XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 676 di martedì 20 settembre 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Bindi, Boccia, Brambilla, Catania, Centemero, D'Ambrosio, Dambruoso, Damiano, De Menech, Epifani, Faraone, Fraccaro, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Piccoli Nardelli, Scanu, Schullian, Sereni e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative per assicurare la libertà di espressione dei militari, e in particolare dei componenti degli organi di rappresentanza militare, anche in relazione alla mancata autorizzazione di alcuni delegati del Cocer dell'Aeronautica a partecipare a un convegno tenutosi a Firenze il 15 aprile 2016 – n. 3-02416)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Vito n. 3-02416 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi, ha facoltà di rispondere.

DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, in merito all'interrogazione è opportuno premettere un breve quadro normativo di riferimento, al fine di comprendere meglio le questioni che sono state poste. In base all'articolo 1478, comma 1, del codice dell'ordinamento militare, l'organismo centrale di rappresentanza si riunisce in sessione congiunta di tutte le sezioni costituite per formulare pareri e proposte e per avanzare richieste nell'ambito delle competenze attribuite e presenta per iscritto, con apposito verbale, le conclusioni al capo di stato maggiore della difesa (articolo 898 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010). Tale normativa è valida anche per le singole sezioni di Pag. 2Forza armata e, ai sensi del richiamato articolo 898, è il capo di stato maggiore di Forza armata a rispondere alle delibere approvate da ciascuna sessione del Cocer.
Sempre in relazione al precitato articolo 1478, ai sensi del successivo comma 4, le competenze dell'organo centrale di rappresentanza riguardano la formulazione di pareri, di proposte e di richieste su tutte le materie che formano oggetto di norme legislative o regolamentari circa la condizione, il trattamento, la tutela di natura giuridica, economica, previdenziale, sanitaria, culturale e morale dei militari. Per quanto sopra, è possibile far rientrare tra le materie di trattazione l'argomento oggetto dell'evento di che trattasi.
In relazione al quadro normativo precedentemente vigente e precedentemente illustrato, la sezione aeronautica del Cocer avrebbe dovuto manifestare la volontà di partecipare al convegno in qualità di organismo centrale di rappresentanza, deliberando in ordine alla partecipazione e sottoponendo l'atto al parere della corrispondente autorità affiancata, capo di stato maggiore dell'aeronautica. Ciò non si è verificato e la richiesta di partecipazione al convegno è stata invece avanzata da soli due componenti del Cocer AM; conseguentemente, il mancato rispetto della procedura prevista non ha reso possibile allo stato maggiore aeronautica di esaminare la partecipazione della sezione al convegno in questione. Peraltro, si precisa che ai richiedenti delegati del Cocer AM non è stata in alcun modo negata la possibilità di prendere parte all'attività ma, proprio per venire incontro alla richiesta, ne è stata autorizzata la loro partecipazione, singolarmente e in qualità di privato.

PRESIDENTE. L'onorevole Elio Vito ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ELIO VITO. Burocrazia, cavilli, scuse, norme obsolete. Da quanti anni, sottosegretario Rossi, lei che conosce bene le problematiche e i diritti di rappresentanza del Cocer, si sente parlare di riforma della rappresentanza militare ? Io non so nemmeno più se sia necessaria o sufficiente una semplice riforma della rappresentanza militare. Considero francamente insufficiente la sua risposta. L'avere dato il contentino della possibilità di partecipare a titolo personale a dei delegati Cocer lo considero, appunto, un contentino offensivo. Non si è avuta la sensibilità di comprendere l'importanza della partecipazione a un convegno su un tema così delicato – le vittime dell'amianto –, che ha colpito profondamente i nostri militari e i dipendenti civili del Ministero della difesa. Questo per un cavillo, per la burocrazia, per una norma scritta male, fatta male o interpretata male. Ecco interpretata, perché altre volte – e lei lo sa – magari a riunioni e a convegni di partito – magari a riunioni e convegni del Partito Democratico – l'autorizzazione è stata data.
Allora, io non vorrei che, di fronte alla necessità di rendere più semplice l'esercizio dei diritti della rappresentanza militare a tutela di tutti i nostri militari, che rischiano ogni giorno la vita per difendere la patria, in Italia e all'estero, quando sorgono queste problematiche su questi temi, sui quali io proprio, lo sa, ho voluto che si ricostituisse la Commissione parlamentare di inchiesta, ebbene, signor sottosegretario, occorreva avere la sensibilità di concedere l'autorizzazione, di superare il cavillo, come tante volte si è fatto, di trovare la soluzione e avremmo evitato lo spiacevole equivoco, per entrambi immagino, di trovarci qui stamattina a discutere di qualcosa della quale non si dovrebbe mai discutere: i diritti dei nostri militari e i diritti di chi li rappresenta.
Altri episodi ci sono stati dopo questo convegno e non mi pare che la linea sia cambiata. Io auspico che con questa interrogazione si abbia, invece, la sensibilità di riconoscere i diritti dei militari e i diritti della rappresentanza militare, che a volte ha dovuto subire anche l'umiliazione di una condanna, di un'ammenda, di una punizione, per avere semplicemente cercato di fare il proprio dovere e di tutelare i diritti dei militari. Noi stiamo dalla parte Pag. 3dei militari; immagino che lo sia anche lei e immagino anche il Governo: lo si dimostri con i fatti.

(Iniziative volte a contrastare il fenomeno del cosiddetto caporalato nell'attività di raccolta dell'uva – n. 2-01071)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Melilla n. 2-01071 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
Chiedo all'onorevole Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Un anno fa ho rivolto questa interpellanza al Ministro del lavoro perché eravamo in presenza di un fenomeno che purtroppo si ripete da molti anni a questa parte, che vede impiegati lavoratori immigrati nei campi italiani per la raccolta dell'uva e questi lavoratori sono vittime del cosiddetto «caporalato». In Piemonte arriva circa un migliaio di migranti; in tutta Italia si stima che siano oltre 20 mila. I ritmi di lavoro a cui sono sottoposti questi lavoratori sono forsennati: si lavora per dodici ore al giorno, dalle 7 alle 19, perché, quando l'uva è matura, non si può aspettare. Si è calcolato che, nella sola zona di Canelli, la patria dell'Asti spumante, del moscato d'Asti, con oltre 100 milioni di bottiglie in commercio ogni anno, e nei vigneti circostanti, si stima, appunto, che, durante la vendemmia, arrivino centinaia e centinaia di lavoratori immigrati. Prima venivano dalla Macedonia, ora soprattutto vengono dalla Bulgaria. Una trasferta di 1.700 chilometri per una paga oraria che oscilla tra i 3 e i 5 euro; quindi, poche decine di euro al giorno ed una concorrenza spietata con i braccianti agricoli regolari.
Arrivano in Piemonte con il passaporto e finiscono a lavorare in strada. Dormono nelle cascine abbandonate oppure in minuscoli appartamenti in affitto, dove vivono in decine e decine; i più sfortunati, invece, vanno ad abitare nelle bidonville lungo il fiume Belbo. I campi abusivi in cui dimorano sono senza servizi igienici. Il sindacato naturalmente cerca di aiutare questi lavoratori, anche se le difficoltà sono tantissime. Ricordo l'esperienza della CGIL in Piemonte, con un camper che gira per le campagne, gira per le strade, gira nelle bidonville, gira in queste cascine per informare i braccianti dei loro diritti. L'anno scorso, come è noto, in Puglia è morto un lavoratore tunisino, sfiancato dalla raccolta dell'uva. Non ha resistito alla consegna dell'ultima cassetta di uva ed è morto; era un lavoratore di 50 anni. Pochi mesi prima era morta una donna, una bracciante italiana, che lavorava, anche lei, per pochi euro all'ora. Non ce l'ha fatta e, a 49 anni, è morta. La marea degli sfruttati in Piemonte – proprio in questi giorni siamo a ripetere questa situazione – sale fino alle colline delle Langhe, a Roero, a Monferrato, luoghi famosi in tutto il mondo, che, non a caso, due anni fa sono diventati patrimonio dell'UNESCO per la loro eccezionalità rurale e culturale.
Bene, a nome dei deputati del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana, chiediamo al Ministro del lavoro che cosa intenda fare per arginare questo fenomeno vergognoso, che si estende di anno in anno, per farla finita con una pratica di sfruttamento degli esseri umani, per ristabilire la legalità, colpire i responsabili delle organizzazioni criminali che sfruttano questi lavoratori ed evitare che si crei un conflitto insanabile, quanto dannoso e ingiusto, tra i braccianti stagionali regolari e gli immigrati sfruttati, vittime del caporalato.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere.

FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie, signor Presidente. In riferimento all'atto parlamentare in esame, con il quale si richiama l'attenzione del Governo sui fenomeni del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, con specifico riferimento alle zone del Piemonte, interessate dalla viticoltura, anche Pag. 4sulla base di informazioni che ci ha fornito il Ministero dell'interno, si rappresenta quanto segue. Voglio sottolineare che il Governo, insieme al Parlamento, è fortemente impegnato a contrastare questo deplorevole fenomeno, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni nazionali e territoriali, delle associazioni di categoria, nonché delle organizzazioni sindacali e dei cittadini stessi.
Più in particolare, per quanto di competenza, rappresento che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito del documento di programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno 2015, adottato dalla Commissione centrale di coordinamento, di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 124 del 2004, ha pianificato e realizzato, in specifici ambiti territoriali, diversi interventi di vigilanza nel settore agricolo. Tale attività, svolta in sinergia con altri soggetti istituzionali (l'Arma dei carabinieri, le ASL, il Corpo forestale dello Stato e la Guardia di finanza), ha consentito di esaminare i rapporti di lavoro sotto diversi profili e valutare, tra l'altro, le possibili connessioni con fatti di reato, come, ad esempio, il traffico di esseri umani.
Nel contesto di tali sinergie interistituzionali, promosse dal Ministero del lavoro, si iscrive il protocollo di intesa stipulato con l'Automobile Club d'Italia al fine di consentire agli ispettori del lavoro di risalire ai cosiddetti «caporali» attraverso il numero di targa dei mezzi utilizzati per il trasporto dei lavoratori. I dati dell'attività ispettiva svolta nel 2015 nel settore agricolo mostrano risultati molto positivi, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Sono state effettuate, infatti, 8.662 ispezioni, con un incremento del 59,4 per cento rispetto al 2014, pari a 5.434 ispezioni in più, che hanno consentito di individuare 6.153 lavoratori irregolari, di cui 3.629 in nero e 180 stranieri privi di permesso di soggiorno. Sono stati accertati, inoltre, 713 casi di interposizione di manodopera-caporalato e 186 violazioni della normativa sull'orario di lavoro. Sono stati riqualificati 82 rapporti di lavoro e individuati 35 minori impiegati irregolarmente. Segnalo, infine, che sono stati adottati 459 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale.
Rappresento, inoltre, che anche il documento di programmazione dell'attività di vigilanza per l'anno 2016 dedica particolare attenzione al contrasto del lavoro sommerso, ai fenomeni di sfruttamento dei lavoratori, nonché al caporalato. In particolare, sono stati pianificati interventi nel settore agricolo in specifici ambiti regionali, quali la Puglia (nello specifico, nelle province di Foggia, Taranto e Bari), la Campania (in particolare, nella Piana del Sele e nell'agro nocerino sarnese) e il Lazio (nello specifico, nell'agro pontino). A tale proposito, al fine di rafforzare l'efficacia dell'attività ispettiva, il Ministero del lavoro ha organizzato apposite task force ispettive.
Faccio presente, inoltre, che il 27 maggio scorso è stato sottoscritto dai Ministri Poletti, Alfano e Martina un protocollo di intesa contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L'intesa, sottoscritta anche dall'Ispettorato nazionale del lavoro, da diverse regioni, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di categoria e da alcuni rappresentanti del terzo settore, ha come finalità principale sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale, a partire dai territori più interessati da tale fenomeno. Tra le azioni principali previste dal protocollo si annoverano la stipula di convenzioni per il servizio di trasporto gratuito dei lavoratori per il tragitto casa-lavoro, l'istituzione di presidi medico-sanitari mobili, il potenziamento dell'attività di tutela e di informazione ai lavoratori.
Lo scorso 13 luglio, inoltre, è stato siglato un secondo accordo, sulla scia di quello concluso il 27 maggio, per il lancio dell'attività di vigilanza interforze nel settore agricolo. Firmatari dell'accordo, oltre al Ministero del lavoro, sono stati il Ministero della difesa, il Ministero delle politiche agricole, l'Ispettorato nazionale del lavoro, le regioni, le organizzazioni sindacali, i datori di lavoro nel settore agricolo e le organizzazioni di volontariato. Tale Pag. 5protocollo ha carattere strettamente operativo in quanto mira ad assicurare, attraverso l'impiego di militari dell'Arma dei carabinieri e del personale del Corpo forestale dello Stato, un contrasto ancora più efficace contro le gravi violazioni della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, grazie a una forte e costante presenza sul territorio di tutti i soggetti competenti a svolgere azioni di vigilanza, soprattutto nel settore agricolo.
Per quanto concerne gli accertamenti nel settore agricolo condotti nel 2015 e nel corrente anno nelle zone del Piemonte, menzionate nel presente atto parlamentare, rappresento quanto segue. Nel 2015, in provincia di Alessandria, sono state ispezionate 51 imprese agricole senza riscontrare fenomeni di caporalato. Nel corrente anno, in attuazione del citato protocollo di luglio, la direzione territoriale del lavoro di Alessandria ha realizzato diversi accertamenti con il personale di altre DTL, del Corpo forestale e dei carabinieri. Dagli accertamenti sino ad oggi condotti, che hanno interessato 46 aziende agricole, non sono emerse situazioni di sfruttamento o fenomeni di caporalato, mentre sono stati, invece, accertati sei lavoratori in nero.
Per quanto concerne la provincia di Asti, la competente DTL ha comunicato che, nel 2015, la zona del Canellese è stata raggiunta da poche centinaia di lavoratori stranieri, la quasi totalità dotati di regolare passaporto idoneo allo svolgimento di attività lavorative. Dagli accertamenti svolti, congiuntamente con i carabinieri, il Corpo forestale e le ASL, non sono emerse violazioni concernenti il fenomeno di intermediazione illecita di manodopera o dello sfruttamento del lavoro né sono stati constatati fenomeni di caporalato. Tali accertamenti, che hanno interessato 29 aziende agricole e 176 lavoratori, hanno consentito di rilevare, però, sette lavoratori in nero e l'impiego di un lavoratore minorenne.
Il Ministero dell'interno ha, inoltre, comunicato che la Guardia di finanza, nel 2015, ha condotto una specifica attività ispettiva sull'intera filiera enologica, che ha consentito l'individuazione di una serie di cooperative agricole, rette per lo più da cittadini stranieri, prive di attrezzatura, in condizioni di evasione totale. Nello specifico, è stato accertato che tali cooperative operavano alla stregua di vere e proprie agenzie di lavoro interinale, senza però garantire ai lavoratori i dovuti trattamenti retributivi e contributivi. Inoltre, la Guardia di finanza ha riscontrato 144 posizioni lavorative irregolari e una base imponibile sottratta a tassazione superiore a 750.000 euro, omessi versamenti contributivi per 706.000 euro e IVA non versata pari a 160.000 euro. Relativamente all'anno in corso la vigilanza, iniziata lo scorso 2 settembre e svolta in congiunta col Corpo Forestale e le ASL, ha interessato 12 aziende agricole e ha permesso di accertare 12 lavoratori in nero.
Per quanto concerne la provincia di Cuneo, la competente DTL ha comunicato di aver svolto nell'anno 2015 un'intensa vigilanza in collaborazione con i comandi dei carabinieri. Le ispezioni sono state fatte a partire dai mesi di gennaio, febbraio, durante le operazioni di potatura delle viti nell'albese, per proseguire a luglio e ad agosto nella raccolta poi della frutta nel bacino agricolo del saluzzese e infine, durante la vendemmia, nei territori di Langhe, Roero e Vallebelbo fino ai confini della provincia di Asti. Sono stati svolti poi accertamenti ispettivi nei confronti di 210 aziende agricole, verificate le posizioni lavorative di 518 operai, tra cui 56 migranti ospitati nei campi di accoglienza allestiti nel comune di Saluzzo.
Dagli accertamenti svolti è emerso che non si sono verificati fenomeni di sfruttamento del lavoro e di caporalato, mentre sono stati accertati 135 lavoratori in nero, di cui cinque lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno. È stato accertato inoltre il fenomeno dell'interposizione illecita di manodopera posta in essere da dieci cooperative che, pur avendo sottoscritto contratti di appalto con vari agricoltori per la raccolta dell'uva, risultavano di fatto privi di un'autonoma organizzazione imprenditoriale. Gli accertamenti svolti hanno altresì evidenziato fenomeni Pag. 6di evasione e di elusione contributiva per un imponibile previdenziale non dichiarato all'INPS pari a 138.000 euro circa. Per l'anno in corso, anche al fine di dare concreta attuazione ai citati protocolli del 27 maggio e del 12 luglio scorsi, la DTL ha avviato un'azione di vigilanza straordinaria interforze nel settore agricolo che prevede la composizione di gruppi ispettivi costituiti da ispettori del lavoro, carabinieri e agenti del Corpo forestale. Ad oggi sono stati svolti accertamenti nei confronti di 55 imprese e sono state verificate le posizioni lavorative di 146 lavoratori, di questi 15 sono risultati in nero. Sono stati inoltre accertati quattro casi di interposizione di manodopera e 23.000 euro di imponibile non dichiarato. Il caporalato costituisce purtroppo – ha ragione lei – un problema storico del nostro Paese, sul quale si è intervenuti ripetutamente anche di recente in termini legislativi. Evidentemente, gli avvenimenti, anche tragici che si apprendono dai media, costringono a ritornare su questo argomento, imponendo una riflessione in ordine alle azioni, alle norme e ai comportamenti più adeguati per far fronte a una situazione così grave.
Il problema dunque non va affrontato in maniera emergenziale, bensì strutturale perché si ripropone ogni anno con le medesime modalità e nei medesimi territori. A tale proposito, ricordo che il Consiglio dei Ministri ha approvato uno specifico disegno di legge contenente disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni di lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Tale provvedimento legislativo approvato dal Senato e ora all'esame delle Commissioni lavoro e Agricoltura della Camera mira a garantire una complessiva e maggiore efficacia dell'azione di contrasto, introducendo modifiche significative in diversi testi normativi, al fine di prevenire e colpire in modo organico e mirato tale fenomeno criminale nelle sue diverse manifestazioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Ministero del lavoro per la risposta dettagliata ed esauriente. Prendiamo atto anche degli impegni che sono stati svolti e che sono assunti per il futuro, al fine di contrastare in modo efficace questo fenomeno criminale del caporalato, del lavoro sommerso, dello sfruttamento di categorie particolarmente deboli di lavoratori, come sono gli immigrati che purtroppo vengono così numerosi in Europa per le vicende che tutti conosciamo.
Io ho preso spunto per questa mia interpellanza da inchieste giornalistiche e anche resoconti sindacali e quello che è successo purtroppo in Piemonte, in Puglia o in tante altre zone agricole del nostro Paese è purtroppo un fenomeno ricorrente.
Noi assistiamo ad una umanità sofferente, che si sposta a seconda delle campagne agricole, una volta per raccogliere i pomodori, le carote, le insalate, frutti di ogni stagione, agrumi, uva, olive e che vive una situazione di perenne sfruttamento, con condizioni di vita, non solo di lavoro, veramente incredibili.
Per questo noi riteniamo che sia giusto investire risorse nelle attività di vigilanza, di prevenzione, di controllo e di repressione dei fenomeni di lavoro sommerso, di lavoro nero e di caporalato. Occorre una collaborazione istituzionale forte tra tutte le forze che sono impegnate in questo campo e occorre dare mezzi e risorse a chi è in prima linea in questa battaglia. Penso soprattutto agli ispettori del lavoro e penso anche alle forze dell'ordine, che devono, sempre di più, concepire il controllo del territorio, non solo in termini di sicurezza rispetto alla criminalità comune, ma anche rispetto alle nuove forme di criminalità che si affacciano ormai negli ultimi anni con grande virulenza nel nostro Paese. Il fenomeno delle cooperative fasulle, che nei fatti sono l'espressione moderna del caporalato, sottrae risorse allo Stato e sfrutta i lavoratori che incappano nel suo sistema di potere criminale.
Noi ci auguriamo che la legge in discussione alla Camera, già approvata dal Pag. 7Senato, diventi rapidamente una legge perché consentirà un'azione di contrasto ancora più efficace.

(Elementi e iniziative in ordine alle incompatibilità previste dal bando dell'Inps del 16 novembre 2015 per la selezione pubblica di medici – n. 3-02490)

PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Lenzi n. 3-02490 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
La sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere.

FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi, come osservato dall'onorevole Lenzi, l'INPS con la determinazione presidenziale n. 147 del 12 novembre 2015, ha effettuato una selezione per un contingente di novecento medici, preferibilmente specialisti in medicina legale e in altri settori di interesse per l'Istituto stesso, a cui conferire incarichi di collaborazione professionale. Così come precisato anche nell'avviso di selezioni, i suddetti incarichi sono finalizzati all'espletamento delle attività medico-legali istituzionali da svolgere presso le unità operative complesse e le unità operative semplici, centrali e territoriali dell'Istituto. Ai medici inseriti utilmente nelle graduatorie, di cui alla suindicata selezione per novecento professionisti, non possono essere affidate le attività che, ai sensi della normativa vigente, sono di competenza dei medici iscritti nelle liste speciali dell'Istituto, le cosiddette liste speciali ad esaurimento, ossia quelle inerente all'effettuazione delle visite mediche di controllo domiciliare sullo stato di effettiva incapacità temporanea al lavoro per malattia, in conformità con l'articolo 17, comma 1, lettera 1, della legge n. 124 sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Per tali ragioni, nel decreto attuativo della suddetta norma di delega in corso di predisposizione, troverà piena applicazione il criterio che impone all'INPS per l'effettuazione delle visite mediche di controllo domiciliare il prioritario ricorso ai medici fiscali inseriti nelle liste speciali ad esaurimento, anche al fine di salvaguardare i professionisti che da anni lavorano presso l'Istituto.
D'altra parte alla specificità di competenze e attività richieste ai medici dal bando consegue la previsione di espresse incompatibilità. Pertanto, in caso di inserimento utile in graduatoria, tali medici, non essendo loro consentito lo svolgimento contemporaneo di due incarichi, avranno l'obbligo di esercitare il diritto di opzione. Ciò risponde all'esigenza di creare nuovi posti di lavoro per i giovani, in un'ottica di massima flessibilità anche in campo medico.

PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

DONATA LENZI. Parzialmente soddisfatta, sottosegretario, e la ringrazio per la risposta. Vorrei solo ricordare che il bando prevede un contratto della durata di un anno. Quindi, il rischio è che noi andiamo a fare molto più in piccolo quello che è successo nella scuola: da una parte, c’è una graduatoria ad esaurimento e, dall'altra, c’è l'assunzione di nuovi che andranno a lavorare all'interno delle commissioni di valutazione per l'invalidità. Ricordo a tutti e a me stessa per cominciare che, all'interno di queste commissioni, andrebbero messe persone con una certa stabilità di impiego per l'ovvio motivo che tutte le cose che richiedono una valutazione di questo tipo hanno bisogno di essere fatte da persone che non sono avvicinabili o condizionabili per qualche ragione.
Per quanto riguarda il punto dell'incompatibilità, la risposta non c’è stata. Io ricordavo che il bando esclude, per esempio, qualsiasi attività politica. Quindi, questi precari che vanno a fare il medico all'interno delle commissioni di invalidità per pochi euro non potrebbero, per esempio, essere all'interno di un consiglio di Pag. 8circoscrizione o di quartiere o di un piccolo comune, il che, oltre che assurdo, è anche incostituzionale. Mi auguro per il futuro una maggiore attenzione da parte dell'INPS dei diritti fondamentali di ogni cittadino.

(Iniziative in materia di anticipazione del trattamento di fine rapporto per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni – n. 3-02489).

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ferraresi ed altri n. 3-02489 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Colleghi, com’è noto numerose lacune normative impediscono l'anticipo del TFR per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e non si è potuto dare seguito ad accordi tra le parti e a norme già approvate, tra cui in particolare, come osservato dall'onorevole Ferraresi, alla legge 8 marzo 2000, n. 53, recante «Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città». L'articolo 7 introduce un'ulteriore fattispecie alla possibilità per il lavoratore con più di otto anni di servizio di poter chiedere l'anticipazione del TFR. Lo stesso articolo 7, al comma 3, dispone, altresì che «con decreto del Ministero per la funzione pubblica, di concerto con i Ministeri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, del lavoro e della previdenza sociale e per la solidarietà sociale, sono definiti i requisiti, i criteri e le modalità applicative delle disposizioni al comma 1 in riferimento ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni». Tale decreto è stato ulteriormente richiamato nell'articolo 4, comma 5, del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, che riporta che «il decreto ministeriale di cui all'articolo 7, comma 3, della legge 8 marzo 2000, n. 53, è emanato entro trenta giorni dall'entrata in vigore del presente decreto-legge». Al fine di dar seguito a quanto disposto dalla citata legge n. 53 del 2000, nel corso dell'anno 2011 c’è stata una serie di incontri che hanno visto la partecipazione, oltre che del Dipartimento della funzione pubblica, anche del Ministero dell'economia e delle finanze in veste di Ispettorato generale per la spesa sociale, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell'ex INPDAP. Nel corso degli stessi sono state rilevate le criticità, per lo più di natura finanziaria, all'applicazione dell'anticipazione del TFR al pubblico impiego, sospendendo, quindi, l'emanazione del decreto ministeriale previsto dalle norme ai fini di armonizzare il lavoro pubblico con quello privato. Ad oggi, oltre alle citate criticità, andrebbero comunque considerate le modifiche introdotte negli ultimi anni al regime dei termini per la percezione del TFR da parte dei dipendenti pubblici. Infatti, sia il decreto legislativo n. 138 del 2011, sia la legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità poi del 2014) hanno previsto un termine di ventiquattro mesi per la percezione del TFR per quei dipendenti cessati dal servizio volontariamente e un termine di dodici mesi per le cessazioni dal servizio per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro o per collocamento a riposo per raggiunti limiti d'età. Si è comunque disponibili a un approfondimento per valutare l'opportunità di adottare gli atti necessari al fine di armonizzare ulteriormente la disciplina del TFR dei dipendenti pubblici a quello dei dipendenti privati, rendendo possibile anche per il pubblico impiego l'utilizzo dell'istituto dell'anticipazione di parte del TFR, così come prevede l'articolo 2120 del codice civile per i lavoratori del settore privato.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interrogazione Ferraresi ed altri n. 3-02489, di cui è cofirmataria.

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TIZIANA CIPRINI. Ci dichiariamo non soddisfatti della risposta perché prendiamo atto che nulla ancora è stato fatto praticamente e, quindi, il TFR dei lavoratori pubblici, che è un salario differito, viene di nuovo negato per problemi di finanza pubblica. È questo. Quindi, la legge c’è e manca il decreto che va proprio ad attuarla. Ebbene, è chiaro, come ha già detto anche la sottosegretaria, che c'era già una legge a monte che era appunto il decreto legislativo n. 80 del 1998 che ha privatizzato il rapporto del pubblico impiego. Ma ciò ha significato evidentemente solo svantaggi per i pubblici dipendenti che ad oggi non possono ottenere quello che è già loro, cioè il TFR. Ed è per questo che, per i destinatari pubblici del trattamento di fine rapporto, bisognosi dell'anticipo per sopraggiunte necessità economiche, l'unica possibilità che rimane è quella di chiedere di beneficiare della gestione creditizia erogata dall'INPS, ottenendo un prestito decennale, gravato, però, da interessi. Quindi, qui si sta ovviamente giocando con lo stipendio dei dipendenti, legittimo. Di nuovo prendiamo atto che ancora nulla è stato fatto ed è tutto sospeso. Pungoliamo e pungoleremo di nuovo il Governo perché venga al più presto data risposta a questi dipendenti pubblici che si sono visti, anche con la legge di stabilità, protratto nel tempo il TFR. Addirittura, devono aspettare ben ventiquattro mesi, cioè due anni, per ottenere quello che è già loro, cioè un salario differito nel tempo.

(Interrogazione Fregolent n. 3-02169)

PRESIDENTE. Ora dovremmo passare all'interrogazione Fregolent ed altri n. 3-02169 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni), ma avverto che, su richiesta dei presentatori, l'interrogazione è stata testé trasformata in interrogazione a risposta scritta.
È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 14,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Braga, Cominelli, Ferrara, Lorenzo Guerini, Palladino, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centosedici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,31).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che verrà ripresa alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 14,32, è ripresa alle 15.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Cari colleghi, come a tutti è noto, lo scorso 16 settembre è mancato il Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Vi comunico che la Presidenza è già in contatto con i familiari al fine di individuare, in accordo con gli stessi, una prossima seduta in cui commemorare nelle forme e nei modi più appropriati la figura dell'illustre uomo di Stato scomparso.

Pag. 10

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1261 – D'iniziativa dei senatori: Elena Ferrara ed altri: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo (Approvata dal Senato) (A.C. 3139-A); e delle abbinate proposte di legge: Campana ed altri; Iori ed altri; Brambilla; Iori ed altri; Marzano; Santerini ed altri; Lorefice ed altri (A.C. 1986-2408-2435-2670-3576-3605-3607).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3139-A: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo; e delle abbinate proposte di legge nn. 1986-2408-2435-2670-3576-3605-3607.
Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti Santerini 2.57, 6.60 e 6-bis.54 sono stati ritirati dalla presentatrice.
Avverto, altresì – se evitiamo di urlare è meglio – che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto – colleghi, per favore – ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. La Presidenza, come da prassi, essendone stata fatta richiesta, concederà a tale componente un ampliamento dei tempi pari ad un terzo rispetto a quelli originariamente previsti.
Avverto, infine, che, fuori della seduta, l'emendamento Centemero 2.67 è stato ritirato dalla presentatrice.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Ricordo che, nella seduta del 15 settembre, è stato da ultimo respinto l'emendamento Quintarelli 2.52, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal MoVimento 5 Stelle, ed è stato successivamente accantonato l'emendamento Quintarelli 2.53.
Chiedo al relatore se intenda riprendere l'esame del provvedimento da tale emendamento.
Liberiamo, per favore, i banchi del Governo ! Altrimenti si distrae.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì, Presidente, noi possiamo riprendere l'esame del provvedimento dall'emendamento Quintarelli 2.53.

PRESIDENTE. Perfetto.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Se mi consente, con l'occasione vorrei comunicarle che, a seguito del Comitato dei nove, rispetto all'articolo 2 come relatori abbiamo da modificare un parere su uno degli emendamenti, esattamente l'emendamento Lorefice 2.66: il parere da contrario diventa favorevole, con una riformulazione che se lei è d'accordo le potrei leggere.

PRESIDENTE. Sì, certo. Colleghi, magari può interessare a qualcuno, oltre che all'onorevole Lorefice ed ai firmatari, di sentire com’è la riformulazione. Prego.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. L'emendamento Lorefice 2.66 diviene questo. Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: «Chiunque, anche minore, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità genitoriale di un minore, abbia commesso taluno degli atti rientranti nelle condotte di cyberbullismo di cui alla presente legge, può attivare per finalità riparative l'istanza di cui al comma 1». Questo è il testo.

PRESIDENTE. Sta bene. Su questo poi sentiremo l'onorevole Lorefice, se è d'accordo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Quintarelli 2.53.Pag. 11
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore, se mettiamo l'onorevole Quintarelli nelle condizioni di poter intervenire, liberando... Colleghi, per favore ! Sarebbe opportuno mettere l'onorevole Quintarelli nelle condizioni di poter intervenire sul suo emendamento. Prego.

GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Presidente, volevo dire che condividiamo le finalità del provvedimento: il tema esiste, non è che non esiste. Quello che preoccupa, come ho avuto modo di argomentare nella seduta precedente, sono le conseguenze inattese da effetti collaterali che, a nostro avviso, da questa norma si determinano.
Mi si dice che non viene cambiato nulla, che esiste già tutto nei reati previsti: stalking, diffamazione, e via dicendo; e che però – è stato anche ribadito in quest'Aula la volta scorsa – si abbassa la soglia per consentire la rimozione di contenuti, anche se non sono una fattispecie di reato. La domanda è: ma chi deve valutare se questi contenuti costituiscano reato o meno e se debbano essere rimossi o meno ? Allora io mi chiedo ma se non cambia nulla, se già esiste la possibilità di rimuovere tutti i contenuti che riguardano possibili reati, perché lo facciamo ? Non credo che non cambi nulla, credo che, se lo facciamo, lo facciamo per cambiare qualcosa e quel qualcosa che cambia è proprio il fatto che ci si aspetta che contenuti offensivi, tali da generare ansia che non costituiscono reato vengano rimossi.

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Quintarelli. Colleghi, per favore, liberiamo i banchi del Governo, per favore, non mi costringete a sospendere la seduta. Prego.

GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie. Ci si aspetta che non solo i contenuti oggetto di reato ma anche contenuti che non sono oggetto di reato, offensivi, tali da generare ansia vengano rimossi. Mi chiedo: come evitare che si abusi di questa richiesta di rimozione di contenuti che non costituiscono reato ? Non abbiamo previsto alcuna sanzione: se qualcuno fa delle richieste a nastro di rimozione di contenuti, non abbiamo previsto un meccanismo per limitare il fatto che si abusi di questa possibilità di rimuovere contenuti non oggetto di reato. Si prevede la conservazione: chi rimuove deve conservare. Ma come ? E se quelle cose che vengono rimosse invece costituiscono effettivamente reato, che prove valide si potranno portare di quelle cose in giudizio ? Il nostro emendamento cercava di ricondurre, riportare le modalità in tracce, in solchi già esistenti. Abbiamo fatto numerose proposte di miglioramento, sia presentate come emendamento sia in corso di presentazione, ma purtroppo per effetto della blindatura non è stato possibile. La bottom line è che di tutte le nostre proposte di miglioramento non ne è stata accolta una. Con questo credo di aver espresso le nostre perplessità, pur ribadendo il fatto che si condivide il fine della norma e che anzi è molto opportuna per quanto riguarda gli aspetti educativi, anche se magari un budget più elevato poteva aiutare. Con questo dichiaro l'astensione di Scelta Civica da questo provvedimento e che io sul piano personale non intendo partecipare al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quintarelli 2.53, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.56 Ferraresi con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 12
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Se è possibile avere un po’ di silenzio, Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, non ho sentito.

VITTORIO FERRARESI. Se è possibile avere un po’ di silenzio, grazie.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Colleghi, per favore. Onorevole Invernizzi, per favore... Colleghi, chiedo anche ai colleghi del gruppo dell'onorevole Ferraresi se è possibile fare silenzio... Grazie. Prego, onorevole Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo articolo 2, così come formulato ovviamente, non ci piace e avremmo voluto che la sua formulazione fosse riferita solo ai minorenni. Per questo abbiamo inserito con questo emendamento la parola «ciascun» riferito esclusivamente ai minori o, in caso diverso, poteva essere specificata meglio la sua portata in riferimento ad alcune categorie più vulnerabili anche se maggiorenni. Detto questo, è ovvio che tutto l'impianto non può essere preso da solo cioè in riferimento a talune categorie di soggetti e alla loro età ma anche in riferimento alle altre norme presenti nel testo, in particolare all'articolo 1. Perché vogliamo riportare tale istanza di oscuramento ad una portata minore, riferita solo ai minori o ad altri soggetti più deboli anche se maggiorenni ? Si prevede che questa istanza di oscuramento possa essere fatta in prima istanza dal gestore del sito Internet. Questo gestore molte volte dispone già di strumenti di controllo, come nel caso di grossi social come Facebook o Twitter, e quindi già si è autoregolamentato e ha comunque risorse tali da potersi difendere nel caso in cui venga applicata una sanzione per la mancata rimozione di questi contenuti. Ma nel caso di piccoli blog, nel caso di piccoli siti che hanno magari un gestore unico che fa informazione senza avere dietro un'impresa o un gruppo editoriale o un grosso imprenditore o comunque senza avere le risorse per farlo, è ovvio che, sotto la scure della possibilità di ricevere una sanzione anche di 180.000 euro, essi non avranno la capacità di fare una scelta e di dire se quei contenuti sono idonei o meno, perché la proposta di legge dice così, a creare ansia o timore. Semplicemente farà una scelta: rimuoverà, oscurerà quei contenuti e questo perché non si può assolutamente permettere che la sua soluzione sia in qualche modo sanzionata dai regolamenti che attualmente sono in vigore proprio per tutelare la privacy. Non è possibile ovviamente che questa scure possa incombere sopra il soggetto che deve decidere se il contenuto è idoneo o meno a creare ansia o timore perché 180.000 euro che, per Twitter o Facebook possono essere una cifra ovviamente inesistente o esigua, per un cittadino che apre un blog o un piccolo sito senza un gruppo editoriale alle spalle ovviamente fanno la differenza tra il vivere e il morire, cioè tra chiudere e andare avanti con la sua attività. Nel caso in cui venga passato anche questo problema, se successivamente il gestore non si attiva per oscurare o rimuovere il contenuto, si passa la palla al garante per la privacy e, in questo modo, appunto, il garante dovrà decidere, con le risorse disponibili, migliaia di istanze che potrebbero arrivare ad una platea di 60 milioni di italiani. Veramente non tutti utilizzano Internet, ma la platea, la portata è questa. Quindi, migliaia di istanze potrebbero arrivare, molte delle quali insignificanti ma molte significanti, al garante, che, con la struttura attuale e con le risorse che ha in questo momento, sarebbe impossibilitato, in maniera assoluta, a fare fronte a tutte le richieste, se non affrontandole in maniera sommaria. È quindi insostenibile dal punto di vista economico-finanziario questo provvedimento se non si danno al garante la struttura, le risorse e gli uomini per far fronte a questo impegno.Pag. 13
Il secondo motivo è invece un motivo non tanto di sostenibilità economica ma di sostenibilità politica, perché il garante per la privacy è un'istituzione autonoma, diciamo, che non ha i poteri, le competenze e neanche le possibilità di un giudice, per il quale, come istituzione, il nostro Paese prevede forme di tutela come l'oscuramento e la rimozione in via cautelare, sia per quanto riguarda il giudice civile sia per quello penale sia per quanto riguarda, appunto, il successivo risarcimento per le scelte che fa. Allora, oscurare un contenuto perché è idoneo – e idoneo lo decide lui – ma su che base ? Sulla base di leggere questo contenuto, questo video, questa immagine, questa frase. Dovrà valutare discrezionalmente, in poco tempo e anche con le strutture che ha, sulla base di questa legge, e non sulla base delle sue interpretazioni, se quel contenuto è idoneo o no a provocare ansia o altre fattispecie appunto elencate nella norma (timore, emarginazione o anche altre cose).
Ebbene, se queste offese o queste derisioni venissero interpretate in un certo modo, è ovvio che al cittadino verrà negata in questo senso la possibilità di esprimersi e questo noi non lo vogliamo, anche perché in questo modo non solo la discrezionalità è ampia ma possiamo immaginare bene che certi personaggi di spicco istituzionale, politici o vip, potrebbero avere – e questo è un rischio ma è un rischio ulteriore rispetto a quelli che ci sono già –...

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO FERRARESI. ...forse maggiori tutele di quelle dei semplici cittadini e questo sarebbe comunque inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole sull'emendamento del collega Ferraresi e per sottolineare, però, due questioni: la prima è che noi, come dimostrano i nostri voti, condividiamo l'allargamento ai maggiorenni, inteso sia come autori sia come vittime di bullismo e cyberbullismo, ma ci saremmo aspettati su questo punto maggior prudenza operativa da parte della maggioranza e confidavamo che i giorni trascorsi da giovedì scorso potessero portare buon consiglio. Così purtroppo non è stato e ce ne dispiace.
La seconda osservazione, che rivolgo in particolare agli esponenti del Partito Democratico, è che, come dimostra la votazione precedente, questa, che poteva essere una legge di tutto il Parlamento, sta diventando la legge unicamente del Partito Democratico, perché nell'ultima votazione la Lega Nord si è astenuta, le altre opposizioni hanno votato contro il Partito Democratico e gli stessi componenti centristi della maggioranza hanno votato con le opposizioni.
Allora, l'invito è: c’è ancora tempo, c’è ancora possibilità, non ci corre dietro nessuno, non è un decreto che scade, non c’è un'urgenza, come avete detto (ed è vero), di legiferare sull'onda emotiva degli eventi tragici avvenuti nei giorni passati; fermiamoci, fermatevi, e ragioniamo ancora insieme perché c’è ancora possibilità di portare in porto un provvedimento che sia condiviso da tutti e che – e concludo, Presidente – possa trovare accoglienza anche al Senato, perché è evidente che se continuerete su questa strada noi qui faremo un brillante forse, ma neanche questo, esercizio retorico ma questa norma al Senato non andrà da nessuna parte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.56, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 14
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Santerini, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Che succede ?

PAOLO TANCREDI. Presidente...

PRESIDENTE. Ho capito, onorevole Tancredi. Non l'abbiamo vista.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni, che modifica il comma 1 e sostituisce integralmente il comma 2 dell'articolo 2, risultano preclusi gli emendamenti dagli identici 2.58 Palmieri e 2.59 Santerini fino agli identici 2.64 Palmieri e 2.65 Piazzoni.
Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 2.66 Lorefice, sul quale il relatore ha espresso parere favorevole con riformulazione.
Chiedo al rappresentante del Governo e al relatore di minoranza quale sia il parere su questo emendamento.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, anche il Governo si associa al parere del relatore e, quindi, cambia il parere: il parere è favorevole con la riformulazione.

PRESIDENTE. La riformulazione è quella letta dal relatore per la maggioranza.
Prendo atto che l'onorevole Ferraresi conferma il suo parere favorevole anche a fronte della riformulazione.
Prendo atto che anche l'onorevole Lorefice accetta la riformulazione del suo emendamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Ovviamente questo emendamento a nostro favore va, per quanto ci riguarda, a favorire un concetto, ovvero una sorta di ravvedimento operoso da parte del minorenne o da parte di colui che ha commesso un abuso, un abuso violento, relativamente agli strumenti di comunicazione, e in tempi ragionevoli, diciamo, crea immediatamente un'istanza per l'oscuramento degli stessi contenuti che lo stesso ha travasato all'interno della rete e, quindi, travasato parliamo di video, scritti oppure parliamo di immagini.
Nella nostra visione però, Presidente, questo emendamento doveva rimanere all'interno dell'alveo (Commenti) dei minorenni, o al limite degli infraventunenni; quindi il fatto che questo emendamento sostanzialmente venga visto da noi, con la riformulazione, con parere favorevole...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, non è che si commenta così, come fossimo allo stadio. Chi vuole intervenire, prende la parola e interviene, altrimenti mettiamo nelle condizioni l'onorevole Baroni...

MASSIMO ENRICO BARONI. Quindi, per concludere, e per spiegare bene: noi creiamo le condizioni di un ravvedimento operoso sia del genitore, nel momento in cui dovesse venire a conoscere in tempi ragionevoli, per intervenire, sia dello stesso minorenne. Tuttavia, ovviamente, la questione si fa decisamente discutibile, perché, siccome il provvedimento è esteso a Pag. 15tutti i maggiorenni e a comportamenti che, a nostro avviso, non rientrano nei comportamenti su cui la norma si è sviluppata, c’è comunque un punto interrogativo, nel senso che dovrebbe essere applicata al bacino degli utenti minorenni dei social e degli scrittori sul web (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.66 Lorefice, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.55 Palmieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Questo è appunto uno di quegli emendamenti, a cui facevo riferimento prima, che potrebbero contribuire a ridurre il danno e a migliorare la norma. Uno dei punti dolenti di questa norma, che spalanca la voragine alle accuse alla maggioranza, o meglio al Partito Democratico, di volere comprimere libertà di espressione on line, è appunto il fatto che la norma tende a colpire ogni presenza online. Allora con questo emendamento noi proponiamo di sopprimere un comma che mette un termine perentorio entro il quale chiunque, a prescindere dalla dimensione della propria presenza online, debba adottare quanto previsto dalla proposta di legge.
Quindi, l'invito anche in questo caso è quello di riflettere, di prendersi una pausa di riflessione, magari di accantonare questo emendamento, per poter trovare una dinamica operativa più efficace, perché voi qui mettete in campo una norma che è infattibile e incontrollabile da parte di nessuno.
È veramente un peccato che si continui su questa strada. Per me, per noi, devo dire sarebbe molto facile ripagare il Partito Democratico con la stessa moneta che su questi temi, su tematiche affini, abbiamo dovuto subire da parte loro quando eravamo al Governo. Continuiamo a non voler perseguire questa strada, perché ci sta a cuore il problema e ci sta a cuore il fatto di portare a compimento una legge realmente efficace.
Per questo, e termino, l'invito è a rifletterci ancora, ad accantonare il parere su questo emendamento, a valutare l'opportunità di riscriverlo meglio, in un modo che sia realmente praticabile da tutti.

PRESIDENTE. Dobbiamo sentire il relatore a questo punto.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. No, non siamo disponibili ad accantonarlo.

PRESIDENTE. Se l'onorevole Palmieri non insiste, lo poniamo in votazione, altrimenti diamo la parola a un oratore a favore e uno contro. Però mi dica lei.

ANTONIO PALMIERI. Votiamo per l'accantonamento.

PRESIDENTE. L'intervento a favore lo diamo per fatto, se non c’è un intervento contro, lo votiamo subito.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento Palmieri 2.55, su cui il relatore ha espresso il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione)

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 139 voti di differenza.

Pag. 16

Indìco, quindi, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.55 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Abbiamo detto che l'emendamento 2.67 Centemero è stato ritirato.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.68 Giuditta Pini e 2.69 Palmieri, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.68 Giuditta Pini e 2.69 Palmieri.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Per capire bene per quale ragione quest'articolo è l'articolo che ci vede maggiormente contrari, bisogna andare indietro di qualche mese. Bisogna andare indietro con la discussione in sede referente e bisogna andare indietro anche con la discussione che si è attuata con i relativi auditi, perché è stata di fatto elusa la discussione nel momento in cui noi riteniamo che in particolare il codice di regolamentazione che verrà stabilito da questo tavolo tecnico con decreto della Presidenza del Consiglio sarà una vera e propria black box. In che senso ? Perché proprio in questo codice di regolamentazione, che farà soccombere qualsiasi altro tipo di codice di autoregolamentazione, avremo tutta una serie di persone – e speriamo di no – anche di personaggi, che stabilirà quali sono i limiti e i confini delle, per esempio, offese e delle derisioni, nel momento in cui viene fatta un'istanza di oscuramento.
Ebbene, possiamo immaginare anche le conseguenze per quanto riguarda i furbi che cercheranno di attuare e di fare attuare questo nuovo regolamento a loro uso e consumo per il fatto che non vogliono, ad esempio, che determinate situazioni vengano sollecitate, sollevate e che la società civile si impegni in determinate discussioni, nel momento in cui un potente di turno, una persona estremamente ricca – possiamo pensare a un Marchionne o possiamo pensare anche a un politico – attua un tipo di comportamento che la maggior parte dei cittadini considera assolutamente offensivo per la collettività, oppure un comportamento ipocrita, oppure un comportamento che va a ledere i diritti di una minoranza, relativamente a questa capacità di grandi lobbisti o di grandi decisori che sono in grado di spostare ingenti quantità economiche a livello di investimenti, oppure sono in grado di proporre e attuare leggi che, per esempio, vanno a favore dei pochi e a scapito dei molti.
Allora, immaginiamo quindi un diritto di replica, immaginiamo un diritto di replica anche aspra, Presidente, una vera e propria sollevazione sul web, che potrebbe passare anche attraverso tutta una serie di figure retoriche che possano spiegare questi comportamenti che vanno a vantaggio di pochi e a ledere i diritti di molti. Ebbene, l'aspro diritto di critica verrà normato da questo piccolo codice di regolamentazione, che verrà emanato da questo piccolo tavolo tecnico, da questo piccolo decreto del Presidente del Consiglio, ma di fatto si va a comprimere tutta una serie di diritti all'informazione libera Pag. 17e alla libera discussione in rete in maniera assolutamente non chiara, con dei confini assolutamente non chiari.
Come hanno detto molti colleghi del centrodestra durante la seduta precedente, c’è tutto un dibattito internazionale sul diritto, la giustizia e la compressione di questi diritti e questo dibattito è relativo all’hate speech e andrebbe fatto un approfondimento. In realtà, a parte qualche collega del centrodestra, nessuno, nemmeno del MoVimento 5 Stelle, ma sicuramente nessuno del PD, ha mai dichiarato che di fatto noi stiamo andando a normare un fenomeno estremamente importante a livello di studiosi e a livello di dibattito, che è quello dell'hate speech. In questo caso, noi stiamo dando la possibilità a pochissimi decisori di creare una black box che andrà a creare tutta una serie di situazioni equivoche, di situazioni estremamente poco chiare, su qual è il confine e il limite di chi ha diritto a vedere le proprie istanze o il proprio nome oscurato nel momento in cui viene vertenziato.
Io non credo che possa essere veramente messo questo articolo in questo provvedimento relativo ai maggiorenti. Noi, come MoVimento 5 Stelle, credevamo fortemente che i minorenni dovessero avere questo tipo di tutela, nonostante fosse di tipo repressivo, perché – chiariamoci – è di tipo censorio e repressivo. Per quanto riguarda i maggiorenni, noi crediamo che i maggiorenni debbano, non possano vedersi comprimere i loro diritti alla libertà d'espressione e alla manifestazione del loro pensiero da questo futuro e oscuro codice di regolamentazione.
Poi ci sarebbero altre cose da dire, ma spero che altri colleghi solleveranno le criticità di questo articolo 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Per annunciare che anche noi voteremo contro questo articolo. Riteniamo che nel complesso la norma e questo articolo in particolare vadano a definire un campo di applicazione di cui è difficile persino capire l'estensione. Infatti, se appare chiaro che non stiamo parlando di reati, perché se stessimo parlando di reati la norma già esisterebbe e quindi è chiaro che non stiamo all'interno per esempio del campo della diffamazione o della minaccia, perché se io dovessi scrivere qualcosa su un sito Internet, un blog o una pagina facebook che diffamasse qualcuno, ragionevolmente quel qualcuno mi porterebbe in tribunale per diffamazione, quindi stiamo parlando di tutto ciò che di fatto attualmente non è previsto come reato dalla legislazione. Vado nel pratico. Cosa ci dobbiamo attendere quindi ? Ci dobbiamo attendere tutti quegli atti, tutte quelle parole che, pur non arrivando a essere talmente gravi da costituire un reato – perché non dicono il falso e non rappresentano una minaccia all'integrità fisica o morale di una persona – fanno appunto quello di cui agli articoli precedenti, cioè mi producono uno stato di ansia.
Ora capite che qui entriamo in un campo abbastanza complesso della vita umana, perché cosa produca a me adulto uno stato di ansia è difficile da dimostrare. Qui dentro io non sono ansioso per fortuna, ma se lo fossi, quotidianamente per il solo fatto di essere un deputato della Repubblica, ricevo messaggi pubblici o privati che mettono anche pesantemente in discussione il mio operato. Questo potrebbe produrmi uno stato di ansia. Una critica molto feroce portata a ciò che io faccio ogni giorno qui o altrove e che io interpretassi come offensiva nei miei confronti – perché io è così che leggo la norma – può portarmi a chiedere che venga eliminata entro 24 ore da chi la abbia fatta ? Certo che può portarmi a farlo, perché è soggettiva la sensazione di ansia, di offesa o altro. Noi stiamo dicendo a questo Paese che un maggiorenne che si senta offeso può pretendere la cancellazione di un contenuto senza che ci sia un giudice a ragionare su questo.
In seconda battuta si va all'Autorità per la privacy, ma l'Autorità per la privacy doveva occuparsi di altro, di privacy, non di offese, ma di lesione della privacy. Pag. 18Siamo tutti d'accordo che la privacy vada garantita, cioè se si mettono informazioni su di me che attengono alla mia sfera privata e personale e si diffondono, che io possa chiedere la rimozione è fuori di dubbio. Ma qui non parliamo nemmeno di quello perché anche quello già c'era, quindi dobbiamo sempre andare per sottrazione: se non sono notizie riservate o personali e non sono insulti che arrivino alla diffamazione o minaccia, cosa rimane ? Rimane la critica ? Rimane la satira ? Questo rimane. Ora, è del tutto evidente, almeno a me, che non arriverà mai in fondo una cosa del genere; un po’ perché credo ci penserà il Senato – per fortuna viviamo ancora in una repubblica bicamerale – ma la stessa Corte costituzionale potrebbe accettare una norma che in ultima istanza è lesiva della libertà di espressione e che affida ad un'autorità amministrativa, cioè l'Autorità garante per la privacy, di intervenire in un campo che non le è proprio e con provvedimento amministrativo disporre eventualmente attività censoria ? Non credo proprio. Potrebbe farlo laddove siano coinvolti dei minori, perché vanno tutelati – e infatti da lì si era partiti – ma certamente non quando si ha a che fare con dei maggiorenni.
Quindi, questa legge è auspicabilmente inapplicabile, ma qualora dovesse essere presa sul serio, molto pericolosa. E non fa onore al Parlamento e alla maggioranza di affrontarla con tanta leggerezza, di aver modificato proditoriamente in fin d'estate una norma e poi di difenderla fino al punto di non discuterne, ma di farci e di procurarci anche un danno di immagine come Paese, se è vero che, fin dall'estero, in questo momento, ci stanno accusando di inserire leggi censorie all'interno del nostro ordinamento.
Siete sicuri, colleghi della maggioranza, di voler fare questo ? Ecco, questa è la domanda che io faccio a voi e su cui credo che una risposta andrebbe data, se non a me, anche a quei componenti, persino della vostra maggioranza, che vi stanno mettendo in guardia contro una legge tanto stupida quanto inutile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

IVAN CATALANO. Grazie Presidente. Il collega Quintarelli nell'intervento inerente al suo emendamento ha sollevato una questione che il Parlamento non ha affrontato nel disegno di legge e che è l'abuso della segnalazione. Attualmente, in alcuni social network tra cui Facebook, ma anche Twitter, è possibile già effettuare la segnalazione degli utenti con un'apposita procedura e la piattaforma censura e blocca un utente quando la segnalazione raggiunge un numero tale per cui la piattaforma ritiene giustificato il temporaneo blocco dell'utente stesso. E questa procedura di blocco non varia, non è in funzione del contenuto che viene segnalato, ma è in funzione del numero delle segnalazioni che un contenuto riceve. Se applichiamo lo stesso ragionamento con l'introduzione della segnalazione per cyberbullismo, questa pratica di abuso non viene in alcun modo presa in considerazione dal testo di legge perché, come diceva giustamente il collega prima, non c’è alcuna sanzione per chi dà una segnalazione impropria, una segnalazione che non ha nulla a che fare con bullismo, anche perché gli strumenti informatici, quando coinvolgono un numero elevato di utenti e hanno un numero elevato di contenuti, non guardano il merito della singola segnalazione, ma guardano il numero delle segnalazioni. L'effetto di censura che noi segnaliamo e che la norma va a introdurre sta appunto in questa cosa, ossia nell'abuso della segnalazione, che potrebbe essere diciamo un bullismo al contrario: gli utenti potrebbero venire bloccati per un contenuto che non è bullismo. E perché ? Perché il contenuto della norma dice che chiunque crede di aver subito un atto di bullismo può segnalare al gestore della piattaforma. Ecco, questo è un tema che la norma non Pag. 19prende in considerazione e per questo motivo io voterò contro l'articolo 2 e contro il provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI. Grazie Presidente. Semplicemente per chiarire cose che poi sono venute fuori nel corso della discussione di questo articolo. Intanto, la procedura che si utilizzerà per chiedere l'oscuramento e poi per fare in modo che questo oscuramento avvenga è stata ripristinata secondo il testo previsto dal Senato. L'emendamento 2.100 – possono verificarlo i colleghi – di fatto trasla un testo approvato al Senato all'unanimità. I dubbi che qui vengono espressi sono tutti legittimi e ovviamente li rispetto, però prendiamo atto che al Senato non avevano avuto questa stessa forza e questo stesso impatto. Peraltro, con un emendamento dell'onorevole Palmieri, identico a quello della collega Giuditta Pini, abbiamo anche cercato di dare una tutela ai più piccoli – problema altrettanto importante che prendiamo in considerazione – chiarendo che i piccoli blog, le piccole realtà possono dotarsi di una propria procedura, addirittura eliminando il riferimento alla pagina iniziale. In altre parole, non c’è una procedura standard per cui le grandi piattaforme sono identiche alle piccole, però tutti debbono potersi dotare di uno strumento attraverso il quale recepire le istanze di oscuramento. Quindi, non c’è la volontà di imporre qualche cosa di identico per tutti.
Seconda cosa: noi allarghiamo la platea, è vero. Io, però, sono abituata per percorso personale a pensare che allargare la platea di quelli che sono destinatari di un diritto non tolga diritto a qualcuno, ma semplicemente ampli le prospettive. E in questo caso noi facciamo esattamente questo, cioè ampliamo la platea di coloro che hanno diritto a richiedere l'oscuramento senza per nulla sottovalutare l'importanza di quello che era stato detto al Senato. Anzi, gli articoli che seguiranno mostreranno come l'attenzione nei confronti dei minori, della prevenzione e della scuola è assolutamente centrale in questa proposta di legge. Quindi, la legge va vista nel suo complesso e non soltanto in un articolo singolo.
E poi per quanto veniva detto rispetto al fatto che basta un'offesa isolata a poter giustificare un'istanza di oscuramento, in realtà, se si legge bene il comma 2 dell'articolo 1, qui si parla di aggressione o molestie reiterate e si parla di atti e comportamenti vessatori, pressioni e violenze fisiche e psicologiche, istigazione al suicidio.
Capisco e abbiamo fatto le correzioni necessarie perché c'erano dei dubbi anche condivisibili. Dopodiché, non avviene e non avverrà che in funzione di una singola offesa – si parla peraltro di reiterazione – un maggiorenne possa chiedere l'oscuramento di un contenuto. Deve potersi verificare tutto quello che è previsto all'articolo 1 che configura una dinamica persecutoria vera e propria. Quindi, io credo che anche qui la legge vada vista nel suo complesso e non isolandone dei singoli pezzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Grazie Presidente. Io sono un po’ scettica per quanto riguarda l'abuso teorico di chi andrà a segnalare una molestia che ha subìto, perché mi sembra del tutto improbabile che uno si metta ripetutamente a segnalare azioni che reputa essere molestie. Detto questo, io credo che noi ci stiamo concentrando troppo sulla libertà presunta di chi utilizza mezzi informatici per commentare, per interagire, quando la libertà in realtà finisce nel momento in cui io vado a molestare ripetutamente un altro e deve essere chi riceve l'offesa in prima persona che deve sentirsi appunto molestato. Credo che allargare la platea possa essere pericoloso Pag. 20perché Internet è di una grandezza illimitata, è come un fascio di luce che rimbalza su una molteplicità di specchi, incontrollabile da questo punto di vista e che, quindi, serva un bel monitoraggio da qui a un anno di distanza per capire gli effetti di questa norma e che questa norma produrrà realmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Nel frattempo, approfitto per salutare. Sono presenti in tribuna i parlamentari della Camera dei comuni britannica, Sir Edward Leigh e l'onorevole Alberto Costa, rispettivamente presidente e vicepresidente del gruppo di amicizia Regno Unito-Italia (Applausi).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza per la II Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Emendamento 3.53 Quintarelli, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.3 Daniele Farina, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.5 Nicchi, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.54 Iori, parere favorevole con la seguente riformulazione: al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da «dalle associazioni già coinvolte» fino a, invece che «associazioni attive», «Safer Internet Center», con le seguenti: «di associazioni con comprovata esperienza nella promozione dei diritti dei minori e degli adolescenti», escludendo la «e» e aggiungendo «tematiche di genere».
Identici emendamenti Palmieri 3.55 e Piazzoni 3.56, parere favorevole, però con l'emendamento precedente poi cambia dove si attacca all'emendamento aggiuntivo. Emendamento 3.57 Baroni, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.52 Santerini, parere favorevole; emendamento 3.58 Centemero, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.59 Grillo, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.60 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.61 Iori, parere favorevole; emendamento 3.100 delle Commissioni, parere favorevole; emendamento 3.13 Mantero, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 3.62 Palmieri, parere favorevole; emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; emendamento 3.63 Nesci, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, emendamento 3.53 Quintarelli ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 3.3 Daniele Farina ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.5 Nicchi ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.54 Iori ?

Pag. 21

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 3.55 Palmieri e 3.56 Piazzoni ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 3.57 Baroni ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.52 Santerini ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 3.58 Centemero ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.59 Grillo ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.60 Palmieri ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 3.61 Iori ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 3.100 delle Commissioni ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 3.13 Mantero ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE.Emendamento 3.62 Palmieri ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 3.200 ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Non ce l'ho.

PRESIDENTE. Emendamento 3.200 delle Commissioni. Perché lei ha il vecchio fascicolo, non ha il nuovo.
È la condizione della V Commissione (Bilancio), da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Va bene, me lo dirà quando ci arriviamo, così lo legge un attimo.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sì.

PRESIDENTE. Emendamento 3.63 Nesci ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene. Si ricordi di segnalarmi poi l'espressione del parere.
Il Governo ? Immagino conforme al relatore di maggioranza.

Pag. 22

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto, grazie Presidente, i pareri sono conformi al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Perfetto, siamo all'emendamento 3.53 Quintarelli, che è stato ritirato dall'onorevole Quintarelli. Quindi passiamo a questo punto al successivo emendamento 3.3 Daniele Farina, su cui vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. Non ci sono interventi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Daniele Farina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 3.5 Nicchi: invito al ritiro o parere contrario. Immagino che non si ritiri.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Nicchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 3.54 Iori, con il parere favorevole con riformulazione. È accolta la riformulazione ? Sì sì, va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.54 Iori, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e su cui si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.55 Palmieri e 3.56 Piazzoni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e su cui si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 3.54 Iori, nel testo riformulato, i successivi identici emendamenti 3.55 Palmieri e 3.56 Piazzoni, che sono in votazione adesso, devono intendersi come aggiuntivi di parole al testo del comma 1, come modificato dal citato emendamento Iori 3.54 e come, peraltro, aveva specificato già la relatrice.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 3.57 Baroni. C’è un invito al ritiro, mi immagino che non lo accolga.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.57 Baroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 233.52 Santerini, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 3.58 Centemero. C’è un invito al ritiro: non viene accolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.58 Centemero, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 3.59 Grillo. C’è un invito al ritiro: non viene accolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.59 Grillo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 3.60 Palmieri. C’è un invito al ritiro, che non viene accolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.60 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.61 Iori, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e il parere contrario del relatore del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Mantero, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.62 Palmieri, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e contrario dei relatori di minoranza.Pag. 24
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.63 Nesci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Sull'emendamento 4.51 Quintarelli vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.53 Centemero vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.200 delle Commissioni vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.12 Nicchi vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.50 Ascani vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.14 vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.54 Centemero vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.55 Palmieri vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.56 Centemero vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.57 Di Vita vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.21 Colonnese vi è invito al ritiro o parere contrario, sugli identici emendamenti 4.58 e 4.59 vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.60 Palmieri vi è invito al ritiro o parere contrario, sull'emendamento 4.28 Lorefice vi è invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Relatore di minoranza per la II Commissione ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sull'emendamento 4.51 Quintarelli ci rimettiamo all'Aula, sull'emendamento 4.53 Centemero ci rimettiamo all'Aula, sull'emendamento 4.200 delle Commissioni dirò dopo, sull'emendamento 4.12 Nicchi vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.50 Ascani vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.14 vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.54 Centemero vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.55 Palmieri vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.56 Centemero vi è parere contrario, sull'emendamento 4.57 Di Vita vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.21 Colonnese vi è parere favorevole, sugli Pag. 25identici emendamenti 4.58 e 4.59 vi è parere favorevole, sull'emendamento 4.60 Palmieri ci rimettiamo all'Aula, sull'emendamento 4.28 Lorefice vi è parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.51 Quintarelli, su cui vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.53 Centemero, su cui vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza, che ha comunicato alla Presidenza il parere.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.12 Nicchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione. Ovviamente, essendo molti gli inviti al ritiro, per quelli per cui non viene annunciata alla Presidenza la volontà del ritiro, procedo come vi fosse parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.50 Ascani, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.14 Silvia Giordano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Dichiariamo voto favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Allora, noi qui ritorniamo in un ambito che per noi è molto importante, che è quello della prevenzione. Tra gli altri articoli di questa proposta di legge sicuramente questo è uno di quelli che più ci piace, proprio perché interviene in quegli Pag. 26ambiti nei quali il ragazzo si forma, e sono appunto la famiglia e, in questo caso, la scuola. Noi, con questo emendamento, chiediamo semplicemente che in ambito scolastico venga anche insegnata l'etica digitale, perché crediamo che la scuola, che è l'ambito nel quale il ragazzo si forma, possa avere in tal senso un ruolo molto importante.
Quindi, attraverso la scuola, in questo caso, e attraverso la famiglia il ragazzo può capire quali sono anche i pericoli che si possono nascondere dietro Internet, e solo capendo si può prevenire, perché in questo modo...

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIALUCIA LOREFICE. Continuo dopo, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.14 Silvia Giordano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.54 Centemero.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, dichiaro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Questo è uno degli emendamenti assolutamente congruo e assolutamente coerente con l'intero articolato, su cui c’è stato quello che abbiamo detto tante volte, ovvero la convergenza di tutti i gruppi, un lavoro comune e un sentiment comune. Quindi, anche per questo emendamento, che proviene dal centrodestra, noi riteniamo che sia assolutamente una cosa buona, ovvero una piccola certificazione che attesti la formazione e l'attuazione di questa formazione nell'ambito del contrasto e della prevenzione al bullismo e al cyberbullismo. Dobbiamo dire che questo era il cuore del provvedimento prima che venissero innestate altre questioni che sono relative alla volontà censoria dei maggiorenni. Questo era il cuore e riguarda i minorenni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI. Grazie, Presidente. Soltanto per dire che sia per quello che riguarda l'emendamento precedente che questo in realtà il parere contrario è dovuto al fatto che tutte queste cose sono già contenute nel Piano nazionale scuola digitale, che fa parte della legge n. 107 del 2015, denominata la «Buona scuola». Da un lato, cioè, c’è l'impegno all'educazione e all'utilizzo consapevole delle nuove tecnologie, non come ora aggiuntiva, perché noi abbiamo scelto un modo diverso di rapportarci all'autonomia scolastica, non aggiungendo sempre un'ora di qualcosa, ma dando delle linee di orientamento, come è giusto che sia; dall'altro lato, c’è la formazione strutturale in servizio dei docenti, che, ovviamente, tra le linee di indirizzo, se andiamo a leggerci la legge n. 107 del 2015, prevede proprio anche la formazione su questi temi. Quindi, è un «no» dovuto al fatto che queste cose questo Parlamento le ha già approvate nelle scuole italiane e già si stanno facendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.54 Centemero, con il parere contrario Pag. 27delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.55 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.56 Centemero, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.57 Di Vita, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.21 Colonnese, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.58 Paola Bragantini e 4.59 Palmieri, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 4.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per chiedere di modificare il parere in parere positivo, per due ordini di motivi: il primo è che sostanzialmente diciamo la stessa cosa, ma in realtà l'unica parola che viene soppressa è «rieducare», perché «rieducazione» è terminologia che richiama i regimi, non richiama una democrazia nella quale si voglia approcciare i minori che compiono atti di bullismo e cyberbullismo per convincerli del fatto che hanno sbagliato e aiutarli a modificare il loro modo di fare e di pensare. Per questo invito i relatori a modificare il parere, perché realmente diciamo la stessa cosa, semplicemente togliendo appunto il termine «rieducare» e sostituendolo con «prendere coscienza della gravità» eccetera eccetera.

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VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Presidente, cambio il parere in favorevole.

PRESIDENTE. Quindi all'emendamento 4.60 c’è il parere favorevole del relatore di minoranza. Il relatore per la maggioranza intende intervenire ? No. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.60 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.28 Lorefice.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Presidente, dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, continuerò da dove ho lasciato poco fa. Anche in questo emendamento tendiamo a mettere ancora in primo piano il ruolo della scuola, perché la scuola, così come la famiglia, sono i luoghi nei quali il giovane naturalmente cresce, si forma e viene educato. Con questo emendamento chiediamo che nelle scuole venga prevista l'istituzione di centri di ascolto psicologico, perché è importante per i giovani avere dei punti di riferimento e quindi dei luoghi nei quali poter magari raccontare episodi dei quali sono vittime, quindi luoghi e persone con le quali potersi confrontare.
Naturalmente siamo ben consapevoli – approfitto anche di questo spazio che ho per poterlo sottolineare – che tutto quello che questo provvedimento purtroppo prevede – tra l'altro, su questo articolo voteremo favorevolmente, perché è un articolo che a noi piace molto – non potrà realizzarsi, perché vengono previste pochissime risorse, appena 220 mila euro, che dovranno essere destinate alle scuole, alle attività del Garante della privacy, alla polizia postale, tutte cose che con soli 220 mila euro non si possono fare. Quindi, questa legge inevitabilmente è destinata a rimanere una legge monca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Presidente, ne approfitto in questo momento perché, già la scorsa settimana, in fase di votazione, ci si è soffermati tante volte, da parte dei colleghi, soprattutto del MoVimento 5 Stelle, sulla disponibilità economica, sulle risorse economiche che questo provvedimento non metterebbe a disposizione: hanno detto che sono irrisorie, hanno detto che non servono a portare avanti i progetti.
Vorrei ricordare che non è che la scuola parta dall'anno zero, non è che la scuola sia assolutamente disarmata nei confronti della prevenzione al bullismo e al cyberbullismo, semplicemente stiamo aggiungendo una serie di strumenti. Dico le cifre in modo particolare, perché già nella legge n. 107, quella che è passata alla vulgata come la «Buona scuola», sono 40 i milioni che sono messi a disposizione per tutti i percorsi. E siccome noi abbiamo ribadito più volte che i percorsi riguardano l'autonomia, sono le scuole stesse che, in situazioni difficili e di particolare disagio, possono decidere di utilizzarli solo per quel motivo. Questa legge serve per dare una struttura e una sorta di riorganizzazione, perché altrimenti ci dimentichiamo Pag. 29anche del miliardo stanziato per il Piano nazionale scuola digitale, che prevede proprio anche la formazione all'uso critico – ed è stato ripetuto più volte – dello strumento grazie a una preparazione e ad un investimento fatto nei confronti dei docenti.
Allora, non soffermiamoci sulla cifra, che qui, in questo caso, riguarderebbe il fatto di riuscire a fare intervenire e a partecipare, a contatto con i ragazzi, le forze dell'ordine che si sono occupate di questo e che stanno portando grandi risultati. Questa è una parte, ma c’è tutto il resto, perché fortunatamente le nostre scuole sono molto più avanti dell'immagine che qui dentro vuole essere rappresentata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, quando si parla di compressione del diritto di replica, anche del diritto di critica anche aspra, viene voglia appunto di alzare i toni, perché quando si minimizza o non si vogliono vedere le problematiche e si vuole dire che, madama la marchesa, va tutto bene, sale giustamente una rabbia da parte dei cittadini, e questa rabbia normalmente deve avere un canale di espressione. Quando passerà questa proposta di legge, Internet non sarà più uno di questi canali di espressione, perché per poter dissentire in maniera dissacrante bisognerà chiedere per favore.
Io dico all'onorevole Malpezzi che quello che lei ha detto crea veramente molta rabbia, perché i miei colleghi della Commissione cultura sanno benissimo in quali condizioni i professori e gli insegnanti sono costretti a fare gli psicologi, sono costretti a fare prevenzione del danno e riduzione del danno; sono costretti a fare tutto, ogni tanto probabilmente pure le pulizie, e la collega Malpezzi ci deve dire che il nostro sistema scolastico va sempre meglio. Questa è una balla, e mi tengo sull'educato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.28 Lorefice, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 4-bis – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Me li chiama lei ?

PRESIDENTE. Emendamento 4-bis. 50 Quintarelli ?

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro altrimenti parere contrario.

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PRESIDENTE. Emendamento 4-bis. 52 Palmieri ?

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 4-bis. 53 Palmieri ?

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 4-bis. 54 Palmieri ?

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 4-bis. 55 Lorefice.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 4-bis. 50 Quintarelli, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti 4-bis. 52, 4-bis. 53 e 4-bis. 54 Palmieri, e 4-bis. 55 Lorefice.

PRESIDENTE. Il Governo ?

GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 50 Quintarelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio), e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 52 Palmieri, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 53 Palmieri, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 54 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

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Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis. 55 Lorefice, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE. Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. All'articolo 4-bis noi chiediamo che vengano sostituite le parole: «relative alle sanzioni disciplinari commisurate alla gravità degli atti compiuti» con le seguenti: «relativi provvedimenti riparativi e rieducativi che prevedano un percorso educativo attivo». Diciamo che ciò, a nostro avviso, va a migliorare lievemente lo spirito con cui si dovrebbe affrontare questo tipo di prevenzione e riparazione del danno, essendo proprio riparazione del danno, vogliamo puntare l'accento cambiando giusto un paio di parole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis. 55 Lorefice, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 5.50 Quintarelli, mentre esprimono un invito al ritiro altrimenti parere contrario sull'emendamento 5. 51 Lorefice e parere contrario sull'articolo aggiuntivo 5.02 Grillo.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 5.50 Quintarelli e 5. 51. Lorefice.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 5.02 Grillo ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere è conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 325.50 Quintarelli, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione (Commenti del deputato Tancredi)... revoco la votazione, la riapriamo, non si preoccupi. Però non si agiti, onorevole Tancredi. Onorevole Tancredi, non mi costringa a richiamarla.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Quintarelli, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Ovviamente la precedente votazione si intende annullata.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.51 Lorefice.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, dichiaro voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, qui abbiamo una delle grande criticità del provvedimento, perché se uno va a vedere su internet, nella parte che ancora non è oscurata, troverà che effettivamente il numero delle sedi dei plessi scolastici sono 41 mila, quindi le sedi fisiche, Presidente, sono 41 mila. Se noi andiamo a dividere 220 mila euro per 41 mila sedi, abbiamo praticamente una cifra che si aggira tra i 5 e i 10 euro, stiamo parlando praticamente del costo di una risma di carta, cioè per ogni sede attiva in questo momento sul territorio italiano, noi andiamo a finanziare questa bellissima legge per quanto riguarda l'attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo nei confronti dei minori con tutta un'attività di prevenzione con risorse che vanno dai 5 ai 10 euro a plesso scolastico. Ditemi voi se si può votare favorevolmente a quest'articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.51 Lorefice, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Grillo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

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(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Signor Presidente, sull'emendamento 6.1 Quintarelli le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 6.51 Palmieri e 6.52 Ferraresi il parere è favorevole. Sugli emendamenti 6.53 Palmieri, 6.54 Ferraresi, 6.55 Nesci, 5.56 Ferraresi, 6.8 Silvia Giordano, 6.58 Ferraresi e 6.59 Palmieri le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento 6.1 Quintarelli, mentre è favorevole sugli identici emendamenti 6.51 Palmieri e 6.52 Ferraresi. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 6.53 Palmieri, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti 6.54 Ferraresi, 6.55 Nesci, 5.56 Ferraresi, 6.8 Silvia Giordano, 6.58 Ferraresi. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 6.59 Palmieri.

PRESIDENTE. Il Governo ?

GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato all'Istruzione all'università e alla ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Quintarelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.51 Palmieri e 6.52 Ferraresi, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.53 Palmieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Brevemente, Presidente. Siccome, purtroppo, si abbassa sempre più l'età di chi compie questo tipo di comportamenti, allora l'emendamento tendeva a sottolineare questo aspetto in un modo evidente, in modo tale che questa preoccupazione da parte di tutti noi fosse resa evidente a tutti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.53 Palmieri, a questo punto con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).Pag. 34
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.54 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento di natura puramente tecnica, perché, se si vuole – come ci sembra – creare questo strumento dell'ammonimento, quando si dice che non è proposta querela e non è presentata denuncia, beh, sul «non presentata denuncia» abbiamo qualche riserva, visto che al comma 1 si legge: «per i fatti di cui all'articolo 1, comma 2, della presente legge che non integrano reati procedibili d'ufficio». A meno che la mia interpretazione non sia diversa da quella letterale, che prevede appunto i fatti che sono reati che integrano la procedibilità d'ufficio, allora non si capisce perché debba stare nello stesso periodo anche il «non è presentata denuncia». Capisco per quelli, appunto, su cui è proposta querela, non lo capisco per quelli in cui c’è la procedibilità d'ufficio e, quindi, non è necessario specificare successivamente che deve essere presentata la denuncia.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Sì, cambiamo il parere in favorevole perché è un refuso, evidentemente, è un errore tecnico.

PRESIDENTE. Quindi, a questo punto, sull'emendamento 6.54, il parere della Commissione diventa favorevole, a questo punto immagino anche quello del Governo, me lo conferma sottosegretario Ferri ?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, Presidente, grazie, confermo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.54 Ferraresi, con tutti i pareri favorevoli di Commissioni, Governo e relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.55 Nesci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.56 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.8 Silvia Giordano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE. Sì, Presidente. Per esprimere il parere favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

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MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Questo emendamento deriva dalla conoscenza del fatto che l'ammonimento è un istituto che si utilizza per quanto riguarda questioni penali e in questo caso lo si voleva utilizzare, inizialmente, per quanto riguarda i minorenni e per mettere ai casi constatati di bullismo e cyberbullismo un ammonimento da parte del questore, esattamente sulla scia di quello che avveniva per il reato di stalking. Ovviamente, noi abbiamo sempre ritenuto che il reato di stalking fosse una fattispecie applicabile sostanzialmente ai maggiorenni; per quanto riguarda bullismo e cyberbullismo, ritenevamo che fosse una fattispecie prevalente nel settore dei minorenni. In questo caso, chiedevamo, Presidente, che l'ammonimento avvenisse attraverso una sorta di deroga ai servizi sociali territoriali di dove...

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI. ...vive il minorenne. Quindi, una sorta di aiuto che i servizi sociali danno al questore, perché non riteniamo che il questore abbia le conoscenze e la formazione pedagogica e si rischia una pacca sulla spalla da parte del questore, dicendo: guarda, mio figlio fa molto sport, fai come lui. E questo non è un buon ammonimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Silvia Giordano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Nel frattempo approfitto, colleghi, per comunicare che venerdì scorso la nostra collega Giorgia Meloni ha dato alla luce la piccola Ginevra e credo di interpretare il sentimento comune dell'Assemblea nel formulare i migliori auguri alla mamma e al papà.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.58 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, il MoVimento 5 Stelle vuole specificare che, nel procedimento per l'ammonimento del soggetto che ha compiuto questi fatti di bullismo o cyberbullismo, è necessario integrare questa procedura con un esperto, perché, ovviamente, il questore non ha specifiche competenze, di solito, dal punto di vista educativo e, quindi, crediamo che l'aggiunta di persone qualificate, in questo caso, possa veramente andare nella direzione, non solo, di dare un ammonimento di carattere intimidatorio o comunque per evitare che il soggetto possa, dopo questa intimidazione, ripercorrere la stessa strada, ma anche capire le ragioni del...

PRESIDENTE. Onorevole Palese...

VITTORIO FERRARESI. C’è un banchetto... Quindi, occorre coadiuvare l'attività del questore con quella di un assistente sociale e di uno psicologo che possano capire meglio le ragioni alla base di questo malessere, del malessere che ha il soggetto; occorre cercare di capire se è possibile fare qualcosa per far cambiare strada, cambiare rotta al soggetto, oltre che un puro ammonimento di carattere intimidatorio che viene da un'istituzione abbastanza fredda dal punto di vista socio-educativa. In questo senso, secondo noi, aggiungere la figura di un assistente sociale e di uno psicologo può andare sicuramente in una direzione di aiuto e di un percorso rieducativo che possa mirare alla non reiterazione del comportamento di questo soggetto. Lasciato lì come semplice ammonimento, secondo noi, questo effetto non sortirà gli stessi benefici.

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PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.58 Ferraresi, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Essendo stato testé ritirato l'emendamento 6.59 Palmieri, passiamo direttamente alla votazione dell'articolo 6.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 6-bis – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Sull'emendamento 6-bis.56 Baroni, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 6-bis.57 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario; sull'emendamento 6-bis.58 Palmieri...

PRESIDENTE. Un secondo soltanto. Allora, i soppressivi sono gli identici emendamenti 6-bis.51 Quintarelli, 6-bis.52 Palmieri, 6-bis.53 Nicchi, 6-bis.55 Ferraresi.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il 6-bis.52 Palmieri, tra l'altro, è ritirato. Comunque, invito al ritiro o parere contrario. Poi, emendamento 6-bis.56 Baroni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 6-bis.57 Palmieri è ritirato, al pari degli emendamenti 6-bis.58 e 6-bis.60 Palmieri. Quindi, siamo all'emendamento 6-bis.59 Ferraresi.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Subemendamento 0.6-bis.100.1 Palmieri.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.100 delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.61 Ferraresi ?

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.101 delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.62 Palmieri.

Pag. 37

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.63 Ferraresi.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.102 delle Commissioni.

MICAELA CAMPANA, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?
Allora, identici emendamenti soppressivi 6-bis.51 Quintarelli, 6-bis.53 Nicchi, 6-bis.55 Ferraresi. Immagino favorevole.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.56 Baroni.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 6-bis.57 e 6-bis.58 Palmieri sono ritirati. Emendamento 6-bis.59 Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento 0.6-bis.100.1 Palmieri.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Assemblea.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.100 delle Commissioni.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.61 Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.101 delle Commissioni.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.62 Palmieri.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.63 Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 6-bis.102 delle Commissioni.

VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, grazie, i pareri sono conformi a quelli del relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere gli emendamenti 6-bis.58 e 6-bis.60 Palmieri.

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PRESIDENTE. Gli emendamenti 6-bis.58 e 6-bis.60 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 6-bis.51 Quintarelli, 6-bis.53 Nicchi, 6-bis.55 Ferraresi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6-bis.51 Quintarelli, 6-bis.53 Nicchi, 6-bis.55 Ferraresi, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione...
(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà. Stavolta tempestivamente.

ARCANGELO SANNICANDRO. Qualche volta, Presidente, ci degni di uno sguardo... Quindi, noi voteremo per la soppressione di questa modifica dell'articolo 612-bis. Fino al 2009, in Italia, la materia della minaccia era governata dall'articolo 612, che distingueva la minaccia semplice dalla minaccia grave. «Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino ad euro 1.032». Al secondo comma: «Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339 – quindi, molteplicità di persone e altre cose – la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio». Con queste due norme la società italiana è stata governata fino al 2009, quindi da quando è entrato in vigore il codice penale fino al 2009. Nel 2009 viene introdotto un articolo, il 612-bis, intitolato, questa volta in italiano: atti persecutori, in gergo mi pare che si dica stalking o qualcosa di questo genere. Non sono in grado di dirlo nella lingua straniera. Ora, atti persecutori: è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno... Minaccia o molesta; aggiungo che la molestia è pur prevista, era prevista ed è ancora prevista come reato, nel nostro codice penale, ed è una contravvenzione.
Articolo 660 del codice penale. Il codice dice che chiunque, in pubblico o in luoghi aperti al pubblico o attraverso il telefono, molesta qualcuno è punito con una pena di 513 euro. Questo per farvi comprendere l'evoluzione legislativa in materia; come una minaccia, oppure una molestia a poco a poco diventano un terribile delitto e le pene vengono progressivamente aumentate. Quindi, chiunque minaccia o molesta taluno, in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura per sé o per la propria famiglia o i propri cari, eccetera, eccetera, è punito, come ho detto, da sei mesi a cinque anni. Dove sostanzialmente prima vi era la pena fino a un anno, siamo passati nel 2009 a una pena da sei mesi a cinque anni, o meglio, scusate, da sei mesi a quattro anni, era nel 2009, quando con un'altra norma del 2013 di questa legislatura quello che era quattro anni è passato a cinque anni.
Poi l'articolo continua: «La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è stata legata da affetto» eccetera, eccetera, oppure «se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici», quindi la pena da sei mesi a cinque anni è aumentata, si dice nel 2013, se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici.
Ora, che cosa si propone oggi ? Si propone sostanzialmente di stralciare da questo periodo le parole «strumenti informatici» e di farne una figura autonoma, infatti il testo dice: «sopprimere le parole: se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici» e riprenderlo in seguito, dopo aver messo un punto, «la pena della reclusione da uno a sei anni se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici»; poi c’è ancora qualcos'altro in seguito, ma che rileva poco ai fini del mio ragionamento.
Ora è giovato ? È servito ? Questo è il punto: è servito ? Cioè noi, ogni volta, aumentiamo le pene. Questa volta sostanzialmente, per lo stesso fatto commesso nella stessa modalità, la pena passa da cinque a sei anni. Ora questa è la domanda che io faccio all'Aula.Pag. 39
Noi ogni volta rispondiamo alle problematiche critiche della società con l'introduzione di reati e con l'aumento delle pene: non mi pare una politica criminale giusta, si è dimostrata infausta e che adesso abbiamo applicato anche nel caso dei ragazzi sostanzialmente che dovessero fare stalking.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, intende intervenire ? Prego.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Sì, vorrei intervenire perché credo che sia importante precisare qualcosa, in quanto di cose se ne sono dette tante e a un certo punto poi anche il silenzio può sembrare, può dar adito a un atteggiamento che non viene compreso, credo, fino in fondo.
Allora, in realtà io voglio risponde all'onorevole Sannicandro, che pure fa parte della nostra Commissione e che forse – credo – non ha riletto le audizioni e l'indagine conoscitiva che abbiamo svolto.
Innanzitutto, c’è da precisare un punto: non abbiamo aumentato nessuna pena. Questo è importante dirlo, perché sempre si parla di un'attività di questa Commissione giustizia – sia pure questa volta congiunta con la Commissione affari sociali – che va a individuare nuove figure di reato e ad aumentare le pene tout-court: non è così.
Già oggi il reato di stalking, che fu introdotto nel 2009 con il decreto-legge Carfagna, prevede l'aggravante dell'atto persecutorio commesso attraverso strumenti informatici e l'aggravante comporta, già oggi, un aumento di pena fino a un terzo, cioè i cinque anni che sono previsti per il reato base diventano 6 anni e 7 mesi.
Nella struttura nuova, che la Commissione ha voluto dare all'esito dell'indagine conoscitiva, all'aggravamento rispetto al reato di stalking realizzato attraverso Internet o attraverso strumenti informatici è stata soltanto precisata in via autonoma la pena: sei anni, quindi, onorevole Sannicandro e colleghi, più bassa di quella in astratto prevista dal codice.
La cosa importante, invece, è quello che si è voluto precisare della condotta, cioè che si tratta di atti che oggi sono privi di sanzione, oggi sono privi di reato, oggi quelle condotte di sostituzione di persona, di realizzazione di video attraverso Internet, che poi vengono messi in circolazione, video carpiti con violenza o minaccia, oggi quella tipologia di condotte, che ha creato e crea vessazione, che crea emarginazione, che crea paura ed ansia, quelle condotte che spesso hanno portato al suicidio, quelle condotte oggi – lo ha confermato, durante l'indagine conoscitiva, l'intervento che ha fatto in Commissione il procuratore aggiunto della procura di Roma che si che chi si occupa di questo – sono prive di sanzione e su questo c’è stato un emendamento dei relatori delle Commissioni, che hanno voluto farsi carico di questa precisazione, che credo che sia molto importante e consenta di dare degli strumenti ulteriori di tutela alle vittime.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente, io non entro nel merito di questo provvedimento, nel senso che, checché ne dica il presidente Ferranti, che indubbiamente ha tutte le competenze per poter esprimere quel giudizio che ha espresso, certamente questa è un'ipotesi di aggravamento della sanzione: sa bene che la previsione dell'aggravante, allorquando invece viene caratterizzata da una pena che va da 1 a 6 anni, perde la sua caratura di aggravante, in qualche maniera ha una sua autonomia dal punto di vista funzionale, quindi si tratta certamente tout-court di un aggravamento.
Ma l'affermazione che io vorrei, diciamo così, discutere rapidamente in questo intervento, per cui io mi asterrò su questo emendamento e non voterò favorevolmente, non è tanto sul merito di questo emendamento, quanto sulla tecnica legislativa che questo Governo e quindi, ahimè, anche questo Parlamento portano avanti in tema di norme penali, cioè è Pag. 40evidente che siamo passati dalla supplenza degli anni Settanta, dalla decodificazione di Natalino Irti, dal timore delle norme in bianco, ad una sorta di ipertrofia dalla sanzione penale e soprattutto siamo tornati a quella emotività, nella gestione delle norme penali, che io trovo quanto di peggio si possa immaginare.
Rammenterò a quest'Aula che siamo passati ad una normazione assolutamente frettolosa purché si giunga al risultato – l'obbligazione di risultato – una caratteristica del modo di legiferare in materia penale: purché si cambi, purché si faccia, ma poi quello che accade per i cittadini ovviamente è affidato alla pazienza e alle difficoltà che la magistratura ha nell'applicare queste norme e soprattutto nella capacità dei cittadini di impattare con questo risultato, che deve essere comunque raggiunto.
Allora, questa emotività normativa – che ci ha portato ad un omicidio stradale in cui i reati colposi possono essere puniti fino a 18 anni di reclusione, a concedere immunità penali a delegati di affittuari per quanto concerne l'IVA – io credo che oggi non sia lontana da quello che io non esito a definire un pandemonio penale, cioè sostanzialmente una legislazione penale affidata al caso in qualche modo, affidata agli interessi di taluni che spingono per determinate norme.
In questo caso, mi sembra che quest'ulteriore aggravamento, benché possa essere giustificato, è un'ulteriore dimostrazione di come, benché una volta si pensasse alla norma penale come una norma di tutti, cioè una norma indirizzata a regolamentare fenomeni che vedevano il bene giuridico posto in pericolo o comunque leso, oggi la sensazione è che, in questo scorcio di legislatura, l'ipertrofia del ricorso a norme penali non trovi altra giustificazione che nel raggiungimento di risultati assolutamente estemporanei.
A me non piace questo modo di scrivere il diritto penale, perché poi si passa da una magistratura eccessivamente discrezionale ad una magistratura costretta in qualche modo a fare i conti con questo fenomeno.
Io penso che bisogna rivalutare oggi, in qualche modo, il ruolo della magistratura intera e vederla come il difensore in qualche maniera di uno Stato, rispetto a un modo di fare politica e politica penale che mette a rischio e mette in pericolo la stessa incolumità dei cittadini di fronte al diritto soggettivo di punire.
Allora smettiamola di scrivere queste norme sulla scorta di emotività e di interessi personali e torniamo a quel sano diritto penale sistematico – fatemi citare Nuvolone, da questo punto di vista – che consente di riconoscere, in una norma, una piccola parte armonizzata, una tessera di un mosaico di un sistema che sia riconoscibile per mappatura, per luoghi e soprattutto per filosofia culturale.
Il diritto penale non deve avere colore, non deve avere emotività e questo credo che debba essere il modo con cui il Parlamento debba legiferare e continuare a legiferare.
È una speranza, Forza Italia si batterà per questo, io continuerò a battermi per questo, non me ne vorrà qualcuno se su questo emendamento ci sarà il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, un minuto: io credo che la domanda posta dall'onorevole Sannicandro non sia, diciamo, marginale: c’è un punto della legislatura in cui ci si guarda indietro e si guarda se le cose che abbiamo fatto vanno nella direzione giusta oppure no.
Ecco, noi abbiamo, nel corso di questa e di altre legislature, reagito ad alcune emergenze oppure alla cronaca incalzante con questo meccanismo dell'innalzamento delle pene, a volte svincolato da altri provvedimenti di carattere culturale, sociale, eccetera. Allora, siccome la cronaca continua ad inseguirci e non si vede beneficio nel nostro intervento, anzi, la domanda è questa: ma stiamo andando nella direzione giusta oppure, forse, dovremmo un attimo fermare, su questo e altri provvedimenti, Pag. 41le macchine e provare a ragionare se la politica penale che abbiamo intrapreso vada nella direzione corretta oppure no ?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Ho dei dubbi, sinceramente: il primo è se lo stalking, cioè i fatti riferiti in questo articolo che noi andiamo a emendare, il 612-bis, è già previsto, cioè, se l'aggravante che va ad essere specificata in questo articolo rimanda ai fatti di stalking, lo stalking con mezzi o strumenti informatici e telematici dovrebbe già prevedere questa fattispecie, perché l'importante è che ci sia il fatto di stalking con strumenti informatici e telematici. Qualunque fatto di stalking con strumenti informatici o telematici dovrebbe ricomprendere queste fattispecie, perché, semplicemente, deve essere integrata la fattispecie, lo stalking, più lo strumento informatico e telematico. Quindi, da questo punto di vista, secondo me, questa precisazione è ultronea, è irrilevante.
Secondo appunto: se non è così e si va a fare una specificazione ulteriore, e quindi si dà un'interpretazione estensiva, a questo punto sarebbe molto pericoloso a mio avviso, pericoloso, perché si va oltre il fatto di stalking e si prevede qualcosa che stalking non è, ma, ad una lettura letterale della norma, a me non sembra che si vada oltre lo stalking, perché c’è un'aggravante e viene richiamato che il fatto integrato perché si attivi la norma è quello di stalking.
Ma, se si dovesse dare una specificazione con un'interpretazione estensiva, a quel punto io sarei fortemente contrario a un inserimento del genere.
Terzo punto: senz'altro la norma sul punto di vista tecnico-giuridico è una norma scritta male. Le immagini video, le informazioni sensibili, vorrei correggere, non è che siano carpiti con violenza o minaccia esclusivamente, e qui c’è un altro errore tecnico-giuridico. Alla fine c’è scritto che basta che siano comunque detenuti: allora, tutto quello che è stato scritto in precedenza è sbagliato, perché basta che questi contenuti siano detenuti a qualsiasi titolo che si integra la fattispecie, e quindi è inutile dire che devono essere carpiti con violenza o minaccia. No, basta che siano comunque detenuti e si integra la fattispecie; per un motivo o per l'altro, che sia inutile o che sia pericolosa, in ogni caso è una norma scritta male. Speriamo che non sia data l'interpretazione estensiva, perché, ovviamente, sarebbe un grosso problema. In ogni caso, il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti soppressivi 6-bis.51 Quintarelli, 6-bis.53 Nicchi e 6-bis.55 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.56 Baroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.59 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo Pag. 42e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.6-bis.100.1 Palmieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Questo subemendamento involontariamente risponde alle preoccupazioni espresse poco fa dal collega Ferraresi, perché specifica che qui parliamo di fatti persecutori, specifica in modo chiaro a tutti, cioè anche a chi non è esperto di leggi, a chi non fa di mestiere l'avvocato, ciò a cui ci riferiamo, ciò che vogliamo sia chiaro, in modo incontrovertibile, a tutti, proprio per evitare quei pericoli di allargamento eccessivo della norma, come dicevo poco fa, ai quali faceva riferimento il collega Ferraresi.
Per questo invito nuovamente le Commissioni e la maggioranza a riconsiderare il loro parere, proprio anche alla luce del successivo emendamento delle Commissioni, che tende, a sua volta, a chiarire ciò a cui fa riferimento la norma aggiuntiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.6-bis.100.1 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza o cambia il parere in favorevole ? Parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.100 delle Commissioni, su cui tutti i pareri sono favorevoli.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Avverto che il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenza in analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi, per la durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6-bis.61 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Come dicevo prima, questo materiale che si inserisce nell'aggravante al 612-bis dello stalking, contiene una formulazione, dal mio punto di vista, scorretta tecnicamente e anche confusionaria.
Ma detto questo, che tutto questo materiale possa essere usato in vario modo e possa essere appunto acquisito tramite violenza, minaccia o tramite un comportamento scorretto, un comportamento fraudolento, poteva anche starci, se non che, alla fine, appunto, si inserisce la dizione «materiale comunque detenuto». Quindi, da una parte, è inutile che si specifichi tutto il testo, tutto il periodo in cui appunto questo materiale può essere usato, carpito fraudolentemente, se poi si scrive che il materiale basta comunque detenerlo; dall'altra, è molto pericoloso dire che questo materiale, magari detenuto semplicemente in modo lecito, senza essere stato carpito in nessun modo, senza nessun comportamento fraudolento, senza Pag. 43nessuna violenza e senza nessuna minaccia, comunque detenuto in maniera lecita, possa essere inserito nella norma. Quindi, da questo punto di vista, è questo che mi ha fatto anche pensare proprio della non bontà di questo provvedimento, anche perché tutto quello che viene scritto precedentemente è inutile, perché il materiale può essere comunque detenuto anche senza nessun comportamento fraudolento del soggetto. Quindi, secondo noi può essere tranquillamente eliminato dalla norma.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Presidente, intervengo solo per chiarire molto brevemente al collega Ferraresi che probabilmente c’è un equivoco, perché se fosse realmente – come lui ha interpretato – questo passaggio del «comunque detenuti», potrebbe anche aver ragione, anzi l'avrebbe, a mio parere, ma non è così. Qui si parla della diffusione di questi dati sensibili che puoi aver carpito, avuti attraverso raggiri o comunque tu li abbia; ma il «comunque detenuti» si riferisce al fatto che li diffondi. Il reato non è detenerli, è diffonderli, e ovviamente con quegli scopi persecutori che configurano il reato di stalking, appunto. Quindi, non creiamo equivoci: nessuno viene accusato soltanto per la semplice detenzione, se non utilizza ovviamente questi dati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo solo per dire che, se andiamo a leggere il codice della privacy, sostanzialmente ritroviamo la stessa disciplina, con una pena di gran lunga inferiore. Come è stato già detto da un collega, noi interveniamo molto spesso a gamba tesa sul codice penale, e con la citazione della contravvenzione di petulanza e molestia, con la citazione dell'articolo 612, minaccia semplice e minaccia grave, ho voluto soltanto richiamare la vostra attenzione sul punto dove siamo arrivati, cioè, sostanzialmente, partiamo da sanzioni pecuniarie e arriviamo a sei anni, sei anni di reclusione. E i fatti poi, sostanzialmente, alla fine, sono gli stessi, cambiano le parole, cambia la disposizione delle parole all'interno di un articolo, ma quello che accade in una società è sempre lo stesso fatto, che viene però, ma mano che si va avanti, per motivi di cronaca o altro, sanzionato in un modo veramente eccessivo rispetto al punto di origine.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.61 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.101 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6-bis.62 Palmieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, siamo nella scia di quell'emendamento approvato all'articolo 3 che riguardava Pag. 44bullismo e cyberbullismo e l'uso della cosiddetta giustizia riparativa, che era contenuto nell'emendamento del MoVimento 5 Stelle che voleva sostituire questo comma 6-bis. Nel fatto specifico, concentriamo l'attenzione sui minori. Come ho detto poco fa, stante purtroppo che questo tipo di situazioni sono agite attraverso la rete Internet e che purtroppo diminuisce sempre di più l'età di coloro che si rendono artefici di questi comportamenti, un occhio nei confronti di questi minori, per evitare inconsapevolmente di trasformarli in criminali, per aiutarli nuovamente a comprendere quello che hanno fatto e a porre rimedio a quello che hanno fatto attraverso questo tipo di programmi, ci sembra che possa essere un gesto di attenzione ulteriore che vale la pena di non sottovalutare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.62 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6-bis.63 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, intervengo per dire inizialmente che l'interpretazione del relatore Beni al mio intervento precedente è assolutamente sbagliata; se fosse così, probabilmente dovrei abbandonare anche questo ruolo di relatore di minoranza, perché non avrei in questo senso capito assolutamente nulla. Detto questo, è ovvio che l'aggravante non si riferisce ai dati comunque detenuti, cioè alla detenzione, ma si riferisce a immagini o informazioni private carpite attraverso artifici e raggiri o minacce o comunque detenute. Quindi, dire «immagini e informazioni private carpite attraverso artifici e raggiri o minacce» è, in primo luogo, inutile; in secondo luogo, mi fa capire che c’è qualcosa che non va, perché queste informazioni basta che siano ovviamente diffuse ma comunque detenute.
Quindi, è inutile scrivere «immagini e informazioni carpite attraverso artifici e raggiri», ed è sbagliato dire che bisogna che siano carpite attraverso artifici e raggiri o minacce. Non c'entra niente: basta che le informazioni siano detenute e divulgate che si rientra la fattispecie. È ovvio che non sono sanzionate se sono detenute, ci mancherebbe solo quello, ma non diciamo che queste informazioni devono essere diffuse prima con un'attività di carpirle con minacce o violenza, perché non è assolutamente così.
Detto questo, il comma 2, che intendiamo sopprimere, raffigura l'obbligatorietà di un'azione del magistrato, che secondo noi è un onere aggiuntivo: l'articolo 240 disciplina già l'agire con facoltà da parte del magistrato per la confisca. Molte volte non si tratta di apparecchi da decine di migliaia di euro, molte volte utilizzati da chi intraprende attività illecite di pedopornografia on line, si tratta magari di cellulari di poche centinaia di euro. Capisco la volontà di prevenzione e repressione, ma in questo senso, secondo me, lasciare la facoltà di agire con la confisca oppure no è una norma di buonsenso che andrebbe ad evitare problemi di oneri ulteriori che certe volte non servono assolutamente a niente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, a rinforzo di quanto detto dal mio collega, che ha fatto un intervento estremamente limpido, estremamente chiaro e che veramente uno studente di giurisprudenza del primo anno avrebbe capito. Dobbiamo dire che le immagini, i filePag. 45comunque detenuti, nell'immaginario del legislatore, nel momento in cui è andato a inserirli nell'articolato, possono essere anche dei file audio, possono essere anche dei file video che io o chiunque abbiamo registrato in maniera autonoma, magari inizialmente col consenso della persona registrata. Pensiamo, poi, anche a una determinata situazione politica: il consenso viene meno e allora non c’è più il consenso a divulgare eventualmente quel determinato tipo di file. In questo senso, per esempio, stiamo parlando di una fattispecie che è il reato di stalking attraverso la diffusione informatica, che è esattamente quella pastoia giuridica che noi denunciavamo quando parlavamo della operazione di censura nel momento in cui avviene una segnalazione. Rimane comunque un aspetto penale, perché si apre una questione penale non meglio specificata, sulla qualità di questi dati comunque detenuti, e dall'altro lato c’è un binario parallelo che viaggia indipendentemente da questa articolo penale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Io francamente non capisco l'insistenza sulla tecnica espositiva. Il sistema «o comunque detiene», dal punto di vista della tecnica legislativa, è adoperato spesso nel nostro ordinamento e non ha mai ingenerato confusioni, basta pensare, se si vuole pensare, alla normativa sugli stupefacenti dove c’è una lunga elencazioni di modelli comportamentali vietati e alla fine c’è la cosiddetta norma di chiusura: «o comunque detiene». Ecco l'insistenza non è comprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Intervengo per dichiarare il voto favorevole di Sinistra Italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Siamo sull'emendamento 6-bis.63 Ferraresi ?

PRESIDENTE. Sì.

ARCANGELO SANNICANDRO. Benissimo, allora anche noi voteremo a favore e colgo un'altra opportuna occasione per dirvi come si procede male a cambiare il codice penale e non solo. Per anni l'articolo 240 del codice penale stabiliva che nel caso di condanna il giudice può ordinare la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato o delle cose che ne sono il profitto oppure il prodotto. Nessuno avrebbe avuto mai dubbi che qualora il reato fosse stato commesso con un sistema informatico questo poteva essere confiscato e dico il sistema per capirci velocemente. Però nel 2012 fu inserita questa precisazione e continuando a specificare i reati, contraddicendo appunto la genericità opportuna del primo comma, giustamente adesso si introduce un articolo che mancava, il 612, ma quella modifica fatta nel 2012 e quella di oggi sono sostanzialmente inutili, perché il testo originario del codice penale, all'articolo 240, è estremamente chiaro. Così come nessun giudice avrebbe mai pensato di confiscare un'automobile con cui si fa la rapina quando si scopre che quell'automobile non è dell'autore del reato come qui purtroppo abbiamo dovuto specificare apposta, quasi che il codice penale fosse stato fatto per i giudici incapaci di intendere e di volere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Io ho un dubbio. Si può non condividere questa prospettazione, ma credo che l'inserimento della confisca, almeno così come leggo nella norma, nella ipotesi dell'1-bis, Pag. 46renda obbligatoria la confisca rispetto all'ipotesi di facoltatività. Sostanzialmente con questa norma si inserisce il 612-bis nelle ipotesi di confisca obbligatoria, quindi si potrà discutere sull'obbligatorietà della confisca, ma non è una ripetizione del primo comma.
Il primo comma, mi corregga il collega Sannicandro, riguarda la confisca facoltativa, qui si vuole invece inserire il 612-bis nelle ipotesi di confisca obbligatoria. Quindi, io credo che si potrà discutere se è opportuno o inopportuno, ma la norma mi sembra coniugata in modo corretto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.63 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.102 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto favorevole del Partito Democratico a questo articolo. Vorrei sottolineare, perché ho ascoltato con attenzione il dibattito: qui noi stiamo parlando dell'articolo 612 del codice penale, stiamo parlando di atti persecutori, stiamo parlando della norma inserita nel 2009 con il «decreto-legge Carfagna». Questa fattispecie che oggi andiamo ad inserire, anzi questa circostanza aggravante che andiamo ad inserire, non è altro che una specificazione di alcuni tipi di condotte che sono sorte naturalmente nel corso degli anni e che hanno trovato la necessità di essere in qualche modo codificate nella nostra normativa. Quindi non si parla né di politica, né di idee, né di altro tipo di argomento, qui si parla esclusivamente di atti persecutori e la circostanza aggravante fa riferimento a quelli. Tant’è che se noi prendiamo letteralmente il testo, vediamo che per la circostanza si dice (dopo avere confermato che c’è un aumento di pena, da uno a sei anni, perché viene indicato specificatamente) che se il fatto è commesso attraverso «strumenti informatici o telematici» e successivamente «La stessa pena si applica se il fatto è commesso utilizzando tali strumenti mediante la sostituzione (...) oppure mediante la diffusione, la divulgazione di testi (...), o comunque detenuti». Questo tipo di specificazioni è venuto fuori anche durante il lavoro in Commissione, perché finora ci sono degli elementi e delle fattispecie che non sono state in qualche modo codificate. Vi faccio un esempio su tutti: il sostituto procuratore di Roma che si occupa di queste materie ci ha spiegato che per esempio l'assunzione dell'identità altrui per diffamarlo di fatto attraverso il web, come per esempio creando un profilo e assumendo l'identità della vittima per metterle in bocca cose che non avrebbe mai detto e che avrebbero un contenuto lesivo della reputazione, oggi non è sanzionato, è sanzionata la sostituzione di persona, fattispecie peraltro di difficile riconducibilità al web. La sostituzione di persona di per sé, certo che è un'altra fattispecie, ma la dobbiamo inquadrare all'interno degli atti persecutori. Cosa vuol dire questo ? Che tutte queste specificazioni che abbiamo fatto non sono altro che la possibilità di poter applicare a fatti specifici gli elementi che noi abbiamo indicato in questo articolo 612-bis. Quindi Pag. 47non c’è nulla di particolarmente e maggiormente grave. Ma soprattutto questo ci tengo a sottolineare: i fatti accaduti negli ultimi giorni, che sono gravissimi e che dovrebbero in effetti farci riflettere, non hanno inciso minimamente nella formulazione di questa norma, che era già stata scritta prima, anche se, ve lo dico da padre e ve lo dico anche da avvocato, che, nella sua, anche limitata, professione, però di persone che hanno subito atti persecutori un po’ ne ha viste, ve lo dico con il cuore, quando si vedono persone e si sentono persone che stanno subendo atti persecutori, che non dormono la notte, che vivono male, che non guardano in faccia i loro figli, che non escono di casa, che vanno in depressione e spesso queste cose accadono soprattutto alle donne, io credo che magari un maggiore riguardo quando noi affrontiamo queste cose ci vorrebbe. Io credo che noi stiamo facendo una cosa giusta, è una lacuna che viene in qualche modo colmata attraverso questa norma e io penso che non sia altro che una specificazione di quello che era già stato approvato nel 2009 e che oggi semplicemente si adegua al mondo moderno, che giustamente ha tanti diritti e giustamente ha la necessità di esprimersi nel modo che ognuno ritiene più giusto, ma che non deve mai dimenticare che dentro anche a qualche scritta, a qualche video, a qualche messaggio o a qualsiasi comportamento, quando si attacca una persona dietro c’è una persona che soffre e che la nostra Costituzione prevede comunque e sempre la tutela della persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, come al solito si fa una grossa insalata e si mettono dentro anche strumentalizzazioni che potremmo benissimo lasciare da parte, perché il testo è abbastanza semplice anche da leggere: la stessa pena si applica se il fatto di cui al comma 1, stalking, quindi dal mio punto di vista interpretativo sto pensando che la norma sia fatta senza rischi, spero di no, spero che sia così, quindi lo stalking telematico e informatico è già normato, non c’è bisogno di normarlo ulteriormente, perché se c’è l'atto persecutorio ed è fatto con lo strumento informatico o telematico, punto, c’è l'atto persecutorio ed è già aggravato, non capisco ulteriori specificazioni che non mi risulta possono ampliare l'estensione della norma; se l'ampliassero, ci sarebbe una nuova fattispecie e quindi lì, sì, avrei fondatamente l'ipotesi davanti di un nuovo reato e di una pericolosità notevole, perché dopo si dice che c’è, per integrare questa fattispecie, la sostituzione della propria all'altrui persona e l'invio di messaggi o la divulgazione di testi o immagini – punto – ovvero mediante la diffusione di dati sensibili, immagini o informazioni private carpite attraverso artifici e raggiri o minacce – e qui ci potrebbe anche stare – e poi c’è un «o comunque detenuti». Cioè un soggetto diffonde messaggi di questo tipo e che sono comunque detenuti, che non sono presi con la minaccia o con la violenza in modo fraudolento, con il raggiro, e li diffonde. Semplicemente rientra nella norma, sperando che questa norma si riferisca solo ad atti persecutori, io sto tranquillo; ma nel caso contrario sarebbe un attacco alla libertà di pensiero e di diffusione senza precedenti. Io spero che questa interpretazione non sia estensiva e spero che si riferisca ad atti di stalking, ad atti persecutori. Però questo dubbio mi viene semplicemente perché l'atto persecutorio o di stalking rimandato da questo articolo al 612-bis è già disciplinato: chiunque compie atti di stalking con strumenti informatico o telematico ha la pena addirittura di più di sei anni. Quindi da questo punto di vista o è inutile o è fortemente pericoloso. Detto questo, Presidente, io devo ricordare che il comma 2 prevede ancora in questa norma una confisca obbligatoria che in questo senso secondo me non fa un grande servizio perché, come ho detto precedentemente, ci sono apparecchiature informatiche usate da chi svolge attività di pedopornografia Pag. 48da migliaia di euro e ci sono anche i telefonini da 50, 100 o 150 euro; lasciare alla discrezionalità in questo campo e alla facoltatività secondo me era una cosa buona.
Ci tengo a precisare – e con questo annuncio il nostro voto contrario all'articolo 6-bis di questo provvedimento – che precedentemente abbiamo votato contro gli emendamenti 3.61 Iori e 3.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, per una svista; lascio agli atti che il voto del MoVimento 5 Stelle e il parere del relatore erano favorevoli.

PRESIDENTE. La ringrazio per la precisazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3139-A/1 Gregorio Fontana e n. 9/3139-A/2 Marzano, mentre accogliamo come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/3139-A/3 Rondini, n. 9/3139-A/4 Invernizzi e n. 9/3139-A/5 Borghesi. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/6 Vargiu, mentre accogliamo come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/3139-A/7 Carrescia. L'ordine del giorno n. 9/3139-A/8 Binetti è accolto come raccomandazione, purché riformulato eliminando la parte da «prima» a «correttezza». Quindi, finisce con «un patto in cui siano stabilite regole di comportamento». Si accolgono come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/3139-A/9 Bechis e n. 9/3139-A/10 Matarrelli, mentre il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/11 Tino Iannuzzi. L'ordine del giorno n. 9/3139-A/12 Burtone è accolto purché così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di rafforzare gli organici di polizia postale in ambito provinciale»; finisce qui, quindi si elimina la parte finale da «al fine» a «bullismo». Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/3139-A/13 Palmizio e n. 9/3139-A/14 Archi, mentre è accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/3139-A/15 Centemero. L'ordine del giorno n. 9/3139-A/16 Palmieri è accolto come raccomandazione, purché così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di concordare» e poi prosegue come nel testo indicato e proposto. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/17 Bergamini, mentre l'ordine del giorno n. 9/3139-A/18 Sandra Savino è accolto come raccomandazione. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/19 Carfagna, mentre l'ordine del giorno n. 9/3139-A/20 Silvia Giordano è accolto come raccomandazione, purché riformulato aggiungendo «impegna il Governo a valutare l'opportunità di stanziare» e poi il testo rimane uguale. L'ordine del giorno n. 9/3139-A/21 Lorefice è accolto come raccomandazione, però solo la parte finale dell'impegno, tolta la premessa. Quindi, se viene così riformulato: «impegna il Governo a prevedere che le linee di orientamento (...)» e tutto il dispositivo, come raccomandazione, va bene, ma tolta la premessa.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Baroni n. 9/3139-A/22.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Anche per Pag. 49l'ordine del giorno Baroni n. 9/3139-A/22 il «PQM», cioè la parte che impegna il Governo, si accoglie come raccomandazione, però si elimina tutta la premessa.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Ferraresi n. 9/3139-A/23.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda questo, si propone di riformularlo – e in tal caso, si accoglie come raccomandazione – in questo modo: si elimina tutta la premessa, quindi dalle parole «il provvedimento» fino alla parola «libertà»; mentre per quanto riguarda il «PQM», si modifica eliminando il primo capoverso e quindi rimane solo: «impegna il Governo a garantire che il codice di regolamentazione esplicitamente preveda che la rimozione dei contenuti da parte del gestore internet (...)» e via discorrendo. Quindi si espunge tutta la premessa e anche nel dispositivo si espunge la parte che va dalle parole «a garantire» fino alle parole «soccombente» e rimane, invece, il secondo capoverso dell'impegno, che inizia con le parole «a garantire che», che stavo leggendo, fino alla fine. Così riformulato, si può accogliere come raccomandazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Grillo n. 9/3139-A/24.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Anche questo si accoglie come raccomandazione, se così riformulato: eliminando tutta la premessa e modificando il «PQM» nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire nella prossima legge di bilancio stanziamenti adeguati affinché le scuole siano nelle condizioni di poter garantire una permanente attività di prevenzione, formazione e sensibilizzazione di docenti, studenti e famiglie, con riguardo ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo». In questo modo, espunta la premessa, si accoglie come raccomandazione.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ovviamente il «PQM» nel linguaggio parlamentare è il dispositivo, quella è una cosa più da linguaggio di aula di giustizia, che di Aula del Parlamento.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto. Grazie e scusi, Presidente. Ha ragione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Colonnese n. 9/3139-A/25.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Mucci n. 9/3139-A/26.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Rampelli n. 9/3139-A/27.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Si riformula anche questo e, se così riformulato, si accoglie come raccomandazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di agevolare la partecipazione (...)» e poi continua così come nel testo indicato dall'onorevole Rampelli e rimane uguale fino alla parola «cyberbullismo».

PRESIDENTE. Ultimo ordine del giorno Taglialatela n. 9/3139-A/28.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Anche questo si accoglie come raccomandazione, con l'unica riformulazione che proponiamo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative (...)» e poi rimane uguale.

PRESIDENTE. Bene, conclusa la fase del parere, passiamo all'esame degli ordini del giorno.
Fontana n. 9/3139-A/1 favorevole, Marzano n. 9/3139-A/2 favorevole, Rondini n. 9/3139-A/3 accolto come raccomandazione, Pag. 50va bene ? Perfetto. Invernizzi n. 9/3139-A/4 accolto come raccomandazione, Borghesi n. 9/3139-A/5 accolto come raccomandazione, Vargiu n. 9/3139-A/6 favorevole, Carrescia n. 9/3139-A/7 accolto come raccomandazione. Poi, Binetti n. 9/3139-A/8 accolto come raccomandazione se riformulato, onorevole Binetti ci dia un segno, ok. Bechis n. 9/3139-A/9 accolto come raccomandazione, va bene ? Matarrelli n. 9/3139-A/10 accolto come raccomandazione, va bene ? Tino Iannuzzi n. 9/3139-A/11 favorevole. Burtone n. 9/3139-A/12 accolto come raccomandazione se riformulato, ok. Palmizio n. 9/3139-A/13 favorevole, Archi n. 9/3139-A/14 favorevole. Centemero n. 9/3139-A/15 accolto come raccomandazione, va bene ? Palmieri n. 9/3139-A/16 accolto come raccomandazione se riformulato, onorevole Palmieri ?

ANTONIO PALMIERI. Presidente, per invitare il Viceministro a riconsiderare il suo parere, perché noi chiediamo una cosa che, di fatto, già avviene e, quindi, non si capisce perché, da un lato, riformularlo con quella formula dubitativa e, dall'altro lato, anche dopo quella formula dubitativa, dire che lo si accetta solo come raccomandazione. Lui mi direbbe che è del tutto ultroneo.

PRESIDENTE. Se il Governo intende precisare o rispondere, altrimenti a questo punto... prego.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Parliamo dell'ordine del giorno n. 16 ?

PRESIDENTE. Sì, l'ordine del giorno n. 9/3139-A/16 Palmieri.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Se inseriamo «impegna il Governo a valutare l'opportunità di», lo accogliamo.

PRESIDENTE. Lo accogliamo, quindi, con il parere favorevole, dunque è accolto con riformulazione. Bergamini n. 9/3139-A/17 favorevole, Sandra Savino n. 9/3139-A/18 accolto come raccomandazione, va bene ? Onorevole Palmieri, prego.

ANTONIO PALMIERI. Anche qui, per chiedere un parere: siccome sul successivo ordine del giorno Carfagna c’è l'accoglimento pieno e tratta anch'esso del cosiddetto revenge porn, ci chiediamo il perché del parere difforme.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, in effetti accolgo: parere favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, ordine del giorno Sandra Savino n. 9/3139-A/18 favorevole, ordine del giorno Carfagna n. 9/3139-A/19 favorevole. Ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/3139-A/20... Prego, onorevole Cozzolino.

EMANUELE COZZOLINO. Non accogliamo nessuna riformulazione e quindi chiediamo di mettere ai voti tutti gli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi si intendono tutti i pareri contrari, a questo punto.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/3139-A/20, su cui c’è il parere contrario del Governo, a questo punto.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Pag. 51

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/3139-A/21, anch'esso con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo adesso all'ordine del giorno Baroni n. 9/3139-A/22, onorevole Baroni prego.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Leggo testualmente la richiesta di impegno: «ad adottare ogni iniziativa, anche legislativa, affinché nei casi di assoluta gravità e reiterazione della condotta di atti di bullismo e cyberbullismo compiuti dai minori, le autorità giudiziarie coinvolte e come indicate nel provvedimento all'esame, ove ne ravvisino l'opportunità oppure ove ciò sia richiesto dei soggetti coinvolti, in qualsiasi stato o grado del procedimento, ricorrano a programmi informali e volontari di giustizia riparativa, anche avvalendosi dei centri di mediazione presenti sul territorio, assicurandone luoghi e risorse idonee, nell'interesse superiore dei minori coinvolti e abbiano come obiettivo la riparazione dell'offesa nella sua dimensione globale e l'auto responsabilizzazione dell'autore.»
Ebbene, c’è stato un dibattito in diverse sedute, sia durante la sede referente della Commissione e sia durante il Comitato dei nove, e più volte il relatore si era dichiarato anche favorevole al fatto di far presentare subemendamenti anche relativamente ad altri emendamenti, che, per una serie di ragioni, non sono stati accolti, fino ovviamente alla parte residuale che era l'invito a presentare l'ordine del giorno. Ebbene, questo è semplicemente un approccio olistico di alcuni autori, a nostro avviso, illuminati; parte da un principio statunitense secondo cui autori di psicologia prevedono che in casi di bullismo l'autore dell'atto di prepotenza o dell'atto di violenza possa, attraverso un percorso, un progetto, monitorato da professionisti, fare un percorso insieme alla persona abusata in modo che l'autore dell'atto di abuso e la persona abusata possano effettivamente creare un legame significativo che creerebbe proprio, anche a livello psicologico, una riparazione del danno. Più volte sono stati fatti i complimenti a questo tipo di approccio, è passata anche una mozione sul bullismo in cui noi avevamo chiesto questo tipo di approccio olistico alla riparazione del danno e, quindi, ci domandiamo come mai, tutto sommato, non possa essere accolta semplicemente una richiesta di adottare ogni iniziativa per andare in questa direzione, essendo un impegno futuro, senza data specifica, tra l'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/22 Baroni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/23 Ferraresi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,20)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal Pag. 52contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3139-A/24 Grillo. C'era una proposta di riformulazione che non è stata accolta. Qualcuno intende intervenire ? Non mi pare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/24 Grillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3139-A/25 Colonnese, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Ordine del giorno n. 9/3139-A/26 Mucci, il parere è favorevole, ne deduco che vada bene. Ordine del giorno n. 9/3139-A/27 Rampelli; c’è una proposta di riformulazione o è accolto come raccomandazione, ci dia lumi. Va bene ? Va bene.
Ordine del giorno n. 9/3139-A/28 Taglialatela, è stato riformulato: va bene.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, secondo l'ISTAT, nel 2014, più della metà dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo da parte di coetanei; uno su cinque ha subìto azioni di bullismo più volte al mese e per uno su dieci gli atti si sono ripetuti con cadenza settimanale; un quarto erano casi di cyberbullismo, più numerose le vittime fra le ragazze. È stato giusto ampliare il testo arrivato dal Senato, includendovi il bullismo, perché bullismo e cyberbullismo non possono essere considerati due reati separati, anche se, nel caso del cyberbullismo, si possono avere conseguenze ben più gravi, perché ne sono amplificate la portata e la pericolosità. Questo provvedimento punta non solo alla punizione, ma soprattutto alla prevenzione, trattandosi spesso di minori che vivono situazioni di disagio, certamente la vittima lasciata spesso sola, ma disagio anche per chi compie atti di bullismo, troppo spesso inconsapevole delle conseguenze, così come lo è chi vi assiste senza reagire, anzi a volte incoraggia. La scuola è ambiente privilegiato; molti casi di bullismo e cyberbullismo nascono a scuola e lì si possono risolvere in un processo di collaborazione con le famiglie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,25)

PIA ELDA LOCATELLI. La legge è un primo passo, ma essendo un grave problema sociale va affrontato con tutti i mezzi e le azioni possibili. Ricordo la forte riduzione delle molestie sessuali telefoniche citata da Linda Laura Sabbadini su La Stampa; qualche anno fa i dati dell'ISTAT riportarono una diminuzione drastica delle molestie sessuali telefoniche contro le donne, fu l'effetto dell'introduzione della visibilità del numero chiamante, un deterrente eccezionale per i molestatori. Non è possibile che soluzioni altrettanto Pag. 53efficaci non si possano individuare. Questa non è una legge inutile, non è una legge che limita la libertà di espressione. Insulti e vessazioni non sono indice di libertà, ma atti di violenza che vanno eliminati oltre che contrastati. I socialisti voteranno a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, un Paese moderno e civile non può e non deve tollerare il fatto che il fenomeno del bullismo nuoce alla società in modi devastanti, sfavorisce lo sviluppo sociale ed economico, alimenta l'aggressività e la criminalità. Purtroppo, il bullismo è un malessere sociale fortemente diffuso, sinonimo di un disagio relazionale che si manifesta soprattutto fra adolescenti e giovani, ma sicuramente non circoscritto a nessuna categoria, né sociale né, tanto meno, anagrafica. Il bullismo si evolve con l'età, cambia spesso forma e in età adulta lo ritroveremo in tante, troppe prevaricazioni sociali, lavorative e familiari. Una recente indagine in Italia dell'osservatorio di Telefono Azzurro sul bullismo nelle scuole superiori ha evidenziato che un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica e il 33 per cento è una vittima ricorrente di abusi. Dai risultati dell'indagine emerge che le prepotenze di natura verbale o psicologica prevalgono rispetto a quelle di tipo fisico. Il 42 per cento dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro, il 30 per cento ha subito delle offese, il 23 per cento ha segnalato di aver subito calunnie. Nelle violenze di tipo psicologico più del 4 per cento denuncia l'isolamento di cui è stato oggetto. Il fenomeno del bullismo è incomprensibilmente sottovalutato anche quando esso è una manifestazione di un vero e proprio malessere sociale sia per coloro che commettono il danno che per coloro che lo subiscono; i primi in quanto a rischio di problematiche antisociali e devianti, i secondi in quanto rischiano un'eccessiva insicurezza caratteriale che può sfociare in sintomatologie anche di tipo depressivo. Le conseguenze del bullismo sono notevoli e, a volte, purtroppo, irreparabili; il danno per l'autostima della vittima si mantiene nel tempo e induce la persona a perdere fiducia nelle istituzioni sociali come la scuola, ma anche come la famiglia, oppure alcune vittime diventano a loro volta aggressori sui più deboli. Il bullismo, come ho detto, non è un problema solo per la vittima, ma va oltre gli individui oppressore ed oppresso, in quanto il clima di tensione che si instaura va a influenzare la famiglia, la scuola e le altre istituzioni sociali, nonché il futuro stesso della persona e della società nel suo complesso.
Noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie riteniamo che il compito delle istituzioni debba essere quello di mettere in campo ogni iniziativa volta a contrastare e prevenire il fenomeno, promuovendo campagne di informazione e di sensibilizzazione circa la gravità di tale manifestazione e incoraggiando un uso inconsapevole, sicuro e responsabile delle tecnologie digitali molto spesso causa del cyberbullismo.
Guardiamo con favore quindi l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del fenomeno e l'individuazione, in ogni scuola, di un docente con funzione di referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo.
Infine, ma non meno importante, sarà compito della scuola quello di avviare tutta una serie di corsi di formazione dei docenti, al fine non solo di prevenire il bullismo, ma altresì di intervenire tempestivamente per porvi un limite.
L'auspicio è anche quello di rafforzare, all'interno delle scuole, dei punti di ascolto per intercettare ed offrire assistenza agli studenti vittime di episodi di violenza e bullismo.
In questo quadro, la formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti nella prevenzione Pag. 54e nel contrasto dei fenomeni nelle scuole, nonché la previsione di misure di sostegno all'educazione dei minori coinvolti prefigurano un sistema di governance scolastico molto più efficace per gestire fenomeni molto complessi come quelli del bullismo e del cyberbullismo.
Tuttavia, da liberali riteniamo che non necessariamente i fenomeni nuovi vanno tutti regolati, però di sicuro il Parlamento si deve interrogare su eventi di questa ampiezza; direi che su 10 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, 9 sono iscritti a un social network e non è poco; ciò vuol dire che la loro cittadinanza si esercita anche lì e che quindi quel tema, la scuola, la società e anche il Parlamento se lo devono assolutamente porre ed è quello che stiamo facendo oggi in questa Assemblea.
Il provvedimento di oggi segna una svolta importante e rappresenta il punto da cui ripartire per contrastare un fenomeno che, se non gestito, potrebbe avere ripercussioni sociali molto rilevanti ed è per questo che non faremo mancare il nostro sostegno a questo progetto di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fucci. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il tema oggetto della proposta di legge in esame è di assoluta e come hanno dimostrato alcuni episodi di cronaca anche recente, a volte tragica, attualità.
Definire il cyberbullismo è in qualche modo facile: da tempo l'attenzione delle autorità e in particolare della Polizia di Stato, che in merito ha elaborato statistiche in alcuni casi inquietanti, è accesa sul fenomeno, ma trattasi di un fenomeno di difficile controllo.
L'era della comunicazione globale in cui viviamo, con un continuo sviluppo tecnologico e in termini di interconnessione a livello mondiale, rende tutto molto complesso e difficile da interpretare in maniera univoca.
Si intrecciano, quando parliamo di cyberbullismo, questioni di carattere sociale e psicologico.
È possibile intervenire in merito con una legge ? La nostra impressione è che sia giusto fare un tentativo, così come oggi stiamo facendo, per intervenire lì dove è realisticamente possibile, ovvero sul piano dell'educazione nelle scuole, sin dalle prime classi, del sostegno all'attività della Polizia postale, della possibilità data ai genitori di ottenere garanzie dai gestori dei servizi su Internet.
Ma dobbiamo essere consapevoli che non esiste una panacea, semmai la necessità – e mi piace in tal senso richiamare un interessante considerazione fatta dalla collega Polverini in discussione generale – di comprendere che i cyberbulli si fanno forti della convinzione di poter restare nell'ombra e quindi di non dover mai pagare per i gravi comportamenti assunti nei confronti dei coetanei.
Particolarmente centrale allora, aggiungo per proseguire il ragionamento, è la questione educativa e fermo restando, signor Presidente e onorevoli colleghi, quanto appena affermato, devo aggiungere che noi conservatori e riformisti ci asterremo, perché, pur comprendendo le ragioni di questo intervento e di questa proposta di legge e condividendone l'architettura generale, non possiamo non sottolineare come l'approvazione di alcuni emendamenti abbia peggiorato, secondo noi, il testo.
Mi riferisco al fatto, molto dibattuto in Aula quest'oggi, che sono stati approvati emendamenti che puntano tutto sul lato della pena: non ci convincono, sono emendamenti che rischiano di incidere anche sulla sfera della libertà di espressione, che deve – deve – restare una stella polare.
La sanzione deve esserci, ma appunto non dimentichiamoci che l'obiettivo primario di questa legge, come era emersa dal Senato, non a caso dopo un'approvazione all'unanimità, è fare un'opera di educazione.
Rischiamo, in tal modo, di perdere un'occasione importante e mi auguro, signor Presidente, concludendo, che in Senato, in terza lettura, sia possibile quanto meno migliorare questo testo.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri. Ne ha facoltà.

GAETANO NASTRI. Grazie Presidente, prendo la parola per annunciare – lo voglio dire subito – il voto favorevole di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
Voteremo a favore, perché l'argomento trattato dal provvedimento in esame è un argomento sensibile e tanto più importante perché riguarda i nostri giovani, i bambini, i ragazzi, i nostri figli.
Voteremo a favore, perché in primissimo luogo su questo argomento è giusto far sentire al Paese una posizione di attenzione, di non sottovalutazione di un fenomeno che ogni anno costa la vita di decine di ragazzi e determina situazioni di grave disagio in moltissimi altri.
Durante l'esame di questo provvedimento, abbiamo sentito molti, in aula, fare dissertazioni in punta di diritto sulla possibile eccessiva estensione dei contenuti dei quali sarà possibile chiedere la rimozione dai siti.
Abbiamo sentito dire che non è corretto estendere l'applicazione delle norme di cyberbullismo ai comportamenti tra adulti.
Alcune di queste considerazioni sono certamente condivisibili, altre no. Non si capisce, ad esempio, per quali motivi un adulto non debba essere tutelato anch'egli rispetto alla diffusione illecita di contenuti a lui o a lei riferibili e purtroppo la cronaca ci ha appena dimostrato come la sensibilità di un adulto possa essere ferita talmente nel profondo da un abuso simile, da spingere la persona a un gesto estremo.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 18,33)

GAETANO NASTRI. Noi però abbiamo deciso di non arrovellarci eccessivamente su questi temi, ma di prendere quello che di buono è contenuto in queste norme e di sostenerlo, affinché presto questa legge possa cominciare ad esplicare i propri effetti, aiutando – speriamo – persone che si trovano violate nella propria dignità dalla violenza psicologica della diffusione in rete a milioni di persone, con un semplice click, informazioni o immagini private e intime.
Abbiamo quindi deciso di sostenere questa legge, senza dire che sia perfetta, ma ritenendo che sia un passo doveroso nel percorso di una maggiore opera di sensibilizzazione a questo drammatico fenomeno e nell'ampliamento sia degli strumenti finalizzati alla prevenzione di simili atti, sia delle tutele in favore delle vittime.
Lo abbiamo deciso perché le questioni relative al bullismo e al cyberbullismo, che di esso in fondo è solo una particolare e più deflagrante manifestazione, sono ormai purtroppo all'ordine del giorno.
Le cronache e i dati statistici ci raccontano, ogni anno, di decine di casi di bambini e giovani vessati nell'indifferenza generale e che non di rado preferiscono togliersi la vita che continuare a vivere con tale peso.
Da questi dati risulta anche che sono le ragazze a cadere più frequentemente vittime del cyberbullismo, ma c’è ancora una gran parte di vittime che non denuncia, sottraendosi a queste statistiche, facendo sì che esse sottostimino il fenomeno.
Il bullismo e il cyberbullismo vanno combattuti nelle coscienze. I bambini devono essere educati sin da piccoli a rifiutare simili modelli comportamentali e, laddove vi assistano o ne siano vittime, a denunciare e a non rimanere in silenzio, perché oltre ai bulli e alle vittime esiste una terza importantissima categoria: gli spettatori, coloro i quali assistono platealmente o anche solo si rendono conto delle vessazioni subite da un'altra persona. E allora l'educazione morale – come infatti qui è stata più volte ripreso e ribadito – è la base per sradicare il fenomeno, un fenomeno che è in primo luogo figlio della non-cultura della violenza e della sopraffazione ed è importantissimo che ci siano programmi, nelle scuole, che insegnino ai ragazzi queste cose, ma è ugualmente importante che, laddove questi comportamenti siano comunque messi in atto, le vittime abbiano degli strumenti per difendersi Pag. 56e per difendersi in fretta, perché, soprattutto con riferimento al cyberbullismo, ogni minuto in più di gogna mediatica può essere fatale.
E allora ben venga il tentativo di semplificare e accelerare le procedure per l'oscuramento dei contenuti portato avanti da questa proposta di legge: speriamo che funzioni, speriamo che aiuti i ragazzi e gli adulti a riuscire a superare l'umiliazione che hanno subito, speriamo che salvi delle vite ed è per questo motivo che la sosteniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge, su cui annunciamo il voto positivo del gruppo Democrazia solidale-Centro democratico, secondo noi non ha lo scopo di rispondere al panico morale che si diffonde in alcuni casi intorno al bullismo e alla violenza in rete, ma che potrebbe malconsigliare, quando si tratta invece di costruire norme adeguate ed efficaci.
Parlo di un panico morale che in genere, tra l'altro, si scatena tardivamente, quando ormai le persone, specie i più piccoli, hanno subito danni gravi alla loro vita, alla loro dignità, alla loro reputazione o addirittura quando si sono tolte la vita, come nel caso della giovane donna che non aveva trovato veramente ascolto e giustizia nella sua richiesta di potere rimediare a una diffusione incontrollata e crudele della sua vita intima.
Questa legge nasce non per imbavagliare il web, ma neanche per accettare che circolino senza ostacoli attacchi e prese in giro che diventano persecuzione, insulti, gogne pubbliche. D'altronde, il paventato rischio che questa legge avrebbe potuto minare la libertà di espressione è stato ulteriormente fugato grazie all'approvazione di alcuni emendamenti, tra cui voglio ricordare il 2.59; emendamenti che hanno precisato meglio l'ambito della legge stessa. Il testo della senatrice Ferrara, che è anche insegnante, è nato, come sappiamo, da una reazione di preoccupazione e di sdegno davanti alla morte di Carolina Picchio, una studentessa uccisa, come ha scritto il padre, da 2.600 like.
Il problema, dunque, nasce anzitutto dal proteggere i minorenni che ormai vivono online, nel mondo spesso chiuso dei coetanei, per un tempo troppo lungo, vuoto, a volte, di risposte. Il testo, quindi, partiva sicuramente da un'esperienza del mondo degli adolescenti che strada facendo ha preso anche altre dimensioni. Un punto importante del dibattito qui alla Camera ha portato a respingere un approccio sanzionatorio, che non avremmo potuto condividere. Il cyberbullismo consiste nell'invio di messaggi offensivi, insulti, foto umilianti, tramite sms o e-mail, e nella loro diffusione su chat e social network tra coetanei.
A differenza del bullismo tradizionale, questa forma di aggressione consiste nel molestare una persona in modo indiretto, ossia senza contatto fisico, attraverso la rete, certo, mondo virtuale, ma, come sappiamo, sicuramente molto reale. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra la cybermolestia, che avviene tra adulti e tra un adulto e un minorenne, e il cyberbullismo, che avviene tra minorenni, e che riguarda, quindi, le molestie compiute con mezzi informatici tra pari di minore età. Sono, quindi, minorenni sia le vittime sia i responsabili coinvolti nel cyberbullismo. Questo fatto, quando si affronta il tema delle norme che possono prevenirlo oppure contrastarlo, deve orientare non verso toni apocalittici o letture allarmistiche, bensì, noi riteniamo, verso interventi efficaci di tipo educativo, sociale e culturale, così come suggeriscono istituzioni nazionali ed europee, e in particolare il Consiglio d'Europa, con l'Alleanza parlamentare contro l'odio.
Non si tratta, quindi, di essere troppo deboli, ma, al contrario, noi riteniamo di mirare bene all'obiettivo. Bersagli principali devono restare i meccanismi che fanno diventare virali i messaggi pericolosi che diffondono in modo incontrollato un errore, che non fermano una persecuzione organizzata a danno di un ragazzino o una Pag. 57ragazzina che ne diventa vittima. Bersaglio non devono essere i mostri, specialmente se stiamo parlando di adolescenti, che certo sono colpevoli, vanno fermati e puniti. Tuttavia, il richiamo alla responsabilità non può limitarsi a una punizione, magari istituendo un nuovo reato, come, per fortuna, abbiamo scongiurato di fare. Sarebbe stata veramente una risposta sbagliata, che avrebbe rischiato di criminalizzare intere generazioni di adolescenti, dato che abbiamo già tutti gli strumenti sanzionatori per colpire questo tipo di comportamenti, dalle minacce alla diffamazione allo stalking.
In questo senso, anche l'aggravante prevista dall'articolo 6-bis, che modifica l'articolo 612-bis del codice penale sullo stalking, introducendo un'aggravante da uno a sei anni di reclusione, in realtà non modifica realmente la situazione attuale, e quindi potrebbe apparire superflua, se non per ribadire, ancora una volta, la necessità di norme severe in questo campo. Ci sono, poi, le sanzioni previste per chi mette in pratica comportamenti violenti compiuti a scuola o intercettati nell'ambito della classe, regolate dallo statuto degli studenti e delle studentesse di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 2007. In esso i provvedimenti disciplinari comminati dal consiglio di classe o di istituto, a seconda della contestazione d'addebito, hanno sempre finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica.
Inoltre, le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate all'infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità, nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno, perché uno Stato che rinuncia ad educare, riteniamo, finisce, poi, solo per punire. Avremmo preferito nella legge, ed è quello che avevamo previsto nella nostra proposta a prima firma della Santerini, il riferimento allo statuto senza aggiunte, dato che in esso sono già esplicitati tali principi. La proposta di legge del nostro gruppo intendeva concentrare l'attenzione non sul dopo, quando è tardi e ormai la persecuzione è virale, ma sul prevenire la diffusione virale dei contenuti offensivi, vero oggetto, questo, di sofferenza per il minore vittima, agendo attraverso la promozione dell'autoregolamentazione da parte dei gestori e dei responsabili del web.
Si tratta, quindi, in particolare della necessità di dare risposte pronte e non burocratiche alle richieste di aiuto che partono dai minori; risposte che abbiano tempi certi e realizzazioni concrete, con la rimozione rapida dei contenuti offensivi da social, da chat e dai siti. Oggi le rimozioni di tali contenuti a seguito di segnalazioni non sono sufficientemente tempestive. Anche la caduta della definizione di reiterazione, tipica del bullismo, si spiega perché nel caso del cyberbullismo l'elemento temporale è meno rilevante. Infatti, anche una sola offesa, divulgata in rete, può raggiungere molte persone contemporaneamente e rimbalzare dall'uno all'altro, ipoteticamente all'infinito, aumentando di molto la gravità e la violenza dell'attacco subito dal minore.
Riteniamo che l'estensione agli adulti che è stata operata nel testo in discussione abbia comunque una sua utilità, anche se fa perdere di coerenza alla legge. Prevedere meccanismi più esigenti per ottenere l'oscuramento di contenuti violenti va incontro alla richiesta delle vittime, anche ultra diciottenni, di avere giustizia, anche se va detto che fa perdere, come abbiamo già indicato, coerenza interna alla legge, dato che, se parliamo di bullismo, vuol dire che è tra minorenni. Resta, però da giocare tutta la partita con i big social media. La limitazione ai minorenni aveva il senso di costringere maggiormente queste grandi centrali, come sapete molto restie a limitare la libertà di espressione e a rimuovere i contenuti dannosi in nome di un a volte malinteso free speech di stampo americano rispetto all'approccio europeo.
Dobbiamo, invece, creare un coordinamento, in particolare tra le varie autorità preposte e gli stessi fornitori di servizi di rete, che sono i primi a dover intervenire per contrastare il fenomeno di cui si parla Pag. 58con l'intervento fondamentale del Garante della privacy. Vorrei sottolineare, in particolare, che tali segnalazioni debbono poter essere fatte da minori di qualsiasi età, come previsto dalla Convenzione dell'ONU sui diritti del fanciullo, trattandosi di lesioni di diritti della personalità. Il minorenne stesso, in caso di inerzia del genitore, deve infatti ritenersi abilitato a proporre reclamo qualunque sia la sua età, e di genitori distratti e assenti, purtroppo, ne abbiamo già visti troppi. Un nostro emendamento, che è stato approvato, prevede che anche un minore di meno di 14 anni possa fare istanza. Se un bambino va dai carabinieri a segnalare abusi o maltrattamenti, lo rimandano indietro perché ha meno di 14 anni ? Chiunque può fare istanza: sarebbe incostituzionale, secondo noi, negarlo. E concludo: un ruolo importante è dato alla scuola, ci sarà un referente per ogni scuola e l'Ufficio scolastico regionale dovrà promuovere progetti.
Il dirigente scolastico che viene a conoscenza di episodi di bullismo sarà obbligato ad informare i genitori e convocare, poi, i minori e i rappresentanti di classe. Infine, una parola anche sul tavolo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri: abbiamo chiesto, con un emendamento, di aggiungere esperti e non solo funzionari, per evitare la burocratizzazione di un lavoro che deve essere di comprensione profonda dei fenomeni dal punto di vista psicologico, sociale e di continuo aggiornamento, dato che il mondo del web e la vita degli adolescenti cambia in continuazione (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente, colleghi, questa normativa viene a colmare una lacuna che abbiamo percepito come particolarmente sensibile in queste ultime settimane sotto la spinta dei fatti di cronaca.
È certo che una certa dose di bullismo forse è implicita nell'età adolescenziale, ma negli ultimi tempi la possibilità di poter effettuare atti costrittivi e offensivi verso i propri amici e compagni è stata notevolmente potenziata dal mezzo tecnico, di qui il termine cyberbullismo, che dà il nome ad una legge, perché questa è la tematica sulla quale oggi avvertiamo – ripeto – con particolare sensibilità, le difficoltà che il mezzo tecnico ha indotto nella società nel momento in cui questa cerca, come è sempre avvenuto, di contenere i fenomeni di bullismo.
È una legge, quindi, che nasce con una finalità condivisibile, che noi abbiamo senza dubbio condiviso. Abbiamo condiviso anche l'estensione dell'ambito di applicazione della legge: dallo stretto ambito del mondo minorile, per il quale era stata in un primo momento pensata, anche a fenomeni analoghi che abbiano per vittime o per soggetti persone di età maggiore, perché l'occasione era favorevole, e noi ci riteniamo convinti che sia stato giusto operare questa estensione.
Nel corso del dibattito abbiamo però sollevato delle perplessità su alcuni aspetti che potrei definire tecnici, anche se forse investono modalità e possono essere interpretati come maggiore o minore attenzione al tema della libertà di comunicazione. Abbiamo affrontato queste tematiche sotto un profilo più tecnico: abbiamo espresso serie perplessità sul modo con il quale la legge pone il problema dell'eliminazione dai siti di contenuti offensivi, di contenuti persecutori. È ovvio che siamo contro il mantenimento in rete dei contenuti offensivi e persecutori, ma le modalità di eliminazione hanno suscitato qualche perplessità, e sull'articolo 2 in particolare il nostro gruppo ha espresso dei voti in dissenso, perché riteneva che la soluzione adottata non fosse confacente.
Lo voglio ricordare qui, per dire che la norma, secondo noi, ha comunque degli aspetti di criticità, però, complessivamente, quelli positivi ci sembrano nettamente prevalenti. È per questa ragione, per mantenere una norma che comunque rappresenta una forte presa di posizione del Parlamento nella tutela dei minori e di chiunque sia oggetto di critiche, insulti, Pag. 59offese e persecuzioni utilizzando le tecnologie del web, e poiché riteniamo che un intervento di questo genere sia assolutamente necessario, confermo il voto favorevole del gruppo Scelta Civica alla norma in esame (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Presidente, negli ultimi tempi si è notato un incremento generale di atti violenti ed intimidatori, atti di bullismo, nelle scuole di tutto il Paese, che sono sfociati anche in tentati omicidi, suicidi e problemi psicologici semi-irreversibili da parte di chi li subisce. Un fenomeno che non può essere considerato semplicisticamente come una bolla mediatica. Pari al 49,9 per cento del totale, difatti, risulta la quota di famiglie che segnala il verificarsi di prepotenze di diverso tipo (verbale, fisico, psicologico) all'interno delle classi frequentate dei propri figli, con una diffusione che risulta elevata in tutti gli ordini di scuola e particolarmente nella scuola secondaria inferiore, dove raggiunge il 59 per cento delle classi.
Riteniamo inoltre che questo fenomeno non possa essere assolutamente slegato da quello denominato cyberbullismo o bullismo informatico. Il cyberbullismo è un fenomeno, da un lato, relativamente nuovo, ma dall'altro lato figlio di un atteggiamento radicato da tempo nella nostra società.
Il progresso tecnologico, purtroppo, non è stato accompagnato da un progresso culturale mirato a far maturare un giusto e responsabile utilizzo delle nuove tecnologie, che oggi quel progresso ha messo a disposizione anche di chi di quelle tecnologie si avvale per portare avanti il proprio atteggiamento.
La pericolosità del bullismo è data soprattutto dalla pervasività e dalla sua forza trainante, in quanto fa leva su alcuni aspetti che caratterizzano sia l'età adolescenziale sia la nostra epoca: un generalizzato disagio epocale causato dalla perdita di solidi punti di riferimento; la debolezza etica del tessuto sociale; un futuro poco promettente. Questa minaccia pesa sulla scuola, mettendo a rischio l'ambiente educativo, ma pesa anche sull'intera società, che ne è corresponsabile, e che quindi ha il dovere di sostenerla in questo difficile impegno. Le cause di ciò che è accaduto devono essere individuate al fine di comprendere meglio il fenomeno e vanno rintracciate anche e soprattutto in una sistematica rinuncia ai riferimenti valoriali nell'istituzione della scuola, nella continua aggressione verso l'istituto dalla famiglia, nella diffusione ideologica di una visione della vita volta a rinnegare le radici culturali e tradizionali delle nostre comunità e nella continua propaganda del pensiero relativista, che ha creato nelle giovani generazioni uno stato di confusione permanente, dove diventa dote personale la capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male.
Sono elementi e cause che minano le fondamenta della comunità, intesa come lo spazio geometrico degli affetti, retta da una tavola di valori condivisa da chi quella comunità compone. Il progresso della società moderna è stato viziato dalla rinuncia a quei riferimenti valoriali che rappresentavano le fondamenta – ripeto – di una comunità capace di comprendere l'importanza della tutela dei propri figli quale bene primario. Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo va contrastato con energia, con provvedimenti mirati e specifici volti a sviluppare una giusta modalità di intervento, partendo in primo luogo dalla conoscenza del problema e dalla formazione degli educatori.
La famiglia e la scuola sono certamente i primi ambiti dove i bambini e i giovani possono conoscere il valore e il senso della partecipazione ed il rispetto degli altri. È doveroso ribadire che, al fine di realizzare un sistema che funzioni, è necessario che vi sia la tutela dei diritti dei minori, ma anche la tutela delle famiglie in cui i minori sono inseriti. La frantumazione dell'istituto familiare, in una comunità sempre meno capace di farsi carico della crescita sana dei bambini, è il primo Pag. 60fattore che pone i giovani adolescenti in una condizione di precario equilibrio ed estrema fragilità, rendendoli soggetti a rischio. La capacità dei genitori di investire sul futuro dei figli dipende da molti fattori, tra questi il loro stato occupazionale, di salute, il livello di istruzione raggiunto. La possibilità di disporre di competenze e risorse, non solo economiche, è essenziale, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, quando l'offerta educativa e di relazione è decisiva per farne emergere le potenzialità.
Una società incapace di garantire i diritti dei minori è una società senza futuro. Queste brevi considerazioni per consegnare all'Assemblea l'intenzione di voto della Lega Nord al provvedimento in esame, convinti che fenomeni come il cyberbullismo vadano contrastati con energia, che sia utile sviluppare forme di controllo necessarie per prevenire e norme per reprimere il fenomeno atte a garantire una giusta modalità di intervento. Questa pare – pare, ripeto – essere la direzione della proposta, ma tutto ciò deve essere accompagnato da una reale ed effettiva tutela dell'istituto della famiglia e da un rilancio della funzione educativa della scuola, che, per usare un eufemismo, fatichiamo a scorgere nell'operato di questo Governo; azioni di prevenzione che produrrebbero anche l'effetto di prosciugamento del brodo di coltura dove crescono quei fenomeni di deviazione oggetto di questo intervento legislativo.
Concludo dicendo che, al netto del nostro voto contrario sul primo articolo, voto motivato dal fatto che il testo uscito dall'esame del Senato, sul quale la Lega Nord aveva dato voto favorevole, è stato profondamente modificato nel corso dell'esame del provvedimento nelle Commissioni II e XII alla Camera, una sorta di ansia descrittiva pare abbia afflitto la maggioranza che con alcuni emendamenti è andata a modificare il testo del primo articolo, rendendolo ridondante, inutile e forse dannoso.
Questo è il motivo per il quale abbiamo sottoscritto, ad esempio, l'emendamento del collega Palmieri, che cercava di rendere il testo meno analitico e più sobrio, restituendogli la forma che aveva quando ci è giunto dal Senato. Bocciato l'emendamento, per noi il primo articolo non poteva raccogliere il nostro favore. Dunque pur condividendo lo spirito e la buona volontà che hanno animato la discussione, riconoscendo che il legislatore ha il dovere di normare in materia, rimaniamo convinti che il testo debba essere modificato, eliminando in particolare quelle parti alle quali ho fatto riferimento. Ci auguriamo che questo lavoro venga svolto al Senato e consegniamo quindi all'Aula un'intenzione di voto di astensione da parte della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Nel comunicare il voto positivo di Area Popolare a questa proposta di legge, vorrei sottolinearne alcuni aspetti che ci sembrano particolarmente interessanti. Il primo è quello che riguarda il fenomeno che da tanto tempo si sta diffondendo con una dimensione che avremmo ritenuto insospettabile, dovuto non soltanto a una cultura della violenza che in qualche modo è sospesa nell'aria anche attraverso modelli sociali con cui è facile che i nostri ragazzi vengano a contatto, ma anche perché la potenza del mezzo rende possibile delle forme di aggressione che erano insospettabili fino a poco tempo fa, soprattutto ne rende possibile la capillarità, ne rende possibile l'anonimato e quindi rende possibile quella sorta di perdita della dimensione della coscienza personale che orienta molto spesso il senso di responsabilità con cui ognuno di noi fa le sue scelte.
Ci sono due aspetti che ci sembrano particolarmente importanti: da un lato, insisto, il clima di violenza che è sospeso nell'aria, un clima quasi di guerriglia che noi riusciamo a catturare proprio attraverso i nuovi modelli che vengono offerti, e dall'altro il fatto che questa sorta di Pag. 61guerriglia diventa possibile proprio attraverso questa dimensione immateriale del web che rende immaginabile quasi una revocabilità di scelte che invece tali non sono, per cui una volta lanciato un messaggio sul web questo diventa molto difficile da cancellare e il danno che riesce a fare a distanza è molto maggiore di quello che non si possa supporre nel primo momento.
L'altra cosa per cui ci sembra interessante in questo momento dare un parere positivo a questa proposta di legge sono anche i recenti fatti di cronaca. Recenti fatti di cronaca nel quale si mescolano la violenza allo stupro, si mescola l'incoscienza del lasciarsi riprendere attraverso una telecamera con la crudeltà di chi trasforma in una sorta di spettacolarizzazione ogni evento anche di vita tra ragazzi che potrebbe rimanere nell'ambito del piccolo gruppo a cui si appartiene e che invece viene proiettato in uno spazio del quale loro stessi non intravedono i confini. Sono i fatti di questi giorni che ci dicono molte cose su come gli adolescenti hanno perso quello che una volta avremmo potuto chiamare un certo tipo di senso del pudore. Ma l'hanno perso anche attraverso quell'incoscienza che non gli permette di prevedere che cosa accadrà una volta che hanno permesso che venissero ripresi gesti, atteggiamenti, comportamenti di cui dopo si pentono amaramente di aver condiviso con i gruppi e con gli amici del proprio gruppo, posto che si possa parlare di amici. Dall'altra parte, vi è anche quella strumentalizzazione ostentante che oggi fa sì che ci si senta più importanti quanto è più sgradevole, quanto più è irridente, quanto più è graffiante l'intervento che si fa. È una sommatoria di fattori che rende in questo momento il combinato disposto della violenza tipica del bullismo con la potenza del mezzo del cyberbullismo particolarmente insidioso e particolarmente pericoloso ed è per questo che questa legge, a nostro avviso, giunge in un momento importante.
L'osservazione che è stata fatta da alcuni dei colleghi sul cambiamento come dire di indirizzo di una legge che nasceva inizialmente come una legge dedicata esclusivamente ai minori e che poi ha preso la dimensione molto più allargata, andando a colpire quindi anche fasce di età che vanno ben oltre l'età dei minori, è legata credo anche a questa realtà concreta in cui noi viviamo, in cui il cyberbullismo rende particolarmente fragili persone che non sono in grado di valutare esattamente a che cosa si prestano. D'altra parte, abbiamo anche che i cosiddetti bulli non sono in grado, a loro volta, neppure di rendersi conto dell'intensità del danno che provocano. Ma proprio questa miscela di fattori riesce poi a rendere particolarmente esplosiva la situazione con la complicità di quelli che noi chiamiamo gli affiancatori del bullo, cioè gli spettatori che sono spesso quell'elemento di platea e di spettacolarizzazione che fa da motore, che innesca azioni e reazioni con una gravità per cui il soggetto si sente esposto a una sorta di gogna mediatica sotto gli occhi di tutti, sotto gli occhi del mondo intero. Quella che poteva essere una vergogna accettabile nella piccola dimensione della propria stanza, della propria casa, della propria classe, diventa del tutto insopportabile quando sembra che il mondo intero ci stia guardando e quando sembra che il mondo intero debba sapere cose che vorremmo che rimanessero sepolte nella nostra intimità più profonda.
Noi vogliamo precisare che bullismo non è un sinonimo di violenza sic et simpliciter, c’è un'aggravante in questa forma che è proprio quella che è legata alla reiterazione del danno. La reiterazione del danno è diretta e concreta quando parliamo di bullismo, ed è in qualche modo altrettanto immateriale quando invece ci riferiamo al cyberbullismo.
Se vogliamo sconfiggere questo fenomeno dobbiamo però cercare di capire le ragioni di tutti. Le ragioni dei bulli e dei bullizzati perché il valore soglia tra i due gruppi è spesso molto sottile. Quando dico che dobbiamo cercare di capire non intendo dire che dobbiamo cercare di giustificare, perché ci sono comportamenti che non possono essere giustificati e che Pag. 62richiedono un intervento preciso. Ma perché questo intervento non sia soltanto l'intervento punitivo, l'intervento che in qualche modo si concretizza e si riduce tutto alla sanzione, dobbiamo riuscire a fare il salto di qualità che considera gli interventi da compiere nell'ottica profonda di quella che è l'educazione, di quella che è la formazione e quindi di quella che è la prevenzione. Poiché però non tutto può essere prevenuto perché – insisto – c’è una cultura nell'aria, altrimenti non si spiegherebbe perché certi giovani si fanno coinvolgere in situazioni a così alta soglia di rischio, dobbiamo dire che allora questa legge deve anche avere ben chiaro che oltre a formare e a prevenire, oltre a punire, deve anche in qualche modo riabilitare e deve anche curare. Quando utilizziamo la parola curare, la utilizziamo sia per chi è vittima del cyberbullismo, sia per chi è l'aggressore, quindi per il bullo. Ma c’è anche una sorta di cura che va posta a vantaggio di quelli che consideriamo gli affiancatori. La vigliaccheria di chi guarda senza intervenire, e mi riferisco all'episodio recente accaduto in quella discoteca di Rimini, in cui le cosiddette amiche della ragazza vittima in quel momento prima di violenza reale, fisica, agita, e poi di una violenza ulteriore mediatica sbattuta su quello che era il suo smartphone (quindi anche accessibile poi a tutti gli altri), richiede anche per quelle ragazze una rieducazione profonda che dia la consapevolezza dei gesti che si compiono, ma anche il senso di responsabilità dei gesti che non si compiono. Esistono delle omissioni nella relazione di aiuto che non sono meno colpevoli di quanto non lo sia la stessa violenza agita direttamente sul soggetto.
Quindi noi abbiamo bisogno di un approccio di sistema, di un approccio che tenga in considerazione le parti in gioco, i protagonisti, ma anche di un approccio che cerchi di raggiungere quelle che sono le famiglie di questi ragazzi. Quasi mai le famiglie dei bulli pensano che i loro figli siano capaci di tale crudeltà, pensano sempre che questa parte del cattivo non tocchi mai al proprio figlio. Viceversa, hanno bisogno di capire per quali ragioni il ragazzo decide di esplicitare una violenza così profonda e così dannosa nei confronti delle ragazze. Dico delle ragazze perché è vero che il bullismo si esplicita verso persone che sono più fragili, persone che magari soffrono di disturbi di qualunque tipo, spesso si tratta anche di soggetti portatori di handicap, ma non c’è dubbio che la maggior frequenza di queste azioni venga perpetrata contro le donne, in questo caso contro le adolescenti. Potremmo dire che dietro questi comportamenti, se volessimo avere una lucidità piuttosto severa, ci sono, se non corrette, tutte le premesse di quelli che potrebbero trasformarsi domani in veri e propri episodi di femminicidio, perché in ogni caso la ferita che si scarica su queste persone è una ferita talmente profonda che ha spinto molte di queste ragazze anche al suicidio. Quindi, rientra in una gamma del tutto particolare di forme di femminicidio in cui tecnologia e incoscienza dei giovani fanno la loro parte. Quindi noi votiamo «sì» a questo disegno di legge, anche se ci auguriamo che alcuni passaggi vengano corretti e migliorati nella nuova versione che dovrà darne il Senato. Ci dispiace che alcuni emendamenti che ritenevamo profondamente migliorativi del testo non siano stati presi in considerazione, ci dispiace che l'ordine del giorno sia stato ridotto a semplice raccomandazione, laddove invece la forza che voleva avere era proprio una forza che legava in un unico circuito prevenire, educare, punire se necessario e curare per poter restituire a tutti il senso della propria dignità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PAGLIA. Signora Presidente, se questo fosse stato un tema, sarebbe stato appunto intitolato: disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo; nella traccia si sarebbe chiesto di occuparsi di quei comportamenti che, all'interno soprattutto Pag. 63delle scuole e dei luoghi frequentati da minori, frequentati sia in senso fisico che in senso virtuale, possano in qualche modo rovinare o rendere difficile la vita dei nostri ragazzi. Ci saremmo concentrati su questo e io credo – ho pochi dubbi a questo proposito – che se questo fosse stato l'approccio, se questo fosse stato il mandato che le Commissioni giustizia e affari sociali della Camera si prendevano, non sarebbe stato difficile arrivare ad una soluzione all'unanimità, anzi, credo che ci volesse proprio un capolavoro di tecnica normativa e soprattutto politica per riuscire a non trovare l'accordo di tutta la Camera su un tema che in tutta evidenza è di interesse comune, perché tutti noi teniamo appunto a che i nostri bambini e i nostri ragazzi frequentino i luoghi della loro crescita nel migliore dei modi possibili, imparando il rispetto reciproco, imparando il rispetto fra i generi, imparando il rispetto fra le diversità e insieme il fatto che siamo tutti uguali e che qualsiasi controversia non si risolve facendo ricorso alla violenza, non si risolve con i soprusi, ma si risolve appunto crescendo insieme. Questo credo fosse lo spirito di questa legge, il problema è che sono state scritte altre cose, perché si è preteso – per ragioni che io ancora, anche all'interno del dibattito che ci ha accompagnato, non sono riuscito a capire – di far sì che il bullismo, cioè un fenomeno purtroppo conosciuto da sempre e che da sempre associamo all'età infantile e soprattutto adolescenziale, diventasse un fenomeno di tutti, diventasse un fenomeno anche degli adulti. Ed ecco allora che disposizioni che sono chiare, se ne capisce anche la finalità se noi le pensiamo rivolte agli adolescenti, perdono di significato, perché se io vado per esempio a ridurre quello che voi avete scritto, quello che è stato scritto all'articolo 1, viene fuori che la molestia rivolta ad una singola persona che le produca ansia attraverso offesa che ha a che fare con l'aspetto fisico dovrebbe essere bullismo; per un ragazzo giovane, nell'età della crescita, forse sì, per un adulto evidentemente no. Era importante circoscrivere la fattispecie perché circoscrivendo la fattispecie noi parlavamo anche all'Italia, parlavamo ai ragazzi e chiarivamo che il Parlamento si interessava loro, mentre invece abbiamo introdotto, dal mio punto di vista, un mostro giuridico perché ci ritroviamo oggi a dare peso a delle condotte che non sono reato, vengono prima del reato, perché ovviamente se di reato si trattasse verrebbero punite attraverso il codice penale, e nonostante questo devono essere sanzionate.
Qui veniamo al secondo passaggio, al cyberbullismo cosiddetto, che anche qui, se riportato a tutti, diventa altro, diventa il grimaldello attraverso cui se io per esempio in internet offendo qualcuno, o meglio, se qualcuno si sente offeso da ciò che io dico, se qualcuno domani mattina scrivesse che chi vi parla è il peggior deputato della storia della Repubblica italiana e che la sua sola presenza in queste sedi è un'offesa alla Repubblica, io potrei sentirmene molto offeso. Questo testo mi autorizzerebbe a chiedere la rimozione del contenuto e qualora entro ventiquattro ore non venisse corrisposto, io potrei chiedere all'autorità che vigila sul rispetto della privacy di rimuovere quel contenuto. È un'offesa quel contenuto ? Ovviamente no, perché se lo fosse io quella persona la denuncerei per diffamazione, non mi limiterei a chiedere la rimozione. Sembrano cose banali, ma sono le cose su cui si basa in realtà quel sottile crinale che sta a cavallo tra il diritto di critica, il diritto di espressioni anche aspre in taluni casi e persino il diritto di satira per esempio. Questo Parlamento io credo avrebbe dovuto capirlo. Non c’è naturalmente solo questo perché, voglio dirlo molto chiaramente a quest'Aula, se ci fossimo limitati agli articoli 1 e all'articolo 2 noi avremmo votato contro e voglio ribadire che non avremmo votato contro perché riteniamo che la rete debba essere una terra di nessuno in cui sia lecito aggredire, umiliare, percuotere verbalmente; tutt'altro, noi anzi riteniamo che di questi temi, quelli che normalmente vengono detti «discorsi d'odio», «hate speech», questo Parlamento dovrebbe occuparsi, dovrebbe occuparsene molto seriamente in un provvedimento Pag. 64ad hoc che permetta anche al Paese di avviare un dibattito che accompagni la discussione. Per esempio, io mi interrogo spesso su quanto quello che può essere un insulto che se è rivolto ad una persona, a me per la strada può non offendermi, ma se moltiplicato e reso virale sul web è possibile che la quantità diventi qualità e quindi è un fatto nuovo. Non è vero semplicemente che ciò che accade dentro la rete debba essere trattato come ciò che accade fuori, può essere persino che debba essere trattato diversamente perché la quantità e la moltiplicazione degli effetti può indurre fatti nuovi, che noi fino a ieri non conoscevamo e non prevedevamo, ma questo, ripeto, non poteva essere messo qui dentro e infatti non c’è. Se qualcuno domani si sentirà in diritto di raccontare agli italiani che con questa legge alcuni fatti di tristissima cronaca recente o meno recente non sarebbero accaduti in questo Paese, racconterebbe una bugia, come è stato spiegato in modo migliore di quanto io sappia fare da esperti nazionali e internazionali di come internet funzioni. Purtroppo la propagazione di immagini negative, di assalti verbali non sono evitati da una legge come questa, non sono evitati da una legge che chieda di rimuovere un contenuto o addirittura al Garante della privacy di farsi carico della sua rimozione, è altra cosa. Eppure noi non voteremo contro questa legge perché c’è anche un'altra parte che ci convince un po’ di più, c’è appunto quella sul bullismo, sulla prevenzione del bullismo, sul fatto che si attivi in questo Paese un tavolo tecnico composto da tante cose, da tante realtà, dal mondo della scuola a quello dell'associazionismo, persino le forze di polizia. Io qui avrei qualche perplessità sulla presenza delle forze di polizia in un ambito che dovrebbe essere prettamente educativo e preventivo, comunque un tavolo ampio di cui può esserci bisogno perché di luoghi di riflessione su questo fenomeno anche a livello istituzionale c’è bisogno, è bene che si faccia, è bene che si provi a definire un codice di autoregolamentazione anche relativo alle condotte sul web. In realtà molti dei soggetti che operano sul web hanno già codici di autoregolamentazione e non è scontato, tutt'altro, che abbiano intenzione di rimetterli in discussione per venire incontro al dibattito pubblico o semi-pubblico italiano. Eppure il fatto che il Parlamento si occupi di dare un indirizzo di questo genere e di prevederlo io lo metto tra le cose positive, perché più riusciamo ad armonizzarlo e a farlo all'interno di un dibattito pubblico anziché lasciarlo limitato alle policy che ogni singolo social network per esempio dà a sé stesso io lo ritengo un punto di avanzamento anche rispetto alla concezione del web come spazio pubblico non spazio che debba essere sostanzialmente privatizzato e attivato alle grandi corporation del settore.
Devo notare però, anche qui, che questo Parlamento, forse, una riflessione rispetto al fatto che produce grandi tavoli tecnici che devono produrre grandi riflessioni, ma poi si premura sempre di specificare che tutto questo deve avvenire a saldo invariato di finanza pubblica, cioè senza mettere nemmeno un euro, questa è una riflessione che compete a tutti noi, perché continuiamo a chiedere a soggetti importanti di lavorare e di lavorare con profitto e di farlo del tutto gratis nei ritagli di tempo, e questo lascia pensare.
L'ultimo appunto – e chiudo – è la figura del questore, che lascia qualche perplessità, perché chi si immagini che, senza una denuncia e senza che si agisca d'ufficio, perché si viene a sapere che ci sono dei problemi all'interno di una scuola, per esempio, il questore convochi le persone problematiche per ammonirle, perché io la leggo così: il questore, in assenza di denuncia o di querela di parte e in assenza di procedimento d'ufficio, convoca per ammonimento in presenza dei genitori se minori. Se minori lo voglio sperare, perché, se maggiorenni, francamente, essere convocati dal questore è un atto che lascerebbe abbastanza indifferenti.
Ecco, molto di quello che ho detto di negativo è arrivato dopo in questo dibattito, era meglio quello che c'era all'inizio. Pag. 65Comunque ci asterremo, come segnale di attenzione per il problema, non certo come segnale di soddisfazione per la legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile Presidente. Io comincio dalla fine, cioè annunciando con rammarico il voto di astensione di Forza Italia. Noi avremmo voluto confermare il voto favorevole che la nostra forza politica ha dato al Senato su questo provvedimento. Avremmo voluto farlo anche perché su questo tema siamo da tempo impegnati: cito, per esempio, non solo la stessa legge sullo stalking del Ministro Mara Carfagna nel 2009, alla quale in diversi modi questa norma che stiamo per votare e che state per votare si richiama; cito, per esempio, le iniziative che la stessa Carfagna, assieme all'allora Ministro Gelmini, iniziarono a praticare nelle scuole per contrastare i fenomeni di bullismo del tempo; cito la mozione presentata dalla collega De Girolamo pochi mesi fa su questo tema e discussa in quest'Aula; e cito la proposta di legge dell'ex Ministro Brambilla proprio sul tema del bullismo e cyberbullismo.
Quindi, avremmo voluto veramente con tutto il cuore votare a favore di questa norma. Purtroppo non ci è possibile e poi dirò il perché in modo succinto. Ne apprezziamo almeno due aspetti, oltre a quelli che già sono stati detti da qualche collega che mi ha preceduto; in particolare, sul fatto dell'estensione ai maggiorenni noi siamo in linea di massima favorevoli – con giudizio, evidentemente – in quanto, purtroppo, maggiorenni sono sia gli autori che le vittime di questi atti, perché è evidente a tutti che a volte gli ultimi quasi due anni di scuole superiori si frequentano da maggiorenni; e siamo, altresì, favorevoli al fatto che la norma comprenda insieme il bullismo e il cyberbullismo, perché questa era anche l'impostazione della proposta di legge Brambilla che ho ricordato poco fa.
Però ci sono delle cose che ci risultano incomprensibili, per esempio quella definizione di bullismo data all'articolo 1, sulla quale tanto ci siamo accaniti la scorsa settimana e che è inutilmente ridondante, con quella serie di prescrizioni che limitano la portata della norma; in quel caso, era molto meglio dire meno per dire meglio. Ci risulta incomprensibile perché non sia stato previsto, proprio perché era giusto secondo noi allargare il campo anche ai maggiorenni, un percorso privilegiato rispetto alla petizione al Garante sulla privacy per i minorenni e per gli under ventuno, proprio per evitare che un possibile intasamento di quell'organo da parte di un florilegio di denunce possa mette la sordina a coloro i quali sono più bisognosi di ascolto e, quindi, di aiuto.
E, collegato a questo aspetto, non ci convince il fatto che non siano previste nuove risorse per gli uffici del Garante, che si troverà con ogni probabilità a dover far fronte a una intensa e poderosa mole di lavoro in più.
Altri aspetti che non ci convincono riguardano proprio Internet: per esempio, non ci convince quella definizione aggrovigliata di gestore del sito Internet, che chiude l'articolo 1, che abbiamo ereditato dal Senato e alla quale non siamo stati capaci di porre rimedio. Noi avevamo proposto semplicemente l'abolizione di quel punto, perché era la cosa più semplice, ma non ne siamo venuti comunque a capo e, quindi, resta una definizione aggrovigliata che nuoce alla ricerca dei responsabili, così come è incomprensibile il voler allargare a ogni tipo di presenza web l'obbligo di sottostare a degli adempimenti che risultano non solo infattibili, ma anche incontrollabili: non c’è nessuno in grado di controllare tutto quello che avviene online.
E collegato a questo aspetto c’è l'aspetto che tutti abbiamo rilevato, connesso a questo allargamento indiscriminato, cioè il fatto che, potenzialmente, è messa a rischio la libertà di espressione sul web, proprio perché chiunque potrebbe sentirsi, come ricordava poco fa il collega Paglia, vittima di bullismo o cyberbullismo, anche Pag. 66se non lo è, anche se la persona che lui ritiene lo offenda esprime semplicemente una propria opinione, magari nel campo della politica, magari nel campo dell'impegno civico e, quindi, anche sotto questo aspetto, non comprendiamo perché si sia voluto essere sordi agli emendamenti che abbiamo proposto noi, che ha proposto il collega Quintarelli, che tendevano ad andare proprio in quella direzione, cioè a semplificare, a convergere sulle grandi piattaforme – le quali sono già attive, come è già stato ricordato su queste tematiche – puntando su una grande alleanza con loro, perché sono loro le piattaforme, le catapulte, attraverso cui questi fatti vengono poi divulgati nel web.
Queste sono le principali cose che non ci convincono, ma in conclusione, Presidente, vorrei aggiungere un'ultima riflessione, che finora non ho sentito: in realtà, il punto vero non è Internet. Non è Internet il problema. Internet, se vogliamo, con la nota potenza amplificatoria che lo strumento ha e col fatto certamente che la tastiera toglie inibizioni e fa dire e fare cose che in persona mai si farebbero, è uno specchio, Internet è quello che noi mettiamo nella rete. E allora il vero problema, il vero punto, a mio avviso, sta nel fatto che noi veniamo da decenni di una cultura che ha inteso coniugare libertà assoluta senza alcun tipo di responsabilità. Viviamo da decenni dentro una cultura che considera l'essere umano un essere sostanzialmente privo di relazioni, per il quale viene prima di tutto la soddisfazione di ogni desiderio e la reattività di fronte a ogni desiderio che si palesi adesso. In questa visione, necessariamente l'altro diventa un oggetto, perché, se io non vivo di relazione, non ho alcun motivo di rispettare l'altro. Se prima di tutto vengo io, l'altro non può essere niente altro che un oggetto a mia disposizione per soddisfare i miei desideri. Allora questo è il punto, e su questo punto è urgente una riscossa educativa che ci coinvolga tutti quanti, ciascuno per la propria responsabilità, coinvolgendo evidentemente in primo luogo le famiglie, che mai come in questa epoca sono state deboli. E Presidente, mi consenta di dire che mai come in questa legislatura noi abbiamo approvato norme che di fatto indeboliscono ancora di più le famiglie: questo è il vero punto, secondo me e secondo noi, sul quale noi dobbiamo focalizzare l'attenzione.
Concludo veramente: è molto probabile, come ho detto oggi pomeriggio, che questa norma si avvii su un binario morto, perché le avvisaglie che abbiamo letto arrivare dal Senato in queste settimane e in questi giorni lasciano presagire questo, ed è una conferma ulteriore che noi qui abbiamo perso e stiamo perdendo un'occasione per tentare di dare una risposta, con quelle limitazioni che ho detto nella parte conclusiva del mio intervento, perché il problema in realtà è molto più ampio; ma, dicevo, abbiamo appunto perso un'occasione. Per questo motivo, con rammarico, come ho detto all'inizio, confermo e confermiamo il voto di astensione da parte di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Questo provvedimento, quando è uscito dal Senato, ha avuto il voto favorevole di tutte le forze politiche, ma aveva un titolo diverso: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Quella legge era il risultato delle tante audizioni degli esperti, tra cui ordinari di diritto penale, presidenti dei tribunali dei minori e, dobbiamo ricordare, esperti di libertà d'informazione nel web, il Garante della privacy, psicologi, esperti di bullismo e cyberbullismo, tutti concentrati su un solo protagonista: il minore. Nessuno degli auditi si è, quindi, espresso sull'opportunità di estendere tale legge alla totalità dei cittadini italiani maggiorenni: prima scorrettezza. È opportuno ricordare che esistono ben 17 fattispecie di reato penale che hanno il compito di reprimere e dissuadere comportamenti considerati fisicamente Pag. 67e psicologicamente violenti. Il nostro ordinamento prevede due percorsi giudiziari differenziati a seconda che questi reati siano commessi da minori o da adulti. Il primo percorso tutto il mondo ce lo invidia, il secondo no. Ricomprendendo la discussione agli infra-ventunenni vi è sempre stato, durante tutto l'iter del provvedimento, un generale consenso, pur essendo abbastanza strano che si andasse a normare la prevenzione e il contrasto al cyberbullismo senza occuparsi di definirne l'origine, ovvero il fenomeno del bullismo. Attenzione, le due fenomenologie sono strettamente collegate, benché alquanto diverse; la prima riguarda, infatti, comportamenti che esistono dall'alba dei tempi, e non c’è bisogno di ricordare il capolavoro letterario «Il signore delle mosche», scritto da William Golding, per capire la violenza minorile di gruppo; non esiste, infatti, una definizione univoca di bullismo, ed essa è stata inserita tardivamente, senza una discussione reale su come l'inserimento di tale nuova definizione avrebbe impattato sulla finalità della legge. Si è preferita, al contrario, una definizione generica di bullismo, da utilizzare sia per un bambino di cinque anni che per un adulto di 90: follia !
La letteratura scientifica è, infatti, concorde nel circoscrivere questi comportamenti a fenomeni tipici dell'età evolutiva; invece, con questa versione della legge si attua l'inclusione degli adulti, prescrivendo una compressione dei loro diritti. È ovvio, quindi, che dare una definizione giuridica di bullismo non è sufficiente a capire la complessità del fenomeno, tranne nel caso in cui vi sia un chiaro intento di usare strumenti censori senza delimitarne in maniera compiuta i limiti e i confini, ed è esattamente ciò che avviene con la definizione di cyberbullismo che si appoggia in maniera semplicemente ingenua a quella di bullismo, rimanendo pericolosamente generica, forzata e inadatta. Ci siamo, infatti, astenuti dalla votazione dell'articolo 1, per la fretta e la finalità, a nostro avviso distorta, con cui è stata scritta questa variante; ha lasciato sul vago, in assenza di discussioni adeguate in Commissione e in Aula, i casi di revenge porn oppure di sexting, non parliamo delle x peach; il primo può essere una seria causa di istigazione al suicidio, mentre il secondo si ascrive alle molestie scritte; poi si è incluso e si è rimesso nello stesso calderone qualcosa di troppo, ad esempio offese o derisioni, il che renderà poco probabile che il relativo codice di regolamentazione sia costituzionale. Siamo riusciti a cambiare l'articolo 1 nell'ottica della riduzione del danno e abbiamo modificato questa pastoia giuridica concepita nella sartoria del taglia e cuci che vi avrebbe consentito di censurare chiunque per semplice informazioni lesive del decoro, dell'onore o della reputazione.
L'articolo 2 esplicita la confusione che il provvedimento arreca alla società civile e al diritto all'informazione attiva e passiva del popolo italiano. Il cuore dell'articolo 2 è l'intento censorio. Si crea, infatti, un'estensione indefinita della qualità e della quantità dei messaggi che nel futuro il Garante si propone di regolare, mettendo sullo stesso piano azioni a tutela della dignità dei minori e delle persone più deboli con una generica tutela delle persone offese, prescrivendo per tutti l'immediata istanza di oscuramento, rimozione e blocco delle comunicazioni, senza minimamente circoscrivere l'ambito delle parti più deboli rispetto ai cosiddetti dignitari pubblici, col blasone del potere e della ricchezza che lì vedrà immediatamente favoriti in ogni richiesta avanzata al Garante della privacy o alle multinazionali del web, relative a possibili scandali che possano riguardare loro stessi o loro familiari raccomandati, magari coinvolti in affari oscuri, poco chiari o in odore di massoneria.
L'aspra critica in questo pasticciato provvedimento rientrerebbe, infatti, nel pieno e totale diritto di difesa compreso nel diritto di informazione rispetto a possibili abusi subiti da uno o più cittadini dai potenti di turno. Questo buco nero rimane come una macchia nell'iter del provvedimento, saltando una piena discussione parlamentare, oltre che della società civile, sulla libertà di espressione garantita Pag. 68dall'articolo 21. Questa fretta si giustifica, per noi, solo con il dolo. L'articolo 10 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali concernente la libertà di espressione sancisce che ogni persona ha diritto alla libertà di espressione e tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Nella giurisprudenza statunitense persino l'anonimato deve essere incluso nella protezione del Primo emendamento ed è inaccettabile qualunque restrizione al suo uso, essendo motivato dalla paura di ritorsioni economiche, ufficiali o per l'ostracismo sociale.
Il provvedimento all'esame prevede l'istituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo che avrà il compito, anche, di redigere un codice di regolamentazione per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, nonché un ignoto format delle istanze per l'oscuramento, una vera e propria black box, il codice a cui i gestori Internet dovranno obbligatoriamente attenersi. Per il PD, quindi, tutto questo verrà da un tavolo nominato nei suoi componenti dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero l'organo che ha il maggiore interesse nel mettere il bavaglio alle voci più dissacranti. Si vogliono mettere sullo stesso piano comportamenti di bulli minorenni con graffianti e aggressive manifestazioni di un pensiero adulto che dissente.
Infatti, per quanto riguarda l'attuazione dell'attività di prevenzione del fenomeno, riteniamo anche che 220.000 euro all'anno siano veramente un'offesa all'intelligenza dei cittadini, in quanto corrispondono a circa 6-10 euro per ciascuna delle quarantun mila sedi scolastiche d'Italia. Con questa miseria economica gli uffici scolastici regionali dovranno promuovere bandi per il finanziamento dei progetti di particolare interesse, al fine di porre in essere un'azione integrata al contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, di educazione alla legalità e dovranno pure provvedere alla formazione del personale docente. Al di là dei piani, delle leggi e delle integrazioni si vuole prevenire e contrastare il cyberbullismo sia per i minorenni sia trattando come dei bambini i maggiorenni, usando i fichi secchi al posto dei soldi. La realtà è che dalla tutela dei minori siete passati, furtivamente, alla creazione di un sistema di censura a tutele crescenti, le classiche tutele dei potenti, ovviamente, e addirittura si vuole realizzare un sistema di raccolta di dati finalizzato al monitoraggio dell'evoluzione dei fenomeni. Quindi, ciascuno di noi che avrà alzato un po’ i toni rientrerà in questo bellissimo data base della «CIA all'amatriciana», voluta col decreto del Presidente del Consiglio, istituendo un vero e proprio «grande fratello» per chiunque avrà uno starnuto di dissenso o un commento un pochino aspro pubblicato sul web.
Vorremmo soffermarci sulle cose buone che questa legge è riuscita a istituire, pur essendo una legge che riguardava le mele, ovvero il tempo delle mele, delle mele marce e delle mele che, invece, bisogna riparare e imparare a rispettare, mentre invece siamo costretti a puntare il dito sui numerosi lati oscuri del provvedimento, compreso chi dovrà valutare la qualità offensiva, diretta o indiretta, di uno scritto su Internet e chi invece subirà tali censure senza appello, in barba all'ordinamento italiano che prevede che solo il magistrato possa, per legge, oscurare la libera espressione sui propri blog e nessun altro. Le strumentalizzazioni dei furbi e dei potenti saranno tantissime, dato che la norma prevede che i contenuti idonei a indurre un sentimento di ansia in chi li legge siano vietati, con buona pace di chi pensa che nel diritto all'informazione passiva sia compreso il fatto che un potenziale decisore che si approfitta della buona fede dei cittadini, qualora contestato, anche aspramente, debba, come minimo, provare un sentimento di ansia, timore e di isolamento dalla società, se in questa società lui si comporta come un vampiro, un ipocrita o un dittatore. L'opinione dei cittadini sul web è il termometro più Pag. 69importante dello stato di salute di una democrazia. State buttando nel cestino una buona legge pure inizialmente senza grandi pretese, ma almeno era una legge che doveva tutelare l'interesse superiore dei minori. Il vostro delirio di onnipotenza è uscito come un coniglio dal cappello, mettendo insieme una serie di condotte non ben definite. Voi state creando ansia nel Paese, che rischia di uscire da quelli che tutelano in via prioritaria il diritto alla libera manifestazione del pensiero. Questo sì che è censurabile: per questa ragione, il nostro voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Iori. Ne ha facoltà.

VANNA IORI. Presidente e onorevoli colleghi, il bullismo è un fenomeno sottostimato o addirittura considerato un normale passaggio nella crescita, anche se l'incontro con le prepotenze intenzionali premeditate e reiterate nei confronti di una persona più debole e incapace di difendersi lascia sempre innegabili tracce dolorose.
Oggi gli atti di bullismo sono diventati sempre più frequenti, ma soprattutto, a seguito della diffusione di Internet, dei social network e della messaggistica istantanea, si registra un aumento vertiginoso del cyberbullismo, non solo tra i bambini, preadolescenti e adolescenti, ma anche nelle fasce di età che comprendono i giovani adulti.
Il bullismo on line assume caratteristiche ancora più gravi e provoca conseguenze che non riguardano unicamente la violenza fisica, ma anche quella psicologica.
La storia di Carolina, suicida a 14 anni, la dodicenne di Pordenone che si lancia nel vuoto e di Tiziana Cantone, la giovane donna di 31 anni che si è tolta la vita perché non ha retto alla denigrazione degli insulti sessuali sul web, è solo l'ultima di una serie di storie sottaciute.
Donne, storie di soprusi e di ferite, di ferite on line ma non per questo meno dolorose negli effetti off line.
Questi episodi, portati alla luce dalla cronaca quando gli esiti sono tragici, ci chiedono di non fermarci al sensazionalismo, all'emozione momentanea della notizia, ma di cercare di fornire prevenzione e tutela alle vittime, senza voltarci dall'altra parte e senza trovare pretestuose o infondate obiezioni agli articoli della legge che ci apprestiamo a votare.
Le ricerche indicano alcune caratteristiche ricorrenti delle vittime, dall'aspetto fisico al genere (ricordo che il 70 per cento delle vittime di cyberbullismo sono ragazze o giovani donne), dall'etnia all'abbigliamento, dall'orientamento sessuale alla timidezza, fino alla disabilità ed è su questi aspetti che si scatena l'intenzione di procurare sofferenza, di ridicolizzare, di denigrare, di escludere, di minacciare, di impaurire, di mettere in imbarazzo, di ferire l'autostima attraverso insulti.
Le conseguenze del bullismo on line sono più gravi e imprevedibili, perché tendenzialmente fuori controllo, in quanto nella rete permangono e si diffondono velocemente le immagini, i video, le offese verbali, che amplificano il dolore, la frustrazione, l'umiliazione, la vergogna.
Questo rende le vittime impotenti e intrappolate nella condizione di una visibilità senza confini di tempo e di spazio.
Il cyberbullo ha la possibilità di insinuarsi nella vita privata e attuare le sue azioni in un anonimato a cui è difficile reagire.
A ciò si deve aggiungere che, essendo esclusa la comunicazione non verbale, viene a mancare la possibilità di cogliere le reazioni dell'altro nella sua concretezza corporea, nella sua mimica facciale, di vedere i feedback della sofferenza provata e questo rende più disinibiti e aggressivi gli spietati del web, che usano parole come pietre, protetti da un anonimato che genera un indebolimento delle remore etiche e dei vissuti di colpa per ciò che hanno pubblicato in rete.
La presenza di compagni poi, aventi il ruolo di complici o di semplici spettatori, Pag. 70mette in luce come il fenomeno sia legato a dinamiche relazionali e comportamentali di gruppo; infatti, questi episodi si consumano frequentemente in ambito scolastico, ma anche negli ambienti sportivi, ricreativi, ludici, nelle palestre, negli oratori, nelle associazioni giovanili.
Intervenire con una legge per contrastare l'universo dei bulli era dunque necessario e doveroso.
La legge, grazie al lavoro svolto nelle Commissioni congiunte giustizia e affari sociali, attribuisce importanza prioritaria all'educazione e alla prevenzione, ma prevede anche interventi sanzionatori, senza eccedere in norme repressive, soprattutto quando si tratta di minorenni, ma senza escludere la necessaria punizione, pur sempre finalizzata al recupero e alla rieducazione.
Questo è lo scopo principale della legge.
Le vittime, infatti, generalmente non parlano di ciò che subiscono, per vergogna o per paura, ma manifestano sintomi di disagio, ansia, depressione, isolamento, rifiuto di recarsi a scuola o di partecipare alle attività sportive, fino a giungere, nei casi estremi, a veri e propri tentativi di suicidio e non dimentichiamo che il suicidio, in età adolescenziale, è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.
Le azioni on line hanno dunque effetti off line, il virtuale diventa drammaticamente reale.
Importante in questo senso è una delle norme previste dalla legge, che prevede l'oscuramento, la rimozione, il blocco dei contenuti di cyberbullismo attraverso un'istanza ai responsabili dei siti Internet, delle piattaforme telematiche o al Garante della privacy, che può effettuare direttamente questi interventi, se entro 24 ore non vi provvede il responsabile stesso.
Le misure sanzionatorie comprendono l'ammonimento, per rendere consapevoli i bulli e i genitori della gravità di un'azione non liquidabile come una ragazzata, come spesso ci sentiamo dire.
Non viene introdotto un nuovo reato, ma sono meglio precisate le circostanze aggravanti dell'articolo 612-bis del codice penale, il reato di stalking, quando è commesso in modalità informatica quali lo scambio di identità, la divulgazione di dati sensibili, la diffusione di immagini private carpite con minacce o violenza.
Per contrastare in modo efficace bullismo e cyberbullismo, la legge prevede quindi un impegno condiviso da parte di molti soggetti, da concretizzarsi con un piano di azione integrato tra Ministeri, organizzazioni, associazioni, scuola e servizi educativi, operatori dei siti Internet, Polizia postale (che svolge un ruolo decisivo ed è sostenuto da un finanziamento ad hoc), Garante per la privacy, genitori e ragazzi stessi.
Si prevede a tal fine l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un tavolo tecnico, avente anche il compito di realizzare un sistema di raccolta dati e monitoraggio, oltre a promuovere campagne di sensibilizzazione, formazione e informazione.
Al contrasto di questi fenomeni si è voluto guardare quindi con un'ottica che mira anche ad affrontare principalmente il fenomeno attraverso le linee di orientamento e formazione in ambito scolastico, con l'individuazione di un docente referente, la modifica dei regolamenti scolastici, l'informativa alle famiglie, i progetti di sostegno alle vittime e di recupero e rieducazione degli autori del bullismo, soprattutto attraverso attività riparative da svolgersi a scuola.
Conclusivamente, vorrei sottolineare che un'educazione diffusa tra gli adulti e tra i giovani circa i pericoli della rette e la conoscenza sul corretto e sicuro utilizzo degli strumenti telematici, del resto già previsti nella legge 107, sono indispensabili, ma ancor più urgente e decisivo è il supporto alla gestione della vita emotiva, degli alfabeti dei sentimenti che sono all'origine di questi comportamenti, poiché è evidente che Internet non è la causa, ma è solo un mezzo, ciò che conta è l'uso che se ne fa ed è l'educazione dei sentimenti a rendere più umano l'uso della rete.
Dichiaro pertanto il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente, Governo, colleghi, rispetto alla proposta iniziale, il testo che stiamo approvando introduce una definizione molto articolata del fenomeno, focalizza l'attenzione su tutti i sistemi di comunicazione più moderni, prevede l'avvio di un piano di azione con il coinvolgimento di servizi socioeducativi territoriali, in sinergia con le scuole, per promuovere progetti e sostenere i minori vittime di atti di bullismo, oltre che rieducare i minori artefici di tali condotte. Con un tavolo tecnico nazionale potrà essere avviato un programma di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, e un sistema di raccolta dati finalizzato a monitorare l'evoluzione del fenomeno.
Il provvedimento è condivisibile per il fatto che pone attenzione nei confronti dei minori rispetto ad un fenomeno complesso come il bullismo, che, come avevo ricordato nella mia mozione, discussa e approvata solo pochi mesi fa, è troppo spesso confuso e giustificato come un gioco aggressivo, ma che ha, invece, delle implicazioni complesse. Sono una mamma e mi rendo perfettamente conto di quanto sia complesso il compito di genitore. Serve una sinergia fra scuola e famiglia per guidare i giovani all'uso consapevole della rete e per avviarli a percorsi di educazione alla legalità. Mi avvio a concludere dicendo che alla fine è trasversale a molte politiche questo concetto ed è necessario per realizzare una pacifica convivenza civile, oltre che necessario in una società in profonda trasformazione. Voterò, dunque, a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

(Coordinamento formale – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3139-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3139-A:
S. 1261 – «Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo» (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Dichiaro assorbite le proposte di legge nn. 1986, 2408, 2435, 2670, 3576, 3605 e 3607.

Interventi di fine seduta (ore 19,50).

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Intervengo in questi due minuti per, da un lato, denunciare quello che sta accadendo nella città di Como: è una città turistica, che da oltre tre mesi vede nella stazione San Giovanni verificarsi quello che può essere a tutti gli effetti il fallimento totale delle politiche filomigrazioniste di questo Governo. Presidente...

PRESIDENTE. Colleghi, però si fa veramente fatica ad ascoltare. Potete defluire senza far troppo rumore ?

NICOLA MOLTENI. Presidente, le immagini di questi tre mesi stanno evidenziando come nella stazione di Como, la Pag. 72stazione San Giovanni, da oltre tre mesi bivacchino e campeggino qualcosa come 400 o 500 individui, che non sono profughi, non sono migranti, non sono richiedenti asilo, perché nessuna di queste persone ha avanzato la richiesta d'asilo, ma qualcosa come 500, con punte anche di 600, clandestini, che bivaccano nel degrado più assoluto ormai da mesi, di fronte alla stazione centrale di Como.
Presidente, noi abbiamo più volte chiesto, attraverso atti di sindacato ispettivo, l'intervento da parte del Governo. Tanto il Presidente del Consiglio quanto il Ministro Alfano in questi mesi sono stati a Como, ad esempio al forum Ambrosetti, forum di alta finanza economica internazionale, ma nessun rappresentante del Governo si è degnato di mettere piede e di assistere alla vergogna che si sta verificando a Como. Presidente, io intervengo, per sollecitare il Governo e per denunciare quello che sta accadendo, per chiedere al Governo di intervenire e di ripristinare la legalità nella stazione di Como.
Sono circa 600 clandestini che bivaccano e chiediamo immediatamente al Governo di intervenire per effettuare gli sgomberi, per dare accoglienza, Presidente, a chi ha diritto e a chi fa domanda di asilo, ad oggi nessuno, e per ripristinare quel minimo di legalità in una città turistica; una città dove, ovviamente, la stazione centrale rappresenta il biglietto da visita per una città che vive di turismo. Da quella stazione passano pendolari, lavoratori, studenti, cittadini comuni, che non meritano di vedere lo scempio al quale da oltre tre mesi si sta assistendo. Chiudo, Presidente, ricordando che in questi giorni si sta aprendo una sorta di ghetto a poche centinaia di metri da questa stazione, ghetto che dovrebbe accogliere...

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA MOLTENI. ...coloro i quali fanno domanda di asilo. Nessuno di coloro i quali oggi bivaccano in quella stazione sta facendo domanda di asilo.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato.

NICOLA MOLTENI. Chiediamo il ripristino della legalità e il ripristino della legge.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Grazie, signora Presidente. Oggi è successa una cosa molto grave per il nostro Paese, per i nostri militari. Torno a parlare ancora una volta, in quest'Aula, della vicenda di Massimiliano Latorre, il nostro fuciliere di Marina. La Corte Suprema indiana continua ad arrogarsi un diritto che non ha: quello di decidere sulla libertà e sulla permanenza in Italia di Massimiliano Latorre. Lei sa, signora Presidente, perché ci siamo interessati tutti del caso, che, seppure con grave ritardo, ci siamo finalmente rivolti alla sede giusta, al tribunale internazionale dell'Aja, dove è stato avviato un arbitrato internazionale, sul cui esito siamo fiduciosi.
La prima decisione che ha preso questo tribunale internazionale è quella di dichiarare la sospensione di tutti i procedimenti interni. Il nostro Paese ha aderito; non ha aderito, evidentemente, l'India, che si assume ancora questo diritto che non ha. Il permesso concesso dall'India per motivi di salute a Massimiliano Latorre scade il prossimo 30 settembre: già in quest'Aula, rispondendo a una mia interrogazione, il Ministro della difesa, Pinotti, riconobbe che non vi erano le ragioni giuridiche per far rientrare Latorre in India, ma noi vogliamo oggi che il Governo reagisca, perché la Corte Suprema indiana ha fissato una nuova udienza, al prossimo 28 settembre, per decidere su questo permesso. Non ha i titoli per decidere, non ha la competenza per decidere; Latorre, come Girone, deve restare in Italia e il Governo deve affermare le ragioni della nostra competenza sul loro caso e il merito della loro innocenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

Pag. 73

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signora Presidente, intervengo per sollecitare il Ministro del lavoro a dare una risposta ad una interrogazione che abbiamo presentato come Partito Democratico e che riguarda i lavoratori del call center Qè di Paternò, in provincia di Catania: 600 lavoratori non vengono pagati da mesi e ora rischiano il licenziamento. In prefettura ci sono state diverse riunioni, si sperava che alla proprietà subentrassero nuove aziende, anche perché questo call center ha rapporti con l'Enel, rapporti di lavoro con l'Enel, con l'INPS.
Le risposte non ci sono state e ora i lavoratori temono il licenziamento. Paternò è una delle città in crisi, perché città agricola, e, a seguito delle difficoltà che ha oggi l'agricoltura siciliana, tanti hanno perso il lavoro. Il call center non dà piene risposte occupazionali, però in quel territorio è stato utile per dare alcune risposte. Ecco perché sollecitiamo il Governo ad intervenire direttamente, perché in quel territorio si aggiungerebbero problemi seri di natura sociale. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Capisco, deputato Burtone.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 21 settembre 2016, alle 9,30:

(ore 9,30 e dopo il punto 4)

1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
SANI ed altri; OLIVERIO ed altri: Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino (C. 2236-2618-A).
Relatore: Fiorio.

2. – Discussione delle mozioni Locatelli, Malisani, Nicchi, Buttiglione, Fitzgerald Nissoli, Palese, Matteo Bragantini ed altri n. 1-01291, Rosato ed altri n. 1-01292, Spadoni ed altri n. 1-01348 e Centemero ed altri n. 1-01350 concernenti iniziative in relazione al riconoscimento del genocidio del popolo yazida.

(ore 15)

3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16,15)

4. – Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-01314 e Dieni ed altri n. 1-01349 concernenti iniziative in materia di riforma della legge elettorale.

La seduta termina alle 20.

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 2 i deputati Covello e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 5 la deputata Valente ha segnalato che ha erroneamente votato a contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 8 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 14 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 18 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 20 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 22 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 27 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 28 il deputato Dallai ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
nella votazione n. 28 il deputato Ferraresi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 29 la deputata Ghizzoni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 29 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 39 la deputata Rotta ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 40 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 41 la deputata Valente ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nelle votazioni dalla n. 44 alla n. 50 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;Pag. 75
nella votazione n. 45 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 45 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 49 il deputato Coppola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 49 la deputata Valente ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 51 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 55 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 55 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 60 la deputata Buemi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 61 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 66 la deputata Iacono ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
nelle votazioni dalla n. 68 alla n. 76 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 71 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni n. 75 e n. 76 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni n. 73, 74 e 76 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 77 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 77 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3139-A e abb. - em. 2.53 364 350 14 176 132 218 111 Resp.
2 Nom. em. 2.56 387 385 2 193 145 240 108 Resp.
3 Nom. em. 2.51 388 373 15 187 347 26 108 Appr.
4 Nom. em. 2.100 391 338 53 170 275 63 107 Appr.
5 Nom. em. 2.66 rif. 403 401 2 201 399 2 106 Appr.
6 Nom. em. 2.55 411 339 72 170 91 248 105 Resp.
7 Nom. em. 2.68, 2.69 415 319 96 160 292 27 105 Appr.
8 Nom. articolo 2 403 373 30 187 242 131 103 Appr.
9 Nom. em. 3.3 404 394 10 198 151 243 102 Resp.
10 Nom. em. 3.5 402 383 19 192 143 240 102 Resp.
11 Nom. em. 3.54 411 334 77 168 331 3 102 Appr.
12 Nom. em. 3.55, 3.56 406 333 73 167 332 1 102 Appr.
13 Nom. em. 3.57 417 392 25 197 150 242 102 Resp.


F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.


INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.52 415 394 21 198 290 104 102 Appr.
15 Nom. em. 3.58 423 399 24 200 147 252 101 Resp.
16 Nom. em. 3.59 423 418 5 210 164 254 101 Resp.
17 Nom. em. 3.60 419 415 4 208 161 254 101 Resp.
18 Nom. em. 3.61 420 373 47 187 294 79 101 Appr.
19 Nom. em. 3.100 432 348 84 175 345 3 101 Appr.
20 Nom. em. 3.13 433 396 37 199 137 259 101 Resp.
21 Nom. em. 3.62 431 426 5 214 321 105 101 Appr.
22 Nom. em. 3.200 433 353 80 177 350 3 101 Appr.
23 Nom. em. 3.63 433 387 46 194 90 297 101 Resp.
24 Nom. articolo 3 431 399 32 200 326 73 101 Appr.
25 Nom. em. 4.51 407 309 98 155 65 244 101 Resp.
26 Nom. em. 4.53 402 329 73 165 59 270 101 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.200 419 416 3 209 306 110 101 Appr.
28 Nom. em. 4.12 423 421 2 211 164 257 101 Resp.
29 Nom. em. 4.50 417 415 2 208 400 15 101 Appr.
30 Nom. em. 4.14 420 394 26 198 132 262 101 Resp.
31 Nom. em. 4.54 424 420 4 211 163 257 101 Resp.
32 Nom. em. 4.55 428 410 18 206 128 282 101 Resp.
33 Nom. em. 4.56 422 410 12 206 50 360 101 Resp.
34 Nom. em. 4.57 429 415 14 208 410 5 100 Appr.
35 Nom. em. 4.21 432 407 25 204 118 289 99 Resp.
36 Nom. em. 4.58, 4.59 432 421 11 211 392 29 99 Appr.
37 Nom. em. 4.60 433 422 11 212 165 257 99 Resp.
38 Nom. em. 4.28 424 408 16 205 150 258 96 Resp.
39 Nom. articolo 4 425 403 22 202 395 8 96 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4-bis. 50 415 341 74 171 87 254 95 Resp.
41 Nom. em. 4-bis. 52 411 380 31 191 363 17 95 Appr.
42 Nom. em. 4-bis. 53 422 402 20 202 374 28 95 Appr.
43 Nom. em. 4-bis. 54 427 414 13 208 136 278 95 Resp.
44 Nom. em. 4-bis. 55 421 417 4 209 161 256 95 Resp.
45 Nom. articolo 4-bis 420 418 2 210 415 3 95 Appr.
46 Nom. Votazione annullata               Annu.
47 Nom. em. 5.50 425 411 14 206 411   95 Appr.
48 Nom. em. 5.51 418 367 51 184 110 257 95 Resp.
49 Nom. articolo 5 418 357 61 179 268 89 95 Appr.
50 Nom. articolo agg. 5.02 415 372 43 187 113 259 95 Resp.
51 Nom. em. 6.1 421 411 10 206 14 397 95 Resp.
52 Nom. em. 6.51, 6.52 430 408 22 205 398 10 95 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 6.53 426 309 117 155 54 255 95 Resp.
54 Nom. em. 6.54 428 426 2 214 420 6 95 Appr.
55 Nom. em. 6.55 428 412 16 207 152 260 95 Resp.
56 Nom. em. 6.56 430 417 13 209 152 265 95 Resp.
57 Nom. em. 6.8 412 396 16 199 144 252 95 Resp.
58 Nom. em. 6.58 413 395 18 198 148 247 95 Resp.
59 Nom. articolo 6 415 382 33 192 377 5 94 Appr.
60 Nom. em. 6-bis. 51, 53, 55 388 376 12 189 99 277 94 Resp.
61 Nom. em. 6-bis. 56 391 390 1 196 104 286 94 Resp.
62 Nom. em. 6-bis. 59 407 405 2 203 106 299 94 Resp.
63 Nom. subem. 0.6-bis. 100.1 406 404 2 203 159 245 94 Resp.
64 Nom. em. 6-bis. 100 403 402 1 202 400 2 94 Appr.
65 Nom. em. 6-bis. 61 409 405 4 203 126 279 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 77)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 6-bis. 101 401 400 1 201 388 12 94 Appr.
67 Nom. em. 6-bis. 62 417 392 25 197 141 251 94 Resp.
68 Nom. em. 6-bis.63 406 399 7 200 112 287 94 Resp.
69 Nom. em. 6-bis.102 405 401 4 201 389 12 94 Appr.
70 Nom. articolo 6-bis 413 408 5 205 305 103 94 Appr.
71 Nom. odg 9/3139-A e abb./20 395 380 15 191 137 243 94 Resp.
72 Nom. odg 9/3139-A e abb./21 376 372 4 187 139 233 94 Resp.
73 Nom. odg 9/3139-A e abb./22 378 362 16 182 121 241 93 Resp.
74 Nom. odg 9/3139-A e abb./23 379 373 6 187 142 231 94 Resp.
75 Nom. odg 9/3139-A e abb./24 398 396 2 199 150 246 94 Resp.
76 Nom. odg 9/3139-A e abb./25 383 381 2 191 146 235 94 Resp.
77 Nom. Pdl 3139-A e abb. - voto finale 363 315 48 158 242 73 94 Appr.