XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 638 di mercoledì 15 giugno 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Bindi, Biondelli, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Catania, D'Uva, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fico, Fontanelli, Garofani, Guerra, La Russa, Locatelli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Naccarato, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Schullian, Tabacci e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centoundici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 998 – D'iniziativa dei senatori: Taverna ed altri: Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie (Approvata dalla 12a Commissione permanente del Senato) (A.C. 3504-A); e dell'abbinata proposta di legge: Binetti (A.C. 94).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla 12a Commissione Pag. 2permanente del Senato, n. 3504-A: D'iniziativa dei senatori: Taverna ed altri: Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie; e dell'abbinata proposta di legge n. 94: Binetti.
Ricordo che nella seduta del 13 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice è intervenuta in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A), che sono in distribuzione.
In particolare, tale ultimo parere reca sei condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Sull'emendamento Rondini 1.11 il parere è contrario; sull'emendamento Nicchi 1.10 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al comma 1, dopo le parole «effettuati in strutture ospedaliere», aggiungere le parole «in Case di maternità»; sull'emendamento Miotto 1.12 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. I pareri del Governo sono conformi a quelli della relatrice, con la relativa riformulazione che è stata proposta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 1.11.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 1.11, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Forza colleghi, siamo in votazione, affrettatevi. Hanno votato tutti i colleghi ? No. Stiamo votando l'emendamento Rondini 1.11. Centemero, Paola Bragantini, Vico, Agostini, Bossi, Matarrelli, Petrenga, Squeri, Sberna, Baradello, Turco ha votato. Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 314
Maggioranza 158
Hanno votato 17
Hanno votato no 297.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato De Mita ha segnalato di non essere riuscito a votare).

Avverto che l'emendamento Nicchi 1.10 è stato ritirato. È stato ritirato ora. La Presidenza sta informando l'Assemblea che l'emendamento è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto 1.12.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 1.12, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

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Occhiuto, Fratoianni, Coppola. Ci siamo ? Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 316
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato 311
Hanno votato no 5.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Donati, Gregori, Leva, Moretto, Piccoli Nardelli. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 319
Maggioranza 160
Hanno votato 318
Hanno votato no 1.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Peluffo, Abrignani. Forza, Abrignani. Non ha la scheda ? Va bene, non l'aspettiamo però. Palmieri, Polverini ha votato ? Ci siamo ? Stella Bianchi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 331
Maggioranza 166
Hanno votato 330
Hanno votato no 1.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Rondini 3.10 il parere è contrario, mentre sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sull'emendamento Miotto 3.11 il parere è favorevole. Sull'emendamento Miotto 3.12 il parere è favorevole, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: al comma 4, lettera f), sostituire le parole da: «da inviare» fino alla fine della lettera, con le seguenti: «nonché di consegna presso i centri di screening di riferimento per le regioni entro quarantotto ore dal prelievo». Sull'emendamento 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 4Rondini 3.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chi è che sta salendo ? Cera, veloce. Arlotti, Mognato, Gutgeld. Ci siamo ? Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 333
Votanti 332
Astenuti 1
Maggioranza 167
Hanno votato 43
Hanno votato no 289.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fratoianni, Gregori, Patriarca, Binetti. Forza, siamo in votazione, colleghi. Ribaudo, Boccia, Bonomo, Pesco, Alberti. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 349
Maggioranza 175
Hanno votato 349.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 3.11, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fabbri, Realacci, Malpezzi, Manfredi, Bonafede.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 355
Maggioranza 178
Hanno votato 355.
La Camera approva (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto 3.12.
Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Presidente, scusi, correggo la riformulazione, che rileggo: «nonché di consegna presso i centri di screening di riferimento per la regione», non «per le regioni».

PRESIDENTE. Sta bene. Comunque, la riformulazione è accettata.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 3.12, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti ? Nicchi, Biasotti, Di Lello. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 359
Maggioranza 180
Hanno votato 359.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 5

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Gregori, Adornato. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 355
Maggioranza 178
Hanno votato 355.
La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Massa, Coppola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 361
Maggioranza 181
Hanno votato 361.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice Grillo ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carra, Bonaccorsi, Airaudo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 364
Maggioranza 183
Hanno votato 364.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Stella Bianchi, D'Attorre.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 363
Maggioranza 182
Hanno votato 363.

La Camera approva (Vedi votazioni).

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(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Carloni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 357
Maggioranza 179
Hanno votato 357.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIA GRILLO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento Gregori 6.1 il parere è contrario. Sugli emendamenti 6.200, 6.201 e 6.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sull'emendamento Gregori 6.10 il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo ?

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregori 6.1, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 367
Votanti 351
Astenuti 16
Maggioranza 176
Hanno votato 53
Hanno votato no 298.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 365
Maggioranza 183
Hanno votato 355
Hanno votato no 10.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Lorefice ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole – i deputati Rosato e Marazziti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Pellegrino, Massa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 361
Maggioranza 181
Hanno votato 359
Hanno votato no 2.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Garavini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 364
Maggioranza 183
Hanno votato 364.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregori 6.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fratoianni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 368
Votanti 353
Astenuti 15
Maggioranza 177
Hanno votato 67
Hanno votato no 286.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere un voto di astensione).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Taricco, Fregolent, Caso, Brugnerotto, Giorgetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 373
Maggioranza 187
Hanno votato 368
Hanno votato no 5.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Ruocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

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(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3504-A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, sottosegretario De Filippo, ad esprimere i pareri.

VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, sugli ordini del giorno Matarrelli ed altri n. 9/3504-A/1 e Gregorio Fontana n. 9/3504-A/2 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Ciracì n. 9/3504-A/3 il parere è favorevole con una riformulazione: chiedo all'onorevole di togliere dall'impegno il nome della malattia «gangliosidosi Gm1»; quindi, l’incipit dove è citata la malattia, per il Governo dovrebbe essere espunto. Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3504-A/4 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: inserire nell’incipit dell'impegno le parole «a valutare l'opportunità». Sugli ordini del giorno Rondini n. 9/3504-A/5, Marzano n. 9/3504-A/6 e Binetti n. 9/3504-A/7 il parere è favorevole. Non ho altro da aggiungere.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3504-A/1 il parere è favorevole, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3504-A/2, il parere è favorevole, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Ciracì n. 9/3504-A/3 il parere è favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3504-A/4 c’è una riformulazione. La accetta, deputato ? Sì, va bene, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/3504-A/5 c’è un parere favorevole, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/3504-A/6 il parere è favorevole, procediamo. Sull'ordine del giorno Binetti n. 9/3504-A/7 il parere è favorevole, andiamo avanti.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Ieri, con l'approvazione definitiva della legge sul «dopo di noi», abbiamo dato speranza e conforto a tutte quelle famiglie di disabili, a quei genitori che vivono con una preoccupazione costante al pensiero di chi si occuperà dei loro figli e delle loro figlie quando non ci saranno più o quando non saranno più in grado di assisterli. Oggi, con questo provvedimento, attraverso la possibilità di una diagnosi precoce, diamo speranze di vita e possibilità di accedere a cure tempestive a bambini e bambine affette da malattie metaboliche ereditarie. Due belle pagine di questa legislatura !
Anche per questa proposta di legge, che si accompagna alla mozione promossa dalla collega Binetti sulle malattie rare, approvata circa due anni fa, il Governo, recependo gli impegni già espressi in Parlamento, ha individuato le risorse aggiuntive, ed è da sottolineare in un periodo di crisi e di tagli. Fino ad oggi, lo screening neonatale è previsto per sole tre malattie, solo tre su 54 individuate. Non solo: sul territorio c’è una forte disomogeneità per quel che riguarda le patologie oggetto di screening, le metodiche di laboratorio utilizzate, nonché la gestione del successivo iter diagnostico-terapeutico.
Oggi andiamo a sanare questo ritardo e, soprattutto, mettiamo fine ad una condizione di disuguaglianza, rendendo gli screening obbligatori, da effettuare su tutti i nati e le nate in strutture sanitarie e a domicilio. Sappiamo che queste malattie, al momento, non sono guaribili, ma sappiamo anche che, se prese in tempo, sono curabili. Abbiamo imboccato una buona strada, facendo passare finalmente il principio che le spese per la prevenzione e per Pag. 9la ricerca non sono un costo, ma un investimento. Voteremo, naturalmente, a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.

MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Le malattie metaboliche ereditarie e altre malattie congenite di origine genetica si manifestano prevalentemente nei primi anni di vita del bambino, ma possono iniziare anche in età giovanile o adulta. Sono gravi e progressivamente invalidanti e, se non riconosciute in tempo utile, poiché tali neonati alla nascita si presentano apparentemente sani, provocano spesso handicap fisici e mentali permanenti o possono, in alcuni casi, portare alla morte. Questi danni potrebbero in buona parte essere evitati attraverso una pratica diffusa di screening neonatale: un esame non invasivo, effettuabile subito dopo la nascita, che permette di identificare un ampio gruppo di malattie prima che queste si manifestino clinicamente.
Per cui, lo scopo primario di questa proposta di legge dovrebbe proprio essere quello di consentire in tempo utile la diagnosi di malattie per le quali oggi è possibile effettuare una terapia di natura farmacologica o dietetica o, comunque, per quelle patologie per le quali vi siano evidenze scientifiche che una diagnosi precoce possa comportare benefici per il nascituro, quali il miglioramento della qualità della vita e l'aumento dell'aspettativa di vita stessa. Questo scopo non può inoltre prescindere dal fatto che la Commissione europea, nel maggio 2004, ha deliberato una raccomandazione relativa alle malattie rare, auspicando che gli Stati membri istituiscano in via prioritaria uno screening neonatale generalizzato per le malattie rare, ma gravi, per le quali esista una cura. In Italia, l'articolo 6 della legge quadro del 1992 ha introdotto lo screening neonatale solo per tre malattie e i risultati dei programmi di screening per queste patologie hanno già mostrato, però, di poter cambiare la storia naturale della patologia stessa.
Noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie abbiamo seguito con attenzione l’iter del provvedimento e non possiamo non riconoscere che i contributi arrivati dalle diverse compagini parlamentari hanno permesso di definire un testo sicuramente più completo e rispondente alle esigenze di avviare anche un efficace programma di formazione di tutti gli operatori sanitari coinvolti, pediatri e medici di medicina generale, ginecologi, ostetrici, infermieri ed altri. Noi di ALA, quindi, voteremo favorevolmente, perché la tutela della salute non è soltanto un principio sancito dalla Costituzione, ma è anche un obiettivo al quale il legislatore ha il dovere di ambire attraverso provvedimenti come questo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Per annunciare il voto a favore. Sull'utilità e l'importanza di questa legge, non è per niente secondaria la circostanza che l'intero Parlamento la voti, che la votiamo tutti; anche nella Commissione c’è stato un lungo e approfondito confronto, anche di natura tecnica, in riferimento a quello che è il contenuto. Non si tratta solo di prevedere diverse situazioni di natura congenita ed ereditaria, ma di una forte innovazione anche dal punto di vista culturale. Noi siamo nel contesto della cosiddetta medicina predittiva, ormai, nel senso che con la genetica molecolare il paziente, di punto in bianco, ha il sacrosanto diritto di andare nelle strutture che erogano le prestazioni sanitarie, di chiedere, attraverso le indagini di genetica molecolare, con il DNA e quant'altro, di che cosa rischia di ammalarsi nel tempo e quali rischi determina questo aspetto.
Sulla situazione delle malattie congenite ed ereditarie è estremamente importante. Pag. 10Penso che sia veramente una legge utile, fondamentale per il diritto alla salute, che rispecchia la Costituzione e che una volta tanto – anche questo è bene sottolineare – vede la politica e il Parlamento unito in questo intento. L'importante è poi che tutti contribuiscano, soprattutto le regioni, tutte le regioni, a che poi questa legge così importante venga applicata in tutte le sue parti e in tutti i suoi aspetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Grazie, signora Presidente. Il provvedimento in discussione e che approviamo si muove all'interno di un percorso di attenzione del Parlamento rispetto al tema dello screening neonatale ed è diretto a rendere obbligatorio, con l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza, proprio l'effettuazione dello screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie ereditarie. Ricordo che con le leggi di stabilità per il 2014 e il 2015 è stato individuato a tale scopo un finanziamento annuo pari a 10 milioni di euro. È un tema che potrebbe sembrare di nicchia, ma è importante. Le stime parlano di circa un bambino affetto da malattie metaboliche ogni 500 nati e solo un quarto dei casi di tali patologie appartiene a quelle riconosciute in tempo, con gravi conseguenze nel percorso di cura.
Inoltre, posto che una malattia rara, sottoposta a un programma di screening di massa, dimostra quasi sempre un'incidenza superiore a quella conosciuta o attesa, con l'incremento dei casi diagnosticati si aumentano i dati a disposizione per operare proprio sul piano della prevenzione e individuare gli strumenti di cura più efficaci; tanto più che c’è un'evoluzione farmacologica che permette, o permette anche con interventi dietetici, di operare in maniera positiva. L'esame all'interno della Commissione, che ho l'onore di presiedere, si è svolto con spirito collaborativo, molto collaborativo, testimoniato anche dalla nomina a relatrice della collega Grillo, capogruppo in Commissione affari sociali del MoVimento 5 Stelle. Le modifiche apportate al testo approvato dal Senato in sede deliberante si sono limitate ad un adeguamento rispetto a innovazioni normative nel frattempo intervenute e ad eliminare alcune ambiguità del testo. Auspico, pertanto, una rapida conclusione del provvedimento per consentire l'aggiornamento dei LEA, inserendo in essi gli accertamenti diagnostici da effettuare su tutti i neonati, per consentire un tempestivo trattamento delle malattie metaboliche. Quindi, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico saluta con grande favore la rapida approvazione di questo provvedimento.
In conclusione, sottolineo con soddisfazione che per garantire efficacia agli interventi previsti viene operato un finanziamento pari, lo ricordo, a oltre 25 milioni di euro annui. Mi sembra una scelta importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente, soltanto pochi secondi per preannunciare un voto favorevole anche da parte del nostro gruppo, poiché riteniamo che effettivamente quando il Parlamento si impegna per fare un qualcosa di buono, per fare un qualcosa di interessante, per fare qualcosa di utile ai cittadini, anche se evidentemente questi passaggi, forse, politicamente non sono considerati importanti e pari ad altri ad altri passaggi parlamentari che qui abbiamo vissuto, è evidente che vedremo un tabellone con tutti i voti favorevoli innanzi a questo provvedimento. Secondo noi è assolutamente utile e importante andare a studiare, attraverso lo screening neonatale, quelle che possono essere le malattie ereditarie piuttosto che metaboliche. Malattie che in una certa fase storica non sono state riconosciute dalla medicina creando, come prima detto da alcuni colleghi, anche handicap gravi e gravi danni alla salute. Evitare lo screening, Pag. 11secondo noi, era un qualcosa di assolutamente indegno per un Paese che può considerarsi civile e assolutamente anacronistico. Quindi, un «sì» deciso ad una diagnosi precoce che va evidentemente ad aumentare la qualità della vita del nascituro, la qualità della vita anche delle famiglie che devono gestire evidentemente crisi di questo tipo.
Lo ricordava prima la collega Faenzi che già in Europa è stato fatto qualcosa da parte degli Stati membri proprio in questo senso. Quindi, diciamo anche noi che la medicina preventiva attraverso lo screening, ma non soltanto attraverso lo screening, deve essere un fattore che deve diventare sempre più culturale in un Paese come il nostro che effettivamente non sono molti anni o molti decenni che, di fatto, lo applica. Rendiamo effettivo tutto ciò, anche con l'indicazione alle stesse regioni che devono utilizzare un protocollo unico in tutta Italia per questo tipo di provvedimento e per questi procedimenti che sono assolutamente necessari. Quindi un «sì» convinto su questa proposta di legge. Voteremo sicuramente in modo favorevole e traduciamo tutto ciò in maniera effettiva affinché, come prima detto, esista un protocollo unico anche per quanto le regioni stanno continuando a fare in termini di sanità e di prevenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Grazie Presidente. La proposta di legge rende finalmente obbligatorio lo screening neonatale allargato, ossia un esame che consente di diagnosticare precocemente numerose malattie metaboliche ereditarie. L'identificazione precoce di queste malattie rare dagli esiti invalidanti, e talvolta letali, consente di iniziare immediatamente trattamenti farmacologici e dietetici adeguati che salvano la vita al bambino, portando ad una buona qualità di vita. Lo screening diviene obbligatorio su tutto il territorio nazionale attraverso l'introduzione dello stesso nei livelli essenziali di assistenza; ciò consentirà, tra l'altro, di superare l'attuale asimmetria esistente a livello regionale. Mentre in talune regioni virtuose, infatti, lo screening viene effettuato da molti anni, su circa 40 patologie metaboliche ereditarie, in altre viene praticato su un numero esiguo di malattie o non viene praticato affatto se non sulle tre patologie per cui è già obbligatorio. Più in dettaglio, sono soltanto tre le regioni che praticano lo screening allargato a 40 o più patologie: la Toscana, l'Umbria e la Liguria e sono 10 le regioni con lo screening allargato a meno di 40 patologie: l'Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Sicilia, il Veneto, il Friuli e la provincia di Bolzano. Appare evidente come tale asimmetria territoriale non sia più ammissibile, soprattutto alla luce dell'articolo 32 della Costituzione.
Pertanto, la finalità precipua della proposta di legge in oggetto è l'inserimento dello screening neonatale nei LEA, con la conseguenza di assicurare pari diritti in tutte le regioni.
La legge di stabilità per il 2014 ha previsto all'uopo uno stanziamento a decorrere dal 2014 pari a 5 milioni di euro. Successivamente, la legge di stabilità per il 2015 ha previsto in via permanente l'incremento pari a 5 milioni di euro, a decorrere dal 2015, dell'autorizzazione di spesa prevista per lo screening neonatale, anche in via sperimentale, per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie.
Ecco, noi abbiamo presentato alcuni emendamenti che però sono stati bocciati dall'Aula, se non che, poi, la ratio degli emendamenti è stata ripresa da due nostri ordini del giorno, su cui il Governo ha dato parere favorevole, con i quali in sostanza chiedevamo di consentire la prevenzione di patologie anche severe dal punto di vista clinico non comprese nella categoria nosologica delle malattie metaboliche ereditarie. E con un altro ordine del giorno che recepiva, in sostanza, sempre la ratio di un nostro emendamento, abbiamo chiesto di rendere più omogenea la composizione del Centro di coordinamento sugli screening neonatali nel numero Pag. 12dei rappresentanti della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Annuncio quindi un voto favorevole da parte della Lega Nord sul provvedimento del quale da tanto tempo si attendeva la compilazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente. Naturalmente il merito di questo provvedimento è assolutamente condivisibile e non posso che sottoscrivere tutto quanto è stato detto stamattina. Mi limiterei solo ad osservare che un intervento legislativo in una materia che sarebbe di per sé delegificata, in quanto la revisione dei LEA è attualmente all'esame dei Ministeri competenti, revisione di cui tutti auspichiamo un rapido iter, rende questa legge, questo intervento, direi leggermente incoerente nel confronto del nostro sistema normativo. Detto questo, però il merito della legge è assolutamente condivisibile per cui annuncio il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, illustri membri del Governo, c’è un annuncio: lo screening metabolico allargato è finalmente attivo, attivo da gennaio 2014; poi c’è un altro annuncio che dice: lo screening metabolico dal 1 gennaio 2015 è attivo anche da noi. Sto parlando della regione Veneto e della regione Marche che già due anni fa, o l'anno scorso, hanno messo in pratica un programma di screening neonatale allargato. Se noi non possiamo che rallegrarci per la tempestività, per lo spirito di iniziativa, per il senso anche di responsabilità sociale con cui queste regioni fanno proprie le scoperte e gli avanzamenti del mondo scientifico a servizio diretto e immediato dei loro cittadini, certamente la discriminazione che si crea sul territorio nazionale è motivo di grande disagio e di grande sofferenza. È una di quelle cose per cui noi rivendichiamo le intrinseche contraddittorietà dell'articolo 3 della nostra Costituzione che non solo nega questa discriminazione, ma obbliga tutti noi a mettere i mezzi perché, laddove ci sia la discriminazione, si possa in qualche modo rimuovere. Questa è la bella pagina che noi oggi realizziamo, una pagina che non sarà di riforma costituzionale, ma che è certamente un'applicazione intelligente e illuminata di quanto prevede la nostra Costituzione. Questa legge l'abbiamo voluta noi, l'abbiamo voluta con grande intensità tutti noi, però bisogna dire che la verità è che questa legge sono le famiglie a chiederla. Da quando è iniziato il nostro lavoro, cioè da quando la Commissione, prima al Senato, adesso alla Camera, ha messo mano alla riflessione su questo tema, non abbiamo fatto altro che ricevere sollecitazioni da parte delle famiglie, da parte delle associazioni delle famiglie: penso all'audizione che abbiamo svolto con Uniamo, che è questa sorta di «meta-associazione» che riunisce associazioni di tanti tipi sul piano nazionale, che ci hanno spinto ad andare avanti con la legge. Devo dire (prima la collega Locatelli lo ricordava) che è da tempo che sono impegnata sul fronte delle malattie rare, e credo di aver sempre trovato un riscontro all'unanimità qui nelle Aule del Parlamento a sostegno dei pazienti affetti da malattie rare: questa legge di oggi ha il grande merito di arrivare prima, prima che la malattia metta radici, prima che si creino quegli effetti secondari della patologia che possono essere devastanti. Pensate che il legislatore, quando scelse quel testo che fino ad oggi è l'unico realmente obbligatorio da noi, scelse tre patologie: da un lato la fenilchetonuria, dall'altro una patologia di tipo tiroideo, dall'altro ancora una patologia come la fibrosi cistica. Scelse queste patologie perché le conseguenze di una diagnosi non fatta e di un trattamento non attivato per la patologia tiroidea e per la fenilchetonuria porta un gravissimo ritardo psicomotorio in queste persone: un ritardo psicomotorio, le cui Pag. 13conseguenze sono devastanti a livello familiare, perché si trovano ad avere un figlio che paradossalmente crea quel ponte straordinario con la legge che abbiamo approvato ieri, perché ci si trova ad avere un figlio candidato ad una forma di grave, gravissima disabilità; ma, soprattutto, permette a queste persone di godere una qualità di vita che altrimenti sarebbe stata insospettabile per loro.
Noi vogliamo allora venire incontro oggi ad una legge, con uno stanziamento che sarà significativo: qualcuno lo potrà considerare uno stanziamento relativo, ma io voglio dire che mai come in questo caso lo stanziamento è un investimento, non è un costo. È una prevenzione, non solo di patologie: è una prevenzione di costi successivi, che per il Sistema sanitario nazionale si traducono in una vera e proprio economia di scala. Ancora una volta non stiamo facendo un favore ad alcuni bambini: stiamo rispettando un loro diritto, che è un diritto ad una nascita, che è un diritto ad una qualità di vita; e stiamo venendo incontro a quella economia, a quella sorta di spending review che ci viene proposta a volte come una mannaia, che a volte non risponde a bisogni reali del sistema, ma risponde soltanto ai bisogni che il MEF... E anche in questo caso il MEF ha fatto una parte che mi permetto di considerare non del tutto benevola, e con una sfumatura perfino di ostilità nei confronti di una legge che dovrebbe rappresentare il capolavoro del senso sociale di questa legislatura, cioè la capacità di venire incontro veramente alle persone più fragili nel momento stesso della loro nascita.
Ora, io credo che questa legge sia una buona legge, soprattutto se la collochiamo nel circuito delle leggi che stiamo approvando, soprattutto se ne vediamo il disegno strategico, che mostra con particolare attenzione come il Ministero della salute intende cavalcare la propria mission, arrivando prima. E per questo anche ringrazio il sottosegretario, che devo dire ha sempre seguito con particolare attenzione tutte le problematiche legate alle malattie rare; lo ringrazio anche di aver raccolto l'ordine del giorno, ma lo ringrazio perché la mia proposta, quella che veramente vorrei costituisse il punto in cui culmina il lavoro di ieri e il lavoro di oggi, è la prossima nuova edizione del Piano sanitario nazionale per le malattie rare. Il nostro l'abbiamo approvato nel 2013, è diventato operativo nel 2014, ma è un piano triennale, e quindi noi già nel 2017 avremo bisogno di un nuovo piano; e questo nuovo piano non potrà che nutrirsi anche dei frutti di questa legge, perché in quel Piano sanitario per la prevenzione delle malattie rare questa legge occuperà un posto centrale.
Certo, abbiamo bisogno che, proprio perché abbiamo approvato questa legge, scatti un'operazione formazione molto importante: un'operazione formazione che riguarda da un lato quello che possiamo chiamare il counseling genetico.
Abbiamo bisogno che quando ai genitori vengono fatte diagnosi di questo tipo, i genitori possano davvero essere accompagnati, secondo quell'interpretazione di un processo di educazione del paziente che ha nella parola, nel valore di «accompagnamento» il suo significato più profondo. Non possiamo lasciare soli genitori a cui è stata posta, grazie allo screening di cui parliamo, una diagnosi che indubbiamente suona come una diagnosi difficile. Penso, per esempio, alla diagnosi di fibrosi cistica. E anche di questo siamo contenti, perché anche su questo abbiamo approvato emendamenti nella legge di stabilità dell'anno scorso: perché venissero messi a disposizione di questi pazienti dei farmaci di nuovissima generazione, che rispondono a target abbastanza ristretti di pazienti, ma hanno un carattere risolutivo anche in quel caso, perché per esempio impediscono che questi pazienti debbano poi, in qualche modo, approdare a quello che si chiama addirittura un trapianto di polmone, con tutte le conseguenze per la qualità di vita personale, per la qualità di vita familiare, ma anche per i costi che comporta.
Bene: noi siamo contenti che il Governo mantenga questa sensibilità, e vorremmo però che la sensibilità si traducesse Pag. 14adesso, con il nuovo Piano nazionale per le malattie rare, in una sorta di legge quadro, che tenga anche conto della formazione: a proposito di counseling genetico, ma anche della formazione che deve accompagnare i pediatri di base, della formazione che deve accompagnare in qualche modo tutte quelle figure strategiche che definiscono il percorso nascita, e poi successivamente il percorso sviluppo dei bambini.
Noi abbiamo voglia di metterci dalla parte dell'infanzia. Abbiamo anche sentito dire in questi giorni che l'Italia soffre della sindrome delle culle vuote, che abbiamo un indice di crescita demografica prossima allo zero, abbiamo difficoltà che ci dicono che noi in qualche modo non abbiamo portato tutta l'attenzione che meritavano ai bambini che nascevano. Con questa legge si dice: guardate che nel giro di otto giorni... Il prelievo è previsto nel giro di 48 ore, l'invio e l'analisi di questi campioni è prevista nel giro di 72 ore: una tempestività che richiede un modello organizzativo di tutto rispetto; ma è la sensibilità che dice che il Sistema sanitario ha incominciato a girare intorno ai bisogni dei bambini: li vuole accompagnare alla nascita, li vuole accompagnare nelle prime settimane di vita, proprio per metterli in condizione di godere a pieno titolo di quella esperienza straordinaria che è la vita per ognuno di noi.
Ovviamente noi voteremo «sì» a questo disegno di legge: siamo stati tra i proponenti del disegno di legge, ce n’è uno a nostra prima firma; diremo «sì» a questo disegno di legge, perché lo dobbiamo a tutto il rapporto che abbiamo mantenuto in questi anni con le associazioni delle malattie rare; diremo di sì, perché questo disegno di legge credo, rispetto al disegno di legge che abbiamo approvato ieri, potrà contare davvero sull'approvazione dell'intera Camera dei deputati.
Non posso nascondere il dispiacere che ho provato ieri, quando ho visto i colleghi di 5 Stelle piuttosto che i colleghi di SEL o astenersi o votare contro, ma oggi so per certo che tutti voteremo a favore, perché tale è stato l'andamento delle votazioni finora; e questo è anche un segno di unità e un segno per dire: i bambini ci interessano, e ci interessano nel momento stesso in cui nascono (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Gregori. Ne ha facoltà.

MONICA GREGORI. Presidente, lo screening neonatale, come già ho avuto modo di sottolineare durante la discussione generale, è un'attività di sanità pubblica che ha come obiettivo la diagnosi precoce delle malattie metaboliche ereditarie. Le patologie oggetto dello screening neonatale, se non riconosciute in modo preventivo, possono causare dei danni irreversibili soprattutto a carico del sistema nervoso centrale, con grandi problemi e conseguenti gravi disabilità. L'identificazione di tali patologie nei primi giorni di vita è essenziale per intervenire quindi in tempo ed evitare conseguenze gravi sulla salute del neonato, nonché evitare danni permanenti che rimarrebbero sulla persona per tutto l'arco della sua vita.
Questa proposta di legge, che organizza e regola l'utilizzo dello screening neonatale esteso rappresenta uno dei più importanti programmi di medicina preventiva, proprio perché lo screening neonatale è uno dei più importanti programmi di medicina preventiva pubblica e voglio che questi due termini – medicina preventiva pubblica – siano ben chiari a questo Parlamento e a questo Governo, perché se oggi all'unanimità approveremo un provvedimento importantissimo, è anche vero, dall'altra parte, che vi sono stati degli atti del Governo che, purtroppo, non sono andati nella direzione della sanità pubblica e, quindi, della medicina pubblica, portando purtroppo fuori da questo campo una percentuale di utenti, di pazienti, molto molto alta. Tutti abbiamo sotto gli occhi, purtroppo, le percentuali e questo a causa del livello di povertà, che, ahimè, aumenta.
L'identificazione precoce, in epoca neonatale, la conferma diagnostica e il trattamento di alcune determinate patologie Pag. 15possono modificare significativamente la prognosi.
Attualmente, nella maggior parte delle regioni italiane è obbligatorio uno screening solamente sui tre patologie e questo evidenzia l'esigenza ad aumentare sensibilmente le patologie screenate, così come è estremamente necessario rendere obbligatorio lo screening esteso su tutto il territorio nazionale, come si fa già in molti Paesi avanzati nel settore della sanità pubblica, per evitare le disparità tra regione e regione e garantire a tutti, allo stesso modo, il diritto alla prevenzione e, quindi, il diritto alla salute, così come previsto dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
E qui voglio ricordare, a noi stessi soprattutto, l'ultima parte di quest'articolo: la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Quindi, come dicevo prima, questo è un piccolo passo, ma purtroppo nella direzione opposta sono andati molti altri passi e per questo si mettono in difficoltà le persone e di certo lo Stato non sta rimuovendo gli ostacoli e non sta garantendo appieno il diritto alla salute. Perché dobbiamo tenere a mente questo ? Perché abbiamo un compito, non solo oggi, ma anche da domani e soprattutto da domani, affinché si possa garantire la sanità pubblica a tutti.
Vogliamo poi ricordare che già la legge n. 104 del 2014 aveva previsto che il Ministro della salute provvedesse con un decreto, anche in via sperimentale, ad effettuare lo screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie, stanziando conseguentemente 5 milioni di euro l'anno. A tal fine, entro tre mesi si sarebbe dovuto definire l'elenco delle suddette patologie, ma il decreto non è mai stato emanato.
Inoltre, segnaliamo che l'articolo 1, al comma 167, della legge di stabilità 2015, ha previsto in via permanente l'incremento di ulteriori 5 milioni di euro, a decorrere dal 2015, dell'autorizzazione di spesa prevista per lo screening neonatale, citata dalla precedente legge di stabilità del 2014. Pertanto, lo stanziamento a regime, finalizzato allo screening neonatale, ammonta, a decorrere dal 2015, a 10 milioni di euro.
La finalità di questo provvedimento è quella di garantire la prevenzione delle malattie metaboliche ereditarie, consentendo un tempestivo trattamento delle patologie con l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza degli screening neonatali obbligatori, da effettuare su tutti i neonati, per consentire un tempestivo trattamento delle patologie.
A questo proposito, l'articolo 6, comma 3, di questo provvedimento stabilisce che, dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che aggiorna i livelli essenziali di assistenza, cessa la sperimentazione prevista dall'articolo 1, comma 229, della legge di stabilità per il 2014, eliminando così l'incongruenza di gestione di questo servizio tra regioni e superando quella contraddizione prodotta dalla cosiddetta sperimentazione che permetteva di screenare solo il 10 per cento dei neonati, imponendo così la realizzazione di uno screening universale.
Inoltre, si prevede un centro di coordinamento sugli screening neonatali, istituito presso l'Istituto superiore di sanità. Significa favorire la massima uniformità nell'applicazione sul territorio nazionale della diagnosi precoce neonatale e, soprattutto, vuol dire poter definire le dimensioni del bacino d'utenza di ciascun centro di riferimento regionale, anche al fine di accorpare, se necessario, aree geografiche contigue.
Riteniamo di particolare importanza, poi, l'articolo 4, che definisce le norme per un protocollo operativo per la gestione degli screening neonatali, permette di definire le modalità di gestione del consenso e del dissenso informato dei familiari, la presa in carico dei pazienti risultati positivi agli accertamenti e l'accesso alle terapie, garantendo trasparenza e parità di trattamento a tutti i pazienti.
Concludo, ritenendo che questa proposta di legge consenta di fare un notevole passo in avanti nel settore della sanità pubblica, tenendo conto del principio di uguaglianza e del diritto alla cura, nonché Pag. 16alla salute di tutti i cittadini, ed esprimo il voto favorevole del gruppo di Sinistra Italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Gullo. Ne ha facoltà.

MARIA TINDARA GULLO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, la presente proposta di legge, che ci apprestiamo a votare, come già richiamato in discussione generale, nasce da un'iniziativa della senatrice del MoVimento 5 Stelle, Taverna, approvata poi con il consenso unanime di tutti i gruppi in sede deliberante nella competente Commissione igiene e sanità del Senato. Ciò si spiega facilmente, per il fatto che l'obiettivo del provvedimento è quello di riprendere e aggiornare i contenuti della legge n. 104 del 1992, che si occupò di rendere obbligatorio lo screening neonatale per soltanto tre patologie.
Oggi, però, i progressi scientifici hanno reso possibile lo screening neonatale per almeno altre quaranta patologie, e ciò consentirebbe una diagnosi precoce necessaria a garantire le cure più appropriate ai neonati e, allo stesso tempo, anche un significativo risparmio per il sistema sanitario. Prima si è capaci di diagnosticare una patologia, meglio questa patologia viene trattata, evitando, magari, duplicazioni in termini di costi di diagnosi e anche evitando che alcune patologie poi diventino croniche e abbiano un costo maggiore per il sistema sanitario.
È un provvedimento importante, che va nella direzione di adeguare i livelli essenziali di assistenza; è una legge che ha anche un finanziamento, una copertura, pertanto auspichiamo potrà essere presto applicata. Infatti, già nella legge di stabilità 2015 era previsto uno stanziamento per queste stesse finalità di 5 milioni di euro, che peraltro andava ad aggiungersi ad un precedente stanziamento disposto dalla legge di stabilità del 2014, ma dopo due anni il previsto decreto ministeriale non è ancora stato licenziato.
Per rendere davvero operativo questo provvedimento è necessario il recepimento da parte delle regioni. L'auspicio è che il Governo voglia procedere nella maniera più decisa e convinta possibile, affinché ciò avvenga in tempi davvero celeri.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto convintamente favorevole al provvedimento da parte del gruppo Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giulia Grillo. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Diciamo che è con una certa emozione e un certo orgoglio che oggi votiamo questa proposta di legge, che reca, come prima firma, il nome di una nostra portavoce al Senato, Paola Taverna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... grazie.
Siamo particolarmente orgogliosi perché è un gesto piccolo, è un gesto semplice, però è un gesto importante perché può salvare la vita in termini proprio di vita e di qualità della vita a quasi 300 bambini l'anno, quindi è una proposta di legge che è stata fatta veramente per aiutare – come ha in attenzione il mio MoVimento – i soggetti più fragili della società, della quale fanno parte naturalmente i neonati.
Mi permetto di fare un paio di valutazioni politiche, che oggi possono sfatare una serie di miti che sono stati costruiti attorno alla mia forza politica.
Prima di tutto, vorrei sfatare l'argomento che alcuni particolarmente fantasiosi editorialisti usano ogni tanto per attaccarci, ossia il fatto che il MoVimento 5 Stelle sia un movimento antiscientifico. Il MoVimento 5 Stelle oggi porta avanti una proposta di legge che, invece, parla di uno strumento scientifico che, appunto, è lo screening neonatale: una forma di prevenzione secondaria che viene fatta su un campione di sangue prelevato dal tallone del bambino fra il terzo e il quinto giorno dalla nascita e che deve essere esaminato in una macchina che ha la capacità di esaminare, in questo caso, con questo provvedimento, fino a quaranta patologie Pag. 17metaboliche ereditarie. Quindi, siamo contenti di poter sfatare questo mito.
Confermiamo, invece, una delle caratteristiche di questo movimento, che è quella di credere fortemente nell'iniziativa sanitaria pubblica, motivo per cui siamo stati tacciati, in altre occasioni, da alcuni esponenti di altri partiti di statalismo o stalinismo. Non c'entra assolutamente nulla e vi spiego anche perché: il Paese al mondo che spende di più, in percentuale rispetto al PIL, sulla sanità è l'America e i risultati in termini di salute, utilizzando gli indicatori internazionali di salute, non la pongono alle vette delle classifiche mondiali.
Questa è la dimostrazione, è la prova provata che non serve spendere molto in sanità senza avere una struttura pubblica forte che dirige, che ha degli obiettivi chiari che riesce veramente a portare avanti nell'interesse primo del bene della salute dei cittadini, non del profitto di chi serve per raggiungere quel bene. Ciò testimonia che la struttura pubblica nella sanità è fondamentale per raggiungere obiettivi di salute; se si vogliono raggiungere obiettivi di profitto, naturalmente, non lo è. Quindi, questo è un altro punto importante che riusciamo a raggiungere con questo provvedimento.
Con il terzo punto sfatiamo un altro mito, che il MoVimento 5 Stelle non è dialogante con le altre forze politiche, che non si sa porre con un clima costruttivo. Naturalmente, io e il mio gruppo, per onestà intellettuale, ringraziamo, prima di tutto, il presidente della Commissione Mario Marazziti, che ha avuto la lungimiranza di affidare ad un esponente del MoVimento 5 Stelle – cioè, alla sottoscritta – l'incarico di relatrice del provvedimento, che è andato avanti celermente: quindi, il bicameralismo perfetto funziona. Ci sono state delle modifiche corrette e questo dimostra che l'esame nelle due Camere, ancora una volta, è importante. Non ci siamo assolutamente opposti a queste modifiche e, quindi, anche se il provvedimento torna al Senato, siamo sicuri che anche lì l'iter sarà velocissimo e che, a breve, questa proposta di legge sarà approvata.
Devo ringraziare per onestà intellettuale anche il sottosegretario De Filippo per aver aiutato a risolvere i problemi che erano sorti in V Commissione relativamente all'aspetto di alcune delucidazioni sulle coperture finanziarie; coperture finanziarie che ci sono e, con grande fierezza, abbiamo contribuito affinché ci fossero anche nelle varie leggi di stabilità. È una copertura di 25 milioni di euro l'anno, che consentirà – come è stato già ampiamente detto – di avere l'estensione di questo strumento di screening a tutte le regioni.
In ultimo, per quanto concerne i ringraziamenti, ovviamente, ringrazio i nostri uffici, perché sono sempre all'altezza di un lavoro importante, fatto, tra l'altro, anche molto velocemente, visto che la mia Commissione è stata impegnata in tantissimi testi di legge e lo sarà anche per i prossimi giorni.
Quindi, è stato uno spirito di collaborazione importante che ha dimostrato che la politica, a volte, può riuscire, superando divergenze ideologiche, a fare qualcosa di veramente utile ed importante per i cittadini, senza incastrarsi in atteggiamenti, a volte, autosabotanti, se così si può dire.
Concludo, dicendo che con questa proposta di legge facciamo un passo di civiltà, semplicemente perché estendiamo un diritto che già altre regioni, anche perché economicamente più avvantaggiate rispetto ad altre, avevano avuto la possibilità di introdurre nei loro servizi sanitari regionali. Voglio solo aggiungere, rispetto a quanto dichiarato dal collega Monchiero, che, a mio avviso, non si tratta di una norma incoerente.
Purtroppo, il Parlamento non viene interessato nella redazione dei livelli essenziali di assistenza, perché la sanità, nella maggioranza dei casi, viene tutta demandata alla Conferenza Stato-regioni. Tuttavia, ricordo che l'iniziativa legislativa appartiene al Parlamento, a queste due Camere, e che, se magari qualcuno avesse Pag. 18pensato prima ad inserire nei LEA gli screening neonatali allargati, oggi non avremmo trovato necessario farlo. Quindi, probabilmente, è anche stata un'incapacità di azione da parte di chi ci ha preceduto nei Governi, che non hanno fatto questo lavoro. Quindi, giustamente il Parlamento esercita un compito affidatogli dai cittadini italiani e porta avanti una battaglia così importante di civiltà.
Mi unisco, infine, alle sollecitazioni che hanno fatto alcuni colleghi che l'iter, al Senato, nel suo passaggio democratico, sia però il più rapido possibile e che, una volta pubblicata la legge in Gazzetta Ufficiale, si provveda ad effettuare più velocemente possibile tutti gli adempimenti necessari, affinché i bambini, tutti i bambini neonati italiani, al più presto, siano dotati di uno strumento che consentirebbe, ad oggi, di salvare – lo ripeto – fino a trecento bambini l'anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.

MARIA AMATO. Grazie, signora Presidente. Hanno nomi difficili le malattie metaboliche: fenilchetonuria, omocistinuria, aciduria metilmalonica. Sono solo alcune delle cinquecento malattie metaboliche non necessariamente ereditarie: alcune acquisite da danno neonatale o da infiammazione intrauterina.
Sono malattie che si caratterizzano per la mancanza di un enzima, cioè un catalizzatore, in quello che ricordiamo il «ciclo di Krebs» – qualcuno di noi lo ricorda dagli studi di biologia –, il ciclo energetico cellulare. La mancanza di metaboliti, la mancanza di nutrimento, in molti casi, comportano danni irreversibili neurologici.
Molto spesso, queste malattie comportano l'uso di farmaci orfani, altre rispondono bene a terapie enzimatiche sostitutive fino al trapianto d'organo o al trapianto tessutale; per molte, però, non esiste al momento alcuna cura, ma per quelle patologie suscettibili di cura la sola chance è la prevenzione, è correre avanti alla tossicità metabolica che determinerà la comparsa di handicap, è legata alla tempestività della diagnosi e alla rapidità di inizio della terapia. Il mancato riconoscimento della malattia o il suo trattamento in centri medici non qualificati per queste patologie si traduce in un peggioramento dell'aspettativa e della qualità di vita dei pazienti: vite segnate per i gravi danni neurologici che ne derivano.
Questo è l'argomento di questo testo: malattie metaboliche, tecnologie per individuarne quaranta in un colpo, l'organizzazione per garantire un approccio di prevenzione scientifico ed efficace e chi fa e che cosa. Sicuramente questo provvedimento è un passo avanti, ma va sottolineato l'impegno del Governo a stanziare, per gli screening metabolici allargati, le risorse aggiuntive necessarie, come sollecitato, a livello parlamentare, in tutte le istanze, sulle malattie rare.
Il panorama attuale non è l'anno zero, ma è il solito patchwork della frammentazione regionale. Ci sono già risultati di diversi progetti pilota, sono diversi i programmi regionali per numero e tipo di malattie screenate, per modelli organizzativi e per tecnologie utilizzate. Tutto parte da una semplice procedura alla nascita: la raccolta di poche gocce di sangue dal tallone del bambino. Su quel sangue, attraverso la spettrometria, vengono valutate diverse componenti, fino a quaranta tipologie di malattie. Questo provvedimento ha il pregio di dare organicità e omogeneità all'organizzazione degli screening con respiro nazionale, rispondendo, almeno in questo settore, ad una domanda frequente: quella di equità.
Il numero delle malattie screenate è uguale in tutto il territorio nazionale e le finalità sono chiaramente descritte all'articolo 1: obbligatori da effettuare su tutti i nati da parti in strutture sanitarie o a domicilio. Eseguire lo screening neonatale significa molto di più che eseguire un test: è questo il motivo per cui nei nostri emendamenti abbiamo voluto «screening» come parola cardine.Pag. 19
Si tratta di una procedura coordinata ed inserita in un sistema dove prevedere formazione e screening, follow up, diagnosi, trattamento e gestione, oltre alla valutazione dei risultati. «Screening» quindi non è dunque solo una parola inglese inserita in una legge italiana, ma è un metodo, un metodo scientifico, che risponde non solo al bisogno di salute del singolo, ma all'impatto sociale della malattia. Abbiamo sottolineato più volte che il vero risultato è nell'attuazione del principio che in sanità le spese per la prevenzione non sono un costo ma un investimento. Fondamentale, in questi tempi di limitate disponibilità finanziarie, è quello della sostenibilità organizzativa ed economica, oltre alla scelta di quali malattie per le quali va fatta una redistribuzione delle tecnologie in base ai bacini di riferimento e non secondo una mera distribuzione regionale.
Per favorire un adeguato risparmio in termini di utilizzo di strumentazioni, materiali di laboratorio e impiego di risorse umane, oltre che per garantire un'adeguata expertise da parte del personale impiegato nelle diverse fasi dello screening, si istituisce un centro di coordinamento sugli screening neonatali a caratterizzarne il respiro nazionale, in cui sono presenti i rappresentanti dell'Istituto superiore di sanità, del Ministero della salute, della Conferenza Stato-regioni e le associazioni, sì, le associazioni rappresentative dei soggetti affetti. Auspichiamo che, come abbiamo detto a proposito delle malattie rare, la crescita della qualità delle associazioni che siedono ai tavoli organizzativi e di verifica delle procedure vogliano implementare gli sforzi per dotarsi di comitati scientifici. Il nodo è: bisogna «screenare» tutto ciò che si può misurare perché un metodo, una tecnologia e una macchina ci consente di farlo, o bisogna limitarsi a ciò che si conosce bene e si può efficacemente curare ? Certo è che non è la casa produttrice di nuove tecnologie che definisce l'elenco delle quaranta malattie da «screenare». L'articolo 4, infatti, correttamente affida all'AgeNaS la scelta delle patologie da inserire, con la lente interdisciplinare dell’Health Technology Assessment: una tipologia di valutazione analitica delle conseguenze medico-cliniche, sociali, organizzative, etiche ed economica di una tecnologia. Quindi, non la tecnologia in quanto tale, ma la sua rispondenza ai bisogni di salute; in una parola: appropriatezza.
È evidente che oltre agli screening, il sistema deve essere adeguato al completamento dell'iter diagnostico, consapevoli che nessuna tecnologia è infallibile e che i falsi positivi sono devastanti, quasi quanto le cattive notizie, perché è bene ricordare, con una comunicazione chiara e a tappeto che dia la giusta aspettativa, che alcune patologie ad espressione particolarmente grave possono presentarsi nei primissimi giorni, quando ancora l'esito dello screening non è disponibile, e ricordare una delle grandi verità della medicina: qualsiasi strumentazione è suscettibile di errore. Si intuisce quindi la necessità di adeguati percorsi formativi del personale sanitario, oltre che di un esauriente comunicazione ed informazione, che dovrebbe esser fornita ai genitori prima del test già in epoca prenatale.
I pediatri, oltre le macchine; i pediatri, quelli che sanno come parlare con le famiglie in caso di positività e come evitare che un falso positivo allo screening diventi elemento di fragilità permanente nella crescita del bambino e di eccessiva apprensione per la famiglia. Si fa un passo avanti, dunque: si introducono in un testo di legge gli indirizzi scaturiti da progetti pilota sull'utilizzo di nuove tecnologie; si pongono le tecnologie al servizio della salute del bambino, con le aspettative di salute uguali su tutto il territorio nazionale, che fa di questo testo una risposta ad un diritto, per un modello sostenibile di pubblico e universale della sanità, in cui la prevenzione e la cultura sanitaria di base fanno la parte del leone. Per questi motivi, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 20

(Coordinamento formale – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3504-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata dalla 12a Commissione permanente del Senato, n. 3504-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Palma, Simoni, Ciracì, Ginato, Marti, Amoddio, D'Alessandro, Abrignani, Dambruoso, Sarro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 998 – «Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie» (Approvato dal Senato) (3504-A):

Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato 397.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(I deputati Nuti e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Dichiaro quindi assorbita la proposta di legge n. 94.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Realacci ed altri; Bratti ed altri; De Rosa ed altri: Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 68-110-1945-B) (ore 11,28).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge, approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, nn. 68-110-1945-B: Realacci ed altri; Bratti ed altri; De Rosa ed altri: Istituzione del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Ricordo che nella seduta del 13 giugno si è conclusa la discussione nelle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 68-B ed abbinate), che sono in distribuzione.
Avverto che, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non saranno posti in votazione gli articoli 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e 16, in quanto non modificati dal Senato.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 68-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Pag. 21

Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Grassi, Patriarca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 390
Votanti 376
Astenuti 14
Maggioranza 189
Hanno votato 376.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad astenersi, il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 68-B ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Grimoldi 17.1.

FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. D'accordo. Avverto che, essendo l'unico emendamento riferito all'articolo 17 interamente soppressivo, porrò in votazione, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, il mantenimento dell'articolo.
Passiamo alla votazione del mantenimento dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Voteremo per il mantenimento dell'articolo, per far concludere l'iter di questa legge, nonostante saremmo d'accordo a stanziare dei fondi per le agenzie ambientali, ma questo articolo, sostanzialmente, è pleonastico rispetto a quanto già votato all'unanimità alla Camera più di due anni fa. Quindi, per evitare un allungamento ulteriore dei tempi, voteremo a favore del mantenimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato questo emendamento in cui chiediamo...

PRESIDENTE. Deve cambiare microfono, non la sentiamo, mi spiace.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Abbiamo chiesto la soppressione, di fatto, dell'articolo 17, più che altro di carattere dimostrativo, ed è l'unica modifica, poi, che è stata inserita da parte del Senato, perché, pur essendo favorevoli al cuore del provvedimento, l'inserimento all'interno dell'obbligo di invarianza finanziaria, che è una norma fondamentale all'interno del provvedimento per poter renderlo operativo, comporta un atteggiamento, riteniamo, da parte della Ragioneria, arrogante, in quanto non può altro che privare di flessibilità l'intero finanziamento, e quindi l'intero provvedimento. Per cui, le agenzie alla fine andrebbero incontro ad una non erogazione dei servizi.
Quindi, se il Governo avesse a cuore realmente il provvedimento, doveva essere chiaramente più coerente in questa valutazione, Pag. 22e quindi permettere, da parte della Ragioneria dello Stato, l'intera copertura finanziaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Folino, Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato 377
Hanno votato no 17.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Allora, colleghi, siccome gli ordini del giorno sono stati presentati all'ultimo, direi di sospendere. Sottosegretaria, che mi dice ? Ecco, gli ordini del giorno sono arrivati adesso, purtroppo, e quindi la sottosegretaria deve avere il tempo almeno di prendere atto. Direi di sospendere 10 minuti e di ritrovarci qui alle ore 12,45. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 11,45.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 68-B ed abbinate).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, invito la rappresentante del Governo, sottosegretaria Velo, a esprimere i pareri.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/68-B/1, con la riformulazione che leggo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di integrare le necessarie risorse per garantire (...)» e lasciamo invariato. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/68-B/2, con la riformulazione che leggo: «a monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di valutare la possibilità di (...)» e poi lasciamo invariato. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Carrescia n. 9/68-B/3 e Gregorio Fontana n. 9/68-B/4. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bratti n. 9/68-B/5, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/68-B/6, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/68-B/7, favorevole sull'ordine del giorno Allasia n. 9/68-B/8, favorevole sull'ordine del giorno Castiello n. 9/68-B/9, con la riformulazione: «a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/68-B/10, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marzano n. 9/68-B/11 e parere favorevole sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/68-B/12, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di istituire». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Micillo n. 9/68-B/13 e parere favorevole sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/68-B/14, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine Pag. 23del giorno Daga n. 9/68-B/15, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Busto n. 9/68-B/16, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mannino n. 9/68-B/17, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/68-B/18, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di intervenire, anche tramite ulteriori strumenti normativi (...)» e per il resto è identico.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/68-B/19, con la riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/68-B/20, con la riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere forme di impulso da parte dei cittadini interessati allo svolgimento delle ispezioni indicate». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/68-B/21, con la riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/68-B/22, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/68-B/23, con la riformulazione: «a valutare l'opportunità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Parentela n. 9/68-B/24, se così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nesci n. 9/68-B/25 se così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Segoni n. 9/68-B/26 se così riformulato: «impegna il Governo a monitorare gli effetti al fine di valutare l'opportunità di (...)». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/68-B/27.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/68-B/28 se così riformulato: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare nuovi interventi normativi al fine di garantire (...)».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Crimi n. 9/68-B/29 se così riformulato: «impegna il Governo ad adottare opportune iniziative al fine di rendere pubbliche (...)» e sostituendo le parole: «con cadenza semestrale» con la parola: «periodicamente».

PRESIDENTE. Abbiamo concluso con i pareri, quindi direi di procedere...

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Ho chiesto la riformulazione sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/68-B/19 aggiungendo le parole «a valutare la possibilità di», ma, in realtà, nel testo sono già contenute.

PRESIDENTE. Quindi, è favorevole e basta.
Sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/68-B/1 il parere è favorevole con riformulazione; accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/68-B/2 il parere è favorevole con riformulazione; accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/68-B/3 il parere è favorevole, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/68-B/4 il parere è favorevole, andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Bratti n. 9/68-B/5 il parere è favorevole con riformulazione; accetta la riformulazione ? Sì.
Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/68-B/6 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? No.
Passiamo ai voti.Pag. 24
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/68-B/6, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carnevali, Del Grosso, Lauricella, Gregori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 388
Votanti 324
Astenuti 64
Maggioranza 163
Hanno votato 58
Hanno votato no 266

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Gutgeld e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/68-B/7, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mognato, Palese, Bechis, Micillo, Grillo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato 54
Hanno votato no 334

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/68-B/8 il parere è favorevole, andiamo avanti.
Sull'ordine del giorno Castiello n. 9/68-B/9 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castiello n. 9/68-B/9, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Locatelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 383
Votanti 319
Astenuti 64
Maggioranza 160
Hanno votato 54
Hanno votato no 265

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Gutgeld e Ciracì hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/68-B/10 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? No.
Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/68-B/10, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ciracì, Giuliani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 392
Votanti 391
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato 119
Hanno votato no 272.

Pag. 25

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/68-B/11 il parere è favorevole, vado a avanti.
Sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/68-B/12 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Sì.
Sull'ordine del giorno Micillo n. 9/68-B/13 il parere è contrario.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Ritengo sia importante discutere su questo ordine del giorno, più che altro per la questione che solleva. Spesso i decreti attuativi che rendono efficaci le leggi che approviamo non vengono mai emanati e quindi porre all'interno delle norme sulla pubblica amministrazione delle responsabilità, quando non vengono emanati i decreti attuativi nei tempi previsti, è fondamentale. Quindi, non capisco effettivamente il parere completamente contrario a questo ordine del giorno.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Per precisare nelle norme di valutazione dei risultati dei dirigenti della pubblica amministrazione questo parametro è già contenuto. Quindi possiamo magari aggiungere le parole «a valutare l'opportunità di»; però per chiarezza non era una contrarietà nel merito.

PRESIDENTE. Quindi, con una riformulazione.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Giusto per replicare brevemente: ma se è già contenuto a questo punto non capisco né il parere contrario, ma neanche «a valutare l'opportunità di» se è già contenuto. A questo punto impegniamo il Governo a intraprendere ogni iniziativa; se già è stato fatto, non capisco effettivamente qual è il problema, non «valuterei» (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Adesso diciamo che, se il parere viene cambiato, noi lo cambiamo, altrimenti, se viene confermato, io lo metto in votazione. Lo votiamo ? D'accordo.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Non ho capito, mi pare che il Governo avesse proposto una riformulazione con «valutare l'opportunità di», quindi parere favorevole giusto ? E questo ciò che ha detto il Governo ?

PRESIDENTE. Se accettasse la riformulazione, ma mi pare che non lo accetti. Quindi io lo devo mettere in votazione con il parere contrario. Non accettate la riformulazione ? È così.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/68-B/13, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colonnese, Micillo, Mognato...Pag. 26
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato 153
Hanno votato no 236

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/68-B/14 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Daga n. 9/68-B/15 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Busto n. 9/68-B/16 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/68-B/17 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/68-B/18 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/68-B/19 il parere è favorevole, quindi andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/68-B/20 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Il delegato d'Aula che mi dice ? Va bene.
Sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/68-B/21 il parere è favorevole con riformulazione, accetta la riformulazione ? Lo vuole in votazione. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/68-B/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fantinati, Lauricella, Murer, Ferranti, Kronbichler...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato 155
Hanno votato no 239.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Dallai e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/68-B/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carfagna, Fregolent, Tancredi, Pastorino, Librandi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato 150
Hanno votato no 238.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/68-B/23 c’è una riformulazione, che non viene accettata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/68-B/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Vita...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 27
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato 150
Hanno votato no 243.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Secco ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Parentela n. 9/68-B/24 c’è una riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno Nesci n. 9/68-B/25 c’è una riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Segoni n. 9/68-B/26 c’è una riformulazione: va bene. Il parere sull'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/68-B/27 è favorevole; vado avanti. Sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/68-B/28 c’è una riformulazione: deputato, lo vuole in votazione ?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/68-B/28, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato 65
Hanno votato no 331.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Pellegrino e Terzoni hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario; il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/68-B/29 c’è una riformulazione: la accetta ? Non la accetta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crimi n. 9/68-B/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Terzoni, Donati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 395
Votanti 329
Astenuti 66
Maggioranza 165
Hanno votato 56
Hanno votato no 273.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi...

PRESIDENTE. Però nell'uscire, colleghi, per favore consentite a chi parla di farlo, grazie.

ORESTE PASTORELLI. Il disegno di legge in esame riorganizza radicalmente le attività di monitoraggio e ricerca ambientale in Italia, imprimendo alle stesse una logica di rete essenziale per la loro efficienza.
L'istituzione di un sistema nazionale a rete è infatti fondamentale non solo per connettere la fitta rete di laboratori e Pag. 28centri di ricerca italiani, ma soprattutto per mettere in contatto in modo stabile le pubbliche amministrazioni e il nostro patrimonio di conoscenze in materia ambientale. Da tempo c'era bisogno di riorganizzare la protezione ambientale, e l'idea di creare un sistema di competenze al cui centro vi è l'ISPRA e sul territorio le diverse agenzie ambientali appare più che convincente. Nell'ambito di questo sistema l'obiettivo istituzionale dell'ISPRA risulta ridefinito, e di ciò non possiamo che essere soddisfatti: ad esso spetterà il coordinamento delle diverse unità di ricerca e monitoraggio ambientale, favorendone le sinergie ed armonizzando i sistemi di controllo delle matrici ambientali. Significativa è poi l'ulteriore previsione di specifiche attività di supporto di questi enti nei procedimenti civili e penali, al fine di individuare e quantificare i danni ambientali emersi negli ambiti processuali: il principio «chi inquina paga» non può infatti prescindere da un'adeguata consapevolezza da parte di chi applica la legge della reale entità di un danno ambientale. Alla luce di quanto esposto, esprimo il voto favorevole della componente socialista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, l'istituzione del sistema nazionale a rete di protezione ambientale si rende necessaria per dare omogeneità su tutto il territorio nazionale ed efficacia all'azione conoscitiva e di controllo della qualità ambientale, oltre che di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica. La soluzione di problemi complessi come sono quelli ambientali passa infatti attraverso la capacità di fare rete, amplificando così le singole conoscenze e competenze. A livello nazionale il primo interlocutore sarà l'ISPRA, istituto vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che svolge attività di ricerca, sperimentazione e monitoraggio, fungendo da aggregatore delle singole agenzie regionali per l'ambiente. Non è superfluo ricordare in questa Assemblea che un omogeneo parametro e confrontabile a livello tecnico-scientifico dalla Sicilia al Veneto come dalla Puglia alla Valle d'Aosta, passando per ogni regione italiana, è il presupposto indispensabile di crescita civile, ma anche di contenimento ai fenomeni di concorrenza impropria e alle derive della criminalità organizzata: pensiamo all'enorme problema della gestione dei rifiuti. Garantire quindi metodi di rilevamento ed informazioni univoche su scala nazionale deve essere uno degli obiettivi di questa riforma.
Un altro aspetto da non trascurare è sicuramente quello riguardante l'innovazione ambientale, che oltre ad essere incubatrice ideale per nuovi ambiti di business e iniziative imprenditoriali, è essenziale anche alla manutenzione, alla sopravvivenza delle cosiddette filiere tradizionali. Pensiamo un attimo a quale sarebbe stata la situazione dell'industria italiana se in questi ultimi anni avessimo davvero fatto prevenzione ambientale: probabilmente il caso Ilva non sarebbe scoppiato con la drammaticità con la quale si è incagliato nella micidiale contrapposizione tra lavoro e salute; e la stessa considerazione si potrebbe fare per l'industria chimica, il settore dell'alluminio, il comparto dei trasporti e via dicendo. Ora finalmente ci si adegua anche nel nostro Paese ad un sistema per la protezione ambientale più forte, in linea con gli standard europei più avanzati, con un'organizzazione innovativa in grado di affrontare complesse sfide: ed è per questi motivi che esprimo il voto favorevole a nome di Alleanza Liberalpopolare Autonomie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Samuele Segoni. Ne ha facoltà.

SAMUELE SEGONI. Presidente, per ragioni di tempo, chiedo di poter consegnare Pag. 29l'intervento scritto agli uffici e dichiaro semplicemente il voto favorevole della componente Alternativa Libera-Possibile (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto a favore di questo provvedimento, un provvedimento di raccordo nazionale di cui vi era necessità per una riorganizzazione dell'Istituto superiore ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maurizio Baradello. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Il testo in discussione, di fatto, è strettamente connesso alla legge n. 68 del 2015 in materia di reati contro l'ambiente, dato che la rivisitazione generale del Sistema delle agenzie dei controlli è indispensabile proprio per attuare concretamente la legge sugli ecoreati. In prima lettura, nell'aprile 2014, la Camera approvò il provvedimento all'unanimità, ma la nuova lettura, come sappiamo, si è resa necessaria per l'inserimento da parte del Senato dell'articolo 17, che recepisce una condizione della Commissione bilancio, fissando la clausola di invarianza finanziaria per il provvedimento.
Il provvedimento disciplina l'istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, di cui fanno parte l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), e le Agenzie regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione dell'ambiente. È del tutto evidente come proprio il tema ambientale necessiti di azioni coordinate e controllo sistemico: quello che succede su un confine di un'area di competenza ha riflessi, ovviamente, anche al di là di quel confine. Quindi serve proprio un'azione coordinata nella materia del controllo e della gestione di questi fenomeni.
Si prevede sostanzialmente una condizione, come dicevamo, cosiddetta ’a rete’ del Sistema nazionale delle agenzie ambientali, che ha proprio la finalità di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'ambiente, a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale, di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica.
Il Sistema nazionale concorre anche al perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, ne abbiamo parlato anche recentemente in quest'Aula, della riduzione del consumo del suolo, e anche su questo abbiamo approvato dei provvedimenti, della salvaguardia e della promozione della qualità dell'ambiente e della tutela delle risorse naturali, nonché alla piena realizzazione del principio, che deriva un po’ dal pensare e dai provvedimenti europei che dicono che chi inquina, paga.
Il Sistema nazionale ha la funzione di attuare i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali, che rappresentano i livelli qualitativi e quantitativi di attività garantite in modo omogeneo a livello.
Quanto all'Ispra, dotato di autonomia e sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente, si prevede che svolga funzioni tecniche e scientifiche per la più efficace pianificazione e attuazione delle politiche di sostenibilità delle pressioni sull'ambiente, oltre a funzioni di indirizzo e coordinamento al fine di rendere omogenee sotto il profilo tecnico le attività del Sistema nazionale.
Con riferimento, invece, alle agenzie ambientali, si nota che il provvedimento che oggi approviamo stabilisce che le leggi regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano disciplinano la struttura, il funzionamento, il finanziamento e la pianificazione delle attività delle agenzie, nel rispetto ovviamente dei LEPTA e del programma triennale dell'attività del Sistema nazionale, come predisposto dall'Ispra.
Voglio sottolineare solo alcuni punti del provvedimento, tra i tanti, quelli che ritengo Pag. 30diano una visione un po’ sul futuro, che danno un'idea della prospettiva che questo provvedimento propone.
L'indicazione che va creata una collaborazione con istituzioni scolastiche e universitarie, in relazione all'attività di divulgazione, di educazione ambientale, nonché di formazione e aggiornamento del personale di enti ed organismi pubblici operanti in materia ambientale: questo della formazione ci sembra un punto importante, soprattutto in perché coinvolge le generazioni future.
La partecipazione ai sistemi nazionali e regionali di protezione civile, sanitaria e ambientale: un fatto non indifferente.
Il supporto tecnico allo sviluppo e all'applicazione di certificazioni di qualità ecologica dei prodotti e dei sistemi di produzione: quindi, anche qui, un punto di riferimento comune per l'intero territorio.
Il fatto che venga attribuita personalità giuridica di diritto pubblico all'Ispra: è un importante segno, che disciplina certamente, ma apre anche un nuovo profilo di autonomia tecnica, scientifica, organizzativa, finanziaria, gestionale e anche patrimoniale. È del tutto evidente che si tratta di una scelta delicata, ma è una scelta lungimirante.
Il richiamo al coordinamento con l'Agenzia europea dell'ambiente e con gli organismi internazionali competenti in materia ambientale: come dicevo all'inizio, un confine fisico, geografico, non delimita la questione ambientale e, quindi, è necessario questo raccordo a livello nazionale e anche internazionale.
L'indicazione ad aumentare la diffusione dell'informazione ambientale: questo si lega al tema della formazione. Informazione e formazione sono i due elementi su cui si possono e si devono fare dei passi avanti su queste tematiche.
Ecco, come dicevo, questo provvedimento che oggi approviamo in via definitiva dopo un iter sin troppo lungo – perché era partito l'esame, qua alla Camera, nel luglio 2013 – è indispensabile per l'attuazione concreta della legge sugli ecoreati, che tutti, credo, consideriamo particolarmente importante. Per questo, quindi, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico esprime convintamente il suo voto favorevole (Applausi Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi... no, non c’è Grimoldi, Castiello... Magari, colleghi, comunicatemi prima, per favore, chi intende intervenire a nome del gruppo.
Prego, deputata Castiello, ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Questo provvedimento, come è già stato evidenziato dai colleghi in quest'Aula, ha visto in una prima lettura una grande convergenza da parte di tutte le forze politiche, con l'approvazione all'unanimità e con la collaborazione di tutti, anche da parte nostra, con uno spirito sicuramente costruttivo. Infatti, tutelare l'ambiente significa tutelare la vita di noi sulla terra, la necessità di garantire un sistema di controllo dell'ambiente moderno ed efficace, una realtà imprescindibile e indispensabile. Pertanto, siamo fortemente d'accordo sulla necessità di un riordino del sistema attuale delle agenzie ambientali, che risale al 1994.
Il nostro gruppo condivide soprattutto lo scopo primario del provvedimento, che è quello di garantire un'articolata, ma omogenea, disciplina per quanto riguarda le attività che mette in campo l'ARPA e porre fine ad una situazione attualmente esistente tra le varie aree del Paese anche sul piano della normativa regionale, che vede alcune ARPA impegnate seriamente a svolgere controlli serrati e ad applicare norme rigide da parte degli operatori, ma altre, purtroppo, in un recente passato, che hanno chiuso gli occhi davanti a realtà serie, davanti a situazioni illegittime e dannose per l'ambiente e per i cittadini. Ricordo il caso della Terra dei fuochi, ma anche sicuramente il caso Ilva di Taranto.
Siamo, dunque, d'accordo, da questo punto di vista, rispetto a quello che è il cuore del provvedimento, che è sicuramente fondamentale. Condividiamo le scelte e sappiamo e riteniamo come sia Pag. 31un'opportunità importante per il Paese il provvedimento, in quanto, rispetto all'efficienza e all'efficacia delle istituzioni, propone sicuramente una tutela dell'ambiente. Purtroppo, però, non possiamo non stigmatizzare il comportamento della maggioranza, che, nonostante l'appoggio da parte nostra a questo provvedimento, ha aspettato ben due anni per inserirlo in calendario e, quindi, discuterlo qui, in quest'Aula.
Eppure tutti – Governo, maggioranza, membri del Governo – continuano a manifestare la propria soddisfazione per tale approvazione, una legge importante che va a ristrutturare quelli che sono i controlli ambientali nel nostro Paese, ma dobbiamo registrare che questo periodo è sicuramente un periodo di inerzia di ben due anni, perché la maggioranza alla fine ha deciso di blindare il testo e non ha permesso, dunque, l'introduzione di migliorie anche su questioni accettate da tutti come indispensabili per la buona riuscita della riforma.
E se la maggioranza ha aspettato due anni per concludere la discussione del provvedimento al Senato, non siamo per nulla certi che il Governo si appresterà in tempi brevi ad emanare quelli che non sono semplici provvedimenti di attuazione della legge, tra quelli che dovranno essere i decreti e i regolamenti, perché l'operatività delle norme contenute in questo provvedimento non è immediata, ma subordinata a futuri provvedimenti attuativi.
E soprattutto non possiamo non stigmatizzare e, quindi, non comprendiamo quella che è l'imposizione, da parte di tecnici della Ragioneria dello Stato, di una norma di invarianza finanziaria, nonostante la stessa Ragioneria avesse, di fatto, dato il via libera al provvedimento circa due anni prima.
Il finanziamento del sistema rappresenta, infatti, uno dei punti principali del provvedimento, invece il testo attuale ha congelato il problema del finanziamento delle ARPA, anche se nelle prime bozze del progetto di legge, che abbiamo appunto discusso in VIII Commissione, il finanziamento della rete delle agenzie si presentava in forma analoga al finanziamento del Sistema sanitario nazionale.
Siamo quindi fortemente preoccupati, perché questa clausola di invarianza finanziaria condizionerà tutto il lavoro legislativo svolto in questi anni, perché è evidente a tutti che senza uno sforzo finanziario da parte del Governo per permettere di fatto alle agenzie di funzionare, quindi far fronte a quelle che sono le grandi emergenze ambientali del nostro territorio e quindi all'attività di monitoraggio, di controllo anche per la necessità delle bonifiche dei siti inquinati, non è possibile permettere l'erogazione da parte delle Agenzie degli importanti compiti per la tutela dell'ambiente, che sono previsti dalla presente legge e che i cittadini si aspettano dalle medesime Agenzie, anche in considerazione dell'ammontare delle tasse versate allo Stato.
Per completare, quindi, la riforma sono sicuramente indispensabili risorse finanziarie, strumentali e professionali in grado di far funzionare meglio l'intero sistema a rete.
Riteniamo che il Governo, dunque, debba individuare quelle che sono opportune risorse nei prossimi provvedimenti di manovra economica.
Per questi motivi, pur apprezzando – ripeto – il cuore del provvedimento e, pur apprezzando le finalità stesse della riforma, noi siamo costretti a non poter esprimere un voto favorevole, ma ci asterremo affinché il Governo – e quindi lo sollecitiamo – intervenga subito e seriamente per rendere effettivo questo provvedimento atteso da tutti e, quindi, che non sia appunto una scatola vuota (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.

PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica Pag. 32sul provvedimento per le reti ambientali in oggetto. Lo faccio anche e specialmente a nome del collega Salvatore Matarrese che oggi non è in Aula per motivi familiari e lo faccio sottolineando come il nostro gruppo ovviamente vede con grande apprezzamento il testo che arriva oggi in terza lettura alla Camera dei deputati per l'approvazione definitiva perché non può non condividere lo spirito che anima il provvedimento.
Noi riteniamo che effettivamente il sistema di controllo che opera oggi sulle reti ambientali periferiche sia un sistema che avesse necessità di una regia centrale e questa regia era già in mente attraverso il decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2002, che aveva istituito una sorta di consiglio federale, che raggruppava le agenzie regionali per l'ambiente, agenzie che sono nate tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, proprio per dare a ciascuna regione la possibilità di effettuare un monitoraggio ambientale che fosse quanto più attento possibile nelle proprie regioni di provenienza. Oggi il sistema delle 21 ARPA regionali viene messo in connessione con il fulcro centrale rappresentato dall'ISPRA e viene messo in correlazione con una rete a cui viene affidato il compito fondamentale di definire i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali, qualcosa che ricorda sia i livelli essenziali d'assistenza della sanità, sia i livelli essenziali di prestazioni socio sanitarie, cioè raccorda sostanzialmente tra loro tre settori, che vanno tutti peraltro verso la salubrità dell'ambiente, ma soprattutto verso la qualità della salute di chi occupa l'ambiente.
Ecco, queste sono forse le valutazioni e le osservazioni che, come gruppo, è più importante che vengano fatte in quest'Aula, nell'apprezzare – lo ripetiamo – lo sforzo che viene fatto dall'azione legislativa di dare un raccordo e una omogeneità ai sistemi di monitoraggio, di controllo, di prevenzione e di ricerca che fungono nelle varie regioni italiane e alla necessità di dare un coordinamento a un ente, che è l'ISPRA, che con i suoi 1.200 dipendenti rappresenta in Italia una realtà importantissima nel monitoraggio ambientale. Oggi la sua vocazione ad attività di ricerca e all'elaborazione delle linee-guida da cui devono scaturire i LEPTA è sicuramente messa in evidenza nella sua centralità. Però, quello che noi vogliamo sottolineare è appunto che la necessità di avere un ambiente salubre è raccordata a una valutazione che sembrerebbe elementare e scontata nella sua ovvietà e, cioè, al fatto che nell'ambiente salubre ci deve vivere nelle condizioni migliori possibili l'uomo, per cui noi abbiamo ben chiaro in testa che la salubrità dell'ambiente, la sua salvaguardia, la necessità di evitare l'eccessivo consumo di suolo, la necessità di avere delle normative che possano essere chiare, semplici, ben individuate in tutta Italia e omogenee tra di loro è legata al fatto che noi dobbiamo tutelare la salute, ma anche la possibilità di vivere, dell'uomo all'interno dell'ambiente.
Questo ci sembra un elemento da sottolineare perché consente di evitare pregiudiziali ideologiche, che molto spesso animano i dibattiti e guidano la stesura di leggi, che non sono poi raccordate alle effettive esigenze di chi vive nei territori.
Va sottolineata e noi vorremmo che fosse sottolineata appunto la necessità di ricordarsi che la centralità dell'uomo comporta che ogni attività normativa e legislativa che questo Parlamento, che i consigli regionali dovessero fare in materia ambientale deve tenere conto che il fine ultimo è quello della compatibilità tra l'ambiente e chi lo occupa e cioè l'uomo. Questo significa, in altre parole, che tutte le attività di controllo – e non parlo di quelle di prevenzione, non parlo di quelle di monitoraggio, che sono pure affidate alla rete nazionale che il provvedimento attuale sta licenziando – devono essere adeguate rispetto alla possibilità che poi l'uomo viva nei territori e devono essere adeguate alla necessità che i controlli siano semplici, che siano immediati, che siano omogeneizzati da protocolli e da linee-guida facilmente applicabili, in maniera tale da avere livelli che siano identici sul serio in tutte le regioni italiane e non situazioni frammentate, caleidoscopiche Pag. 33che non giovano a nessuno, e che possano essere funzionali alla attuazione di una politica di controllo del territorio che sia utile all'uomo che ci vive.
Spesso l'eccesso di norme di controllo, l'eccesso di controllori, l'eccesso di controlli comporta che non si faccia nessun controllo, comporta che la stratificazione di norme, che sono difficilmente interpretabili e che talora sono semplicemente sovrapposte le une alle altre senza che ci sia la possibilità di dar loro una razionalità e una logicità, che ne consenta l'utilizzo in modo ottimale, vada in direzione opposta rispetto a quella che è la volontà del legislatore. Un elemento di inquietudine nel testo che andiamo approvando va probabilmente rilevato nell'emendamento che è stato introdotto al Senato, quello sull'invarianza della spesa, che è stato stigmatizzato anche nelle dichiarazioni di voto al Senato da parte di diversi colleghi.
Pensare di poter fare una riforma mantenendo invariata la spesa, attribuendo nuovi compiti alla rete nazionale che stiamo istituendo, all'ISPRA, agli ARPA, istituendo organismi di controllo, dando dei vincoli all'azione che la rete nazionale eserciterà rispetto alle normative tecniche che lo stesso Governo dovesse poi identificare o predisporre e proporre, farlo con la clausola dell'invarianza del bilancio è un elemento che desta qualche inquietudine, perché noi sappiamo bene che nessuna riforma può essere fatta a costo zero, men che mai una riforma che attribuisce nuovi compiti alle agenzie territoriali e che crea nuove strutture di coordinamento nazionale.
Poter rafforzare gli effettivi controlli senza che questi diventino dei controlli formali che rischiano di gonfiare semplicemente Commissioni che non riescono poi ad attuare effettivamente la loro azione sul territorio è un elemento che non può creare inquietudini nel legislatore. Il fatto che la clausola dell'invarianza mantenga e rafforzi questo elemento di incertezza, che sull'applicazione concreta e fattuale della norma in questo momento chiunque sta votando questa legge ha, rappresenta senz'altro un elemento che rende più difficile votare in maniera totalmente serena questa legge.
Quindi, ci auguriamo che le risorse finanziarie che sono necessarie per far funzionare in maniera semplice, efficiente, efficace e appropriata tutti gli organismi che sono previsti da questa legge con le nuove incombenze che gli vengono attribuite vengano trovate e che questa legge non rischi di rappresentare l'ennesimo sovraccarico normativo di una burocrazia che anche nel settore ambientale qualche volta rischia di essere soffocante, ma sia effettivamente un contributo alla razionalizzazione del sistema e quindi alla valorizzazione del nostro bene ambientale in funzione dell'uomo che all'interno di quel bene vive (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raffaele Calabrò, che però non è in Aula. Andiamo avanti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serena Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Signora Presidente, onorevole colleghi, finalmente oggi approviamo in via definitiva un provvedimento che istituisce il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, e che disciplina l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Una riforma organica del sistema delle agenzie ambientali, che ne rilancia il ruolo in una rete nazionale, integrata ed omogenea che riteniamo potrà meglio tutelare la salute dei cittadini e la qualità dell'ambiente.
Una riforma attesa da tempo, per la quale si era lavorato nelle scorse legislature ma che è stata portata a compimento dal lavoro e dall'iniziativa di questo Parlamento; un Parlamento che, quando gli viene data l'opportunità di lavorare ed esprimersi, riesce a portare a termine, in modo del tutto trasversale – ma con una trasversalità che fa bene ai cittadini –, riforme attese da decenni.
Dopo i reati contro l'ambiente, era indispensabile garantire una migliore funzionalità, Pag. 34efficacia e una maggiore efficienza, creando una struttura con un adeguato sistema di condivisione delle informazioni ambientali.
Il Parlamento, con l'introduzione degli ecoreati, ha individuato e rafforzato gli strumenti giuridici per contrastare e perseguire le illegalità in campo ambientale; ora, con questa legge, le politiche ambientali verranno sostenute anche sul fronte della prevenzione e dei controlli. Conosciamo tutti i danni subiti dall'ambiente e gli attentati alla salute che hanno contraddistinto per decenni il nostro Paese.
Voglio ricordare che la legge che istituiva l'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, che organizzava il sistema dei controlli ambientali e che prevedeva l'istituzione delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente risale al 1994; l'ultima agenzia regionale di controllo ambientale è stata creata più di dieci anni dopo, nel 2006: sono evidenti e significative le resistenze e le colpevoli negligenze in cui sono incappati i temi della salvaguardia e dei controlli ambientali.
Se per un verso possiamo affermare che, a più di vent'anni di distanza dall'istituzione dell'ANPA, le agenzie di protezione ambientale costituiscono un patrimonio importante di strutture, di competenze professionali e tecnologiche acquisite attraverso lo studio, l'analisi, il monitoraggio e il controllo dei dati ambientali, non possiamo non rilevare che nel nostro Paese non si è raggiunta la necessaria omogeneità ed efficacia nell'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'ambiente.
Il panorama nazionale risulta essere composito, con agenzie che possono contare su risorse differenziate, con compiti diversi, diverse funzioni, diverse organizzazioni e anche diverse dimensioni relative e capacità operative. Questo è un fatto gravissimo ! Vi sono aree vaste in cui non è possibile garantire livelli accettabili di prevenzione e di controllo ambientale. L'ultimo esempio che purtroppo dequalifica il nostro Stato ci viene dall'ultimo rapporto nazionale dell'ISPRA, sulla presenza di pesticidi nelle acque, che vede la mancanza di dati da ben cinque regioni italiane.
Anche così si alimenta il sentimento di sfiducia dei cittadini verso lo Stato e verso gli organismi deputati alla sicurezza e alla tutela della salute pubblica. Per questo, è urgente e necessario riordinare e rafforzare il sistema dei controlli ambientali, potenziare e omogeneizzare gli interventi delle diverse agenzie ambientali, rendere più efficaci e autorevoli i monitoraggi in campo ambientale. Il Parlamento oggi sta facendo la sua parte, con un testo unificato approvato all'unanimità dalla Camera oltre due anni fa e che solo nello scorso mese ha finalmente avuto il via libera dal Senato.
Con la legge che stiamo per approvare viene istituito e si disciplina il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, del quale faranno parte l'ISPRA e le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Al sistema nazionale verrà affidata un'articolata serie di funzioni: indirizzo, coordinamento tecnico, controllo, monitoraggio, ricerca, consulenza tecnica e formazione.
Verranno istituiti i livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali, i cosiddetti LEPTA, attraverso cui introdurre strumenti di garanzia, di uniformità e di omogeneità dell'azione delle Agenzie.
I LEPTA costituiscono standard qualitativi e quantitativi di attività che devono essere garantiti in modo omogeneo a livello nazionale per quanto riguarda la materia ambientale. I LEPTA rappresentano quindi il livello minimo delle attività che il sistema nazionale è tenuto a garantire in modo omogeneo, anche ai fini del perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli essenziali di tutela sanitaria. A tal fine, verranno fissati gli standard funzionali e operativi delle agenzie ambientali.
Per quanto riguarda l'ISPRA, ferme restando le funzioni ad esso attribuite attualmente, avrà un ruolo di coordinamento del sistema nazionale, svolgerà funzioni tecniche e scientifiche per la più efficace pianificazione e attuazione delle Pag. 35politiche di sostenibilità delle pressioni sull'ambiente. Compirà attività di monitoraggio, di valutazione, di controllo, di ispezione e di gestione dell'informazione ambientale; con il concorso delle agenzie regionali e in una logica di rete, adotterà norme tecniche vincolanti per il sistema in materia di monitoraggio, di valutazione ambientale, di controllo, di gestione dell'informazione ambientale e di coordinamento del sistema nazionale, per assicurare l'efficacia e l'omogeneità dei sistemi e della gestione dei controlli sul territorio nazionale. Sempre l'ISPRA, determinerà i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali, che costituiscono gli standard qualitativi e quantitativi di attività che devono essere garantiti in modo omogeneo a livello nazionale; predisporrà, inoltre, il programma triennale delle attività del sistema nazionale, individuando le principali linee di intervento finalizzate ad assicurare il raggiungimento dei LEPTA sull'intero territorio nazionale.
Verrà istituito il Sistema informativo nazionale ambientale, realizzato e gestito a cura dell'ISPRA, che si avvarrà di poli territoriali costituiti da punti focali regionali, i cosiddetti PFR, cui concorreranno i sistemi informativi regionali ambientali (SIRA); questi organismi costituiranno la rete informativa nazionale ambientale denominata SINAnet. Viene inoltre assicurata, anche a tutti i cittadini, la divulgazione libera e accessibile dei dati della rete SINAnet. Negli ultimi anni, Presidente, la sensibilità dei cittadini in campo ambientale e nella prevenzione della salute collettiva è costantemente aumentata e ha bisogno di risposte chiare e trasparenti, oltre che tecnicamente ineccepibili. Noi consideriamo che questa norma vada nella direzione giusta.
A fronte di questi importanti, nuovi e più delicati compiti assegnati da questa legge all'ISPRA e alle agenzie ambientali regionali, è evidente che le risorse, così come il personale impiegato, si confermano del tutto insufficienti, rischiando così di compromettere l'effettiva piena attuazione delle disposizioni contenute nel provvedimento. Le risorse rimangono quelle già disponibili, ma è evidente la necessità di individuare ulteriori e nuove forme di finanziamento del sistema dei controlli ambientali.
Questo è un problema serio, Presidente, che può compromettere l'esito di questa riforma. Dopo più di un anno in cui questo provvedimento è stato bloccato al Senato, il Governo ha dato il via libera solo dopo aver imposto un emendamento di invarianza finanziaria, che non lascia presagire nulla di buono sulle reali intenzioni dell'Esecutivo ad avere un efficace servizio di monitoraggio ambientale e territoriale. Per questa ragione, con il collega Zaratti, che ringrazio per il grande lavoro svolto assieme alla Commissione ambiente nella predisposizione di un testo unificato, ho presentato un ordine del giorno, che è stato accolto dal Governo, purtroppo però con una modifica, con una riformulazione (inserire le parole «l'opportunità di»); noi, però, prevediamo che con questo ordine del giorno, al fine di integrare le necessarie risorse, attualmente del tutto insufficienti, una quota parte dei proventi delle aste per lo scambio di immissione di gas a effetto serra vengano destinate all'implementazione dell'attività svolta dall'ISPRA e dalle agenzie ambientali.
In un momento in cui il braccio operativo ambientale, il Corpo forestale dello Stato, che ha vigilato per decenni in modo straordinario sull'ambiente, viene smembrato, vogliamo ridare certezze ai cittadini e questa legge può essere una risposta adeguata alla richiesta di rafforzare le politiche ambientali del Paese, perché mira a consolidare, rendere trasparenti e uniformi, su tutto il territorio nazionale, i controlli e la prevenzione per tutelare i cittadini e l'ambiente. Ed è per questo che, come è accaduto con gli ecoreati, voteremo favorevolmente a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

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STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento, che è già stato votato all'unanimità dall'Aula in prima lettura. Mi preme ricordare che fu proprio il nostro Governo, nel 2008, a dare vita al Sistema nazionale delle agenzie ambientali, l'ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Una riforma realizzata per riunificare le varie agenzie di tutela dell'ambiente, che lavoravano in modo scoordinato; una riforma che abbiamo voluto approvare anche con la collaborazione dell'allora opposizione. Voglio ricordare che proprio il presidente Realacci suggerì di aggiungere quella «r», che significava tantissimo, all'acronimo ISPRA: significava ricerca.
Quindi, noi oggi consideriamo questo provvedimento il secondo passaggio nella costruzione di un sistema veramente efficace nella tutela dell'ambiente, che possa dare finalmente certezza ai cittadini, alle imprese, che si proponga la difesa dell'ambiente e della salute e che agisca da volano per un'economia più avanzata, pulita e competitiva.
L'obiettivo di questo provvedimento è quello di riconoscere finalmente a livello normativo il Sistema nazionale delle agenzie per la protezione dell'ambiente, di creare un sistema più organizzato e più coordinato e di creare finalmente quel collegamento istituzionale tra l'Agenzia nazionale e le agenzie sul territorio.
Quindi, questa è una legge assolutamente positiva, che dà vita a un sistema più attento alla tutela dell'ambiente che possa essere finalmente da supporto alle attività di sostenibilità ambientale. La tutela dell'ambiente è un tema troppo rilevante nel nostro Paese: quante volte questo Parlamento si è provato a legiferare per porre rimedio ad emergenze ambientali gravissime sul territorio. Quindi, è solo attraverso un sistema più avanzato, che possa realizzare la prevenzione, che noi possiamo finalmente porre le basi per una politica ambientale più efficace e più efficiente.
Ho sentito molte critiche avanzate alla modifica che è stata inserita dalla Commissione al Senato: francamente, considero questa modifica, invece, un passaggio importante, perché realizzare una riforma che abbia un carattere organizzativo, ad invarianza di spesa, in un momento in cui è necessario contenere la spesa – e spesso questi apparati sono stati anche oggetto di una spesa poco attenta – io la considero una sfida importantissima. Cosa molto diversa – invece, è battersi affinché nella prossima legge di stabilità vi siano più risorse per la ricerca ambientale, ma questo è un tema diverso. Un conto è battersi per più risorse per la ricerca ambientale, un conto, invece, è pensare di realizzare questa importantissima rete di realtà, che comunque già esistono sul territorio, aumentando la spesa pubblica.
Quindi, penso che questa modifica costituisca un valore aggiunto per il provvedimento, per il quale Forza Italia non può che votare a favore convintamente, perché completa quel disegno riformatore che abbiamo fortemente voluto per dare più forza alla politica ambientale nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Ci troviamo oggi davanti a uno dei rari casi in cui il Parlamento è riuscito a lavorare senza troppe ingerenze da parte del Governo e a lavorare per i cittadini.
Naturalmente, non tutto è rose e fiori, però, finalmente, abbiamo creato un braccio operativo rispetto alla legge degli ecoreati che il MoVimento 5 Stelle ha tanto voluto durante questa legislatura. Ecco, questo è il secondo passo per la tutela del nostro territorio e la tutela della salute dei cittadini, perché sono strettamente collegate; un secondo passo che, sempre su spinta del MoVimento 5 Stelle, con la collaborazione e un testo unificato portato avanti anche dai colleghi Bratti, Realacci e Zaratti, è arrivato a una mediazione che può portare dei benefici ai cittadini.Pag. 37
Cosa sono le agenzie ambientali ? Sostanzialmente, ISPRA nasceva, come è già stato detto, da un accrocchio di più agenzie che erano presenti sul territorio nazionale e non era mai stata coordinato in modo efficiente con le varie ARPA e APPA di tutta Italia.
Bene, finalmente diamo dei ruoli, diamo delle mission a queste strutture, e quindi troviamo che ISPRA, l'Istituto superiore per la ricerca in campo ambientale e la tutela dell'ambiente, è un braccio operativo, sia per i controlli e il monitoraggio, ma anche un punto di riferimento per il Governo sulla ricerca applicata al rispetto delle norme, ma anche per fornire dati che possono servire al Governo, ai Governi futuri, per prendere decisioni in campo ambientale. Quindi, finalmente abbiamo un ente riconosciuto che fa una ricerca specifica in alcuni settori che sono stati definiti, e quindi iniziamo a non avere più quel problema di enti di ricerca che si sovrappongono in alcuni ambiti.
Spesso anche noi legislatori non sappiamo a chi rifarci per avere delle informazioni, perché non c’è chiarezza all'interno dei compiti istitutivi dei vari enti. Naturalmente, è un altro caso in cui l'ingresso del MoVimento 5 Stelle in queste Aule ha portato ad accelerare questo processo, e quindi, con la nostra proposta, collegata a quelle della maggioranza, finalmente si è mosso qualcosa, dopo anni in cui c'era un totale immobilismo (la legge sugli ecoreati, ricordiamo, ci sono voluti più di sette anni per portarla a compimento). E sono norme che servono per il monitoraggio e il controllo: si è parlato di controllo dei pesticidi nelle acque, che avviene in modo parziale nelle varie regioni, a macchia di leopardo, ma possiamo parlare anche dell'amianto, possiamo parlare dei controlli sulla Terra dei fuochi, possiamo parlare delle ispezioni all'Ilva.
Allora, finalmente, con questa rete di agenzie, sappiamo che avremo un cervello, un cervello operativo, che è ISPRA, che farà ricerca applicata alla tutela dell'ambiente, e poi abbiamo le ARPA, che sono il braccio operativo sul territorio, che faranno monitoraggi e controlli.
Quali sono i punti fondamentali che siamo riusciti a inserire, diciamo, di comune accordo ? I LEPTA, quindi i livelli minimi di assistenza: avremo in tutto il nostro Paese una rete di laboratori certificati e dei servizi minimi assicurati. Non ci sarà più la differenza tra una regione che se lo può permettere e una regione che non se lo può permettere, perché lo scopo principale delle ARPA sarà di raggiungere quei livelli minimi e non di fare altro, perché spesso si facevano consulenze, anche in conflitto di interessi.
Le cose che ha inserito il MoVimento 5 Stelle sono, appunto, tra i compiti di ISPRA, mettere il monitoraggio del consumo di suolo, la geologia di base, il censimento dei fenomeni franosi italiani, aumentare il potere di vigilanza, controllo e ispezione e la possibilità anche di irrogare sanzioni, e quindi avere un procedimento più chiaro anche per gli operatori delle ARPA, che spesso non avevano le tutele adeguate per le funzioni di controllo. Abbiamo inserito anche delle parti importanti per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini, e quindi adesso sarà possibile non solo da parte degli enti, ma anche da parte dei cittadini, segnalare direttamente alle ARPA l'intervento per cause di danno ambientale.
Abbiamo chiesto che ci siano degli standard tecnico-scientifici di alto livello, di livello internazionale, e che siano adeguati ai bisogni dei territori, e lo abbiamo inserito all'interno della legge. Quindi, in base alle ricerche, in base agli studi e ai monitoraggi si faranno ogni anno, ci saranno degli adeguamenti delle ricerche, degli adeguamenti delle analisi in base alle necessità del territorio, e non in base, semplicemente, magari, a una norma che non è più legata all'attualità.
Abbiamo dato, chiesto e ottenuto la possibilità di avere un database nazionale di informazione ambientale e questo database nazionale sarà fruibile da tutti, cittadini compresi, associazioni comprese, pubbliche amministrazioni. Ci sarà un Pag. 38obbligo di conferire dati in questo database, ma soprattutto ci sarà la possibilità di accedere a questo database anche senza una motivazione, senza un interesse particolare, ma semplicemente perché un cittadino deve avere la possibilità, e la trasparenza da parte delle amministrazioni, di essere informato sulla situazione del territorio italiano. Sono agenzie ed enti che paghiamo con le tasse, sono agenzie ed enti che devono mettere a disposizione degli italiani le informazioni che hanno sul proprio territorio, in modo che gli italiani possano difendersi e verificare se nelle loro aree di pertinenza ci siano dei problemi ambientali da affrontare e per cui richiedere un intervento della politica.
Abbiamo chiesto naturalmente delle verifiche anche sul personale, il personale di ISPRA e ARPA. Questo era fondamentale per dare un ruolo a figure che abbiano una competenza non legata alla politica, ma alla conoscenza e al curriculum, soprattutto svincolati da qualsivoglia conflitto di interessi. Questo è stato inserito, è stato inserito anche nel dettaglio, abbiamo dettagliato bene questa questione e credo che si sia fatto un buon lavoro, probabilmente da riportare anche in molti altri ambiti in cui il conflitto di interessi vige ancora, ma la politica non è interessata per combatterlo.
Veniamo ai problemi: i problemi di questa legge sono la scarsità di fondi. È stata fermata, dopo un voto all'unanimità qua alla Camera, al Senato per due anni, per poi avere un'unica modifica, appunto l'invarianza finanziaria, un'invarianza finanziaria che, tra l'altro, era già presente all'interno del testo di legge e che è stata reinserita, ribadita, nel caso qualcuno non se ne fosse accorto. Ma, se noi spendessimo di più su queste strutture, sulla ricerca, sul monitoraggio, sulla prevenzione, noi potremmo poi risparmiare sul Servizio sanitario nazionale e sugli interventi di bonifica. Allora, è qui che dobbiamo iniziare a cambiare le idee di questo Governo, iniziare a far capire che investire in alcuni campi vuol dire poi poter risparmiare; la spending review non è tagliare fondi alla ricerca, non è tagliare fondi al monitoraggio, non è tagliare fondi alla tutela dell'ambiente !
Un altro problema grosso è stata la presenza all'interno della legge di molti decreti che dovrà fare il Governo nei prossimi mesi. Bene, noi speriamo che il Governo si attivi perché altrimenti questa legge rimane una bella proposta campata però in aria.
Allora, all'inizio è fondamentale porre dei paletti. È fondamentale che abbiamo deciso di costituire questa rete di agenzie, ma, se adesso non ci sarà la volontà del Governo di portare avanti i decreti attuativi, non avremo fatto nulla, e questa responsabilità ricadrà completamente sul Governo. Un Governo che, dobbiamo ammetterlo, è un Governo che per l'ambiente non ha fatto granché. È un Governo che, piuttosto, si è speso contro l'ambiente, più che per l'ambiente, si è speso per le trivellazioni, si è speso per gli inceneritori. Questo non ci fa ben sperare.
Certamente serviva in questo momento mettere dei paletti fissi e uno di questi altri paletti che non siamo riusciti a inserire nella legge, ma su cui insisteremo, eventualmente con un prossimo Governo 5 stelle, è introdurre all'interno delle varie agenzie l'indipendenza dalla politica. Quindi, in alcune funzioni dove serve la scienza si prende il curriculum, si prende la competenza, non si sceglie in base allo schieramento politico.
Sommato tutto questo, abbiamo messo oggi un punto fermo, abbiamo tutelato con un passo in più in avanti l'ambiente italiano. Abbiamo tutelato la rete di agenzie, che in alcuni casi rischiava di essere smantellata regione per regione. Credo che questo sia un passo in avanti non per la politica, ma per i cittadini italiani. È un punto fermo da cui ripartire per poi tutelare realmente il nostro territorio, tutelare realmente l'ambiente e, non scordiamocelo, tutelare anche la salute e la vita dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 39

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signora Presidente. Onorevole colleghi, in Italia negli ultimi anni i processi di ecoinnovazione, cosiddetti green, hanno mostrato un significativo trend di crescita compiendo notevoli progressi nel miglioramento dell'efficienza energetica, nel campo delle energie rinnovabili, nel riciclo dei materiali, nella biotecnologia industriale. Pensiamo solo a tutto il tema della chimica verde, nell'edilizia sostenibile, nei sistemi tecnologici per le smart cities e nella diffusione delle simbiosi industriali.
Questi investimenti in tecnologie innovative hanno consentito di raggiungere risultati importanti, sia in termini di riduzione complessiva delle emissioni inquinanti, sia di crescita della competitività dell'impresa e di sviluppo di nuovi prodotti. La creazione di un quadro di regole certo e stabile nel tempo, una governance istituzionale delle politiche ambientali industriali in grado di assicurare l'integrazione delle decisioni, i meccanismi che devano incentivare condotte virtuose sotto il profilo ambientale, anziché basarsi su divieti e limiti assoluti e, una questione fondamentale, l'assicurare l'uniformità delle regole su tutto il territorio nazionale, diventano aspetti quindi sempre più indispensabili per il modello di sviluppo che vorremmo nel Paese.
Non vi è dubbio che le imprese virtuose in Italia oggi sono la stragrande maggioranza, ma si trovano spesso a dover competere con altre che si insinuano nelle carenze normative e lucrano risparmiando sugli investimenti indispensabili per non impattare sull'ambiente. Nuove sfide abbiamo di fronte, quella della lotta ai cambiamenti climatici, di cui tra breve il Governo dovrà presentare la sua strategia per il rispetto dei recenti accordi di Parigi, e quella dell'economia circolare. In questi giorni il Parlamento europeo ha chiamato a licenziare una serie di provvedimenti fondamentali al riguardo. Questo sarà il contesto all'interno del quale le nostre imprese dovranno competere e possibilmente affermarsi sui mercati interni e internazionali. L'introduzione dei reati ambientali nel codice penale, la legge n. 68, e la riforma del sistema delle agenzie ambientali che oggi ci apprestiamo ad approvare, sono due leggi di iniziativa parlamentare, di cui come Partito Democratico siamo stati ispiratori, oltre che anche attenti analisti delle norme e degli articolati che vi sono all'interno, che insieme ai numerosi provvedimenti di semplificazione dei percorsi autorizzativi, costituiscono oggi un quadro normativo moderno e più tutelante per l'impresa di qualità che fanno appunto dell'innovazione e della legalità la base delle loro scelte strategiche. Queste norme hanno anche l'obiettivo di dare una concreta risposta alla crescente preoccupazione dei cittadini riguardo al tema «ambiente e salute». Conoscenza, trasparenza, professionalità, indipendenza, sono caratteristiche fondamentali per far sì che la gente possa riconoscere negli organi tecnici quell'autorevolezza indispensabile per poter aver fiducia e per potersi sentire tutelata nel bene supremo che è la proprietà salute. Non partiamo da zero, oltre 200 sedi al servizio del Paese, 600 mila campioni analizzati ogni anno, quasi 100 mila operazioni tra ispezioni e sopralluoghi, 73.600 istruttorie e pareri. Sono questi numeri dell'attività delle agenzie per l'ambiente e dell'ISPRA. Più di 11 mila operatori provenienti sia dall'ISPRA, che delle agenzie regionali e provinciali.
Numeri importanti, ma che ancora non garantiscono un'applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale dei controlli necessari. Le agenzie del sud sono sicuramente le più in difficoltà, nonostante spesso le emergenze ambientali riguardano proprio quelle regioni, pensiamo all'ILVA in Puglia, a Priolo in Sicilia e a Viggiano in Basilicata. Si tratta di grandi insediamenti industriali o aree da bonificare ove manca quasi completamente un controllo pubblico soddisfacente, poche persone addette ai controlli, laboratori non certificati, personale a volte non qualificato, scelte a volte discutibili a livello regionale che Pag. 40possono oggi essere in buona parte risolte con la struttura a rete che viene proposta dalla legge.
La proposta di legge introduce alcune questioni fondamentali che riassumerò brevemente. Innanzitutto, la costruzione di un sistema a rete che consentirà uno scambio di informazioni e di ricostruire direttive tecniche uniche in tutto il Paese, la definizione dei livelli di prestazione tecnica ambientale ai minimi uguali su tutto il territorio nazionale, oggi a parità di legislazione abbiamo impianti controllati in maniera diversa e autorizzazioni spesso differenti. Un sistema di laboratori a rete che consentirà di creare dei poli di specializzazione nel Paese; la possibilità per le agenzie di nominare ufficiali di polizia giudiziaria, consentendo una più stretta ed ufficiale collaborazione fra le procure che indagano e gli operatori delle agenzie; il riconoscimento dell'ufficialità della produzione del dato ambientale: oggi purtroppo assistiamo a girandole di dati pubblicati dalle più varie associazioni senza una base scientifica.
Ultimo, ma non ultimo di importanza, viene dato un ruolo ad ISPRA di coordinamento del sistema, con funzioni più da agenzia tecnica che da ente di ricerca, ovviando (e qui non sono d'accordo con le considerazioni che svolgeva prima l'onorevole Prestigiacomo) al progetto inefficace ed inefficiente proposto nel 2008, che andava in tutt'altra direzione.
Concludo, signor Presidente, con alcune considerazioni che ritengo indispensabili. Con l'approvazione degli ecoreati, la costituzione di un'unica Polizia di tutela ambientale nata dalla fusione dei Carabinieri con il Corpo forestale dello Stato e con questa legge abbiamo un'architettura legislativa tra le più avanzate d'Europa. Siamo l'unico Paese europeo ad avere una Commissione parlamentare specifica sui reati ambientali; le nostre forze di polizia e l'Agenzia per le dogane hanno al loro interno i migliori professionisti per contrastare i crimini ambientali a livello internazionale, e questo per tutti noi deve essere un punto di orgoglio. Si può sempre migliorare, ed è quello che dobbiamo fare; ma dobbiamo essere consapevoli che oggi nessun Paese europeo presento un quadro legislativo moderno e forze di polizia competenti come l'Italia: Paesi considerati più attenti ai temi ambientali sovente non conoscono i fenomeni malavitosi che hanno all'interno dei loro confini. Ciò non significa che si debba abbassare la guardia: una maggiore collaborazione fra procure, agenzie e le forze di polizia non solo è auspicabile, ma direi indispensabile. Per fare questo, il sistema delle agenzie sempre di più dovrà essere un sistema indipendente ed autorevole.
Nel disegno di legge nulla si dice riguardo alle risorse economiche, e poco rispetto alla necessità di dotare queste strutture di personale qualificato: sono punti che dovranno essere a mio parere riconsiderati. Ma ci sono elementi di grande innovazione, di cui credo tutte le forze politiche possano ritenersi soddisfatte, del lungo lavoro, forse troppo lungo lavoro svolto. L'iter di questo provvedimento complessivamente è durato più di dieci anni, ed ha attraversato tre legislature: 21 anni per approvare la legge sugli ecoreati e 10 per quella di riordino delle agenzie sono tempi incompatibili con il susseguirsi degli eventi; ma averli approvati in questa legislatura con un'azione incisiva – mi preme risottolinearlo – del Partito Democratico e con un ampio consenso politico, significa che davvero qualcosa sta cambiando. Le stesse imprese chiedono controlli più efficienti e rigorosi, perché solo in questo modo possono puntare sull'innovazione e il rispetto delle norme senza temere concorrenze sleali. Vi è una sensibilità diversa anche nelle forze politiche; soprattutto vi è la consapevolezza che l'ambiente non solo è il bene comune per eccellenza da tutelare, ma anche una grande opportunità per lo sviluppo della nostra economia. Per queste ragioni, il voto del Partito Democratico non potrà che essere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

Pag. 41

PAOLA BINETTI. Signora Presidente, a titolo personale, però per esprimere a nome del gruppo il parere favorevole alla legge.

FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Presidente, mi permetta di ringraziare gli uffici, in primis della Commissione ambiente, ma anche dell'Aula, per il supporto indispensabile per condurre in porto questa importante legge. Vorrei sottolineare il metodo che c’è stato, e che ha permesso a questa legge di iniziativa parlamentare di arrivare finalmente in porto e di fare quella riforma dell'agenzia ambientale tanto attesa: un metodo che ha visto mettere al centro i contenuti, il merito e ha permesso a tutte le componenti del Parlamento di dare un importantissimo contributo. L'ultimo ringraziamento al presidente Realacci, che ha voluto, nonostante la diversa collocazione parlamentare, che io seguissi questo provvedimento come relatore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 68-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulle proposte di legge n. 68-110-1945-B, approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tancredi, Magorno, Dambruoso, Centemero...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale» (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (68-110-1945-B):

Presenti 369
Votanti 354
Astenuti 15
Maggioranza 178
Hanno votato 354.

La Camera approva (Vedi votazioni) (Applausi).

(I deputati Sottanelli e Dambruoso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Secondo le intese intercorse, l'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno per i quali sono previste votazioni è rinviato alla prossima settimana.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, cui seguirà – lo ricordo – alle 16,15 l'informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP).

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, la Ministra dell'istruzione Pag. 42dell'università e della ricerca, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro dello sviluppo economico.

(Iniziative, anche in sede europea, volte a garantire l'indicazione degli scenari probabilistici nella documentazione informativa sugli strumenti finanziari, nonché intendimenti in ordine alla revoca dell'attuale presidente della Consob – n. 3-02312)

PRESIDENTE. La deputata Castelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ruocco ed altri n. 3-02312, concernente iniziative, anche in sede europea, volte a garantire l'indicazione degli scenari probabilistici nella documentazione informativa sugli strumenti finanziari, nonché intendimenti in ordine alla revoca dell'attuale presidente della Consob (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

LAURA CASTELLI. Presidente, Ministro, Vegas è colui che ha tolto il prospetto degli scenari probabilistici sulle obbligazioni subordinate, che hanno fatto perdere a milioni di famiglie oltre 60 miliardi di euro e su cui indaga la procura di Arezzo; Vegas è colui che non ha bloccato l'aumento di capitale di MPS a causa di bilanci falsi, facendo perdere 11 miliardi a molti cittadini e su cui sta indagando la procura di Milano; Vegas è colui che, rispetto alla fusione Unipol-Fonsai, incontrava e faceva accordi con i più alti vertici bancari coinvolti, facendo perdere oltre 2 miliardi ai risparmiatori, su cui sta indagando la procura di Torino: cosa deve fare ancora Vegas perché lei e il suo Governo dedichiate la giusta attenzione e rimuoviate il presidente della Consob, per il quale, le ricordo, l'unica missione è la tutela del risparmio ? Consob e il suo presidente arrivano sempre dopo le procure.
Ministro, evitiamo i giochetti di partito, a cui stiamo assistendo in questi giorni, e ci dica adesso se avete intenzione di rimuovere una carica che il MoVimento 5 Stelle da anni ritiene essere un danno per i cittadini italiani.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, rispondo all'interrogazione, così com'era pervenuta, riguardo alle informazioni sulla normativa sui prodotti finanziari.
L'obbligo per gli intermediari di fornire informazioni adeguate sui prodotti finanziari è una misura fondamentale per la tutela degli investitori. La normativa italiana in materia è in linea con quella dell'Unione europea. L'insieme delle misure di trasparenza e di tutela per gli investitori è ampio e articolato. I cosiddetti scenari probabilistici rappresentano, nel quadro regolamentare italiano, un elemento informativo supplementare previsto come raccomandazione per alcune tipologie di prodotti illiquidi e complessi.
Le misure per tutelare i risparmiatori possono essere sempre migliorate e rafforzate, gli sforzi in questa direzione sono al centro dell'attività normativa dell'Unione europea, con il pieno supporto e, in molti casi, anche su impulso del Governo italiano.
È stata già evidenziata in precedenti risposte l'evoluzione recente in materia di obblighi informativi nei confronti degli investitori, sia nella prestazione dei servizi di investimento che in materia di prospetti. Si tratta di provvedimenti adottati a livello di Unione europea per alcune tipologie di prodotti finanziari quali le quote di fondi comuni di investimento, prodotti al dettaglio preassemblati, prodotti d'investimento con base assicurativa, come ad esempio polizze vita. Per tali categorie di strumenti finanziari, che spesso sono complessi, al fine di facilitare la comprensione da parte del risparmiatore, l'informativa deve essere fornita ai clienti mediante un Pag. 43apposito documento sintetico contenente tutte le informazioni chiave, il cosiddetto KID. Il documento deve essere redatto secondo un modello armonizzato a livello di Unione europea, anche per consentire la confrontabilità fra i prodotti diversi. Tale documento riporta anche informazioni su adeguati scenari di performance dell'investimento e le ipotesi formulate per realizzarli.
Il regolamento Unione Europea ha delegato alla Commissione europea di emanare standard tecnici attuativi della citata disposizione, sulla base del parere reso in merito dalle tre Autorità europee di supervisione dei mercati finanziari ESMA, EBA e EIOPA.
Il 31 marzo, il comitato congiunto delle Autorità ha rilasciato il parere che prevede che il KID contenga tre scenari di performance che illustrino un range di possibili rendimenti sull'investimento: favorevole, intermedio, sfavorevole.
Inoltre, nel corso del 2015, sono stati avviati lavori finalizzati alla revisione della direttiva del 2003 della Commissione europea, la cosiddetta «direttiva prospetto».
Il 30 novembre 2015 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di regolamento che dovrà sostituire detta direttiva; è attualmente in corso la procedura legislativa per l'approvazione presso le istituzioni europee. Fra gli obiettivi che tale proposta di regolamento persegue vi è anche l'introduzione di una serie di semplificazioni della disciplina del prospetto.
In particolare, per ciò che qui più rileva, fornire un documento semplice e chiaro ai risparmiatori. Per quanto concerne l'estensione del KID, ivi compresi gli scenari di performance ad altre o a tutte le categorie di strumenti finanziari, la questione merita senz'altro di essere affrontata a livello europeo, dopo aver valutato costi e benefici degli scenari probabilistici. Riguardo poi alla seconda domanda dell'interrogazione, mi limito a ricordare che Consob è un'Autorità indipendente per legge.

PRESIDENTE. La deputata Ruocco ha facoltà di replicare.

CARLA RUOCCO. Presidente, Ministro, che Consob fosse un'Autorità indipendente per legge ce ne eravamo accorti, ma è talmente indipendente che è indipendente anche dai cittadini e dai risparmiatori che dovrebbe tutelare. Infatti, proprio questo era il nodo dell'interrogazione: che posizione vuole prendere il Governo in merito a delle chiare e palesi truffe avvenute col beneplacito di Consob ai danni dei risparmiatori italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
A questo ovviamente il Governo non risponde. Io vorrei che questa risposta il Ministro l'andasse a dare nelle piazze, dove ci sono i cittadini in difficoltà che sono truffati da un sistema bancario e finanziario non adeguatamente vigilato e dinanzi al quale il Governo si volta dall'altra parte, perché è attento ai ricatti politici di Alfano, Verdini e quant'altri soggetti invisi al popolo italiano.
Ma la risposta che lei ha dato oggi è una presa di posizione, perché lei ha dato una presa di posizione: lei sta dalla parte delle banche; il Governo sta dalla parte di chi ha tolto il semaforo ad un incrocio pericoloso. Gli scenari probabilistici erano quel semaforo che dava la possibilità ai cittadini, ai risparmiatori, di non farsi del male. Oggi il Governo si volta dall'altra parte, quindi non sta dalla parte dei risparmiatori e dei cittadini ma dalla parte dei ricatti politici e dei banchieri, che la Consob palesemente tutela e protegge. Questo lo andremo a dire nelle piazze. Il popolo vi sta buttando fuori proprio per questo, perché questa informazione arriverà a 60 milioni italiani, presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

(Iniziative di competenza per garantire la massima trasparenza in relazione al secondo turno delle elezioni amministrative di domenica 19 giugno 2016, alla luce di notizie di stampa relative ad irregolarità verificatesi in occasione del voto amministrativo del 5 giugno 2016 a Napoli – n. 3-02313)

PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 44n. 3-02313, concernente iniziative di competenza per garantire la massima trasparenza in relazione al secondo turno delle elezioni amministrative di domenica 19 giugno 2016, alla luce di notizie di stampa relative ad irregolarità verificatesi in occasione del voto amministrativo del 5 giugno 2016 a Napoli (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, nei giorni scorsi una testata giornalistica online, Fanpage, ha pubblicato diversi video che hanno confermato molti timori già più volte espressi e denunciati sulla serenità e la pulizia del voto alle amministrative di Napoli, di Castellammare di Stabia e della sua cintura metropolitana. Nel video sono evidenti i tentativi di pressione e scambio che, come pare anche dagli accertamenti giudiziari in corso, alcuni candidati delle liste del centrodestra e del PD hanno svolto nei confronti degli elettori della città in alcuni quartieri popolari.
Pare addirittura accertato che lo scambio riguardasse l'inserimento nelle graduatorie di «Garanzia Giovani», per lavoro povero e intermittente, con bassa retribuzione, ma comunque merce di scambio preziosa in questi tempi di crisi, nel Mezzogiorno ancora di più. Insomma, Ministro, quali sono le misure che verranno prese per il secondo turno ?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signora Presidente, onorevoli colleghi, assicuro che l'amministrazione dell'Interno presta la massima attenzione all'ordinato svolgimento del turno di ballottaggio del 19 giugno prossimo, a Napoli come negli altri sette comuni del napoletano interessati al voto. In particolare, nel capoluogo campano la prefettura aveva convocato diverse riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia già in occasione del primo turno elettorale, programmando e attuando specifiche misure di rafforzamento dell'attività info-investigativa. Complessivamente le attività di controllo hanno comportato, solo a Napoli, l'impegno di 900 operatori di polizia e di 40 pattuglie per la vigilanza ai seggi e alle aree circostanti.
Con riguardo a quanto si è verificato nelle sezioni elettorali, informo che a Napoli e provincia sono state undici le persone denunciate per avere introdotto all'interno delle cabine telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini. In vista del ballottaggio, naturalmente, il dispositivo di controllo sarà confermato e anche rafforzato, intensificando i servizi di monitoraggio, specie nelle zone dove si sono verificate le situazioni di criticità evidenziatesi il 5 giugno. Quanto ai fatti riportati nell'interrogazione e, in particolare, al videoreportage pubblicato l'8 giugno scorso sul sito di informazione Fanpage, la procura della Repubblica di Napoli – lo ricordava anche l'onorevole Scotto – ha fatto sapere di avere disposto l'apertura di un fascicolo finalizzato alla verifica preliminare della fondatezza delle notizie diffuse, ovviamente previa acquisizione del video integrale.
Gli accertamenti, che si trovano nella fase iniziale, sono coperti ovviamente dal segreto di indagine. L'altro video, quello pubblicato più di recente nello stesso sito, è stato trasmesso dalla DIGOS all'autorità giudiziaria per le valutazioni degli eventuali profili di rilevanza penale. In relazione al coinvolgimento delle due candidate del Partito Democratico, la stessa procura ha disposto alcune perquisizioni locali, avendo ravvisato la sussistenza di fondati motivi per ritenere che fosse in atto un'attività di scambio di consenso elettorale: tra i destinatari del decreto di perquisizione, vi sono le due candidate in questione. Il materiale documentale rinvenuto nel corso delle perquisizioni è tuttora sottoposto ad analisi e valutazione, e, anche in questo caso, gli accertamenti sono coperti dal segreto di indagine.

PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.

Pag. 45

ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Ministro, grazie, signora Presidente. L'allarme è grande; tuttavia, le risposte sono ancora parziali. Non metto in dubbio il lavoro straordinario messo in campo dalla prefettura e dalle forze dell'ordine, ma, quando non tutto il voto è libero, il rischio che la democrazia stessa risulti dimezzata è molto forte. Vede, nei giorni scorsi sono state utilizzate parole pesanti, anche dal Presidente del Consiglio, sulla sconfitta napoletana: «userò il lanciafiamme», lessico militare per occultare una sconfitta elettorale. Penso che il lanciafiamme vada usato per le pratiche che a Napoli non si vedevano dagli anni Cinquanta, da quando Lauro offriva ai poveri cristi di una città ancora ferita dalla guerra una scarpa prima del voto e l'altra dopo il voto.
Usatelo il lanciafiamme, ma contro lo scambio, l'inquinamento, la mercificazione della libertà e del voto, contro le carriere costruite sulla miseria della povera gente. Non è facile per nessuno, la questione morale taglia la politica in maniera trasversale, perché essa stessa non è autonoma e perché è impoverito l'intero tessuto democratico del Paese e della sua classe politica, ma, quando si afferma che i voti non puzzano, che qualsiasi alleanza va bene, purché utile a reggere il Governo, questi messaggi sono messaggi devastanti ai mercanti della politica e dei voti; per questo occorre cambiare. Mi auguro che ci sia uno sforzo nel ballottaggio di domenica prossima e poi occorre riflettere su cosa è diventata la democrazia, in particolare nel Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative di competenza per garantire la regolarità delle procedure in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie, nonché intendimenti in merito all'introduzione del voto elettronico – n. 3-02314)

PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02314, concernente iniziative di competenza per garantire la regolarità delle procedure in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie, nonché intendimenti in merito all'introduzione del voto elettronico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

FABIO RAMPELLI. Ministro Alfano, a dieci giorni dal termine delle operazioni di voto, sui risultati veri e definitivi di alcune città, tra cui Roma, regna il caos. I verbali e le tabelle di scrutinio in bianco o parzialmente compilati sono centinaia, mentre i risultati sono stati proclamati per consentire lo svolgimento dei ballottaggi. Tecnicamente, sarebbe giunto l'ordine dal Ministero di forzare i dati, così si dice, ad esempio utilizzando i modelli riepilogativi dei messi comunali, di nessun valore formale, inventando letteralmente dei numeri non verificati.
Vogliamo sapere quali misure intenda adottare, intanto, per garantire la regolarità del secondo turno, ma anche per garantire che in futuro ogni cittadino italiano in democrazia abbia la garanzia di vedere tutelato il proprio diritto di scelta.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signora Presidente, onorevoli colleghi, gli onorevoli interroganti, in risposta alle asserite incongruenze e irregolarità che si sarebbero registrate in vari seggi elettorali di Roma e Napoli lo scorso 5 giugno, in occasione del primo turno delle elezioni amministrative, sollecitano anche l'introduzione del voto elettronico. Per quanto riguarda le difficoltà registratesi a Roma e a Napoli nel corso delle operazioni di scrutinio, informo che, nella capitale, le sezioni elettorali interessate da criticità sono state 26 su 2.600. In alcuni casi non è stato completato lo spoglio delle schede, mentre in altri è stata ultimata la verbalizzazione delle operazioni di scrutinio. Voglio rassicurare che gli adempimenti prescritti per legge sono stati comunque completati per le elezioni del sindaco e del consiglio a cura dell'ufficio centrale costituito presso il tribunale di Pag. 46Roma, mentre, per le elezioni dei municipi, l'attività sostitutiva è stata svolta dei quattordici uffici centrali corrispondenti alle municipalità capitoline.
Inoltre, come è stato riferito dal commissario straordinario del comune di Roma, non si è verificato alcuno smarrimento di schede e i plichi sono risultati tutti regolarmente sigillati. A Napoli, invece, dove è parimenti intervenuto l'ufficio centrale istituito presso il tribunale per le previste attività surrogatorie, si è registrato un disguido nello smistamento di alcuni plichi elettorali, poi rinvenuti nel giro di poche ore presso gli altri uffici centrali elettorali relativi alle singole municipalità. Sia a Napoli che a Roma la situazione, anzi, le situazioni critiche sembrano riferibili a varie cause, comprese l'inesperienza dei componenti dei seggi e la stanchezza accusata al momento dello scrutinio da presidenti e scrutatori già impegnati continuativamente da tante e, forse, troppe ore.
I problemi emersi inducono a riflettere sull'opportunità di una rimodulazione delle modalità e dei tempi con riferimento sia alle operazioni di voto che a quelle di scrutinio. In questo quadro, la sollecitazione circa l'introduzione di forme di voto di scrutinio elettronico va considerata, ma va considerata, però, anche alla luce delle precedenti e limitate sperimentazioni, che, in verità, hanno comunque messo in evidenza problemi sia in termini di trasparenza delle procedure che di affidabilità e sostenibilità finanziaria, inconvenienti che si sono verificati sia nel 2001, in occasione della realizzazione in alcuni centri del progetto europeo di voto elettronico, sia nel 2006, quando la sperimentazione riguardò esclusivamente le operazioni di scrutinio.

PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.

FABIO RAMPELLI. I dati in nostro possesso, Ministro, sono ben diversi. Probabilmente, lei ha citato soltanto alcuni di questi, e in modo particolare, magari, quelli attinenti ai candidati sindaci; poi ci sono gli spogli che, invece, riguardano i partiti, quindi quelli delle preferenze relative per la scelta dei consiglieri comunali, quindi dei candidati alla presidenza dei municipi, quindi delle liste dei municipi, quindi delle preferenze dei municipi. A noi risultano centinaia i verbali o in bianco o incompleti, e quindi, sostanzialmente, irregolari le modalità di attribuzione dei numeri definitivi, o presunti tali, da parte vostra.
La sua risposta, intanto, ci porta immediatamente a dire che la scelta di aver fatto votare un giorno solo è stata fallimentare: noi avevamo chiesto che si potesse estendere a due giorni; voi vi siete trincerati – lo ha fatto in modo particolare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi – dietro la politica del risparmio, e invece abbiamo potuto constatare che, essendo abbondantemente stata scavallata la mezzanotte ed avendo lavorato i seggi per tutto il giorno di lunedì, avremmo tranquillamente speso i medesimi soldi, lasciando, magari, qualche ora di riposo ai seggi, laddove presidenti, scrutatori, vicepresidenti e segretari hanno avuto fino a quarantotto ore di lavoro filate, e, siccome il reclutamento dei presidenti e dei seggi non viene fatto attraverso la chiamata nei reparti speciali dell'Esercito italiano, ma ci capitano anche donne, persone di una certa età e, magari, persone anche fragili (perché hanno diritto di presiedere un seggio anche persone che non sono in grande stato di forma fisica), ecco è lì che abbiamo avuto delle situazioni davvero paradossali, paradossali, riportate dalla stampa quotidiana, con seggi che sono stati abbandonati, con cartelli con su scritto «non ce la faccio più, vado a casa a dormire».
Quindi, penso che voi abbiate fatto male i conti e penso che anche la progettazione della scheda sia stata un grave problema, perché i candidati sindaci non si vedevano sulla scheda. Il progettatore di questa scheda dovrebbe essere mandato a casa...

PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 47

FABIO RAMPELLI...o, comunque, destinato ad altri uffici, perché la legge, e concludo, istitutiva dell'elezione diretta dei sindaci prevede la possibilità di votare autonomamente il candidato sindaco in maniera distinta e separata rispetto ai partiti che lo indicano.

(Iniziative per garantire, nell'ambito della procedura di abilitazione scientifica nazionale, il rispetto delle pronunce della giustizia amministrativa in ordine al quorum deliberativo della commissione esaminatrice – n. 3-02315)

PRESIDENTE. Il deputato Lo Monte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02315, concernente iniziative per garantire, nell'ambito della procedura di abilitazione scientifica nazionale, il rispetto delle pronunce della giustizia amministrativa in ordine al quorum deliberativo della commissione esaminatrice (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, la questione riguarda la partecipazione alla procedura di abilitazione scientifica nazionale per il conseguimento dell'idoneità di professore universitario degli anni 2012-2013. Alcuni candidati, pur avendo riportato tre giudizi favorevoli su cinque, sono stati dichiarati non idonei, in applicazione dell'articolo 8, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 222 dal 2011 che prevedeva che la commissione deliberi a maggioranza dei quattro quinti dei componenti.
Con sentenza del 2016, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR Lazio n. 13121, del 20 novembre 2015, con la quale era stato dichiarato illegittimo l'articolo del decreto in questione. Il Ministro dell'istruzione, pur convenendo sul fatto che l'annullamento abbia efficacia erga omnes, ritiene che tale efficacia non riguardi i provvedimenti antecedenti l'annullamento, applicando la norma del decreto-legge del 2008 n. 207 che prevede il divieto di estensione soggettiva.

PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signora Presidente. Onorevole Lo Monte, in premessa voglio specificare che le ragioni per le quali non si è consentita l'estensione soggettiva del giudicato ai candidati che non avevano tempestivamente proposto ricorso non è derivata da un'applicazione di un principio discrezionale, come lei implicitamente asserisce, ma dall'applicazione di principi ampiamente consolidati nella giurisprudenza amministrativa. L'amministrazione, a seguito della sentenza che ha citato lei, del 5 febbraio 2016, prima al TAR e poi al Consiglio di Stato, ha immediatamente chiesto un parere all'Avvocatura generale dello Stato in merito agli effetti specifici estensivi del giudicato e l'Avvocatura ha dato in questo caso un parere molto netto. Cito brevissimamente la parte che ci riguarda: gli effetti della sentenza di annullamento si producono sui giudizi di non abilitazione adottati con tre voti favorevoli al candidato e due contrari relativi a provvedimenti impugnati o ancora impugnabili, mentre restano fermi i giudizi non tempestivamente impugnati. Su questa base, in data 11 febbraio, l'amministrazione ha invitato le Commissioni, che sono state a seguito, anche in questo caso, dei provvedimenti giurisdizionali ricostituite, a dare applicazione a questo principio generale di maggioranza semplice per i candidati non abilitati sulla base del medesimo principio che avessero, però, impugnato i giudizi della Commissione o che risultassero ancora nei termini per farlo, quindi applicando precisamente quanto detto.
Pertanto, in questa fase, si sta procedendo sia ad ottemperare i singoli provvedimenti giurisdizionali, sia naturalmente a provvedere a disporre il conseguimento dell'abilitazione per i candidati che ne hanno diritto sulla base dei principi evocati.
Ci tengo anche a precisare che il principio su cui si basa il parere dell'Avvocatura, Pag. 48che è stato peraltro anche precedentemente confermato da sentenze del Consiglio di Stato nel 1993 e nel 2004, afferma sostanzialmente che l'efficacia erga omnes dell'annullamento di atti normativi incontra il limite delle situazioni esaurite. Voglio anche ricordare in chiusura che nell'abilitazione che sta per essere avviata nel corso delle prossime settimane, probabilmente entro i primi di luglio, si avrà ufficialmente la partenza della nuova abilitazione scientifica nazionale e in questo caso è stato inserito il principio della maggioranza semplice per tutti coloro che saranno soggetti a giudizio di abilitazione nelle tornate che da qui – lo ricordo – saranno a sportello, quindi permanenti.

PRESIDENTE. Il deputato Lo Monte ha facoltà di replicare.

CARMELO LO MONTE. Signor Ministro, è chiaro io mi ritengo insoddisfatto, anzi la invito a conformarsi al principio per cui è necessaria, ai fini del conseguimento dall'abilitazione, la maggioranza dei voti favorevoli tre su cinque, invitando la Commissione per l'abilitazione scientifica nazionale in autotutela a rivedere il provvedimento negativo e conseguentemente dichiarare abilitati anche i partecipanti che hanno ottenuto il giudizio favorevole di almeno tre commissari.
La ratio preminente del divieto legislativo di estensione del giudicato consiste invero nel contenimento dalla spesa in relazione a decisioni idonee a riconoscere la fondatezza di spettanze di carattere patrimoniale. Il Consiglio di Stato, signor Ministro, con sentenza del 24 aprile 2012, la n. 2409, ha statuito che la finalità che informa il divieto di estensione soggettiva non può essere estesa anche «alle ipotesi in cui l'estensione degli effetti delle pronunce cautelari non risultava in alcun modo idonea a determinare pregiudizi finanziari a carico dall'amministrazione, ma, al contrario, a consentire l'esplicazione dei principi, riconducibili all'imparzialità e buon andamento di par condicio e di favor partecipationis». Inoltre, è stato rimarcato che l'amministrazione è comunque tenuta ad operare un «bilanciamento fra – da un lato – l'esigenza di salvaguardare l'equilibrio finanziario delle amministrazioni pubbliche e – dall'altro – l'esigenza di non sacrificare oltre quanto ragionevole e necessario il perseguimento di finalità di pari livello costituzionale quali i richiamati principi di favor partecipationis e della par condicio».

(Iniziative di competenza per un adeguato ed efficiente servizio di trasporto pubblico locale – n. 3-02316)

PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02316, concernente iniziative di competenza per un adeguato ed efficiente servizio di trasporto pubblico locale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

VINCENZO GAROFALO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro in questi giorni abbiamo ascoltato e preso atto delle indagini che l'Antitrust ha condotto sui servizi di trasporto pubblico locale. Alcune cose ovviamente erano già note, anzi quasi tutte erano note, ma soprattutto l'importanza è il modo con il quale l'Antitrust interviene, offrendo anche delle soluzioni. Di fatto, lei sa bene che tutti questi servizi vengono affidati senza gara ad aziende di proprietà pubblica o privata, a delle imprese che sono sempre di partecipazione pubblica, statale oppure locale; nel caso delle ferrovie statali, nel caso del gommato soprattutto locale. La spesa è rilevante ed è inutile qui ricordarla, perché siamo già su cifre nettamente alte, rispetto alla sanità ormai è la seconda spesa. Una inefficienza del servizio comporta una mobilità sostenibile carente. Quindi rispetto a tutto questo, cosa segnala l'Antitrust ? Che l'assenza di concorrenza diventa un'assenza di stimolo e quindi la qualità delle prestazioni è assolutamente poco coerente con quelli che sono i livelli di spesa. Quindi le chiedo, visto anche l'attività che si sta già mettendo in atto, a che livello Pag. 49sono le iniziative che lei ha immaginato di mettere in campo e quali specificatamente sono.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, signora Presidente. Grazie, onorevole Garofalo, per il problema che lei ha sollevato e che è stato sottolineato giustamente dall'Antitrust. Siamo assolutamente convinti che un regime di concorrenza, laddove ovviamente vi sia il desiderio e l'intenzione di soddisfare appieno i diritti dei cittadini alla mobilità, sia esattamente un diritto che vada espletato fino in fondo. A questo fine noi abbiamo messo in campo quattro azioni per fare in modo che il diritto alla mobilità che riguarda centinaia di milioni di persone (per esempio in un anno ci sono più di 750 milioni di persone che si muovono sulle metropolitane di Milano e oltre 250 su quelle di Roma, sui servizi pubblici) sia garantito con un servizio efficiente. Il decreto all'esame del Senato sui servizi pubblici locali va in questa direzione e dice che appunto bisogna aprire al mercato e si può esercitare in house solo se secondo le direttive europee. Quello che noi puntiamo a fare per rafforzare il trasporto pubblico locale è essenzialmente basato sulla regolazione presente in questo decreto delegato sui servizi pubblici locali dove c’è la centralità del cittadino nella fase di pianificazione, di erogazione di servizi.
L'altro elemento molto importante e molto rilevante è il decreto che determinerà i costi standard, grazie al quale sarà possibile perseguire una più equa distribuzione delle risorse statali tra le regioni, superando così la spesa storica che è un altro elemento di inefficienza e quindi, ponendo i costi a elemento di riferimento per le basi di gara. Il terzo elemento, il terzo pilastro, è il rinnovo straordinario dei mezzi obsoleti e inquinanti. Come lei sa, il parco autobus italiano viaggia con la vita media circa di 12 anni rispetto ai 7,7 in Europa, e quindi abbiamo investito notevoli risorse in questo, già trasferiti 350 milioni di euro alle regioni per l'acquisto di nuovi autobus, altri 150 milioni sono pronti per essere trasferiti nel prossimo anno, e abbiamo stanziato oltre 640 milioni per il rinnovo del parco rotabile in campo ferroviario. E a questo aggiungeremo anche ulteriori risorse con i fondi di azione e coesione, per favorire il ricambio rapido del parco mezzi anche nel nostro Mezzogiorno. E da ultimo, quarto pilastro, oltre ai servizi pubblici locali, ai costi standard, al rinnovo del parco rotabile, la certezza della dinamica del finanziamento, che oggi è troppo variabile; e poi anche forme di incentivi tariffari per i cittadini che scelgono di abbandonare l'uso dell'auto e di scegliere il mezzo pubblico, ed utilizzare quindi la mobilità collettiva, che è la vera sfida che questo Paese ha di fronte, visto che la gran parte dei cittadini e delle merci si muovono appunto su gomma o con mezzo privato, e quindi è chiaro che questo è il nostro obiettivo. Obiettivo che sarà raggiunto anche grazie ad una progressiva liberalizzazione: nel decreto dei servizi pubblici locali sono previste gare a piccoli lotti, esattamente per favorire la concorrenza, la qualità del servizio e la centralità dell'utente.

PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di replicare.

VINCENZO GAROFALO. Signor ministro, io intanto la ringrazio per aver aggiornato le informazioni che a noi servivano su un tema così importante. Lei lo ha detto alla fine: un sistema dei trasporti efficiente serve soprattutto a garantire intanto la mobilità a chiunque voglia muoversi sia per lavoro, per studio, per tutte le necessità; ad alleggerire il traffico causato dalla presenza di automobili nelle grandi città, dove la presenza del mezzo privato è quasi l'80 per cento, a discapito di un solo 15 per cento di trasporto pubblico locale. È anche a mio giudizio importante quello che lei ha detto, e spero che si vada rapidamente in questa direzione: la scelta dei cosiddetti ambiti ottimali Pag. 50di gara, perché lei sa bene che il tema spesso è stato affrontato con una spesa storica che non è più assolutamente corrispondente ad un sistema adeguato ai giorni nostri. I costi standard vanno bene, vanno previsti i sistemi premiali che sulla carta dal 2012 già ci sono, ma che in effetti non sono stati attivati, perché la preoccupazione è sempre stata una, secondo me sbagliata: quella di perdere posti lavoro. Al contrario la richiesta di mobilità è in crescita: mi pare che la stima che avantieri è stata presentata dall'Antitrust è di più del 3 per cento, quindi è una domanda che cresce, un mercato che cresce; manca forse un'offerta adeguata. Ed è per questo che, con un sistema regolato concorrenziale, con investimenti giusti sul parco rotabile nel caso ferroviario e gommato nel caso del trasporto urbano, con anche la presa in considerazione di innovazioni... Lei sa che ormai si parla dell'economia della condivisione, che è un altro tema che va inserito in una mobilità moderna. Tutto questo ci deve portare ormai, io credo, rapidamente, e lei so che sta lavorando in questa direzione, a varare finalmente una proposta di riforma che guardi soprattutto all'utente, al cittadino, e che guardi a delle città che devono ormai essere di una dimensione europea, allo stesso livello degli altri Paesi europei, per poter essere all'altezza della sfida, che è la sfida di una mobilità moderna e assolutamente in condizione di garantire libertà a tutti.

(Iniziative per risolvere la situazione dei cosiddetti «accidental Americans», con specifico riferimento all'applicazione della disciplina fiscale – n. 3-02317)

PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02317, concernente iniziative per risolvere la situazione dei cosiddetti «accidental Americans», con specifico riferimento all'applicazione della disciplina fiscale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

GUGLIELMO PICCHI. Presidente, Ministro, come ha detto il Presidente, ci sono molte migliaia di cittadini italiani che hanno anche il passaporto americano e vengono definiti «accidental Americans», perché proprio per la legge sullo ius soli americana hanno ottenuto, a causa del transito o della permanenza temporanea dei propri genitori negli Stati Uniti d'America, il passaporto americano. Questo, a seguito dell'approvazione nel 2010 del Foreign Account Tax Compliance Act, ha prodotto non pochi problemi: al meglio definirli burocratici, ma di fatto un vero e proprio assillo per far sì che questi cittadini possano avere una vita più semplice, per poter mantenere il proprio doppio passaporto e poter vivere una vita regolare dal punto di vista fiscale, sia in Italia che negli Stati Uniti.
Quindi la domanda è: che cosa ha intenzione di fare il Governo italiano per semplificare la vita a questi cittadini ?

PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.

PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Signora Presidente, ringrazio l'onorevole Picchi per aver sollevato una questione che è particolare ma certamente rilevante, quella appunto dei cittadini che hanno acquisito la cittadinanza americana, magari per un breve passaggio dei genitori su quel territorio. Che cosa comporta il nuovo accordo FATCA ? Comporta alcuni oneri. L'obiettivo di FATCA è quello di incentivare la compliance, la fedeltà fiscale da parte dei contribuenti, favorendola attraverso uno scambio di informazioni automatiche tra le diverse amministrazioni, quindi in questo caso tra Italia e Stati Uniti, ma tra gli Stati Uniti e tanti Paesi. L'unica novità che riguarda i possessori di questo doppio passaporto è quindi una novità informativa, nel senso che dopo l'approvazione di FATCA ad alcuni viene richiesto un codice fiscale che l'Agenzia delle entrate trasmette al proprio corrispondente americano. Dev'essere quindi chiaro – ma credo che agli interroganti Pag. 51sia molto chiaro – che i problemi derivanti dalla doppia imposizione fiscale non derivano da FATCA, ma derivano dal regime che gli Stati Uniti hanno con l'Italia e con tutti i Paesi del mondo per quanto riguarda i possessori di doppio passaporto. I rischi di doppia imposizione fiscale, e quindi di un onere fiscale che per i cittadini si raddoppia nei due Paesi, sono fronteggiati dalla Convenzione contro le doppie imposizioni che è in vigore tra Italia e Stati Uniti da sei o sette anni, e che evita che quanto non è dovuto sia imposto al contribuente che vive, risiede e lavora in Italia e paga le tasse in Italia, cioè anche un onere contributivo negli Stati Uniti. Non è automatico, perché automaticamente la legge tributaria americana ritiene il doppio cittadino come un contribuente americano, ma è un problema che si risolve attraverso la Convenzione contro le doppie imposizioni. Quindi un problema molto sensibile, ma che non deriva, se non per alcuni oneri informativi, dall'introduzione del FATCA.

PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di replicare.

GUGLIELMO PICCHI. Signora Presidente, io ringrazio il Ministro per la spiegazione, e siamo consapevoli che il problema qui non è di doppia imposizione, in quanto la Convenzione di sei anni fa, del 2009 o 2010, lo affronta in maniera abbastanza adeguata. Qui è come semplificare, dal punto di vista burocratico, la vita a tutte quelle migliaia di cittadini che si trovano nella situazione che abbiamo descritto, in quanto hanno bisogno del doppio codice fiscale, sono sottoposti a obblighi informativi complessi, non semplici. Ricordiamo che la sede dell’Internal Revenue Service, cioè l'Agenzia delle entrate americana, competente per l'Italia, è a Parigi; il livello di contatto per le vie brevi, per via informatica è estremamente difficoltoso. Quindi noi troviamo i connazionali che per rapportarsi con il fisco americano, trovandosi in questo caso specifico, debbono ingaggiare professionisti adeguati, specializzati nella materia; quindi hanno tutta una serie di costi notevoli, sono sottoposti a restrizioni che, per quanto noi siamo assolutamente favorevoli allo scambio di informazioni, a ogni tentativo per evitare elusione ed evasione fiscale, però tuttavia pongono in difficoltà tutti quei cittadini che non sono così edotti sulla normativa e che si trovano ad essere in difficoltà per conti aperti magari anni prima dai nonni o dai genitori per loro conto, e che sono sottoposti ad un obbligo reportistico molto stringente. Non mi pare che la risposta del Ministro vada incontro ad una risoluzione per semplificare la vita di tutti questi cittadini, quindi spero che il Governo faccia di più in questa direzione.

(Iniziative di competenza per ristabilire rapporti di piena collaborazione politica ed economica tra l'Unione europea e la Russia, superando l'attuale regime sanzionatorio – n. 3-02318)

PRESIDENTE. Il deputato Librandi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-02318, concernente iniziative di competenza per ristabilire rapporti di piena collaborazione politica ed economica tra l'Unione europea e la Russia, superando l'attuale regime sanzionatorio (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie signora Presidente. Signor Ministro ed onorevoli colleghi, nel 2014 l'annessione unilaterale della Crimea da parte della Russia ed il supporto più o meno esplicito offerto ai separatisti di Donetsk sono state considerate dall'Unione europea una grave violazione del diritto internazionale.
Al fine di indurre la Russia ad accettare il piano del dialogo e del confronto internazionale, l'Unione europea ha applicato misure sanzionatorie, a cui il Governo di Mosca ha reagito inevitabilmente con controsanzioni.
Queste decisioni hanno provocato alla produzione ed all’export europeo danni ingenti; solo l'Italia ha perso circa 4 miliardi di export.Pag. 52
Considerato che da più parti si è osservato che lo strumento delle sanzioni non ha dimostrato particolare efficacia e che entro la fine del mese l'Unione europea dovrà decidere se rinnovare le sanzioni di ulteriori 6 mesi, chiedo di sapere se e quali azioni l'Italia intenda intraprendere per la normalizzazione dei rapporti fra Unione europea e Russia.

PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.

PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente e grazie all'onorevole Librandi. Come l'onorevole Librandi sa, l'Italia si è sempre adoperata in questi anni, negli ultimi 2 anni, per tenere il più possibile aperta la strada del dialogo con la Russia e bisogna dire che questa impostazione, che fino ad un anno, un anno e mezzo fa, era un'impostazione che ci vedeva piuttosto isolati, adesso è largamente condivisa. Lo abbiamo fatto anzitutto per evitare escalation e quindi abbiamo sostenuto l'importanza che il Consiglio Atlantico e la Russia riprendessero i loro incontri, cosa che è avvenuta un paio di mesi fa; lo abbiamo fatto per sfruttare la potenziale collaborazione sul terreno geopolitico in crisi come la Siria e la Libia; lo abbiamo fatto per cercare di alimentare le relazioni economiche con la Russia e ricordo che il Presidente del Consiglio proprio domani partirà per il forum economico di San Pietroburgo e sarà l'ospite d'onore, l'unico leader di un Paese occidentale a partecipare a questo, che è l'appuntamento economico più importante per la Russia.
Resta il fatto che il nostro impegno con l'Unione europea e la NATO è sempre stato quello di condividere unitariamente la strategia sulle sanzioni.
Le sanzioni sono uno strumento – non un dato permanente da rinnovare in modo burocratico – che serve per attuare un'intesa, gli accordi di Minsk, e per esercitare pressioni affinché questa intesa venga realizzata.
È molto probabile, visto lo stato di attuazione non certo brillante delle intese di Minsk, che queste sanzioni vengano prolungate.
L'Italia sta comunque insistendo perché a questa decisione, se si arriverà, si arrivi alla luce di una discussione politica, proprio per sottolineare il fatto che l'Unione europea non è un ente erogatore di sanzioni, tanto meno di sanzioni automatiche, ma è una sede nella quale si discute se gli accordi stanno facendo dei passi avanti o meno e si finalizza le sanzioni a questo.
Voglio concludere dicendo tuttavia che credo che siamo tutti consapevoli che le difficoltà economiche del nostro export verso la Russia non sono determinate soltanto dalle sanzioni: c’è una crisi economica più generale di questo Paese, che ha una crescita negativa di 3,7 quest'anno e che non a caso incide sul nostro export anche nei settori non sanzionati, perché a questa crisi concorrono, come e forse più delle sanzioni, altri fattori, primo fra tutti il prezzo del petrolio.
L'obiettivo della missione del Presidente del Consiglio a San Pietroburgo è proprio quello di tenere vive, alimentare, se possibile rilanciare le nostre relazioni economiche – e molti accordi verranno firmati in quella sede – nei settori non sanzionati.

PRESIDENTE. Il deputato Librandi ha facoltà di replicare.

GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie signora Presidente e signor Ministro, la ringrazio veramente per la sua risposta, che considero molto chiara e molto soddisfacente. Accolgo positivamente la volontà di riaprire il dialogo con la Federazione Russa, intenzione che oltre al resto mi risulta condivisa da molti Governi europei, per due sostanziali motivi.
Il primo: ci troviamo, in questi tempi difficili, ad affrontare un teatro euroasiatico particolarmente complesso ed instabile, attraversato da grandi rischi legati al terrorismo di matrice islamista. In questo quadro ritengo che la soluzione dei problemi internazionali non possa prescindere Pag. 53dal coinvolgimento della Russia, Paese considerato determinante per garantire la sicurezza internazionale e la lotta a Daesh.
Il secondo: i costi economici e sociali legati al regime sanzionatorio hanno negativamente inciso sulla capacità di ripresa di sviluppo della nostra economia ed anche di quella russa, come diceva lei prima: le aziende italiane hanno investito e faticato per decenni organizzando incontri, viaggi, fiere, contatti per conquistare i mercati russi, che ora stiamo regalando ad altri; per recuperare un cliente perso ci vogliono anni e forse non lo recupereremo mai più. Quanto valgono questi sacrifici, al di là di quei 4 miliardi di export persi nel biennio 2014-2015 ? Un miliardo, 2 miliardi, 10 miliardi ? Non lo sappiamo.
Le sanzioni alla Russia ci impongono una serie di problematiche pesanti e complesse, che gravano sulle spalle del nostro sistema produttivo, ostacolando la ripresa e lo sviluppo dell'economia italiana. La riapertura del dialogo con la Russia ed il superamento del regime sanzionatorio, da molti auspicato, potranno risolvere o almeno limitare nei loro effetti tali gravi negatività.

(Misure per il sostegno delle iniziative di cooperazione decentrata e territoriale – n. 3-02319)

PRESIDENTE. Il deputato Baradello ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-02319, concernente misure per il sostegno delle iniziative di cooperazione decentrata e territoriale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

MAURIZIO BARADELLO. Grazie Presidente. Signor Ministro, come ben sa, nello scorso anno c’è stata un'intensificazione delle iniziative parlamentari a favore della cosiddetta cooperazione decentrata o territoriale. In quest'Aula sono stati approvati: una mozione ad ottobre, proposta dal nostro gruppo parlamentare, un ordine del giorno a dicembre a prima firma fra l'altro della Vicepresidente Sereni e sostenuto ed approvato dall'Aula che raccomandava fortemente questo coinvolgimento degli enti locali e degli enti territoriali nella cooperazione internazionale.
Di passi, come dicevo, nell'ultimo anno ne sono stati fatti tanti: l'Agenzia di cooperazione si è messa in moto, il Ministero sta attuando iniziative di vario tipo, definendo anche i Paesi prioritari e quant'altro, il primo bando dell'Agenzia è stato fatto.
Con l'interrogazione noi chiediamo cosa sta pensando il Governo proprio a favore della cooperazione decentrata, come pensa di attuare queste spinte anche arrivate dal Parlamento.

PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.

PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Lei ha ragione, onorevole Baradello, e ringrazio la Presidente. Del resto, nell'attività di un Ministro degli esteri è molto frequente, in diversi dei Paesi prioritari della nostra cooperazione, rendersi conto direttamente del ruolo che città, regioni ed in generale enti territoriali svolgono nel campo della cooperazione e quindi, visto che ci troviamo all'inizio di una nuova stagione, in cui l'Italia finalmente recupera almeno in parte le risorse perdute nel corso dell'ultimo periodo, per tante ragioni, a favore del nostro aiuto pubblico allo sviluppo, è chiaro che in questo contesto di una stagione nuova e di rilancio della nostra cooperazione, questa attività va valorizzata.
Come ? Innanzitutto sul piano istituzionale: come sa l'onorevole Baradello, le rappresentanze dei nostri enti territoriali fanno adesso parte delle cabine di regia previste dalla nuova legge sulla cooperazione, quindi in qualche modo condividono la pianificazione della nostra attività.
In secondo luogo, la nostra attività è sempre più un'attività che vede protagonista il sistema Paese nel suo insieme, cioè Pag. 54le missioni relative alla nostra cooperazione vedono come protagonisti certamente il Governo, ma anche le nostre imprese, le nostre università, i nostri enti territoriali, oltre naturalmente alle nostre organizzazioni non governative.
E poi, molto importante, io credo sia la cooperazione decentrata, la cooperazione tra enti territoriali, che unisce diversi Paesi e su cui alcuni dei nostri progetti più rilevanti – penso a progetti in Etiopia, penso a progetti in Tunisia, tra diverse regioni della Tunisia e italiane – sono oggi particolarmente attivi. Quindi, io raccolgo volentieri la sollecitazione che viene dalla sua interrogazione perché credo che questo sia un asset della nostra cooperazione che il Governo deve raccogliere e sviluppare.

PRESIDENTE. Il deputato Baradello ha facoltà di replicare.

MAURIZIO BARADELLO. Grazie, signor Ministro, come ben lei diceva, è sempre una questione di sistema per far funzionare le cose, perché da soli si riescono a fare tante belle cose ma insieme se ne fanno di migliori. Gli enti locali hanno anche questa proprietà di riuscire ad aggregare un territorio, le forze di un territorio – lei citava le università, le ONG, il mondo del volontariato, che in questo tema sono fondamentali – e il fulcro che può diventare un ente territoriale è ovviamente importante.
Noi spingeremo sempre su questo tema perché riteniamo che avvicinare delle realtà territoriali nel nord, nel cosiddetto nord e nel sud del mondo sia un passo fondamentale perché i problemi e le dinamiche – come ben noto – sono simili, rapportati evidentemente al territorio. Mi permetto di segnalare due questioni: un rafforzamento di queste politiche di cooperazione territoriale può andare anche nella direzione di sostenere i cosiddetti corridoi umanitari, nel rafforzare la conoscenza fra territori da cui delle persone devono staccarsi e territori in cui devono andare. In questo, il ruolo del mondo del volontariato, delle ONG e dell'ente locale è fondamentale, nel Nord come nel Sud. Il secondo aspetto che mi sento di sottolineare è che, essendo state destinate delle risorse, essendoci stato un incremento di risorse, come ben lei diceva, per la cooperazione nell'ultima legge di stabilità una parte di queste risorse abbiamo chiesto che fossero destinate formalmente a progetti di cooperazione decentrata, a sostenere, per esempio, con queste risorse i progetti europei che gli enti territoriali italiani vincono potrebbe essere una delle strade e credo che sia una delle strade che ci si aspetta sul territorio per poter sostenere percorsi condivisi con sistemi territoriali, non solo di enti, ma del sistema locale.

(Prospettive per il rafforzamento del processo di stabilizzazione e pacificazione della Libia – n. 3-02320)

PRESIDENTE. Il deputato Nicoletti ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-02320 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente prospettive per il rafforzamento del processo di stabilizzazione e pacificazione della Libia, di cui è cofirmatario, per un minuto.

MICHELE NICOLETTI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi pare che gli sviluppi politici e militari della crisi libica confermino la bontà della linea assunta dal Governo e dal Parlamento italiano, non solo perché la più rispettosa del diritto internazionale, ma anche la più efficace. Ci pare che cominci questa linea a dare i suoi frutti e le chiediamo se lei conferma questa impressione, in particolare il puntare su una soluzione politica che rifugga da ogni interventismo militare, la costruzione di un consenso internazionale con i Paesi confinanti, ma anche con i grandi attori, ivi compresa la Russia, il sostegno al Governo Sarraj e il mantenimento dell'unità nazionale e dell'integrità territoriale del Paese, con una politica di inclusione della pluralità. Quindi, la nostra domanda è quali prospettive ci siano di sviluppo di questa linea che si è confermata Pag. 55positiva, quale ruolo per il nostro Paese e anche se non vi siano delle preoccupazioni per la crisi economica. Pare che le risorse materiali stiano finendo e quindi forse ci sarà anche questo da fronteggiare.

PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Gentiloni, ha facoltà di rispondere.

PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Ha detto bene l'onorevole Nicoletti parlando di primi passi che vanno nella direzione che abbiamo auspicato come Governo e come Parlamento. Direi che sono passati sei mesi dalla svolta diplomatica che c’è stata nel mese di dicembre con la Conferenza promossa a Roma dagli Stati Uniti e dall'Italia, con i successivi accordi di Skhirat in Marocco e con la successiva risoluzione n. 2259 delle Nazioni Unite.
Che cosa è successo in questi sei mesi ? Primi passi avanti, naturalmente passi avanti contenuti – non possiamo immaginare soluzioni miracolistiche nella crisi libica – ma il Governo si è insediato a Tripoli, oltre due mesi fa, e sta gradualmente prendendo controllo dei Ministeri e di alcune porzioni del territorio libico.
Molto incoraggiante il fatto che le forze che sostengono il Governo stiano ottenendo dei successi importanti nella lotta contro Daesh nell'area di Sirte, importante anche perché una certa rappresentazione di una Libia completamente nelle mani di Daesh era una rappresentazione che spingeva sul piano diplomatico in una linea opposta rispetto a quella sostenuta dall'Italia, di rispetto del processo di cui i libici sono protagonisti.
Importante che si stia costituendo una guardia presidenziale, che tra i Ministeri libici e l'Italia si siano avviate diverse forme di collaborazione (Ministeri degli Interni, Ministeri della sanità, Ministeri dei Trasporti per i collegamenti aerei) anche per venire incontro alle difficoltà economiche di cui l'onorevole Nicoletti parlava. Manca ancora molta strada da fare e nella strada che ancora manca un passaggio fondamentale è quello di cercare di trovare un'intesa con le forze che si riconoscono nell'est della Libia, nella leadership del generale Haftar, il quale se riconoscesse l'autorità politica del Governo riconosciuto dalle Nazioni Unite potrebbe – credo – svolgere un ruolo importante insieme ad altri sul piano militare.
Quindi l'Italia oggi è impegnata a moltiplicare i rapporti bilaterali tra Italia e Libia, a sostenere il processo diplomatico sul piano internazionale (un mese fa abbiamo fatto una nuova Conferenza presieduta da Italia e Stati Uniti a Vienna) e a trovare, anche fuori dalla luce dei riflettori, un'intesa che consenta di riconoscere l'autorità politica del Governo Serraj e di riunire forze diverse attorno alla sua leadership. Lungo questa strada io credo che gradualmente, passo dopo passo, la crisi possa trovare elementi di stabilità che influiranno anche sulle conseguenze che quella crisi ha sul nostro Paese, a cominciare da quella migratoria.

PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di replicare.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente e grazie Ministro per aver delineato questa strada che porta verso la stabilizzazione della Libia, una strada che appunto – come lei diceva – è passata attraverso tre momenti importanti sicuramente: la Conferenza di Roma del dicembre del 2015, gli accordi Skhirat e la risoluzione n. 2259. È una strada che si basa su due capisaldi, per i quali l'Italia – come diceva lei – si sta effettivamente molto spendendo: da un lato, l'accordo nazionale, quindi un consenso tra le parti libiche e, dall'altro lato, la costruzione di un consenso internazionale.
Le vicende di questi giorni, in particolare le vicende militari, ci dicono che la strada intrapresa dalla Libia, da un lato, e scelta come caposaldo dell'attività diplomatica del nostro Paese, che guarda soprattutto al tema dell'unità nazionale, è la strada giusta per affrontare le sfide libiche, non solo le sfide di contrasto al Pag. 56terrorismo, ma più in generale le sfide di pacificazione e di ricostituzione di un Corpo nazionale che funzioni, di contrasto alle attività criminali e in particolare al traffico di uomini e di gestione dell'immigrazione. È importante che l'Italia quindi continui nella sua azione di rafforzamento dell'unità nazionale libica perché tutti quanti sappiamo che solo la Libia è in grado di stabilizzare e pacificare tutta la Libia stessa.

(Intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del rigassificatore di Zaule, presso Trieste – n. 3-02321)

PRESIDENTE. La deputata Sandra Savino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02321 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del rigassificatore di Zaule, presso Trieste.

SANDRA SAVINO. Grazie, Presidente. Ministro penso che lei conosca in maniera approfondita la questione che riguarda l'impianto del rigassificatore di Zaule. L’iter è partito nel 2004 e quindi, a più di undici anni di distanza, ancora la mia comunità, Trieste in modo particolare e la regione Friuli Venezia Giulia, non sa se questo impianto verrà messo o non verrà messo nel Golfo di Trieste. La cosa naturalmente ha un peso rilevante rispetto a qualsiasi iniziativa, specialmente di sviluppo economico del nostro territorio, sapere se questo rigassificatore ci sarà o non ci sarà.
Ricordo che – come leggo oggi dal quotidiano locale, dove risponde l'assessore all'ambiente, Laureni, che credo sia stato informato dai suoi uffici sulla risposta che lei intenderà dare – questa interrogazione pone un quesito estremamente semplice. Leggo peraltro sempre da dichiarazioni della presidente della regione e del sindaco di Trieste che il progetto non è più un'opera strategica per il Paese, questo avrebbe detto il Governo...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SANDRA SAVINO. ...quindi dà delle rassicurazioni. Siccome noi delle rassicurazioni non ce ne facciamo niente, vorremmo capire quale atto amministrativo lei intende porre in essere per evitare l'insediamento del rigassificatore di Zaule.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, come sapete il Ministero dell'ambiente ha pronunciato la VIA positiva nel 2009. Prima che il Ministero dello sviluppo economico possa convocare la Conferenza di servizi decisoria, deve essere acquisita la valutazione di impatto ambientale relativa al metanodotto di collegamento del rigassificatore alla rete di trasporto nazionale del gas, con una logica di complementarietà delle due infrastrutture. Lo scorso 30 maggio, con decreto direttoriale del Ministero dell'ambiente, sulla scorta del parere della Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale, ha ritenuto ottemperata tale prescrizione. Fermo restando che oggi non è stato ancora emanato il decreto di pronuncia di compatibilità ambientale relativamente al metanodotto di collegamento, il mio Ministero dovrà provvedere a convocare la riunione della Conferenza di servizi decisoria entro termini che consentano alla regione Friuli Venezia Giulia di esprimersi in merito all'intesa, necessaria in base alle norme vigenti, per il rilascio dell'autorizzazione stessa. Vi ricordo che la regione non si è ancora espressa in via formale con propria delibera di giunta su questo specifico aspetto. Nell'ipotesi in cui la regione dovesse esprimere intesa negativa, verranno adottate le conseguenti valutazioni previste dalla normativa vigente sulla base delle posizioni prevalenti che emergeranno in Conferenza dei servizi. Rispondendo nel merito della questione, l'orientamento del Governo – che però va formalizzato in queste sedi Pag. 57che ho appena detto – sarà un orientamento nel ritenere non più strategica l'infrastruttura.

PRESIDENTE. La deputata Sandra Savino ha facoltà di replicare.

SANDRA SAVINO. Signora Presidente, signor Ministro, immaginavo che la sua risposta fosse che l'opera non è strategica, ma da non essere strategica a non farla c’è, a mio modo di vedere, una bella differenza, non è strategica, però. Allora è chiaro che gli enti si sono espressi in maniera negativa rispetto all'impianto, perché si è espressa la regione in maniera negativa, la provincia – per quanto in via di scioglimento – ed i comuni limitrofi. Quindi credo che la Conferenza di servizi forse sarebbe dovuta essere convocata per tempo rispetto alla valutazione di impatto ambientale del metanodotto per poter dar certezza al territorio rispetto a – come dicevo prima – questo impianto. Ora non vorrei che questo fosse, come dire, un po’ nascondersi, perché non dobbiamo dimenticare che in questo momento nel comune di Trieste c’è un ballottaggio per le amministrative. Non vorrei dover denunciare qui, nelle Aule di questo Parlamento, che l'autorizzazione magari verrà data nel momento in cui, come tutti noi ci auguriamo, forse cesserà questo Governo a trazione Partito Democratico e naturalmente la colpa non potrà che ricadere su chi sarà in carica. Quindi credo che l'iter sia anche molto avanzato rispetto agli investimenti che Gas Natural ha fatto dal 2004 per portare a casa questo impianto, non so in quale modo il Governo riuscirà a dare parere negativo rispetto all'impegno finanziario, molto forte, di Gas Natural nel mettere in piedi questo impianto.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15 con lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, noto come TTIP.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Culotta, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Lorenzo Guerini, Locatelli, Marazziti, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Speranza, Tabacci, Tofalo, Velo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, noto come TTIP.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, noto come TTIP.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, del Ministro Calenda, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

Pag. 58

(Intervento del Ministro dello sviluppo economico)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda.

CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, è con estremo piacere che ho accettato l'invito a fornire la presente informativa urgente sul Trattato trans-atlantico sul commercio e gli investimenti, il TTIP. Considero il TTIP un punto di svolta nelle relazioni economiche internazionali, capace di portarci finalmente in una nuova fase della globalizzazione, con vantaggi per l'Europa e per l'Italia. Dagli anni Novanta i Paesi avanzati e l'Europa in particolare hanno iniziato un rapido processo di apertura dei propri mercati ai prodotti di Paesi allora emergenti, che invece mantenevano sostanzialmente intatte le loro protezioni. L'idea di fondo era che occorresse accordare loro vantaggi competitivi per sviluppare economie produttive che si sarebbero poi evolute in economie di consumo aperte ai nostri prodotti. I round multilaterali del WTO avrebbero dovuto garantire una graduale eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie da parte in primo luogo dei cosiddetti BRICS, ma così non è stato. Questa asimmetria, che permane ancora oggi, ha determinato da un lato una diminuzione delle differenze tra le aree del mondo, con 1 miliardo di persone uscite dalla povertà assoluta, ma dall'altro una forte pressione sulla classe media dei Paesi avanzati, che oggi vede – non a torto – nell'internazionalizzazione squilibrata dell'economia un generatore di ingiustizie inaccettabili. Il sostanziale fallimento del Doha Round ha messo fine a ogni velleità di poter risolvere il problema nel breve termine attraverso i soli negoziati multilaterali. In questo contesto nascono i due grandi negoziati lanciati dagli USA: la Trans-Pacific Partnership e il TTIP, e anche l'Europa, che oggi è l'area del mondo – ricordiamolo, è importante – con i più bassi livelli di protezione daziaria, ha intrapreso da anni la strada degli accordi bilaterali e plurilaterali di libero scambio per aprire nuovi mercati alle nostre aziende. Se incrociamo il TTIP, il TPP e gli accordi che l'Europa ha concluso o sta concludendo con i partecipanti alla partnership pacifica, vediamo nei fatti profilarsi una grande area di libero scambio tra Paesi che accettano regole del gioco equilibrate e standard elevati, un'alleanza che, una volta compiuta, metterà insieme il 60 per cento del PIL mondiale e spingerà inevitabilmente i BRICS ad aprirsi. Prova ne sia che il Mercosur, tradizionalmente molto protezionista, e in primo luogo il Brasile, che su di esso esercita una forte leadership, ha chiesto all'Europa di riaprire la negoziazione per un trattato di libero scambio, di fatto abbandonata da molti anni. Dunque il TTIP ha innanzitutto l'obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani; si tratta cioè di un indispensabile antidoto agli squilibri causati dalla globalizzazione e non della mera prosecuzione di un percorso che è stato sin qui difficile e controverso. Sotto un profilo più strettamente economico, gli USA sono oggi per noi il terzo mercato per volume di interscambio e in assoluto il più promettente in termini di crescita; l'anno scorso abbiamo esportato 36 miliardi di euro di beni, realizzando un saldo commerciale record di 22 miliardi. Aggiungo che, in uno scenario globale di grande instabilità politica ed economica, gli Stati Uniti rappresenteranno sempre di più uno sbocco sicuro per i nostri prodotti. Il TTIP potrebbe essere particolarmente vantaggioso per l'Italia, anche perché i dazi e le barriere non tariffarie, oggi presenti negli USA, colpiscono, in particolare, i settori di nostra specializzazione; dal tessile alle calzature, dall'agroindustria alla ceramica, molti dei nostri prodotti sono oggi fortemente penalizzati dalle protezioni americane: sulle calzature grava un dazio del 20,8 per cento, sulla lana del 19 per cento, sui pomodori del 12,5 per cento, sulle ceramiche del 10 per cento, sulla gioielleria dell'8 per cento e così via. È persino Pag. 59superfluo sottolineare che le barriere regolamentari penalizzano, poi, soprattutto, le nostre piccole e medie imprese. Gli oneri derivanti dall'esistenza di diversi standard arrivano fino al 40 per cento del costo di produzione di un bene e tale aggravio può essere molto più facilmente assorbito dalle economie di scala di una multinazionale. Per questo il TTIP, e in particolare il capitolo relativo alla convergenza regolamentare, è soprattutto un accordo a favore delle PMI. Allo stesso modo, giova ricordarlo, in nessun caso il Trattato potrà portare a un abbassamento degli standard. Su questo punto entrambi i negoziatori sono stati molto chiari: se convergenza ci sarà, sarà verso l'alto, altrimenti ognuno terrà i suoi standard. Per esempio, non saranno oggetto di negoziazione le norme precauzionali stabilite dal REACH per quanto riguarda la sicurezza del settore chimico.
Prima di passare a un'analisi dello status della negoziazione, consentitemi, infine, di ribadire quanto già ripetuto più volte, anche in questa sede, relativamente a ciò che ne è escluso. Come si evince dal mandato desecretato durante la Presidenza italiana del Consiglio commercio non fanno parte del negoziato il principio di precauzione, che ci differenzia dagli USA e sulla base del quale, tra l'altro, sono oggi tenuti fuori dal mercato UE molti OGM e altri prodotti alimentari ritenuti dalle autorità europee non completamente sicuri, i servizi pubblici, la cultura, i diritti e i servizi audiovisivi. Da questo punto di vista è importante non confondere le posizioni americane oggetto di alcuni leaks recenti con i contenuti di un accordo che la Commissione è vincolata a negoziare sulla base di quanto previsto dal mandato. Riteniamo il mandato sicuro, chiaro e valido; in questo senso ci esprimeremo qualora la Commissione, come preannunciato dal Presidente Juncker, ne richiedesse la conferma nell'ambito del prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Sostenere che il TTIP è importante, non vuol dire affatto essere pronti a chiuderlo a ogni costo.
Il rischio che un equilibrio negoziale non sia raggiunto è più che concreto. I due punti più sensibili per noi sono gli appalti pubblici e le indicazioni geografiche. Comincio dagli appalti pubblici. L'offerta USA è stata ritenuta dalla Commissione europea inaccettabile; nella proposta americana non vi sono novità rispetto a quanto presentato tre anni fa, ossia agli inizi del negoziato; permane l'impianto protezionista che governa da quasi un secolo la disciplina degli appalti USA, dove vigono le norme del Buy American Act; senza una liberalizzazione significativa del sistema degli appalti a livello federale e a livello statale, in particolare quando i fondi sono federali, per noi sarà impossibile raggiungere un accordo. Il secondo punto riguarda le indicazioni geografiche, fondamentali per la nostra agroindustria. Il TTIP dovrà fornire risultati concreti in questo settore per poter essere approvato. Agli USA chiediamo, quindi, di essere pragmatici e di trovare soluzioni all'interno dei rispettivi ordinamenti giuridici. La UE vuole una protezione per circa 200 denominazioni di indicazioni geografiche alimentari, quelle cioè commercialmente più interessanti. Il 95 per cento di questi nomi non sono controversi negli Stati Uniti e non sono in conflitto con marchi esistenti negli USA. Su una ristretta lista, da 5 a 10, c’è un problema, perché negli Stati Uniti sono considerati nomi comuni generici, cioè impossibili da proteggere, ma in questo caso riteniamo che debba essere introdotto un divieto di evocazione che contrasti l’italian sounding. Occorre impedire l'uso di simboli come il tricolore e altri segni grafici, ma anche diciture in italiano o forme colorate con tinte comunemente accostate al nostro Paese. Questo schema di accordo ricalca quello fondamentale raggiunto con il Canada sulle indicazioni geografiche. I negoziatori USA e UE auspicano che si arrivi al momento della decisione politica, l’end game, entro fine anno.
Con riguardo all'offerta di beni, l'accordo prevedrà che sull'87,5 per cento delle voci doganali vi sia eliminazione completa e immediata dei dazi; per un Pag. 60altro 9,5 di voci doganali vi sarà un'eliminazione con staging, cioè con un periodo da 3,5 a 7 anni di transizione; sul restante 3 per cento di voci doganali, gruppo sottoposto a ciò che è chiamato OT, Other Treatment, non vi sarà alcuna liberalizzazione, ma vi saranno, molto probabilmente, solo delle tariff rate quotas, quote tariffarie.
Riguardo al settore lattiero caseario, per il quale la UE e l'Italia hanno interessi «offensivi», la reazione USA è stata, per ora, accomodante, con la possibilità di darvi piena liberalizzazione. Esistono, poi, altri numerosi comparti che beneficerebbero dell'accordo, soprattutto in tema di convergenza degli standard: dal settore automobilistico e dei motoveicoli al farmaceutico. In particolare, per i medicinali generici e biosimilari, si va verso l'armonizzazione delle linee guida europee con quelle americane e con l'accettazione negli USA dei test clinici fatti in Europa. Riguardo ai prodotti tessili gli ostacoli sulle caratteristiche dei tessuti e l'etichettatura sembrano avviarsi a soluzione; sono in discussione ulteriori temi che riguardano, tra l'altro, lo sviluppo sostenibile, l'ambiente, l'energia e le materie prime, le PMI, la protezione dei lavoratori, l'anticorruzione e così via. L'inclusione di questi temi nel perimetro del TTIP rende l'accordo incontrovertibilmente misto e, dunque, soggetto a un percorso di approvazione nazionale oltre che europeo, su questo tornerò fra poco. Dal nostro punto di vista, perché il negoziato abbia successo, nel TTIP dovrà trovare piena applicazione la recente proposta europea sulla protezione degli investimenti. Tutti gli accordi commerciali prevedono il ricorso a una clausola di risoluzione delle controversie tra investitori e Stato, la cosiddetta ISDS, che salvaguardia il diritto dei Paesi a regolamentare, ma impedisce la discriminazione dell'investitore estero nell'esercizio di tale diritto. Clausole di questo genere sono presenti da più di cinquant'anni in più di 90 accordi bilaterali sottoscritti dall'Italia e oltre 1400 siglati dagli altri Stati membri dell'Unione europea. Purtroppo, di queste clausole le aziende hanno talvolta tentato di abusare, per questo il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno chiesto il varo di un nuovo sistema. L'ICS, l'International Court System, è la proposta presentata nel settembre scorso dalla Commissione; essa garantirà nell'ambito del TTIP adeguata protezione agli investitori, prevenendo le degenerazioni del precedente sistema ISDS a cui facevo cenno. Quali sono gli aspetti qualificanti dell'ICS ? Primo: definizione delle controversie fra Stato e investitori da parte di tre giudici estratti a sorte all'interno di un gruppo di 15, di cui cinque americani, cinque europei e cinque di altri Paesi scelti congiuntamente da Unione europea e USA, al posto degli arbitri privati previsti nel precedente e nell'attuale sistema. Essi devono essere giudici togati o giuristi esperti di diritto internazionale e commerciale e saranno nominati per un mandato di sei anni. I giudici dovranno essere imparziali e indipendenti da interessi privati, economici o politici, nonché liberi da qualsiasi legame finanziario, professionale, familiare o sociale che possa influenzarne il giudizio. A tal fine è prevista l'adozione di un apposito codice di condotta. Prima di aprire un procedimento è obbligatorio tentare una conciliazione amichevole per la quale è previsto un termine di tre mesi; una volta incardinati, i procedimenti prevedono udienze pubbliche. L'ICS contempla anche un secondo grado, con un processo di appello affidato a sei differenti giudici, due per ciascuna parte e due nominati di concerto; è previsto il divieto di presentare più ricorsi sulla stessa questione nonché il rigetto di ricorsi infondati e inconsistenti. Gli investitori sono poi obbligati a scegliere se utilizzare il meccanismo ICS o rivolgersi ai tribunali aziendali, ma non possono percorrere un doppio binario. I temi su cui il tribunale interverrà sono relativi ai casi di discriminazione degli investitori, espropriazione indiretta o nazionalizzazione illegittima, cioè priva di adeguato indennizzo, o mancato rilascio di una licenza. La ratio è che lo Stato è tenuto a riservare agli investitori un trattamento giusto ed equo, evitando la manifesta Pag. 61arbitrarietà. È garantito il pieno diritto degli Stati a regolamentare senza subire interferenze nell'ambito della protezione dei diritti quali salute, ambiente, sicurezza e così via. L'ICS è un passo avanti verso la creazione di una vera e propria corte internazionale destinata a sostituire l'attuale e vigente meccanismo ISDS in tutti i trattati di libero scambio che l'Unione europea stringerà in futuro.
Alcune considerazioni finali sulla trasparenza del TTIP e sul processo di approvazione del TTIP e del CETA, il trattato col Canada. Il TTIP, in quanto accordo misto, sarà soggetto a un complesso iter di approvazione; in primis dovrà essere adottata dalla Commissione una bozza di decisione sulla base della quale il Consiglio autorizzerà la conclusione e la firma dell'accordo. Per questo primo atto è necessaria l'unanimità, con una decisione in nome dell'Unione europea e dei 28 Stati membri. A seguire l'accordo sarà sottoposto all'esame del Parlamento europeo per acquisirne il consenso, quindi, gli Stati membri procederanno alle ratifiche nazionali sulla base dei rispettivi ordinamenti costituzionali e con l'esame da parte di tutte le Assemblee elettive. Non si comprende allora la richiesta di fermare il negoziato prima di sapere cosa verrà portato all'approvazione. Se non accettassimo di negoziare e persino di sederci con il primo partner commerciale dell'Europa, che ha standard più elevati di tutti gli altri, con chi dovremmo negoziare ?
Per quanto riguarda la trasparenza, per la prima volta nella storia dei trattati commerciali il mandato negoziale è stato reso pubblico, peraltro su iniziativa italiana. Per la prima volta – e questi sono dati oggettivi – nella storia dei trattati commerciali i documenti del negoziato nel corso della negoziazione sono stati messi a disposizione per la consultazione da parte dei parlamentari, seppure con un divieto di divulgazione, peraltro ampiamente superato dai continui leaks. Personalmente sono a favore del più ampio grado di trasparenza, non solo sul TTIP, ma anche su tutti gli altri accordi commerciali in negoziazione, ai quali, però, nessuno sembra in alcun modo interessarsi. Come sapete, dal 30 maggio presso il Ministero è attiva una sala di lettura accessibile ai membri del Parlamento e ai funzionari governativi. Per rendere più agevole la consultazione dei documenti abbiamo già raddoppiato le postazioni. Anche gli orari di consultazione e la durata degli accessi sono stati estesi di più di quattro ore. I visitatori hanno tra l'altro la possibilità di consultare l'elenco dei documenti con una sintesi ritenuta necessaria per l'elevato tecnicismo delle carte. Alla data odierna sono stati registrati diciotto accessi, con una permanenza media di circa un'ora e quindici minuti. Ci sembra, dunque, che in questo momento l'offerta superi abbondantemente la domanda. Vi incoraggio a verificare tale disponibilità. Penso che toccare con mano lo stato del negoziato sia lo strumento migliore per far venire meno molti dubbi, dando conto del reale stato di avanzamento del processo, delle posizioni tenute dalla Commissione europea e dagli Stati membri, Italia in primis.
Consentitemi di chiudere con una nota sul CETA. Il CETA è il primo accordo commerciale raggiunto dall'UE con un partner del G7 e interessa il Paese con cui abbiamo forse più similitudini dal punto di vista culturale, sociale, oltre che economico. Una volta in vigore avrà positive ricadute in termini di crescita e occupazione. Il perimetro dell'accordo è molto più ristretto rispetto a quello del TTIP, in particolare per quanto riguarda la convergenza regolatoria e le regole. Questo trattato porterà vantaggi fondamentali in termini di accesso al mercato e agli appalti pubblici. Soprattutto per la prima volta un Paese anglosassone extra UE riconosce il nostro sistema delle indicazioni geografiche. A livello nazionale va evidenziato che è l'accordo dove l'eccellenza dei prodotti italiani sarà meglio protetta, anche se ovviamente non in modo perfetto, ma ben 41 indicazioni geografiche italiane saranno protette in una lista annessa all'accordo. Sia da questo punto di vista, che nel complesso, il CETA è un passo avanti fondamentale e un possibile modello di accordo, suscettibile, quindi, di trasformarsi Pag. 62in un benchmark internazionale. Nel CETA il Governo Trudeau ha accolto anche la richiesta europea, avanzata dopo che l'accordo era chiuso ed era stato raggiunto, di sostituire le vecchie clausole ISDS, che peraltro l'Europa aveva chiesto di inserire, con il nuovo meccanismo di ICS. È proprio per questi risultati negoziali e i vantaggi che porterà che la procedura per la firma e l'entrata in vigore dell'accordo CETA dovrebbe concludersi nel più breve tempo possibile. Per questo nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri del commercio del 13 maggio 2016 vi è stato un ampio dibattito sulla natura mista o meno dell'accordo, cioè se ricadesse nella competenza dell'Unione europea o anche degli Stati membri. Il tema riguarda l'interpretazione del Trattato di Lisbona relativamente alla competenza europea sul capitolo investimenti. Su questo tema si esprimerà presto la Corte di giustizia, appunto sul trattato, prendendo come benchmark il trattato con Singapore. Qualora si considerasse la natura dell'accordo come mista, allora alcuni Stati membri chiederanno un'applicazione provvisoria del CETA in modalità disgiunta, cioè riguardo solo le parti di competenza europea. Ciò determinerebbe un enorme caos, rischiando di inficiare l'obiettivo di arrivare alla firma dell'accordo nei prossimi mesi.
Cosa accadrebbe, insomma, nel caso in cui l'accordo venisse considerato di natura mista dal Consiglio, nonostante il fatto che secondo il Trattato di Lisbona la politica commerciale sia una competenza esclusiva dell'UE ? Le decisioni sul CETA dovrebbero essere prese all'unanimità dagli Stati membri e l'accordo dovrebbe essere ratificato secondo i meccanismi identificati dai rispettivi sistemi costituzionali. Se questo si verificasse, vi sarebbero due conseguenze pratiche: in attesa delle ratifiche nazionali verrebbe data un'applicazione provvisoria che per effetto cumulativo delle sensibilità nazionali finirebbe per essere circoscritta, pur durando anni, in attesa delle ratifiche stesse; ciascuna delle trentotto, non ventotto, assemblee elettive coinvolte, probabilmente per qualunque motivo, anche non legato alla politica commerciale, potrebbe negare la ratifica e il CETA non entrerebbe mai in vigore. Il 28 maggio su tali basi ho scritto al Commissario al commercio Malmström e al Presidente Juncker segnalando la nostra disponibilità di principio a sostenere la posizione della Commissione sulla natura giuridica mista o meno dell'accordo.
Se fallissimo anche su questo accordo, i cui contenuti sono conosciuti e non controversi, che è stato già riaperto con il consenso dell'amministrazione Trudeau per accogliere, come ho detto, le richieste del Parlamento europeo sull'ICS, beh, allora, la politica commerciale europea sarebbe virtualmente morta. La Commissione sta valutando come procedere e su questo punto il Governo terrà aggiornato passo a passo il Parlamento.
Onorevole Presidente, onorevoli deputati, l'Europa è l'area commerciale più aperta del mondo. Aprire, attraverso gli accordi commerciali, alle nostre imprese nuovi mercati è fondamentale per sanare uno squilibrio insostenibile. Questo è particolarmente vero per l'Italia che vive di export. Siamo un Paese dove l'anno scorso più di 200 mila imprese hanno esportato beni per 414 miliardi di euro, con un saldo commerciale record di 45 miliardi. In futuro sempre di più la nostra crescita verrà dalle esportazioni e USA e Canada sono per noi mercati fondamentali.
Infine, un punto sull'Europa. Ogni giorno sentiamo pronunciare richiami alla necessità di andare avanti verso una maggiore integrazione continentale per far fronte alle circostanze politiche ed economiche in cui ci troviamo, ma allo stesso tempo vediamo Stati membri delegittimare l'Unione per riappropriarsi di competenze che sono chiaramente europee. Questo è un modo di operare da europeisti a giorni alterni, chiedendo più Europa in termini generici, ma rifiutandola proprio quando essa può fornire una via di uscita concreta da una situazione di stallo. È il modo migliore per rimanere inermi di fronte a una competizione internazionale sempre più aggressiva (Applausi dei deputati dei Pag. 63gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Senaldi. Ne ha facoltà.

ANGELO SENALDI. Grazie Presidente. Inizio ringraziando il signor Ministro perché con numeri definiti, precisi e con estrema chiarezza è ritornato in Aula alla Camera per riferire e fornire informazioni sul Trattato di partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti; un trattato commerciale importante, strategico e decisivo per l'economia del nostro continente e del nostro Paese, che coinvolge un'area di 828 milioni di abitanti, un PIL di 35,9 trilioni di dollari, pari al 46,2 per cento del PIL globale. Dimensioni che danno la cifra dell'impatto che si può generare dall'accordo oggetto di questa discussione in termini di crescita di fatturato e di occupazione per l'Europa tutta ed in particolare per l'Italia. È una possibilità, un'opportunità, cui appare difficile rinunciare in questa fase in cui stiamo provando a consolidare una ripresa ancora debole. Si è chiuso poco fa il tredicesimo round di negoziazione e nel prossimo mese partirà un'ulteriore fase. Dobbiamo porre tutta l'attenzione alle verifiche necessarie ed inevitabili, cercando tutti insieme di valutare le questioni poste dal Trattato per quello che sono, senza pregiudizi ideologici, senza scelte preconfezionate, senza posizioni che più si attagliano e che più rispondono alla tattica politica che alla strategia di visione e di sviluppo del futuro del Paese. Trovo assolutamente vera, corretta ed efficace la considerazione che il Ministro ha fatto all'inizio del suo intervento e, cioè, come il TTIP può profilare una grande area di libero scambio che accetta regole e standard comuni, spingendo anche nazioni di tradizione protezionistica ad aprirsi al libero mercato, dove le nostre capacità e le nostre imprese saprebbero – e sono certo sapranno – competere ad alto livello, rilanciando tutta la nostra struttura produttiva e manifatturiera. Passaggio essenziale è il superamento delle barriere non doganali, delle specifiche e degli standard tecnici che sono un ostacolo insormontabile, non solo per le piccole e medie imprese, ma anche per tantissime aziende italiane classificate come grandi e che per la loro taglia non gigantesca scontano problemi di costi e faticano a prepararsi e a predisporre le documentazioni e le certificazioni tecniche differenti necessarie per affrontare il mercato americano. E di questo posso darne diretta testimonianza. Ciò non vuol dire abbassare i nostri livelli di controllo e di qualità. Come espresso dalla relazione del Ministro e come indicato chiaramente ed inequivocabilmente dal mandato negoziale e dalle raccomandazioni del Parlamento europeo alla Commissione, non ci sarà alcun accordo nei settori in cui l'Unione europea e gli Stati Uniti hanno norme molto diverse, come nel caso dei servizi sanitari pubblici, degli OGM e dell'impiego di ormoni nel settore bovino, del Regolamento REACH sui prodotti chimici, che lei ha citato, e della produzione animale. Così come si deve garantire il livello più elevato di protezione della salute e della sicurezza, conformemente al principio di precauzione dei consumatori e delle normative in materia di lavoro, ambientale e di benessere degli animali, nonché delle diversità culturali esistenti nell'Unione europea. Sappiamo che si confrontano, tra Stati Uniti ed Europa, due visioni differenti, storicamente e culturalmente, ma ciò non può esimere dal restare aderenti alla discussione dei contenuti del Trattato. Colgo anche le sollecitazioni poste sull'accordo tra Unione europea e Canada, che se si concludesse nei tempi auspicati, oltre a portare all'Italia vantaggi in termini di scambi commerciali, potrebbe essere un interessante test, quasi propedeutico al TTIP, anche per quanto riguarda il funzionamento dell'International Court System. La proposta di istituzione dell'International Court System offre certamente maggiori garanzie di imparzialità e correttezza di giudizio nelle controversie tra Stato e investitori e rappresenta un passo concreto verso l'istituzione di una vera Pag. 64corte internazionale. Così come sottolineo anche la volontà di trasparenza espressa dal Governo e dal Ministero, con l'apertura della sala di consultazione dei documenti relativi al Trattato presso il MISE.
Infine, ritengo determinante l'affermazione, fatta da lei, signor Ministro, che il TTIP ha l'obiettivo di riportare il timone della globalizzazione nelle nostre mani. L'asse del mondo – dobbiamo rendercene conto – non passa più attraverso l'Atlantico, come nella prima parte del secolo scorso, ma si è spostato attraverso il Pacifico. Solo un mercato ampio, condiviso, con regole certe, abbinate alla spinta che dobbiamo dare alla nuova rivoluzione industriale dell'industria 4.0, può essere la reale sfida e la reale opportunità per il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente, colleghi, Ministro Calenda, oggi la vediamo in Aula per la prima volta nella sua veste di Ministro dello sviluppo economico, come successore dell'ex Ministro Guidi, travolta dal caso «Trivellopoli». Da un simile scandalo, che ha dimostrato, tra l'altro, quanto il Governo sia succube delle lobby, ci si sarebbe aspettato un cambio di rotta. Invece, il suo primo atto politico, Ministro, è stato quello di inviare una lettera direttamente alla Commissione europea, chiedendo che il CETA, l'Accordo di libero scambio con il Canada, dove, tra l'altro, hanno sede molte delle più grandi multinazionali del settore agroalimentare, come la Monsanto, venisse ratificato senza passare per i Parlamenti nazionali, per il Parlamento italiano. Ma come si permette, Ministro ? Ma come si è permesso di bypassare il Parlamento italiano ? Si rende conto che lei si dovrebbe già dimettere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? E oggi, Ministro, si presenta qui e continua a difendere le lobby, sostenendo a spada tratta il TTIP.
D'altronde, che lei sia abituato a proteggere gli interessi dei potenti, anziché dei cittadini, lo dice la sua storia personale. Già pupillo di Montezemolo in Confindustria, si è occupato di internalizzazione dell'impresa. Nel 2013 si candida con Scelta Civica del tecnocrate Monti ed entra a far parte del Governo Letta (quello – ricordiamolo – dei 7 miliardi e mezzo di euro regalati alle banche private). Caduto Letta, salta sul carro del vincitore e approda nel PD, dove viene nominato da Renzi, prima, rappresentante dell'Italia in Unione europea e, ora, Ministro dello sviluppo economico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E come pensa di rilanciare lo sviluppo economico del Paese ? Sostenendo il TTIP. Ed è così sicuro, Ministro, che il Trattato, il più grande trattato di libero scambio nella storia dell'umanità, sia vantaggioso per i cittadini italiani che noi parlamentari, rappresentanti del popolo, siamo costretti ad accedere alla sala lettura del Trattato scortati dai carabinieri, con il divieto di riprese e i limiti del segreto di Stato, lo stesso segreto di stato applicato al disastro di Ustica e alle stragi degli anni di piombo, lo stesso segreto di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora perché tanta segretezza, Ministro ? Cosa volete nascondere ai cittadini ? Che, in realtà, il Trattato mira solamente a instaurare un mercato costruito su misura dei grandi gruppi economici ? Che il vero obiettivo è impedire che la salute, l'ambiente e la sicurezza possano intralciare gli affari e il profitto delle multinazionali ? Che le uniche barriere che volete superare non sono i dazi, ma i diritti ? Ministro Calenda, in questa sede non può pensare di limitarsi a confonderci con le citazioni di stime, peraltro quelle più ottimistiche, sugli effetti del TTIP. Lei si barrica dietro freddi numeri, in modo fazioso e parziale.
Perché non cita i dati forniti dagli studi indipendenti, anziché solamente quelli pagati dall'Unione europea e dal Governo italiano ? Perché non ha detto che le stime dello stesso Ministro dell'agricoltura americano prevedono una diminuzione dello Pag. 650,25 per cento dell'esportazione dei prodotti agricoli europei e la diminuzione dei prezzi degli stessi prodotti ? Perché non parla delle previsioni di perdita di un milione di posti di lavoro, tra l'altro, sancite da uno dei più autorevoli centri di ricerca politica ed economica europea ?
Eppure, Ministro, nonostante tutti questi dati, il TTIP gode del vostro appoggio incondizionato e totale, così ha detto il Premier Renzi. Un Esecutivo che non gode di alcun mandato democratico, nato da una congiura di palazzo, esprime appoggio incondizionato e totale nei confronti del più grande e oscuro trattato della storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Appoggio incondizionato, sì, perché il Governo non ha avanzato alcuna richiesta di protezione dei prodotti di maggior lustro per la nostra economia, come quello agroalimentare; appoggio totale, perché Renzi e il PD intendono sottoscrivere alla cieca ogni singolo punto del TTIP, dagli interventi in materia ambientale alle norme che incidono sul mercato del lavoro, dalle politiche alimentari alla tutela dei consumatori, dalla salvaguardia della salute al patrimonio culturale: tutto è minacciato in questo Trattato. E voi siete a favore di questo Trattato in maniera incondizionata. Dov’è che tutelate, quando tutelerete gli interessi dei cittadini italiani ?
È stato solamente grazie ai documenti svelati da Greenpeace, non da voi, e grazie anche all'attività del MoVimento 5 Stelle, che ha tradotto quei documenti, se sappiamo oggi che gli Stati non potranno più far valere la regola, in vigore da settant'anni, delle eccezioni generali, cioè lo Stato italiano non potrà più porre limiti al commercio per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante, per proteggere la conservazione delle risorse naturali inesauribili.
Da troppo tempo, Ministro Calenda, state negoziando il TTIP nel massimo riserbo e senza alcun mandato, se non quello dei poteri forti, che, grazie a questo Governo, dettano legge in questo Paese. Noi, Presidente, diciamo stop al TTIP: fuori i mercanti dal tempio, fuori le multinazionali dalle istituzioni, fuori le lobby dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli recanti la scritta: «Stop TTIP»).

PRESIDENTE. Togliete questi cartelli ! Togliete immediatamente i cartelli ! Intervengano gli assistenti parlamentari per togliere questi cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente). Togliete i cartelli, per favore. Colleghi, non opponete resistenza. Togliete questi cartelli ! Forza, togliete i cartelli ! Deputata Spadoni, il cartello !
Ha chiesto di parlare il deputato Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI. Signor Ministro, dopo l'intervento che abbiamo appena ascoltato, succede che chi è chiamato all'uso della parola spesso debba modificare un po’ il testo del proprio intervento. Io credo di interpretare anche l'opinione dei colleghi nel rivolgerle, invece, nell'interesse di tutto il Paese, un augurio di buon lavoro e non invitarla immediatamente alle dimissioni.
Questo, comunque, non toglie che anche io vorrei svolgere in maniera più puntuale l'intervento. La ringrazio perché gran parte delle preoccupazioni, gran parte dei timori che sono stati citati nei giornali e nella stampa, sono stati fugati dal suo intervento o, quanto meno, sono stati affrontati.

PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Frusone, tolga quel cartello. Prego, deputato Valentini.

VALENTINO VALENTINI. Sappiamo tutti che il volume degli scambi commerciali tra Stati Uniti e Unione europea rappresenta un terzo del commercio al livello globale, la metà della produzione mondiale, e rappresenta la più grande relazione economica del pianeta. È per questo che, al fine di sgombrare il campo da qualsiasi malinteso, noi ci dichiariamo subito a favore di un accordo che possa migliorare questo rapporto, ma non di un Pag. 66accordo a qualsiasi costo. Non siamo per la cosiddetta «race to the bottom», la corsa verso il fondo di cui si parla. Purtroppo, ci troviamo in un ambito nel quale gli acronimi rendono il tutto un po’ esoterico e viviamo passando da uno slogan all'altro.
Ecco, anche noi diciamo «sì» all'Accordo, non ad un accordo a qualsiasi costo. Molti sono concordi nel pensare che, contrariamente agli auspici, non si possa raggiungere la firma di questo mega Accordo entro la fine del mandato del Presidente Obama, che, va detto, ci sarebbe riuscito con un unico pieno di benzina. Riteniamo che il pieno debba essere nuovamente fatto e pensiamo, piuttosto, che il processo negoziale possa prendere più di una direzione. Alcuni dicono – e anche noi riteniamo – che forse sarebbe più opportuno spacchettare questo mega Accordo per raggiungere una serie di accordi parziali, più facili da raggiungere, più digeribili per l'opinione pubblica, garantendo una serie positiva di accordi rispetto alla prospettiva, che anche lei non ha nascosto, di un mega disaccordo.
Non ultimo, per alcuni questo tentativo di bypassare lo stallo decennale, ormai, all'interno del WTO, del sistema multilaterale degli scambi, con un ulteriore accordo bilaterale tra due blocchi, riveste implicazioni geopolitiche addirittura maggiori di quelle economiche, nel promuovere un disegno globale di un certo tipo di governance economica a supporto di una visione specifica di regole democratiche e della loro applicazione. Lei ha detto: il timone della globalizzazione è tornato nelle nostre mani. È anche il nostro auspicio, speriamo che sia così. Dal punto di vista economico dobbiamo ammettere che i vantaggi di una riduzione tariffaria generalizzata sono soprattutto dal lato dell'offerta, mentre sappiamo bene che in una situazione di crisi come l'attuale sarebbe meglio cercare di operare dal lato della domanda. Non servono neppure le enormi iniezioni di capitali che stiamo vedendo. Per cui i risultati positivi descritti dai vari contrastanti modelli macroeconomici non potranno essere raccolti subito, anzi è probabile che se ne avvertano invece i contraccolpi su quote di mercato o sull'occupazione. In secondo luogo non si tratta più di smantellare barriere tariffarie tradizionali tra Stati Uniti e Unione europea che nel corso dei decenni sono già state ampiamente abbassate ma si tratta di appianare delle diversità tra regimi normativi e regolatori in vigore da entrambe le parti dell'Atlantico, quindi un'armonizzazione degli standard che richiederà un tempo molto lungo: vale a dire la cosa è facile, in fondo l'abbiamo già fatta, adesso rimane soltanto il difficile. Inoltre questi negoziati, come abbiamo visto e abbiamo potuto sentire, si svolgono in un momento in cui la fiducia dell'opinione pubblica nell'Europa e nelle grandi imprese ha toccato uno dei punti più bassi. Il fatto poi che informazioni sensibili su questi negoziati, a volte nel segreto, siano state divulgate da gruppi ostili all'Accordo ha reso netta l'impressione che questi accordi servono ad arricchire il grande business e non servono invece a fare gli interessi di tutta la popolazione in generale. Inoltre, non entrerò sulla questione dell'ISDS, cioè delle clausole di arbitrato. Abbiamo sentito la proposta della Corte, speriamo che venga accettata; alcuni dicono che in genere le questioni vengono risolte così: gli americani portano gli avvocati, noi facciamo un'istituzione, mettiamo le due cose insieme e risolviamo il problema. Speriamo che vada in questo modo.
Quindi, per questo motivo, nel ribadire la posizione del nostro gruppo, coerente con quella assunta nel seno del Parlamento europeo, riteniamo che la conclusione di un Accordo rappresenta un significativa opportunità per l'Europa e per le sue imprese ma che l'Accordo in questione debba essere concluso senza sacrificare i principi di elevati standard dell'Unione europea e solo nella misura in cui gli interessi effettivi dell'Italia siano parte prevalente (vantaggi per le piccole e medie imprese, tutela delle indicazioni geografiche per i prodotti agricoli, accesso al mercato di appalti pubblici americani). Ma, oltre alla tutela dei nostri interessi, invitiamo il Governo a vigilare, a tenere Pag. 67informato il Parlamento sugli effetti e le ripercussioni economiche-giuridiche dell'applicazione del trattato gemello...

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINO VALENTINI. ...e a vigilare sui possibili tentativi di aggiramento attraverso l'utilizzazione del CETA. In altre parole questo non vuole essere un trattato, questo non deve essere neanche un agreement, questo vuole essere una partnership: la partnership si basa sulla fiducia e invitiamo il Governo a continuare nella sua azione di divulgazione e di apertura perché non è sufficiente in questo momento affinché le misure di creazione della cofiducia possano portare a un risultato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, noi siamo insoddisfatti del suo intervento e delle sue parole, soprattutto delle sue valutazioni sulla posizione italiana ed europea sui trattati commerciali attualmente in discussione. Tali trattati, secondo noi, mettono in discussione la sicurezza, la garanzia sui prodotti di standard ambientali e sanitari. Le sue informazioni, quelle che ci ha portato oggi, sono vaghe ed edulcorate, a nostro giudizio; le valutazioni sono falsamente rassicuranti e lo scenario che ci prospetta un po’ trionfalistico. Il Trattato di cui oggi discutiamo è un trattato sbagliato che danneggia cittadini e consumatori, mette a repentaglio gli standard ambientali e sanitari e la protezione dei lavoratori. Finora il Governo italiano non è che ha fatto una gran bella figura: prima criticati a Bruxelles in documenti ufficiali durante il nostro semestre di Presidenza per la latitanza e l'inconsistenza del nostro ruolo e poi ultimamente fideisticamente allineati sulle posizioni più oltranziste. Lei, signor Ministro, afferma, cambiando idea tra l'altro, che i Parlamenti nazionali non devono ratificare l'accordo CETA, che è una sorta di cavallo di Troia per le multinazionali e un liberismo selvaggio di cui abbiamo pagato già troppo il prezzo. Proprio il contrario di quello che hanno chiesto tre settimane fa in Lussemburgo i Presidenti dei Parlamenti nazionali che hanno insistito a rivendicare il diritto dei Parlamenti nazionali di discutere e di votare il Trattato TTIP e il Trattato CETA. Lei dice che l'Accordo CETA non è un accordo misto: affermazione contraddetta, oltre che dai fatti, anche dall'opinione dei Presidenti dei Parlamenti nazionali. In realtà lei ha un'opinione in generale abbastanza chiara: lei ha dichiarato – cito tra virgolette – che «Per i trattati commerciali non si può rischiare di farli saltare per il voto negativo dei Parlamenti nazionali».
E poi ha detto che i negoziatori europei non possono farsi imbrigliare – ha usato questa espressione – dagli Stati nazionali. Signor Ministro, i Parlamenti non imbrigliano nessuno: esercitano i loro diritti e i loro poteri democratici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà). Siete voi che con le posizioni, che anche lei esprime, volete imbrigliare la democrazia in nome del commercio. Lei dice che non ci può essere l'Europa «alla carta»: sono d'accordo, ma quale carta, di quale carta parliamo ? Se parliamo della carta dei diritti dei cittadini ed è la carta che statuisce la democrazia in questo continente, l'Europa deve avere un ruolo fondamentale. La sovranità popolare è molto più importante della sovranità commerciale delle imprese e dei mercati. Signor Ministro, lei fa il Robin Hood con la Consob di giorno, poi di notte si trasforma in una sorta di sceriffo di Nottingham contro le prerogative del Parlamento. Lei da piccolo, signor Ministro, ha interpretato egregiamente il protagonista di Cuore, l'Enrico che stava dalla parte dei buoni e della giustizia. Da grande mi sembra che stia indossando i panni di Franti: lui tirava i sassi alla sua scuola, lei, metaforicamente parlando, li tira al Parlamento nazionale. Lei ci ha gentilmente concesso di poter visionare per un'ora i Pag. 68testi dei trattati nella sede di via Veneto. Ottocento pagine in un'ora sotto il controllo poliziesco dei suoi funzionari: deputati trattati come degli scolaretti, degli studentelli ad un concorso. Però in quell'ora noi abbiamo trovato conferma di tutte le nostre preoccupazioni che sono quelle espresse in questi mesi dalla campagna «no TTIP»: gli standard ambientali e sanitari vengono pesantemente intaccati, la sicurezza dei prodotti messa in discussione, il futuro di alcuni settori della nostra economia, come il settore agroalimentare, anche questo messo in discussione sia per la sua crescita che per la qualità dei suoi prodotti. Abbiamo trovato disposizioni aberranti su temi come l'etichettatura di cosmetici, vini, generi alimentari. Tramite lei, signor Ministro – vado a concludere – chiediamo al Governo le seguenti quattro cose. La prima: ascoltare la richiesta dei Presidenti dei Parlamenti nazionali dell'Unione europea di poter discutere prima della fase dell'approvazione e, quindi, di votare i trattati TTIP e il Trattato CETA. Secondo: impegnare il nostro Paese, come hanno fatto la Francia e altri Paesi, a difendere gli standard ambientali e sanitari e la sicurezza dei prodotti: le sue parole oggi sono troppo, troppo vaghe. Terzo: impegnare il nostro Paese nell'opposizione al ricorso ad un arbitrato privato con le imprese che possono chiamare gli Stati nazionali in causa: quello che ci ha detto oggi non è assolutamente sufficiente. Quarto: garantire una vera trasparenza. Chiediamo di mettere a disposizione la lettera CETA alla Commissione europea: così avremo la trasparenza sui trattati. Chiediamo l'apertura della sala di lettura anche ai rappresentanti delle categorie economiche e sociali e alle organizzazioni sindacali. A queste richieste noi non abbiamo trovato finora nessun riscontro e anche il suo intervento di oggi conferma le ambiguità e le reticenze e per questo confermiamo la radicale insoddisfazione del gruppo di Sinistra Italiana a quanto ci ha detto nell'informativa di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raffaello Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio il Ministro Calenda per l'esauriente informativa che ci ha dato. Volevamo esprimere un giudizio favorevole, favorevolissimo da un punto di vista politico innanzitutto. Noi crediamo che attualmente il TTIP sia il più grande progetto che c’è in Europa. Esso riequilibra l'asse dell'economia sull'Atlantico: nel momento in cui gli Stati Uniti firmano l'accordo sul Pacifico, noi diventiamo marginali ed è un nostro interesse, ed è più decisivo per noi che per gli Stati Uniti.
Secondo aspetto: così come è stato il mercato comune europeo così un mercato comune Atlantico può favorire la prosperità e la pace. Questo noi ce lo dimentichiamo però basta che guardiamo la nostra storia: è il protezionismo che produce mancato benessere, mancata crescita e produce conflitto. Poi è chiaro che cavalcare le chiusure protezionistiche sollecita la pancia dal punto di vista elettorale ma non produce grandi risultati. Non so se ci ricordiamo una decina d'anni fa quando qualcuno invocava i dazi di fronte alla globalizzazione. Se i nostri imprenditori avessero aspettato i dazi sarebbero morti: hanno pensato invece di cogliere l'opportunità di un mercato che si allargava. Lei ha citato, giustamente e per fortuna, che si riapre il discorso con il Brasile, il Mercosur, ma quella chiusura è il frutto della nostra chiusura: la chiusura e i dazi del Mercosur e del Brasile in particolare derivano dalla chiusura dell'Europa a quei mercati, non dimentichiamocelo, non è la causa, è un effetto.
Terzo aspetto: l'Italia sarebbe uno dei Paesi più beneficiati dal TTIP; questo è bene che ce lo ricordiamo, primo per il mix merceologico del nostro export, che è straordinario; secondo – lo diceva giustamente lei – per l'eliminazione delle barriere non tariffarie, che sono il più grande contributo che possiamo dare alle nostre piccole imprese, perché la difficoltà non Pag. 69sono i dazi, sono le barriere non tariffarie; terzo: può produrre una significativa crescita del PIL.
Peraltro, il nostro export verso gli Stati Uniti, ricordo – qualcuno forse non guarda i dati – che già da 5 anni è tornato ai livelli pre-crisi, con i dati lusinghieri che diceva oggi. Ricordo che nel 2011 era 23 miliardi, nel 2015 è stato 36 miliardi, fra l'altro con un surplus cresciuto molto di più.
Quindi teniamo presenti queste cose.
Poi vorrei sottolineare, con quelli che si preoccupano della tutela dei deboli, che gli accordi tutelano i deboli: i forti non hanno bisogno degli accordi, anzi vincono meglio senza gli accordi, è con gli accordi che si tutelano i deboli, non nell'assenza di nessuna regola.
Per questo non possiamo condividere la posizione populistica a priori spesso dei «no TTIP», perché è facile solleticare e fare leva sulle paure ed è comodo, ma è irragionevole.
Peraltro noi siamo contrari ai comitati dei «no a prescindere», che purtroppo sono anche troppo diffusi, perché servono solo a deprimere lo sviluppo ed il lavoro, non ad altro.
Non vorrei però che su questo aspetto del TTIP ci fosse anche un aspetto culturale che incide, che è un po’ di anti meccanismo strisciante, che mi sembra rimanga in questo Paese.
L'accordo con il Canada, che è abbastanza simile, non credo abbia avuto una così grande polemica in Italia, quindi forse facciamo anche qualche riflessione da questo punto di vista.
Certo, non sottovalutiamo i rischi: io ho apprezzato molto, ad esempio, l'inciso che ha fatto il Ministro sulla richiesta dell'Italia di inserire nel Trattato norme per la tutela di un mercato sano, quindi le norme anticontraffazione, antipirateria, di contrasto all’Italian sounding. Peraltro, grazie al Ministro già da quest'anno avremo una campagna negli Stati Uniti di tipo culturale; per la prima volta, dice, su richiesta dell'allora Viceministro, fa un'operazione assolutamente intelligente, perché è sul livello culturale che bisogna lavorare, non su altre cose.
Chiudo: signor Ministro, noi di Area Popolare sosteniamo convintamente il progetto del TTIP, anzi le chiediamo di farsi carico, nei confronti dei suoi colleghi europei, dell'avanzamento di questo grande progetto, vincendo quelle derive nazionalistiche e protezionistiche che purtroppo, come vediamo anche su altri fronti, sono la morte dell'Europa e non certamente il suo futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Signor Ministro ed onorevoli colleghi, anch'io voglio ringraziare il Ministro per la chiarezza dell'intervento e per aver chiarito soprattutto alcuni punti, quelli sul mandato, sull'oggetto del Trattato, sul fatto che un negoziato è un negoziato e che le posizioni negoziali degli altri non sono già state accettate, che è una cosa importante, perché tutta la campagna contro il TTIP – ed anche la sceneggiata di poco fa lo dimostra – è basata quasi esclusivamente sulla paura, sul terrorizzare per cose che non sono così e credo che il Governo debba continuare a spiegare, dai limiti del mandato ad altri argomenti, che qui si confrontano due posizioni: una posizione che c’è e che ha paura dell'apertura al commercio internazionale, che ha paura di affrontare gli altri concorrenti, che ha paura di andare negli altri Paesi a vendere i nostri prodotti e di confrontarsi con i loro; ed un'altra visione, che è quella da sempre di Scelta Civica e che è anche quella degli imprenditori, che pensa che non si debba avere paura e che la creatività, la qualità e l'efficienza delle nostre imprese possano solo trarre vantaggio da dei mercati aperti.
Qui si confrontano due visioni, che sentiamo tutti i giorni su tutto: una tende a richiudersi all'interno di vecchi sistemi, vecchie regole, magari tornare alla lira, un'altra che pensa che si debbano affrontare i mercati, che si debbano affrontare le altre imprese.Pag. 70
Sono due visioni diametralmente opposte.
Il Ministro ha giustamente rivolto all'intero Parlamento il suo discorso. Purtroppo c’è una parte di questo Parlamento che questi argomenti non li ascolterà mai, neanche se motivati, perché fa della contestazione di qualsiasi tentativo di cambiare la sua ragione di esistenza; così come altri, perché pensano che la soluzione sia quella di uscire dall'euro: il MoVimento 5 Stelle, che prima lo dice e poi non lo dice, pensa che la soluzione sia la chiusura all'interno dei nostri confini. Per fortuna, le nostre imprese la pensano diversamente e credo che anche gli italiani la pensino diversamente.
Dal punto di vista procedurale, poi, vorrei dire a chi oggi parla di mancanza di democrazia che il TTIP dovrà essere approvato da tutti i Paesi, dovrà passare per il Parlamento europeo, dovrà passare per i Parlamenti nazionali e le trattative – cosa unica – ed i documenti negoziali stanno per essere resi pubblici. Pertanto, chi oggi dice che mancherà democrazia, non so su quali basi lo faccia, a meno che non ritenga che l'approvazione da parte del Parlamento europeo e del Parlamento italiano non sia sufficiente per la democrazia.
Siccome siamo in una Repubblica parlamentare, questo tipo di impostazione è un'impostazione che è semplicemente contraria, che rifiuta le nostre istituzioni. Ne prendiamo atto, ma da qui a dire che non c’è un percorso democratico ce ne passa.
All'onorevole Marcon, che adesso non vedo, vorrei dire che sul CETA esiste una regola molto semplice: sta nel Trattato di Lisbona e dice che il commercio internazionale – commercio – è materia europea.
Il Parlamento europeo, peraltro eletto col proporzionale e le preferenze e che quindi anche agli esponenti di Sinistra Italiana dovrebbe piacere moltissimo, è un organo democratico.
Se noi continuiamo a dire che vogliamo più democrazia in Europa e poi pensiamo che un voto nel Parlamento europeo non sia sufficiente per la democrazia, ci stiamo contraddicendo per definizione.
Adesso non mi sorprende se questa posizione viene da chi utilizza il Parlamento europeo per prendere uno stipendio e fare campagna anti-euro in Italia, però, da parte di chi parla ogni giorno di più democrazia in Europa, rifiutare un percorso che dà la preferenza al passaggio davanti al Parlamento europeo, rispetto al solo Parlamento italiano, è semplicemente assurdo.
Per questo Scelta Civica continuerà a sostenere il Governo nell'aiuto alle nostre imprese e nel perseguimento di una chiusura del TTIP non a qualsiasi condizione, ma alle condizioni che il Ministro ha poco fa illustrato e continueremo anche a sostenere che si deve stare in Europa, ci si deve stare meglio e che chi si dice europeista e chiede più Europa non può poi, quando si passa a decisioni a livello europeo, soprattutto nel Parlamento europeo, cambiare improvvisamente opinione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Ministro e colleghi, innanzitutto ringraziamo per la relazione, anche se nella sua relazione, come in tanti interventi che si sono succeduti poco fa, si è parlato poco di TTIP. Si è parlato di tante cose, tanti parlano di populismo, ma vorremmo anche evitare il qualunquismo, che avete fatto voi come Governo quanto altri deputati.
Abbiamo sentito le sue parole, tutta una serie di «potrebbe essere», «dovremmo fare», «faremo», «vedremo» sul TTIP, in cui c’è poca coerenza.
Lei ci accusa di non aver visionato o aver visionato in pochi deputati, in un periodo, le ricordiamo, difficile, di campagna elettorale, perché lei è stato nominato in campagna elettorale per le vicende che conosciamo, ma poi è avvenuta una serie di situazioni che noi possiamo anche rivendicare eventualmente e ne facciamo menzione sui documenti che ci ha permesso di visionare direttamente al Ministero, Pag. 71documenti – sono oltre mille pagine in inglese, poco comprensibili. L'onorevole Simonetti – devo dire la verità – ha avuto il piacere e l'onore di visionarli e di leggerli e ha annotato una frase, a pagina 82 del tomo 6/1, Documento DS n. 1242/16, in cui si cita all'interno del Trattato: «L'incremento stimato di export dagli Stati Uniti verso l'Europa va dal 22 al 35,7 per cento», in altre parole, l'incremento di export dagli Stati Uniti verso l'Unione europea è atteso più grande dell'incremento di export fra Unione europea e Stati Uniti, perciò è ben difficile capire dove è il vantaggio per l'Italia o l'intera Unione europea. Sono numeri abbastanza aleatori quelli che avete dato e noi non abbiamo paura del nuovo o del moderno, abbiamo paura delle cose che non conosciamo. Ci fosse tutta questa bellezza in questo trattato, lei sarebbe venuto qui, con il tomo sottobraccio a esporlo, a farlo visionare – eventualmente tradotto, come tanti trattati sono stati tradotti in questi anni – a uso e consumo di tutti i cittadini e soprattutto, in primis, di noi deputati. Così abbiamo chiesto anche copia per visionarli e c’è stata negata e deve ammettere la situazione. Come sappiamo, il TTP, definito in italiano Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, è un accordo commerciale tra gli Stati Uniti e l'Europa, che prevede di integrare i due mercati attraverso l'abbattimento delle barriere economiche e dei dazi non tariffari regolamentati a norma.
Sappiamo altresì che i settori da esse interessati sono molteplici e di rilevante interesse strategico per l'Italia; dal manifatturiero, all'agroalimentare, interessando anche la chimica, la meccanica e la farmaceutica.
Quello che però di questo accordo non conosciamo – e lei non ci ha citato – sono le sue reali finalità. Ci ha menzionato alcune cose che non ci saranno, ma non ci ha menzionato quelle che ci sono e sono la stragrande maggioranza, come l'onorevole Simonetti ha potuto visionare direttamente sui volumi.
Mi porto a conclusione, in questo pochissimo tempo che è stato concesso – e avremo poi la possibilità eventualmente in futuro di poter relazionare – in cui noi rivendichiamo l'inaccettabilità del TTP, che possa condizionare in questo modo non soltanto le scelte e le sorti dei cittadini, ma anche modificare in maniera subdola e autoritaria un intero patrimonio di tradizioni, cultura e costumi, che spaziano dal cibo, in commercio sui banchi del mercato, all'alta moda fino alla tutela dei lavoratori. Questo accordo in realtà non è una nuova conquista del progresso, ma il principio dell'involuzione della nostra civiltà, mettendo in discussione quanto fino ad oggi è stato faticosamente costruito e conquistato dall'eccellenza del made in Italy, riconosciuto in tutto il mondo, fino all'affermazione dei diritti sindacali. Mi permetta una battuta, signor Ministro: l'ammiravo come attore, non posso ammirarla oggi come Ministro della Repubblica di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Edmondo Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Ministro, ovviamente quello che ha detto quest'oggi potrebbe essere anche considerato apprezzabile, sicuramente ha declamato in maniera condivisibile tante buone intenzioni e potrei già subito replicare con la battuta che tutti conoscono che la via dell'inferno è sempre lastricata di buone intenzioni. Tuttavia vogliamo raccogliere gli aspetti positivi. Quello che ci lascia più perplessi è qualche esternazione della sua maggioranza, che oggettivamente, in mancanza di argomenti, preferisce criticare, anziché sostenere le ragioni di questo accordo e di questo partenariato finanziario ed economico transatlantico; in realtà proprio in mancanza di forti argomentazioni, se non la genericità, su cui si può anche convenire, preferisce una serie di critiche.
Quella che colpisce di più è la critica di chi si preoccupa in Parlamento di garantire trasparenza e democrazia a un accordo che sicuramente avrà un impatto fondamentale, lei dice positivo, mentre noi Pag. 72ci preoccupiamo – come è giusto che sia e che faccia l'opposizione –, anche degli aspetti negativi. E la mancanza di trasparenza non è che l'abbiamo notata noi dell'opposizione, come diceva improvvidamente qualche collega di maggioranza, ma l'ha lamentata l'Unione europea, c’è voluta una Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea per dire che ci voleva maggiore trasparenza. Allora, se era così perfetto, se andava così bene questo accordo, perché all'inizio c’è stata così poca trasparenza ? Perché è dovuto intervenire il Parlamento europeo ? Perché addirittura c’è stata una Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea ? Ciò detto è evidente che un rischio oggettivo c’è. Noi siamo assolutamente favorevoli all'eliminazione dei dazi – e ci mancherebbe altro: siamo convinti che l'Italia ha capacità di competere, soprattutto quando viene messa di fronte alla libera concorrenza – ma quello su cui invece abbiamo molte perplessità è l'eliminazione degli ostacoli non tariffari perché il vero punto è questo. Quali sono questi ostacoli non tariffari ? Sono norme che regolano la protezione ambientale, la protezione della salute, la tutela del mondo del lavoro, tutta una serie di regole e in Europa si è lavorato molto per aumentare gli standard, mentre in America si sa che c’è una profonda deregulation, per usare un loro termine. Poi si sostiene che non verrà fatto nulla per abbassare gli standard europei e allora perché c’è bisogno di eliminare questi ostacoli non tariffari ? C’è qualcosa che non torna e, se poi lo uniamo al problema della scarsa trasparenza che ha dovuto addirittura provocare un intervento – anzi colgo l'occasione per ringraziare la Presidenza della Camera – autorevole che possa garantire la partecipazione democratica del nostro Parlamento. Lei lamenta un'eventuale natura mista di questo accordo e quindi un intervento diretto dei Parlamenti e quindi la democrazia di cui qualche collega, sempre improvvidamente, lamentava la nostra critica rispetto a una mancanza, d'altro canto, non siamo noi dell'opposizione a dire questo: anche qui sono proprio la Commissione europea e il Parlamento europeo che hanno posto il problema della natura giuridica, se cioè c’è una concorrenza o meno tra l'intervento comunitario e quello dei Parlamenti nazionali.
Comunque, concludo. Siamo molto preoccupati della tipicità dei prodotti (sulle etichettature e sulla protezione sappiamo che gli Stati Uniti stanno ancora facendo una forte chiusura), siamo molto preoccupati per le piccole imprese perché lo studio della Prometeia che lei ha commissionato dimostra che non sono loro quelle che si avvantaggeranno e probabilmente saranno le più esposte. Siamo molto preoccupati della tutela giurisdizionale, che è ancora molto carente e poi nel complesso riteniamo che su questi temi il Parlamento debba avere non un'informativa de relato, perché si deve recare al Ministero, o peggio ancora, come si diceva prima, all'ambasciata americana per guardare le carte che riguardano il futuro di milioni di italiani, ma dovrebbe avere una piena conoscenza burocratica nelle sale dovute del Parlamento, perché pensiamo che questo tema richieda una piena e più chiara trasparenza. Siamo certi che nel futuro il Governo cercherà di difendere gli interessi del Parlamento italiano e della nostra nazione, altrimenti ci penserà l'opposizione a denunciarlo nelle sedi adeguate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galati. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'accordo di partenariato conosciuto come TTIP è forse uno dei termini più fraintesi e soggetti a disinformazione degli ultimi anni. Mi duole dirlo, ma la cosa non stupisce, tanto poca è la trasparenza che ha accompagnato questo dibattito. Vorrei da qui partire. Se sulla questione di merito, che poi ovviamente è quella più pregnante, il giudizio è sostanzialmente positivo, è sul metodo che grava un'ombra.
Lei oggi, con questa informativa, ha ottemperato a un impegno che era stato Pag. 73assunto dal Governo nel novembre 2014. Lei ovviamente oggi col suo intervento, seppur in molte parti chiaro e dettagliato, non è potuto entrare, ovviamente per la complessità di questo accordo, in tutte le sue parti. Pagine che, ovviamente, i deputati non hanno potuto consultare, se non diciamo in maniera limitata per un ragionevole – mi si consenta – divieto di accesso ai documenti, che poi, solo grazie anche al suo intervento, è stato parzialmente eliminato.
Ovviamente è inutile auspicare per il futuro, per evitare anche dietrologie e complottismi, un aggiornamento continuo e anche dettagliato degli esiti dei negoziati. Venendo all'impianto dei contenuti, l'impianto non può essere che a nostro avviso condivisibile: l'abbattimento dei dazi, delle barriere non tariffarie, sommato soprattutto a quella coerenza normativa tra Stati Uniti e Unione europea, produce quest'area di libero scambio di oltre 800 milioni di abitanti. Sappiamo, o meglio, auspichiamo, che l'Italia sia tra i Paesi che maggiormente ne beneficerebbero, ma, signor Ministro, bisogna soffermarsi sulle criticità, che sfuggiranno a lei ma che sono ampiamente importanti per il nostro Paese, cioè il mantenimento degli standard di qualità, la salute e sicurezza dei prodotti, le norme sulla loro origine e la tutela del lavoro e dell'ambiente. La Commissione europea ci rassicura e non saremo certo noi a iscriverci nel club dei pessimisti o dei disfattisti, ma questo accordo, se vuole essere positivo per l'economia italiana, deve essere certo positivo per gli imprenditori e i consumatori ma deve riconoscere anche all'Europa quell'autorevolezza necessaria per definire proprio questi standard. Da fermi sostenitori, signor Ministro, dei principi della libertà economica, siamo convinti che allora in quel caso i benefici prevarranno e chi oggi alimenta paure e pregiudizi, paventando rischi per la tenuta dell'Europa, probabilmente dovrà ricredersi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, signor Ministro, troviamo più che opportuna questa sua informativa perché il tema del TTIP è alquanto sconosciuto nel nostro Paese, un sondaggio di poche settimane fa ha concluso che il 50 per cento della popolazione italiana non ne ha mai sentito parlare e soltanto il 15 per cento risulterebbe a favore. Quindi c’è un problema di informazioni sia per l'esistenza, sia nel merito del Trattato. Oggi ne parliamo per la prima volta alla Camera, in Aula; non è così per il Parlamento europeo, che lo scorso luglio ha adottato una risoluzione che contiene delle raccomandazioni alla Commissione europea e che pone delle condizioni per la sua approvazione. La decisione verrà dopo, a seconda che le condizioni poste siano accolte nel Trattato. A noi socialisti sembra un buon metodo, nessun pregiudizio, ma nemmeno carta bianca. Quali temi noi socialisti poniamo alla sua attenzione e all'attenzione del Parlamento ? In primis un'affermazione di principio: nessun abbassamento degli standard UE e nessuna diminuzione della potestà legislativa degli organi democratici. A proposito di standard, pensiamo a quelli relativi all'ambiente, alla salvaguardia dei nostri prodotti agroalimentari – penso alle indicazioni geografiche, oppure all’Italian Sounding – ai diritti di lavoratori e lavoratrici, alla riservatezza, alla privacy, alla protezione dei dati personali, al rispetto dei diritti umani, allo Stato sociale, al benessere degli animali e alle diversità culturali. I nostri standard non sono negoziabili, a meno che l'obiettivo non sia di raggiungere un più alto livello di protezione. Con riferimento alla potestà normativa, diciamo che la cooperazione regolamentare dovrà rispettare pienamente l'autonomia normativa dell'UE e dei suoi Stati membri. Infine, l'informazione e la trasparenza dei negoziati. Visto il sondaggio di cui ho detto prima – sì, ho finito, Presidente – è necessario aumentare il coinvolgimento il più largo possibile e consentire a tutti noi che dobbiamo esprimere un voto la piena informazione e l'accesso agevole ai documenti Pag. 74(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 17,30).

PRESIDENTE. Colleghi, do ora lettura di alcune comunicazioni relative all'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per le prossime due settimane, sulle quali hanno convenuto i rappresentanti di tutti i gruppi.
Avverto che il Presidente del Consiglio renderà le comunicazioni relative al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno nella seduta di lunedì 27 giugno, a partire dalle ore 15,30. La relativa organizzazione dei tempi sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna. A tale proposito, comunico che, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza ha ampliato il tempo a disposizione dei gruppi per lo svolgimento del dibattito.
Avverto inoltre che, con lettera trasmessa in data 14 giugno, il Presidente della Commissione Finanze, anche a nome della Presidente della Commissione Giustizia, avendo acquisito l'unanime avviso dei rappresentanti dei gruppi, ha rappresentato l'esigenza che lo svolgimento della discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione (A.C. 3892), prevista per lunedì 20 giugno, sia differita a venerdì 24 giugno. La discussione generale sul provvedimento avrà pertanto luogo nella seduta di venerdì 24 giugno e il seguito dell'esame a partire da lunedì 27 giugno, dopo la conclusione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri. Nella giornata di venerdì 24 giugno non avrà conseguentemente luogo lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
Avverto altresì che, con lettera trasmessa il 14 giugno, il Presidente della Commissione Affari sociali, anche a nome del Presidente della Commissione Lavoro, ha rappresentato che in sede di Ufficio di Presidenza delle Commissioni riunite si è unanimemente convenuto in ordine all'opportunità di chiedere che l'esame del disegno di legge di delega per il contrasto della povertà (collegato alla manovra di finanza pubblica) (A.C. 3594), previsto a partire da lunedì 20 giugno, sia differito di due settimane. L'esame del provvedimento è pertanto rinviato al mese di luglio e sarà nuovamente calendarizzato dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Conseguentemente, essendo stati rinviati tutti i provvedimenti previsti dal calendario dei lavori per la giornata di lunedì 20 giugno, la seduta dell'Assemblea prevista per tale data non avrà luogo.
Nella seduta di martedì 21 giugno saranno esaminate e poste in votazione dapprima le questioni pregiudiziali, presentate a norma dell'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento, riferite al disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (A.C. 3886) e, successivamente, le questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione (A.C. 3892). Seguirà l'esame degli argomenti previsti per la settimana in corso e non conclusi.
Avverto inoltre che, con lettera trasmessa in data odierna, il Presidente della Commissione Bilancio ha comunicato che l'esame in sede referente delle proposte di legge recanti modifiche in materia di contabilità (A.C. 3828) si concluderà nella seduta di martedì 21 giugno e ha rappresentato l'opportunità, come convenuto all'unanimità dai rappresentanti dei gruppi, che l'esame del provvedimento possa essere avviato in Aula già nella stessa seduta di martedì 21 giugno. La discussione sulle linee generali del provvedimento avrà pertanto luogo martedì 21 giugno, al termine Pag. 75delle votazioni, mentre il seguito dell'esame sarà previsto a partire dalla seduta di mercoledì 22 giugno, con priorità rispetto agli altri argomenti.
Avverto, altresì, che nella stessa seduta di mercoledì 22 giugno avranno luogo, alle ore 13, la commemorazione delle vittime della strage di Orlando e, alle ore 16.15, la commemorazione del deputato Buonanno.
Avverto infine che, essendo state rinviate tutte le interpellanze urgenti, il cui svolgimento era previsto per la seduta di venerdì 17 giugno, tale seduta non avrà più luogo.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,35).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signora Presidente, un paio di giorni fa ho sollecitato in questa Assemblea, nella fase del fine seduta, la risposta a un'interpellanza sul tema delle maxi-bollette. Proprio nello stesso giorno, l'Autorità Antitrust ha emesso una condanna nei confronti di alcune società elettriche per un ammontare di 14 milioni e mezzo di euro. Noi abbiamo approvato, Presidente, a ottobre dell'anno scorso, una mozione, all'unanimità, col parere favorevole del Governo, che impegnava il Governo a dare esecuzione ad una moratoria per queste maxi-bollette e, nel caso in cui ci fosse stata una certificazione e una condanna da parte dell'Antitrust di comportamenti scorretti nei confronti dei consumatori, a bloccare, anche con un provvedimento legislativo, il pagamento di queste bollette. Ora, Presidente, noi dovremmo, tutti quanti noi, interrogarci sul senso di queste mozioni, se un Governo può permettersi – ancorché con un cambio di Ministro, una crisi, uno scandalo e tutto ciò che è accaduto intorno al Ministero dello sviluppo economico – di disattendere, in maniera sistematica, quanto approvato da un Parlamento sovrano e, tra l'altro, accettato col parere favorevole del Governo su un impegno preso solennemente da questo Governo, in quest'Aula. Ma soprattutto, a questo punto, noi torniamo a chiedere che il Governo si impegni a dare seguito agli impegni che ha preso in questa mozione, che tuteli i consumatori e che, magari, venga a rispondere proprio in sede di risposta alla nostra interpellanza, perché, contemporaneamente a quello che stiamo realizzando in questo ramo del Parlamento, nell'altro ramo del Parlamento si sta esaminando il disegno di legge sulla concorrenza e quella potrebbe essere esattamente la sede in cui inserire un provvedimento a tutela dei consumatori.

MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente; c’è un altro scandalo sul quale il PD sta cercando in tutti i modi di far calare il silenzio ed è quello legato alla EnCor, ex municipalizzata del comune di Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Nata nel 2007 come fiore all'occhiello nella produzione di energie rinnovabili, questa società partecipata al 100 per cento dal comune è costata più di quanto abbia mai saputo produrre. Tutti sapevano, ma nessuno ha mosso un dito fino a quando la situazione è precipitata. Nel 2013 la società viene ceduta a un gruppo svizzero appena in tempo affinché il PD potesse chiamarsi fuori dal suo fallimento, avvenuto nel 2014. Le conseguenze per i cittadini di Correggio: 30 milioni di euro di debito con le banche che hanno avviato da tempo un procedimento giudiziario. Su questa vicenda vogliamo vederci chiaro; crediamo che responsabilità politiche siano evidenti e conclamate. Per questo, assieme a Gianluca Sassi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Emilia Romagna, faremo di tutto perché si faccia luce su questa vicenda.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

Pag. 76

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signora Presidente, quanto sta accadendo da alcune settimana a Botricello, cittadina della costa ionica calabrese, mette a dura prova il ruolo degli amministratori pubblici e, soprattutto, mina la serenità dei cittadini e la convivenza sociale e civile. Dopo una prima lettera intimidatoria al responsabile dell'ufficio tecnico comunale e il taglio delle gomme ad un automezzo utilizzato per la raccolta dei rifiuti, al municipio è stata recapitata una lettera con esplicite minacce di morte al sindaco Tommaso Laporta e, infine, dopo pochissimi giorni, sull'auto aziendale in uso allo stesso primo cittadino sono state trovate quattro cartucce ed una bottiglia incendiaria con la scritta: «scegli tu». Al sindaco Laporta va, innanzitutto, la nostra solidarietà e il nostro personale affetto.
Signora Presidente, in Calabria è uno stillicidio senza fine. La regione, già provata da tante gravi problematiche, che vanno dalla criminalità organizzata alla grave crisi economica ed alla fragilità del tessuto sociale, quest'anno è, tristemente, la prima regione per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori pubblici. Si tratta di una situazione non più sopportabile, a cui si aggiungono le intimidazioni e le minacce che si registrano, anche in questo caso, in maniera frequente ai danni di giornalisti, di imprenditori, di rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura. Nella cittadina di Botricello, quattro intimidazioni in meno di un mese segnano un campanello d'allarme a cui va immediatamente data una risposta; la solidarietà delle forze politiche e sociali, i consigli comunali straordinari ed aperti alla cittadinanza, le tante manifestazioni e la condanna di questa azione rappresentano certamente un segnale positivo, ma non sono la risposta a chi cerca di condizionare il vivere civile e soprattutto la crescita economica della comunità.
Serve, signora Presidente, un segnale forte dello Stato, un segnale chiaro, tangibile del Governo e del Ministro dell'interno a tutela del ruolo degli amministratori pubblici e del loro quotidiano e difficile impegno in un territorio ricco di potenzialità ancora inespresse, anche per colpa di una minoranza che con arroganza e prepotenza cerca di imporre le proprie regole a dispetto della democrazia e della legalità. Signora Presidente, il tempo delle parole e della solidarietà è finito, Botricello e la Calabria non possono più attendere la presenza costante dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Oliverio, so che il tempo è finito, ma mi permetta di esprimere la mia vicinanza e quella di questa Assemblea a chi rappresenta quel territorio e lo fa, appunto, come baluardo di legalità.

ELEONORA BECHIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELEONORA BECHIS. Grazie, Presidente; in data 7 settembre 2015, viene approvata da questa Camera la mozione 1-00937 a mia prima firma, in cui il Governo si impegnava ad assumere ogni iniziativa di competenza per il controllo della cooperativa Il Forteto, affinché possa essere restituita alla destinazione originaria, accertando le responsabilità politiche al riguardo. In questi giorni, la collega Bindi ha rilasciato dichiarazioni al riguardo in cui prospetta la necessità di conferire alla Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza l'onere di svolgere un'indagine parlamentare. Ricordo che le attività di indagine parlamentare non sono di competenza della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, ma di specifiche commissioni d'inchiesta, istituite per mezzo di una legge dedicata, se bicamerale, o da una semplice risoluzione della Camera interessata. Presidente, mi rifaccio all'articolo 144 del Regolamento in cui si evince che per le proposte di indagine si prevede l'intesa con la Presidente della Camera. Pertanto, Pag. 77faccio appello alla sua sensibilità, ricordando l'importanza e l'urgenza della calendarizzazione delle proposte di legge presentate per l'istituzione della Commissione d'inchiesta sul caso Il Forteto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 21 giugno 2016, alle 11:

1. – Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(ore 14,30)

2. – Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (C. 3886).

3. – Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:
S. 2362 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 maggio 2016, n. 59, recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione (Approvato dal Senato) (C. 3892).

4. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
IORI ed altri; BINETTI ed altri: Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista (C. 2656-3247-A).
Relatrice: Santerini.

5. – Seguito della discussione delle mozioni Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01234, Simone Valente ed altri n. 1-01267, Pannarale ed altri n. 1-01282, Palese e Pisicchio n. 1-01300 e Borghesi ed altri n. 1-01302 concernenti l'affidamento di servizi nel settore dei beni culturali, con particolare riferimento allo svolgimento di procedure di gara.

6. – Seguito della discussione della relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 5).

7. – Seguito della discussione delle mozioni Pisicchio e Palese n. 1-01192, Vacca ed altri n. 1-01268, Centemero e Occhiuto n. 1-01283, Borghesi ed altri n. 1-01289, Brignone ed altri n. 1-01293, Ghizzoni ed altri n. 1-01294, Marzano ed altri n. 1-01295, Pannarale ed altri n. 1-01298, Buttiglione ed altri n. 1-01299 e Rampelli ed altri n. 1-01301 concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.

(al termine delle votazioni)

8. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
BOCCIA ed altri: Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (C. 3828).

La seduta termina alle 17,45.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO SAMUELE SEGONI SUL TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE (A.C. 68-110-1945-B)

SAMUELE SEGONI. Chi si occupa di problematiche ambientali, che ricordo poi Pag. 78si tramutano sempre in problematiche sanitarie, sa quanto sia avvertita fortemente tra i cittadini la necessità di un organo terzo che possa essere chiamato per problematiche ambientali ad indagare, verificare, misurare, analizzare, individuare i colpevoli e sanzionarli. D'altronde il famoso principio «chi inquina paga», per essere attuato, ha bisogno prima di tutto della certezza che un danno ambientale venga celermente individuato. Ecco quindi che con questa legge si va a riformare il sistema delle agenzie ambientali, istituendo una rete che prevede un'agenzia per ogni regione (o provincia autonoma) coordinato dall'ISPRA. L'istituzione di questa rete serve ad assicurare che essa operi in maniera omogenea ed efficace su tutto il territorio nazionale.
Fin dalla prima lettura del provvedimento in commissione ambiente, la proposta di legge è stata affrontata in maniera tecnica e costruttiva da ogni forza politica, tanto che nel primo testo unificato della proposta di legge sono state assorbite molte istanze anche mie (sono uno dei firmatari e degli scrittori materiali dell'Atto Camera 1945).
Ad esempio: cittadini, enti ed associazioni potranno far scattare ispezioni e controlli; i dati ambientali dovranno essere resi pienamente pubblici e utilizzabili; ISPRA continuerà a produrre dati utili per un'adeguata pianificazione territoriale, in particolare riguardo la geologia di base (aggiornamento carta geologica d'Italia) e l'aggiornamento della mappatura e del censimento dei fenomeni franosi italiani; ISPRA continuerà a fare ricerca applicata, non diverrà un organo puramente tecnico; inserito adeguamento ai massimi standard tecnico-scientifici internazionali; adeguamento costante degli standard di servizio in base alle criticità ambientali emerse durante i consueti rapporti annuali; rafforzato rispetto ad oggi il carattere di vigilanza e ispezione, inserendo il potere di predisporre sanzioni; per quanto riguarda la rete di laboratori, inseriti dei vincoli per ridurre al minimo il ricorso a laboratori esterni.
Ovviamente non è una legge perfetta e ci sarebbero ampi margini di miglioramento. Ad esempio ISPRA e tutta la rete delle ARPA non sono indipendenti dal potere politico nazionale e regionale (come avviene ad esempio con l'EPA statunitense). Inoltre, tutta la rete potrebbe essere di fatto messa in condizioni di non operare con vincoli economici e burocratici: ed infatti occorre assicurare un adeguato livello di finanziamento, che spero non venga diminuito in sede di legge di stabilità. Anzi, se possibile andrebbe aumentato: sulla sicurezza ambientale un paese come il nostro non può risparmiare.

Pag. 79

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI RELATIVI ALLE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 28 E 29 GIUGNO 2016

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 5 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti 10 minuti
Gruppi 2 ore e 21 minuti
(per la discussione)
1 ora e 49 minuti
(per le dichiarazioni di voto)
Partito Democratico 44 minuti 10 minuti
MoVimento 5 Stelle 17 minuti 10 minuti
Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 12 minuti 10 minuti
Sinistra Italiana – Sinistra
Ecologia Libertà
10 minuti 10 minuti
Area Popolare (NCD-UDC) 10 minuti 10 minuti
Scelta Civica per l'Italia 9 minuti 10 minuti
Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 8 minuti 10 minuti
Democrazia Solidale – Centro
Democratico
8 minuti 10 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazio nale 7 minuti 10 minuti
Misto: 16 minuti 19 minuti
Conservatori e Riformisti 2 minuti 3 minuti
Alternativa Libera - Possibile 2 minuti 3 minuti
Alleanza Liberalpopolare Auto nomie ALA –MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 2 minuti 3 minuti
Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti
FARE! - Pri 2 minuti 2 minuti
USEI-IDEA (Unione Sudameri cana Emigrati Italiani) 2 minuti 2 minuti
Movimento PPA –Moderati 2 minuti 2 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3504-A e abb. - em. 1.11 314 314 158 17 297 100 Resp.
2 Nom. em. 1.12 317 316 1 159 311 5 100 Appr.
3 Nom. articolo 1 319 319 160 318 1 100 Appr.
4 Nom. articolo 2 331 331 166 330 1 100 Appr.
5 Nom. em. 3.10 333 332 1 167 43 289 100 Resp.
6 Nom. em. 3.200 349 349 175 349 98 Appr.
7 Nom. em. 3.11 355 355 178 355 98 Appr.
8 Nom. em. 3.12 359 359 180 359 98 Appr.
9 Nom. em. 3.201 355 355 178 355 98 Appr.
10 Nom. articolo 3 361 361 181 361 98 Appr.
11 Nom. em. 4.200 364 364 183 364 98 Appr.
12 Nom. articolo 4 363 363 182 363 98 Appr.
13 Nom. articolo 5 357 357 179 357 97 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 6.1 367 351 16 176 53 298 97 Resp.
15 Nom. em. 6.200 365 365 183 355 10 97 Appr.
16 Nom. em. 6.201 361 361 181 359 2 97 Appr.
17 Nom. em. 6.202 364 364 183 364 97 Appr.
18 Nom. em. 6.10 368 353 15 177 67 286 97 Resp.
19 Nom. articolo 6 373 373 187 368 5 97 Appr.
20 Nom. Pdl 3504-A e abb. - voto finale 397 397 199 397 91 Appr.
21 Nom. T.U. Pdl nn. 68-110-1945-B - articolo5 390 376 14 189 376 90 Appr.
22 Nom. Mantenimento articolo 17 396 394 2 198 377 17 89 Appr.
23 Nom. odg 9/68-110-1945-B/6 388 324 64 163 58 266 91 Resp.
24 Nom. odg 9/68-110-1945-B/7 389 388 1 195 54 334 91 Resp.
25 Nom. odg 9/68-110-1945-B/9 383 319 64 160 54 265 91 Resp.
26 Nom. odg 9/68-110-1945-B/10 392 391 1 196 119 272 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 33)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/68-110-1945-B/13 390 389 1 195 153 236 91 Resp.
28 Nom. odg 9/68-110-1945-B/21 395 394 1 198 155 239 91 Resp.
29 Nom. odg 9/68-110-1945-B/22 388 388 195 150 238 91 Resp.
30 Nom. odg 9/68-110-1945-B/23 393 393 197 150 243 91 Resp.
31 Nom. odg 9/68-110-1945-B/28 397 396 1 199 65 331 91 Resp.
32 Nom. odg 9/68-110-1945-B/29 395 329 66 165 56 273 91 Resp.
33 Nom. T.U.Pdl 68-110-1945-B -voto finale 369 354 15 178 354 88 Appr.