinanzi alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, il passo della ripresa economica, anche se ancora lento, è già in parte consolidato dagli interventi avviati nella direzione di un più alto saggio di accumulazione e di un maggiore stimolo alla produttività. Inoltre, i dati di consuntivo degli ultimi anni e le proiezioni a legislazione vigente del DEF 2017 confermano Pag. 18la buona tenuta dell'azione, ormai di lunga data, di controllo della spesa pubblica, ferma restando la necessità di un continuo monitoraggio.
  In conclusione, come già avvenuto negli ultimi anni, il DEF affronta la questione di fondo per il nostro Paese, che consiste nel conciliare l'esigenza vitale di un recupero di tassi di crescita economica più elevati con il mantenimento di condizioni di sicurezza della finanza pubblica necessarie per assicurare il rifinanziamento del debito sul mercato e per non gravare le future generazioni con oneri non più sostenibili.
Simonetta RUBINATO,
Relatrice per la maggioranza

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PARERI, AI SENSI DELL'ARTICOLO 118-BIS DEL REGOLAMENTO Pag. 20

Pag. 21

I COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)

(Relatore: MISURACA)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La I Commissione,
   esaminato, per i profili di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e Allegati);
   premesso che il Documento sottolinea, relativamente alla gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo, che la realizzazione dei piani UE di ricollocamento non ha dato luogo agli esiti attesi e che è stato introdotto un nuovo ’piano di accoglienza’ nazionale che mira a raggiungere una più equa distribuzione dei migranti e dei rifugiati sul territorio destinando, a tal fine, nel 2016, 100 milioni ai Comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale per una quota fino a 500 euro a persona;
   ricordato che la terza Sezione del DEF 2017 reca il Programma Nazionale di riforma (PNR) e che un'apposita sezione è dedicata al tema «Pubblica amministrazione e semplificazioni»;
   preso atto, al riguardo, che nella Relazione relativa all'Italia del 22 febbraio 2017 (Country Report) la Commissione europea rileva che l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione ha registrato progressi limitati e che le prestazioni dell'Italia risultano ancora inferiori a quelle dei Paesi comparabili dell'UE secondo la maggior parte degli indicatori mondiali della governance 2016 della Banca mondiale;
   evidenziato, con favore, che nel DEF 2017 il Governo, alla sezione del PNR 2017, afferma in generale che «il completamento e l'attuazione della riforma della Pubblica Amministrazione entro l'anno è un obiettivo chiave del Governo...» ed evidenziato, altresì, che, quanto alle azioni strategiche riguardanti la pubblica amministrazione previste dal medesimo PNR 2017, il Governo si impegna al completamento dell’iter dei decreti attuativi ancora non entrati in vigore entro i mesi di maggio e giugno 2017, nonché all'implementazione Pag. 22della normativa secondaria prevista ed il monitoraggio dell'efficacia delle misure introdotte entro la fine del 2017;
   ricordato che nel PNR il Governo stima di giungere all'approvazione in via definitiva del decreto correttivo riguardante la razionalizzazione delle società partecipate pubbliche entro maggio 2017 e di completare l'anagrafe ed il censimento delle società partecipate entro la fine dell'anno;
   sottolineato che nel medesimo PNR l'Esecutivo menziona altre azioni riguardanti il completamento della riforma dei servizi pubblici locali e della riforma del pubblico impiego,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)

(Relatore: VAZIO)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La II Commissione,
   esaminato il Documento di economia e finanza relativo all'anno 2017;
   rilevato che:
    con la raccomandazione n. 2 del 12 luglio 2016 il Consiglio europeo aveva invitato l'Italia a «potenziare la lotta contro la corruzione, anche riformando l'istituto della prescrizione entro fine 2016» e a «ridurre la durata dei procedimenti civili, dando attuazione alle riforme e assicurando una gestione efficiente delle cause»;
    nel Programma nazionale di riforma 2017 (PNR), allegato al DEF, figurano azioni strategiche finalizzate al recupero di competitività del settore della giustizia, con specifico riguardo al processo penale, alla prescrizione, e all'efficienza del processo civile;
    in particolare, il predetto programma prevede l'approvazione, entro il prossimo mese di giugno, del disegno di legge di riforma del processo penale (C. 4368), nel quale è confluita anche la riforma dell'istituto della prescrizione, nonché l'approvazione, entro il corrente anno, del disegno di legge di riforma del processo civile (S. 2284), già approvato dalla Camera e in corso di esame al Senato;
    parimenti entro il 2017, il PNR prevede l'approvazione del disegno di legge A.S 1687, di iniziativa governativa, che introduce misure di contrasto al fenomeno della illecita accumulazione di ricchezza e di capitali ad opera della criminalità organizzata, anche e soprattutto di natura mafiosa, e dell'A.S 2134, già approvato dalla Camera, che reca ampie modifiche al Codice antimafia, intervenendo, tra l'altro sulla disciplina della gestione dei beni sequestrati e confiscati alla stessa criminalità organizzata;
    tra le azioni strategiche contemplate dal PNR, nell'ambito delle politiche Pag. 24relative a banche e credito, è inserita anche la riforma della disciplina delle crisi di impresa e delle procedure di insolvenza (A.S 2681, approvato dalla Camera il 1o febbraio 2017 ), del quale è prevista l'approvazione entro il 2017;
    appare opportuno, per rafforzare gli strumenti di contrasto alla corruzione, inserire nel cronoprogramma relativo al 2017 anche l'approvazione dell'A.S 2208, licenziato dalla Camera il 21 gennaio 2016, in materia di whisteblowing;
    preso favorevolmente atto delle misure adottate dal Governo per migliorare le performance dei tribunali, sia in termini qualitativi che quantitativi, attraverso il reclutamento di nuovi magistrati, l'assunzione di 1000 unità di personale non dirigenziale, nonché il rafforzamento dei tirocini formativi;
    evidenziato, in particolare, che tali misure, nel triennio 2014-2017, hanno consentito di pervenire all'assunzione di 1.729 unità, mentre dallo svolgimento delle procedure concorsuali già avviate per l'accesso di nuove professionalità dall'esterno, si arriverà a ridurre la carenza di copertura degli organici del personale amministrativo dal 21,44 per cento attuale al 19,23 per cento,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   sia valutata l'opportunità di inserire, tra le azioni strategiche previste nel Programma nazionale di riforma per l'anno 2017, l'approvazione dell'A.S. 2208 recante «Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato».

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III COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari esteri e comunitari)

(Relatore: CAUSI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La III Commissione,
   esaminato per le parti di competenza il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e Allegati);
   preso atto dello scenario macroeconomico internazionale, caratterizzato da un recupero della crescita sia nelle economie avanzate che nei mercati emergenti, da un miglioramento della fiducia di imprese e consumatori e da condizioni monetarie che continuano ad essere accomodanti, favorendo maggiore accesso al credito e sostenendo l'espansione di consumi e investimenti;
   preso atto però anche dei fattori di rischio emergenti o in via di emersione nello scenario europeo e internazionale, collegati a fattori geo-politici, alle spinte protezionistiche, alle incertezze sull'evoluzione istituzionale dell'UE e in particolare dell'area Euro, al consolidarsi di fattori che potrebbero portare all'inversione del ciclo positivo e reflattivo dei tassi d'interesse;
   valutato che una piccola economia aperta come l'Italia, caratterizzata da forte fragilità finanziaria, non può discostarsi da un sentiero temporale di politiche di finanza pubblica credibili e coerenti con l'obiettivo di rendere sostenibile l'elevato debito pubblico;
   preso atto con soddisfazione che la Relazione sull'Italia della Commissione UE, redatta nell'ambito del Semestre Europeo e recante le raccomandazioni a cui l'Italia è chiamata a rispondere nel DEF, contiene per la prima volta l'analisi degli effetti negativi che si ripercuoterebbero sull'intera Eurozona in seguito a un'eventuale crisi finanziaria dell'Italia, quantificandoli in una riduzione del PIL di mezzo punto per almeno due anni e in successive riduzioni anche negli anni successivi;
   valutato che l'analisi di cui al precedente capoverso dimostra che – finalmente Pag. 26– i servizi della Commissione UE tengono conto dell'interdipendenza che caratterizza i paesi UE e soprattutto quelli dell'Eurozona, e che anche alla luce dell'interdipendenza vanno valutate le politiche raccomandate e/o attuate da ciascun paese;
   tenuto conto del quadro dell'area dell'Euro, che registra una crescita pari all'1,7 per cento, in marginale accelerazione rispetto all'anno precedente (1,6 per cento), principalmente attribuibile al contributo dei consumi privati, fondata sulla buona performance del mercato del lavoro, conseguente alle riforme strutturali operate in diversi Stati membri;
   rilevato che questa crescita appare modesta al confronto, ad esempio, con gli Stati Uniti, e che questo dato conferma la necessità di agire con opportune modifiche nel quadro istituzionale e operativo delle politiche macroeconomiche europee, in particolare nell'Eurozona;
   valutate in questa prospettiva positivamente le numerose azioni intraprese dal Governo italiano per la riforma e l'innovazione delle politiche europee (bilancio dell'Eurozona; risorse proprie per un Tesoro europeo; politiche asimmetriche, come ad esempio un sussidio europeo alla disoccupazione; completamento dell'Unione bancaria; condivisione dei rischi a fronte del rafforzamento degli istituti di controllo e monitoraggio di livello federale; revisione delle regole di coordinamento della finanza pubblica nella direzione di incentivare gli investimenti; eccetera);
   valutati positivamente i risultati economici del nostro Paese nell'anno 2016 esposti nel DEF, che evidenziano, dopo la crescita dello 0,1 per cento di Pil registrata nel 2014 e dello 0,7 per cento del 2015, la prosecuzione del percorso di ripresa, con una crescita risultata pari a 0,9 punti percentuali di Pil, che si è realizzata pur in presenza dei numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo;
   preso atto che il DEF, nello scenario macroeconomico programmatico, stima nel 2017 una crescita del Pil in linea (1,1 per cento) con quella prevista nel quadro previsionale, pur in presenza dell'intervento correttivo sui conti pubblici previsto per tale anno (0,2 per cento di Pil);
   rilevato che la previsione macroeconomica programmatica per i tre anni seguenti, che riflette l'intendimento del Governo di seguire un sentiero di politica di bilancio in linea con le regole europee, è pari a quella tendenziale nel 2018 ( 1,0 per cento) e nel 2020 (1,1), ed invece lievemente inferiore nel 2019 (1,0 contro 1,1 per cento);
   considerato che il quadro programmatico di finanza pubblica del DEF conferma il percorso di raggiungimento dell'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio per il 2019 (già prefigurato nel DEF 2016 e nella relativa Nota di aggiornamento), esponendo un'evoluzione dell'indebitamento netto strutturale che dall'1,5 per cento nel 2017 (in peggioramento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2016) migliora poi rapidamente negli anni successivi, posizionandosi allo 0,7 per cento nel 2018 ed allo 0,1 per cento (vale a dire in sostanziale pareggio) nel 2019, pervenendo poi a zero nel 2020;
   condivisa la decisione relativa alle azioni di breve periodo delineate nel PNR, tra le quali: la prosecuzione dei processi di liberalizzazione, mediante l'approvazione in tempi rapidi del disegno di legge per la concorrenza, all'esame del Parlamento; l'attuazione di processi di privatizzazione parziale o totale di società pubbliche e di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico non utilizzato nell'ambito dell'offerta di servizi pubblici essenziali; la realizzazione di strategie di contrasto alla povertà delineate nella legge delega n. 33 del 2017, ivi inclusi reddito di inclusione, riordino delle prestazioni assistenziali e rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali;
   valutata favorevolmente la linea di continuità tra le scelte di politica economica Pag. 27delineate nel DEF 2017 e le opzioni di politica fiscale poste in essere dall'esecutivo precedente, intese ad impiegare l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione di imposte, opzione che ha consentito infatti, insieme al rafforzamento della crescita, di ridurre la pressione fiscale (scesa nel 2016 al 42,3 per cento dal 43,6 per cento del 2012);
   rilevato favorevolmente che il DEF 2017 propone una strategia per evitare l'applicazione automatica e non selettiva delle clausole di salvaguardia, e che all'interno di questa strategia è contemplata la possibilità di interventi mirati e selettivi per lo sfoltimento e la razionalizzazione delle numerose agevolazioni tributarie esistenti, spesso ormai obsolete e prive di efficacia;
   considerato con favore l'impegno a proseguire l'azione di contrasto di fenomeni evasivi ed elusivi degli obblighi fiscali a livello internazionale, mediante una sempre più efficace cooperazione amministrativa sul piano internazionale, che si basa sulla conclusione di nuovi accordi internazionali bilaterali, sulle sinergie operative e sullo scambio di informazioni con altre autorità competenti, europee e internazionali, anche monitorando gli obiettivi dello scambio automatico di informazioni a fini fiscali (Common Reporting Standard) e del progetto BEPS (Base Erosion Profit Shifting);
   condiviso pienamente l'impegno del Governo a proseguire nel percorso di riallineamento dell'Aiuto pubblico italiano allo sviluppo agli standard internazionali della media dei Paesi aderenti all'OCSE, e rilevato che nel 2016 esso si dovrebbe attestare sullo 0,26 per cento del reddito nazionale lordo (RNL), in coerenza con gli indirizzi più volte espressi da questa Commissione e prefigurati dalla legge n. 125 del 2014 di riforma della cooperazione italiana allo sviluppo;
   auspicato un rilancio dell'investimento in risorse umane del Ministero degli affari esteri e della cooperazione Internazionale al fine di salvaguardare l'operatività e la capacità funzionale della struttura deputata all'attuazione di strumenti qualificanti della politica estera italiana, quali la cooperazione allo sviluppo, il «Fondo Africa», il potenziamento della cultura e della lingua italiane all'estero;
   espresso apprezzamento per la peculiare attenzione con la quale il PNR si sofferma sui temi dell'internazionalizzazione del tessuto produttivo nazionale, sottolineandone la centralità nello sforzo di consolidare e rilanciare la competitività del Paese, attraverso la riorganizzazione degli strumenti finanziari di supporto alle strategie di internazionalizzazione, l'introduzione di alcune importanti misure di «Finanza per la crescita» e per incentivare l'attrazione in Italia di investimenti esteri;
   valutata favorevolmente l'introduzione, per la prima volta dall'entrata in vigore della legge di riforma della contabilità pubblica, di indicatori di benessere equo e sostenibile, finalizzati ad una valutazione dei progressi del sistema Paese non solo dal punto di vista meramente economico-finanziario, ma anche sociale e ambientale e comprensivi di misure di disuguaglianza e sostenibilità,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 28

IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)

(Relatore: SALVATORE PICCOLO)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La IV Commissione,
   esaminato, per i profili di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5, e Allegati);
   rilevato che:
    il Programma nazionale di riforma (Sez. III del DEF) prevede l'attuazione entro il 2017 delle riforme in materia di difesa preannunciate dal Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa del 2015, nonché l'adozione delle misure di riordino delle carriere e dei ruoli delle Forze armate e delle Forze di polizia;
    le predette riforme sono oggetto di un disegno di legge di iniziativa del Governo attualmente all'esame della Commissione difesa del Senato (S. 2728) e di due decreti legislativi i cui schemi sono all'esame, per l'espressione del parere al Governo, delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato (atti n. 395 e n. 396);
    sul fronte della sicurezza cibernetica, il Governo programma di adottare misure di carattere organizzativo e finanziario per garantire maggiore affidabilità al sistema nazionale di sicurezza cibernetica nella convinzione che il rafforzamento del dominio digitale, incidendo positivamente sulla propensione ad investire degli operatori economici, con particolare riferimento al commercio internazionale, rappresenti un importante volano di crescita economica;
    tra le misure di prossima attuazione si prevede, in particolare, la revisione sostanziale e complessiva, entro dicembre 2017, del Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica adottato dal Governo nel dicembre del 2013 unitamente al Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica, nel quale vengono individuate per il biennio 2014-2015 obiettivi specifici e linee d'azione per dare concreta attuazione al Pag. 29Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   considerato che la protezione dello spazio cibernetico riveste un'importanza strategica essenziale per il futuro del Paese, in termini sia di prosperità economica sia di indipendenza politica, appare necessario programmare negli anni a venire stanziamenti consistenti per rafforzare nei cittadini, nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni la consapevolezza della minaccia, per accrescere la resilienza cibernetica del sistema Paese e per promuovere i centri di eccellenza nazionali dediti alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni tecnologiche in questo campo.

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VI COMMISSIONE PERMANENTE
(Finanze)

(Relatore: PELILLO)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La VI Commissione,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e Allegati);
   rilevato come nel 2016 l'economia italiana abbia registrato il terzo anno di ripresa, realizzando un tasso di crescita dello 0,9 per cento in termini reali, nonostante i numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo, con una crescita del PIL lievemente superiore a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016, grazie al miglioramento della produzione industriale, alla crescita della spesa delle famiglie residenti e all'accelerazione di investimenti ed esportazioni;
   rilevato come l'espansione dei consumi privati sia stata sostenuta dalle migliori condizioni del mercato del lavoro, dal recupero del reddito disponibile delle famiglie in termini reali e dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito, grazie ai bassi tassi di interesse;
   evidenziato come nel 2016 l'andamento dei prestiti al settore privato (società non finanziarie e famiglie), dopo quattro anni di contrazione, abbia registrato un andamento positivo;
   rilevato come le ulteriori prospettive di crescita ipotizzate per il periodo 2017-2019, favorite anche dall'insieme delle riforme già messe in atto negli ultimi anni, siano in parte condizionate dal contesto economico di medio termine globale ed europeo, nonché dall'andamento futuro dei tassi di interesse;
   condivisa, in tale contesto, l'intenzione del Governo di sostituire le clausole di salvaguardia ancora in vigore con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione, al fine di evitare che l'applicazione delle predette clausole possa ostacolare l'accelerazione tendenziale dell'economia;Pag. 31
   segnalato come, per la prima volta, a seguito della riforma della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009) operata dalla legge n. 163 del 2016, siano inclusi nel DEF, tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale, indicatori di benessere equo e sostenibile, consistenti nel reddito medio disponibile aggiustato pro capite, nell'indice di disuguaglianza del reddito, nel tasso di mancata partecipazione al lavoro e nell'indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti, i quali mostrano un miglioramento nell'orizzonte previsivo, mantenendo il trend dell'ultimo triennio;
   rilevato come il quadro di finanza pubblica indichi nel 2016 e nel 2017 un miglioramento rispetto agli anni precedenti, sia per quanto riguarda l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, sia per quanto riguarda l'avanzo primario, sia con riferimento alla spesa per interessi, prevedendo il conseguimento di un saldo nullo nel 2020 e il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 sia nel 2020;
   rilevato il miglioramento del rapporto debito/PIL, che dovrebbe scendere dal 132,5 per cento nel 2017 fino al 125,7 per cento nel 2020;
   richiamato l'incremento, in valore assoluto, nel 2016, delle entrate totali delle Amministrazioni pubbliche, cui fa fronte la contrazione delle entrate in rapporto al PIL (-0,7 punti percentuali rispetto al 2015);
   rilevato, in particolare, l'aumento in valore assoluto delle entrate correnti nel 2016, determinato in via prevalente dall'aumento delle imposte dirette ( 2,3 per cento) e dei contributi sociali ( 1,1 per cento), cui fa invece fronte la contrazione di circa 7,7 miliardi di euro (-3,1 per cento) del gettito delle imposte indirette;
   evidenziato come l'andamento positivo del gettito delle imposte dirette sia riconducibile alla dinamica dell'IRPEF e dell'IRES, che riflette l'aumento della redditività di alcuni segmenti dell'economia;
   rilevato come la contrazione del gettito delle imposte indirette costituisca il risultato della crescita del gettito IVA per effetto dell'aumento sia degli scambi interni sia dei versamenti dell'imposta effettuati dalle Amministrazioni pubbliche in attuazione delle norme sullo split payment introdotte dalla legge di stabilità 2015, dell'estensione del meccanismo del reverse charge e della contrazione del gettito IVA sulle importazioni, a fronte del calo dei prezzi degli oli minerali, in particolare del greggio, nonché della riduzione del gettito IRAP, determinata dalle disposizioni sul cuneo fiscale introdotte dalla legge di stabilità 2015, dall'abolizione della TASI sull'abitazione principale e dalla rimodulazione dell'IMU sui terreni agricoli e sulle abitazioni in locazione a canone concordato;
   segnalato altresì il significativo apporto determinato dal gettito derivante dalle disposizioni sulla voluntary disclosure, relative all'emersione e al rientro di capitali detenuti all'estero, che hanno generato entrate pari a 212 milioni nel 2015, a 4.078 milioni nel 2016 e a 2.000 milioni nel 2017;
   sottolineata la contrazione della pressione fiscale, che si riduce dal 43,3 per cento del 2015 al 42,9 per cento del 2016 e al 42,3 per cento nel 2017, e che, al netto degli effetti del cosiddetto bonus degli 80 euro, risulterebbe pari al 42,3 per cento nel 2016 e al 41,9 nel 2020;
   evidenziato a tale ultimo proposito come l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale sia stato utilizzato per la riduzione di imposte, determinando un rafforzamento della crescita e, conseguentemente, una riduzione della pressione fiscale;
   rilevato, con riferimento alla spesa, come le spese finali nel periodo dal 2016 al 2020 mostrino un decremento rispetto ai precedenti esercizi, frutto di una diminuzione Pag. 32delle spese in conto capitale e di una sostanziale riduzione della spesa per interessi;
   condivisi gli obiettivi di medio termine in materia di politica fiscale indicati nel DEF, consistenti nella riduzione della pressione fiscale sui fattori produttivi per sostenere la crescita, nello spostamento della tassazione dalle persone alle cose, nella revisione delle spese fiscali (cosiddette tax expenditures), nel migliore coordinamento dell'amministrazione fiscale per il contrasto all'evasione, nel sostegno alla lotta all'evasione fiscale e alla tax compliance attraverso investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) e in risorse umane, nella riduzione delle controversie tributarie e nell'incremento dell'efficacia della riscossione;
   considerato come, dopo le misure già adottate in questa Legislatura per ridurre la pressione fiscale sul lavoro, per esentare il costo del lavoro dall'IRAP e per ridurre l'imposizione sui redditi d'impresa, assumano rilievo cruciale le misure preannunciate dal Governo per ridurre il cuneo fiscale, diminuire il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori;
   segnalati i progressi compiuti per aumentare la produttività e la competitività del Paese, in particolare attraverso la riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi, le misure di «super-ammortamento» e di «iper-ammortamento» in favore degli investimenti, il sostegno del credito, gli interventi per il rafforzamento degli strumenti finanziari a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese, l'estensione e il potenziamento del credito di imposta per le spese in ricerca e sviluppo, le detrazioni fiscali per investimenti in start-up e PMI innovative, gli incentivi per attirare capitale umano in Italia, ed evidenziata, in tale ambito, l'esigenza di adottare ulteriori misure per migliorare le prospettive di crescita del Paese;
   richiamate le iniziative avviate dal Governo per favorire le misure alternative al credito, costituite principalmente dall'introduzione dei Piani Individuali di Risparmio – PIR, nonché dall'estensione a tutte le PMI della possibilità di raccogliere capitali mediante l’equity crowdfunding;
   rilevato come, al fine di realizzare tali obiettivi di politica fiscale e definire un sistema fiscale più efficace, meno oneroso e più equo, appare necessario avviare il processo di revisione delle spese fiscali (tax expenditures), a partire dalla revisione e abolizione delle spese fiscali obsolete o duplicate;
   sottolineata in questa prospettiva l'esigenza prioritaria di proseguire con determinazione nelle iniziative volte a contrastare i fenomeni dell'evasione e dell'elusione fiscale, a migliorare il rispetto degli obblighi tributari e a ridurre il cosiddetto tax gap, in primo luogo nel settore dell'IVA e delle imposte dirette sui lavoratori autonomi e le imprese, attraverso un insieme combinato di misure, basate su un approccio «cooperativo» e preventivo caratterizzato da trasparenza, semplificazione e fiducia reciproca tra Amministrazione e cittadini, che deve riguardare in particolare l'estensione dei sistemi elettronici di fatturazione e pagamento, il miglioramento nell'uso e nella qualità delle banche dati e delle applicazioni utili per effettuare analisi di rischio, la piena implementazione dei meccanismi del reverse charge e dello split payment per i fornitori della Pubblica amministrazione, l'applicazione della nuova disciplina sulla comunicazione analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute e sulla comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA, una più efficace cooperazione amministrativa sul piano internazionale e un più pervasivo scambio automatico di informazioni a fini fiscali tra le amministrazioni dei diversi Stati;
   rilevato comunque positivamente, a tale proposito, come l'attività di contrasto e prevenzione dei fenomeni di evasione fiscale e di promozione della compliance abbia consentito nel 2016 un recupero di Pag. 33gettito di 19 miliardi, con un aumento del 28 per cento rispetto al 2015, derivante da attività di controllo sostanziale, dall'applicazione del meccanismo della voluntary disclosure, da attività di liquidazione, nonché delle attività di promozione del dialogo preventivo con il cittadino, avviate negli ultimi anni allo scopo di stimolare l'assolvimento degli obblighi tributari e di favorire l'emersione spontanea delle basi imponibili;
   segnalato altresì il positivo contributo che potrà essere fornito, al fine di assicurare maggiore equità ed efficienza al sistema della riscossione, dall'istituzione dell'Agenzia delle entrate-Riscossione, nonché dalla riorganizzazione delle agenzie fiscali, la quale dovrà garantire maggiore autonomia alle stesse, in linea con le indicazioni espresse in merito dall'OCSE e dal Fondo monetario internazionale;
   rilevato come il rafforzamento delle prospettive di crescita del Paese non possa prescindere dalla stabilizzazione e dal recupero di redditività del settore bancario, oggetto di numerosi interventi durante la Legislatura in corso, i quali hanno già consentito di compiere significativi progressi, segnatamente per quanto riguarda il miglioramento del governo societario nei settori delle banche di credito cooperativo, delle banche popolari e delle fondazioni bancarie, nonché la riforma della disciplina dell'insolvenza e del recupero dei crediti;
   segnalata in particolare l'esigenza, sotto questo profilo, di portare a compimento la strategia complessiva per risolvere definitivamente il problema dei crediti deteriorati nel settore bancario, attraverso un approccio combinato che veda il coinvolgimento di capitali privati e di intervento pubblico, nonché attraverso il miglioramento dell'efficacia della gestione interna degli attivi da parte delle banche, facendo coerentemente seguito alle misure già adottate in materia, quali lo schema di garanzia pubblica sui crediti in sofferenza (GACS), nonché le disposizioni volte a semplificare gli adempimenti e a snellire le procedure per il recupero dei crediti, che hanno contribuito a ridurre il flusso di nuovi prestiti deteriorati, ma che dovranno essere pienamente attuate e ulteriormente rafforzate, in particolare continuando a sviluppare il mercato dei crediti deteriorati, rafforzando l'efficacia della supervisione sulla qualità degli attivi bancari, nonché tutelando adeguatamente gli interessi del Paese in tutte le sedi europee dove si assumano decisioni rilevanti per il futuro del sistema bancario nazionale e dell'economia italiana nel suo complesso;
   richiamata altresì, in tale prospettiva, l'utilità delle misure volte a sviluppare l'educazione finanziaria, previdenziale e assicurativa, mediante l'adozione di una Strategia nazionale per l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, recate dal decreto-legge n. 237 del 2016, le quali riprendono sostanzialmente le previsioni contenute in materia nelle proposte di legge C. 3666, C. 3662 C. 3913, esaminate in sede referente dalla Commissione Finanze della Camera;
   rilevati i significativi risultati raggiunti nel processo di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, nonché relativamente alle iniziative di valorizzazione e razionalizzazione degli immobili dello Stato in gestione all'Agenzia del Demanio;
   evidenziata, in tale contesto, l'esigenza di procedere alla revisione sistematica delle concessioni di beni demaniali rilasciate dalle amministrazioni pubbliche, al fine di valorizzarne la redditività, nonché la necessità di rivedere la normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo, nel rispetto dei principi di concorrenza, qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale, libertà di stabilimento, garanzia dell'esercizio e sviluppo delle attività imprenditoriali, di riconoscimento e tutela degli investimenti, dei beni aziendali e del valore commerciale, nonché di rideterminazione Pag. 34delle tariffe e dei meccanismi riferiti ai canoni demaniali, approvando e attuando a tal fine il disegno di legge di delega C. 4302, attualmente all'esame in sede referente presso le Commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si segnala l'esigenza di definire le prospettive della preannunciata riorganizzazione delle Agenzie, fiscali, perseguendo l'obiettivo di massimizzare l'efficienza delle Agenzie e di migliorarne il grado di autonomia nello svolgimento delle rispettive funzioni;
   b) si sottolinea la necessità di completare il quadro normativo al fine di realizzare il superamento degli studi di settore sostituendoli con gli indici sintetici di affidabilità fiscale, nella prospettiva di incentivare ulteriormente la compliance agli obblighi fiscali e di facilitare la collaborazione e lo scambio informativo tra Fisco e contribuenti;
   c) si rileva l'opportunità di dedicare attenzione alla tematica dell'introduzione di meccanismi di tassazione sulle transazioni via web, verificando a tale riguardo la possibilità di intervenire a livello nazionale in materia, anche sulla base delle conclusioni del dibattito in corso in merito a livello internazionale.

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VII COMMISSIONE PERMANENTE
(Cultura, scienza e istruzione)

(Relatrice: ASCANI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La VII Commissione,
   esaminate le parti di competenza del Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e Allegati), nelle sedute del 19 e 20 aprile 2017, e udita la relatrice, on. Anna Ascani, alla cui illustrazione (della seduta del 19 aprile 2017) si rinvia integralmente;
   considerato, in via preliminare, che il DEF (previsto dall'articolo 10 della legge di contabilità, n. 196 del 2009, non modificata sul punto dalla legge n. 163 del 2016) è il documento con cui il Governo presenta al Parlamento le proprie priorità e strategie economiche a media e lunga scadenza. Esso si compone di tre sezioni, dedicate rispettivamente alla stabilità dell'Italia, all'analisi e alle tendenze della finanza pubblica e al programma nazionale di riforma;
   tenuto conto che il DEF è, pertanto, il principale strumento di indirizzo sulla programmazione e sulla politica economica e che la Commissione Cultura intende contribuire alla definizione dei contenuti della risoluzione con cui esso verrà approvato dall'Assemblea della Camera;
   ritenuto che, nella terza parte del DEF (quella di prospettiva), è contenuta una ricognizione dei risultati conseguiti dalla politica del Governo nei settori della scuola, dell'università e della ricerca, anche alla luce delle osservazioni svolte dalla Commissione europea nella Relazione per Paese, relativa all'Italia, pubblicata il 22 febbraio 2017;
   condiviso l'obiettivo per cui, per sostenere crescita e produttività nel medio e lungo termine, è necessario continuare a sviluppare il capitale umano, promuovendo il miglioramento dell'istruzione, lo sviluppo della ricerca tecnologica e l'avanzamento della scienza e della cultura, come anche sottolineato nelle Raccomandazioni del Consiglio sulla politica economica Pag. 36della zona Euro per il 2017 (COM (2016) 726), approvate il 16 novembre 2016, le quali pongono enfasi sull'importanza di un sistema di istruzione e formazione efficienti e di qualità;
   osservato che a questo proposito merita ricordare che nella legge di Bilancio per il 2017 (n. 232 del 2016) è contenuta una serie di disposizioni finanziarie in favore di un effettivo diritto allo studio, mediante l'introduzione della cosiddetta no tax area per gli studenti universitari provenienti da famiglie meno abbienti; e che concrete misure di sostegno al diritto allo studio per le scuole sono state di recente introdotte nel decreto attuativo della legge n. 107 del 2015 proprio in questa materia;
   considerato, altresì, che nel medesimo contesto occorre proseguire sulla strada della messa in sicurezza degli edifici scolastici, specie nelle zone di recente colpite dal terremoto;
   ritenuto, sul piano più generale, che il Governo resta positivamente orientato ad attribuire a tutto il mondo culturale un valore strategico ai fini della complessiva elevazione del Paese, poiché – per esempio – investire sulla scuola produce benefici sui beni culturali e viceversa, così come risollevare i livelli di lettura significa alzare una colmata che solleva anche i consumi culturali, quali cinema e teatro, a proposito dei quali provvedimenti legislativi di sostegno e riforma (collegati alla manovra finanziaria dell'anno scorso) sono entrati in vigore (come la legge sul cinema n. 200 del 2016) o sono in corso di esame (vedi l'atto Senato sullo spettacolo dal vivo 2287-bis);
   valutato altresì con favore il prolungamento dell'iniziativa della Card per i consumi culturali dei neo diciottenni, sintomo della consapevolezza che per il rilancio del settore culturale è cruciale lo stimolo della domanda e non solo la promozione dell'offerta,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   si provveda a:
    1) potenziare gli interventi di orientamento formativo, a tutti i livelli di istruzione;
    2) favorire l'incremento del numero di laureati, al fine di evitare che l'Italia continui ad occupare una posizione di coda negli obiettivi ufficiali del 2020;
    3) favorire l'internazionalizzazione del sistema di ricerca e formazione terziaria;
    4) persistere nell'impegno di ridurre la percentuale di abbandono scolastico, con particolare riguardo alle persone nate fuori dall'Unione europea, e ad adottare misure di contrasto della dispersione e dell'insuccesso universitario;
    5) accrescere le competenze degli adulti, anche in relazione alla precedente finalità di innalzare la quota dei giovani italiani che conseguono un titolo di istruzione terziaria;
    6) incrementare le risorse destinate agli investimenti in ricerca e sviluppo, comprendendovi quelle destinate alla spesa per l'istruzione terziaria, che – in percentuale al PIL – è la più bassa d'Europa, e potenziare e dare stabilità agli interventi per contrastare la sensibile diminuzione di professori e ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca;
    7) verificare le possibilità di rendere strutturale l'istituto della Card dei consumi culturali dei neo diciottenni;
    8) collegare alla manovra di finanza pubblica l'atto Camera 1504 e abbinata, sulla promozione della lettura, in via di approvazione dalla Camera.

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VIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Ambiente, territorio e lavori pubblici)

(Relatore: TINO IANNUZZI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La VIII Commissione,
   esaminato il Documento di Economia e Finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) con i relativi allegati;
   ritenuto condivisibile che, a fronte della carenza di capacità di valutazione e progettazione delle stazioni appaltanti e delle pubbliche amministrazioni che programmano e finanziano la realizzazione di opere pubbliche, il Governo intende costituire organismi che a livello centrale svolgano attività di supporto tecnico e valutativo alle amministrazioni anche locali;
   considerato che particolare rilievo assume la questione essenziale ed urgente di prevedere meccanismi efficaci e permanenti per finanziare la progettazione esecutiva da parte degli enti locali, che molto spesso non sono in condizioni di bilancio per poter anticipare i costi, comunque consistenti, necessari per predisporre progetti esecutivi da porre a base delle gare di appalto pubblico, secondo la giusta innovazione introdotta dal nuovo codice degli appalti;
   condivise le linee strategiche delineate nell'allegato al Documento di economia e finanza denominato «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture», per l'individuazione dei fabbisogni infrastrutturali al 2030, che costituiranno parte integrante del primo Documento pluriennale di pianificazione – DPP, nell'ambito dei quali giustamente specifica rilevanza è attribuita agli interventi di manutenzione e adeguamento della rete stradale e al ripristino e alla messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico, che devono costituire una priorità nella politica infrastrutturale del Paese;
   apprezzate favorevolmente le azioni da attivare nel periodo 2017-2020 per perseguire gli obiettivi di maggiore efficienza degli investimenti pubblici e con adeguata attenzione alla fattibilità economico-finanziaria Pag. 38delle opere, quali in particolare la definizione di un percorso di accompagnamento e di sostegno agli enti locali, per assicurare la piena e tempestiva applicabilità delle nuove regole del Codice dei contratti pubblici, la soluzione di alcune criticità legate alle centrali uniche di committenza, il rafforzamento dello strumento del partenariato pubblico privato (PPP), l'investimento in risorse aggiuntive da destinare alla progettazione definitiva ed esecutiva delle opere;
   sottolineato che devono essere centrali nella politica del Paese, attraverso adeguati interventi ed investimenti, l'ammodernamento ed il potenziamento delle reti infrastrutturali nel Mezzogiorno, al fine di colmare il gap che continua ad esistere fra le diverse aree territoriali e che ostacola e penalizza la crescita del Sud, con effetti negativi per l'intero Paese;
   valutato altresì positivamente che:
    lo stesso PNR include, tra le misure adottate nel 2016, quelle importanti e riguardanti il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia e, tra quelle in avanzamento da adottare entro il mese di maggio 2017, l'adozione dei D.P.C.M. di ripartizione del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese;
    il PNR prevede che, nel periodo 2017-2020, siano attivate misure di prevenzione sismica del patrimonio edilizio abitativo e produttivo, attraverso il progetto Casa Italia e l'applicazione sempre più estesa delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione ai fini del miglioramento o dell'adeguamento antisismico (cosiddetto sisma bonus);
    tra gli strumenti d'azione strategici, il DEF 2017 annovera la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile 2017-2030, che rappresenta lo strumento attraverso il quale si intende dare attuazione a livello nazionale all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, nonché gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), tra i quali sono incluse le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti, per la cui riduzione rivestono un ruolo importante talune misure, tra le quali innanzitutto la stabilizzazione e il potenziamento del cd. «ecobonus», misura sulla quale l'VIII Commissione da sempre pone un'attenzione strategica;
    tali indicatori di benessere equo e sostenibile debbono essere un effettivo ed imprescindibile elemento di orientamento delle politiche pubbliche, per poter incidere sulle scelte di fondo del Paese;
   ritenuto che:
    andrebbe valutata la possibilità di introdurre nella normativa vigente sull'ecobonus alcuni circoscritti elementi integrativi, a cominciare dalla possibilità per gli interessati di cedere anche a istituti di credito ed intermediari finanziari il credito di imposta riguardante la riqualificazione energetica, al fine di rendere la misura più efficace e incisiva e di rafforzarne l'applicazione, nonché di estendere l'ambito di applicazione all'adozione di misure antisismiche (cosiddetto sisma bonus);
    andrebbe valutata l'opportunità di ricomprendere fra gli interventi che beneficiano degli incentivi attualmente previsti per la riqualificazione energetica, anche quelli di bonifica degli edifici dall'amianto, qualora tali operazioni siano effettuate contestualmente e in dipendenza da interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio;
    andrebbe valutata l'opportunità di ricomprendere fra gli interventi che beneficiano degli incentivi attualmente previsti per le ristrutturazioni edilizie, anche le spese effettuate per la classificazione e certificazione statica e sismica degli immobili adibiti ad abitazione principale, a seconda abitazione o ad attività produttive, ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, a prescindere dalla realizzazione degli interventi medesimi;Pag. 39
    andrebbe valutata l'ipotesi di prevedere la medesima detrazione di imposta per le spese sostenute relative ad interventi di carattere straordinario effettuati sulle pertinenze di fabbricati già esistenti, relativi alla sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari, anche mediante la realizzazione o l'adeguamento di impianti di irrigazione, nonché relative a lavori di restauro e recupero del verde relativo a giardini di interesse storico e artistico;
   apprezzato che:
    il PNR presta particolare attenzione al Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico varato nel 2015, in attuazione del quale a marzo 2017 sono stati stanziati due miliardi che finanzieranno cinquecento progetti di intervento, di cui l'80 per cento è destinato alle regioni del Sud e il 20 per cento alle regioni del Centro-Nord;
    nel cronoprogramma si prevede l'approvazione entro il 2017 del progetto di legge contenente la riforma della governance dei parchi e delle aree protette, all'esame dell'Assemblea della Camera (A.C. 4144-A), nell'ambito del quale è stata reinserita la delega per l'introduzione di un sistema di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali;
    nel PNR si fa riferimento alla fase di definizione della Strategia Energetica Nazionale (SEN), che costituirà anche la base per il Piano da inviare alla Commissione europea nel 2018, nel segno della nuova governance dell'energia, con riferimento agli obiettivi europei al 2030 in termini di fonti rinnovabili, efficienza energetica e riduzione CO2,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) si prevedano meccanismi efficaci e permanenti per finanziare la progettazione esecutiva da parte degli enti locali, in considerazione delle particolari condizioni di bilancio in cui versano gli stessi enti locali che non consente loro di anticipare i costi, comunque consistenti, necessari per predisporre progetti esecutivi da porre a base delle gare di appalto pubblico;
   2) si preveda la detrazione fiscale del 65 per cento per interventi relativi a operazioni di bonifica dall'amianto, escluse quelle agevolate ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, lettera l) del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, qualora tali operazioni siano effettuate contestualmente e in dipendenza da interventi finalizzati al miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio;
   3) si preveda la detrazione fiscale del 50 per cento per le spese relative ad interventi di carattere straordinario effettuati sulle pertinenze di fabbricati di qualsiasi tipo già esistenti, riguardanti la sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari; in particolare per la fornitura e messa a dimora di piante o arbusti di qualsiasi genere e per la riqualificazione di tappeti erbosi, con esclusione di quelli utilizzati per uso sportivo con fini di lucro, anche mediante la realizzazione o l'adeguamento di impianti di irrigazione, nonché per lavori di restauro e recupero del verde inerenti a giardini di interesse storico e artistico;
   4) si ricomprenda fra gli interventi che beneficiano degli incentivi attualmente previsti per le ristrutturazioni edilizie anche le spese effettuate per la classificazione e certificazione statica e sismica degli immobili adibiti ad abitazione principale, a seconda abitazione o ad attività produttive, ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, a prescindere dalla realizzazione degli interventi;
   5) si preveda la possibilità per gli interessati di cedere anche a istituti di credito ed intermediari finanziari il credito di imposta riguardante la riqualificazione energetica e l'adozione di misure antisismiche; Pag. 40
   6) sia potenziata l'attività di riqualificazione del patrimonio edilizio destinato all'istruzione, sotto il profilo della messa in sicurezza, dell'agibilità e della funzionalità;
   7) nell'ambito della definizione di nuovi criteri di sostegno alle energie rinnovabili, si definiscano misure volte a favorire meccanismi di autoproduzione per cittadini, imprese ed enti pubblici;
   8) nella ridefinizione delle strategie infrastrutturali, oggetto dei nuovi strumenti di programmazione disciplinati nel decreto legislativo n. 50 del 2016, si tengano nella necessaria considerazione le esigenze di riequilibrio territoriale, al fine di recuperare il deficit infrastrutturale delle diverse aree geografiche del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e promuovere la coesione economica e sociale, e le esigenze di potenziamento delle infrastrutture, anche alla luce della situazione di emergenza legata ai flussi migratori nel Mediterraneo;
   9) si definiscano maggiori interventi e risorse per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, delle aree urbane e dei comuni capoluogo di provincia.

Pag. 41

IX COMMISSIONE PERMANENTE
(Trasporti, poste e telecomunicazioni)

(Relatore: GAROFALO)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La IX Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) e i relativi Allegati,
   premesso che, con riguardo al quadro macroeconomico e finanziario descritto:
    si evidenziano segnali di miglioramento della congiuntura nonché l'ingresso per l'economia italiana nel terzo anno di ripresa, con un tasso di crescita dello 0,9 per cento in termini reali, quindi lievemente superiore anche a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 ( 0,8 per cento). Inoltre, le stime di crescita sono fissate all'1,1 per cento, anche in questo caso con un lieve rialzo dello 0,1 per cento rispetto alle previsioni della citata Nota di aggiornamento, mentre per il 2018 si stima – in un'ottica prudenziale – un tasso di crescita intorno all'1 per cento;
    la pressione fiscale si riduce dal 43,3 per cento del 2015 al 42,9 per cento del 2016 e, al netto degli effetti del cosiddetto bonus 80 euro, risulterebbe pari al 42,3 per cento nel 2016 mentre le previsioni evidenziano una riduzione fino al 42,4 per cento entro il 2020, con un livello minimo del 42,3 per cento nel 2017;
    si prevede per il 2017 la riduzione dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni dal 2,4 per cento del 2016 (2,7 per cento nell'anno 2015) al 2,3 per cento del PIL (39,6 miliardi) per poi conseguire il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 ( 0,1 per cento) che nel 2020 (0,0 per cento);
    si scontano nel 2017 gli effetti delle misure correttive (0,2 per cento del PIL) che il Governo si è impegnato ad approvare lo scorso febbraio così da portare, nel 2017, il livello dell'indebitamento netto al –2,1 per cento (rispetto al –2,3 per cento del Documento programmatico di bilancio 2017), misure che, ancorché non indicate puntualmente nel DEF, vengono dichiarate Pag. 42dal Governo come aventi natura strutturale, tali da avere una portata correttiva di quasi lo 0,3 per cento di PIL sugli anni successivi;
   rilevato che, per quanto concerne gli aspetti di specifica competenza della Commissione oggetto del DEF e dell'Allegato III «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture»:
    il DEF 2017 si muove in linea di continuità con l'analogo documento riferito all'anno precedente nella definizione delle principali strategie relative alla politica infrastrutturale e dei trasporti;
    segnatamente il Paragrafo III, denominato «investimenti e politiche settoriali» dà conto della riforma della pianificazione, programmazione e progettazione delle infrastrutture avviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (che supera l'impostazione precedente della «Legge Obiettivo»), basata su due pilastri – la rinnovata centralità della pianificazione strategica e la valutazione ex-ante delle opere – supportati dai due nuovi strumenti di pianificazione, programmazione e progettazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese: il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) e il Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP);
    l'Allegato III «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture» – nelle more della definizione del nuovo PGTL e del varo del primo DPP – anticipa le linee strategiche del settore, volte a privilegiare opere infrastrutturali utili, snelle e condivise, che perseguano l'integrazione modale e l'intermodalità, in attuazione di quattro obiettivi strategici: accessibilità ai territori, qualità della vita e competitività delle aree urbane, sostegno alle politiche industriali di filiera, mobilità sostenibile e sicura;
    con riguardo all'obiettivo strategico di accessibilità ai territori, viene in rilevo lo sviluppo dei servizi passeggeri ad alta velocità, per il quale il modello sinora perseguito, basato sulla realizzazione di nuove linee dedicate viene considerato nel DEF non replicabile all'infinito, occorrendo invece privilegiare le possibilità di upgrading della rete esistente per l'accessibilità delle regioni non direttamente connesse al sistema AV;
    con particolare riguardo alla competitività delle aree urbane, nella sua accezione di implementazione del trasporto pubblico locale, si evidenzia che nell'elenco delle azioni strategiche del PNR 2017 figura il completamento della riforma dei servizi pubblici locali (tra i quali è ricompreso il TPL) entro il 2017, le cui misure attuative, a seguito della pronuncia di illegittimità costituzionale n. 251 del 2016, non si sono tuttavia trasfuse in un decreto legislativo, ma che – secondo quanto riferito nel testo – saranno recuperate «attraverso veicolo normativo apposito»; al riguardo, oltre a richiamare gli stanziamenti per il rinnovo del parco rotabile su gomma, il documento individua due strategie di intervento: il Piano Metro per le aree metropolitane (con una dotazione pari a 1218 milioni di euro per 21 interventi nelle aree metropolitane) e la Strategia nazionale per il rinnovo del materiale rotabile per il TPL (nel quadriennio 2017-2020 entreranno in circolazione 210 nuovi treni, e circa 10.000 nuovi autobus sostituiranno il parco mezzi obsoleto cui si connette la procedura Consip in corso per l'acquisto centralizzato di 1.600 nuovi autobus del valore di 255 milioni di euro complessivi);
    il PNR descrive il filone di intervento in fase di realizzazione denominato «cura del ferro e dell'acqua», concernente gli incentivi al trasporto sostenibile attraverso il ricorso al trasporto ferroviario e marittimo per i traffici su scala nazionale ed internazionale, riaffermando l'impegno dell'Esecutivo a proseguire nella politica di incentivi, rafforzandone l'efficacia;
    con riferimento al trasporto marittimo si fa specifico riferimento all'incremento di risorse per il completamento Pag. 43degli investimenti ai nodi-porti, interporti e piattaforme del Sud, finalizzato al potenziamento del livello di servizio sulla rete logistica nazionale e in ottemperanza all'imperativo di ridurre il divario digitale con le regioni del Mezzogiorno d'Italia;
    con riferimento al settore aereo sono indicati quattro programmi fondamentali: il programma cargo aereo, lo sviluppo dell'accessibilità su ferro, interventi per ottimizzare la capacità air side, realizzazione di nuove piste e aumento del livello di sicurezza e comfort,
    quanto al settore stradale e autostradale si menziona, tra le iniziative in fase di sviluppo, la trasformazione digitale delle infrastrutture di trasporto attraverso le Smart Road, come strumento di sensibile miglioramento della sicurezza stradale e dell'efficienza della mobilità;
    viene aggiornato il Sistema nazionale integrato dei trasporti (SNIT), fermo al 2001, recante il quadro delle infrastrutture di trasporto di 1o livello e di 2o livello dedicate allo svolgimento di servizi di preminente interesse nazionale ed internazionale nonché l'analisi dei fabbisogni per le infrastrutture di 1o livello;
    l'Allegato III è corredato dell'elenco dei programmi prioritari di intervento nel settore delle ferrovie, delle strade, degli aeroporti nonché nelle 14 città metropolitane appendice 1) e dell'elenco degli interventi prioritari (appendice 2);
    tra le azioni definite prioritarie dal programma nazionale delle riforme (PNR) vengono indicati sia il percorso di liberalizzazioni recato dal disegno di Legge Annuale per la Concorrenza 2015 sia il processo di privatizzazione di società controllate dallo Stato con l'obiettivo di conseguire entrate pari ad almeno lo 0,3 per cento del PIL;
    uno specifico paragrafo del PNR («PA digitale») è dedicato poi all'attuazione dell'Agenda digitale; al riguardo nella Appendice A del PNR, recante il cronoprogramma del Governo è richiamato il Piano banda ultra larga (obiettivo entro il 2020: copertura fino all'85 per cento della popolazione con connettività di almeno 100Mbps) con tempistica 2015 – 2020, e, nell'appendice C, si comunica la pubblicazione dei due bandi per la realizzazione della rete nelle aree bianche ossia a fallimento di mercato, raggruppate nei cluster C e D,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di evidenziare al Governo le seguenti priorità relative al settore dei trasporti:
    1) si dia priorità alla definizione dei nuovi strumenti programmatori – prevedendo un adeguato coinvolgimento delle competenti Commissioni parlamentari nella fase di loro elaborazione – e con riferimento ai citati obiettivi strategici:
     quanto all'accessibilità dei territori, si abbia cura di evitare che la nuova strategia volta a privilegiare le possibilità di upgrading della rete esistente per l'accessibilità delle regioni non direttamente connesse al sistema AV – pur meritoriamente ispirata da una logica di contenimento di costi e tempi – penalizzi ulteriormente il Mezzogiorno, senza affrontare adeguatamente la tradizionale carenza infrastrutturale. Peraltro, nel DEF si individua come macropriorità il collegamento del sistema infrastrutturale nazionale con l'Europa e con il Mediterraneo, principalmente con le reti europee TEN-T, il completamento della cui rete centrale, o rete Core, è prevista al 2030 e tra le quali ultime rientra la direttrice ferroviaria Napoli-Palermo, cui occorre dare massimo impulso, affrontando con soluzioni convincenti la questione dell'attraversamento dello Stretto per la quale nella tabella in cui sono elencati gli «interventi prioritari» (Appendice 2), viene indicato un mero progetto di fattibilità «finalizzato a verificare Pag. 44le possibili opzioni di attraversamento sia stabili che non stabili»;
     quanto al sostegno alle politiche industriali di filiera, si dia particolare attenzione al Piano straordinario della Mobilità Turistica, quale strumento di fondamentale importanza per superare le criticità relativa all'accessibilità delle aree a vocazione turistica, che riguarda principalmente le zone del Sud Italia;
     quanto all'obiettivo di rafforzare la competitività delle aree urbane sulla base dell'esperienza maturata e delle criticità emerse in sede di attuazione delle leggi n. 211 del 1992 e della cosiddetta «legge Obiettivo» del 2001, abbia cura il Governo di individuare strumenti di attuazione degli interventi programmati che favoriscano un rapido ed efficace impiego delle risorse stanziate valutando anche l'attribuzione all'Amministrazione centrale dello Stato di un ruolo di decisivo impulso, eventualmente ipotizzando strumenti di pianificazione nazionale da concordare con le autonomie territoriali competenti;
     quanto all'obiettivo della mobilità sostenibile e sicura, si dia attuazione prioritaria agli interventi programmati per lo sviluppo di mezzi di trasporto rapido di massa di persone e merci che consenta di dare risposte efficaci alla questione di tutela ambientale, nonché gli interventi volti alla realizzazione dei percorsi ciclistici, adesso inseriti nell'ambito delle infrastrutture di primo livello del nuovo Sistema nazionale integrato dei trasporti (SNIT);
     con riferimento allo sviluppo del trasporto pubblico locale ed alla sua preannunciata riforma mediante uno strumento normativo in corso di definizione, si abbia cura, da un lato, di garantire un flusso di risorse adeguato all'obiettivo dichiarato di una sua significativa implementazione e, dall'altro lato, di recepire nel nuovo provvedimento le indicazioni formulate dalla Commissione in relazione allo schema di decreto legislativo attuativo della cosiddetta Legge Madia, non entrato in vigore a seguito della pronuncia di illegittimità costituzionale n. 251 del 2016;
     con riguardo alla politica di investimenti e incentivi al trasporto sostenibile marittimo («cura dell'acqua»), si proceda all'attuazione di un vero e proprio piano di rilancio degli scali portuali e dei collegamenti marittimi, assicurando la rapida cantierizzazione e conclusione delle opere pubbliche a supporto della funzionalità delle aree portuali, attraverso la piena disponibilità e l'efficace utilizzo dei fondi, anche di carattere strutturale, necessari per la realizzazione degli interventi programmati;
    2) quanto al settore stradale e autostradale si richiami il Governo ad un forte impegno funzionale a perseguire un processo di modernizzazione e digitalizzazione delle infrastrutture trasportistiche e principalmente di quelle stradali, che comportano un sensibile miglioramento della sicurezza stradale e dell'efficienza della mobilità, anche alla luce dei recenti incidenti verificatisi sulla rete stradale;
    3) con specifico riferimento al settore aereo, si attuino interventi volti ad estendere gli oneri di servizio pubblico per garantire collegamenti aerei adeguati a sopperire alle carenze infrastrutturali terrestri, per ridurre il gap competitivo delle regioni meridionali e insulari;
   b) valuti la Commissione di merito l'opportunità di evidenziare al Governo la seguente priorità relativa alla politica di realizzazione delle infrastrutture necessaria all'attuazione dell'Agenda digitale, segnatamente per quanto concerne il Piano banda ultra larga:
    si verifichi l'opportunità di fornire alle competenti Commissioni parlamentari adeguata informazione in merito allo stato di avanzamento delle opere, con particolare riguardo alla percentuale di territorio e di utenza progressivamente raggiunta dal servizio, fino al completamento dell'obiettivo pari alla copertura fino all'85 per cento della popolazione con connettività di almeno 100 Mbps entro il 2020.

Pag. 45

X COMMISSIONE PERMANENTE
(Attività produttive, commercio e turismo)

(Relatore: BENAMATI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La X Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5, e Allegati);
   sottolineato il recupero di capacità competitiva dell'economia italiana, favorito dagli interventi di carattere espansivo adottati dal Governo, armonizzati con l'esigenza di proseguire nel consolidamento dei conti pubblici: il disavanzo è sceso dal 3,0 per cento del PIL nel 2014 al 2,7 nel 2015 fino al 2,4 nel 2016; l'avanzo primario è risultato pari all'1,5 per cento del PIL nel 2016;
   rilevato che tra il 2009 e il 2016 l'Italia risulta il Paese dell'Eurozona che assieme alla Germania ha mantenuto l'avanzo primario in media più elevato e tra i pochi ad aver prodotto un saldo positivo, a fronte della gran parte degli altri Paesi membri che invece hanno visto deteriorare la loro posizione nel periodo;
   valutata positivamente la politica di bilancio che ha dato priorità agli interventi che favoriscono investimenti, produttività e coesione sociale; osservato che la scelta di impiegare l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione di imposte ha consentito, insieme al rafforzamento della crescita, di ridurre significativamente la pressione fiscale dal 43,6 del 2013 al 42,3 per cento del 2016 e che, in aggiunta agli sgravi a favore delle famiglie, si è abbassata l'aliquota fiscale totale per le imprese tramite gli interventi su IRAP (2015), IMU (2016) e IRES (2017);
   rilevato che l'obiettivo prioritario del Governo – e della politica di bilancio delineata nel DEF 2017 – resta quello di innalzare stabilmente la crescita e l'occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche;
   osservato che nella seconda metà del 2016 la crescita ha ripreso slancio, beneficiando del rapido aumento della produzione industriale e, dal lato della domanda, Pag. 46di investimenti ed esportazioni e che il Piano Industria 4.0 – basato su incisivi interventi a sostegno della produttività, della flessibilità e della competitività – intende favorire un cambiamento produttivo e tecnologico del sistema industriale italiano orientando altresì le energie delle imprese verso la crescita dimensionale e l'internazionalizzazione;
   condivisa l'esigenza di approvare il disegno di legge annuale per la concorrenza 2015 all'esame del Senato, e di predisporre velocemente il nuovo disegno di legge annuale per il 2017 al fine di aprire maggiormente al mercato diversi settori (dai servizi professionali, al commercio al dettaglio, ai servizi pubblici locali), con l'obiettivo di apportare benefici apprezzabili dai cittadini in termini di maggiore offerta, investimenti, produttività e crescita;
   valutato positivamente l'obiettivo, inserito nel cronoprogramma delle riforme, di una riduzione del costo dell'energia che potrà consentire un recupero di competitività, allineando l'Italia al resto dei Paesi europei,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) in riferimento agli obiettivi di riduzione della pressione fiscale complessiva, segnali la Commissione di merito al Governo l'utilità della compiuta integrazione nel ciclo di bilancio dei meccanismi di revisione e riqualificazione della struttura della spesa pubblica, nonché del più attento monitoraggio dell'avanzamento dei processi di contrasto e recupero di evasione ed elusione fiscale, in particolare nell'ambito IVA, e ciò anche con specifico riferimento al disinnesco strutturale delle clausole di salvaguardia in materia di IVA ed accise, previste a legislazione vigente;
   b) in riferimento al processo di avanzamento del programma di privatizzazioni e pur tenendo presenti le Raccomandazioni del Consiglio europeo del luglio 2016 circa il loro concorso all'accelerazione della riduzione del debito pubblico, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza della prioritaria valutazione della loro opportunità alla luce degli obiettivi strategici della politica industriale del sistema Paese;
   c) in riferimento al progetto di «Industria 4.0», segnali la Commissione di merito al Governo l'opportunità del più attento monitoraggio del suo avanzamento e del suo impulso all'adeguamento del sistema produttivo italiano ai nuovi paradigmi di competitività tecnologica ed organizzativa;
   d) in riferimento alle esigenze di accrescimento delle dimensioni medie del sistema produttivo italiano, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza di un'azione coordinata che valorizzi e metta a sistema meccanismi di aggregazione di rete e di filiera, opportunità di sostegno alla partecipazione all'export e all'innovazione, strumenti di accesso al credito (a partire dal Fondo centrale di garanzia) e ai mercati finanziari;
   e) in riferimento agli obiettivi di avanzamento dei processi di apertura dei mercati, segnali la Commissione di merito al Governo l'opportunità di una preliminare ed attenta selezione degli obiettivi prioritari d'intervento dello strumento della Legge annuale per la concorrenza e della compiutezza dei conseguenti approcci settoriali anche al fine dell'accelerazione dei percorsi legislativi di riforma;
   f) in riferimento alle politiche di coesione ed alla nuova esperienza del Masterplan per il Mezzogiorno e dei Patti per il Sud, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza della crescente integrazione di tali strumenti (anzitutto sotto il profilo della addizionalità delle risorse) con le politiche ordinarie delle pubbliche amministrazioni e con un più generale rafforzamento degli investimenti pubblici, anche attraverso la rivisitazione di procedure e meccanismi di finanziamento;Pag. 47
   g) in riferimento alle politiche energetiche, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza che, a partire dall'annunciato «decreto energia», trovino soluzione complessiva le questioni aperte relative ai sistemi elettrico e del gas (dalla struttura del mercato elettrico al corridoio di liquidità per il gas e ai nuovi criteri di sostegno per le fonti rinnovabili) in coerenza con quanto previsto nella revisione della SEN e nelle nuove normative europee in corso di adozione, e ciò al fine di contenere i costi energetici per aziende e cittadini.

Pag. 48

XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)

(Relatrice: GNECCHI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La XI Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) e i relativi allegati;
   osservato che il Documento dà conto del miglioramento del contesto macroeconomico, evidenziando che il nostro Paese è entrato nel terzo anno di una ripresa che fa segnare risultati positivi, ancorché abbia un andamento più graduale rispetto a quelli registrati nei precedenti cicli economici, anche a causa della presenza di fattori di incertezza a livello internazionale e continentale, derivanti dall'attuale situazione geopolitica, con particolare riferimento alle conseguenze di medio termine dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e alle questioni poste dalla possibile adozione di politiche commerciali restrittive da parte della nuova amministrazione statunitense;
   considerato che, nell'ambito di tale contesto, il Documento, pur in presenza di aspettative positive delle imprese e delle famiglie, si attesta su una previsione di crescita tendenziale del prodotto interno lordo che, a fronte dello 0,9 per cento registrato nell'esercizio appena concluso, salirebbe all'1,1 per cento nell'anno in corso, per poi passare all'1 per cento nell'anno 2018 e risalire, in ciascuno degli anni 2019 e 2020, all'1,1 per cento;
   rilevato come, in tale quadro tendenziale, le politiche di bilancio perseguite dal Governo e delineate nel Documento in esame si muovano lungo una direttrice di sostanziale continuità con le scelte compiute negli esercizi appena trascorsi, a partire dal 2014, intendendo coniugare l'obiettivo dello stabile innalzamento della crescita economica e dell'occupazione, in particolare attraverso l'alleviamento del carico fiscale e il rilancio degli investimenti, con il perseguimento della stabilità delle finanze pubbliche e del consolidamento di bilancio;Pag. 49
   osservato che, sul piano programmatico, il Documento considera, in primo luogo, le misure di politica fiscale e controllo della spesa di imminente attuazione, che ridurranno l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in misura pari allo 0,2 per cento del prodotto interno lordo nel 2017 in termini strutturali, in particolare attraverso interventi volti, sul versante delle entrate, a recuperare base imponibile e ad accrescere la fedeltà fiscale nonché, sul versante delle uscite, attraverso misure di controllo della spesa che si concentreranno essenzialmente sugli stanziamenti di alcuni fondi previsti dalla legislazione vigente;
   segnalato, altresì, che, nell'impostazione della legge di bilancio per il 2018, l'Esecutivo intende disattivare le clausole di salvaguardia poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica, che prevedono un incremento delle aliquote IVA e delle accise, sostituendole con nuove misure sia sul lato delle entrate sia su quello della spesa, che comprenderanno ulteriori interventi di contrasto all'evasione fiscale e realizzeranno una revisione della spesa, che sarà agevolata anche dalla riforma delle procedure di formazione del bilancio;
   considerato che, sul piano macroeconomico, tali scelte di politica di bilancio si traducono in una previsione programmatica della crescita pari a quella tendenziale nell'anno 2018 e nell'anno 2020, mentre nell'anno 2019 la crescita sarebbe pari all'1 per cento, contro l'1,1 per cento previsto nell'ambito del quadro tendenziale;
   evidenziato che il Documento sottolinea che la fase di moderata ripresa vissuta dall'economia italiana è caratterizzata da un elevato contenuto occupazionale, essendosi registrato un incremento degli occupati di circa 734 mila unità rispetto al punto minimo toccato nel settembre 2013, con una riduzione del numero dei soggetti inattivi e del tasso di disoccupazione;
   osservato che, per quanto attiene agli esercizi futuri, il Documento prevede che, sul piano tendenziale, il tasso di disoccupazione si riduca costantemente e progressivamente nel corso del periodo di riferimento, passando dall'11,7 per cento dell'anno appena concluso all'11,5 per cento nel 2017, all'11,2 per cento nel 2018, al 10,8 per cento nel 2019 e al 10,2 per cento nel 2020;
   rilevato che, sul piano programmatico, si prevede un andamento leggermente migliore a decorrere dal secondo anno del periodo di programmazione, stimandosi un tasso di disoccupazione pari all'11,1 per cento nel 2018, al 10,5 per cento nel 2019 e al 10 per cento nel 2020, anche per effetto della prospettata riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;
   segnalato che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni e quelli attesi nei prossimi esercizi finanziari, il tasso di disoccupazione si manterrà, anche al termine del periodo di previsione, ad un livello ancora sensibilmente più elevato rispetto a quello registrato nel 2008, quando il tasso era pari al 6,7 per cento, a testimonianza delle difficoltà incontrate dal nostro sistema produttivo nel recuperare appieno le negative conseguenze sull'occupazione della recente crisi economica e finanziaria;
   considerato che, anche per quanto attiene al tasso di occupazione dei soggetti tra i 15 e i 64 anni, il quadro tendenziale registra un costante miglioramento, verificandosi una crescita dal 57,2 per cento del 2016 al 57,9 per cento nell'anno in corso, crescita che proseguirà fino al 58,3 per cento nel 2018, al 58,8 per cento nel 2019 e al 59,5 per cento nel 2020, con dati che fanno segnare un progresso anche rispetto ai precedenti documenti programmatici e che, al termine del periodo di programmazione, dovrebbero portare ad un sostanziale allineamento con la situazione anteriore alla crisi;
   osservato che i dati sull'andamento del tasso di occupazione rendono evidente l'esigenza per il nostro Paese di compiere ulteriori sforzi per promuovere il consolidamento Pag. 50della crescita dell'occupazione, in linea con gli obiettivi assunti nell'ambito della Strategia Europa 2020, che prevedono per l'Italia il raggiungimento di un tasso di occupazione, per la popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni, pari al 67-69 per cento;
   evidenziato che, nonostante alcuni positivi progressi, permangono significative criticità con riferimento all'occupazione delle fasce più giovani della popolazione nonché alla presenza femminile nel mondo del lavoro, registrandosi nei dati più recenti rilasciati dall'ISTAT un tasso di disoccupazione del 35,2 per cento nella fascia tra i 15 e i 24 anni di età e del 18,3 per cento nella fascia tra i 25 e i 34 anni di età, nonché tassi di inattività e di disoccupazione, nell'ambito della popolazione femminile, significativamente più elevati di quelli che si riscontrano per la popolazione maschile;
   rilevato che, nell'ambito degli interventi previsti nel quadro del Programma nazionale di riforma, si segnala che sarà cruciale il taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori, precisandosi che il Governo intende dare continuità alla riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese e proseguire con il taglio dei contributi sociali iniziando dalle fasce più deboli (giovani e donne);
   osservato, in particolare, che nella relazione per paese relativa all'Italia per l'anno 2017, comprensiva dell'esame approfondito sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici, elaborata dai Servizi della Commissione europea, si evidenzia che il potenziale di partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane in gran parte sottoutilizzato, con ciò determinandosi un costo economico notevole, considerato anche che le donne hanno livelli di istruzione relativamente superiori a quelli degli uomini e che, secondo le stime disponibili, un aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro fino al livello degli uomini porterebbe ad un innalzamento del 15 per cento del prodotto interno lordo del nostro Paese;
   richiamata l'osservazione contenuta nel parere espresso da questa Commissione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), nella quale si segnalava l'opportunità di individuare, nell'ambito degli interventi volti a ridurre il carico contributivo, indicati nello scenario programmatico, misure permanenti di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, promuovendo in particolare l'applicazione in via strutturale di sgravi contributivi selettivi per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche attraverso una loro rimodulazione atta a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e di qualità, specialmente per le donne e nelle regioni del Mezzogiorno;
   rilevato che, con riferimento alla promozione dell'occupazione femminile, nello schema di Programma nazionale di riforma si prefigura l'adozione, entro l'anno in corso, di misure di sostegno alla famiglia con forme di premialità progressive rispetto al numero dei figli, nonché di interventi mirati sui redditi familiari più bassi per rendere più vantaggioso il lavoro del secondo percettore di reddito e di opportuni sostegni al welfare familiare e assistenziale e all'autoimprenditorialità;
   sottolineato che nella richiamata relazione per paese relativa all'Italia, elaborata dai Servizi della Commissione europea, si evidenzia come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro sia strettamente dipendente dai costi dei servizi per l'infanzia, particolarmente per le donne sposate e con un livello d'istruzione più basso, osservando che la disponibilità di servizi di assistenza abbordabili per i bambini e per gli anziani contribuisce ad accrescere l'occupazione femminile in misura maggiore rispetto all'erogazione di prestazioni in denaro;Pag. 51
   evidenziato che nei servizi di assistenza per bambini e anziani, nelle scuole per l'infanzia e nelle scuole elementari sono normalmente occupate più donne che uomini e che il potenziamento degli orari del tempo pieno e tempo prolungato nelle scuole comporterebbe maggiore occupazione femminile e che, pertanto, l'investimento in tali settori implicherebbe naturalmente anche un aumento dell'occupazione femminile, con benefici effetti sulla dinamica economica e sui livelli di contribuzione;
   viste le proposte contenute nel documento elaborato dal CNEL sulla rimozione dei divari di genere nelle imprese e nel lavoro;
   considerato che, nell'ambito delle indicazioni relative alla strategia di riforma, contenute nella III sezione del Documento, si evidenzia come, a seguito delle riforme adottate nell'ambito del cosiddetto Jobs Act, si renda in questa fase necessario rafforzare le politiche attive del lavoro, con un approccio che tenda ad attribuire al lavoratore interessato un ruolo attivo nella propria ricollocazione o nella ricerca di una occupazione, valutando anche i primi risultati della sperimentazione relativa all'assegno di ricollocazione;
   ricordato, a tale riguardo, che, nell'ambito della raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2016 sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2016 dell'Italia (2016/C 299/01), si invita il nostro Paese ad attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l'efficienza dei servizi per l'impiego;
   segnalata l'opportunità di sostenere il rafforzamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro, istituito in attuazione del decreto legislativo n. 149 del 2015, al fine di garantire il più efficace svolgimento delle sue funzioni di vigilanza in materia di lavoro, contribuzione, assicurazione obbligatoria e di legislazione sociale,
   ricordato che anche nella risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa (2013/2112(INI)) si afferma il ruolo cruciale delle ispezioni sul lavoro nella prevenzione e nel controllo e il loro contributo positivo per il miglioramento delle informazioni e delle competenze all'interno dell'azienda, invitando gli Stati membri ad accrescere le risorse umane e finanziarie per le ispezioni sul lavoro e a raggiungere l'obiettivo di un ispettore ogni 10.000 lavoratori, conformemente alle raccomandazioni dell'OIL;
   rilevato che nella prima sezione del Documento è stata inserita, in via sperimentale, una analisi di indicatori di benessere equo e sostenibile, in vista della piena applicazione delle disposizioni introdotte a questo riguardo nella legge di contabilità e finanza pubblica da parte della legge n. 163 del 2016;
   ritenuto che tali indicatori, che in via provvisoria sono individuati nel reddito medio disponibile, in un indice di disuguaglianza, nel tasso di mancata partecipazione al lavoro e nelle emissioni di CO2 e di altri gas alteranti, potranno costituire un importante parametro per integrare le valutazioni sulle politiche pubbliche, anche in relazione agli obiettivi fissati dalle strategie di sviluppo previste a livello europeo;
   osservato che, per quanto concerne il settore previdenziale, il Documento richiama gli interventi realizzati con la legge di bilancio per il 2017, volti a rendere più equo e flessibile il sistema derivante dalla manovra economica del 2011, nonché, sul piano programmatico, indica come obiettivi l'attuazione delle misure già adottate, nonché ulteriori interventi tesi al rafforzamento dei percorsi contributivi dei lavoratori discontinui e al potenziamento del secondo pilastro previdenziale;
   considerato, su un piano generale, che, nelle consuete analisi relative all'impatto dell'invecchiamento della popolazione Pag. 52sulla sostenibilità della finanza pubblica nel lungo periodo e alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano, contenute nelle prime due sezioni del Documento, si dà conto dell'andamento complessivo della spesa pensionistica, evidenziandosi, in particolare, che l'effetto del processo di riforma attuato a partire dal 2004 porterà l'età media del pensionamento a circa 64 anni nel 2020, a 67 anni nel 2040 e a circa 68 anni nel 2050, con una riduzione cumulata dell'incidenza della spesa previdenziale pari a circa 60 punti percentuali del prodotto interno lordo fino al 2050, dei quali circa un terzo sarebbe riferibile agli interventi previsti nel decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
   rilevato che, come già evidenziato in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2016, occorre considerare, anche ai fini di una adeguata comparazione a livello internazionale, che i dati relativi all'incidenza della spesa previdenziale sul prodotto interno lordo, che nel suo momento di massima espansione, tra il 2035 e il 2040, raggiungerebbe il 15,9 per cento, sono comprensivi delle imposte dovute su tali redditi, che nel nostro Paese sono più gravose che in altri Stati e ammontano complessivamente a oltre 40 miliardi di euro;
   osservato come la sostanziale stabilità del sistema previdenziale abbia consentito di adottare nell'ambito della legge di bilancio per il 2017 alcuni interventi correttivi, volti in particolare ad aumentare i trattamenti pensionistici di importo più contenuto e a facilitare, per specifiche categorie di lavoratori, l'accesso al pensionamento con requisiti più favorevoli rispetto a quelli previsti in via generale, senza tuttavia modificare l'impianto del sistema risultante a seguito degli interventi adottati dal decreto-legge n. 201 del 2011;
   ritenuto che, anche alla luce del monitoraggio delle misure previste dalla legge di bilancio per il 2017, si renda necessario proseguire nel dialogo con le parti sociali, tenendo conto degli indirizzi contenuti nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo, CGIL, CISL e UIL, a seguito di una lunga e approfondita discussione sulle problematiche aperte in campo previdenziale;
   rilevato che, nel quadro dell'attuazione dell'obiettivo n. 8 «Contrasto alla povertà» della Strategia Europa 2020, il quale richiede, entro il 2020, di sottrarre a livello nazionale 2.200.000 persone da condizioni di povertà o deprivazione, nonché della raccomandazione specifica per il nostro Paese, relativa all'adozione e attuazione di una strategia nazionale di lotta contro la povertà e alla razionalizzazione della spesa sociale, assuma valore prioritario la celere attuazione delle deleghe di cui alla legge 15 marzo 2017, n. 33;
   evidenziato che, per quanto riguarda il lavoro pubblico, nel Documento si evidenza che il completamento e l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione entro l'anno in corso rappresentano un obiettivo chiave del Governo, poiché da essa dipendono un migliore ambiente imprenditoriale, maggiori investimenti e la crescita della produttività;
   considerato che un elemento cruciale per il successo del processo di riforma intrapreso con l'adozione della legge 7 agosto 2015, n. 124, è costituito dalla valorizzazione delle risorse umane che prestano servizio presso le pubbliche amministrazioni, che dovrà realizzarsi attraverso un insieme coordinato di interventi sull'organizzazione delle amministrazioni, sulle modalità di reclutamento, sulla disciplina dei rapporti di lavoro, sulle relazioni sindacali e sui trattamenti economici;
   rilevato che il Documento indica che nel 2016 la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è tornata a crescere, dell'1,3 per cento rispetto all'anno precedente, dopo le riduzioni dello 0,9 e dello 0,8 per cento registrate, rispettivamente, nel 2015 e nel 2014, essenzialmente per effetto dei provvedimenti relativi alla cosiddetta «Buona Pag. 53scuola» e ai contributi straordinari erogati, sulla base della legge di stabilità 2016, al personale dei comparti sicurezza e difesa e dei Vigili del fuoco;
   evidenziato, tuttavia, che l'incidenza della spesa per prestazioni di lavoro pubblico nel medesimo anno 2016 cala al 9,8 per cento del prodotto interno lordo, a fronte del 10,9 per cento registrato nel 2009, per l'effetto congiunto dei provvedimenti volti a contenere le retribuzioni e a limitare il turnover nelle pubbliche amministrazioni;
   rilevato che gli interventi previsti nell'ambito della legge di bilancio per il 2017, che prevedono, tra l'altro, lo stanziamento di ulteriori risorse per il rinnovo contrattuale del personale del pubblico impiego per il triennio 2016-2018, contribuiranno nel 2017 all'incremento della spesa per redditi da lavoro dipendente delle pubbliche amministrazioni, valutato in circa 2,6 miliardi di euro rispetto all'anno 2016;
   considerato che il 30 novembre 2016 Governo e organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo nel quale, per la parte economica, si garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea con quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e, comunque, non inferiori a 85 euro mensili medi;
   segnalato che, nell'ambito delle previsioni di spesa a politiche invariate, il Documento ricorda l'accordo sottoscritto da Governo e parti sociali in materia di relazioni sindacali nel settore pubblico, riforma della pubblica amministrazione e rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   con riferimento agli interventi concernenti la riduzione del cuneo fiscale e l'alleggerimento del costo del lavoro indicati nell'ambito del Programma nazionale di riforma, si rappresenti l'esigenza di introdurre una diminuzione strutturale del carico contributivo, senza incidere sull'adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche, eventualmente attraverso sgravi di carattere selettivo per i nuovi contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, volti a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro stabili e di qualità, specialmente per i giovani e le donne;
   si richiami l'esigenza di promuovere interventi volti a rafforzare la presenza femminile nel mondo del lavoro, proseguendo nell'introduzione di misure volte a favorire la condivisione dei carichi familiari e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nonché ampliando e rafforzando l'offerta di servizi di assistenza all'infanzia e alla famiglia;
   al fine di completare l'architettura delle riforme realizzate in attuazione della delega di cui alla legge n. 183 del 2014, assicurando un effettivo rafforzamento delle tutele nell'ambito del mercato del lavoro, che agevoli l'inserimento o il reinserimento lavorativo, si raccomandi l'esigenza, in linea con le indicazioni di carattere programmatico contenute nella terza sezione del Documento, di perseguire un rafforzamento delle politiche attive del lavoro, portando a compimento l'attuazione del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, con interventi volti:
    a) ad adottare misure tese ad accelerare il pieno funzionamento dell'ANPAL per garantire il diritto alla riqualificazione e all'avviamento a un percorso finalizzato alla ricollocazione lavorativa, anche attraverso interventi specificamente dedicati alle ristrutturazioni delle imprese e ai piani di reindustrializzazione;
    b) a promuovere, anche in relazione allo sviluppo del Piano Industria 4.0, iniziative volte a sostenere specifici percorsi formativi tesi a rafforzare e diffondere le competenze richieste dall'evoluzione tecnologica dei sistemi produttivi e a Pag. 54favorire la riqualificazione dei lavoratori addetti ad attività esposte al rischio di sostituzione od obsolescenza a causa delle innovazioni tecnologiche;
    c) a rafforzare, in raccordo con le regioni, il coordinamento tra le politiche attive svolte sul territorio attraverso i centri per l'impiego e le politiche di sostegno del reddito dei disoccupati e delle persone in difficoltà economica, al fine di realizzare il principio di condizionalità, che è alla base dell'efficacia e dell'efficienza degli interventi nel campo del welfare indirizzato al mondo del lavoro;
    d) a promuovere, nel rispetto delle compatibilità finanziarie, un incremento delle risorse destinate al fondo per le politiche attive del lavoro, con l'obiettivo di incrementare l'offerta di tali politiche e di renderla coerente con la platea potenziale dei beneficiari;
    e) ad adottare opportune iniziative per potenziare i servizi offerti dai centri per l'impiego, anche mediante l'utilizzo, ove possibile, dei fondi strutturali europei e la valorizzazione della professionalità maturata dal personale attualmente in servizio presso i medesimi centri;
   si segnali l'opportunità di procedere celermente, in linea con le indicazioni contenute nel Documento, all'adozione dei provvedimenti attuativi della delega di cui alla legge 15 marzo 2017, n. 33, in materia di contrasto della povertà, di riordino delle prestazioni e del sistema degli interventi e dei servizi sociali, valutando, in questo contesto, la possibilità di definire un percorso per il progressivo adeguamento delle risorse destinate nei prossimi anni alla misura nazionale di contrasto della povertà, al fine di realizzare gli obiettivi del graduale incremento del beneficio e della graduale estensione dei beneficiari, indicati dall'articolo 1, comma 2, lettera d), della richiamata legge n. 33 del 2017;
   si richiami l'esigenza di proseguire nel monitoraggio degli effetti delle riforme in materia di mercato del lavoro e di ammortizzatori sociali realizzate in attuazione delle deleghe di cui alla legge n. 183 del 2014, in linea con quanto previsto dall'articolo 1, comma 13, della medesima legge, anche al fine di valutare integrazioni della disciplina vigente in materia di ammortizzatori sociali che, a seguito del superamento dell'indennità di mobilità e del progressivo esaurimento degli ammortizzatori sociali in deroga, consentano di assicurare una più ampia tutela dei lavoratori coinvolti in specifiche situazioni di crisi aziendale;
   con riferimento alla materia previdenziale, si segnali l'esigenza di:
    a) completare rapidamente l'adozione della normativa necessaria a dare attuazione alle disposizioni introdotte con la legge di bilancio 2017 e assicurare il monitoraggio dei loro effetti, anche al fine di dare conto dei risultati delle misure di carattere sperimentale, in linea con quanto previsto dall'articolo 1, comma 193, della medesima legge di bilancio, e di valutare le conseguenti iniziative in ordine alla loro eventuale prosecuzione;
    b) proseguire il confronto con le parti sociali al fine di definire ulteriori misure volte a rendere più equa e flessibile la disciplina vigente in materia pensionistica con interventi che, nell'ambito del sistema di calcolo contributivo e nel rispetto della sostenibilità finanziaria della spesa previdenziale, siano tesi, in particolare, a garantire l'adeguatezza dei trattamenti pensionistici dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui, a riconoscere e valorizzare, a fini pensionistici, il lavoro di cura e ad introdurre elementi di flessibilità nell'accesso alle prestazioni pensionistiche, anche tenendo conto degli esiti del confronto su queste tematiche, sintetizzati nel verbale siglato il 28 settembre 2016 da Governo, CGIL, CISL e UIL;
    c) promuovere la diffusione della previdenza complementare, rafforzando il Pag. 55secondo pilastro del sistema pensionistico, anche attraverso interventi sulla relativa disciplina fiscale;
   con riferimento alla materia del pubblico impiego, si rappresenti l'esigenza di:
    a) procedere nella direzione di un progressivo superamento delle limitazioni al turnover, che tenga conto degli effettivi fabbisogni organici delle diverse amministrazioni pubbliche, nonché di una razionalizzazione dei vincoli previsti per la spesa di personale anche per quanto riguarda gli enti territoriali;
    b) dare seguito agli impegni assunti nell'accordo raggiunto da Governo e organizzazioni sindacali il 30 novembre 2016, con particolare riferimento all'individuazione delle risorse necessarie a definire gli incrementi retributivi previsti nel medesimo accordo, richiamato nel Documento in esame nell'ambito dell'indicazione delle previsioni di spesa a politiche invariate.

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XII COMMISSIONE PERMANENTE
(Affari sociali)

(Relatrice: PAOLA BRAGANTINI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La XII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza (DEF) per l'anno 2017 (Doc. LVII n. 5 e Allegati);
   considerato che per il 2017 è prevista una spesa sanitaria per un importo pari a 114.138 milioni, con un tasso di crescita dell'1,4 per cento, e che per il triennio 2018-2020 è previsto che la spesa sanitaria cresca ad un tasso medio annuo dell'1,3 per cento, mentre nello stesso arco temporale il PIL nominale cresce in media del 2,9 per cento;
   rilevato, per quanto riguarda la digitalizzazione in sanità, che nel mese di luglio 2016 è stata sancita l'intesa tra Governo e Regioni sul Patto per la Sanità digitale e che, in merito alle attività per la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (FSE), è stato istituito, presso il Ministero della salute, il Tavolo tecnico di monitoraggio e indirizzo del FSE;
   ricordata altresì l'adozione del decreto del Ministro della salute 7 dicembre 2016, n. 262, che costituisce il presupposto per la realizzazione dell'infrastruttura tecnologica per l'assegnazione del Codice unico nazionale dell'assistito (CUNA), attraverso il quale sarà possibile ricostruire il percorso sanitario del cittadino nei diversi setting assistenziali del Servizio sanitario nazionale;
   segnalato che il DEF non reca alcuna previsione volta a risolvere l'annoso problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie, effetto del blocco del turn over, che ha determinato il venirsi a creare di situazioni molto gravi, al punto che da ben tredici anni viene integrata solo una unità di personale su quattro pensionande laddove occorrerebbe arrivare al rapporto di «una su due», per l'integrazione del personale pensionando;
   rilevato, altresì, che non viene richiamata la questione del rinnovo dei contratti Pag. 57nel settore sanitario, in favore del quale è stata vincolata una quota del Fondo sanitario nazionale, sulla base di una disposizione inserita nella legge di bilancio 2017;
   evidenziato, con riferimento alle politiche sociali, che la Sezione III del DEF enumera, tra le azioni strategiche del Programma nazionale di riforma 2017, il Piano per il contrasto alla povertà, sottolineando che l'azione di contrasto alla povertà è stata delineata dalla legge 15 marzo 2017, n. 33, e che le risorse stanziate ammontano complessivamente a circa 1,18 miliardi di euro per il 2017 e a 1,704 miliardi per il 2018;
   rilevato che l'altra azione strategica in materia di politiche sociali è costituita dalle misure di sostegno alla famiglia, ricordando, al riguardo, che la legge di bilancio 2017 ha istituito un premio alla nascita o all'adozione di minore, pari ad 800 euro, oltre ad introdurre, con riferimento ai nati a decorrere dal 1o gennaio 2016, l'erogazione di un buono per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido pubblici o privati, utilizzabile anche per il sostegno, presso la propria abitazione, dei bambini al di sotto dei tre anni affetti da gravi patologie croniche, nonché disposizioni dirette a facilitare la conciliazione tra vita e lavoro quali la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità, in alternativa al congedo parentale, voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri dei servizi per l'infanzia, e il congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti;
   segnalato che, per il sostegno delle fasce più deboli, la Sezione III sottolinea che con la legge di bilancio per il 2017 sono stati stanziati 50 milioni per il Fondo dedicato alla non autosufficienza, che dal 2016 era stato dotato strutturalmente di 400 milioni;
   constatato, ancora una volta, come le scelte di spending review effettuate dalle regioni vadano ad incidere sulla consistenza della trasferimenti regionali del Fondo sociale e del Fondo sanitario nazionale,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) si segnali la necessità di prevedere un'accurata revisione dei vincoli vigenti sulla spesa e sulla dotazione del personale nel settore sanitario, introducendo elementi di graduale flessibilità, a partire dal superamento del tetto di spesa, in modo da favorire lo sblocco del turn over, dal momento che la riduzione del personale sta mettendo concretamente a rischio l'erogazione delle prestazioni previste dai livelli essenziali di assistenza (LEA);
   b) si segnali l'esigenza di inserire un'adeguata previsione della spesa sanitaria in relazione agli improcrastinabili rinnovi contrattuali nel settore sanitario, anche in conseguenza della disposizione recata dalla legge di bilancio 2017, che vincola a tale scopo una quota del Fondo sanitario nazionale;
   c) si rappresenti la necessità di realizzare un meccanismo che, pur nel rispetto della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, preservi la consistenza e l'effettivo utilizzo dei Fondi relativi al welfare da parte delle Regioni.

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XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)

(Relatore: COVA)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La XIII Commissione,
   esaminato, per quanto di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e allegati);
    preso atto positivamente che, come riportato nel Documento, l'economia italiana è entrata nel terzo anno di ripresa, registrando, secondo i dati contenuti nel medesimo, un incremento dell'occupazione di 734 mila unità rispetto al settembre 2013, la riduzione del tasso di disoccupazione dello 0,2 per cento, che passa così all'11,7 per cento, ed una crescita del PIL in termini reali dello 0,1 per cento nel 2014, dello 0,8 per cento nel 2015 e dello 0,9 per cento nel 2016 (1 per cento secondo i dati corretti per i giorni lavorati);
    valutate altresì favorevolmente le previsioni programmatiche contenute nel Documento, in base alle quali la stima tendenziale di crescita del PIL reale è posta all'1,1 per cento nel 2017, all'1,0 per cento nel 2018, all'1,1 per cento nel 2019 e all'1,1 per cento nel 2020, mentre l'indebitamento netto è posto al 2,1 per cento nel 2017, all'1,2 nel 2018, allo 0,2 nel 2019, fino a raggiungere un saldo nullo nel 2020;
    preso altresì atto favorevolmente dell'intenzione del Governo di proseguire – oltre che nel rilancio degli investimenti pubblici – nell'azione di rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane, nel solco degli interventi disposti negli ultimi tre anni e, in particolare, del Piano nazionale industria 4.0;
    sottolineato tuttavia al riguardo che le misure di tipo fiscale previste nella legge di bilancio per il 2017 quali il super e l'iper ammortamento risultano difficilmente utilizzabili dalla maggior parte delle cooperative agricole e delle imprese agricole in quanto le prime, non avendo scopo di lucro, non possono registrare utili e le seconde adottano un regime fiscale catastale; rilevato che problema analogo si Pag. 59riscontra nel settore dell'acquacoltura in quanto l'attuale limite del coefficiente di ammortamento del 6,55, al di sotto del quale non si applica il beneficio, ha di fatto escluso tale comparto dalla possibilità di beneficiare tale misura;
    ritenuto altresì opportuno un intervento che, al fine di dare nuovo impulso alle cooperative di conduzione dei terreni, semplifichi la formazione di cooperative tra imprenditori agricoli che intendono conferire tutta o parte della loro azienda in comune per una conduzione associata;
    ravvisata inoltre la necessità di intervenire affinché le imprese che hanno aderito alla procedura di definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo (cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali) possano veder rilasciato il Durc, Documento unico di regolarità contributiva, anche prima dell'estinzione del debito residuo;
    considerato con favore che, con specifico riferimento alle misure che il Governo intende proporre con il disegno di legge di bilancio per il 2018, figura il superamento del meccanismo delle così dette clausole di salvaguardia, previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione;
    apprezzata altresì la scelta, operata dal Governo, di condurre un primo esercizio sperimentale su un insieme di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), selezionati dal Comitato all'uopo costituito presso l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 163 del 2016, e osservato che tra di essi figura l'indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti;
    valutato favorevolmente, in relazione a tale indicatore, che, nel 2016 le emissioni sono rimaste sostanzialmente stabili nel periodo considerato, pur in presenza di una ripresa del ciclo produttivo ed industriale grazie, tra l'altro, alle misure che hanno portato alla rapida crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, e che, nello scenario programmatico, dal 2017, si prevede un'ulteriore riduzione delle emissioni grazie ad alcune misure tra cui il DEF segnala la proroga ed il potenziamento dell'Ecobonus, le norme sui requisiti minimi degli edifici, nonché la realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi che incoraggerà il processo di diffusione dei carburanti a più basso contenuto emissivo;
    preso atto, con specifico riferimento al comparto primario, che, nella sezione I del Documento sono quantificati gli effetti delle misure (consistenti nell'esenzione ai fini Irpef, per il triennio 2017-2019, dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, nelle misure di esenzione dell'IMU per i terreni agricoli, nell'esenzione dall'IRAP per le imprese agricole e della pesca nonché nell'esonero contributivo riconosciuto ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali di età inferiore a 40 anni, le cui aziende siano ubicate in territori montani o in zone agricole svantaggiate) già adottate in favore del comparto con le più recenti leggi di bilancio, che comportano sgravi fiscali e contributivi per gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti per 10 milioni di euro per il corrente anno, 253 milioni di euro per il 2018, 161 milioni di euro per il 2019 e 157 milioni di euro per il 2020;
    osservato che il Documento dà conto delle misure adottate in favore delle popolazioni colpite dal sisma che ha interessato, ripetutamente, negli scorsi mesi, vasti territori dell'Italia centrale ed ha formato oggetto di 3 decreti-legge, nonché di una parte significativa dell'ultimo decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri contestualmente all'approvazione del Documento all'esame ed in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, alcune Pag. 60delle quali riguardano specificamente gli esercenti attività agricole;
    preso atto che tra le misure all'uopo adottate il Documento richiama, in particolare, il riconoscimento (ex articolo 11, comma 3 del decreto-legge n. 8 del 2017), in favore delle popolazioni delle zone colpite dal sisma, di una serie di esenzioni e di agevolazioni a livello creditizio e fiscale;
    rilevata tuttavia la necessità che siano adottate misure ulteriori in favore degli agricoltori e degli allevatori delle zone colpite dal sisma anche mediante l'incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per l'anno in corso, al fine di finanziare gli interventi a titolo compensativo, di cui all'articolo 1, comma 3, lettera b), del decreto legislativo n. 102 del 2004, nonché mediante l'introduzione di un contributo straordinario di solidarietà da parte delle Regioni non colpite dal sisma attraverso un taglio dei Programmi di sviluppo rurale e un versamento a favore delle quattro regioni che ne sono state invece colpite;
    rilevata altresì la necessità di assicurare interventi a titolo compensativo anche in favore degli agricoltori e degli allevatori che, a causa delle anomale condizioni meteoriche contingenti (caratterizzate da un lungo periodo di siccità al quale sono seguiti bruschi abbassamenti delle temperature ed ingenti precipitazioni atmosferiche) hanno subito ingenti danni;
    considerato altresì che, tra le iniziative di maggior rilievo adottate nel corso dell'anno con riguardo al settore agricolo, il Documento menziona l'approvazione della legge n. 199 del 2016 per il contrasto al caporalato e al lavoro sommerso in agricoltura i cui contenuti tengono anche conto degli impegni contenuti nelle risoluzioni approvate il 2 dicembre 2015 dalle Commissioni riunite XI e XIII della Camera dei deputati, l'approvazione del così detto collegato agricolo (legge n. 154 del 2016), l'approvazione della legge n. 166 del 2016 concernente la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi e l'approvazione del testo unico sul vino, di cui alla legge n. 238 del 2016, nonché l'istituzione, ai sensi dell'articolo 23-bis del decreto-legge n. 133 del 2016, del Fondo per la qualità e la competitività delle imprese cerealicole;
    valutati favorevolmente i contenuti del cronoprogramma per le riforme che, oltre richiamare l’«abolizione» della cosiddetta IRPEF agricola (l'articolo 1, comma 44 della legge n. 232 del 2016) dà conto dell'imminente adozione, da parte del Governo, di decreti legislativi e di provvedimenti attuativi della già richiamata legge n. 154 del 2016 e di altre importanti leggi approvate dal Parlamento negli ultimi due anni;
    valutata in particolare con favore l'intenzione del Governo di adottare, entro il mese di maggio 2017, la normativa di attuazione del decreto-legge n. 51 del 2015 recante Disciplina dell'organizzazione delle Commissioni Uniche Nazionali per ciascuna tipologia di prodotto agricolo, al fine di incrementare i livelli di trasparenza e oggettività nella definizione dei prezzi;
    valutata altresì con favore l'intenzione del Governo di dare attuazione alle deleghe contenute nella più volte richiamata legge n. 154 del 2016 mediante la predisposizione, entro il mese di febbraio del 2018, di decreti legislativi nei seguenti settori: riordino e semplificazione della normativa in materia di agricoltura, silvicoltura e filiere forestali e di controlli nel settore biologico; riordino e riduzione degli enti, società e agenzie vigilati dal MIPAAF; riassetto del settore ippico, riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori e revisione della disciplina della riproduzione animale; riordino degli strumenti di gestione del rischio in agricoltura e per la regolazione dei mercati; tracciabilità del prodotto e del processo produttivo nel settore del riso;
    ricordato che la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati è impegnata Pag. 61da tempo nel configurare uno strumento ordinario che garantisca un sistema di ammortizzatori sociali al comparto della pesca, con l'intento di affrontare in modo organico una questione che, di anno in anno, viene affrontata in maniera episodica con lo stanziamento di fondi a copertura del fermo biologico;
    ravvisata altresì la necessità che, per il comparto della pesca e dell'acquacoltura, sia definito quanto prima il quadro normativo relativo alle concessioni, attraverso la definizione dei limiti minimi e massimi di durata, che non dovrebbe, comunque, essere inferiore a quella del piano di ammortamento, delle modalità di affidamento, nonché attraverso la definizione di criteri per l'equo indennizzo del concessionario nei casi di revoca della concessione, nonché dell'ammontare dei canoni dovuti; ricordato al riguardo che il tema forma oggetto di un testo unificato in avanzato stato di esame da parte della Commissione Agricoltura;
    ritenuto, con riferimento alla delega per il riordino della governance nel settore ippico allo scopo di risollevarlo e rilanciarlo anche alla luce dell'importanza fondamentale e strategica che tale settore ricopre all'interno del settore agricolo e dell'economia nazionale, che essa potrà essere valutata nei suoi effetti con riferimento allo specifico aspetto della risoluzione della questione dei pagamenti dei premi alle imprese ippiche solo una volta che saranno adottati i decreti attuativi;
    ricordato altresì che, nell'allegato al DEF dedicato agli interventi nelle aree sottoutilizzate, è menzionato il Piano operativo per le politiche agricole, approvato dal CIPE il 1o dicembre 2016, nell'ambito del riparto del Fondo sviluppo e coesione, della consistenza di 400 milioni di euro;
    preso infine favorevolmente atto che il Documento dà conto dell'emanazione del decreto interministeriale 9 dicembre 2016 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio 2017) entrato in vigore il 19 aprile scorso, concernente l'indicazione in etichetta dell'origine della materia prima per il latte e i prodotti lattiero caseari e ritenuto che l'intervento in questione, nell'assicurare la tracciabilità del prodotto rappresenti un valido strumento di tutela e valorizzazione del made in Italy e di stimolo alla produzione ed all'esportazione dei prodotti italiani;
    auspicato pertanto che il Governo provveda all'adozione di ulteriori atti normativi volti ad assicurare l'indicazione di origine, in etichetta, di prodotti ulteriori, a partire dal grano e dal riso,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   si raccomanda l'adozione di misure ulteriori in favore degli agricoltori e degli allevatori delle zone colpite dal sisma anche mediante l'incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per l'anno in corso, al fine di finanziare gli interventi a titolo compensativo, di cui all'articolo 1, comma 3, lettera b), del decreto legislativo n. 102 del 2004, nonché mediante l'introduzione di un contributo straordinario di solidarietà da parte delle Regioni non colpite dal sisma attraverso un taglio dei Programmi di sviluppo rurale e un versamento a favore delle quattro regioni che ne sono state invece colpite;
   si raccomanda altresì l'adozione di interventi a titolo compensativo nei confronti degli agricoltori e degli allevatori danneggiati dalle attuali situazioni climatiche, incentivando nel contempo la configurazione di strumenti assicurativi idonei a rispondere alle esigenze del comparto;
   si raccomanda altresì di rimodulare le misure fiscali del super e dell'iper ammortamento già previste nella legge di bilancio per il 2017 affinché ne possano beneficiare le cooperative e le imprese operanti nei settori agricolo e dell'acquacoltura;Pag. 62
   si raccomanda l'adozione di un intervento che, al fine di dare nuovo impulso alle cooperative di conduzione dei terreni, semplifichi la formazione di cooperative tra imprenditori agricoli che intendono conferire tutta o parte della loro azienda in comune per una conduzione associata;
   si raccomanda inoltre l'introduzione di uno strumento ordinario che garantisca un sistema di ammortizzatori sociali al comparto della pesca in modo da assicurare anche a tale comparto un'adeguata tutela sociale;
   si raccomanda inoltre un intervento volto a consentire alle imprese che hanno aderito alla procedura di definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo (cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali) di veder rilasciato il Durc, Documento unico di regolarità contributiva, anche prima dell'estinzione del debito residuo;
   si raccomanda altresì la tempestiva ridefinizione, per il comparto della pesca e dell'acquacoltura, di un quadro normativo relativo alle concessioni demaniali, attraverso la definizione dei limiti minimi e massimi di durata, che non dovrebbe, comunque, essere inferiore a quella del piano di ammortamento, delle modalità di affidamento, nonché attraverso la definizione di criteri per l'equo indennizzo del concessionario nei casi di revoca della concessione, nonché dell'ammontare dei canoni dovuti;
   si raccomanda inoltre di affrontare con tempestività le problematiche legate ai fattori strutturali di debolezza degli anelli iniziali della filiera agroalimentare italiana: in particolare, occorre incentivare l'aggregazione dimensionale e il coordinamento dei produttori delle varietà ortofrutticole e di tutti i prodotti immediatamente deperibili, nonché reprimere le condotte di abuso di posizione dominate sul mercato agroalimentare. Il riequilibrio, infatti, della distribuzione di valore nella filiera agroalimentare risulta essere un'esigenza imprescindibile per garantire la redditività economica e la prosecuzione delle produzioni di eccellenza del made in Italy agroalimentare;
   si raccomanda, inoltre, di proseguire sulla strada – già intrapresa dal Governo per il latte e i prodotti lattiero caseari – della piena tracciabilità dei prodotti italiani, assicurando l'indicazione in etichetta dell'origine delle materie prime utilizzate;
   si raccomanda infine di proseguire nell'opera di riequilibrio territoriale nel Mezzogiorno anche attraverso adeguate infrastrutture, funzionale allo sviluppo economico ed, in particolare, agricolo ed agroalimentare.

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XIV COMMISSIONE PERMANENTE
(Politiche dell'Unione europea)

(Relatore: GIULIETTI)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La XIV Commissione,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5),
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

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COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI

(Relatrice: ORRÙ)

parere sul

Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5)

   La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5);
   premesso che:
    il DEF definisce, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche e gli indirizzi sul versante delle diverse politiche pubbliche del nostro Paese;
    nel Documento si dà conto del percorso di crescita economica, graduale ma significativa, e si sottolinea la volontà di proseguire nel solco delle politiche economiche, attuate sin dall'inizio della legislatura, dirette a favorire la crescita dell'economia e dell'occupazione, nel rispetto degli obiettivi di contenimento del deficit e del debito pubblico;
    relativamente allo scenario macroeconomico nazionale, il Documento evidenzia segnali di ripresa, con una previsione – nell'ambito dello scenario programmatico – di crescita del PIL pari all'1,1 per cento per l'anno in corso, all'1 per cento per ciascuno degli anni 2018 e 2019, all'1,1 per cento per il 2020. Quanto al tasso di disoccupazione, esso è previsto pari all'11,5 per cento per l'anno in corso, all'11,1 per il 2018, al 10,5 per il 2019 e al 10 per il 2020. Il tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni (in rapporto al PIL) risulta pari al 2,1 per cento per l'anno in corso, all'1,2 per il 2018, allo 0,2 per il 2019, per poi sostanzialmente azzerarsi nel 2020. Quanto al rapporto tra debito e PIL, esso sarà pari a 132,5 per cento nell'anno in corso, al 131 nel 2018, al 128,2 nel 2019 e 125,7 nel 2020. Per la prima volta dopo l'inizio della crisi economica tale rapporto decresce, denotando una significativa inversione di tendenza;
    riguardo alla sezione del Documento relativa al Programma nazionale Pag. 65di riforma, esso è incentrato principalmente sull'esigenza di dare continuità alle iniziative assunte dal 2014, al fine di «rimuovere gli impedimenti strutturali alla crescita su molti fronti», quali «il mercato del lavoro, il settore bancario, il mercato dei capitali, le regole fiscali, la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia civile»;
   rilevato, per quanto di specifico interesse della Commissione, che:
    il Governo manifesta l'intenzione di completare la riforma della pubblica amministrazione con l'adozione dei decreti attuativi della legge n. 124 del 2015. In questo contesto, viene richiamato l'intendimento di portare avanti anche il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali – diretta, fra l'altro, a limitare i casi di affidamento diretto, a favorire forme di concorrenza e processi di aggregazione industriale – in riferimento alla quale sono tuttavia trascorsi infruttuosamente i termini per l'esercizio della delega legislativa;
    ritenuto opportuno che si giunga all'approvazione del riordino dei servizi pubblici locali in tempi rapidi, e comunque entro il termine della legislatura, in considerazione del rilievo di tale intervento;
    ritenuto opportuno che, fra gli ambiti prioritari del Programma di riforme istituzionali, sia inserita anche la riforma del sistema delle Conferenze, da promuovere facendo tesoro degli esiti dell'attività svolta dalla Commissione, affinché si possa procedere ad un ragionato riordino delle competenze in tema di raccordo fra Stato e Regioni anche in vista dell'eventuale attuazione dell'articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001, riguardante l'integrazione della Commissione con rappresentati degli enti territoriali;
   preso altresì atto con favore:
    dei risultati conseguiti con riferimento alla riforma del bilancio degli enti territoriali, che ha condotto al superamento del Patto di stabilità interno, e delle misure, adottate e in corso di adozione, dirette ad ancorare il finanziamento delle spese fondamentali degli enti medesimi ai costi e ai fabbisogni standard, al fine di assicurare il definitivo superamento del criterio della spesa storica;
    dei risultati positivi del ciclo di programmazione 2007-2013, che hanno condotto al «pieno assorbimento delle risorse europee»;
    delle modalità con cui si è avviata la nuova programmazione 2014-2020, ed in particolare del rafforzamento della cooperazione istituzionale e della programmazione degli interventi, attraverso una robusta sinergia tra Governo e amministrazioni territoriali, che si è tradotta nell'approvazione del Masterplan e dei Patti per il Sud;
    dell'inserimento nel Documento, in attuazione di una disposizione voluta fortemente dal Parlamento nell'ambito della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, di una specifica sezione riguardante il benessere equo e sostenibile. Accanto agli obiettivi finanziari tradizionali viene così dato il giusto rilievo anche ad obiettivi di benessere, misurati attraverso indicatori quali il reddito medio disponibile, la disuguaglianza dei redditi, la mancata partecipazione al mercato del lavoro, le emissioni di CO2 e altri gas nocivi all'ambiente;
   preso altresì atto che nell'ambito della audizioni di rappresentanti della Conferenza delle Regioni, UPI ed ANCI, svolte sul Documento presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato, è stata richiamata l'attenzione del Parlamento, fra gli altri, sui seguenti temi:
    la priorità di un effettivo rilancio degli investimenti, che necessita di una capacità di programmazione virtuosa della spesa in conto capitale, peraltro favorita dal riordino della disciplina contabile, e, più in generale, di maggiori margini di manovra nell'ambito dei bilanci degli enti territoriali;Pag. 66
    l'esigenza di poter disporre di adeguate risorse, specie nel settore sociale e in quello dei trasporti pubblici locali, al fine di poter dar riscontro alle attese dei cittadini in ambiti nevralgici;
    la necessità di favorire forme di autonomia e responsabilità finanziaria degli enti territoriali, che presuppone il superamento del sistema di finanza derivata, in attuazione di quanto disposto all'articolo 119 della Costituzione;
    la situazione di criticità finanziaria degli enti di area vasta, ed in particolare le Province, che rende problematico l'assolvimento delle funzioni fondamentali,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   1) si rileva l'opportunità di integrare il Programma nazionale di riforma con il riordino del sistema delle Conferenze, da promuovere valorizzando gli esiti dell'attività conoscitiva svolta dalla Commissione per le questioni regionali;
   2) si reputa altresì necessario integrare il Programma nazionale di riforme con il tema del riordino della fiscalità degli enti territoriali, al fine di favorire forme di autonomia e responsabilità finanziaria degli stessi, in attuazione di quanto disposto all'articolo 119 della Costituzione;
   3) occorre tener conto delle difficoltà finanziarie in cui versano le Città metropolitane e le Province e, al riguardo, assicurare, in sede di definizione della manovra di bilancio per il 2018, ai medesimi enti idonee risorse per l'assolvimento delle funzioni fondamentali;
   4) si ritiene opportuno che siano garantite, nella prossima manovra finanziaria, adeguate risorse agli enti territoriali per le funzioni di propria spettanza, ed in particolare per quelle esercitate negli ambiti delle politiche sociali e del trasporto pubblico locale;
   5) si rileva la strategicità del riordino dei servizi pubblici locali e l'esigenza che tale intervento legislativo entri in vigore in tempi rapidi, e comunque prima della conclusione della legislatura in corso.