XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 375 di mercoledì 11 febbraio 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 10,05.

CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 10,15).

FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Ieri, come lei ben sa, abbiamo avuto poco tempo per discutere sugli emendamenti. Io sono intervenuto sull'emendamento a mia firma, il 31.509, e ho avuto solo poco tempo per esporlo e, quindi, mi piacerebbe utilizzare questi cinque minuti proprio per chiarire un po’ il concetto relativo a questo emendamento.
Con quella piccola modifica all'articolo 117 – lo ripeto – noi avremmo voluto passare in capo al Parlamento, alla decisione del Governo, quelle che sono tutte le strategie in materia di politica agricola e della pesca, anche perché noi abbiamo venti regioni agricole in Italia, con venti assessori diversi, che, purtroppo, tirano l'acqua al proprio mulino, perché si parla di diversi miliardi di euro che si dividono tra le regioni; questo impedisce un po’ la possibilità di avere una strategia agricola comune, comune della nazione, che si trova, come una piccola nazione, a competere contro un mondo sempre più globalizzato e non si riesce, in questa maniera, a esportare quelle che sono le eccellenze e le peculiarità.
Ora, io non so se con questo messaggio di chiarimento magari il Governo voglia in qualche modo intervenire successivamente, perché ci pare quanto mai inopportuno che non si possano sfruttare, appunto, tutte le potenzialità che il nostro settore agroalimentare può avere e che ha, ma che non riesce a esprimere nel mondo.
Questo è stato anche un travaglio che abbiamo subito in Commissione agricoltura, perché ci siamo trovati ad affrontare, anche con i colleghi della maggioranza, il tema della PAC, divisa tra i pagamenti diretti e il PSR, e, nonostante in quell'assise avessimo tutti trovato un accordo sulla necessità di lavorare per una strategia nazionale per fare un piano agricolo nazionale, ieri per l'appunto, anche con rammarico, abbiamo visto che i colleghi della maggioranza non hanno votato favorevolmente su quell'emendamento.
Ora, io posso capire gli altri, ma i colleghi della Commissione agricoltura un po’ mi hanno deluso, anche perché abbiamo visto quello che è successo poi nella pratica. Non si è riusciti – e lo dico per i più tecnici – ad avere il contributo accoppiato al massimo, ovvero quelle risorse che vengono destinate alle produzioni particolari, privilegiate. Noi volevamo fare un piano agricolo nazionale per quanto riguarda tutta la parte cerealicola, delle proteine vegetali, per poterci riprendere anche un po’ di sovranità dal punto di vista della produzione mangimistica, perché, non avendo terreni a sufficienza, non incentivando la produzione di mangimi, occorre comprarli da fuori, con il rischio anche del sottobanco – diciamo Pag. 2così –, perché comunque non è possibile al momento che qualcuno semini OGM oppure, purtroppo, che possano entrare in Italia mangimi OGM. Quindi, noi volevamo comunque costruire un piano agricolo nazionale e dare una possibilità, quanto più concreta, di diventare indipendenti rispetto agli altri Paesi, agli altri competitor.
Poi abbiamo incontrato, appunto, il problema relativo alla distribuzione delle risorse, così come non abbiamo potuto ottimizzare le risorse sul latte. Abbiamo visto dividersi le risorse per accontentare le regioni. Chi voleva il pomodoro, chi voleva più l'ulivo e, quindi, l'olio, senza ricordarsi che noi abbiamo la stessa produzione, per quanto riguarda l'olio d'oliva, degli anni Sessanta. Dunque, abbiamo perso quote di mercato.
Quindi, io volevo spiegare questo emendamento che, purtroppo, è stato bocciato dalla maggioranza e dal Governo e non riesco a capire il motivo, quando adesso c’è un evento – sebbene noi lo critichiamo per le modalità con cui è stato concepito – cioè l'Expo, che privilegia il cibo, il pianeta, che fa vedere quanto siamo bravi come italiani e poi, invece, ci frazioniamo in mille rivoli.
Io concludo, Presidente, perché esprimo rammarico anche per le modalità con cui si stanno portando avanti queste riforme costituzionali, con questa prepotenza, chiamiamola così, della maggioranza e del Governo. Io non so se la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di oggi consentirà di trovare un po’ di morbidezza e di ragionevolezza nell'affrontare, da qui in avanti, il percorso. Mi auguro anche che la stessa solerzia, la stessa decisione, la stessa impulsività – diciamo così – vengano utilizzate anche per affrontare i problemi reali.
Questa mattina, venendo qui, mi sono trovato davanti persone che, purtroppo, mi hanno chiesto un bicchiere di latte e io gliel'ho offerto, come penso tutti voi avreste fatto.
Questi sono i problemi reali da affrontare e mi auguro che questa decisione, questa impulsività, venga anche utilizzata dal Governo per risolvere questi problemi, e non solo per schiacciare le opposizioni quando si vuole discutere sulle riforme costituzionali.
Presidente, faccio appello a lei.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gallinella.
Vi sono altri colleghi che hanno chiesto di intervenire. Tra questi, i colleghi De Rosa e Alberti, che però non possono intervenire, perché non sono intervenuti nella seduta di ieri, e quindi non possono chiarire un pensiero che non è stato espresso.

MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, ieri ho fatto un intervento e vorrei specificare meglio il mio pensiero. Ieri ho chiesto quale fosse l'iter per sottoscrivere un emendamento, in quanto non si capiva esattamente, visto che noi non avevamo più i tempi per poter parlare. La Presidente Sereni non ci ha concesso il tempo aggiuntivo e ha costantemente bloccato gli interventi del gruppo del MoVimento 5 Stelle, non permettendo al gruppo di esprimere la propria opinione, e, dulcis in fundo, la Presidente Sereni non ha permesso ad alcuni colleghi, tra cui la sottoscritta, di votare, dato che ci avevano indicato un iter per riuscire a sottoscrivere o a togliere la firma ad un emendamento e la Presidente Sereni ha deciso di chiudere la votazione.
Ora, la maggioranza non deve essere un ventricolo pronto a trangugiare l'opposizione, né un pugno per strangolarla, né un piede per schiacciarla...

PRESIDENTE. Grazie.

GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, ieri sono intervenuto quando un collega del Partito Democratico ha cominciato ad elencare i fallimenti del Partito Democratico e del Governo Renzi in materia di istruzione. Vorrei intervenire questa mattina per sottolineare e rimarcare questi fallimenti e, quindi, per chiarire a cosa mi riferivo quando facevo riferimento all'intervento del collega Meloni.
Mi riferivo al calo delle immatricolazioni universitarie, che sono passate a poco più del 50 per cento dei diplomati, mentre erano oltre il 70 per cento appena dieci anni fa. L'Italia ha bisogno di avere molti più giovani laureati – lo dice Horizon 2020 – ossia dovremmo arrivare al 40 per cento, quando ne abbiamo soltanto il 20 per cento in questo momento...

PRESIDENTE. Grazie.

MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per chiarire il mio pensiero nell'ambito di un intervento fatto ieri.
Sul piano delle scelte agricole e agroalimentari, che riguardano, più in grande, la questione della nutrizione, ricordo che l'accesso al giusto nutrimento è uno dei diritti fondamentali dell'essere umano. Ecco, chiarisco in questo modo: le regioni non possono essere lasciate da sole. Per questo, lo Stato deve tornare ad essere centrale nella pianificazione delle scelte agricole ed alimentari del nostro Paese. Erano questi i propositi dell'emendamento Gallinella 31.509, che, purtroppo, ieri è stato bocciato da questa maggioranza e dal Governo.

SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, rileggendo il resoconto stenografico, mi sono resa conto di avere detto una fase obiettivamente sbagliata. Quando, ieri, sono intervenuta per argomentare un emendamento del MoVimento 5 Stelle per aumentare le competenze esclusive dello Stato e aggiungere, in particolare, i trattamenti sanitari, ho detto: «Infatti, vi sono determinati trattamenti che non si capisce perché in determinate regioni funzionino e in altre regioni no – mi ricordo ancora adesso proprio una discussione fatta con il Ministro Madia sull'ossigeno, perché in alcune regioni, non so perché, non è previsto, non è ben regolamentato (...)».
Bene, «non è previsto» è sbagliato, sarebbe addirittura reato. È regolamentato così male e in modo così differente dalle regioni che non permettono di farlo arrivare ai pazienti, però, in realtà, è previsto, e quello che chiedevamo con l'emendamento era, appunto, di uniformarlo tra tutte le regioni. Quindi, volevo correggere questo inciso.

GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, ieri sono intervenuto su un emendamento e vorrei correggere una parte del mio intervento, perché era errata.
Ieri citai il decreto sull'olio alta qualità, che è fermo nella Conferenza Stato-regioni dal 2012, invece è fermo dal 2013. Quindi, vorrei che fosse corretta questa piccola parte e comunque sia la sostanza non cambia, perché il Parlamento dovrebbe avere maggiore possibilità di scelta sulla pianificazione nazionale degli interventi in agricoltura.

DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente, intervengo perché questa mattina mi sono svegliato con il cruccio di non essere stato sufficientemente chiaro nell'espressione di un mio intervento di ieri, di un pensiero, limitatamente al mio rifiuto di spiegare un emendamento che avevo presentato. Questo rifiuto, ovviamente, Presidente, non significa che io non avevo la volontà di spiegarlo, ma un minuto, per il sottoscritto, non era sufficiente, vista la portata normativa di quell'emendamento, per poterlo spiegare. Per me è importante dire che la volontà c'era e il rifiuto non era per questo motivo, ma era perché non ero in grado, per il tempo troppo limitato, di poterlo esprimere.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli, soprattutto ci rasserena che almeno il cruccio lo abbiamo risolto questa mattina.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente, il cruccio ha attanagliato molti di noi questa mattina, evidentemente, perché probabilmente ieri i toni erano così accesi che si sono dette frasi e parole, forse, poco opportune per quest'Aula. Però, evidentemente, io vorrei spiegare il motivo per cui si è arrivati, anche dalla mia parte, a questa situazione.
Il problema che ho cercato di spiegare – e la contingenza del momento, forse, non mi ha permesso di essere particolarmente chiaro – è che non si deve, secondo me, accettare un precedente come quello di ieri, ossia che si utilizzino i tempi intercorrenti tra due Conferenze dei presidenti di gruppo, che non avevano ancora risolto un problema, per derogare a una situazione ordinaria relativamente alla concessione dei tempi, perché si potrebbe verificare la situazione che, su un emendamento particolarmente sensibile o grave per l'opposizione, si utilizzi la Conferenza dei presidenti di gruppo per derogare...

PRESIDENTE. Grazie.

MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente, intervengo per precisare un concetto che ho espresso solo parzialmente ieri, in merito alle differenze tra i servizi sanitari regionali. Io ho fatto l'esempio di un farmaco per l'epatite C, ma sono stato un po’ impreciso.
Il farmaco in questione, il Sofosbuvir, che apparentemente in dodici settimane porterebbe alla guarigione completa dalla malattia, in questo momento, come ricordavo ieri, è disponibile a carico del Servizio sanitario regionale solo in alcune regioni d'Italia, per la precisione il Veneto, il Lazio e la Lombardia. Questo per spiegare che, quindi, c’è una differenza di trattamento, essendoci ventuno servizi sanitari regionali diversi, e quindi una diversa possibilità per i malati, in questo caso, di epatite C di guarire, perché in queste tre regioni hanno...

MARIA MARZANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA MARZANA. Grazie, Presidente, intervengo per risollecitare al sottosegretario la risposta alla domanda che facevo ieri: cosa si intende per disposizioni comuni ? Mi piacerebbe che il sottosegretario prestasse attenzione e chiedo anche di recuperare eventualmente questo tempo nell'attesa di avere l'attenzione del sottosegretario.
Vorrei poi chiarire meglio il mio pensiero quando mi riferivo alla contribuzione volontaria obbligatoria. So, signor Presidente, che le può sembrare un ossimoro, ma questa è la realtà dei fatti in ambito scolastico, cioè le famiglie sono obbligate a contribuire al funzionamento delle istituzioni scolastiche. Tanto per fare qualche esempio, a fronte di un finanziamento Pag. 5da parte delle famiglie di 20 mila euro, lo Stato investe solo 11 mila euro, a fronte 60 mila euro di contributi...

PRESIDENTE. Grazie.

RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente, nel verbale non ho letto e non ho ascoltato quella che è stata la denuncia, ieri, della collega Castelli, ovvero del comportamento del sottosegretario Bressa, che, avvicinandosi ai deputati del partito del Südtirol, ha detto: visti i numerosi subemendamenti da voi presentati e quindi la poca serietà dimostrata, l'incontro di Arno salta.
Ecco, questo è un comportamento vergognoso, che dimostra la mentalità con la quale si affrontano i lavori di quest'Aula, cioè un comportamento di minacce e di ricatto da parte di un membro del Governo ai membri del Parlamento.
Inoltre, tengo che sia messo a verbale il comportamento di alcuni funzionari della Presidenza che, in maniera scoordinata rispetto alle indicazioni date dalla Presidente Sereni, ci rimbalzavano dalla Presidenza al tavolo dell'emiciclo, prendendoci anche in giro e mancandoci di rispetto, cosa che non deve accadere mai più.

GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente, innanzitutto sono contento di vederla qui e spero che lei possa restare a lungo a presiedere quest'Aula, considerando il trattamento vergognoso che abbiamo ricevuto ieri dalla sua collega Sereni.
Detto questo, vorrei precisare il mio discorso di ieri, perché stavo presentando un emendamento a mia prima firma, ma, avendo soltanto un minuto, non sono riuscito a spiegare bene la ratio, che è stata interrotta appunto a metà.
L'emendamento proponeva di fatto di lasciare immutata la lettera n) dell'articolo 117 della Costituzione, ovvero quello che parla d'istruzione. La modifica del Governo introduce l'istruzione universitaria come nuova competenza esclusiva dello Stato. Noi non siamo d'accordo per una questione di metodo e di merito. Nel merito, non perché siamo tendenzialmente contrari ad una centralizzazione dell'università, sulla quale si potrebbe discutere, ma perché non se ne è discusso abbastanza e non se ne è parlato in Commissione. Oltretutto la norma, così come prevista dal Governo, potrebbe invece confliggere con l'articolo 33 della Costituzione, che prevede la libera e totale autonomia dell'università. Io ponevo questo problema e, quindi, ritenevo opportuno non...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vacca.

SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, come ieri vorrei sottolineare un problema di metodo di questo Parlamento, perché questo Parlamento è schizofrenico. Ci sono settimane in cui si lavora uno o due giorni e settimane come questa in cui si lavora dal lunedì al sabato, dalle 9 di mattina alle 23 di sera. Il problema, quindi, è la qualità del lavoro che, come al solito, non produce delle buone leggi per i cittadini.
In più c’è il problema della dignità di questo Parlamento, perché un Parlamento politicamente illegittimo, eletto con una legge incostituzionale, dove siedono condannati e indagati, cerca di riformare la Costituzione. In più questa maggioranza e questo Governo portano avanti queste riforme in maniera dittatoriale, non volendo un confronto, non ascoltando le proposte, ma semplicemente dimostrando una prova di forza tra Renzi e Berlusconi per far vedere ai cittadini italiani che uno si impone sull'altro.

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MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente, ieri nei miei interventi fuori microfono ho voluto semplicemente sottolineare che la rabbia che vedevate nelle proteste del MoVimento 5 Stelle era una rabbia sana, una rabbia dei cittadini che si vedono tappare la bocca davanti a quel processo di riforma costituzionale che dovrebbe essere il momento più alto di un Parlamento.
Non so se vi siate tutti chiesti quanto sia bella quest'opportunità che avete, nonostante la stiate rovinando, di riscrivere la Costituzione. Avremmo voluto farlo anche noi, certo con altri parametri. Ma quello che state facendo è svilire questo processo e la rabbia che avete visto è esattamente questo, è la rabbia di chi, invece – visto che per forza dobbiamo farlo perché la maggioranza siete voi –, vorrebbe farlo in modo dignitoso, con i tempi giusti, con il giusto modo di parlare. E invece ci vediamo schiacciati dalla maggioranza. Questo non è accettabile e noi crediamo che forse oggi qualcosa si potrà muovere, se avrete il buon senso...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Manlio Di Stefano.

ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, ieri non mi sono credo espresso bene. Volevo appunto dire che il Presidente della Repubblica Mattarella è stato fautore della soppressione del servizio militare in Italia. Per la visita militare era necessario dimostrare la maturità concettuale, mentre invece, a mio parere, queste riforme costituzionali sono assolutamente immature da un punto di vista concettuale.
L'immaturità concettuale ai tempi del servizio militare portava – quella sì – a una riforma; quindi non si poteva svolgere e non si doveva svolgere il servizio. Quindi, davvero, chi ha scritto queste riforme, a mio parere, deve essere riformato. Quindi, bisogna parlarne con il Presidente Mattarella, che di servizio militare se ne intende.

SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, ieri sono intervenuta per commentare l'emendamento fondamentale del collega Toninelli, in cui, dopo le parole: «ordinamento scolastico», si aggiungevano le parole: «nel pieno rispetto e nella salvaguardia della continuità didattica a tutela della dignità della persona e di ogni alunno portatore di disabilità». Io appunto dicevo che il MoVimento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge che finalmente garantirebbe la qualità e la continuità della didattica a tutti gli allievi d'Italia e in particolare a quelli disabili e a quelli che hanno bisogni educativi speciali. A questo ho dimenticato di aggiungere che c’è anche un'altra proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, già depositata alla Camera, che è volta ad assumere tutti i docenti, i maestri precari della scuola italiana che, come lei sa, attualmente sono costretti...

PRESIDENTE. Concluda.

SILVIA CHIMIENTI. ... a cambiare scuola e allievi ogni anno, se non ogni mese, quindi con una gravissima...

PRESIDENTE. Grazie.

CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, ieri sono intervenuta sull'emendamento del collega Gallinella per quanto riguarda il piano agricolo nazionale. Sono Pag. 7qui a ribadire l'importanza che aveva quell'emendamento, in quanto è fondamentale avere un'uniformità della visione agricola in Italia. Abbiamo visto in Commissione agricoltura, quando c’è stato da intervenire sulla PAC, che il Ministero era tirato per la giacchetta da vari assessori regionali, impedendo di fare quello che dovrebbe essere il lavoro del Ministro, quindi di dare una visione organica all'agricoltura e di ottimizzare le risorse a disposizione, ad esempio i fondi europei. Oggi poi su Il Sole 24 Ore leggo che il Viceministro Olivero ha parlato dell'intenzione di costruire un coordinamento nazionale per le politiche forestali, parlando del settore dei forestali. Quindi è allo studio un decreto di coordinamento nazionale, proprio per l'esigenza di...

PRESIDENTE. Grazie.

FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, volevo intervenire sul processo verbale e sul fatto che forse non si era capito abbastanza quando ieri nell'emendamento della Commissione affari sociali e sulla parte della sanità abbiamo fatto un dibattito sulla presenza di 21 sistemi sanitari diversi nel nostro Paese e sul fatto del centralismo renziano all'interno del sistema Governo. Oltre a questo, volevo far presente anche l'incapacità di tenere l'Aula ieri sera da parte della Vicepresidente Sereni e l'incompatibilità con il Regolamento del suo atteggiamento, che ha impedito a molti miei colleghi di poter intervenire su temi importanti nella discussione degli emendamenti riguardanti le riforme costituzionali. Mi auguro che oggi lei abbia la capacità e la forza di mantenere il giusto dibattito politico e l'autorità per poter far sì che le minoranze abbiano i loro spazi all'interno della discussione su un tema così importante...

PRESIDENTE. Grazie.

DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Signor Presidente, volevo chiarire più che mai oggi il mio pensiero, perché mi sveglio e per l'ennesima volta la mia provincia è la provincia più povera d'Italia, ossia quella di Vibo Valentia. Oggi ancora la Corte dei conti assegna alla Calabria un altro triste primato: è la regione con la maggiore spesa irregolare, oltre 7,7 milioni di euro. Devo, quindi, maggiormente spiegare quello che ho detto ieri. Infatti, ieri, riferendomi alla Vicepresidente Sereni ho detto: «Presidente, siamo parlamentari alla stessa stregua io e lei, però lei ha un'aggravante, è il Vicepresidente della Camera, quindi in qualche modo rappresenta tutti, tutta la Camera, non solo la sua parte, il suo partito, ma dovrebbe anche garantire le opposizioni». Ma la Presidente Sereni non si è fermata qui. Addirittura tratta con sufficienza e sarcasmo qualsiasi atto o azione portata avanti dal MoVimento 5 Stelle. Questo è inaccettabile e vorrei capire se anche per il Presidente Giachetti questo comportamento...

PRESIDENTE. Grazie.

CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, innanzitutto credo sia doveroso rilevare quanto sia stato difficile ieri avere una discussione pacata e civile con una Presidenza di questo tipo, proprio per niente imparziale. Poi vorrei precisare un ragionamento fatto rispetto all'emendamento che riguardava un po’ la questione della sanità a livello regionale. Si parla, quindi, di autonomie. Noi non siamo centralisti, per carità, però vogliamo portare più omogeneità e soprattutto vogliamo rifarci – questa è una cosa che non avevo detto nello specifico – a dei principi costituzionalmente riconosciuti, cioè la parità Pag. 8di dignità e di diritti di tutti i cittadini italiani. È ovvio, quindi, che quando un farmaco può essere distribuito in una regione, piuttosto che in un'altra, questo principio viene meno. Se viene meno un principio costituzionale, è chiaro che qualcosa non va...

PRESIDENTE. Grazie.

PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO PARENTELA. Grazie Presidente, anch'io volevo intervenire sul processo verbale. Ieri sono intervenuto sull'emendamento a prima firma Gallinella, che, appunto, prevedeva di inserire in Costituzione il Piano agricolo nazionale, e ho spiegato le ragioni di tale emendamento. Oggi volevo specificare meglio il fatto che l'Italia vanta di avere 264 marchi e mi riferisco alle DOP, alle IGT, alle IGP, per non parlare poi dei prodotti agroalimentari territoriali.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 10,40)

PAOLO PARENTELA. E, poi, sarebbe stata davvero un'ottima occasione e sarebbe stato davvero opportuno per questa maggioranza e per questo Governo, visto che siamo nell'anno dell'Expo, votare questo emendamento, anche perché si dimostra per l'ennesima volta che l'Expo sarà solo un'ennesima sfilata politica, sfilata delle multinazionali e, quando si tratta di fare qualcosa di concreto, questo Parlamento per l'ennesima volta dopo le parole...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Parentela.

EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, volevo aggiungere al mio intervento di ieri il fatto che, quando si discute nel merito degli emendamenti, qualche volta il Governo cambia il parere e ci dispiace che, purtroppo, componenti della maggioranza debbano ritirare i loro emendamenti. Questo Governo, quindi, non accetta neanche le proposte della propria maggioranza. Ieri abbiamo assistito a un miracolo: è stato votato un emendamento della maggioranza che è stato rimesso in gioco grazie alla minoranza. Questo dimostra che le prove di forza e di muscoli della maggioranza non servono perché in Parlamento si dovrebbe discutere nel merito degli emendamenti. Invito, quindi, per la giornata di oggi e per i giorni a seguire a rivedere casomai eventuali pareri.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, solo per esplicitare in maniera più corretta vari interventi che ho fatto nella giornata di ieri in quanto stiamo parlando sul processo verbale e non sul resoconto stenografico. Intanto, volevo chiarire meglio il pensiero per quanto riguarda l'intervento in cui spiegavo il perché sull'articolo 117 della Costituzione noi eravamo contrari a tutti gli emendamenti che avrebbero dato ulteriori competenze allo Stato centrale. Era per spiegare la nostra concezione, che è di dire che nello Stato centrale devono andare il minor numero di competenze esclusive e veramente solo per le grandi tematiche. Invece, dal nostro punto di vista, le regioni devono avere tutte le altre competenze e le relative risorse.
Vi è stata anche una discussione, a dire il vero non in Aula, ma in Commissione, e non durante la Commissione ufficiale, ma durante una pausa della Commissione, in cui alcuni colleghi mi dicevano che l'impianto di questa riforma è centralista e che ci sono delle problematiche oggettive, che magari alcuni cittadini di alcune Pag. 9regioni non riescono ad avere i servizi perché alcune regioni non sono pronte o alcune regioni non hanno le risorse o, grazie a questa riforma, non avranno più la capacità fiscale per seguire alcune iniziative e alcuni servizi (ovviamente, non stiamo parlando di LEA o LEP).
Dobbiamo dare la possibilità allo Stato di intervenire direttamente, ad esempio, per risolvere la problematica della povertà o, ad esempio, per risolvere la problematica di alcune politiche sociali e infatti la discussione era sulle politiche sociali. Questo a mio avviso – e siamo contrari – non perché non vogliamo che ci sia la possibilità di dare una mano veramente ai cittadini ma perché in questo modo non andiamo a risolvere veramente il problema. Noi riteniamo che la disgrazia di questo Stato è che c’è stata molte volte la deresponsabilizzazione degli amministratori locali, sia a livello comunale sia a livello regionale, che non hanno risolto i problemi perché tanto sapevano che prima o poi arrivava lo Stato centrale. Un esempio che ho utilizzato ieri era quello delle scuole. Adesso il Governo centrale ha detto: ci sono molte scuole fatiscenti e non a norma, interveniamo direttamente e diamo noi i soldi alle scuole che non sono in regola. A mio avviso questo è un comportamento per certi versi diseducativo perché è indubbio che sia importante sistemare le scuole dei nostri bambini e dei nostri ragazzi ma il concetto è che, se negli enti locali che sono stati virtuosi facendo mille sacrifici sono riusciti a sistemare le scuole, questi sono penalizzati perché non avranno le risorse aggiuntive che lo Stato centrale adesso dà. Infatti per questo io lo dico e ho tirato fuori più d'una volta il ragionamento quando ci sono questi provvedimenti: benissimo che lo Stato centrale intervenga perché bisogna risolvere un problema ma deve intervenire dando le risorse anche a quegli enti locali che negli ultimi cinque anni precedenti hanno utilizzato le risorse per sistemare le stesse problematiche degli edifici scolastici. Infatti in questo modo riusciamo a far partire un percorso virtuoso. Altrimenti continuiamo una spirale di inefficienza e tutti gli enti locali dicono: ma perché devo sistemare la scuola quando tanto, se comincerà a crollare il tetto o ad esserci infiltrazione d'acqua, chiediamo allo Stato centrale, a mamma Roma di darci un po’ di soldi ? Questo è un percorso non virtuoso. Il percorso virtuoso, invece, è dare competenze e risorse. Se qualcuno non utilizza in maniera efficace ed efficiente queste risorse anzitutto spero che i cittadini si sveglino e non votino più questi amministratori locali che non sono efficienti ed efficaci e poi è utile trovare allora sì delle soluzioni per commissariare queste persone in modo che chi non ha utilizzato i soldi pubblici in maniera efficiente ed efficace divenga ineleggibile e non possa neanche andare a ricoprire incarichi dirigenziali o incarichi di fiducia negli enti pubblici o nelle partecipate. In questa maniera riusciremo veramente a far partire un percorso magari non breve ma un percorso virtuoso e finalmente riusciremo a rendere efficace questo Stato.

MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, ieri sono intervenuto in un intervento di fine seduta e non le ho citato l'autore del testo che le ho letto: il testo che le ho letto, Presidente, è un testo di Piero Calamandrei e le ho ribadito l'importanza di un'opposizione non tanto in questioni di legge che ben conosciamo ma soprattutto parlando sulla riforma costituzionale. È una riforma che ho già definito una riforma costituzionale ad alta velocità in cui una maggioranza senza un'identità ben chiara, perché urla in un silenzio assordante il pensiero di questa maggioranza commissariata dal Governo Renzi e dalla sua figura ipnotica nei confronti dei parlamentari della maggioranza, che questa opposizione intende l'importanza istituzionale della sua funzione...

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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baroni.

LUCA FRUSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA FRUSONE. Grazie Presidente, ieri sono intervenuto su un emendamento estremamente importante considerato che andava a toccare non direttamente ma indirettamente l'articolo 32 della Costituzione, il diritto alla salute, e ho parlato di una situazione che abbiamo qui nel Lazio che molti magari non conoscono tranne chi è di questa regione.
Prima c'era il Vicepresidente Giachetti, anche lui laziale di provenienza, non gli voglio attribuire fedi calcistiche che non gli piacciono, però essendo di questo territorio, diciamo così, conosce la situazione di questa regione e conosce, appunto, il commissariamento che è in atto. Quindi, una situazione del genere, quella che ho spiegato ieri, voglio ribadire che è riferita a questa regione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Frusone.

DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS. Signora Presidente, intervengo perché ieri ho usato un'espressione molto dura; ho detto, rivolgendomi alla Presidenza, che lei si stava comportando come una dittatrice, allora vorrei chiarire i motivi per cui ho detto questo. Lei successivamente ha fatto riferimento a una delibera della Giunta del Regolamento del 24 ottobre del 1996 che recita: gli interventi incidentali del Regolamento sono, in linea generale, ammissibili soltanto quando i richiami al Regolamento o per l'ordine dei lavori vertono in modo diretto o univoco sullo svolgimento e sulle modalità di discussione. Quindi, il mio riferimento al suo comportamento era proprio dovuto al fatto che avevo preso parola per un richiamo al Regolamento, volevo affrontare un tema che non era stato affrontato fino a quel momento e avevo cominciato a fare una premessa sull'intervento di chi mi aveva preceduto e lei, presupponendo quello che io stavo per dire, ha sospeso...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Lorenzis.

EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRATAVIERA. Signora Presidente, mi scuso innanzitutto per la voce, purtroppo più di così non riesco a fare, cercherò comunque di rendermi comprensibile all'Aula e ai colleghi. Vorrei intervenire sul processo verbale in merito all'emendamento 31.74 e pregherei anche i colleghi a contenere la loro ilarità nella difficile condizione in cui mi trovo. Chiederei di rivedere il resoconto stenografico, spiegando meglio che tutto ciò che ho portato come ragionamento si riferisce a una logica che è quella del federalismo. Quindi, chiederei di poter integrare con questa premessa che è quella di rivedere la sanità in chiave federalista, per dare concretamente delle risposte ai nostri concittadini. L'unica soluzione è poi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Prataviera.

STEFANO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO BORGHESI. Signora Presidente, intervengo per esplicitare meglio il mio intervento di ieri sulle competenze del commercio estero che tramite questa riforma verrebbero date esclusivamente allo Stato. Quindi, vorrei sottolineare come competenze di questo tipo debbano essere, quanto meno, concorrenti con le regioni, in quanto, se questa riforma dovesse passare Pag. 11così com’è, e quindi il commercio estero dovesse essere di completa competenza statale, ci sarebbe un ulteriore aggravio per quello che riguarda il nostro sistema produttivo e la nostra economia. Sicuramente, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, un accentramento anche di una funzione di una simile strategicità non aiuterebbe assolutamente la nostra economia e il nostro sistema produttivo a cercare, quanto meno, di superare questa crisi che, da troppo tempo, sta attanagliando le nostre imprese.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghesi.
La Presidenza prende atto dei chiarimenti oggetto degli interventi svolti che figureranno nel resoconto della seduta di odierna.

LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Gallo, è l'ultimo intervento.
Prego, ne ha facoltà.

LUIGI GALLO. Signora Presidente, pensavo che l'avessero avvisata del fatto che mi fossi prenotato. Annunciavo ieri il motivo per cui il MoVimento 5 Stelle voleva attribuire un maggiore intervento da parte dello Stato nel campo dell'istruzione. Qui ci dobbiamo legare a dei dati, dove, su 34 Paesi OCSE, osserviamo una riduzione della spesa pubblica in Italia del 4 per cento e dal 1995 al 2011 la spesa per gli studenti è diminuita di questa cifra, ma questa riduzione sarebbe più alta se non fosse intervenuto il finanziamento privato, cioè quello anche delle famiglie che, in pratica, nella scuola superiore è raddoppiato e il contributo volontario, quello che viene chiamato così, è diventato un contributo obbligatorio, richiesto dalle istituzioni in maniera quasi coercitiva...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gallo.
La Presidenza, come ho già detto, prende atto dei chiarimenti oggetto degli interventi svolti, che figureranno nel resoconto della seduta odierna.
Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Artini, Bindi, Boccia, Bonavitacola, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Bratti, Brunetta, Caparini, Carbone, D'Alia, Dadone, Dambruoso, De Girolamo, De Menech, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Lotti, Manciulli, Mannino, Merlo, Portas, Rampelli, Ravetto, Rossomando, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,54).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,15.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,30.

Pag. 12

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458 2462, 2499).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458 2462, 2499.
Colleghi, per favore, vorrei riferire all'Assemblea in merito alle decisioni della nostra Conferenza dei presidenti di gruppo, se è possibile prendere posto e avere un po’ di attenzione, anche perché è un esito che interessa tutti i colleghi.
Avverto che, come già annunciato nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la Presidenza concederà, ai gruppi che abbiano esaurito i tempi a loro disposizione e che ne facciano richiesta, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello inizialmente attribuito. Ciò evidentemente nell'auspicio di favorire una discussione sul merito del provvedimento e di agevolare il raggiungimento di un'intesa tra i gruppi parlamentari che consenta di proseguire e di concludere i lavori in modo ordinato e costruttivo.
Come è stato precisato nella medesima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, essendo esauriti anche i tempi aggiuntivi previsti per gli interventi a titolo personale – esauriti anche i tempi aggiuntivi a titolo personale – non saranno più consentiti interventi a tale titolo, cioè interventi a titolo personale.
Avverto, inoltre, che alla componente politica del gruppo Misto-Alternativa Libera, costituitasi lo scorso 5 febbraio, la Presidenza, al fine dell'esame del presente provvedimento e come da prassi, ha attribuito un tempo specifico.
Avverto, infine, che entro un'ora prima dell'inizio della seduta sono stati presentati Pag. 13175 subemendamenti: dopo che la Presidenza ne avrà valutata la ricevibilità e l'ammissibilità, saranno posti in distribuzione.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato respinto da ultimo l'emendamento Toninelli 31.86.

(Ripresa esame dell'articolo 31 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Dobbiamo ora passare all'emendamento Pellegrino 31.204, a pagina 1 del nuovo fascicolo, che è in distribuzione.

ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA. Presidente, io ritengo che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che abbiamo svolto stamattina possa rappresentare un momento importante in questo percorso assolutamente centrale di discussione delle riforme costituzionali.
Voglio esprimere l'opinione del gruppo Partito Democratico, che è un'opinione positiva e assolutamente favorevole rispetto alla lettura che lei ha voluto fare ora e che concede ai gruppi di minoranza, ai gruppi che ne faranno richiesta, un tempo aggiuntivo.
Stamattina, come è noto a tutti i presidenti di gruppo, io per primo ho espresso parole di apertura rispetto a questa ipotesi, nonostante il mancato rispetto di alcuni accordi che c'erano stati nella Conferenza dei presidenti di gruppo e nonostante, Presidente, la presenza di circa tremila subemendamenti fotocopia, che non servono a null'altro se non a fare incomprensibile ostruzionismo.
Siamo dell'opinione che fosse e che sia giusto dare ai gruppi di minoranza i tempi aggiuntivi, perché riteniamo che, su una materia così delicata come le riforme costituzionali, sia assolutamente sbagliato immaginare riduzioni dei tempi. Questo è il nostro punto di vista e voglio replicarlo in maniera convinta qui in Aula.
Ma con la stessa fermezza voglio lanciare un messaggio a tutti i gruppi di opposizione: perché c’è un diritto giusto e sacrosanto dei gruppi di opposizione di poter dire la loro, confrontarsi ed esprimere punti di vista; e, anzi, magari in quest'Aula riuscissimo, nelle ore che restano, a confrontarci un po’ meglio e un po’ di più sul merito. Ma poi, così come c’è quel diritto, c’è anche un diritto della maggioranza a poter vedere i procedimenti che vanno avanti.
E io voglio esprimerle, Presidente, una grande preoccupazione: in questo momento il nostro Regolamento prevede una potenzialità, e cioè che possano essere presentati subemendamenti ogni mattina in modo infinito, in maniera tale da trasformare quel diritto delle minoranze in una, in qualche modo, soppressione del diritto della maggioranza di vedere andare avanti questo provvedimento.
Allora, io stamattina in modo incondizionato e in modo unilaterale, ho voluto subito dire sì: sì a non perdere quest'ultima occasione, l'ultima occasione di trasformare il dibattito in quest'Aula sulla riforma della Costituzione in un dibattito vero di cui dobbiamo andare orgogliosi. Io personalmente dei disastri, delle risse, delle urla di questi giorni mi sono vergognato, da deputato della Repubblica, e penso che non abbiamo fatto un servizio al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E voglio chiuderla così: c’è ancora un margine, ma questo margine è molto stretto. E voglio chiedere ai gruppi di opposizione di riflettere, di riflettere ancora per qualche ora, perché rispetto alla discussione della minoranza, che può trasformarsi sostanzialmente in una capacità di veto vero e proprio, e quindi di fermo alle riforme, il Partito Democratico non accetterà. Io riunirò il mio gruppo nelle prossime ore e proverò ad individuare tutte le soluzioni possibili, perché noi Pag. 14siamo disponibili a ragionare nel merito. Ma se qualcuno pensa, chiunque esso sia, di avere potere di veto e di poter bloccare il percorso di riforma che serve al Paese, noi diciamo «no» e siamo pronti alla più forte battaglia politica in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, io voglio rispondere al presidente Speranza.
Il ragionamento che lui ci chiede aveva portato il gruppo della Lega Nord a presentare in origine al progetto di riforma costituzionale 70 emendamenti su 40 articoli della Costituzione. Credo che questa sia la prova più lampante che non ci fosse una volontà ostruzionistica: al contrario, la volontà di contribuire, come si dovrebbe fare in una situazione normale, al miglioramento di un testo che noi consideravamo e consideriamo profondamente sbagliato.
Quando nascono centinaia, migliaia di subemendamenti ? Quando prendiamo atto che una discussione vera non ci può essere. Non ci può essere perché in origine, in virtù di patti stipulati non lontano da qui, bisognava correre nel modo più veloce possibile, non tanto per fare una buona riforma, quanto per chiudere una cattiva riforma e permettere che l'elezione del Presidente della Repubblica potesse andare in un certo modo.
A quel punto, preso atto che il nostro intento, cioè di contribuire a migliorare il testo... perché è vero, collega Speranza, che c’è il diritto della maggioranza di potere portare fuori il testo dall'Aula, ma c’è il dovere dell'opposizione e della minoranza di cercare di migliorare quel testo.
Di fronte all'impossibilità di farlo, avevamo allora presentato i subemendamenti. Ci auguravamo che, alla ripresa dei lavori, l'atteggiamento di chiusura e di velocità all'impazzata che era originato dalla volontà di chiudere prima dell'elezione del Presidente della Repubblica venisse a cadere, perché non c'era più questo tipo di necessità, e che ci fosse, al contrario, la volontà di fare una discussione vera, certamente non di approvare i nostri emendamenti, ma quanto meno di discuterli.
Perché, allora, continuano a lievitare e lieviteranno – almeno questa è l'opinione del gruppo che rappresento – i subemendamenti ? Perché, se questa possibilità non c’è, se l'intervento inevitabilmente si scontra contro un muro e rimbalza indietro, la possiamo buttare così, non dico in rissa, ma si ridicolizza un percorso di riforma che si trasforma inevitabilmente in un votificio, in migliaia di voti senza senso per non dare un senso, in questo modo, al merito di quello che stiamo discutendo.
Allora, collega Speranza, lei chiede a noi, in qualche modo, di ridurre i subemendamenti per fare una discussione nel merito. Questa è musica per le nostre orecchie. Vorrei soltanto, rispetto alla tirata di orecchie che fa a noi delle opposizioni, fare una piccola tirata di orecchie anche al gruppo del PD, che ha molto tempo a disposizione: è diritto nostro chiedere tempi aggiuntivi, ma è dovere vostro usare i vostri tempi per difendere questa riforma e non lo state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà) ! Anche questo è un sintomo di qualcosa che non va.
Concludo il mio intervento, la disponibilità del gruppo della Lega Nord c’è, perché nella serata di ieri, ieri lei non c'era, signora Presidente...

PRESIDENTE. No, io c'ero veramente.

GIANCARLO GIORGETTI. ... qui in Aula quando c'era la collega Sereni, non so...

PRESIDENTE. Sì, d'accordo.

GIANCARLO GIORGETTI. ... c'erano risse e altro. Incredibilmente, da un clima surreale, non confacente ad una discussione Pag. 15sulle riforme costituzionali, si è creata una mezz'ora quasi miracolosa in cui un collega del gruppo di Scelta Civica, onorevole Quintarelli, ha cercato di presentare un emendamento ragionevole; si è umilmente prostrato ritirandolo rispetto agli interessi superiori del Governo – che francamente io non capivo – e, finalmente, il Parlamento e anche il Governo hanno capito che proposte ragionevoli e migliorative del testo possono essere discusse e accolte.
Ecco, noi vorremmo che quella mezz'ora che miracolosamente è calata in quest'Aula, che era diventata un inferno e ci è sembrata un paradiso, possa essere replicata. Credo che in questo modo la maggioranza e il Governo potranno portare fuori le riforme e forse potranno portare fuori delle riforme un po’ migliorate rispetto a come sono entrate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Grazie signora Presidente, colleghi, anch'io ricordo quella mezz'ora di ieri sera in cui in quest'Aula è sceso lo spirito costituente e la ricordo come l'unico momento positivo della giornata di ieri, in mezzo a tanti momenti negativi.
Io auspico che quello spirito costituente si riproduca a partire dalle prossime votazioni e dal prossimo dibattito. Però, leggendo i giornali questa mattina, ho visto dichiarazioni inquietanti del Presidente del Consiglio che erano di tutt'altro segno rispetto a quello spirito costituente e cioè: andremo avanti comunque, faremo i canguri, taglieremo i tempi, si deve approvare subito e immediatamente.
Allora, mi chiedo, collega Speranza, dov’è la verità ? È quella delle sue parole o è quella delle parole del Presidente del Consiglio ? Non vorrei che si riproducesse in quest'Aula la doppiezza togliattiana, vale a dire: si dice una cosa e se ne fa un'altra.
Ho informazioni dal Comitato dei nove che siano in corso manovre tendenti a limitare il diritto emendativo da parte delle opposizioni: spero che queste voci non siano vere, perché contraddirebbero completamente le serie indicazioni del collega Speranza.
Allora, si vuole veramente che in quest'Aula riprenda lo spirito costituente di quella mezz'ora di ieri sera, quando anche il Governo ha cambiato parere ? E do atto alla Ministra Boschi di un'intelligenza del momento che ha stemperato anche il clima.
Vogliamo che torni quello spirito costituente ? E allora si faccia una seria programmazione dei tempi, si eliminino le forzature, le violenze inquietanti evidenziate, ieri sera, nelle dichiarazioni del Presidente Renzi e si eliminino anche i trucchi e gli imbrogli nel Comitato dei nove, in maniera tale che tutti noi possiamo percorrere questo tratto di strada, nei tempi necessari e nei modi necessari.
La gente ci sta guardando, signora Presidente, sta guardando quest'Aula che sta cambiando profondamente la nostra Costituzione. Non ci saranno remore, non ci saranno sconti per chi violenterà questo Parlamento, per chi violenterà quest'Aula.
Per questa ragione, io sono pronto a tendere una mano alla proposta del collega Speranza per una programmazione seria, non parossistica, non violenta, non legata a quel premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dei centotrenta deputati che ha in più il Partito Democratico e sui quali basa spesso la sua protervia, e a che ritorni lo spirito costituente. Noi siamo pronti, noi siamo disponibili, senza trucchi e senza inganni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Presidente Scotto, ne ha facoltà, sempre sull'ordine lavori immagino.

Pag. 16

ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Ho ascoltato le parole del presidente Speranza. Le ho ascoltate questa mattina in Conferenza dei presidenti di gruppo e ovviamente ho apprezzato la posizione che lui ha assunto. È una posizione che ha aiutato a sbloccare la situazione, anche se vorrei correggerlo amichevolmente. I tempi aggiuntivi noi non li consideriamo una concessione. Li consideriamo un atto dovuto, perché abbiamo il diritto di parlare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) senza doverci chiudere la bocca.
Onorevole Speranza, noi siamo per costruire una programmazione corretta e abbiamo l'interesse a poter argomentare le nostre posizioni. Abbiamo novanta minuti, quelli che ci erano dovuti; giocheremo la partita fino in fondo in questi novanta minuti.
Tuttavia, vorrei anche ascoltare qualche parola diversa. Noi siamo entrati, come la Lega Nord, come il MoVimento 5 Stelle, in questa discussione senza pregiudizi. Avremmo potuto attuare altre tecniche e invece abbiamo presentato quegli emendamenti di merito che avrebbero potuto modificare in meglio il provvedimento. Lo voglio dire così, perché lo sappiano tutti. Quei subemendamenti che si stanno depositando non vengono da questa parte; vengono dalla parte con cui voi avete sigillato il patto del Nazareno e il processo delle riforme (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
Avete la possibilità di fermarvi o avete anche la possibilità di fare politica e fare politica significa ascoltare parole diverse rispetto a quelle utilizzate dal Presidente Renzi, da cui dovrebbe venire ogni tanto anche qualche autocritica rispetto alle scelte che fa. Non si possono fare troppe parti in commedia e, quando si hanno nove ore a disposizione nella discussione, si prova ad utilizzarle, perché la maggioranza ha il diritto e il dovere di provare a convincere tutto il Parlamento delle sue ragioni e non mettere le mani avanti dicendo che l'opposizione è ostruzionistica a prescindere.
Provate a convincerci, provate a fare un lavoro nel merito, provate in democrazia ad utilizzare quello che vi è dovuto ! Proviamo tutti insieme, dunque – e concludo –, a fare un lavoro sul merito. Noi lo faremo in tutti gli interventi che svolgeremo nel corso dei prossimi giorni sulle questioni che ci stanno a cuore. Ci auguriamo che qualche volta prevalga lo spirito costituente anche nella maggioranza. Lo auspichiamo e lavoreremo per questo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Una piccola precisazione. Concedere i tempi aggiuntivi è una decisione discrezionale della Presidenza e, in questo caso, sono stati concessi tempi aggiuntivi proprio perché si voleva favorire la discussione nel merito e anche, come ho detto prima, agevolare il raggiungimento di un'intesa tra i gruppi.
Quindi, io dico all'intera Assemblea che questo deve essere chiaro, perché ognuno poi ha i propri ruoli.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. La discussione che stiamo facendo parte da un dato inconfutabile: non vi è, da parte dell'opposizione, il tentativo di far saltare un provvedimento e, quindi, gli atteggiamenti della maggioranza, tesi a impedire quello che definisce ostruzionismo, non sono, come avviene normalmente quando vi è in atto una pur legittima attività ostruzionista, legittima difesa, perché non scade niente. E, allora, il sospetto che noi abbiamo avuto, noi di Fratelli d'Italia, che non abbiamo presentato subemendamenti, che non abbiamo fatto attività ostruzionistica di alcun genere, è che sia in atto un braccio di ferro tra chi era d'accordo su un percorso e improvvisamente, siccome non lo è più, vuole dimostrare all'altro che sbaglia a interrompere questo percorso.Pag. 17
Non si tratta, quindi, di un abituale confronto tra chi vuole fare ritardare i lavori, affinché non si giunga entro il termine al voto definitivo di quel provvedimento, e, per contrasto, la maggioranza che accelera perché il provvedimento raggiunga la fine, ma di un qualcosa che è extraparlamentare. Ecco perché, Presidente, ci siamo stupiti dell'atteggiamento della Presidenza, e non solo sul far dipendere – perché questo è, lei me lo consentirà – i tempi aggiuntivi dalla volontà unilaterale di un partito, perché questo stiamo leggendo, cioè che lei ha cambiato idea solo dopo che un partito di maggioranza ha deciso, bontà sua, che questi tempi aggiuntivi avremmo potuto averli, altrimenti non li avremmo avuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
Io, comunque, prendo atto e apprezzo l'atteggiamento dell'onorevole Speranza. Dico, però, lasciando stare il passato, quando eravate all'opposizione, ma anche nei giorni scorsi, quando abbiamo chiesto di non rinviare un articolo, cioè di rinviare un articolo insieme dal 10 al 20, che c’è stata una chiusura preconcetta, non nel merito, ma addirittura nelle forme, mentre oggi ci chiedete un atteggiamento, che vi daremo, di collaborazione, affinché il provvedimento vada in porto, senza però che sia forzata la normale tempistica dell'Aula.
E allora, Presidente, concludo. Lei adesso ci dice che, bontà sua o bontà loro, qualche tempo in più l'avremo. Ma perché siamo sequestrati qui dalle 9 alle 23 ? Perché stiamo stravolgendo i normali ritmi del lavoro parlamentare ? Forse qualcuno spera che si determini una sindrome di Stoccolma e che improvvisamente da sequestrati ci innamoriamo di un provvedimento che non ci piace ? Non saremo figli della sindrome di Stoccolma. Continueremo a sostenere, nei limiti del Regolamento parlamentare, la nostra posizione su quella che consideriamo una pessima riforma costituzionale, con i tempi e con i modi possibili.
La invito, perciò, Presidente, motu proprio stavolta, senza aspettare che glielo suggerisca un partito, a fare rientrare i tempi del dibattito nella normale tempistica dell'Aula. Non è necessario, non c’è nessuna giustificazione politica, che si discuta da oggi a sabato dalle 9 alle 23, togliendo altri provvedimenti dall'ordine del giorno, magari più urgenti, e comunque impedendo ai parlamentari di svolgere anche altre legittime attività. È su questa richiesta che io misurerò, che noi misureremo, la sua libertà, la sua indipendenza, la sua capacità di assolvere all'alto incarico a cui è chiamata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Se il collega Speranza pensa che, offrendoci quello che ci è dovuto, cioè quel terzo in più di tempo, noi gli rispondiamo con un «grazie», penso che il collega Speranza e tutto il PD commettano un enorme errore.
A noi la discussione interessa, certamente; abbiamo dimostrato, in queste settimane e in questi mesi, un'enorme serietà. Siamo rimasti in Aula: avremmo potuto non farlo, perché contestiamo totalmente l'impianto della riforma. Siamo rimasti comunque in Aula, ma, più che la discussione, ci interessa la vostra volontà di ascoltarci.
Al Senato, nel mese di luglio, non abbiamo presentato 20 mila emendamenti: ne abbiamo presentati duecento, tutti bocciati ! Nel mese di luglio, abbiamo fatto un confronto in diretta streaming con il Presidente del Consiglio, al quale abbiamo presentato una richiesta chiara – ci ascolti – su determinate richieste sulle riforme costituzionali. Una sacrosanta porta in faccia abbiamo ricevuto !
Però alla Camera abbiamo fatto la stessa cosa: in Commissione abbiamo presentato trecento emendamenti ed in Aula Pag. 18meno di cinquecento e, se pensate che state riformando quaranta articoli, credetemi che sono veramente pochi e tutti di contenuto.
Che cosa abbiamo ricevuto ? Abbiamo ricevuto violenza e vi spiego il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo ricevuto violenza e vi spiego perché la richiesta oggi è tardiva. È troppo tardi, perché, quando una persona o un gruppo parlamentare riceve violenza, si difende e quella difesa è legittima, perché quella è difesa della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Noi abbiamo partecipato, signora Presidente, a tutti i lavori della Commissione. Abbiamo dibattuto su ogni singolo punto, nostro e vostro. Abbiamo ricevuto il silenzio di una Commissione che si interrompeva, vi riunivate in una stanza segreta e, se trovavate un accordo al vostro interno, la modifica passava. Una volta questa cosa è capitata: quando la minoranza del PD ha accettato una riforma su quei cinque membri inutili dei senatori a nomina del Presidente della Repubblica. Sapete cosa avete fatto ? Avete risposto con la violenza, perché in quest'Aula siete tornati indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E a questa violenza noi rispondiamo che la richiesta di essere buoni e bravi la rimandiamo al mittente, perché dalla violenza noi ci difendiamo.
Ma mi permetto anche di dire una cosa al collega Speranza: mi permetto di dire che un episodio di questo genere è già capitato nel 1998, quando, nella Bicamerale D'Alema, a un certo punto un certo signor Silvio Berlusconi si staccò. E sapete cosa disse D'Alema, che io non stimo per nulla ? Disse che una maggioranza relativa non può portare a casa una riforma. Voi siete una maggioranza relativa incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Voi potete approvare una riforma con una parte dei vostri eletti, che sono stati eletti in maniera incostituzionale !
Quello che vi chiediamo è: fermatevi ! Fermatevi, non solo in una calendarizzazione differente, perché, ahimè, di notte si rubano le pecore, signora Presidente, di notte si ruba in casa, non si riforma una Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Lo vogliamo dire questo ai cittadini. Noi non vogliamo rubare niente: siete voi che siete dei ladri di democrazia. Ci impone di stare in Aula inutilmente. Noi ci abbiamo provato e ci avete detto di no. Ora ridiciamo noi «no» a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Grazie, Presidente. Penso, a differenza del collega Toninelli, che, come diceva il maestro Manzi, una volta, a proposto dell'imparare, non sia mai troppo tardi per introdurre elementi di ragionevolezza; a meno che lo scenario peggiore che si sta profilando, ahimè, come conclusione di questo iter di riforme – che io personalmente e il mio gruppo temiamo –, non sia invece auspicato, come mi è parso di capire nell'intervento precedente.
Penso, Presidente, che ciascuno di noi, se dovesse dire quale può essere il percorso migliore per una riforma costituzionale di questa portata, immaginerebbe qualcosa di molto diverso da quello che è accaduto. Abbiamo alle spalle un percorso certamente anche carico di difficoltà e di passi non propriamente felici.
Ed è vero che anche lo scenario politico, dal quale è partito questo processo di riforma, è cambiato nelle ultime settimane, come sappiamo; tuttavia, noi pensiamo che una conclusione pessima di un processo di riforma, dal punto di vista del clima e del metodo, non è una possibile risposta a passi falsi che si sono compiuti, magari, anche in questo percorso.
Del resto, questa è partita come una legislatura anomala e complessa e tutti gli atti che si sono prodotti sicuramente ne risentono. Ecco perché noi crediamo che oggi occorra da parte di tutti uno sforzo Pag. 19sincero per evitare lo scenario peggiore che si sta profilando, quello cioè che dovesse vedere, non il Presidente del Consiglio, che non è suo compito – è giusto –, ma la maggioranza, nella pienezza delle sue funzioni, richiedere l'applicazione di tutti gli strumenti del Regolamento per evitare che il legittimo diritto dell'opposizione si trasformi in un veto rispetto alla legittima volontà della maggioranza di chiudere questa operazione.
Per questa ragione noi, Presidente, apprezziamo innanzitutto la sua decisione, assunta in piena responsabilità, di accogliere la richiesta di un surplus di tempo avanzata dalle opposizioni. È vero che è una sua prerogativa e lei l'ha esercitata giustamente alla luce anche delle speranze, che lei ha espresso, che questo suo atto provocasse un accordo tra maggioranza e opposizione; noi abbiamo apprezzato questa sua decisione.
Inoltre, aggiungo che, allo stesso modo, noi ci associamo assolutamente alle parole, all'appello, che prima il collega Speranza ha rivolto all'Aula: più tempo, assolutamente più tempo, a disposizione di tutti per discutere nel merito della riforma, ma nel contempo tempi assolutamente certi per la chiusura di questo percorso. A me pare che questo appello abbia avuto una risposta – e mi stupisco – assolutamente negativa nelle parole poco fa del collega Toninelli, una risposta più aperta, più interlocutoria, da parte di altri colleghi, in particolare della Lega e di SEL. Io penso che nelle prossime ore bisogna lavorare su queste disponibilità.
Tuttavia, ritengo che dovrebbe essere chiaro che questo appello alla mediazione e alla ragionevolezza, che il collega ha rivolto anche a nome di tutti gli altri gruppi della maggioranza, comporta risposte altrettanto certe e credibili da parte dell'opposizione, che passino attraverso il ritiro dei subemendamenti presentati non per discutere nel merito, ma solo a scopo ostruzionistico, e attraverso l'impegno, che sia esigibile da parte del Presidente della Camera, a non presentarne più, fino alla conclusione di questo iter.
Questo, al di là del merito, al di là delle valutazioni che ciascuno può fare su come siano andate le cose in questo iter di riforma costituzionale, che è avvenuto in un clima certamente poco costituente, è l'unico margine – io credo – per riportare un po’ di ragionevolezza in questa vicenda. Al di fuori di questo, inevitabilmente e nostro malgrado, penso che ci sia solo una conclusione negativa, una conclusione sicuramente peggiore, ma in qualche modo, comunque, una conclusione che consenta alla maggioranza di vedere ascoltato il proprio diritto a poter portare avanti un provvedimento di riforma (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, sto dando la parola sull'ordine dei lavori ad un rappresentante per gruppo, dunque, pregherei i colleghi, che si sono già espressi, di non insistere nel chiedere la parola.

WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, per suo tramite, e come componente di Alternativa Libera, vorrei rispondere in primis al presidente Speranza, che ringraziamo per questa apertura di credito nei confronti delle opposizioni di cui Alternativa Libera fa parte.
Bene Presidente, se volessimo ampliare il dibattito parlamentare rispetto alle riforme costituzionali – ringraziando ulteriormente il presidente Speranza – la maggioranza dovrebbe dare a quest'Aula la possibilità, come prima detto da qualche altro collega, di potere portare avanti una normale tempistica parlamentare rispetto alle riforme costituzionali. Addirittura noi saremmo d'accordo con un ritorno nelle Commissioni della riforma costituzionale.
Infatti, colleghi e Presidente, quello che è avvenuto stamani, ovvero quest'apertura di credito in termini di tempi aggiuntivi che lei, Presidente, e l'Ufficio di Presidenza Pag. 20ci avete voluto accordare, è soltanto una soluzione rispetto ai tumulti e rispetto alle pretese che le opposizioni ieri sera hanno dimostrato in maniera ampia ed in maniera forte, qui in Aula. Se le opposizioni ieri sera, Presidente, fossero state silenti rispetto a questo percorso, probabilmente saremmo andati avanti con il famoso minuto ad emendamento.
Il problema, collega Speranza, non è tanto di Regolamento, ma è di merito in questo frangente. Dopodiché io sono perfettamente d'accordo con il collega del MoVimento 5 Stelle che ci ha preceduto, quando dice – e me lo sono segnato – che quando si riceve violenza, ci si difende con la violenza. Noi assolutamente siamo d'accordo con questa frase in questo frangente. Dopodiché, quando diciamo e quando dicono che noi tutti siamo rimasti in Aula a votare emendamento per emendamento e a fare opposizione entro le riforme costituzionali, ebbene noi c'eravamo, Presidente ! Qualcun altro ieri sera, invece, era in RAI, a qualche trasmissione, al posto che essere in Aula a votare le riforme costituzionali. Noi ci eravamo, qualcun altro non c'era.
Quindi, Presidente, ringraziando ulteriormente per quest'apertura di cui abbiamo ascoltato le motivazioni, siamo a dire che la Costituzione non deve essere toccata entro qualche ora ed entro qualche giorno, piuttosto che entro qualche settimana. Apprezziamo l'invito e siamo disposti ad un ampio ragionamento che vada a toccare tutto l'arco parlamentare rispetto a questa riforma. Ricordiamo, Presidente, che la Costituzione non è di proprietà del Parlamento, ma è di proprietà di tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, giusto per specificare quanto da lei detto, la misura di un minuto a voto, come ieri è stato fatto presente chiaramente dalla Presidenza, era una misura ponte che ci doveva portare alla Conferenza dei presidenti di gruppo di questa mattina. Dunque non era una stranezza o una stravaganza: era una misura ponte che ci doveva portare poi ad una soluzione più strutturata come quella di questa mattina.
Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il gruppo di Area Popolare concorda con la decisione che lei ha preso. Mi sembra saggia. Ieri noi abbiamo cercato di rappresentare un fatto. La scelta di non concedere tempi aggiuntivi, a termini di Regolamento, ricade nelle prerogative della Presidenza, perché il Regolamento in materia di tempi aggiuntivi non dice assolutamente nulla. I tempi aggiuntivi sono in qualche modo un'invenzione nata nella prassi parlamentare. Chi decide di ampliare questi tempi ha anche la potestà di ridurli. Forse non era inopportuno aprire una riflessione su questo.
Ci è sembrato, invece, poco felice la scelta del momento, del tempo e del modo. Se si vuole cambiare la prassi parlamentare in attesa di un'auspicata ed auspicabile riforma del Regolamento, la quale potrebbe fare moltissimo per migliorare la qualità del nostro lavoro, se si vuole dunque cambiare la prassi, non è bene farlo in occasione della discussione di un progetto di legge costituzionale. È bene, probabilmente, su questo investire di una riflessione la Giunta per il Regolamento, in modo da ottenere da essa qualche indicazione per una prassi nuova ma concordata tempestivamente insieme con tutti. Teniamo presente che il Regolamento non è un fine: il Regolamento è un mezzo.
Il fine è che funzioni all'interno dell'Aula la dialettica parlamentare, che comprende due lati: un lato è il diritto di chi è minoranza di far sentire la propria voce; l'altro lato è il diritto di chi è maggioranza di arrivare al voto dei provvedimenti. Io mi auguro che nei prossimi giorni, cominciando da oggi, si torni a questa normale dialettica parlamentare, in cui si espongono le proprie ragioni con la finalità di convincere e di arrivare a miglioramenti del testo normativo. Ieri, in un caso almeno, sull'emendamento Quintarelli, uno Pag. 21sforzo corale ci ha consentito di ottenere questo risultato.
Mentre credo che tutti noi dovremmo rinunciare a un altro tipo di opposizione, che è quella che mira a far perdere tempo per non arrivare al voto e, quindi, per privare la maggioranza del suo diritto di votare. Tenere in equilibrio il diritto della minoranza a parlare e il diritto della maggioranza ad arrivare all'espressione del voto è un compito difficilissimo. Io non la invidio, signora Presidente, perché le tocca di esercitarlo. Tuttavia, credo che queste siano le due stelle polari e credo che tutti noi dovremmo aiutare a recuperare la funzionalità del Parlamento.
Diceva molto bene, poco fa, l'onorevole Giorgetti della Lega Nord: pochi emendamenti, sensati, importanti, rilevanti; non centinaia, migliaia di emendamenti che hanno chiaramente soltanto la funzione di ritardare la decisione. Non è compito della minoranza ritardare la decisione. È compito della minoranza migliorare la decisione. Lo dico indipendentemente dal fatto di essere oggi in maggioranza o in minoranza.
Le democrazie non vengono mai assassinate dai regimi totalitari. Le democrazie si suicidano quando si mostrano incapaci di decidere. A volte io vedo che alcuni aspetti di questa riforma costituzionale, la quale certamente mira a rafforzare l'Esecutivo, vengono criticati come totalitari, autoritari, dittatoriali. Attenti ! Una democrazia incapace di decidere, con un Esecutivo troppo debole, è quella l'anticamera di regimi autoritari. Restituiamo alla democrazia la capacità di decidere cominciando da noi, cominciando da una modalità di svolgimento della nostra funzione nel rispetto sempre e comunque gli uni degli altri.
Vedete, certi insulti, certi comportamenti in Aula sono un'offesa non al deputato avverso, che magari si merita il mio insulto, ma al popolo italiano. Io onoro ciascuno di voi perché ciascuno di voi è stato eletto dal popolo italiano. Questa è la grande dignità di ogni parlamentare e del Parlamento, non dimentichiamolo mai.

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Grazie, onorevole Presidente. Svolgerò un intervento molto breve, solo per dare atto pubblicamente, formalmente in quest'Aula alla Presidenza di aver svolto e di continuare a svolgere ogni utile attività volta a creare un clima adeguato, un clima di civiltà dialettica all'interno di quest'Aula. Intervengo solo per dare atto alla Presidenza di questo ed anche per registrare questa mattina un'apertura importante, significativa che è stata avanzata nel corso della Conferenza dei capigruppo da parte del gruppo che rappresenta il partito di maggioranza relativa.
Io credo, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, che non possano cadere nel vuoto l'invito alla moderazione e l'invito alla ricerca di un punto di equilibrio in questa fase così difficile del nostro lavoro parlamentare, che si sta svolgendo. Non va dimenticato: le statistiche sono ancora incomplete, ma, onorevole Presidente, mi pare che nella storia del Parlamento italiano non si siano mai fatte tante sedute d'Aula quante ne abbiamo fatte noi nell'ultimo biennio, da che è cominciata la legislatura. Di questo va dato atto evidentemente alla organizzazione dei lavori, ma anche alla capacità di lavoro di tutti i colleghi.
E, dunque, il ripristino delle condizioni minime di dialettica democratica all'interno di un percorso complesso e importante qual è quello della riforma costituzionale va garantito. Io credo che possano ancora esistere quelle condizioni. Ho usato un'espressione, questa mattina, in Conferenza dei presidenti di gruppo, ossia quella di una sorta di disarmo bilaterale. Dalla parte della maggioranza io ho visto compiere un gesto importante quest'oggi. Io credo che il percorso dell'ostruzionismo – e concludo – organizzato nel modo che certamente il nostro Regolamento consente, debba, però, essere abbandonato dando un'indicazione di volontà di trovare un'intesa. Possiamo insieme decidere Pag. 22quando chiuderemo questo importante provvedimento, lasciando evidentemente ognuno all'interno del convincimento, all'interno della valutazione politica, legislativa e tecnica che ha già maturato.

PRESIDENTE. Avverto che, fuori seduta, sono state ritirate dai presentatori le seguenti proposte emendative: Matteo Bragantini 0.32.2.8, 0.32.4.6, 0.32.12.6, 0.34.9.1, 0.34.6.3, 0.35.501, 0.35.2.18, 0.35.502.7, 0.35.503.8, 0.35.503.5, 0.35.504.5, 0.45.504.19, 0.35.504.2, 0.35.4.2, 0.35.505.12, 0.35.01.1 e 0.35.01.5; Cozzolino 0.34.0501.1; Brunetta 0.34.6.10, 0.35.502.15 e 0.35.502.17.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 31.204. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 31.204, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle non ha espresso il parere.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Capezzone, Tripiedi, Di Gioia, Palese, Taricco, Fossati, Giammanco, Tinagli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato 100
Hanno votato no 351.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.87, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bossa... Bolognesi... Costantino... Gebhard... Piepoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato 108
Hanno votato no 349.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Mita 31.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori... Bossa... Dell'Aringa... Carloni... Patriarca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 461
Votanti 459
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato 46
Hanno votato no 413.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 31.118, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.Pag. 23
(Segue la votazione).

Bossa... Minardo... Galperti... Capodicasa... Rotta... Amoddio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 461
Votanti 390
Astenuti 71
Maggioranza 196
Hanno votato 38
Hanno votato no 352.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 31.32, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Lello, Bossa, Mantero, Gallinella, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 466
Votanti 387
Astenuti 79
Maggioranza 194
Hanno votato 65
Hanno votato no 322.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.88, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Covello, Segoni, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 466
Votanti 463
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato 97
Hanno votato no 366.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo all'emendamento Matteo Bragantini 31.130, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, questo è un emendamento che punta ad escludere che una competenza secondo noi fondamentale e sulla quale le regioni hanno il diritto e il dovere di poter esercitare la propria potestà legislativa – come le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio, sistema nazionale e, soprattutto, coordinamento della protezione civile – non sia affidata alla competenza esclusiva dello Stato.
Ormai, purtroppo, ad ogni cambio di stagione assistiamo, direi sicuramente, come anche è giusto, preoccupati, a tutta una serie di eventi atmosferici che gettano ampie zone del territorio italiano in situazioni, lo sappiamo tutti, drammatiche. Sarebbe opportuno interrogarsi una volta per tutte, magari, sulle motivazioni che stanno alle spalle di questi drammi che ormai accadono con cadenza quasi mensile.
Interrogarsi su queste questioni significa chiedersi quale sia lo strumento più opportuno, lo strumento necessario per far sì che non ci si trovi mensilmente, appunto, di fronte a emergenze di questo tipo, dovute, sicuramente, alla furia degli Pag. 24elementi ma, dove – lo sappiamo tutti, anche noi, soprattutto quelli che hanno avuto in passato esperienze di gestione diretta del territorio all'interno degli enti territoriali –, sicuramente, vi sono anche errori che partono da una mancata, quando non c’è stata, o da una sbagliata programmazione degli interventi sul territorio. Soprattutto, quando avvengono fenomeni di questo tipo, la necessità di una risposta pronta, ferma di aiuto, di conforto alle popolazioni colpite è sempre più necessaria.
Noi interroghiamo pertanto l'Aula chiedendo se ricondurre alla potestà esclusiva dello Stato interventi riguardanti la gestione, la pianificazione del territorio e della protezione civile, consentirebbe alle organizzazioni pubbliche di intervenire con prontezza quando questi avvengono, oppure di essere maggiormente efficaci nella pianificazione. Riteniamo di no. Anche in questo caso il ruolo delle regioni è fondamentale, è imprescindibile, a nostro avviso. E le mancanze o gli errori, fatti magari anche da amministratori locali nel passato non possono comunque eliminare il principio che, per intervenire in modo chiaro, diretto, veloce a sostegno delle popolazioni colpite o per evitare che queste cose avvengano, sia sufficiente eliminare appunto il contributo delle regioni.
Quando si parla di questioni di questo tipo l'ideologia non ha senso, può anzi essere solo un ostacolo. Quando si parla di problemi del territorio, di morti, di vittime e, soprattutto, quando eventi di questo tipo accadono con una cadenza che sta ormai assumendo i toni di una emergenza costante, noi che sediamo in quest'Aula dobbiamo chiederci quale sia effettivamente il bene delle nostre popolazioni.
Per questo, signora Presidente, ci siamo permessi di presentare un emendamento di questo tipo. La pianificazione unica che fa capo solo ed esclusivamente a Roma, alle sue articolazioni, ai suoi ministeri, a nostro avviso, non è in grado di dare una risposta ad una situazione variegata com’è quella che esiste nello Stato italiano.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CRISTIAN INVERNIZZI. Mi avvio alla conclusione. Riteniamo fondamentale e imprescindibile il ruolo delle regioni in un settore strategico e importante come questo, perché accentrare completamente ogni tipo di iniziativa non farebbe altro che rallentare sicuramente l'attività degli enti pubblici, laddove invece ci sarebbe bisogno di velocità. Ecco perché riteniamo fondamentale, e con questo concludo, che la competenza su una materia così delicata non sia esclusiva, ma che veda anche la partecipazione necessaria degli enti locali, in particolar modo delle regioni. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. La ringrazio. Non mi pare vi siano altri interventi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 31.130, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Allora, ci siamo ? Greco... Hanno votato tutti ? Mi pare di sì... Pili.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato 20
Hanno votato no 443).

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 31.115, con il parere Pag. 25contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Patriarca, Capodicasa... Chi altro ? Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

(Presenti 467
Votanti 393
Astenuti 74
Maggioranza 197
Hanno votato 23
Hanno votato no 370).

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Malpezzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.104, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, e con il relatore di minoranza di SEL che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tacconi, Cicchitto, Vignaroli, Sanna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 480
Votanti 447
Astenuti 33
Maggioranza 224
Hanno votato 91
Hanno votato no 356.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 31.129, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di SEL, e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Presidente, è evidente questo tentativo di accentramento e di cancellazione di tutto quel percorso di devoluzione e di costruzione di uno Stato federale che ha contraddistinto gli ultimi anni e che ha anche contraddistinto l'azione politica della maggioranza di 15 anni fa, che è molto simile, come composizione, all'attuale, che aveva previsto le materie di energia e trasporti tra quelle concorrenti. Allora si arrivò a questa decisione, che anche il gruppo della Lega Nord appoggiò, a fronte di alcune valutazioni che oggi mantengono inalterata la loro attualità. Ovvero, l'energia come materia concorrente consente e ha consentito a tante regioni italiane di sviluppare una serie di progetti, anche a livello internazionale, che in alcun modo avrebbero potuto esistere se la visione fosse stata, come quella precedente, assolutamente Italia-centrica e, quindi, governata da un solo ministero con regole molto rigide.
Questo ha consentito di dare il via, di dare corpo, di concretizzare una serie di progetti sul territorio che, in altro modo, non avrebbero potuto essere realizzati, e ha anche consentito alle nostre imprese di ritrovare competitività, non solo a livello nazionale. Infatti, sappiamo che il mercato nazionale è piuttosto depauperato e, quindi, a maggior ragione in un periodo di crisi come quello attuale, non consente quegli sbocchi che le nostre imprese hanno saputo trovare sui mercati internazionali proprio grazie alla leva che una diversa normativa a livello regionale ha consentito.
Sappiamo benissimo che sono diverse le realtà, di grandissimo pregio a livello nazionale ed internazionale, che hanno tratto degli enormi benefici da questa misura. Allora, bisogna prendere atto di quella che è stata l'esperienza maturata in questi 15 anni, in cui certo ci sono stati molti contenziosi proprio dettati dalla spinta che molte aziende, in molti settori, in particolar modo quello energetico, Pag. 26hanno impresso a livello locale proprio per superare dei vincoli nazionali.
Ma proprio per questo motivo, proprio registrando questi contenziosi, bisognerebbe avere il coraggio di compiere l'ulteriore passo e rimuovere i limiti: non fare come oggi stiamo facendo, ovvero ritornare indietro di 15 anni, facendo sprofondare questo settore industriale strategico nella preistoria, e ritornando ad una visione per cui i limiti non sono più quelli delle regioni, quindi una visione glocal, locale per essere sui mercati internazionali, ma quelli di un confine nazionale assolutamente virtuale. E purtroppo questo è un dato di fatto, che è cifra di un'esperienza ormai consolidata: i confini nazionali sono assolutamente inadeguati per dare alle nostre imprese quella capacità di competizione internazionale, che è indispensabile.
Quindi, noi siamo fortemente contrari a questa decisione; siamo fortemente contrari ad una visione dirigista che, inevitabilmente, imbriglierà le nostre imprese, inevitabilmente imbriglierà il mercato dell'energia, inevitabilmente costituirà un ulteriore limite, un odioso limite allo sviluppo e alla capacità di fare economia di un sistema che, in questi anni, ha saputo crescere e competere anche a livello internazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 31.129.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Greco, Lo Monte, Airaudo, Di Lello, Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato 99
Hanno votato no 369.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 31.116, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonome ed il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 469
Votanti 393
Astenuti 76
Maggioranza 197
Hanno votato 26
Hanno votato no 367.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.103, su cui tutti i pareri sono contrari.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Molteni, Letta, Invernizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 472
Votanti 468
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato 81
Hanno votato no 387.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 27

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 31.128, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Basso, Cicchitto, Luigi Gallo, Di Lello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato 94
Hanno votato no 375.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 31.120, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sorial, Ciracì...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 475
Votanti 473
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato 40
Hanno votato no 433.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Le deputate Argentin e Malpezzi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.102, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Borghi, Bossa, Ciracì, Giorgis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato 101
Hanno votato no 370.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Argentin e Franco Bordo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 31.711.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, con questo emendamento si vuole scardinare la concordanza completa che di fatto ha creato il partito unico, quello delle lobby, quello dei costruttori, dei cementificatori, delle trivelle selvagge. Vedete, questo è fatto tutto in nome dell'interesse, del progresso, idee degli anni Sessanta, forse. La leva per scardinare il diritto del potere decisionale delle regioni si chiama infrastrutture strategiche. Cosa Pag. 28vuole fare questo emendamento ? Alla lettera z) dell'articolo 31, comma 2, di proposta di modifica dell'articolo 117 della Costituzione, si prevede infatti che sulle infrastrutture strategiche lo Stato abbia legislazione esclusiva, basta con la scocciatura delle intese con le regioni. Infrastrutture strategiche però vuol dire tutto, Presidente, dal momento che qualsiasi Governo può definire tale ogni opera che voglia realizzare, dal TAV al ponte sullo stretto, dalla più piccola e inutile autostrada come la Cispadana alle trivelle per la coltivazione e le estrazioni di idrocarburi ai depositi di gas metano. La recente legge di stabilità, al comma 554, modificando lo «sblocca Italia», stabilisce che le attività di prospezione e ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili.
Per i Governi che si susseguono, l'interesse strategico nazionale ovviamente non è la tutela del territorio, non è il contrasto al dissesto idrogeologico, non è la salvaguardia dell'ambiente, né tantomeno quella dell'agricoltura o le piccole e medie imprese. L'unico interesse strategico nazionale che ha questo Governo sono le trivellazioni per estrarre una misera quantità di idrocarburi e fare dell'Italia un hub del gas in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poco importa se siamo in un Paese sismico a rischio idrogeologico e che queste opere mettano ancora più in pericolo quella che è la situazione e l'interesse veramente strategico e nazionale del Paese ad avere un ambiente sano, salubre e anche una sicurezza. Questi vogliono addirittura modificare la Costituzione per metterlo dentro.
La proposta di modifica dell'articolo 117, alla lettera z), che si fa con questo emendamento, al fine di preservare il diritto regionale all'ultima istanza, vuole sopprimere queste due parole: «infrastrutture strategiche».
Chiudo guardando negli occhi i deputati del PD, i deputati emiliani in generale, ma soprattutto quelli del PD, che si sono sempre spesi a parole per rassicurare i cittadini che fin quando ci sarà il PD a governare la regione Emilia Romagna, il deposito a gas di Rivara, 3,5 miliardi di metri cubi di gas, mai sarebbe stato realizzato perché la regione lo avrebbe impedito facendo mancare l'intesa.
Ebbene, colleghi, questa è la volta buona per schierarvi e dare atto alle vostre affermazioni con coraggio, a difesa di ciò che sempre avete proclamato, ovvero difendere il territorio e lasciare alle regioni questo potere. L'emendamento c’è e vedremo cosa avrete il coraggio di votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 31.711, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lombardi, Greco, Costantino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato 93
Hanno votato no 357.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 31.126, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 29

Bolognesi, Murer, Di Lello, Toninelli, Fedriga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato 115
Hanno votato no 338.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 31.117, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Visto che siamo tornati quest'oggi in un clima un po’ più consono alla nostra discussione, vorrei riprendere una questione fondamentale attraverso questo emendamento, che è il senso della riforma dell'articolo 117 della Costituzione.
Vede, noi abbiamo affrontato questioni di dettaglio importanti – ieri la questione dei servizi informatici e dei servizi sociali – però vorrei che non perdessimo di vista il ragionamento generale che riguarda la riforma dell'articolo 117.
Io penso che intanto ci sia una contraddizione di natura politica. Io vorrei capire come stanno insieme la riforma del Senato, che diventa Senato delle autonomie, con il fatto che l'articolo 117 della Costituzione, così come riformato, sottrae dei poteri alle regioni. Mi pare che sia una contraddizione e vorrei che qualcuno mi spiegasse questa contraddizione. Cioè, stiamo facendo diventare il Senato una sorta di Conferenza Stato-regioni ? Bene ! Allora diciamocelo, ma non parliamo di Senato delle autonomie.
Il secondo punto, invece, è più tecnico. Ora, è vero che in questi anni abbiamo avuto tutta una serie di contenziosi costituzionali nello stabilire i confini tra potestà dello Stato e potestà delle regioni. Ma, questo non avveniva tanto sulla legislazione concorrente quanto su quella esclusiva. Ora è del tutto evidente che in uno Stato che è costruito o sulle regioni o con impianto federalista la legislazione concorrente è ineliminabile. Cosa fa invece questa riforma ? Elimina, appunto, la legislazione concorrente e fa due elenchi di materie, di competenza le une dello Stato e le altre delle regioni. Peccato, però, che il tema del contenzioso e del confine tra competenza dello Stato e delle regioni si ripropone, perché molte delle potestà che vengono date in maniera esclusiva allo Stato riguardano i principi generali mentre le norme di dettaglio tornano alla competenza regionale. Allora, perché questo crea un pasticcio ? Perché le varie sentenze della Corte costituzionale, che avevano stabilito quali erano i limiti e che avevano aiutato in questi anni a dirimere il contenzioso e che avrebbero potuto, in un ragionamento serio, essere riportate in Costituzione mantenendo l'impianto attuale, verranno totalmente rimesse in discussione e questo aprirà un nuovo contenzioso.
Senza dire – e concludo su questo punto, ma anche questa mi sembra una cosa singolare – che si è deciso da un lato di stabilire l'elencazione dei poteri dello Stato, dall'altro l'elencazione dei poteri delle regioni. Poi, però, si dice, rendendosi conto che i due elenchi non possono essere esaustivi, che ciò che non è normato è di competenza delle regioni. Poi, però, c’è la clausola di salvaguardia, che dice che lo Stato può assumersi tutti i poteri che vuole, anche quelli assegnati alle regioni.
Allora, io vorrei che pacatamente, serenamente, con spirito costituente, ci rendessimo conto che stiamo facendo un pasticcio e che su queste cose si potesse tornare a ragionare in maniera seria, perché Pag. 30mi pare che un punto fondamentale come l'articolo 117 stia passando un po’ troppo in cavalleria, mentre rischiamo davvero di complicare le cose. Altro che efficienza del sistema, come ci dice il Premier Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 31.117.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bossa, Malisani, Berlinghieri, Marzana, Lo Monte, Lainati, Scuvera, Biancofiore, Luigi Gallo, Mazzoli, Bruno Bossio, Lo Monte. Anche Sorial non riesce a votare. Buttiglione, Simone Valente, Ciracì. Guardate se hanno votato tutti... Elvira Savino, ha votato. Allora, hanno votato tutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato 121
Hanno votato no 344.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo all'emendamento D'Attorre 31.36. Come è già stato annunciato all'Aula, l'emendamento risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 30.900 della Commissione, la cui parte consequenziale ha modificato l'articolo 31, nella parte su cui incide l'emendamento D'Attorre 31.36.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.98, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brunetta, Ginefra, Di Gioia, Carfagna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato 83
Hanno votato no 391.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 31.39, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Questo emendamento consta di tre parti e affronta tre questioni. La prima è quella di affidare alle regioni medesime la programmazione delle risorse finanziarie destinate alla coesione territoriale in ambito regionale, infraregionale, ossia attribuire la responsabilità e la potestà nell'individuare politiche di programmazione finanziaria alle regioni sulla materia della coesione territoriale.
Mi pare non solo ragionevole, ma normale, che così dovesse essere; né possiamo pensare che le politiche di coesione territoriale infraregionale debbano essere attribuite alla potestà legislativa in capo allo Stato. Se vi è la necessità di un'azione di coesione sociale in un ambito infraregionale, è evidente che la potestà programmatoria non può non essere che in capo alla regione medesima.
Vi è un secondo aspetto di questo emendamento che vorrei offrire alla valutazione dell'Assemblea e riguarda una questione che da sempre sento esprimere Pag. 31da più parti, e cioè «le regioni si devono occupare soltanto di programmazione, non devono gestire». Mi riferisco, soprattutto e in modo particolare, alla sanità, per esempio. E, allora, perché non prevedere, perché non cogliere questa opportunità, questa occasione, e quindi prevedere, sì, che la programmazione dei servizi sanitari e sociali sia di competenza delle regioni, ma non l'organizzazione di quei servizi ?
È, insomma, un modo per riportare le regioni allo spirito originario, a quello spirito che voleva le regioni come strumento di programmazione, a quello spirito che voleva che le regioni non si mettessero a cincischiare sul fronte della gestione, ma, viceversa, indicassero quelle linee guida sul fronte della programmazione. E poi, il terzo aspetto che proviamo a sollecitare, vorremmo introdurre un elemento attraverso il quale le regioni stesse, con una votazione a maggioranza qualificata, possano valutare, di volta in volta e anche per periodi temporanei, di devolvere allo Stato alcune funzioni legislative loro attribuite.
Insomma, trovare un modo garbato, ma anche funzionale, un modo tale che consenta alle regioni stesse, non con un'azione autoritativa dall'alto, ma con una possibilità dal basso, in determinate condizioni, magari anche soltanto per periodi limitati di tempo, di valutare la possibilità di devolvere allo Stato le funzioni legislative proprie delle regioni stesse.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PAOLO RUSSO. In questo senso, articoleremo un rapporto nuovo, non solo conflittuale, non solo muscolare, non solo di contrapposizione e nemmeno di dipendenza. Un rapporto moderno di interazione tra i due livelli istituzionali, lo Stato da una parte e le regioni dall'altra. Insomma, potremmo, davvero, costruire un modello nuovo che consenta di interpretare al meglio le esigenze, i sentimenti, i bisogni, le particolari e peculiari esigenze del momento. Per queste ragioni, vorremmo che su questo fronte si riflettesse, come sugli emendamenti che ancora andremo ad affrontare successivamente e che riguardano la funzione stessa, il ruolo stesso, i compiti stessi, delle regioni, per far sì che queste regioni trovino nuova vita, in una funzione di programmazione e non di microgestione. Non compete, non tocca, alle regioni comprare la siringa di turno, compete e tocca alle regioni valorizzare il proprio sentimento, attraverso l'azione di programmazione dei servizi sanitari. Per questa ragione vorremmo che su questo fronte si aprisse un dibattito, per garantire alle regioni una funzione complementare e positiva nei confronti dello Stato stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA. Grazie Presidente, ho cinque minuti ?

PRESIDENTE. Fa la dichiarazione di voto per il suo gruppo, certo.

FILIPPO GALLINELLA. Per conferma, perché...

PRESIDENTE. Prego, prego, non c’è da interpretare.

FILIPPO GALLINELLA. Mi piace intervenire su questo emendamento sul quale, lo dico subito, voteremo in maniera contraria e andrò a darne le motivazioni. Qui l'argomento è la politica di coesione demandata alle regioni. Ora, la tematica della politica di coesione nasce dalla volontà dell'Unione europea proprio per unificare determinati comportamenti, determinate politiche, determinati sfruttamenti delle risorse comunitarie, per un obiettivo di crescita comune. Su questo c’è anche la non comprensione da parte del collega firmatario dell'emendamento, in quanto avevamo presentato un emendamento simile, che ieri è stato votato e bocciato dall'Aula, per riportare in capo allo Stato, al Governo e al Parlamento, la gestione della politica comune agricola e della pesca. Anche lì ci sono miliardi di euro per andare a focalizzare un obiettivo comune Pag. 32strategico del Paese e adesso mi sembra avvenga un passaggio indietro, perché gli stessi Fondi di sviluppo d'investimento europeo, destinati alla politica di coesione, decidiamo, almeno a parere del collega Russo, di ridarli in gestione o come competenza alle regioni. Questo mi sembra un po’ strano. Queste sono le motivazioni del nostro voto su questa questione strana che ho visto e mi piaceva segnalarla.
Poi voglio tornare a fare capire quanto sia importante che la politica di coesione resti in capo centrale. Infatti, per quanto riguarda la politica di coesione, immaginiamo si voglia fare un intervento infrastrutturale importante, che coinvolge quindi più regioni e magari due strade o due regioni che confinano con un ponte. Noi facciamo fare il ponte in capo ad una regione e poi quell'altra regione non vuole investire su quella strada per tanti suoi motivi di bilancio. Questo è un esempio del fatto che, andando a scontrarsi con le competenze delle regioni, credo che si possano creare dei cortocircuiti. È una motivazione tecnica semplice che ho voluto dare per esprimere il parere negativo all'emendamento da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 31.39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Scuvera, Carra, Fregolent, Marguerettaz, Benedetti... Benedetti non si vede... ha votato ? C’è il collega davanti... bene, hanno votato tutti ? Cani, Turco... bene, allora se tutti hanno votato... no, chi è questo collega ? Sottanelli, prego... Carrozza... ha votato ? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 447
Votanti 446
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato 48
Hanno votato no 398.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 31.40, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bossa, Palma, Pellegrino, Rosato... ha votato, bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 453
Votanti 387
Astenuti 66
Maggioranza 194
Hanno votato 71
Hanno votato no 316.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 31.139, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Simone Valente... ha votato ? Ci sono altri ?Pag. 33
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato 125
Hanno votato no 335.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 31.38, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mazzoli, Lavagno, Grillo... Grillo continua ad avere un problema...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato 48
Hanno votato no 422.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 31.42, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lo Monte, Fregolent, Piepoli, Simoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato 47
Hanno votato no 419.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 31.110 e Rubinato 31.212, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato 160
Hanno votato no 303.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 31.43, Giorgis 31.62 e Toninelli 31.99, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pilozzi.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato 171
Hanno votato no 295.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 31.121, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, qui parliamo appunto della clausola di supremazia che consente al Governo di decidere se una competenza deve tornare allo Stato oppure rimanere alle regioni. Intanto, noi siamo contrari a questa clausola di supremazia. Soprattutto laddove si va a normare puntualmente i poteri dello Stato e delle regioni, non si capisce perché ci debba essere questo istituto. Secondo, siamo contrari al fatto che appartenga al Governo. Perché deve appartenere al Governo ? Soprattutto laddove si fa un Parlamento fortemente caratterizzato dalle autonomie, facendo il Senato della autonomie, perché questo potere deve appartenere al Governo ?
Allora, vede, Presidente, io ho preso per buono l'invito dell'onorevole Speranza, che faceva all'inizio di questa seduta, che iniziava una fase nuova di disponibilità e di dialogo. Mi piacerebbe che su qualcuno di questi punti ci fosse un'interlocuzione e una risposta così sappiamo quali sono le idee della maggioranza e ci possiamo confrontare in maniera corretta e diamo un senso a questa «pseudo» Assemblea costituente (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo sul tema della clausola di supremazia che viene introdotta all'articolo 117, potenzialmente idonea a superare tutte le competenze regionali, ma che non è nient'altro che un ritorno di un forte centralismo perché non è contenuta, proprio all'articolo 117, alcuna possibilità di differenziazione per quelle realtà regionali che, invece, dimostrano di aver usato in modo efficace e responsabile la loro autonomia. Voglio ricordare, inoltre, che questa riforma, oltre alla clausola di supremazia all'articolo 117, presenta già all'articolo 120 un ampio potere sostitutivo del Governo rispetto alle regioni. Forza Italia si occuperà di questo aspetto della clausola di supremazia all'articolo 10 laddove si parla del procedimento legislativo. Abbiamo presentato un emendamento nel quale noi chiediamo che la clausola di supremazia non venga utilizzata e strutturata così com’è contenuta all'articolo 117, ma che sia soggetta ad un procedimento bicamerale sostanzialmente, proprio per il ruolo del Senato rappresentativo delle autonomie locali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS. Grazie Presidente, non vorrei introdurre eccezioni a una procedura regolamentare che deve essere sempre naturalmente seguita. Io vorrei che noi, prima di procedere alla votazione definitiva dell'articolo 117, trovassimo il tempo per tornare a riflettere su un aspetto che a me sembra rilevante e che forse c’è ancora modo di correggere senza particolari difficoltà. Alludo a questo: il testo che noi abbiamo in esame prevede che la clausola di supremazia possa essere attivata solo ed esclusivamente su iniziativa del Governo. Noi, cioè, stiamo introducendo una limitazione alla prerogativa che spetta a ogni singolo parlamentare in Pag. 35quanto rappresentante della nazione e che consiste nel poter presentare disegni di legge. Il testo, che è stato approvato al Senato, invece esclude questa possibilità perché prevede, appunto, espressamente che solo il Governo abbia l'iniziativa legislativa sulle leggi che tutelano l'interesse nazionale. A me sembra che questo non corrisponda a nessun interesse generale. In altre parole, mi è difficile capire quale sarebbe il vantaggio per il buon funzionamento della nostra democrazia rappresentativa.
Perché mai un parlamentare non dovrebbe poter proporre una legge se ritiene che quella legge sia a tutela dell'interesse nazionale e che un'iniziativa di quel tipo sia riservata al solo Governo ?
Credo sinceramente che sia una di quelle piccole questioni che possiamo correggere anche in sede di Comitato dei nove, ad esempio, aggiungendo qualcosa. Noi abbiamo escluso l'ipotesi della soppressione: oramai quella è esclusa e va rispettato. Però, in sede di Comitato dei nove, possiamo aggiungere altri soggetti legittimati ad esercitare l'iniziativa legislativa. Chiederei da questo punto di vista – ho concluso, Presidente – al Governo di motivare almeno in Aula il perché di codesta contrarietà. Perché mai – non lo capisco sul serio – perché mai un parlamentare non dovrebbe poter proporre una legge in quanto rappresentante dell'intera nazione ?
Vorrei che almeno il Governo mettesse agli atti, in modo che sia noto quando si tratterà di interpretare il significato del testo, la ragione per la quale ha espresso parere contrario e, nel metterlo agli atti e prima ancora di metterlo agli atti, chiarisse perché ritiene che non sia ragionevole riconoscere ai parlamentari l'iniziativa legislativa e valutasse se, in sede di ultima riformulazione, non è possibile correggere questo articolo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Sono piacevolmente stupito dell'applauso che il collega Giorgis ha ricevuto da parte del suo partito. Ieri abbiamo visto, signora Presidente, quello che in realtà dovrebbe capitare molto più di frequente e che dovrebbe rappresentare il significato che ha questo Parlamento, cioè che un dibattito aperto e condiviso porti alla creazione di un'idea, la migliore per il Paese. L'abbiamo visto su un emendamento che riguardava il settore informatico e spero che ci possa essere il medesimo dibattito con la medesima onestà intellettuale riguardo a qualcosa di molto più importante, signora Presidente.
Lei si ricorderà che io qualche settimana fa, descrivendo l'impianto di questa riforma del Governo combinato con l'Italicum, parlavo di «governismo assoluto». Bene, è sufficiente leggere questo passaggio perché siamo di fronte ad uno dei passaggi cruciali di tutto l'impianto...

PRESIDENTE. Colleghi, è possibile avere meno confusione in aula ?

DANILO TONINELLI. Siamo di fronte ad uno dei punti nodali di tutto l'impianto della riforma portata avanti dal Governo. Ed è un impianto che, all'interno dell'articolo che disciplina le competenze legislative dello Stato e delle regioni, prevede un caso in cui il Governo e solo il Governo per determinati motivi assolutamente generali – vado ad indicarli – che sono la tutela dell'unità giuridica ed economica della Repubblica e la tutela dell'interesse nazionale, cioè praticamente a totale libero arbitrio da parte del Governo, il Governo medesimo può dire: no, anche se è una competenza esclusiva della regione, intervengo io perché, secondo me, lì c’è un interesse nazionale generale.
Affermare che è il Governo a stabilirlo e non il Parlamento in qualità di rappresentante del popolo, della democrazia rappresentativa costituzionalmente sancita è un passaggio pericolosissimo perché è il medesimo Governo che sta in piedi con una legge elettorale ipermaggioritaria che gli dà in mano tutto il potere, pure quello Pag. 36di avere la supremazia assoluta nella decisione delle leggi da arrogarsi.
Quindi, prendo spunto da quanto affermato dal collega Giorgis: è fondamentale che quest'Aula apra un confronto e lo dico ai relatori e sono molto rammaricato, signora Presidente, dell'assenza del Ministro perché questo è un punto importante. Vedo il relatore Fiano, unico relatore rimasto, che sta «camminando» e spero che mi stia ascoltando come ha ascoltato il suo collega Giorgis.
È un momento in cui l'Aula si dovrebbe fermare a discutere o si dovrebbe fermare per convocare un Comitato dei nove e guardarsi negli occhi con la serietà di chi vuole bene al Paese e chiedersi: è normale oppure no che il Governo abbia una supremazia assoluta nel decidere e produrre le leggi ? Secondo me e secondo illustri costituzionalisti c’è un grosso e sacrosanto «no».
Ma non voglio fare polemica e chiedo formalmente – lo chiedo al Ministro, lo chiedo al Governo, a chi in questo momento lo rappresenta e lo chiedo al relatore – che il dibattito aumenti e che si estenda quanto meno al Parlamento la possibilità di intervenire sulla esclusività nella produzione di una legge che abbia interesse nazionale.
È un passaggio cruciale, spero che lo sia anche per una maggioranza che, sino ad oggi, non ci ha mai ascoltato, nonostante la serietà con cui abbiamo portato avanti i lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signora Presidente, considero questa parte dell'articolo 117 congrua, perché pone rimedio a questioni alquanto delicate che si erano innescate con quella sbagliata riforma del Titolo V e, quindi, gli interventi su professioni, turismo, energia e trasporti pongono rimedio a delle condizioni che avevano fatto passare il federalismo all'italiana per una sorta di «vestito di Arlecchino».
Detto questo, però, sul punto specifico, laddove si richiede la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica e, quindi, la tutela dell'interesse nazionale, credo che sia molto onesto che si riconosca il fatto che non può essere un compito esclusivo del Governo e che questa parte debba essere valutata in maniera più approfondita. Infatti, vorrei ricordare ai colleghi che restiamo in una Repubblica parlamentare, non siamo fuoriusciti da questo schema, e scrivere una Carta costituzionale con dentro questo elemento mi sembra una forzatura oggettiva. Quindi, credo che quello che è stato detto da altri colleghi risponda a un criterio di saggezza. Invito il Governo a riflettere su questo punto specifico (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, intervengo innanzitutto sull'ordine dei lavori, perché devo, purtroppo, constatare un fatto: in quanto deputata appartenente al gruppo Misto, essendo una parlamentare singola e non iscritta ad una componente del Misto, io non potrei più prendere la parola in quest'Aula, in quanto il gruppo Misto ha esaurito tutti i tempi, anche quelli a titolo personale. Io credo che in questo caso, soprattutto nel momento in cui noi stiamo riformando la Costituzione italiana, per una parlamentare che è passata al gruppo Misto – laddove, tra l'altro, il presidente del gruppo Misto, che dovrebbe rappresentare anche la sottoscritta, rappresenta solo una parte della sensibilità di chi è iscritto a quel gruppo, e quindi, in questo caso, una parte che esprime la maggioranza parlamentare e non l'opposizione – in questo momento...

PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, lei ha finito il suo tempo e comunque non avrebbe diritto a parlare.

Pag. 37

BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, le sto ponendo un problema serio, credo.

PRESIDENTE. Il problema lo conosciamo.

BARBARA SALTAMARTINI. Vorrei che la sua sensibilità politica mi desse una risposta, perché io, in questo momento, non posso parlare in quest'Aula sulla riforma della Costituzione. Vorrei sapere da lei se questo è giusto o meno.

PRESIDENTE. Deputata, le regole sono le stesse per tutti. Non le ho inventate io. Abbiamo un Regolamento, a questo dobbiamo attenerci.

BARBARA SALTAMARTINI. Quindi, lei mi sta vietando di parlare sulla riforma della Costituzione. Giusto ? Noi non possiamo su questo...

PRESIDENTE. Deputata, ha terminato il suo tempo. La ringrazio. Le ho detto che le regole sono chiare, lei non ha titolo per parlare. A me dispiace personalmente nei suoi confronti, ma le regole non le ho stabilite io.
Vuole intervenire il deputato Buttiglione ? No, al posto del deputato Buttiglione chiede di parlare il deputato De Mita. Poi, vedo che c’è un richiamo al Regolamento da parte del deputato Crippa, quindi, dovrei dare al deputato Crippa la precedenza, deputato De Mita, se non le dispiace.
Prego, deputato Crippa, ha facoltà di intervenire per un richiamo al Regolamento.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Intervengo ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento. Avevo già segnalato alla Presidenza nelle settimane passate questa situazione incresciosa, per cui, come è stato detto poco fa, un deputato appartenente al gruppo Misto non potrebbe esprimere, se non iscritto in una delle componenti politiche raggruppate sotto una denominazione, i propri pareri sulle riforme costituzionali, perché... però mi deve ascoltare, Presidente, scusi...

PRESIDENTE. Sì, lo so... vengono tutti qui e io devo dare delle risposte in contemporanea. Mi dispiace. Prego, continui.

DAVIDE CRIPPA. Ma io attendo, non c’è problema. Le stavo dicendo: questa situazione la avevamo già segnalata due settimane fa, quando avevamo scoperto che, quando intervenivano a parlare sulle riforme alcuni deputati del gruppo Misto non iscritti alle componenti politiche, ma diciamo così «generici», il tempo veniva sottratto dagli interventi a titolo personale. Questa cosa, secondo noi, è una assurdità, nel senso che avevamo segnalato quanto fosse più opportuno suddividere la quota della «componente Misto» anche ad un «Misto-altri», anziché solo a quelle componenti politiche del gruppo Misto che si sono costituite.
Il fatto oggi che si sia determinata questa situazione per una deputata del gruppo Misto non facente parte di alcune categorie ben definite e di alcuni raggruppamenti definiti, porta a quella problematica che abbiamo sollevato due settimane fa: ovvero che non era contemplabile che un deputato del gruppo Misto potesse parlare e venissero sottratti i tempi agli interventi a titolo personale.
Avevamo chiesto che la Giunta per il Regolamento approfondisse questo aspetto, perché diventa prioritario attribuire, a mio avviso, una quota parte dei tempi a «Misto-altri», laddove sotto «Misto-altri» vi sono tutti quei deputati che non si riconoscono sotto nessun tipo di raggruppamento. Credo sia importante dare una risposta a quella segnalazione che le avevo già posto due settimane fa. La ringrazio.

PRESIDENTE. Deputato Crippa, come lei ben sa, l'articolo 24, comma 7, del Regolamento, stabilisce che il tempo attribuito al gruppo Misto è ripartito fra le componenti politiche in esso costituite, avendo riguardo alla loro consistenza numerica.Pag. 38
Adesso abbiamo un caso in cui non vi è una componente politica costituita, giusto ? Allora questa questione, stando al Regolamento, non trova una soluzione. Quindi, si può pensare di sottoporla alla Giunta per il Regolamento.

DAVIDE CRIPPA. Due settimane fa glielo ho detto !

PRESIDENTE. Sta bene, è un suggerimento che possiamo accogliere. Però, stante il nostro ordinamento, stante il nostro Regolamento, oggi la situazione è questa.
Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga, per un richiamo al Regolamento. E poi ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro, sempre per un richiamo al Regolamento. Prego, deputato Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, ai sensi dell'articolo 24 del Regolamento. Le faccio presente che il caso della deputata Saltamartini, che è appena intervenuta, è un caso nel quale oltretutto i tempi non è in grado di gestirli lei in qualità di gruppo. Se per i tempi aggiuntivi lei aveva sottolineato che i gruppi inizialmente sapevano il tempo che avevano a disposizione, i tempi che avrebbe avuto a disposizione la deputata Saltamartini, nella sostanza, sono stati utilizzati da altri, perché i tempi a titolo personale sono utilizzati da tutti. Adesso non si può pensare di aspettare una Giunta per il Regolamento per permettere ad un deputato – che ha lo stesso diritto di tutti gli altri deputati appartenenti a qualsiasi gruppo, gli stessi identici diritti in quanto deputato – di poter intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle e della deputata Saltamartini).
Invito lei, in qualità di Presidente, come ha fatto in modo saggio nella giornata odierna concedendo tempi aggiuntivi, visto che oltre tutto ciò non andrebbe a toccare minimamente l'economia dei lavori, a pensare per esempio per questi casi che sono eccezionali – perché sono casi del gruppo Misto che non appartengono a nessuna componente – di assegnare perlomeno un minuto ad intervento, così da poter esprimere la propria opinione liberamente e garantire gli stessi diritti degli altri deputati. Nulla di più e nulla di meno. Ma sarebbe, dal nostro punto di vista, assolutamente illegittimo che un deputato avesse un trattamento diverso. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fedriga.
Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Sannicandro. Per quale articolo ?

ARCANGELO SANNICANDRO. Articolo 85.

PRESIDENTE. Prego.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, mi viene opposto che, avendo un collega del gruppo preso la parola per dichiarazione di voto, io potrei teoricamente intervenire soltanto in dissenso, e questo dissenso viene inserito, catalogato, nell'ambito degli interventi a titolo personale. Da giorni vado dicendo che una cosa sono gli interventi a titolo personale e una cosa sono gli interventi di dissenso, perché il testo, infatti, li disciplina diversamente. Quindi, poiché classificate gli interventi in dissenso fra gli interventi a titolo personale, noi non potremmo più intervenire. Ma io ho già detto a chi mi ha obiettato che non intendo intervenire in dissenso, ma intendo intervenire sull'argomento, e l'articolo 85 fissa il principio generale. Il principio generale è il seguente: ciascun deputato può intervenire nella discussione una sola volta per non più di 20 minuti, illustrando (...) e via seguitando. Poi si afferma che il termine di 20 minuti è raddoppiato per i progetti di legge costituzionale; e questo lo ribadisco, perché sinceramente le do atto che ci ha concesso i tempi supplementari, ma non le do atto che i tempi concessi siano adeguati alla materia di cui stiamo discutendo, perché i tempi supplementari, aggiuntivi di un terzo, li abbiamo avuti per qualunque bazzecola. Qui stiamo parlando della riforma Pag. 39costituzionale, quindi da tempo vado suggerendo che non doveva esserci concesso un terzo ma semmai il raddoppio, perché il termine di 20 minuti è raddoppiato per i progetti di legge costituzionale, di delegazione e così via. Allora, in conclusione, mi dovete risolvere questo problema: non possiamo tutti procedere allo svolgimento della dichiarazione di voto; prima della dichiarazione di voto c’è il dibattito su ciascun articolo e su ciascun articolo può intervenire qualunque deputato. Ora, ci avete concesso i tempi aggiuntivi e questi ce li gestiamo noi, non è che potete diversamente mettere il bavaglio a chi intende parlare, dicendo che si può parlare solo a titolo di dissenso.

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, qui stiamo appunto in una fase in cui il gruppo può fare dichiarazioni di voto. La dichiarazione di voto è una per gruppo. Per gli interventi a titolo personale non abbiamo più tempo a disposizione; i tempi sono già stati estesi. E la dichiarazione di voto non si può scorporare, è una per gruppo. Quindi, il tempo destinato alla dichiarazione di voto lo può utilizzare, per massimo cinque minuti, un deputato. Prima della dichiarazione di voto si può intervenire se c’è il titolo personale, ma i tempi per gli interventi a titolo personale sono esauriti, anche gli aggiuntivi, che sono stati già concessi a tale titolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Mita. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE DE MITA. Presidente, intervengo nel merito dell'emendamento. La nostra discussione ogni tanto riesce ad avere qualche sussulto e ad entrare nel merito delle questioni, come è accaduto ieri sera. E mi pare che anche la discussione su questo punto, sull'emendamento Giorgis, per le motivazioni che sono state esposte dall'onorevole Giorgis, ponga a tutti una questione vera e molto delicata, perché riconoscere solo al Governo la possibilità di assumere iniziativa legislativa, invocando l'interesse nazionale e sottraendo la materia alla competenza regionale, è un'oggettiva compressione delle prerogative parlamentari e va oltre l'ambito di ragionevolezza costituzionale. Una previsione di questo tipo, involontariamente – credo, temo – ci porta all'interno di un regime diverso da quello parlamentare, perché, proprio laddove si interviene con una legge che invoca l'interesse nazionale, è propriamente il Parlamento e ogni singolo deputato che interpreta l'interesse della nazione a dovere avere questa responsabilità. Allora, io credo che, come ieri, occorra un sussulto di razionalità e di ripensamento, perché questa non è una previsione banale che può essere messa da canto, come dire, e travolta dalla velocità con la quale stiamo affrontando una riforma molto seria.
Devo riconoscere che la formulazione adottata dall'onorevole Giorgis e dagli altri firmatari per affrontare questa questione è molto più precisa ed interpreta meglio le preoccupazioni che sono state espresse dai colleghi intervenuti, di quanto abbia fatto il sottoscritto con l'emendamento 31.70, che poneva lo stesso problema, che credo che nella formulazione da me adottata venisse risolto in una maniera impropria.
Per cui volevo segnalare, a conclusione del mio intervento alla Presidenza, che ritiro, per le motivazioni dette, l'emendamento 31.70, e sottoscrivo l'emendamento Giorgis 31.62.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, è evidente che siamo di fronte ad un emendamento estremamente rilevante, perché determina o meno un impianto di ragionevolezza costituzionale.

PRESIDENTE. No, aspetti, aspetti però: deputato, se è sull'emendamento...

RICCARDO FRACCARO. No, no, saltiamo il merito, è sull'ordine dei lavori.
È estremamente importante. Quindi chiedo che, come è avvenuto nella giornata di ieri, un momento che tutti hanno riconosciuto Pag. 40come effettivamente di levatura costituzionale, di apertura nei confronti anche delle opposizioni, come si richiede quando si affronta la riforma della Costituzione, chiedo, Presidente, tramite lei, un intervento in Aula del Ministro Boschi, perché quasi tutte le opposizioni hanno chiesto su questo emendamento il parere del Governo e di spiegare le ragioni per cui il Governo non accetti di rispettare il principio per cui siamo in una democrazia parlamentare e non in una democrazia governativa. Siccome si tratta di tutelare i principi fondamentali, che tutti noi, anche il Partito Democratico, ha sempre affermato di non voler toccare, se potesse intervenire il Ministro su questo piccolo ma significativo emendamento dirimente, noi potremmo anche fare una discussione, come sempre è stato auspicato anche da lei, costruttiva.
Perché, Presidente, non è che le riforme si fanno con tutti, ma poi si fanno solo con Berlusconi: se noi del MoVimento 5 Stelle, se SEL, se Nuovo Centrodestra, l'Area Popolare, chiedono un chiarimento e invocano una modifica della Costituzione per senso di ragionevolezza e di tutela dei principi costituzionali che i nostri padri fondatori hanno individuato, una risposta del Ministro, Presidente, credo sia necessaria, fondamentale per il buon andamento dei lavori ! Noi stiamo facendo in questo momento semplicemente un'opposizione costruttiva e dialogante.

PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo è presente, onorevole Fraccaro, se riterrà di accogliere la sua richiesta, vediamo. Io posso solo fare da tramite, come sto facendo. Sottosegretario Scalfarotto, se si può avere un po’ di attenzione. Presidente Sereni, chiedono l'attenzione del Governo, giustamente.
Allora, un secondo. Io ho altri due interventi già in attesa.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Come relatore ? Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, le chiedo di accantonare momentaneamente questo emendamento.

PRESIDENTE. Lei propone di accantonare questo emendamento, quindi gli interventi a seguire immagino che...

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Presidente Palese, lei ha obiezioni ? Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, non ho alcuna obiezione, anzi, ritengo che sia un fatto estremamente positivo, così come è successo ieri sera: che la discussione del Parlamento ha consentito, sulla situazione del digitale, l'inserimento all'interno della Costituzione, a seguito di una riflessione di alcuni colleghi autorevolissimi, su questo aspetto, che è uno dei punti più delicati di questa riforma, al di là se viene condivisa o non condivisa alla fine del percorso, è estremamente importante che il relatore con il Governo si pongano questo problema, che è un problema molto serio e che riguarda gli equilibri rispetto alle competenze, ma anche dei poteri territoriali e centrali.

PRESIDENTE. Colleghi, se non ci sono obiezioni, noi lo accantoniamo. Sì, so che il deputato Manlio Di Stefano voleva intervenire, gli chiedo un attimo di pazienza e poi gli darò la parola. Quindi, accantoniamo questo emendamento. Allora, adesso noi dobbiamo passare ad un altro punto, prima di passare a un altro punto dell'ordine del giorno c'era il deputato Manlio Di Stefano che voleva fare un intervento.

MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, vede, proprio mentre noi stiamo parlando in quest'Aula di riforme costituzionali, Pag. 41che dal nostro punto di vista sono fatte male e non servono a nessuno, annegano nel canale di Sicilia oltre trecento migranti, una strage che probabilmente si prevederà più dura di quella che abbiamo tanto pianto un annetto fa, una strage che come sempre ci affretteremo a dire che non ha responsabili diretti perché non sappiamo come sia possibile che questi migranti arrivino nei nostri mari, una strage che però dei colpevoli ce li ha, e non voglio davvero «politicizzare» in questo caso. I colpevoli ce li ha e sono esattamente quelli che non attuano le proposte di legge che vengono approvate in quest'Aula, gli emendamenti che vengono approvati, le mozioni che vengono approvate. Io mi chiedo cosa abbia fatto il Ministro Alfano dal giorno in cui è stata approvata fra le tante la mia mozione su Dublino, approvata all'unanimità da quest'Aula, che aveva due punti fondamentali: il primo sull'istituzione di punti di richiesta di asilo direttamente sul territorio di partenza dei migranti e il secondo su come concordare con i Paesi di provenienza e transito un piano comune per la gestione dei flussi. Questi due punti oltre agli altri servono proprio a evitare che dei migranti possano morire in mare, perché gli diamo la possibilità di partire in sicurezza avendo già ottenuto i documenti che gli servono. Io non vorrei che questa mozione, alla quale erano associate anche altre di altri gruppi politici, rimanesse in quel calderone del 98 per cento di atti legislativi approvati in quest'Aula che non trovano mai conversione in decreto attuativo. Io chiedo che il Ministro Alfano ci venga a dire ancora una volta a che punto siamo con queste riforme, che il Ministro della giustizia Orlando faccia lo stesso, perché non è più possibile tollerare centinaia di morti in mare, vedere i minuti di silenzio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e poi avere la soluzione già approvata dall'Aula e non vederla mai trasformata in legge. Questa è una questione che fa davvero male a chi crede che il diritto umanitario sia fondamentale prima ancora di queste riforme e a chi crede che quest'Aula debba tornare a essere il centro dell'attività legislativa del popolo italiano. Chiediamo che venga convertita in legge la nostra mozione e crediamo che non è più possibile aspettare e vedere ancora morire in mare dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'esame della riforma costituzionale riprenderà alle 16,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 13,53).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la II Commissione (Giustizia) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 1344. – Senatore PALMA: «Divieto di concessione dei benefìci ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale» (Approvata dal Senato) (2719).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta Pag. 42immediata, alle quali risponderanno il Ministro della difesa, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Chiarimenti in ordine all'utilizzo di uno slogan in lingua inglese nell'ambito della campagna promozionale per il concorso per l'ammissione alla prima classe del corso normale della Marina militare – n. 3-01288)

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01288, concernente chiarimenti in ordine all'utilizzo di uno slogan in lingua inglese nell'ambito della campagna promozionale per il concorso per l'ammissione alla prima classe del corso normale della Marina militare (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

FABIO RAMPELLI. Thank you, Speaker, dear colleagues, dear Minister Pinotti... Se proseguissi questo intervento in inglese, il Presidente della Camera mi toglierebbe la parola...

PRESIDENTE. Stava per farlo.

FABIO RAMPELLI. Lo so e io l'ho prevenuta, perché la lingua ufficiale del Parlamento italiano è l'italiano.
Mi domando come possa essere venuto in mente e come possa essere tollerato alla Marina militare italiana e, quindi, alle Forze armate italiane di varare una campagna per reclutare nuovi giovani in lingua inglese con i soldi dei cittadini italiani. «Be cool and join the Navy», cioè «Sii figo, arruolati nella Marina» è uno slogan inaccettabile. Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale vuole sapere come il Governo intenda porre rimedio a questa gaffe.

PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, la campagna di comunicazione lanciata dalla Marina militare, a cui fa riferimento l'onorevole interrogante, realizzata in house dalla Forza armata, si rivolge principalmente ad un pubblico giovane e ha come obiettivo quello di promuovere la partecipazione al concorso per l'ammissione all'accademia navale, come lei ha ricordato.
Il nodo focale è costituito dall'uso dell'espressione «be cool» traducibile in italiano come «essere giusto e fiducioso delle proprie capacità». Nella parte bassa del manifesto, vi è inoltre un rimando al sito istituzionale della Marina, dove gli interessati possono acquisire informazioni e approfondire i compiti e le funzioni della Forza armata.
La scelta della lingua inglese è stata fatta dalla Marina perché rappresenta un fattore di differenziazione rispetto agli slogan tradizionali, con l'obiettivo di richiamare, con un linguaggio semplice di uso comune, l'attenzione dei giovani rispetto ad un'odierna figura di marinaio che richiede la voglia di mettersi alla prova in un contesto moderno, altamente tecnologico e internazionale.
Lo slogan utilizzato e ampiamente diffuso nel linguaggio corrente ha la sua ragion d'essere nella consapevolezza che i giovani a cui oggi ci rivolgiamo sono ragazzi cresciuti in un contesto sempre più aperto, parte di un mondo globalizzato, dinamico e senza frontiere, che si confrontano in rete con i coetanei di tutto il mondo impiegando un linguaggio ormai universale diffuso da Internet.
Se la bontà di una campagna di comunicazione si valuta dai risultati, va detto che quest'anno le domande di partecipazione al concorso per l'accademia navale sono aumentate del 20 per cento rispetto a quelle dell'anno passato.
Gli esperti della comunicazione direbbero che il fatto stesso che se ne parli e che il Ministro della difesa sia oggi qui alla Pag. 43Camera a rispondere a un'interrogazione parlamentare evidenzia il successo dell'iniziativa e l'efficacia del messaggio trasmesso, che peraltro dimostra la capacità delle Forze armate di rinnovarsi e di essere in sintonia con i tempi.
Vorrei concludere dicendo che l'uso della lingua inglese non sottrae certo all'immagine della Marina militare il valore delle sue tradizioni che sono radicate nella storia e che possono essere declinate in forma moderna proprio per renderle condivisibili con le nuove generazioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro, la risposta era prevedibilmente evasiva. La lingua si dà il caso che sia strumento insostituibile per la diffusione della propria identità nazionale. La campagna in lingua inglese della Marina militare ci fa venire in mente la metafora di una squadra sportiva che sveste la propria maglia per indossare quella di una squadra diversa, magari persino potenzialmente avversaria. Le Forze armate italiane devono essere tenute al vincolo dell'identità e non soltanto a quello – ci mancherebbe altro – della fedeltà che non è in discussione.
Delle due l'una: o si comunica in un'altra lingua per tentare di colonizzare un altro popolo, o lo si fa perché si subisce la subalternità e la colonizzazione per conto terzi. Purtroppo, temiamo che il caso denunciato risponda ad una colonizzazione subita e a noi, a Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, non sta bene.
Chiediamo, caro Ministro, che il Governo intervenga e sospenda questa campagna, che noi giudichiamo vergognosa. Questa campagna deve essere ritirata, perché se è vietato parlare in una lingua diversa dall'italiano nel Parlamento italiano, deve essere, per analogia, vietato alla Marina militare e alle Forze armate italiane di fare delle campagne di arruolamento in lingue diverse rispetto all'idioma italiano che, peraltro, noi abbiamo chiesto fosse tutelato nelle riforme costituzionali entrando nella Costituzione italiana, dove ancora, purtroppo, non v’è scritto che la lingua ufficiale e unica dello Stato italiano è l'italiano.

(Chiarimenti in merito all'annunciata partenza della fregata Grecale verso le acque prossime alla Somalia, in relazione alle procedure previste per la partecipazione italiana alle attività di contrasto alla pirateria nell'Oceano indiano – n. 3-01289)

PRESIDENTE. L'onorevole Marcolin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gianluca Pini n. 3-01289, concernente chiarimenti in merito all'annunciata partenza della fregata Grecale verso le acque prossime alla Somalia, in relazione alle procedure previste per la partecipazione italiana alle attività di contrasto alla pirateria nell'Oceano indiano (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il 30 gennaio la Difesa ha annunciato per il 1 febbraio seguente la partenza della fregata Grecale verso le acque antistanti la Somalia, precisando che la nave avrebbe sostituito il cacciatorpediniere Andrea Doria nella conclusione del semestre in cui la Marina militare italiana ha esercitato il comando relativo alla missione antipirateria dell'Unione europea denominata «Atalanta». È giunta in effetti solo ieri, quaranta giorni dopo lo spirare del precedente termine di proroga, ed abbiamo potuto prenderne atto, la scelta del Governo di andare avanti con la missione.
Quindi, noi chiediamo praticamente come mai il Parlamento non è stato reso edotto di quella che era una decisione presa con il decreto-legge n. 109 del 2014, che subordinava anche ad una valutazione concernente l'evoluzione del caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che secondo noi doveva essere...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

Pag. 44

MARCO MARCOLIN. ... per prima cosa presa in considerazione.

PRESIDENTE. Il Ministro della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, in merito alla partenza della fregata Grecale per la missione antipirateria dell'Unione europea «Atalanta», desidero confermare in questa sede quanto evidenziato nel comunicato stampa del Ministero della difesa dello scorso 30 gennaio.
In particolare, in quella data l'unità era nel Mediterraneo, in fase di addestramento e di approntamento per lo svolgimento di attività di sorveglianza marittima sotto catena di comando nazionale.
Rispetto a tale situazione va ora evidenziato che nel Consiglio dei Ministri di ieri, come lei ha ricordato, è stato esaminato ed approvato il decreto di proroga – abbiamo atteso la nuova elezione del Presidente della Repubblica – delle missioni internazionali, che seguirà ora il previsto iter parlamentare di conversione in legge.
Il Governo, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, della legge n. 141 del 2014, ovvero che la partecipazione italiana alle missioni di antipirateria deve essere valutata in relazione agli sviluppi della nota vicenda dei due fucilieri di Marina, ha ritenuto opportuno continuare ad assicurare, per ora, la sola partecipazione del nostro Paese alla missione dell'Unione europea denominata «Atalanta», anche alla luce del rinnovato impegno assunto dall'Unione con la risoluzione n. 2015/2512 dello scorso 15 gennaio sul caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Ovviamente, questa è la proposta che il Governo ha fatto nel decreto. Ci sarà una discussione parlamentare e se ci saranno orientamenti diversi nel Parlamento ne prenderemo atto e seguiremo quelli che sono questi orientamenti. Però, non si è contravvenuto a quanto stabilito ed è ovviamente importante che ci sia anche la discussione parlamentare.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Marcolin, informo l'onorevole Marcolin e i colleghi della Lega Nord che se si espone la maglietta che viene portata sotto le giacche io immediatamente toglierò la parola all'onorevole Marcolin.
L'onorevole Marcolin ha facoltà di replicare.

MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, speriamo di no perché qui ormai togliere la parola è una cosa di moda.
Io ringrazio la Ministra per la sua risposta. Chiaramente non mi ritengo soddisfatto, anche perché credo che le priorità erano e sono i nostri due fucilieri, i marò, dei quali uno è a casa, purtroppo per le note vicende di salute, mentre l'altro è ancora in India. Chiaramente avremmo potuto portarli a casa, chiaramente avremmo potuto instaurare un rapporto con l'India un po’ diverso, ancora in tempi passati quando, invece, si è preferito agire in maniera diversa.
Io credo che con la stessa solerzia, visto che era nel Mediterraneo e che io mi accingerò fra breve a fare magari il sindaco di Agrigento, che è la porta nel Mediterraneo dell'Africa verso l'Europa, questo cacciatorpediniere fosse più idoneo a sorvegliare questo mare, a sorvegliare e ad aiutare chiaramente al ritorno quegli esuli che sono costretti, come abbiamo visto in questi giorni, ad imbarcarsi sotto pagamento.
Quindi, diciamo così, fan sì che tutti sfruttino queste disgrazie a loro piacimento, a seconda del colore politico. Noi rimandiamo veramente a chi dice di noi che siamo persone che non hanno cuore e che non hanno sentimenti. Noi li abbiamo veramente alti e penso che un'azione che nel Mediterraneo si dovrebbe compiere sia proprio quella di tutelare sia le nostre coste sia chi parte profugo, esule, da terre diverse per venire qui con la speranza di un'accoglienza, mentre sono costretti a salire, e dovremmo sì curarli, ma riportarli a casa.

Pag. 45

(Elementi ed iniziative in merito ai lavoratori ricompresi nella cosiddetta «quota 96» – n. 3-01290)

PRESIDENTE. L'onorevole Pannarale ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01290, concernente elementi ed iniziative in merito ai lavoratori ricompresi nella cosiddetta «quota 96» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, Ministra Madia, oggi raccontiamo una lunga storia di violazione di diritti dei lavoratori e delle lavoratrici: «quota 96», il più clamoroso errore della riforma Fornero. Se fosse una medaglia, avrebbe due facce: da un lato, quella dell'ingiustizia, dall'altro, quello dell'incapacità. E quest'ultima faccia è indubbiamente quella del Governo.
Per ragioni di tempo salterò i passaggi sulle innumerevoli iniziative parlamentari di questi anni; ricorderò, invece, alcune sue dichiarazioni. Estate 2014: l'aver escluso dal decreto sulla pubblica amministrazione tali pensionamenti non è una rinuncia del Governo, inseriremo la norma in un provvedimento organico più ampio, il ricambio generazionale mi sta a cuore.
Siamo a febbraio 2015, le do l'occasione di rispondere oggi, Ministra. Qual è il numero effettivo di questi lavoratori, visto che ci risulta che la platea si sia ridotta di oltre 1.300 unità, quando e con quale provvedimento ad hoc consentirete a questi lavoratori di andare in pensione il 1 settembre 2015 ?

PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, sulla cosiddetta questione «quota 96», per diverse ragioni, anche rispetto a delle scelte complessive del Governo, non si sono verificate le condizioni per un intervento unico.
Si tratta – lei, onorevole, mi chiede i numeri – di circa quattromila docenti. Questi sono dati INPS aggiornati, confermati dal MIUR, ai quali però possiamo sottrarre circa mille insegnanti, che verranno tutelati dalla sesta salvaguardia e ai quali nei prossimi giorni arriverà dall'INPS la comunicazione del diritto a pensione, con la quale potranno presentare domanda di cessazione entro il 2 marzo.
Rimarrebbero quindi circa 3 mila insegnanti che, a seguito della riforma Fornero e per effetto, come ricordava, dei tempi di pensionamento dettati dall'articolazione dell'anno scolastico, hanno subito un aumento della loro permanenza al lavoro.
La politica del Governo è ora, prima di tutto, incentrata sull'obiettivo di concentrare le risorse per favorire il lavoro di chi un lavoro non ce l'ha, in particolare dei giovani, di chi è rimasto escluso o rischia di rimanere escluso dal mercato del lavoro, anche in conseguenza della crisi economica che dura da anni e per uscire dalla quale, come Governo, concentriamo ogni sforzo. Importanti ad esempio – con soddisfazione voglio sottolinearlo oggi – sono gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, che abbiamo approvato con la legge di stabilità per i prossimi tre anni e che già stanno dando risultati incoraggianti.
In questo quadro di priorità, ci impegniamo anche in un imminente provvedimento legislativo del Governo a far uscire dalla precarietà i tanti insegnanti con contratti a termine che lavorano nella scuola.

PRESIDENTE. L'onorevole Pannarale ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, Ministra Madia, la sua risposta è imbarazzante, perché incredibilmente vacua. Lei non ha neanche provato a raccontarci, ad esempio, che ne «La buona scuola» si potrebbe provare a risolvere finalmente la questione dei «quota 96». Lei oggi non ha neanche parlato di buone intenzioni. Ci ha detto in maniera chiara che questa vicenda non si risolverà più. Io non so se lei ha mai provato ad immaginare Pag. 46una docente di sessantaquattro anni, che la mattina, invece di occuparsi dei suoi desideri e dei suoi cari, prende il treno per i pendolari e va in una classe sovraffollata, dove magari trova ventinove-trenta bambini che hanno tra i tre e i sei anni.
E non so se, al tempo stesso, ha provato a immaginare nella stessa situazione una giovane insegnante che viene finalmente stabilizzata su questa cattedra grazie all'uscita di questi insegnanti e che prova a consolidare un suo progetto di vita. Questi lavoratori non stanno questuando un privilegio, una gentile concessione da parte del Governo: questi lavoratori stanno rivendicando un loro diritto che è stato maturato nel corso del tempo e che continua ad essere negato, come lei ci ha confermato poco fa, dal Governo.
L'unico atto chiaro che questo Governo è riuscito a fare è la costituzione in giudizio contro questi lavoratori, perché, a fronte della recentissima sentenza del tribunale di Salerno, che aveva, peraltro, ridato speranza a 42 lavoratori, il MIUR ha deciso di ricorrere in appello, uccidendo anche questa fioca speranza. Qui stiamo parlando di lavoratori ai quali un giorno è stato detto: « è vero, abbiamo sbagliato», non in una lettera privata, ma in un atto del Governo, e però non possiamo risolvere la situazione, perché le compatibilità economiche vengono prima della scuola e dei diritti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pannarale.

ANNALISA PANNARALE. Lei, Ministra, si assume oggi la responsabilità di dire che il Governo sta da un'altra parte rispetto ai lavoratori, rispetto ai diritti, rispetto alla dignità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative per il collocamento degli idonei di concorso attraverso lo scorrimento delle graduatorie, in attuazione del decreto-legge n. 101 del 2013 – n. 3-01291)

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01291, concernente iniziative per il collocamento degli idonei di concorso attraverso lo scorrimento delle graduatorie, in attuazione del decreto-legge n. 101 del 2013 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, Ministro, sarò sicuramente più breve...

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, gentilmente, grazie.

WALTER RIZZETTO. ... ricordando al Ministro Madia che sappiamo tutti che cosa stanno subendo circa 84 mila idonei; non vincitori di concorso, ma idonei. Ministro, lei aveva assicurato – cito un suo virgolettato di qualche settimana, di qualche tempo fa – che era intenzione del Governo «tutelare le aspettative degli idonei prima di procedere a nuove assunzioni».
Tra l'altro, la correggo, Presidente (anzi, non la correggo tecnicamente, ma politicamente): questa non è proprio, con l'emendamento in seno alla legge di stabilità 2015, l'attuazione del decreto-legge n. 101 del 2013, come sappiamo tutti.

PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, l'azione di Governo è concentrata su una serie di riforme, tra le quali un punto qualificante è l'attuazione rapida della legge n. 56 del 2014 sul superamento delle province, la cosiddetta legge Delrio. A tale fine, noi, come Governo, concentriamo ogni sforzo sull'esigenza di ricollocare, in base alle loro competenze e in uffici dove ce ne è bisogno, tanti dipendenti pubblici. Un esempio che mi sta particolarmente a cuore è quello di colmare le carenze di Pag. 47organico degli uffici giudiziari attraverso proprio la mobilità dei dipendenti delle province.
Tutto questo nulla toglie ai vincitori di concorso: il Governo riconosce l'assoluta priorità a chi ha vinto un concorso pubblico e la legge di stabilità, proprio nel percorso di mobilità che ho menzionato, ha fatto salvi i vincitori di concorso.
Credo che non sia ammissibile che una pubblica amministrazione bandisca un concorso per determinati posti e poi non assuma i vincitori di quel concorso, e, anche per evitare questo effetto, che abbiamo avuto negli anni passati, nel decreto-legge n. 90 del 2014 ho voluto semplificare le procedure di assunzione, eliminando la doppia autorizzazione, quella che c'era prima del decreto-legge n. 90. Prima, per assumere, vi era un'autorizzazione a bandire e una ad assumere; oggi vi è un'unica autorizzazione a bandire e ad assumere, successivamente al decreto-legge n. 90, approvato a giugno dal Consiglio dei ministri.
Ho parlato, però, finora, di vincitori di concorso, che si trovano in una situazione diversa e di maggiore diritto rispetto agli idonei. Anche gli idonei – voglio sottolinearlo – meritano un'attenzione, soprattutto dopo che, come giustamente ha ricordato l'onorevole Rizzetto nella sua interrogazione, recenti leggi, la legge D'Alia, sentenze, hanno chiesto alle amministrazioni di ricorrere alle graduatorie in corso di validità prima di bandire nuovi concorsi, ma questa attenzione non si può tradurre, come per i vincitori – infatti, hanno una denominazione diversa –, in un diritto, in una certezza.
Vogliamo tutelare anche le aspettative degli idonei, ma questa tutela non può andare a danno di persone che andando in mobilità, o avendo vinto un concorso, appunto, un concorso pubblico lo hanno vinto.

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.

WALTER RIZZETTO. La ringrazio Ministro, sono assolutamente d'accordo con lei, con l'ultima parte del suo intervento, nel senso che vanno tutelati sicuramente i vincitori di concorso, ma, secondo noi, vanno tutelati anche gli idonei, perché hanno passato un concorso pubblico, non l'hanno vinto, come da lei giustamente ricordato, ma erano stati dichiarati idonei. Quindi, se l'etimologia del termine non mi sfugge, sono idonei a fare un certo tipo di lavoro. Sono ufficialmente 84.040, ma, come ricordato prima, il Governo con un emendamento in seno alla legge di stabilità e la conseguente, come da lei ricordato, abolizione delle province, si è ritrovato con circa 20 mila persone da riallocare, bloccando di fatto il turn-over. Per questi 80 mila e passa idonei, il posto si è quindi volatilizzato di fatto, si è volatilizzato forse per sempre, in quanto – lei lo sa – le graduatorie scadranno alla fine del 2016. Ci saranno, quindi, un boom di ricorsi alla magistratura, appesantendola evidentemente, e l'intento chiaro dell'Esecutivo, secondo noi, è quello di arrivare alla scadenza naturale delle graduatorie, ovvero al 2016, senza dare alcun tipo di possibilità di subentro. L'emendamento di cui lei parlava, tra l'altro, è frutto di una legge che, prevedendo l'eliminazione delle province, potenzialmente è incostituzionale e, quindi, a cascata questi provvedimenti sono incostituzionali. Gli idonei rivendicano, evidentemente, soltanto i loro diritti e c’è gente che è a casa e che sta aspettando da sette, otto o dieci anni. La soluzione era quella individuata dal decreto-legge n. 101 del 2013, dell'ex Ministro D'Alia, che prevedeva che per tutte le amministrazioni dello Stato, l'attingimento dalle graduatorie avvenisse prima di bandire dei nuovi concorsi, mentre oggi lei Ministro sconvolge di fatto – mi dispiace – incostituzionalmente, questo impianto.

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO. Presidente ho concluso. Non mi ritengo soddisfatto della risposta.

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(Obiettivi e priorità di finanziamento con riguardo a progetti volti alla tutela del suolo e al riassetto idrogeologico – n. 3-01292)

PRESIDENTE. L'onorevole Maria Chiara Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Borghi n. 3-01292, concernente obiettivi e priorità di finanziamento con riguardo a progetti volti alla tutela del suolo e al riassetto idrogeologico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

MARIA CHIARA GADDA. Grazie Presidente, signor Ministro, il nostro Paese si trova, con sempre maggiore frequenza, a dovere affrontare le emergenze e a gestire i danni, spesso ingenti, provocati da calamità naturali. È chiaro, signor Ministro, che non è più derogabile un concreto programma di prevenzione che riguardi, da un lato un piano pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, dall'altro la necessità di risolvere a monte il tema dell'uso e del degrado del suolo. Quando sono in gioco la qualità della vita delle persone e la loro salute, la possibilità di sviluppo delle nostre imprese e delle nostre competenze, è evidente che il suolo non può essere salvaguardato solo attraverso strumenti urbanistici. La Commissione europea nel 2006 ha proposto la strategia tematica per la protezione del suolo, misure che purtroppo non hanno ancora avuto concretizzazione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIA CHIARA GADDA. E dal primo maggio, il nostro Paese sarà vetrina del mondo. L'esposizione universale offre la possibilità di aprire una riflessione sul valore dell'alimentazione, sui modelli di produzione e sull'uso che facciano della terra. In questo senso va valutata molto positivamente l'iniziativa del Ministero dell'ambiente, e di quello delle politiche agricole, volto a incentivare il reinsediamento degli agricoltori nei territori abbandonati.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente, prima di tutto ringrazio gli interroganti che pongono un'esigenza vera all'attenzione oggi del Ministero. Noi abbiamo da tempo l'esigenza di interventi organici e programmati nel tempo per la messa in sicurezza del territorio. In questa direzione ci siamo attivati nell'ultimo periodo, da un lato – lo ricordo – con la predisposizione di un piano pluriennale che prevede un impegno economico di 7 miliardi in sette anni per affrontare le maggiori criticità che abbiamo oggi sul Paese, dall'altro, e non sottovalutiamolo, con il varo della strategia nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici, che vede nella manutenzione del territorio uno dei suoi elementi cardine nel lungo periodo.
Colgo anche quest'occasione per ricordare al Parlamento l'urgenza di approvare un altro provvedimento, che io ritengo chiave in questa materia, e cioè il disegno di legge sul consumo del suolo, che rappresenta un nuovo punto di partenza, soprattutto culturale, nella gestione del nostro Paese.
Nella programmazione comunitaria 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è coinvolto in vari programmi (programma nazionale città metropolitane, imprese e competitività, infrastrutture e reti, ricerca e innovazione, cultura, istruzione e governance). L'accordo di partenariato tra il nostro Paese e la Commissione europea stabilisce che gli interventi saranno finanziati a valere sui POR (Programmi operativi regionali) e sul Programma nazionale di sviluppo rurale, quest'ultimo di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. È stato anche previsto che un'adeguata quota del Fondo sviluppo e coesione sia destinato proprio alla realizzazione di interventi di riduzione del rischio derivante Pag. 49dal dissesto idrogeologico (bonifiche, infrastrutture idriche ed ambientali strategiche), specificando in questo caso la «territorialità» diretta delle amministrazioni centrali, con particolare riferimento proprio al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'indirizzo e nella gestione di queste risorse. Tali risorse, come già previsto nella legge di stabilità 2015, dovranno essere destinate – lo ricordo – ad obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali e saranno ripartiti dal CIPE entro il prossimo mese di aprile.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghi ha facoltà di replicare, per due minuti.

ENRICO BORGHI. Grazie Presidente, innanzitutto desideriamo esprimere un ringraziamento al Ministro Galletti per la risposta che ci soddisfa parzialmente. La nostra iniziativa vuole sostanzialmente mettere al centro un tema, il tema di lavorare in una logica proattiva rispetto alla questione del dissesto e non in una logica di intervento a valle. Su questo l'impegno che il Governo assume in quest'Aula, di poter impegnare le risorse nel quadro comunitario di sostegno nella prossima programmazione, è un elemento importante.
Chiediamo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di svolgere un'azione di coordinamento più marcata e più consistente, in considerazione anche dei contenuti di un provvedimento che è in fase di definizione – pensiamo al tema del collegato ambientale che il Senato sta per varare – e sulla base di un altro provvedimento che il Presidente del Consiglio ha annunciato, il cosiddetto green act, che dal nostro punto di vista deve inserire, per così dire, le concretizzazioni degli elementi che oggi il Ministro ha qui dettagliato nelle sue linee generali.
In questo ambito si tratta di dare corpo e sostanza a quella strategia di mitigazione del cambiamento climatico a cui lei ha fatto riferimento e per la quale riteniamo che il nostro Paese, in occasione dell'appuntamento di Parigi di fine anno, come già abbiamo avuto occasione di esprimere in altre circostanze, si debba presentare con degli elementi molto concreti. Quindi, in questo senso, crediamo che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare debba e possa svolgere una funzione più marcata.

(Iniziative di competenza in merito alla destinazione del complesso del cosiddetto «ex Ospedale Marino» di Cagliari, presso la spiaggia del Poetto – n. 3-01293)

PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01293, concernente Iniziative di competenza in merito alla destinazione del complesso del cosiddetto ex Ospedale Marino di Cagliari, presso la spiaggia del Poetto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, signor Ministro, una data, il 1982: viene abbandonato lo stabile dell'ex Ospedale Marino di Cagliari. Sono 6 mila metri cubi sulla spiaggia del Poetto, sottratti ad ogni sviluppo economico e turistico della nostra città. Nel 2006 finalmente un bando di gara. Nel 2007 il bando di gara viene aggiudicato. A bando aggiudicato interviene la sovrintendenza con un vincolo, che aiuta a fare scappare il vincitore. E si arriva alla schizofrenia che, laddove c'era un ospedale sulla spiaggia di Cagliari, rischia di esserci una casa di cura privata. Finalmente nel 2015 la regione sembra accorgersene e parla di revoca del bando.
Trentatré anni di sfregio della spiaggia del Poetto. Cagliari è una città esausta. Con il vincolo della sovrintendenza ci sono due rischi: il primo che non si possa portare buttare giù il bene, che è vincolato; il secondo che la ristrutturazione rischi di non essere economicamente sostenibile.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Vargiu.

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PIERPAOLO VARGIU. Non possiamo permetterci altri trentatré anni così. Cosa può fare il suo Ministero perché sovrintendenza, regione e comune lavorino insieme ?

PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, devo dire che la visione degli atti e dei procedimenti di questo periodo lungo, troppo lungo, dimostra, però, che gli uffici territoriali del Ministero hanno cercato un'interlocuzione, sia con gli altri enti coinvolti, che con le ditte aggiudicatrici. È stato espresso un parere favorevole, nel dicembre 2010, in sede di conferenza dei servizi, poi formalizzato dalla sovrintendenza competente, a condizione che si fornissero alcune integrazioni con tavole dettagliate, poi ribadito, senza particolari ulteriori prescrizioni, da due differenti note del novembre e del dicembre 2013, sia per le competenze relative all'applicazione della parte seconda del Codice dei beni culturali, che per le competenze in materia di paesaggio. Per questo, non pare imputabile a questo Ministero un rallentamento, né un blocco delle procedure di approvazione.
Il progetto è relativo alla riqualificazione appunto dell’«ex Ospedale Marino», presentato dalla società Prosperius e dall'istituto Prosperius, in qualità del costituendo raggruppamento di imprese, che è stato aggiudicatario dopo una serie di ricorsi. Tale progetto riguarda l'intero intervento sull'edificio e sulle aree contermini, finalizzato alla costituzione di un centro specializzato nel recupero motorio e nella riabilitazione. Il complesso immobiliare, che è già sottoposto a tutela ope legis, in quanto di proprietà pubblica e costruito da oltre cinquant'anni ed è stato riconosciuto di interesse culturale con decreto del settembre 2007 e successivamente dal prescritto accordo per la verifica dell'interesse culturale del patrimonio regionale tra la regione Sardegna e la direzione del Ministero dei beni culturali, che non ha pregiudicato in alcun modo l'eventuale riuso e valorizzazione a fini sociali, così come evidenziato da tutti i pareri favorevoli degli organi preposti alla tutela. Gli uffici del territorio mi hanno informato che l'assessore all'urbanistica della regione Sardegna ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a dicembre 2014, che l'annullamento dell'intero iter della gara d'appalto per la rifunzionalizzazione dell’«ex Ospedale Marino» è stato determinato per irregolarità procedurali, però agli uffici non risulta alcun atto formale da parte della regione Sardegna a seguito di quella conferenza stampa.
Detto questo, il Ministero è ovviamente disponibile, nel rispetto delle regole e nel rispetto delle diverse competenze, come avvenuto in passato anche attraverso interlocuzioni con gli enti preposti e con le diverse competenze degli enti territoriali, per trovare una soluzione, ma lo può fare soltanto nell'ambito delle proprie competenze e non andando oltre queste.

PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di replicare.

PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, signor Ministro, purtroppo devo integrare alcune considerazioni che forse non le sono state fornite nel dettaglio. Nel 2006, quando la regione fece il bando, il bene non era sottoposto a vincolo. Il vincolo intervenne quando il bando era già stato aggiudicato e questo contribuì a far scappare il vincitore che aveva accettato la destinazione turistica. Il successivo vincitore voleva farci una casa di cura privata con letti accreditati e convenzionati ed è quello che ha determinato che, alla fine del 2014, la regione annunciasse che ci sarebbe stata la revoca del bando. Siccome nel 2007 il sovrintendente disse che l'errore che aveva fatto la regione era che non gli aveva parlato preventivamente di che cosa fare nell’«ex Ospedale Marino» altrimenti avrebbero potuto lavorare insieme, noi vorremmo che quando la regione Pag. 51formalizzerà la revoca del bando, cosa che dovrebbe essere imminente, la sovrintendenza sia parte attiva a contattare immediatamente, sia la regione, che il comune, perché la città di Cagliari, esausta e disperata, com’è disperata la regione Sardegna, non può permettersi altri trentatré anni di un rudere sulla spiaggia più bella d'Italia, che è utilizzata come spiaggia immagine di Expo 2015. Chiediamo, quindi, al suo Ministero un intervento attivo.

(Elementi e iniziative in merito ai programmi e ai lavori di restauro e messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei – n. 3-01294)

PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01294, concernente elementi e iniziative in merito ai programmi e ai lavori di restauro e messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

RAFFAELE CALABRÒ. Grazie Presidente, signor Ministro, come lei sa le piogge della scorsa settimana hanno determinato lo smottamento di una parte del terreno della casa di Severus a Pompei. Il cedimento del terreno ha fatto ulteriormente franare una porzione anche del muro di contenimento del giardino. Peraltro, siamo in un'area, l'area interessata da questo smottamento, che è compresa nel programma di messa in sicurezza previsto dal «Grande progetto Pompei». Va detto pure che la sovrintendenza sta avviando una convenzione con i vigili del fuoco proprio per intervenire su queste aree frequentemente. Ma ormai sono più di trenta i crolli verificatisi a Pompei negli ultimi cinque anni. E tra gli episodi mi riferisco ai cedimenti del Tempio di Venere, della Tomba di Lucius Publicius Syneros e di una bottega di via di Nola. La richiesta, signor Ministro, è che vorremmo sapere quando partono sul serio i programmi, i lavori di restauro, la messa in sicurezza di tutto il sito di Pompei che, senz'altro, è considerato un bene dell'umanità.

PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, in effetti nei giorni scorsi, come hanno riportato i giornali, c’è stato uno smottamento di una porzione di terreno nel regio VIII. Questo giardino è sorretto da un muro di terrazzamento, che è stato costruito su un banco roccioso irregolare, e, vista la particolare pendenza del sito, le piogge con una grande quantità d'acqua sono state la causa del cedimento.
I lavori di messa in sicurezza del regio VIII – lei ha fatto riferimento al «Grande progetto Pompei» – interessano l’insula 1 e una porzione dell’insula 2, ma non interverranno al momento in questo luogo perché si aspettava ed è arrivata la progettazione. Sarebbe stato possibile soltanto, ora che è stato eseguito con un intervento del «Grande progetto Pompei», il rilevamento del fronte meridionale della collina. La sovrintendenza ha attivato un accordo con i vigili del fuoco e una apposita convenzione per vigilare il più possibile sulla situazione di emergenza. Inoltre, grazie all'accordo che abbiamo stipulato un anno fa con Finmeccanica, tutta l'area è sottoposta al controllo satellitare per verificare gli smottamenti di terreni ma, rispetto a questo episodio, nemmeno il satellite di Finmeccanica ha rilevato possibili cedimenti, a dimostrazione che è stato un fatto improvviso.
Ora, secondo quello che è stato riportato in Parlamento, nella relazione prevista dalla legge e nelle audizioni del generale Nistri, che è il direttore del «Grande progetto Pompei», gli interventi si stanno facendo e si stanno facendo in modo consistente, rispettando le regole europee e rispettando ad oggi i tempi europei. Sono stati banditi interventi per un totale di 96,2 milioni di euro. Il piano della Pag. 52conoscenza è stato interamente bandito (8 milioni di euro). Sono 3 i cantieri conclusi; sono 9 i cantieri aperti; sono 6 le gare aggiudicate; sono 13 le gare con la procedura di affidamento in corso e 6 le progettazioni in corso. È avviato il piano della sicurezza e quindi stiamo seguendo, anche sulla base di un accordo firmato con il Commissario europeo nel luglio scorso che prevede il rispetto di questi tempi per accedere ai finanziamenti europei. La sovrintendenza speciale e il «Grande progetto Pompei» stanno facendo tutto il massimo possibile. Vorrei però che fosse chiaro e colgo questa occasione per sottolinearlo, che talvolta pare che, una volta spesi i 105 milioni di euro dei finanziamenti europei, sia risolto il problema di Pompei. Non è così. Sarà sempre un cantiere aperto. Sono 66 ettari, di cui 44 già scavati e 22 da scavare, esposti a cielo aperto. È evidente che questo tipo di sito, di queste dimensioni, comporterà sempre un lavoro continuo di manutenzione, per cui stiamo intervenendo sul personale, e che non si completerà, nel senso che sarà costantemente necessario prevenire, con interventi di prevenzione, che sono quelli che stiamo portando avanti, fare interventi di restauro ma fare sempre di più interventi di manutenzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò ha facoltà di replicare per due minuti.

RAFFAELE CALABRÒ. Signor Ministro, lei stesso si rende conto da quello che riferisce come tali fenomeni stanno avvenendo con una frequenza eccessiva e notevole. Non abbiamo certamente timore del cantiere continuo. Ci rendiamo conto e lei ha perfettamente ragione nel dire che il cantiere c’è, ci sarà, e continuerà ad esserci, ma abbiamo paura dei danni che si possono determinare al sito di Pompei. I vigili del fuoco rappresentano quello che può servire in un'emergenza. Però evidentemente da quello che è successo è chiaro che il monitoraggio che è stato messo in atto non è adeguato né sufficiente ed io credo, come lei stesso dice, che sia meglio prevenire che curare. Quindi forse bisogna curare meglio il livello di monitoraggio.

(Iniziative di competenza al fine dell'effettivo avvio della riforma dell'Enit – n. 3-01295)

PRESIDENTE. L'onorevole Abrignani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01295 concernente iniziative di competenza al fine dell'effettivo avvio della riforma dell'Enit (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, signor Ministro, l'articolo 16 del decreto-legge n. 83 del 2014 prevedeva la trasformazione di ENIT in ente pubblico economico e la liquidazione di Promuovi Italia Spa. Nello stesso articolo era previsto il commissariamento dell'ente fino all'insediamento degli organi dell'ente trasformato. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge il commissario avrebbe dovuto provvedere all'adozione di un nuovo statuto dell'ENIT, da approvare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Avrebbe dovuto adottare un piano di riorganizzazione e individuare la dotazione organica dell'ente e le unità di personale e sottoporre Promuovi Italia a liquidazione.
Ad oggi non si ha conoscenza se sia stato sottoposto al Presidente del Consiglio il nuovo statuto dell'ente, per cui chiediamo al signor Ministro di farci sapere cosa si può fare per porre rimedio ad una situazione di stallo, che non permette di avviare la riforma reale dell'ente ENIT e di realizzare la struttura che serve al turismo.

PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

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DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie Presidente. L'onorevole Abrignani ha ricordato che il processo necessario di trasformazione e di modernizzazione dell'ENIT, come contenuto nel decreto cosiddetto «Art bonus» e poi nel testo migliorato dai lavori parlamentari in sede di conversione, ha disposto la trasformazione dell'ENIT, agenzia nazionale del turismo in ente pubblico economico. La stessa disposizione ha stabilito che fino all'insediamento degli organi dell'ente trasformato, tutte le funzioni dell'organo collegiale fossero svolte da un commissario straordinario. Con decreto del 16 giugno 2014 è stato nominato l'ingegner Cristiano Radaelli commissario straordinario dell'ENIT fino all'insediamento degli organi. In base ai disposti della legge si prevedeva che, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge, si sarebbe dovuto approvare lo statuto dell'ENIT. In anticipo rispetto a quella scadenza, il commissario straordinario – lo ringrazio per questo – ha adottato il nuovo statuto dell'ente con deliberazione consiliare del 10 novembre 2014 e l'ha trasmesso al Ministero dei beni e delle attività culturali quale autorità vigilante. Naturalmente, nella fase successiva alla trasmissione ci sono stati contatti tra la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell'economia e il Ministero dei beni culturali che hanno portato ad alcuni affinamenti. Il commissario dell'ENIT ha adottato il nuovo testo il 23 dicembre 2014. In quella stessa data, cioè il 23 dicembre 2014, il mio Ministero ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio per la firma lo statuto dell'ENIT. Questo è lo stato delle cose. Quindi, attualmente, lo statuto dell'ENIT è dal 23 dicembre 2014 alla firma della Presidenza del Consiglio. Sapete – perché questi elementi sono stati riportati più volte dalla stampa – che è in corso una riflessione sulla possibile integrazione, fusione o comunque raccordo tra ICE ed ENIT. Naturalmente, essendo questa una competenza che riguarda più Ministeri, per sua natura rientra nelle competenze della Presidenza del Consiglio, quindi ritengo che il rallentamento nella firma derivi da una riflessione sull'ipotetica fusione ICE-ENIT.

PRESIDENTE. L'onorevole Abrignani ha facoltà di replicare per due minuti.

IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie Presidente. Signor Ministro, io apprendo e apprezzo l'operato del commissario Radaelli nei suddetti termini. Apprezzo anche il sollecito con cui il suo Ministero ha inviato alla Presidenza del Consiglio il testo, però io considero il Governo un unicum e, ad oggi, questa trasformazione dell'ENIT, al di là di tutte le riflessioni che vogliamo fare, non c’è stata e non c’è. Io adesso non voglio tirare per forza in mezzo l'Expo, ma direi che in questo momento il turismo in Italia dovrebbe essere, come qualcuno ha dichiarato, un anno felix. Tuttavia, senza quello che è l'ente principale che dovrebbe occuparsi di turismo, fermo al palo, sicuramente non so quanto questo potrà avvenire, per cui quello che le chiedo da questo banco e a nome del mio gruppo, è di sollecitare il più possibile questo tipo di riflessione, in maniera tale che possa partire col piede giusto, integrato o non; insomma ci auguriamo che il turismo venga finalmente posto in condizione di svilupparsi, posto che è sempre stato considerato un bene, l'oro, il petrolio del Paese, ma poi è sempre rimasto fermo. Quello che stiamo vedendo oggi sull'ENIT ci conferma ancora che tutti parliamo di turismo, che serve al nostro Paese, ma poi, quando si tratta di fare qualcosa, le cose rimangono ferme. Quindi, l'augurio è che il sollecito che ha avuto il commissario e che ha avuto il suo Ministero venga in qualche modo raccolto dalla Presidenza del Consiglio e finalmente l'ENIT possa ripartire.

(Iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria della Shoah – n. 3-01296)

PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01296, concernente iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria Pag. 54della Shoah (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

MILENA SANTERINI. Grazie Presidente. Signor Ministro, come lei sa, negli anni scorsi abbiamo piuttosto trascurato nel museo di Auschwitz la presenza italiana in memoria delle vittime deportate dall'Italia. Quest'anno abbiamo approvato in legge di stabilità un contributo al museo. Sono in corso una serie di azioni.
Io vorrei chiedere a che punto siamo e come ci stiamo occupando di questo aspetto che è fondamentale, perché, come lei sa, noi abbiamo un'opera, un'opera d'arte degli anni Settanta che, però, non è stata approvata, non è approvata dal museo e dobbiamo sostituirla con altre installazioni. Vorrei, appunto, chiedere come valorizzare e proteggere sia l'opera d'arte che esporteremo che quella che dovremo realizzare.

PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Santerini ha ricordato la situazione dell'allestimento museografico del «Blocco 21» ad Auschwitz che, secondo la direzione del museo, non è più congruente rispetto agli standard adottati dal museo da diversi anni. Su questo, il Governo da diversi mesi si è attivato. L'opera d'arte, che è un'opera d'arte multimediale di grande impatto emotivo, che però riflette l'atmosfera dell'epoca in cui fu realizzata, è di proprietà dell'ANED, l'Associazione nazionale ex deportati, che ha acconsentito, dopo una riflessione, al suo trasferimento in Italia.
Il Governo si è adoperato per le modalità di trasporto dell'opera, un'opera molto grande, per programmare il restauro e, poi, la ricollocazione. Ci sono state diverse ipotesi di collocazione in città italiane: la scelta finale è caduta, con condivisione e sollecitazione dell'Associazione nazionale ex deportati, su Firenze. Per questo si sta predisponendo una convenzione tra l'ANED, il comune di Firenze, la regione Toscana ed il MIBACT, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, a cui spetterà la responsabilità tecnica e scientifica dello smontaggio, il trasporto, il restauro e, poi, per la conservazione e il restauro interverrà l'Opificio delle pietre dure di Firenze prima della ricollocazione dell'opera.
Poi, sarà responsabilità, in questo caso, della Presidenza del Consiglio di disporre, anche mediante un concorso internazionale di idee, come procedere al nuovo allestimento del «Blocco 21» del museo di Auschwitz, affinché risponda a criteri più moderni, più attuali, sia dal punto di vista storico che museografico. Vorrei anche precisare che la previsione di spesa di un milione di euro disposta dalla legge di stabilità per il 2015 a favore della Fondazione Auschwitz-Birkenau rappresenta, invece, il contributo italiano al fondo perpetuo della Fondazione, che è costituito da tutti i Paesi per il mantenimento di tutto il complesso museale e non soltanto del singolo blocco museale.

PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di replicare.

MILENA SANTERINI. Signor Presidente, la ringrazio, signor Ministro, perché vedo veramente una concreta attenzione ed anche una rinnovata attenzione ai luoghi della memoria, non solo a quello di Auschwitz, ma, naturalmente, anche a quelli in Italia. Io ricordo il prossimo, il futuro, speriamo, museo della Shoah di Roma, quello di Ferrara, il memoriale della Shoah di Milano, alla stazione centrale di Milano, il cosiddetto «Binario 21».
Sono soddisfatta della risposta, perché vedo che, appunto, c’è attenzione sia per l'opera che va spostata, va protetta e va valorizzata – e, quindi, su questo ci aspettiamo che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dia il supporto specifico proprio di competenza – sia per la nuova installazione, perché la nuova installazione dovrà essere fatta non solo in modo più moderno, ma dovrà, in qualche modo, rendere giustizia alle principali Pag. 55vittime di Auschwitz e, cioè, agli ebrei, che, quindi, hanno diritto ad essere raccontati, narrati e la loro memoria trasmessa alle giovani generazioni: mi riferisco alle famiglie, ai bambini, agli adulti, agli anziani, che hanno trovato la morte ad Auschwitz.
Trovo questo molto importante e trovo altresì importante che, lasciando ogni ideologia, invece di fare la guerra delle memorie, diciamo così, tra i deportati politici e le comunità ebraiche, noi, invece, troviamo il modo di narrare quella che è stata una delle più grandi tragedie del nostro tempo.

(Intendimenti del Governo in merito alla costituzione di parte civile nell'ambito dei processi in corso presso il tribunale di Trani nei confronti di alcune agenzie di rating – n. 3-01297)

PRESIDENTE. L'onorevole Pesco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sorial n. 3-01297, concernente intendimenti del Governo in merito alla costituzione di parte civile nell'ambito dei processi in corso presso il tribunale di Trani nei confronti di alcune agenzie di rating (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, intervengo su fatti gravissimi che sono successi a Trani. Ebbene, a Trani è in svolgimento un processo dove le agenzie di rating, le due tra le più famose, sono accusate di aver costruito e manipolato dei giudizi negativi a carico del nostro Paese negli anni tra il 2010 e il 2012. Ricordiamo tutti cosa è successo in quel periodo: il nostro rating è sceso, i tassi di interesse sui nostri titoli sono saliti vertiginosamente. Il fine sappiamo tutti che era quello di insediare il Governo Monti.
Ebbene, cosa vuol dire ? Vuol dire che i nostri cittadini hanno subito un danno gravissimo, ma la cosa ancor più grave è che questo Governo non si è costituito parte civile in questo processo, il che vuol dire che i cittadini non potranno essere risarciti, e questa è una cosa gravissima. Soprattutto è grave il fatto che siano palesi due cose, una che vi è complicità tra questo Governo e le agenzie di rating, probabilmente perché vi è uno stretto rapporto, probabilmente perché non riescono a resistere al ricatto...

PRESIDENTE. Deve concludere.

DANIELE PESCO. La seconda è il fatto che, se qualcuno ha tradito gli interessi dei cittadini, vuol dire che ha tradito la nazione e vuol dire che ha tradito la democrazia.

PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ovviamente il quesito è rivolto al Ministro dell'economia e delle finanze che oggi è impegnato all'estero per appuntamenti istituzionali e, quindi, rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze che aveva la valutazione in ordine alla costituzione in giudizio rispetto al processo citato nel quesito.
Respingo, in via preliminare, ogni ipotesi di connessione tra lo Stato, il Governo italiano, ovviamente, e le agenzie di rating. Ciò detto, lo Stato italiano valuta la propria costituzione in giudizio in ambito penale laddove ritenga che sussista un danno e, quindi, ci sia la possibilità di chiedere un risarcimento del danno stesso e ciò a prescindere dal fatto che possano essere lesi gli interessi dei consumatori che, per quanto interessi giuridicamente rilevanti, non attengono alle valutazioni dell'amministrazione statale.
Nel caso specifico non si sono rilevate prove evidenti di una connessione tra l'annuncio pubblico del declassamento della Repubblica italiana e, quindi, del downgrading operato da queste società di rating a mercati aperti e l'andamento dei Pag. 56titoli, sia perché, appunto, l'andamento dei titoli è determinato da molteplici fattori sul mercato e, quindi, non c'era una stretta evidenza, sia perché nei giorni immediatamente successivi non ci sono state collocazioni di titoli di Stato, quindi, non si è potuto verificare un impatto negativo né un particolare andamento negativo conclamato dei titoli italiani, del sistema bancario e, quindi, del debito pubblico in generale. Valutazioni analoghe, peraltro, hanno portato anche Banca d'Italia a non costituirsi nell'ambito dello stesso giudizio, proprio perché ha ravvisato che non ci fossero gli estremi di un danno e che non ci fosse uno stretto collegamento tra le agenzie di rating e, quindi, quanto pronunciato dagli esponenti di questa agenzia di rating e l'andamento complessivo del mercato di diversi Paesi appartenenti alla zona euro in quei giorni e, quindi, le ha considerate variabili indipendenti.
Non ci sono, peraltro, riscontri della denuncia presentata dalla Adusbef che, invece, viene citata nel quesito e, quindi, delle eventuali quantificazioni da parte della Corte dei conti non ci sono ritorni, fermo restando che, ovviamente, lo Stato, laddove nell'ambito del giudizio penale venisse accertato un danno, potrà intentare in ambito civile una causa autonoma per chiedere il risarcimento del danno se, invece, dovesse emergere.

PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Sorial ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente, vi è un danno di 120 miliardi, quantificato dalla Corte dei conti e legato a questa manipolazione. Ma abbiamo qui la dimostrazione che le agenzie controllate dalle multinazionali della finanza fanno il loro interesse: controllori succubi dei controllati. E il Ministro ha semplicemente preferito fare l'ossequioso di fronte a questa gente piuttosto che tentare di incassare un grosso risarcimento da girare sugli investimenti produttivi e sul welfare. Ricordiamolo: nel 2011-2012, la manipolazione sul rating ha sottratto sovranità sui conti e democrazia nelle scelte politiche. C’è un danno di 120 miliardi di euro, ma voi non ve ne rendete conto. Non vi rendete conto di quanti redditi di cittadinanza si possono fare con 120 miliardi di euro. Semplicemente il MEF non vuole riparare; e sapete perché non vuole riparare ? Perché non vuole assolutamente e non tiene alla sovranità e alla democrazia in questo Paese; sono principi lontani da questo Governo. Allora, mentre il Governo italiano sta fermo, in Spagna, nel 2011, le tre agenzie di rating internazionali vengono denunciate da una decina di studi legali spagnoli con l'accusa di aver alterato i prezzi dei mercati nella crisi del debito. Nel 2011, in Portogallo, vari economisti hanno presentato alla procura generale della Repubblica una denuncia penale contro le agenzie di rating per un presunto reato di manipolazione dei mercati. Persino Obama, recentemente, la Casa Bianca, gli Stati Uniti, hanno denunciato Standard & Poor's per aver contribuito alla crisi dei mutui subprime del 2008, e l'agenzia di rating sta patteggiando un risarcimento da 1 miliardo e mezzo. Allora, anche fosse solo un patteggiamento da 1 miliardo di euro, il Ministro dell'economia e delle finanze, non costituendosi parte civile, dimostra la sudditanza nei confronti delle agenzie di rating, a danno dei cittadini italiani, con una gravissima – gravissima ! – responsabilità del Ministro Padoan, che non può rappresentare in alcun modo i cittadini italiani e la situazione di crisi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30 con il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, Pag. 57la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Merlo, Pisicchio, Realacci, Sanga, Speranza, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Nomina di un vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in data 11 febbraio 2015, si è proceduto, d'intesa con il Presidente del Senato, a nominare un vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, il senatore Vincenzo Gibiino.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Dovremmo riprendere l'esame, ma chiede la parola il relatore Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, è in corso la riunione del Comitato dei nove sull'emendamento che era stato accantonato in chiusura della seduta e abbiamo necessità di chiedere un quarto d'ora ulteriore, anche perché nel frattempo è in corso l'assemblea di partito e la riunione è iniziata più tardi del previsto.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, scusi se la Presidenza si permette, siamo sicuri che possiamo fare un quarto d'ora, o è necessario più tempo, onde evitare un andazzo che è successo altre volte ? No ? Stiamo tranquilli.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, per sicurezza venti minuti.

PRESIDENTE. A questo punto la Presidenza aggiunge due minuti, la seduta riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 16,37, è ripresa alle 17.

(Ripresa esame dell'articolo 31 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Avverto che, fuori della seduta, tutti i subemendamenti a prima firma Matteo Bragantini riferiti all'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9, nonché l'articolo aggiuntivo Rubinato 34.0501 sono stati ritirati dai presentatori.
Sempre fuori della seduta, sono stati ritirati i seguenti ulteriori emendamenti: 10.393, 15.600, 15.601, 15.602, 29.1, 33.507, 33.509, 33.14, 33.16, 33.512, 34.502, 39.205 e 39.505.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Bianconi 31.43, Giorgis 31.62 e Toninelli 31.99 ed è stato accantonato l'emendamento Costantino 31.121.
Chiedo quindi al relatore per la maggioranza, deputato Fiano, se intenda o meno riprendere l'esame a partire dall'emendamento Costantino 31.121.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente, lo riprendiamo Pag. 58all'esito della discussione che si è testé svolta in sede di Comitato dei nove, riunitosi per l'emendamento accantonato, l'emendamento Costantino 31.121, che riguarda le competenze e l'iniziativa sulla clausola di salvaguardia. Questo emendamento proponeva di sopprimere l'iniziativa del Governo e di sostituirla unicamente con quella del Parlamento. Voglio qui riferire, in pochissime parole, la discussione, perché ci sono stati oggi degli interventi che hanno apprezzato il clima che si è instaurato ieri sera nella discussione e nel recupero di un parere che il Governo ha modificato sull'emendamento che ieri sera l'Assemblea ha approvato, una discussione molto seria che abbiamo fatto, non semplice, che fa seguito a numerosi interventi che si sono succeduti prima dell'interruzione dei lavori di questa mattina sulla validità o meno di contemplare l'iniziativa del Governo, ovvero quella del Parlamento o di tutti e due sulla proposta di legge per la clausola di supremazia.
Io tolgo – come ho già comunicato al Comitato – l'accantonamento che avevo proposto su questo emendamento e mantengo il mio parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi rimane il parere contrario del relatore e anche quello del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente, nel ricevere la parola, per la quale la ringrazio, volevo chiederle se è aperta la discussione su questo emendamento.

PRESIDENTE. Certamente; si è aperta subito dopo la comunicazione del relatore Fiano.

ROCCO PALESE. Volevo accertarmi di questo...

PRESIDENTE. Assolutamente sì.

ROCCO PALESE. Io rimango profondamente deluso e preoccupato dalla conferma di questo parere contrario da parte del presidente del Comitato dei nove o del relatore per la maggioranza per un motivo molto semplice: uno dei punti chiave del perché fosse necessario intervenire rispetto alle modifiche costituzionali – questo passaggio e questa riflessione sono acclarati da tutti – erano le modifiche del titolo V e, in particolare, le correzioni che erano necessarie per il titolo V della Costituzione.
Tra queste correzioni, la condivisione totalizzante da parte di tutti – compresa anche la giurisprudenza della Corte costituzionale attraverso la voce, e non solo la voce, ma anche le decisioni numerose in tutti i sensi da parte della Corte costituzionale con le sentenze emanate in tutti questi anni a partire dal 2001 – era determinata dalla correzione necessaria sulle materie di competenza concorrente di cui all'articolo 117.
E penso che non possa sfuggire a nessuno che il fallimento del regionalismo o dell'eccessivo regionalismo che c’è stato con la modifica del Titolo V della Costituzione, del 2001, varato – attenzione – dalla sinistra con pochissimi voti di maggioranza, perché quella riforma fu varata con quattro voti di maggioranza, che cosa ha determinato, di fatto, nel Paese in tutti questi anni ? Un enorme conflitto, sfociato nei ricorsi alla Corte costituzionale da parte dello Stato, per materie invasive o perché ritenute anticostituzionali, nei confronti delle regioni e viceversa.
Ora questa correzione bisogna farla e bisogna farla per bene. L'ex Presidente della Corte costituzionale, il professor De Siervo, ieri mi sembra che abbia centrato in maniera inequivocabile il problema, riconoscendone l'urgenza ancora una volta, a maggior ragione avendo presieduto la Corte costituzionale e avendo emanato delle sentenze importantissime in riferimento alla soluzione di questo conflitto, perché la Corte costituzionale, per fortuna in questo caso, ha sopperito alla carenza enorme, alla cecità della politica. Si può anche aver fatto una riforma sbagliata, e la sinistra si deve assumere tutte le responsabilità sulla modifica del Titolo V, Pag. 59ma rimanere per tanti anni dicendo che il Titolo V andava corretto, che era importante la correzione, con riferimento soprattutto alle materie concorrenti, dimostra che non vi era dubbio che era molto evidente.
L'ex Presidente della Corte costituzionale, il professor De Siervo, ieri sintetizzava tale concetto affermando che queste correzioni sono necessarie ma dicendo pure di fare attenzione, per le informazioni e certamente per il giudizio enormemente più autorevole di me, senza dubbio da questo punto di vista, esprimendo una grande preoccupazione perché ci sono già degli errori, ma le riforme che sono al vaglio del Parlamento – attenzione –, il testo che è al vaglio del Parlamento non solo non corregge ma complica e quindi ci dice: «Fermatevi» e invita un po’ tutti a fermarsi.
Uno dei punti dirimenti è senza dubbio questo problema. Io ritengo che sia più prudente, non solo per un problema di equilibri rispetto alle istituzioni centrali e territoriali ma, anche e soprattutto, in riferimento a una competenza specifica. Non si può mettere solo nelle mani del Governo questo potere enorme rispetto a questo dato, perché già nel contesto complessivo della riforma... alcune cose io le condivido, in quanto è giusto che vi sia una situazione, che riguarda l'aspetto preponderante della questione, in cui chi governa ha delle responsabilità e le deve osservare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROCCO PALESE. Concludo, Presidente. Ecco perché noi riteniamo che – con dispiacere chiaramente, perché la riflessione non ha portato i frutti sperati – la situazione della supremazia nel contesto delle leggi e dei rapporti tra territorio e legislazione nazionale debba essere demandata, per rispetto anche della Costituzione «madre» del 1948, al Parlamento che, così come ha indicato di recente il Presidente della Repubblica in quest'Aula, la ritiene esclusivamente sovraordinata a tutto e rispetto...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese. (La deputata Garnero Santanchè indossa una maglietta recante la scritta «Io sto con Stacchio, con chi difende il territorio).
Onorevole Garnero Santanchè, posso rivolgermi a lei ? Se l'onorevole Marcolin si siede un attimo riesco a vedere l'onorevole Garnero Santanchè. Onorevole Garnero Santanchè, noi abbiamo delle giornate di lavoro che sono parecchio complicate, anche dal punto di vista della Presidenza, nel cercare di tenere insieme, dal punto di vista regolamentare, i lavori, cosa che non è semplice.
Io sto tollerando, come lei avrà notato, il fatto che i colleghi della Lega Nord tengano quella maglia sotto la giacca, perché perlomeno non è esposta direttamente. A termini di Regolamento, io non posso consentirle di tenere quella maglia. La pregherei di aiutarmi nella conduzione dei lavori: semplicemente o mette qualcosa sopra, come fanno i colleghi della Lega Nord, oppure io le devo chiedere di togliersi la maglia.

DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie, Presidente (Deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie indossano una maglietta recante la scritta: «Io sto con Stacchio, con chi difende il territorio»)...

PRESIDENTE. Colleghi della Lega, io non penso che questo sia un modo serio di affrontare i problemi che abbiamo in questo dibattito, mettendo il Presidente nelle condizioni di intervenire sul piano regolamentare su una questione che non c'entra nulla, di grande dignità – rispetto molto quello che voi scrivete là sopra – ma non possiamo caricare in questo momento delle sedute già molto complicate con altre questioni. Ve lo chiedo davvero ai fini del lavoro di tutti, che deve essere il più possibile, nei termini possibili, concentrato Pag. 60sulle cose che stiamo affrontando. Quindi, onorevole Santanchè, le chiedo davvero di darmi una mano, grazie.

DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Scusi, Presidente, intervengo nel pieno rispetto, perché ho rispetto per le istituzioni, però credo che il rispetto debba essere reciproco. Io credo che nessuno possa dire a un altro quale debba essere la sua tenuta di abbigliamento. L'abbigliamento deve essere decoroso, allora io...

PRESIDENTE. Onorevole Santanchè, purtroppo qui dentro è già successo altre volte che alcuni deputati abbiano indossato delle maglie con altre questioni e sono stati chiamati a togliersele, oppure sono stati richiamati all'ordine ed espulsi dall'Aula. Io la prego veramente, onorevole Santanchè, siccome non stiamo facendo una questione contro di lei o contro la causa che porta sulla maglietta.

DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Ho la maglietta.

PRESIDENTE. Le sto dicendo che è la piena applicazione del Regolamento e di una prassi che in quest'Aula è sempre stata seguita, anche in questa legislatura, in tantissime occasioni. Quindi, davvero la prego, avendo davanti a noi delle ore difficili comunque, che dovrebbero essere anche produttive, e prego i colleghi della Lega di non caricare questo dibattito e soprattutto di non mettere la Presidenza nella condizione di dover agire in modo assolutamente gratuito, perché è una questione che non c'entra nulla con quello su cui stiamo lavorando. Lei la maglietta l'ha fatta vedere, è stata inquadrata, i colleghi della Lega l'hanno fatto durante il question time, le chiedo davvero, onorevole Santanchè, glielo chiedo veramente come Presidente di turno in questo momento, di aiutarmi ad andare avanti in lavori che sono difficili, che si potranno complicare sul merito per le legittimissime azioni che vorranno intraprendere i gruppi di opposizione, ma non su una questione che non c'entra nulla e che mi costringerebbe ad allontanarla dall'Aula.

DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Va bene, Presidente, proprio nel rispetto delle istituzioni, perché stiamo parlando di riforme importanti, ma credo che questo tema sia forse un po’ più importante, indosserò il cappotto sopra la maglietta.

PRESIDENTE. La ringrazio moltissimo per la collaborazione, onorevole Santanchè. Onorevole Longo, ha già parlato l'onorevole Palese, non posso darle la parola, perché non ci sono i tempi per gli interventi a titolo personale. Onorevole Centemero, vale la stessa cosa anche per lei, ha già parlato l'onorevole Palese.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 31.121, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Brunetta, Frusone, Gebhard, Manfredi, Segoni, Grande, Sorial...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato 151
Hanno votato no 269.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 31.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento. Così Pag. 61come abbiamo già detto sia in Aula sia nel Comitato dei nove, riteniamo, sostanzialmente, che, in relazione alla clausola di supremazia, così come viene delineata nell'articolo 117, lasciando esclusivamente al Governo l'iniziativa di applicare la clausola di supremazia, sostanzialmente si venga a creare un potere disequilibrato rispetto a tutto quello che è il sistema dell'intera Costituzione.
Voglio ricordare, come ha anche ricordato il presidente Sisto poco fa in Commissione, durante il Comitato, che l'articolo 71 della nostra Costituzione, al primo comma, ricorda che l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, ma anche a ciascun membro delle Camere e agli organi e agli enti ai quali sia data da legge costituzionale. Quindi, volendo mantenere sostanzialmente questo sistema di equilibrio complessivo della Costituzione, non possiamo accettare una deroga così come viene delineata all'interno della clausola di supremazia nell'articolo 117.

PRESIDENTE. Per favore, liberiamo il banco del Governo. Il banco del Governo, grazie.

ELENA CENTEMERO. Laddove, appunto, si tocca la Costituzione, si dovrebbe farlo in maniera misurata, mantenendo il sistema in maniera garbata. Qui, in realtà, ci troviamo di fronte ad un rafforzamento ulteriore del potere del Governo, del potere dell'Esecutivo, che non trova, sostanzialmente, anche in questo caso, un contrappeso adeguato, anche in funzione della considerazione che, all'interno della Costituzione, non solo all'articolo 117 è prevista la clausola di supremazia, ma all'articolo 120, secondo comma, è comunque prevista la possibilità del Governo di porre mano all'iniziativa delle regioni.
Riteniamo questa scelta eccessivamente centralista, una scelta che, oltretutto, non fa delle differenziazioni, non crea delle differenze, laddove ci troviamo di fronte ad un'azione virtuosa delle autonomie. Per questa ragione, noi daremo un voto favorevole su questo emendamento dell'onorevole Toninelli, che sostituisce l'iniziativa nella clausola di supremazia: dall'esclusività del Governo la assegna al Senato, considerando anche qual è la funzione, all'interno della riforma delle istituzioni che viene delineata in questo disegno di legge di iniziativa governativa, in relazione al Senato, che noi avremmo voluto fosse chiamato Senato delle autonomie, ma che, purtroppo, rimane ancora Senato della Repubblica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Ho partecipato al Comitato dei nove di pochi minuti fa, in cui vi è stato un dibattito, prima interno alla maggioranza e al Governo e poi ampliato a tutto l'arco parlamentare, e non ho trovato, nonostante il dibattito che, grazie al cielo, almeno in questa occasione vi è stato, una volontà di apertura; apertura su un argomento che parte del Parlamento, ma anche illustri costituzionalisti, hanno definito essere molto pericoloso.
Infatti, una clausola di supremazia sull'attività legislativa data esclusivamente al Governo, che pone una deroga totale, formale e sostanziale nel riparto di competenze tra Stato e regioni, significa dare al Governo il potere assoluto dell'iniziativa legislativa. Su questo, mi stupisco fortemente riguardo ai colleghi della Lega, che oggi indossano una maglietta i cui contenuti hanno una certa importanza, possono essere ascoltati e possono essere dibattuti; ma avrei voluto vedere, invece, i colleghi leghisti con una maglietta che diceva: «Il regionalismo è morto, il federalismo è stato seppellito».
Questo comma, questo passaggio, seppellisce la loro idea di regionalismo e la loro battaglia di vent'anni sul federalismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò prova il fallimento di questo partito che in vent'anni non ha mai realizzato un solo passaggio di quello che è il sogno che vendono al loro elettorato, di un federalismo che oggi non ha fatto altro che aumentare i centri di spesa, Pag. 62aumentare le spese e la corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli, la fantasia in quest'Aula mi pare che sia abbastanza abbondante, non credo che ci sia bisogno di stimolarne ancora, quindi sicuramente ci saranno occasioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, innanzitutto vorrei ricordare al collega Toninelli che non è un emendamento della Lega che cerca di inserire la clausola di salvaguardia all'interno della Costituzione, ma è una iniziativa presa da alcuni partiti, in particolar modo dal Partito Democratico, e, almeno fino all'altro ieri, da Forza Italia e dagli attuali partiti che in questo momento compongono la maggioranza. L'hanno inserita all'interno della nuova Costituzione, segno che probabilmente, se qualcuno ha parlato inutilmente di federalismo per vent'anni, sono proprio questi i soggetti sui quali bisognerebbe puntare il dito.
Non vorrei entrare nella polemica, però oggi ritenevamo fondamentale per noi manifestare, dal punto di vista anche umano, collega Toninelli, la vicinanza a un cittadino di una comunità particolarmente provata, motivo per cui indossiamo questa maglietta.
Per quanto riguarda la clausola di salvaguardia, ne approfitto anche per informare tutti, in particolar modo il collega Toninelli che sembra particolarmente interessato, che noi voteremo sicuramente a favore del suo emendamento e faremo la battaglia con i pochi minuti che ci sono rimasti e con i pochi voti su cui possiamo contare in questo Parlamento, contro proprio l'introduzione di una clausola di salvaguardia di questo tipo.
La clausola di salvaguardia, onorevole Presidente – lo dico a lei e mi riferisco a tutta l'Assemblea – esiste anche in altre Costituzioni europee, cito ad esempio una Costituzione sicuramente federalista e funzionante, che magari il Governo avrebbe dovuto prendere ad esempio, sia per quanto riguarda la fine del bicameralismo perfetto, sia per capire come obiettivamente...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Invernizzi. Colleghi tutti, scusatemi, consentite almeno all'oratore di sentire se stesso quando parla, grazie. Prego, onorevole Invernizzi.

CRISTIAN INVERNIZZI. ... sia per quanto riguarda, appunto, l'introduzione all'interno di un sistema complesso, come può essere uno Stato europeo, di un chiaro e semplice sistema federalista; e cito appunto la Costituzione tedesca.
Anche nella Costituzione tedesca esiste la clausola di salvaguardia, ma con tutta una serie di contrappesi e con la partecipazione soprattutto del Bundesrat che bilancia l'eccessivo potere che anzi, se non ci fosse, sicuramente in Germania, il Governo correrebbe il rischio di poter avere.
Qui in Italia, il problema che tutti noi vediamo, e lo stiamo dicendo da mesi, è che questa riforma costituzionale fa sostanzialmente carta straccia di una discussione. Lo abbiamo ribadito fin dalla discussione sulle linee generali, lo abbiamo ribadito anche in Commissione negli interventi che sicuramente anche il collega Toninelli ha ascoltato.
Questo tipo di Costituzione riporta il dibattito sul federalismo, più o meno, alla fine degli anni Ottanta, quando di federalismo non parlava nessuno, quando vi fu la necessità di aspettare, appunto, la Lega Nord per introdurre un tema così importante all'interno del dibattito politico italiano.
Quindi, noi sappiamo perfettamente che questa è una clausola di salvaguardia che sicuramente non ci fa piacere, che è un errore marchiano attribuire al Governo, come è stato detto – e non magari (e già non saremmo d'accordo) alla Camera –, un'iniziativa di questo tipo, ovvero la possibilità di passare sopra a decisioni liberamente e legalmente assunte da assemblee legittimamente elette (sto parlando Pag. 63delle assemblee e dei consigli regionali, le cui elezioni, auspichiamo non sia intenzione del Governo di eliminare).
Vorrei ricordare al collega Toninelli che se ci vede particolarmente tranquilli oggi è perché sappiamo che dopo ci sarà anche un referendum popolare.
Noi la battaglia la faremo per il referendum popolare. Infatti sappiamo di essere qua in diciotto – e mi avvio alla conclusione, onorevole Presidente – e di essere un gruppo di venti su seicentotrenta. Salvo ricorrere a metodi sicuramente non ortodossi, il Regolamento ci dà delle armi che non sono assolutamente funzionali per portare a casa il nostro obiettivo. Per cui, se lo vuole sapere il collega Toninelli, visto che è particolarmente interessato, e se vuole vedere la Lega Nord combattiva, si vedrà quando poi ci sarà il referendum consultivo. Vedrà la battaglia che faremo, battaglia che mi auguro vedrà al nostro fianco – e, viceversa, noi al vostro fianco – anche il MoVimento 5 Stelle per l'abolizione di questa riforma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Ferraresi... qualcuno non riesce a votare ? Colleghi, però vi prego di restare in Aula, perché già i tempi sono quelli che sono... Rizzo... bene, non vedo mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato 162
Hanno votato no 285.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 31.125.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Signor Presidente, signore e signori della Camera, non sfugge a nessuno che la clausola di supremazia è contenuta, secondo questa proposta di legge costituzionale, all'articolo 117 della Costituzione, cioè nel Titolo V della Costituzione, ma riguarda la formazione delle leggi, che come sappiamo e come è già stato ricordato fa parte della sezione seconda del Titolo I, che è «Il Parlamento» e che tratta subito dopo la formazione delle leggi.
C’è un problema a mio parere. Se questa modifica fosse stata apposta nel primo comma dell'articolo 71, vi sarebbe una certa coerenza, quantomeno formale. Si leggerebbe così: l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. E solo al Governo per questa norma di supremazia.
Nasce così il problema, ampiamente trattato dai costituzionalisti, del conflitto interno tra norme. A mio parere, l'introduzione di questa norma è incostituzionale. Attraverso quale sistema ? Attraverso il sistema previsto dall'articolo 139 della Costituzione, il quale, come è noto e sappiamo, dice che la forma repubblicana non è emendabile dalla Costituzione. E fino a qua si potrebbe dire: ma cosa c'entra ? C'entra molto, perché le elaborazioni giurisprudenziali della suprema Corte costituzionale e dei giuristi costituzionalisti hanno ampliato moltissimo il concetto di sistema repubblicano ed hanno esteso il concetto di sistema repubblicano al cosiddetto zoccolo duro della Costituzione, la prima parte, e verosimilmente anche al momento creativo delle leggi.
Quindi, si rischia che un domani la Corte costituzionale, ex articolo 139 della Costituzione, dichiari incostituzionale questo Pag. 64comma che non si è voluto modificare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.

RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie Presidente, io credo che questo e gli emendamenti che seguono sono un'ultima possibilità per il Governo, per il Comitato dei nove, di riflettere su questo punto.
Com’è chiaro ai colleghi, sono degli emendamenti a decrescere nei contenuti. Tuttavia, credo che quello che stiamo dibattendo adesso sia il più centrale tra tutti in quanto permette di mettere mano a due questioni che rimangono sul tappeto.
La prima questione, alla quale appunto si cerca di rimediare con questo emendamento, è la presenza di eventi eccezionali. Io credo che sarebbe quanto mai opportuno almeno inserire nel testo costituzionale questa dicitura perché c’è un rischio, che tutti temiamo, almeno coloro che sono attenti alle regioni e ai territori, che si ispirano al regionalismo o al federalismo. Qual è questo rischio ? Vi è il rischio, ovviamente, non vi è la certezza, ma la possibilità sì, che questa norma di supremazia diventi un po’ come la decretazione d'urgenza, nel senso che quando il Governo, che in questo caso rimane il primo attore dell'iniziativa di legge, riesce a intravedere la necessità di intervenire in questo senso, propone alla Camera questa decisione e la Camera che, come sappiamo tutti, è una Camera politica, di fatto dà la fiducia su questo atteggiamento del Governo. Ecco, quindi, il rischio, per carità, successo con Governi di tutti i colori, che si abusi un po’ di questa norma, che il Governo abusi un po’ di questa norma, così come, lo dico sommessamente, talvolta sembra abusare della decretazione d'urgenza.
Seconda questione alla quale si cerca di porre rimedio è il previo parere vincolante del Senato. Questo è un altro passaggio, a mio avviso, che aiuterebbe tutto l'impianto della riforma ad avere più credibilità perché, come sappiamo, almeno per molti colleghi, al di là degli schieramenti politici e partitici, questo mi sembra chiaro, uno dei punti più deboli di questa riforma è proprio il ruolo che viene dato al Senato. Ma c’è un assunto chiaro a tutti: il Senato vuole essere rappresentativo dei territori, delle autonomie e delle regioni. Bene, è impensabile che non gli si dia un ruolo importante, quale appunto quello che propone questo emendamento, in una materia che tocca direttamente le competenze legislative delle regioni.
In questo caso, mi auguro che, se non questo, almeno gli emendamenti che seguono, là dove si tolgono i casi di eccezionalità, là dove si toglie il vincolo del parere del Senato, almeno uno di questi, possa essere davvero accolto per dare uno spirito diverso a questa riforma così com’è stato presentato.

PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'istituto comprensivo statale «Milani» di Caivano (Napoli), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui a seguire i nostri lavori (Applausi).

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, non posso darle la parola perché è intervenuto l'onorevole Longo e, purtroppo, non c’è il titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 31.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Brandolin... Nel frattempo, approfitto della pausa del voto per soddisfare Pag. 65l'esigenza del collega Matteo Bragantini e ricordare che i relatori di minoranza sono, nella fattispecie, l'onorevole Matteo Bragantini per la Lega Nord e Autonomie, l'onorevole Quaranta per Sinistra Ecologia Libertà e l'onorevole Toninelli per il MoVimento 5 Stelle...
Coppola, Brandolin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato 168
Hanno votato no 275.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 31.124.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, premesso che continuo a non capire perché l'esercizio della clausola di supremazia sia riservato esclusivamente al Governo e non al Parlamento – ne abbiamo discusso anche in Commissione con ragionamenti che a me sono sembrati poco convincenti e poco rispettosi del dettato della stessa Costituzione che attribuisce appunto a diversi soggetti l'iniziativa parlamentare e legislativa – tuttavia intervengo sul merito di questo emendamento perché appunto, come si diceva prima, noi abbiamo provato a graduare la possibilità di limitare il potere del Governo nell'esercizio della clausola di supremazia. Ora, per stessa iniziativa di chi propone questa riforma, il Senato è il luogo della compensazione tra le regioni, gli enti locali e il livello nazionale. Ora su un tema come questo, dove appunto occorre esercitare una clausola di supremazia sui poteri assegnati alle regioni, perché non si vuole utilizzare il Senato che nasce proprio con la funzione di compensazione tra i diversi livelli istituzionali ? E perché non si vuole inserire comunque la dicitura: per «eventi eccezionali» ? Questo potere di supremazia, oltre ad essere assegnato al Governo, ha dei limiti oppure no ? Credo che questa sia una questione abbastanza fondamentale che ci fa capire quanto i regionalisti, i federalisti rischino di essere messi davvero sotto scacco rispetto ad una norma che a me pare senza né capo né coda, che attribuisce un potere al Governo assolutamente incontrollato e incontrollabile e nemmeno limitabile, nemmeno accettando il fatto che soltanto il Governo possa esercitare questa prerogativa. Davvero francamente non riesco a capire. Siccome ho sentito nella discussione precedente che da parte dei regionalisti si temeva che, se il Parlamento al posto del Governo esercitasse questo potere, ci potrebbero essere dei problemi, allora invito gli stessi regionalisti almeno a schierarsi a favore di questo emendamento, considerato che vuole limitare nella loro direzione una potestà che altrimenti sarebbe assegnata soltanto al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Stiamo esaminando l'emendamento Quaranta 31.124, giusto ?

PRESIDENTE. È l'emendamento Quaranta 31.124 a pagina 16 del fascicolo.

MATTEO BRAGANTINI. Per quanto riguarda questa norma di salvaguardia, riteniamo veramente che sia una norma assurda, una norma che veramente dà la possibilità di sopprimere le poche autonomie, le poche competenze che sono rimaste nelle regioni attraverso la vostra riforma costituzionale, ma almeno voteremo a favore di tutti questi emendamenti presentati dai colleghi che vanno a limitare il Pag. 66danno, che, come ad esempio l'emendamento Quaranta 31.124, vanno a prevedere che possa essere utilizzata soltanto per eventi eccezionali e previo parere del Senato. Perché, a nostro avviso, deve essere almeno il Senato che deve dare un parere preventivo ? Perché il Senato in teoria rappresenta le regioni dunque, se è un caso eccezionale, deve esserci un contrappeso delle regioni, attraverso il Senato, che possa dare questa possibilità oppure, se non ricordo male e se non è stato ritirato, l'emendamento Rubinato riguarda la possibilità di applicarlo solo per alcune singole regioni e per singole materie, dunque come dire che questa è una competenza esclusiva delle regioni: se quella regione non la sta applicando e per l'interesse nazionale (non per una grande opera, perché l'avete già soppresso: dovrei fare mente locale a quel poco che è rimasto alle regioni) volete intervenire su quella regione, potete farlo ma solo su quella regione e magari non per tutte le regioni. Dunque veramente chiediamo a tutti i colleghi che credono almeno un po’ non dico al federalismo, che ormai con questa riforma è finito, ma un po’ all'autonomia delle regioni di alzare un po’ la cresta perché se non la alziamo adesso non ritornerà più perché avete sottratto moltissime competenze, le avete attribuite allo Stato e avete inserito questa norma che si può applicare abbastanza facilmente.
Addirittura, dal punto di vista del bilancio e dell'imposizione fiscale, avete messo dei vincoli rigidissimi (non so che cosa rimanga).
Prima addirittura la Ministra Boschi ha detto che con questa riforma si ritiene che sia il Governo che debba fare da proponente per la norma di salvaguardia, perché se non è il Governo che presenta una legge, come fa una legge a passare, posto che solo il Governo ha i numeri per poter far passare le leggi ? Vuol dire che siamo arrivati ad un presidenzialismo mascherato: non si vota il premier, ma solo le iniziative del Governo potranno arrivare alla fine del percorso legislativo. È una cosa, a mio avviso, gravissima, perché vuol dire che non abbiamo più neanche un sistema di parlamentari, laddove noi siamo ancora una Repubblica parlamentare, in teoria. Con questa riforma, per bocca di ciò che ha detto il Ministro, vuol dire che solo il Governo potrà fare le leggi. Non è la concezione che ho io di democrazia, non è la concezione che ho io dello Stato di diritto, soprattutto perché – ricordiamoci – il Parlamento non fa solo le leggi per amministrare lo Stato, ma il Parlamento fa delle leggi che riguardano i diritti civili ovvero dei cittadini. Dunque, prevedere che solo il Governo, e dunque solo la maggioranza numerica in Parlamento, relativa nello Stato, possa decidere sui diritti civili, mi sembra una grande aberrazione.
Quindi, veramente, chiedo a tutti i colleghi di poter votare almeno questi emendamenti, che vanno «a limitare il danno», prevedendo che questa norma di salvaguardia possa essere utilizzata solo per casi eccezionali e straordinari e solo con il parere preventivo del Senato. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bragantini. Non essendovi altri interventi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 31.124, con il parere contrario della Commissione e del Governo, ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Capezzone, Bruno Bossio, Greco, Gallinella.
Onorevole Bianconi ha dei problemi a votare ? Tutto a posto ? Bene, la ringrazio. Onorevole Bianconi, come lei sa il Presidente ha le orecchie abbastanza grandi per ascoltare tutto ciò che viene detto !
Della Valle, Parentela.
Onorevole Rampelli, per favore. Grazie.Pag. 67
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato 165
Hanno votato no 278

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 31.101. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. Grazie Presidente. A dimostrazione della volontà del MoVimento 5 Stelle del voler dialogare, di voler dibattere nel merito del provvedimento, c’è questo emendamento, dove noi, nonostante dissentiamo totalmente dal testo del Governo, che dice che è la proposta del Governo a dare a se stesso – cioè al Governo – la supremazia nella produzione delle leggi, anche in deroga alla competenza legislativa delle regioni, cerchiamo di annacquare un po’ questo strapotere, cerchiamo di limitarlo mettendo un contropotere, un controlimite, e lo mettiamo dicendo: prima il parere favorevole del Senato. Perché del Senato ? Perché il Senato dovrebbe rappresentare le istanze del territorio e, di conseguenza, nel momento in cui queste istanze possono essere lese da un intervento unilaterale del Governo, forzato, di forza da parte del Governo nei confronti del potere delle regioni, senza il parere favorevole del Senato il Governo non può acquisire questo potere di supremazia. A me piacerebbe, anche se in merito il relatore si è già espresso ed ha affermato, a mio parere senza alcuna giustificazione, la volontà di mantenere ferma questa impostazione del Governo, sentire una giustificazione nel merito da parte del Governo – ma continuo a non vedere neanche il Ministro – del perché un parere favorevole da parte del Senato non vada quanto meno a controbilanciare lo strapotere del Governo. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Capezzone, Dall'Osso, Greco, Tancredi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato 166
Hanno votato no 280.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. I deputati Censore e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Passiamo all'emendamento De Mita 31.70.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, resto e sono convinto, e più volte l'ho affermato, che la riforma della Costituzione esige cautela, ma esige anche rispetto, umiltà, ma, soprattutto, rispetto del sistema costituzionale. La Costituzione è un telaio, non è una singola norma, non è un emendamento: ha una sua aritmetica, ha un suo equilibrio. Io credo che, con questa norma, questo equilibrio possa dirsi non rispettato, e voglio essere chiaro.
L'articolo 71 più volte citato della Costituzione stabilisce che l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun Pag. 68membro delle Camere e agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Io credo che questo articolo 71 abbia un valore assolutamente generale e che, quindi, la deroga all'articolo 71 debba essere motivata da una ragione assolutamente speciale, nel senso che, quanto più è importante il bene giuridico protetto, tanto più deve essere assicurata la garanzia di intervento al Governo, ma, soprattutto, al Parlamento.
Questa, Presidente, è una democrazia parlamentare, non una democrazia governativa, questo va ricordato. E nel momento in cui noi ci accingiamo a scegliere soltanto il Governo come unico legittimato per alterare gli equilibri di natura costituzionale, perché la clausola di supremazia interviene per modificare delle scelte costituzionali, mi chiedo: è giusto limitare le garanzie di intervento al solo Esecutivo, eliminando il Parlamento, in una democrazia parlamentare, in un settore in cui il bene in gioco non è un bene ordinario, ma è un bene di genesi, di matrice e di natura costituzionale ? Cioè noi, anziché aumentare le garanzie per intervenire su una querelle di carattere costituzionale, le diminuiamo a favore dell'Esecutivo, mortificando il Parlamento. A me sembra questo veramente un disequilibrio costituzionale.
Questa non è una riforma della Costituzione: è una scelta di merito che nulla ha a che spartire con quello che noi stiamo facendo. Dobbiamo avere gli equilibri, rispettare l'esistente, essere attenti nel fare in modo che quello che noi tocchiamo non vada a distruggere l'esistente. A me sembra che questo emendamento, che vuole dare al Governo un potere di supremazia assolutamente non giustificabile, vada accolto, perché questo emendamento a firma dell'onorevole De Mita stabilisce almeno una cautela, Presidente: la cautela della delibera a maggioranza qualificata della Camera. Almeno la tutela di questa, un minimo di cautela. Credo che l'emendamento meriti l'accoglimento e daremo parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, le chiedo scusa, chiedo scusa a lei, chiedo scusa all'Assemblea, il Presidente ha commesso un errore, me lo hanno segnalato gli uffici, non me ne ero accorto, ero distratto: questo emendamento è stato ritirato dall'onorevole De Mita, perché aveva sottoscritto l'emendamento dell'onorevole Giorgis (Commenti del deputato Palese). Onorevole Palese, le chiedo scusa, un attimo. Un attimo, sto semplicemente spiegando che io non avrei dovuto dare la parola...

FRANCESCO PAOLO SISTO. Lo faccio mio !

PRESIDENTE. ... in quanto è stato ritirato prima dell'inizio della seduta, quindi non può essere neanche fatto proprio, capisce ? Io non avevo visto che c'era scritto «ritirato», me lo hanno comunicato adesso gli uffici. Non ho ritenuto di interromperla, perché stava finendo un discorso. Chiedo scusa a lei e all'Assemblea, ma non posso dare la parola e non posso metterlo in votazione, perché è già ritirato.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo per segnalare che sono venuto prima al banco della Presidenza e ho chiesto espressamente se l'emendamento De Mita fosse un emendamento da discutere.
Sarei intervenuto sui precedenti, ma sono intervenuto su questo, perché mi è stata data espressamente questa risposta. Lo dico, perché non si abbia l'impressione che questo intervento non sia stato preceduto da un'accurata ricognizione della capacità di poterlo discutere. Quindi, se vi è stata una disattenzione, certo non è imputabile a chi è intervenuto.

PRESIDENTE. No, no, infatti non mi riferivo a lei, onorevole Sisto.

Pag. 69

FRANCESCO PAOLO SISTO. Sono venuto a chiedere se l'emendamento fosse votabile esattamente tre minuti fa.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, guardi, non c’è nessun arcano dietro. Il tema è il seguente: l'onorevole De Mita, alla fine della seduta precedente, quando stava finendo il dibattito, ha comunicato questa decisione. Non l'avevamo appuntata sul fascicolo ed è la ragione per la quale anche gli uffici non sapevano che fosse stato ritirato. Poi è venuto anche l'onorevole Adornato – che penso me lo possa confermare – a confermarmelo e gli uffici gli hanno comunicato che l'emendamento era stato ritirato e io non ho ritenuto di toglierle la parola perché stava concludendo l'intervento... È un errore del Presidente che ovviamente si deve prendere la responsabilità, sempre, quando ci sono cose che non vanno bene, ma è un errore che nasce dal fatto che non è stata riportata una decisione che è stata assunta prima della fine del punto all'ordine del giorno della seduta antimeridiana. Tutto qui.

ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Cera ?

ANGELO CERA. Signor Presidente, mi perdoni, effettivamente è così perché l'emendamento De Mita era identico a quello su cui si è speso... però voglio ricordare che De Mita aveva in qualche maniera firmato questo, perché identico, diceva lui...

PRESIDENTE. Ho esattamente detto questo, che l'ha ritirato proprio perché aveva sottoscritto l'emendamento Giorgis.
Chiedo scusa all'Assemblea e proseguiamo con l'emendamento Nicchi 31.205.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, l'intervento per relationem non è ovviamente consentito nell'ambito dei lavori parlamentari, per cui, molto brevemente, mi limiterò a ribadire che in questo emendamento, sposando esattamente il disequilibrio che questo quarto comma dell'articolo 117 propone, cioè una clausola di supremazia a stampo e a matrice governativa, in rotta di collisione con la democrazia parlamentare garantita dal primo comma dell'articolo 71, almeno si prevede che vi sia la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. Cioè si limita per qualità, anche qui, con un gioco almeno di selezione dei beni che possono essere intaccati da questa iniziativa esclusivamente governativa, la possibilità del Governo di ingerirsi in materia di rango costituzionale.
Inviterei l'Aula a riflettere su questo passaggio. È mai possibile che riformando la Costituzione noi affidiamo al potere esecutivo un'iniziativa che incide su diritti costituzionalmente protetti che noi stiamo riformando ? Si tratta di una contraddizione in termini di carattere normativo, di carattere qualitativo e, se mi consentite, di carattere costituzionale. È come se noi violassimo l'articolo 71 con il nuovo articolo 117, quarto comma. Questa paradossale violazione della Costituzione a mezzo della riforma della Costituzione mi sembra che debba essere, come posso dire, segnalata e confermata dal voto favorevole dell'Aula a questo emendamento Nicchi 31.205.

PRESIDENTE. Sempre a conclusione della questione, volevo semplicemente dire, per dare garanzia all'Assemblea, che, per esempio, l'onorevole Melilla, che è il segretario di presidenza, aveva annotato che l'emendamento era stato ritirato. Quindi, è stato proprio un errore del Presidente, questo a ulteriore garanzia. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 31.205, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 70
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Folino, Malisani, Bobba, Piepoli, Ciracì... colleghi, però dobbiamo restare in Aula, capisco che sia faticoso, però è faticoso per tutti ed è giusto che gli altri cinquecento che stanno in Aula non debbano aspettare poi quelli che escono, se no, non se ne esce più.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato 166
Hanno votato no 285.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Le deputate Malpezzi e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

Passiamo all'emendamento Matteo Bragantini 31.141.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente, questo emendamento riguarda sempre la norma di salvaguardia, in cui si prevede che ci possa essere la possibilità che una legge dello Stato stabilisca discipline differenziate per determinate regioni. Questo, appunto, per andare incontro alle esigenze e all'opportunità di differenziare regione per regione quando viene utilizzata la norma di supremazia. Infatti, sarebbe assurdo dire che si adotta una legge, utilizzando la norma di supremazia e togliere a tutte le regioni le loro competenze esclusive. A nostro avviso, se ci fosse veramente questa necessità, saremmo più contenti che si seguisse un percorso ordinario e si facesse una riforma costituzionale. Se proprio la maggioranza del Paese e la maggioranza di Governo ritengono di dovere cambiare le competenze delle regioni, a questo punto, se proprio non si può fare con una riforma costituzionale, che si utilizzi questo sistema: facciamolo solo differenziato. In questo modo andiamo a garantire quelle regioni che utilizzano le loro competenze esclusive in maniera efficiente ed efficace e non togliamo, per colpa di qualche regione, quelle poche competenze che sono rimaste, grazie alla vostra Costituzione, a tutte le regioni in maniera indiscriminata ed indifferenziata. Anche perché, come ribadivo prima e come hanno ribadito anche altri colleghi, come il collega Sisto, questa è una Repubblica parlamentare; dunque dovrebbe essere il Parlamento e non il Governo a decidere quali competenze riallocare allo Stato centrale, togliendole alle regioni senza passare attraverso un provvedimento parlamentare e costituzionale. A mio avviso, sempre per il principio che dicevamo prima, è un emendamento che va a limitare i danni su questa norma assurda, questa norma centralista di questo progetto ipercentralista e iperantidemocratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 31.141, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore di minoranza Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bossa, Paola Bragantini, Zan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 444
Votanti 380
Astenuti 64
Maggioranza 191
Hanno votato 97
Hanno votato no 283.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 71

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 31.49 e Toninelli 31.97, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il relatore di minoranza Quaranta che si rimette all'Assemblea e il parere favorevole del relatore di minoranza Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Lombardi, Brescia, Fabbri, Adornato, Amendola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 454
Votanti 434
Astenuti 20
Maggioranza 218
Hanno votato 148
Hanno votato no 286.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 31.96, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia e Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fraccaro, Sorial.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato 93
Hanno votato no 368.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Ricordo che l'emendamento Famiglietti 31.506 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 31.713, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lo Monte, Fraccaro, Di Battista, Mannino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 465
Votanti 376
Astenuti 89
Maggioranza 189
Hanno votato 326
Hanno votato no 50.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biancofiore 31.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Minardo, Bolognesi, Greco, Invernizzi, Sorial, Piepoli, Lattuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato 91
Hanno votato no 377.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 72

Passiamo alla votazione dell'emendamento Locatelli 31.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, vorrei chiedere un po’ di attenzione ai colleghi e alle colleghe perché questo emendamento introduce nel testo di questa riforma un contenuto che è già stato compreso nella legge elettorale che è stata appena approvata al Senato e introduce il concetto di democrazia paritaria che è quella forma di democrazia che consente a uomini e donne di partecipare paritariamente alla formazione delle politiche e alla loro implementazione ai diversi livelli istituzionali, in questo caso il livello regionale.
L'attuale testo, il settimo comma dell'articolo 117, dice: «Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive». Questo testo fu introdotto nella Costituzione tredici anni fa, con una legge costituzionale che è nata dal lavoro trasversale soprattutto di donne di diversi schieramenti politici. Era allora Ministra delle pari opportunità Stefania Prestigiacomo e presidente della commissione nazionale di parità alla Presidenza del Consiglio Marina Piazza. Quindi, donne di diversi schieramenti. Questo lavoro trasversale due anni dopo consentì di cambiare anche l'articolo 51 della Costituzione, rendendo quella stagione particolarmente ricca di elaborazioni.
Da allora sono trascorsi rispettivamente tredici e undici anni e la consapevolezza dell'importanza del contributo delle donne in tutti gli ambiti e i campi della vita, compresa la politica, si è arricchita e abbiamo anche fatto delle elaborazioni nuove e definito concetti più avanzati e più stringenti. Oggi parliamo di democrazia paritaria, allora si parlava di quote.
È per questa ragione che noi chiediamo di far compiere un passo in più a questo settimo comma dell'articolo 117, mantenendo la prima parte, quella relativa alla rimozione degli ostacoli, ma sostituendo la promozione della parità di accesso alle cariche con le parole: «(...) l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza».
Questo noi chiediamo e questo è quanto chiedono gli emendamenti successivi, che verranno dopo il mio. E voglio sottolineare che questo concetto è già stato scritto nella legge elettorale appena approvata e, quindi, non facciamo altro che mettere in Costituzione quello che abbiamo già scritto nella legge elettorale. Ce lo chiedono tante donne, comprese le donne dell'Accordo di azione comune per la democrazia paritaria...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Locatelli.

PIA ELDA LOCATELLI. ... che mette insieme 50 organizzazioni e reti che vogliono, appunto, realizzare la democrazia paritaria.
Quindi, chiedo a tutti e a tutte, trasversalmente, di votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Anche io mi associo alla richiesta dell'onorevole Locatelli. Chiediamo al Governo di riconsiderare la questione, anche alla luce del fatto che il testo di questo emendamento è già contenuto nella legge elettorale approvata al Senato. Quindi, non si vede veramente perché non si voglia fare questo in Costituzione.
Chiedo a tutte le colleghe di appoggiare la nostra battaglia e di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

Pag. 73

MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Anche io intervengo in appoggio a questo emendamento. Chiediamo che il Governo riformuli appunto il parere su questo emendamento e chiaramente preannuncio che il gruppo del MoVimento 5 Stelle appoggerà questo emendamento.

IVAN CATALANO. Chiedo di parlare, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Catalano, non posso darle la parola, perché per la sua componente politica è già intervenuta l'onorevole Locatelli e non si può effettuare più di un intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Il mio intervento è a titolo personale. Ho sottoscritto...

PRESIDENTE. Onorevole Centemero, scusi. Gli interventi a titolo personale non esistono più, nel senso che parla a titolo personale ma utilizza i tempi del gruppo.

ELENA CENTEMERO. Esatto.

PRESIDENTE. Cioè, lei parla per il gruppo in questo momento, anche se esprime un'opinione personale. Però, sappia che rappresenta il gruppo.

ELENA CENTEMERO. Esprimo un'opinione personale. Ho sottoscritto l'emendamento dell'onorevole Locatelli, nel quale viene sostanzialmente modificata una parte dell'articolo 117 della Costituzione, effettuando non solo una sostituzione di tipo formale ma una di tipo sostanziale, sostituendo, appunto, le parole: «(...) parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive» con le parole: «assicurano l'equilibrio (...)».
Questo recepisce sostanzialmente quanto è stato inserito al Senato nella revisione – nell'ambito della legge costituzionale che noi stiamo affrontando – dell'articolo 55, nonché all'articolo 1 di questo disegno di legge, dove si dice – stiamo parlando della composizione del Parlamento, che si compone di Camera e Senato ed è questo appunto il comma introdotto al Senato – che le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono non la parità, ma l'equilibrio tra donne ed uomini nella rappresentanza. Stiamo affrontando, quindi, in questo emendamento, così come in quelli successivi, il tema della partecipazione delle donne alla vita politica e istituzionale.
Io voglio ricordare, come rapporteur per il Consiglio d'Europa proprio per la democrazia paritaria, che il nostro Paese, ahimè, nelle indagini internazionali, si trova in posizioni di ultimo posto rispetto ad altri Paesi. Ad esempio, l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, che è un'agenzia autonoma dell'Unione europea, nel 2013 ha pubblicato il primo rapporto dell'indagine sull'uguaglianza di genere, frutto di un lavoro di ricerca di ben tre anni. All'interno di questo rapporto, la posizione dell'Italia appare particolarmente negativa: con un indice del 40.9 per cento, si attesta al ventitreesimo posto sui ventotto Stati membri, a parità di Stati come la Slovacchia, la Grecia, la Bulgaria e la Romania. Anche all'interno di un'altra analisi, l'analisi annuale del World economic forum sul global gender gap, sempre del 2013, l'Italia si colloca, come al solito, come fanalino di coda, ponendosi proprio al settantunesimo posto su 136 Paesi. Voglio però ricordare che in questo Paese sono stati fatti, nonostante questi dati...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Centemero, la interrompo. Colleghi, gentilmente, io capisco che l'argomento, come altri, è di particolare rilievo, però proprio per questo sarebbe utile che noi potessimo ascoltare gli oratori in un modo accettabile. Prego, onorevole Centemero.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, questo ci attesta che il problema della sottorappresentanza delle donne all'interno delle istituzioni è in questo Paese un problema innanzitutto di natura e di Pag. 74matrice culturale, profondamente radicato nella mentalità di questo Paese, che mi auguro si possa andare a modificare abbastanza velocemente, e credo che il nostro contributo in questo possa essere di grande importanza. Vorrei concludere il mio intervento, ricordando che, in questo Paese, i passi sono stati fatti e voglio ricordarlo con particolare orgoglio, perché in quest'Aula siede l'onorevole Prestigiacomo che, nel 2001, fu il Ministro che, insieme al Presidente Berlusconi e al Ministro per le riforme, allora l'onorevole Bossi, apportò proprio la modifica all'articolo 51 della Costituzione che dice: la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e donne. Credo che questo passaggio del 2001, che poi diede vita alla legge costituzionale n. 1 del 2003, sia molto importante e da ricordare in questo Paese; un passaggio che fu voluto proprio da un Governo di centrodestra e che ha rappresentato e ha portato gradualmente ad un progressivo miglioramento della rappresentanza femminile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà. Colleghi vi pregherei di abbassare il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Agostini.

ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente, intervengo anche io su questo importante argomento. Il lavoro che si è fatto su questi temi nell'ambito della discussione della riforma, in particolare al Senato, credo sia stato un lavoro molto importante e molto positivo. Noi, infatti, nella discussione al Senato abbiamo modificato l'articolo 55, nel quale abbiamo introdotto una previsione molto vincolante – io credo – per quanto riguarda la predisposizione delle leggi elettorali per la Camera e per il Senato, cioè, nel nuovo articolo 55 che ci arriva dal Senato, si dice che le leggi elettorali promuovono l'equilibrio di genere per la Camera e per il Senato.
Questo, combinato con l'articolo 51 della Costituzione sul quale il Parlamento – lo ricordava l'onorevole Locatelli – ha fatto una grande discussione negli anni passati ed è stato modificato introducendo un principio importante di democrazia paritaria per quanto riguarda l'accesso delle donne alle cariche pubbliche e istituzionali, fornisce un quadro costituzionale da questo punto di vista, io penso, piuttosto avanzato. Ed è questo quello che ci dicono anche i costituzionalisti e le costituzionaliste che sono venute in audizione in Commissione durante la discussione della riforma costituzionale.
Ora, il punto aperto, secondo me, che noi abbiamo è un punto che riguarda in particolare le nostre regioni. Nell'articolo 117, in questo settimo comma, è indicato un principio di parità, di democrazia paritaria, e l'emendamento che anche io avevo presentato per modificare la seconda parte di questo settimo comma intendeva rendere più aderente la formulazione dell'articolo 117 con la formulazione del nuovo articolo 55. Diciamo un principio di razionalità interna, usavamo le stesse parole. Io penso che l'obiettivo e il significato non cambino di molto, ma usavamo le stesse parole.
Allora, io prendo atto della richiesta di ritiro che ci viene dal relatore su questo emendamento, e quindi, pur rimanendo convinta che dal punto di vista della razionalità interna sarebbe meglio usare lo stesso lessico, la stessa terminologia, ritiro l'emendamento che avevo presentato, però mi permetto di insistere con il relatore, con l'onorevole Fiano, e con il Governo, chiedendo loro di prestare attenzione ad un altro gruppo di emendamenti su questo stesso tema, che abbiamo presentato insieme ad altre forze politiche, sull'articolo 122.
Perché l'articolo 122 contiene...

PRESIDENTE. Onorevole Agostini, le chiedo scusa, solo per capire, un attimo solo, altrimenti ci troviamo nello stesso impasse in cui ci siamo trovati prima. Lei ha annunciato che ritirava il suo emendamento, che immagino sia il 31.51, ma noi ora siamo sul 31.300 dell'onorevole Locatelli.

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ROBERTA AGOSTINI. Si, certo.

PRESIDENTE. Quindi, è un preannuncio...

ROBERTA AGOSTINI. Si, ma è un discorso, un ragionamento generale. Dicevo, all'articolo 122, quello che riguarda la predisposizione dei principi in base ai quali le regioni devono legiferare in maniera in materia elettorale, abbiamo presentato degli emendamenti che inseriscono il principio della parità di genere, dell'equilibrio di genere tra quelli che le regioni devono considerare nel momento in cui legiferano sulle leggi elettorali; questo perché non vogliamo levare autonomia alle regioni, ma secondo quello che sta succedendo e che è avvenuto nelle regioni italiane, noi rischiamo di ritrovarci un Senato delle autonomie in prevalenza composto da un solo genere. Basti pensare al fatto che dei 58 delegati regionali che hanno eletto il Presidente della Repubblica solo sei erano donne, che moltissime regioni non hanno eletto nessuna consigliera regionale, e che quindi io credo ci voglia un forte stimolo da parte del legislatore nazionale affinché le regioni assumano questo obiettivo dentro le loro leggi regionali. Quindi, io penso che più forte, più pregnante dovrebbe essere l'inserimento di questo principio nei successivi articoli, e chiedo quindi al Governo uno sforzo e un ripensamento su questo punto, almeno nell'articolo 122, più avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Signor Presidente, questo emendamento è sottoscritto da tutto il gruppo di Alternativa Libera, che ritiene importante ed impellente la questione. Viene richiesto di sostituire la parte della promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive con l'assicurazione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Per noi questa è una questione importante, soprattutto a livello regionale, dove a tutt'oggi ci sono dei consigli regionali che vantano una rappresentanza femminile nulla, penso ad esempio alla regione Basilicata o, di recente, alla regione Calabria, che ha eletto soltanto una consigliera donna o ad altri esempi in Italia, come nella regione Molise o la regione Puglia, che vantano percentuali risibili di rappresentanza femminile.
Vi faccio un altro esempio: nel consiglio regionale veneto, di recente, addirittura, non si è raggiunto il quorum per inserire nella legge regionale la doppia preferenza di genere, cioè in sostanza i consiglieri sono usciti, sono andati a casa prima, e di fatto non sono riusciti a votare la doppia preferenza di genere per il consiglio regionale del Veneto, sotto un silenzio assordante del governatore Zaia. Quindi, riteniamo opportuna ed impellente questa modifica e lo dico a lei, soprattutto, relatore Fiano, che so essere attento al tema. Magari accantoniamo l'emendamento, o pensiamo anche agli emendamenti successivi, perché è incredibile che in Italia ci siano regioni dove la rappresentanza femminile è nulla. Siamo nel 2015 ed è incredibile questa situazione. Siamo anche contenti che oggi il MoVimento 5 Stelle appoggi questi emendamenti, per noi è importante che tutto il Parlamento si esprima in favore e che capisca l'importanza della rappresentanza di genere all'interno delle istituzioni.

BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Lei sa che il presidente del suo gruppo, il gruppo Misto, ha scritto all'onorevole Boldrini, la quale sta valutando quanto scritto dal presidente Pisicchio. Lei capisce perfettamente che il Presidente di turno non può cambiare una decisione che è stata presa dalla Presidente precedentemente. Auspico che nel giro di breve tempo io possa, in qualche modo, venire incontro alle sue esigenze, ma non le posso dare la parola.

BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

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PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. La ringrazio Presidente per quello che lei ha detto, so che lei è molto cortese di solito e, quindi, gliene do atto. Però sull'ordine dei lavori vorrei che rimanesse agli atti che nel frattempo, mentre la Presidente Boldrini nega ad una parlamentare una prerogativa fondamentale nel momento in cui si discutono le riforme costituzionali; e nel frattempo che la Presidente Boldrini decide con molta calma, malgrado qualcuno in quest'Aula abbia già evidenziato che sono due settimane che è stato posto alla Presidente Boldrini il problema, l'onorevole Saltamartini, malgrado si occupi da quindici anni di pari opportunità, e che su questo tema sempre è intervenuta in Aula, oggi non lo potrà fare, perché la Presidente Boldrini ha deciso di censurare una parlamentare su questo tema (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, le vorrei semplicemente dire che la Presidente della Camera applica il Regolamento e lei sa cosa prevede il Regolamento (Commenti). Non intendo minimamente aprire un dibattito su questo, glielo dico collega Giancarlo Giorgetti. È del tutto evidente che se vuole la mia opinione personale, probabilmente sarà utile che la Giunta per il Regolamento prenda in considerazione questo argomento, perché il tema, a mio avviso, c’è, ma la Presidente della Camera non l'ha censurata, la Presidenza della Camera, in questo momento, non poteva fare altro che applicare il Regolamento che c’è.

BARBARA SALTAMARTINI. È opportunità politica !

PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, l'ho anche fatta parlare, non urli, non c’è bisogno che urli. Io le sto semplicemente dicendole come stanno le cose. Non apro minimamente un dibattito su questo, lo dico anche all'onorevole La Russa che vedo in piedi, non intendo minimamente aprire un dibattito, vi prego semplicemente di prendere atto che evidentemente il Presidente sta valutando, nell'ambito, ovviamente, di quello che è possibile fare sulla base delle regole attualmente esistenti, come affrontare la questione.

GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Colleghi dovete essere rispettosi degli altri colleghi, ha chiesto la parola l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Onorevole Bianconi, parla innanzitutto chi si iscrive in ordine e lo stabilisco io da quello che vedo. L'onorevole Giancarlo Giorgetti ha facoltà di parlare.

GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, non intendo contestare la decisione assunta, però anche in qualità di membro della Giunta per il Regolamento, io credo che la Presidente Boldrini debba convocare immediatamente, o quantomeno urgentemente, entro la giornata di oggi, la Giunta per il Regolamento, perché se il Presidente non può cambiare l'interpretazione del Regolamento e aspetta il parere della Giunta per il Regolamento, convochiamo la Giunta per il Regolamento che esprime il suo parere, in modo che si risolva questa situazione che oggettivamente è incresciosa. È oggettivamente increscioso che un membro del Parlamento non possa intervenire su un provvedimento, in particolare su un provvedimento così importante.
Per questo motivo il problema è posto. Già la Presidente ha detto che la Giunta per il Regolamento se ne dovrà occupare. Credo che prima se ne occupi, meno imbarazzo avrà il Presidente di turno a fare una cosa contro natura. Contro natura, perché non si può impedire ad una persona di intervenire in Parlamento se è eletta dal popolo.

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PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, chiariamoci bene. Qualunque, deputato, essendo terminati i tempi a titolo (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti)... però, onorevole Giorgetti, lei ha parlato, può darsi pure che il Presidente dica delle sciocchezze, però mi consenta di replicare.
Qualunque deputato, come lei sa perfettamente, non può utilizzare il titolo personale perché sono finiti i tempi per gli interventi a titolo personale. La differenza sostanziale, come lei sa, è che i deputati dei gruppi parlano a nome del gruppo, e che sono stati concessi tempi per i gruppi che ne hanno anche la disponibilità. Se non ci fossero i tempi dei gruppi non potrebbe parlare ovviamente più nessuno.
È chiaro come sia esploso il caso dell'onorevole Saltamartini, perché l'onorevole Saltamartini non è neanche iscritta a una componente e, quindi, c’è il problema di quella parte del gruppo Misto che non appartiene a delle componenti.
Io non ho detto che è necessario convocare la Giunta per il Regolamento. Ho detto che probabilmente è una questione che potrebbe anche essere affrontata dalla Giunta per il Regolamento. È anche possibile che la Presidenza possa decidere di risolvere il problema autonomamente, senza minimamente convocare la Giunta per il Regolamento. Quindi, chiedevo semplicemente la pazienza, atteso che la Presidente sta valutando, di prendere atto di questo. Tutto qui.

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, sugli articoli 8 e seguenti del Regolamento. Il Presidente della Camera assicura l'osservanza del Regolamento e il buon andamento dei lavori della Camera dei deputati. Io ritengo, ma non è che ci voglia tanta fantasia, che buon andamento del lavoro della Camera dei deputati sia la garanzia di diritti inalienabili dei deputati, quali il diritto di parola.
Quindi, non può dire, la Presidente Boldrini: con tutto il rispetto non posso darle la parola. Infatti, elide un diritto costituzionale sacrosanto di un deputato che, per un disguido regolamentare, rimane senza diritto di parola. Per assicurare il buon andamento dei lavori il deputato ha diritto di parola ! Non c’è nessun bisogno della Giunta per il Regolamento, che è organo facoltativo. C’è soltanto bisogno di una buona direzione dei lavori di questa Camera.
Le ricordo, infine, che si può anche dire summum ius, summa iniuria, cioè è il diritto portato all'eccesso che fa l'ingiustizia massima, ma qui siamo di fronte ad una norma regolamentare di un Regolamento, unico caso in Italia, che va per precedenti. Questo Regolamento è un regolamento che è battuto e sconfitto sistematicamente dai precedenti costituiti e questo, se non si fosse mai verificato, poteva essere benissimo un precedente costituito nell'interpretazione del buon andamento dei lavori. Non siamo a scuola e non siamo nella meccanicistica valutazione di norme regolamentari. Io sono un po’ stanco – glielo dico con tutta sincerità – di una Presidenza che non si assume responsabilità, che si rimette al voto dell'Aula e che conculca continuamente in questo difficile stato di cose i diritti delle opposizioni (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, ho bisogno della sua attenzione, perché mi rivolgo a lei, ma posso aspettare, quando lei ha finito.

PRESIDENTE. È tutta per lei, onorevole La Russa.

IGNAZIO LA RUSSA. È quello che desideravo. Caro Presidente, lei in questo momento non è il Vicepresidente. Lei in Pag. 78questo momento è il Presidente di quest'Aula e ha il dovere di assumere le decisioni che ritiene conformi al Regolamento, ma conformi anche a giustizia.
Lei ha detto che la Presidente Boldrini ha dovuto, come atto dovuto, negare il diritto di parola all'onorevole Saltamartini. Non è così. È discrezionale la decisione del Presidente. Il Presidente può benissimo concederlo, ma non la Presidente Boldrini, ma lei, nel momento in cui l'onorevole Saltamartini le chiede la parola, deve e può valutare il caso specifico e non solo dell'onorevole Saltamartini, che è l'esempio macroscopico, perché essendo passata al gruppo Misto quando il tempo era già esaurito non può avere nessuna responsabilità in ordine all'esaurimento dei tempi.
Ma, essendo quello un caso macroscopico, qualunque altro parlamentare che oggi desideri parlare a titolo personale, dovrebbe avere la possibilità, caro Presidente, com’è successo sempre nel passato, di un tempo, ancorché limitato. Lei c'era in quest'Aula quando era Presidente l'onorevole Fini; finirono i tempi, dimezzò a trenta secondi il tempo, che è veramente un tempo minimo, ma salvava il principio che ciascun parlamentare potesse almeno annunziare succintamente il proprio pensiero. Se questo deve valere per tutti (e io mi auguro che sia questa la decisione definitiva), lei – ed è per questo che ho chiesto la parola – non può nascondersi dietro la Presidente Boldrini. Nel momento – e capiterà fra pochi secondi – che l'onorevole Saltamartini le richiederà di nuovo la possibilità di intervenire a titolo personale, lei, alla luce del Regolamento, delle modalità con cui siamo arrivati a questo punto, della reale situazione dell'onorevole Saltamartini, avrà il dovere di assumere una decisione che, se lo ricordi, è discrezionale perché non c’è nessun regolamento che la obblighi a togliere la parola ad un parlamentare che non ha avuto neanche la possibilità di esaurire i propri tempi perché non faceva parte di quel gruppo in quel momento. La ringrazio per l'attenzione che vedo c’è stata quasi costante.

PRESIDENTE. Più che costante, onorevole La Russa, grazie.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, credo che l'appello di questa mattina abbia fatto e farà la fine di quello che due settimane fa avevamo già posto perché, se non viene presa una decisione immediata, questa problematica si continua a trascinare. Se si decide di convocare la Giunta per il Regolamento, lo si faccia con dei tempi certi e rapidi, ma si può anche utilizzare – e credo questa sia una proposta – un criterio di buonsenso temporaneo: fino a quando eventualmente la Giunta per il Regolamento non si esprime, basta fare una semplice media dei tempi tra le varie componenti del gruppo Misto costituite politicamente e un'altra, chiamata «altri Misto», ovvero quei componenti non costituiti politicamente. Basta fare una semplice media aritmetica dei tempi assegnati. Tra l'altro, il gruppo Misto non ha utilizzato tutti i tempi a sua disposizione. Allora, sarebbe in questo caso anche utile poter attingere da quei tempi e far parlare i deputati che vogliano portare il loro contributo utile allo svolgimento dei lavori.
Io credo sia necessario fare chiarezza sul punto, ma farla con dei tempi rapidi, altrimenti la questione che noi abbiamo sollevato due settimane fa dovrà essere ripresentata ancora una volta e una volta ancora perché credo che qualcuno non abbia ben chiaro quale sia il criterio di urgenza che questa cosa riveste. Anche perché una volta l'abbiamo segnalata come a noi sembrava, ossia quantomeno irrituale, cioè che uno parlasse e il suo tempo venisse scomputato dai titoli personali, quando, in realtà, c’è una quota parte dei tempi destinati al gruppo Misto. Allora, la proposta era proprio questa: destiniamo una quota parte, in base al numero delle persone, di quella componente del gruppo Misto sotto la dicitura «altri Misto» e viene diviso il tempo anche per loro in maniera efficace.

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ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io sono convinto che lei, nella sua saggezza, troverà il modo di garantire la possibilità di esprimersi all'onorevole Saltamartini. La proposta dell'onorevole Crippa mi sembra di buonsenso. Perché ? Perché contempera due esigenze fondamentali. Una, quella che ogni deputato si possa esprimere, e l'onorevole Saltamartini si è venuta a trovare in una zona d'ombra in cui questo suo diritto di fatto non è realizzato. L'altra, però, di non accedere a quello che ho sentito pure in qualche intervento, per il quale esiste una libertà di parola totale e indiscriminata.
Libertà di parola non significa libertà di parlare più degli altri. Libertà di parola non significa libertà di travolgere la ripartizione dei tempi che è stata stabilita. La Presidenza esiste proprio per regolare e disciplinare la libertà di parola in modo che tutti possano esprimersi ma senza prevaricare gli altri. Allora no a qualcosa che ho sentito per la quale sembra che chiunque sempre abbia il diritto di prendere la parola in quest'Aula: questo contraddice l'essenza stessa del Regolamento. Sì alla ricerca di una ragionevole soluzione la quale salvaguardi nei limiti e nei modi opportuni il diritto dell'onorevole Saltamartini.
Infine la invito a convocare una riunione della Giunta per il Regolamento: mi sembra opportuno perché questo Regolamento non regge più. Da tempo si parla di riforma del Regolamento e non è mai stata fatta. Perché non si convoca una Giunta per il regolamento quantomeno per mettere ordine nella giungla delle interpretazioni perché buona parte delle norme che regolano oggi di fatto la nostra attività non sono contenute nel Regolamento ma sono il risultato dello stratificarsi di interpretazioni ? Se ci fosse una chiarificazione su questo, certamente aiuterebbe.

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, credo che il diritto costituzionale di un deputato di esprimersi in quest'Aula sia assolutamente prevalente rispetto ad una mera applicazione di quanto dice il Regolamento della Camera. Penso che lei, Presidente, abbia il dovere per così dire di garantire in primo luogo il fatto che i deputati si possano esprimere. Il caso dell'onorevole Saltamartini è eclatante, ma io credo che sarebbe giusto anche contemplare la possibilità di tutti i deputati di potersi esprimere anche se limitatamente nel tempo. È obbligo della Presidenza regolare il dibattito. Non è necessario quindi che ognuno parli quando vuole e come vuole ma credo che nel regolare il dibattito si debba dare anche la possibilità di articolare il proprio pensiero. L'emergenza è quella di risolvere immediatamente il caso dell'onorevole Barbara Saltamartini.

PRESIDENTE. La ringrazio, dovreste però gentilmente togliere quelle bandierine dai microfoni esattamente come ho chiesto agli altri colleghi... anche gli altri, onorevole Zaratti. Se gentilmente possiamo toglierle, altrimenti lo fanno i commessi, grazie.
Onorevole Santelli ha già parlato l'onorevole Bianconi quindi purtroppo non posso darle la parola.

CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, per dire che il PD è favorevole a trovare in questa fase una soluzione di ragionevolezza e di buonsenso che permetta di dare una risposta immediata e temporanea nel momento in cui stiamo affrontando la riforma, demandando poi a una successiva convocazione della Giunta per il Regolamento l'affrontare poi nel merito approfonditamente una questione e Pag. 80un tema posto che effettivamente dobbiamo valutare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, vorrei dire che questa discussione, che io non considero assolutamente inutile, ha bisogno di una risposta da parte della Presidenza con riferimento alle considerazioni che sono state avanzate dai diversi gruppi. Vorrei anzitutto dire all'onorevole La Russa – ovviamente poi tutte le opinioni sono assolutamente rispettabili – che quello che è stato fatto dalla Presidente questa mattina è assolutamente conforme a ciò che è previsto dal Regolamento e ciò che è previsto dalla prassi costante in quest'Aula. Qui non c’è nulla che ha deviato rispetto a quello che è sempre accaduto. Peraltro, onorevole La Russa, è inutile che ritorni sul fatto che sono venuti meno i tempi per gli interventi a titolo personale, altrimenti l'argomento non si sarebbe posto. Vorrei però dirle una cosa e indurla ad una riflessione, insieme a me, che vale per tutti. Lei ovviamente può avere qualunque opinione sul Presidente di turno che non si assume le sue responsabilità. C’è un confine però, onorevole La Russa, perché anzitutto noi dobbiamo garantire sempre il fatto che la Presidente è la titolare della Presidenza e i Vicepresidenti devono attenersi anche a quella che è l'interpretazione che la Presidente dà al Regolamento, soprattutto a tutela, onorevole La Russa, delle opposizioni, perché noi dobbiamo garantire l'univocità delle decisioni della Presidenza.
Perché se ciascun Presidente ritenesse, quando siede qui, di interpretare a suo modo il Regolamento, addirittura entrando in contraddizione con ciò che è stato fatto alcune ore prima, innanzitutto per le opposizioni ci sarebbe un problema reale. Quindi, credo che sia stata utile questa discussione anche da questo punto di vista. Però, onorevole Saltamartini, in via del tutto eccezionale, consentirò un tempo pari alla metà del tempo attribuito alla componente più piccola del gruppo Misto, da mettere a disposizione di tutti i deputati non iscritti alle componenti – questo, ovviamente, per decisione della Presidente della Camera – in attesa di una riflessione che sia più decisiva e strutturale sull'argomento (adesso, ovviamente, l'autorizziamo per cercare, anche nell'economia dei nostri lavori, di rendere il più agevole possibile, nei limiti del possibile, la vicenda). Tuttavia resta che è una decisione in via eccezionale e che bisognerà poi trovare – penso che sia utile trovare – una correzione a un problema che nel corso della nostra attività parlamentare può diventare – ci siamo resi conto di ciò – anche un problema politico. Grazie, possiamo proseguire.
Non essendovi altri interventi sull'emendamento Locatelli 31.300, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Locatelli 31.300, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, ed il parere favorevole dei relatori Bragantini e Quaranta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brunetta, Bossa, Capodicasa, Scopelliti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato 181
Hanno votato no 249.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Avverto che l'emendamento Agostini 31.51 è stato ritirato. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Scotto 31.109 e Centemero 31.211. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Signori e signore della Camera, la pretesa di assicurare l'equilibrio tra donne e uomini, di cui all'emendamento Locatelli Pag. 8131.300, che è stato testé bocciato dall'Assemblea, era eccessiva, nella differenza ontologica tra promuovere un equilibrio e assicurare l'equilibrio. Per quanto riguarda, invece, i residui emendamenti di oggi in discussione, mi riferisco agli emendamenti Scotto 31.109 e Centemero 31.211, intanto la mia sorpresa è sulla circostanza che l'emendamento Agostini 31.51 sia stato ritirato. In realtà, questi emendamenti sono di carattere esclusivamente formale, perché non possiamo dimenticare che all'articolo 55 della Costituzione, che è stato già votato, si parla esattamente di promozione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza. Questo per la rappresentanza nelle Camere. Io non comprendo perché nella rappresentanza regionale si debba adoperare un'altra espressione e non la stessa espressione identica adoperata per le Camere. Creiamo una sorta di schizofrenia leggermente descrittiva tra l'articolo 55, secondo comma, e l'articolo 117, settimo comma.
Si riporta, esattamente, secondo questi emendamenti – e giustamente secondo chi vi parla – la stessa espressione dell'articolo 55, che ci è piaciuta, nell'articolo 117. Tutto è molto semplice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Io cerco di interpretare quello che è stato appena detto perché qui, tra chi parla e chi vorrebbe parlare, il risultato è il medesimo: non si sente nulla.
Quindi, dato che è stato introdotto nella legge elettorale il concetto di parità di genere, non vediamo per quale motivo non debba essere inserito in Costituzione, per quanto riguarda le leggi regionali, il medesimo concetto.
Questo emendamento è un po’ più morbido rispetto a quello precedente perché si parla di sostituire alla promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive la promozione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Per cui invito tutti a riflettere su questo emendamento che è votabile e che, anche in relazione al percorso che sta avvenendo in seno alla legge elettorale, potrebbe essere preso in considerazione. Il gruppo Misto-Alternativa Libera lo sottoscrive.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Io non voglio essere insistente, in particolare con le colleghe del Partito Democratico, che stimo e con le quali abbiamo fatto tante battaglie comuni, in particolare proprio con le colleghe firmatarie di questo emendamento.
L'emendamento a prima firma Roberta Agostini non coincide esattamente con l'emendamento precedente chiaramente, e però lo considero un passo avanti rispetto al testo attuale. E, allora, nella disponibilità di tutti a rinunciare ad una parte di sé, chiedo davvero di ripensare all'atteggiamento e alla decisione riguardante questo voto, e invito i colleghi e le colleghe di tutti gli schieramenti a votare a favore di questo emendamento.
Non è il massimo della mia predilezione, però costituendo un passo avanti rispetto al testo in vigore e di fatto utilizzando anche nel linguaggio la stessa formulazione dell'articolo 55, io davvero vi chiedo, colleghi del PD, in particolare, ma lo chiedo a tutti, di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scotto 31.109 e Centemero 31.211, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Matteo Bragantini e il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Morani, Spadoni, Rosato, Lombardi, D'Ambrosio...Pag. 82
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 415
Votanti 410
Astenuti 5
Maggioranza 206
Hanno votato 162
Hanno votato no 248.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Oggi, in Commissione finanze, il presidente della Consob Vegas ha tracciato e dato alcune informazioni a nostro avviso inquietanti riguardo la vicenda del decreto-legge sulle banche popolari...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Brunetta, di cosa stiamo parlando ? Mi deve dire su che cosa vuole intervenire.

RENATO BRUNETTA. Apprendo in questi minuti che Banca d'Italia starebbe commissariando la Banca dell'Etruria.

PRESIDENTE. Stiamo discutendo delle riforme costituzionali.

RENATO BRUNETTA. Io chiedo a lei, signor Presidente, di prendere in considerazione l'esigenza non solo di informare l'Assemblea di quanto sta avvenendo, ma di chiedere con urgenza al Ministro dell'economia e delle finanze di venire a riferire in quest'Aula riguardo a queste notizie inquietanti che stanno «scassando» l'opinione pubblica e soprattutto i mercati.

PRESIDENTE. Ho compreso, sta chiedendo un'informativa. Trasmetteremo subito al Governo la sua richiesta e, peraltro, è presente un sottosegretario per i rapporti con il Parlamento.
Passiamo all'emendamento Dellai 31.73.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Signor Presidente, le ruberò pochissimi minuti, ma penso che, nonostante il clima un po’ particolare nel quale affrontiamo questa partita costituzionale, ci possano essere dei temi sui quali un deputato, al di là anche dei propri ruoli, intenda lasciare il proprio pensiero ed è ciò che io intendo fare su questo emendamento con il quale propongo che la legge costituzionale possa approvare intese fra regioni, province autonome e enti di area vasta interamente montani, allo scopo di dotare questi enti di particolari forme di autonomia. Lo faccio più che altro, naturalmente, per futura memoria, visto il parere contrario del Governo e del relatore di maggioranza ai quali rispettosamente dico che non capisco, però, questa contrarietà. Ad ogni buon conto, con grande rispetto, intendo lasciare questo breve pensiero su questo argomento.
Questa è una riforma che, oggettivamente, al di là dei punti di vista, rafforza i poteri dello Stato in ogni ambito che abbia a che vedere, soprattutto, con la dinamica finanziaria e della spesa; introduce clausole molto dure, addirittura, di supremazia statale e di possibilità di avocazione allo Stato di compiti inerenti materie affidate dalla Costituzione alle regioni. È una riforma che riporta allo Stato numerose competenze prima affidate a un ambito condiviso con le regioni. Non voglio in questo momento dare giudizi di merito su questo, ma rilevo che c’è una oggettiva concentrazione di potere in capo allo Stato e, dunque, la mia opinione è che, riarmato con questi potenti strumenti, lo Stato potrebbe anche non avere preoccupazione, non temere un principio che io chiamo di «biodiversità» istituzionale.
Credo che ci sia un limite in questa fase di riforma costituzionale che pure naturalmente è molto importante e che noi sosteniamo come gruppo, e questo limite è non avere, a monte, una seria Pag. 83discussione su un punto cruciale e cioè su come coniugare la spinta oggettiva alla concentrazione e alla verticalizzazione con il principio di tutela delle diversità e della sussidiarietà responsabile e solidale. Credo che anche il dibattito confuso e molto emotivo sulla crisi, pur vera, ahimè, del regionalismo in Italia stia a dimostrare questo limite. È un dibattito così confuso che porta taluni ad immaginare che lo si possa risolvere, questo problema del regionalismo, accorpando le regioni, ritenendo cioè che il dato quantitativo possa supplire un deficit che è invece, semmai, un deficit di senso, di rapporto con i cittadini e di rapporto armonico con il resto dell'apparato istituzionale.
È confuso sino al punto da ritenere che il problema sia il fallimento delle regioni, che pure in gran parte c’è, e non invece l'incapacità, talvolta la latitanza, dello Stato centrale che avrebbe dovuto, con le sue competenze che nessuno gli ha mai tolto, garantire la cornice politica e strategica che, invece, non ha messo in campo. Dunque, c’è un tema non banale, e il tema non banale è che non c’è vera democrazia senza tutela delle diversità. Tra queste diversità vi è quella che riguarda i territori interamente montani.
Queste terre alte, che non sono né migliori né più meritevoli delle aree di pianura o delle metropoli, sono semplicemente diverse e, in quanto diverse, esigono dunque modelli di governance diversi rispetto ad altre realtà, perché dalla tenuta sociale, territoriale, culturale e anche istituzionale – io aggiungo – delle terre alte dipende molto anche la qualità della vita delle pianure.

PRESIDENTE. Concluda.

LORENZO DELLAI. Termino. Questo emendamento simbolico, che stabilisce questo principio, punta alla buona pratica delle intese tra i livelli istituzionali e punta alla flessibilità dei modelli istituzionali, perché noi crediamo – io credo – che sono gli apparati istituzionali che si devono adeguare alla tipicità delle comunità e non viceversa (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo per appoggiare questo emendamento dell'onorevole Dellai – al quale chiedo di poter apporre la mia firma su questo emendamento – e per proporre una brevissima riflessione. Noi viviamo in un contesto europeo in cui un'importanza crescente hanno gli accordi transfrontalieri, le cooperazioni fra regioni vicine, la formazione di aggregati di regioni che collaborano fra di loro: Lombardia e Baden-Württemberg, Kärnten e Friuli. Questa dimensione dell'Unione europea ci chiede di considerare l'autonomia regionale, soprattutto nelle aree di frontiera, con un occhio diverso. Il problema che solleva l'onorevole Dellai è anche più ampio di quello che è contenuto materialmente in questo emendamento: è il problema di una soggettività delle regioni all'interno del contesto europeo – delle regioni e degli enti locali, ma credo in modo particolarmente premiante delle regioni, all'interno del contesto europeo – e la possibilità di costruire relazioni di area vasta che attraversano le frontiere, fra regione e regione, ma anche le frontiere fra Stati nazionali. Se noi riduciamo il tema dell'Europa semplicemente al riferimento a Bruxelles io capisco – non condivido ma capisco – alcuni furori dei miei amici leghisti. Se noi ricordiamo che l'Europa è prima di tutto autogoverno del territorio che si collega secondo tradizioni culturali, secondo opportunità economiche, secondo necessità infrastrutturali, diamo anche all'Europa una concretezza diversa. Questa dimensione dell'Europa è forse troppo poco presente in questa riforma costituzionale e questo emendamento, se approvato, aiuterebbe invece a darne una qualche consistenza, che è assolutamente necessaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 84
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dellai 31.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Quaranta e il parere favorevole del relatore di minoranza Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Greco, Iacono, Mauri, Marco Di Maio, Civati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 448
Votanti 362
Astenuti 86
Maggioranza 182
Hanno votato 62
Hanno votato no 300.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'articolo 31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta, che non vedo. Non vorrei che il Presidente fosse costretto a fare un'altra scorrettezza e aspettare l'onorevole Brunetta che venga a fare la sua dichiarazione di voto. Temo, però, che a questo punto non possiamo che considerare la rinuncia dell'onorevole Brunetta alla dichiarazione di voto sull'articolo 31.
Ci sono altri che intendono intervenire per dichiarazione di voto sull'articolo 31 ? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Brunetta, ormai ho aperto la votazione. Le chiedo scusa ma purtroppo non potevo aspettare oltre.
Murer, Bossa, Simone Valente, Guerini, Zoggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato 279
Hanno votato no 175.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, a partire dagli anni Novanta il nostro Paese è stato protagonista di un complesso processo riformatore che, almeno sulla carta, ha profondamente mutato il volto della Repubblica, tentando di sviluppare appieno le potenzialità del principio autonomistico di cui all'articolo 5 della Costituzione. Tale processo, culminato con la riforma del titolo V del 2001, ha prodotto nell'ordinamento giuridico italiano e in primo luogo nel rapporto tra i vari livelli di Governo che lo costituiscono – comuni, province, città metropolitane, regioni e Stato – dei cambiamenti radicali, con l'obiettivo di giungere ad un sistema più efficiente e responsabile, inserendo nel nostro sistema istituzionale alcuni principi ed istituti tendenzialmente propri della forma di Stato federale. Si pensi, in particolare, al nuovo criterio di riparto della competenza legislativa per materia basato sulla competenza enumerata dello Stato e quella generale e residuale delle regioni, completato dal venir meno dei controlli governativi preventivi sulle leggi regionali ma anche sull'ampia autonomia finanziaria delle regioni, sia sul versante della spesa e sia dell'entrata. Eppure, dopo diversi anni di dibattito e di tentativi falliti di revisioni costituzionali miranti a rafforzare ancor di più le autonomie Pag. 85regionali e locali, l'intervento riformatore del 2001 si è dimostrato fallimentare e comunque ben lontano da un processo di riforma compiuto e funzionante, dati i limiti ed i veri e propri vuoti presenti nel testo costituzionale. Uno dei limiti più grandi mostrati dal legislatore nella riscrittura del titolo V della Costituzione è stato quello di aver interpretato il termine federalismo come una mera e semplice devoluzione di poteri e competenze dal centro del sistema alla sua periferia. In particolar modo, è mancata la previsione di adeguate strutture di raccordo tra centro e periferia che soddisfino le esigenze di cooperazione fra i vari livelli di Governo ma soprattutto una chiara ripartizione delle materie legislative fra Stato e regioni.
Inoltre, alla luce dei recenti sviluppi normativi, la legge n. 56 del 2014, cosiddetta «legge Delrio», risulta del tutto inadeguata nel dare attuazione a quella Repubblica delle autonomie, sancita dall'articolo 114 della Costituzione, che in realtà non è mai concretamente nata.
Risulta, dunque, evidente che il legislatore del 2001 ha definito in modo poco chiaro il modello di federalismo che intende perseguire, così come nei meccanismi di finanziamento e di perequazione degli enti territoriali nell'articolo 119 della Costituzione, contenendo affermazioni oggettivamente contraddittorie che, a seconda dell'interpretazione offerta, possono dare adito a modelli di federalismo totalmente diversi.
La modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 ha prodotto competenze che spesso costituiscono duplicazioni di quelle dello Stato e aggravano la complessità e i tempi degli atti amministrativi. Apparati pesanti per dotazioni di mezzi e di personale, che sviluppano un enorme numero di enti strumentali e società partecipate e con un consistente aumento della spesa pubblica, provocato in gran parte da questi fattori.
A questo caotico intervento riformatore ha fatto seguito il progetto di riforma costituzionale varato nella XIV legislatura dal Governo Berlusconi, incentrato principalmente sul federalismo e volto a mettere ordine tra le competenze delle regioni e quelle dello Stato. La maggiore novità riguardava la cosiddetta «devoluzione dei poteri» e, cioè, la potestà legislativa esclusiva delle regioni, introdotta in materia di sanità, scuola e polizia locale...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Brunetta. Colleghi, è un intervento sul complesso degli emendamenti che ha una sua durata. Non per questo, però, non deve essere consentito di farlo in condizioni umane. Quindi, per favore, vi pregherei di abbassare il tono della voce. Prego.

RENATO BRUNETTA. ... mentre le altre, inquadrate nella legislazione concorrente della riforma del 2001, sarebbero tornate di esclusiva competenza statale.
Come è noto, tale progetto di riforma costituzionale è stato però bloccato dal referendum confermativo, ideologico e sbagliato, voluto dalla sinistra, promosso dalla sinistra, appunto, e tenutosi nel giugno 2006, eliminando, dunque, qualsiasi tipo di possibilità volta ad apportare migliorie all'attuale Titolo V della Costituzione. E il Paese nel frattempo, signor Presidente, ha perso dieci anni.
Nel corso del dibattito sul nuovo Titolo V, modificato dal disegno di legge all'attenzione di quest'Aula, abbiamo ribadito le proposte della nostra riforma costituzionale del 2005, nonché quelle che la Lombardia ha presentato proprio sul disegno di legge di riforma costituzionale proposto dal Governo. Sono proposte che rappresentano il frutto della collaborazione e di una cooperazione responsabile tra le forze di centrodestra, quindi Forza Italia, Lega Nord e anche Nuovo Centrodestra, che governano la regione Lombardia insieme.
Facendo proprie le proposte della regione Lombardia, abbiamo ribadito come sia necessaria una semplificazione dei livelli istituzionali e come sia necessaria una revisione del Titolo V che, voglio ricordarlo, non solo si è resa necessaria per il contenzioso enorme che è stato creato da una riforma voluta da sola dalla sinistra Pag. 86nel 2001, ma diventa anche una necessità per migliorare i livelli dei servizi per i cittadini.
Ma la riforma in discussione ha grandi limiti non solo sul riparto di competenze, così come delineato. La riforma non risolve, infatti, il problema della riorganizzazione territoriale della Repubblica con riguardo alle regioni. Uno dei principali ostacoli che storicamente si frappongono alla compiuta realizzazione del regionalismo italiano è la scarsa consistenza, in termini di territorio e di popolazione, di molte regioni, che non raggiungono la «massa critica» necessaria all'esercizio di diversi poteri che ad esse sono stati devoluti. La sfiducia della popolazione nei confronti delle regioni appare persistente e inarrestabile, come dimostra la scarsa affluenza delle ultime elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria.
Il disegno di legge costituzionale attualmente all'esame dell'Aula si limita a razionalizzare la competenza legislativa regionale, riportando allo Stato il potere di legiferare su alcune materie nonché abolendo l'attuale competenza concorrente delle regioni. Per questo abbiamo ritenuto – e ho visto che è stato un pensiero comune anche ad altri colleghi non solo del gruppo di Forza Italia – di presentare emendamenti in grado di porre la discussione su un altro piano, ponendo una revisione dell'assetto territoriale attraverso l'istituzione di macro-regioni.
L'istituzione di macro-regioni garantisce una maggiore efficienza ed economicità della programmazione territoriale, nonché della coesione territoriale e dei livelli essenziali delle prestazioni, delle economie di scala possibili nel governo di vaste aree omogenee; evita gli squilibri territoriali determinati dall'istituzione di città metropolitane dotate di competenze simili a quelle delle attuali regioni e la restante parte del territorio delle aree limitrofe; inoltre, incide positivamente sui costi della politica, riducendo la dimensione degli apparati e degli sprechi. Non basta portare a compimento una riforma costituzionale per cambiare in concreto la situazione. Perché i contenuti della Costituzione siano attuati, è necessario che vi sia una volontà politica attenta a dare seguito a quanto sancito dalla Carta, in modo da far vivere, sviluppare e concretizzare ciò che, senza un impegno effettivo, rischia di restare una semplice lettera morta; cosa che, ad esempio, è avvenuta in tema di federalismo fiscale, in materia di determinazione ed applicazione dei costi e dei fabbisogni standard. L'autonomia non è un valore da perseguire alla cieca, non si cambia la Costituzione senza puntare sul vero vulnus che, in questo caso, è rappresentato dal fondamentale principio di responsabilità, che dovrebbe essere il perno su cui ruota un sistema efficiente di decentramento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore Fiano ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli a pagina 21.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, dobbiamo dare il parere su tutte le proposte emendative.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Anche su quelle ritirate ?

PRESIDENTE. Tranne che su quelle ritirate.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dei subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3; esprime parere contrario sui subemendamenti Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6, 0.32.2.7; formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Scotto 32.2, mentre esprime parere contrario sui subemendamenti Cozzolino Pag. 870.32.4.1, Matteo Bragantini 0.32.4.2, 0.32.4.7 e 0.32.4.8. Sul subemendamento Marco di Maio 0.32.4.100 la Commissione si rimette all'Assemblea, mentre esprime parere contrario sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.3.
Se vuole, possiamo utilizzare un metodo più rapido, perché su tutti vi è un invito al ritiro o il parere contrario, tranne le eccezioni che vado a citarle. Posso ?

PRESIDENTE. Sì, prego.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. A pagina 37, sul subemendamento De Menech 0.32.12.100 la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Quindi, su tutte le altre proposte emendative il parere è contrario ?

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza Toninelli ad esprimere il parere.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3, Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6 e 0.32.2.7. Esprimo inoltre parere favorevole sull'emendamento Scotto 32.2.

PRESIDENTE. Ricordo che il successivo è stato ritirato.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.32.4.1, Matteo Bragantini 0.32.4.2, 0.32.4.7 e 0.32.4.8, Marco Di Maio 0.32.4.100, Matteo Bragantini 0.32.4.3, 0.32.4.9, 0.32.4.4, 0.32.4.10, 0.32.4.11, 0.32.4.12, 0.32.4.13, 0.32.4.14, e 0.32.4.5.
Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda gli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13, mentre esprimo parere favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.8.9, Fraccaro 0.32.8.1, Matteo Bragantini 0.32.8.6, Fraccaro 0.32.8.2, Cozzolino 0.32.8.3, Matteo Bragantini 0.32.8.7, nonché sugli identici subemendamenti Toninelli 0.32.8.4 e Matteo Bragantini 0.32.8.8, sull'emendamento Dorina Bianchi 32.8, e sui subemendamenti Lombardi 0.32.7.1, Matteo Bragantini 0.32.7.3 e 0.32.7.2.
Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda l'emendamento Mazziotti 32.7, mentre esprimo parere favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.32.5.1, Matteo Bragantini 0.32.5.2 e 0.32.5.3.
Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda l'emendamento Quaranta 32.5, mentre esprimo parere favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.10.2, sugli identici subemendamenti Dadone 0.32.10.1 e Matteo Bragantini 0.32.10.3, nonché sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5, 0.32.10.4. Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda l'emendamento Costantino 32.10, mentre esprimo parere favorevole sul subemendamento Dadone 0.32.9.1. Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda l'emendamento Bianconi 32.9, mentre esprimo parere favorivo sui subemendamenti De Menech 0.32.12.100, Nuti 0.32.12.5 e 0.32.12.1.

PRESIDENTE. Ricordo che il subemendamento successivo è ritirato.

DANILO TONINELLI. Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.12.12 e 0.32.12.10, Matteo Bragantini 0.32.12.8, Brunetta 0.32.12.14, nonché sugli identici subemendamenti Fraccaro 0.32.12.4, Matteo Bragantini 0.32.12.7 e Brunetta 0.32.12.13.
Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Toninelli 0.32.12.2, nonché sugli identici subemendamenti Cozzolino 0.32.12.3 e Brunetta 0.32.12.11, sui subemendamenti Brunetta 0.32.12.15 e 0.32.12.17, Matteo Bragantini 0.32.12.9 e Brunetta 0.32.12.16, mentre mi rimetto all'Aula per quanto riguarda l'emendamento Dorina Bianchi 32.12.

Pag. 88

PRESIDENTE. Onorevole, Matteo Bragantini ?

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Siamo sul fascicolo n. 6, giusto ?

PRESIDENTE. Siamo sul fascicolo n. 6, che splendida sintonia onorevole Matteo Bragantini, è la prima volta che mi capita.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, nonché sui subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3 e Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6 e 0.32.2.7.
Il parere è favorevole sull'emendamento Scotto 32.2.
Il parere è favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.32.4.1, Matteo Bragantini 0.32.4.2, 0.32.4.7 e 0.32.4.8. Il parere è contrario sul subemendamento Marco di Maio 0.32.4.100, mentre è favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.4.3, 0.32.4.9, 0.32.4.4, 0.32.4.10, 0.32.4.11, 0.32.4.12, 0.32.4.13, 0.32.4.14 e 0.32.4.5, nonché sugli identici emendamenti Russo 32.4. e Costantino 32.13.
Il parere è favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.8.9, Fraccaro 0.32.8.1, Matteo Bragantini 0.32.8.6, Fraccaro 0.32.8.2, Cozzolino 0.32.8.3, Matteo Bragantini 0.32.8.7, sugli identici subemendamenti Tondelli 0.32.8.4 e Matteo Bragantini 0.32.8.8.
Il parere è contrario sull'emendamento Dorina Bianchi 32.8.
Il parere è favorevole sui subemendamenti Lombardi 0.32.7.1, Matteo Bragantini 0.32.7.3 e 0.32.7.2, nonché sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7. Il parere è contrario sul subemendamento D'Ambrosio 0.32.5.1, mentre è favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.5.2 e 0.32.5.3.
Il parere è contrario sull'emendamento Quaranta 32.5, mentre è favorevole sul subemendamento Brunetta 0.32.10.2, nonché sugli identici subemendamenti Dadone 0.32.10.1 e Matteo Bragantini 0.32.10.3.
Il parere è favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4, nonché sull'emendamento Costantino 32.10.
Il parere è favorevole sul subemendamento Dadone 0.32.9.1, mentre è contrario sull'emendamento Bianconi 32.9 e sul subemendamento De Menech 0.32.12.100.
Mi rimetto all'Aula sul subemendamento Nuti 0.32.12.15, mentre il parere è favorevole sui subemendamenti Nuti 0.32.12.1, Brunetta 0.32.12.12 e 0.32.12.10, Matteo Bragantini 0.32.12.8, Brunetta 0.32.12.14, nonché sugli identici subemendamenti Fraccaro 0.32.12.4, Matteo Bragantini 0.32.12.7 e Brunetta 0.32.12.13.
Esprimo parere favorevole sul subemendamento Toninelli 0.32.12.2 e sugli identici subemendamenti Cozzolino 0.32.12.3 e Brunetta 0.32.12.11.
Esprimo parere favorevole anche sui subemendamenti Brunetta 0.32.12.15 e 0.32.12.17 e Matteo Bragantini 0.32.12.9, mentre mi rimetto all'Aula per il subemendamento Brunetta 0.32.12.16. Parere, infine, contrario sull'emendamento Dorina Bianchi 32.12.

PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Parere favorevole sui subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3, Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6 e 0.32.2.7.
Parere favorevole anche sull'emendamento Scotto 32.2.
Parere favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.32.4.1, Matteo Bragantini 0.32.4.2, 0.32.4.7 e 0.32.4.8.
Il parere è, invece, contrario sul subemendamento Marco di Maio 0.32.4.100.
Parere favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.4.3, 0.32.4.9, 0.32.4.4, 0.32.4.10, 0.32.4.11, 0.32.4.12, 0.32.4.13, 0.32.4.14 e 0.32.4.5.
Parere altresì favorevole sugli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13.Pag. 89
Parere altresì favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.8.9, Fraccaro 0.32.8.1, Matteo Bragantini 0.32.8.6, Fraccaro 0.32.8.2, Cozzolino 0.32.8.3 e Matteo Bragantini 0.32.8.7.
Parere altresì favorevole sugli identici subemendamenti Toninelli 0.32.8.4 e Matteo Bragantini 0.32.8.8.
Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Dorina Bianchi 32.8.
Parere favorevole sui subemendamenti Lombardi 0.32.7.1, Matteo Bragantini 0.32.7.3 e 0.32.7.2.
Mi rimetto all'Aula invece sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7.
Parere altresì favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.32.5.1, Matteo Bragantini 0.32.5.2 e 0.32.5.3.
Parere favorevole sull'emendamento Quaranta 32.5 e sul subemendamento Brunetta 0.32.10.2.
Il parere è altresì favorevole sugli identici subemendamenti Dadone 0.32.10.1 e Matteo Bragantini 0.32.10.3.
Parere favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4.
Parere favorevole anche sull'emendamento Costantino 32.10 e sul subemendamento Dadone 0.32.9.1.
Il parere è, invece, contrario sull'emendamento Bianconi 32.9.
Parere favorevole sui subemendamenti De Menech 0.32.12.100, Nuti 0.32.12.5 e 0.32.12.1, Brunetta 0.32.12.12 e 0.32.12.10, Matteo Bragantini 0.32.12.8 e Brunetta 0.32.12.14.
Parere favorevole sugli identici subemendamenti Fraccaro 0.32.12.4, Matteo Bragantini 0.32.12.7 e Brunetta 0.32.12.13.
Parere favorevole sul subemendamento Toninelli 0.32.12.2 e sugli identici subemendamenti Cozzolino 0.32.12.3 e Brunetta 0.32.12.11.
Parere favorevole anche sui subemendamenti Brunetta 0.32.12.15 e 0.32.12.17, Matteo Bragantini 0.32.12.9 e Brunetta 0.32.12.16.
Parere, infine, contrario sull'emendamento Dorina Bianchi 32.12.

PRESIDENTE. Il Governo ?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Scuvera, Brugnerotto, Mucci, Invernizzi, Galperti, Placido, Zampa, Crippa, Basilio... L'onorevole Crippa non riesce a votare. Onorevole Crippa, hanno chiuso la votazione. Le chiedo scusa, c’è stato un equivoco. Mi dispiace, onorevole Crippa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato 111
Hanno votato no 320.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.32.2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 90

Latronico, Ciracì, Nizzi, Cassano... colleghi, siccome abbiamo un piccolo problema all'impianto, io tengo la votazione aperta. Quelli che non riescono a votare non si preoccupino perché stiamo risolvendo il problema e non chiuderemo la votazione fino a che non sarà risolto e tutti hanno potuto votare. Onorevole Vecchio, non si preoccupi, adesso abbiamo un problema al sistema di votazione e non sto chiudendo la votazione. Lo dico a tutti i colleghi che non riescono a votare. Sannicandro, Folino, Latronico, Dell'Orco, Di Salvo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 446
Votanti 436
Astenuti 10
Maggioranza 219
Hanno votato 299
Hanno votato no 137.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

A seguito dell'approvazione di questo emendamento sono preclusi tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento Scotto 32.2. Quindi andiamo direttamente a pagina 24 del fascicolo e passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 32.2. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 32.2 nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sibilia... Bossa... Chimienti... Fitzgerald Nissoli... Vitelli... Morani... colleghi, soprattutto i colleghi della maggioranza si stanno in Aula ci aiutano, altrimenti stiamo venti secondi in più su ogni emendamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato 121
Hanno votato no 328.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.32.4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Kronbichler... Stumpo... Lombardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato 403
Hanno votato no 50.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

A seguito dell'approvazione di questo subemendamento sono preclusi tutti i subemendamenti fino al subemendamento Marco di Maio 0.32.4.100 compreso cioè fino a pagina 28 del fascicolo. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).Pag. 91
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato 169
Hanno votato no 288.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie Presidente. Il tentativo, con questo emendamento, è di evitare che il nostro Paese si trasformi in una sorta di Arlecchino istituzionale, con un'articolazione diversa dei livelli intermedi di rappresentanza e degli enti locali, diversi di regione in regione. Avevamo già suggerito un precedente emendamento che in qualche modo poteva servire ad esplicitare con chiarezza in capo non alle regioni ma allo Stato la responsabilità della programmazione degli enti di area vasta. Purtroppo quell'emendamento quest'Assemblea ha ritenuto di non approvarlo. Proviamo in quest'altro modo a segnalare come potrebbe essere utile, in Costituzione, lasciare l'espressione «comunità autonome di area vasta», in modo tale da definire, consacrare ed essere certi che, semmai vi è una condizione autonoma, territoriale, questa, tutto sommato, ha medesime caratteristiche in ogni regione e in ogni parte d'Italia. Quindi si tratta sostanzialmente non di un atto di reviviscenza delle province, men che mai di un tentativo diverso di far rivivere ciò che vogliamo sia definitivamente cancellato, bensì è il tentativo, attraverso una norma costituzionale, di definire con certezza i livelli di rappresentanza, i livelli degli enti locali, con una previsione anche dal punto di vista...

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole, riprendiamo questo ragionamento dopo perché il Presidente ha commesso un altro errore, saltando un subemendamento che era da votare, quindi...

PAOLO RUSSO. Escludo, Presidente, che lei abbia commesso errori !

PRESIDENTE. Le assicuro che è proprio un errore mio poiché ho saltato dal fascicolo un subemendamento che dobbiamo votare. Magari lei concluderà il suo ragionamento in seguito. Le chiedo scusa e chiedo scusa, ovviamente, anche ai colleghi. Siamo quindi a pagina 26 del fascicolo e dobbiamo votare – anzi ringrazio il relatore Bragantini che me lo ha segnalato, perché mi era sfuggito – il subemendamento Bragantini 0.32.4.3, sul quale c’è il parere contrario della Commissione, del Governo, e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Passiamo ai voti. Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Bragantini 0.32.4.3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fraccaro, Pilozzi, Fregolent, Mattiello...

MATTEO BRAGANTINI. Chiudi Presidente !

PRESIDENTE. Chiudo quando hanno votato tutti, onorevole Bragantini: che devo fare, abbia pazienza !
Pilozzi...

MATTEO BRAGANTINI. Non ci si comporta così !

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini... Onorevole Bragantini, se dei colleghi non riescono a votare, esattamente come in qualunque votazione, io faccio votare i colleghi.

MATTEO BRAGANTINI. È stato avvisato !

Pag. 92

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, non le permetto di mettere in discussione la serietà degli uffici e di chi in questo momento sta presiedendo, va bene ? Credo che soprattutto gli uffici abbiano dato ampia dimostrazione della loro serietà, quindi eviterei proprio !
Vacca, Brescia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 456
Maggioranza 229
Hanno votato 453
Hanno votato no 3

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Morani ha segnalato di aver erroneamente votato contro e che avrebbe voluto votare a favore).

Con la votazione di questo subemendamento – sto parlando onorevole Bragantini – sono preclusi tutti i subemendamenti che vanno fino a pagina 28, ad esclusione del subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5 che avevamo votato, ma la votazione andava annullata perché precedentemente andava votato il subemendamento precedente, quindi dobbiamo rivotare avendo annullato la votazione del subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5 a pagina 28.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. A mio avviso è successa una cosa antipatica, diciamo, magari ho capito male io e spero che non sia successo così, perché giustamente c’è stato un errore, capita, può capitare a tutti, stranamente la votazione si è prolungata, anche se c'erano poche mani alzate, più del previsto, e intanto qualcuno, dagli uffici di presidenza, ha telefonato, era al telefono, e stranamente il vicepresidente del gruppo del PD Rosato era al telefono e ha cambiato la votazione. Allora diciamo che magari ho capito male, spero di aver capito male, perché gli errori possono essere di tutti – sono il primo – e non penso che un voto per «cangurare» tre o quattro voti avrebbe cambiato il mondo, e il buon gusto sarebbe stato: c’è stato l'errore, il PD stava votando contro su quel subemendamento, avrebbe probabilmente votato a favore accorgendosi dell'errore, del subemendamento successivo, e avrebbe precluso gli altri subemendamenti.
Siccome io sono molto rispettoso dell'istituzione e soprattutto degli uffici e non voglio mettere in difficoltà gli uffici, e infatti chiamavo il Presidente e non gli uffici, ovviamente, spero di aver capito male e spero che questi fatti incresciosi, che potrebbero essere equivocati da chiunque, non accadano più. Non penso che per cinque voti andiamo a creare delle incomprensioni tra maggioranza e minoranza, mettendo di mezzo gli uffici. Probabilmente ho capito male.

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, siccome lei faceva riferimento agli uffici, volevo dirle che gli uffici parlano durante tutti i lavori con tantissimi deputati per mille ragioni diverse. Lei può credere o non credere al Presidente, il Presidente ha tenuto la votazione aperta perché dei colleghi non riuscivano a votare, nel momento in cui la votazione è stata aperta i colleghi della maggioranza hanno cambiato il voto. Le posso garantire, lei può crederci o meno, che se i colleghi fossero stati in grado di votare, il Presidente avrebbe chiuso la votazione non solo perché cinque o sei «cangurati» non sono un dramma, ma comunque perché tendenzialmente io cerco di essere rispettoso dei diritti di tutti, sempre. Poi lei ci può credere o meno, ma le garantisco che sarebbe andata così. Comunque la ringrazio.

RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, solo per dirle che la spiegazione che lei ha Pag. 93dato al collega della Lega Nord sa molto di scusa. Prendiamo semplicemente atto, visti i fatti che sono stati raccontati, che il personale che è accanto a lei, che è degli uffici della Presidenza della Camera, non è indipendente.

PRESIDENTE. No, onorevole Nuti, io proprio non glielo consento questo, ed è una cosa assolutamente ingenerosa rispetto a del personale che è a disposizione di tutti i deputati ed è una garanzia per ciascun deputato il fatto che sia indipendente. Quindi le consiglierei di stare più accorto a quello che dice.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, essendo stato chiamato in causa, semplicemente per rispetto nei confronti del collega Matteo Bragantini che è un collega serio, gli rispondo dicendo che ha capito male. Invece, noi avevamo capito che c'era un misunderstanding rispetto al subemendamento che stavamo votando e io, francamente, non avevo capito quale fosse l'emendamento che stavamo votando e in quel momento abbiamo dato un cambio di indicazione di voto ai nostri colleghi, perché pensavo che stessimo votando su un'altra questione. Quindi è una questione interna al Partito Democratico, nulla a che vedere con gli uffici che fanno il loro lavoro indipendentemente dal nostro.

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere solidarietà e confermare stima e amicizia al personale tecnico della Camera. In tanti anni, in vent'anni che frequento queste Aule li ho trovati sempre inappuntabili nel compimento del loro dovere, professionalmente preparati, competenti e disponibili. Credo che non meritino un certo tipo di attacchi (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare, Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia-Centro Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, mi associo alle parole dell'onorevole Buttiglione e volevo ringraziare, proprio in questi giorni di trattazione di un provvedimento così complicato...

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, non se la prenda, ma io non le posso dare la parola perché ha parlato l'onorevole Rosato, e lei non ha più neanche i tempi come relatore. Comunque, la ringrazio, abbiamo capito il senso del suo intervento.
Colleghi, allora, come detto, dobbiamo annullare la votazione del subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5 che, quindi, adesso, rivotiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Greco, Fregolent, Stumpo, Chimienti, Rotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato 172
Hanno votato no 279.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 94

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 19,55)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie Presidente, proviamo a vedere se siamo più fortunati. Come dicevamo, questo emendamento ha la finalità di evitare che il nostro Paese si trasformi, dal punto di vista istituzionale, in una sorta di Arlecchino e consentire, viceversa, alle autonomie locali una pienezza di funzioni con un ruolo assolutamente chiaro e ben definito. Soprattutto, ha la finalità di evitare che lo Stato possa esercitare direttamente o indirettamente funzioni attribuite, viceversa, alle autonomie locali. Insomma, è un emendamento che mira a un doppio risultato: da una parte la definizione chiara, anche dal punto di vista nosologico, dei livelli di autonomie locali, definitivamente cancellando le province, ma consentendo un ruolo intermedio, con una chiara definizione di comunità autonoma di area vasta, impedendo in questo modo un articolarsi di livelli istituzionali intermedi variopinto, un articolarsi da Arlecchino, un articolarsi diverso e soprattutto talvolta confliggente tra regione e regione.
L'altro aspetto è quello di chiarire quali sono le potestà ineludibili delle autonomie locali ed evitare che lo Stato, in qualche misura, o le regioni possano, direttamente o indirettamente, esercitare funzioni e ruoli che sono in questo modo attribuiti agli enti locali.

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Presidente, le volevo chiedere se la Presidenza poteva valutare, ad un certo momento della serata, di fare una pausa tecnica, perché siamo qui dalle quattro e mezzo. Decida lei.

PRESIDENTE. Credo che sia una richiesta sensata. Adesso magari sento i gruppi che cosa ne pensano, perché so che ci sono in corso contatti tra i gruppi anche sul prosieguo dei nostri lavori. Cerchiamo di dare una risposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13, con il parere contrario della Commissione, del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà e con il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 377
Astenuti 83
Maggioranza 189
Hanno votato
92
Hanno votato
no 285).

Passiamo alla votazione del subemendamento Brunetta 0.32.8.9. Scusatemi, ma c’è un punto tecnico che dobbiamo risolvere. Colleghi, ci risulta che l'emendamento Dorina Bianchi 32.8 sia stato ritirato prima della seduta, anche se, per un errore materiale, lo trovate nel fascicolo... Quindi, a questo punto – per questo mi sono dovuta interrompere – risulterebbe impossibile votare i subemendamenti relativi a questo emendamento Dorina Bianchi 32.8. Quindi, andiamo oltre, perché l'emendamento Dorina Bianchi 32.8 non c’è più e di conseguenza non ci sono più i subemendamenti relativi.

Pag. 95

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente, intervengo per chiedere quando è stato ritirato, perché oggi abbiamo dato i pareri. Se è stato ritirato durante i lavori d'Aula, lo facciamo proprio.

PRESIDENTE. La situazione, tecnicamente – vi dico la verità –, è così: c’è un fax del gruppo interessato che è precedente alla seduta e noi ce ne siamo accorti dopo.
Passiamo alla votazione del subemendamento Lombardi 0.32.7.1. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lombardi 0.32.7.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Bossa, Taricco, Realacci, Ribaudo, Alberto Giorgetti, Vaccaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 454
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato
453
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.7.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Manzi, Capelli, Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
413
Hanno votato
no 44).

A questo punto è precluso il successivo subemendamento Matteo Bragantini 0.32.7.2.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, questo emendamento noi lo abbiamo presentato per segnalare l'importanza di intervenire sul tema delle partecipate pubbliche perché è un tema sul quale avremmo voluto che ci fossero nella Costituzione degli interventi per assicurare un maggiore controllo da parte dello Stato e un maggiore coordinamento. Abbiamo ritirato già il precedente emendamento all'articolo 31 riguardante appunto l'inserimento tra le competenze statali delle norme generali in materia di organizzazione degli enti locali e delle loro società partecipate; ritiriamo questo emendamento ma vogliamo segnalare il nostro continuo impegno per la riduzione del numero di queste partecipate e per l'aumento dei controlli sull'attività degli enti locali in quanto riteniamo che il proliferare di queste società e l'inattività che finora c’è stata di tutti i partiti e di tutta la politica su questo argomento debba essere corretta. Si tratta di uno dei principali centri di sprechi del nostro Paese e Scelta Civica continuerà a combattere su questo argomento. Ritiriamo l'emendamento ma continueremo a lavorarci nei prossimi provvedimenti.

Pag. 96

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, scusi ma io fatico a comprendere un attimo come si stanno svolgendo i lavori. Nel momento in cui è stato approvato, se non erro, un subemendamento, come facciamo a ritirare l'emendamento dopo che è stato approvato il subemendamento ?
Credo che la domanda abbia una risposta scontata, cioè il collega Mazziotti Di Celso non può ritirare gli emendamenti a cui sono stati presentati dei subemendamenti, perché credo che non si possa fare: o lo ritira prima che vengano messi in votazione o che almeno vengano esaminati i subemendamenti. Nel momento in cui ci sono dei subemendamenti credo che sia difficile poterlo ritirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Crippa ha ragione, per cui, anche se la volontà del proponente era di ritirarlo, a questo punto, noi lo possiamo porre in votazione, come modificato dal subemendamento approvato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Presidente, avevo chiesto di intervenire per fare mio l'emendamento dell'onorevole Mazziotti Di Celso.

PRESIDENTE. E comunque avremmo dovuto votarlo lo stesso, come avevo appena detto a seguito dell'intervento dell'onorevole Crippa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione, del Governo, mentre i relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Gelmini, Ferrara, Malisani, Pesco, Grillo. Ci sono altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 349
Astenuti 103
Maggioranza 175
Hanno votato
77
Hanno votato
no 272).

(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.32.5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pilozzi, Carloni, Chimienti. Ci siamo... Culotta sta arrivando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato
437
Hanno votato
no 19).

Pag. 97

A questo punto sono preclusi i subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.5.2 e 0.32.5.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 32.5, nel testo subemendato con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Piepoli. Ci siamo ? No... aspettiamo l'onorevole Crippa, che sta salendo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 377
Astenuti 81
Maggioranza 189
Hanno votato
36
Hanno votato
no 341).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.32.10.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gianni Farina, Chaouki...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 461
Votanti 458
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato
170
Hanno votato
no 288).

(Il deputato Tofalo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici subemendamenti Dadone 0.32.10.1 e Matteo Bragantini 0.32.10.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Minardo, Fraccaro, Tancredi, Bechis, Pellegrino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
457
Hanno votato
no 5).

(La deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Risultano così preclusi i subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente, lei dice che sono preclusi i subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4, ma i subemendamenti approvati vanno a sopprimere le parole: «per lo Stato». Questi, invece, vanno ad aggiungere, dopo le parole: «per lo Stato», che non esistono più, le parole: «e le amministrazioni». Pertanto, ovviamente, il testo, se subemendato, risulterebbe con le parole: «e le amministrazioni». Dunque, a mio avviso, non sono preclusi.

Pag. 98

PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, siccome è breve, glielo leggo. Noi abbiamo soppresso le parole: «per lo Stato», ma le parole: «in materia di tutela dei beni culturali» sono rimaste; se togliamo le parole: «per lo Stato», le parole: «e le amministrazioni» non si attaccano più. Quindi, non ha più senso e, pertanto, i suddetti subemendamenti sono preclusi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 32.10, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Piepoli, Carrozza, Borghi, Alberti, Alli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 468
Votanti 385
Astenuti 83
Maggioranza 193
Hanno votato
48
Hanno votato
no 337).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.32.9.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Palma, Santerini, Grillo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
129
Hanno votato
no 339).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 32.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Ginoble, Grillo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 459
Votanti 380
Astenuti 79
Maggioranza 191
Hanno votato
48
Hanno votato
no 332).

Passiamo alla votazione del subemendamento De Menech 0.32.12.100
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente, intervengo per esprimere il parere contrario da parte di Forza Italia a questo subemendamento, perché peraltro ci preclude la possibilità di esaminare poi l'altro emendamento 32.12 a firma della collega Centemero e di altri colleghi, in riferimento a quelle che sono le proposte. Quindi, noi esprimiamo netta contrarietà a questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Girolamo. Ne ha facoltà.

Pag. 99

NUNZIA DE GIROLAMO. Presidente, intervengo solo per annunciare il voto contrario a questo subemendamento poiché sopprime il nostro emendamento 32.10, che voleva introdurre un principio banalmente liberale: nel caso in cui ci siano delle partecipate a gestione pubblica che non producono efficienza, che non hanno una riduzione dei costi, si lasci gestire ai privati e non sempre alla mano pubblica quindi alle partecipate.
Ricordiamo che con il piano Cottarelli, il Premier Renzi ha annunciato spesso la riduzione delle partecipate, ma non abbiamo mai visto in un provvedimento come questo un fatto concreto che desse un segnale chiaro ai cittadini, che dalle partecipate gestite dagli enti pubblici vorrebbero dei servizi e meno poltronifici per i bocciati della politica.
Ci auguriamo che questo principio e questa proposta emendativa, che è conforme anche a quanto previsto dall'Unione europea, possano essere approvati e quindi voteremo contro il subemendamento che sopprime un emendamento che noi riteniamo giusto per la società e soprattutto giusto per un risparmio efficiente ed efficace, che dia vantaggio ai cittadini e non un vantaggio alle partecipate gestite da qualche trombato della politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente, il problema delle società che in parte sono pubbliche, in parte sono private, è importante anche a livello comunicativo. Il 13 febbraio ci sarà l'iniziativa «mi illumino di meno» per il risparmio energetico, peccato che a partecipare a questa iniziativa sia anche ENI, una società che è in gran parte a capitale pubblico, che però si occupa di trivellazioni, di aumentare il consumo di energia, di spingere per l'energia fossile. Quest'anno purtroppo sarà molto più difficile aderire a quest'iniziativa «mi illumino di meno» sarebbe però il caso che gli speaker decidessero, visto che fanno un servizio pubblico, di essere almeno chiari nella loro trasmissione, dicendo che questa iniziativa sarà solo per aumentare trivellazioni, terremoti, inquinamento, devastazioni del nostro mare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento De Menech 0.32.12.100, sul quale il Governo e la Commissione si rimettono all'Aula, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cozzolino, Segoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 439
Astenuti 13
Maggioranza 220
Hanno votato
347
Hanno votato
no 92).

Risultano così preclusi i subemendamenti Nuti 0.32.12.5, Nuti 0.32.12.1, ricordo che il subemendamento Matteo Bragantini 0.32.12.6 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.32.12.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Pilozzi, Sberna, Pesco, Bini...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 100
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 454
Votanti 451
Astenuti 3
Maggioranza 226
Hanno votato
445
Hanno votato
no 6).

Risultano così preclusi i subemendamenti 0.32.12.10, Matteo Bragantini 0.32.12.8, Brunetta 0.32.12.14 e tutti gli altri fino al subemendamento Brunetta 0.32.12.15, a pagina 41 del fascicolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.32.12.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Invernizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato
456
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.32.12.17, con il parere contrario della Commissione del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ciracì, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
177
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.12.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fregolent, Grillo... a posto, non vedo altre mani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato
168
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.32.12.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo mani alzate.. no, ce ne è una... Piccoli Nardelli, Brugnerotto, Alli...
Dichiaro chiusa la votazione. Mi spiace, onorevole Matteo Bragantini, non l'avevo vista. Pag. 101
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 437
Astenuti 14
Maggioranza 219
Hanno votato
153
Hanno votato
no 284).

(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Dorina Bianchi 32.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Presidente, è stato approvato il subemendamento De Menech 0.32.12.100, che sostanzialmente toglie la prima parte, dove si inseriva all'interno della Costituzione un principio, come è stato ricordato prima, un principio liberale, per cui si possono gestire i servizi pubblici a mezzo di società partecipate, solo qualora il fine pubblico non possa essere conseguito in un altro modo.
Quello che vorrei sottolineare è che ancora una volta questo Governo tiene valida la seconda parte dell'emendamento, nella quale si dice una cosa molto semplice, ovvero che il Parlamento è esautorato del proprio ruolo e che sarà il Governo ancora una volta a dare vita e a dettare con una legge d'iniziativa del Governo quelli che saranno i criteri per il riordino della disciplina delle società partecipate da amministrazioni pubbliche, al fine appunto di garantire il rispetto dei principi di sussidiarietà degli altri. Quindi noi qui contestiamo ancora una volta, come abbiamo fatto fino adesso, un metodo, il metodo che questo Governo continua ad usare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, vorrei un chiarimento perché, sicuramente per colpa mia, non mi è chiara una questione. Nel subemendamento De Menech 0.32.12.100, che è stato approvato, si dice: «sopprimere la parte principale». Io sinceramente da qualche anno faccio il legislatore e non ho mai visto una proposta emendativa formulata così. Qual è la parte principale dell'emendamento in questione ? Lo potrebbe chiarire, perché, insomma, non è così immediatamente percepibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, vorrei segnalare solo che, anche a mio avviso, la «parte principale» è dubbia. Vorrei comprendere se la parte principale di un presentatore di un emendamento è la seconda o la prima. Credo che possa essere a discrezione di chi ha presentato l'emendamento la parte principale.
Però vado oltre. Immaginando che possa essere accettata la parte iniziale del subemendamento De Menech, vorrei comprendere come, essendo stato di fatto soppresso il primo periodo, rimane se non sbaglio in vigore dal «conseguentemente» in poi. Quando noi chiedevamo le votazioni per parti separate ove c'erano, all'interno di uno stesso emendamento, due periodi, con il primo periodo che andava magari a sopprimere o a modificare e la seconda parte era un «conseguentemente», gli uffici ci dicevano, a mio avviso giustamente, che erano legati uno con l'altro e, quindi, non poteva essere scisso in due parti, non poteva essere fatta una votazione per parti separate. Adesso, essendo stata soppressa la prima parte, io mi chiedo come facciamo a votare questo emendamento che c’è un «conseguentemente». Conseguentemente a che cosa, visto che è stata soppressa la prima parte ? Io credo che qua dobbiamo un attimino fermarci a riflettere perché, o quando noi chiedevamo la votazione per parti separate si poteva fare, ma non credo, o credo che Pag. 102in questo caso dobbiamo riflettere come andare avanti perché è un problema.

PRESIDENTE. Allora, rispondo ad entrambi. La parte principale dell'emendamento, quando c’è una parte consequenziale, si intende la prima parte. La formulazione è chiara: la lettera f) è la parte principale, il «conseguentemente», nelle intenzioni dei proponenti, era la parte consequenziale della parte principale. All'osservazione dell'onorevole Crippa, rispondo che, ovviamente, non è un fatto puramente tecnico, ma è un fatto sostanziale. In alcune situazioni il consequenziale è talmente consequenziale che non regge senza la parte principale. In questo caso, se lei va a vedere l'articolo 39, l'aggiunta di un ulteriore comma all'articolo 39 è perfettamente comprensibile anche senza la parte principale e questo è già accaduto molte volte. Ci sono molti precedenti, quindi, sia in un senso, sia in un altro, di votazioni per parti separate. La motivazione per cui si può fare o non si può fare è sostanziale, non è solamente formale. La modifica dell'articolo sta in piedi anche senza la parte principale che è stata abrogata con il subemendamento De Menech.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo come relatore di minoranza semplicemente per cambiare la dichiarazione di voto e dare parere favorevole.

PAOLO TANCREDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ovviamente lei ha chiesto una spiegazione e ora fa una dichiarazione di voto immagino ?

PAOLO TANCREDI. Presidente, sì, faccio una dichiarazione di voto a questo punto, alla luce della spiegazione data. Siccome secondo me e secondo il nostro gruppo, non solo è coerente dal punto di vista del drafting, ma è anche giusto quello che andiamo a inserire in norma, noi voteremo favorevolmente all'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dorina Bianchi 32.12, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Luigi Gallo, Toninelli, Tripiedi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 349
Astenuti 80
Maggioranza 175
Hanno votato
90
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'articolo 32 e poi facciamo una pausa tecnica.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, noi voteremo a favore dell'articolo 32 sulla riformulazione dell'articolo 118 della Costituzione, che è meno importante di quello che abbiamo appena votato, l'articolo 31 cioè la riforma dell'articolo 117, vero nucleo dell'allora riforma del Titolo V della Costituzione cosiddetta federale-regionalistica. Ma abbiamo modificato in maniera importante l'articolo 117 rivoltando le attribuzioni ed elencando tra l'altro le attribuzioni regionali, mentre Pag. 103nella versione attuale dell'articolo 117 tali attribuzioni sono date in maniera generica: tutto quello, cioè, che non è attribuzione dello Stato viene lasciato alle regioni. Quindi un ribaltamento fondamentale anche con la cosiddetta clausola di supremazia su cui si è molto discusso.
La mia preoccupazione sulla formulazione dell'articolo 118 che verrebbe fuori dall'approvazione della legge costituzionale è che noi non abbiamo coinvolto le attribuzioni amministrative, che fondamentalmente rimangono in capo ai comuni, ed eliminiamo giustamente le province, perché intendiamo sopprimerle, ma rimangono i comuni e le città metropolitane e via dicendo e vi può essere l'equivoco dell'attribuzione delle funzioni attualmente in capo alle province quando nella legge ordinaria è presente l'orientamento di darle in alcuni casi alle regioni. Questo sarebbe incoerente con l'architettura che abbiamo costruito tra attribuzioni legislative e attribuzioni amministrative, anche se poi vige il principio di responsabilità amministrativa che nell'articolo 118 noi comunque ribadiamo. Da questo punto di vista credo che vi sia una preoccupazione legittima su quello che andremo a fare nell'attribuire poi i poteri delle province, in futuro soppresse, alle regioni o ai comuni, a seconda di come deciderà il legislatore. Da questo punto di vista credo che ci sia un piccolo vuoto nell'architettura costituzionale che stiamo costruendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia all'articolo 32 e lo motivo. Il contenuto di questo articolo si segnala, infatti, più per le conferme rispetto all'attuale testo dell'articolo 118 che per le novità, con la conseguenza che il legislatore della riforma dimostra che di non aver voluto farsi carico delle perplessità manifestate dalla dottrina in sede di formulazione e di applicazione della precedente riforma del 2001 che, vorrei ricordare, essere stata approvata dalla sinistra da sola per pochissimi voti.
In primo luogo la riforma in discussione, questo testo, conferma il primo comma dell'articolo 118 che ha alimentato non pochi dilemmi interpretativi in ordine alla tipologia delle funzioni amministrative: le funzioni attribuite ai comuni, le funzioni amministrative proprie, senza mettere poi le funzioni fondamentali degli enti locali di cui all'articolo 117. Si ha l'impressione di essere davanti ad un guazzabuglio terminologico se si confronta questo testo col testo del 2001, con quello originario della Costituzione del 1948.
Allo stesso modo il testo dell'articolo 118 conferma la previsione del terzo comma la quale, pur mossa dall'intento di favorire l'affermazione di modalità di raccordo tra lo Stato ed il sistema delle autonomie, aveva sollevato proprio a margine della riforma del 2001 perplessità tali da appannare l'effettiva portata di quella riforma, ma anche qui non si è voluto modificare niente. Si era, infatti, affermato che vincolando il legislatore statale a disciplinare forme di intese e di coordinamento in alcuni specifici settori, essa non perviene ad un appagante riconoscimento del principio di leale collaborazione quale pilastro del modello autonomistico prescelto dal dettato costituzionale. Questa lacuna è avvertibile anzitutto sul versante soggettivo in quanto i momenti di raccordo che sono contemplati non coinvolgono gli enti locali, veri protagonisti della vita amministrativa e, inoltre, quanto all'autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati per il perseguimento di interessi generali, che è stato inserito nella riforma del 2001, avrebbe dovuto comportare la trasformazione dello Stato dal modello di Stato sociale a quello di comunità.
Ma neanche qui vi è traccia in questa riforma di questo passaggio. Quella che doveva sembrare la novità più significativa della riforma dell'articolo 18, riguardante l'inserimento di una disposizione aggiuntiva, che appunto diventa il nuovo secondo comma nell'articolo 118, fa riferimento alle modalità di esercizio delle funzioni Pag. 104amministrative. In particolare, è stabilito che le funzioni amministrative sono esercitate in modo da assicurare la semplificazione e la trasparenza dell'azione amministrativa, secondo criteri di efficienza e di responsabilità degli amministratori. Certo, è un principio condivisibile ma, anche qui, non è affatto una novità: questo articolo non ha per niente una portata innovativa. Tale disposizione, infatti, non innova in modo significativo la disciplina delle funzioni amministrative, in quanto i principi accolti nel testo erano già oggetto di elaborazione da parte della giurisprudenza costituzionale e i criteri di economicità, di efficienza, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza, oltre ad essere principi del diritto comunitario, erano stati accolti nella legge n. 241 del 1990. Si tratta, quindi, di una mera costituzionalizzazione di principi e criteri già vigenti nel nostro ordinamento, con la conseguenza di porsi una valutazione, rispetto al risultato, di un inutile e pleonastico appesantimento del testo della riforma, a meno che non si voglia rinforzare la funzione comunicativa ed espressiva della riforma stessa esclusivamente verso l'esterno.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Centemero. Nessun altro chiedendo di intervenire, prego i colleghi di prendere posto – c’è stato un po’ di movimento – così non teniamo aperta troppo a lungo la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 412
Votanti 409
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato 253
Hanno votato no 156

La Camera approva (Vedi votazioni).

(I deputati Rampi e Sberna hanno segnalato di aver erroneamente votato contro e che avrebbero voluto votare a favore).

A seguito della richiesta dell'onorevole Zaratti per primo, molto ben accolta da tutti i colleghi, facciamo una pausa tecnica di un'ora. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 21.45.

La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 21,55.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, De Girolamo, Di Gioia, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Realacci, Speranza e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente ha esaurito i tempi originariamente previsti dal contingentamento.
Avverto che anche il gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale sta per esaurire i tempi originariamente previsti dal contingentamento.Pag. 105
Come preannunciato, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tali gruppi un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 33.900 che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato per oggi alle ore 22,45.
La Commissione ha altresì presentato il subemendamento O.39.32.500.
Avverto che il deputato Matteo Bragantini ha ritirato tutti i suoi subemendamenti ad eccezione di quelli riferiti all'emendamento 10.900 della Commissione.
Avverto altresì che il deputato Brunetta ha ritirato tutti i suoi subemendamenti.
Avverto che prima della sospensione è stato da ultimo approvato l'articolo 32.
Adesso, colleghi, credo che dovrò chiedervi una breve sospensione che si deve al fatto che noi dobbiamo annotare sul fascicolo il ritiro degli emendamenti, perché io non so più, a questo punto, quali emendamenti siano rimasti e quali emendamenti siano stati ritirati. Quindi, gli uffici hanno bisogno di dieci minuti di tempo per potere ordinare il fascicolo, dopo di che darò la parola a chi già me ne ha fatto richiesta.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Fedriga, è su questo l'intervento ? Prego, ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signora Presidente, la ringrazio del suo annuncio, però per fare edotti tutti i colleghi dell'Aula che naturalmente abbiamo preso una posizione di carattere politico e la Lega Nord ha ritirato tutti i subemendamenti non riferiti ad emendamenti dei relatori (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, penso possa essere utile anche per una riflessione in questi dieci minuti.

PRESIDENTE. Quindi, se siete d'accordo, colleghi, io sospendo per dieci minuti, il tempo di riorganizzare il fascicolo. Vi ringrazio, la seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 22, è ripresa alle 22,20.

PRESIDENTE. Colleghi, siccome ho ricevuto la richiesta di riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo, visto che ancora siamo alle prese con il dato tecnico di aggiornare il fascicolo, direi che la cosa più utile da fare sia quella di fare una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo immediatamente al piano Aula. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 22,21, è ripresa alle 22,35.

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto riprendiamo con i nostri lavori.

ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA. Presidente, chiedo la parola, a nome del gruppo del Partito Democratico, affinché venga posta ai voti la nostra proposta che venga deliberata la «seduta fiume» limitatamente agli articoli e agli emendamenti del provvedimento in discussione, immaginando che, nei prossimi giorni, una Conferenza dei presidenti di gruppo possa decidere una data per la votazione finale del provvedimento, per quanto ci riguarda anche nella prima decade o nella prima settimana di marzo, data in cui vi sarebbero sia la votazione degli ordini del giorno sia il voto finale.
Dico queste cose e avanzo questa richiesta con due sentimenti: un sentimento di forte determinazione, perché, per il Partito Democratico, le riforme sono assolutamente indispensabili, sono un punto centrale del nostro programma politico e, al tempo stesso, con amarezza e con rammarico, perché oggi è stata una giornata Pag. 106utile, positiva; vi è stato un lungo scambio tra i gruppi e penso che, per poco, sia mancata un'intesa finale completa che potesse portarci ad evitare questo strumento.
Ma, come è noto, il Regolamento della Camera prevede la potenzialità che ciascun deputato tutte le mattine, all'inizio di una nuova seduta, possa presentare un numero altissimo di subemendamenti, come purtroppo è avvenuto in questi giorni, e noi non avremmo più una certezza. E, quindi, il legittimo diritto delle minoranze a poter discutere, a potersi confrontare, si trasformerebbe in un potere di veto al percorso di approvazione delle riforme costituzionali, che per noi è totalmente inaccettabile.
Nell'avanzare questa richiesta voglio aggiungere che oggi è stata, dal mio punto di vista, comunque una giornata proficua e il dialogo positivo che c’è stato tra i gruppi io penso che non debba essere disperso. E voglio dirlo sin da subito: nonostante la seduta fiume, nonostante, diciamo, una seduta più complessa, che ci vedrà impegnati con ritmi maggiormente serrati, io mi auguro che il clima positivo di dialogo tra le forze politiche possa mantenersi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e che, anche nel merito, ci possano essere le condizioni per ulteriori miglioramenti e per ulteriori intese su questo testo.
Io voglio concludere con un punto che a me pare decisivo. Noi siamo quanto mai convinti che l'Italia abbia bisogno di fare vedere la luce a questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, proprio per questo motivo, oggi chiediamo la «seduta fiume». Mi auguro che il clima possa restare sereno e che il confronto tra le forze politiche possa restare positivo.

PRESIDENTE. Colleghi, su questa richiesta di deliberare la seduta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... colleghi, per favore ! Esprimetevi in un modo consono ! Allora, colleghi !
Quindi, su questa proposta di deliberare la seduta continuata, nei termini indicati ai sensi dell'articolo 41, comma 1, e 45 del Regolamento, ove venga fatta richiesta, io darò la parola a un deputato per gruppo.
Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Abbiamo avuto una giornata lunga, che era iniziata bene con la scelta di evitare che le opposizioni non avessero i tempi giusti e dovuti per potere intervenire, ma la finiamo male, molto male. Lo voglio dire con amicizia al collega Speranza: la proposta che lui avanza questa sera è un atto senza precedenti nella storia della Repubblica e della democrazia italiana (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Qui non stiamo cambiando il codice della strada, stiamo cambiando la Costituzione italiana !
E lo dico con molta franchezza: noi non siamo parlamentari, deputati, signora Presidente, solo in questo mandato, solo per quello che rappresentiamo qui ora.
Noi abbiamo un dovere verso quelli che saranno qui domani mattina, verso quelli che verranno qui tra dieci anni, e costruire un campo minato sulle riforme costituzionali determina un vulnus per il futuro. Le pratiche ostruzionistiche, signora Presidente, si misurano sulle migliaia di emendamenti. Qui stiamo dichiarando una seduta fiume preventiva – perché i colleghi di Forza Italia e i colleghi della Lega hanno ritirato gli emendamenti ostruzionistici, SEL non ne aveva presentati, come è noto a tutta l'Aula – prima ancora che accadano le cose (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). SEL resterà qui a difendere la democrazia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non vi consentiremo di cambiare la Costituzione come i ladri di notte (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo dico con amicizia al collega Speranza: eviti di utilizzare il termine serenità. A qualcuno non ha Pag. 107portato bene, e voi avete praticato questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, parlo a nome di un gruppo e come presidente di un gruppo che ha cercato e ha trovato, anche a livello politico, una strada, non a caso, malgrado queste riforme non ci soddisfino su quasi tutti i fronti, anzi direi su tutti i fronti, che ci ha portato a ritirare tutti quei subemendamenti che avevamo presentato nelle giornate precedenti. Adesso, che con duecento subemendamenti, che dovremmo trattare nella giornata odierna, la maggioranza chieda una seduta fiume, e parlo delle stesse affermazioni che ha fatto il presidente Speranza, perché potenzialmente nei prossimi giorni qualcuno potrebbe presentare dei subemendamenti, non è mai successo. La maggioranza, cioè, sta chiedendo una seduta fiume su qualcosa che non esiste e non c’è, ed è ovviamente improponibile con queste premesse che si auspichi una seduta serena e tranquilla. L'abbiamo visto nei primi minuti, dopo le affermazioni del presidente Speranza. È chiaro che si vuole trattare in questo modo – ed è una responsabilità politica che hanno in capo tutta la maggioranza e il Governo – delicate riforme istituzionali, non in un clima di collaborazione tra le forze politiche, che giustamente e normalmente hanno idee diverse, però perlomeno il clima di collaborazione dovrebbe esserci, ma in un clima di scontro totale. Evidentemente, infatti, ormai – e questa è una nostra forte preoccupazione – prima dell'interesse che una riforma sia buona e serva ai cittadini di questo Paese, ho fortemente paura che la riforma debba essere solo spettacolare e che il cammino debba essere spettacolare, perché così domani, dopodomani, fra tre giorni, il Presidente del Consiglio possa andare in TV a dire: ho i muscoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Purtroppo, però, Presidente i muscoli durano un giorno, la Costituzione dura una vita, e noi abbiamo la responsabilità di mettere sulle spalle dei cittadini, non di questo Parlamento, ma di tutti i cittadini di questo Paese, una riforma, anche quelle riforme che nascono e vengono partorite in modo negativo. Dunque, se questo senso di responsabilità manca in quest'Aula, è una preoccupazione che esprimiamo ai colleghi ed esprimiamo a lei. Ci auguriamo che magari, con questi interventi dei diversi gruppi, qualcuno possa ravvedersi e capire che magari la via è quella di fare le cose bene e non di fare le cose di fretta, perché, se si fanno di fretta e male, è meglio non farle (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie Presidente, devo dire che in questa Aula si respira uno «spirito» di Assemblea costituente non da poco. Questa è la prima volta nella storia della Repubblica che si chiede una seduta fiume sulle riforme costituzionali.
È un orrore spaventoso, la prima volta; quindi, chiunque voterà a favore si renderà complice di questo precedente e se ne assumerà oneri e onori e poi ne risponderà. Vorrei chiedere tramite lei al presidente Speranza quale sarebbe il motivo di questa fiume, perché il senso di prevedere una seduta fiume è quando c’è un provvedimento in scadenza e si deve arrivare ad una data certa, ma lui ha appena detto chiaramente che non ci sarà una data certa per la conclusione dei lavori ma che sarà da concordare. Quindi, è un controsenso che deambula questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Motivi non ce ne sono. Lei oggi in Capigruppo, ma in varie occasioni, ha chiesto senso di responsabilità ai gruppi ma di senso di responsabilità da parte dell'opposizione ce ne è stato infinito. In Commissione (noi personalmente, ma tutte Pag. 108le opposizioni) abbiamo presentato pochissimi emendamenti e non si è discusso nel merito.
Avete voluto prevederne la calendarizzazione a dicembre con il contingentamento e non abbiamo presentato tantissimi emendamenti e in Aula non si è discusso sul merito. Si è voluto forzare la mano e allora noi, per legittima difesa (sarà eccesso di legittima difesa), vi abbiamo ricoperto di subemendamenti. Ci mancherebbe altro, compete alle opposizioni difendere la Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ma lo facciamo anche per voi perché un giorno potreste essere opposizione di qualcuno. Presidente, chiedere tra l'altro degli accordi per la conclusione di una riforma costituzionale, di una proposta quanto meno indegna, vergognosa, e che di Assemblea costituente, di quello spirito, non ha assolutamente nulla.
Questa è una riforma presentata dal Governo nei confronti dell'organo che dovrebbe essere legittimato a modificare la Carta costituzionale, che ci ha spinto a contingentare i tempi, a non discutere. Noi addirittura abbiamo proposto di inserire come atto di responsabilità (questa bellissima parola di cui vi riempite la bocca) dieci emendamenti di democrazia diretta. Orrore, Santo Dio, i cittadini possono intromettersi nella vita politica. No, piuttosto una seduta fiume sulle riforme costituzionali.
Abbiamo proposto addirittura di ritirare i 200 subemendamenti perché la notte portasse consiglio al collega Speranza e al Ministro Boschi. Nemmeno da questo punto di vista c’è stata disponibilità, ma noi che cosa dovremmo fare a questo punto. Non ho capito Presidente ? Praticamente chiedere al PD di votare i loro emendamenti al posto nostro: vengano qui, mettano le impronte digitali, a questo punto tanto vale. Se questa è la loro idea di democrazia, questa riforme continuino a farsele da soli come hanno fatto finora. Sappiate però che ne pagherete le spese perché oggi siete maggioranza e un giorno sarete all'opposizione di qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, è fin troppo evidente: il percorso di questa riforma costituzionale evidenzia, ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, che il Paese, sì, ha bisogno di queste riforme e, in particolare, ha bisogno di questa riforma costituzionale fin dal 1983, con la bicamerale Bozzi (non ripercorro tutti i tentativi che ci sono stati) senza che però ci sia stato mai veramente un risultato fruttuoso per il Paese con riforme condivise. Ciò, per un motivo molto semplice: perché si continua a sbagliare. Sbagliano tutti, perché, se il Paese ha bisogno di ristrutturazioni così profonde della Costituzione, ma non c’è dubbio e io vorrei capire se il Padreterno un giorno illuminasse un po’ chi decide e li aiutasse un po’ tutti, l'unico organo che può decidere per bene al fine di ristrutturare la Costituzione madre è lo stesso organo che l'ha prodotta, l'Assemblea costituente. Purtroppo, però di necessità bisogna far virtù.
È stata utilizzata in maniera non propria, non opportuna, così come è stato per la modifica del Titolo V nel 2001, che è stato un vero e proprio disastro per il Paese. Dopo venti anni, tutti si sono accorti di questo grande disastro, di risultati cattivi, di obiettivi falliti completamente, di risultati opposti a quelli prefissati, addirittura. Così poi c’è stato il tentativo sbagliato del 2005 del centrodestra, non nel merito ma nel modo, e infatti il referendum ha dato il risultato che ha dato, Arriviamo poi a questo tipo di proposta. Ve l'abbiamo detto in tutti i modi durante questo dibattito, mi riferisco alle parti che non ci convincono nella maniera più assoluta. Non ci convincono tanto meno le modalità rispetto alla situazione del contingentamento.
Non solo una riforma così profonda non viene fatta in maniera opportuna da un'Assemblea costituente, non solo non Pag. 109viene fatta con un largo consenso, ma addirittura anche con il contingentamento e adesso arriviamo addirittura anche alla seduta fiume. Io penso che così non è veramente possibile andare avanti. Riteniamo che, al di là del merito, questo della seduta fiume sia un percorso che non ci vede per niente d'accordo e riteniamo che come ulteriore motivo di riflessione possa essere comunque utile quello di differire l'approvazione finale nella prima decade di marzo e questo poi si vedrà. Nel frattempo riteniamo che sia un percorso sbagliato quello di proporre la seduta fiume sulla riforma costituzionale, e per questo motivo noi voteremo contro la seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

SERGIO PIZZOLANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, noi voteremo a favore della seduta fiume e voglio dire ai colleghi che hanno sollevato dubbi e critiche dure e pesanti su questa possibilità, che non si tratta di nessun attentato alla democrazia, ai Regolamenti parlamentari. È uno strumento consentito, previsto dai Regolamenti parlamentari che noi pensiamo in questo momento possa e debba essere usato per consentire una discussione più regolare, più nel merito, con tempi più certi (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti). Devo dire che chi urla all'attentato e allo stravolgimento delle regole, sta nella scia di coloro, di tanti, che in questi trenta anni hanno impedito qualsiasi riforma e qualsiasi modifica della Costituzione. Noi non stiamo tra quelli, noi pensiamo che questa riforma debba essere fatta nei tempi certi e più veloci possibili. Ricordo a tutti che questa riforma è stata mesi in Commissione, è stata mesi al Senato, è venuta alla Camera, l'abbiamo profondamente cambiata, dove è cambiato il processo legislativo e l'abbiamo molto migliorata, tornerà al Senato, per molti mesi ancora sarà discussa, e questa questione sarà dibattuta, quindi non c’è alcun attentato alla democrazia, è soltanto uno strumento per impedire speculazioni di bassa lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e dico lega non a caso, non a caso. Di bassa lega ! Di bassa lega ! E dico Lega non a caso.

PRESIDENTE. Colleghi, deputato Pizzolante, (Deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie si dirigono verso i banchi del gruppo Area Popolare – Il deputato Allasia si avvicina al banco del deputato Pizzolante ed è trattenuto – Scambio di apostrofi) ! Deputato Allasia, la richiamo all'ordine ! Deputato Allasia, deputato Grimoldi, deputato Pizzolante, deputato Molteni la richiamo all'ordine (Commenti dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
Deputato Pizzolante non si rivolga ai colleghi della Lega. Deputato Latronico, la richiamo. Deputato Latronico. Allora colleghi deputati, per favore. Collega Pizzolante continui con il suo intervento.

SERGIO PIZZOLANTE. Provo a concludere, vedo che c’è, come dire, una sensibilità democratica particolare secondo la quale (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)...

PRESIDENTE. Colleghi !

SERGIO PIZZOLANTE. ... secondo la quale, quando sono loro ad insultare va bene e, invece, una normale espressione dialettica merita quest'aggressione e questi insulti (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Evitiamo di usare espressioni che siano lesive. Eviti !

SERGIO PIZZOLANTE. Votiamo a favore nonostante questi insulti.

NICOLA MOLTENI. Sei un coglione !

Pag. 110

PRESIDENTE. Allora, colleghi (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie)...

MASSIMILIANO FEDRIGA. È questa la maggioranza responsabile ?

PRESIDENTE. Colleghi della Lega, per favore (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie – Proteste del deputato Tancredi)... deputato Tancredi, per favore... per favore ! Per favore, collaboriamo tutti (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) ! Deputato Simonetti, deputato Simonetti !

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Allora, c’è il deputato Crippa che alza il Regolamento. Ha facoltà di parlare, deputato Crippa.

DAVIDE CRIPPA. Articolo 8, Presidente. Io credo che non sia ammissibile il comportamento da lei mantenuto sino a questo momento. Le ricordo che un nostro deputato per avere preso un telefonino e avere fatto così verso i banchi del Governo è stato espulso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E qui, in questo momento, lei sta permettendo violenze fisiche e verbali da parte del collega Pizzolante senza prendere un provvedimento, che sia uno ! Non ha preso un provvedimento nonostante le offese verbali e fisiche ! Che cosa sono ? Due pesi e due misure o sbaglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io ho richiamato l'onorevole Pizzolante (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, lei ha richiamato gli articoli 41 e 45 per quanto riguarda la seduta fiume. Non mi consta che il Regolamento preveda la seduta fiume. In nessun articolo del nostro Regolamento è prevista la seduta fiume. Quindi in questo caso si tratta di cambiare il calendario dell'Aula e, da Regolamento, il calendario dell'Aula si può cambiare soltanto in Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi mi pare che non sia possibile da nessun punto di vista procedere al voto dell'Aula sulla seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Sì, questa è una proposta sull'ordine dei lavori e c’è una prassi consolidata su questo, onorevole Zaratti, quindi questa è una prassi consolidata.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente, voglio fare un richiamo al Regolamento, perché anche io ritengo che, pur essendo forse questa una prassi consolidata, questo non è un momento consolidato e lo dimostrano anche le situazioni poco edificanti a cui abbiamo appena assistito.
Le vorrei ricordare, Presidente, che questa è una riforma costituzionale e in questo momento lei sta accettando, da Presidente della Camera, che una maggioranza, tra l'altro eletta con una legge elettorale incostituzionale – ma questa è una cosa accertata –, decida autonomamente di tenerci qui la notte, per votare delle proposte emendative che modificheranno la Carta costituzionale per cui mio nonno è morto, Presidente. Allora, io le dico questo...

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, il gruppo ha già parlato in merito a questa proposta.

RICCARDO FRACCARO. È un richiamo al Regolamento !

Pag. 111

PRESIDENTE. Io ho dato la parola ad uno per gruppo.

RICCARDO FRACCARO. È un richiamo al Regolamento !

PRESIDENTE. Ma quale articolo del Regolamento ?

RICCARDO FRACCARO. Arrivo al Regolamento: articolo 41. Le chiedo questo, Presidente. Siccome è una riforma costituzionale, io credo che dovremmo applicare il Regolamento alla lettera per garantire assolutamente equità ed equidistanza con tutti i gruppi parlamentari. Le chiedo Presidente, dove è scritto nel Regolamento che esista...

PRESIDENTE. Ho già risposto al deputato Zaratti.

RICCARDO FRACCARO. No, aspetti, lei ha richiamato una prassi costituzionale.

PRESIDENTE. È la stessa questione.

RICCARDO FRACCARO. Non c’è scritto da nessuna parte nel Regolamento che si possa fare !

PRESIDENTE. Ma è la stessa questione ! Onorevole Fraccaro, ho già risposto.

ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, se è sulla stessa questione non le do la parola.

ARCANGELO SANNICANDRO. La questione invece è un'altra.

PRESIDENTE. Non è la stessa questione ? Prego. Che articolo del Regolamento ?

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, noi siamo stati convocati per lavorare fino alle ore 23. Siamo alle ore 23 e noi dobbiamo sospendere la seduta. Tutto quello che si vuole...

PRESIDENTE. Noi adesso...

ARCANGELO SANNICANDRO. Mi faccia finire ! Mi faccia finire (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) ! E mi faccia il favore di farmi sapere se io il Regolamento lo devo studiare o lo devo buttare nel cestino. Infatti, non si può andare avanti più così con l'invocazione delle prassi che ogni volta vengono qui a sopperire alle carenze del Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Deputato Pizzolante, dove sta ? Per favore !

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, articolo 8. Io le ricordo che, nella seduta del 9 ottobre 2014, il sottoscritto ha chiesto alla Presidenza di turno Baldelli, sulla proposta di legge del conflitto di interessi, di deliberare una seduta fiume.

PRESIDENTE. Può parlare più forte ?

DAVIDE CRIPPA. Sì, se mi alzassero il microfono (Commenti del deputato Tancredi). Se può mandarlo fuori magari riesco a finire di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Tancredi ! Onorevole Tancredi, la richiamo (Scambio di apostrofi tra deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie e deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Onorevole Attaguile !

DAVIDE CRIPPA. Ma buttalo fuori !

Pag. 112

PRESIDENTE. Onorevole Attaguile, per favore (Scambi di apostrofi tra deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie e deputati del gruppo di Area Popolare (NDC-UDC) – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Onorevole Tancredi ! Deputato Invernizzi ! Deputati ! Allora, c'era un richiamo al Regolamento. Prego, deputato Crippa.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, io credo che magari se riesce a mantenere un po’ più l'ordine in Aula riesco anche ad esprimere il concetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stavo ricordando che, nella seduta del 9 ottobre 2014, noi abbiamo chiesto di deliberare una seduta fiume al Presidente Baldelli. In quella sede il Presidente Baldelli, prima ci disse che comunque non era stata nemmeno ventilata e proposta all'interno di una Conferenza dei presidenti di gruppo, e poi che avrebbe stravolto un calendario già delineato che doveva...

PRESIDENTE. Abbiamo riunito la Conferenza dei presidenti di gruppo, deputato.

DAVIDE CRIPPA. ... essere riprogrammato. In questo caso il calendario non è riprogrammato perché non è una deliberazione che arriva dall'Ufficio di Presidenza. Io credo che sia indispensabile, innanzitutto perché sono passate le ore 23 a questo punto, che questa votazione non venga fatta e domani venga fatto un calendario secondo le richieste illecite della maggioranza di voler mettere una seduta fiume, ma a questo punto venga fatta da domani alle ore 9 perché, secondo quanto mi rispose già Baldelli allora, non era stato programmato un lavoro. Quindi, non essendo stati programmati i lavori della Camera, era impossibile alle ore 23 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) dire tutto ciò agli uffici della Camera, a meno che qualcuno non li abbia già avvisati. I lavori dovevano essere sospesi alle ore 23 e sono già le ore 23,05.

PRESIDENTE. È chiaro il discorso.

DAVIDE CRIPPA. Ne prenda atto, però !

PRESIDENTE. La ringrazio. Sì, io ho preso atto e lei mi ha anche anticipato prima, tant’è che è stata fatta una Conferenza dei presidenti di gruppo. Una Conferenza dei presidenti di gruppo in cui si è stabilito di ritornare in Aula e di procedere con i nostri lavori. Adesso è stata avanzata una proposta sull'ordine dei lavori che incide, quindi, sullo svolgimento successivo di questa seduta e noi stiamo in questa fase dei lavori. Quindi, tutto è stato fatto in base alle regole.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta che la seduta prosegua ininterrottamente sino alla conclusione dell'esame degli articoli e degli... (Vive e reiterate proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
Colleghi, colleghi, vi prego, vi prego, non è un modo accettabile di procedere ! Non è un modo accettabile ! Voi dovete intervenire dai vostri posti, ritornate ai vostri posti, ritornate ai vostri posti ! Colleghi, ritornate ai vostri posti. Noi siamo già all'interno della discussione che si deve votare... no, non si chiude, perché ho dato la parola ad uno per gruppo. Mi dispiace, ma le regole non le fissate voi (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta che la seduta prosegua ininterrottamente sino alla conclusione dell'esame degli articoli e degli emendamenti.
(Segue la votazione).

Bolognesi... Incerti... Cassano...

(È approvata).

La Camera approva per 235 voti di differenza (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 113

Essendo stata approvata la proposta di «seduta fiume» nei termini sopraindicati, la seduta stessa proseguirà ininterrottamente fino alla conclusione dell'esame degli articoli e degli emendamenti. La Presidenza, secondo prassi, si riserva di stabilire le sospensioni di natura tecnica ritenute necessarie. Ricordo che, una volta deliberata la seduta continuata, sono da ritenere inammissibili le richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa. (Dai banchi del MoVimento 5 Stelle si scandisce: Serva ! Serva ! Serva !).

DIEGO DE LORENZIS. Sei una dittatrice !

PRESIDENTE. Lasciamo che questo coro continui e sospendiamo la seduta.

La seduta, sospesa alle 23,10, è ripresa alle 23,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

PRESIDENTE. La seduta è ripresa (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Colleghi, colleghi, per favore, dovete lasciar parlare il collega Sisto (Dai banchi del MoVimento 5 Stelle si scandisce: Serva ! Serva ! Serva !).
Colleghi, allora, De Lorenzis, Vacca... colleghi, guardate, noi abbiamo ripreso la seduta, ha chiesto di parlare il presidente della I Commissione, Sisto, sull'ordine dei lavori. Prego, onorevole Sisto, a lei la parola.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signora Presidente, per essere preciso è un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 41. Credo che nel momento in cui noi ci accostiamo, in quest'Aula, come politici, come legislatori, abbiamo degli obblighi, ma se siamo in quest'Aula come costituenti, la qualità del nostro dovere stare in Aula cresce. La Costituzione ha bisogno, dicevo, di cautela, di umiltà e di rispetto. Allora, se l'articolo 41 non prevede una strutturazione della seduta fiume è evidente che la seduta fiume può essere disposta e questo è il primo atto dopo la votazione, per prassi giurisprudenziale precedente di questa Camera, al primo atto dopo la votazione è possibile ingerirsi nella qualità e nella modalità della stessa. Io devo dire che la seduta fiume, cosiddetta, può essere disposta certamente se vi è una scadenza, se vi è un termine, e in questo caso i tempi sono addirittura contingentati, ma soprattutto deve avere una sua ragione, cioè deve avere una sua finalità, cioè qualche cosa che non si può fare se non con la seduta fiume e che deve essere fatto.
Presidente, io della Costituzione ho rispetto e parlo più come giurista che come parlamentare, noi dobbiamo rispettare la Costituzione; quello a cui io ho assistito in quest'Aula, non voglio dare responsabilità a nessuno, ma dico che non è degno di un Parlamento che deve riformare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Lo dico con tutto il rispetto per ciascuno e credo che le forzature politiche personali, le urla e le grida non abbiano fatto onore, oggi, a chi deve riformare la Costituzione.
Presidente, io penso che noi possiamo, con buona volontà di tutti, cercare di recuperare la dignità dei costituenti, di quel De Gasperi che ha sottoscritto nel 1947 quella Carta costituzionale e di cui noi siamo, volenti o nolenti, eredi in questo momento, ma nessuno se lo ricorda. Allora, si chiede una seduta notturna con una «prova muscolare» che io trovo inopportuna per la Costituzione, si reagisce in modo inopportuno a questa inopportunità e non c’è legittima difesa nei confronti della Costituzione, ci sono dei discorsi che io reputo assolutamente provocatori e ingiustificati, allorquando ci si occupa di un tema così delicato per cui Pag. 114tutti, come Machiavelli, dovremmo indossare l'abito buono dei parlamentari, prima di occuparci della Costituzione. Io trovo che questa mancanza di rispetto e di dignità verso la Carta costituzionale sia l'amarezza che io, in questo momento, manifesto, e sia il segnale più forte che io vorrei dare a questo Parlamento. Noi riforniamo la Costituzione, quella per cui i nostri padri si sono battuti cambiando la storia. E noi sembra che non cambiamo la storia, noi la stiamo distruggendo.
Allora, Presidente, credo che una Costituzione by night cioè che approfitti della stanchezza dei parlamentari, che li metta alla dura prova di cultura e di resistenza, non è una Costituzione scritta come i nostri padri avrebbero voluto che fosse scritta. Questo lo devo dire, perché a me sembra doveroso richiamare il Governo su questa scelta, perché non c’è nessuna scadenza, e allora la mia richiesta è questa: revocare, rectius, annullare questa votazione, perché assunta in spregio della prassi regolamentare sulla seduta fiume che deve avere una sua giustificazione che in questo caso non ha; è stata introdotta, a mio avviso, e cerco di salvare lo spirito dei costituenti con questa richiesta e me ne assumo la piena responsabilità, perché ho l'obbligo, in quest'Aula, di segnalare quello che noi stiamo facendo e di cui non ci rendiamo conto. Non è una prova mediatica, non è una prova parlamentare, è una prova di altissima responsabilità.
Quindi, le chiedo di valutare la revoca o l'annullamento della votazione, essendo questo il primo atto successivo alla stessa votazione. Ma soprattutto, le chiedo di rimuovere la mortificazione inaccettabile che in quest'Aula si è consumata verso un testo nei cui confronti noi dovremmo essere, credo, più rispettosi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie).

DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, io e tutto il mio gruppo sposiamo una buona parte di quanto appena affermato. Sicuramente sposiamo la parte del discorso del presidente della I Commissione, Sisto, relativa al metodo. Ovviamente sposiamo anche la parte relativa alla responsabilità che la maggioranza ha in questa prova di forza muscolare, di muscoli che evidentemente non sono muscoli costituzionali ma che sono dei muscoli incostituzionali, nei confronti delle opposizioni, che sono state obbligate – e qua dissento dal presidente Sisto – per legittima difesa, propria e della medesima Costituzione, a reagire nella maniera in cui hanno reagito. Ma mi permetto anche di dirle, e tramite lei spero di arrivare al partito di maggioranza, in particolare al suo presidente, Speranza, che il gruppo che in questo momento io rappresento è il gruppo di opposizione che ha presentato il minor numero di subemendamenti, è il gruppo di opposizione che ha affermato di voler ritirare questi subemendamenti e che, di conseguenza, ha dato alla maggioranza la possibilità di scegliere se portare avanti un dibattito nel merito oppure un dibattito che ci costringe a difenderci dalla violenza che stanno facendo nei confronti delle opposizioni e della Costituzione.
Per questi motivi, Presidente, la richiesta che è stata appena fatta dal collega Sisto è una richiesta assolutamente plausibile, che ci potrà portare a ragionare sul fatto di presentare o meno in futuro nuovi subemendamenti; ma che potremo fare solo se ci sarà una risposta di dialogo e di apertura come solo in una democrazia sana e normale può essere, cosa che purtroppo, fino ad oggi, non c’è stata. Quindi, aspettiamo una risposta, una risposta che speriamo arrivi subito e in base a quella risposta noi ci comporteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli. Se ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori, concederò, se lo richiederanno, un intervento per gruppo.Pag. 115
Io mi sento di condividere, a nome della Presidenza ovviamente, la preoccupazione e l'amarezza espressa dal collega Sisto. D'altra parte, credo siate tutti testimoni, per primi i colleghi della I Commissione, i capigruppo e i facenti funzioni capigruppo, che per tutta la giornata si è lavorato, anche con l'impegno della Presidenza, per cercare di evitare questo approdo, che non era un approdo auspicato dalla Presidenza. Sto parlando a nome della Presidenza e non mi faccio carico delle questioni politiche che sono state sollevate legittimamente, alle quali non è compito mio rispondere. Tuttavia, non è stato raggiunto un accordo tra i gruppi, cosa che la Presidenza aveva ampiamente auspicato e per la quale si è ampiamente spesa. Abbiamo poco fa fatto una votazione e io ricordo a me stessa e ai colleghi che, una volta deliberata la seduta continuata, sono da ritenere inammissibili richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa. Altra cosa, come invece era stato già detto poco fa dalla Presidente, è la determinazione di pause tecniche e di sospensioni utili sia per lo svolgimento dei lavori sia per la preparazione delle carte utili a questi lavori.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi ricollego allo stesso articolo richiamato dal presidente Sisto. Non voglio entrare adesso in considerazioni politiche, però la richiesta del presidente Sisto non era una richiesta che andasse a rivedere il voto, ma una richiesta di annullamento del voto in quanto illegittimo. Quindi, vorrei sapere dalla Presidenza intanto su quali provvedimenti che non prevedevano un termine, come per esempio i decreti, è stata deliberata la seduta fiume e su quali provvedimenti di carattere costituzionale è stata deliberata la seduta fiume.
Ricordo che da Regolamento i provvedimenti di modifica costituzionale hanno delle norme a parte che li tutelano proprio per l'importanza delle norme che si vanno a modificare. Non si possono considerare come un decreto, ma nemmeno come un disegno di legge o una proposta di legge, sono riforme costituzionali. Quindi il presidente Sisto ha chiesto di annullare una votazione illegittima, cosa che la Presidenza può tranquillamente fare essendo illegittima la stessa votazione. Non è che ormai si è votato, perché se si è votato qualcosa che non si poteva votare, esattamente come è avvenuto più volte in precedenza in quest'Aula, la votazione non era valida in quanto non poteva avvenire. Quindi invito la Presidenza a riflettere perché una scelta di questo tenore sono convinto aiuterebbe anche questa Camera e questa Costituzione a mantenere una dignità che altrimenti ho la seria preoccupazione, visto come sono andati i lavori, verrebbe meno, e mantenere questa dignità dei lavori dell'Aula e tutelare la Costituzione è compito in questo momento esclusivo della Presidenza.

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io sposo pienamente lo spirito dell'intervento del presidente Sisto, che credo abbia colto il nocciolo della vicenda. Noi dobbiamo avere rispetto della Carta costituzionale che oggi è in vigore perché non dobbiamo dimenticare che noi stiamo riformando la Costituzione, ma che intanto una Costituzione è ancora in vigore, quindi noi dobbiamo rispetto a quella Carta costituzionale e credo che dobbiamo avere rispetto anche per le istituzioni, per queste istituzioni, perché quello che noi abbiamo visto in questa serata francamente non fa onore né al nostro ruolo di parlamentari e di rappresentanti dei cittadini, né alla storia di quest'Aula e di queste istituzioni. Quindi noi sposiamo pienamente lo spirito di quell'intervento. Anch'io voglio ricordare, Presidente, che il presidente Sisto non ha chiesto una sospensione Pag. 116rispetto alla seduta fiume, ma ha chiesto l'annullamento di quella votazione e io ritengo, signora Presidente, che ci siano tutte le condizioni per arrivare all'annullamento di quella votazione, perché io le vorrei ricordare, vorrei ricordare a tutti quanti noi, in quale clima si è svolta quella votazione, con i banchi del Governo pressati da molti colleghi che inveivano e moltissimi altri colleghi e gruppi che in quella confusione non hanno neanche espresso il voto, perché basta andare a rivedere le modalità con cui si è concluso quel voto e si vedrà che tantissimi colleghi di tantissimi gruppi non hanno espresso neanche il voto in quella confusione che si era creata. Quindi io penso che ci siano tutti gli elementi per annullare la votazione. Io vorrei fare anche un appello ai colleghi di maggioranza: il presidente Speranza nel suo chiedere la seduta fiume ha utilizzato termini come serenità del confronto, apprezzamento per quello che era accaduto nella giornata di oggi. Ecco, io credo che quello è il metodo che noi dobbiamo cercare di recuperare nelle prossime ore, dobbiamo recuperare quel clima che c’è stato nella giornata di oggi, che ha visto credo dodici o tredici emendamenti delle opposizioni approvati, che ha visto un confronto sulle idee, sui contenuti. Poi chiaramente prevarrà la posizione della maggioranza, ma noi abbiamo avuto in vigore la nostra Costituzione per settant'anni, e se questa Costituzione rimarrà in vigore settant'anni e una settimana non credo che cambi la storia del nostro Paese. Noi dobbiamo ricordare che i costituenti hanno previsto nella Costituzione... (e anche nel nostro Regolamento è previsto) che quando si interviene sulle questioni costituzionali, mentre normalmente il deputato in teoria ha venti minuti di tempo per intervenire, per le riforme costituzionali ne ha quaranta, questo a significare che noi diamo un'importanza significativa e particolare alla riforma costituzionale. Ora, non possiamo sminuire questa nostra discussione e anche la fatica dei colleghi della maggioranza, che vogliono portare – forse a ragione – a conclusione un processo, non possiamo sminuire tutto questo in un clima di rissa, di confronto che non è di idee ma di altro genere. Per questo io penso che la proposta e la considerazione fatta dal presidente Sisto di arrivare all'annullamento in ragione di una grande confusione in quel momento dell'Aula sia la soluzione più consona e più giusta per tutti noi.

PRESIDENTE. Ci sono altri interventi ? Io non posso che riprendere il filo del ragionamento che facevo prima. Un conto è la politica, che non spetta a me trattare e che ha avuto, in varie forme e in vari modi, una lunga possibilità di espressione nel rapporto tra i gruppi e anche tra i gruppi e il Governo in queste ore; un altro conto è la votazione che abbiamo poco fa fatto, che non può essere considerata una votazione illegittima.
Ci possono essere valutazione politiche del tutto legittime, invece, sulla opportunità o meno di procedere in quella direzione, ma la votazione, dal punto di vista del Regolamento e della prassi, è totalmente legittima. Non ci sono solo precedenti sui decreti, onorevole Fedriga, ci sono molti precedenti su disegni di legge...

MASSIMILIANO FEDRIGA. Riforme costituzionali !

PRESIDENTE. Adesso ci arrivo. Dicevo che ci sono molti precedenti su disegni di legge ordinari. È vero che non ci sono precedenti su disegni di legge costituzionale. È anche vero che non ci sono precedenti per i quali l'articolo 86 del Regolamento, il comma dell'articolo 86 del Regolamento, sia stato usato in maniera così massiccia su disegni di legge costituzionale.
Quindi, siccome tutti quanti sapete che il ricorso alla seduta continuata è una modalità che il Regolamento prevede per accelerare o impedire una prassi ostruzionistica, io devo mettere sul piatto, come è stato del tutto evidente, che si tratta di una prima volta. È vero che c’è una prima volta, così come c’è stata in queste ore e in questi giorni una prima volta di un uso legittimo di un articolo del Regolamento Pag. 117che consentiva, come dire, una notevole attività dell'opposizione in presenza di un provvedimento contingentato, con i tempi contingentati.
Quindi, noi abbiamo come Presidenza semplicemente rispettato la prassi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), abbiamo semplicemente sottoposto a votazione dell'Aula la proposta avanzata da un gruppo. Questa proposta è stata approvata e, quindi, non è un'interpretazione, è un'interpretazione coerente con la prassi e non è una votazione illegittima (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIANLUCA VACCA. Ma quale prassi !

PRESIDENTE. Colleghi, io capisco... allora, c’è una differenza tra il fare una discussione, anche aspra nei contenuti, e urlarsi a vicenda. Io non sono per questa seconda ipotesi; sono disponibile ad ascoltare le critiche più aspre, ma non delle urla incomprensibili, incomprensibili.
Allora, mi si è detto di revocare una votazione, perché illegittima. La Presidenza non ritiene quella votazione illegittima e ritiene che quindi l'Aula si sia pronunciata (Scambio di apostrofi tra il deputato Mottola e deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle)... non capisco che cosa stia succedendo. Colleghi, che è successo... ? non so che cosa sia successo. Mi sono leggermente spaventata e non ho capito che cosa è successo. Vi devo confessare... a quest'ora...
Comunque, mi sembra chiaro quale sia il pensiero della Presidenza. Noi dobbiamo proseguire con i lavori perché l'Aula si è pronunciata in maniera legittima e seguendo una norma assolutamente chiara del Regolamento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Onorevole Sibilia, onorevole Mottola !
Allora, dovremmo passare all'esame dell'articolo 33 e dei relativi emendamenti... che cosa succede onorevoli ?

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io do la parola assolutamente a chi me la chiede. Però, vi chiederei di non urlare, per un motivo, perché non riesco a capire che cosa state dicendo. Lo dico per tutti. Dopo l'onorevole Crippa ha chiesto di parlare l'onorevole Bianconi.
Onorevole Crippa, prego. Su che cosa intende intervenire ? Su quale articolo del Regolamento ? Non intervenga su questo stesso tema però, onorevole Crippa, perché la Presidente ha risposto sulla base del Regolamento ad un'obiezione fatta da molti interventi, compresi quelli del vostro gruppo. Quindi, non riapra la questione del voto fatto poco fa, perché quella questione è già chiusa per quanto riguarda la Presidenza. Prego.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, io credo che, se lei magari, visto che ha auspicato di non urlare, ma di poter parlare, mi fa esprimere, posso esprimere il concetto e, se mi fa una censura preventiva, credo che io debba urlare per forza e in ogni caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non era una censura preventiva.

DAVIDE CRIPPA. Devo dire di sì, la sua che poco fa ha pronunciato, e anche il fatto che adesso mi sta parlando sopra non mi permette di esprimere un concetto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io le sto chiedendo, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento: lei nell'esprimere una giustificazione, a mio avviso da arrampicata sugli specchi, poco fa ha citato dei fatti che non corrispondono al vero, quando dice che è prassi consolidata, avendo annunciato poco prima che sulle riforme costituzionali non si è mai fatto, quindi non è una prassi, per quanto concerne le riforme costituzionali.
Altro discorso vi è nel momento in cui lei viene a dire, dopo ampio dibattito che c’è stato durante la giornata e i tentativi di approfondire le tematiche sollevate anche dalle forze di minoranza, alle quali dico che ha commesso un altro errore, magari Pag. 118è stata informata male dal suo capogruppo di partito, ma noi abbiamo presentato una richiesta semplicissima. Erano sette emendamenti, sui quali ovviamente c’è una forza politica che crede in quello che fa, probabilmente non tutti sono dello stesso avviso. In quei sette emendamenti c'erano delle proposte migliorative che non andavano a intaccare le tempistiche promesse dal Ministro Boschi, che per sabato probabilmente avrà una convention dove dovrà dire che ha concluso le riforme. In realtà, noi in quei sette emendamenti dicevamo qualcosa di semplicissimo e i colleghi della maggioranza non li hanno neanche presi in considerazione, rimandando al mittente le nostre richieste. È per questo che a me dà fastidio che, nel ruolo di Presidenza, lei si permetta di giudicare una giornata di trattative parlamentari, non sapendo nemmeno che cosa è stato messo sul piatto e che cosa effettivamente il suo partito non ha neanche voluto ascoltare.
Le ricordo un altro fatto – e questa è una testimonianza oggettiva e, quindi, anche qui sono numeri e non opinioni politiche – il fatto che per quanto riguarda i subemendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle c'era stata anche la proposta nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ritirarne duecento. Faccio un semplice conto – magari non tutti ci arrivano – duecento per tre minuti sono seicento minuti, seicento diviso, ahimè, sessanta fa dieci ore. Se noi a quei duecento emendamenti davamo l'OK e rimandavamo una discussione magari senza questi toni aspri che stiamo vivendo in questi minuti, a domattina, a questo punto ci saremmo trovati con duecento emendamenti in meno e con dieci ore in meno, per cui il bilancio era lo stesso. Però, magari si partiva da un clima diverso, ma credo che, anche in questo caso, né dalla sua parte né dalla parte della maggioranza, la matematica sia il vostro forte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, lei ha detto che per lei il discorso è chiuso. Secondo me non è chiuso. Da un punto di vista tecnico e giuridico e di garanzia, lei ha detto che la prassi precedente giustificava il ricorso alla votazione per la seduta fiume. Questo è obbiettivamente non rispondente al vero, perché lei stessa ha detto che la prassi precedente non contemplava alcun caso relativo a leggi di natura costituzionale (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Allora, se lei intende chiudere i discorsi su presupposti non veri facendoli passare per veri, è inutile stare qui, prendiamoci in giro in altra sede e in altro orario, non qui svolgendo questo alto compito.
Il secondo punto è che noi siamo dietro a questo Regolamento, che è un Regolamento mai rivisto ampiamente, ma sicuramente tanto carente in molte parti, e tutte le volte che ne viene sollevata eccezione i suoi, i nostri, capacissimi uffici la inondano di precedenti, lei o chi sta lì a presiedere.
Tanto è vero che in genere si muove una contestazione regolamentare, la Presidenza giustamente non è attrezzata e dopo qualche minuto arriva il foglino nel quale si dice che nel 1982 è stato fatto questo, nel 1987 è stato fatto questo, nel 1989 è stato fatto quest'altro. Il che significa Presidente... Tanto ascolta che non si è accorta che avevo smesso di parlare...

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi lei è simpatico, però mi sono girata proprio per rassicurarla che la stavo ascoltando.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, qui ci vuole un rispetto assoluto perché state compiendo una violazione che passerà alla storia della Repubblica italiana, e siete tanto incoscienti tutti che non lo capite neanche. Questa è la verità (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Allora questo Regolamento Pag. 119è tanto deficitario che questo è l'unico consesso italiano (i laureati in legge qui dentro mi conforteranno) nel quale il principio dello stare decisis, cioè di attenersi alle decisioni precedenti, non è un autorevole precedente ma diventa norma, cosa che nel diritto italiano è impensabile perché tipica, come tutti sanno, del diritto anglosassone. Noi abbiamo le regole scritte e la giurisprudenza indirizza una decisione, non la determina. Qui no. Qui è tanto aperto questo Regolamento che per dare risposte si ricorre ai precedenti, che spesso dicono il contrario di quello che diceva la norma originaria.
Il che significa che l'assenza di regolamentazione della seduta fiume, essendo stata così articolata, impone alcune riflessioni che non sono state fatte. Deve essere sempre concessa la seduta fiume quando è chiesta o no ? O all'anomalia della seduta fiume deve essere posta a monte una causa valida ed efficiente tale da violare il sacrosanto diritto della certezza del dibattito nelle ore previste e forzando così il volere dei deputati, in poche parole non garantendo più il sereno esercizio del nostro mandato democratico e quello che compete a lei il buon andamento dei lavori di questa Assemblea ? Ve lo siete posti voi questo interrogativo ? No.
Voi vi siete limitati a dire che siccome non era previsto niente sulla seduta fiume la votazione era ammissibile. Questo non è ammissibile perché la prassi non lo consente. Questo non è ammissibile perché il Regolamento che abbiamo nelle mani non consente di determinare quello che lei ha detto. Allora noi abbiamo una prassi nella quale non c’è la seduta fiume per la Costituzione ma ci deve essere una ragione efficiente, un decreto che scade, una legge da portare in Europa, degli operai che attendono, cioè un'urgenza tale per la quale il sereno andamento dei lavori di questa Assemblea, il normale esercizio della dialettica democratica, magari aggravato da prove ostruzionistiche, è suvvalente rispetto al principio da tutelare con la furia che si va...

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, dovrebbe concludere.

MAURIZIO BIANCONI. No, no, gliela spiego tutta bene, perché lei mi deve rispondere bene, questo è un discorso di diritto al quale lei deve rispondere, non così, deve rispondere bene.

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, aveva cinque minuti, ne ha usati sei, quindi cerchi di concludere il suo ragionamento.

MAURIZIO BIANCONI. Lei mi da cinque minuti, loro vogliono fare la Costituzione in 6 secondi, e lei non si arrabbia, si vergogni (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle) ! Si vergogni !

PRESIDENTE. Concluda perché è ben oltre il suo tempo.

MAURIZIO BIANCONI. Lei non garantisce il buon andamento della seduta, non garantisce il buon andamento del dibattito, avvalendosi di una norma vaga senza che vi sia una necessità per tradire il buon andamento, senza avere una prassi.
Con un'ultima nota, che non è da poco, noi non stiamo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente)...

PRESIDENTE. Calma, calma, colleghi.

PAOLO GRIMOLDI. L'onorevole Bianconi si sta sentendo male. Bravi ! Guardate cosa state facendo.

MAURIZIO BIANCONI. Noi non stiamo in un Parlamento così come fu concepito quando fu scritto il Regolamento, che era un Parlamento che teneva conto della rappresentanza proporzionale. Qui stiamo in un Parlamento costituzionalmente valido, ma nel quale ci sono 130 deputati in più rispondenti a un premio di maggioranza, Pag. 120il che significa che c’è una rappresentanza viziata per la volontà di valorizzare l'Esecutivo, il che per l'Italia governante può funzionare, ma per l'Italia di garanzia non funziona più. Così voi, come Presidenza, siete ancora più impegnati ad impedire che la maggioranza violi i diritti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie). Allora, noi confidiamo in voi, e voi tutte le volte non potete cavarvela dicendo che si vota, perché qui si può smettere di votare, perché ci sono molti deputati in più di quelli che gli italiani avrebbero voluto. Allora, la garanzia viene meno, perché l'Ufficio di Presidenza non fa il suo dovere e si para dietro i numeri che sono falsati da una legge che dà un premio di maggioranza per aiutare a governare, ma non a rappresentare. Di fronte a queste elementi, io vorrei un parere scritto, prima di avventurarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie di deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianconi, ho ascoltato con grande attenzione il suo ragionamento, ma non posso cambiare nella sostanza ciò che (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... non posso perché la Presidenza non ha concesso la seduta fiume.

ARCANGELO SANNICANDRO. Ha fatto un blitz !.

PRESIDENTE. La Presidenza ha corrisposto ad una richiesta di votazione, che la prassi consolidata considera del tutto legittima e l'Aula si è pronunciata. Ho capito perfettamente qual è il tema posto dai colleghi, ma non lo possiamo risolvere questa sera. Non lo possiamo risolvere revocando una votazione che è del tutto all'interno della attuazione del Regolamento vigente. Se poi si dice che dobbiamo cambiare, il Regolamento, questo sarà possibile, ma certamente non è tema di questa sera.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga su cosa, perché lei ha già parlato sull'ordine dei lavori ?

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le faccio un esempio, se la Presidenza mettesse in votazione un emendamento che per errore non era stato segnalato quale inammissibile, la Camera vota, quella votazione non è valida; esattamente come in questo caso. Quindi è una scelta della Presidenza, non il risultato del voto. Mettere al voto una cosa illegittima: è questa la scelta e la responsabilità della Presidenza, e lei stessa ci ha confermato.

DIEGO DE LORENZIS. Rosato, a chi telefoni ? Vergogna !

PRESIDENTE. Colleghi, ma che cosa volete ? Che cosa state indicando? Non capisco, sta parlando il collega Fedriga. (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Colleghi, guardate, l'Aula è di tutti i parlamentari che vi siedono. Non può essere – lo dico con grande, per così dire, preoccupazione – l'Aula soltanto dell'opposizione che protesta. Ci sono tante diverse opposizioni, come avete sentito. Ci sono colleghi che, pur dissentendo dalle scelte che stiamo facendo, non fanno una bagarre. Ci sono colleghi che stanno cercando di argomentare le loro ragioni e ci sono anche legittimamente i colleghi dei gruppi di opposizione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Che succede ? Ma che cosa avete ? Ma che cosa volete (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Onorevole Fedriga, Pag. 121aveva concluso il suo intervento ? Mi scusi, non lo so, perché non so più nulla. Prego, concluda il suo intervento, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Posso ? Aspetto che...

PRESIDENTE. Sta parlando l'onorevole Fedriga. Deve concludere, onorevole Fedriga. Scusi, onorevole, mi stava chiedendo una cosa il collega Palese.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Io capisco la concitazione del momento, non era una lamentela, soltanto una pausa affinché potessi parlare.

PRESIDENTE. Prego, concluda il suo intervento.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, come dicevo, è assolutamente prassi che la Presidenza, se si mette in votazione qualcosa che non si poteva votare, annulli quella votazione. Ripeto che, se un emendamento dichiarato inammissibile venisse erroneamente messo in votazione, quella votazione sarebbe annullata. Lei stessa ci ha detto che precedenti, per quanto riguarda riforme di carattere costituzionale e di sedute fiume, non ce ne sono. Ce lo ha confermato, quindi lei e la Presidenza non vi potete appellare ad alcun tipo di precedente, perché non si può. E questo lo dice il Regolamento, perché regola in maniera diversa. Non si può equiparare una modifica di carattere costituzionale a qualsiasi altro tipo di atto legislativo che facciamo all'interno di questa Camera. E non lo invento io: lo dice – e non per prassi, ma perché è scritto – il Regolamento di questa Camera dei deputati. Quindi lei non può equiparare una riforma costituzionale a qualsiasi altro tipo di atto legislativo. Non si può fare, perché le pratiche sono diverse.
Di più le dico, se mi permette, – ed è una parentesi che ovviamente non entra nel merito – che ho ritenuto sbagliato il suo paragonare l'utilizzo della presentazione dei subemendamenti a questa scelta fatta dalla Presidenza. Infatti i subemendamenti sono una possibilità prevista e scritta dal Regolamento. Questa è una prassi che non esiste, quindi non è prassi: è una novità che introduce questa Presidenza nella giornata odierna.
Quindi le chiedo, proprio per il principio di cautela – e oggi, visto che parliamo di riforme costituzionali, penso che la cautela sia d'obbligo –, prima di procedere nei lavori, di convocare una Giunta per il Regolamento che si esprima su questo. Perché, non esistendo prassi, o c’è la Giunta che si esprime oppure diventa una decisione arbitraria e non vorrei mai che la Presidenza della Camera non rivestisse più il suo ruolo di arbitro oggettivo.

GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Presidente, intanto vorrei dire che in uno stesso discorso non si può dire che c’è la prassi e c’è la prima volta: o c’è l'una o c’è l'altra, altrimenti è un ossimoro senza alcuna ragione di esistere. Quindi vorrei che una valutazione su questo ci fosse anche da parte di quest'Aula.
Poi vorrei dire che c’è un secondo motivo, se mi ascolta, signor Presidente, perché la riguarda, per l'illegittimità del voto di questa sera, Lei si ricorda che ieri sera presiedeva l'Aula e avevamo in discussione l'emendamento Pellegrino. Io lo ho illustrato e alle 23 esatte lei ha sospeso l'Aula senza che si potesse votare l'emendamento Pellegrino. Qui forse l'onorevole Giachetti vorrebbe sollevare qualche rilievo su questa decisione. Però è stata sospesa l'Aula alle 23 precise e non abbiamo votato l'emendamento di Sinistra Ecologia Libertà.
Questa sera erano passate le 23 e comunque è stata messa in votazione la proposta del collega Speranza. Allora, non si possono applicare due pesi e due misure: ieri sera, emendamento dell'opposizione alle 23 e si stoppa tutto e non si vota; questa sera, proposta del Partito Democratico e invece si va oltre le 23. Le Pag. 122regole devono essere le stesse, sia per l'opposizione che per la maggioranza, e la Presidenza non può essere e non può avere una posizione partigiana a favore della maggioranza di questo Parlamento. Questo è inaccettabile.

PIERO LONGO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Signora Presidente, ella ha detto cose assai gravi, e sono già state ricordate dai colleghi che hanno parlato. Si è riferita a una prassi che sappiamo non esiste. Questo, quindi, è un ragionamento fazioso, nel senso tecnico del termine, e dunque fuorviante. Nel corso degli ultimi decenni è stato elaborato dalla dottrina e dalla giurisprudenza il cosiddetto abuso del diritto (anche l'abuso della parola). L'abuso del diritto, che sembra una contraddizione, sta proprio a significare e a stigmatizzare quei casi in cui l'esercizio di un diritto va oltre i termini per i quali quel diritto è stato voluto dal legislatore e poi attribuito a qualcuno.
Ora, che cosa è successo, a prescindere dalle giuste osservazioni che sono già state fatte ? Che il partito di maggioranza ha chiesto che potesse essere messa in votazione una seduta fiume. La richiesta era legittima e, come tale, non era un abuso del diritto. L'abuso del diritto l'ha fatto la Presidenza, quando ha consentito, senza una prassi, che la votazione potesse aver luogo. Questo è il punto, non ce n’è nessun altro. La Presidenza ha abusato del diritto e lei abusa della nostra pazienza. Lo dico con la massima calma e con la massima sincerità. Dopodiché, volete continuare così ? Benissimo, ma io do un avvertimento, per quanto mi riguarda, di carattere politico: è stato detto esattamente che perdere è una questione di metodo. Continuate così e perderete la maggioranza che avete in Parlamento e prima nel Paese. Continuate così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Presidente, arrivati a questo punto penso che l'unica soluzione possibile sia quella di addivenire a una pausa tecnica lunga che ci consenta di arrivare a domani, in maniera tale che la Giunta per il Regolamento possa esprimersi sulle richieste, che da più parti in quest'Aula sono venute, circa la congruità della richiesta di seduta fiume a partire dalla richiesta del presidente Sisto. Io credo che andare avanti così non serva al Paese, non serva all'istituzione parlamentare, non serva alla maggioranza; certamente, può servire all'opposizione, però noi non siamo per il tanto peggio, tanto meglio. Le suggerisco, quindi, e le chiedo, signora Presidente, di addivenire immediatamente a una pausa tecnica lunga fino a domani mattina, di investire la Giunta per il Regolamento circa i quesiti che le sono stati posti in maniera assolutamente chiara e assolutamente autorevole e, poi, ricominciare, dopo il parere della Giunta per il Regolamento, a valutarne gli esiti in quest'Aula. Procedere così non avrebbe alcun senso e si sottoporrebbe ad altre decisioni, da parte almeno di una porzione consistente di quest'Aula, che io non auspico, ma che sarebbero inevitabili. Grazie, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, solo perché sono state dette alcune cose che meritano una precisazione da parte nostra. La prima è quella che noi siamo nella piena legittimità dei comportamenti e delle scelte fatte da quest'Aula, fatte in base all'applicazione di regole (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e fatte sulla base di un confronto che è durato tutta la giornata e che, come ha Pag. 123detto il capogruppo Speranza nel suo intervento prima, è stato teso tutto il giorno a cercare la costruzione di un accordo per arrivare alla definizione di questo percorso sulle riforme più sereno possibile.
La seconda questione sta nel motivo per cui noi abbiamo fatto questa scelta e lo dico in particolare rivolgendomi a quei colleghi del mio gruppo e di maggioranza che sono qui con la consapevolezza che la decisione di fare una seduta fiume sulle riforme è una decisione difficile, che a noi è costata.
È una decisione che è stata motivata da un atteggiamento di un gruppo parlamentare legittimo, che è il MoVimento 5 Stelle, che anche in Conferenza dei presidenti di gruppo ha ribadito di voler depositare domani mattina – lo ha riportato il Segretario generale nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo – 650 emendamenti che erano già stati depositati e che, considerando che oggi ne abbiamo affrontati 107, avrebbero quintuplicato il numero degli emendamenti rispetto a quelli che noi oggi abbiamo risolto e affrontato. Allora, rispetto a questo, ritengo che il diritto della maggioranza di vedere un percorso definitivo e l'approvazione delle riforme sia un diritto da tutelare.
Poi, rispetto al percorso che noi oggi vogliamo fare, non abbiamo obiezioni rispetto alle pause tecniche e a tutte le richieste che si vogliono proporre con l'intenzione e l'interesse a procedere. Ho letto nelle parole del presidente Brunetta solo l'interesse a fare un passo avanti e non quello di bloccare le cose. Quello che non possiamo accettare è mettere in discussione la ragionevolezza e la correttezza delle scelte che fin qui sono state fatte. Quindi, ribadisco che non vi è la necessità – per quanto ci riguarda poi la disponibilità è nelle mani della Presidenza – di convocare la Giunta per il Regolamento o meno perché la prassi è chiarissima, le decisioni sono state assunte nell'assoluta certezza del diritto ma offriamo la nostra totale disponibilità alla Presidenza, come abbiamo sempre fatto, per capire quali sono i modi più equilibrati per poter completare questa seduta fiume che comunque si completerà per volontà di chi ha fatto questa scelta e si concluderà con l'esaurimento degli emendamenti e la votazione di tutti gli articoli.

GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per l'ultimo intervento sul Regolamento su questo tema, perché siamo sempre sullo stesso punto, pertanto ora chiudiamo.

GIANNI MELILLA. Presidente, mi richiamo all'articolo 23, Capo VI, del Regolamento con una piccolissima premessa. La mia esperienza di molti anni di presidente del consiglio regionale dell'Abruzzo e del consiglio comunale di Pescara mi dà questo insegnamento. Stanotte non possiamo fare niente. Il buon senso consiglierebbe di fermare le macchine e tornare domani mattina alle 9, e questa è una richiesta che rivolgo alla Presidenza dell'Assemblea perché non mi sembra che ci sia il clima adatto per poter sviluppare una discussione proficua che riprenda un po’ il filo della matassa.
Secondo: si cita la prassi. Quando si cita la prassi bisogna citarla. Chiedo alla Presidenza quali sono le fattispecie che hanno visto nel passato adottare questa procedura straordinaria ? Dove sono ? Perché nel Regolamento non esistono, allora noi le dobbiamo vedere e studiare per questo è necessario che ci sia una Giunta per il Regolamento che analizzi...

GIANLUCA VACCA. Rosato, con chi stai al telefono ?

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi ! È libero di telefonare a chi vuole... ma che vuole ? (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Ma abbiate pazienza, stiamo ascoltando un collega, sta parlando un vostro collega, lasciatelo parlare !

GIANNI MELILLA. Allora, io direi che questa pausa serve anche per istruire una riunione della Giunta per il Regolamento che possa...

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PRESIDENTE. Colleghi, premesso che in quest'Aula ciascuno di voi può telefonare a chi vuole, anche ai banchi della Presidenza se lo ritiene, io credo che non possiamo continuare a fare una discussione nella quale alcuni colleghi vengono costantemente disturbati e interrotti. Fate concludere il collega Melilla, che sta dicendo la sua opinione. Prego, onorevole Melilla.

GIANNI MELILLA. Dicevo di sospendere questa seduta e riprenderla domani dopo una riunione della Giunta per il Regolamento che vada ad analizzare queste prassi, che a mio avviso non ci sono, per quanto riguarda leggi di riforma costituzionale.

RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO NUTI. Grazie, Onorevole Rosato (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevole Nuti !

RICCARDO NUTI. Le vorrei far presente, ai sensi degli articoli 8, 41 e, dall'articolo 49 a tutto il Capo X del Regolamento, perché immagino che mi stava chiedendo questo, che, finora, gli interventi di tutti i colleghi, tranne quello del collega Rosato che, oltre a dare la sua opinione, non ha motivato nel merito le osservazioni svolte dagli altri colleghi, il cento per cento dei gruppi intervenuti e dei parlamentari intervenuti le ha chiesto di annullare il voto sulla deliberazione della seduta fiume avvenuto dopo le 23. Non ripeto l'esempio fatto dal collega di SEL sul suo emendamento qualche mese or sono. Detto ciò, lei, Presidente Sereni, ha motivato, dando una risposta al presidente Sisto sulla richiesta di annullamento del voto della seduta fiume, dicendo che non ci sono prassi e che, per la prima volta, si sta verificando tutto ciò; subito dopo – ma, in questo caso, tengo a precisarlo, Presidente Sereni, ha detto il falso o meglio non corrisponde al vero – lei ha parlato di un numero di subemendamenti eccessivo, da ostruzionismo. Forse non lo sa, oltre tutti i subemendamenti ritirati dalla Lega e dagli altri gruppi, ne sono rimasti circa duecento o poco più del Movimento 5 Stelle e noi, in aula e in Conferenza dei presidenti di gruppo, abbiamo dato disponibilità a ritirarli, quindi ad andare a «zero» subemendamenti; quindi, se la sua motivazione e la spiegazione che lei ci fornisce si regge su questi elementi, che, oggettivamente, se la matematica non è un'opinione, non sono tali, perché ovviamente non sono più duemila subemendamenti ma sono duecento e forse anche «zero», ciò che lei fornisce come motivazione non è più valido, decade; pertanto, poiché la Presidenza non riesce a fornire dei precedenti validi per le riforme costituzionali, non riesce a dare il numero corretto di subemendamenti da definire come ostruzionistici, perché in realtà non ci sono, ciò che lei afferma è semplicemente falso (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle) ! Detto ciò, lei ci ha chiesto cosa vogliamo, quando poc'anzi più colleghi intervenivano e parlavano senza il microfono; io le rispondo che, cortesemente, noi chiediamo che la Presidenza innanzi tutto venga assunta da quello scranno e non da Rosato e, seconda cosa, chiediamo semplicemente una Presidenza indipendente e imparziale. Né più né meno (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. La Presidenza è convinta che la procedura seguita per la votazione, ai sensi dell'articolo 41, sia legittima, che vi sia una prassi consolidata e consuetudinaria che ci consenta di proseguire nell'esame del provvedimento.

DIEGO DE LORENZIS. Sei una bugiarda !

PRESIDENTE. Si riserva, a proposito della richiesta dell'onorevole Brunetta, di valutare, ad una certa fase dei nostri lavori, la possibilità di fare una pausa tecnica.

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(Esame dell'articolo 33 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Proteste dei deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle) e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative la deputata Rubinato. Ne ha facoltà (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si scandisce: Serva, Serva !).
Onorevoli colleghi, ha la parola la collega Rubinato sul complesso degli emendamenti (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prego, onorevole Rubinato, a lei la parola...

SIMONETTA RUBINATO. Presidente.. (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, Manlio Di Stefano, Di Battista, Tofalo, vi richiamo all'ordine (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si scandisce: Serva, Serva !)... Ho dato la parola alla collega Rubinato ! Ho dato la parola... onorevole Tofalo, onorevole Tofalo, ho dato la parola... (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Colleghi... onorevole Gallinella, onorevole Parentela, onorevole Di Benedetto, onorevole Vacca, onorevole Fantinati, vi prego... onorevole Lombardi... Vi prego di consentire alla collega Rubinato di svolgere il suo intervento (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
È nel suo diritto fare il suo intervento ! Colleghi, possiamo valutare una sospensione della seduta per ragioni tecniche solo quando avremo ripreso l'esame di questo provvedimento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Onorevole Rubinato, provi a parlare ! Provi a fare il suo intervento sul complesso degli emendamenti (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Onorevoli colleghi, state impedendo ad una collega di esprimere il suo pensiero: questo non è accettabile ! Onorevoli colleghi avete espresso più volte e in tutti i modi possibili – e anche meno possibili – il vostro punto di vista: colleghi (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

SIMONETTA RUBINATO. Onorevole Presidente, io ci provo, ma francamente non credo che sia possibile (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire alla deputata Rubinato di esprimere il suo pensiero ! Vi state comportando in maniera del tutto inconcepibile, non degna di un Parlamento (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si gettano fogli di carta all'indirizzo della Presidenza) !
Voi non sapete rispettare le regole ! Le regole sono per tutti, sono una garanzia per tutti ! Onorevoli colleghi, smettete almeno di tirare oggetti ! Onorevoli colleghi, la seduta è in corso e la Presidenza ha dato la parola all'onorevole Rubinato. Mi dispiace, ma la seduta è in corso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rubinato. Solo se fate parlare l'onorevole Rubinato... (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Onorevoli colleghi dovete far parlare la collega Rubinato che è iscritta a parlare sul complesso degli emendamenti.

SIMONETTA RUBINATO. Presidente, vorrei cercare di fare un po’ di lavoro nel merito visto che... (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, c’è una collega che ha chiesto la parola per intervenire sul complesso degli emendamenti: dovete darle la possibilità di esprimersi ! Non è un modo corretto di procedere... la collega Rubinato... è stata fatta una votazione, la Presidenza ha ascoltato...

SIMONETTA RUBINATO. Presidente, ma non è possibile parlare ! (Dai banchi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Popolo delle Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle si grida: vergogna !)Pag. 126Allora, l'articolo 33 è un articolo particolarmente importante nell'equilibrio... (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di consentire alla collega Rubinato, che è una parlamentare eletta come voi, di esprimere il suo pensiero ! Dovete fare esprimere la vostra collega: ha la parola, è legittimamente iscritta a parlare, perché non la fate parlare (Vive reiterate proteste) ?
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 0,35 del 12 febbraio 2015, è ripresa all'1,55.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

PRESIDENTE. Colleghi, prima di ogni altra considerazione sulle modalità con le quali procedere nei nostri lavori, in particolare con riferimento alla richiesta fatta da alcuni gruppi di prevedere delle pause tecniche, credo che sia necessario ribadire quanto è accaduto in quest'Aula e la piena correttezza della procedura che è stata seguita per la deliberazione della «seduta fiume» e, quindi, anche la piena validità del voto espresso dall'Aula. E vengo a darvi delle informazioni più dettagliate anche dal punto di vista più tecnico, meramente tecnico, procedurale. L'istituto della «seduta fiume» è fondato sull'articolo 41 del Regolamento. Si tratta di un istituto di origine consuetudinaria – è stato già detto in quest'Aula – così qualificato dalla Presidenza della Camera nella riunione della Giunta per il Regolamento del 4 ottobre del 2006. In tale sede, la Presidenza ha rilevato come consuetudini, prassi e precedenti concorrano a costituire il diritto parlamentare insieme alle fonti scritte. Quindi, a pieno titolo, siamo in presenza di consuetudini e questo costituisce diritto parlamentare.
Come è già stato chiarito dalla Presidente, vi sono numerosi precedenti, ripetuti in pressoché tutte le legislature repubblicane, di deliberazione da parte dell'Assemblea di «sedute fiume» per l'esame non solo di disegni di legge di conversione di decreti-legge, ma anche di disegni di legge ordinaria, oltre alla legge finanziaria e di bilancio, provvedimenti sull'interruzione di gravidanza, finanziamento pubblico dei partiti e trattamento di fine rapporto e pensioni. Ciò testimonia il fatto che l'istituto è applicabile a tutti i procedimenti legislativi e non solo a quelli relativi a provvedimenti per i quali, come è stato qui detto, è previsto un termine di approvazione.
Nell'ambito di questi procedimenti legislativi devono senz'altro ritenersi compresi anche quelli relativi all'esame di progetti di legge costituzionale o di revisione della Costituzione, ai quali si applicano in prima deliberazione – e questo ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento – le procedure stabilite per i progetti di legge ordinaria. Quindi, alla luce di ciò, la Presidenza non ritiene che vi possano essere dubbi sulla piena legittimità della deliberazione adottata dall'Assemblea.
Quanto alla richiesta, che è stata avanzata da più parti, di prevedere una sospensione tecnica della seduta fino a domani mattina, la Presidenza ritiene di poter accogliere tale richiesta, al fine di favorire – ripeto: di favorire – ancora una volta, nel corso della sospensione, il raggiungimento di intese di natura politica – ripeto: politica – sulle quali ben poco può la Presidente, nonostante tutta la giornata di oggi la Presidenza si sia spesa per facilitare queste intese tra i gruppi sulla prosecuzione dei nostri lavori. Ciò detto, adesso io sospendo la seduta che riprenderà domani alle ore 9. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 2, è ripresa alle 9,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, Pag. 127i deputati D'Ambrosio, Ferrara, Tofalo, Valeria Valente, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.

PRESIDENTE. Avverto che anche il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito i tempi originariamente previsti dal contingentamento.
Come preannunciato, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
Avverto, inoltre, che tutte le proposte emendative presentate dai deputati iscritti al gruppo MoVimento 5 Stelle si intendono sottoscritte anche da tutti i restanti deputati del gruppo.

(Ripresa esame dell'articolo 33 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Grazie, Presidente. L'articolo 33 modifica l'attuale articolo 119 della Costituzione, cui la riforma costituzionale del 2001 aveva apportato significative innovazioni in ordine all'assetto dei rapporti finanziari tra lo Stato e gli enti territoriali, ponendo le basi per uno sviluppo in senso federale del sistema fiscale italiano, con l'obiettivo di superare il sistema della finanza derivata, in base alla quale gran parte dei tributi viene riscossa dallo Stato, che provvede, poi, a ridistribuirne il gettito agli enti locali attraverso l'applicazione di due principi essenziali, fatti propri dall'articolo 119 nella riforma del 2001.
Il primo è l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa e la disponibilità di risorse autonome per gli enti territoriali anche mediante la potestà di istituire tributi ed entrate proprie da parte delle regioni. Il secondo è la fissazione di principi e strumenti di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
In realtà, in effetti, il sistema relativo all'autonomia impositiva degli enti territoriali e del federalismo fiscale è rimasto sin qui sostanzialmente inattuato e le regioni hanno funzionato come meri enti decentrati di spesa: lo conferma un'analisi sul gettito fiscale pubblicata qualche giorno fa da CGIA Mestre. La distribuzione del gettito tra i vari livelli di governo dimostra la netta prevalenza ancora oggi della finanza derivata: l'80,7 per cento del gettito pro capite finisce, infatti, nelle casse dello Stato, il 10,2 per cento alle regioni e solo il 9 per cento nelle casse degli enti locali costituiti da comuni, province e comunità montane.
Ne consegue che lo Stato ha operato sin qui una rilevante redistribuzione di risorse agli enti territoriali sulla base della cosiddetta spesa storica, colpita, peraltro, negli ultimi anni da rilevanti tagli lineari, senza attivare meccanismi di premialità, ma, anzi, ripianando a piè di lista le gestioni fallimentari.
Ora la riforma interviene sull'articolo 119 con due modifiche: la prima, decisamente positiva, al terzo comma, ove si prevede la garanzia per gli enti locali del finanziamento integrale delle funzioni pubbliche loro assegnate...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Rubinato. Colleghi, siamo pochi; magari consentiamo all'onorevole Rubinato di parlare in un clima sopportabile, grazie. Prego, onorevole Rubinato.

SIMONETTA RUBINATO. È sicuramente più sopportabile di ieri sera. La Pag. 128prima modifica, dicevo, decisamente positiva, al terzo comma, prevede la garanzia per gli enti locali del finanziamento integrale delle funzioni pubbliche loro assegnate sulla base di indicatori di riferimento di costo e fabbisogno, che promuovono condizioni di efficienza. La seconda modifica, al secondo comma dell'articolo 119, desta, invece, alcune preoccupazioni.
Mi riferisco alla materia del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, che, sulla base del combinato disposto degli articoli 117 e 119, verrà riportata, con la riforma, alla competenza esclusiva dello Stato in forma piena, e non più, come attualmente è, nei limiti dei principi fondamentali, e le regioni potranno stabilire tributi propri in senso stretto solo in applicazione di nome statali.
Questa ricentralizzazione al massimo del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario fa venir meno qualsiasi autonomia impositiva delle regioni, come ha rilevato il professor Franco Gallo nel corso di una audizione nella bicamerale sull'attuazione del federalismo fiscale. «C’è il rischio – cito le sue dichiarazioni a verbale – che l'autonomia sia talmente mortificata che una regione, col principio di responsabilità e col controllo degli elettori in sede di votazione, non possa stabilire un tributo minimo per far fronte a qualunque spesa. Mi sembra – continua il professor Gallo – un grosso passo indietro rispetto al 2001». Siamo tutti d'accordo sul fatto che il Titolo V va modificato, integrato e riorganizzato, ma arrivare ad una situazione peggiore di quella precedente al 2001 è un problema che io considero politicamente rilevante, perché attiene all’accountability e a quella che per tutti i Paesi occidentali è l'essenza dell'autonomia, inscindibilmente connesso con il principio di democrazia.
Inoltre, questa ricentralizzazione abbiamo la preoccupazione che avrà l'effetto di legittimare i tagli lineari, perché – come ha sottolineato il professor Luca Antonini nelle audizioni – la Corte costituzionale, proprio in base al fatto che il coordinamento della finanza pubblica è oggi materia concorrente, è arrivata a sostenere che i tagli lineari non sono ammissibili o devono essere limitati nel tempo. In sostanza, vi è il rischio, con queste modifiche a questa norma, di legittimare una forma di governo della spesa pubblica deresponsabilizzante sia per lo Stato che per gli enti locali, in quanto sarà fondato, ancora più di oggi, l'assetto dei rapporti fra Stato ed enti territoriali su una finanza di trasferimento, a detrimento del principio di responsabilità, mentre ciò che serve è, al contrario, rafforzare il principio di responsabilità. Non ci può essere, infatti, controllo democratico dei cittadini sull'operato degli amministratori da loro eletti, se non c’è vera autonomia finanziaria, ovvero corrispondenza del soggetto che decide le entrate e le chiede ai cittadini, con il soggetto che ha il potere di effettuare la spesa. Finché prevale la finanza derivata dello Stato non ci sarà responsabilizzazione delle classi dirigenti locali.
Infine, la circostanza che l'autonomia impositiva, con la nuova formulazione dell'articolo 119, venga meno solo per le regioni ordinarie, ampliando il divario di strumenti anche sul piano fiscale a disposizione rispetto alle regioni speciali, rischia di mettere alla prova la capacità di tenuta del sistema.
Di qui il complesso degli emendamenti presentati all'articolo 33: per cercare di introdurre alcuni correttivi per salvaguardare l'obiettivo del federalismo fiscale e il principio di responsabilità, per riportare la materia del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario – questo è il punto fondamentale – nell'ambito della competenza concorrente, con una competenza dello Stato limitata ai principi fondamentali; per assicurare certezza e stabilità all'autonomia finanziaria degli enti territoriali, per estendere alle autonomie speciali le disposizioni in esame, e in particolare gli indicatori di riferimento di costo e fabbisogno, almeno a fini di monitoraggio; per introdurre, accanto ai parametri di fabbisogno e costi, anche quello della capacità fiscale dei territori, Pag. 129per assolvere nel modo più efficace alla funzione perequativa che spetta allo Stato.
Prendendo atto con rammarico che non ci sono le condizioni per l'approvazione di tali proposte migliorative, su richiesta della presidenza del gruppo ho ritirato parte dei miei emendamenti. Il mio auspicio è che, in seconda lettura, possa esserci una pacata e approfondita rimeditazione su questa materia, che è particolarmente rilevante per individuare un corretto bilanciamento tra il principio dell'autonomia e quello di armonizzazione della finanza pubblica, per permettere un governo più responsabile e trasparente della spesa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

ALAN FERRARI. Signor Presidente, l'articolo 119 della Costituzione rientra, come i precedenti, nel Titolo V, ovvero quel Titolo della nostra Costituzione che disegna i rapporti tra le competenze dello Stato centrale e gli enti periferici, in particolare le regioni, i comuni e le città metropolitane.
E faccio questa precisazione in funzione del fatto che una delle modifiche che vengono apportate in questo articolo sta nella soppressione dell'espressione «provincia», con tutto il significato che questo ha assunto anche grazie al decreto-legge n. 66 dello scorso anno.
Questo è un articolo che sostanzialmente ci dice che i comuni, le città metropolitane e le regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, ma concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea.
Successivamente si stabiliscono e si applicano tributi alle entrate proprie e si dispongono compartecipazioni, però a patto che questo sia fatto in armonia con la Costituzione e secondo quanto disposto dalla legge dello Stato, al fine, appunto, del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Cioè, sostanzialmente, si tende – come dire – a ribadire un concetto che cerca di tenere insieme il bisogno complessivo del Paese di avere un'armonia di bilancio e di rispettare i vincoli di bilancio con un tema, che è quello della responsabilità che ogni ente locale deve avere rispetto alle imposte che pone e rispetto alla propria modalità di gestione delle proprie risorse finanziarie.
Si è discusso molto, anche nei giorni scorsi, sulla riforma del Titolo V e sono state espresse e si ritrovano queste preoccupazioni anche in una serie di emendamenti che riguardano l'articolo 119, e vi sono una serie di dubbi sull'efficienza di questo ridisegno.
Io vorrei ricordare che il Titolo V, nella sua articolazione e complessità, e anche quindi questo articolo 119 in realtà muovono da due obiettivi: il primo è quello di porre rimedio a una situazione che si è venuta a creare dopo la riforma del 2001, ovvero una situazione che ha, ahimè, determinato una serie di sovrapposizioni e di difficoltà di interpretazione di competenze tra i diversi livelli dello Stato; l'altro obiettivo è quello inevitabilmente – come dire – di porre l'attenzione sul tema della responsabilità finale.
Le preoccupazioni che si sono espresse, sia per gli articoli precedenti sia su questo, riguardano le decisioni che sono state assunte dal Governo e dalla maggioranza, e cioè di prevedere che ci sia un più rigido controllo o addirittura un accentramento di competenze verso il centro dello Stato, e sono preoccupazioni legittime, che io penso debbano essere gestite e interpretate con grande lucidità.
E non uso a caso la parola «interpretate», perché, vedete, io credo che, nel momento in cui tra il 1946 e il 1948 c’è stata consegnata una Costituzione che diceva che l'Italia, come primo Paese nel mondo, si affidava al funzionamento di un grande Stato che garantiva servizi universali in tema di assistenza, di sanità e di scuola, nel momento in cui si è fatta quella scelta, da quella scelta deriva, ahimè, un fatto, cioè che è necessario che prima di tutto lo Stato, nelle sue articolazioni, ma prima di tutto lo Stato, organizzi le proprie Pag. 130istituzioni e le metta nelle condizioni di avere l'ultima responsabilità verso i cittadini. Cosa voglio dire ? Voglio dire che lo Stato si è assunto la responsabilità, in una regione del Sud come in una del Nord, di garantire in modo universale la stessa qualità dei servizi e gli stessi servizi a italiani provenienti da regioni differenti.
Ebbene, quello che è accaduto con l'approvazione del 2001, ma più in generale in questa lunga fase, che possiamo anche estendere a molto più di un decennio, è stato che ci si è alternati tra fasi che seguivano una logica di decentramento ad altre che hanno seguito, invece, una logica di accentramento dei poteri, in un'alternanza quasi sinusoidale, che io mi auguro che questo Governo, nell'interpretare questa riforma, una volta che sarà approvata, sarà capace di dismettere.
Allora, dove sta la preoccupazione ? La preoccupazione sta proprio nel fatto che questa riforma va nella direzione di rimettere la responsabilità finale al centro, rispetto al fatto che gli italiani abbiano tutti gli stessi servizi, siano questi erogati e organizzati direttamente dagli enti locali o dallo Stato. Queste preoccupazioni richiedono un'azione di interpretazione di un certo tipo. E perché nel 1946-1948, in realtà nel dibattito che ha preceduto la Costituzione, si è scelto di fare così e di organizzare lo Stato garantendo servizi universali a tutti gli italiani ? Perché si immaginava che questo Paese, per la sua conformazione e per la sua cultura, che è una cultura fatta da tante diversità geografiche e culturali, assumesse...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ferrari. Colleghi, torno a ripetere che chiedo un pochino di silenzio. Grazie. Prego, onorevole Ferrari.

ALAN FERRARI. Presidente, dicevo che, quando si è assunta quella scelta, ovvero di darsi uno Stato così importante, un centro dello Stato così importante, ma soprattutto di riconoscere servizi universali a tutti gli italiani, si è senz'altro concretizzato, non solo un dibattito che si è tenuto nei due anni della Costituente, ma anche uno scambio culturale molto più profondo, che ha radici risorgimentali nel nostro Paese, rispetto al fatto che uno Stato così grande e così importante, ovviamente anche considerando le sue articolazioni istituzionali, fosse pienamente nelle condizioni di sostenere quello sforzo universalistico dei servizi. Quelle condizioni erano determinate dal fatto che si credeva che, di per sé, il nostro Paese avrebbe assunto un processo di diffusione di responsabilità e di competenze fino alla proprie periferie, ovvero fino a quegli enti che hanno la possibilità di avere i cittadini dinanzi a loro, quindi di instaurare e di creare con il cittadino un rapporto di scambio e di verifica continua sulla bontà dei servizi che vengono erogati.
Il problema è che – ahimè ! – quelle aspettative, che erano considerate naturali per la storia d'Italia, in realtà sono state discretamente disattese e noi ci siamo trovati un Paese che non ha saputo garantire, sia quando è prevalsa la linea dell'accentramento, sia quando è prevalsa quella del decentramento, non tanto l'universalità, perché questo è un principio inderogabile, quanto l'efficienza dei servizi che sono erogati.
Allora, io penso e voglio interpretare così lo spazio che avrà questo Governo nell'assumersi una responsabilità maggiore rispetto ad alcune competenze ed è una responsabilità che deve agire facendo in modo che tutte le regioni – che poi vuol dire tutte le istituzioni locali italiane – si assumano la responsabilità, insieme al Governo che ha la facoltà e il dovere di coordinarne l'azione, di ciò che arriva alla fine al cittadino. Senza un lavoro di coordinamento, un potere maggiormente centralizzato fallirà, come è fallito in passato, in tante fasi della nostra storia repubblicana. Io penso che un lavoro di coordinamento inedito abbia tutte le condizioni, invece, per raggiungere gli obiettivi che ci si è dati ancora prima di scrivere la nostra Costituzione.
Da questo punto di vista, io penso che ci sia ampiamente questo spazio e che ci sia anche la possibilità, una volta per tutte, di fare ulteriormente chiarezza su un Pag. 131punto. Infatti, una parte del dibattito che si è concentrato su questi articoli del Titolo V è sembrata mossa dall'esigenza di dare forma a una prova di forza tra chi ritiene sia più corretto che il potere sia presso lo Stato, presso il centro del Paese, il centro delle istituzioni, e chi, invece, ritiene che sia un potere da affidare più significativamente alle regioni.
Quello che dicevo prima racconta la storia di un Paese che tende a responsabilizzare fino all'ultimo anello della catena istituzionale. Il punto non è un derby tra lo Stato centrale e le regioni, il punto è innescare un processo di democratizzazione del Paese, in cui inevitabilmente lo Stato centrale, per una ragione, e le regioni, per l'altra, avranno un ruolo significativo, ma non esclusivo.
Il tema, appunto, della sostenibilità di un sistema di servizi universale non è scegliere tra chi ha più potere tra lo Stato centrale e le regioni, ma sta nella capacità di uno Stato centrale, che ha fatto questa scelta di maggior accentramento, di coordinare il lavoro delle regioni, e insieme alle regioni, che sono le situazioni più importanti, insieme allo Stato centrale di questo Paese, fare in modo che i servizi arrivino ai cittadini con la qualità che si è detto.
Uno degli effetti a mio avviso importanti di quest'opera di coordinamento che il Governo deve fare è la chiusura di una fase in cui, nel 2001, per errore di tutte le parti politiche, io credo anche della mia, si è pensato che la semplice delega alle regioni, non solo dell'organizzazione di alcuni servizi, ma anche, come dire, del rispetto di ciò che arrivava al cittadino in riferimento ai principi inderogabili, cioè i diritti del cittadino iscritti in Costituzione, io penso che l'errore che è stato fatto sia stato quello di pensare di essere sulla strada giusta, semplicemente perché si è delegato, non assumendosi più la responsabilità, se non attraverso formali Conferenze Stato-Regioni, ma non assumendosi più come Paese la responsabilità di fare un lavoro di coordinamento con le regioni e verificare che cosa stava accadendo.
Allora, siamo un Paese che ha una parte pubblica di se stesso poco efficiente, e lo abbiamo dimostrato, ahimè, in tanti casi ed è questo un tema che è emerso anche dal dibattito in questi mesi, su questa riforma costituzionale. Io credo che, nel momento in cui, proprio come effetto della riforma del Titolo V, il Governo prevalentemente, ma anche il Parlamento, in un senso di responsabilità più ampio, dovessero attivare un processo di maggiore coordinamento con gli enti locali e con le regioni, una delle cose che devono essere chiarite immediatamente, assieme all'individuazione di costi standard, che possono essere uno degli elementi per capire quanto l'istituzione locale, sia essa una regione o un ente più periferico, stia funzionando, stia gestendo bene la responsabilità che ha, è il fatto che ci siano ragionevolmente degli indicatori che ci consentono di valutare quale è il tasso di variazione; perché noi non possiamo pensare che semplicemente per una legge dello Stato, sia essa pure una legge così importante, come la riforma della Costituzione, in un attimo il Paese, che fino a ieri si è presentato con velocità così diverse, sia in grado da domani, semplicemente perché c’è un centro più bravo a coordinare, o perché c’è scritto in una legge, di garantire gli stessi servizi. Ma, sarebbe assolutamente sbagliato guardare l'esito di questo lavoro semplicemente in valore assoluto. Se noi dobbiamo metterci nelle condizioni di valutare che se oggi, un servizio in Lombardia, ha un certo valore ed un servizio in una regione del Sud ne ha un altro, il tema non è portare il servizio della regione del Sud allo stesso valore di quello della Lombardia, ma è fare in modo che ogni anno quel servizio della regione del Sud tenda a migliorare il risultato dell'anno precedente.
Con questa logica, io penso che dobbiamo interpretare la riforma che stiamo impostando, una riforma che muove dall'esigenza, come dire, di assumersi una responsabilità finale e io penso che sia corretto apprezzare il fatto che il Governo questa responsabilità se l'assuma e, contestualmente, provare a rinnescare un processo Pag. 132di responsabilità che, però, non devii in modo significativo dalla prima responsabilità che abbiamo tutti, e cioè gli equilibri di bilancio, che danno anche, a mio avviso, l'idea della nostra serietà, non solo in Italia, ma anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, ci sono altri che hanno chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti ? Non mi pare. A questo punto passiamo ai pareri.
Onorevole Fiano, vuole, come l'altra volta, che li legga io, oppure procede lei ?

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. No, li leggo io, perché c’è la nuova stampa del fascicolo. Glieli leggo uno per uno, per controllare, visto che la nuova edizione, ovviamente, non riporta i ritirati.
Allora, a pagina 9 del nuovo fascicolo, l'emendamento...

PRESIDENTE. Un attimo solo, perché va direttamente a pagina 9, onorevole Fiano ? Ho a pagina 1 l'emendamento 33.1.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi pareva di dover dare i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 34.

PRESIDENTE. No, sull'articolo 33.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi perdoni.

PRESIDENTE. Abbiamo svolto gli interventi sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 33.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Un secondo solo, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, c’è il nuovo fascicolo.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ce l'ho, è questo.
A pagina 1, sull'emendamento Nuti 33.1, la Commissione esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; la Commissione esprime, altresì, un invito al ritiro, oppure il parere è contrario, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Toninelli 33.4 e Giancarlo Giorgetti 33.5, nonché sui subemendamenti Giancarlo Giorgetti 0.33.2.20 e Cozzolino 0.33.2.1.
Sul subemendamento Ferrari 0.33.2.101 la Commissione si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Fiano. Collega Melilla, io non riesco a sentire, scusi. Grazie.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Le ripeto, Presidente, l'ultimo che ho citato è il subemendamento Ferrari 0.33.2.101, sul quale la Commissione si rimette all'Aula.
La Commissione, inoltre, esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Cozzolino 0.33.2.2, sull'emendamento Matteo Bragantini 33.2, sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511, sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504, sull'emendamento Bianconi 33.17, sul subemendamento Cozzolino 0.33.18.1, sugli identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505, nonché sull'emendamento Scotto 33.6.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 33.900.
La Commissione esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Piccione 33.19, Costantino 33.10, Quaranta 33.20.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Onorevole Toninelli, lei ha il nuovo fascicolo ? Vuole che glieli legga io ? Siamo all'emendamento Nuti 33.1.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.

Pag. 133

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Toninelli 33.4.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giorgetti 33.5.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Giancarlo Giorgetti 0.33.2.20.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.33.2.1.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Ferrari 0.33.2.101.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.33.2.2

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 33.2.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Bene. Poi abbiamo gli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento Bianconi 33.17.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.33.18.1.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Scotto 33.6.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 33.900 della Commissione.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Piccione 33.19.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento Costantino 33.10.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. L'ultimo è l'emendamento Quaranta 33.20.

Pag. 134

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, prego.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Nuti 33.1...

PRESIDENTE. Siccome lei ha il vecchio fascicolo...

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Ho il fascicolo numero 5.

PRESIDENTE. Ci sono sicuramente molti subemendamenti che non ci sono più. Se lei consente, glieli leggo io e facciamo prima.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sì, meglio. La ringrazio.

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento Nuti 33.1.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento Toninelli 33.4.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giorgetti 33.5.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Giancarlo Giorgetti 0.33.2.20.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.33.2.1.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Ferrari 0.33.2.101.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Poi abbiamo il subemendamento Cozzolino 0.33.2.2

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere contrario.
Anzi, anche sul subemendamento di prima, Ferrari 0.33.2.101, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Matteo Bragantini 33.2.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Bianconi 33.17.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.33.18.1.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 135

PRESIDENTE. Identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Scotto 33.6.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 33.900 della Commissione.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento Piccione 33.19.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Poi abbiamo l'emendamento Costantino 33.10.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. L'ultimo è l'emendamento Quaranta 33.20.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio.
L'onorevole Quaranta è in Aula ? Allora procediamo senza i pareri dell'onorevole Quaranta.
Dunque, passiamo... ah, devo dare la parola al Governo: onorevole Scalfarotto, lo so, penserà che io ce l'ho con lei, ma le posso assicurare che non è così !

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Un pochino sì, Presidente, devo ammettere che comincio a pensare di sì. Comunque, ci rifaremo !
I pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 33.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Malisani. Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Moscatt. Altri che non hanno votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare (per due deputati) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie).
Sospendo pertanto la seduta, che sarà riconvocata tra un'ora.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale già approvato in prima deliberazione dal Senato n. 2613-A. Dobbiamo nuovamente passare alla votazione sull'emendamento Nuti 33.1 nella quale, prima della sospensione della seduta, è mancato il numero legale. Pongo dunque in votazione l'emendamento Nuti 33.1. Onorevole Crippa, le do la parola subito dopo, perché dobbiamo fare prima la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 33.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza Matteo Bragantini e del relatore di minoranza Toninelli.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cassano, Amoddio, Piepoli, Migliore, Di Salvo, Pellegrino, Nicchi, onorevole Fedriga, Caparini.Pag. 136
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 348
Votanti 347
Astenuti 1
Maggioranza 174
Hanno votato 34
Hanno votato no 313.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Onorevole Crippa, prego.

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, un richiamo al regolamento, articolo 8, per chiarire quanto è successo ieri sera e quanto oggi stiamo, o meglio state, visto che noi non abbiamo preso parte alla votazione, portando avanti. Leggo quanto riportato dallo stenografico, quanto alla richiesta che è stata avanzata da più parti di prevedere una sospensione tecnica della seduta fino a «domani mattina». Questo è quanto letto e verbalizzato dalla Presidente Boldrini sullo stenografico. Peccato però che la seduta è stata sospesa alle 2, «domani mattina» vorrebbe dire che noi ci dovremmo trovare venerdì e non giovedì, perché la seduta, alle 2 del mattino, è stata dichiarata eletta dalla Presidente Boldrini poco prima delle 2 e, avendo riportato nello stenografico, non «ci vediamo tra sette ore» durante la sospensione, ma dando come tempistica quella riferita al domani, la definizione che dà la Treccani di domani è il giorno che dovrà venire. Alle 2 del mattino (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) – credo che anche i colleghi del PD abbiano capito così ed è per questo che è venuto meno il numero legale stamani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e autonomie e Forza Italia – Il Popolo delle libertà – Berlusconi presidente). Però, adesso, al di là della ilarità che può suscitare, io credo ci sia una ragione fondante in quello che sto dicendo. Il fatto che venga riportato un concetto chiaro come quello di domani, che è il giorno successivo a quello in cui vengono pronunciate le parole, se la Presidente Boldrini lo ha pronunciato all'1.30, 1.40, 1.50, quello che era, ovvero già nel giovedì 12 febbraio, per me il concetto di domani è venerdì 13 febbraio. A questo punto, o serve una capigruppo che vada a rettificare questa decisione, o altrimenti stiamo facendo una violazione.
Ci deve essere in qualche modo una presa d'atto che un'indicazione della Presidenza venga disattesa dall'andamento dei lavori dell'Aula. Credo che sia un errore, per carità, ma nel momento in cui è stato commesso bisogna porvi rimedio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E visto che è stato commesso, a questo punto conviene convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per stabilire il calendario reale di cosa intendesse la Presidenza con il concetto di «domani». Per intanto la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, non le nascondo che la polemica è arguta e anche a tratti divertente, per le motivazioni, quindi sicuramente non posso che cogliere lo spirito del suo intervento. È del tutto evidente che lei ha anche presente qual era la situazione questa notte, non particolarmente semplice. Al momento del rinvio – tant’è che la seduta è stata sospesa –, non sono state poste obiezioni e la seduta è stata sospesa e rinviata a questa mattina. D'altra parte, questa mattina (Commenti del deputato Crippa)... Onorevole Crippa, le chiedo scusa, io le sto rispondendo ma non apriamo un dibattito su questo, ovviamente. Non a caso, poi, lei giustamente ha osservato che non ve n'erano tanti quanto necessario per evitare la mancanza del numero legale e su questo ha perfettamente ragione, però è chiaro che la Camera è riconvocata, tant’è che stiamo tutti qui stamattina per proseguire i lavori della Camera. Quindi, è assolutamente evidente che ci si riferiva a questa mattina. Quindi, ho raccolto il suo intervento Pag. 137sul richiamo al Regolamento, le ho anche risposto e non apriamo adesso un dibattito su questo, perché credo di averle risposto anche in base a quello che è nel resoconto stenografico.

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, non riapriamo una discussione su questo argomento, credo che abbiamo un certo numero di questioni che potremo sicuramente affrontare. La Presidenza ha risposto. Può piacere o non piacere, ma la Presidenza ha risposto.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, avevo considerato chiusa la questione. È su questo che vuole intervenire, onorevole Palese ?

ROCCO PALESE. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché mi sembra che, stamattina, dopo che c’è stata la mancanza del numero legale, si stiano riprendendo i lavori come se nulla fosse successo. Non è così. Chiariamo, non è così, perché c'era stato un programma all'interno della Capigruppo – l'ultima che è stata svolta – che poi è stato per vari motivi completamente disatteso. Inoltre, anche nel mio gruppo, c’è una serie di colleghi parlamentari che sposano totalmente quello che ieri è stato posto come problema dall'onorevole Marcon, nel senso che, avendo avuto notificato in Aula, non da altri, un calendario con degli orari, cioè fino alle 23, la proposta che poi è stata avanzata e votata è stata formalizzata oltre le 23. Io non ricordo il minuto esatto, però sicuramente dopo le 23, e da calendario precedentemente notificato, che non aveva subito alcun tipo di variazione, molti colleghi, tra cui l'onorevole Marotta, che è dietro di me, contestano formalmente questo fatto, perché avrebbero voluto essere presenti. Davanti a una situazione di questo genere – e chiudo qui, subito – penso che, al di là del merito del problema posto dal collega Crippa, ciò sia veramente ragionevole, al fine anche di cercare di creare un clima un po’ diverso rispetto a quello che è successo nella nottata. Ritengo, quindi, che sia salutare e auspicabile la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo per determinare poi un aggiornamento sia dell'evoluzione che c’è stata nella nottata sia anche in riferimento al prosieguo dei lavori. Forse sarebbe pure più produttivo per la stessa maggioranza e per il Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, rispondo a lei così lo dico anche agli altri colleghi che eventualmente sull'argomento volessero intervenire: il tema iniziale che lei solleva è stato risolto da un intervento di ieri sera del Presidente, nel quale afferma la piena correttezza della procedura che è stata seguita della deliberazione della seduta fiume e quindi anche la piena validità del voto espresso dall'Aula. Su questo speech non ci sono state, peraltro, contestazioni. Vi è stata prima una polemica, ma questa è la risposta ufficiale del Presidente. Onorevole Palese, rispetto a ieri oggi è accaduto un fatto nuovo. Su questo io sono disponibile se uno per gruppo intende intervenire, perché il fatto che è successo oggi è che è mancato il numero legale.
È sicuramente un elemento politico sul quale, se si vuole fare una polemica, è pienamente legittima in quest'Aula, perché è accaduto. Su ciò che è accaduto ieri sera non ci ritorniamo, perché l'argomento è chiuso.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ieri, quando ho avanzato la proposta della pausa tecnica, ho anche detto di Pag. 138chiedere un parere alla Giunta per il Regolamento e poi una valutazione in Conferenza dei presidenti di gruppo. La Presidente Boldrini, in maniera assolutamente autoreferenziale, ha dichiarato, auto-dichiarato, la correttezza delle prassi seguite, salvo non rispondere in nulla e salvo alcune affermazioni da Wikipedia di diritto parlamentare, invero banali, che potevamo trovare anche noi su Google, su cosa era la seduta fiume e quant'altro. Allora, non mi pare che quest'Aula, in queste condizioni, in questa congerie, si possa accontentare di quel banale speech della nostra Presidente, che non ha risolto alcun problema. Per cui, le ribadisco, dopo tutto quello che è successo ieri e quello che è successo anche questa mattina: urge una Conferenza dei presidenti di gruppo e urge un coinvolgimento della Giunta per il Regolamento per verificare quanto è successo, altrimenti, signor Presidente, possono maturare in quest'Aula decisioni diverse che, come dicevo ieri, potrebbero portare a conseguenze assolutamente negative per i lavori di questi giorni. Non è bene scrollare le spalle o scrollare la testa, altrimenti noi ci scrolliamo la democrazia da quest'Aula. Non è assolutamente bene, signor Presidente. Per questa ragione la invito ancora una volta, visto che anche altri colleghi l'hanno chiesto, ad interrompere questa seduta, sempre per una pausa, in questo caso per consentire una Conferenza dei presidenti di gruppo che analizzi quanto è successo nei giorni scorsi e definisca un percorso all'interno di quanto deciso e porti ad un clima positivo e costruttivo nei lavori parlamentari. Glielo chiedo con grande umiltà ma anche con grande determinazione.

PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, io chiaramente non sospendo la seduta, però trasferirò al Presidente, che ieri ha ritenuto che non vi fosse necessità di riunire la Giunta per il Regolamento. Ovviamente non sono io che posso decidere, trasferirò al Presidente la sua richiesta e attenderemo la risposta del Presidente.

DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANILO TONINELLI. Signor Presidente, io penso che vi siano due questioni importanti che quest'Aula deve considerare e trattare: la prima l'ha posta giustamente il collega Brunetta relativamente ad una questione di natura procedurale che non può non interessare, per l'organizzazione dei lavori d'Aula, la Conferenza dei presidenti di gruppo e che, altrettanto, non può non interessare la Giunta per il Regolamento rispetto a quanto è accaduto ieri in merito alla deliberazione sulla seduta fiume. Quindi, noi rinnoviamo e confermiamo quanto detto già stanotte e quanto confermato adesso della Conferenza dei presidenti di gruppo e della Giunta per il Regolamento. Ma, a margine, Presidente, c’è anche un'altra questione di natura non procedurale ma politica, e questo è importante e le chiedo di ascoltarmi come certamente farà con attenzione. Lei sa che i gruppi parlamentari stanno dialogando; anche il mio gruppo parlamentare sta dialogando con le forze di maggioranza per cercare di ottenere, seppur nella contestazione dell'impianto generale della riforma, qualche punto richiesto di pertinenza del MoVimento 5 Stelle. Questo dibattito sta andando avanti: non ha trovato questa notte e ieri sera nessun punto di incontro, ma questa mattina sembra essersi riaperta questa possibilità. Stando in Aula e continuando a votare, sicuramente un risultato non è raggiungibile; quindi, le chiediamo per questo motivo di natura politica, ma soprattutto, Presidente, per rendere i lavori d'Aula lavori fattibili e gestibili e non «non lavori», come è accaduto stanotte, che non permettono evidentemente all'Aula di trattare nel merito, perché le reazioni che ci sono state sono la conseguenza di azioni che sono avvenute, azioni di forza che hanno dall'altra parte avuto un'azione di difesa altrettanto forte, le Pag. 139chiedo e le formalizzo, Presidente, quanto meno per questo secondo punto, di permetterci di continuare a dialogare proprio al fine di migliorare i lavori d'Aula e magari anche limitarli a livello temporale, a limitarne il tempo della nostra permanenza in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 23 e mi richiamo anche, ovviamente, all'articolo 77 della Costituzione, per quanto riguarda la discussione e la conversione dei decreti-legge. In questo momento ci troviamo a discutere una riforma costituzionale che non ha termini o scadenze, ovviamente, per la sua approvazione, mentre abbiamo da discutere, al contempo, diversi decreti-legge per i quali i termini ci sono e che dobbiamo anche trasmettere al Senato, normalmente in 30 giorni, così che anche il Senato possa avere il tempo di discuterli e convertirli. È chiarissimo, e lo dico ufficialmente in quest'Aula, che l'utilizzo di procedure forzose da parte della Presidenza per la conversione di uno qualsiasi di questi decreti-legge sarebbe assolutamente illegittimo, in quanto i tempi decisi dalla maggioranza nella Conferenza dei presidenti di gruppo, comportano la scelta di non trattare gli stessi decreti, altrimenti si creerebbe un precedente gravissimo nel quale la maggioranza decide, per esempio, di discutere i decreti in un giorno e la Presidenza sarebbe legittimata a mettere la ghigliottina se il giorno è a ridosso della scadenza. Quindi, è chiaro che in questo caso, con la scelta della maggioranza di discutere prima le riforme costituzionali, forzature di questo tipo non potrebbero esserci e questo penso sia evidente a tutti, ovviamente anche alla Presidenza. Quindi, io chiedo come la stessa Presidenza intende decidere, e lo deve comunicare all'Aula nella sua autonomia e nella sua potestà di sciogliere queste criticità che si sono venute a creare, e come crede di poter organizzare i lavori dopo la discussione in Commissione, che non può chiaramente avvenire in due ore per scelte della maggioranza, perché deve essere data disponibilità a tutti, anche ai partiti di opposizione di poter discutere o perlomeno di leggere degli emendamenti che addirittura, in alcuni casi specifici, ancora non sono stati letti e non sono stati discussi in Commissione. Chiedo come la Presidenza, dopo i lavori in Commissione, intende far lavorare l'Aula ? In questa situazione tutto ciò è un problema gravissimo perché non dovremmo, e non vorremmo, trovarci in nuove situazioni di impasse parlamentare. Quindi, chiediamo un chiarimento, ovviamente nel più breve tempo possibile, perché questa discussione è strettamente vincolata alla conversione dei decreti-legge. Non è che viviamo in un mondo parallelo quando facciamo le riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, ovviamente, non voglio riaprire discussioni sulle scelte di ieri, penso che sarebbe utile seguire anche le parole pronunciate dall'onorevole Brunetta e dall'onorevole Toninelli e provare a fare una pausa di riflessione; su cosa ? Sulla possibilità prevista ieri, alla sospensione dei lavori, di trovare un accordo tra i gruppi e provare a produrre un fatto nuovo che eviti ulteriori fratture che non sarebbero utili e nessuno.

PRESIDENTE. Vi sono altri che intendono intervenire prima che io provi a tirare le fila di questa discussione ? No. Io cercherei di raccogliere alcuni elementi per vedere se possiamo trovare intanto, temporaneamente, una soluzione. Riguardo all'ordine dei nostri lavori, abbiamo Pag. 140di fronte a noi la possibilità di passare al voto solo su sessantuno emendamenti, perché sugli altri si deve poi riunire il Comitato dei nove per formulare i pareri. Quindi, saremo costretti, necessariamente, presumo in un range che può essere di un'ora, un'ora e mezza, seguendo come vanno le cose – non lo so, vediamo – a dover interrompere la seduta. A quel punto potremo valutare, magari se adesso i gruppi trovano su questo un'intesa, di dare al Comitato dei nove un tempo congruo per formulare i pareri e per andare avanti nel seguito dei nostri lavori e quel tempo può essere anche utilizzato, contemporaneamente, per proseguire il dialogo, che io ritengo assolutamente utile se può arrivare da qualche parte.
Tanto noi comunque dovremo interrompere per l'espressione dei pareri. Per quanto riguarda, onorevole Fedriga, invece il tema dei decreti-legge, è del tutto evidente che, al momento, c’è una programmazione fatta dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e io penso, ma questo lo stabilirà ovviamente il Presidente, perché, sulla base anche di come proseguiranno i nostri lavori, sarà da rifare un punto per capire se, effettivamente, quel programma può essere portato avanti oppure se va in qualche modo modificato. Non è una risposta che le posso dare io. Ovviamente, trasferirò anche questa sua richiesta alla Presidente.
Se non vi sono obiezioni e siamo d'accordo così, io procederei con queste votazioni, poi sospendiamo per un tempo che valutiamo anche in ragione di quanto sarà necessario al Comitato dei nove.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Beni, Ferranti, Locatelli, Gandolfi, Tinagli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 377
Votanti 356
Astenuti 21
Maggioranza 179
Hanno votato 21
Hanno votato no 335.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Censore e Scuvera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 33.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 377
Votanti 373
Astenuti 4
Maggioranza 187
Hanno votato 38
Hanno votato no 335.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giorgetti 33.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie.Pag. 141
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Calabria, Segoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato 43
Hanno votato no 335.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Giancarlo Giorgetti 0.33.2.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Palese, Giammanco, Tancredi, Capodicasa, Ruocco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 385
Votanti 383
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato 81
Hanno votato no 302.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.33.2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Galgano... Totaro... Colaninno... Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 388
Votanti 387
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato 83
Hanno votato no 304.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Ricordo che il subemendamento Ferrari 0.33.2.101 è stato ritirato.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, solo trenta secondi tornando sulla discussione che avevo introdotto prima ma non entro nel merito: le chiedo soltanto e lo chiedo ufficialmente come gruppo della Lega la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo durante la pausa così da dirimere la questione decreti che riteniamo vincolante anche per il prosieguo di questi lavori perché, ripeto, c’è anche una Commissione che non si può convocare durante la seduta fiume.

PRESIDENTE. Va bene. Lo trasferirò alla Presidente e vediamo cosa deciderà.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.33.2.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Pag. 142Nord e Autonomie e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli... Brunetta... Ciracì...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato 71
Hanno votato no 314.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Censore, Di Salvo e Prataviera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario)

Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 33.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, con questo emendamento noi intendiamo riscrivere l'articolo 119, cercando di definire meglio i concetti basilari fondamentali che vorremmo fossero inseriti e sottolineati all'interno di questa riforma costituzionale, quali la funzione del Fondo perequativo e il concetto di fabbisogni e costi standard. Riteniamo, infatti, che siano concetti sicuramente presenti in nuce all'interno del testo così come è stato ridisegnato sia al Senato sia all'interno della Commissione affari costituzionali ma, proprio per dare un senso ad una riforma che ha degli accenni, non sicuramente contestabili, almeno dal punto di vista formale, eccessivamente centralistici, riteniamo sia fondamentale ribadire certi concetti nella riscrittura della Costituzione, in un momento nel quale lo Stato italiano, insieme a tutti gli altri partner, si trova all'interno di una crisi economica internazionale che obbliga i vari sistemi ad adeguarsi al mutato scenario internazionale.
In seguito a tutto questo, è necessario anche attribuire quel valore alle regioni e alle autonomie locali, che, purtroppo, in questa riscrittura della Costituzione, vengono eccessivamente sviliti, per non dire massacrati. Se vogliamo effettivamente dare senso compiuto a quei principi che tutti noi abbiamo sempre sostenuto, almeno dal punto di vista formale, quale la compartecipazione tra le diverse parti dello Stato al fine di dare maggiore efficienza, finalizzata nient'altro che al benessere delle nostre comunità, dobbiamo anche finalmente prendere per le corna il vero problema dello Stato italiano, che è quello degli eccessivi sprechi.
Eccessivi sprechi che vengono determinati anche da una spesa pubblica non controllata, sia a livello centrale – molte volte questo si dimentica – che a livello periferico, e, per fare questo, bisogna chiarire una volta per tutte il concetto fondamentale di un sistema effettivamente capace di rispondere ai cittadini e capace anche, comunque, di mantenere un equilibrio economico fondamentale nel sistema in cui oggi siamo.
Bisogna capire cosa si intenda per costo standard; bisogna capire cosa si intenda per fabbisogno, bisogna anche, ovviamente, concentrarsi sul concetto di fondo perequativo, che non può essere il cavallo di Troia rispetto ad un concetto – ormai noi speriamo appartenente al passato – in base al quale qualunque tipo di spesa fatto da regioni o enti locali assolutamente non responsabili sarebbe poi coperto a fondo, a piè di lista, dallo Stato.
Il fondo perequativo è chiaramente necessario per far sì che quella parte del territorio italiano gestito – diciamolo anche in modo aperto e franco – in modo disinvolto, in alcuni casi in modo truffaldino, anzi criminale, nel corso degli ultimi decenni, non possa guardare comunque all'intervento dello Stato come a una sorta di panacea di ogni incapacità amministrativa.

Pag. 143

PRESIDENTE. Concluda.

CRISTIAN INVERNIZZI. Il fondo perequativo è fondamentale – mi avvio alla conclusione – per far sì che i livelli essenziali siano garantiti in tutto lo Stato e siano garantiti a tutti i cittadini, ma, se non è effettivamente bilanciato dal concetto stringente di costo standard, allora diventa nient'altro che la riedizione moderna e aggiornata della Cassa per il Mezzogiorno. Ecco perché noi riteniamo che un articolo 119, che contiene già, comunque, concetti di questo tipo, debba ulteriormente sottolineare come, se si vuole effettivamente...

PRESIDENTE. Deve concludere.

CRISTIAN INVERNIZZI. ... dare una nuova struttura – mi avvio alla conclusione, cinque secondi – a questo Stato, bisogna anche riconoscere che non si può andare avanti come si è andati avanti negli ultimi anni e bisogna chiarire in modo definitivo che non si può più pensare che la ricchezza prodotta in alcuni territori, e concludo, venga spesa senza responsabilità con riferimento ad altri.

FABIANA DADONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Signor Presidente, il mio gruppo non prenderà parte a queste votazioni. Saremo in Aula, fermi e tranquilli, ma non vogliamo votare i subemendamenti e andare avanti, perché significherebbe avallare la gravissima votazione che c’è stata ieri sulla seduta fiume; una votazione che, lo ribadisco, è stata assolutamente posta in maniera illegittima, e votare e andare avanti, in questo momento, significa avallare e accettare il fatto grave che è successo ieri.
Prima volta nella storia e un precedente che sarà gravissimo ! Sono in corso delle trattative tra i gruppi: noi siamo stati più che disponibili, continuiamo ad esserlo, ma, finché non otteniamo risposta, non prendiamo parte a questa pagliacciata, perché è offensivo verso l'intelligenza critica delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Dadone, io ovviamente, in quanto Presidente di turno, mi rammarico del fatto che il gruppo MoVimento 5 Stelle non prenda parte alla votazione: può essere un fatto marginale o meno, però è quello che intendo esprimere. Ovviamente io debbo ribadire che la decisione di ieri, per quanto riguarda la Presidenza e per quanto riguarda l'Aula e i nostri lavori, è assolutamente legittima e in base ad esse stiamo andando avanti. Mi auguro che nel corso delle ore sia possibile recuperare una questione che secondo me comunque non fa bene.

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, lei dice che la decisione è legittima: io mi permetto di contestarle questa legittimità. E le ricordo, come Ufficio di Presidenza e come Presidenza, che ieri sera io ho posto dei problemi precisi in punto di diritto, ai quali ho chiesto una risposta scritta, che sicuramente avallerà la vostra pretesa legittimità, ma con la quale mi vorrei recare dal Presidente della Repubblica per chiedere se anche lui è d'accordo con noi o con voi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 33.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 144

Paris, Matteo Bragantini, Pilozzi, Farina, Santerini, Marti, Fucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 392
Votanti 389
Astenuti 3
Maggioranza 195
Hanno votato 29
Hanno votato no 360.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, io credo che siamo arrivati al momento decisivo, al colpo al cuore di ogni prospettiva, non dico di federalismo, ma di autonomia e responsabilità che oggi è contenuta nella Costituzione.
Con questo emendamento noi cerchiamo di eliminare l'intenzione dichiarata per cui lo Stato si riserva la possibilità di intervenire in ogni fase dei processi di reperimento delle risorse da parte degli enti locali e delle regioni. Dico «colpo al cuore», perché è chiaro che abbiamo discusso sulle competenze, ma, nel momento in cui lo Stato si riserva in esclusiva la possibilità di determinare le soglie e i margini di autonomia e di eliminarli alla radice, non sì potrà più parlare in alcun caso né di federalismo, declinato con tutti gli aggettivi possibili e immaginabili, né di autonomia.
Dico questo perché ? Perché la situazione attuale – che già da chiunque in quest'Aula è biasimata quantomeno nei territori, rispetto a dei patti di stabilità che con l'attuale Costituzione strangolano comuni, regioni, province, quello che ne è rimasto, sostanzialmente –, ecco, quel Patto di stabilità lì, che oggi tutti in qualche modo criticano, viene edificato come fondamenta della nostra Costituzione.
Noi non lo possiamo accettare ! Non lo possiamo accettare perché già il sistema costruito in questa riforma ha dei presidi che in qualche modo garantiscono completamente il Governo, presidi che risiedono nel fatto che la competenza, già concorrente sul coordinamento della finanza pubblica, è diventata competenza esclusiva dello Stato.
È un presidio il fatto che quella competenza esclusiva dello Stato, con la procedura dell'articolo 70, non contempla di fatto nessuna possibilità per il Senato cosiddetto delle autonomie – cosiddetto delle autonomie – di intervenire su questa materia. Un presidio che, non contenti di questi due chiavistelli messi a tenuta del sistema, risiede anche nella clausola di supremazia nazionale che ieri abbiamo approvato. Infatti, nella misura in cui la competenza esclusiva di questa Camera, senza l'intervento del Senato, va a stabilire quali sono i limiti all'autonomia di comuni e regioni, lo Stato si riserva comunque la possibilità, nel momento in cui questi vanno a insidiare la possibilità di garantire i vincoli che abbiamo stipulato in sede europea, di essere richiamati in qualche modo dalla clausola di supremazia nazionale.
No, non basta ! Non basta. Si deve andare a stabilire che lo Stato si riserva la possibilità di intervenire fino alle misure di dettaglio di comuni, regioni e per quanto rimarrà delle province. È per questo motivo che noi abbiamo proposto questo emendamento. Abbiamo proposto questo emendamento per tornare, quanto meno, alla situazione formale di riconoscimento di autonomia e responsabilità, altrimenti sarebbe più onesto e responsabile eliminare totalmente l'articolo 119 e dire chiaramente che, in questo Paese, il federalismo e l'autonomia e responsabilità non si possono applicare, perché gli Italiani sono immaturi e non possono fare quello che fanno i tedeschi, gli svizzeri e i canadesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !Pag. 145
Gli italiani sono immaturi, questo è quello che sta scritto dietro a questa impostazione, e lo dico anche a tutti i rappresentanti qui che hanno avuto esperienze di sindaco, di amministratore locale, coloro che rappresentano le autonomie speciali in quest'Aula. Quello che sta avvenendo e quello che capiterà inevitabilmente nell'interpretazione che la Corte costituzionale darà di questo indirizzo, che è esplicito e chiarissimo, è qualche cosa che oggi riguarda tutti i comuni e tutte le regioni, ma domani, neppure dopodomani, riguarderà anche voi.
La Lega rimane forse sola a fare questa battaglia in quest'Aula, ma sappiamo che siamo dalla parte della ragione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Se non vi sono altri che intendono intervenire su questo emendamento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore Toninelli si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Bolognesi, Lavagno, Fanucci, Chaouki, Fossati, Carrozza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 380
Votanti 347
Astenuti 33
Maggioranza 174
Hanno votato 65
Hanno votato no 282

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Nicchi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi)

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto semplice. È un emendamento che, dopo quello che è stato già illustrato dal collega presidente Giorgetti...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Matteo Bragantini. Colleghi, gentilmente abbassiamo un po’ il tono della voce ? Grazie. Prego, onorevole Matteo Bragantini.

MATTEO BRAGANTINI. ... che dice che ormai con questa riforma anche il dettaglio dell'autonomia tributaria dei comuni e delle regioni viene deciso dallo Stato centrale, chiede almeno che le entrate proprie dei comuni e degli enti locali non possano essere utilizzate per finalità dello Stato centrale.
Per capirci, per quanto riguarda l'IMU, se c’è un gettito dell'IMU, deve rimanere al comune, non che di una tassa locale, come l'IMU, una parte del gettito va allo Stato centrale, perché è una presa in giro. Dovrebbe essere chiaro che, se una tassa è locale, deve rimanere sul territorio. Altrimenti vuol dire che diamo la responsabilità ai sindaci di applicare una tassa decisa dallo Stato e anche il gettito va allo Stato, o una parte del gettito va allo Stato.
Dunque, i sindaci e gli amministratori si prendono le colpe, fanno la figura dei cattivi, quando non possono decidere, grazie alla vostra riforma, il quantum, non possono decidere come devono applicarla e, in più, neanche prendono il gettito per il loro comune. Se una tassa è dello Stato e va allo Stato, la responsabilità è del Governo e del Parlamento che hanno applicato quella tassa. Se una tassa è locale, a mio avviso – ma penso ad avviso di tutti, di tutti quelli che fanno politica e di tutte quelle persone che hanno fatto gli amministratori –, dovrebbe rimanere al comune. Altrimenti togliamo le tasse locali e le chiamiamo tutte tasse dello Stato centrale. Pag. 146Infatti, onestamente penso che anche molti di voi e molti dei vostri sindaci si siano stufati di vedere che devono aumentare le tasse per legge, non per decisione propria, ma per legge, quindi sono obbligati, e in più una parte del gettito o una grande parte del gettito o anche una piccola parte del gettito di queste tasse deve andare allo Stato centrale.
È una questione di trasparenza. Se è il sindaco che impone una tassa, se la tiene e la utilizza per i servizi che deve dare ai suoi cittadini. Se è una tassa che decide lo Stato, deve essere chiaro che l'ha decisa lo Stato e serve per la fiscalità dello Stato centrale. Questa è semplicemente trasparenza, non sono quei trucchetti che troppo spesso sono stati utilizzati per fare cassa a livello governativo, ma dare la responsabilità ai comuni e agli enti locali. E dopo ci sono le varie conferenze stampa, i tweet e via dicendo, che dicono che si sono ridotte le tasse, senza specificare che hanno ridotto le tasse centrali, hanno fatto aumentare quelle locali e, dunque, dicono che è colpa dei comuni se sono aumentate le tasse locali, non del Governo.
Questa non è trasparenza, è prendere in giro i cittadini. Veramente non riesco a capire e a comprendere perché il Governo abbia dato un parere contrario a questo emendamento, quando – almeno secondo alcuni tweet – avete detto che volete fare una tassa locale unica e che sia chiaro quali siano le tasse locali.
Noi semplicemente diciamo che vi veniamo anche dietro, però le tasse locali del comune devono rimanere al comune, le tasse delle regioni devono rimanere alle regioni. Perché non lo mettiamo in Costituzione ? Non è che volete fare il solito giochetto di chiamare tasse con nomi locali, comunali e regionali, ma dopo, alla fine, il gettito arriva sempre allo Stato centrale ? Spero e penso di no, ma, se veramente non volete questo, non riesco a comprendere perché non volete metterlo in Costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per far osservare al collega Giancarlo Giorgetti, del quale ho stima ed amicizia, che la ricostruzione che lui fa del tema della finanza locale non è coerente con la storia di questi anni, né la Lega ha portato un contributo decisivo su questo campo.
Non è tanto un problema di che cosa si scrive nella Costituzione. La questione di fondo è quello che si fa. Vorrei ricordare che negli anni Settanta, prima dell'introduzione della cosiddetta «spesa storica», la competenza fiscale dei comuni, attraverso l'imposta di famiglia, copriva dal 70 al 75 per cento dei bilanci comunali.
Ora, poiché si è scambiata autonomia per libertà di spesa, senza avere la responsabilità di procurarsi le entrate, siamo arrivati al punto in cui oggi siamo arrivati. E stiamo ancora discutendo dell'IMU ! Quindi vuol dire che siamo molto lontani.
Nell'imposta di famiglia era incorporata la proprietà immobiliare e anche quella agricola. L'idea che si possa prescindere dalla proprietà immobiliare è un inno all'irresponsabilità. Quindi, vogliamo scrivere in Costituzione una cosa che appare in tutta la sua ambiguità ? Ma dove sono i tributi comunali ? Di che cosa parliamo ? Oggi coprono una parte minoritaria del bilancio comunale. C’è una rivoluzione culturale da fare, se vogliamo riportare il principio della responsabilità e, ahimè, Giancarlo Giorgetti, da parte della Lega Nord, in questi anni, è venuto un richiamo generico ad un federalismo che spesso ha portato confusione. Ora stiamo raccogliendo i cocci delle cose che abbiamo seminato male (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente, intervengo, senza impegnare il mio gruppo in ordine alla decisione che il gruppo stesso assumerà su questo argomento, Pag. 147per dichiarare il mio personale voto contrario a questi identici emendamenti. Infatti, con questi emendamenti si va a modificare l'articolo 119 della Costituzione, laddove si stabilisce che, non solo i comuni e le città metropolitane, ma anche le regioni, hanno risorse autonome e si stabilisce che le risorse delle regioni rimangono alle regioni.
Ora, io non ho nulla in ordine alle questioni poste dall'onorevole Giancarlo Giorgetti, che stimo e che apprezzo, che riguardano la necessità di continuare sulla strada della definizione dei costi standard e, prima ancora, dei fabbisogni standard. Ma emendamenti del genere, scritti in questo modo, discussi nell'Aula in questo modo, rischiano di minare profondamente il principio della perequazione contenuto all'articolo 119 della Costituzione, perché rischiano di limitare la possibilità di fare fronte alla minore capacità impositiva delle regioni più povere del nostro Paese. Non credo che sia questa la strada maestra per recuperare alla discussione del nostro Paese il principio legittimo di conferire autonomia e di proseguire sulla strada del federalismo rispetto all'articolazione istituzionale del Paese stesso. Ma emendamenti del genere sono scritti per mettere a serio rischio il principio della perequazione e credo che non meritino di essere approvati.
Per cui, a titolo personale, senza impegnare il mio gruppo, preannunzio il mio voto contrario su questi identici emendamenti (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Latronico, non posso darle la parola, perché ha già parlato per il gruppo di Forza Italia l'onorevole Occhiuto e non può, non c’è tempo, abbiamo fatto una lunga discussione. Al prossimo emendamento magari. Vi sono altri che intendono intervenire ?

GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, ha parlato l'onorevole Matteo Bragantini. Magari lei potrà intervenire dopo. C’è un altro emendamento e lei sa che potrà utilizzare quell'occasione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza Toninelli si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore Matteo Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Fanucci, Tancredi, Invernizzi, Dorina Bianchi, D'Alia, Di Lello, Lainati... L'onorevole Fanucci non riesce a votare ancora... Credo che l'onorevole Fanucci abbia bisogno di supporto tecnico, al terzo settore in alto... Ha votato, perfetto. Altri che non riescono a votare ?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 391
Votanti 358
Astenuti 33
Maggioranza 180
Hanno votato 26
Hanno votato no 332.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 33.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei, ma ovviamente, mi rivolgo, con simpatia, anche all'onorevole Tabacci, che, giustamente, ha raccolto Pag. 148la sfida. Io mi compiaccio del fatto che si possa almeno discutere un attimo di federalismo e di autonomia.
Non voglio fare l'avvocato difensore, ma voglio difendere una vicenda ed una storia politica. Che la Lega non abbia fatto nulla in questi anni non è vero, lo sa anche l'onorevole Tabacci. Abbiamo contribuito, in modo determinante, ad approvare una riforma costituzionale, quella della devoluzione, che, purtroppo, non è stata confortata dal voto del referendum confermativo del popolo italiano. Abbiamo approvato – questo sì – la legge delega sul federalismo fiscale: l'abbiamo approvata a larghissima maggioranza, praticamente all'unanimità.
Certo, nel giro di pochi anni poi le idee possono cambiare. E anche partiti, come il Partito democratico, che è nato e ha costruito anche una storia sul federalismo e sulle autonomie, oggi probabilmente, anche per la composizione dei suoi parlamentari – che, contrariamente al passato, molto spesso non arrivano da esperienze amministrative –, hanno abbandonato questo tipo di contesa.
Quella legge sul federalismo fiscale, di fatto, non è stata attuata. Non è stata attuata sicuramente in relazione alle emergenze finanziarie che si sono scatenate nel mondo, e che – tutti quanti siamo ne consapevoli – hanno limitate responsabilità nazionali.
Detto ciò, però è anche vero che se oggi, faticosamente, siamo arrivati alla definizione di fabbisogni e costi standard dopo tre anni studi e ricerche, non è colpa certamente dei sindaci. Se i LEA ed i LEP, previsti dalla legge sul federalismo fiscale, lo Stato non li ha mai definiti, non è certamente colpa dei sindaci e dei governatori delle regioni.
Insomma, purtroppo di federalismo si è molto parlato. Abbiamo anche prodotto le norme, ma molto spesso, come succede in questo Paese, le norme esistono, ma non vengono attuate e implementate. Un onesto dibattito di tipo politico su quello che è successo in questi anni, prima o poi, quando la polvere in qualche modo decadrà e si adagerà, si potrà fare.
Al collega Tabacci volevo anche osservare che l'imposta di famiglia – io ero piccolo, però ne ho sentito parlare – aveva certamente un suo senso. Quello che è avvenuto in tutti questi anni è stato un fenomeno che conosciamo tutti benissimo. Sono state trasferite agli enti locali, in particolare ai comuni, numerose competenze, e quindi possibilità di spesa. È stata sottratta, invece, la possibilità di gestire le entrate, violando fondamentalmente, in questo modo, quell'elementare principio che presume qualsiasi tipo di responsabilità, cioè la possibilità di determinare entrate e spese. Anzi, in questi ultimi anni, i sindaci sono stati gravati, di fatto, della responsabilità di contribuire, in qualche modo, al raggiungimento dei risultati di bilancio definiti in sede europea.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANCARLO GIORGETTI. Quindi, io non credo che alla Lega si possa attribuire la responsabilità di alcunché. Quello che si poteva fare, noi abbiamo cercato di farlo. Lo dico oggi, nel momento in cui, di fatto, si celebra il funerale di qualsiasi prospettiva federalista. Quello che è stato fatto in tutti questi anni è stato, per via costituzionale e per via di leggi delega, quello che si poteva concretamente fare. La mancata attuazione, francamente, non si può attribuire alla Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, non intendevo tediare l'Assemblea, né replicare al collega Giancarlo Giorgetti.
Io non disconosco i meriti che la Lega ha avuto sul campo nel corso di questi anni. Vorrei però evidenziare il fatto che una predicazione sul tema del federalismo, talvolta disancorato dalla realtà, ha portato il Paese nella direzione sbagliata. Cos’è il Titolo V, che è stato costruito nel 2001, se non il tentativo di far propri i temi della Lega in maniera sbagliata ? Oggi Pag. 149lo stiamo correggendo, ed è inevitabile che lo si corregga, perché nel Titolo V abbiamo affidato alle regioni delle materie che le regioni, in quanto tali, non potevano gestire, dal tema delle libere professioni al tema dell'energia. Pensi, onorevole Giorgetti, che si sono fatti i Piani energetici provinciali, tra un po’ si faranno i Piani energetici familiari. Avremmo bisogno di un Piano energetico europeo e stiamo discutendo di come sminuzzare l'atomo. Questo è sbagliatissimo. Questa non è un'idea federale, questa è un'idea pasticciona. Bisogna correre ai rimedi.
Dopodiché, per quanto riguarda la finanza locale, lei giustamente ha citato il tema della spesa storica e i tentativi che voi avete fatto, io queste cose le condivido. Ma in questi anni gli amministratori locali non hanno voluto gestire i tributi propri. Hanno preso sì le competenze, ma hanno voluto essere parte del disegno fiscale dello Stato senza assumersi le responsabilità, e alla fine sono usciti bastonati perché sono stati costretti a fare gli esattori. Un po’ di autocritica sul punto forse non guasterebbe. Diversamente, facciamo una discussione che può servire tra di noi, ma non va molto fuori di qui (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io chiedo la parola perché questo è uno degli aspetti e dei profili più interessanti e più qualificanti. E il Parlamento, secondo me, dovrebbe dedicare molto più tempo di quello che sta dedicando per discutere di un problema molto grave, sia per il presente che per il futuro del Paese. Dal punto di vista dell'ordinamento, ma anche in riferimento alle norme costituzionali, e non solo costituzionali, il federalismo amministrativo e il federalismo costituzionale, negli ultimi venti anni...

PRESIDENTE. Attenda, onorevole Palese. Colleghi, per cortesia.

ROCCO PALESE. Negli ultimi venti anni nel nostro Paese, sulla scorta di un principio che è un grande valore, ossia quello dell'autonomia e della responsabilità – che è un grande valore e su questo non c’è dubbio – si è, però, innestato un sistema di attuazione rispetto alla finanza pubblica, all'autonomia e all'ordinamento dello Stato, e anche alla parte costituzionale, uno sviluppo che qui è stato rappresentato nelle forme più varie.
Il problema è di come è stato recepito questo grande valore. È stato recepito come anarchia, in modo che ognuno potesse organizzare le risorse pubbliche in sfregio a qualsiasi sistema di spesa pubblica fatta per bene e per i cittadini. Su questo è fallito il regionalismo ! Su questo è fallito il principio di autonomia ! Perché non si è avuta la riduzione delle tasse, non si è avuta la qualificazione della spesa, si è avuta, invece, la triplicazione, perché la riforma del federalismo fiscale e quant'altro è rimasta nel guado ! E quindi abbiamo avuto che cosa ? L'ultima dimostrazione l'abbiamo avuta con la TASI: lo Stato centrale cancella il trasferimento e demanda ai comuni questa tassa da riscuotere, per un importo di 4,3 miliardi di euro. Però il problema vero è che, se sul piano del principio è giusto, sul piano, poi, della realizzazione, lo Stato centrale non ha diminuito di 4,3 miliardi di euro le tasse centrali e, quindi, questa tassa si è aggiunta ! E lo cito come esempio che è bello caldo caldo !
Ora, davanti ad una situazione del genere è fin troppo evidente che bisogna ridiscutere tutto. E che cos’è, se si pone come panacea di tutto i costi standard ? Bene, io sono d'accordo che quello che si dice e che si vuol far credere e vendere come costi standard – la matita, la TAC, l'ecografo, la gomma, e così via – quanto deve costare a Milano, tanto deve costare a Bari, a Napoli e altrove. Ma questi non sono i costi standard ! Per fare questo occorrono centrali uniche di acquisto, Consip, e così via, e basta quello ! I costi standard sono altra cosa. Allora, se vogliamo parlare di costi standard, parliamo pure ! Ma non possiamo indirizzare tutte Pag. 150queste scelte, in rispetto anche a quello che c’è dopo, senza avere una visione critica e proponendo che cosa ? L'abolizione del fondo perequativo ! Ma si ha cognizione di cosa stiamo parlando ?
Noi abbiamo già realizzato un disastro senza precedenti, un disastro che abbiamo realizzato in questi venti anni, sbagliando, soprattutto, con la modifica del Titolo V, che questa riforma non aggiusta per niente, anzi, secondo l'ex presidente della Corte costituzionale De Siervo, l'aggrava e dice «fermatevi». Davanti ad una situazione del genere, che cosa si fa ? Si pone ancora una serie di contraddizioni all'interno di questo aspetto.
Io ritengo che, invece, vada affrontato una volta per tutte il problema di tutto quello che riguarda il riordino della finanza non solo locale, ma della finanza in generale. La Corte costituzionale, per fortuna, ha sopperito alla carenza e alla sbadataggine della politica e agli errori della politica: con una serie infinita di sentenze ha stabilito che il coordinamento della finanza pubblica deve e può essere solo a livello centrale, ci mancherebbe pure ! Poi, a livello locale, cerchiamo di approvare tutti i principi di contabilità secondo efficienza, efficacia e quant'altro. Su questo siamo d'accordo, ma non possiamo continuare, dopo aver sbagliato, dopo che c’è stata la frammentazione: non c’è più l'unità legislativa del Paese, non c’è più l'unità fiscale del Paese. Noi riteniamo, invece, che, in un contesto generale, si debba salvaguardare l'autonomia – ci mancherebbe pure –, autonomia e responsabilità, ma facendolo fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 33.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi, vi pregherei di accelerare, per favore. Ci siamo ? Lainati, Crivellari. Onorevole Malisani, però bisogna restare al posto, perché è un problema. Provi a votare, onorevole Crivellari.
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti). Non è che io posso aspettare che lei voti secondo le indicazioni del gruppo, onorevole.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 392
Votanti 388
Astenuti 4
Maggioranza 195
Hanno votato 85
Hanno votato no 303.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato D'Agostino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.33.18.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Invernizzi, Vincenza Bruno Bossio, Paola Bragantini, Giuliani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 395
Votanti 391
Astenuti 4
Maggioranza 196
Hanno votato 96
Hanno votato no 295.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Pilozzi e Zan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Pag. 151

Passiamo agli identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente. Non è per convincere qualcuno all'interno di quest'Aula sulla bontà di emendamenti di questo tipo, perché mi pare ormai evidente che non vi sia né la volontà di accettarli, e questo è assolutamente legittimo, ma, salvo pochi lodevoli eccezioni, nemmeno la volontà di confrontarsi su temi di questo tipo. Questo sicuramente già spiace di più.
Lo ribadiamo con forza, forse perché sarà anche una delle ultime occasioni all'interno di quest'Aula di cercare di porre l'attenzione su concetti fondamentali necessari all'interno di qualunque Stato, quali appunto quelli dei costi standard e fabbisogno standard o di fondo perequativo, sulla cui effettiva funzione ci sarebbe probabilmente da spendere qualche parola in più.
Noi con questo emendamento non cerchiamo di far altro che chiarire quello che si intende per fondo perequativo e di chiarire, appunto, che l'applicazione di qualunque tipo di fondo perequativo non può assolutamente alterare la capacità contributiva media dei cittadini, perché altrimenti verrebbe meno sicuramente alla sua funzione.
Signor Presidente, è veramente, per noi della Lega, un momento triste, perché avremmo voluto parlare di riforme costituzionali in modo molto più approfondito, avremmo voluto confrontarci sul merito di tutte le nostre proposte, non per cercare di convincere coloro che non credono, appunto, in una struttura federale dello Stato per motivi ideologici, ma quanto meno con le forze di sinistra, che hanno sempre rivendicato con orgoglio le loro radici anche autonomiste, le loro radici effettivamente federaliste, e che purtroppo con questa riforma costituzionale sicuramente, come è già stato prima osservato dal presidente Giorgetti, stanno dando un colpo di grazia definitivo, o meglio se non definitivo sicuramente importante, a qualunque tipo di misura federale da inserire all'interno di una Costituzione.
È un peccato, perché, come è già stato ricordato prima, molti di voi provengono anche da esperienze di amministrazione diretta all'interno di enti locali. Sapete perfettamente anche come la parte buona della politica, se c’è ed è rimasta in questo Paese, in questo sistema, molte volte alberga anche proprio all'interno degli enti locali. Io so, e lo sapete anche voi meglio di me, che vi sono sindaci, vi sono amministratori locali che svolgono quel tipo di servizio proprio in un'ottica quasi di missione nei confronti della propria realtà locale. Lo fanno perché ci credono, lo fanno perché amano la comunità in cui vivono e dalla quale hanno avuto l'affidamento di una responsabilità diretta. Affermare che le migliaia di amministratori locali, amministratori delle autonomie, sono sostanzialmente incapaci di ragionare in termini più ampi del loro piccolo orticello, così come si sta facendo con questa riforma agli articoli 116 e seguenti della Costituzione, sicuramente è un insulto nei confronti di queste persone, un insulto nei confronti soprattutto, permettetemi di dirlo, della storia, della vostra storia personale.
Ed è paradossale che il colpo definitivo alle autonomie locali venga dato proprio – e concludo – da un Presidente del Consiglio che, soltanto fino a pochi mesi fa, o meglio fino a poco meno di un anno fa, era ancora il sindaco di un'importante realtà cittadina italiana, come appunto quella di Firenze. È un peccato vedere che l'omicidio di qualunque impulso federale provenga proprio per mano di chi conosce perfettamente la gestione degli enti locali e l'importanza di questo all'interno di qualunque tipo di organizzazione.
Noi sappiamo che la battaglia che stiamo facendo non è finita, è soltanto rinviata, perché cercare comunque di schiacciare in modo direi quasi autoritario qualunque impulso che proviene dalle autonomie locali non farà altro che produrre l'effetto opposto, vale a dire quello di creare maggiore pressione da parte di quei Pag. 152territori, da parte di quegli amministratori che invece sanno perfettamente quello che potrebbero dare alla loro collettività in termini di servizi e in termini di maggiore efficienza, se fossero posti dalle autorità centrali nella possibilità di farlo. Ecco perché presento tutti questi emendamenti, che sicuramente crolleranno sotto il voto contrario da parte della maggioranza di quest'Aula, ma che pongono comunque con forza le esigenze che ancora oggi ci sono e che ancora oggi esistono all'interno della nostra comunità. Io la ringrazio, Presidente, che parlando al telefono mi dà sicuramente la possibilità di sforare anche oltre il termine previsto di cinque minuti. La ringrazio veramente e approfitto di ogni secondo che viene ulteriormente concesso.

PRESIDENTE. Lei ha chiaramente approfittato del fatto che il Presidente fosse al telefono. Siamo quaranta secondi oltre.

CRISTIAN INVERNIZZI. È il pericolo di lasciare un microfono aperto a un politico. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore di minoranza Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Carbone, Carloni, Verini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 397
Votanti 394
Astenuti 3
Maggioranza 198
Hanno votato 40
Hanno votato no 354.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 33.6, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento, perché sostanzialmente va a modificare l'articolo 119 nel comma quarto, là dove si fa riferimento agli indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno che promuovono condizioni di efficienza, quindi sostanzialmente i costi standard. Voglio sottolineare come la battaglia dei costi standard sia una battaglia che ci ha visti impegnati soprattutto in regione Lombardia ma anche in altre realtà territoriali, per la quale abbiamo presentato due emendamenti all'articolo 31, a firma Gelmini e Centemero, nei quali si inseriva lo stesso principio all'interno appunto di quell'articolo. L'articolo 33 è un articolo molto importante, perché disciplina...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Centemero. Per favore, il banco del Governo deve essere lasciato libero. Onorevole Piccione !

ELENA CENTEMERO. Disciplina, come dicevo, l'autonomia finanziaria degli enti territoriali e chiaramente, rispetto a quanto è stato modificato all'articolo 117, è evidente che questa autonomia finanziaria legata agli enti territoriali con il fatto che appunto nell'articolo 117 la materia di coordinamento della finanza pubblica e il sistema tributario sono state riportate alle competenze esclusive dello Stato – attualmente, invece, è materia di legislazione concorrente – trova ovviamente una sua diminutio capitis, ancora suffragata dal fatto che è stato modificato anche il procedimento legislativo all'articolo 70.Pag. 153
Noi invece riteniamo che l'autonomia finanziaria degli enti territoriali, così come viene delineata dall'articolo 119 e così come avrebbe dovuto trovare una sua attuazione con la legge sul federalismo fiscale, la legge n. 42 del 2009, che fu approvata proprio quando noi eravamo al Governo, possa trovare una sua dignità e una sua applicazione proprio grazie al comma 4, proprio grazie al riferimento agli indicatori di costo e di fabbisogno standard che dovrebbero promuovere livelli di efficienza su tutto il territorio nazionale e che indubbiamente vanno anche a toccare i principi fondamentali del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali, vanno a invertire anche dei diritti fondamentali della cittadinanza quali appunto la sanità, l'assistenza e l'istruzione per i quali, voglio ricordare, ad esclusione della sanità, non sono ancora stati delineati i livelli essenziali di prestazione sul territorio nazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 33.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Amoddio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 388
Votanti 386
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato 23
Hanno votato no 363.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 33.900 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento che riguarda ancora una volta gli indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno che promuovono condizioni di efficienza nell'esercizio delle medesime funzioni, quindi sostanzialmente i costi standard. Noi abbiamo voluto presentare, come dicevo prima, all'articolo 31 due emendamenti, il 31.8 e il 31.522, sulla stessa concezione per rimarcare ancora una volta l'importanza del concetto di costo standard, un concetto che ancora non ha sviluppato appieno ogni potenzialità ad esso sottesa per gli assetti di spesa che coinvolgono in particolare le nostre regioni. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard può costituire un elemento di razionalizzazione della spesa complessiva oltre che di perequazione delle asimmetrie di spesa che si registrano tra regione e regione. Già all'interno appunto del nuovo assetto dell'articolo 119 della Costituzione, come stiamo modificando più qui attraverso l'emendamento della Commissione nel testo che è appunto all'attenzione oggi dell'Aula, in questo momento, è presente un richiamo agli indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno che promuovono condizioni di efficienza. Poteva per noi avere un senso inserire questo concetto anche all'interno dell'articolo 117 della Costituzione, ed era quello lo scopo dei due emendamenti che abbiamo presentato proprio all'articolo 31, che modifica l'articolo 117, tra le competenze esclusive dello Stato, in particolare per la sua indubbia valenza simbolica anche se non apportava delle significative conseguenze giuridiche. Infatti da un lato la determinazione dei costi standard si impone già alle regioni e agli altri enti territoriali in quanto esercizio della competenza statale in materia di coordinamento della finanza pubblica.Pag. 154
Dall'altro lato, essa ovviamente non supplisce alla necessità di successivi atti normativi, che individuino i parametri concreti di riferimento. Proprio la mancanza dei provvedimenti attuativi, ha rappresentato finora il punto di caduta dell'intero progetto di razionalizzazione dei costi.
Per questo, l'impegno delle istituzioni dovrebbe essere massimo in tal senso per contribuire in maniera decisiva a quell'opera di razionalizzazione della spesa pubblica che il nostro Paese aspetta da anni e rispetto al quale i costi standard sono sicuramente un passo in avanti importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccione. Ne ha facoltà.

TERESA PICCIONE. Signor Presidente, intervengo perché credo che la riformulazione della Commissione, che io trovo saggia...

PRESIDENTE. È un emendamento, onorevole Piccione, non è una riformulazione.

TERESA PICCIONE. È una riformulazione...

PRESIDENTE. No, è un emendamento della Commissione.

TERESA PICCIONE. Sì, è un emendamento della Commissione che comunque, secondo me, toglie proprio dalla Costituzione – mi dispiace non essere d'accordo con i miei colleghi – il riferimento ai costi standard, che credo siano saggiamente ripristinati nel loro luogo naturale, cioè una legge ordinaria.
Io credo che essi andassero corretti con l'emendamento successivo che io avevo presentato, cioè che si mettesse, accanto al riferimento al costo e al fabbisogno, anche il riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni, o comunque ai livelli essenziali di assistenza. Questo perché credo che sia compito dello Stato anche delineare, dare valore e dare criteri all'uso del fondo perequativo.
Credo che il mancato inserimento in Costituzione certamente diminuisca l'irrigidimento della norma e dia facoltà di una flessibilità che non sarebbe stata permessa dal riferimento al costo standard, però ritengo sia doverosa una legge che abbini al costo standard il riferimento ai livelli essenziali di assistenza e ai livelli essenziali delle prestazioni, che ripristini uno sfondo valoriale su cui si muove e si imposta la nostra Costituzione, che è il valore della solidarietà nazionale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo, ma non posso darle la parola perché ha già parlato l'onorevole Centemero.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.900 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie e con il parere contrario del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Carrozza, Tartaglione, Braga, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 389
Votanti 387
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato 383
Hanno votato no 4

(La Camera approva).

Prendo atto che l'emendamento Piccione 33.19 è stato ritirato.Pag. 155
Ricordo che l'emendamento Costantino 33.10 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 33.900 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 33.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Tidei, Patriarca, Marchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato 101
Hanno votato no 288

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Rubinato ha segnalato che ha votato contro, ma che avrebbe voluto votare a favore).

Passiamo alla votazione dell'articolo 33.
Colleghi, a differenza di quanto avevo detto prima, adesso passiamo alla votazione dell'articolo 33 e poi dobbiamo interrompere i lavori, perché abbiamo dei problemi su alcuni emendamenti riferiti all'articolo 34 (Commenti). Immagino, onorevole Latronico, cercheremo di venire incontro alle sue esigenze molto presto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie Presidente, ci tengo a fare questa «dichiarazione di non voto» nei riguardi di questo articolo. C’è stato da parte nostra una notevole apertura, in questi giorni, su questa riforma, anche se in realtà forse non tutta l'Aula, e i colleghi, ne sono a conoscenza. Sono state avanzate dieci proposte emendative, siamo scesi a sette, siamo arrivati a tre. Io voglio che sia chiaro a tutti i colleghi dell'Aula (perché questa è una riforma costituzionale per cui è importante che ciascuno, con la propria coscienza, sappia che cosa sta andando votare) che le nostre proposte sono di amplissimo respiro, sono il minimo sindacale che bilancerebbe molto questa riforma che per noi diventerebbe troppo governativa e non concederebbe, in alcun modo, alle minoranze e ai cittadini di partecipare. Ciò che chiediamo sono tre emendamenti: l'emendamento Dadone 11.300, che riguarda l'esame obbligatorio, a data certa, delle proposte di legge di iniziativa popolare da parte delle Camere, quelle che le Camere costantemente ignorano, tenute nei cassetti, nonostante i sacrifici dei cittadini per chiedere di discutere degli argomenti che per loro sono di vera importanza, non le «fuffate» di cui si discute qua dentro spesso; l'emendamento Fraccaro 15.2 che riguarda la proposizione di referendum, senza quorum, che siano abrogativi e propositivi, perché dobbiamo dare una possibilità ai cittadini di dire qualcosa, perché vi garantisco che spesso sono migliori legislatori di quanto non lo siamo noi e voi soprattutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); la proposta emendativa Toninelli 37.01, che prevede il ricorso da parte delle minoranze parlamentari nei confronti degli atti votati alle Camere alla Corte costituzionale. Non stiamo chiedendo la luna, non stiamo chiedendo un Senato elettivo, non ci sogniamo di chiedere un dimezzamento dei parlamentari o del vostro stipendio, noi lo facciamo, ma chiaramente va a buon cuore di ogni parlamentare. Non vi chiediamo di cacciare i condannati, non stiamo chiedendo niente di incredibile, stiamo chiedendo di dare la possibilità ai cittadini di intervenire nella vita politica del Paese, perché questo è per noi il concetto di sovranità che appartiene al popolo. È il minimo sindacale e a queste proposte ci è stato risposto un secco «no». Questo è il concetto di dialogo che ha il Partito democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 156

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare all'articolo 33, che modifica l'articolo 119 della Costituzione, e anche per prendere un minuto di tempo, per fare qualche considerazione di carattere critico. Io non sono d'accordo con quello che ha detto il collega Tabacci. Il dibattito che vi è stato oggi sull'articolo 119, è stato un dibattito sul merito, io lo trovo un dibattito serio, al contrario di quello che forse è successo in altri passaggi di questa lettura della legge costituzionale alla Camera. Noi abbiamo rivoluzionato (come detto ieri, perché le considerazioni che faccio sull'articolo 119 potrebbero essere mutuate da quelle fatte già sull'articolo 118) l'articolo 117 della Costituzione, che era il cuore della riforma del Titolo V del 2001.
L'abbiamo rivoluzionato in senso statalista e abbiamo «girato» l'attribuzione delle competenze, la famosa attribuzione regionale che comprendeva tutto quello che non era già elencato nelle attribuzioni statali. Concetto molto forte che viene rovesciato. E, poi, c’è la famosa clausola di supremazia intestata al Governo nazionale. Io lo dico con una certa amarezza, anche avendo sentito quello che, legittimamente e pure apprezzabilmente, hanno detto il collega Giorgetti e altri colleghi della Lega Nord. Sono uno che, nel 2000, era consigliere regionale e ha partecipato con entusiasmo alla stagione dell'autonomia statutaria delle regioni e delle assemblee legislative regionali. Ma, tant’è, era l'obiettivo che il dibattito pubblico di questi anni, che il Governo si era dato, e, quindi, l'articolo 117 credo sia in linea con quanto ci siamo dati come obiettivo alla vigilia di questo passaggio di riforma della Costituzione. Io credo che gli articoli 118 e 119 dovessero seguire questo cambio di struttura, questo ribaltamento e, invece, secondo me, hanno un'impostazione debole da questo punto di vista. In particolare, ho sentito anche e approvo le considerazioni fatte dalla collega Centemero. Io penso che a proposito dell'articolo 119 ci siamo limitati a togliere le province dalla norma perché naturalmente intendiamo abolirle, così com’è vero che abbiamo previsto la legge dello Stato come soggetto autore del coordinamento auspicato. Questo è un passo in avanti naturalmente in quella logica. Io credo, però, che doveva partire dallo Stato il discorso dell'equilibrio della finanza pubblica a proposito dell'articolo 119. Da questo punto di vista, lo considero un passaggio incompleto. Detto questo, comunque, voteremo, come detto, favorevolmente sull'articolo 33 di questa riforma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente...

PRESIDENTE. Scusi onorevole Invernizzi, onorevoli Bianconi e Palese, noi stiamo entrando nella vostra intimità perché ascoltiamo tutto quello che, a bassa voce, sostenete. Se potete abbassare leggermente il tono della voce, ne rimarremmo fuori ed estranei. Prego, onorevole Invernizzi.

CRISTIAN INVERNIZZI. Noi voteremo ovviamente contro questo articolo, così coerentemente come abbiamo fatto anche nei confronti degli altri e così come faremo nei confronti dell'impianto generale di questa riforma della Costituzione. Questo è un articolo che, purtroppo, passerà alla storia e alla cronaca, sempre che, tra qualche anno, qualcuno avrà voglia di leggere gli atti parlamentari e, quindi, anche l'iter di definizione di una riforma di questo tipo, per essere proprio l'articolo sul quale si è realizzata, anche dal punto di vista proprio metodologico, la distruzione di qualunque sentimento costituzionale all'interno di quest'Aula. È l'articolo per la cui discussione è stata votata appunto la seduta fiume; è l'articolo nel quale, anche entrando proprio nel merito, Pag. 157vengono previste tutta una serie di sottolineature che «uccidono» definitivamente ogni sentimento federalista all'interno della Costituzione. A noi spiace che una discussione sulla Costituzione sia stata affrontata – e lo dico penso anche suffragato dalla forza dei fatti – per colpa della maggioranza in questo modo. Come ho già avuto occasione di ricordare e come faremo sicuramente anche nel prosieguo della discussione, all'inizio proprio della discussione su questa riforma costituzionale, molte volte è stata citata l'Assemblea costituente, sono stati omaggiati i padri costituenti della Costituzione del 1948; è stato in qualche modo ricordato proprio come su questi banchi, all'interno di quest'Aula, quell'Assemblea era composta da uomini e donne illustri, nei cui confronti tutti voi vi prostrate.
Tale Assemblea ha dato alla Repubblica italiana una Costituzione che è durata sicuramente troppo perché doveva essere emendata prima ma che comunque è durata e ha garantito l'ingresso dell'Italia nel nuovo millennio. Ebbene, quel sentimento non c’è più, quel sentimento, se c’è mai stato, è definitivamente morto perché non potete pensare che, su provvedimenti così importanti e vitali, non soltanto per noi ma anche per coloro che ci saranno dopo di noi, l'approccio nei confronti dell'opposizione è quello, così come voi avete dimostrato, di totale chiusura. Noi abbiamo cercato e avremmo voluto veramente e di cuore – l'abbiamo dimostrato così come è già stato ricordato anche dal presidente Fedriga nei fatti con il ritiro di tutti i subemendamenti – dare una impronta diversa alla discussione. Spiace osservare che, per sentimenti o, meglio, per finalità che nulla dovrebbero avere a che fare con la legge fondamentale dello Stato e che riguardano solo ed esclusivamente l'ego ipertrofico di colui che, in questo momento, occupa la carica di Presidente del Consiglio, vengano attribuiti ad una discussione sulla Legge fondamentale significati che nulla hanno a che vedere con essa, semplicemente per dimostrare che vi è la volontà, a differenza di quello che in passato è accaduto nel corso degli ultimi anni, di dare finalmente all'Italia uno strumento con il quale poter affrontare le difficoltà internazionali che ci sono. Voi avete deciso di porre con protervia ed arroganza la discussione su temi che nulla ad essa competono. Non so sinceramente se quello che è avvenuto in questo ultimo giorno, in queste ultime ventiquattro ore avrà dei risvolti per quanto riguarda il futuro. Mi auguro che il precedente che voi avete creato magari tra cinque o dieci anni non sia utilizzato da altri per modificare in modo unilaterale e peggiorativo la Costituzione. Mi auguro che tutti voi parlamentari del Partito Democratico, che avete sempre fatto della partecipazione, della necessità di condivisione la cifra anche della vostra attività politica, vi siate resi conto di quello che è successo nell'ultimo giorno. Spero che, in tempi non tanto lontani o forse, chi lo sa, anche probabilmente lontani qualcuno non utilizzi il vostro metodo per fare ancora peggio di quello che avete fatto. C’è ancora tempo e concludo per poter intervenire in modo diverso sia nel merito che nel metodo e mi auguro che vi mettiate una mano sul cuore e che diciate a colui che oggi è il Presidente del Consiglio che, per quanto in gamba che sia...

PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi, deve concludere.

CRISTIAN INVERNIZZI. Concludo... non può essere lui a determinare in assoluta solitudine i destini di 60 milioni di persone.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, prima mi faccia concludere le dichiarazioni di voto sull'articolo 33 poi le do la parola.

ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Allora prima l'onorevole Palese.

Pag. 158

ROCCO PALESE. Signor Presidente, la mia richiesta è molto semplice, si tratta di una conferma, in maniera tale che sia patrimonio di tutti: se non ho capito male, noi sospendiamo adesso dalle 12,30...

PRESIDENTE. Attenda, onorevole Palese, mi faccia concludere la votazione sull'articolo 33 e poi ovviamente darò tutte le comunicazioni che debbo dare.

ROCCO PALESE. Perché poi sono convocate le Commissioni dalle 14...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, mi è tutto chiaro. Onorevole Pannarale, possiamo votare e poi procediamo agli interventi sull'ordine dei lavori ? Sto aprendo la votazione. Siccome stiamo per votare un articolo, se il suo intervento non è finalizzato a quello, possiamo votare ? Grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ne approfitto, colleghi, per dirvi che è presente in tribuna una folta rappresentanza di magistrati del lavoro brasiliani, membri dell'associazione «Anamatra», riuniti oggi in congresso presso l'auletta dei gruppi, che salutiamo (Applausi).
Carloni, Gasparini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 383
Astenuti 15
Maggioranza 192
Hanno votato
295
Hanno votato
no 88).

(I deputati Franco Bordo, Matteo Bragantini e Guidesi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Carloni e il deputato Paolo Rossi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Colleghi, proporrei questo: leggo uno speech e poi, in funzione dell'essere soddisfacente...

ARTURO SCOTTO. Presidente !

PRESIDENTE. Che succede ?

ARTURO SCOTTO. Vogliamo prendere la parola prima che se ne vada il Ministro Alfano !

PRESIDENTE. C’è un problema con il Ministro dell'interno. Onorevole Alfano, si accomodi.

ARTURO SCOTTO. Sì, c’è un problema con il Ministro Alfano !

PRESIDENTE. Onorevole Scotto, deve stare molto sereno, ma molto sereno. Non è che per ogni cosa vi è bisogno di urlare. Si può fare una richiesta in modo tranquillo. Onorevole Pannarale, vuole intervenire lei ? Prego. Ne ha facoltà.

ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Non può passare inosservata la presenza del Ministro Alfano in Aula, questa mattina. Il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà chiede un'informativa urgente sull'ennesima strage nel Mediterraneo; non una fatalità, ma una tragedia prevedibile. A solo un anno e mezzo di distanza, era ottobre 2013, altri morti e altra vergogna. Presidente, chiediamo, attraverso lei, che il Ministro riferisca immediatamente in Aula, perché o le vite umane contano qualcosa oppure questo Paese, Ministro, ha smesso di essere civile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, la ringrazio. Terminata la «seduta fiume», eventualmente si può prendere in considerazione la sua richiesta.Pag. 159
Avverto che gli emendamenti Russo 35.500 e Rubinato 39.25 e 39.500 sono stati ritirati dai presentatori.
Ha chiesto intervenire sull'ordine dei lavori il relatore per la maggioranza, Emanuele Fiano, perché, a differenza di quello che aveva sostenuto il Presidente, prima di concludere i voti che abbiamo all'ordine del giorno, vi è bisogno comunque che si riunisca il Comitato dei nove. Quindi, sentiamo cosa ci chiede l'onorevole Fiano, aggiungo una cosa e poi, eventualmente, le comunicazioni. Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sì, poi immagino che sarà il presidente della Commissione...

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi scusi. Il Ministro vuole prendere la parola per rispondere all'onorevole Pannarale. Le ricordo, onorevole Ministro, che, ovviamente, è tutto legato anche alla tipologia della «seduta fiume». Quindi, lei può rispondere all'onorevole Pannarale; la programmazione, eventualmente, di eventuali suoi interventi deve essere compatibile con la programmazione della seduta. Prego.

ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Ringrazio l'onorevole collega di Sinistra Ecologia Libertà per avere posto la questione. Il Governo è, ovviamente, come sempre, pronto a riferire in Aula, compatibilmente con i lavori parlamentari (ma queste sono scelte che competono alla Conferenza dei presidenti di gruppo).
Sceglieremo, come Governo, chi verrà a riferire in Aula, perché la tragedia, come è stato sottolineato da tutte le agenzie di stampa e come risulta in modo evidente, è avvenuta in acque internazionali, e quindi investe un profilo prevalente di politica estera, e investe, per altri aspetti, le politiche della difesa. Certamente, come il Presidente del Consiglio ha affermato, è un tema da Capi di Stato e di Governo.
Quindi, sceglieremo chi verrà a riferire in Aula, anche perché la funzione del Ministro dell'interno, come è noto, sta nel dare accoglienza ai vivi e, purtroppo, drammaticamente, nel dare degna sepoltura ai morti. Noi siamo pronti a riferire e faremo sapere attraverso chi.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, ovviamente le do la parola. Siccome immagino che affronteremo questo dibattito, a prescindere da chi sarà il rappresentante del Governo che interverrà sulla materia, suggerirei di non anticipare adesso la discussione, però, ovviamente, se lei intende intervenire, prego.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ovviamente interveniamo portando innanzi tutto la solidarietà alle 330 vittime, alle nuove purtroppo 330 vittime del Mediterraneo. L'intervento del Ministro però non mi esime dal fare una considerazione, unendomi alla richiesta dei colleghi di SEL, nel chiedere alla Presidenza che l'informativa venga però fatta dal Ministro dell'interno. Perché ? Perché abbiamo assistito ieri all'ennesimo fallimento, al fallimento prima di Mare Nostrum, e Mare Nostrum se l’è intestata all'epoca il Ministro Alfano; ieri abbiamo assistito al fallimento, dichiarato in maniera unanime anche da parte di alcuni colleghi del Ministro Alfano (cito ad esempio il Ministro Gentiloni) dell'operazione Triton, operazione che il Ministro Alfano anch'essa qualche mese fa si è intestata come grande successo da parte del Governo italiano in collaborazione con l'Unione europea.
Poiché noi abbiamo sempre sostenuto che Mare Nostrum e Triton siano due facce dello stesso fallimento, poiché ieri abbiamo ascoltato delle parole con cui veniva richiesta la possibilità di instaurare un nuovo Mare Nostrum 2 e quindi il terzo ennesimo fallimento nella gestione dei fenomeni immigratori da parte del Governo,...

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, le avevo solo chiesto se potevamo evitare di anticipare...

NICOLA MOLTENI. ... la richiesta nostra – e concludo – è che l'informativa Pag. 160venga fatta alla presenza del responsabile numero uno, ovvero il Ministro Angelino Alfano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. La ringrazio. Come lei sa perfettamente, il Governo decide chi ovviamente viene a rispondere.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, ricordando al ministro Alfano che lo aspettiamo dal 14 dicembre – sono qui, Ministro, qui –, dal 14 dicembre, in Commissione affari costituzionali per parlare del riordino delle forze dell'ordine, le comunichiamo che, dato che lei si fa vedere in Aula esclusivamente per le mozioni di sfiducia, oggi il MoVimento 5 Stelle depositerà l'ennesima mozione di sfiducia nei confronti di un Ministro dell'interno indecoroso e indegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. «Indegno» non lo può dire, onorevole Di Battista Non lo può dire, non lo può dire !

ALESSANDRO DI BATTISTA. ... che ha mentito al Parlamento sul caso Shalabayeva, che si è comportato con sudditanza vergognosa di fronte a Genny ’a Carogna, e che è responsabile, lui, più di tutti, delle vittime nel Canale di Sicilia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per cui qualsiasi deputato è pregato di sottoscrivere la nostra mozione di sfiducia, che, se questo Parlamento fosse libero, verrebbe sottoscritta, Ministro Alfano, anche da alcuni componenti del suo fallimentare partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TITTI DI SALVO. Signor Presidente, abbiamo ascoltato le parole del ministro Alfano, e il gruppo del Partito Democratico ritiene particolarmente importante che il Governo, nella figura del Ministro o della Ministra che verrà individuata, venga in Aula a parlare di questa ennesima tragedia.
Presidente, noi siamo convinti che l'Italia fino ad oggi, al contrario di quanto ho sentito da chi continua a speculare sui morti e sulle tragedie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), abbia avuto un ruolo molto importante, prima con Mare Nostrum e oggi con Triton. Naturalmente Triton, l'abbiamo detto, è insufficiente: noi chiediamo con forza all'Europa di assumere una responsabilità ancora maggiore. Ma dimenticare, speculando sui morti, il ruolo importante che fin qui l'Italia ha svolto è un'offesa al Paese, è un'offesa a quei morti, ed è un impedimento invece a che, unitariamente, il Parlamento si unisca con una voce sola per essere più autorevole e forte nel chiedere all'Europa un ruolo maggiore.
Poi, Presidente, io le chiedo di verificare con la Presidenza, se, come noi pensiamo, e quando si può, in quest'Aula dedicare un momento alla commemorazione di quel che è successo: non perché le commemorazioni risolvano i problemi, perché è importante anche dare un senso alle tragedie con un impegno unitario del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Io concludo, dicendo: un impegno unitario del Parlamento di fronte a queste tragedie è la scelta vera per sostenere un Governo che qui ha appena sostenuto di volersi impegnare ancora di più, non solo per affrontare il problema nel Mar mediterraneo, in modo che non sia il cimitero dei migranti, ma perché sia invece il Paese all'avanguardia nel richiedere all'Europa un intervento di maggiore forza.
Quindi, invito veramente i colleghi e le colleghe del Movimento 5 Stelle a lasciar perdere la strumentalità delle campagne elettorali e a sostenere lo sforzo che stiamo tutti insieme facendo e che dobbiamo Pag. 161fare con maggior forza da qui in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA VECCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA VECCHIO. Grazie, signor Presidente. Io ho ascoltato gli improperi del collega del Movimento 5 Stelle.
Io credo che un Ministro sia il parafulmine del lavoro del suo Ministero ed è giusto che sia lui a risponderne ed è giusto anche fare degli appunti al comportamento del Ministro e del Ministero, ma da qui ad usare toni irriguardosi e vocaboli offensivi, mi pare che ce ne voglia tanto.
Io credo che questa sia la cartina di tornasole della qualità di questa Camera e io mi vergogno di stare qua dentro ad ascoltare questi vocaboli e questi improperi.
Chiedo scusa, io, personalmente al Ministro Alfano per le parole che il collega – scusatemi il termine, collega forse è abusato – ha utilizzato nei confronti del signor Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

NUNZIA DE GIROLAMO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIA DE GIROLAMO. Grazie, Presidente, intervengo solo per dire che noi siamo i primi a volere un dibattito serio su quanto è accaduto a Lampedusa e sulla tragedia di questi giorni, di questi mesi. Vorremmo, però, un dibattito ovviamente molto più articolato e non strumentale, come quello che viene fatto in questa occasione, perché mi sembra che ci sia qualche gruppo che approfitta di una tragedia immane, come quella che si è verificata, solo per fare campagna elettorale e per speculare sui morti. Noi questo non lo accettiamo.
Vorremmo che si parlasse seriamente del ruolo dell'Europa e dei problemi che ci sono e che ovviamente non riguardano l'Italia, ma riguardano vicende molto più grandi, di cui tutti siamo consapevoli, e ci piacerebbe che, in quest'Aula, almeno quei temi così delicati, che riguardano la vita delle persone, fossero affrontati con serietà dovuta ad un parlamentare.
Ci rendiamo conto che, purtroppo, qualcuno in quest'Aula preferisce fare propaganda sui morti e non interessarsi veramente della difesa di questo Paese e dei confini (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

MASSIMO ARTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Entrando anche un po’ nel merito e dandole anche degli spunti, signor Ministro, per un'eventuale informativa che sia decente, io credo indicativamente che qui dentro, in quest'Aula, sappiamo tutti che né TritonMare Nostrum sono la soluzione al problema dell'immigrazione. Lo abbiamo segnalato sia in Comitato di Schengen, sia nelle varie sedi, soprattutto quando si è trattata tutta la parte riguardante l'immigrazione anche nella Commissione difesa. Io le faccio presente che lei, due giorni fa, Ministro, ha fatto una conferenza stampa sul «decreto missioni». Nel «decreto missioni» ci sono esattamente 5 milioni e 400 mila euro per la Libia, per la collaborazione con la Guardia costiera libica, perché noi stiamo trattando questo problema sia dal lato che riguarda la salvaguardia del mare del Mare Nostrum, sia dall'altro lato, che dovrebbe essere la parte fondamentale, cioè come evitare questo.
Noi dobbiamo anche ragionare che queste tragedie, su cui noi ragioniamo tutte le volte che abbiamo informative su persone che muoiono qui nel canale di Sicilia, poi non vengono trattate mai, e affrontarle solamente parlando di nomi come Mare Nostrum o Triton non risolve il problema.
Noi vogliamo che lei ci venga anche a dire – lei o chi per lei – quei 5 milioni e Pag. 162400 mila euro a cosa servono, visto che le navi che dovrebbero essere utilizzate in aiuto alla Guardia costiera libica sono ora a Genova da un anno in riparazione. Quindi, quei soldi a cosa servono ?
Quindi, la domanda è: quando effettivamente ci vogliamo mettere ad affrontare questo problema, che non è esclusivamente di salvaguardia, ma è organico ? Ormai è già la quarta volta che trattiamo questo argomento, è già la quarta tragedia che trattiamo in quest'Aula e sempre si propone nella stessa maniera (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, io rivendico che il mio gruppo su queste tragedie non ha mai fatto speculazione, né ne farà tanto meno oggi. Quindi, penso che sia una cosa fondamentale e importante, intanto, esprimere tutto il dolore nei confronti di queste tragedie, che ormai sono a ripetizione.
Detto questo, non c’è dubbio che c’è un'importanza dal punto di vista umano, perché ormai il Mediterraneo è diventato una tragedia continua, un cimitero, così come ribattezzato dalla stampa. Questo, però, non significa che il Governo sia esente da responsabilità. Noi riteniamo che la responsabilità principale sia quella di non avere alcuna incidenza sull'Europa in riferimento al problema di tutto l'assetto del Mediterraneo e in riferimento a tutte queste situazioni di tragedia.
Si è passati da Mare Nostrum – un'operazione che ha un valore umano, ma anche che ha costi enormi, drammi incredibili, tragedie incredibili – all'attuale operazione ribattezzata Tritone, così come la definisce, come viene declarata dal Presidente Renzi.
Noi riteniamo che il Presidente in persona debba venire qui in Parlamento e debba rendere noto, insieme ai ministri che riterrà. Ma a questo punto, visto che il Ministro Alfano demanda ad altri ministri e non si riesce a capire, alla fine che venga il Presidente del Consiglio ! Se le cose stanno in questa materia, cioè se ci sono diverse competenze in campo, tra quelle internazionali ed estere a quelle della difesa, le più disparate, venga il Presidente del Consiglio qui ad illustrare e a informare il Parlamento, non solo sulle iniziative che il Governo vorrà assumere in questo senso, ma anche e soprattutto sul livello di coinvolgimento dell'Europa su un problema che si aggrava giorno dopo giorno.
Io penso che questo sarebbe un atto di correttezza, ma anche un atto di rispetto, non solo nei confronti delle vittime, ma anche nei confronti del Parlamento e nei confronti di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, lo dico anche per coloro che devono intervenire adesso, in questo caso funziona così: il Governo deciderà chi far venire e il Ministro per i rapporti con il Parlamento comunicherà chi è il rappresentante del Governo che verrà a riferire, che sia il Presidente del Consiglio, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia ovvero il Ministro degli esteri.

CLAUDIO FAVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, premettendo che non vedo nessuna ombra di strumentalità nella richiesta che, di fronte a una tragedia, il Governo venga a riferire in quest'Aula, noi vorremmo sollevare il Governo da questa conventio ad excludendum per decidere quale Ministro non dovrà riferire. Anche se spetta, come lei ci ricordava, al Governo, l'intenzione di questo gruppo è di richiedere che sia personalmente il Presidente del Consiglio dei ministri a riferire, ma non perché c’è una questione irrisolta di competenze tra diversi ministri, ma perché pensiamo che sia un atto dovuto: un atto dovuto sul piano del rispetto umano nei confronti di un numero tragicamente alto di vittime e un atto dovuto anche sul piano delle Pag. 163responsabilità politiche. Noi riteniamo che esse non si assumano soltanto da parte di questo Parlamento e di questo Paese, ma che chiamino in causa anche l'Europa, ragione in più perché sia direttamente il Presidente Renzi a venire a confrontarsi con quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

MARIO MARAZZITI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, l'aspetto sempre meno attraente della politica è quello di utilizzare questioni reali a volte per altre ragioni. Quindi, io non entrerò nel dibattito su qual è il Ministro più adatto per venire a riferire, ma convengo con il collega che mi ha preceduto sul fatto che questo tema, non solo il tema delle vittime nel Mediterraneo, ma il tema dei grandi stravolgimenti, che vanno dalla Siria alla Libia, alla parte del Nord Africa da cui preme questa massa di profughi, è questione tale che coinvolge dalla politica estera alla sicurezza, a tutto ciò che di umano c’è nell'essere europei, che forse potremmo anche sperare in una rappresentanza sicuramente al massimo livello, ma in ogni caso nel fatto che non sia solo un'informativa, ma che possa essere l'occasione per questo Parlamento per vedere delle soluzioni e delle decisioni che possano anche essere innovative su questo tema.
Signor Ministro, lei sa bene che chi parla, noi siamo stati contrari e avevamo avvertito dei rischi di una sospensione o di un annullamento dell'operazione Mare Nostrum, mentre abbiamo salutato comunque con favore l'avvio di una corresponsabilità europea con l'operazione Triton. Noi non siamo per i tifosi di Triton o di Mare Nostrum. Noi riteniamo che vadano messe sul tappeto più soluzioni, perché il problema è drammatico, ha più cause e deve essere affrontato in più modi.
Mare Nostrum è stata sospesa anche perché una parte dell'opposizione, in maniera molto vocale, ha detto che non bisognava spendere soldi per salvare quelle vite umane. Sono stati spesi 100 milioni di euro per 170 mila persone che sono state salvate, di cui più di 100 mila direttamente dalla Marina militare italiana. Ebbene, sono 1.000 euro a persona, sono meno di due abbonamenti a sky TV. Io credo che una vita umana valga quei soldi, sia che ce li metta l'Italia, sia che ce li metta l'Europa, sia che ce li mettano dei privati che fanno delle collette.
Allora, in conclusione, credo che noi oggi dobbiamo mettere in campo nuove misure, nuove misure che riducano il rischio di morte per il viaggio nel Mediterraneo. Comunico a quest'Aula che 3.500 sono state le vittime durante l'operazione Mare Nostrum, nonostante le 170 mila salvate, e che oggi siamo a circa 530 vittime dall'inizio dell'operazione Triton, con circa 20 mila arrivi. Siamo più o meno, purtroppo, allo stesso numero di vittime, ma siamo in inverno e, quindi, sappiamo che queste vittime potranno crescere.
Allora, dobbiamo per forza cominciare a immaginare alternative e, mentre si attacca il problema della Libia e del disordine libico, dell'ISIS, del Daesh e del califfato, dobbiamo comunque creare dei viaggi sicuri. E qui rinnovo l'invito a riflettere, prima dell'informativa in quest'Aula, sul tema di avviare la richiesta di protezione internazionale dall'altra riva del Mediterraneo e nei Paesi di transito, per creare i primi viaggi sicuri e ridurre il traffico umano e i vantaggi economici proprio per il terrorismo jihadista.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei rappresentare a lei e all'Aula l'esigenza tecnico-politica di una convocazione del Comitato dei nove, che peraltro spetta al presidente della Commissione, perché sono in corso delle valutazioni su alcune proposte emendative – sulle quali era già Pag. 164stato dato il parere e sulle quali, quindi, si potrebbe addivenire ad una modifica del parere dato dalla Commissione – e anche per comunicare al Comitato dei nove i pareri su altri articoli sui quali ancora non sono stati dati.

PRESIDENTE. Quindi, di quanto tempo ritiene di avere bisogno ? Prego, presidente Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente, la legittima esigenza manifestata dall'onorevole Fiano credo che possa trovare eco complessiva, per così dire, in un paio di ore, fino alle 15 magari.

PRESIDENTE. Bene, tra l'altro, ho parlato con la Presidente della Camera, la quale ovviamente è disponibile a riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo nel momento in cui si dovessero registrare delle novità e, quindi, in funzione anche di un'eventuale programmazione.
Nel frattempo, però – anche se prima darò la parola all'onorevole Zolezzi per un richiamo al Regolamento e poi all'onorevole Mannino –, avviso i colleghi che la seduta verrà sospesa per due ore per consentire al Comitato dei nove di dare il parere sulle proposte che abbiamo da affrontare nel prosieguo della seduta.
Onorevole Zolezzi, su che articolo del Regolamento chiede di parlare ?

ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, sull'articolo 8.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Vorrei che lei si esprimesse sulla possibilità in quest'Aula di utilizzare la sigaretta elettronica, nel senso che è noto che non ci sono dati scientifici sull'utilità di questo presidio, anche se chiaramente chi prova ad utilizzarla lo fa a buon fine. Però, visto che alcuni colleghi la stanno utilizzando e che, invece, è dimostrato che aumenta l'inquinamento indoor e, quindi, riduce la qualità di vita degli ambienti indoor e visto che, per le scolaresche che entrano a visionare i nostri lavori, è un esempio negativo, vorrei che lei si esprimesse.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zolezzi (Commenti del deputato Nizzi).
Che è successo ? Ah, apriamo un dibattito su questo fatto fondamentale ! Le chiedo scusa, onorevole Nizzi, prego. Non pensavo che fosse...

SETTIMO NIZZI. Grazie, Presidente. Mi scusi se la disturbo.

PRESIDENTE. No, io sto qua per questo, si figuri !

SETTIMO NIZZI. Lei fuma e magari vorrebbe continuare...

PRESIDENTE. Ma non quella elettronica ! Io fumo il sigaro e qui non lo posso fumare, quindi non ho proprio il problema, onorevole Nizzi. Prego.

SETTIMO NIZZI. Comunque, non è questo il problema. Il problema è una questione di salute pubblica e, siccome esistono delle leggi in Italia secondo le quali è vietato fumare in ambienti pubblici – e questo è un ambiente pubblico –, deve essere indicata una persona responsabile del rispetto di quella normativa. Siccome all'interno delle sigarette elettroniche c’è la nicotina, noi non possiamo far sì che si continui a fumare dentro quest'aula. Si fuma fuori (Applausi) e invece qui si sta continuando a fumare. Chi è il responsabile della sicurezza ? Chi è per legge il responsabile qui ? È quello che deve fare rispettare questa norma, naturalmente con tutto quello che ne consegue.

PRESIDENTE. La ringrazio e ringrazio anche l'onorevole Zolezzi. Informerò immediatamente il Presidente della Camera, che trasferirà ovviamente la questione ai deputati questori, che sono coloro che hanno il compito di occuparsi dell'ordine e della sicurezza nell'aula.Pag. 165
C’è prima l'onorevole (Commenti)... No, su questo tema ha già parlato l'onorevole Zolezzi, abbia la cortesia !
Onorevole Mannino, ha facoltà di parlare sull'ordine dei lavori.

CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intanto resto allibita, perché comunque le avevo già preannunciato stamattina il motivo del mio intervento in Aula e ho pazientemente aspettato fino a che praticamente l'Aula si è svuotata. Intervengo per condividere con quest'Aula che questa notte, intorno alle 2,30, il nostro candidato sindaco del comune di Carini, Ambrogio Conigliaro, ha subìto quella che è la più palese delle intimidazioni nel nostro territorio: ha subìto l'incendio dell'autovettura sotto casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Intervengo in Aula per dare il nostro supporto come gruppo MoVimento 5 Stelle a tutti i livelli – Camera, Senato ed anche regionali – e mi auguro che tutte le parti politiche che pensano o si vantano di fare sempre una buona politica diano a questi cittadini, che stanno semplicemente lottando per avere un comune decente, un comune normale, un comune amministrato da gente normale, tutto il loro supporto e la loro vicinanza.
Intervengo, quindi, per dire che questi cittadini, comunque, non si fermeranno, continueranno ad andare avanti e si presenteranno alle elezioni amministrative che si svolgeranno nei prossimi mesi nel territorio di Carini. Mi auguro, appunto, che questi atti intimidatori, vergognosi, infami, che sono veramente il frutto della peggiore politica di questo Paese, non si manifestino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Mannino, io la ringrazio. Ovviamente, la Presidenza della Camera si associa alla solidarietà nei confronti di chi è stato vittima di un atto di questo tipo. Per quanto riguarda il momento, onorevole Mannino, io purtroppo devo gestire l'Aula in funzione anche delle priorità: se mi viene chiesta la parola per un richiamo al Regolamento, devo dare prima la parola per il richiamo al Regolamento e poi posso dare la parola sull'ordine dei lavori.
Detto questo, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Boccia, Bratti, Brunetta, Caparini, Antimo Cesaro, Dambruoso, De Girolamo, Di Lello, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Merlo, Nicoletti, Pes, Pisicchio, Realacci, Rossomando, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente della I Commissione, onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Presidente, la riforma della Costituzione esige indubbiamente anche dei momenti di riflessione. Il relatore, il collega Fiano, mi chiede di poter verificare taluni pareri su determinati emendamenti e, per tale finalità e quindi, anche per l'eventuale convocazione, poi, del Comitato dei nove di seguito a questa riflessione, un'ora di tempo. Io pregherei la Presidenza di valutare con favore questa richiesta, perché, come Pag. 166siamo stati contrari all'accelerazione dei lavori, non possiamo che essere favorevoli alla riflessione che il relatore chiede su determinati passaggi.

GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI. Presidente, intervengo per una questione che credo si leghi anche alla valutazione e alla calendarizzazione della «seduta fiume» rispetto alle riforme. Chiedo un intervento della Presidenza rispetto ad una questione che riguarda il «decreto milleproroghe», che, come sappiamo, deve essere valutato ancora all'interno delle Commissioni riunite I e V. La seduta delle Commissioni è stata sospesa, evidentemente per altre scelte di priorità che noi non condividiamo, da parte della maggioranza e del Governo, però chiedo cortesemente, per rispetto della dignità e delle regole, della dignità dei commissari di quelle Commissioni, che non ci arrivino dalla stampa le notizie relative agli emendamenti dei relatori e del Governo che ancora le Commissioni devono valutare e che ancora debbono essere presentati. La trovo una cosa di estrema scorrettezza, soprattutto rispetto alla calendarizzazione che avete scelto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Guidesi. Naturalmente la Presidenza si farà carico formalmente di trasmettere questa raccomandazione, ma sono presenti sia il Governo sia i relatori del «provvedimento milleproroghe», quindi mi sembra che la sua sottolineatura sia stata ascoltata direttamente.
Io mi sento di accogliere, come Presidenza, la richiesta del presidente Sisto, quindi sospendo la seduta per un'ora. Riprenderà alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENTE. Avverto che, fuori dalla seduta, sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Russo 35.500, Rubinato 39.25 e 39.500, Roberta Agostini 39.14, 39.12 e 39.13 e il subemendamento Marco Di Maio 0.41.2.101.
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo approvato l'articolo 33.

(Esame dell'articolo 34 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).

FABIANA DADONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Signor Presidente, speravo che questa pausa potesse concedere al gruppo soprattutto del Partito Democratico una riflessione sulla nostra apertura molto larga con riferimento alla democrazia diretta e all'inserimento della stessa in questo provvedimento; purtroppo, la pausa non ha portato buoni frutti. Noi ci siamo tenuti in maniera decisamente ampia nella disponibilità della maggioranza a discutere ma vi è stato un nulla di fatto, quindi io sicuramente non posso... siamo scesi da dieci a sette, da sette a tre, da tre a zero; a questo punto, non posso garantire un andamento del tutto istituzionale dell'Aula. Questo non significa assolutamente che faremo nulla di inaspettato, sicuramente non voteremo tutti gli emendamenti uno per uno perché le nostre proposte, lo ribadisco perché non voglio sembrare eversiva o chissà cosa, erano semplicemente tese all'introduzione di referendum propositivi e consultivi con zero quorum, anche con riferimento alla possibilità da parte di una minoranza parlamentare di sollevare una questione di fronte alla Corte costituzionale e all'obbligatorietà, entro un termine determinato, di discutere le leggi di iniziativa popolare. Quindi, la parola è: democrazia diretta, questo era il riassunto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento Pag. 1675 Stelle), una cosa che si poteva benissimo accettare, perché non stravolgeva l'impianto, ma non l'avete voluto; io alzo le mani e auguro una buona giornata ai miei colleghi, buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io ho molto apprezzato lo stile con cui la collega Dadone ha rappresentato a quest'Aula le cose che sono accadute; credo che abbia fatto bene perché è giusto che i colleghi sappiano che cosa abbiamo fatto non nelle segrete stanze ma in un dibattito trasparente tra gruppi politici. Voglio rappresentare che per noi la discussione è stata seria e abbiamo valutato con grande attenzione le proposte del MoVimento 5 Stelle, ma vi è un confine in ogni discussione tracciato tra le cose condivisibili, anche quelle che non sono di nostra iniziativa, e le cose non condivisibili. Tra le cose non condivisibili per quanto ci riguarda in questa fase, in questo momento, con un emendamento che attraversa questa discussione nel punto finale, sicuramente non c’è un emendamento che possa modificare il quorum sui referendum con l'impostazione che loro hanno proposto. Noi siamo invece molto disponibili ad accogliere – glielo abbiamo detto e lo ribadiamo – altre forme di partecipazione, di condivisione. Mi spiace che ci sia qualche collega del MoVimento 5 Stelle che affronti così le cose, perché abbiamo fatto un confronto molto serio con colleghi del MoVimento 5 Stelle molto preparati e seri. Io penso che invece quel confronto è stato un confronto di merito, che io credo si svilupperà anche nelle prossime ore, e sono convinto che il dialogo sia la strategia migliore che noi possiamo utilizzare per affrontare anche i prossimi punti che abbiamo davanti. Per quanto riguarda il Partito Democratico, nessuna strada è preclusa, c’è solo questo confine fra le cose condivisibili e le cose non condivisibili e il confine non può essere superato per evitare l'ostruzionismo. Le cose non condivisibili restano non condivisibili a prescindere.

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, io francamente vorrei capire. Ho ascoltato le parole dei colleghi Dadone e Rosato e ho appreso che c'era un confronto, una trattativa.
Non vorrei che passassimo da patti di serie A a patti di serie B. Una cosa è certa: Sinistra Ecologia Libertà non si è associata a nessuna trattativa perché noi abbiamo deciso di fare una battaglia di principio sul tema dei tempi e non abbiamo subordinato alle nostre idee nessun emendamento. Le riforme non si fanno nelle stanze, si fanno in quest'Aula e, per farle in quest'Aula, bisogna parlare. Noi diremo le cose che non vanno e le cose che vogliamo cambiare e sfidiamo, per l'ennesima volta, il Parlamento e il partito di maggioranza relativa ad affrontare nel merito i nodi cruciali senza «scambi,» ma dicendo le cose come stanno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole, sempre sull'ordine dei lavori ?

RICCARDO FRACCARO. Sì.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Io devo intervenire per forza perché ho parlato in queste ore anch'io con il PD e con Rosato, come spesso ci capita di fare anche in Commissione, durante i lavori che abbiamo affrontato in Commissione Affari costituzionali, e sentirmi dire che le nostre proposte sono irricevibili è abbastanza grave perché, in realtà, il referendum, Presidente, è scritto nel testo, che è arrivato dal Senato qui alla Camera; il Pag. 168referendum è scritto nel testo che loro ci vogliono imporre. Semplicemente – e questo credo che gli italiani oggi debbano capirlo – noi chiediamo che il referendum propositivo e abrogativo senza quorum sia scritto nella sua funzionalità nero su bianco in questa riforma costituzionale semplicemente perché non ci fidiamo in ordine al fatto che voi lo farete quando verranno applicate queste riforme perché si richiede nel testo una legge costituzionale, quindi potreste farle tra dieci o vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi vi chiediamo solo una cosa, Presidente, deve essere chiarissimo agli italiani: chiediamo al Partito Democratico – e ci dobbiamo assumere la responsabilità di fronte agli italiani – di farlo qui, ora e insieme a noi: introdurre il referendum propositivo abrogativo senza quorum per bilanciare i poteri che voi state dando a un uomo solo, il capo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, c’è un'altra cosa che vorrei sottolineare: questa Camera, attraverso la Presidente, ha deliberato la seduta fiume per costringerci a scendere a un compromesso al ribasso. Noi, Presidente, crediamo che questo sia un comportamento negativo da parte della Presidenza. In ogni caso, noi siamo stati, a differenza di quello che voi dite fuori da quest'Aula, propositivi, dialoganti e abbiamo messo i nostri voti a disposizione, non per salvare le nostre aziende; non abbiamo messo i nostri voti a disposizione per non andare in carcere perché abbiamo commesso i reati; abbiamo messo i voti a disposizione per dare uno strumento ai cittadini ed evitare che questo Parlamento faccia delle norme e delle leggi «porcata».
Ora, voi cosa farete con i vostri voti ? Cosa direte ai cittadini italiani ? Noi vi abbiamo messo i nostri voti a disposizione. Chi è che non usa i voti per il bene di questo Paese ? Chi è che sta facendo del male al Paese perché non vuole dialogare ? Noi o voi ? I cittadini sanno oggi che noi chiediamo solamente il referendum propositivo e abrogativo senza quorum. Stiamo dialogando, stiamo parlando, mettiamo i nostri voti sul tavolo. Ora voi cosa farete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle-Congratulazioni) ?

PRESIDENTE. Onorevole Fiano può esprimere i pareri. Prego.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti e i subemendamenti presentati all'articolo 34.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Toninelli ?

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dieni 34.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Costantino 34.5 e 34.7, Lombardi 34.2, sui subemendamenti Cozzolino 0.34.6.8 e 0.34.6.9, sugli emendamenti Quaranta 34.6, Costantino 34.8 e 34.3 e Nuti 34.9 nonché sul subemendamento Cozzolino 0.34.503.1.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Rubinato 34.503, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.34.700.1 e contrario sull'emendamento Centemero 34.700.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Matteo Bragantini ?

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Dieni 34.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Costantino 34.5 e 34.7, Lombardi 34.2, sui subemendamenti Cozzolino 0.34.6.8 e 0.34.6.9, sui emendamenti Quaranta 34.6 e Costantino 34.8. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Costantino 34.3 e Nuti 34.9, mentre mi rimetto all'Aula sul subemendamento Cozzolino 0.34.503.1.
Infine, esprimo parere favorevole sull'emendamento Rubinato 34.503, sul subemendamento Cozzolino 0.34.700.1 e sull'emendamento Centemero 34.700.

Pag. 169

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Quaranta ?

STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dieni 34.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Costantino 34.5 e 34.7, Lombardi 34.2, sui subemendamenti Cozzolino 0.34.6.8 e 0.34.6.9, sugli emendamenti Quaranta 34.6, Costantino 34.8 e 34.3, Nuti 34.9 e sul subemendamento Cozzolino 0.34.503.1.
Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Rubinato 34.503. Il parere è favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.34.700.1, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Centemero 34.700.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 34.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Murer, Lainati, D'Arienzo, Bruno Bossio, Chaouki, Di Benedetto, Zolezzi, Fitzgerald Nissoli, Rabino, Martella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 379
Votanti 377
Astenuti 2
Maggioranza 189
Hanno votato
42
Hanno votato
no 335).

(I deputati Franco Bordo e Albanella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Folino, Caon, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 368
Maggioranza 185
Hanno votato
41
Hanno votato
no 327).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 34.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Patriarca, Montroni, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 377
Votanti 375
Astenuti 2
Maggioranza 188
Hanno votato
79
Hanno votato
no 296).

(Il deputato Albanella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 34.7, con il parere contrario Pag. 170della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Piepoli, Covello, Romele, Sberna, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 382
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato
46
Hanno votato
no 336).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 34.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Pilozzi, Gutgeld, Montroni, Tidei, Pinna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 386
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato
90
Hanno votato
no 296).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.34.6.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Miotto, Vecchio, Invernizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 383
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato
91
Hanno votato
no 292).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.34.6.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Covello, Stumpo, Tidei, Incerti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 382
Votanti 381
Astenuti 1
Maggioranza 191
Hanno votato
89
Hanno votato
no 292).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 34.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gadda... Onorevole Incerti, le consiglierei di sedersi, perché in quella posizione è difficile. Piccolo, Rocchi...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 171
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 385
Votanti 383
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato
57
Hanno votato
no 326).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 34.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Totaro, Cassano, Franco Bordo, Rizzetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
49
Hanno votato
no 339).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 34.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Piepoli, Carloni, Zardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 388
Votanti 386
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato
27
Hanno votato
no 359).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 34.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Palma, Ravetto, Lo Monte, Totaro, Maestri, Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 389
Votanti 388
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
45
Hanno votato
no 343).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.34.503.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Palma, Porta, Sani, Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 374
Astenuti 19
Maggioranza 188
Hanno votato
68
Hanno votato
no 306).

Pag. 172

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rubinato 34.503, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mauri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 372
Astenuti 21
Maggioranza 187
Hanno votato
72
Hanno votato
no 300).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.34.700.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 388
Votanti 386
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato
92
Hanno votato
no 294).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 34.700.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, volevo solo fare un piccolo appunto. Stiamo parlando, nell'articolo 34, del potere sostitutivo del Governo rispetto all'azione delle regioni. Voglio ricordare, come ho già fatto sull'articolo 117, comma 4, che all'interno di questa riforma è presente una doppia clausola di supremazia. Infatti, in aggiunta alla previsione di un ampio potere sostitutivo del Governo rispetto alle regioni, che è proprio presente qui nell'articolo 34, che va a novellare l'articolo 120, comma 2, della Costituzione, che viene mantenuto, viene inserito, al comma 4, dell'articolo 117, della Costituzione, così come viene novellato, il potere di supremazia dello Stato nell'ambito dell'unità giuridica ed economica della Repubblica. Vorrei sottolineare che non è dato riscontrare un ordinamento composto in cui la stessa clausola di supremazia sia presente ben due svolte, così come invece sarà nel nostro ordinamento dopo questa revisione costituzionale che vi apprestate a votare. Voglio sottolineare come i voti di Forza Italia, rispetto agli emendamenti che hanno preceduto l'emendamento a mia firma, sono voluti andare a togliere, rispetto al testo del Governo, il riferimento «salvo i casi di motivata urgenza».
Sostanzialmente qui si dice che il Governo può ricorrere al potere sostitutivo rispetto a quello delle regioni, acquisito – secondo noi – il parere del Senato della Repubblica. Il parere del Senato della Repubblica va acquisito sempre, non solo nei casi di particolare e motivata urgenza. Questo perché, nella riforma che state delineando, il Senato dovrebbe essere rappresentativo delle autonomie locali, quindi delle regioni. Riteniamo perciò necessario che nel caso del potere sostitutivo del Governo, il parere del Senato venga acquisito sempre e non solo nei casi di urgenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 34.700, su cui il Governo e la Pag. 173Commissione hanno espresso parere contrario, come anche il relatore 5 Stelle e il relatore SEL, favorevole il relatore della Lega Nord.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Bolognesi... Ci sono altri che non riescono a votare ? Pilozzi... Non vedo mani alzate, a parte l'onorevole Nicchi...
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
72
Hanno votato
no 313).

Passiamo alla votazione dell'articolo 34. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. La ringrazio, signora Presidente vorrei dichiarare il mio voto contrario a questo articolo, motivato con una ragione particolare, tra le altre, cioè la bocciatura di un emendamento non nostro, un emendamento di una collega del Partito Democratico, un emendamento che, a mio avviso, andava invece valorizzato.
Vede, signora Presidente, in questa seduta fiume che non ha giustificazione costituzionale – e questo mi consenta è un grave vulnus che la Presidenza continua ad arrecare, senza aver fornito pezze d'appoggio credibili – ha ragione l'amico Rocco Palese, la seduta fiume sta diventando «seduta palude» –, ecco in questa seduta fiume che diventando «seduta palude», uno degli effetti collaterali, uno dei danni collaterali è che non riusciamo neanche a discutere adeguatamente nel merito. Ed io voglio ringraziare la collega Rubinato del Partito Democratico che ha presentato un emendamento che abbiamo votato – era il terzultimo, il 34.503 – a favore del quale noi abbiamo votato, mentre la maggioranza ha votato contro, a mio avviso erroneamente, bocciandolo – ed era un emendamento coraggioso che diceva: non si richiamano da parte dello Stato gestioni malaccorte, disavanzi allegri da parte degli enti territoriali, se contestualmente non c’è anche il commissariamento. Si trattava di un emendamento – per me è un complimento, spero non risulti sgradito alla collega – thatcheriano, dunque serio e coraggioso, un emendamento di buona gestione che a mio avviso sfidava sia di chi è di cultura centralista sia chi è di cultura federalista, esaltando il compito dello Stato di assumersi le proprie responsabilità e anche esaltando il compito degli enti territoriali di rivendicare non la spesa allegra, ma la gestione buona, se se ne è capaci.
Invece la bocciatura di questo emendamento, colleghi della maggioranza, la bocciatura frettolosa, senza dibattito – tocca a me, a un rappresentante dell'opposizione, diciamo a babbo morto, recuperarlo almeno perché resti nella nostra discussione – a mio avviso è un grave errore. E ringrazio ancora la collega che lo ha presentato.
Perché è un grave errore la bocciatura ? Perché a mio avviso fa vedere che resta una riserva mentale in questo Parlamento e probabilmente anche negli enti territoriali, di una vigliaccheria incrociata, la vigliaccheria della politica nazionale – che continuerà a consentire l'innalzamento della pressione fiscale a livello locale, per dire: «noi non lo abbiamo fatto, è colpa del sindaco, è colpa del presidente della regione» – e la vigliaccheria incrociata del sindaco e del presidente della regione, che ben volentieri alzeranno le tasse e diranno: «ma mica è colpa mia, è colpa della legge di Roma !».
È un meccanismo perverso che non ha né la serietà centralista né la serietà federalista, ma ha solo ipocrisia federalista e centralista ai danni del cittadino e contro sia i Governi seri che gli amministratori locali seri.
Quindi, grazie alla collega Rubinato. Mi dispiace che non si sia potuta fare una discussione che era challenging, che era Pag. 174sfidante per tutti, per la destra, per la sinistra, per i riformatori veri dell'una e dell'altra parte dello schieramento. Anche per questa ragione, per la reiezione ingiusta, a mio avviso, di questo emendamento annuncio il voto contrario a questo articolo 34 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Vorrei far presente all'Aula – non so se i colleghi lo hanno notato – che il gruppo del MoVimento 5 Stelle non ha effettuato alcuna votazione da questa mattina e non le sta ancora effettuando. Il motivo lo ha rispiegato dieci minuti fa la collega Dadone, che ha segnalato l'esito negativo delle nostre proposte a seguito della non approvazione dei nostri emendamenti segnalati dal PD.
Io ricordo che 3 su 600 fa nemmeno lo 0,5 per cento delle proposte emendative consegnate su ben 40 articoli della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io vorrei comprendere qual è il problema di approvare tre emendamenti, anche perché il collega Rosato prima mentiva dicendo che non era il momento di inserire la questione dei referendum e di andare a toccare la questione dei referendum. Io segnalo, come già detto dal collega Fraccaro, che questo non è vero perché quello che ci è arrivato dal Senato in qualche modo andava ad intaccare e modificare questo aspetto. Pertanto lo avevate già imparzialmente scritto voi. Noi oggi vi chiediamo che quella tematica diventi prioritaria.
Qual è il problema ? Noi oggi e adesso vi stiamo chiedendo, con l'ultimo atto di estrema cortesia – si immagini la difficoltà mia personale di dover esprimere una ulteriore cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) –, quale sia il problema per il Partito Democratico su questa nostra richiesta di voler far partecipare i cittadini alla vita politica, di concedere che i cittadini possano partecipare attivamente alla vita politica di un Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io vorrei capire innanzitutto quali interessi stanno difendendo i colleghi del PD su un tema così caldo e così necessario. Infatti, è inutile che ci lamentiamo che i cittadini sono lontani, sono schifati dalla politica, se non gli diamo neanche gli strumenti per poter partecipare alla vita politica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quali interessi state difendendo ? Forse quelli di Banca Etruria ? Forse quelli di Davide Serra, consulente di Renzi ? Forse quelli di Civati, quello finto di sinistra ma con il portafoglio a destra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? La lista Falciani oggi rappresenta la chiara fotografia del Paese ormai, quella che tutti da tempo segnalavano. Però anche in questo caso dobbiamo dare una risposta a quei cittadini che indignati vedono quella lista e dirgli che c’è una speranza in questo Paese di poter partecipare alla vita politica, ovvero far sì che i referendum siano propositivi, abrogativi, senza quorum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sono anni che c’è chi da questa parte ci consigliava di andare al mare anziché votare i referendum. Questo oggi ha creato un solco tra i cittadini e la vita politica che è diventato un canale insormontabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
L'altra questione a cui teniamo – chiudo, Presidente, un minuto è più che sufficiente – è il fatto di dire che anche sui referendum su cui i cittadini si sono espressi (sull'acqua, sul nucleare, sul finanziamento ai partiti) c’è stata una risposta della politica a riccio, di chiusura totale.
Noi oggi questo lo vogliamo scardinare e permettere ai cittadini di partecipare. E attenzione: delle vostre leggi eventualmente costituzionali successive non ci fidiamo, caro collega Rosato, per un semplice motivo. Le faccio un esempio: si ricorda il famoso decreto sulle compensazioni Pag. 175delle cartelle esattoriali ? Abbiamo dovuto lottare un anno e mezzo per un diritto che le imprese devono veder rispettato, perché altrimenti questo Paese diventa il Paese dei balocchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi vi chiediamo – ed è l'ultimo appello che facciamo – una sospensione di quattro ore per riuscire a dipanare questo punto, secondo noi fondamentale, un punto cardine: quello della partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Allora, vi chiedo quattro ore di sospensione per approfondire questo tema e finalmente inserirlo nella Carta costituzionale in modo tale che sia già scritto nero su bianco. Se non ci date questa sospensione, credo che ce la prenderemo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. Eravamo in fase di votazione sull'articolo 34 (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Se i colleghi me lo consentono, io risponderei alla questione della sospensione, ma avendo dato la parola al collega Capezzone in dichiarazione di voto, siamo in fase di dichiarazione di voto sull'articolo 34; poi c’è una richiesta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
Siamo in una condizione diversa. Voi sapete che, avendo iniziato una «seduta fiume», noi non possiamo sottoporre al voto dell'Aula richieste di sospensione. Durante la «seduta fiume» la Presidenza ha la prerogativa e la possibilità di concedere delle sospensioni tecniche, come è stato fatto ripetutamente questa mattina e anche oggi pomeriggio. Ora, la Presidenza, come ha dimostrato questa mattina, ieri sera e oggi pomeriggio, non ha nulla in contrario a concedere delle sospensioni tecniche quando ci siano le ragionevoli prospettive che le sospensioni tecniche abbiano una finalità. Non siamo in presenza di una condizione di questo genere (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Mi potete far concludere per favore ? Vi chiedo, per favore, onorevole Crippa, la cortesia di ascoltare la mia risposta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, se voi non mi fate parlare, io concludo il mio ragionamento anche sopra le vostre urla: la Presidenza non ritiene che in questa fase ci sia la possibilità o la necessità di una sospensione tecnica. Sappiamo, invece, che il Comitato dei nove tra breve chiederà – come ci è stato anticipato per le vie brevi – un'ulteriore sospensione. Allora, io credo che sia di buon senso e anche un modo per venire incontro ad una legittima richiesta, alla quale però la Presidenza può dare solo una risposta in termini di procedura, perché poi la politica spetta ai gruppi e spetta al lavoro che state facendo nel merito del provvedimento. La Presidenza ritiene che questa sospensione tecnica, che tra breve chiederà il Comitato dei nove, possa essere eventualmente utilizzata per ulteriori approfondimenti sul tema che ha posto il collega Crippa (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Altrimenti la mia risposta è semplicemente (Proteste del deputato De Lorenzis)... onorevole De Lorenzis, la mia risposta è che semplicemente la Presidenza non ritiene in questa fase che si possa sospendere la seduta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Onorevole Bianconi...

DIEGO DE LORENZIS. Smettila di fare la serva !

PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, non le consento più di usare quella parola ! La richiamo all'ordine per la prima volta. Ripeto: la richiamo all'ordine per la prima volta. Se lei usa di nuovo questa parola sarà espulso dall'Aula, glielo dico subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Al netto delle intemperanze, Presidente, lei ha usato una parola magica che si chiama buonsenso, ma io non vedo perché da questa parte si debba usare il buonsenso quando da codesta Pag. 176parte si usa tutto meno che il buonsenso rinchiudendosi dentro una seduta fiume illegittima, non trovando il sistema di uscire da questo tunnel (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34...

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, su cosa ? Sulla richiesta di sospensione ho già risposto (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Revoco l'indizione della votazione. A che titolo, onorevole Fraccaro ?

RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, ho alzato la mano prima !

PRESIDENTE. Ho revocato la votazione. Le ho chiesto su cosa intende parlare, se me lo dice.

RICCARDO FRACCARO. Per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, io volevo dichiarare il mio voto negativo per una semplice ragione. Oggi, in questo momento, in questo esatto momento, noi non dovremmo votare questo articolo.
Lei mi ha sottratto, Presidente, la possibilità, sancita da quel regolamento che lei dovrebbe difendere, di fare dei subemendamenti agli emendamenti degli altri colleghi; e sa perché il Regolamento mi dà questa possibilità ? Perché, essendo una riforma costituzionale come dice bene il Ministro Boschi, la si deve fare con tutti, e se la minoranza viene bypassata da una maggioranza incostituzionale deve avere la possibilità di fare ostruzionismo per costringerla a parlare con le minoranze, mentre lei sta togliendo questa possibilità alle minoranze, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Adesso io, se fossi in lei, non riuscirei a dormire la notte per quello che lei sta difendendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma lei, Presidente, sta difendendo una scelta che non è sua ed è della Presidente Boldrini. Però, dovrebbe fare i conti con la sua coscienza perché a volte difendendo l'indifendibile ci si rende complici di quel gesto e di quella scelta e, quindi, in questo caso, lei è complice di una Presidente che è succube e schiava della volontà di una maggioranza incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, sia rispettoso della Presidente della Camera che è la terza carica dello Stato.

RICCARDO FRACCARO. Io, Presidente, vorrei votare sugli emendamenti che avevo scritto per cercare di dialogare con la maggioranza PD. Ribadisco l'intenzione, ancora una volta, di mettere i nostri voti a favore di un emendamento che il MoVimento 5 Stelle vorrebbe condividere con il Partito Democratico, riguardante il referendum, che il Partito Democratico ha promesso in campagna elettorale, ma che oggi non sta mantenendo: l'ennesima promessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E perché vogliamo scriverlo nero su bianco sulla Costituzione, Presidente ? Perché non ci fidiamo di chi non rispetta nemmeno gli elettori che gli danno il voto e, a volte, anche due euro per il voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Allora, Presidente, mi spiega lei come faccio io ad avere la dignità di parlamentare e di votare questo emendamento quando lei mi ha sottratto la possibilità sancita dal Regolamento, che ha un rango pari a quello costituzionale per l'importanza che riveste, di presentare proposte emendative diverse da questo che lei mi costringe a votare ? Come posso io mettere la scheda, come posso esercitare il voto quando, nel momento stesso in cui metto Pag. 177la scheda qui dentro, oggi mi rendo anch'io complice come lei di una scelta nefasta per questo Paese ? E noi non vogliamo essere complici in questo Paese: vogliamo essere propositivi. Ancora una volta siamo propositivi, vogliamo che questo dibattito sulla Costituzione e sulle riforme costituzionali sia un dibattito pacifico e nel merito.
Chiediamo, Presidente, la sospensione affinché questo sia possibile e chiediamo al Partito Democratico di rispettare i patti che loro hanno fatto con i loro elettori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris... Garofani... Palma... Gasparini... Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 383
Astenuti 4
Maggioranza 192
Hanno votato
283
Hanno votato
no 100).

(Il deputato Chaouki ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo all'esame dell'articolo 35...

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi perdoni, il MoVimento 5 Stelle ha fatto una richiesta sull'ordine dei lavori. Al mio Paese, quando (Commenti)... scusate, è possibile parlare in un clima sereno ?

PRESIDENTE. Ovviamente, è auspicabile, è auspicabile per tutti, onorevole Sibilia. Prego, a lei la parola sull'ordine dei lavori.

CARLO SIBILIA. Appunto, proprio per questo, stiamo facendo delle richieste di buonsenso. A me dispiace che se a chiedere una sospensione, quando lo fa, magari, qualche amico di Berlusconi, viene fatta, viene concessa e viene data, come è successo ieri dalle 14 alle 16: c’è stato un gruppo che ha chiesto la sospensione ed è arrivata puntualmente la sospensione. Oggi lo chiede il MoVimento 5 Stelle per un motivo molto semplice, ed è una richiesta di buonsenso, perché noi abbiamo la necessità di voler dialogare: dialoghiamo, allora, insieme, facciamo una sola modifica.
Vi stiamo chiedendo ciò, dopo aver presentato 2 mila emendamenti all'interno di questa modifica costituzionale, dopo che tutti questi sono stati bocciati, bocciati senza pietà alcuna, come se stessimo parlando di un decreto qualunque, come se stessimo parlando dello «sblocca Italia» del «milleproroghe» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma questa è la riforma della Costituzione ! E dal momento che si sono rotti i patti che ben conoscete – almeno così dite voi – siete soltanto voi, cioè Renzi e chi altro a voler modificare questa Costituzione ? A noi sembra un colpo di mano, perché, di fatto, le Costituzioni si modificano quando c’è unità nel Paese e oggi non c’è un clima di unità: ieri abbiamo visto, in quest'Aula, cosa è successo.
Allora, siccome vi stiamo tendendo per l'ennesima volta la mano, vogliamo un emendamento per dare la possibilità ai cittadini di intervenire nella vita politica, per avere la possibilità di esprimere il proprio volere politico: il referendum propositivo senza quorum era un punto che anche voi avete promesso ai vostri elettori. Li avete dimenticati il giorno in cui vi siete seduti su quella poltrona ! È questa la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Pag. 178
Non capisco per quale motivo la richiesta – io parlo dal punto di vista procedurale – non possa essere messa al vaglio di questa Assemblea con un intervento contro ed uno a favore come si è sempre fatto. Questo, dopo aver lottato, aver dovuto lottare veramente in tutti i modi possibili e, grazie al cielo, esistono le immagini della Camera che hanno documentato cosa abbiamo dovuto fare per ottenere un nostro diritto, cioè l'allungamento di un terzo dei tempi per discutere della riforma costituzionale. Non capisco per quale motivo dobbiamo ancora lottare per chiedere una pausa tecnica: a questo punto, mettiamola ai voti, altrimenti, come possiamo noi decidere di partecipare ad uno spettacolo indecoroso dove il dialogo è negato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, rispondo per l'ultima volta...

DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, sulla stessa questione ? Sempre sull'ordine dei lavori ?

DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, all'articolo 8, comma 2.

PRESIDENTE. Prego. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente, credo, come diceva un istante fa il collega Bianconi, di appellarmi al buonsenso: lei conosce, signora Presidente, il mio rispetto per la Presidenza e, in modo speciale, per lei.
Dimentico per un istante la questione di merito che mi è a cuore, lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Io, con tanti colleghi di Forza Italia, sono firmatario di tre emendamenti sulla materia referendaria che vanno in quella direzione: o eliminare il quorum, o ridurlo o, comunque, allargare la partecipazione dei cittadini. Quindi, ammetto che, in questo caso, ho lo stesso sentimento nel merito, ma lo dimentico, signora Presidente e pongo una questione di metodo.
Signora Presidente, vi siete infilati in questa storia della «seduta fiume» e lo avete fatto, diciamo la verità, con una forzatura che, non a caso, quando il collega Bianconi, ancora stanotte e, poi, questa mattina vi ha detto – e non era una provocazione, era una cosa seria – «mettete per iscritto la motivazione, affinché resti per il presente e per il futuro», vi siete sottratti, perché sapete bene che è una forzatura.
Siete andati in una terra di nessuno extraregolamentare. Quando si va in una terra di nessuno extraregolamentare, non sorprendetevi se, poi, i colleghi del Movimento 5 Stelle, per fare la loro legittima battaglia di merito, vanno anche loro in una terra di nessuno extraregolamentare.
Ma, signora Presidente, la loro richiesta di fare ora una votazione di sospensione in corso di seduta fiume è tanto extraregolamentare quanto la vostra decisione di fare la seduta fiume senza pezze d'appoggio regolamentari. È la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente ) ! Signora Presidente, qui non ci sono precedenti. Non siamo su un decreto-legge al cinquantanovesimo giorno. Non casca il mondo ! Stiamo in un'Assemblea costituente ! Non stiamo con i Regolamenti parlamentari degli anni Ottanta, dove si poteva intervenire senza limite, e quindi la seduta fiume poteva essere un'arma legittima per le maggioranze per evitare ostruzionismi infiniti ! E sia consentito a me, giovane-vecchio radicale, di dire che già quella modifica del Regolamento era contro i diritti delle minoranze. Eppure, negli anni Ottanta e poi ai primi anni Novanta, si fece quella modifica comprimendo i diritti delle minoranze.
Nonostante quegli strumenti regolamentari, voi volete andare ancora oltre, con strumenti extraregolamentari, nella terra di nessuno; e quando andate nella terra di Pag. 179nessuno, vi dolete, perché poi altri, in quella stessa terra di nessuno, vogliono fare guerriglia e battaglia !
Allora, signora Presidente, la sospensione ci vuole, non so se per le quattro ore dei grillini, ma almeno per quattro ore, quattro minuti o quattro mesi o quattro secondi di riflessione vostra. Dove state andando ? Come pensate di gestire, con 300 emendamenti così ?
Signora Presidente, portiamoci avanti con il lavoro ! Io apprezzo molto le virtù mediatiche del Presidente del Consiglio, ed allora già vedo la sceneggiatura del film. Scommettiamo che stasera il Presidente del Consiglio andrà in tivù e dirà: «quegli zozzoni del Parlamento, li facciamo lavorare sabato, domenica, lunedì» !
Sì, siamo d'accordo, guardi. Chi sta qui ama questo Parlamento; anche chi, come me, ha avuto la fortuna di starci poco, e ci starebbe anche la notte, ma con la grande dignità di una seduta parlamentare e con la grande dignità di quella che è un'Assemblea costituente.
Signora Presidente, io la stimo e la rispetto, ma lei in questo momento, come Presidente di un'Assemblea costituente, è nel posto che fu occupato da Giuseppe Saragat e da Umberto Terracini. La prego, decida come avrebbero deciso Giuseppe Saragat e Umberto Terracini (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà). Altrimenti, signora Presidente, resterà il dubbio – e se anche restasse il dubbio, sarebbe una ferita per ognuno di noi – che qualcuno sta applicando un immaginario articolo 155 del Regolamento (che, come sapete, non esiste, perché il Regolamento ha solo 154 articoli). E l'immaginario centocinquantacinquesimo articolo è che si interpreta la volontà presunta del Presidente del Consiglio, o si fa quello che è gradito al Presidente del Consiglio !
Io credo che sia un gravissimo errore, signora Presidente...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DANIELE CAPEZZONE. ... perché oggi voi siete maggioranza, e forse – chissà – lo sarete a lungo, o forse no. Ma il compito della Presidenza è quello di tutelare sempre non, genericamente, la minoranza del momento, ma anche magari l'ultimo deputato, il più isolato, sulla posizione più minoritaria, la più lontana da quella di tutti gli altri. Eppure, anche lui, anche quel deputato isolato, deve poter combattere una battaglia ad armi pari anche contro le maggioranze più grandi, anche magari avendo tutto il torto del mondo e gli altri tutte le ragioni del mondo !
Ma ricordatevi, ve l'ho già detto: siamo tutti ombre sul palcoscenico di un brutto teatro politico, maggioranza e opposizione. Ma si ricorderà come ci saremo comportati tutti su questa riforma costituzionale: se avremo onorato, nel consenso o nel dissenso, un'Assemblea costituente, o se avremo agito come un'assemblea di condominio, in cui vince e decide il più prepotente. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Allora, onorevole Capezzone e onorevole Sibilia, sulla prima questione... Vengo in ordine inverso: sulla questione posta dall'onorevole Capezzone, c’è stata una risposta molto precisa e molto chiara della Presidente Boldrini ieri. Non c’è nessuna risposta scritta da dare, e comunque, se qualcuno la vuole scritta, la trova nel resoconto stenografico del giorno precedente (Commenti del deputato Bianconi).
Nella risposta della Presidente della Camera è chiaro che siamo di fronte ad una scelta che la Camera ha fatto nell'ambito del Regolamento, con la correttezza indiscutibile che il Regolamento prevede per la decisione sulla «seduta fiume». In questa sede, come per tutte le «sedute fiume», rileggo le parole che sono state dette ieri: «Essendo stata approvata la proposta di “seduta fiume” nei termini sopraindicati, la seduta stessa proseguirà ininterrottamente fino alla conclusione dell'esame degli articoli e degli emendamenti. La Presidenza, secondo prassi, si riserva di stabilire le sospensioni Pag. 180di natura tecnica ritenute necessarie. Ricordo che, una volta deliberata la seduta continuata, sono da ritenere inammissibili le richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa». Ciò non significa – e lo ripeto – che la Presidenza non sia disponibile a decidere altre sospensioni tecniche – come abbiamo fatto questa mattina e come abbiamo fatto alla ripresa pomeridiana – se riteniamo di apprezzare delle condizioni che ci fanno ritenere la sospensione tecnica necessaria, cioè utile. Io ho già detto, e lo ribadisco ora, poi non lo ripeterò più, che non è questo il momento in cui la sospensione tecnica appare alla Presidenza necessaria. Quindi, proseguiamo con il nostro lavoro.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, intervengo anch'io sul Regolamento: articolo 8, comma 2. Presidente, il tema che noi stiamo trattando può essere visto sotto il profilo squisitamente regolamentare o sotto quello della sensibilità politica. Io, a differenza di alcuni argomenti che sono stati anche saggiamente addotti da molti colleghi tra ieri, questa notte, questa mattina e oggi pomeriggio, non voglio mettere in discussione che la scelta della Presidenza di consentire il ricorso alla cosiddetta seduta fiume sia fuori di Regolamento e fuori di norma, ancorché sia mancata nella risposta della Presidente della Camera, che lei oggi ha gentilmente ribadito, alcuna forma di replica ad una considerazione importante addotta questa notte dal collega onorevole Bianconi, quando ricordava che noi abbiamo un Regolamento che viene interpretato molto spesso per prassi, con ricorso ai precedenti nelle innumerevoli occasioni in cui, per la gestione dell'Aula, chi di volta in volta si trova a presiedere è nell'infelice situazione di non avere nel Regolamento un riferimento testuale che corrisponda alla casistica di cui si tratta. Ma, diceva l'onorevole Bianconi, non dimenticate, voi che turno per turno siete lì a presiedere, che questo Regolamento è stato scritto in un'epoca tutt'affatto diversa in cui le norme di questo Regolamento servivano per ordinamentare lo svolgimento di un'Aula che era formata secondo il principio elettorale proporzionale e senza cioè che alla maggioranza che sostiene il Governo fosse già garantita una rappresentanza superiore alla propria capacità proporzionale per effetto del cosiddetto premio di maggioranza. Tutto questo è un elemento che è rimasto drammaticamente privo di risposta.
Ma drammaticamente privo di risposta è, onorevole Presidente, allo stato, la vera considerazione politica. Allora, cogliendo l'occasione di avere in questo momento in Aula l'onorevole Bindi, l'onorevole Bersani e non so se l'onorevole Migliore, per il suo tramite, onorevole Presidente, a questi colleghi prima che agli altri, vorrei fare una domanda che sembra surreale, ma non lo è. Chiedo, cioè, per il suo tramite, onorevole Presidente, all'onorevole Bindi, all'onorevole Bersani e all'onorevole Migliore, a tanti colleghi che oggi all'interno del Partito Democratico appoggiano il ricorso alla cosiddetta seduta fiume non già per rispettare una scadenza di un decreto ma per modificare la Costituzione, di immaginare che oggi il dottor Silvio Berlusconi non sia un personaggio con il quale la vostra maggioranza sta facendo un giorno sì e un giorno no un patto ora atteso ora disatteso.
Non sia quella figura di interlocuzione politica con la quale si sono costruite e gettate le basi per una riforma delle regole. Non sia quel personaggio che di volta in volta diventa più o meno affidabile per cui viene utilizzato lo strumento ricattatorio della dilazione dei termini dell'entrata in vigore della delega fiscale piuttosto che dell'aumento della tassa che Mediaset deve pagare. Ma, con una ipotetica salita sulla macchina del tempo vorrei chiedere per il suo tramite, signora Presidente – alla collega Bindi, al collega Bersani, al collega Migliore – di immaginare di essere Pag. 181tornati in questa stessa Aula ad un'epoca nemmeno poi tanto remota in cui il dottor Silvio Berlusconi, era l'onorevole Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio. Mi chiedo se voi, occupando gli stessi scranni sui quali siete seduti oggi, avreste ricevuto dal Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, l'indicazione e la forzatura alla sua maggioranza di percorrere la strada del ricorso alla seduta fiume per coartare il lavoro dell'Assemblea istituzionale e fare una modifica della Costituzione, cosa caspita avreste costruito voi all'interno di quest'Aula per impedire il proseguimento di quello che giustamente, giustamente, giustamente avreste considerato un sopruso ai danni della democrazia. Un minimo di coscienza, un minimo di buon senso dovrebbe indurre – voi per primi ! – a rinunciare a questa forzatura ignobile ! (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Signora Presidente, intervengo perché lei ha detto che la risposta per iscritto la posso leggere nel resoconto stenografico della Presidente Boldrini. Signora Presidente, Lei può fare tutto, ma una cosa non la può fare: prendermi in giro.

PRESIDENTE. Non avevo intenzione. Mi scuso se lei ha pensato questo.

MAURIZIO BIANCONI. Glielo dico per chiarezza perché, in un momento nel quale si dovrebbe essere qui in un'Assemblea costituzionale – e sembra veramente un'assemblea di condominio –, io chiedo una risposta scritta e la chiedo nell'interesse dei lavori di questa Camera e del valore della democrazia e delle istituzioni democratiche su alcuni punti pregnanti che non tanto da deputato, quanto da manovale del diritto costituzionale e istituzionale le ho posto questa notte, che le ripeto.
Lei ha detto che la prassi giustifica il ricorso alla seduta fiume. E falso ! Stanotte ho detto che non era rispondente al vero e ora dico che è falso ! Perché mai e poi mai la prassi costituzionale è stata adoprata per la seduta fiume. Punto uno.
Le ho posto un altro problema. Il valore del regolamento in relazione ai precedenti e in relazione alla modificabilità delle regole e della interpretazione delle regole in ordine a una questione non regolamentata da una norma, cioè quando e se si può fare la seduta fiume, ricorrendo ai principi base: emergenza, efficacia, bisogno, prevalenza e suvvalenza dei diritti. Le ho chiesto quanto e perché si potevano rapportare la funzione della Presidenza nel buon andamento dei lavori come garanzia delle minoranze in un'Assemblea dove il premio di maggioranza pone il fatto numerico di maggioranza e minoranza fuori da ogni schema di garanzia delle minoranze. Non mi ha risposto con il resoconto stenografico.
Non faccio la terza elementare, non sono un deficiente, non siamo dei «baluba», non siamo sotto il si volam dell'imperatore. Chiedo, pretendo una risposta scritta, motivata giuridicamente e la richiedo perché questo fa precedente. Guardi qui le ho usato un termine molto giusto, il si volam potestativo. Non vorrei si fosse ritornati al marchese del Grillo: voi siete voi e noi non siamo... con quel che segue.

PRESIDENTE. La sappiamo tutti, la conclusione.

MAURIZIO BIANCONI. Bene, non gliela dicevo ! Ma siamo a questi punti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sannicandro ?

ARCANGELO SANNICANDRO. Rinuncio.

Pag. 182

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, io ho sentito l'ultimo suo speech, l'ultima sua dichiarazione e vorrei precisare che ho trovato una sua parola inaccettabile. Non so se l'ha letto, se ha letto la dichiarazione della Boldrini o se è una sua intuizione, ma ha detto che quella decisione che è stata presa e che ha creato un precedente nell'iter di discussione di una riforma costituzionale – che è un precedente gravissimo, che tutte le opposizioni riconoscono come grave, tutte, Forza Italia, SEL, MoVimento 5 Stelle, tutte le opposizioni, la Lega stessa, ci sarà un motivo – lei ha dichiarato che quella posizione è una posizione indiscutibile. Così ha detto, andiamo a rivedere tutti lo stenografico, ma è così che lo ritenete, la vostra posizione dall'alto della Presidenza, che tappa, che chiude a ogni possibile discussione nel merito di questa riforma e che costringe le opposizioni a votare quello che voi volete quando voi volete, è una decisione indiscutibile, in quest'Aula c’è qualcosa che è indiscutibile. Questo è stato detto oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) come per esempio Giorgio Napolitano, è la stessa cosa, non si può discutere di Giorgio Napolitano, non si può discutere delle decisioni della Presidente Boldrini e della Presidente Sereni, qui non si può discutere di nulla, nemmeno delle riforme costituzionali, vi rendete conto di quello che state facendo ? Ecco allora Presidente, lei ha anche detto che addirittura secondo la indicazioni della Presidente non si può mettere in voto quello che noi chiediamo, le richieste nostre di sospensione, non possiamo accedere alle richieste del MoVimento 5 Stelle. Poteva anche scrivere, Presidente, che quelli con meno di trent'anni che non hanno più di una legislatura alle spalle non possono esprimere un voto, poteva scrivere questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o che gli incensurati non possono esprimere voto. Poteva dire questo e avevamo risolto il problema, ce ne andiamo tutti a casa e vi fate le vostre cose senza nemmeno l'opposizione. Questo volete, lo so che l'opposizione in questo Paese non è un costume, lo so che non siete abituati, ma una volta che entra in Parlamento un'opposizione andate a spolverare quelle pagine del Regolamento che tutelano l'opposizione e applicatele, per una volta nella nostra vita applicatele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, Presidente, chiedo che lei rettifichi la sua dichiarazione, la decisione non è indiscutibile perché per me in Parlamento non c’è nulla di indiscutibile, se no entriamo in un regime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le chiedo, Presidente, di rivedere la sua dichiarazione, perché sarebbe anche questo un precedente molto grave che si somma a quelli che già conosciamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Va bene, ci riflettiamo.

(Esame dell'articolo 35 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, la Commissione si rimette all'Aula sul subemendamento Ferrari 0.35.2.150, mentre esprime parere contrario sui subemendamenti Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Schullian 35.2, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Lombardi 35.502, Nuti 35.503 e Dadone 35.504.Pag. 183
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brunetta 35.6, sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9 e sul subemendamento Crippa 0.35.7.1.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506 e sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Il parere è altresì contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1, sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.

PRESIDENTE. Onorevole Toninelli ?

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferrari 0.35.2.150, Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5 e sugli emendamenti Schullian 35.2, Lombardi 35.502, Nuti 35.503 e Dadone 35.504. Esprimo parere contrario sull'emendamento Brunetta 35.6, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Dieni 0.35.5.1. Sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9 e sul subemendamento Crippa 0.35.7.1.
Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506 e sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01. Esprimo parere favorevole sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7. Esprimo parere contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1. Mi rimetto all'Assemblea sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 ed esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini ?

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, l'emendamento Russo 35.500 è stato ritirato ?

PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato. Cominci a dare i pareri dal subemendamento Ferrari 0.35.2.150.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sul subemendamento Ferrari 0.35.2.150. Il parere è favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4, Dadone 0.35.2.5, sugli emendamenti Schullian 35.2, Lombardi 35.502, Nuti 35.503 e Dadone 35.504. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Brunetta 35.6 e sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4.
Esprimo parere contrario sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2 e parere favorevole sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9. Il parere è contrario sul subemendamento Crippa 0.35.7.1, mentre il parere è favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8 nonché sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506.
Esprimo parere contrario sul subemendamento Cozzolino 0.35.01.7, mentre il parere è favorevole sui subemendamenti Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11 e Dieni 0.35.01.10. Mi Pag. 184rimetto all'Aula sul subemendamento Crippa 0.35.01.13, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.35.01.12.
Infine, esprimo parere contrario sull'emendamento Russo 35.01, sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1, sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e sull'emendamento Alli 35.0200.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Quaranta ?

STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferrari 0.35.2.150, Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5. Sugli emendamenti Schullian 35.2. e Lombardi 35.502 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 35.503, Dadone 35.504 e Brunetta 35.6. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9, sul subemendamento Crippa 0.35.7.1, sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8, sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506, sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1, sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.

PRESIDENTE. Il Governo ?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano.

PRESIDENTE. In questo momento è stato ritirato l'emendamento Schullian 35.2, quindi, se non c’è più questo emendamento, decadono i subemendamenti.
Prendo atto che il deputato Matteo Bragantini intende far suo l'emendamento Schullian 35.2, però, onorevole Bragantini, lo deve fare il rappresentante del gruppo o un delegato d'Aula. Va bene, onorevole Fedriga.

ANGELO ATTAGUILE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO ATTAGUILE. Presidente, ho visto in Aula poc'anzi il Ministro della salute e desidero un'informazione immediata, perché stamattina a Catania è morta una bambina per crisi respiratoria, che nessun ospedale, dei tre ospedali che ci sono a Catania, ha potuto ricevere, e nel tragitto per andare a Ragusa la bambina è morta. È una cosa vergognosa per la sanità italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). Desidero immediata comunicazione e informazione da parte del Ministro.

PRESIDENTE. Onorevole Attaguile, la Ministra ha ascoltato, non so se intenda rispondere ora, però è chiaro che la Presidenza non ha bisogno di trasferire al Ministro questa informazione.

GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO. Presidente, vorrei solo intervenire sull'argomento sollevato dal collega, anche perché c’è il Ministro in Aula...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Grillo, siccome non è esattamente una Pag. 185questione sull'ordine dei lavori, il tema è molto serio e non lo vorrei far diventare una questione di polemica politica.
Se il Governo ci fa sapere se e quando può portare eventualmente un'informativa...

ALESSANDRO DI BATTISTA. Si sta solo associando !

PRESIDENTE. Sì, si sta associando, era solo per dire che non aprivamo un giro di interventi. Prego, onorevole Grillo.

GIULIA GRILLO. No, non voglio aprire un giro di interventi, però, siccome sono anche della città di Catania, e quindi questa cosa riguarda anche la mia città, mi sembrava il minimo da parte di quest'Aula prendere atto di questo evento. Mi permetto: non è assolutamente una questione di strumentalizzazione o di polemica politica; io ho già fatto un'interrogazione, che sto per depositare, quindi sto facendo la mia attività parlamentare normale.
Però, voglio dire come, al di là di tutto quello che pensiamo non possa avere ricadute nella vita dei cittadini, quello che, invece, facciamo qui dentro e decidiamo con questa riforma costituzionale sulle competenze anche delle regioni in tema di politica sanitaria e politica sociale ha una ricaduta pesante, diretta e quotidiana sui nostri territori.
Nel caso di una città grande come la mia, che ha grandi strutture sanitarie, venire a conoscenza dai giornali che non sono stati in grado di trovare un posto di terapia intensiva per una neonata ci lascia, come movimento, come gruppo politico, e mi lascia, come persona e come medico, assolutamente senza parole.
Questo dimostra, e poi concludo, Presidente, anche quanto una classe politica che afferma che bisogna ridurre il numero dei posti letto, che devono essere 3,7 per mille abitanti, sia lontana, ipocrita, in certi momenti, dalle esigenze di chi le ha dato il mandato di governare, di chi l'ha eletta, e dovrebbe rispondere a tali esigenze con i contributi che noi versiamo per avere questi servizi.
Quindi, mi auguro al più presto un intervento del Ministro, che, tra l'altro, può capire bene, in questo momento anche particolare della sua vita, quanto possa essere drammatico un evento come questo per una famiglia, che difficilmente si potrà anche riprendere dal dolore che sta vivendo: deve essere l'ultimo, ma l'ultimo, Ministro, di una serie di episodi veramente inammissibili in un Paese che dovrebbe essere, secondo me, un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grillo. Come lei ha giustamente segnalato, ci sono atti di sindacato ispettivo che tratteranno la questione e la Presidenza si sente impegnata a metterli in calendario prima possibile, appena il Governo potrà rispondere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ferrari 0.35.2.150, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea, vi è il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e il parere contrario del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ravetto, Gebhard, Simonetti, Giancarlo Giorgetti, Fanucci, Romele, Gasparini, Ciracì...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 369
Votanti 358
Astenuti 11
Maggioranza 180
Hanno votato
331
Hanno votato
no 27).

Essendo stato approvato questo subemendamento, risultano preclusi tutti gli altri subemendamenti fino all'emendamento Pag. 186proprio Schullian 35.2, che è stato fatto proprio dal gruppo Lega Nord e Autonomie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schullian 35.2, nel testo subemendato fatto proprio dal gruppo Lega Nord e Autonomie, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie, e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ravetto, Cani, Latronico, Carrozza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 375
Votanti 358
Astenuti 17
Maggioranza 180
Hanno votato
40
Hanno votato
no 318).

(La deputata Nicchi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 35.502, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie, e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 375
Votanti 354
Astenuti 21
Maggioranza 178
Hanno votato
31
Hanno votato
no 323).

(La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 35.503, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie, e contrario del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paola Bragantini, Covello, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 375
Votanti 373
Astenuti 2
Maggioranza 187
Hanno votato
30
Hanno votato
no 343).

(Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 35.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Brunetta, Monchiero...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 187
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 376
Votanti 360
Astenuti 16
Maggioranza 181
Hanno votato
47
Hanno votato
no 313).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pilozzi, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 380
Votanti 359
Astenuti 21
Maggioranza 180
Hanno votato
31
Hanno votato
no 328).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 35.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, l'emendamento è molto semplice. Significa ricondurre la decisione alla sua originaria volontà, ossia quella di contenere il costo dei consiglieri regionali. Se si dice emolumento significa che c’è l'indennità più tutti i benefit e i benefit di un sindaco sono enormi. Sicché quando si va a fare la traduzione monetaria, nummaria degli emolumenti dei sindaci, ogni consigliere regionale prenderebbe un'infinità di denaro, mentre è l'indennità che deve essere uguale a quella del sindaco, poi i benefit sono sicuramente molto, ma molto minori di quelli di cui gode un sindaco di una grande città: non ha la macchina, non ha l'autista, non ha gli impiegati, non ha il telefono a disposizione eccetera. Sicché se lei dice emolumento, ognuno si può sbizzarrire a piacimento. Se dice indennità, i contenimenti poi sono d'obbligo. È tutto qui.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 35.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL e su cui il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Misiani, Molea.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 378
Votanti 376
Astenuti 2
Maggioranza 189
Hanno votato
90
Hanno votato
no 286).

(I deputati Gianni Farina e Vazio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 35.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL e su cui il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.Pag. 188
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 381
Votanti 369
Astenuti 12
Maggioranza 185
Hanno votato
40
Hanno votato
no 329).

Passiamo alla votazione del subemendamento Fraccaro 0.35.9.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente, io vorrei utilizzare questo tempo per spiegare un po’ un punto di questa riforma che secondo me è molto grave. Infatti, è partita mediaticamente l'esigenza di questa riforma sostenendo la necessità di tagliare i costi della politica. Si è basato tutto sulle spese che rappresentano i senatori e i consiglieri regionali, così come anche sottolineato dall'articolo 35 che stiamo emendando e subemendando.
Però come spesso è successo in passato, da parte del centrodestra si dicono cose giuste come alibi per fare cose sbagliate. Si criticano giustamente delle situazioni, dei cancri di questo Paese per poter modificare e peggiorare addirittura la situazione, per avere la scusa per peggiorare ancora la situazione. Ed è la stessa cosa che è avvenuta con il Senato e con la modifica che stata apportata al Senato. Si è detto di voler togliere i senatori perché costavano troppo, per risparmiare.
Questo ci aveva detto Renzi all'inizio di questo percorso di riforma costituzionale. E cosa ha fatto mentre toglieva i senatori ? Ci ha messo i consiglieri regionali, che dovranno svolgere quindi anche il compito di consiglieri regionali per cui sono stati eletti e ha previsto che coloro che avranno il diritto di sedere nella Camera alta, come si dice in alcuni Paesi, saranno indicati dal capo partito. Ma la cosa peggiore è che questa riforma dà ai consiglieri regionali l'immunità. È questo lo scopo ultimo della riforma del Senato: sostituire i senatori con i consiglieri regionali a cui dare l'immunità che quindi saranno tutelati mentre commettono degli illeciti come consiglieri regionali perché siedono in Senato. È questa un'esigenza della politica, di salvaguardare il posto e la poltrona perché la metà dei consiglieri regionali in questo paese, più di cinquecento, sono oggi indagati e, anziché fare norme contro la corruzione preferite salvaguardare quei posti, quei poteri, quei potenti, dandogli l'immunità. Avete preso i senatori, li avete tolti, li avete resi consiglieri regionali, avete consentito che continuassero ad essere consiglieri regionali, donando loro l'immunità. Era la stessa cosa se aveste donato l'immunità direttamente ai consiglieri regionali, ma non potevate farlo per l'opinione pubblica, quindi avete costruito questa strada contorta ma difficile da comprendere per un cittadino disinformato. Cittadini disinformati che voi avete creato con mezzi di comunicazione che non sono liberi, come testimoniato dalle organizzazioni internazionali che si occupano della questione. Ora dire di porre un limite alle retribuzioni dei consiglieri regionali è una favola, è un trucco semantico, state vendendo qualcosa che non avete, che non avete creato. State vendendo forma e non sostanza. Consiglieri regionali che, ad esempio, nella mia regione, il Trentino Alto Adige, hanno intascato i vitalizi in anticipo; consiglieri regionali che dopo due legislature sono andati a casa con milioni di euro, dopo dieci anni di lavoro, lavoro fatto spesso male. Quindi adesso è il momento di dire a tutti i cittadini che ci stanno seguendo, che saranno pochi perché li state distraendo con tante altre cose, e spesso queste riforme costituzionali servono solamente per distrarre come ha dichiarato anche il sottosegretario Lotti il cui video in questi giorni imperversa su Internet, che parlava con il senatore; e diceva il senatore che era il momento di farli giocare questi parlamentari con le Pag. 189riforme per nascondere i veri problemi di questo paese (Applausi dei deputati del gruppo M5S). Allora, nel momento in cui i vostri capi bastone vi stanno dando il giochetto per distrarvi, abbiamo la possibilità di fare qualcosa di buono tutti insieme e rispondere a quel sottosegretario che vi dà dei bambocci a cui lanciare un bastone da rincorrere e fare qualcosa di buono che coinvolga quei cittadini che oggi sono lontani dalla politica e sono disinformati, che non sanno le leggi che li stanno regolando, che non sanno chi sta facendo quelle leggi: gente in conflitto di interessi, proprio come il Ministro Boschi; abbiamo la possibilità di fare qualcosa di buono, di non rincorrere il bastone che ci hanno lanciato, ma di prendere in mano il futuro di questo paese e di farlo insieme. Questa è la possibilità che vi dà oggi il M5S.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di intervenire sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2.

PRESIDENTE. Onorevole Di Battista non può intervenire sul subemendamento, si ha un intervento di cinque minuti per ogni votazione, quindi può intervenire su quello successivo.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di intervenire a titolo personale.

PRESIDENTE. Sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale, e anche quelli aggiuntivi. Può intervenire sul prossimo emendamento per cinque minuti. Il regolamento prevede esattamente quanto le sto dicendo.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, due questioni sul Regolamento. La prima: mi dissocio ovviamente dalla incomprensibile scelta della Presidenza per cui, ai fini di determinati tempi, non sia possibile dissentire da un collega appartenente allo stesso gruppo e questo vorrei che venga messo una volta ancora di più agli atti.
L'altra osservazione consiste nel fatto che volevo segnalare una questione di moralità e di etica all'interno di quest'Aula. Visto che, ai fini del conteggio del numero legale, vengono computati i deputati in missione, vorrei comprendere come, da un punto di vista etico, il sottosegretario Scalfarotto si mantenga costantemente in missione da questa mattina, pur essendo sostanzialmente in Aula. È vero che non sta partecipando alla votazione, ma sarebbe meglio che partecipasse alla votazione perché in quel modo alzerebbe il quorum. Quindi, evidenzio il giochino che state facendo anche con vari personaggi del Governo che vengono, fanno un'apparizione e in qualche modo non votano, ma stanno pronti ad intervenire, qualora magari il delegato del Partito Democratico si accorga di una difficoltà numerica e, in quel caso, possono procedere alla votazione. Credo che, dal punto di vista etico, sia quanto meno irresponsabile per un esponente del Governo venire in Aula, essere in missione e in qualche modo alzare di fatto il numero legale.
Ritengo che questa situazione debba essere regolamentata in un'altra maniera e tutti – è passato ad esempio il Ministro Lorenzin, è passato il Ministro Madia, è passato il Ministro Boschi, è passato il Ministro Alfano – sono membri del Governo oggi computati in missione. Vengono in momenti critici, magari su determinati tipi di emendamenti, pronti ad intervenire e a votare nel caso in cui sia necessario.
Allora, credo che o non si fanno vedere, e quindi mantengono la loro missione giusta per la funzione governativa, o, altrimenti, se sono in aula, come il deputato Scalfarotto di cui ormai ricordiamo soltanto le parole «concordo con il relatore di maggioranza», vorremmo che venisse messa agli atti quanto meno questa pratica che, a nostro avviso, è totalmente scorretta da un punto di vista etico. Probabilmente il Regolamento lo consentirà anche, perché ovviamente ci saranno precedenti illustri Pag. 190che credo gli uffici siano già andati a rispolverare, tuttavia veramente è una vergogna vedere il sottosegretario, che comunque ha seguito insieme a noi tutto il profilo delle riforme, essere in missione e di conseguenza abbassare il quorum della votazione. Questo è un punto su cui gradirei una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori e sullo stesso argomento per chiederle un chiarimento. Prima di prendere la parola, ho voluto fare anche una verifica direttamente con uno dei diretti interessati. Infatti non so come si spieghi, probabilmente c’è un problema nel sistema di conteggio o evidentemente c’è un meccanismo che a noi è sconosciuto, perché siamo più avvezzi magari ad entrare nei temi specifici del dibattito parlamentare piuttosto che nei meccanismi di conteggio. Però, durante la votazione n. 107, ho chiesto quanti deputati erano in missione e risultano in missione 71 persone tra cui il collega Giachetti. Nella votazione n. 107 risulta votante il collega Giachetti. Questo più e più volte.
Allora, ho chiesto a lui, vista anche la sua esperienza e la sua onestà intellettuale, che tutti quanti gli riconosciamo, se c'era qualcosa che non quadrava e se fosse stato (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... no, no, no, non prendetevela con lui, probabilmente c’è un problema di calcolo che tuttavia poi diventa dirimente per il numero legale. Allora, ho chiesto a lui se la votazione n. 107 fosse stata la prima che faceva e mi ha detto molto onestamente che era dalle tre di pomeriggio che votava.
Allora, mi chiedo: è l'unico caso, non è l'unico caso ? Perché poi ho visto anche la presidente Ferranti votare ma essere contemporaneamente in missione. Allora, mi chiedo cosa sta succedendo nel numero dei conteggi, perché c’è qualcosa che chiaramente deve essere chiarito. Magari ci sbagliamo noi, però, onde evitare che gli animi, che già sono abbastanza caldi, si scaldino troppo, se può essere così gentile da darci una risposta sarebbe molto, molto gradita.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Gallo, che succede ? È stata posta sia dall'onorevole Crippa che dall'onorevole Pini una questione giusta che ha una sua rilevanza.
Distinguo la questione dei Vicepresidenti di turno da tutte le altre, perché i Vicepresidenti di turno sono in missione automaticamente, ma entrano ed escono dalla missione automaticamente. Cioè, se votano, escono e poi rientrano in missione perché sono di turno. Questa è una condizione che riguarda solo i Vicepresidenti nelle giornate in cui sono di turno di Presidenza e non la presidente di Commissione la quale, quindi, se è in aula e non vota rimane in missione, se vota decade dalla missione. Questo deve essere il sistema di calcolo.
È possibile che alcuni colleghi siano in aula – come ha fatto notare il collega Crippa – e per scelta rimangano in missione, magari perché – come è il caso dei ministri – stanno un po’ in aula e poi se ne debbono andare; quindi, non riuscendo a votare per tutta la seduta, decidono di rimanere (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... un attimo, io sto dando una spiegazione sul meccanismo tecnico.
Nel momento in cui – ad eccezione dei Vicepresidenti di turno – deputati che sono in missione per ruoli istituzionali votano, la missione decade; e, quindi, automaticamente, il sistema di conteggio fa decadere quel determinato deputato, chiunque esso sia, dalla missione.
È possibile che ci siano colleghi che sono in aula, che sono in missione e che decidano per ragioni proprie, perché magari non possono rimanere in aula tutto il tempo, di non votare.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Risulta il voto !

Pag. 191

PRESIDENTE. Io ora questa questione che il collega...

ALESSANDRO DI BATTISTA. La luce si accende, la luce del voto !

PRESIDENTE. Se si accende la luce del voto la missione è decaduta. Se una persona che è in missione vota, in quel momento la missione decade. Questo non vale per i quattro Vicepresidenti nelle giornate in cui sono di turno.
Mentre la questione sollevata dal collega Crippa è una questione diversa.
Leggo una circolare del 1996 in cui si prevedeva... però non vi vedo molto interessati alla risposta, vi vedo più interessati alla domanda. Allora, o ascoltate la risposta oppure (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia)...
Esiste una circolare del 1996 che dice: «Dopo la comunicazione delle missioni all'Assemblea, ad inizio di seduta sono comunque considerati presenti, per la seduta medesima, quei deputati che facciano risultare personalmente la loro presenza in aula alla Presidenza ovvero prendano la parola o partecipino a votazioni qualificate. Il Presidente può sempre procedere all'appello dei deputati in missione».
Sostanzialmente questa circolare è stata applicata solo per le votazioni e non per la presenza fisica. Quindi, quello che ho spiegato prima è una prassi. La prassi fa decadere i membri di Commissione e via dicendo in missione nel momento in cui votano. Ecco, questa è la spiegazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti, immagino sullo stesso argomento. Prego, ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, io volevo porre alcuni quesiti perché mi risulta che normalmente alla Camera ci siano settanta, ottanta o novanta missioni giornaliere. Ora, ovviamente non sta a me confutare e discutere i motivi di queste missioni, ma certo, nel momento in cui si fa una forzatura, anche regolamentare, rispetto alla seduta fiume e poi durante la notte, nella quale si dovrebbe lavorare, ci sono ottanta o novanta colleghi in missione, io vorrei sapere a che cosa serve questa missione nelle ore notturne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Chiederei che, in un momento nel quale noi abbiamo una seduta fiume di questo genere, anche controversa, diciamo così, su un argomento importantissimo, nelle ore notturne i Ministri – che non lavorano al Ministero di notte – vengano qui e che i colleghi in missione vengano qui a fare il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Alfano... mi scusi Ministro, bisogna però che in questo momento lasciate i banchi del Governo. Onorevole De Girolamo, stiamo discutendo una questione che è bene che il sottosegretario Scalfarotto segua.
La questione che lei pone, onorevole Zaratti, non la possiamo risolvere nel dibattito d'Aula: la missione è regolamentata dalla circolare di cui ho appena letto un piccolo estratto e che è applicativa dell'articolo 46 del Regolamento, oltre che da una serie... onorevole De Girolamo, onorevole Alfano, potete discutere fuori dai banchi del Governo ? Dicevo: e da una serie di decisioni dell'Ufficio di Presidenza. C’è, quindi, una serie di decisioni dell'Ufficio di Presidenza, nonché questa circolare, che attuano concretamente l'istituto delle missioni.
Le missioni sono regolamentate, non sono a discrezione del singolo deputato, ma sono legate ai ruoli istituzionali che i singoli deputati rivestono: e questa è materia che non attiene a questa discussione. Il tema posto da Gianluca Pini e da Crippa, e cioè se siamo sicuri che, nel momento in cui si stanno facendo delle votazioni delicate, si stiano applicando come da prassi e come da regolamento le regole, è invece un tema che ha una sua validità e, pertanto, ho spiegato quale sia la situazione per i Vicepresidenti; ed ho, inoltre, detto che, se in aula ci sono colleghi che risultano in missione che non ritengono di votare, per prassi, lo ripeto, per prassi, non escono dalla missione, a meno che non decidano di votare.

Pag. 192

MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo perché, pur ringraziandola per la puntualità e la precisione delle risposte e delle argomentazioni che lei ha voluto addurre in replica agli interventi che l'hanno preceduta, c’è un vulnus che, come dire, sorge spontaneamente dall'analisi di quanto detto.
È capitato, nella giornata di oggi e probabilmente anche in quella di ieri, che l'Assemblea si trovasse plasticamente nella stessa esatta situazione in cui si trova in questo momento in cui sto parlando: i banchi del Governo vedono come unico rappresentante dell'Esecutivo il sottosegretario Scalfarotto. La domanda è: posto che il sottosegretario Scalfarotto è in missione – il che significa che non c’è – noi a quale Governo ci rivolgiamo ? Chi rappresenta il contraddittorio nell'Assemblea nel momento in cui, nella formulazione dei pareri e nell'espressione degli stessi, comunque il Governo deve essere, a termini di Regolamento, rappresentato ? Come fa in questo momento il Governo ad essere rappresentato dal deputato Scalfarotto che è in missione, e quindi non c’è ? O il deputato Scalfarotto è uno e bino – e ci piacerebbe, per utilità di tutti, che ci spiegasse quale sia il sistema per il quale riesce ad essere contemporaneamente in due posti – oppure, se riconosciamo la circostanza che il deputato Scalfarotto è in missione e che quindi non c’è, non possiamo riconoscere che tra i banchi del Governo ci sia qualcuno che quel Governo rappresenta. Pertanto, non è pensabile poter andare avanti in questo senso.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, soprattutto anche per la sensibilità con la quale vogliamo approfondire un attimo questa questione. Vorrei aggiungere alcune considerazioni agli elementi che lei ha apportato al dibattito: mi ha chiarito il concetto sui Vicepresidenti, però in qualche modo ha detto che se un deputato non partecipa all'attività dell'aula... ebbene, mi chiedo se a questo punto il sottosegretario Scalfarotto, quando prende parola e dice «conforme al relatore», non stia prendendo parte ai lavori dell'Assemblea, visto che poi lo ritroviamo citato soprattutto nello stenografico della seduta successiva. Noi domani troveremo Scalfarotto che era in missione e che però figura nello stenografico della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questa questione, secondo me, deve essere dipanata in tempi rapidi, perché chiediamo anche di verificare, visto che all'articolo 46, comma 2, i deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera fuori dalla sua sede sono computati come presenti per fissare il numero legale. Io vorrei comprendere, invece, come alcuni presidenti di Commissione siano qua presenti e non stiano oggi votando – cito a titolo di esempio: poco fa era presente, adesso è uscita, la collega Bindi – i quali, in qualche modo, figurano in missione. Allora, io credo che, se la missione è dovuta ad impegni istituzionali del ruolo, non possa essere ammissibile che mantenga la presenza all'interno di quest'Aula.
Come anche – cito un altro esempio – il Questore Fontana, che da ieri sera presidia i lavori della Camera ed anche tutto oggi è in missione, ed è sempre qui; e lo salutiamo, perché è qui di fianco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Aggiungo anche, ad esempio, il collega Dellai, che è capogruppo di una forza di maggioranza e figura in missione, ma è qui con noi ! Fino ad un minuto fa era qui con noi, ora non c’è più, e ci chiediamo già il perché.
Io credo che questa questione debba essere approfondita, perché, al di là di tutto, c’è anche un aspetto di natura economica dietro queste missioni, questione che avevamo già sollevato, per le quali, ad esempio, la Presidente Boldrini, su un'altra segnalazione – ovvero quei Pag. 193deputati che votavano al mattino in Commissione, e poi venivano in Aula e si mettevano in missione. Allora lì, la circolare della Presidente Boldrini chiarì quell'aspetto.
Anche in questo caso, credo che ci sia da chiarire quell'aspetto, perché ci sono anche dei profili economici legati a quella faccenda, ovvero che i deputati che sono in missione prendono l'intera indennità.
Io credo che debba essere analizzato questo tema, perché, se poi uno fisicamente è qui, allora, a quel punto, deve esercitare il suo ruolo qui. Non ha la funzione della missione essere seduti in Aula ed eventualmente votare se manca il numero legale. Questo aspetto ha delle complicazioni anche di natura economica. Io le chiedo, pertanto, di convocare la Giunta per il Regolamento, perché questo punto deve essere risolto; ma soprattutto, prima di andare avanti con qualsiasi passo successivo, vorrei chiarire la posizione del deputato Scalfarotto su quanto ha fatto fino adesso, se la funzione che ha esercitato fino adesso di membro del Governo ma in missione sia compatibile o meno con gli andamenti dei lavori dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché, a mio avviso, non può essere che il deputato sia in missione e nello stenografico figuri come presente, perché o ha una duplice veste, o altrimenti credo che dobbiamo chiarirlo. La ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sullo stesso argomento ?

ALESSANDRO DI BATTISTA. Solo un'aggiunta di dieci secondi, Presidente, anche perché se il collega Scalfarotto in questo momento si trovasse in missione, chiaramente non sarebbe presente il Governo durante le riforme costituzionali. Questo è molto semplice: se è in missione, non c’è il Governo, per cui chiamate qualche rappresentante del Governo non in missione che si sieda nei banchi del Governo durante le riforme costituzionali. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Io volevo semplicemente dire che sarà dove sarà, l'onorevole Scalfarotto, ma questa Camera dovrebbe ringraziarlo, perché non si è mosso un minuto da lì, mentre tutti quegli altri «girellavano». È sette giorni che è lì e fa il suo dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quindi è un esempio, ed un minimo di ringraziamento io mi sento di farglielo, nonostante le precisazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scalfarotto su una questione specifica, poi chiudiamo con una riflessione generale. Prego, onorevole Scalfarotto (Commenti).

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ringrazio l'onorevole Bianconi (Commenti)...

PRESIDENTE. Adesso forse c’è, visto che parla... !

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ringrazio l'onorevole Bianconi per i ringraziamenti, ma faccio la metà del mio dovere: è il mio mestiere, sono qui e lo faccio con grande piacere. È un onore per me rappresentare il Governo della Repubblica in questa discussione così importante.
Quanto alla ragione per cui non voto, deve essere chiaro che questo appartiene alle mie prerogative di parlamentare: io sono libero di decidere se votare o meno, Pag. 194quando votare o quando non votare. Rimetto la questione del fatto se io sia in missione o meno alla Presidenza, ai Regolamenti e alle prassi, questo non dipende da me. Però, desidero che nessuno questioni... desidero, onorevole Crippa, tramite la Presidenza, che nessuno questioni la decisione di un parlamentare della Repubblica se votare o meno, perché, fino a prova contraria, abbiamo la libertà di farlo. Grazie (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Scalfarotto è stato chiaro (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Scusate, è stato chiaro in questo senso: ognuno di noi... Onorevole Capodicasa, proprio ora si mette... Non mi pare il momento. L'onorevole Scalfarotto ci ha appena detto che rimette alla Presidenza la decisione sul considerarlo o meno in missione (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle). Stiamo un pochino più calmi. Siamo qui da molte ore. Scusate, la facoltà di essere in Aula e non votare è una facoltà di ciascuno di noi, tanto che una parte di quest'Aula in questo momento la sta esercitando, però non siete certamente in missione. Io credo che questo tema meriti un approfondimento da parte della Giunta per il Regolamento, che non posso convocare io ma la Presidente della Camera (Commenti del deputato Corsaro). Onorevole Corsaro, lei sa meglio di me che alcuni colleghi che ricoprono ruoli istituzionali (presidenti di Commissione, Questori, membri dell'Ufficio di Presidenza, capigruppo) hanno la facoltà di stare in Aula per alcune ore e di stare in missione, perché poi devono assolvere ad altre funzioni, ad altri istituti e quindi non possono garantire la presenza in Aula per tutta la giornata. Quindi, l'argomento della missione collegata alla diaria è stato stabilito dall'Ufficio di Presidenza e dalle deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza proprio in relazione alle funzioni istituzionali. Altra cosa è, poiché il tema posto per la presenza dell'onorevole Scalfarotto in rappresentanza del Governo ha un suo fondamento, decidere se la presenza in Aula senza esercitare il voto, in un caso specifico molto evidente come questo, possa dare alla Presidenza la responsabilità di non considerare il rappresentante del Governo, che in questo momento è rappresentante del Governo a tutti gli effetti, considerato in missione. Ovviamente non può esserlo, dal mio punto di vista, ma questa è una mia interpretazione. Io però penso che, più in generale, su questa materia sia giusto chiedere un approfondimento alla Giunta per il Regolamento.
Ora, hanno chiesto di parlare, nell'ordine: l'onorevole Laffranco, l'onorevole Pini e l'onorevole Bragantini, però vi chiederei una cosa, perché la questione non la risolviamo qui. Io ho preso personalmente un impegno a chiedere alla Presidente di convocare una Giunta per il Regolamento.

FILIPPO GALLINELLA. Ora.

PRESIDENTE. No, ora no. Ora l'unica decisione che la Presidenza può assumere, l'unica responsabilità che la Presidenza si può assumere, avendo ascoltato le parole dette dal sottosegretario Scalfarotto, è non considerare in missione il sottosegretario Scalfarotto, in quanto, alla luce della circolare che ho letto poco fa, la sua presenza in Aula è stata manifestata attraverso numerosi interventi. È la prima volta che applichiamo in questo senso la circolare, però io credo che sia corretto. Onorevole Longo, mi scusi, lasciateci un attimo concludere questa parte altrimenti... Grazie. Prendendo questa decisione, cioè che consideriamo decaduto dalla missione l'onorevole Scalfarotto, la cui presenza è stata ampiamente manifestata dai numerosi interventi che ha fatto in Aula per conto del Governo, sul resto debbo mantenere il punto, cioè che tutte le missioni che sono state autorizzate oggi, di tutti, sono tutte state fatte secondo Regolamento, delibere e la circolare che ho appena citato.
Quindi, siamo assolutamente nella regolarità. Poiché ci sono degli elementi giusti che sono stati sollevati nel dibattito, Pag. 195credo che potremo tornare a riflettere di questa questione in una riunione della Giunta per il regolamento abbastanza presto.
Colleghi, prima di voi hanno chiesto di intervenire altri colleghi.
Ha chiesto di parlare per richiamo al regolamento l'onorevole Bonafede, su cosa ?

ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 8 e sull'ultima sua dichiarazione.
Signor Presidente, il primo punto è che lei dice che il collega Scalfarotto viene considerato decaduto dalla missione ed è importante capire da quale momento è decaduto dalla missione. Il secondo punto è che lei non può dire, signor Presidente, che «per me l'argomento è fondato, sono personalmente d'accordo con voi», perché mi può fare piacere sul piano personale, ma non me ne frega niente da un punto di vista politico, perché lei per ora rappresenta la Presidenza.
Quindi, se lo ritiene fondato, se il problema evidentemente è ostativo per la prosecuzione regolare dei lavori parlamentari, lei deve sospendere i lavori, perché visto che lei dice che non può immediatamente convocare la Giunta per il regolamento perché lo deve fare la Presidente Boldrini, allora o la Presidente Boldrini viene e si presenta personalmente, oppure lei sospende fino a quel momento. Infatti, delle due l'una, signor Presidente: o consideriamo il problema fondato e quindi agiamo di conseguenza o se il problema non è fondato allora non può dire che è fondato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, prego, intervenga pure, poi dopo chiudiamo.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi fa piacere che alla fine concordi nel considerare i rilievi fatti dai colleghi dei gruppi della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle come fondati. Quello che non comprendo però, Presidente, è come si possa adesso considerare, giustamente, decaduto perché di fatto è intervenuto nel merito della discussione alle 17,30 di Giovedì 12 febbraio, e sostanzialmente il deputato Scalfarotto ha espresso i pareri da questa mattina ed è sempre stato in missione. Nel momento in cui viene accertato che questo oggi sia una violazione ovvero che, di fatto, il deputato Scalfarotto avendo preso la parola figura non più in missione per la Presidente della Camera – apprezzo le sue doti di ascoltare due persone contemporaneamente – volevo a questo punto chiedere, perché a me sembra importante stabilire da che punto il deputato Scalfarotto non è più in missione e soprattutto, visto che abbiamo detto che non è più in missione per un motivo e lei concorda sul motivo, vorrei comprendere come questa decisione non debba inficiare retroattivamente quanto è stato fatto tutto il pomeriggio. Infatti, a mio avviso, se questo è un errore di valutazione, allora è un errore di valutazione che ci siamo trascinati dal mattino ad oggi, da quando, cioè, il deputato Scalfarotto, anche stamani, sicuramente, era in missione e ha in qualche modo votato. Di conseguenza, andiamo a vedere come, in alcuni casi è successo e le ricordo soltanto questo precedente, Presidente. Alla prima votazione è mancato il numero legale per due voti e se il deputato Scalfarotto si fosse tolto dalla missione e secondo la sua prerogativa, giustissima, non avesse esercitato il suo diritto di voto sarebbero stati magari tre. Si immagina lei se quel limbo di voti fosse stato uno solo, cosa avremmo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Io credo che qui si debba ragionare nel merito e vorrei che immediatamente la Presidente Boldrini se ne facesse carico, perché a mio avviso deve essere approfondito quello che retroattivamente si deve fare.
Quindi, non è che si può dire: fino ad adesso è tutto regolare, da adesso in poi non è più in missione. Non è una questione personale tra noi e il deputato Scalfarotto, ma è una questione di Regolamento Pag. 196e il Regolamento prevede che se lei pochi minuti fa ha detto che avete ragione e la questione è fondata e da adesso in avanti il deputato non è più in missione, se è fondata allora anche precedentemente c’è qualche problema. Noi vorremmo che la Presidente Boldrini si facesse carico immediatamente della questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Di Battista su che cosa ?

ALESSANDRO DI BATTISTA. Articolo 8 comma 1 Presidente, glielo leggo. Una domanda.

PRESIDENTE. Ha ragione. Prego.

ALESSANDRO DI BATTISTA. Il Presidente rappresenta la Camera, assicura il buon andamento dei suoi lavori facendo osservare il Regolamento, e dell'amministrazione interna, sovrintende a tal fine alle funzioni attribuite ai Questori e ai Segretari. Ora le chiedo, domanda legittima Presidente, se può lei o gli uffici fornirci, dato che il collega Scalfarotto più di una volta durante le votazioni di oggi era l'unico componente del Governo presente in Aula, e abbiamo capito che era in missione, chiediamo a lei e agli uffici di fornirci, gentilmente, un precedente che attesti la non presenza in pratica del Governo, di nessun componente del Governo, durante le discussioni o di un decreto-legge o di una legge ordinaria o di una legge costituzionale. Chiediamo di fornirci un precedente del genere perché più d'una volta durante la discussione oggi in Aula e durante le votazioni il deputato Scalfarotto era l'unico componente dell'attuale Governo seduto sui banchi del Governo e risultava in missione. Gradiremmo, dato che siete spesso solerti nel tirar fuori precedenti o anche spesso andando avanti sulle riforme costituzionali senza produrre dei precedenti, chiediamo la stessa identica solerzia, è nel nostro diritto ed è prescritto dall'articolo 8 comma 1 del Regolamento, appunto chiediamo la produzione di un precedente che attesti già la sussistenza di un fatto del genere in precedenza. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene. Allora avevano chiesto di parlare l'onorevole Pini e l'onorevole Matteo Bragantini. Onorevole PINI, ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Telegrafico sia per la risposta sia per l'invito a riportare la questione alla Giunta per il Regolamento. Mi chiedevo solo questo. Visto che, giustamente, viene dichiarato decaduto dalla missione il collega Scalfarotto in quanto presente da questa mattina ed è intervenuto e ha dichiarato la conformità dei pareri rispetto al relatore, se non sia il caso di ritenere decaduti tutti i membri del Governo che sono intervenuti durante la seduta, perché a questo punto è si, per un fatto anche di correttezza, perché se uno viene e interviene nella fase appunto di formazione normativa, tra l'altro di una riforma costituzionale, è intervenuto a tutti gli effetti all'interno del dibattito dell'Aula quindi se e vero com’è vero, e di quello mi ha dato mi ha dato una risposta tecnica assolutamente esaustiva, che i Presidenti i vice Presidenti di turno effettivamente gli altri vicepresidenti e non sono nell'elenco, entrano e escono dalla missione perché in qualsiasi momento potrebbero dover appunto presiedere la seduta, è altrettanto vero che come non si capisce quale differenza ci sia tra un intervento sistematico del collega Scalfarotto e un intervento sporadico di un altro membro del Governo.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Allora, a precisazione, la circolare che lei ha letto afferma che i membri del Governo si Pag. 197palesano alla Presidenza con la presenza. Ovviamente ciò non vuol dire un passaggio qua davanti, ma se chiedono la parola e dunque la Presidenza dà la parola a un Ministro o sottosegretario vuol dire che si palesa in quel momento la presenza, almeno questo è il dubbio, dei componenti del Governo. E dunque da quel momento lì non sono più in missione, come è successo con il collega Scalfarotto. Ma io faccio un ragionamento aggiuntivo. Normalmente le missioni sono la mattina, dopo la pausa pomeridiana di pranzo e alla sera dopo la pausa serale. Questo per le sedute normali. Qui siamo in seduta fiume, dove non ci sono pause se non come pause tecniche. Dunque, come ci viene calcolata la diaria con i 160, 170 voti, da questo momento anche per le missioni, per analogia, possono essere considerate valide solo quelle che sono state date all'inizio della seduta fiume e che non sono mai state interrotte. Questo è un problema che sollevo, non ho io il Vangelo in mano, però anche questo è un problema, ma è normale perché la seduta fiume non è una seduta ordinaria, dove c’è una pausa e c’è di nuovo un ri-inizio, ma è una seduta che ha semplicemente delle pause tecniche, tanto è vero che si chiamano pause tecniche e non c’è scritto: seduta antimeridiana o seduta pomeridiana. Questo è molto importante andarlo a chiarire in maniera trasparente il prima possibile, non alla fine di questa riforma o di questa seduta fiume, anche per i colleghi.
Infatti se un collega deve o vuole andare via la domenica, quando saremo ancora in seduta-fiume (perché dice: tanto ho già fatto 400 voti, domenica ne faremo solo 50), può andare tranquillamente via perché la diaria viene calcolata su un'unica seduta, perché è un'unica seduta dal momento che le votazioni sono uniche. E se la seduta è una, come risulta dalle votazioni, sono valide solo le missioni iniziali, che non sono mai state interrotte perché non c’è una pausa regolamentata, ma c’è una pausa tecnica. Questo è il mio dubbio e ritengo che la Giunta per il Regolamento debba fare chiarezza e normare in maniera chiara questa decisione.
Probabilmente ci saranno dei precedenti, ma a mio avviso nessuno ha mai sollevato la questione in questa maniera, dunque sarebbe meglio andare a dare un'interpretazione autentica in modo che non ci siano più dubbi e non ci siano neanche più discussioni.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bragantini. Allora, nell'ordine, ribadendo e mantenendo ferma l'idea che la Presidente possa convocare in tempi abbastanza ristretti una Giunta per il Regolamento per approfondire il tema, sulla questione della presenza per alcuni momenti di membri del Governo, io non mi sento di accogliere questa richiesta. C’è un rappresentante del Governo che ha garantito la continuità, che è il sottosegretario Scalfarotto (tanto che avete fatto notare come sia stato, in alcuni momenti della giornata, l'unico rappresentante del Governo), e ci sono stati altri rappresentanti del Governo che sono entrati e usciti dalla nostra discussione e che sono legittimamente in missione e legittimamente – credo – dobbiamo mantenere in missione, perché quando non erano in Aula hanno svolto in altra sede e in altro modo la loro funzione.
Per quanto riguarda la questione posta dal collega Bragantini, su questo la Giunta per il Regolamento si è già pronunciata, in relazione alle obiezioni per il fatto che la Presidenza alla ripresa della seduta abbia dato annuncio di nuove missioni. Non so se lei lo ha notato, anche io l'ho domandato, perché mi sono trovata il foglio con le nuove missioni e ho scoperto – perché i precedenti si scoprono sempre quando servono – che c’è stato un precedente. In relazione alle obiezioni per il fatto che la Presidenza, alla ripresa della seduta, abbia dato annuncio di nuove missioni, a decorrere dalla medesima ripresa, rilevo che la Presidenza si è attenuta ai principi regolamentari e alla costante e consolidata prassi applicativa. Infatti, l'integrazione delle missioni è normalmente effettuata, oltre che all'inizio della seduta – come lei ha giustamente rilevato – anche in caso di Pag. 198ripresa pomeridiana e notturna della stessa, nonché in caso di ulteriori sospensioni, salvo che queste non dipendano dalla mancanza del numero legale. In caso di «seduta fiume», si applicano i medesimi criteri. Ovviamente l'annuncio delle nuove missioni è possibile soltanto nei limiti in cui il Presidente abbia disposto una sospensione della «seduta fiume», così com’è avvenuto in questa circostanza. Tale prassi, la cui validità è stata confermata dal Presidente della Camera in occasione della riunione della Giunta per il regolamento del 4 ottobre 2006, è assai risalente nel tempo. Quindi c’è una pronuncia, l'ultima, più recente, del 4 ottobre 2006, ma ce ne erano precedentemente, quindi questo tema è già stato risolto dalla Giunta per il regolamento.
Ora, vi devo chiedere di tornare al voto di un emendamento, perché in un momento... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) onorevole Bonafede, su cosa chiede di parlare ? Mi scusi, ma io ho già risposto alle questioni che mi avete posto: dal momento in cui ho letto le nuove missioni, perché è evidente che abbiamo fatto una ripresa nel pomeriggio in cui ho dato le nuove missioni. In quel momento noi dobbiamo considerare il deputato Scalfarotto non più in missione.
Allora, prima nelle votazioni c’è stato un momento di incertezza... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Bonafede, ho dato una risposta. Vuole ancora parlare, ma su cosa ?
Non può rispondere alla risposta, perché la risposta della Presidente è data e, quindi, non può rispondere di nuovo...

ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Se mi fa motivare il mio intervento lei poi lo potrà dichiarare anche inammissibile.

PRESIDENTE. Prego.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, il punto è che se la sua risposta introduce nuovi elementi di incoerenza è mio diritto, secondo me, farglielo osservare.
Allora, il punto in questo caso è il seguente: lei dice che i Ministri che sono entrati e usciti, secondo una prassi che, tra l'altro, secondo noi non è coerente con lo stile che dovrebbe mantenere un Parlamento che sta cambiando la Costituzione, comunque, dicevo, i Ministri, che facendo i loro comodi, per non dire altro, entravano e uscivano dall'Aula, continuano ad essere in missione, anche se sono intervenuti, mentre il sottosegretario Scalfarotto, che è rimasto qui, viene considerato decaduto dalla missione, in base ad un criterio che non si capisce quale sia, perché è rimasto sempre seduto. Dunque, se il sottosegretario ad un certo punto fosse andato in bagno e poi è rientrato, allora non dovrebbe essere considerato decaduto ?
Io le dico questo, Presidente, perché è evidente che nella sua decisione ci sono degli elementi di incoerenza interpretativa oggettivi, che non sono imputabili a lei, Presidente, ma sono imputabili ad una situazione specifica che presenta anomalie di fronte alle quali qualsiasi decisione presa adesso, tanto per tamponare la discussione e con l'unica finalità di tamponare la discussione, è una decisione che necessariamente riserva dei problemi di coerenza interpretativa.
È per questo che ribadisco la necessità che la Presidente Boldrini convochi la Giunta per il Regolamento e dia alla Camera una soluzione interpretativa che sia coerente e vagliata, come un Parlamento deve pretendere che sia quando si sta parlando di lavori parlamentari mentre si sta cambiando la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ora dobbiamo tornare ad un emendamento che per un errore degli uffici, per la verità, e non della Presidente – ma ogni tanto tocca a tutti – avevamo omesso nelle votazioni.
Avverto che, per un mero errore materiale, in occasione della votazione n. 106 è stato posto in votazione l'emendamento Pag. 199Brunetta 35.6, prima e in luogo dell'emendamento Dadone 35.504, che dobbiamo, pertanto, porre ora in votazione.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, non c’è nessuna preclusione, perché non sono collegate le questioni.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente, ovviamente non c’è nessuna preclusione, ma è ovvio che bisogna annullare tutte le votazioni successive e ritornare ad effettuarle – perché c’è un ordine, altrimenti perché li avete messi in quell'ordine ? –, perché se uno avesse approvato o bocciato l'emendamento Dadone 35.504 avrebbe potuto prendere altre decisioni sugli emendamenti successivi, che insistono sempre sull'articolo. Anche ieri il Presidente Giachetti ha annullato una votazione. È vero che in quell'occasione si trattava di subemendamenti, ma in questo momento noi dovremmo, a mio avviso, annullare tutte le votazioni successive a questo emendamento, che andava a cambiare l'articolo precedentemente a questo emendamento.
Dunque, chiederei di ripetere le votazioni, tanto sono solo tre voti. Non penso che non si debbano neanche riaprire i termini per le dichiarazioni di voto, ma se vogliamo – e non penso che per tre voti facciamo una forzatura – dovremmo annullare tutte le votazioni successive. Era successo anche in altre fasi e i precedenti, di cui onestamente non ho la memoria storica dei nostri bravissimi funzionari... però, ritengo inutile tirare la corda per tre o quattro votazioni, senza – e su questo sono d'accordo – riaprire i termini per le dichiarazioni di voto, che sono già state effettuate. Dunque, le votazioni si potrebbero annullare e poi ripeterle senza effettuare le dichiarazioni di voto, perché sono già state fatte. Ciò perché questo è un emendamento precedente che andrebbe a cambiare gli altri emendamenti che sono stati poi votati.

PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, la decisione che è stata presa ieri era relativa a dei subemendamenti, che effettivamente erano concatenati tra di loro. In questo caso, la fattispecie che lei ci prefigura varrebbe nel caso che noi approvassimo questo emendamento. È evidente che se lo approvassimo poi avremmo delle conseguenze che verificheremo.
Ma se avessimo approvato altri emendamenti che non abbiamo approvato, quindi non avendo approvato nessuno degli emendamenti successivi, noi non abbiamo prodotto effetti sull'articolo e, dunque, nessuna preclusione sull'articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 35.504, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Misiani, Taricco, Carfagna, Paola Bragantini, Carrozza, Giachetti, Zoggia, Piepoli, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 372
Votanti 371
Astenuti 1
Maggioranza 186
Hanno votato
27
Hanno votato
no 344).

Torniamo alla votazione del subemendamento Fraccaro 0.35.9.2. Lo pongo in votazione con il parere contrario della Commissione...

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, avevo già indetto la votazione. Su cosa ?

Pag. 200

CARLO SIBILIA. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Siccome il gruppo del MoVimento 5 Stelle, all'inizio di questa seduta, dopo la sospensione tecnica che ha dovuto far riunire il Comitato dei nove, aveva richiesto semplicemente un'altra pausa tecnica per poter ridiscutere le questioni in corso sulla riforma, vorrei capire, siccome lei aveva detto che in un frangente di questa giornata avrebbe disposto questo tipo di sospensione o di pausa tecnica – la chiamo come lei preferisce – quando ciò avverrà, se è possibile sapere l'orario, oppure se vogliamo continuare ad escludere una forza politica dalle riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la domanda che vogliamo fare, perché un atteggiamento del genere ci sembra assolutamente antidemocratico.

PRESIDENTE. Le mie informazioni – mi rivolgo ai colleghi del Comitato dei nove e al relatore Fiano – sono che il Comitato dei nove è in grado di esprimere i pareri fino all'articolo 36 compreso e poi chiederà un aggiornamento, una sospensione, per ragioni tecniche, che riguardano la preparazione dei pareri sugli articoli successivi. Quindi, io credo che una pausa tecnica utile per tutti, che comprenda la possibilità di riprendere eventualmente una discussione, un dialogo politico, tra le forze che siedono in Parlamento, si possa fare al termine dell'esame dell'articolo 36.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2 (Proteste dei deputati del MoVimento 5 Stelle). Onorevole Fraccaro, ha già parlato sull'emendamento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Fraccaro, ha già parlato sull'emendamento, ha fatto una dichiarazione di voto di cinque minuti. Onorevole Fraccaro, non se lo ricorda. Massa, Matarrelli, Di Battista...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 381
Astenuti 2
Maggioranza 191
Hanno votato
28
Hanno votato
no 353).
Passiamo all'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, su cosa, per richiamo al Regolamento ?

RICCARDO FRACCARO. Scusi Presidente, lei non mi ha concesso di fare l'intervento sul mio emendamento di cinque minuti, dicendo che l'avevo già fatto.

PRESIDENTE. Ma l'ha già fatto, onorevole Fraccaro, venga a vedere il verbale e la «macchinetta».

RICCARDO FRACCARO. Perché io devo sempre essere interrotto non capisco, Presidente. Io ho fatto la dichiarazione di voto, poi abbiamo preso un altro emendamento, non abbiamo votato l'emendamento su cui io ho fatto la dichiarazione, abbiamo votato un emendamento diverso, su cui io non avevo fatto la dichiarazione di voto, che non c'entrava niente con la mia dichiarazione di voto, l'abbiamo posto in votazione. Poi ha ripresentato di nuovo il mio emendamento, quindi alla luce della votazione precedente, positiva o negativa, io ho il diritto di aver cambiato la mia posizione eventualmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei non può farmi fare la dichiarazione quando vuole lei e mettere al voto l'emendamento su cui ho fatto la dichiarazione.

PRESIDENTE. Guardi, la dichiarazione di voto era già stata effettuata, poteva chiedere la parola sull'altro emendamento, non l'ha fatto, quindi io non potevo ridarle Pag. 201la parola sul suo stesso emendamento. Onorevole Fraccaro, però il richiamo al Regolamento deve essere una cosa pertinente, non può essere qualsiasi cosa vi viene in mente.

ROBERTA LOMBARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Lombardi, su cosa ?

ROBERTA LOMBARDI. Per richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTA LOMBARDI. Allora, questo uso dei precedenti on demand deve finire in quest'Aula, perché lei normalmente, come Presidente, e gli altri Presidenti dite che le dichiarazioni di voto non possono essere mai disgiunte rispetto alla votazione. Allora, facciamo una regola chiara una volta per tutte, e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene, allora passiamo all'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'emendamento ?

RICCARDO FRACCARO. Per richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente, il problema è di ordine, perché, se è ammissibile quello che ha appena fatto, lei potrebbe far fare una dichiarazione di voto a qualsiasi parlamentare su un emendamento, poi far votare decine e decine di altri emendamenti e magari farmi votare quell'emendamento il giorno successivo, e questo non è un precedente accettabile, quindi dobbiamo assolutamente tornare alla votazione precedente, per regolamentarla. Altrimenti succederà che un Presidente parziale e fazioso, nel giorno in cui si dovesse sedere lì, avrebbe un precedente strumentale per zittire le opposizioni, o comunque per non fargli argomentare magari degli emendamenti molto pesanti e molto importanti per questo Paese, per l'ordine, per una legge o per una proposta di legge.
Quindi, Presidente, se lei mi fa fare una dichiarazione di voto su un emendamento, poi mette in votazione, porta all'esame dell'Aula un altro emendamento io posso decidere o meno di intervenire su quell'emendamento, perché non è un obbligo questo, successivamente in base alla votazione potrebbe cambiare il senso della legge e io potrei cambiare il parere che ho su quell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi, Presidente io le chiedo cortesemente – sono due emendamenti, un emendamento – di tornare indietro, far fare la dichiarazione di voto su quell'emendamento, annullare quel voto, porre quell'emendamento in votazione subito dopo la dichiarazione di voto, mia o di un altro mio collega, per regolamentare l'ordine di quest'Aula e non creare un precedente che potrebbe essere utilizzato contro le opposizioni, come spesso, troppo spesso avviene. Siccome già ne abbiamo creati tanti evitiamo anche questo, Presidente. È una richiesta, mi sembra, ragionevole e lineare, e non strumentale, com’è evidente che sia.

PRESIDENTE. Lei cortesemente mi chiede di ripetere la votazione, io cortesemente le devo rispondere che non è possibile. Quindi, andiamo avanti con l'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino.

MARIANO RABINO. Presidente, grazie.
Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, guardate, con questo emendamento Scelta Civica, così come già nella precedente occasione, per quanto concerneva i deputati Pag. 202e i senatori, non vuole lanciare una sfida populistica e demagogica.
Vuole lanciare un appello al buonsenso e alla ragionevolezza. Noi vogliamo, con questo emendamento, stabilire che il trattamento pensionistico, eventualmente riconosciuto dalla legge ai consiglieri regionali, sia conforme in ogni tempo, in qualsiasi momento, ai principi di contribuzione, ragionevolezza e proporzionalità alla durata della permanenza in carica.
Vedete, io ho rinunciato, qualche giorno fa, qualche settimana fa, ad un vitalizio irragionevole, non proporzionale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia), fuori dal buonsenso. Un vitalizio che io avevo maturato, avendo fatto il consigliere regionale dal 2005 al 2010, in Piemonte. Un vitalizio che avrei maturato al compimento del sessantacinquesimo anno, sino alla data, lontanissima nel tempo naturalmente, della mia dipartita. Ora, i contributi effettivamente versati da me, nei cinque anni di mandato, non corrispondevano in nessun modo ad un vitalizio ragionevole, equo e sostenibile, soprattutto per aver compiuto il ruolo di consigliere regionale soltanto per cinque anni. Questo emendamento consente, nel caso in cui le regioni legiferino in senso più equo, che non si scatenino le corse ai ricorsi alla Corte costituzionale per rivendicare i cosiddetti diritti acquisiti. C’è un grande dibattito nel nostro Paese su che cosa sono i diritti acquisiti, io credo che quando un diritto acquisito è un diritto acquisito e fondato sull'ingiustizia, non sia un diritto da difendere come diritto acquisito.
Quindi, Scelta Civica ha fatto di questo appello, che facciamo naturalmente a tutto il Parlamento, alla destra, alla sinistra, a tutti i colleghi, una battaglia che consideriamo una battaglia di civiltà. Non è una rincorsa al populismo, io personalmente sono convinto che sui costi della politica si faccia, spessissimo, molta demagogia, sono convinto che abbiamo approvato una legge sul finanziamento pubblico ai partiti che va rivista, perché la politica costa ed è giusto chiedere ai cittadini, chiedere agli elettori, un contributo dello Stato all'attività politica dei partiti. È giusto riconoscere a chi svolge l'attività politica, a chi rinuncia al lavoro, a chi rinuncia alla carriera, di ricevere emolumenti adeguati, ma questa cosa dei vitalizi va disciplinata in un modo nuovo, in un modo equo, in un modo ragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Massa, Covello, Lainati, Lo Monte, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 374
Votanti 372
Astenuti 2
Maggioranza 187
Hanno votato
70
Hanno votato
no 302).

(La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Ravetto, Gelmini, Carfagna e Giammanco hanno segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbero voluto votare a favore).

Passiamo alla votazione del subemendamento Crippa 0.35.7.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente, io purtroppo non sono riuscito ad alzare la mano per poter intervenire dopo il collega Rabino, perché pensavo che intervenisse un altro mio collega, non l'ha fatto, volevo dargli spazio.Pag. 203
Mi permetto in questo momento di esprimere le mie considerazioni relative all'emendamento precedente senza volere ovviamente far perdere tempo, chiedendo di tornare all'emendamento precedente... non c’è nessuna volontà ostruzionistica.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fraccaro, lo dico ai colleghi che stanno gesticolando: non è la norma, lei sta parlando ufficialmente sul subemendamento Crippa 0.35.7.1, in via eccezionale può riferirsi anche al tema che è stato trattato dall'emendamento precedente.

RICCARDO FRACCARO. Io la ringrazio, Presidente, ma qui siamo in una situazione eccezionale in tutti i suoi momenti...

PRESIDENTE. Sì, appunto, infatti io, in via eccezionale... ho capito qual è la situazione.

RICCARDO FRACCARO. Non c’è niente di regolare quindi possiamo fare un po’ come vogliamo...

PRESIDENTE. Apprezzate le circostanze, come si dice...

RICCARDO FRACCARO. Volevo dire che l'intervento che mi ha preceduto è stato un intervento estremamente interessante e ragionevole ed io sinceramente sono profondamente d'accordo con quell'intervento, perché ho vissuto – parlo di una esperienza personale, sulla mia pelle, in quanto residente in Trentino Alto Adige – una situazione di abuso di potere, cioè la possibilità di avere a disposizione le casse di una regione per arricchirsi personalmente, tra l'altro utilizzando questo strumento a fini propagandistici.
Cosa è successo nella mia regione, il Trentino Alto Adige ? I consiglieri provinciali della provincia autonoma di Trento e Bolzano – che poi sono anche automaticamente i consiglieri regionali –, poco prima delle elezioni provinciali hanno comunicato ai loro concittadini che si sarebbero tagliati, avrebbero tolto le pensioni d'oro. Badate bene, avevano detto che avrebbero tolto le pensioni d'oro, cioè che non avrebbero percepito più mensilmente cinquemila, seimila, settemila euro, dopo una sola legislatura. Questa è stata la comunicazione esterna. È un esempio di come spesso viene manipolata la comunicazione per dare messaggi sbagliati alla popolazione. In realtà cosa hanno fatto con la legge approvata poco prima delle elezioni ? Tutta la pensione che avrebbero maturato da lì fino ai 90 anni se lo sono intascata subito e in un'unica tranche, quindi hanno visto subito entrare nelle loro tasche più di un milione di euro, dopo una o due legislature, e hanno detto ai cittadini che se le erano tolte, mentre avevano sul conto corrente bancario più di un milione di euro, un milione e cinque, un milione e sette, in maniera scandalosa. E hanno vinto nuovamente le elezioni tradendo la volontà dei cittadini !
Ora, Presidente, mi dispiace che non sia stato accolto questo principio di ragionevolezza della retribuzione dei consiglieri regionali, ma non mi sorprende proprio perché questo testo della Costituzione non fa altro che proteggere i consiglieri regionali – se ci pensate bene – quei consiglieri regionali che premiamo, dandogli un nuovo incarico, quello di senatore, e dandogli anche l'immunità. Non mi sembra siano meritevoli, non mi sembra che in questi anni abbiano dimostrato di meritarsi una tale «gratifica istituzionale». Oggi avranno non meno potere, non saranno più controllati dai cittadini, ma avranno più potere, saranno ancora più immuni dal controllo dei cittadini. Quindi non solo avete schifato una proposta ragionevole, come spesso – quasi sempre – viene fatto in questa aula, ma avete anche trasformato quei consiglieri regionali che si sono rubati i soldi dei cittadini in senatori, li avete eletti anche a senatori, complimenti !

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 204Crippa 0.35.7.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore Lega Nord e favorevole dei relatori 5 Stelle e SEL.
Dichiaro aperta la votazione. Bolognesi, Piepoli, Malisani... Piepoli è a posto, Bolognesi anche... Fusilli, Cera è in arrivo, Tinagli... Ci siamo, onorevole Cera ? Sì. Non vedo altri.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 375
Votanti 374
Astenuti 1
Maggioranza 188
Hanno votato
33
Hanno votato
no 341).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente. Intervengo per spiegare il senso degli emendamenti. Io do atto alla Commissione e al Governo di aver ascoltato e accolto la richiesta di tante di noi, che ieri abbiamo rivolto, per l'accoglimento di un principio di democrazia paritaria, in questo punto della nostra discussione sulla riforma. Io sottolineo il valore positivo dei passaggi che abbiamo già compiuto, a partire dall'impostazione del nuovo articolo 55, che prevede che nelle leggi elettorali per Camera e Senato si promuova l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
In questo caso parliamo di sistemi di elezione regionali, che sono evidentemente di competenza regionale, ma che devono essere definiti nei limiti di alcuni principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.
Quindi con l'emendamento in questione, con gli emendamenti in questione – perché sono emendamenti che abbiamo presentato insieme, uguali con il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà e che sono stati sottoscritti anche da colleghi di altri gruppi politici – introduciamo la previsione che con legge della Repubblica si stabiliscano anche i principi fondamentali per promuovere l'equilibrio tra donne e uomini nelle leggi elettorali regionali.
Ci rendiamo perfettamente conto che questa possibilità già esiste, è stata discussa anche nella legge n. 215 qualche anno fa. Però il punto è quello di rafforzare la previsione costituzionale, rafforzare la copertura costituzionale, a fronte di una situazione nelle regioni molto difficile per la competizione nelle elezioni regionali tra uomini e donne. Nel nostro Paese il dato 2013 vedeva la presenza femminile solo al 13 per cento nei consigli regionali. Ci sono regioni che hanno situazioni più avanzate, perché hanno anche regole e leggi e sistemi elettorali più avanzati. Ci sono regioni senza regole che, infatti, non eleggono neppure una consigliera nei consigli regionali: penso, da ultimo, alla Calabria.
Quindi introdurre una copertura costituzionale più forte, più stringente, da questo punto di vista, e più impegnativa per il legislatore nazionale, quindi anche per il legislatore regionale, può – io penso – aiutare a promuovere anche competizioni elettorali più aperte, più inclusive e più eque, quindi anche una rappresentanza migliore, più avanzata e più adeguata rispetto ad una società più moderna.
Nelle regioni c’è un problema. Io credo che il segnale politico che noi mandiamo anche in questa discussione deve essere quello di un adeguamento delle leggi elettorali regionali. Purtroppo negli ultimi mesi abbiamo visto che, invece, le regole per la parità nella discussione nei consigli regionali vengono bocciate. Io credo che sia importante, invece, che da qui, dal Parlamento arrivi un messaggio molto chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 205

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente. Parlo in quanto firmataria dell'emendamento Roberta Agostini 35.8. Ringrazio il Governo per aver accolto la sollecitazione che è stata fatta in Aula ieri con una serie di emendamenti, anche un mio emendamento, nel quale si chiedeva sostanzialmente di coordinare la previsione al comma secondo dell'articolo 1 di questo disegno di legge, che va a novellare l'articolo 55, che, parlando della composizione delle leggi che stabiliscono la modalità di elezione delle Camere, promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Ora questo principio è stato inserito all'interno di questo articolo, con particolare riferimento alle leggi per l'elezione dei consigli regionali. Noi sappiamo appunto che i consiglieri regionali andranno a costituire, con un'elezione di secondo livello, la rappresentanza nel nuovo Senato.
Non è un principio pleonastico rispetto a quella che è una legge già esistente, la legge n. 65 del 2004, che abbiamo approvato quando c'era il nostro Governo, che tra i criteri per la composizione per le leggi elettorali riguardanti le regioni aveva posto proprio la promozione, alla lettera 5-bis, della parità tra uomini e donne nell'accesso alle cariche elettive. Voglio ricordare, come ho ricordato ieri, che questo principio in Costituzione è stato inserito proprio nel 2003 con la legge costituzionale n. 1 del 2003, dall'allora ministro Stefania Prestigiacomo che attualmente siede in questo Parlamento. Credo che rimarcare questo principio proprio qui dove si parla di una legge statale che riguarda l'elezione per i consigli regionali sia particolarmente importante perché la presenza media delle donne nei consigli regionali in Italia è estremamente bassa, attestandosi intorno al 15 per cento, quindi sensibilmente al di sotto anche rispetto a quelli che sono i dati nazionali. Questa scarsa presenza delle donne nelle assemblee rappresentative, lo dico come rapporteur del Consiglio d'Europa proprio per la democrazia paritaria, è un problema estremamente diffuso, ma anche là dove stanno emergendo delle democrazie, la democrazia paritaria viene considerata proprio dal Consiglio d'Europa come un elemento importante proprio nel processo di democratizzazione. Nei processi di democratizzazione molti dei Paesi che stanno affrontando questo percorso pongono nelle loro leggi costituzionali, ed è questa una delle indicazioni che viene dal Consiglio d'Europa, il riferimento alla pari rappresentanza di uomini e donne, all'equilibrio nella rappresentanza tra uomini e donne all'interno sia delle assemblee rappresentative nazionali, ma anche di quelle locali, come in questo caso. Credo quindi che questo sia un passaggio estremamente importante che però non deve farci dimenticare che nel nostro Paese sono necessari altri passaggi che devono precedere e animare questo che è uno strumento sicuramente importantissimo di cambio di passo, come abbiamo fatto già in tutta questa legislatura, ma anche nella legislatura precedente. Ricordo, sempre per gli enti locali, la legge n. 215 del 2012, ma il passaggio fondamentale deve essere un passaggio di mentalità, un passaggio culturale che purtroppo manca ancora nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Centemero. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, userò sicuramente molto meno tempo. Anzitutto, sottoscrivo anch'io gli emendamenti in questione e ricordo ancora una volta che il tema della pari rappresentanza uomo-donna nelle istituzioni non può e non deve essere un argomento da affrontare nelle nostre aule solo ed esclusivamente dalle donne, come ancora una volta viene fatto oggi in questa Assemblea. Credo che la cosa migliore sia Pag. 206continuare a far sì che nella nostra Costituzione sempre più, come già abbiamo fatto nella prima parte della Costituzione, ci sia la possibilità di rafforzare il tema come viene fatto attraverso i due emendamenti. Qui nessuno crede che la rappresentanza uomo-donna debba essere garantita con delle quote precise. Ci deve essere uno scatto culturale e ci può essere solo e soltanto se il problema di una democrazia paritaria verrà affrontato in ugual misura dagli uomini e dalle donne. Io credo che la Costituzione sia lo strumento migliore per poter fare questo salto di qualità. Ecco perché io annuncio il voto favorevole ai due emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Grazie Presidente. Il gruppo di Alternativa Libera sottoscrive l'emendamento. Per noi è importante sancire in Costituzione questo principio secondo cui è la legge della Repubblica a stabilire i principi fondamentali per promuovere l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza. Io mi rendo conto che non basta inserire questo principio in Costituzione perché nemmeno il buonsenso porta i consigli regionali a votare leggi che permettano comunque un equilibrio di genere all'interno dei consigli regionali. L'abbiamo detto ieri e lo ribadiamo oggi. Ci sono regioni dove la rappresentanza femminile è nulla ed ultimamente anche nella regione Veneto è mancato il quorum per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge regionale del Veneto. Quindi ci chiediamo se sia sufficiente scriverlo in Costituzione. Dobbiamo essere tutti più inclini a capire, a comprendere l'importanza della rappresentanza femminile nelle istituzioni. Rafforzare questo principio, che ribadisce una cultura dell'esercizio politico da parte delle donne, che consenta anche di esercitare questo diritto, di avere delle strutture che consentano a una donna di coniugare il lavoro con la famiglia: neanche questo è scontato. Noi ribadiamo di condividere questo emendamento e invitiamo tutti a valutare l'opportunità di avere una rappresentanza congrua delle donne all'interno delle istituzioni. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Mucci. Se non ci sono altri interventi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8 con il parere favorevole di Commissione, Governo, relatore Lega Nord e relatore SEL e il parere contrario del relatore M5S.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lavagno, Palma, Patriarca, Capodicasa, D'Alia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) (Vedi votazioni).

(Presenti 373
Votanti 369
Astenuti 4
Maggioranza 185
Hanno votato sì 364
Hanno votato
no 5).

(Il deputato Ferrari ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 35.505. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente. Questa seduta è paradossale, illegale, illegittima, autoritaria. Cerco di parlare del contenuto se riesco, anche se trovo che sia difficile viste le condizioni in cui ci Pag. 207fa lavorare, Presidente. Vorrei portare all'attenzione dell'Aula un'istituzione che si chiama la commissione di Venezia. Una Commissione, un'assemblea che trae il suo nome dalla città in cui si riunisce. È un organo consultivo del Consiglio d'Europa che ufficialmente si chiama Commissione europea per la democrazia e il diritto. Ne fanno parte soggetti provenienti da tutta l'Europa occidentale e anche Stati del Nord America, Sud America, Sudafrica, Russia.
Insomma rappresenta, secondo le dichiarazioni degli intenti ufficiali di cui noi facciamo parte – anzi il presidente della Commissione di Venezia è un italiano – un'istituzione che ha lo scopo di fornire ai Paesi membri una consulenza giuridica in tema di armonizzazione delle Costituzioni dei vari Paesi europei in base alle varie tendenze internazionali in termini di diritti umani, in termini di democrazia e in termini di pubblica amministrazione.
Questa Commissione ha lavorato notevolmente, soprattutto con i Paesi dell'est Europa, nella transizione verso l'area europea appunto, per modificare le Costituzioni. È diventata un'esperta di diritto costituzionale e di diritti fondamentali e si è occupata notevolmente anche delle norme e dei principi in materia referendaria ed in materia elettorale, tanto da produrre dei vademecum, dei testi che debbono essere di ispirazione per tutti gli Stati membri – tra cui l'Italia che annovera anche il presidente – in modo da guidare i Paesi in una direzione di sempre maggior democrazia, condivisione e partecipazione.
Io mi sono ispirato alle buone pratiche in materia referendaria sancite dalla Commissione di Venezia. Infatti l'emendamento – leggo – prevede che la legge regionale che disciplina il sistema di elezione della regione non trovi applicazione nelle elezioni immediatamente successive alla sua approvazione. Traducendo in maniera spicciola, la Commissione di Venezia suggerisce a tutti gli Stati che si vogliono definire democratici di non approvare leggi elettorali in un momento immediatamente antecedente ad una nuova elezione. Ciò perché evidentemente le forze politiche di maggioranza possono modificare la legge elettorale per favorire se stesse e non la rappresentanza della volontà popolare. Quello che è stato fatto con il Porcellum, Presidente, e quello che verrà fatto e che il Governo sta facendo con l'Italicum, il «superporcellum».
Si modifica una legge elettorale, tra l'altro in maniera unilaterale in questo momento, perché prima almeno avevate la scusa di avere un interlocutore, un accordo politico con una forza delle opposizioni; oggi non l'avete e, nonostante questo, state modificando una legge elettorale che per me, per il benessere della nazione, deve avere la stessa importanza della Costituzione...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

RICCARDO FRACCARO. ... tanto che in alcune Costituzioni la legge elettorale e i principi sono all'interno della stessa.
Quindi, Presidente, vi chiedo di applicare questo principio sancito dalla Commissione internazionale, la Commissione di Venezia, per le leggi elettorali regionali e di farlo vostro, prima interiormente poi anche nell'applicazione, ora che stiamo affrontando, al Senato – ma nelle prossime settimane anche alla Camera – anche la legge elettorale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fraccaro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 35.505, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Lo Monte, Folino, Romele... Romele è a posto. Rampi, ci siamo ? Patriarca ? Veloce però... colleghi siamo tutti abbastanza...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 208
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 365
Votanti 364
Astenuti 1
Maggioranza 183
Hanno votato
43
Hanno votato no 321).

(Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 35.506.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, questo è un emendamento di buonsenso che, però, in quest'Aula forse non c’è. Si chiede semplicemente di scrivere nella Costituzione che le leggi elettorali delle regioni entrino in vigore trascorsi diciotto mesi dall'approvazione. Questo perché, come sta avvenendo, qualche mese prima delle elezioni viene modificata la legge elettorale; ce ne sono tanti esempi: penso al Veneto che l'ha modificata recentemente, o alla Calabria che l'anno scorso ha introdotto uno sbarramento al 10 per cento che non c’è neanche in Turchia e che non ha permesso al MoVimento 5 Stelle di entrare neanche con un consigliere.
Noi diciamo che non possono esser modificate le regole del gioco se non c’è un congruo tempo di anticipo: questo perché una forza di maggioranza, magari, si modifica la legge elettorale come vuole e si inventa un meccanismo per potersi garantire la rielezione.
Questo è rispetto nei confronti dei cittadini; lo avete scritto anche nei vostri intenti, l'Italia di domani, sul vostro sito: chiarezza dopo le elezioni. E, allora, perché andare a modificare una legge elettorale a due mesi dalle elezioni ? Inseriamo il termine dei 18 mesi così non si corre il rischio che si vada a modificare la legge sotto le elezioni. È capitato anche per le elezioni europee !
Si tratta, quindi, solo di un emendamento di buonsenso che non cambia la struttura di questa riforma che noi non condividiamo: potete tranquillamente votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. È veramente incredibile come il Governo non comprenda un principio che dovrebbe essere nella normalità; può capitare a chiunque, ma quando si fanno le riforme non si deve dire «siamo in maggioranza e siamo noi che decidiamo», ma bisogna fare le riforme anche per il futuro. Una garanzia maggiore per tutti, maggioranza e minoranza (che, ovviamente, possono cambiare nel tempo), è che le regole del gioco non si facciano due o tre mesi prima delle votazioni.
Penso si tratti veramente di un principio democratico che in questo Stato, magari, non è stato applicato spesso ma che forse converrebbe inserire nella Costituzione, perché se adesso il partito democratico magari non lo fa e cambia la Costituzione a maggioranza da solo, senza coinvolgere un maggior numero di colleghi, e fa lo stesso anche con la legge elettorale, magari facendone una sul proprio vestito, legittima in futuro qualsiasi maggioranza a cambiare la legge elettorale a proprio uso e costume. Siccome non penso che questo faccia bene alla democrazia noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

Pag. 209

ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, il gruppo di Forza Italia voterà invece contro questo emendamento perché riteniamo che, nel momento in cui un consiglio regionale approva una legge elettorale che disciplina il sistema di elezione della regione, questo sistema elettorale, questa legge elettorale debba entrare in vigore immediatamente nel momento in cui viene approvata e, quindi, per la prima data utile per il voto e non a 18 mesi dalla sua approvazione.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Al di là del fatto che avevo già segnalato la necessità di poter parlare – se ancora una volta non lo avesse segnalati, lei avrebbe messo in votazione l'emendamento senza dare la parola al MoVimento 5 Stelle –, io intervengo sull'ordine dei lavori per segnalare il fatto che, per noi, questa rappresenta un'ennesima presa in giro.
Noi abbiamo fatto un intervento sull'ordine dei lavori verso le quattro e mezza, segnalando la necessità di avere una pausa – che si chiami pausa tecnica o quel che si voglia – durante le sedute fiume, ma ci era stato risposto che era comunque prevedibile una interruzione dei lavori, segnalata dal Comitato dei nove. Siamo arrivati alle 20 e, secondo me, quella pausa tecnica si è totalmente trasformata in quella che è una pausa fisiologica, perché, poi, credo fondamentalmente che avremmo comunque sospeso un'oretta, verso le 20, per espletare almeno delle funzioni vitali.
Io credo che sia l'ennesima presa in giro, che non fa altro che aumentare un clima di tensione all'interno di quest'Aula e, pertanto, Presidente, se ne deve assumere un minimo le responsabilità. Perché o ci prende costantemente in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come ha fatto, perché sono di fatto le 19 e mezza o le 20, e questa cosa francamente non è più accettabile !
Io le chiedo di porre subito la questione, che abbiamo posto, della necessità di sospendere, affinché i gruppi lavorino nel merito; altrimenti, le conseguenze, come purtroppo sarà, non saranno prevedibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io avevo proposto – e avevo sentito in questo senso il Comitato dei nove – di concludere con la votazione dell'articolo 36, per poi fare una pausa, magari non brevissima (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
Allora, guardate, la pausa tecnica, come avete capito, la decide la Presidenza, quando la ritenga necessaria; altrimenti, questa non si chiamerebbe una seduta fiume. La pausa tecnica io l'avevo immaginata un po’ prima, perché non potevo immaginare che avremmo avuto un lungo dibattito su un tema non del provvedimento, ma su un tema collaterale, che pure ci stava. Io immaginavo potesse essere alla fine dell'articolo 36.
Comunque, adesso, intanto finiamo l'articolo 35, diamo i pareri sulle proposte emendative presentate all'articolo 36 e poi apprezziamo, vediamo qual è l'andamento dei nostri lavori (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La Presidenza ritiene che si arrivi alla conclusione dell'articolo 36.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 35.506, con il parere contrario di Commissione e Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Piepoli, Matteo Bragantini, Fitzgerald Nissoli, Oliverio, Romele, Marti... Brunetta... Allora, non vedo mani alzate...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 210
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 368
Votanti 367
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato
45
Hanno votato
no 322).

(Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Brunetta... Ci siamo ? Stiamo votando l'articolo 35... Non vedo mani alzate...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 366
Votanti 364
Astenuti 2
Maggioranza 183
Hanno votato
275
Hanno votato
no 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.35.01.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Pilozzi, Folino, Impegno, Francesco Sanna, Luciano Agostini, Fregolent, Artini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 373
Votanti 372
Astenuti 1
Maggioranza 187
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 346).

(Il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione del subemendamento Dadone 0.35.01.8.

ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, lei ci ha poc'anzi spiegato che aspettiamo che ci sia la voce o l'ordine del collega, del relatore Fiano, per capire se la sospensione dei lavori è necessaria o meno. Infatti, lei dice che la decisione è della Presidenza, ma la Presidenza ritiene che sia necessaria quando lo dice il relatore, per capire quando si deve riunire il Comitato dei nove.
Presidente, noi dobbiamo un attimino riportare il Parlamento ad un minimo – non dico tanto, ma a un minimo – di dignità istituzionale, che lei ha il dovere non solo morale ma anche istituzionale di difendere.
Lei non può avere questo tipo di atteggiamento nei confronti dell'Aula, perché è un atteggiamento servile nei confronti della volontà del relatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, io mi rendo conto che lei dica e ritenga – e posso anche accettarlo – che la sospensione per consentire alle parti di dialogare debba coincidere in qualche modo con la necessità del Comitato dei nove di riunirsi, ma lei non può applicare questa regola a quel livello di dettaglio. Ha anche lei una capacità decisionale, lei non è un notaio né lo scriba del relatore.
Nel momento in cui siamo arrivati all'articolo 35, lei può tranquillamente dire: visto che il collega Fiano aveva detto Pag. 211che il Comitato doveva riunirsi giunti all'articolo 36, un articolo non cambia il mondo e quindi, per venire incontro all'Aula e contemporaneamente al collega Fiano, si preferisce che ci sia la sospensione adesso, anche perché sono le 20.
Tra l'altro, Presidente, vorrei capire qual è il concetto di necessità tecnica che la Presidenza vuole applicare. Infatti, mi spieghi un attimo: ai fini del migliore svolgimento dei lavori parlamentari, perché è necessità tecnica quella espressa dal relatore per riunire il Comitato dei nove e non è necessità tecnica quella espressa dalla maggiore forza di opposizione al fine di poter parlare con la prima forza di maggioranza ed eventualmente, a quel punto, agevolare notevolmente – direi molto – l'andamento dei lavori ?
Io vorrei che lei mi spiegasse qual è il criterio in base al quale un dialogo tra forze politiche che può addirittura snellire i lavori parlamentari di uno o due giorni non è necessario tecnicamente e, invece, Fiano che si deve riunire con il Comitato dei nove diventa necessità tecnica per l'andamento dei lavori.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo sullo stesso argomento. Userò ovviamente parole molte caute, però ho da chiedere un chiarimento alla Presidenza. È palese che le richieste anche del Comitato dei nove e dei relatori di riunirsi non sono una pausa tecnica. Questo penso sia chiaro a tutti, non si può parlare di pausa tecnica.
Dal momento che la Presidenza ha concesso, invece, una sospensione perché il Comitato dei nove potesse riunirsi, a questo punto è interpretabile che qualsiasi tipo di sospensione possa essere chiesto in quanto è stata ammessa una pausa che non è tecnica.
Quindi, vorrei capire gli intendimenti della Presidenza, perché se ad oggi volete fare passare la richiesta di riunirsi del Comitato dei nove come pausa tecnica, io credo che andiamo fuori da qualsiasi tipo di precedente, signor Presidente. Dunque la invito a riflettere per usare lo stesso metro di misura. Capisco la situazione eccezionale in quanto è stata concessa una seduta fiume su una riforma costituzionale, cosa che non è mai successa precedentemente, quindi posso capire che una applicazione dei precedenti possa essere diversa, però è altrettanto vero che deve essere diversa anche rispetto a questo punto e alle richieste di altri parlamentari che chiedono sospensioni per altri motivi. Altrimenti usciamo da qualsiasi tipo di seminato e arriviamo in una soggettività di pausa tecnica che è inqualificabile: se si deve riunire maggioranza e opposizione, se si deve riunire il Movimento 5 Stelle con il PD, se si deve riunire il Comitato dei nove, cosa è tecnico ? Le pause tecniche sono quelle per svolgere le funzioni umane, come si è usato più volte, per esempio l'ora di sospensione perché i deputati possano andare a mangiare nelle antecedenti sedute fiume, ma come Comitato dei nove mi sembra eccessivo definirlo come pausa tecnica.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, immagino che la sua valutazione sugli interventi che si sono appena succeduti sarà quella di cercare di snellire i lavori e di far coincidere le due cose: sembra assolutamente ragionevole. Peccato che io faccia parte del Comitato dei nove e voglio anche io la mia pausa tecnica. Quindi, le due cose, almeno per il Comitato dei nove, non possono coesistere. Per cui la invito a tenere separate le due vicende perché anche i componenti del Comitato dei nove hanno diritto alla pausa tecnica.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la pausa tecnica, ovviamente, comprende più cose. C’è una esigenza fisiologica dei colleghi, c’è una esigenza tecnica, in questo Pag. 212senso, legata ai lavori dell'Aula, del Comitato dei nove, la cui attività è naturalmente collegata, funzionale, all'attività dell'Aula. So che il Comitato dei nove è in grado di dare pareri e quindi di farci concludere l'esame anche dell'articolo 36 e avevo ragionato su un andamento dei lavori... se i colleghi qui intorno e i funzionari possono urlare meno, io lavoro con meno fatica, meglio è difficile.
Avevo calcolato che con un andamento dei lavori piuttosto snello, come sembrava essere all'inizio della ripresa dei lavori della nostra Aula, si potesse far coincidere la pausa tecnica per tutti quanti più il Comitato dei nove che deve riunirsi per dare i pareri dall'articolo 37 in poi. I lavori non sono stati snelli quanto auspicavo e mi aspettavo per l'andamento iniziale. Faccio presente a tutti noi che abbiamo fatto una pausa tecnica dalle 12,30 alle 16,10, oggi, e quella pausa tecnica era legata a più fattori. Quindi, abbiamo già tenuto presente più fattori, sia legati all'attività del Comitato dei nove che legati all'attività dei singoli gruppi parlamentari.
Quindi vi propongo di andare comunque avanti per concludere intanto l'esame dell'articolo 35, perché si sta concludendo, poi chiederei i pareri ai relatori sull'articolo 36, quindi verifichiamo, perché ovviamente capisco che c’è anche una esigenza fisiologica. Però, volevo far coincidere le due cose, perché altrimenti siamo costretti a fare due sospensioni e le due sospensioni sono meno razionali e forse anche meno gradite alle esigenze di tutti i colleghi.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intervengo solo per capire: all'inizio della settimana noi della Prima Commissione avevamo l'Aula fino alle 11 di mercoledì, ad esempio, e poi Commissioni congiunte dalle 11 in poi, probabilmente fino alla mattina per dopo ritornare in Aula di nuovo con le riforme costituzionali. Non vorrei che la pausa tecnica per il Comitato dei nove sia ancora pausa tecnica per il Comitato dei nove. Dunque sono contento per i colleghi, io ho una buona riserva per quanto riguarda il mangiare, però magari qualche mio collega un po’ più magro ha bisogno anche di avere quella mezz'ora, quei quarantacinque minuti per riuscire a rilassarsi un attimo per ragionare e dopo capire se il Comitato dei nove farà l'esame dall'articolo 37 ai seguenti dunque fino al 37 e 41 e quando daremo i pareri dal 10 al 20 ? Perché c’è anche quello...

PRESIDENTE. Questo lo dovete decidere voi, non spetta alla Presidenza.

MATTEO BRAGANTINI. Solo per dare un po’ elementi, però un po’ di umanità...

PRESIDENTE. Avevo dato per scontato, mi scusi, forse non mi sono spiegata, onorevole Bragantini, siccome lo stesso tema era stato posto dal collega La Russa, stavo proprio dicendo che la pausa tecnica deve essere fatta dalla somma di una pausa in cui tutti possano, diciamo, riposarsi un attimo, più la possibilità, per il Comitato dei nove, di fare la propria riunione, quindi un po’ più lunga per i non membri del Comitato dei nove, e un po’ più corta, ma comunque una pausa, anche per i membri del Comitato dei nove. Ha chiesto di nuovo la parola l'onorevole Crippa. Noi stiamo perdendo tempo però, perché a questo punto noi avevamo fatto un po’ di lavoro e la pausa tecnica arrivava prima, comunque io terrò conto di tutto quanto. Prego onorevole Crippa.

DAVIDE CRIPPA. Tenga pure conto. Quello che le volevo segnalare è il fatto che di pause tecniche verso le cinque del pomeriggio, Presidente... so che è sempre multitasking, però gradirei, grazie... Le pause tecniche verso le cinque del pomeriggio, rispetto alle deliberazioni di ieri sera... su 17 ore di seduta fiume ne abbiamo votate tre e mezzo. Allora io credo che 14 ore di pause tecniche debbano Pag. 213far riflettere su un concetto base, cioè si tratta di seduta fiume o, probabilmente, c'erano delle necessità di tempistiche diverse, per cui la deliberazione della seduta fiume non può essere considerata tale, visto che su 17 ore ne abbiamo lavorate solo tre ? È questo il concetto che le volevo porre e soprattutto anche in relazione al fatto che io le ribadisco che per noi è una presa in giro che lei ci venga a dire che sono arrivate le otto di sera, pertanto la nostra richiesta di pausa tecnica alle 4, motivata da motivi politici, che lei bellamente non ha tenuto in considerazione per quattro ore, con la seconda forza del paese che ha deciso di non esprimere alcun voto sino a questo momento. Io credo che lei questo lo debba analizzare bene e soprattutto anche per il prosieguo poi dei lavori, perché dobbiamo veramente dare il tempo di approfondire quelle questioni politiche che non possono essere sempre differite di 4 ore secondo quella che è la convenienza della Presidenza. Io le ribadisco la necessità che lei mostri un lato di imparzialità e, soprattutto, di considerazione verso le minoranze. La ringrazio.

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori ? Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, no, per avere un chiarimento. Il chiarimento è questo: quando la Camera decide di modificare il suo Regolamento, ci sono delle procedure atte alla modifica di questo strumento. Quando si richiama, invece, per l'ordinamento normale dei lavori, la prassi parlamentare, la domanda che sorge è: come si modifica la prassi parlamentare ? Perché altrimenti noi ci troveremmo di fronte al paradosso che è più stringente la prassi parlamentare di quanto non lo sia il Regolamento. Allora mi pare che la prassi parlamentare applicata alla fattispecie che stiamo vivendo sia assolutamente inadeguata, diciamo così, ad affrontare i problemi che, di momento in momento, sorgono, tant’è vero che noi dobbiamo fare, come dire, la cosiddetta pausa tecnica per permettere anche al Comitato dei nove di pronunciarsi. È evidente che noi ci troviamo di fronte ad una inadeguatezza della prassi parlamentare rispetto alla riforma costituzionale. Come si modifica la prassi parlamentare ? Con una innovazione, diciamo così, che viene fatta dalla Presidenza della Camera. Quindi io penso che, vista l'inadeguatezza dello strumento che stiamo utilizzando per affrontare questo tipo di problema, è necessario modificare la prassi.
Per creare questo nuovo precedente è la Presidenza stessa che può procedere alla sospensione della seduta, per le necessità che sono state espresse dal punto di vista politico, procedurale e del lavoro che devono fare i commissari del Comitato dei nove per permettere alla Camera di esprimersi con compiutezza. Per questo noi le chiediamo, Presidente, di innovare la prassi parlamentare alla nuova fattispecie che stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, articoli 36 e seguenti del Regolamento. Mi ricollego a quanto ha appena detto il collega di SEL, rassicurandolo che la Presidenza ha già introdotto questa innovazione. Proprio nella giornata odierna, per la pausa tecnica la seduta doveva ricominciare alle 15: è intervenuto il presidente di Commissione (non per riunire il Comitato dei nove, come è stato esplicitato dallo stesso presidente) e la Presidenza ha concesso un'ora aggiuntiva. Quindi non era pausa tecnica, perché la pausa tecnica era già finita e non era una pausa per riunire il Comitato dei nove, perché lo stesso presidente ha detto che serviva per approfondire una discussione, quindi non c'entra il Comitato dei nove. Quindi mi domando: se lo chiede il presidente della Commissione si può fare qualsiasi tipo di pausa e se lo chiede un deputato non si può fare ? Vorrei perlomeno che la Presidente Pag. 214usasse lo stesso metro di misura rispetto a tutte le richieste. Nel caso di questo pomeriggio non si rientrava palesemente nella pausa tecnica che era già finita, né tantomeno in una pausa per la richiesta di convocazione del Comitato dei nove, perché il presidente non lo aveva richiesto, aveva chiesto solo un'ora aggiuntiva. Vorrei quindi avere un chiarimento su tale tema e se anche questo è da considerarsi come precedente e dunque si possa sospendere la seduta anche per circostanze diverse da quelle che lei ha appena enunciato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, la seduta-fiume è stata deliberata per una ragione, una ratio che è a tutti nota, quella di impedire all'opposizione di presentare dei subemendamenti al fine di fare ostruzionismo. Per questa ragione chiara ed evidente a tutti è stata deliberata la seduta-fiume in deroga alla prassi parlamentare. Benissimo. Una volta appurato questo, al di là delle nostre lamentele e della nostra posizione rispetto a questa decisione della Presidenza, mi chiedo una cosa. Lei, Presidente, ha scongiurato con questa decisione, la Presidenza e la maggioranza hanno scongiurato con questa decisione, l'ostruzionismo; ma allora, Presidente, mi chiedo: qual è l'utilità di imporre all'Aula dei ritmi eccessivamente serrati ? Le spiego perché. Ieri sera abbiamo terminato alle 2, siamo dovuti tornare a casa, abbiamo dovuto anche dormire, svegliarci e tornare a Montecitorio. Abbiamo ripreso la seduta alle nove, incontrato il Ministro Boschi alle otto e mezza – quindi abbiamo dormito ancora meno, vero Ministro ? Vedo che annuisce – e adesso abbiamo fatto in tutto il giorno soltanto tre ore di pausa. Benissimo, stiamo riformando la Costituzione. L'ostruzionismo è scongiurato, lei ha la possibilità di decidere delle pause tecniche, non c’è nessun motivo per non rispettare i ritmi fisiologici di lavoro, che sono di otto ore di lavoro, per poter poi ristorarsi, alimentarsi, dormire ed essere lucidi il giorno successivo per affrontare le riforme costituzionali, che penso necessitino di lucidità.
Bene, perché, Presidente, non sta facendo questo in maniera dichiarata ? Non vorrei mai che la sua decisione, la decisione della Presidenza di imporre un certo ritmo, fosse legata alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio di terminare i lavori entro una certa data. Se fosse vero, lei, Presidente, dovrebbe immediatamente presentare le sue dimissioni, perché non imparziale e succube di una decisione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non è così, e mi auguro che non sia così, Presidente, lei ci dia la motivazione per cui non ci possa essere, nella decisione che prende relativamente all'andamento dei lavori di quest'Aula – che, lo ricordo, è in seduta-fiume per non permetterci di presentare dei subemendamenti che il Regolamento invece ci dà come possibilità e come diritto – di fare una seduta fisiologicamente utile ai lavori in quest'Aula, lucidi, riposati e costruttivi.
Se non ci dà una motivazione ragionevole, Presidente, io le chiedo immediatamente le dimissioni, perché l'unica altra spiegazione è che lei stia rispondendo a una richiesta del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, le ricordo, è vincolato – lui ! – alle decisioni di questo Parlamento e non noi alle decisioni del Governo, finché questa sarà una Repubblica parlamentare. Finché non modifichiamo la Costituzione, io mi atterrei alla Costituzione che abbiamo, Presidente, e spero concordi con me.
Quindi, le chiedo una motivazione del suo comportamento e delle sue decisioni ed eventualmente le dimissioni.

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, sulle dimissioni rifletterò sicuramente. Per quanto riguarda la «seduta fiume», io ho ascoltato tutti i colleghi, tutti gli interventi. Non c’è nessuna specificazione nella definizione di «pausa tecnica», ovviamente, e vi comunico che ci sono, nella prassi, Pag. 215decisioni insindacabili della Presidenza su quanto e su come decidere le pause tecniche.
In questo caso specifico, noi abbiamo deliberato una seduta continuata fino al termine dell'esame degli emendamenti e degli articoli. Questo significa che non possiamo interrompere i lavori, a meno di fatti politici talmente nuovi da richiedere una Conferenza dei presidenti di gruppo che deliberi un diverso calendario dei lavori.
Le pause tecniche, la pausa tecnica, che questo pomeriggio, per esempio, ha chiesto il collega Sisto, era stata motivata dall'esigenza del relatore di un approfondimento che poteva anche portare ad una riunione del Comitato dei nove. Poi, non è stato così e, quindi, abbiamo ripreso i nostri lavori, con il lavoro che era già stato esaminato dal Comitato dei nove.
La mia posizione l'ho già espressa. Io, intanto, voglio concludere l'articolo 35, perché stiamo per finire l'articolo 35. Avevo immaginato, perché i lavori andavano avanti con una certa speditezza, che potessimo interrompere al termine dell'articolo 36, per il quale il Comitato dei nove è già pronto con i pareri. Poi, però, poiché molti di voi hanno legittimamente utilizzato il tempo per porre questioni di ordine procedurale, sull'ordine dei lavori, sulle missioni e così via, il tempo che noi abbiamo utilizzato nel pomeriggio non è stato tutto dedicato all'esame degli articoli. Non c’è nessun problema, ma la Presidenza decide le pause tecniche sulla base dell'andamento dei lavori e sulla base del fatto che la pausa tecnica, come ha giustamente detto poco fa il collega Crippa, mediamente in una «seduta fiume» non è molto lunga. Noi in questi giorni, invece, proprio per «stemperare», proprio per aiutare la riflessione tra i gruppi, abbiamo avuto delle pause tecniche abbastanza lunghe.
Allora, delle due l'una, colleghi: o andiamo avanti con il lavoro abbastanza speditamente, e allora poi ragioniamo diversamente sulle pause tecniche, oppure è chiaro che la Presidenza deve portare a termine la seduta con le votazioni che sono state deliberate dentro la «seduta fiume» e, cioè, tutti gli emendamenti e tutti gli articoli (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

CARLO SIBILIA. Si chiama ricatto !

PRESIDENTE. Allora, noi possiamo andare avanti più o meno lentamente, più o meno velocemente. Noi apprezzeremo, come Presidenza, la situazione e decideremo quando e quanto lunghe fare le pause tecniche.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente (Dai banchi dei deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: Dimissioni, Dimissioni !)...

PRESIDENTE. Stanno chiedendo le sue dimissioni ! Prego, parli. Colleghi, lasciate parlare il collega Matteo Bragantini. Prego, collega Bragantini.

MATTEO BRAGANTINI. Presidente, io voglio capire una cosa semplicissima, che è questa. Se si dice che le pause tecniche sono più o meno lunghe, in base a quante votazioni si fanno durante la giornata, non riesco a capire la logica, perché...

PRESIDENTE. Non ho detto questo.

MATTEO BRAGANTINI. Si era intuito questo.

PRESIDENTE. Ha intuito male.

MATTEO BRAGANTINI. «Seduta fiume» significa semplicemente che si va a oltranza e non ha una scadenza, dunque la «seduta fiume», con pause tecniche anche di otto-nove ore, può finire tranquillamente giovedì o venerdì prossimo. Non vedo il perché non si possano fare delle pause tecniche che potrebbero essere anche dovute alla necessità per i dipendenti Pag. 216di avere il loro riposo settimanale, perché devono lavorare, perché bisogna sistemare l'Aula e fare le pulizie dell'Aula. Ed è già successo: una pausa tecnica in una «seduta fiume» precedente cui ho assistito, nel corso della quale si è fatta una pausa tecnica di otto ore perché si dovevano fare le pulizie dell'Aula. Dunque, non c’è nessun problema, continuiamo la «seduta fiume», ma, rispettando i lavori dei dipendenti e dei colleghi, finiamo giovedì, venerdì o sabato della settimana prossima la «seduta fiume», che tanto non ha nessuna scadenza. Se ci sono dei decreti-legge in scadenza non è colpa nostra, ma forse è colpa della maggioranza, che ha calcolato male i tempi.

PRESIDENTE. Avendo ascoltato i vostri interventi, la Presidenza propone di sospendere i lavori al termine dell'esame dell'articolo 35. Abbiamo poche votazioni, solo nove votazioni. Sospendiamo al termine della votazione sull'articolo 35 (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che cosa state urlando ? Per quanto tempo ? Al termine dell'esame dell'articolo 35.
Vorrei che, quando facciamo delle mediazioni, almeno ve ne rendeste conto, perché altrimenti tutto diventa conflittuale, anche quando si cerca di avvicinare le posizioni. Allora, la Presidenza vi propone di fare la sospensione alla fine del voto, compresi tutti gli emendamenti, sull'articolo 35. Credo che questo sia un ragionevole punto di incontro, poi ragioniamo insieme sulla durata della pausa.

GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Presidente, solo per significarle che, da parte del nostro gruppo, la sua proposta è ben accetta.

PRESIDENTE. In ogni caso la proposta sarebbe della Presidenza e, quindi, non vi posso chiedere di ritirarla. Sto scherzando. La ringrazio, onorevole Pini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.35.01.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Folino, Cassano, Moscatt, Giuliani, Latronico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 353
Maggioranza 177
Hanno votato
39
Hanno votato
no 314).

(La deputata Ferrante ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.35.01.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Murer, Lo Monte, Morani, Folino, Famiglietti, Palma, Cassano, Zardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 355
Votanti 350
Astenuti 5
Maggioranza 176
Hanno votato
307
Hanno votato
no 43).

Allora è precluso il successivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.35.01.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, Pag. 217e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra, Ecologia, Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cassano, Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 363
Votanti 345
Astenuti 18
Maggioranza 173
Hanno votato 24
Hanno votato no 321

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.35.01.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ravetto, Ascani, Cassano, Romele.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 358
Votanti 354
Astenuti 4
Maggioranza 178
Hanno votato 35
Hanno votato no 319

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Matteo Bragantini.

MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Revoco l'indizione della votazione.

MATTEO BRAGANTINI. Semplicemente per motivare il perché del voto negativo. Perché in questo emendamento si prevede che lo statuto delle regioni, che viene approvato dalle singole regioni, dopo debba essere approvato con una legge costituzionale dal Parlamento. Noi riteniamo che gli statuti delle singole regioni debbano essere approvati semplicemente ed esclusivamente dalle regioni e che non debbano certamente, come già prevede adesso, avere il vaglio del Governo o una legge costituzionale che confermi lo statuto deciso dai vari popoli di questo Stato da uno Stato centralista. Per questo motivo noi votiamo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Matteo Bragantini.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Covello, Ravetto, Carrozza, Albanella, Sannicandro, Bruno Bossio, Latronico, Zampa, Matarrelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 363
Votanti 362
Astenuti 1
Maggioranza 182
Hanno votato 40
Hanno votato no 322

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dei due identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.

Pag. 218

PAOLO ALLI. Grazie Presidente, intervengo su questo emendamento, che però va visto insieme all'articolo aggiuntivo a mia prima firma 35.0200 e all'altro subemendamento, sempre a firma Dorina Bianchi. Io credo che non si debba essere grandi statisti, e mi scuso con i numerosi che sono presenti in quest'Aula, per capire che i sistemi federali veri sono tali perché hanno, non soltanto un forte equilibrio di poteri, ma hanno negli Stati che li compongono (mi riferisco agli Stati Uniti, alla Germania con i Länder, ma anche al Brasile, all'India e potremmo dirne altri) dei soggetti che hanno la capacità di gestire situazioni complesse e di governarle. I limiti del regionalismo italiano sono evidenti e sono di due motivi sostanzialmente. Il primo è legato alla cattiva distribuzione dei poteri e su questo si sta lavorando.
Ma vi è un altro elemento che rende debole il nostro regionalismo e cioè che le realtà regionali italiane non sono paragonabili tra di loro. Vi sono regioni che se fossero Stati potrebbero avere il decimo PIL dell'Unione europea e regioni che valgono un rione di una grande città in termini di abitanti e di prodotto interno lordo. Questa è una delle ragioni, credo non secondaria, del modello federalista in Italia voluto dalla lega di Bossi, che oggi sembra avere anche un po’ abbandonato questa ispirazione, perché evidentemente non sembra più molto interessato a questi temi. Il tema del federalismo che è una declinazione della sussidiarietà in senso verticale richiede non soltanto una distribuzione di poteri, ma anche quello che viene chiamato il principio di adeguatezza, cioè la capacità di chi riceve questi poteri, queste deleghe di esercitarle. Ora, al di là del fatto che le regioni troppo spesso sono state cause dei propri mali, con governi incapaci di fare veramente il proprio lavoro, con comportamenti che tutti quanti sappiamo, le regioni vanno anche messe in condizione di poter essere adeguate.
Allora, il problema, come dicevo, non è soltanto di capire quali poteri esercita lo Stato, quale poteri esercitano le regioni, ma anche che queste regioni siano soggetti importanti dal punto di vista dimensionale e delle capacità di Governo. Credo che dopo tante chiacchiere demagogiche, oggi noi abbiamo la possibilità di avviare all'interno di questo percorso di riforma costituzionale un serio ragionamento sull'accorpamento delle regioni, sulle macroregioni. Noi avevamo inteso con la nostra proposta emendativa proporre uno po’ una provocazione: l'istituzione di cinque macroregioni sui confini delle attuali circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo. Poi con i due subemendamenti abbiamo, in realtà, proposto un'altra cosa, cioè la semplificazione dell'articolo 132 della Costituzione che attualmente non rende, nei fatti, possibile un percorso di accorpamento di regioni. La semplificazione che si propone con questi due subemendamenti è tale invece da aprire questa possibilità per il futuro, non diciamo da domani dobbiamo fare le macroregioni, ma dobbiamo creare le possibilità per farle. Noi riteniamo molto negativo il cambio di linea che il Governo ha avuto nella giornata di oggi e sono contento che ci sia qui il Ministro Boschi.
Non riusciamo a capire a cosa sia dovuto se non evidentemente a un prevalere di una minoranza interna, non so se rappresentata dal capogruppo o cosa, che di fronte ad una posizione che era già stata di accettazione di questa impostazione moderna e innovativa, ha fatto marcia indietro, riconvocando il Comitato dei nove e facendo cambiare i pareri. Io non so se, appunto, le minoranze interne del PD hanno altri ragionamenti, io credo che questo sia una battaglia di retroguardia e capisco il timore delle piccole regioni, ma le piccole regioni devono anche capire che qua l'alternativa non è tra regioni piccole e grandi, ma è tra «regioni ancora regioni» e «regioni mai più», perché se si va avanti così il regionalismo sarà spazzato via, a meno che questo sia il modello verso la quale ci si vuole indirizzare. Quindi, noi voteremo a favore di questo andamento, credo e sono convinto che ci siano molti colleghi in quest'Aula che condividono l'idea di modernizzare finalmente l'architettura istituzionale del nostro Paese e Pag. 219spero che questi colleghi e anche il Primo Ministro Renzi abbiano la saggezza di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alli.
Mi scuso ma non ricordo se mi aveva chiesto la parola l'onorevole Centemero. Prego, onorevole Centemero. Ne ha facoltà per dichiarazione di voto.

ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Intervengo su questo subemendamento, riguardo al quale condivido pienamente tutte le parole espresse dal collega, l'onorevole Alli. Va letto contemporaneamente ai subemendamenti a firma Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e insieme soprattutto all'articolo aggiuntivo 35.0200, su cui poi interverrà il collega, l'onorevole Paolo Russo.
Questi subemendamenti andavano a modificare l'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Alli. Su questi subemendamenti il Governo, nel Comitato dei nove, aveva espresso pareri diversi, aveva dato cioè parere favorevole, così come all'articolo aggiuntivo Alli 35.0200, che riguarda un nuovo sistema di regionalismo, con l'accorpamento di più regioni aventi minimo un milione di abitanti, e andando soprattutto a modificare quella parte dell'articolo 132 della Costituzione che semplifica sostanzialmente il processo di fusione tra le regioni e la creazione di nuove regioni, eliminando proprio quella parte che rende così farraginoso questo procedimento, quando appunto ne facciano richiesta tanti consigli comunali che rappresentino almeno un terzo della popolazione interessata e la proposta sia approvata con un referendum dalla maggioranza della popolazione.
Ci chiediamo come mai improvvisamente, nell'arco di una giornata, il Governo abbia cambiato parere su questi subemendamenti e sull'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Alli e ci chiediamo se questo non dipenda da un diktat della minoranza interna del Partito Democratico, che mal sopporta e mal vede questa nuova forma di regionalismo, probabilmente perché tocca qualche regione che non arriva ad un milione di abitanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Grazie, signor Presidente. Noi siamo contrari a questo subemendamento perché intanto va a cambiare l'articolo aggiuntivo Alli 35.0200 nei primi due commi, dove già si individuavano queste nuove regioni. Ci può anche star bene, perché tanto l'articolo aggiuntivo Alli 35.0200 non ci piace, ma manterrebbe in vita l'ultimo comma, che cambia la Costituzione e praticamente prevede che le regioni possono costituirsi nuove regioni se avranno almeno cinque milioni di abitanti. Attualmente la Costituzione dà già questa possibilità, basta che diventino almeno superiori a un milione. Dunque si andrebbe a creare un limite per cancellare le piccole regioni, che non sono quelle da un milione e mezzo o da quattro milioni, ma forse sono quelle da due o trecentomila abitanti. Dunque se già la Costituzione permette la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d'abitanti – ma potrebbero diventare anche sei o sette milioni – non vedo perché istituire un sistema ancora più restrittivo.
Per questo motivo voteremo contro il subemendamento, non perché siamo favorevoli ai primi due commi – perché hanno creato delle regioni nuove senza nessun criterio, considerando solo il numero degli abitanti, senza considerare la cultura, la tradizione, la viabilità, le infrastrutture e via dicendo –, ma soprattutto perché il terzo comma andrebbe a rendere ancora più difficoltoso chiudere o accorpare le regioni piccole. Quella sì, una riforma che si doveva fare e che si dovrebbe fare tutti insieme, con coraggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Grazie Signor Presidente. Io pregherei i colleghi di prendere l'elenco degli emendamenti e guardare a pagina 31 di che cosa stiamo parlando. Pag. 220Stiamo parlando di costruire delle macro regioni con degli accorpamenti sulla cui composizione probabilmente ciascuno dei colleghi delle varie regioni, se lo leggono, hanno qualche cosa da dire o vorrebbero matrimoni diversi.
Io ho tre obiezioni a questa proposta, tre obiezioni.
La prima: è una questione di democrazia. Se noi spostiamo un comune da una regione all'altra, a quei cittadini chiediamo di esprimersi con un referendum. Qui accorpiamo regioni l'una all'altra e non gli diamo nessuna possibilità di scelta.
La seconda è una ragione di coerenza: noi abbiamo votato una riforma che è costruita su un Senato rappresentativo delle autonomie regionali, dopo di che abbiamo costruito su quello un riparto di elezioni, di rappresentanza, discutendo quanti ne spettavano all'uno o all'altro, dopo di che mettiamo tutto questo lavoro da parte e impostiamo le regioni in un altro modo. Sempre per coerenza noi abbiamo con il 117 votato nella giornata di oggi una forte ripresa di un ruolo centrale dello Stato. A fronte di macro regioni l'autonomia dovrebbe essere diversa (Commenti dei deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Mi scusi, Onorevole Lenzi, colleghi, un po’ di silenzio, per favore.

DONATA LENZI. L'ultima ragione è banale forse per alcuni e mi rivolgo ai presentatori. È una questione di risorse. Qui si accorpano nella materia più importante per le regioni, che è quella della sanità, si accorpano regioni fortemente indebitate...

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, Onorevole Prataviera, abbiate pazienza !

DONATA LENZI. ... con regioni che hanno fatto un duro lavoro di piani di rientro e si farà pagare a quei cittadini l'aumento magari dell'addizionale Irpef per coprire debiti fatti da altre parti senza nessuna garanzia.
Io inviterei ad una riflessione più attenta in modo da non prendere decisioni su un'onda emotiva, ma facendo una riflessione vera. A me vanno bene gli accorpamenti, vanno bene le macro regioni, ma facciamo un lavoro serio.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lenzi. Onorevole Russo, lei parlerà sugli emendamenti successivi perché non posso darle la parola. Se nessun altro chiede di parlare, metto in votazione i subemendamenti identici Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, con il parere contrario di Commissione, Governo, relatore Lega Nord, relatore SEL, favorevole il relatore 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 364
Votanti 357
Astenuti 7
Maggioranza 179
Hanno votato 33
Hanno votato no 324

La Camera respinge (Vedi votazioni)

(I deputati Prataviera, Placido e Marantelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Passiamo al subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sandra Savino. Ne ha facoltà.

SANDRA SAVINO. Grazie Signor Presidente. Questo subemendamento, così come altri subemendamenti che ho depositato a mia firma, si colloca all'interno delle proposte emendative che riguardano il tema più generale delle macro regioni, presentate da diversi colleghi appartenenti ai gruppi di NCD, al PD e, in particolare, dallo stesso gruppo di Forza Italia a cui appartengo, che da tempo sostiene una Pag. 221battaglia per portare all'attenzione del Parlamento il tema della revisione del sistema territoriale regionale.
Pur condividendo l'esigenza, fatta propria in particolare dal mio gruppo, di superare l'attuale assetto regionale che non si è mostrato all'altezza delle sfide del nuovo regionalismo, delineato dal Titolo V della Costituzione, attraverso la definizione di aree più funzionali alle esigenze di governo del territorio, sostengo in ogni caso di mantenere il territorio della regione Friuli Venezia Giulia nei suoi confini attuali e con le prerogative ad oggi vigenti.
E questo per una serie di ragioni storiche e amministrative che fanno di questa area del Paese una singolarità in termini geopolitici che si confronta con due Paesi dell'Unione Europea ad essa confinanti.

PRESIDENTE. Grazie.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Solo per cambiare il parere in favorevole.

PRESIDENTE. Grazie.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1 con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del Relatore Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ravetto, Covello, Tino Iannuzzi, Oliverio, Placido, Ferranti.
Dichiaro chiusa la votazione.

(Presenti 366
Votanti 362
Astenuti 4
Maggioranza 182

Hanno votato 57
Hanno votato
no 305)

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Il subemendamento Richetti 0.35.0200.6 è stato ritirato mentre vive quello successivo, il subemendamento Dorina Bianchi 0.35.0200.8. Ha chiesto la parola il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie Presidente. Perché non cogliere questa occasione per riordinare lo Stato da un punto di vista territoriale ? Perché non cogliere l'occasione di un'idea non troppo lontana che fu di Miglio ? O ancora quella ipotizzata mesoregionale della fondazione Agnelli. Perché non ragionare qui – non un altro giorno, forse mai – della possibilità di considerare che le nostre regioni sono troppe, sono tante e spesso sono anche foriere di sprechi e disuguaglianze ? Guardate, non è nessuna azione preclusiva nei confronti di alcuno, ma pensare che due regioni, per esempio la Valle d'Aosta e la Basilicata, non me ne vorrà alcuno, la Valle d'Aosta e il Molise, perdonatemi. Ebbene, queste regioni hanno poco più 400.000 abitanti. E poi otto comuni italiani hanno più di 400.000 abitanti. E ancora, altre due regioni, importanti e strategiche, l'Umbria e la Basilicata non raggiungono il milione di abitanti ed altre sette non raggiungono i due milioni di abitanti. E allora rispetto a questa riflessione che, credo, con serenità ma anche con responsabilità, si pone un tema di carattere europeo e non solo nazionale. Quale è la strada per agevolare un percorso del genere ? Sono due le strade. Una è rappresentata da un tratto di penna costituzionale che di un colpo, attraverso la modifica dell'articolo 131, individua nuovi modelli regionali. È la strada che noi prediligiamo ? Assolutamente no.
Crediamo che questa questione possa essere discussa, e possa essere un elemento nel dibattito, anzi ben venga questa occasione di dibattito !
Altra strada è la soluzione cosiddetta funzionale, quella che sinora è stata seguita Pag. 222attraverso un meccanismo che privilegia dal basso una scelta consapevole delle regioni, dei consigli regionali ed ovviamente, in coda, anche un giudizio referendario.
Queste sono le due strade – non ce ne sono altre – che possono portare a rendere più funzionale, più organico il sistema delle dimensioni regionali nel nostro Paese.
Certo sinora si poteva già fare qualcosa a Costituzione vigente utilizzando l'istituto delle intese ex comma 8 dell'articolo 117. Forse andavano alimentati i meccanismi di incentivazione, ad esempio sul modello francese dei comuni. Capisco e capiamo che è un modello complesso, di cooperazione orizzontale, che è naturalmente più utilizzato per funzioni amministrative che non per quelle funzioni di programmazione che noi vorremmo fossero attribuite alle regioni, ma è evidente che una qualche riflessione su quel testo va fatta ed è evidente che questa è l'occasione, non domani.
Guardate, il fatto che i criteri territoriali della Carta vigente siano stati corretti in chiave politica, mi pare più che evidente. La stessa nascita del Molise nel 1963 ne è la prova evidente. Allora perché i confini che ci sono... Mortati non oggi, nella fase costituente...

PRESIDENTE. Onorevole Russo avrebbe concluso il suo tempo.

PAOLO RUSSO. ... pose la questione dei parametri. Signor Presidente concludo, ma rilevo come stiamo ragionando di questioni senza spirito ostruzionistico...

PRESIDENTE. Concluda, aveva cinque minuti come tutti...

PAOLO RUSSO. ... nella speranza di introdurre elementi di ragionevolezza in un dibattito, devo dire, troppe volte...

PRESIDENTE. Onorevole non polemizzi e concluda.

PAOLO RUSSO. ... poco «costituente».
Allora suggerirei una riflessione su questo tema sapendo che noi non preferiamo questa strada, ma anche rispetto a questa strada offriamo la nostra disponibilità ad esserci per modificare l'attuale assetto delle regioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà.

PAOLO ALLI. Signor Presidente, sono sinceramente sorpreso che i colleghi della Lega Nord abbiamo già prematuramente dimenticato la lezione di Miglio. Ci aspettavamo che la Lega cogliesse l'opportunità di una riforma costituzionale per porre questi problemi, ma non è stato così.
Sono anche sorpreso dell'intervento del collega Bragantini che adesso sta discutendo di altre cose, quindi evidentemente non può ascoltare le mie parole.
Il collega Bragantini cui io mi rivolgo per il suo tramite, signor Presidente, forse non ha letto il combinato disposto dei due subemendamenti – quello appena bocciato e questo – che avrebbero modificato la proposta emendativa a mia firma 35.0200, togliendo le prime due parti e riportando ad un milione quei 5 milioni di abitanti.
L'unico effetto che l'approvazione dei due subemendamenti avrebbe avuto sarebbe stato quindi quello di togliere dall'articolo 132 della Costituzione la clausola per la quale, per poter fare una legge costituzionale al fine di aggregare le regioni è necessario che ci sia un certo numero di consigli comunali, molto alto, ed un referendum confermativo. Cose che – e qui mi rivolgo sempre per il suo tramite all'onorevole Renzi – io capisco la democrazia, la partecipazione, ma ci sono processi in cui bisogna essere realistici e con questo vincolo sappiamo benissimo tutti che l'aggregazione delle regioni non si farà mai.
Quindi, io ribadisco che voteremo a favore di questo emendamento ed auspichiamo che nel successivo passaggio al Senato si possa ragionare su modalità che non ci facciano perdere – e qui mi rivolgo Pag. 223al Ministro Boschi perché possa anche riferire questa mia modesta considerazione al Presidente del Consiglio – la vera occasione di modernizzazione dell'architettura istituzionale del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Vedo che il collega Alli mi ha ascoltato molto bene per quanto riguarda l'intervento sul subemendamento dell'articolo precedente; ovviamente, se si applicavano tutti e due i subemendamenti, si arrivava a quanto appena detto, dunque intanto a eliminare quell'assurdità di aver già costruito delle regioni solo in base alla popolazione, come prevedono i primi due commi; secondo punto: riportava il numero di abitanti da 5 milioni ad 1 milione. Ma a me non va bene lo stesso, perché dire che se dobbiamo far partire questo processo devono esserci tot consigli comunali che devono fare richiesta e un referendum consultivo, io ritengo che, se si vuole giungere all'evento che tutti auspichiamo, deve esserci il consenso dei cittadini.
Io credo nella democrazia, se no è come dire: siccome io non penso che i cittadini siano così intelligenti, non do loro la possibilità di decidere e decido io. Stiamo attenti che ragionamenti di questo tipo, se portati all'estremo, in altri periodi storici hanno portato ad altre conseguenze. Si diceva: il cittadino non è abbastanza acculturato, non è abbastanza preparato per decidere i suoi rappresentanti e, pertanto, possono votare solo quelli che sono di un certo ceto dal punto di vista economico o culturale; oppure qualcuno diceva: sono l'unico che può cambiare questo Stato, mettetemi come dittatore e deciderò io per il bene di tutti. Questa non è democrazia.
Noi auspichiamo che ci siano queste fusioni, soprattutto di alcune regioni che sono troppo piccole: deve però esserci il consenso dei cittadini. È come la grande tematica dei consigli dei comuni: sono il primo a dire che ci sono comuni troppo piccoli, ma dobbiamo far partire dal basso, come sta partendo in molte regioni, la consapevolezza dei cittadini che si devono unire per fare dei comuni che abbiano un'ampiezza ottimale per essere efficienti e dare ai propri concittadini i servizi ai costi corretti.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare. Ha chiesto di intervenire l'onorevole D'Alia, ma ora non posso dargli la parola: eventualmente sul successivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dorina Bianchi 0.35.0200.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza di Lega Nord e SEL, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Carloni... dopo questo ci sarà un altro voto... Piccione... Causin... Raciti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 349
Votanti 344
Astenuti 5
Maggioranza 173
Hanno votato
35
Hanno votato
no 309).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.

GIANPIERO D'ALIA. Signora Presidente, io credo che la riflessione che è stata introdotta da queste proposte emendative non possa essere accantonata perché il tema non è le macroregioni o meno che hanno interessato il dibattito di vent'anni fa.Pag. 224
La questione penso che sia legata proprio a come, con questa riforma costituzionale, noi stiamo riorganizzando il sistema del regionalismo italiano ed il rapporto tra Stato e regioni. Con questa riforma, noi sopprimiamo le province. Non abbiamo potuto farlo, se non attraverso la legge Delrio, in forma indiretta, perché avevamo il vincolo costituzionale. La soppressione delle province determina un ruolo diverso, che va riscritto dal legislatore – e, quindi, da noi – anche delle città metropolitane. La soppressione delle province e un ruolo diverso, previsto da questa riforma costituzionale, per le città metropolitane, determina anche un nuovo modello di regione.
Anche perché, se noi non facciamo questo, e non immaginiamo una dimensione ottimale di regioni e città metropolitane, la riscrittura del rapporto tra Stato e regioni – che ha determinato, in questa riforma, l'eliminazione della legislazione concorrente – significa sostanzialmente una cosa: che noi dobbiamo riscrivere tutte le funzioni amministrative dello Stato, delle regioni, dei comuni e delle città metropolitane. Infatti, noi abbiamo riportato in capo allo Stato una serie di materie e di competenze, che determinano la necessità, per poter dare piena attuazione a questa riforma, di compiere una grande riforma amministrativa. Dobbiamo contemporaneamente, se vogliamo far funzionare questa nuova riforma amministrativa, prevedere organi di decentramento, oltre che di potere proprio – come le regioni, le città metropolitane e i comuni –, ancorati ad un nuovo sistema.
Quindi, abbiamo la necessità di rivedere la dimensione e l'organizzazione territoriale delle regioni e delle città metropolitane, perché anche il tema delle città metropolitane dovrà essere obiettivamente rivisitato. Ciò perché credo che le città metropolitane, che sono ad oggi province sotto altra forma, debbano invece diventare delle regioni secondo la vecchia configurazione delle stesse.
Le proposte che il nostro gruppo parlamentare ha presentato – che, peraltro, sono oggetto di una discussione che riguarda tutti i colleghi parlamentari, e non solamente noi –, sostanzialmente consentivano, attraverso una riscrittura dell'articolo 132 della Costituzione, di dire sostanzialmente una cosa: che nel nostro Paese non possono esistere regioni con meno di un milione di abitanti. Tutto questo non avviene attraverso una costrizione, come ho sentito dire in quest'Aula, ma avviene attraverso una legge costituzionale e, quindi, con le procedure previste dall'articolo 138 della Costituzione, che sono aggravate, nel senso buono del termine, dal coinvolgimento delle regioni interessate.

PRESIDENTE. La invito a concludere !

GIANPIERO D'ALIA. Se noi non facciamo questo cambio di sistema, rischiamo di vulnerare i principi e le norme che stiamo riscrivendo con questa riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Alia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo apprezza la decisione del Governo e del relatore di esprimere parere contrario all'articolo aggiuntivo che stiamo esaminando. Noi siamo convinti che il tema dell'eventuale accorpamento delle regioni sia un tema certamente molto serio, ma siamo altrettanto convinti che esso non possa essere affrontato inserendolo in modo surrettizio – quasi «di striscio», diciamo così – all'interno di un tema, come quello che stiamo esaminando in questi giorni, quale la riforma costituzionale.
Esso, infatti, come è stato già richiamato da alcuni interventi che mi hanno preceduto, è un tema che richiederebbe certamente una discussione molto più ampia, una discussione che coinvolga le popolazioni, i comuni, le regioni.
Una discussione mirata alla ricerca e magari anche all'incentivazione – come è Pag. 225già stato richiamato – di un consenso, e non certamente un esercizio a tavolino che, in base a criteri puramente di tipo ragionieristico, miranti a un equilibrio dei numeri di popolazione delle varie regioni, vada a creare dei mostri che non solo non avrebbero alcuna corrispondenza ad esigenze di carattere funzionale e nemmeno alle infrastrutture che le sostengono, ma ancor meno sarebbe rispettoso delle esigenze della storia e della geografia e delle esigenze della cultura che sta dietro a questa storia e a questa geografia: la cultura delle popolazioni.
Alcune delle cose che sono state sentite su questo tema sono addirittura bislacche. Abbiamo sentito parlare di regioni appenniniche, di regioni adriatiche, di regione tirreniche: sono esperimenti di rivisitazione territoriale che meriterebbero veramente di essere accoppiati a quello che fecero i giacobini all'epoca della Rivoluzione francese.
In ogni caso, una cosa va detta fin d'ora, perché certamente questa discussione la riprenderemo, perché sarà oggetto di una legge costituzionale che probabilmente tornerà in onda dopo che avremo terminato questo lavoro che stiamo oggi portando a termine: il discorso sulle macroregioni certamente non potrà interessare le regioni autonome a statuto speciale. Non le potrà interessare almeno per un motivo: perché la definizione del territorio delle regioni autonome a statuto speciale è parte integrante dello statuto di queste regioni e, come tale, richiederebbe una rivisitazione del regime pattizio, che non può essere effettuata semplicemente sulla base di un voto del Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Presidente, proviamo a continuare il ragionamento. Quindi, quali erano le ragioni dei confini ? Le ragioni dei confini, erano ricchezza, erano carichi tributari, erano capacità economica ? Se fossero stati questi elementi probabilmente non avremmo avuto le regioni che abbiamo avuto. Erano criteri che spesso hanno subìto una sollecitazione forte sul piano politico.
E si pone una questione, che è la vera questione di un dibattito serio su questo fronte, che, guardate, non sarebbe né surrettizio né un'iniziativa di striscio, ma è semplicemente un'iniziativa tesa ad affrontare una delle questioni centrali del sistema delle opportunità e degli sprechi nel nostro Paese. E qual è una questione centrale che riguarda l'accorpamento delle regioni ? La questione rispetto alle regioni speciali.
Attenti studiosi del diritto costituzionale rilevano come uno dei punti di debolezza delle nostre regioni è rappresentato proprio dall'essere regioni paradossalmente troppo uguali ed insieme troppo ordinarie e, allo stesso tempo – e non è una contraddizione –, troppo speciali. Le specialità potrebbero essere misurate alle nuove esigenze, ma legate ai territori e non agli enti. Rimanere, cioè, quelle specialità riferite ai territori. Certo, la natura autonomistica e rivoluzionaria, per esempio, della Sicilia degli anni Quaranta mi pare diversa dalle legittime esigenze diverse di questi tempi; diverse quelle della Sardegna di oggi, ma tutte legate squisitamente ai territori.
La vicenda – è evidente – è complessa, ma proprio perché è complessa probabilmente più ambiziosa dovrebbe essere la nostra prospettiva. La sfida verso le macroregioni deve comprendere le nuove dinamiche globali, perché si affrontino in chiave di adeguatezza, di responsabilità e di differenziazione.
La riforma del Titolo V, quella del 2001, si ispirò al nefasto principio della uniformità: regioni diverse, problemi diversi, strumenti e norme uguali, sovrapponibili. E se vi è una ragione che spiega l'aumentato divario tra nord e sud è proprio quello scellerato disegno, come costruito: egualitarismo normativo che ha frenato le efficienze ed impigrito le deficienze.
Guardate, i LEA in sanità stentano a farsi strada, i LEP non sono stati mai definiti e i tagli lineari hanno fatto il resto, Pag. 226privando del giudizio del libero arbitrio politico le classi dirigenti, con il risultato di ridurre i servizi per qualità e per numero, alimentando ancora oggi – è il caso del riparto del fondo asili – la spesa né sulla efficienza, né sulla efficacia, né sui LEA e nemmeno sui LEP, ma soltanto sulla spesa storica.
Il doppio binario scelto per comodità, convenienza e scarsa lungimiranza per cui le regioni a statuto ordinario perdono competenze e quelle a statuto speciale le mantengono alimenterà, con la norma che andiamo approvando, una asimmetria difficilmente tollerabile.
Interveniamo ora, in modo ragionevole per evitare che questa asimmetria provochi ulteriori disastri e soprattutto allontani ulteriormente dal sentimento generale le nostre regioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pilozzi, Cera, Andrea Romano, Covello saluta ma non ha votato. Vedo gesti che non so interpretare. Malpezzi, onorevole Magorno, faccia un po’ di spazio all'onorevole Malpezzi. A posto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 335
Votanti 331
Astenuti 4
Maggioranza 166
Hanno votato
30
Hanno votato
no 301).

(Il deputato Alli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Come preannunciato, la Presidenza dispone una pausa tecnica fino alle ore 22,30.
Chiedo ai colleghi di essere solleciti per l'uscita, anche per poter provvedere alla pulizia dell'aula.
Sospendiamo, pertanto, l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 22,30.

La seduta, sospesa alle 21, è ripresa alle 22.30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che ai sensi dell'articolo 46 comma 2 del Regolamento i deputati Alfreider, Amici, Boccia, Michele Bordo, Boschi, Brunetta, Caparini, Dambruoso, Damiano, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Losacco, Manciulli, Merlo, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Rossomando, Sani, Schullian, Speranza e Tabacci sono in missione a decorre dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.

(Esame dell'articolo 36 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A). Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere i relativi pareri.

Pag. 227

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario e invita al ritiro sugli identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2, nonché sugli emendamenti Costantino 36.3, Scotto 36.4; esprime parere contrario sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.7, sui subemendamenti Dadone 0.36.06.5, Cozzolino 0.36.06.1, D'Ambrosio 0.36.06.6; esprime parere contrario o invito al ritiro sull'emendamento Quaranta 36.06; esprime parere contrario sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.07.7 e 0.36.07.6 e Dadone 0.36.07.5; esprime parere contrario sull'emendamento Sannicandro 36.07, (versione corretta), la Commissione esprime parere contrario inoltre sui subemendamenti Dieni 0.36.08.13, Cozzolino 0.36.08.10, Dieni 0.36.08.11 e 0.36.08.12 e Dadone 0.36.08.14.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Scotto 36.08, sui subemendamenti Cozzolino 0.36.012.12, D'Ambrosio 0.36.012.11, 0.36.012.9, 0.36.012.7, 0.36.012.10 e 0.36.012.8 e Sandra Savino 0.36.012.1, nonché sull'emendamento Russo 36.012, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1, sull'emendamento Russo 36.014, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1, sull'emendamento Russo 36.013, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1, sull'emendamento Russo 36.017, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1, sugli emendamenti Gelmini 36.04 e 36.03 e Russo 36.018.
La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo 36.0200 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e sull'articolo aggiuntivo 36.0201 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), nonché sui subemendamenti Cozzolino 0.36.0503.2, 0.36.0503.1 e 0.36.0503.3.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brunetta 36.0503, sui subemendamenti Cozzolino 0.36.01.2, 0.36.01.4 e 0.36.01.3, Dieni 0.36.01.1 e sugli identici emendamenti Scotto 36.01 e Russo 36.019.
La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), 36.0203 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e sui subemendamenti Toninelli 0.36.09.21 e 0.36.09.20. Finito.

PRESIDENTE. No, rimane l'articolo aggiuntivo Costantino 36.09, onorevole Fiano. Inizia a pagina 51 e finisce a pagina 52.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Toninelli ?

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, mi dica lei se sbaglio. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti...

PRESIDENTE. No, aspettiamo un attimo. Identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2 a pagina 32.

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Vuole continuare lei o vado avanti io ?

DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Provo a continuare io, mi dica lei se sbaglio. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Costantino 36.3 e Scotto 36.4, sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.06.7, Dadone 0.36.06.5, Cozzolino 0.36.06.1 e D'Ambrosio 0.36.06.6, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06 e sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.07.7 e 0.36.07.6 e Dadone 0.36.07.5.
Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Sannicandro 36.07 (versione corretta), mentre esprimo parere favorevole sui subemendamenti Dieni 0.36.08.13, Cozzolino 0.36.08.10, Dieni 0.36.08.11 e 0.36.08.12 e Dadone 0.36.08.14.
Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08, mentre il parere è favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.36.012.12, D'Ambrosio 0.36.012.11, Pag. 2280.36.012.9, 0.36.012.7, 0.36.012.10 e 0.36.012.8. Esprimo parere contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.36.012.1, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.012 e sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1.
Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Russo 36.014, mentre il parere è contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1. Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Russo 36.013 ed esprimo parere contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1. Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Russo 36.017 ed esprimo parere contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1.
Mi rimetto all'Assemblea sugli articoli aggiuntivi Gelmini 36.04 e 36.03, mentre il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.018. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Toninelli 36.0200 e 36.0201 e sui subemendamenti Cozzolino 0.36.0503.02, 0.36.0503.1 e 0.36.0503.3.
Sull'articolo aggiuntivo Brunetta 36.0503 il parere è contrario, mentre è favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.36.01.2, 0.36.01.4 e 0.36.01.3 e Dieni 0.36.01.1.
Mi rimetto all'Assemblea sugli identici articoli aggiuntivi Scotto 36.01 e Russo 36.019, mentre esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Toninelli 36.0202 e 36.0203 e sui subemendamenti Toninelli 0.36.09.21 e 0.36.09.20. Infine, mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo Costantino 36.09.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Matteo Bragantini ?

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2, sugli emendamenti Costantino 36.3 e Scotto 36.4, sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.06.7, Dadone 0.36.06.5, Cozzolino 0.36.06.1, D'Ambrosio 0.36.06.6. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06, mentre il parere è favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.07.7 e 0.36.07.6 e Dadone 0.36.07.5.

PRESIDENTE. Scusi onorevole Matteo Bragantini. Colleghi, per favore !

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza.Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Sannicandro 36.07 (versione corretta) nonché sui subemendamenti Dieni 0.36.08.13 e Cozzolino 0.36.08.10. Esprimo parere contrario sul subemendamento Dieni 0.36.08.11. Mi rimetto all'Aula sul subemendamento Dieni 0.36.08.12, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Dadone 0.36.08.14 e sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08.
Esprimo parere contrario sul subemendamento Cozzolino 0.36.012.12. Il parere è favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.012.11, 0.36.012.9 e 0.36.012.7. Esprimo parere contrario sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.10, mentre il parere è favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.012.8 e Sandra Savino 0.36.012.1.
Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.012, mentre esprimo parere favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.014, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1.
Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.013, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.017, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1.
Esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Gelmini 36.04 e 36.03 e Russo 36.018. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 36.0200 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli). Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo 36.0201 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e sui subemendamenti Cozzolino 0.36.0503.2 e 0.36.0503.1. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.36.0503.3, mentre esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo del presidente Brunetta 36.0503. Esprimo parere Pag. 229favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.36.01.2, 0.36.01.4 e 0.36.01.3 e Dieni 0.36.01.1. Esprimo parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Scotto 36.01 e Russo 36.019. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e 36.0203 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), sui subemendamenti Toninelli 0.36.09.21 e 0.36.09.20 e sull'articolo aggiuntivo Costantino 36.09.

PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza Quaranta ad esprimere i pareri.

STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2, sugli emendamenti Costantino 36.3 e Scotto 36.4, sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.06.7, Dadone 0.36.06.5, Cozzolino 0.36.06.1, D'Ambrosio 0.36.06.6, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06, sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.07.7 e 0.36.07.6, Dadone 0.36.07.5, sull'articolo aggiuntivo Sannicandro 36.07 (Versione corretta), sui subemendamenti Dieni 0.36.08.13, Cozzolino 0.36.08.10, Dieni 0.36.08.11 e 0.36.08.12, Dadone 0.36.08.14, sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08, sui subemendamenti Cozzolino 0.36.012.12, D'Ambrosio 0.36.012.11, 0.36.012.9, 0.36.012.7, 0.36.012.10 e 0.36.012.8. Sul subemendamento Sandra Savino 0.36.012.1 mi rimetto all'Assemblea.
Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.012.
Esprimo parere favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1.
Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.014, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1, e sull'articolo aggiuntivo Russo 36.013.
Esprimo parere favorevole sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1.
Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 36.017, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1, sugli articoli aggiuntivi Gelmini 36.04 e 36.03 Gelmini, e Russo 36.018.
Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Toninelli 36.0200 e 36.0201, e sui subemendamenti Cozzolino 0.36.0503.2, 0.36.0503.1 e 0.36.0503.3.
Esprimo parere contrario: sull'articolo aggiuntivo Brunetta 36.0503.
Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.36.01.2, 0.36.01.4, 0.36.01.3 Cozzolino, e Dieni 0.36.01.1.
Esprimo parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Scotto 36.01 e Russo 36.019, sugli articoli aggiuntivi 36.0202 Toninelli e 36.0203, sui subemendamenti Toninelli 0.36.09.21 e 0.36.09.20, e sull'articolo aggiuntivo Costantino 36.09.

PRESIDENTE. Grazie relatori. Il Governo ? Almeno abbiamo messo sullo stesso piano l'onorevole Scalfarotto e il Ministro Boschi. Chiedo scusa.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Esprimo parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Ascani, Palma, Ferro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 284
Maggioranza 143
Hanno votato no 284

La Camera respinge (Vedi votazioni).

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

Pag. 230

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, sull'ordine dei lavori, se mi permette. È abbastanza triste trovarci ad affrontare questa riforma della Costituzione contandosi sulle dita di una mano e sperando che ci sia il numero legale per far approvare un emendamento o bocciare un emendamento.
Quando siamo tornati dopo la pausa politica, o tecnica, come la vogliamo chiamare, che la gentile Presidente Sereni ci ha concesso, abbiamo tutti assistito ad un'Aula che sembrava un campo di battaglia, anche nel dare i pareri, Presidente: svogliatezza, tristezza, un campo di battaglia in cui non ci sono vincitori, ma solo sconfitti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Essendo noi i rappresentanti del popolo italiano, oggi in realtà, ad essere sconfitto è il popolo italiano stesso. E in questa pausa che ci siamo dati, che noi abbiamo anche chiesto per trovare un incontro tra le forze politiche, un incontro che tutti hanno sempre detto di auspicare e di voler cercare, a parole, abbiamo dato la possibilità di trovarlo questo incontro. La nostra richiesta, Presidente, quello che forse non è mai successo in questo Parlamento, non lo so, una trattativa, un dialogo trasparente, pubblico, di fronte ai cittadini italiani. Noi abbiamo chiesto di tradurre concretamente quello che era stato solo scritto come un principio in Costituzione dal Partito Democratico, cioè di introdurre concretamente il referendum propositivo e abrogativo senza quorum all'interno della Costituzione e non demandare ad una futura legge costituzionale e a una legge ordinaria applicativa che avrebbe necessitato di dieci o vent'anni. Non c’è stato nessun incontro, nessuna possibilità, nessuna apertura dal Partito Democratico, il partito che ha scritto questa riforma costituzionale insieme a Verdini, insieme a Forza Italia, insieme a Berlusconi e che oggi, che non c’è più il patto del Nazareno, non ha più alibi per non aprirsi alla cittadinanza e alle altre forze politiche. Nonostante questo, nonostante non abbia più alibi di fronte alla cittadinanza, si è chiuso un'altra volta a riccio.
Allora, Presidente, io vorrei provare a mettere ancora in difficoltà il Partito Democratico, una difficoltà che però va nel senso di aiutare una riforma costituzionale che arranca lungo i binari della dittatura (Commenti dei deputati del gruppo Partito democratico)... per cercare di riequilibrare i poteri che sono così sconclusionati all'interno della riforma disegnata da Verdini, Renzi, Boschi e Berlusconi. Allora, Presidente, io vorrei avanzare una proposta, che attraverso di lei avanzo al Partito Democratico, quella di provare a prenderci un po’ di tempo, ma non per la votazione degli emendamenti: noi proponiamo di votare durante questa farsa di seduta fiume, provare a votare tutti insieme gli emendamenti e accantonare semplicemente un articolo, l'articolo 15, che parla dei referendum, per votarlo insieme al voto finale a marzo, insieme agli ordini del giorno, per prenderci tutti quanti insieme un periodo di tempo, che credo una riforma costituzionale necessiti...

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, la prego di concludere.

RICCARDO FRACCARO. Un periodo di riflessione per trovare un incontro e sentire magari l'opinione del paese su questo tema. Sarebbe un punto di incontro tra due forze politiche spesso distantissime in questa legislatura. Chiedo umilmente, con la massima disponibilità, anche affrontando magari un'opinione pubblica e un dibattito pubblico sul tema, di prendere in considerazione questa proposta, che penso non possa essere considerata ostruzionistica, ma semplicemente di buonsenso, perché siete voi a volere la votazione a marzo, non noi, quindi non c’è nessun motivo per non affrontare l'ultimo emendamento, l'articolo 15, quello che sta creando questa distanza in seno alla votazione finale.

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, concluda.

Pag. 231

RICCARDO FRACCARO. Ora io spero, Presidente, di ricevere una risposta in questo momento, di fronte ai cittadini italiani, in maniera trasparente – non come è avvenuto fino ad adesso – dal capogruppo del Partito Democratico. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Apprezzo molto i suoi toni. Siamo all'articolo 36, ci vuole tempo per arrivare all'articolo 15. La Presidenza auspica che questo dialogo possa proseguire e portare a qualcosa di concreto.

ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA. Grazie, signor Presidente. Abbiamo passato una giornata a discutere delle missioni dei sottosegretari e penso che questo sia stato veramente umiliante. Così come io ritengo che sia stato abbastanza privo di dignità il dibattito che abbiamo svolto in questi giorni; solo in alcuni momenti – voglio dirlo senza retorica – stamattina, per esempio, per un'ora abbiamo discusso seriamente del rapporto Regioni-Stato. Ho ascoltato un intervento che apprezzo, anche se non condivido in pieno, del collega Giorgetti.
Il Partito Democratico – e lo dico a nome del Gruppo chiaramente – non si vuole mai sottrarre alla discussione di merito e per questo noi abbiamo aperto, abbiamo voluto che si ampliassero i tempi senza alcuna discussione, senza far riferimento ad accordi politici che erano stati presi e non rispettati. Voglio esprimere la mia opinione. È stata fatta una proposta che noi non banalizziamo, ma rispetto alla quale legittimamente abbiamo un'opinione diversa. Io voglio dirlo alla luce del sole agli italiani, come dite voi, io penso – opinione di Roberto Speranza – che i referendum senza quorum siano un errore. Provo a spiegarlo in un istante, perché penso che un referendum in cui votano 200 mila persone non può mutare la decisione democratica di un Parlamento eletto dai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questa è la mia opinione, ma ho rispetto per le opinioni diverse da quella che ho io voluto riportare, e penso che la forza del dibattito costituzionale e del dibattito parlamentare sia esattamente quella di far confrontare punti di vista diversi e oggi c’è un vulnus nel nostro testo perché, come è noto, oggi ci vuole il consenso del 50 per cento più uno dei cittadini italiani perché un referendum abbia validità. Non è un tema che scopriamo in questo dibattito. Nel dibattito al Senato un emendamento a prima firma del Partito Democratico ha infatti fatto fare un passo in avanti; oggi non c’è più solo quella proposta, ma un sistema a due binari: se si raccolgono 500 mila firme si resta sull'obiettivo del 50 per cento più uno dei cittadini, se invece si raccolgono 800 mila firme questo quorum scende e diventa il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Questo cambiamento, che ritengo vada nella direzione delle cose che voi legittimamente avete posto si è fatto a nome e per conto del Partito Democratico. Allora, io dico che per me che quel passo avanti è ottimo, sufficiente e importante. C’è ancora da discutere, bene, il Parlamento serve a questo, ma voglio dirlo con chiarezza: no ricatti ! Per me è inaccettabile tenere sotto ricatto un Parlamento, immaginando o che accettiamo una proposta di merito che non condividiamo oppure (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... difendere i lavori del Parlamento...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, avete parlato voi, adesso parlano loro, senza discutere. Lasciate parlare gli altri, avete parlato voi, adesso parlano gli altri. Prego, onorevole Speranza.

ROBERTO SPERANZA. Andiamo avanti nel dibattito parlamentare. L'articolo 15 arriverà, non è nella discussione di stasera, non c’è ancora il parere neanche del Comitato dei nove e dovrà essere oggetto di una discussione che questa Pag. 232Camera farà. Ma intanto andiamo avanti. E io chiedo a voi di non tenere sotto scacco questa Camera. Sono due giorni che non riusciamo ad andare avanti, sostanzialmente perché un gruppo non chiude un'intesa politica. Allora, io dico questo: proviamoci, proviamo a discutere ! Io non accetterò un'opinione che non condivido per rinunciare a qualche giorno di discussione. Guardate, questo non è il decreto milleproroghe o un qualsiasi altro testo in cui ci può essere un apporto di altro tipo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Speranza. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Speranza, per favore. Onorevole Speranza, concluda, gentilmente.

ROBERTO SPERANZA. Io non devo aggiungere altro, se non questo. Voglio cogliere (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevoli, lasciate parlare l'onorevole Speranza ! Non esiste al mondo ! Sta parlando lui, come ha parlato prima il collega Fraccaro. Va bene ?

ROBERTO SPERANZA. Presidente, concludo. Io voglio cogliere la parte positiva del messaggio che arriva stasera, non gli atti concreti che abbiamo visto in queste giornate.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Speranza.

ROBERTO SPERANZA. Voglio coglierla in positivo, ma penso che abbiamo bisogno di dimostrare che abbiamo la capacità di portare il dibattito di quest'Aula su un altro livello...

PRESIDENTE. Grazie...

ROBERTO SPERANZA. Proviamoci, a partire dagli emendamenti che arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà. Colleghi, per essere chiari così ci intendiamo, stiamo facendo un giro sull'ordine dei lavori. È intervenuto l'onorevole Fraccaro ed è intervenuto l'onorevole Speranza. Darò ad uno per gruppo la parola sull'ordine dei lavori e poi andremo avanti. Onorevole Scotto, prego.

ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, io penso che quest'Aula sia il luogo dove bisogna discutere e bisogna parlare alla luce del sole. Penso che sia un fatto positivo che ci stiamo parlando così e che stiamo evitando di lavorare nel retrobottega, che non è mai un fatto positivo e non è mai un fatto leggibile all'esterno.
Qui nell'Aula è arrivata una proposta. Ora, il mio punto di vista sul merito probabilmente è molto più simile a quello del collega Speranza, piuttosto che a quello del collega Fraccaro, ma riconosco l'apertura politica che il collega Fraccaro stasera ha fatto al Partito Democratico e a tutti quanti noi. E se c’è un'apertura politica, se c’è la possibilità di aprire un varco dentro una discussione che è stata bloccata fino ad oggi per colpa del patto del Nazareno, io penso che bisogna coglierla e bisogna provare a portarla fino in fondo. In che senso ? E concludo davvero. Nel senso che noi abbiamo diversi giorni davanti estremamente complicati, che rischiano di determinare un'ulteriore difficoltà sul piano del clima e sul piano politico. Credo che dovremmo provare a fare uno sforzo. Per me il tema non è il referendum, per me il tema è la riforma e, se questo è l'impianto, è quasi tutta sbagliata. Ma se posso aprire la possibilità di evitare uno scontro frontale io sono per lavorarci ed è questo l'invito che faccio al Partito Democratico. Se invece queste condizioni non ci fossero, il ricatto, Presidente, non viene solo da una parte. Esistono i ricatti della minoranza ma esiste anche la testardaggine incomprensibile di una maggioranza che non sta vedendo cosa è diventata quest'Aula e cosa è diventato Pag. 233questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Si sono iscritti prima l'onorevole Tabacci e poi l'onorevole Piepoli. Facendo parte del medesimo gruppo, io non posso che dare la parola al primo che si è iscritto, e cioè all'onorevole Tabacci.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, non era per determinare una concorrenza all'interno dello stesso gruppo. E poi mi è capitato così raramente di parlare in questo dibattito. Era semplicemente per dire che il fatto che i colleghi del MoVimento 5 Stelle pongano l'attenzione in particolare sull'articolo 15 è un elemento molto riduttivo di una riforma che ha un impianto ampio, su cui si può discutere, ma che ha molti argomenti sui quali ci si potrebbe attenere.
Io credo nella democrazia parlamentare, che vuol dire in maniera molto semplice che ci sono delle cose di cui si deve fare carico questo Parlamento. Non credo nella democrazia referendaria. Ci sono delle cose che competono a noi, di cui è nostro dovere farci carico. Trasferirle ad altri, i quali, magari con difetto di informazioni, sono indotti a prendere delle decisioni non del tutto consapevoli, non è una grande prova di capacità democratica. Per cui l'idea di fissare un referendum senza quorum è profondamente sbagliata (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

RICCARDO FRACCARO. Ma lo sa che c’è la mediazione ?

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, gentilmente.

BRUNO TABACCI. Onorevole Fraccaro, io non so delle vostre mediazioni, e in questo Parlamento non è che c’è solo lei ed il Partito Democratico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Ha capito ? Ha capito come è la storia ? Io delle vostre mediazioni non so nulla ! Non so nulla e non intendo sapere nulla !
Mi interessa solo fissare dei punti (Commenti dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, la richiamo...

BRUNO TABACCI. E se volete, ne potete tenere conto...

PRESIDENTE. La richiamo !

BRUNO TABACCI. ... se non ne volete tenere conto, fate come volete.
Ma scusate, signor Presidente, vorrei capire: anche quando si parla poco si è soverchiati dall'idea che (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Il vostro fragore è un fragore spesso inutile e vuoto (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, io voglio fissare un principio politico preciso (Vivi commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi ! Onorevole Crippa, onorevole Crippa non assuma quell'atteggiamento perché ne abbiamo sentite di tutti i colori. Sta facendo una critica politica. Onorevole Tabacci, la prego di restare ... ecco bene, molto bene.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Fate parlare l'onorevole Fedriga ! Per favore. Prego, onorevole Fedriga. Onorevole Tabacci, per favore ! Onorevole Fedriga, prego.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Scusi, solo che non riesco...

PRESIDENTE. Lo so, onorevole Fedriga, però lei mi venga anche incontro (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevoli colleghi, per Pag. 234favore ! Sta parlando un collega, peraltro dell'opposizione. Lasciamolo parlare, grazie.

GIANNI MELILLA. Ma cacciali fuori, questo è il Parlamento !

PRESIDENTE. Onorevole Melilla, per favore ! La richiamo ! Onorevole Melilla, la richiamo ! Per favore, onorevole Melilla !

GIANNI MELILLA. Ma chi c... vi credete di essere ?

PRESIDENTE. Onorevole Melilla ! Per favore consenta al Presidente (Commenti del deputato Melilla)... Onorevole Melilla, la richiamo all'ordine ! Prego, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi scusi Presidente, ma ho proprio difficoltà (Commenti del deputato Melilla)...

PRESIDENTE. Onorevole Melilla, l'ho richiamata all'ordine per la prima volta, la devo espellere (Proteste dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Onorevole Fedriga, prego.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Eh ! Ci provo. Non lo faccio con l'intenzione, come immaginerà.

PRESIDENTE. Lei ha tanti anni di esperienza in questa Camera...

MASSIMILIANO FEDRIGA. Non c’è dubbio. Ho difficoltà a rivolgermi a lei.

PRESIDENTE. Ma io, come sa, ho le orecchie pronunciate, sono in grado di ascoltarla.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Ma io evidentemente non ho la parola pronta, c’è molta confusione.
Presidente, sorprende che il partito di maggioranza relativa di quest'Aula, e lo dico da un gruppo che non ha avanzato la proposta sull'articolo 15, assolutamente estraneo all'interesse particolare e alle dinamiche che si sono venute a creare in questa discussione, in questa trattativa...

PRESIDENTE. Aspetti un attimo. Onorevole Rabino, quale contributo vogliamo dare allo svolgimento della seduta ? Allora si accomodi per favore al suo posto. Prego, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Le dicevo, siamo estranei a questa trattativa tra MoVimento 5 Stelle e PD, però, quando il MoVimento 5 Stelle, dopo giorni di oggettiva tensione dei lavori d'Aula... e devo dire con chiarezza che la prima responsabilità, senza dover dare ragione o torto a qualcuno, però è di chi ha i numeri in questa Aula, che dovrebbe cercare di garantire al massimo che i lavori sulla riforma costituzionale si svolgano perlomeno nel rispetto della Carta che stiamo andando a modificare. E, quindi, sorprende che non ci sia un'apertura rispetto alla proposta fatta dal MoVimento 5 Stelle.
Perché bisogna dire con chiarezza che, sicuramente, se dall'opposizione – metto anche la Lega – delle posizioni forti sono state prese, sono state prese anche come reazione a un'impostazione di questa riforma e dei lavori su questa riforma, svolti già nel mese di dicembre, assolutamente rigida. Una rigidità immotivata da parte della maggioranza.
Sarebbe stata cosa buona e utile, per non creare questo clima, che perno della discussione in quest'Aula e dei lavori, anche prima di portare la discussione in quest'Aula, fosse stata la condivisione. Perché non stiamo in questo momento portando avanti la linea politica del Governo Renzi, stiamo cambiando la Carta costituzionale.
E prima di tutto la maggioranza dovrebbe avere il senso di responsabilità di capire che la Carta costituzionale si modifica anche con il confronto, si modifica anche con la mediazione, si modifica, anche, insieme a tutti quei gruppi politici che non fanno parte di quella stessa maggioranza. È buonsenso e senso di responsabilità.
Dunque, quando oggi viene una proposta da parte del MoVimento 5 Stelle, anche Pag. 235per agevolare i lavori e riportare i lavori, forse, nella discussione di merito e per alleggerire un clima che, ovviamente, se questa proposta sarà respinta a priori non credo verrà alleggerito in modo così semplice anche sulla discussione di tutti gli altri articoli, ebbene, a questo punto, è chiaro, almeno, è mia interpretazione, ma penso che sia palese, sotto gli occhi di tutti, che non si vuole arrivare a una discussione di merito, si vuole arrivare a una prova muscolare per dire chi è più bravo, chi è più forte e chi per primo prende lo scalpo della Costituzione e lo sventolerà in qualche televisione nazionale.
Però, non penso che questo dovrebbe essere l'intento di quest'Aula, l'intento del Governo e l'intento della maggioranza. L'intento dovrebbe essere poter discutere, nel merito, e potere arrivare a una soluzione responsabile...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi avvio a concludere. E quanto alla responsabilità, se è quella di discutere l'articolo 15 successivamente all'esame dei decreti-legge, quindi nel mese di marzo, non penso che nessuno perda la corona anche se magari ha fatto qualche promessa di troppo, senza conoscere le dinamiche parlamentari e, soprattutto, senza rispettare quelle che sono le prerogative anche delle opposizioni, perché purtroppo per qualcuno, le prerogative delle opposizioni ci sono, ma, invece, fortunatamente per tutto il Paese, rimangono, perché tutela di garanzia e di democraticità del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, sto finendo gli interventi sull'ordine dei lavori sul medesimo argomento, poi rispondo e poi le darò la parola per un richiamo al Regolamento. Dirigo io i lavori, va bene ? Dirigo io i lavori, onorevole Bonafede. Quando lei sarà qua, li dirigerà lei.
Prego, onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, penso che il Parlamento – che più volte, da parte di molti colleghi in questi giorni, è stato richiamato e che, nei fatti, agisce nella fattispecie come Assemblea costituente – arrivati a questo punto della discussione su una riforma molto corposa della Costituzione, abbia il sacrosanto dovere di cercare di indirizzare la discussione, forse, su un binario plausibile, il binario della responsabilità.
Noi, Presidente, non abbiamo dato, non certo per colpa del mio gruppo, una buona visione della discussione sia di merito e sia dei lavori, in questi giorni, per una riforma della Costituzione così profonda e così importante per il Paese: un clima molto teso, con molti scontri, si è parlato spesso e volentieri, pochissimo del merito, non c’è stata una grande qualità del dibattito. Per colpa di tutti, a iniziare da me, per primo.
Davanti a una situazione di tensione così forte, indipendentemente dalle posizioni e dal giudizio su questa riforma che ogni gruppo esprimerà, come voto finale e come valutazione, mi pongo una domanda – fermo restando che questa riforma piaccia o non piaccia, sarà poi sottoposta anche questa a referendum, guarda caso c’è un motivo proprio centrale in riferimento a quello che sarà lo sbocco e il giudizio finale della riforma stessa da parte dei cittadini – e ciò al fine, e solo al fine, di agevolare anche i lavori ed eventualmente, anche, di sbloccare le attività del Parlamento, perché riteniamo che davanti agli occhi di tutti l'attività del Parlamento è totalmente bloccata da questo punto di vista. Il Governo reclama anche la scadenza di decreti-legge ritenuti importanti che sono fermi nelle Commissioni. Ed è fin troppo evidente che anche Pag. 236il nostro gruppo che ritiene questo argomento, per quanto non confacente alle posizioni dei 5 Stelle nel merito... ma abbiamo anche noi presentato degli emendamenti proprio nella fattispecie sul referendum che intendiamo discutere e discutere con calma.
Mi chiedo: in questa legislatura – e mi riferisco a questa perché in questa ho l'onore e il piacere di essere presente – mille volte è successo che noi abbiamo accantonato le sciocchezze; abbiamo accantonato le sciocchezze continuamente – per non parlare delle migliaia di accantonamenti nelle Commissioni – per poter raggiungere che cosa ? Una mediazione ? Un obiettivo ? E davanti al risultato – insperato per come sono andati i lavori e le tensioni – di arrivare a sabato, come da calendario fissato dalla Capigruppo finora alle ore 15, a concludere i lavori su questa riforma che noi non condividiamo, ma che la maggioranza e il Governo vogliono portare per forza a termine per poi portarla all'esame dell'altro ramo del Parlamento, del Senato, e poi eventualmente ancora della Camera e poi al giudizio degli elettori con il referendum, dire di no alla conclusione dei lavori, di tutti gli articoli, di tutti gli emendamenti, degli ordini del giorno e del voto finale con il solo differimento e accantonamento dell'articolo 15 sul referendum, è veramente una decisione insensata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !
Sono molto sorpreso di questa risposta del Partito Democratico perché si tratta solamente di accantonare per qualche giorno un argomento importante su cui tranquillamente si può discutere. Proprio sul referendum nel nostro Paese si sono consumate battaglie di ogni genere che dobbiamo richiamare. A partire da quello importante tra monarchia e repubblica da cui origina la storia repubblicana per non parlare del divorzio, dell'aborto e di tanti altri. Non è mica uno strumento nuovo o che comporti chissà quale rivoluzione.
C’è chi, come il MoVimento 5 Stelle, è per una visione molto larga ritenendolo uno strumento partecipativo indispensabile e c’è invece chi, come il mio gruppo, ritiene che debba rientrare in un contesto di regole. Questa discussione, tuttavia va fatta e se veramente si vogliono portare a termine in maniera ordinata i lavori, io penso che il Partito Democratico, la maggioranza ed il Governo debbano cogliere questa occasione per rispetto a quest'Aula, agli italiani, agli altri lavori e per rispetto di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà).

NUNZIA DE GIROLAMO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIA DE GIROLAMO. Signor Presidente, mi sembra di assistere a un dibattito surreale e vorrei dire con chiarezza, tanto al MoVimento 5 Stelle quanto al partito di maggioranza e, quindi, al presidente Speranza, che non vorrei che, mentre stiamo discutendo e stiamo cambiando la Costituzione, ci fosse qualche tentativo in atto di sostituire il patto del Nazareno con il patto della seduta fiume. Infatti, è vero che non si fanno i patti nelle segrete stanze, ma è anche vero che ci sono delle forze di maggioranza – come ha detto l'onorevole Tabacci – che con coerenza, trasparenza e nel rispetto di questo Parlamento e dei parlamentari, in questi mesi stanno lavorando per cambiare la Costituzione. E non vorrei che qualche ricatto di qualcuno ci faccia assistere al quarto cambio di schema di Governo o di maggioranza.
Diciamo, quindi, subito chiaramente che non siamo d'accordo, che non siamo d'accordo nel merito di questo emendamento perché sui referendum non vorremmo prestarci all'attitudine populistica di qualcuno che, attraverso i referendum, crede di fare qualcosa che non è assolutamente democratica in un momento nel quale, tra l'altro, vige abbastanza demagogia tra alcuni gruppi che sono in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) - Commenti della deputata Castelli).

Pag. 237

PRESIDENTE. Onorevole Castelli, per favore !

EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, molto onestamente, anche per un'esperienza ampia in Parlamento, non si può dire che non ci siano stati dati i tempi con attenzione rispetto a quello che si è impostato all'inizio.
Allo stesso tempo, non si può negare che tante volte sono stati presi degli impegni nel corso della discussione parlamentare da parte delle opposizioni e poi questi impegni non sono stati mantenuti. Lo dico con la massima sincerità e onestà rispondendo al collega Speranza ed è in parte anche comprensibile, da una analisi superficiale, valutare che la maggioranza potrebbe avere tutti i diritti di proseguire in maniera...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cirielli... Colleghi, gentilmente ! Onorevole Ghizzoni e colleghi, gentilmente, stiamo svolgendo i lavori della seduta ! Sì, onorevole, Ghizzoni, ce l'ho esattamente con lei ! Grazie !
Prego, onorevole Cirielli.

EDMONDO CIRIELLI. Allora, volevo dire che, probabilmente, nell'analisi complessiva dei lavori parlamentari, c’è stata un'attenzione da parte della maggioranza, ma direi soprattutto da parte della Presidenza. Io credo che l'errore, però, è alla base del ragionamento che noi stiamo facendo. Noi non è che stiamo portando avanti una piccola riforma, o un provvedimento importante in sé; stiamo facendo una riforma che ha un impatto importante nella Costituzione e nella nostra vita futura, anche se io poi sono convinto che, proprio perché non condivido, in maniera clamorosa, il merito di quello che si sta facendo, probabilmente questa riforma non dispiegherà gli effetti la cui portata giuridica, invece, dovrebbe mettere in campo.
Allora, probabilmente, l'errore è stato quello sin dall'inizio non di parlamentarizzare una riforma importante, ma di ricorrere all'esterno, con il famoso patto del Nazareno, peraltro con una sola parte politica, ignorando tutto il resto dell'opposizione ed ignorando una parte importante del proprio partito. Mentre invece io credo che una riforma costituzionale vada affrontata innanzitutto in Parlamento, innanzitutto nelle Commissioni: è lì che si trova l'intesa, e lì che si trovano, con il dibattito, i risultati.
E d'altro canto, sin da quando abbiamo iniziato, c’è stato un clima di chiusura – ripeto, per onestà – a cui non è corrisposta una reale chiusura nei tempi e nella discussione, ma un clima e un atteggiamento che diceva: il provvedimento è blindato, bisogna correre, seduta fiume, contingentare i tempi. Io penso che, se si fosse affrontato con serenità il discorso...
Poi, era anche un modo per smascherare chi, magari, non è capace di fare opposizione nel merito e, come abbiamo assistito in questi giorni, non parla dei provvedimenti, ma tira fuori cose assurde. Oggi abbiamo ascoltato il problema della presenza dei sottosegretari o dei ministri: insomma, non credo che neanche l'opposizione ci faccia una bella figura a non entrare nel merito, criticando tante cose che, anche dal punto di vista personale, non sono condivisibili.
Allora, io credo che noi dobbiamo continuare secondo quello che è calendarizzato. Ma penso che il Partito Democratico dovrebbe fare uno sforzo per riportare nell'ordinario la discussione. Non credo che 15-20 giorni in più possano danneggiare una parte politica...

PRESIDENTE. La invito a concludere !

EDMONDO CIRIELLI. Se una parte politica che in questo momento governa porta a casa una grande riforma dal punto di vista quantitativo, che sta facendo anche in venti giorni o un mese in più, non cambia davvero nulla.Pag. 238
Non credo che, però, svilire il Parlamento con un dibattito così squallido, come quello che oggi ci ha caratterizzato, possa far comodo e possa far fare bella figura anche alla maggioranza che in questo momento guida il Parlamento.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non voglio ricominciare la discussione che abbiamo fatto, per molti giorni, su questo provvedimento, e cioè di chi è la colpa di questa situazione, perché continueremo a ricordare gli accordi non rispettati da una parte, le forzature dall'altra. La realtà è che oggi siamo in questa discussione e stiamo cercando di svolgere una discussione nel merito. Essendo in questo tipo di seduta, è quello che dovremmo cercare di fare di qui in avanti.
Io credo che quello che ha detto l'onorevole Fraccaro poco fa, la proposta che ha fatto, in astratto non sia una cosa inconcepibile. Il problema è precisamente il merito, perché il merito di cui stiamo discutendo non è qualcosa di cui non abbiamo parlato. Il MoVimento 5 Stelle ha discusso. In Commissione abbiamo discusso, ed è stata forse una delle cose di cui abbiamo parlato di più, perché è uno degli argomenti preferiti e più importanti da sempre, quello della democrazia diretta, del referendum e dell'iniziativa popolare.
Il problema è che questo tipo di posizione, che è una posizione che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da sempre, legittimamente, non è la posizione del resto del Parlamento, ma, soprattutto, non è la posizione della maggioranza...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, gentilmente !

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Troverei abbastanza assurdo questo tipo di spostamento (Commenti della deputata Spadoni)...

PRESIDENTE. Onorevole Spadoni !

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. ... su un argomento sul quale esiste (Commenti della deputata Spadoni)...

PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, sta parlando un collega, gentilmente ! Grazie ! Prego, concluda, onorevole Mazziotti Di Celso.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. ... una differenza di opinioni legittima e chiara.
Ci sono state discussioni, in questi giorni, molto estese sul merito, tra il MoVimento 5 Stelle, la Lega Nord e i vari partiti di opposizione che sono qui, su argomenti di merito, che hanno consentito di superare alcune delle situazioni ostruzionistiche, ma non si è riusciti con il MoVimento 5 Stelle per un motivo di merito. Io non ho sentito parole di chiusura nel merito su tutto, ma su questo argomento la chiusura esiste semplicemente perché c’è un legittimo dissenso nel merito. Per cui, non si può dire: rinviamo un certo argomento perché per noi o è quello o niente; oppure: non lavoriamo in un certo modo perché o è quello o niente (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, è l'ennesima volta che le chiedo di far concludere.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Su quei temi esistono posizioni diverse e non si può pretendere che, se una parte più ampia del Parlamento su un argomento ha una posizione diversa, allora i lavori non possano procedere regolarmente. Non c’è stata una chiusura su tutto a discutere nel merito di tutto. Su questo argomento, con lo stesso onorevole Fraccaro, ci siamo confrontati dentro e fuori la Commissione mille volte, sugli argomenti di questo tipo, ma sono argomenti sui quali non abbiamo trovato un accordo. Credo che non abbia senso bloccare l'Aula su questo tipo di argomenti, quando si sa già l'esito, perché Pag. 239li abbiamo discussi per ore. Allora, dico: esistono argomenti di merito sui quali approfondire e discutere, e si è fatto in questi giorni, ma la realtà è che i temi che sono stati posti sono stati sempre gli stessi. Altri partiti hanno posto temi che sono stati respinti dalla maggioranza e ne hanno selezionati altri o ne hanno abbandonati alcuni e selezionati altri, semplicemente perché ragionevolmente hanno capito che non potevano, come minoranza, imporre determinati cambiamenti della Costituzione alla maggioranza, perché si rovesciano gli equilibri legittimi della democrazia, facendo così. Quindi, quello che credo – e che invito i colleghi del MoVimento 5 Stelle a fare – è che si debba discutere di argomenti di merito. Se si vuole riaprire una discussione su altri temi, la si riapra, ma su quell'argomento, ormai mi pare chiaro, dopo due giorni di discussione, che esiste un dissenso di merito, per cui rinviare la discussione su quello non ha nessun senso (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi dico come procederemo. Adesso vi sono stati interventi a seguito dell'intervento sull'ordine dei lavori del collega Fraccaro, avevo specificato che avrei dato la parola ad uno per gruppo, e non darò la parola sul medesimo argomento a nessun altro, né sull'ordine dei lavori né per richiamo al Regolamento. Fornisco la mia risposta, non prima di aver precisato a tutti i gruppi – ma lo dico semplicemente in modo collaborativo e spero che sia preso così – che stiamo continuando a spendere il tempo contingentato per interventi sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento ed è del tutto evidente che andremo ad affrontare argomenti importanti, come quelli previsti all'articolo 10, all'articolo 15 e altri articoli, rischiando di arrivarci senza avere più tempi. Lo dico semplicemente in modo collaborativo con i gruppi, perché, siccome l'onorevole Bonafede mi ha chiesto di intervenire per un richiamo al Regolamento, presumo che altri me lo chiedano, ma dobbiamo essere consapevoli che sono tutti tempi che vengono poi sottratti al merito dell'esame.
La risposta che cerco di dare al complesso del dibattito – e pregherei anche il collega Speranza di ascoltarmi – è che vorrei intanto chiarire che i margini di discrezionalità della Presidenza, in qualunque sua decisione, sono limitati alle decisioni che l'Aula sovranamente ha assunto. L'Aula ha assunto sovranamente la decisione di procedere attraverso la seduta fiume fino all'esaurimento degli emendamenti e degli articoli, rinviando ad altra seduta l'esame degli ordini del giorno e il voto finale. In questo senso io non ritengo peregrina, ma debbo assumerla come richiesta formale, la richiesta dell'onorevole Fraccaro di accantonamento dell'articolo 15. Ovviamente risposta in questo senso non la può dare il collega Speranza, ma l'unico soggetto titolato a dare questa risposta è il relatore della Commissione. Propongo la seguente procedura: adesso siamo all'articolo 36 ed è chiaro che l'articolo 15 verrà tra molto, mi rendo conto che il problema è politico e non lo possiamo risolvere in altra data, proporrei quindi all'Assemblea di procedere con gli emendamenti all'articolo 36 e, al termine dell'esame dell'articolo 36, il relatore sarà interpellato dalla Presidenza per chiedere se sia disponibile ad accantonare l'articolo 15; al termine degli emendamenti, dentro – per essere molto chiari – la seduta fiume. Qualunque decisione diversa potrà essere assunta unicamente sulla base di una decisione unanime della Conferenza dei presidenti di gruppo che interviene a modificare quanto fino ad adesso abbiamo deciso.
Su questa questione non si discute, perché è così ed è l'unico margine che la Presidenza ha per cercare di venire incontro alle diverse questioni che sono state sollevate. Evidentemente, se è possibile, lo si farà, se non è possibile, non lo si farà. Lo affronteremo al termine degli emendamenti all'articolo 36.

ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

Pag. 240

PRESIDENTE. Onorevole, Bonafede, se non è sul medesimo argomento le tolgo la parola. Le do la parola per richiamo al regolamento perché lei me l'ha chiesta. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, prima ho notato che lei ha richiamato gentilmente tutti gli altri deputati, mentre io sono santo richiamato all'ordine, quando ha fatto l'intervento il collega Tabacci. È stato (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle )...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Dobbiamo intenderci: abbiamo una lunga parte di seduta ancora davanti. Se l'affrontiamo così, non la affrontiamo proprio. Quindi, cerchiamo di sintonizzarci tutti quanti. Prego, onorevole Bonafede.

ALFONSO BONAFEDE. Voglio chiarire, signor Presidente, che era un intervento che non avrei avuto difficoltà a definire, politicamente parlando, uno sproloquio. Detto questo, per rispetto alla dialettica parlamentare, mi sono rivolto a lei dicendo che andava fuori dal tema che era l'ordine dei lavori. Mi sono rivolto a lei, ad alta voce, per evitare proprio di impiegare tempo, sottolineandole che doveva essere un intervento sull'ordine dei lavori e lei mi ha richiamato all'ordine, addirittura due volte.
Ora, signor Presidente, è evidente che io questo intervento non lo faccio perché mi interessa andare a sollevare una problematica regolamentare, ma quello che mi dà fastidio di fronte a una forza politica che è entrata in quest'Aula con un atteggiamento di vera e autentica apertura, è non solo l'atteggiamento di chiusura totale che ormai – consentiteci – non ci stupisce più da parte di un partito che di democratico ha solo la nomenclatura nella sua sigla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma quello che mi dà profondamente fastidio è che la Presidenza entri in quest'Aula con un atteggiamento che è quello di braccio istituzionalmente armato e disarmante delle decisioni della Presidenza del Consiglio. In questo quadro di attesa di un intervento nostro violento, con tutti i commessi pronti a proteggere Governo e Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) – ci dispiace che abbiamo rovinato gli articoli di giornale già pronti –, noi siamo venuti qui per dialogare, perché qui si sta cambiando la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nel quadro, signor Presidente... La prego, collega Fiano... Grazie. Nel quadro, signor Presidente, di una gestione dei lavori parlamentari, come quello della concessione della seduta fiume che non sta né in cielo, né in terra, perché non c’è alcuna scadenza se non il fatto che il Presidente del Consiglio deve, come si diceva prima, sbandierare un risultato raggiunto entro sabato. E allora mi appello non al concetto che ho io di quella che dovrebbe essere la dialettica parlamentare del MoVimento 5 Stelle o del PD – per cui ho rinunciato a capire quale è il loro concetto della dialettica parlamentare – ma mi appello alla Costituzione, signor Presidente. Infatti, prima di essere applicatore notarile del Regolamento, lei deve servire la Costituzione italiana e il significato della Costituzione italiana ce l'ha dato il Presidente della Repubblica qualche giorno fa. Leggo testualmente il suo intervento quando parlava di bilanciare «l'esigenza di Governo con il rispetto delle garanzie procedurali di una corretta dialettica parlamentare». Io le chiedo se costringere una Camera a lavorare giorno e notte, come i ladri, su una riforma costituzionale può essere considerata corretta dialettica parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !

PRESIDENTE. Onorevole Bonafede provo a rispondere, e glielo dico con molta franchezza. Lei si sarà accorto che io ho richiamato all'ordine per due volte l'onorevole Melilla e ho richiamato all'ordine anche altri colleghi. Sto cercando, lei può apprezzarlo o meno, compresi i suoi colleghi che cercano di impedirmi di parlare, ma io lo faccio lo stesso, perché le sto rispondendo, Pag. 241onorevole Bonafede, io sto cercando di condurre l'Assemblea nelle difficoltà a cui ci troviamo di fronte, nelle minime condizioni possibili. Non credo di averla... se l'avessi richiamata all'ordine formalmente due volte, l'avrei espulsa dall'Aula; questo non è successo, onorevole Bonafede, quindi lei ha potuto ovviamente parlare. Lei si può esprimere liberamente, come è del tutto evidente, i Presidenti di turno che sono qui puntualmente sono dei punching ball e lo saranno non solo per questa fase, lo sono tutti e quattro i Vicepresidenti, sempre capita, perché è il nostro ruolo, i nostri, diciamo, oneri e onori. Io sto cercando di condurre l'Assemblea come è possibile; non l'ho richiamata formalmente due volte perché sennò l'avrei espulsa, credo almeno da questa mattina di aver dimostrato di avere una tendenza abbastanza super partes; la invito a riflettere su come sono andate le cose dalle 9 di questa mattina fino questa sera. Detto questo, ognuno può avere la sua opinione, io rispetto perfettamente il suo richiamo al Regolamento, non intendevo minimamente offenderla e se l'ho offesa le chiedo scusa.
Siamo all'articolo... onorevole Fiano le proporrei, se non le dispiace, come avevo chiesto, siccome dobbiamo affrontare il tema dell'accantonamento, adesso facciamo gli emendamenti all'articolo 36, poi affrontiamo, alla fine degli emendamenti all'articolo 36... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Colleghi dobbiamo entrare in un ordine di idee, che è il Presidente che conduce l'Assemblea e decide lui come andare avanti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 36.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Toninelli, Quaranta, Bragantini Matteo, Morani, Speranza, Montroni, Laforgia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 347
Votanti 345
Astenuti 2
Maggioranza 173
Hanno votato 40
Hanno votato no 305

La Camera respinge (Vedi votazioni).
Siamo all'emendamento Scotto 36.4...

ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi, ne ha facoltà, prego mi dica l'articolo del regolamento, gentilmente.

ALBERTO ZOLEZZI. Presidente articolo 12 comma 3, che riguarda l'accesso alla Camera, perché vede io vorrei capire questa sera chi è qui a votare, chi è missione, perché sappiamo che chi è in missione..

PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi le tolgo la parola, abbiamo già affrontato l'argomento l'abbiamo risolto, andiamo avanti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 36.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, parere favorevole del relatore Bragantini, del relatore Toninelli e del relatore Quaranta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Distaso, Bruno Bossio, Tidei, Miotto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 348
Votanti 346
Astenuti 2
Maggioranza 174
Hanno votato 39
Hanno votato no 307

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 242

L'onorevole Sibilia chiede di intervenire per richiamo al regolamento ? Mi dica l'articolo, grazie.

CARLO SIBILIA. Presidente in realtà non è neanche un richiamo al Regolamento, io non lo so, mi dica lei quale è...

PRESIDENTE. Me lo deve dire lei, se no non le posso dare la parola, quindi mi dica il richiamo a quale articolo del regolamento.

CARLO SIBILIA. È in dichiarazione di voto sul prossimo emendamento.

PRESIDENTE. Allora aspetti, è l'articolo 36. Prego, onorevole Sibilia, deve fare una dichiarazione di voto sull'articolo 36, prego.

CARLO SIBILIA. Grazie Presidente. Ripeto io non so qual è il motivo di questo intervento perché poi magari, magari...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego gentilmente di aiutare l'Assemblea ad andare avanti, diversamente l'Assemblea viene sospesa.

CARLO SIBILIA. Nel senso che il motivo, Presidente, magari lo deciderà lei, come tutto avete già deciso in questa Assemblea. Vorrei soltanto descrivere la situazione che alle 22.29, al rientro in Aula, un cittadino che viene in Parlamento da circa due anni si trova davanti: uno schieramento impressionante di commessi, che noi rispettiamo e con i quali abbiamo un ottimo rapporto, alle volte forse un po’ troppo ravvicinato, ma sicuramente lo sanno quali sono i motivi e ci siamo sempre chiariti sulle nostre azioni in Aula; poi troviamo qui sugli spalti una quantità impressionante di telecamere puntate: alle 23.46 non c’è mai stata una televisione in questo palazzo, è una cosa impressionante. Provocazioni continue di un gruppo di maggioranza che, onestamente, signori, non so come definire (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, torno a ripetere gentilmente di abbassare i toni.

CARLO SIBILIA. Questo tipo di atteggiamento è l'evidenza dei fatti che non è possibile modificare la Costituzione con persone che ti deridono mentre stai esprimendo un pensiero, che continuano a farlo impunemente, tranquillamente e senza problemi (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico). Presidente, mi dispiace, ma io non l'ho mai vista così deciso e agguerrito nel richiamare all'ordine chiunque si muovesse leggermente dal proprio banco, nonostante ieri, dopo una rissa, nessuno abbia preso provvedimenti tra quelle persone che si sono azzuffate, e non erano del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Dopo avere semplicemente aperto le porte nella maniera più ampia possibile – si era deciso prima di discutere, magari su dieci emendamenti –, dopo non aver fatto mai ostruzionismo in Commissione, perché non è nostro intento fare ostruzionismo su una riforma costituzionale, dopo aver dovuto fare l'impossibile per ottenere un diritto, l'aumento di un terzo dei tempi per discutere di una riforma costituzionale, oggi alcuni colleghi non possono neanche intervenire in dissenso a qualche emendamento che noi stessi presentiamo: è una cosa indigna, è uno schiacciamento della democrazia. Lo so che tanti di voi nel vostro partito la pensano esattamente come me, signori, calatevi un po’ la maschera pure voi ogni tanto. Allora, noi siamo entrati qui dentro, a dieci emendamenti abbiamo detto di no, neanche si può discutere su tre, non si può discutere neanche su uno; abbiamo chiesto di accantonare la discussione di un articolo, ma, Presidente, ci dica lei come dobbiamo fare per contribuire a modificare quaranta articoli della Costituzione del nostro Paese, ditecelo voi. Magari la prossima volta ci facciamo trovare via dai banchi, venite voi qui, mettete la vostra tesserina e magari pigiate anche i tasti al posto nostro, facciamo così.Pag. 243
Presidente, questa è una trappola. Noi non siamo dei topi, ci siamo resi conto di quello che è successo: ci state schiacciando, pressando, intimorendo, provocando per farci reagire e domani mattina La Repubblica, il vostro partito, il più grande alleato vostro insieme a De Benedetti, scriverà in prima pagina «gli squadristi del Movimento 5 Stelle», lo sappiamo già, è uno schema già scritto. E allora cosa dobbiamo fare, volete che ce ne andiamo ? Rosato vuoi questo ? Presidente, ci dica lei: come dobbiamo fare per contribuire ? Volete governare il Paese da soli in questa Camera ? Volete che spariamo alle prossime elezioni ? Va bene spariremo alle prossime elezioni, ma i cittadini qua dentro comunque ci entreranno, e forse con la forza.

PRESIDENTE. Vi sono altri che intendono intervenire per dichiarazione di voto sull'articolo 36 ? Onorevole Fraccaro, adesso votiamo l'articolo 36 e poi le do la parola, c’è stata una dichiarazione di voto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Stiamo votando l'articolo 36. Patriarca, Impegno, Boccuzzi. Ci siamo ? Onorevole Dambruoso, onorevole Mazziotti Di Celso. Ha votato, onorevole Mazziotti Di Celso ? Onorevole Mazziotti Di Celso, però almeno la tessera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 342
Votanti 337
Astenuti 5
Maggioranza 169
Hanno votato
275
Hanno votato
no 62).

Onorevole Sibilia, io ovviamente non posso rispondere alle sue parole, perché era una dichiarazione di voto e, per rispetto di una dichiarazione di voto, io non posso intervenire. Però, siccome richiede la parola l'onorevole Fraccaro, per un richiamo al Regolamento, ovviamente se ne ho l'opportunità posso anche provare a replicare, senza sicuramente convincerla, alle parole che lei ha espresso.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo agli articoli 8 e seguenti del Regolamento, perché, Presidente, lei sta gestendo l'Aula in maniera non conforme, non degna per un momento così importante come le riforme costituzionali. Le spiego il motivo. Io ho fatto un intervento politico di apertura prima e ho ricevuto numerose risposte, risposte in base alla quali, secondo me, spesso sembrava che gli interlocutori non avessero compreso il mio messaggio, tanto che si appellavano al quorum zero che non è un quorum che condividono, quando sanno benissimo che quest'apertura politica era un'apertura per tradurre in qualcosa di concreto un principio che è scritto nell'articolo 11 del testo che ci è pervenuto dal Senato. È stato consegnato dal Senato, voluto dalla Boschi e dal suo Presidente del Consiglio.
Ora, in particolare nell'intervento del collega Speranza, e in quel momento non è intervenuto a difesa delle minoranze e delle opposizioni in quest'Aula, il collega Speranza si è lamentato di una dittatura, di un'imposizione della minoranza sulla maggioranza. Ora, Presidente, lei sa benissimo che se noi sommiamo le percentuali di voti alle elezioni politiche di SEL, Forza Italia, Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle, più la Lega Nord, arriviamo al 57 per cento del consenso popolare. Allora, chi è che sta abusando del suo potere in questo momento ? Una minoranza nel Paese, che ha il 43 per cento del consenso del Paese, sta imponendo delle riforme costituzionali al 57 per cento dell'altra parte del Paese (Applausi dei deputati del Pag. 244gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E mi venite anche a fare lezioni sul quorum e su cosa significano le percentuali in questo Paese, voi che siete minoranza di fatto ? Tra l'altro, potete comandare in quest'Aula attraverso una legge incostituzionale. E lei non ha detto niente, Presidente ! Ma, cosa fa nella gestione dell'Aula ? Cerca di fare votare velocemente, non vede le mani alzate, mentre stiamo cercando di discutere le riforme costituzionali.
Allora, la prego, Presidente, di essere un po’ più attento, nella gestione dell'Aula, alle esigenze di una parte politica che non è la sua, Presidente, che è delle opposizioni, perché quella di garantirci in questo momento dovrebbe essere la sua più importante funzione. Le chiedo anche, Presidente, in questo momento, perché noi, per quale ragione, per quale ragione, siamo qui, a mezzanotte, a discutere, anzi a votare velocemente, senza poterci confrontare di fatto, perché non ci dà neanche la possibilità di fare interventi in dissenso, perché non ci dà nemmeno la possibilità di fare interventi aggiuntivi rispetto a quelli del primo interveniente ? Perché siamo qui a votare, a mezzanotte, quando non c’è un termine necessario per finire la discussione e la votazione ? Per quale ragione ? Non c’è nessuna ragione al mondo !
Noi chiediamo un minimo di buon andamento di quest'Aula per affrontare le riforme costituzionali degnamente. Chiediamo al partito, che è minoranza nel Paese ma maggioranza qui in Aula, a causa di una legge incostituzionale, semplicemente di tradurre in un testo immediatamente applicativo un principio che io leggo, che voi avete scritto al Senato.
Al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, la legge costituzionale stabilisce condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi. Voi non potete dire di essere contro il referendum propositivo, perché l'avete scritto in Costituzione. Semplicemente state dicendo che sarà una futura legge costituzionale a disciplinarne il contenuto. Noi vi stiamo chiedendo di farlo adesso e di confrontarci sul quorum, come abbiamo fatto in Commissione. La vostra risposta non è pertinente. Voi ci dovete semplicemente dire perché non possiamo farlo adesso e dobbiamo rinviare ad un tempo che non è dato sapere quando si realizzerà. Quando possiamo pensare, infatti, che il prossimo Governo, la prossima maggioranza parlamentare, applicherà questo principio ? Non ci è dato sapere. Chiediamo semplicemente delle certezze da questo punto di vista e chiediamo delle certezze di garanzia delle minoranze a lei, Presidente, che non le sta per nulla garantendo in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Fico, anche lei ha chiesto la parola ? Mi dica per favore l'articolo del Regolamento al quale intende fare richiamo. Presumo che sia il medesimo, però la forma non guasta mai.

ROBERTO FICO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Fico, stiamo parlando del subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.7. Prego onorevole, Fico... Mi scusi, onorevole Fico, c’è prima l'onorevole Pini, che aveva chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento.

GIANLUCA PINI. No, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo onestamente anche per cercare di dare un contributo fattivo ad una soluzione di un'impasse che è abbastanza imbarazzante per quest'Aula. A me sembra di aver capito, dalle parole e dal discorso del collega Speranza, che vi sia in qualche modo, comunque, un'apertura rispetto ad una proposta che può essere un po’ labile e ogni tanto anche mobile nei termini e nei tempi da parte del MoVimento 5 Stelle. Penso e cerco di interpretare il timore da parte della maggioranza che vi sia una sorta di rifiuto nell'accettare Pag. 245la proposta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle e che questo rifiuto nasca dal timore che vengano depositati ulteriori subemendamenti. Al netto del fatto che i tempi ormai sono di fatto esauriti ed è proprio di questa Aula e dei gruppi parlamentari cercare di trovare un accordo per uscire dall'impasse, ci saremmo aspettati da parte del collega Fiano, come qualcuno aveva chiesto inizialmente, una sua parola, così come ci saremmo aspettati e non sappiamo dove sia finito – e questo è abbastanza imbarazzante – l'intervento anche del presidente della Commissione, che, proprio in quanto tale, dovrebbe cercare di trovare una sintesi. Quindi, magari se ci prendiamo cinque o dieci minuti in maniera assolutamente informale per cercare di capire se ci sono le condizioni per trovare questo accordo politico che stiamo rincorrendo da ore, magari dopo aver sentito anche le parole del collega Fiano, penso che forse qualcosa di positivo in questa lunga serata potrebbe venir fuori.

PRESIDENTE. Onorevole Fico, le chiedo scusa perché anche l'onorevole Sannicandro ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento, quindi devo dargli la parola prima per questioni regolamentari. Però prima, nel dare la parola all'onorevole Sannicandro, così magari può fare riferimento anche ad una risposta, vorrei dire che il Presidente – devo dare atto all'onorevole Fiano – ha chiesto all'onorevole Fiano di attendere, atteso che la decisione, se non vogliamo prenderci in giro, ha una valenza politica. La proposta che ha fatto l'onorevole Fraccaro aveva suggerito di approfittare del voto sugli emendamenti all'articolo 36, affinché il relatore potesse valutare con i rappresentanti delle forze politiche la possibilità di prendere un tempo congruo per rispondere, alla fine dell'esame degli emendamenti all'articolo 36, alla proposta dell'onorevole Fraccaro di accantonare l'articolo 15 e, quindi, di prendere un tempo politico minimo per fare delle consultazioni e per poter dare una risposta.
Quindi si trattava di questo, non avevo minimamente eluso la proposta, che per me è una proposta formale avanzata dall'onorevole Fraccaro, alla quale io devo dare una risposta, anzi alla quale il relatore deve dare una risposta. Avevo solo differito la risposta del relatore ai fini di una valutazione politica che, non essendo una sciocchezza, ha una rilevanza e forse è bene valutarla nei termini giusti onde evitare... Quindi, ho solo differito di un attimo la risposta. Prego, onorevole Sannicandro.

ARCANGELO SANNICANDRO. Il mio è un richiamo ai sensi dell'articolo 41 sull'ordine dei lavori. È più che altro comunque una richiesta di spiegazione, voglio verificare se ho capito bene. È stata deliberata una seduta fiume, io per fiume intendo un qualcosa di dinamico che arriva senza soluzione di continuità fino al mare. Se ho ben capito, lei ha riferito che questo fiume ad un certo punto, dopo che siano stati votati una certa serie di articoli, si inabisserà e diventerà un fiume carsico, per riapparire nel mese di marzo, credo per il voto finale più gli ordini del giorno. Allora io sono preoccupato che lei mi risponda che io ho capito bene, perché se lei dice che ho capito bene io resterò soltanto qui a divertirmi di fronte a questa farsa che si sta consumando in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, lei non è che ha capito bene, ha semplicemente seguito i lavori della Camera, che ha deciso esattamente questo. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fico. Ne ha facoltà.

ROBERTO FICO. Grazie Presidente. Io lo voglio dire qui e lo voglio dire con molta sincerità e schiettezza: io non avrei mai, mai pensato che questo fosse il clima, il modo, l'atteggiamento per cambiare la Costituzione italiana. Nei miei sogni non c'era questo, non era così (Applausi dei Pag. 246deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A febbraio 2013 noi abbiamo preso oltre il 25 per cento dei voti, più o meno come il Partito Democratico, ma per una legge che si chiama Porcellum, incostituzionale e con voi che avete fatto l'alleanza con SEL, avete preso un premio di maggioranza che oggi vi consente di cambiare, ai danni di quest'altro 25 per cento che è entrato qui in Parlamento con tutte le buone intenzioni, la Costituzione italiana. E quindi la state cambiando con un Parlamento incostituzionale e SEL è stata la stampella di questo partito, e con Scelta Civica è arrivata proprio in questo partito e Forza Italia si è tramutata in Nuovo centrodestra, che è entrata nel Governo con Alfano, e prima c'era Letta e poi Monti e Renzi. Non ci sono le condizioni per cambiare la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ci sono. E ci sono solo per voi, perché dovete portare lo “sventolino”, la Costituzione a Renzi che sabato, domenica, lunedì dovrà fare una conferenza stampa, come ci ha abituato da un anno. Chiacchiere e conferenze stampa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma state giocando sulla pelle dei cittadini italiani, state giocando con il senso della vita e della Costituzione dei cittadini italiani. Perché non siete voi le istituzioni, sono tutti i cittadini insieme che formano le istituzioni e formano lo Stato. E oggi qui mi sembra che lo stiamo calpestando, lo stiamo calpestando ! Non è il modo e il senso di cambiare la Costituzione questo, non è il modo onesto, intellettualmente onesto, di fare le cose. Speranza fa questi discorsi, io lo dico, ma voglio dire schiettamente, lo sa che adesso si offenderà e voi fischierete, ma io penso che sia un bugiardo: io penso che Speranza sia un bugiardo perché rivolta sempre la frittata da due anni in ogni intervento per avere i titoli sui giornali e dice bugie e mente sapendo di mentire ed è disonesto intellettualmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché ? Perché gira sempre la frittata; prima che cosa ha detto ? ha detto che noi minoranza qui, opposizione teniamo in scacco la maggioranza quando il Parlamento e il suo partito delibera la seduta fiume e siamo qui a mezzanotte a parlare di Costituzione, a cambiare la Costituzione, quando potremmo discutere insieme dialogando, condividendo su tutti temi, su tutti gli articoli e quando si parla di referendum senza quorum propositivi e deliberativi e si dice che ci vuole per forza il quorum perché 200 mila persone non possono decidere per tutti e allora quando anche quando ci sono le elezioni regionali comunali, parlamentari e c’è più della metà della popolazione che non va più a votare, allora questo Parlamento non è legittimo e ci dobbiamo levare il 50 per cento dei seggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è il ragionamento, il ragionamento vero è la paura dei cittadini che possono scegliere, la paura dei cittadini che possono condividere, la paura dei referendum che voi non volete mai rispettare come quello sull'acqua pubblica, come quello sui rimborsi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La paura (Il deputato Baroni espone un cartello)...

PRESIDENTE. Onorevole Baroni, la richiamo all'ordine, tolga quel cartello.

ROBERTO FICO. La paura del potere al popolo, la paura del senso della democrazia demos cratos.
Questo è il punto ! La paura di far nascere i cittadini e farli diventare istituzione, i cittadini che diventano istituzione e diventano Stato ! E voi vi contrapponete !
Però, vi dico una cosa: più pensate di vincere e più state perdendo, più pensate di vincere e più state perdendo (Applausi dei deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle), perché state scavando un solco talmente ampio e talmente grande tra queste istituzioni, tra questa nuova Costituzione e i cittadini che vi seppellirà, e vi seppellirà ! E più pensate di vincere, più perderete, e io di questo sono felice, e quel giorno sarà un bel giorno, non per il Movimento, perché non ce ne frega niente in sé del Movimento, ma sarà un bel giorno, perché questo paese si libererà e Pag. 247avrà una nuova coscienza e diventerà Stato (Applausi dei deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle) ! Coraggio a tutti cittadini, noi non ci arrendiamo, non ci arrendiamo (Applausi dei deputati del gruppo del Movimento 5 Stelle) !

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fico. Ci sono altri che intendono intervenire per dichiarazione di voto ? No, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sul subemendamento D'Ambrosio, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza. Dichiaro aperta la votazione (Dai banchi del gruppo del MoVimento 5 Stelle si scandisce «onestà ! onestà !»).
Colleghi ! Onorevole Scotto, mi scusi, lei vuole intervenire per dichiarazione di voto oppure per richiamo al regolamento (Dai banchi del gruppo del MoVimento 5 Stelle si scandisce: «onestà ! onestà !») ? Onorevoli colleghi, benissimo, abbiamo compreso benissimo. Colleghi, onestà vuole che intanto si facciano parlare i colleghi perché non esistono... onorevole Ruocco, la richiamo all'ordine, onorevole Ruocco, la richiamo all'ordine per la prima volta, onorevole Ruocco la espello dall'Aula, la espello dall'Aula ! Onorevole Bonafede, la richiamo all'ordine per la prima volta ! Onorevole Bonafede, la richiamo all'ordine per la seconda volta ! Onorevole Bonafede, la espello dall'Aula ! La finiamo ? Onorevole Bonafede, onorevole Ruocco, siete espulsi dall'Aula ! Vi prego di accomodarvi fuori dall'Aula. Onorevole Ruocco, onorevole Bonafede, per favore... onorevole Di Battista, la richiamo all'ordine per la prima volta... onorevoli colleghi, non potete impedire l'esercizio democratico della parola in quest'Aula ! È un comportamento inaccettabile ! Onorevole Di Battista, la espello dall'Aula ! Onorevole Ruocco !
Sospendo la seduta, in attesa che l'onorevole Ruocco, l'onorevole Di Battista e l'onorevole Bonafede siano allontanati dall'Aula. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 0,10 del 13 febbraio 2015, è ripresa alle 0,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, gentilmente vi prego di riprendere posto. Dobbiamo ripetere la votazione del subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.07.
Passiamo ai voti.
Vi prego di prendere posto e di votare,
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.07, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione – I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle battono ritmicamente sui banchi e scandiscono: «onestà ! onestà !»).

Fanucci, Bolognesi, Tidei, Palma, Malpezzi, Fregolent, Zampa, Pini... Colleghi, per favore !
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 335
Votanti 334
Astenuti 1
Maggioranza 168
Hanno votato 36
Hanno votato no 298

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.36.06.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 248
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 323
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato 34
Hanno votato no 289

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Molea, Di Salvo, Sberna, e Bolognesi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Palese. Presumo sull'ordine dei lavori (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»). Colleghi per favore, come ho già spiegato, voi dovete consentire...

ROCCO PALESE. Signor Presidente, qui non si riesce a parlare !

PRESIDENTE. Onorevole Palese, un attimo... Onorevole Ciracì, stia tranquillo, deve stare molto tranquillo ! Io sto cercando di dare la parola all'onorevole Palese. Onorevole Ciracì, la richiamo all'ordine, la richiamo all'ordine ! Colleghi, è antidemocratico ed io non posso tollerare comportamenti antidemocratici in questa Assemblea.
Non potete impedire a dei vostri colleghi di parlare perché è un comportamento antidemocratico ed io qui dentro sono la sentinella della democrazia, del cuore della democrazia e non vi consento un comportamento inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi, voi dovete consentire, come è consentito a voi, di parlare a tutti quanti ! Onorevole Tripiedi, la espello dall'Aula perché ha tirato un oggetto contro la Presidenza ! Onorevole, è espulso dall'Aula !
Onorevole Palese, la prego di aiutarmi. Onorevole Ciracì, lei deve consentire all'onorevole Palese di parlare. Questo spettacolo inaccettabile non può essere quello che domina nell'Aula. Io ho il dovere di consentire a ciascun deputato di parlare e voi avete il dovere di far parlare i vostri colleghi, chiunque essi siano.
Qui dentro siamo in democrazia, nessuno può prevalere con la violenza verbale o fisica. Ognuno ha il diritto di parlare e io non smetterò mai di consentire a ciascuno di coloro che sono in quest'Aula di parlare ! Non è accettabile ! Non è accettabile ! Quindi smettetela con questo atteggiamento antidemocratico nell'Aula di Montecitorio, non avete il diritto di compierlo ! Dovete attenervi alle regole e rispettare gli altri come gli altri rispettano voi quando voi parlate e insultate.
Onorevole Palese, provi a parlare, vediamo se ci riusciamo.

ROCCO PALESE. Presidente, non è possibile parlare così (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»).

PRESIDENTE. Voi potete continuare all'infinito e io non sospendo la seduta ! Onorevole Grillo, la richiamo all'ordine per la prima volta. La richiamo all'ordine per la seconda volta. O lei la pianta o io la espello dall'Aula. Onorevole Grillo, oltre all'onorevole Tripiedi, sono espulsi dall'Aula... ce ne occupiamo dopo.
Onorevole Palese, provi a parlare (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»).

ROCCO PALESE. Sì Presidente, ma non è minimamente immaginabile che si possa parlare in questa maniera, onestamente (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)...

PRESIDENTE. Non è un problema. Purtroppo mi rendo conto, onorevole.

Pag. 249

ROCCO PALESE. E lo so, però era sull'ordine dei lavori che io volevo intervenire, ma non mi sembra che sia possibile intervenire (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, lei provi a parlare.

ROCCO PALESE. Sì, Presidente, io intervengo in quest'Aula e chiedo sommessamente ai colleghi del MoVimento 5 Stelle di fermarsi un attimo, se fosse possibile (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, dobbiamo superare la violenza di quest'atteggiamento. La dobbiamo superare collettivamente.

ROCCO PALESE. No, non è questione di violenza, Presidente, perché (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)... noi abbiamo l'esigenza di accertare che cosa è successo, siccome io sono personalmente all'oscuro di quello che è successo, perché eravamo ad un passo dall'accordo. Qual è la motivazione che ha provocato questa reazione abbastanza pesante rispetto a quello che era stato concordato ? È completamente sconosciuta. Ora c’è poco da fare. Da questo punto di vista, noi vorremmo che ci fosse veramente un chiarimento (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)... Se lei sospende la seduta, mi permetto di dare questo suggerimento, per potere determinare (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, colleghi, per favore, se facciamo così io la sospendo subito la seduta.

ROCCO PALESE. Eh ho capito, ma...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Sì, ma non siamo nelle condizioni di potere fare un ragionamento (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»)...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, rispondo a lei sperando che mi sentano altri. Se lei pensa che io di fronte ad una violenza del genere sospenda la seduta, lei non conosce il Presidente che in questo momento presiede. Io non accetterò mai di sospendere la seduta di fronte ad una violenza di questo tipo. Per me i lavori vanno avanti, finché io sono in grado di gestirli. Poi mi devono porre nell'impossibilità di gestirli, ma io non accetterò mai una violenza antidemocratica di questo tipo. Finché si sta qua dentro ogni deputato ha diritto di esprimere la propria opinione. Solo nei tempi fascisti non si poteva esprimere la propria opinione (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Prego, onorevole Palese. Vada, onorevole Palese.
Ci sono altri che intendono intervenire ? Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Calma, calma...

PRESIDENTE. Onorevole Scotto, provi ad aiutarmi anche lei.

ARTURO SCOTTO. Allora, io devo fare i complimenti ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che impediscono di parlare anche all'opposizione (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «onestà ! onestà !»), e devo fare i complimenti però al Partito Democratico, per il capolavoro che avete combinato (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io lo dico così, signor Presidente (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Deputati del gruppo Partito Pag. 250Democratico e deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà entrano in contatto fisico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi ! Colleghi, per favore ! Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 0,20, è ripresa alle 0,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Vi pregherei di prendere posto. Prego gli onorevoli Minnucci e Airaudo di allontanarsi dall'Aula. Onorevole Airaudo, la prego gentilmente di allontanarsi dall'Aula. Onorevole Minnucci, la prego di allontanarsi dall'Aula (Commenti del deputato Pini). Non ho capito, onorevole Pini, quale è il problema ? L'onorevole Minnucci non ha preso una botta, onorevole Pini.
Colleghi, vi pregherei di prendere posto. Dobbiamo riprendere l'esame del provvedimento.
Siamo al subemendamento Cozzolino 0.36.06.1. Onorevole Fiano ! Lei, anzi, doveva dare una risposta, a proposito della richiesta di accantonamento che era stata avanzata dal collega... Prego, si accomodi al banco del Comitato dei nove (Commenti del deputato Scotto). Onorevole Scotto, avevo capito che lei aveva rinunciato perché avevamo già votato (Commenti del deputato Scotto)... Onorevole Scotto, mi dica lei. Calma. Se lei è d'accordo, onorevole Scotto – onorevole Fiano, la pregherei di attendere – diamo la parola all'onorevole Palese che non è riuscito a parlare, poi darò la parola a lei e poi all'onorevole Fiano che deve dare una risposta al collega Fraccaro. Onorevole Palese, prego.

ROCCO PALESE. Presidente, intervengo per ripetere a me stesso e a tutti i colleghi – perché io non lo so quanti avevano acquisito l'informazione dell'accordo che si stava per costruire – che l'accordo verteva su una richiesta, fatta per il tramite dell'onorevole Fraccaro, di accantonamento e conseguente differimento di discussione dell'articolo 15 e dei relativi emendamenti a marzo, quando si sarebbe fatto questo provvedimento, l'esame degli ordini del giorno e il voto finale.
Lei, Presidente, giustamente ha richiamato lo stato dell'arte rispetto all'iter procedimentale che bisognava seguire. L'Assemblea in questo momento è solo in condizioni... ove il relatore decidesse di accogliere questa istanza di accantonamento dell'articolo 15, questo ci sarebbe però limitato all'interno del calendario fissato per sabato alle ore 15. Per poter differire l'esame, la discussione e l'eventuale approvazione o bocciatura dell'articolo 15, occorre la Conferenza dei presidenti di gruppo e via dicendo. Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, siccome mi sta chiedendo la parola l'onorevole Chiarelli, gli sto spiegando che sta parlando lei.

ROCCO PALESE. Ho capito. Siamo un po’ tutti scossi per quello che è successo, Presidente.
Detto questo, mi permetto, ove il relatore, onorevole Fiano, esprimesse la decisione di accantonare questo articolo 15, di integrarlo – certamente non l'onorevole Fiano – attraverso la sua persona, con la comunicazione all'Aula, adesso, dell'eventuale orario domani mattina di fissazione della Conferenza dei presidenti di gruppo per vagliare la proposta di differimento dell'articolo 15. Perché solo in questa maniera può essere ripristinato il tentativo di accordo che si stava costruendo.
In assenza di queste disponibilità, è fin troppo evidente che, anche da parte del mio gruppo, l'intero iter del provvedimento deve essere oggetto di ulteriore valutazione. Perché io non immagino che i colleghi del Movimento 5 Stelle, di punto in bianco, abbiano avuto una reazione così violenta rispetto a un accordo che si stava costruendo.
Mi si dice che – non lo so, è tutto da verificare ed è bene che questo accada in via trasparente in tutto e per tutto dentro questa Aula e non in altre parti – che la Pag. 251risposta che è stata data è: va bene l'accantonamento dell'articolo 15, ma con l'esame dentro la «fiume», entro le ore 15 di sabato prossimo.
Se è così, i 5 Stelle hanno ragione, perché non è questa la strada dell'accordo; l'eventuale proposta che era stata formulata per poter addivenire ad un accordo era stata integrata pure dall'impegno dei 5 Stelle e anche dai rimanenti componenti dell'Aula di non presentare ulteriori emendamenti o subemendamenti all'articolo 15. Se questa proposta non dovesse essere accettata, legittimamente può cadere questo – io riconosco che, legittimamente, la maggioranza e il Governo si possono assumere questa responsabilità – ma lo dicessero chiaramente, perché noi abbiamo bisogno, qui dentro, di chiarezza, soprattutto rispetto a quello che è successo. Noi attendiamo risposte in merito.

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Scotto, rispondo prima all'onorevole Palese. Se invece è sullo stesso argomento rispondo dopo a tutti e due. Va bene, prego, onorevole Scotto.

ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, prendo la parola perché non sono riuscito a terminare un ragionamento. Purtroppo abbiamo avuto un momento estremamente delicato e molto grave. Quello che è accaduto non dovrebbe più ripetersi e, devo dire la verità, il mio cuore stasera è sanguinante quando vedo che tra compagni ci si picchia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non è possibile.
Ora io volevo fare un ragionamento e volevo fare anche una proposta che era quella di dire: fermiamoci. Io penso che siamo ancora in tempo, perché quello che abbiamo visto stasera è, come dire, dal punto di vista politico, irripetibile all'esterno e, quindi, faccio questo appello.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scotto. Onorevole Palese, è sul resoconto stenografico quello che il Presidente ha cercato di rispondere, quando vi è stata la proposta dell'onorevole Fraccaro, e abbiamo fatto un intero giro di interventi. Sto cercando di dire come, nell'ambito delle decisioni che abbiamo assunto, la Presidenza può proporre, e ascolteremo qual è la disponibilità del relatore, una soluzione che sta dentro una decisione che l'Assemblea adotta.
Ciò non toglie che, se noi dovessimo decidere di accantonare alla fine degli emendamenti l'articolo 15 dentro la «seduta fiume» – da qui a quel giorno, la Presidente della Camera sta perorando un accordo politico da parecchi giorni, come lei sa, facilitandolo in tutti i modi possibili, fino a rendersi disponibile a convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo ad horas, qualora fosse possibile registrare un accordo politico, che non metta in discussione la legittimità di una decisione che è legittima, ma che manifesti la volontà politica di superare quella decisione, quindi questa disponibilità della Presidente della Camera è continuamente in campo ed è tuttora in campo – è del tutto evidente che questa possibilità si può prospettare se c’è un accordo unanime tra le forze politiche.
Allora – e mi sembrava di essere venuto incontro a una richiesta, ovviamente in modo parziale, perché solo nei limiti di quello che può fare il Presidente su una decisione di cui l'Assemblea è sovrana – avevo proposto, intanto, di chiedere al relatore se fosse disponibile a posticipare alla fine di tutti gli emendamenti l'articolo 15, cosa che avrebbe consentito un eventuale ulteriore dialogo, mediazione, chiamiamolo come vogliamo, su questo argomento, che mi pare il punto centrale delle richieste del MoVimento 5 Stelle, cosa che ci consentirebbe di andare avanti su una parte degli emendamenti che non c'entrano nulla con questo e ci consentirebbe, alla fine degli emendamenti, di stabilire e di rimandare eventualmente se c’è un accordo politico, non lo può certo stabilire la Presidenza, a dopo la fine degli emendamenti l'articolo 15. È chiaro che se noi, adesso, centriamo tutto Pag. 252il dibattito su questo, ci impantaniamo, perché, ovviamente, continuiamo a girare a vuoto sulla stessa cosa.
Quindi, la proposta che aveva fatto il Presidente non era la reiezione, anche perché non sarebbe nelle facoltà della Presidenza, perché semmai è l'Aula che dovrebbe decidere. Io suggerivo, semplicemente, se il relatore fosse d'accordo, intanto di accantonare, spostando alla fine di tutti gli emendamenti l'articolo 15 e, quindi, procedendo con gli altri, cosa che ci dà tempo di fare tutto quello che è possibile.
Rivolgendo una scusa a tutti i colleghi, se anche il Presidente ha avuto degli eccessi in questa conduzione, ma potete immaginare come non sia semplice, rivolgo l'auspicio di volgere la pagina di questa sera a una condizione migliore, in modo tale da poter fare le cose che non sono contestate...

FEDERICO D'INCÀ. E allora sospendi !

PRESIDENTE. Onorevole, non posso sospendere, com’è del tutto evidente, sto proponendo un'altra cosa.
Adesso io interpello l'onorevole Fiano per capire se è disponibile intanto ad accantonare l'articolo 15 alla fine (Commenti del deputato Sibilia)... intanto se lei mi consente, onorevole Sibilia, il Presidente ascolta il relatore, poi le darò la parola (Commenti del deputato Sibilia)... io intanto onorevole Sibilia (Commenti del deputato Chiarelli)... onorevole Chiarelli le darò la parola, non gliela voglio negare, ma forse può essere utile anche a lei sapere qual è l'opinione del relatore sulla proposta che è stata avanzata (Commenti del deputato Chiarelli)... onorevole Chiarelli lei potrà intervenire anche facendo tesoro di una valutazione del relatore, non è che non le voglia dare la parola.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Chiarelli ne ha facoltà.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, ho chiesto la parola perché al di là dell'intervento «camomilla» del nostro caro responsabile del gruppo Rocco Palese penso che quello che è successo non possa certamente passare inosservato.
Ritengo però che l'unico o il maggior responsabile di ciò che accaduto sia lei, perché lei attraverso il suo modo di fare, attraverso la conduzione dei lavori, attraverso le parole che ha proferito, ritengo che lei non abbia più la serenità per poter presiedere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).
Arrivare a chiedere scusa, dopo che lei è stato l'effettivo provocatore di questa conduzione e di questa serata, penso che sia tardivo. Pertanto ritengo che sia giusto, nel rispetto di tutti, che la Presidente Boldrini venga a presiedere (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) in quanto lei...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi per favore !

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. ... non è stato nella condizione migliore, né di dirigere, né di moderare la discussione né oltretutto di mantenere l'ordine, così come previsto dall'articolo 8 del Regolamento.
Tenga conto che dalla sua bocca sono uscite parole gravi quali l'essere paragonati a dei fascisti quando abbiamo notato che chi fa le risse in quest'Aula sono anche i comunisti. Per cui ritengo che obiettivamente non vi sia più da parte sua la serenità di poter proseguire e quindi in queste condizioni è indispensabile sospendere i lavori. Penso che anche il fatto che lei ora si sia reso conto di ciò che ha fatto e voglia dare la parola al relatore onorevole Fiano sia tardivo.
Infatti se l'avesse fatto prima, così come avevano chiesto tanti colleghi, non saremmo arrivati a queste condizioni e non avremmo scritto, per colpa sua, questa brutta pagina di storia di quest'Aula (Applausi Pag. 253dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi rincresce dover intervenire in questo momento perché mi sembra quasi che in quest'Aula non sia accaduto niente. Si sta tranquillamente continuando a discutere con una semplicità e una serenità che non è di quest'Aula in questo istante. I fatti di pochi minuti fa veramente infangano il nome della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi per favore !

CARLO SIBILIA. Il MoVimento 5 Stelle non ha nessuna intenzione di inserirsi in questo schema che ha visto ieri una aggressione, una rissa, tra un collega del Nuovo Centrodestra e la Lega Nord e oggi, proprio pochi minuti fa, colleghi del Partito Democratico che si prendevano a cazzotti – visti con questi occhi – con i colleghi di SEL.
Tutto questo mentre lei, signor Presidente, ci dava dei fascisti. I fascisti, signor Presidente, non urlavano «onestà», non urlavano «onestà» in quest'Aula ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti) Allora io voglio superare tutte le richieste che ha fatto il mio gruppo, tutte le richieste avanzate dal gruppo MoVimento 5 Stelle sono superate da questi episodi incresciosi e vergognosi.
Signori, voi immaginate Calamandrei, Terracini, Togliatti (Commenti del gruppo del Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Vi chiedo per favore ! Colleghi... Colleghi (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)...

CARLO SIBILIA. Sono indecenti anche questi commenti (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevole Raciti, per favore (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico) !

CARLO SIBILIA. Sono indecenti anche questi commenti quando si nominano i padri costituenti (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

CARLO SIBILIA. Ve li immaginate Calamandrei, Terracini, Li Causi che nell'Assemblea costituente si prendevano tranquillamente a mazzate ? Ve li immaginate (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico) ? Allora, cari colleghi, io credo che l'unica scelta da fare sia quella di superare questa impasse ritornando forse a domani, e forse riparlarne; ma di sicuro, il gruppo del MoVimento 5 Stelle, un gruppo che è non violento, pacifista (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico) !

CARLO SIBILIA. ... non violento e pacifista (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico) !

CARLO SIBILIA. ... che difende la Costituzione, la democrazia italiana (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Per favore !

CARLO SIBILIA. ... ed i cittadini italiani non vuole partecipare a questo schifo con voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 254

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Intanto, intervengo per esprimerle parole di apprezzamento per la difficilissima gestione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi !

ETTORE ROSATO. ... la difficilissima gestione dell'Aula di questi momenti. Quindi, spiace veramente sentire che alla Presidenza di turno, invece di arrivare i ringraziamenti di tutti i gruppi parlamentari, arrivino attacchi strumentali (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, gentilmente ! Hanno parlato tutti, onorevole Giorgetti... !

ETTORE ROSATO. Poi, Presidente, intervengo per rappresentare il vero rammarico del nostro gruppo per quello che è accaduto con colleghi di SEL, con cui, peraltro, abbiamo un rapporto di amicizia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi ! Onorevole Prataviera ! Onorevole Prataviera !

ETTORE ROSATO. Vedo un bel tifo da stadio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
Un rapporto di amicizia con i colleghi di SEL, con cui veramente risulta incomprensibile quello che è successo. Credo che sia giusto che, accanto al lavoro della Presidenza della Camera, ci sia anche un lavoro dei gruppi per accertare cosa è successo, per presentare le scuse ai tanti colleghi che là nulla c'entravano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e per far sì che coloro che hanno compiuto alcuni atti indecorosi, dei gruppi che stabiliremo che sono stati, chiedano scusa.
Poi, Presidente, vorrei dire che tutto questo è avvenuto non a caso, perché c’è un gruppo politico che, in quest'Aula, ha voluto, strumentalmente – nei banchi di Calamandrei, e non in altri banchi – utilizzare come tamburi i banchi di Calamandrei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ha voluto utilizzare strumentalmente la passione per le riforme che in questo Parlamento c’è, e non solo da parte di gruppi di maggioranza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma anche nei gruppi di opposizione, per costruire una gazzarra inaccettabile ! Penso che questo sia stata la causa di quello che abbiamo visto in Aula in questi giorni (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! L'amore per l'ironia del nostro collega dei 5 Stelle, l'amore per l'ironia dei 5 Stelle non cancella quello che è accaduto !
Allora, Presidente, noi chiediamo di proseguire nei lavori nella misura che serve per andare avanti con le riforme, con l'equilibrio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che serve per consentire che le riforme vengano fatte bene.
Io ho visto da più tempo il relatore Fiano chiedere di poter parlare: credo che abbia qualcosa da dire in merito a quanto è accaduto in quest'Aula. Noi ci rimettiamo alle decisioni del relatore e del presidente della Commissione per consentire che il progetto e il percorso delle riforme vadano avanti in maniera seria. Invitiamo veramente tutti i gruppi a tornare sul merito, perché solo tornando sul merito i lavori di questo Parlamento potranno essere seri ed accettabili. Se continuano le provocazioni e se continuano gli urli, non riusciremo a tornare a fare il nostro mestiere, il motivo per cui siamo qui, che siano le riforme o che sia un decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 255

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rosato. Ci sono altri che intendono intervenire ?

PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Terzoni, sul medesimo argomento non le posso dare la parola, perché ha parlato l'onorevole Sibilia (Commenti della deputata Terzoni). Sì, ho capito che è per un richiamo al Regolamento, anche l'onorevole Sibilia ha parlato per richiamo al Regolamento. Quindi, mi dica per che cosa vuole parlare (Commenti della deputata Terzoni).
Prego, onorevole Terzoni.

PATRIZIA TERZONI. Sì, grazie, Presidente. Voglio solo raccontarvi quello che è successo alcuni minuti fa, ma che non ho avuto tempo di dire – mi richiamo agli articoli 8 e 10 – e che riguarda una piccola vicenda che si è venuta a creare, proprio in questo angolo dell'Aula, mentre la nostra collega Carla Ruocco stava uscendo da quest'Aula.
Un suo collega, con le facce compiaciute di altre deputate del PD, ha fatto delle osservazioni alla nostra collega Carla Ruocco, e spero che lei che non le condivida, perché si tratta di un comportamento, quello sì, fascista. Ha dato più e più volte della donna di strada – per non dire altre parole – alla mia collega (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi sono qui per chiederle di portare la questione in Ufficio di Presidenza e all'esame dei Questori d'Aula. L'onorevole di cui parlo, che di onorevole ha ben poco, si chiama Sanna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Terzoni. Ovviamente trasferiremo ciò ai Questori, che dovranno fare una valutazione di tutto, anche di questo episodio, per il quale non c’è alcun motivo per cui non venga preso in considerazione, anzi, deve essere preso in considerazione. Se voi consentite, onorevole D'Incà, onorevole Sibilia, onorevole Castelli. Onorevole Chiarelli, tenterei di darle una risposta, che le devo, anche se ovviamente rispetto molto la sua opinione. Io sono abituato, che se ho la sensazione – e ho avuto la sensazione in un contesto generale – di aver probabilmente esagerato in alcune frasi, di dirlo pubblicamente e chiedere scusa. Questo non significa che la mia personale responsabilità non sia a disposizione della Presidente Boldrini non soltanto per venire a sostituirmi in questo momento, se ritiene che la mia presidenza si inadeguata, ma anche definitivamente, onorevole Chiarelli. Quindi, le posso garantire che per me il problema non esiste. Io sto qui in una situazione nella quale, in generale – e il tema lo riverso a tutti i colleghi di tutta l'Aula –, non possiamo lontanamente consentire che, per alcuna ragione al mondo, ci sia qualcuno che possa arrogarsi il diritto di ritenere di avere la ragione di non consentire a qualcun altro di parlare qui dentro. Io ho cercato di difendere questo diritto. Probabilmente l'ho fatto in malo modo, in modo maldestro e sono assolutamente pronto a trarne tutte le conseguenze che lei ritiene, ma rivendico fino in fondo – e lo rifarei altre 50 mila volte, onorevole Chiarelli – che si garantisca ciascuna delle 630 persone che stanno qui dentro... Oggi è toccato all'onorevole Palese, domani potrebbe toccare tranquillamente a uno qualunque dei colleghi del MoVimento 5 Stelle o a qualunque altro collega... Sarebbe bene che tutti si ponessero il problema che chi sta qui ha innanzitutto il dovere di garantire a ciascuno di coloro che ha di fronte a sé di poter parlare. Se questo non viene garantito, io ho il dovere di intervenire. L'avrò fatto male, ma, ripeto, ne risponderò alla Presidente, all'Aula e, laddove si siano evidenziati dei miei comportamenti sbagliati, comunque, a prescindere da qualunque cosa, chiedo scusa. Ma quello era esclusivamente il mio intento.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 256

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io ovviamente parlerò nel merito. Ho ascoltato parole interessanti – su un tema che avevamo già dibattuto in Commissione – a partire dall'intervento dell'onorevole Fraccaro, seguito dall'intervento, che secondo me ha aperto una prospettiva diversa, del capigruppo del Partito Democratico, Speranza, e poi da molti altri interventi nel merito degli altri gruppi: Lega Nord, Forza Italia, SEL e Scelta Civica. Si è svolto un dibattito che ha aperto un ragionamento politico nel merito diverso, una sorta di dibattito sui limiti e le dimensioni della democrazia parlamentare nel confronto del un tema della democrazia referendaria. Quindi, penso che sia utile la proposta, che qui è stata avanzata dal MoVimento 5 Stelle, di sospendere il giudizio sull'articolo 15, che contiene questi temi riguardanti lo strumento del referendum, la loro applicazione e la modalità con cui si giunge alla proposta referendaria e con cui si vota.
Ovviamente, l'articolo 15, come qui è già stato già detto, non ha ancora avuto, da parte del relatore, nel Comitato dei nove, la comunicazione dei pareri e quindi noi non stiamo parlando di un accantonamento che avviene adesso, ma voglio qui comunicare all'Aula che personalmente sono favorevole al ragionamento sull'accantonamento di quell'articolo, che può venire alla fine del lavoro che stiamo facendo sugli altri articoli, proseguendo ancora ma questo non è competenza del relatore, in quanto deciderà la Presidenza. Alla fine del lavoro emendativo e di discussione degli altri articoli, prima però degli articoli delle norme transitorie e finali e quindi nella prima riunione del Comitato dei nove, che il Presidente della Commissione riterrà di dover chiedere alla Presidenza della Camera di riunire, io proporrò che l'articolo 15 venga discusso e su quell'articolo i pareri sugli emendamenti vengano dati alla fine della discussione sugli altri articoli, salvo le norme transitorie e finali, 38, 39 e 40, perché penso che, al di là di altre questioni che si sono svolte nell'Aula, ma rimango al merito del compito che mi compete, che è quello del ragionamento sul merito delle questioni che qui sono state sollevate, questa sera si sia aperto un dibattito sul tema, tutti noi abbiamo ascoltato il silenzio con cui si è dibattuto su questo aspetto del rapporto tra democrazia referendaria e democrazia parlamentare.
Quindi, annuncio a lei, come da lei richiesto, in risposta ad alcune sollecitazioni, che proporrò alla prima riunione del Comitato dei nove, l'accantonamento di quell'articolo (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Ci sono altri colleghi che intendono intervenire ? Prego, onorevole Fraccaro.

RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, grazie al relatore per il suo intervento, però non ho voglia a quest'ora, dopo tutto quello che è successo, dopo la vergogna a cui abbiamo assistito, di essere preso in giro un'altra volta (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Lei non ha capito nulla di quello che abbiamo voluto dire e della proposta che abbiamo fatto, o meglio, ha capito fin troppo e ci sta prendendo in giro.
Non accetteremo nessuna ulteriore presa in giro del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Rispettate la maggioranza in questo Parlamento che è rappresentata dalle opposizioni. Rispettatela perché, altrimenti, qui non si andrà più avanti come prima (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo al subemendamento...

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, basta chiedere la parola e le viene data.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, nel precedente intervento avevo fatto una esplicita richiesta. Noi lo sapevamo già che in linea di massima il relatore, onorevole Pag. 257Fiano, poteva esprimere quello che ha detto, né può fare altrimenti. Attendiamo, con pazienza, la fissazione dell'ora di convocazione della conferenza dei presidenti di gruppo di domani mattina per stabilire che l'articolo 15 viene differito a marzo, quando si dovrà dare il voto finale sul provvedimento e anche sulle norme transitorie, da quello che attendiamo. È questo quello che noi aspettiamo, altrimenti ha ragione Fraccaro, che è una presa in giro che noi non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Questo è !

PRESIDENTE. Onorevole Palese, il presupposto per il quale se qualcuno ha una posizione diversa prende in giro qualcun altro non ci aiuta ad andare avanti. Onorevole Palese, l'onorevole Fiano ha risposto all'onorevole Fraccaro quello che lui ritiene essere possibile e che l'onorevole Fraccaro, molto limpidamente ha ritenuto essere una presa in giro. La valutazione sulla presa in giro, ovviamente, è tutta politica e la Presidenza non ha nessuna intenzione di intervenire su questo.
La presidenza ha semplicemente fotografato che rispetto a una richiesta non c’è stato un no assoluto ma c’è stata una proposta di intanto... Dopo di che, lei avanza una richiesta di riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo... ho capito onorevole Palese, lei sa perfettamente che non sono io che convoco la Conferenza dei presidenti di gruppo. La Presidenza della Camera sarà informata della sua richiesta, nel momento in cui la Presidente della Camera riterrà di dare una risposta positiva per convocare la conferenza, o negativa, sapendo perfettamente, onorevole Palese, che per cambiare la possibilità di spostare l'articolo 15 a marzo bisogna superare una decisione assunta dall'Assemblea. Sto semplicemente dicendo che nessuno vuole prendere in giro nessuno, mi muovo nell'ambito della disponibilità in questo momento del Presidente.
Raccolgo la disponibilità dell'onorevole Fiano, comprendo che non interessa al MoVimento 5 Stelle, poi ovviamente bisognerà sentire anche gli altri gruppi perché ci sono anche altri gruppi che si possono esprimere: attendiamo quale sarà la decisione della Presidente Boldrini sulla sua richiesta, nel frattempo proseguiamo con i subemendamenti su cui abbiamo avuto il parere. Onorevole Palese, non è che possiamo fare un dialogo tra noi: guardate colleghi che non pensiate che alzando la voce, dicendo no, cambiano le cose, ok ? Bene, anche perché, onorevole Palese, la pregherei però di non costruire un dialogo tra i noi perché...

ROCCO PALESE. Si, Presidente, me ne assumo la responsabilità, e formalizzo ciò è e che ci sia pure l'espressione in questo senso da parte dell'Assemblea della richiesta di sospensione dei lavori fintanto che non abbiamo la risposta della presidente Boldrini su questo. Grazie. Sulla convocazione della capigruppo.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palese. Chiede di intervenire l'onorevole Sibilia.

CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, mi perdoni ma evidentemente sono costretto a ripeterle un ragionamento che è stato fatto poc'anzi. Io non sono sicuro che in questo momento ci siano le condizioni e le sue espressioni, diciamo, di sofferenza me lo confermano.

PRESIDENTE. Non sono per niente sofferente.

CARLO SIBILIA. Mi sembrava di aver visto...

PRESIDENTE. No, no si è sbagliato.

CARLO SIBILIA. Mi perdoni, sicuramente mi sono sbagliato. In ogni caso sicuramente in quest'Aula siamo leggermente turbati da quello che è accaduto, perché non so se le capita spesso di trovarsi in mezzo una rissa; a noi non capita spesso. Soprattutto se, come ho cercato di spiegare prima, stiamo discutendo di una modifica di 40 articoli della Pag. 258Costituzione. Io veramente, signori, non so se devo pregarvi di intervenire per cercare una riflessione, un momento di tranquillità, ma sicuramente il nostro gruppo se prima non riusciva ad arrivare ad un dialogo perché non riusciamo neanche a votare, in questo momento la scheda si rifiuterebbe di inserirsi all'interno della stessa fessurina per esprimere un voto. È una cosa che onestamente non può essere sostenuta dopo quello che è accaduto, se secondo voi tutto questo è normale e noi per compiacere Reccia, il vostro re, dobbiamo andare avanti in nome di che cosa ? Le riforme costituzionali si fanno con l'unità del Paese, in tempo di pace, non in tempo di risse. E vorrei che questa cosa fosse stigmatizzata e condivisa da tutti i colleghi. Aspetto una espressione in questo senso dagli altri. Possiamo cercare quanto meno di fare una capigruppo in questo momento ? Oppure dare seguito alla proposta che faceva il collega Palese, possiamo rinviare tutto a domani, cercare un attimo di tranquillizzare i nostri nervi, soprattutto i vostri, visto quello che è successo ? Questa la domanda che faccio. Ci vediamo magari domani mattina e cerchiamo di parlarne.

PRESIDENTE. Provo a risponderle, onorevole Sibilia. È il secondo giorno, noi abbiamo deliberato una «seduta fiume», glielo dico con la stessa identica tranquillità. Abbiamo deliberato una «seduta fiume», lo dico anche all'onorevole Palese, è la seconda sera che ognuno può valutare per principale responsabilità di chi accadono dei problemi, dei tumulti in Aula e io ovviamente fotografo la situazione, ognuno di voi la può fotografare. Quello che la Presidenza non può fare è consentire che l'accadimento dei tumulti impedisca che lo svolgimento della «seduta fiume» si realizzi, soprattutto perché diciamo, siamo all'una e abbiamo esaminato due emendamenti. Io avevo detto e avevo fatto intanto la proposta e quella sulla quale intendo andare avanti, in attesa e per rispetto della Presidente lei dovrebbe sapere, onorevole Sibilia, che la Presidente sta facendo anche degli incontri, delle consultazioni, quindi in attesa che la Presidente assuma una decisione io non sospendo lavori, vado avanti con il nostro programma; sarà probabilmente la Presidente che come è successo ieri a un certo punto scenderà in Aula e assumerà, lei che può farlo, la decisione di sospendere la seduta. Onorevole Fico, su questo argomento la pregherei di essere però veramente telegrafico perché dobbiamo andare avanti, grazie.

ROBERTO FICO. Presidente, telegrafico. Le volevo dire che il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, glielo dico anche con dispiacere, in questo momento non si sente garantito dalla sua Presidenza, perché lei ha urlato, in modo aggressivo e violento, «fascisti» a noi in un modo forte e ha scatenato la violenza di PD e SEL, che si sono presi a cazzotti. Adesso io le dico possiamo anche...

PRESIDENTE. Colleghi per favore. Onorevole Duranti, onorevole Palazzotto, onorevole Blazina, un attimo per favore.

ROBERTO FICO. SEL è stata aggredita, scusate, il PD ha aggredito SEL. Da qua io vedevo un'aggressione, sono volati un po’ di cazzotti, non ho capito se dal PD a SEL o se da SEL al PD. Non c’è problema.

PRESIDENTE. Onorevole Melilla, per favore, onorevole Palazzotto, le posso chiedere gentilmente di non... onorevole Fico, la prego di concludere.

ROBERTO FICO. Allora, possiamo proporre, se lei è d'accordo, una sospensione tecnica sino all'arrivo di un nuovo Presidente, perché il clima non è buono per continuare ad avere l'Assemblea riunita a quest'ora con lei che presiede (Il deputato Sibilia si avvicina ai banchi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Palazzotto, per favore, onorevole Sibilia, la potrei pregare, per favore, di tornare al suo posto ? Vede, onorevole Fico, il clima come Pag. 259si surriscalda anche non casualmente ? Onorevole Sibilia, la pregherei, per favore di recarsi al suo posto, grazie.

ROBERTO FICO. Ho descritto una situazione che è successa poco tempo fa.

PRESIDENTE. Onorevole Fico, la ringrazio, ho compreso perfettamente; ho compreso che lei è tornato sull'argomento della mia Presidenza, io le ripeto che c’è il Presidente della Camera che può in qualunque momento intervenire, nel qual caso io ovviamente mi tolgo. In questo momento ho il dovere di andare avanti, che a lei piaccia o meno, ma questa, mi rendo conto, è una sua valutazione perfettamente legittima.
Onorevole Zaratti, ha chiesto di intervenire ? No, allora passiamo all'onorevole Bianconi. Ha facoltà di parlare.

MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, per un richiamo al Regolamento, articolo 8, relativo al buon andamento dei lavori. Non mi pare che ci sia il clima per garantire il buon andamento dei lavori. È vero che quanto ha chiesto l'onorevole Palese è tecnicamente inaccettabile, per i motivi che sappiamo, ma una pausa tecnica può essere sempre data.
Voglio ricordare, Presidente, che se non si adopera un attimo di buonsenso e non si esce da questo vicolo cieco, da questo tunnel, da questo errore che è stato fatto e che ha scatenato tutte queste reazioni, noi, di questa riforma, faremmo una brutta pagina. È una brutta pagina come contenuti, ma questo è un altro discorso che attiene al merito, qui è il metodo. Non può dire l'onorevole Rosato che di qui ci sono provocazioni di qualsiasi tipo. Io non sono d'accordo spesso su quello che fa e dice il MoVimento 5 Stelle, ma smettete di provocare, perché la prima provocazione l'avete fatta voi imponendoci questa cosa ridicola, di questa seduta fiume. Voi non vi rendete conto della ferita che avete creato nel sistema. Siamo qui all'una di notte a parlare di Terracini e di Calamandrei, che si rivolteranno nella tomba, perché a forza di essere nominati così staranno anche male la dove sono, perché qui siamo, poco più o poco meno, mi scusi l'irrispettosità, una rissosa assemblea di condominio, in cui tutti si urlano. Il buon andamento non richiede di andare avanti; il buon andamento richiede di tornare indietro da questa sciagura e da questa provocazione. Il buon andamento richiederebbe anche, visto che la rissosità ha raggiunto questi limiti e questi vertici, che forse si ricorresse a qualche mano superiore che ci mettesse un pochino d'accordo su tutto. Non mi riferisco all'Altissimo, con il quale ho poca dimestichezza, ma c’è un Colle qui vicino, dove forse qualcuno un pochino di buonsenso in più di noi e di voi potrebbe averlo. Ma piantiamola qui, perché questa è diventata una sciarada. Io infatti vado letto e vi saluto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianconi. Onorevole Fico, volevo semplicemente dirle – questo potrà vederlo dal resoconto stenografico – che io non ho detto che siete fascisti, io ho detto che era un comportamento fascista. È un'affermazione forte, però per me è diverso, non mi permetterei mai. Io ho anche spiegato e ho detto che per me dire che un comportamento è fascista è diverso dal dire che siete fascisti.
Onorevole Bianconi, visto che lei se ne sta andando, sappia comunque che la Presidente Boldrini è informata. Io immagino che ci sarà un momento in cui scenderà (Commenti del deputato Bianconi)... La ringrazio, onorevole Bianconi.

GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Ci riprovo, sempre sull'ordine dei lavori. Mi permetta di richiamare un attimo quello che ha detto lei, in maniera un po’ inesatta. Lei ha detto: «Io ho l'obbligo di continuare con i lavori». No ! Lei prima di tutto ha l'obbligo di garantire il regolare svolgimento dei lavori all'interno di quest'Aula e non sembra, apprezzate le circostanze, che questo stia avvenendo. Non Pag. 260per colpa sua, ma per un clima che si è venuto a creare che mediamente, normalmente non garantirebbe l'esame neanche dell'ultima della ratifiche più inutili che ogni tanto si trascinano all'interno di questo Parlamento. Invece, stiamo parlando – parlando: stiamo litigando, utilizzando metodi che non sono assolutamente propri della democrazia, probabilmente – di riforme costituzionali, cioè della riscrittura della Carta fondamentale di questo Paese.
Se per lei questo è il clima giusto per garantire l'ordinato svolgimento dei lavori dell'Aula, mi permetta di dire che evidentemente abbiamo visioni molto diverse su quello che è un clima sereno in cui si possono discutere, appunto, quelle che sono questioni delicate come le riforme costituzionali.
Però, cercando di ricomporre un attimo, al netto dei rumori che ci sono nell'Aula, mi sembra che sia arrivata inizialmente un'apertura – e ribadisco: un'apertura – da parte del presidente Speranza rispetto a una richiesta fatta dal MoVimento 5 Stelle, che poi non so se ritiene superata o meno. Mi sembra che sia arrivata da parte del relatore Fiano, che adesso non vedo in Aula (no, è qui, scusatemi). Non c’è stato un pronunciamento da parte del presidente della Commissione, però mi pare di capire, alla fin fine, che il tutto sia nelle mani della volontà del Governo, che tiene in qualche modo in ostaggio una maggioranza, evidentemente per volontà più mediatiche che di sostanza, nell'andare a cogliere quella che è una riforma costituzionale condivisa. Però, ripeto, non mi sembra che ci siano assolutamente le condizioni, mentre qualche passettino in avanti, nonostante il caos che si è venuto a creare, probabilmente è stato fatto.
Ora, faccio mie le parole di qualche collega. Non ricordo chi negli ultimi minuti lo ha detto, però come gruppo avanziamo la stessa proposta. Visto che mi pare di capire che a minuti dovrebbe presentarsi la Presidente Boldrini – queste sono le voci che girano in corridoio –, chiedo se si potessero sospendere per qualche minuto i lavori dell'Aula e attendere la presenza della Presidente Boldrini, non per sminuire il suo lavoro, che è stato difficilissimo e le posso dire, al netto di alcune difficoltà, che lo abbiamo comunque apprezzato, almeno da parte mia.
Però, penso sia utile sospendere un attimo, lasciare che magari i presidenti dei gruppi in maniera informale, insieme ai rappresentanti del Governo, cerchino di trovare una soluzione che non penso sia così lontana, nonostante quello che possa apparire, e magari riaggiornarci in un clima un po’ più sereno, che sia fra qualche ora o che sia domani, perché non vedo assolutamente – e lo ripeto: anche per un fatto di dignità politica e istituzionale – il clima sufficientemente sereno per potere proseguire. Questo lo lascio alla sua decisione. Potrebbero essere anche solo pochi minuti.
Un'ultima cosa. Sarebbe interessante capire perché, sempre dalle sue parole, lei ha detto che la Presidente Boldrini in questo momento sta avendo degli incontri. Ci piacerebbe capire con chi, visto che tutti i rappresentanti istituzionali e parlamentari sono all'interno di quest'Aula. Quindi, se li sta avendo con il Presidente Renzi non lo sappiamo, però dovrebbe interloquire prima di tutto con il Parlamento prima che con il Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Pini, scusi, forse non ci siamo intesi. Io non ho detto che l'onorevole Boldrini sta scendendo. Io ho detto che, sulla base di una richiesta esplicita che è stata fatta dal gruppo di Forza Italia, il Presidente della Camera non solo ha il diritto ma anche il dovere di intervenire e sostituire i Vicepresidenti quando lo ritiene e, soprattutto, se ritiene che la conduzione dei Vicepresidenti non sia adeguata a garantire quanto previsto dall'articolo 8.
Quindi, non vorrei che fosse inteso male il fatto che sta per scendere l'onorevole Boldrini.
L'onorevole Boldrini potrà decidere di scendere o meno, quello che è certo è che ovviamente l'onorevole Boldrini sta seguendo quello che sta accadendo in Aula. I Vicepresidenti ci sono per condurre Pag. 261l'Aula in questo momento. Vengo anche alla sua questione: è del tutto evidente, se vogliamo uscire dall'ipocrisia, onorevole Pini, che ci saranno tutte le responsabilità del Presidente. È chiaro che il clima si crea se c’è una disponibilità a fare in modo che ci sia un clima, ma se c’è una costante indisponibilità a fare in modo che ci sia un clima, noi non è che possiamo procedere... (Commenti del deputato Gianluca Pini). Aspetti, sto cercando di darle la mia risposta. Non possiamo procedere di sospensione in sospensione e farla diventare una «sospensione fiume», perché è una «seduta fiume». Dopodiché, io intanto raccolgo la sua proposta, se non ho capito male, di una breve sospensione di un quarto d'ora per un caffè, per riposare, e su questo non c’è assolutamente problema. Io non posso decidere di sospendere la seduta fino a domani mattina. Quindi, se non ci siamo capiti, volevo semplicemente dirle questo. Quindi, a questo punto la seduta... posso procedere, onorevole Sorial, o vuole intervenire ? Vuole intervenire ? Sto sospendendo la seduta.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. No, Signor Presidente.

PRESIDENTE. Allora, la seduta è sospesa, e riprenderà all'1,30.

La seduta, sospesa all'1,15, è ripresa all'1,40.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo che, prima della sospensione, è stato da ultimo respinto il subemendamento Dadone 0.36.06.5.
Colleghi, adesso dovremmo passare alla votazione del subemendamento Cozzolino 0.36.06.1.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, sul subemendamento ?

RICCARDO FRACCARO. Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà

RICCARDO FRACCARO. Io speravo, Presidente, che il suo intervento in Aula in questo momento fosse volto (Il deputato Fico si avvicina ai banchi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

PRESIDENTE. Mi scusi un secondo. Onorevole Fico, per favore, adesso cerchiamo di collaborare. Mi scusi un secondo, onorevole Fraccaro. Allora, io prego tutti i colleghi... Grazie, grazie, onorevole Fico. Allora, onorevole Fraccaro prego.

RICCARDO FRACCARO. Dicevo Presidente che speravo che il suo intervento in Aula fosse volto a risolvere una situazione insostenibile. Non so se ha avuto modo di verificare, non so dove si trovava precedentemente, ma in quest'Aula è avvenuto di tutto, di tutto: persone si sono picchiate, la seduta è stata interrotta più volte. La Presidenza Giachetti è stata riconosciuta dalle opposizioni come una Presidenza non adeguata al momento e sono state avanzate delle proposte a cui non è stata data risposta, spesso, sottolineando che il Presidente di turno non aveva il potere di decidere di sospendere al giorno successivo e riportare al giorno successivo questa seduta fiume.
Ora c’è lei Presidente ed ha la possibilità di mettere ordine ai lavori, ha la possibilità di riportare la serenità. Io credo che lei debba esprimersi su quello che è successo e su come crede sia necessario andare avanti con i lavori e soprattutto con la modifica di 40 articoli della Costituzione.
Spero anche, Presidente, che si renda conto che la situazione è degenerata anche perché c’è stato un abuso continuo degli strumenti che lei ha a disposizione. Quindi, Presidente, io credo che in questo Pag. 262momento, dopo tutto quello che è successo, sia necessaria una sua particolare attenzione ai diritti delle minoranze. Se ciò non avverrà, io credo che ci sia solo una soluzione oggi a disposizione. Noi possiamo appellarci solamente ad un'istituzione in questo momento, visto che non ne vedo qui in quest'Aula che siano sensibili alle minoranze e all'opposizione: il Presidente della Repubblica. Io spero che non sia necessario che le opposizioni facciano questa scelta, perché sarebbe un atto veramente svilente per il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Allora, colleghi per favore. Onorevole Fraccaro, io ho seguito i lavori.

RICCARDO FRACCARO. C’è stata una richiesta formale di una pausa tecnica lunga che ci riporti alla normalità, che faccia riprendere i lavori nella giornata di domani, dopo una pausa di riflessione adeguata e chiediamo che lei si esprima su questa richiesta formale. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Allora, Onorevole Fraccaro, io ho seguito i lavori anche con un certo rammarico, devo dire, rispetto a quanto accaduto in quest'Aula. Avrei preferito, come spero gran parte dei colleghi qui, un clima migliore.
Il Presidente Mattarella si è definito arbitro: in quest'Aula io rappresento l'arbitro. Però, il Presidente Mattarella ha detto anche che i giocatori devono collaborare con l'arbitro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) e, dunque, io spero che anche in quest'Aula i giocatori collaborino tutti con l'arbitro. Perché altrimenti l'arbitro da solo non ce la fa.
Scusi deputata, stavo rispondendo... Stavo rispondendo, se poi la risposta non piace, si può anche avere la cortesia di ascoltare senza interrompere.
Come stavo dicendo, a questo punto noi ci troviamo in una «seduta fiume» che è stata votata da quest'Assemblea (Commenti)... È stata votata in quest'Aula, è stata votata da questa Assemblea, e dunque, se i numeri hanno ancora un senso, e in democrazia hanno un senso (Commenti)... Colleghi, la «seduta fiume», a meno che non si verifichino accadimenti di ordine politico intercorsi tra i gruppi, novità che possano giustificare l'interruzione della seduta, con una Capigruppo che certifichi questo stato di cose, deve andare avanti.

CARLO SIBILIA. Si sono presi a mazzate !

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia (Commenti)... Colleghi, il relatore Fiano ha già detto, se non sbaglio, che il Comitato dei nove si riunirà domani mattina. È così, relatore Fiano ? Ha detto domani mattina.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, con piacere, se vuole, ripeterò quello che già ho comunicato. Per quanto riguarda il momento in cui si svolgerà la riunione del Comitato dei nove, non posso dire nulla, perché è il presidente della Commissione che decide quando convocarlo.
Rispetto alla richiesta che qui è stata avanzata e che è stata oggetto di un dibattito su un tema specifico contenuto nell'articolo 15, nel Comitato dei nove proporrò – ovviamente proseguendo prima i lavori sugli articoli per i quali ho già espresso i pareri nel Comitato dei nove, concludendo quindi il nostro lavoro – che l'esame dell'articolo 15 possa essere differito all'interno del lavoro che noi stiamo conducendo prima delle votazioni sulle norme transitorie e finali. La decisione di posticiparlo può essere presa solo all'interno del Comitato dei nove, la cui convocazione è fatta dal presidente della Commissione.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Per un richiamo al Regolamento ? In base a quale articolo ?

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DAVIDE CRIPPA. L'articolo 8, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, avevo già sollevato in passato questa problematica, relativa al fatto che, qualora manchi un presidente di Commissione, questo tipo di lavori non possano andare avanti. Mi era stato risposto che in realtà debbono restare. Allora, visto che il presidente Sisto girava qui fuori, o lo recuperiamo oppure una vicepresidente venga a svolgere le funzioni...

PRESIDENTE. La vicepresidente Agostini...

DAVIDE CRIPPA. Ne chiederei la presenza, visto che il collega Fiano ne ha rilevato la necessità.

PRESIDENTE. D'accordo, la vicepresidente Agostini sta prendendo posto.

DAVIDE CRIPPA. Ci tengo però a dire una cosa: lei demanda al relatore Fiano e al presidente – in questo caso vicepresidente – della Commissione una scelta che – ahimè – non riguarda la Commissione, perché mi sembra di aver compreso bene, anche dal collega Giachetti in precedenza, che, oltre che di una scelta eventualmente di accantonare l'articolo 15 alla fine, noi stiamo discutendo in primis di un'altra cosa: la votazione dell'articolo 15 deve essere spostata a marzo, quindi, prima ci deve essere una espressione collegiale all'unanimità e qui ci deve essere l'espressione della Conferenza dei capigruppo nel merito.
È inutile che io chieda al relatore di turno e al vicepresidente della Commissione – che in questo caso ovviamente magari è del Partito Democratico, ma magari poteva anche appartenere alla minoranza e magari poteva essere Sisto ed esprimersi in una maniera diversa –, salvo poi arrivare in Conferenza dei presidenti di gruppo e trovare il capogruppo Speranza che dice «no, non va bene». In primis bisogna vedere qual è il passo più lungo. Il passo più lungo è quello di dire se i capigruppo sono d'accordo di accettare di spostare le votazioni in questo caso a marzo, e quindi una convocazione della Conferenza dei capigruppo diventa prioritaria. Poi dopo si potrà lavorare nel merito con la Commissione, ma prima bisogna dipanare questo nodo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È una questione di metodo, onorevole Crippa. Io penso che prima si debba esprimere la Commissione, anche con i pareri, e non siamo ancora a questo punto. Una volta che noi abbiamo almeno questo, una valutazione nel merito appunto, sappiamo anche se c’è poi la possibilità di cambiare il nostro calendario. Perché il nostro calendario ci dice di portarci avanti con le votazioni di tutti gli emendamenti e dei subemendamenti per poi rimandare, a marzo, dichiarazioni di voto, ordini del giorno e voto finale. Allora, per cambiare questo ci deve essere un accordo.
Prima penso sia il caso di aspettare almeno che il Comitato dei nove si pronunci domani e poi vedremo se c’è la possibilità di arrivare a un accordo. Colleghi, voglio dire, se si sta in una «seduta fiume» non si sospende, ma le regole (Commenti)... Colleghi, per favore, questo ragionamento l'abbiamo fatto in quest'Aula, io l'ho fatto in Conferenza dei presidenti di gruppo, con i singoli capigruppo nella giornata di ieri e nella giornata di oggi.
Adesso, a questo punto, assunto che noi abbiamo da svolgere un'attività in quest'Aula non stiamo qui per...

CARLO SIBILIA. Picchiarci !

PRESIDENTE. Cosa dice ? Posto che noi dobbiamo stare qui per discutere e votare, direi che forse è il caso di cominciare a farlo, se me lo permettete (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). E, allora, colleghi, io direi di (Commenti del deputato Fraccaro)... Deputato Fraccaro, adesso se è Pag. 264sullo stesso argomento, io le ho già risposto con tutta la calma e la serenità possibile. Se è sullo stesso argomento, le ho già risposto. Domani c’è un Comitato dei nove, quindi, se mi permettete, io vorrei continuare.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su che cosa, deputato ?

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sull'ordine dei lavori. Lei avrà seguito in modo molto puntuale ed in modo molto attento il dibattito che è avvenuto in Aula anche se non stava presiedendo lei. Però mi è sembrata molto chiara una prima offerta del MoVimento 5 Stelle ovvero quella – e lo dico anche personalmente – estremamente mite rispetto alle proposte avanzate di modifica del testo, che il PD non si sentiva di accettare in quanto non condivisibili secondo il partito di maggioranza relativa, di modifica del tempo stesso, semplicemente di spostare il voto dell'articolo 15 con i relativi emendamenti nel mese di marzo insieme agli ordini del giorno e al voto finale.
Mi è sembrato altrettanto di aver capito un'apertura da parte del presidente Speranza che si era detto disponibile a discutere sul tema.
È chiaro però che, se non prendiamo in un brevissimo tempo una decisione e quindi una risposta, non si può pensare che sugli altri emendamenti tutto proceda liscio e normale, e si possa votare normalmente, ed intanto rimane appesa la decisione sull'unica richiesta che ha portato avanti il MoVimento 5 Stelle.
Come ho detto prima, parliamo in modo assolutamente estraneo agli interessi. Noi non abbiamo partecipato alla trattativa tra il PD ed il MoVimento 5 Stelle, però pensiamo che, per discutere una modifica di una riforma costituzionale, bisogna e sia necessario quel buonsenso che riporta anche un po’ di dignità, visto quello che abbiamo visto quest'oggi, all'interno della istituzione della Camera dei deputati. E questa responsabilità, Presidente, principalmente, non esclusivamente, ma principalmente, indipendentemente da chi vuole avere ragione o torto, non mi interessa, ma la responsabilità principalmente è di chi ha i numeri in quest'Aula e non possiamo far finta di nulla.
Dunque, sorprende che all'unica richiesta fatta, devo dire, dal gruppo MoVimento 5 Stelle – con il quale ci dividono magari anche molti temi specifici nel merito – si voglia dire o proporre o rispondere dicendo: vedremo più avanti. Senza nemmeno dire quando più avanti, senza sapere quando verrà fatto il Comitato dei nove o se verrà fatta una Conferenza dei presidenti di gruppo e in che modo si decide quindi di proseguire, perlomeno dando una certezza. Infatti sarebbe palese e risulterebbe evidente che non si tratterebbe, quindi, di un'apertura, ma semplicemente di una presa di tempo, nella speranza di buttare su qualche articolo e qualche votazione.
Dunque, se ovviamente questi tempi non è in grado di darli adesso, si pone la proposta di prendere una pausa tecnica di qualche tempo, al fine di addivenire ad una risposta certa, visto che esiste un precedente, che è quello della giornata di ieri, quando eravamo nella stessa medesima condizione: eravamo durante una seduta fiume ed è stata fatta una pausa tecnica di sette ore. Quindi, non è vero che non esistono precedenti, non è vero che non si può prendere una decisione in tal senso: è già stato fatto. Dunque, invitiamo la Presidenza a fare un ulteriore sforzo rispetto a quelli che noi riconosciamo ha già fatto per addivenire ad una soluzione condivisa.
Le chiediamo di farlo perché la Presidenza della Camera è organo istituzionale, è terza carica dello Stato – ricordo che il Governo viene dopo la terza carica dello Stato – e le chiedo di farlo anche perché noi dobbiamo confrontarci – e vado a concludere, Presidente – con una situazione estremamente particolare. Si sta modificando la Costituzione con dei numeri che rappresentano il 27 per cento Pag. 265della forza elettorale del 2013. Non si può prescindere da questo, non si può fare finta di niente, non si può dire che c’è una maggioranza normale. È una maggioranza forzata da una legge elettorale che la stessa Corte costituzionale, da cui proviene oltretutto il Presidente della Repubblica, ha definito incostituzionale nei numeri.
E dunque, per questo, chiediamo a lei di cercare di alleggerire un clima, che sarebbe altrimenti irrispettoso prima di tutto verso il Paese e verso i cittadini, se si andasse avanti come abbiamo visto fino adesso. E dunque le chiediamo o di dare adesso una risposta di quando verrà fatto il Comitato dei nove e la Conferenza dei presidenti di gruppo o, se non in grado di farlo, di prenderci il tempo necessario. Infatti l'alternativa non è andare avanti con il lavoro: l'alternativa è umiliare questa Camera e la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Fedriga, adesso c’è il presidente Scotto, poi le risponderò.

ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, lei non era in Aula, ma abbiamo avuto momenti difficili. È stata una serata dura, è stata una serata che ha visto anche episodi molto gravi, a tratti incresciosi, che ovviamente non hanno aiutato il dialogo e che rischiano di incrinare definitivamente anche i rapporti politici.
Ho ascoltato con molta attenzione quello che lei ha detto, Presidente, anche a proposito della seduta fiume. Noi non abbiamo mai utilizzato parole pesanti, come sono state utilizzate in quest'Aula nei suoi confronti, e pensiamo che i termini che ieri alcuni colleghi hanno rivolto nei suoi confronti siano di una gravità estrema. Ma, tuttavia, vogliamo dire anche una cosa. È vero che in democrazia i numeri contano, ma se valgono solo quelli, una forza come Sinistra Ecologia Libertà in questo momento potrebbe alzarsi e andarsene, perché il suo ruolo non serve a nulla.
E, invece, io credo nella democrazia, credo nel conflitto all'interno della democrazia, ma credo anche nel dialogo all'interno della democrazia. In questo momento e in questi giorni, anche attraverso le sedute fiume che sono un atto senza precedenti nella storia democratica di questo Paese sulle riforme costituzionali, si sta determinando un clima dove il dialogo non ha più nessuna possibilità di emergere e di vivere. O ci rendiamo conto di questo o se ne rende conto anche il Governo – e mi fa piacere che qui c’è il Presidente Renzi – oppure potrete anche votarvi questa riforma costituzionale, ma il sospetto dentro quest'Aula e dentro il Paese che si è fatta una forzatura e che si è giocato a nascondino con la Costituzione e con le regole non lo cancellerà nessuno, oggi e nella storia di questo Paese.
Guardate. L'ho detto ieri. Noi siamo parlamentari. Abbiamo una funzione che dobbiamo svolgere. Dobbiamo avere rispetto dell'Aula nella quale sediamo. Dobbiamo avere rispetto dei cittadini che tentiamo di rappresentare. Rappresentiamo quelli che oggi ci hanno votato. Quelli che oggi sono governati da lei, Presidente Renzi, e quelli che oggi sono rappresentati da questo Parlamento. Però guardi, noi abbiamo anche un obbligo, un dovere, nei confronti di quelli che verranno dopo, di quelli che verranno governati da altri dopo di lei e di quelli che saranno rappresentati da altri dopo di noi. E quello che stiamo consumando ora lascerà una ferita anche per quelli che saranno dopo di noi. Di questo vi dovete assumere la responsabilità. (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Be ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Grazie Presidente. Solo poche parole per dire che noi abbiamo tutto l'interesse che questo percorso di riforme vada avanti anche con le diversità di vedute, le diverse posizioni, in Pag. 266un confronto con tutte le forze di opposizione che ci stanno. E noi, lo dico senza retorica, abbiamo apprezzato la collaborazione reale, vera, di chi ha voluto partecipare a questo nostro lavoro, a partire dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, della Lega, da Forza Italia, che aveva una posizione diversa, e abbiamo anche apprezzato, lei lo sa, perché ha tentato anche di aiutare un dialogo tra i gruppi, abbiamo anche tentato e continueremo fino in fondo ad avere un dialogo con il gruppo del Movimento 5 Stelle sul merito delle questioni. Detto questo, senza ripercorrere le cose che sono avvenute oggi, perché credo che abbiamo parlato numerose ore su questo e forse dobbiamo tornare al merito, noi condividiamo la proposta che è stata fatta dal relatore di proseguire i lavori su tutti gli articoli che hanno i loro emendamenti già valutati dal Comitato dei nove per poi fissare, come anche lei ha suggerito all'inizio del suo speech in apertura, come diceva il Presidente Speranza prima, nel Comitato dei nove di domani mattina avremo l'occasione di discutere anche la proposta del Movimento 5 Stelle su cui le cose anticipate dal collega Fiano che, naturalmente, noi condividiamo tutte, per restare sul merito delle vicende e per consentire che comunque le riforme vadano avanti con la tempistica che insieme, mi sembra, abbiamo già stabilito.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Be ha facoltà.

ROCCO PALESE. Si. Grazie Presidente. Io sono qui come prima legislatura, Presidente. E sono molto rammaricato e deluso dell'andamento dei lavori della giornata di oggi. Una pagina certamente non esaltante per il paese e per le istituzioni. E senza entrare per nulla nel merito della proposta di modifica molto corposa della Costituzione, ne abbiamo parlato in lungo e in largo, nelle commissioni e in Aula. Mi limito esclusivamente a individuare quale era il percorso che in questa Aula, in maniera trasparente, era stato pure trovato per cercare di uscire fuori dall'impasse.
Non commento le cose già note, sulla seduta fiume, sulla circostanza che mi sembra quanto meno anomalo che una riforma costituzionale molto, molto, molto complessa e molto delicata per il Paese e per le istituzioni, per il presente e il futuro delle istituzioni, sia stata inserita in un tour de force non solo di seduta fiume, ma anche in corrispondenza di orari molto, molto, molto impegnativi rispetto a quella che può essere poi la qualità del prodotto della Costituzione stessa che si sta per modificare. Abbiamo avuto una serie enorme di proposte in un contesto di dialogo che è avvenuto all'interno dei gruppi, sia rispetto alla formulazione del calendario nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo che c’è stata, sia rispetto a un accordo politico che poi si è trasformato nel contesto formale, superando anche i regolamenti e gli altri aspetti.
Penso, in maniera inequivocabile, che possa essere accettata la proposta formalizzata in maniera trasparente in quest'Aula da parte del collega del MoVimento 5 Stelle questa sera che ha chiesto due cose: innanzitutto l'accantonamento dell'articolo 15 che riguarda i referendum e, successivamente, che questo articolo venga differito nella discussione, in riferimento all'integrazione dell'accordo che era stato trovato nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo, alla prima decade di marzo insieme agli ordini del giorno e al voto finale. Poi il relatore ha chiarito che ci sono le norme transitorie che andrebbero raccordate in questo contesto. Non mi sembra veramente una proposta che non possa essere accettata. Trovo enormi difficoltà a capire e comprendere i motivi del perché non si accetti la possibilità di avere il rispetto degli impegni assunti da calendario entro sabato qui alle ore 15, sabato prossimo, e cioè la conclusione dell'esame di tutti gli articoli di questa riforma proposta e anche degli emendamenti e quant'altro, con il differimento dell'articolo 15, delle norme transitorie, degli ordini del giorno e il voto finale.
Il relatore formalmente ha formalizzato la disponibilità, a seguito anche dell'apertura che ci era sembrata esserci da Pag. 267parte del collega Speranza, per lo meno quello che può formalizzare, ma quello noi lo sapevamo già. O qui, ora e non dopo, si trova l'impegno politico – poi lo formalizziamo, ma dobbiamo trovare l'impegno politico, perché è questa risposta che noi aspettiamo e attendiamo, Presidente, un impegno politico, e ove non ci fosse questa disponibilità politica ad accettare questa proposta, legittimamente può accadere questo, lo si dica chiaramente – oppure non mi sembra che ci si debba formalizzare prima, dopo e quant'altro, ma adesso noi vogliamo sapere dalla maggioranza, dal Governo, perché c’è il Presidente del Consiglio presente, se questa proposta finalizzata a varare in tempi certi la riforma, e senza risse e senza cazzotti, che non riguardano certamente il gruppo che io rappresento, senza niente, debba essere accettata oppure no. Perché qui c’è una responsabilità delle istituzioni.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Subito, con buonsenso concludo; io auspico che ci debba essere questo, indipendentemente dal merito, perché il mio gruppo ha formalizzato degli emendamenti di natura e di merito diversi da quelli dei 5 Stelle, però la questione qui non è il merito, è se si vuole effettivamente approvare in tempi certi la riforma in maniera ordinata, consapevole e riflessiva, oppure ognuno se ne assume le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Grazie anche per aver riassunto i punti. Adesso c’è stato per le vie brevi uno scambio con la vicepresidente Agostini per cui il Comitato dei nove può essere fissato domani mattina alle 9. Quindi, questa è una cosa che già pone una caduta, domani mattina alle 9 c’è la riunione del Comitato dei nove.
Adesso colleghi, non ho molta scelta, devo continuare nei lavori, perché siamo in una «seduta fiume».
Allora colleghi vi prego di continuare con questo clima di collaborazione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa deputato Sibilia ?

CARLO SIBILIA. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Signor Presidente, a me sembra che lei sia scesa dal primo piano di palazzo Montecitorio, non da Marte. Qui in Aula si stanno verificando dei fatti che mai si sono verificati in questa legislatura. A chi ci accusa, il deputato di cui non ricordo il nome Causi... Causio, non ricordo...

PRESIDENTE. Proceda onorevole Sibilia.

CARLO SIBILIA. ... a chi ci dice che queste cose le facciamo noi ricordo, a questo deputato, che il Partito Democratico si stava azzuffando non prima di 15 minuti fa con un altro partito. Questo perché state comprimendo un dibattito sulle riforme costituzionali. Lo state comprimendo ! E quindi la responsabilità, come giustamente ricordavano altri colleghi, va a chi in quest'Aula ha i numeri, non che fa i numeri o che dà i numeri, ma che ha i numeri, che è ben diverso. Chiederei se è possibile evitare queste riunioni mentre sto parlando, signor Presidente... grazie. Signor Presidente scusi...

PRESIDENTE. Scusate, onorevoli colleghi, dovete liberare il banco del Governo perché ci sono degli interventi in corso. Prego deputato Sibilia.

CARLO SIBILIA. Dal momento che lei, Presidente, è stata sollecitata ed è venuta qui, perché un motivo c’è stato per cui è stata chiamata a intervenire, perché evidentemente sono successi dei fatti che altri Presidenti prima di lei, seduti su quella poltrona, non sono riusciti a gestire.Pag. 268
Se la situazione si è sbloccata e significa che c’è un Comitato dei nove alle ore 9 di questa mattina, tra poche ore, lei che è Presidente può prendersi tutte le responsabilità del caso, come ha fatto già nella giornata di ieri, per indire una pausa tecnica, che non è solo tecnica per motivi, appunto, di tecnicismo, come dice la parola stessa, ma è anche un motivo di tranquillità, per distendere i nervi all'interno di questa che non è più una riforma costituzionale, ma è diventata una battaglia impressionante.
Guardi cosa succede tra i banchi degli altri gruppi mentre io sto parlando ! Basta guardarlo ! Lo vede lo schieramento di commessi ? Non è un caso e lei lo sa bene perché è lei che dispone anche della sicurezza e lo sa bene.
Allora io le chiedo la cortesia di valutare, ed è più di una cortesia che le chiedo perché a questo punto della situazione si tratta semplicemente di constatare la realtà dei fatti. Non c’è più la serenità per procedere a delle votazioni in questa seduta. Le chiedo espressamente che o si proceda ad una pausa tecnica fino alle ore 9, quindi alla convocazione del Comitato dei nove, oppure alla convocazione di una Conferenza dei Capigruppo ad horas. Dobbiamo riunirci subito per capire come proseguire. La prego, Presidente, le chiedo nel minimo delle mie possibilità, mentre ascolto gli urlacci degli altri partiti che continuano a darci addosso mentre uno parla e non capisco perché. Evidentemente non c’è la volontà... (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore !

CARLO SIBILIA. Non c’è la volontà di ascoltare nemmeno delle dimostrazioni ad un microfono quindi immagino a votare insieme degli articoli della Costituzione !
Le chiedo la possibilità di prendere in considerazione le nostre parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Deputato Sibilia, penso che noi dobbiamo trovare un punto di caduta che non può essere accogliere solo le istanze di un gruppo, ma trovare un punto di caduta nel mezzo...

DIEGO DE LORENZIS. Ma quale punto di caduta !

PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis ! Una sosta, una pausa tecnica verrà data, però non subito (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io vorrei adesso che ci portassimo avanti, fare alcune votazioni, fare una pausa tecnica e poi, alle 9, riunire il Comitato dei nove.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo solo proprio trenta secondi, solo per confortarla che, nel caso decidesse di attivare adesso la pausa tecnica fino a domani alle 9, non prenderebbe le parti di un gruppo: ha fatto votare una seduta fiume su una riforma costituzionale e quindi penso che le esigenze del PD siano ampiamente rispettate. Se concedesse alle opposizioni una pausa tecnica fino a domani alle 9, prima della riunione del Comitato dei nove, ciò sarebbe assolutamente un punto di caduta, più che di mediazione, sicuramente maggiormente a favore del Partito Democratico, trovandoci in uno stato attuale di seduta fiume. Quindi, non si può pensare che se si fa una pausa tecnica fino alle 9 questa sarebbe una vittoria o una resa della maggioranza verso l'opposizione. Siamo in una seduta fiume su delle riforme costituzionali, credo che sia doveroso almeno cercare di arrivare a quella mediazione necessaria, perché altrimenti da qui non ne usciamo. È una preoccupazione che ho non come gruppo ma come cittadino di questo Paese – e come parlamentare, ovviamente – che sta discutendo delle modifiche costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Pag. 269

ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, faccio anche presente tre punti. Sono senza voce, mi scusi. Qui è presente l'onorevole Scalfarotto, che oggi era in missione...

PRESIDENTE. No, su questo abbiamo già parlato, onorevole Zolezzi ! Questo no, perché su questo abbiamo già esaurito questa mattina ! Ho seguito quanto è accaduto questa mattina in quest'Aula: la prego, non riapriamo questo discorso. Quindi, a questo punto io vi chiedo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
No ! Su questo punto, no. Colleghi, su questo punto, no. Presidente Giachetti, per favore, liberi il banco del Governo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È possibile che se parlo con lei non vedo Giachetti sotto ? Non l'avevo visto. Colleghi, scusate, è possibile trovare un accordo per cui continuiamo con le votazioni e poi facciamo pausa tecnica ?

ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO FICO. Presidente, mi unisco a ciò che ha detto Sibilia a nome del mio gruppo parlamentare e a ciò che ha detto il deputato Fedriga.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori ho già dato la parola al deputato Sibilia, su questo punto. Voi avete fatto la vostra richiesta, io ho fatto la mia proposta: adesso non continuiamo su questo.

ROBERTO FICO. Lei ha fatto una domanda e ha anche detto: possiamo trovare un punto di caduta ? Il punto di caduta, secondo noi – il gruppo parlamentare ha sentito anche la Lega Nord – è sospendere i lavori adesso fino alle 9 di domani mattina (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); fare una pausa tecnica, perché non c’è il clima.

PRESIDENTE. Questo mi è chiaro, deputato Fico. La vostra proposta mi è chiara !

ROBERTO FICO. Ci sono anche altri gruppi che hanno fatto questa proposta, non è solo nostra. Quindi, penso che può venirci incontro, perché durante una seduta fiume sulle riforme costituzionali mi sembra la mossa più intelligente in un clima che adesso è aspro e non può andare avanti. Una Presidente della Camera come lei deve fare questo, secondo me. Glielo suggerisco proprio nella maniera più calma e intelligente possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Deputato Fico, mi è chiaro, ho capito.

GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, io credo che, allo stato dell'arte, forse un punto di caduta – e mi rivolgo al presidente Sisto, che ho visto tornare in Aula – potrebbe essere quello di anticipare la questione dirimente. Cioè, il Comitato dei nove, a questo punto, invece che essere convocato domani mattina alle 9 potrebbe essere convocato al più presto, subito, in modo che la questione in qualche modo possa essere risolta.
Mi rivolgo, però, anche ai colleghi del gruppo del MoVimento 5 Stelle nel senso che capisco le loro ragioni e le condivido anche tantissimo. Non ho condiviso e non condivido la scelta che la maggioranza, in forza dei numeri, ha fatto di arrivare alla seduta fiume. È chiaro che nel momento in cui la seduta fiume è stata deliberata, credo che ci si debba muovere all'interno delle regole della seduta fiume. Allora, Pag. 270bisogna capire quelli che sono gli obiettivi praticabili e quelli che sono non praticabili.
Senza che questo possa costituire una sconfitta per nessuno, credo che la scelta di convocare, immediatamente, se possibile, il Comitato dei nove, per dirimere questa questione possa essere la soluzione che non significa la sospensione tecnica richiesta dalle opposizioni, che non significa di procedere in votazioni particolarmente complesse, come particolarmente auspicato dal Governo e dalla maggioranza e che ci permetta di riprendere poi i lavori in un'ora da convenire, di fronte alla prospettiva chiara di una seduta fiume – veramente fiume, se a questo punto la maggioranza riuscirà a sostenerla –, oppure la soluzione politica che tutti auspichiamo e che stiamo auspicando da almeno tre giorni.
Quindi, signor Presidente, invito lei e anche il presidente Sisto a valutare questa mia proposta e credo che possa essere una ragionevole mediazione e un ragionevole punto di caduta.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giancarlo Giorgetti, anche per il tono e lo sforzo collaborativo che sta facendo.
Presidente Sisto, a questo punto mi sembra che probabilmente noi dobbiamo una risposta a questa richiesta che è stata avanzata di anticipare il Comitato dei nove.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, come è noto, non ho l'abitudine di sottrarmi né a responsabilità, né a decisioni. Tuttavia, credo che a questo punto il Comitato dei nove deve sempre avere una sua giustificazione e una sua ragione d'essere e non deve essere un espediente per risolvere una situazione che è nell'Aula.
Chiedo a lei, signor Presidente, di valutare – mi scusi se mi permetto di dare a lei questa responsabilità – se la situazione dell'Aula in questo momento richiede un provvedimento diverso da quello che può essere una eventuale sospensione tecnica e una eventuale valutazione. Il Comitato dei nove dovrebbe riunirsi per cosa ? Per valutare se ci sono delle soluzioni per superare questa empasse ? Non è il compito del Comitato dei nove ? Non è il Comitato dei nove che può valutare la disciplina dell'Aula, ma si riunisce per...

PRESIDENTE. È sull'articolo 15...

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione... si riunisce per questioni tecniche che riguardino delle situazioni afferenti la dinamica del provvedimento. Se c’è un problema dell'aula io credo che vada risolto all'interno dell'aula e vada risolto per iniziativa dei gruppi e con il buon senso di tutti quanti.
Scaricare – mi scusi questo termine – sul Comitato dei nove una situazione che, in qualche modo, afferisce alla disciplina dell'aula e alla scelta di ciascuno di comportarsi in modo consequenziale non mi sembra possa essere una soluzione. Lo dico con molto rispetto dei ruoli e soprattutto in considerazione della funzione del Comitato dei nove. Apprezzo molto il tentativo dell'onorevole Giancarlo Giorgetti di dare a questa sottostruttura della Commissione una funzione di disciplina all'interno dell'Aula, ma mi sembra che in questo caso si tratterebbe di un tentativo improprio dal punto di vista delle funzioni dello stesso Comitato.
Pertanto, mi permetto soltanto di rimettere a lei la decisione se eventualmente la situazione dell'Aula necessita di un'ulteriore sospensione tecnica durante la quale magari i gruppi possano meglio decidere l'andamento dell'Aula stessa. Comunque, in tutti i casi, ove fosse necessario, mi riservo di rivedere questa scelta di anticipazione della convocazione del Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Rispetto a quanto ci ha detto il presidente Sisto, se non si intravedono adesso motivazioni per la riunione del Comitato dei nove, io chiaramente devo portare avanti il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Lega Nord e Autonomie)...Pag. 271
Colleghi, però, scusate, onorevole Fedriga, ha parlato quattro volte ! Deputato Fedriga, le do sempre la parola, ma se è su questo, lei ha già parlato tre volte.

BARBARA SALTAMARTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, deputata Saltamartini.

BARBARA SALTAMARTINI. Signora Presidente, ascoltando attentamente le parole del presidente Sisto, vorrei capire.
Se non si intravedono ora le necessità della convocazione del Comitato dei nove, non capisco perché si dovrebbero intravedere domani mattina alle 9. Sulla stessa, diciamo, motivazione espressa e richiesta dai gruppi parlamentari, se non ci sono ora non ci sono neanche domani mattina; quindi rispetto a questo vorrei capire da lei, signora Presidente, ed eventualmente dal presidente della commissione, qual è la differenza tra le due convocazioni.

PRESIDENTE. Allora, io penso che su domani c’è stato già un accordo perché ci sarà tempo... allora, no, no, no, no, calmi, è stato detto che alle ore 9 di domani c’è il Comitato dei nove, ci sarà... (Proteste)... l'abbiamo detto prima, con la Vicepresidente, il Comitato dei nove si riunisce domani alle 9. Allora, va bene se non volete ascoltare la risposta perché non vi piace, io non so che dire. Ragazzi, però non funziona così, abbiate pazienza. Allora, colleghi, deputato Palese io le ho dato già la parola: se è sull'ordine dei lavori non ne usciamo, perché abbiamo capito come è la situazione. L'abbiamo capito. Sì. C’è una richiesta che viene fatta da un gruppo, forse da più gruppi, e c’è però anche una risposta del Comitato dei nove. Quindi, una richiesta di un altro gruppo di andare avanti: non c’è nulla di nuovo sull'ordine dei lavori, onorevole Palese. Allora, colleghi, onorevole Palese, sull'ordine dei lavori non posso ridarle la parola perché lei ha già parlato su questo tema, lei ha anche ricordato tutte le tappe, io la ringrazio per questo. Ma a questo momento non abbiamo altre... Chiede di intervenire l'onorevole Crippa per richiamo al Regolamento: mi dica l'articolo, e la prego di stare sull'articolo.

DAVIDE CRIPPA. Guardi, Presidente, è sempre l'8, perché è il ruolo della Presidenza. Io credo che le mie orecchie abbiano sentito cose diverse da quelle che hanno sentito le sue, ma quanto pronunciato dal presidente Sisto è difforme da quello che le è stato riferito dalla vicepresidente del PD della Commissione, perché il presidente Sisto ha detto che non vede margine di discussione.

PRESIDENTE. Non vede ora.

DAVIDE CRIPPA. No no, ora non ha detto che lo vede domani perché se non lo vede ora non lo vede neanche... no no, non ha capito lei, glielo assicuro.

PRESIDENTE. Chiaramente, non capisco io, ci mancherebbe altro.

DAVIDE CRIPPA. No, nel senso che (Proteste) non mi permetterei mai di mettere in discussione... le volevo segnalare però che, secondo me, è da interpretare. Vorrei chiedere magari se dipaniamo subito la questione. Presidente Sisto, lei intende convocare il Comitato dei nove domani con la speranza di dipanare questa parte sì o no ? Perché cosa cambia tra ora e domani mattina su questa questione ? Perché altrimenti vedo una posizione differente tra la vicepresidente del PD e il presidente di Commissione. Però quando c’è il presidente, la parola che vale è quella del presidente, quindi io le chiedo, Presidente Boldrini, se può chiedere al presidente Sisto quale sia la visione tra questa sera e domani mattina e quali siano le intenzioni del Comitato dei nove, con cinque ore, sette ore di differenza. Solo questo.

PRESIDENTE. Allora, va bene. Va bene, onorevole Crippa. Allora facciamo questo chiarimento e poi però su questo argomento abbiamo esaurito. Allora, presidente Pag. 272Sisto, vuole dare questo chiarimento perché chiedono il chiarimento sull'incontro di domani mattina del Comitato alle ore 9, così come avevamo, appunto per le vie brevi, già anticipato prima, sulla base dell'interlocuzione con la vicepresidente ?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Si, Presidente. Io, per correttezza, non so se lei prima che io prenda la parola, magari può essere utile l'intervento del collega Palese su questo punto, se lei ritiene.

PRESIDENTE. Il collega Palese, che sempre, come dire, aiuta nella soluzione delle questioni.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Questo io le chiedo, cortesemente di dargli la parola.

PRESIDENTE. Se vuole intervenire di nuovo sull'ordine dei lavori non ha senso, perché ha già parlato. Onorevole Palese, prego, se non altro per simpatia, prego.

ROCCO PALESE. Grazie per il complimento, Presidente, ne sono onorato. Io avevo chiesto la parola per un motivo molto semplice. Sul problema formale avevamo già tutti cognizione e certezza che le risposte non potevano essere quelle che ci ha dato prima l'onorevole Fiano e quelle che ci ha dato poi l'onorevole Sisto. Io ho chiesto una risposta politica e questa risposta politica può avvenire subito, noi abbiamo la necessità di averla. Anche lei, signora Presidente, quando durante l'ultima Conferenza dei capigruppo è stato raggiunto un punto di caduta politica di accordo, le opposizioni tutte ci hanno impiegato zero secondi a venire qui dentro e a ritirare quattromila subemendamenti. Ora noi chiediamo che ci sia la stessa formalizzazione politica rispetto a quella che è stata un'esigenza.
Onestamente, non riesco a comprendere perché davanti al possibile raggiungimento di un'approvazione matematica di questa riforma in tempi certi e senza problemi di tempistica, non ci sia una risposta positiva davanti all'impegno da parte di tutti gruppi di opposizione di tempi certi rispetto a sabato, ore 15, in riferimento a tutti gli articoli e a tutti gli emendamenti, di non presentazione di emendamenti integrativi o subemendamenti per quello che riguarda l'articolo 15 se riferito... (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie)...

PRESIDENTE. Scusate, scusate, colleghi..

ROCCO PALESE. Davanti a una situazione del genere – e mi avvio subito alla conclusione – le soluzioni sono tre: o una risposta positiva politica da parte della maggioranza o del Governo che è qui presente, o una risposta negativa, o infine, a questo punto, ancora la lotta. Della parte tecnica il presidente Sisto si assuma la responsabilità e convochi subito il Comitato dei nove, perché non c’è altra assunzione per dirimere questo impasse politico.

STEFANO QUARANTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO QUARANTA. Presidente, lei sa che io in queste settimane ho sempre cercato di fare lo sforzo di intervenire nel merito delle questioni. Abbiamo affrontato diversi articoli, abbiamo provato ad evitare ostruzionismi inutili, ma di stare nel merito delle questioni. Ora mi pare che qui oggi si stia facendo una discussione sbagliata, perché ci stiamo rimpallando le responsabilità tra Presidente della Camera, presidente della Commissione e gruppi parlamentari.
Qui c’è una persona che dovrebbe spiegarci perché siamo qui a discutere di riforma della Costituzione quando ci è stato detto che il voto finale deve essere a marzo, senza che ci sia alcuna urgenza, ed è il Presidente Renzi, che è qui ed è l'unico che sta zitto (Applausi dei deputati dei Pag. 273gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Se qui c’è qualcuno che può sbloccare questa situazione con un minimo di senso di responsabilità, questo è il Presidente del Consiglio. Visto che ci ha fatto l'onore di essere qui presente in mezzo a noi e già che lei è qui presente, le dico anche un'altra cosa: noi abbiamo posto molte questioni di merito con spirito costruttivo in queste settimane, ma la sua Ministra e i suoi sottosegretari mai ci hanno dato risposta, non so se per incapacità o per non volontà di dialogo. Visto che lei è qui presente, se vuole dirci due parole sul perché stiamo superando in questo modo il bicameralismo perfetto, un modo per noi assurdo. Noi siamo d'accordo sull'obiettivo, ma il merito ci sembra ridicolo. Se poi ci vuole dire se è in grado di ricreare in quest'Aula un clima che non c’è, anche per le forzature che lei e il suo Governo avete fatto inutilmente, perché parliamo di una riforma che dovrebbe essere del Parlamento e non del Governo, forse in questo caso può darci una mano a dirimere questa questione. Se la sua presenza qui serve a questo, sarò il primo a ringraziarla, ma forse lei è il vero interlocutore di questa discussione, altrimenti tra di noi colleghi ci stiamo prendendo in giro, perché ci rimpalliamo delle responsabilità che sono del signor Presidente Renzi, qui di fronte a noi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie).

PRESIDENTE. Deputato Quaranta, la ringrazio. Allora, presidente Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Qualche volta uno si chiede se nella vita si può trovare in una situazione di questo genere. Si, ci si può trovare e si deve assumere le sue responsabilità, come è giusto che sia.
Presidente, io ribadisco ovviamente quello che ho prima riferito: il Comitato dei nove non è uno strumento di superamento dell’impasse che c’è nell'Aula. Quindi, se dovessi pensare ad una funzione puramente, come posso dire, ortodossa della riunione del Comitato, direi che non è certamente quella la sede per risolvere il problema che si chiede di risolvere.
Però, devo dire, con molta serenità, che ho l'impressione che si voglia utilizzare questa riunione, in qualche maniera, per provare a risolvere il problema dell'Aula. Io opterei, Presidente, per una soluzione di mezzo, che può essere quella che, in qualche modo, va incontro a tutte le esigenze. Io non so quante votazioni ci siano ancora sull'articolo che stiamo votando. Non ho idea di quanti ce ne siano, se sono tanti o se sono pochi. Quanti ? Tre, quattro votazioni...

ELENA CENTEMERO. Sono trenta votazioni !

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Trenta votazioni ! Io chiederei, se fosse possibile, di completare eventualmente questo articolo e di seguito al completamento di questo articolo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Colleghi ! Però, fatelo parlare !

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Mi permetto di segnalare questa soluzione: completare eventualmente le votazioni su questo articolo, con tutto quello che può comportare, e immediatamente dopo riunire il Comitato dei nove.
Questa può essere una soluzione che, in qualche modo, consente all'Aula di proseguire e subito dopo io sarei disponibile, per un tempo molto limitato, a convocare il Comitato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Questa mi sembra una soluzione che potrebbe essere accolta dall'Aula, da tutti. No ? Comunque, noi dobbiamo, a questo punto, andare avanti, perché avete chiesto il parere del Comitato Pag. 274e il parere del presidente. Avete avuto tutti i pareri, scusate (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Il presidente Sisto ha detto quella che è la sua proposta. A questo punto voi avete fatto la vostra proposta, prima, dicendo che voi volete l'interruzione tout court. Adesso lasciate alla Presidenza la facoltà di scegliere cosa fare, perché la facoltà è mia e, dunque, tocca a me decidere come andare avanti. Ognuno si è espresso (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutti si sono espressi, tutti si sono espressi, e tutti più di una volta !
Dunque, sulla base di quanto abbiamo sentito, spetta alla Presidenza decidere come portare avanti i lavori e la Presidenza accoglie quanto prospettato dal presidente Sisto. Dunque, portiamoci avanti con questo articolo e poi si farà la pausa per la riunione del Comitato dei nove.
Passiamo alla votazione del subemendamento Cozzolino 0.36.06.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Chiarelli, su che cosa intende parlare ? Prima mi indichi su che cosa intende parlare.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, su un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Siamo in votazione adesso, siamo in votazione (Commenti del deputato Chiarelli) ! Onorevole Chiarelli, la prego: ho già indicato il numero del subemendamento, abbia pazienza ! Ho già ricordato i pareri ! Dopo le darò la parola. (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.06.1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Allora, hanno votato tutti ? Gregori, Boccuzzi. Chi altro ? Grassi. Chi altro ? Hanno votato tutti ? No. Chi è lì ? Datemi i nomi ! Fiorio. Poi chi altro ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 309
Astenuti 4
Maggioranza 155
Hanno votato 24
Hanno votato no 285

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione del subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.6 (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Non c’è bisogno di agitarsi, l'ho visto. Perfetto. Si può fare opposizione in un modo diverso ? Si può evitare di gridare ? Devo dare la parola all'onorevole Chiarelli: posso darla ? È possibile dare la parola all'onorevole Chiarelli ? Grazie. Prego deputato.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, faccio riferimento sempre all'articolo 8 del Regolamento. Le chiedo di non farci rimpiangere Giachetti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Abbiamo sostanzialmente chiesto a Giachetti, perché era stato abbastanza nervoso stasera, dovuto anche al fatto che stava poco bene, perché devo riconoscere che ha sempre condotto quest'Aula, tranne stasera, in maniera normale.
Presidente, io le voglio chiedere una cosa proprio in ordine ai lavori. Lei dice: indico la votazione se non ci sono interventi; io chiedo di intervenire e lei, invece, Pag. 275mette in votazione. Giusto per capire perché, siccome è la prima legislatura, è giusto per adeguarmi un po’ all'andamento dei lavori.

PRESIDENTE. Si trattava di dichiarazione di voto, onorevole Chiarelli.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Sì, ma lei aveva chiesto se qualcuno voleva intervenire o meno.
Le voglio dire un'altra cosa, Presidente. Io non ho capito la funzione del presidente di Commissione e del vicepresidente, perché noi abbiamo un vicepresidente di Commissione del PD che chiede di convocare urgentemente il Comitato dei nove, poi si chiede l'intervento invece al presidente di Commissione, il quale sostiene che non vi è l'urgenza, se non dopo aver fatto i trenta voti. Allora, non mi è chiaro se l'urgenza c’è e vi è la soluzione a convocarlo subito o qual è la causale di farlo dopo i trenta voti.

PRESIDENTE. Io avevo capito che era un richiamo al Regolamento il suo.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Infatti, sì è questo.

PRESIDENTE. Qual è, dunque, l'articolo del Regolamento ?

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Ma perché riguarda il suo buon andamento dei lavori, Presidente, lo faccio nel suo interesse. Si tratta dell'articolo 8 sostanzialmente; è questo che volevo dire.

PRESIDENTE. Va bene. Su questo avremmo già deciso però, onorevole Chiarelli.

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Sì, Presidente, quello che non è chiaro, però, e io vorrei che il presidente Sisto ancora una volta ci spiegasse, è la differenza fra convocare ora il Comitato dei nove e convocarlo fra trenta voti.

PRESIDENTE. Onorevole Chiarelli, la ringrazio. Allora, stando al subemendamento, i pareri sono contrari di Commissione e Governo e favorevoli dei tre relatori di minoranza.

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Fraccaro ? O parla sul subemendamento...

RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Benissimo, prego (Commenti del deputato D'Ottavio). Collega D'Ottavio ! Il collega Fraccaro chiede di parlare. Lasciamo parlare il collega Fraccaro. Prego, collega Fraccaro.

RICCARDO FRACCARO. Intervengo, Presidente, per spiegare il mio non voto su questo subemendamento. Visto che sono in dichiarazione di voto, vorrei spiegare perché non mi sento di votare questo subemendamento. Non mi sento di votarlo, perché, Presidente, lei non ha fatto parlare il mio gruppo parlamentare precedentemente in dichiarazione di voto su un emendamento e, in questo momento, deve essere molto sensibile alle nostre esigenze, alle esigenze dell'opposizione. Forse, Presidente, sarebbe più agevole per lei svolgere il suo ruolo se uscisse da quest'Aula il Presidente del Consiglio. Forse si sente succube della sua presenza, e dico questo Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, il Presidente del Consiglio ha diritto di stare in quest'Aula. Ha semplicemente diritto ed io mi sento a mio agio, glielo posso assicurare.

RICCARDO FRACCARO. Perfetto, ho detto questo, Presidente, in quanto la situazione che si è creata in quest'Aula è nata dopo che dal Governo è arrivato un diktat, quello di finire le votazioni entro sabato.Pag. 276
Non c'era nessun motivo per deliberare la seduta fiume. Non c'era alcun motivo, perché sa benissimo che lei ha introdotto questa innovazione all'interno dell'applicazione del Regolamento della Camera: la seduta fiume in discussione sulle riforme costituzionali, quando sa benissimo che la fiume viene posta in presenza di una scadenza. Le riforme costituzionali non hanno scadenza. L'unica scadenza che è stata posta è quella del Presidente del Consiglio Renzi.
E, allora, Presidente la verità è che qui non stiamo difendendo semplicemente l'applicazione o meno di un articolo del Regolamento, ma stiamo cercando di difendere la democrazia parlamentare, perché in democrazia parlamentare il Parlamento decide e il Governo esegue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E qui oggi non ci troviamo di fronte ad un esecutore: il Presidente del Consiglio Renzi non è seduto qui come un esecutore della volontà del Parlamento, è seduto qui come un dittatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che sta imponendo ai suoi tirapiedi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) di votare una Costituzione che sta calpestando i diritti fondamentali. Il Presidente del Consiglio...

PRESIDENTE. Allora...

RICCARDO FRACCARO. No, Presidente, mi lasci finire. Il Presidente del Consiglio, che non si presenta mai in Aula, è qui per chiedere lo scalpo dei diritti fondamentali dei cittadini italiani. Il Presidente del Consiglio in questo momento sta chiedendo alla sua maggioranza parlamentare, che rappresenta il 43 per cento della volontà della popolazione italiana che ha votato alle ultime politiche, di imporre delle riforme costituzionali indecenti all'altro 57 per cento.
Quindi, Presidente del Consiglio, io la invito a fare una riflessione. Oggi non ha nessun alibi, non ha più nessun alibi di imporre una riforma così nefasta per i nostri diritti, non ha nessun alibi.
Le ricordo che lei sta presentando un combinato disposto – riforma costituzionale e legge elettorale – che prevede un Senato non di eletti, ma di nominati, di consiglieri regionali con l'immunità; sta presentando un Parlamento di nominati senza preferenze che risponderanno a un capo, perché quel capo vuole essere lei.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO FRACCARO. E oggi è qui, Presidente, per chiedere, per imporre alla sua maggioranza, in cambio del 2018 come scadenza della legislatura, una votazione ed è qui per assicurarsi che eseguano i suoi ordini; e loro li eseguiranno perché vogliono lo stipendio: è l'unica verità !

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO FRACCARO. Mi dispiace se fuori da questo Parlamento viene trasmessa un'immagine diversa della realtà, ma noi oggi non stiamo facendo ostruzionismo per noi, per il consenso, ma per salvare la democrazia parlamentare in questo Paese. Ne dovrà rispondere ai cittadini prima o poi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Allora, sia ben chiaro, onorevole Fraccaro, e credo che non le sia sfuggito, sia chiaro a lei e a tutti in quest'Aula che la «seduta fiume» è stata votata da quest'Aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.6, con il parere contrario di Commissione e Governo, e favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione – I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle battono ritmicamente sui banchi e scandiscono: «onestà ! onestà !»).

Bolognesi, Di Salvo, Marchi, Misiani...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 277
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 323
Astenuti 3
Maggioranza 162
Hanno votato 35
Hanno votato no 288

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per la Lega Nord e favorevole dei relatori del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle battono ritmicamente sui banchi e scandiscono: «Onestà ! onestà !»)...
Deputati 5 Stelle, mi costringete a farvi uscire da quest'Aula ! Mi costringete a farvi uscire da quest'Aula ! Vi prego di collaborare. Non mettetemi in condizione di richiamarvi ed espellervi da quest'Aula ! Deputati 5 Stelle, non è così che si esercita il ruolo, in quest'aula ci sono altri modi che impedire agli altri di votare... Voi state impedendo ad altri deputati di votare e questo non è ammissibile in un Parlamento democratico ! Vi invito a ripensare la vostra azione ostruzionistica che è fuori dalle regole !
Allora, a questo punto, andrò avanti lo stesso con la votazione. Questa è una brutta pagina (I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle continuano a battere ritmicamente sui banchi e a scandire: «Onestà ! onestà !») !
Vignaroli, la richiamo all'ordine, la richiamo all'ordine ! Si allontani dall'Aula ! Deputata Spessotto, si allontani dall'Aula ! Deputato Vacca ! Adesso sospenderò la seduta e le persone che sono state nominate verranno espulse ! Il deputato Vacca è stato già espulso. Andiamo avanti. Deputato Brescia ! Deputato Brescia ! Bene, l'ho richiamata due volte, espulso anche lui, andiamo avanti ! Deputato Scagliusi, anche lei è richiamato per due volte... deputato Scagliusi espello anche lei dall'Aula ! Deputata Liuzzi... Bene, espello anche lei !
A questo punto sospendo la seduta per cinque minuti (Proteste dei deputati del gruppo del Partito Democratico), per consentire a questi deputati di uscire dall'aula.

La seduta, sospesa alle 2,55, è ripresa alle 3,35.

PRESIDENTE. Colleghi, se tutti i colleghi prendono posto, per favore... Siamo all'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie ed il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, vorrei intervenire nel merito e sono contentissimo che sia presente il Presidente del Consiglio, perché in Commissione affari costituzionali – e credo che tutte le opposizioni possano testimoniarlo – abbiamo cercato di capire le ragioni di alcune scelte e ne abbiamo chiesto spesso conto al sottosegretario Scalfarotto e al Ministro Boschi. Vorrei approfittare della presenza del Presidente Renzi per comunicargli che, in realtà, noi non abbiamo mai ricevuto reali risposte e penso che tutte le opposizioni le possano confermare che il Ministro ed il sottosegretario non sono mai entrati nel merito per spiegarci la ragione di una scelta piuttosto che di un'altra.
Allora approfitto di questa proposta emendativa, magari, per chiedere a lei una risposta e, sempre attraverso la Presidente, in particolare, Presidente del Consiglio, visto che si parla di consiglieri regionali e Pag. 278in particolare la proposta emendativa si riferisce all'articolo che tratta di regioni e di Senato, vorrei chiederle le ragioni e il motivo della scelta per cui lei ha optato, nello scrivere questo testo, per un Senato composto da consiglieri regionali e da sindaci eletti dai consigli regionali stessi. Perché in realtà lei ha scelto un Senato di nominati e non di eletti ? In particolare, Presidente, di fronte ai continui scandali che noi vediamo all'interno dei consigli regionali, allo sperpero di denaro e all'abuso di potere che i consiglieri regionali portano avanti (più di 500 indagati, più della metà dei consiglieri regionali oggi sono indagati) perché lei, Presidente, pensa che sia opportuno premiare questi consiglieri regionali, dando loro la qualifica di senatori e anche l'immunità ?
Io penso che questo sia un tentativo da parte sua di salvare una categoria politica, che è al minimo consenso storico in questo momento all'interno del Paese. Piuttosto che tutelare i cittadini, lei tutela la casta con questa scelta. E in realtà, Presidente, lei sta facendo anche un'altra cosa. Non dando la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti all'interno del Senato, ma ai consiglieri regionali, lei attribuisce la scelta alle dinamiche dei partiti all'interno delle regioni. Non si tratta di persone che rappresentano le regioni, perché altrimenti avrebbero il vincolo di mandato, come succede in altri Paesi molto più seri di questo. Lei sta attribuendo la facoltà a persone elette e nominate all'interno dei consigli regionali di sedere con l'immunità presso il Senato e poi di votare liberamente, quindi anche contrariamente all'orientamento di quella regione e di quel consiglio regionale. Allora mi chiedo: come può essere espressione quel consigliere, che magari è indagato o che magari ha commesso degli illeciti – però è con l'immunità una volta diventato senatore – a rappresentare le regioni realmente ?
Siccome tutte le opposizioni si sono dette in Commissione molto più orientate altrove e vedevano molto più ragionevole optare per un modello tedesco del Senato delle autonomie, piuttosto che per un modello «renziano», io chiedo a lei – visto che non abbiamo avuto risposta ragionevole da parte del sottosegretario e della Ministra – di spiegare il motivo di questa scelta che è frutto, penso, di un ragionamento interno al Governo o, comunque, di un Governo allargato in quel momento a Forza Italia.
Se è un diktat, un compromesso raggiunto con Forza Italia, io penso, Presidente, che si possa rivedere, visto che non ha ragione di sussistere, visto che non ha più alibi per non cambiarlo. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, io so benissimo che riesce a sentirmi anche se guarda l'altra parte, ma non so se vuole interagire con noi.

PRESIDENTE. Concluda per favore.

RICCARDO FRACCARO. La invito, Presidente, a rispondere, visto che ci costringe con le sue necessità mediatiche a votare le riforme costituzionali alle quattro di notte, almeno a dirci una parola ed esprimere un suo ragionamento in merito.

ANTONIO DISTASO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Grazie Presidente. Io ho chiesto la parola per un richiamo al Regolamento, in particolare sull'articolo 8. Il mio delegato d'Aula, onorevole Palese, mi informa che sarebbe stato raggiunto un accordo sull'andamento dei lavori quanto meno per questa notte. Se così è, rinuncio ovviamente al mio intervento purché si sia sbloccata la situazione. Quindi, in questo caso rinuncio se no richiederò la parola. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio. Bene, se non ci sono altri interventi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06 con parere contrario di Commissione, Governo e relatore Lega Nord e Autonomie e parere favorevole dei relatori del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.Pag. 279
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Folino. Palma. Mura. Carrozza. Beni. Turco. Sanna. Cimbro. Beni non riesce a votare. Sannicandro non riesce a votare. Ecco ha votato. Beni ha votato ? No. Che succede ? Allora, forse c’è bisogno di un po’ più di tempo. Ecco ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 329
Votanti 328
Astenuti 1
Maggioranza 165
Hanno votato 25
Hanno votato no 303

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Siamo al subemendamento D'Ambrosio 0.36.07.7, con i pareri contrari di Commissione e Governo e favorevoli dei relatori di minoranza di Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro, ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO. Presidente Boldrini, la ringrazio della parola. Io sono entrato nel merito come spesso lei ha chiesto. Silenzio assoluto come sempre, Presidente. Come da mesi a questa parte, non so se se ne è accorta. Vado avanti. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). No, perché siamo sempre in Italia dove non c’è ragione per fare le proteste, dobbiamo aiutarla a essere arbitro. Poi, noi lo facciamo, silenzio totale. E stiamo parlando delle riforme della Carta costituzionale. Benissimo. Ci riprovo ! Ci riprovo. Discutiamo con tutti, con tutti, poi solo con Verdini. Discutiamo con tutti. Vero Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Altro punto che non capisco, che riguarda sempre il Senato e anche la Camera, in questo caso. Lei arriva a un punto di svolta. Chiede di passare dal bicameralismo al monocameralismo e, per tutelare i diritti degli enti locali, per tutelare gli interessi degli enti locali, pensa a un Senato delle autonomie. Con i limiti che le ho illustrato prima e a cui non ha ancora risposto.
In ogni caso, Presidente, questo Senato delle autonomie deve incidere, perché possa tutelare i propri interessi, nell'iter legislativo, magari proprio nell'ambito delle leggi che più gli interessano come quelle finanziarie e così via. Ma proprio con riferimento a quelle leggi che sono più importanti per le regioni, andiamo a vedere che poteri ha, il Senato, Presidente. Il Senato, in realtà, ha la possibilità, sostanzialmente, di esprimere un parere, di chiedere delle modifiche alla Camera. Una volta che raggiunge la necessaria maggioranza – che comunque è un'operazione complessa – per chiedere le modifiche alla Camera, la Camera si può esprimere su queste modifiche, ma con che maggioranza ? Quando va bene con la maggioranza semplice, quando va male con la maggioranza assoluta. Ma lei sa meglio di me che con la legge elettorale che ha proposto, con l'Italicum, la maggioranza assoluta è garantita a una sola forza politica che magari è una minoranza all'interno del Paese come consenso, perché con la legge elettorale, è paradossale, magari non succederà mai, ma teoricamente può succedere che una forza politica che ha il 5 per cento può avere il 54 per cento dei seggi. Ditemi se sbaglio; Presidente Renzi, mi dica se sbaglio. Allora una decisione presa a maggioranza, anche iperqualificata da parte del Senato, può essere, in qualsiasi momento, sorpassata, ignorata da quella forza politica, da un solo partito.
Allora, che garanzie diamo al Senato ? Nessuna; quali poteri diamo nelle materie in cui ha interesse ? Nessuno. Dovrà chiedere, chinarsi, chiedere qualcosa magari in cambio alla forza di maggioranza in quel momento e quindi le regioni diventeranno succubi, non avranno un potere reale, saranno, anche queste, delle serve del padrone, per poter ottenere quello che chiedono. Infatti non ci sarà bisogno per la forza politica di minoranza nel Paese, Pag. 280ma maggioranza alla Camera, di interloquire con le altre forze politiche che, magari, hanno interessi diversi nelle regioni. Allora, su questo punto, Presidente, che mi sembra irragionevole in maniera abbastanza evidente – io non riesco a capire sinceramente la logica che sta dietro questa scelta – le chiedo con un atteggiamento, come vede, Presidente Boldrini, estremamente positivo e propositivo, di dialogare con le forze politiche di opposizione che, le ricordo, in realtà sono maggioranza assoluta all'interno del Paese, rispetto alle ultime elezioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.07.7, i cui pareri ho dato in precedenza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Campana, Verini, Capelli, Covelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 322
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 35
Hanno votato no 287

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.07.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Palma, Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 330
Votanti 328
Astenuti 2
Maggioranza 165
Hanno votato 37
Hanno votato no 291

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.36.07.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Amoddio, Casati, Covello, Tidei. Hanno votato ? Si ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 329
Votanti 327
Astenuti 2
Maggioranza 164
Hanno votato 37
Hanno votato no 290

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Sannicandro 36.07 (versione corretta), con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia e Libertà, e con il relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Boccuzzi, Palma, Migliore, Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 281
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 330
Votanti 326
Astenuti 4
Maggioranza 164
Hanno votato 36
Hanno votato no 290

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.36.08.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Carrozza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 322
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 34
Hanno votato no 288

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.08.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ascani, Carella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 330
Votanti 327
Astenuti 3
Maggioranza 164
Hanno votato 38
Hanno votato no 289

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.36.08.11, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fitzgerald, Bolognesi, Tidei.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 325
Astenuti 3
Maggioranza 163
Hanno votato 289
Hanno votato no 36

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Giancarlo Giorgetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Il subemendamento successivo Dieni 0.36.08.12, è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia e Libertà, e con il relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 325
Astenuti 3
Maggioranza 163
Hanno votato 40
Hanno votato no 285

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 282

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.012.12, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 326
Astenuti 2
Maggioranza 164
Hanno votato 36
Hanno votato no 290

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Un attimo di pazienza, colleghi, c’è un subemendamento che pensavamo precluso. Colleghi, devo annullare la votazione che abbiamo fatto sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08. Questa va annullata, ma votiamo il subemendamento Dadone 0.36.08.14, che ci è stato sapientemente evidenziato da Bragantini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.36.08.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 322
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 38
Hanno votato no 284

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Scotto 36.08, nel testo subemendato con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il relatore di minoranza del Movimento 5 Stelle che si rimette all'Assemblea, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Sinistra Ecologia e Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Magorno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 325
Astenuti 3
Maggioranza 163
Hanno votato 36
Hanno votato no 289

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer. Chi altro ? Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 313
Astenuti 11
Maggioranza 157
Hanno votato 288
Hanno votato no 25

La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 283

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti ? Covello. Chi altro ? A posto ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 315
Astenuti 12
Maggioranza 158
Hanno votato 28
Hanno votato no 287

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 314
Astenuti 10
Maggioranza 158
Hanno votato 28
Hanno votato no 286

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Moscatt ha votato, bene tutti hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 323
Votanti 311
Astenuti 12
Maggioranza 156
Hanno votato 273
Hanno votato no 38

La Camera approva (Vedi votazioni).

Avverto che è precluso il subemendamento D'Ambrosio 0.36.012.8.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.012.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carbone. Carrozza. Ci siamo ? Non dichiaro chiusa la votazione, Caparini. Ce l'ha fatta ? Bene. Nessun altro ? Come vota ? Me lo chiedevo, così, informalmente.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 284
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 308
Astenuti 16
Maggioranza 155
Hanno votato 40
Hanno votato no 268

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 36.012.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Presidente, devo dire la più vivida e fervida o se volete perversa immaginazione non mi avrebbe potuto suggerire che avremmo ragionato di macro regioni a quest'ora del mattino, alle 4 del mattino. Ma tant’è: questo è il desiderio e noi ci adeguiamo.
Avevamo detto che le due ipotesi sulle quali si lavorava o si poteva lavorare per una ridefinizione degli ambiti regionali erano o, la prima, una soluzione autoritativa dall'alto, strutturale, e cioè una modifica tout court dell'articolo 131 della Costituzione, o, l'altra soluzione, l'abrogazione dell'articolo 131, e siamo in questa fattispecie, e la riformulazione dell'articolo 132, portando a 10 milioni di cittadini il limite per ricostruire dal basso, partendo da una volontarietà dei territori e quindi delle regioni e quindi dei consigli regionali, sottoposta poi, quella valutazione, alla proposta referendaria successiva.
È evidente che il meccanismo che noi privilegiamo con questo articolo aggiuntivo è proprio quello che promana dal basso, non quello che con un tratto di penna costituzionale, con un'ascia costituzionale, chiude la partita ridefinendo i limiti territoriali, ma piuttosto attraverso un'azione di coinvolgimento, di partecipazione dei territori perché quei territori giungano a soluzioni condivise.
E guardate, vi è una condizione che io rilevo in questa riforma costituzionale e che avrei già suggerito in un precedente intervento. È evidente che siffatta riforma determina la condizione per la quale le regioni a Statuto ordinario perdono ruolo, potestà e funzioni a vantaggio dello Stato, mentre queste funzioni non sono perse dalle regioni a Statuto speciale, alimentando cioè una sorta di asimmetria che diventa difficilmente tollerabile. Penso, per esempio, al sistema dei costi standard, che varrà per la Lombardia, per la Calabria, per la Campania, ma per esempio non varrà per la Sicilia o per la Valle d'Aosta; andrà, insomma, pur posta una questione che riguarda le province autonome che godono di una straordinaria legislazione di favore, unica in Europa. E provo qui a fare un esempio. Nonostante il PIL pro capite più alto d'Italia, 39.800 euro, il PIL della provincia di Bolzano, nonostante quel PIL il più alto d'Italia, più del PIL della Lombardia, più del PIL della Toscana, quasi tre volte quello della Campania, ebbene, lì si è esonerati sul fronte della solidarietà. Viceversa, il Veneto confinante, pur avendo un PIL pro capite di 30 mila euro l'anno, si sobbarca dell'onere della solidarietà.
Quindi, mi pare più che evidente che una qualche mano, in questa fase, andrebbe messa. Capisco che non si può lavorare sulle ipotesi delle macroregioni senza pensare a un nuovo disegno degli aspetti dell'autonomia finanziaria, ma pur bisogna iniziare e qui e questa è l'occasione utile per iniziare.
Vorrei offrire alla vostra valutazione che 13 regioni sono andate al voto nel 2010. Di queste 13 regioni, 6 hanno terminato con largo anticipo il mandato. Pur significherà qualcosa ! Dieci regioni, cioè la metà, sono sottoposte al piano di rientro dal debito sanitario; di queste, cinque sono state commissariate e solo la maggiore capacità di entrate fiscali ha evitato un percorso analogo per altri enti territoriali.
Per queste ragioni crediamo che questa sia l'occasione per cominciare a metter mano ad una iniziativa non dall'alto, ma che parta dal basso, che coinvolga i territori, Pag. 285che sia valutata dai consigli regionali e che sia sottoposta ad ulteriore azione referendaria. Per questa ragione votiamo a favore dell'articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.012, nel testo subemendato; i pareri sono tutti contrari.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Grassi, hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 14
Hanno votato no 299

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e favorevole degli altri due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Molea, Borghi, Bonomo, Gasparini, Ciracì.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 311
Astenuti 8
Maggioranza 156
Hanno votato 40
Hanno votato no 271

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.014, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Bergonzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 316
Astenuti 5
Maggioranza 159
Hanno votato 16
Hanno votato no 300

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 313
Astenuti 1
Maggioranza 157
Hanno votato 31
Hanno votato no 282
Sono in missione 67 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 286

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.013, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Covello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 325
Votanti 324
Astenuti 1
Maggioranza 163
Hanno votato 18
Hanno votato no 306

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Galgano, Palese.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 315
Astenuti 7
Maggioranza 158
Hanno votato 45
Hanno votato no 270

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.017, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula, e con il parere favorevole del relatore del gruppo Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bolognesi, Piepoli. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 315
Astenuti 7
Maggioranza 158
Hanno votato 17
Hanno votato no 298

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore del gruppo Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti ? Piepoli, Murer, Sani. Relatore Quaranta, mi scusi, la stanno chiamando. Va bene ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 315
Astenuti 11
Maggioranza 158
Hanno votato 29
Hanno votato no 286

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 287

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gelmini 36.04, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Che c’è ? Migliore; ecco, ha votato. Chi altro ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 314
Astenuti 8
Maggioranza 158
Hanno votato 16
Hanno votato no 298

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gelmini 36.03, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Qui hanno votato tutti. Ci siamo ? No. Saltamartini, ha votato. Chi altro ? Caparini, Albanella, Alli. Alli ha votato. Hanno votato tutti ? Tidei. Ci siamo ? Ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 325
Votanti 318
Astenuti 7
Maggioranza 160
Hanno votato 17
Hanno votato no 301

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Russo 36.018, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Romele, Marroni. Romele non riesce a votare; Romele, che succede ? Allora, vediamo se ce la fa, altrimenti mandiamo un tecnico. Ecco, ce l'ha fatta. Patriarca, ce l'ha fatta ? No. C’è Patriarca che non riesce a votare; abbiate pazienza. Ce l'ha fatta ? No, mi pare di no. Vada, vada; ecco, ce l'ha fatta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 325
Votanti 323
Astenuti 2
Maggioranza 162
Hanno votato 16
Hanno votato no 307

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 36.0200 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 323
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato 42
Hanno votato no 281

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 288

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 36.0201 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 321
Astenuti 1
Maggioranza 161
Hanno votato 20
Hanno votato no 301

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.0503.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 17
Hanno votato no 295
Sono in missione 67 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.0503.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carbone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 19
Hanno votato no 300

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.0503.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 315
Astenuti 5
Maggioranza 158
Hanno votato 19
Hanno votato no 296

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 289Brunetta 36.0503, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani, Carrozza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 18
Hanno votato no 301

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.36.01.2, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Covello, Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 320
Astenuti 1
Maggioranza 161
Hanno votato 32
Hanno votato no 288

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.36.01.4 Cozzolino, con i pareri contrari di Commissione e Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 295
Hanno votato no 23

La Camera approva (Vedi votazioni).

Dunque se la Camera approva questo, quello successivo è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.36.01.1, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Chiede di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Si sta discutendo nel merito, ringrazio la maggioranza di aver approvato un subemendamento che non cambia assolutamente niente, semplicemente per poi magari domani vendersi che avete approvato, uno o anche qualcuno di più, emendamenti dell'opposizione o del M5S, semplicemente perché precludevano altri subemendamenti. Questa è l'idea di riforme costituzionali condivise. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 33
Hanno votato no 282

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 290

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli articoli aggiuntivi dei due emendamenti identici Scotto 36.01 e Russo 36.019, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore Lega Nord, con il parere favorevole del relatore SEL, il relatore M5S si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli, Pilozzi, Montroni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 316
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato 35
Hanno votato no 281

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), su cui Governo e Commissione hanno espresso parere contrario, mentre i tre relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente. Vorrei ricordare al Presidente Renzi che questo non è il bar, ma è la Camera dei deputati e quindi, se vuole stare qua, stia seduto oppure vada alla buvette a divertirsi con la propria maggioranza. Questo è il rispetto che ha il Presidente del Consiglio per il Parlamento dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e Autonomie e di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, dell'articolo aggiuntivo 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

COSIMO LATRONICO. Mettiti a sedere, imbecille !

PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 318
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 34
Hanno votato no 284

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Deputato Latronico, la prego...

COSIMO LATRONICO. Lei deve farsi rispettare !

PRESIDENTE. Io mi faccio rispettare, non si preoccupi, onorevole Latronico. Penso che oggi siamo tutti abbastanza provati. Non è concepibile che qui si insultino... Onorevole Latronico, lei ha usato delle parole inopportune.

COSIMO LATRONICO. Lei non ha visto gli atti, Presidente, di sfida e di offesa ! E i deputati meritano rispetto !

PRESIDENTE. Onorevole Latronico... Colleghi, andiamo avanti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 36.0203 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), su cui Governo e Commissione hanno espresso parere contrario, mentre i tre relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.Pag. 291
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Montroni... Misiani... Ascani... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 38
Hanno votato no 281

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.36.09.21, su cui Governo e Commissione hanno espresso parere contrario, mentre i tre relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa... Blazina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 316
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato 33
Hanno votato no 283

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.36.09.20, su cui Governo e Commissione hanno espresso parere contrario, mentre i tre relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 321
Astenuti 1
Maggioranza 161
Hanno votato 34
Hanno votato no 287

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Siamo all'articolo aggiuntivo Costantino 36.09, qui i pareri sono: contrari di Commissione e Governo, favorevole di Lega Nord e SEL e si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle. Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 30
Hanno votato no 285

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Colleghi, questa era l'ultima votazione. Si è concluso l'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 36. Quindi ora procediamo ad una sospensione tecnica della seduta che riprenderà questa mattina alle ore 10,30, anche per consentire la riunione del Comitato dei nove. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 4,35, è ripresa alle 10,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Boccia, Pag. 292Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Carbone, D'Alia, Dambruoso, Fedriga, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giachetti, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Molea, Pisicchio, Portas, Sani, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato in prima deliberazione dal Senato, n. 2613-A.
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, era stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Costantino 36.09.

(Esame dell'articolo 37 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Prego i colleghi di prendere posto ed anche di liberare l'emiciclo.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere, sull'articolo 37, onorevole Fiano.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, chiederei un attimo di attenzione anche dei colleghi, tramite lei, ovviamente, se me lo consente, perché...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, se liberate l'emiciclo... Non vi fate chiamare per nome, perché poi è antipatico. Colleghi, per favore... Prego, presidente Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Perché riteniamo la situazione particolarmente delicata; e chiederei l'attenzione dei colleghi, in particolar modo dei colleghi di maggioranza.
Ci risulta che la questione venutasi a creare ieri sera nel Comitato dei nove non si sia risolta in modo chiaro e definitivo. Riteniamo altresì che i lavori dell'Aula non possano e non debbano proseguire come nella giornata di ieri. Quindi, chiedo a lei, ovviamente in qualità di Presidenza della Camera dei deputati, di convocare immediatamente una Conferenza dei presidenti di gruppo al fine di poter determinare, in modo chiaro e definitivo, le posizioni e il proseguo dei lavori. Se questa richiesta non venisse accolta, riterremmo impraticabile portare avanti l'Aula che tratta riforme costituzionali come è avvenuto nella giornata di ieri. Ripeto: è un appello che mi auguro non cada nel vuoto.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, l'Aula ieri è stata sospesa per consentire al Comitato dei nove di riunirsi, con poi il differimento per quanto riguarda l'inizio dei lavori a questa mattina. Nel dibattito di ieri, nel difficile e concitato dibattito di ieri, il Comitato dei nove era collegato poi ad una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare se fosse possibile o se c'erano le condizioni politiche per la ridefinizione del calendario dei lavori dell'Aula.
Io sono qui a chiederle, signor Presidente, sulla base dei risultati del Comitato dei nove, positivi o negativi che siano, di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare se ci sono le condizioni di ridefinizione del calendario. In caso contrario, sarà molto difficile, anche per il mio gruppo politico, poter continuare i lavori dell'Aula. Quindi, mi Pag. 293associo a quanto richiesto dal collega Fedriga, e la prego di valutare con estrema attenzione quanto le ho espresso.

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusate, colleghi, per favore: io vi inviterei a prendere posto.

ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, l'esito del Comitato dei nove sembra non aver prodotto risultati che auspicavamo, per cui per quello che ci riguarda è necessaria, come hanno chiesto gli altri colleghi dell'opposizione, una Conferenza dei presidenti di gruppo per ridefinire il calendario e per provare a ripartire.
Se non fosse possibile, io credo che sarebbe un errore molto grande e si determinerebbe un clima di difficile gestione per tutti.

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Signor Presidente, anche noi del MoVimento 5 Stelle interveniamo perché, a seguito, di fatto, della riunione del Comitato dei nove e quindi delle considerazioni e del seguito che si è avuto, vorremmo come minimo un confronto con tutti gli altri gruppi e credo che la scelta di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo sia la scelta più giusta e noi ci associamo alla richiesta delle altre opposizioni.

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, credo che la richiesta motivata dal presidente Fedriga debba e possa essere tranquillamente accolta. Io comunque mi associo a questa richiesta e credo che veramente e plasticamente si sia capito in queste ore come il percorso per una riforma costituzionale non debba e non possa essere quello che è stato imposto a quest'Assemblea.

PRESIDENTE. Intanto, nel ringraziare i colleghi che sono intervenuti anche per la pacatezza e la serenità con cui hanno posto le loro argomentazioni, mi pare che sia giunta da tutti i gruppi di opposizione...

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, giusto perché ieri sera – ho sbagliato: ieri mattina, anzi questa mattina – ci si era lasciati...

PRESIDENTE. Ormai, nella seduta fiume, fa poca differenza, Presidente Sisto. Diciamo poche ore fa...

FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Non è stato casuale dire ieri sera, ieri mattina e questa mattina, per dare l'idea proprio della seduta fiume. Comunque, ci si era lasciati con l'intesa che questa mattina ci sarebbe stata una riunione del Comitato dei nove per stabilire quanto potesse essere accoglibile dal Comitato la richiesta del MoVimento 5 Stelle di trattare l'articolo 15 – come è definita poi la stessa richiesta – in coda al provvedimento, nel senso di esaminarlo a marzo e non al termine della seduta fiume.
Ebbene, questa mattina il Comitato dei nove, su proposta del relatore, il collega Fiano, ha stabilito di accantonare l'articolo 15 e di posizionarlo al termine della nostra discussione, prima comunque dell'articolo 38 e seguenti che ovviamente hanno la necessità di essere trattati per ultimi per il loro contenuto. Volevo comunicare questo alla Presidenza perché questo era stato l'impegno con cui, prima di chiudere questa mattina i lavori, ci si era lasciati. Il Comitato dei nove ha quindi Pag. 294stabilito di proporre, per mezzo del suo relatore, che l'articolo 15 fosse trattato in coda alla seduta fiume.

PRESIDENTE. Bene, presidente Sisto, io ho acquisito come Presidenza la richiesta da parte di tutti i gruppi di opposizione della convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo, cosa che mi accingo a comunicare alla Presidente della Camera che – come voi sapete – ha la facoltà di convocarla anche ad horas, quando crede.
Quindi, io ho acquisito questa richiesta. Presidente Brunetta, io in questo momento, posso acquisire la richiesta. Giacché l'ultimo intervento con cui è stata avanzata questa richiesta è stato quello del presidente La Russa, io adesso mi preoccupo di comunicare alla Presidenza questa richiesta.
Nel frattempo, direi che intanto andiamo avanti con la fase dei pareri, quindi il relatore Fiano dovrà dare i pareri sull'articolo 37. C’è il parere del relatore di maggioranza e poi i pareri dei relatori di opposizione.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Presidente Brunetta, cosa c’è ? Prego, prego. Dico a lei, onorevole Brunetta, se vuole intervenire...

RENATO BRUNETTA. Ho anche un cognome...

PRESIDENTE. Ha anche un nome, se è per questo, e io li conosco entrambi.

RENATO BRUNETTA. Presidente, le avevamo chiesto, come opposizioni, di farsi parte diligente per definire subito la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo, non di far proseguire i lavori dell'Aula in attesa di avere una risposta sulla Conferenza dei presidenti di gruppo. Probabilmente lei ieri sera non ha visto o non ha partecipato ai lavori di questa Assemblea, ma questo era il merito del problema di ieri sera, come è stato esplicitato poi dal presidente Sisto.
Quindi, noi le chiediamo, signor Presidente, di dirci se questa Conferenza dei presidenti di gruppo si può fare, e subito, oppure se c’è un «no» rispetto ad essa, perché, rispetto a questa determinazione, le opposizioni di quest'Aula prenderanno delle decisioni molto precise e molto chiare. Quindi, non ci può essere un differimento: ci deve essere una determinazione immediata, lo dico con tutto il garbo di cui sono capace.
Per cui le stiamo chiedendo, signor Presidente, che ci dica «sì» o «no» alla Conferenza dei presidenti di gruppo: se ha bisogno di parlare con qualcuno, sospenda per cinque minuti, dieci minuti, i lavori dell'Aula e, poi, ci comunichi la decisione della Presidenza sulla convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Non ci possono essere differimenti.
Le dico un'altra cosa, signor Presidente, che, qualora non fosse concessa la Conferenza dei presidenti di gruppo, le opposizioni uscirebbero dall'Aula.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, io volevo farle presente che ieri sera... però, se mi ascolta... so che è multitasking, però...

PRESIDENTE. Onorevole Crippa...

DAVIDE CRIPPA. Attendo con pazienza, ma credo che sia importante avere a disposizione la sua...

PRESIDENTE. Sì, ho capito, però...

DAVIDE CRIPPA. ... altrimenti aspetto qualche minuto, non è un problema.

PRESIDENTE. No, no, prego, intervenga. Io sto cercando di fare quello che mi state chiedendo di fare, però ho bisogno di un attimo.

Pag. 295

DAVIDE CRIPPA. Il problema che le stavo ponendo è che ieri sera, di fatto, la Presidente Boldrini ha demandato l'iniziativa al Comitato dei nove per poter dipanare questo punto. Questo punto non è stato dipanato all'interno del Comitato dei nove e, pertanto, ora la palla ritorna nel campo della Presidente Boldrini, che, a questo punto, deve per forza convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché ieri si era espressa dicendo «non anticipiamo», «è inutile, prima ci vuole il parere del Comitato dei nove».
Oggi, il parere del Comitato dei nove è lampante e non corrisponde a quelle che erano le richieste delle forze di minoranza, ovvero di accantonare a marzo l'articolo 15. Qui urge una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché se ieri avevamo demandato la questione al Comitato dei nove, il Comitato dei nove non ha risolto, allora, oggi serve questa Conferenza dei presidenti di gruppo.
Io credo che non si possa andare avanti: pertanto, l'appello anche delle altre forze politiche di minoranza lo condividiamo in toto e ribadiamo la necessità che si dia una risposta urgente di un dialogo seduti intorno ad un tavolo, quello della Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Intanto mi scuso con il collega Crippa per il disagio, ma stavo conferendo con la Presidente in relazione alla richiesta che tutti i gruppi di opposizione hanno fatto circa la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La Presidenza accede alla richiesta della convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo per le ore 12. Quindi, nel frattempo, io do la parola ai relatori per i pareri sull'articolo e, poi, decidiamo cosa fare.
Prego, onorevole Fiano, siamo all'articolo 37: iniziamo dagli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'articolo 37 i pareri sono tutti contrari sugli emendamenti e mi rimetto all'Assemblea su tutti i subemendamenti. Se lei ha un'altra esigenza, li leggo.

PRESIDENTE. Io preferirei, perché qui ho un fascicolo che devo sistemare.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Quindi, me li legga lei.

PRESIDENTE. Gli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Toninelli 37.9.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Toninelli 37.14.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Emendamento Toninelli 37.13.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Subemendamento Toninelli 0.37.15.3.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento Centemero 37.15.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

Pag. 296

PRESIDENTE. Subemendamento Toninelli 0.37.10.3.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento Scotto 37.10.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Toninelli 37.01.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 37.0200, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 37.0201, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Fraccaro 37.04.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Fraccaro 37.03.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Bianconi 37.06.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.37.05.6.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.37.05.1.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Subemendamento Toninelli 0.37.05.5.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.37.05.2.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.37.05.3.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Subemendamento Cozzolino 0.37.05.4.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Lauricella 37.05.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Bragantini ?

MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere sugli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2 è contrario. Sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, il parere è contrario, come pure sugli emendamenti Toninelli 37.9, 37.14 e 37,13. Parere favorevole sul subemendamento Toninelli 0.37.15.3, sull'emendamento Centemero Pag. 29737.15, sul subemendamento Toninelli 0.37.10.3 e sull'emendamento Scotto 37.10.
Mi rimetto all'Aula sull'articolo aggiuntivo Toninelli 37.01 e sull'articolo aggiuntivo 37.0200, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, mentre il parere è favorevole sull'articolo aggiuntivo 37.0201, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, e sugli articoli aggiuntivi Fraccaro 37.04 e 37.03.
Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Bianconi 37.06, sui subemendamenti Cozzolino 0.37.05.6 e 0.37.05.1 e sul subemendamento Toninelli 0.37.05.5. Il parere invece è favorevole sul subemendamento dell'onorevole Cozzolino, scusi, del cittadino Cozzolino, 0.37.05.2. Il parere, infine, è contrario sui subemendamenti Cozzolino 0.37.05.3 e 0.37.05.4 e sull'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05.

PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2. Il parere è contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, nonché sugli emendamenti Toninelli 37.9 e 37.14. Il parere è favorevole sull'emendamento Toninelli 37.13 e sul subemendamento Toninelli 0.37.15.3. Sull'emendamento Centemero 37.15 il parere è contrario. Il parere è favorevole sul subemendamento Toninelli 0.37.10.3 e sull'emendamento Scotto 37.10.
Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi Toninelli 37.01 e 37.0200, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Sugli articoli aggiuntivi 37.0201, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Fraccaro 37.04 e 37.03 mi rimetto all'Aula. Sull'articolo aggiuntivo Bianconi 37.06 il parere è contrario. Il parere è favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.37.05.6 e 0.37.05.1, Toninelli 0.37.05.5, Cozzolino 0.37.05.2, 0.37.05.3 e 0.37.05.4, nonché sull'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05.

PRESIDENTE. Non vedo l'onorevole Toninelli e, quindi, deduco che non intenda esprimere il parere sugli emendamenti.
Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ora alla votazione degli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

(Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e della Lega Nord e Autonomie si grida: chiudi, chiudi !) Colleghi, per favore, colleghi... c’è il Ministro Boschi che non riesce a votare, per favore (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e della Lega Nord e Autonomie si grida: chiudi, chiudi !). Ho capito... colleghi, è la prima votazione della mattina, non è che possiamo... Stanno cambiando la tessera al Ministro Boschi... non riesce a votare l'onorevole Sanna (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e della Lega Nord e Autonomie si grida: basta, basta !). Colleghi... no, così non ci siamo... così non ci siamo ! Ministro Boschi è riuscita a votare ? Ci siamo ? Onorevole Raciti, onorevole Quintarelli (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e della Lega Nord e Autonomie si grida: basta, basta)... Colleghi, io trovo intollerabile questa cosa. Onorevole Raciti, è riuscito Pag. 298a votare ? Chiedo di verificare se ci sono colleghi che non riescono a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie) (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 269
Maggioranza 135
Hanno votato
1
Hanno votato
no 268).

(I deputati Porta e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Colleghi, questo baccano è insopportabile. Questo teatrino non va bene ! Io devo garantire a tutti i colleghi che sono in Aula il diritto di poter votare. È chiaro o non è chiaro ? Basta, è chiusa così la cosa. Per favore, allora !
Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Toninelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.

GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Pini.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, solo per sapere di quanto siamo «sopra» rispetto al numero legale.

PRESIDENTE. Glielo faccio sapere non appena fatto il calcolo. Appare nel momento della votazione, onorevole Pini, non è che rimane scritto in sovraimpressione vita natural durante.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Totaro, Romele, Giacomoni, Giorgetti... Alberto Giorgetti... ha ragione... no, no... Giancarlo Giorgetti è noto che sia già nato pronto. Ci siamo ? Ci sono altri colleghi che non riescono a votare ? Onorevole Laffranco... non vorrei essere accusato di tenere aperta troppo a lungo la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 325
Maggioranza 163
Hanno votato
4
Hanno votato
no 321).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Gioia, Berlinghieri... ci sono colleghi che non riescono a votare ? L'onorevole Ricciatti ancora non è riuscita.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 324
Votanti 323
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato
3
Hanno votato
no 320).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 299Toninelli 37.14, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Per la cronaca, onorevole Pini, erano oltre 25 i voti sul numero legale.
L'onorevole Gelmini è riuscita a votare, onorevole Costantino (Commenti dell'onorevole Bianconi)... onorevole Bianconi, io la sento perfettamente anche senza microfono, mi ricorderò la prossima volta che chiede la parola.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 325
Maggioranza 163
Hanno votato
3
Hanno votato
no 322).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa ? Prema il pulsante sotto il microfono, altrimenti non si accende. Lei non è come l'onorevole Bianconi, che si sente anche senza microfono.

COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, ha ragione, anche perché la nostra voce è stata messa a dura prova. Volevo dirle, posto che questa è una seduta fiume e io avrei da chiarire qualcosa sul verbale perché ho letto il resoconto e mancano alcune questioni che mi riguardano, volevo sapere da lei se posso intervenire per mettere a verbale alcune precisazioni.

PRESIDENTE. Questo non è possibile, onorevole Latronico, perché la seduta, essendo fiume, non si è ancora conclusa e, quindi, il processo verbale si leggerà nella seduta successiva. Quindi, avremo occasione, ma in una ulteriore seduta.
Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Toninelli 37.13.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.13 (Commenti del deputato Bianconi)... onorevole Bianconi, per favore si contenga... con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Borghi, Francesco Saverio Romano, Dell'Aringa, Berlinghieri. Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 333
Votanti 328
Astenuti 5
Maggioranza 165
Hanno votato
15
Hanno votato
no 313).

(Il deputato Sberna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.37.15.3, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Aula, e su cui vi è il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gasparini... Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Onorevole Bianconi, prego, raggiunga la postazione. Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 300

(Presenti 337
Votanti 334
Astenuti 3
Maggioranza 168
Hanno votato
32
Hanno votato
no 302).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 37.15, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Misiani. Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 331
Votanti 327
Astenuti 4
Maggioranza 164
Hanno votato
44
Hanno votato
no 283).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.37.10.3, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Aula, e su cui vi è il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Borghi. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 332
Votanti 331
Astenuti 1
Maggioranza 166
Hanno votato
61
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 37.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Tidei.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 337
Votanti 336
Astenuti 1
Maggioranza 169
Hanno votato
39
Hanno votato
no 297).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ventricelli, Realacci, Carfagna, Donati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 335
Votanti 334
Astenuti 1
Maggioranza 168
Hanno votato
269
Hanno votato
no 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 37.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea, e il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha espresso parere contrario.Pag. 301
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Tino Iannuzzi, Piccoli Nardelli, Arlotti, Castiello, Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 342
Votanti 324
Astenuti 18
Maggioranza 163
Hanno votato
6
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.0200, parte del testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea e il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Covello,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 340
Votanti 323
Astenuti 17
Maggioranza 162
Hanno votato
5
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.0201, parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Leva.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 338
Votanti 324
Astenuti 14
Maggioranza 163
Hanno votato
21
Hanno votato
no 303).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fraccaro 37.04 con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza Lega nord e Autonomie mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia e Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prestigiacomo, Sarro, Leva, ancora, non riesce a votare. Iacono. Onorevole Tartaglione. Ventricelli. Ci sono altri colleghi che non riescono ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 340
Votanti 327
Astenuti 13
Maggioranza 164
Hanno votato 21
Hanno votato no 306

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fraccaro 37.03 con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza Lega Nord e Autonomie mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia e Libertà.Pag. 302
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Carrozza, Bossio, Mauri, Prestigiacomo, Albanella... Ci sono altri che non riescono ? Ci sono altri che non riescono ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 344
Votanti 329
Astenuti 15
Maggioranza 165
Hanno votato 20
Hanno votato no 309

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bianconi 37.06 con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei due relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Fanucci, Abrignani, Lainati... Onorevole Malisani, provi a votare. Di solito sono i corpi estranei che bloccano la votazione. Onorevole Lainati è riuscito. Onorevole Fanucci... La Presidenza ricambia il saluto... Però ancora non riesce... Perfetto. Ci sono altri che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 348
Votanti 343
Astenuti 5
Maggioranza 172
Hanno votato 30
Hanno votato no 313

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Pellegrino ha segnalato che si è erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.37.05.6 su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula, il relatore di minoranza Lega nord e Autonomie ha espresso il parere contrario mentre il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia e Libertà ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci sono altri colleghi che non riescono a votare ? Sembra che abbiano votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 344
Votanti 343
Astenuti 1
Maggioranza 172
Hanno votato 293
Hanno votato no 50

La Camera approva (Vedi votazioni).

A questo punto – chiedo anche e soprattutto ai relatori di minoranza di seguirmi –, i subemendamenti Cozzolino 0.37.05.1, Toninelli 0.37.05.5, Cozzolino 0.37.05.2, 0.37.05.3 e 0.37.05.4 sono preclusi dall'approvazione del subemendamento Cozzolino 0.37.05.6, che abbiamo appena votato.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lauricella. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. Chiaramente, l'articolo aggiuntivo 37.05 è stato ora modificato dal subemendamento Cozzolino, quindi, diventerebbe così: «con i principi fondamentali sui quali si fonda la presente Costituzione».
Vorrei fare subito un breve ragionamento per capire qual è l'essenza di questo articolo aggiuntivo. Esso non fa altro che riportare una sentenza – la n. 1.146 del 1988 – della Corte costituzionale con Pag. 303la quale finalmente si sanciva, anzi veniva stabilito dalla stessa Corte, che, al di là del limite alla revisione costituzionale dell'articolo 139 – limite espresso –, dovevano essere considerati limiti, altrettanto, della Costituzione, quindi alla revisione costituzionale, impliciti – questa volta – tutti quelli che appartengono appunto e che riguardano l'essenza dei valori supremi sui quali si fonda la nostra Costituzione.
Ora, cambiandola con i principi fondamentali, sostanzialmente, è la stessa cosa, perché la Corte si riferiva a tutti quei principi che noi abbiamo nella parte iniziale della nostra Carta costituzionale, che quindi rappresentano valori supremi, valori fondamentali, punti di riferimento immodificabili se noi vogliamo mantenere l'assetto democratico. Allora, il punto è questo, cioè è come dire: approviamo un emendamento in cui si dice che esiste l'acqua calda. Se anche questo non è possibile, non capisco di che cosa dobbiamo ragionare.
Quindi, io chiedo, sostanzialmente, che venga approvato, venga cambiato magari il parere del relatore e del Governo, perché si tratta soltanto di un aggiustamento per cui l'articolo 139 prevederebbe, in questo caso, non solo il comma 1, con il limite alla forma repubblicana, ma anche questa frase, che comporta l'introduzione nella Costituzione, soltanto come razionalizzazione, di questo principio, che già esiste e fa parte del nostro ordinamento.
Quindi, non chiedo la luna, ma chiedo soltanto una razionalizzazione di un principio che mi pare sacrosanto. Se volete dire di no anche a questo, vuol dire che non abbiamo nessuna speranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord e con il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'aspettiamo, onorevole Bragantini, non c’è pericolo. Come è noto, questa Presidenza non preclude il voto a nessuno, men che meno a un relatore di minoranza. Garavini, Capelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 329
Votanti 324
Astenuti 5
Maggioranza 163
Hanno votato
27
Hanno votato
no 297).

(I deputati Benamati e Giulietti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Lacquaniti ha segnalato di aver erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro).

A questo punto chiedo al relatore Fiano come intenda proseguire.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, io posso solo segnalarle che in Comitato dei nove, dopo questo articolo, abbiamo già dato i pareri sull'articolo 10 e, se vuole, posso comunicarli all'Aula e con questo proseguire.

PRESIDENTE. Quindi, l'indicazione che lei ci dà è che lei chiede di passare all'esame dell'articolo 10.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Tanto noi abbiamo un quarto d'ora prima della Conferenza dei capigruppo. Poi l'andamento dei lavori dell'Aula lo decide la Presidenza. Io sono pronto a darle i pareri sull'articolo 10.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Intervengo per segnalare che tra un quarto d'ora c’è Pag. 304la Conferenza dei capigruppo. Ovviamente dando i pareri si perderebbe tutto il tempo necessario per arrivare alla Conferenza dei capigruppo. Penso che sospendere i lavori, prima di iniziare gli articoli accantonati, possa essere utile per arrivare in modo decente alla Conferenza dei capigruppo. Quindi, potrebbe essere una soluzione di buon senso sospendere adesso la seduta, in attesa della Conferenza dei capigruppo.

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Condividiamo la richiesta avanzata dal collega Fedriga.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Intendevo dare i pareri e poi la Presidenza...

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Mi perdoni, Presidente, però, come lei avrà notato, io le annuncio anche che il nostro gruppo si sta vedendo, quindi dare i pareri mi sembra anche una cosa che ci fa perdere tempo e fuori luogo.
Quindi, adesso potremmo tranquillamente sospendere la seduta per i prossimi dieci minuti, così potremmo magari arrivare a una deliberazione in Conferenza dei capigruppo così da lasciare anche la possibilità agli altri relatori di minoranza che in questo momento non stanno partecipando all'espressione dei pareri e magari sbloccare la situazione e concedere anche a loro la possibilità di dare i pareri sull'articolo 10. A me sembra che questo sia un atteggiamento di buon senso. Dialogo ne abbiamo visto poco, però sono piccolezze, magari cominciamo da queste.

PRESIDENTE. Essendo piccolezze, il buon senso serve da tutte le parti. Io prendo atto della vostra richiesta.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Mi associo alla richiesta di sospensione in attesa della Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE. La richiesta a questo punto è chiara.

FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Anche Fratelli d'Italia chiede la sospensione in vista della Conferenza dei capigruppo, che ormai è imminente.

GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Romele ? Il suo gruppo è già intervenuto. Il suo gruppo è già intervenuto sull'ordine dei lavori, onorevole Romele. Stiamo affrontando un tema preciso, non si tratta di interventi sull'ordine dei lavori generici.

GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Romele ?

GIUSEPPE ROMELE. Articolo 8.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ROMELE. Volevo solo evidenziare l'intervento del collega Latronico poc'anzi...

PRESIDENTE. Onorevole Romele, non è che l'articolo 8 è una roba in riferimento al quale poi si parla a braccio su qualunque Pag. 305argomento dello scibile umano. Stiamo discutendo su una questione. C’è una proposta delle opposizioni che è quella di sospendere in vista della Conferenza dei capigruppo di mezzogiorno. Io credo che, se non ci sono obiezioni, sia cosa di buon senso, a questo punto, accedere a questa richiesta. Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei capigruppo.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 15,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Amici, Artini, Bindi, Michele Bordo, Boschi, Brunetta, Caparini, Causin, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Portas, Rampelli, Realacci, Rughetti, Sani, Speranza, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, noi attendevamo, finita la Conferenza dei presidenti di gruppo – e abbiamo atteso –, la riunione del Partito Democratico e, come da accordi alla Conferenza dei presidenti di gruppo, un'eventuale chiamata della Presidenza se la situazione fosse mutata e avessimo potuto riportare il dibattito, all'interno di quest'Aula, in un clima costituente, in un clima dove è il Parlamento sovrano e non l'Esecutivo.
Purtroppo, constatiamo, non avendo ricevuto nulla di ciò, e la Presidenza ovviamente lo può confermare, che tale soluzione, per volere della maggioranza e del Governo, non si è voluta trovare.
Si è preferito privilegiare uno scontro a favore della visibilità mediatica del Presidente del Consiglio, invece che buone riforme a favore dei cittadini. Io lo dico ai colleghi della maggioranza, anche a quelli che, magari, hanno ancora qualche dubbio: noi mettiamo davanti i cittadini al Presidente del Consiglio. Sembrerà strano, in un periodo di servilismo bieco, ma noi siamo servi della democrazia e del Paese e non dal Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Dunque, Presidente, per quanto ci riguarda, prendiamo atto che, ormai, quest'oggi, la democrazia parlamentare, per volere politico, viene meno e che non ha senso continuare a fare un triste teatro all'interno di quest'Aula. Per questo, a malincuore e con tutta quella responsabilità che abbiamo dimostrato in questi giorni, anche verso delle modifiche costituzionali sulle quali siamo profondamente contrari – e lo abbiamo annunciato più volte –, però, con questo malincuore, la Lega abbandona i lavori dell'Aula. Grazie dell'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Ovviamente, il Presidente del Consiglio si diverta da solo a fare gli show televisivi: noi andiamo a rispondere e a parlare con i cittadini (I deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie escono dall'Aula).

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ci eravamo lasciati nella riunione Pag. 306della Conferenza dei presidenti di gruppo con un grande appello al senso di responsabilità. Il Partito Democratico aveva chiesto tempo ed una sospensione tecnica per poter dibattere all'interno del proprio gruppo. Non ho sentito alcun esito, quindi, penso che la riflessione sia stata, tra virgolette, negativa, nel senso che tutto procede come da programma e, quindi, non ci possa essere, perché questo era stato convenuto, una nuova Conferenza dei presidenti di gruppo che ridefinisca il calendario. Se questo non è, evidentemente, vuol dire che non c’è nessuna novità.
A questo riguardo, la nostra posizione è già stata esplicitata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il nostro grande rammarico per non poter addivenire ad un risultato condiviso che portasse a lavorare fino a sabato per esaurimento degli emendamenti, per poi chiudere questa lettura della riforma costituzionale entro la prima decade di marzo, con o senza l'articolo 15 sul referendum.
Questo, ovviamente, per noi è un grande rammarico, un grande dolore, e su questo le comunico che ho convocato una riunione del mio gruppo parlamentare, da qui a pochi minuti. Quindi, noi discuteremmo sul da farsi, per quanto riguarda il nostro gruppo politico, nella nostra riunione di gruppo che abbiamo convocato per le 15,15.
Le comunico, signora Presidente, senza chiedere nulla, che noi ci assenteremo per discutere all'interno del nostro gruppo, in una riunione apposita, stante le valutazioni che ho già avuto modo di fare all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo, e le comunicherò poi, al più presto, gli esiti della decisione del nostro gruppo parlamentare. Grazie, signora Presidente.

PRESIDENTE. D'accordo, presidente Brunetta, resto in attesa di avere un suo riscontro.

ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, abbiamo avuto giorni molto difficili. L'asprezza della discussione ha prodotto anche incidenti, rotture e anche rapporti politici che si sono incrinati.
Avevamo valutato già ieri l'ipotesi di abbandonare l'Aula anche perché consideravamo e consideriamo lo «strappo» della seduta fiume un atto che segnerà per molti anni la cifra della democrazia parlamentare di questo Paese (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
Ho ascoltato le parole del Presidente Renzi, leggendole dalle agenzie, durante la riunione del Partito Democratico di qualche minuto. Avrei volute ascoltarle ieri, in quest'Aula, quando è venuto qui, più che da Presidente del Consiglio, da capo di una tifoseria. Leggo che: «c’è l'opposizione che vuole bloccare – vuole bloccare – un processo riformatore, vuole bloccare la riforma della Costituzione».
Vede, qui nessuno vuole bloccare niente, noi non abbiamo trattato su nulla, se non pretendere che avessimo la possibilità di esprimere le nostre opinioni. Abbiamo scelto questo profilo perché volevamo che quest'Aula fosse il luogo, ad esempio, dov'era possibile discutere alla luce del sole di quanto il pareggio di bilancio, che fu votato tre anni fa, segnava, segna, e rischia di segnare per i prossimi mesi, un'idea di politica economica restrittiva e segnata dall’austerity.
Avremmo scelto quest'Aula per spiegare le ragioni per cui noi consideravamo il superamento del bicameralismo paritario utile, ma non nella direzione che era stata interpretata dalla maggioranza.
E avremmo voluto discutere anche di un tema, quello richiamato dal Presidente della Repubblica in quest'Aula, quando ha detto che l'Italia ripudia la guerra per promuovere la pace (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) e, invece, non avremo la possibilità di parlare su quell'articolo che prevede la proclamazione dello stato di guerra a maggioranza.
Mi auguro che questa svista, anche senza di noi, venga corretta, perché io Pag. 307auspico sempre il buonsenso. Nessuno vuole bloccare, siete voi che vi siete bloccati da soli, perché avete trasformato la seduta fiume in una «palude» e in quella palude continuerete a navigare nelle prossime ore e anche nei prossimi giorni.
Non c’è nessuna rendita di posizione da difendere, chi sta difendendo una rendita di posizione è Palazzo Chigi nel rapporto con questo Parlamento, provando a trasformarlo in un soprammobile.
Noi siamo affezionati alla cultura liberale. Crediamo profondamente nella separazione dei poteri e pensiamo che in questo momento essa non sia garantita, nel momento in cui il potere Esecutivo prova a mettere sotto scacco il potere legislativo. Siccome qui dentro non abbiamo più la possibilità di difendere questo principio, lo faremo qua fuori abbandonando quest'Aula. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – I deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà escono dall'Aula).

FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie Presidente, l'opposizione che io rappresento è stata, nell'esame di queste riforme, estremamente collaborativa, nonostante quello che si è detto in quest'Aula.
Lo siamo stati fin dall'inizio; lo siamo stati in Commissione affari costituzionali presentando un numero limitato di emendamenti, seppur non ve ne fosse vincolo alcuno. Abbiamo tentato di discutere, soprattutto con la minoranza del PD, nel merito di questi provvedimenti, ma non c’è stato modo di avere un riscontro, se non in parti limitate, che poi si è perso in Aula. Su certi argomenti addirittura ci è stato detto: questa parte è troppo delicata, bisogna discuterne in Aula, come se in un'assemblea di 630 persone fosse più facile trovare un punto di discussione nel merito di singoli emendamenti su una riforma di 40 articoli della Carta costituzionale, piuttosto che in un'assemblea di 40 commissari in un clima decisamente diverso. Non c’è stato modo perché in Commissione il Ministro nemmeno ha partecipato.
Siamo arrivati alla calendarizzazione in Aula. Eppure, tutte le opposizioni, non solo noi, abbiamo chiesto di evitare una calendarizzazione a dicembre. No, avete voluto la calendarizzazione a dicembre, consci che si sarebbero contingentati i tempi e, quindi, ovviamente, raffreddati... anzi scaldati gli animi, magari raffreddati.
Siamo arrivati al contingentamento, che lei ha definito di ampio respiro: ottanta ore per una discussione di quaranta articoli della Carta costituzionale, un terzo di tutto l'articolato. Abbiamo chiesto un'estensione dei tempi ? No, abbiamo dovuto ottenerla sommergendovi di subemendamenti. Perché l'abbiamo fatto ? Perché avete deciso di deliberare la seduta fiume, una seduta fiume sulle riforme costituzionali. Questo è veramente un precedente gravissimo ed è un precedente che peserà sulle vostre coscienze, le vostre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !
Siamo stati propositivi, vi abbiamo proposto semplicemente di dare un'impronta per aiutare, la maggioranza del PD soprattutto, ad uscire da questa impasse. Vi abbiamo proposto di mantenere la nostra posizione contraria al provvedimento, perché non ci appartiene, ma perlomeno di riequilibrarlo introducendo degli elementi di democrazia diretta, quindi partecipazione dei cittadini, le persone che vi votano per essere qui.
Vi abbiamo chiesto di introdurre: il ricorso, da parte delle minoranze parlamentari, alla Corte costituzionale; l'esame delle proposte di iniziativa popolare – avete presente il popolo, quello che vi paga per stare qua ? – entro una certa data; in ultimo, ma non certo per importanza, referendum propositivi e abrogativi senza quorum.
Infatti, è fondamentale, rispetto a questo tipo di impianto, garantire degli equilibri e garantire alle persone che sono al Pag. 308di fuori di quest'Aula chiusa, buia, che non riescono a percepire che cosa non viene fatto realmente per il Paese, di entrare a far parte della vita politica. Voi vi riempite la bocca di scollamento tra la classe politica e i cittadini, poi quando vi proponiamo uno strumento, la risposta è stata sempre, solo ed esclusivamente di no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
L'abbiamo riproposto stamattina in una Conferenza dei presidenti di gruppo chiesta nonostante una seduta fiume. Strano, perché non avrebbe dovuto ridisegnare il calendario dell'Aula in quanto c'era una seduta fiume e si sarebbe dovuto andare avanti. Eppure, l'ha richiesta la maggioranza e, quindi, ci siamo ritrovati. Di fronte all'ennesima presa in giro ci siamo ritrovati, Presidente, perché abbiamo sentito, da un lato, il Governo e, dall'altro, il presidente Speranza dirci, uno: «no, non c’è margine»; e, l'altro: «sì, sì, ci potrebbe essere ancora un margine».
Mi pare evidente e lampante che questo margine non ci sia. Abbiamo discusso, in delle ore che sono veramente imbarazzanti, tra le quattro del mattino e le otto della medesima giornata, di come modificare la Carta costituzionale. Di alternativa non ne avete lasciata e non a questa opposizione, ma a tutta l'opposizione, salvo quella del presidente Brunetta che deve valutare se ancora sia in opposizione in questo particolare frangente.
Altra alternativa non ci lasciate, se non farvi votare da soli questo obbrobrio di riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle escono dall'Aula).

PRESIDENTE. Grazie. Presidente Dadone, comunque la richiesta di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo oggi è venuta dalle opposizioni. Tanto per essere chiari.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. È evidente che la situazione che si è venuta a creare in queste ultime ore è una situazione grave, come l'eventualità di discutere la riforma della Costituzione nell'assenza di una parte significativa, per il momento, delle opposizioni.
Apprezzo il fatto che Forza Italia non abbia preso decisioni: auspico che il gruppo prenda decisioni sagge, soprattutto considerando la riforma costituzionale che oggi discutiamo, anche in alcune parti che sono state da noi accettate proprio perché la maggioranza di chi le portava avanti e cioè il Partito Democratico e Forza Italia le sosteneva... ecco, quel partito che ha inciso moltissimo sulla gran parte della riforma che abbiamo già votato, non credo potrebbe decidere di restare fuori dall'Aula.
E non credo che si possa e ci si debba arrendere di fronte all'ipotesi magari di trovare un'intesa che consenta il rientro in Aula delle opposizioni. In particolare, trovo che la posizione di chi oggi esce dopo quello che è successo ieri sia particolarmente ingiustificata. Perché ieri abbiamo avuto una discussione su un argomento di merito. Il rinvio dell'articolo 15 non era infatti un tema procedurale, come si è cercato di farlo passare: era il tentativo, da un lato, di bloccare la riforma e, dall'altro, di imporre una scelta di merito, quella della democrazia diretta, che il MoVimento 5 Stelle porta avanti e che noi non condividiamo. Loro vogliono portare lo scontro politico fuori dal Parlamento, noi no. È una scelta, sono entrambe legittime, ma ieri si parlava di merito.
Quello però che è successo ieri è che su una posizione di merito si è impedito al Parlamento di lavorare e alle persone di parlare. E allora a sentire l'onorevole Fedriga che dice che esce dall'Aula perché il mancato accordo su questi temi è la morte della democrazia parlamentare, rispondo che la morte della democrazia parlamentare è quando una serie di persone batte sui banchi e impedisce a qualcuno di parlare. Quella è la morte della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati Pag. 309dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico) ! Ed è evidente che per noi di Scelta Civica, che abbiamo sostenuto la riforma, ma che in alcune parti l'abbiamo subita in alcuni aspetti perché c'era l'accordo tra Forza Italia e il Partito Democratico, non è piacevole oggi trovarsi a votare da soli la riforma in maggioranza senza l'opposizione.
Ripeto: spero che Forza Italia si assuma le sue responsabilità e torni in Aula. Non è affatto piacevole. Ma è molto facile decidere di uscire dall'Aula per prendersi poi il vantaggio mediatico di dire: «Noi non partecipiamo a questa scelta !» È molto più difficile restare in Aula, sostenere le proprie posizioni, sostenere la riforma, magari prendersi le critiche, ma difendere l'istituzione parlamentare da quelli che, se non si accettano le loro posizioni, prendono a pugni i banchi e non lasciano parlare (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).
Quindi Scelta Civica resterà qui a votare. Magari si pagherà pure un prezzo mediatico, ma credo che di quel prezzo mediatico noi ci dobbiamo completamente disinteressare, perché non si può in nessun modo assecondare chi rifiuta gli accordi e impedisce ai suoi colleghi di parlare. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio.

ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA. Signora Presidente, devo ammettere che vivo con grandissima sofferenza umana e personale questo passaggio, senza alcuna retorica. Mai avrei voluto arrivare ad un momento del genere.
Voglio ancora rivolgere un appello perché penso che ci sia ancora una possibilità di provare ad evitare lo scenario che in qualche modo si è profilato nella seduta di oggi.
Abbiamo svolto una discussione lunga a partire dal mese di settembre con un confronto in Commissione, poi qui in Aula abbiamo iniziato a votare dall'8 gennaio da posizioni politiche diverse. Negli ultimi giorni avevamo raggiunto l'intesa con la stragrande maggioranza, direi con tutti i gruppi di opposizione, tranne uno, e io penso che noi dobbiamo provare a lavorare ancora nelle prossime ore per capire se, sul punto decisivo che ha provocato una rottura e che per un vulnus che c’è nel nostro Regolamento, Presidente, ci ha portato alla richiesta della seduta fiume... Io voglio dire in modo particolare ai deputati del MoVimento 5 Stelle, che, nella riunione dei presidenti di gruppo di oggi così come nella riunione che abbiamo tenuto nel Comitato dei nove, l'atteggiamento del Partito Democratico non è stato di chiusura. Abbiamo detto che siamo disponibili ad accantonare l'articolo 15 sui referendum; abbiamo spiegato che la nostra idea è diversa rispetto alla loro, abbiamo spiegato come, nel passaggio al Senato, si siano fatti importanti passi avanti e abbiamo anche detto che siamo disponibili ancora a confrontarci. Voglio dir loro perché no, perché non ancora un tavolo, perché non sederci ancora e provare a trovare una soluzione possibile. Il prezzo che si paga è enorme e riguarda, dal mio punto di vista, l'incrocio tra due diritti essenziali: un diritto legittimo della minoranza di esprimere il proprio punto di vista, un diritto di potersi confrontare, di avere tutti i tempi necessari, temi su cui noi non abbiamo mai tentennato e abbiamo dato la massima disponibilità, da una parte c’è quel diritto, ma, dall'altra, c’è il diritto della maggioranza di poter, alla fine di questo percorso di confronto, veder completato il percorso che vede appunto l'attuazione delle riforme costituzionali. Allora, non voglio rassegnarmi e penso che noi tutti, a partire dai gruppi di minoranza, ma voglio dire a partire anche dai gruppi di maggioranza, e voglio chiederlo anche al Governo, dobbiamo provare ancora a discutere e a riflettere. Oggi il Ministro Boschi nella Conferenza dei presidenti di gruppo ha detto parole che mi Pag. 310sembra aprano delle possibilità. Noi non siamo soddisfatti, non siamo soddisfatti, l'Aula con i banchi vuoti sarà anche un'Aula più calma ma non è un'Aula più democratica, non è l'Aula che noi vogliamo. Esprimo un giudizio assolutamente negativo su come il MoVimento 5 Stelle ha svolto la propria funzione di opposizione: opposizione non è alzare cartelli o muovere banchi o far rumore e immaginare che così si possa fermare la nostra democrazia. Noi abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli ma io penso che questo sia un errore, per noi, per la democrazia italiana, per le opposizioni. E per questo voglio fare un ultimo vero sentito e profondo appello: risediamoci immediatamente, non ci lasciamo andare all'impossibilità, non ci lasciamo andare all'inequivocabilità delle questioni che si sono sviluppate nelle ultime ore. Qui ci sono segretari d'Aula del MoVimento 5 Stelle, di Forza Italia, della Lega. Io vi chiedo di riaprire un confronto possibile, siamo arrivati a 1 millimetro dal risultato; noi siamo disponibili e per quanto riguarda il Partito Democratico con questa consapevolezza faremo ogni sforzo, anche dentro una nostra discussione. Il nostro gruppo non si è concluso, c’è ancora una discussione aperta, faremo ogni sforzo possibile per aprire a nuove possibili intese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Signora Presidente, benché in assenza di larga parte dei colleghi di opposizione, io penso che questo passaggio comporti, per tutti i gruppi parlamentari, l'obbligo di dire delle cose molto chiare e molto sincere. A nostro giudizio, l'inghippo nel quale ci troviamo deriva dall'intreccio di tanti fattori che vanno oltre l'assenza di quel buonsenso del quale abbiamo parlato anche alla Conferenza dei presidenti di gruppo. Per onestà, inizio da casa mia, dalla casa che sento anche mia come capogruppo di un gruppo di maggioranza: certamente c’è, anche, una sottovalutazione, che si è manifestata da parte del Governo e della maggioranza, circa la complessità di questo processo di riforma costituzionale e, forse, anche, invece, per converso, la sopravvalutazione della questione dei tempi entro la quale realizzarla, pur non essendo rilevanti i tempi.
Noi avevamo suggerito, in particolare, prima e dopo l'elezione del Capo dello Stato, anche l'opportunità di una riarticolazione dei calendari dei lavori. Il PD come forza di maggioranza relativa di Governo ha deciso diversamente, se ne sono presi evidentemente la responsabilità, e noi, con lealtà, ne abbiamo preso atto; in secondo luogo, si aggiunge l'uso strumentale della riforma costituzionale per una battaglia politica dentro e fra alcuni partiti. Anche noi siamo interessati a capire che cosa deciderà, alla fine, Forza Italia, ma pare proprio di capire che vogliano dimostrare che, senza Berlusconi, non si fanno riforme e ora si oppongono a testi che sono stati scritti a quattro mani, ove due erano, appunto, le loro. Con tutto il rispetto del collega Brunetta, che oggi ha detto delle cose alla Conferenza dei presidenti di gruppo, devo dire che, quando Brunetta dice che il patto del Nazareno sanava il vulnus di un Parlamento eletto con un premio di maggioranza, che altrimenti avrebbe modificato la Costituzione solo a maggioranza, e aggiunge che oggi quelle norme che avevano condiviso, sarebbero norme autoritarie, vorrei dire che ora è chiaro che quelle stesse norme erano state scritte anche dai colleghi di Forza Italia. A noi risulta che questo sia un passaggio del tutto discutibile. Anzi, risulta che i punti più discutibili di quella proposta, sul piano proprio dei modelli democratici e costituzionali e della legge elettorale, che magari qualcuno di noi aveva in qualche modo sottoposto a giudizio critico, ebbene, erano stati imposti proprio da Forza Italia. Noi riteniamo che se un regime è autoritario non è che lo diventa meno se si apparecchia il tavolo con un posto in più.Pag. 311
A parte questo, riesce veramente difficile capire come, in pochi giorni, si possa passare dal presunto ruolo di padre della patria a partecipe di una sorta di «para Aventino» sull'onda di posizioni radicali e assolutamente estremiste (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).
Si aggiunge poi a questo, come terzo elemento, e mi avvio a concludere, quello che possiamo definire come cedimento strumentale delle regole parlamentari, regole di un sistema politico che non c’è più. Ora i nostri Regolamenti sono strumenti inadeguati alla tutela dell'esercizio effettivo della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico). Ed è da qui che è nata la decisione irrituale, presa a malincuore, della seduta fiume.
Vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che corrono il rischio di dare il loro contributo a quella che ho definito una sorta di eutanasia del Parlamento. Eutanasia del Parlamento non è in questo senso un paradosso, perché ciò che può apparire una forzatura da parte della maggioranza, cioè di procedere comunque, è, in realtà, la via stretta per evitare questa eutanasia del Parlamento che sarebbe certificata dall'inagibilità e dall'incapacità del Parlamento di decidere.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Dellai.

LORENZO DELLAI. Magari è quello che si vuole, tuttavia, a me corre l'obbligo di dire che se si uccide la democrazia parlamentare, l'alternativa non è la democrazia diretta, ma una post democrazia autoritaria e noi, che non vogliamo questo, siamo qui ad assumerci le nostre piene responsabilità, solidali fino in fondo con il Governo e con i partiti della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).
Concludo, dicendo che in ogni caso, Presidente, noi siamo per tentare fino all'ultimo un possibile accordo, anche parziale, con le forze dell'opposizione. Condivido in questo l'appello del collega Speranza. Noi siamo per una democrazia parlamentare efficiente e non per altre forme di democrazia e, in questo senso, diciamo subito che non saremo d'accordo nell'introdurre in Costituzione previsioni di utilizzo dei referendum che scardinerebbero questo impianto, ma siamo d'accordo – perché la questione è importante – di allargare i tempi di discussione su questo punto e speriamo, dunque, anche noi, in questo senso, che almeno in parte lo strappo, che in questo momento si misura, possa essere ricomposto (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico, Partito Democratico e Scelta Civica).

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il gruppo di Area Popolare rimane in Aula e continua a dare il suo contributo per le riforme istituzionali. Lo facciamo per quel senso di responsabilità verso la maggioranza, il Governo ed il Paese che abbiamo esercitato nel corso di tutta la legislatura. Invitiamo tutti a non dimenticare che, prima il Governo Letta, poi questo Governo, nascono per una preoccupazione fondamentale: impedire che si riavviti su se stessa la crisi economica, sociale e morale del Paese, trascinando l'Italia nel baratro in cui oggi minaccia di affondare un Paese a noi vicino ed a noi caro. È per quella responsabilità che è nata questa maggioranza – questo Governo e già il Governo precedente – che noi abbiamo difeso quando altri la misero in crisi, evidentemente sottovalutando i rischi a cui il Paese era esposto ed è tuttora esposto. C’è una ripresa economica che, finalmente, si delinea e che l'irresponsabilità di una crisi parlamentare o, peggio ancora di Governo, ci impedirebbe di agganciare. Credo che questa dovrebbe essere la prima preoccupazione di tutti coloro che rappresentano il popolo italiano in quest'Aula.Pag. 312
Rimaniamo, dunque, e diamo il nostro contributo, ma con grande amarezza. Signora Presidente, due anni fa, all'inizio di questa legislatura, noi avremmo dovuto mettere mano immediatamente – mi consenta se io ricordo di averlo suggerito – alla riforma regolamentare, perché questi regolamenti sono regolamenti consociativi, fatti per rendere impossibile al Governo di governare e all'opposizione di fare l'opposizione. Se l'opposizione usa fino in fondo i diritti che le danno questi regolamenti, il Governo non può governare; il Governo, se vuole governare, deve ricorrere qua e là a delle forzature. Non aver affrontato tempestivamente questo tema – mi fa piacere averlo risentito adesso dalle parole del collega Dellai – è forse la causa prima delle nostre difficoltà.
Va detto anche che il MoVimento 5 Stelle ha portato in quest'Aula una lettura del Regolamento, una lettura delle regole di funzionamento di una democrazia, che è propria di una democrazia assembleare, ma non di una democrazia parlamentare. E su questo nuovamente non siamo stati capaci né di avviare un dialogo né di prendere tempestivamente le misure opportune. In una democrazia parlamentare l'ostruzionismo è un'eccezione, non la regola. Quando l'ostruzionismo diventa la regola, il funzionamento delle assemblee con questi regolamenti diventa impossibile e i tentativi tardivi che sono stati fatti di riprendere in mano le prerogative che i regolamenti davano alla Presidenza sono stati fatti probabilmente fuori tempo massimo e nel momento sbagliato, e anche nel modo sbagliato. Consenta, signora Presidente, che io le esprima questa mia opinione, che non è rivolta contro di lei, ma contro tutti noi, che abbiamo la responsabilità di gestire insieme i lavori del Parlamento.
Non è ammissibile un'opposizione, la quale miri non ad ottenere un voto contrario su riforme che non sono condivise, ma ad impedire che si arrivi alla discussione, che la discussione possa avere termine e che si arrivi al voto. Se infatti è diritto della minoranza discutere, è diritto della maggioranza arrivare al voto e vedere se l'opposizione sia riuscita a convincere una parte della maggioranza, quindi ad ottenere un voto secondo la sua visione, oppure no.
Noi abbiamo sperimentato qui un'opposizione, la quale non è interessata a convincere: è interessata ad impedire che si arrivi al voto e, magari, a condurre un'agitazione propagandistica centrata su questo tentativo di impedire che si arrivi al voto.

PRESIDENTE. Concluda.

ROCCO BUTTIGLIONE. Dobbiamo, però, dire anche che, da parte della maggioranza, l'insistenza nel porre a priori delle date entro le quali assolutamente il provvedimento deve essere approvato, l'insistenza nel giocare la partita più davanti all'opinione pubblica che nel tentativo di recupero di una corretta relazione parlamentare, di una corretta dialettica parlamentare, non ha giovato.
Mi unisco alla speranza del collega Speranza, alle sue parole. Mi domando se esista la possibilità di riallacciare un dialogo che nasca dalla rinuncia a due intransigenze: l'intransigenza di chi, prescindendo dalla dialettica parlamentare, fissa dei termini a priori per la conclusione dell'approvazione del provvedimento, da un lato, e, dall'altro, la rinuncia ad un atteggiamento il quale pensa che la democrazia sia il parlare, parlare, parlare, perché i parlamenti servono per parlare, ma servono anche per decidere. Quando i parlamenti non decidono più, allora matura il tempo del declino della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Popolare (NCD-UDC)).

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. La ringrazio, onorevole Presidente. Come è noto, il gruppo Misto non ha un idem sentire da un punto di vista dell'orientamento politico, e quindi ogni componente ed ogni singolo membro del gruppo Misto sceglierà di comportarsi Pag. 313in quest'Aula seguendo la propria ispirazione e la propria coscienza. Tuttavia, Presidente, mi permetto di fare una piccolissima chiosa in questo momento complesso della nostra vita parlamentare, perché non so se abbiamo tutti la piena consapevolezza del fatto che noi stiamo compiendo un gesto costituente.
Noi stiamo modificando la Carta costituzionale, la Carta fondamentale della nostra Repubblica. Avrei voluto rivolgermi ai colleghi che in questo momento non sono più in Aula, desideravo intervenire in tempo per dire loro: fermiamoci. Fermiamoci, perché questa fotografia dell'Aula, che, da un lato, consegna questa immagine di vuoto, che trasformerà, da questo momento in poi, l'Aula stessa in una macchina per il voto, e, dall'altro, evoca immagini che questo nostro Paese, la nostra democrazia, ricorda sempre con grandissimo dolore – Aventino vuole dire qualcosa –, queste immagini non stanno bene in un dibattito costituzionale.
Ho avuto la ventura, Presidente, appena laureato, di lavorare sui testi dell'Assemblea costituente. Ho lavorato sulle 8 mila pagine dei resoconti parlamentari, dei resoconti dell'Assemblea costituente. Non ho mai trovato parole fra i costituenti che non fossero di grande civiltà, anche in una dimensione di scontro molto forte delle ideologie, che all'epoca erano forti.
Noi, invece, che cosa stiamo facendo ? Noi non parliamo all'Aula, non parliamo all'istituzione: noi tutti parliamo solo per una platea, per gli spettatori, per una dimensione mediatica. Tutto questo altera i rapporti all'interno di questo Parlamento. Allora, Presidente, voglio concludere, avendo condiviso alcuni interventi molto importanti che sono stati fatti da ultimo dai presidenti Speranza, Dellai e anche da Mazziotti Di Celso.
Vorrei dire che quest'Aula deve imparare la fatica della ricerca di un metodo di convivenza istituzionale, cui lei, Presidente, ci spinge con grande senso di responsabilità, ma che non è sempre nel nostro agire. Infatti, fare democrazia non significa registrare un digrignamento di denti, non significa registrare un andare via, non significa registrare un'indisponibilità.
Significa entrare nella dimensione dialogica, entrare nel rapporto con le altre sensibilità e le altre culture per trarre un punto di convergenza. Seppero farlo i nostri costituenti. Certo noi non possiamo paragonarci a loro, ma noi stiamo compiendo lo stesso gesto che loro hanno compiuto nella grande epopea, nella grande stagione dell'Assemblea costituente, quindi facciamolo con umiltà. Grazie (Applausi di deputati del Gruppo Misto).

PRESIDENTE. Grazie Presidente Pisicchio, anche per questo invito.

FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, presidente Rampelli.

FABIO RAMPELLI. Cari colleghi, era prevedibile che si arrivasse a questo tipo di soluzione. Lo abbiamo già detto nel corso della riflessione avuta nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Penso che ciascuno, più o meno, aveva ben presente che questo rischio si stava avvicinando giorno dopo giorno.
Le forzature vi sono state, inutile negarlo, e sono state, a mio giudizio, gravi, soprattutto quelle che sono state, peraltro, ricostruite punto per punto, dal desiderio di calendarizzare le riforme costituzionali e divenuto realtà fin dal mese di dicembre, con il conseguente contingentamento. Poi, addirittura, è stata messa in discussione la possibilità dell'ampliamento dei tempi.
Quindi, questa discussione, che doveva essere una discussione ariosa e di merito, si è piano piano trovata ad incattivirsi, apparentemente sembrerebbe per futili motivi; ma, siccome non voglio offendere l'intelligenza di questo Parlamento e delle forze politiche che sono rappresentate e degli elettori che essi rappresentano attraverso le forze politiche, è più facile immaginare, o più nobile pensare, che qualcuno abbia voluto questa confusione, che non c’è stata una distrazione, non si è Pag. 314scivolati su una buccia di banana, si è andati decisamente verso questo obiettivo che, da un certo punto di vista, viene stigmatizzato perché è come se, dal punto di osservazione dell'opposizione, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi avesse incontrato la bocciatura agli esami di maturità.
Passato dal ruolo importante di sindaco di Firenze, una bellissima ed importantissima città di meno di 380 mila abitanti, a quello di Premier di un popolo intero con 60 milioni di abitanti al seguito, io penso che non abbia calibrato la propria sensibilità istituzionale su una dimensione diversa e su diverse responsabilità.
Quindi, cerchiamo anche di essere corretti e concreti. Certo, se avessimo rimodulato, anche con l'iniziativa più importante che avrebbe potuto prendere la Presidenza della Camera, il calendario, probabilmente non saremmo arrivati a questa conclusione in maniera così violenta, dove l'ostilità è diventata arroganza, è diventata insopportabilità reciproca, con tutto quello che è accaduto di devastante negli ultimi due giorni o, se preferite, nelle ultime due notti.
Però, io penso che il problema sia di metodo e di contenuti, non di calendario. Il metodo. Noi, Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, quindi un movimento nuovo, fresco, nato due anni fa, siamo stati convocati dal Presidente del Consiglio per avere dei suggerimenti o, comunque, almeno per ascoltare il nostro parere in ordine all'importante scadenza dell'elezione del Capo dello Stato, il successore di Giorgio Napolitano. È un gesto che abbiamo apprezzato. Nessuno ci ha mai chiesto – e molte altre forze politiche sono state escluse e con loro milioni e milioni di cittadini – che cosa avremmo gradito che fosse rappresentato all'interno della riforma della Costituzione rispetto alle tante battaglie e ai tanti emendamenti formalizzati.
Nessuno ce lo ha chiesto, neanche sulle cose apparentemente meno importanti, come l'elettorato passivo di 18 anni al Senato, o quelle più importanti, come l'introduzione del principio di equità generazionale, per evitare che il debito pubblico fatto dalle generazioni precedenti ricada sulle generazioni future con il crollo delle garanzie e anche della qualità della vita che gli si aggancia, e il tetto alle tasse in Costituzione, un'altra proposta che sembrava potesse avere qualche tipo di convergenza.
La norma antiribaltone: quante volte ne abbiamo parlato ! Addirittura, è girato sul circuito dei social network, nelle ultime settimane, un video ricostruttivo della posizione del Presidente del Consiglio, Renzi – direi risoluta – contro i cambi di partito e di schieramento. Ci è stato bocciato anche l'emendamento che introduceva la norma antiribaltone: ciò si capisce, anche perché interi partiti sono di fatto diventati delle correnti interne al Partito Democratico.
Non cito il presidenzialismo, l'accorpamento delle regioni, con esito sempre negativo, non solo verso Fratelli d'Italia; molte di queste proposte sono state comunque condivise anche da altri gruppi dell'opposizione: zero assoluto ! È su questo che forse andava sfidata questa discussione...

PRESIDENTE. Concluda onorevole Rampelli.

FABIO RAMPELLI. La delusione è per le mancate risposte che vengono date ai cittadini attraverso questo dibattito parlamentare. La conclusione, Presidente, è questa: è triste – io penso – andare via da quest'Aula; non c’è dubbio, ma è ancor più triste restarci...

PRESIDENTE. Concluda...

FABIO RAMPELLI. Ed è tristissimo immaginare che una riforma della Costituzione possa essere approvata solo da una maggioranza, che, peraltro, al suo interno si divide in persone che non condividono questo atteggiamento, oltre a condividere poco il programma di Renzi.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Rampelli.

Pag. 315

FABIO RAMPELLI. Quindi, penso che questo sia gravissimo e Fratelli di Italia-Alleanza Nazionale, insieme alle altre opposizioni, abbandonerà l'Aula in segno di protesta per questa protervia manifestata dalla maggioranza ma il cui capostipite è il Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Grazie onorevole, è chiara la sua posizione.
Ha chiesto di intervenire il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente. Colleghi, Ministri, sottosegretari, Presidente, io ho ascoltato con attenzione il dibattito che, sino ad ora, si è svolto all'interno di quest'Aula e ho ascoltato con altrettanta attenzione le parole del presidente Speranza. I latini ricordavano spesso la locuzione, la frase nomen omen, il nome è un presagio.
Bene, signori della maggioranza, questa speranza non esiste più: non esiste di fatto più ! Noi non possiamo permetterci, Presidente, di vivere, dentro quest'Aula, una riforma costituzionale – il presidente Pisicchio prima ricordava che noi in questo frangente siamo costituenti – nel modo nel quale l'abbiamo vissuta nelle ultime settimane. Abbiamo visto tumulti, abbiamo visto prese di posizione ampie, prese di posizione che non si potevano sopportare. Non è pensabile, deputati, che la riforma costituzionale sia approcciata in questo modo.
Per quanto riguarda le aperture, non le abbiamo viste, Presidente. Di apertura abbiamo visto qualche pausa, in seno all'esame di questa riforma costituzionale, fatta di qualche ora, fatta di qualche mezz'ora, per convocare delle riunioni delle Conferenze dei capigruppo farsa, per poi non arrivare, di fatto, a quello che negli intenti era nelle more della Conferenza dei capigruppo, era nelle more dei deputati che vi sedevano e, in questo contraddittorio, in Aula è stato fatto esattamente il contrario.
Non condividiamo, quindi, né il merito, né tantomeno il metodo che è stato utilizzato. Lo scontro, di fatto, è stato troppo ampio, troppo forte per non arrivare a questo punto di non ritorno.
Non serviva, signori, esasperare a tal punto le opposizioni. Attenzione: opposizioni responsabili, quale Alternativa Libera, che si è presa la responsabilità di restare in Aula e di votare, a differenza di altre opposizioni becere, che sono restate in Aula ma non hanno avuto neanche il coraggio di votare contro questa riforma costituzionale; opposizioni becere, Presidente, che anche nelle ultime due settimane hanno dimostrato il poco valore politico, che per due anni non sono riuscite a dimostrare, incidendo politicamente all'interno della Camera dei deputati con il 25 per cento dei voti del Paese; opposizioni becere, che, anche questa mattina, con un attacco strumentale e vigliacco nei confronti di una nostra deputata – strumentale e vigliacco nei confronti di una nostra deputata – hanno dimostrato il proprio valore, un valore che è prossimo allo zero, Presidente ! (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia, e Per l'Italia Centro Democratico).
E io prendo questa possibilità di intervento, Presidente, per dire a tutta l'Aula che Alternativa Libera sarà opposizione, ma sarà un'opposizione responsabile. Noi dialoghiamo con chi ci sta, Presidente. Non possiamo farlo, evidentemente, in seno a questa riforma costituzionale che, come prima ho detto, non condividiamo.
Non dialogheremo, però, Presidente, con nessuno che invia squadracce per non fare passare, attraverso le strade, le persone. Non dialogheremo con nessuno, Presidente, che in modo strumentale riesce, come prima detto, e lo ripeto, a non valere assolutamente nulla all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e per l'Italia – Centro Democratico).
Presidente, tutti questi passaggi – non siamo nati ieri – sono volti, in maniera assolutamente dittatoriale, a cercare di spegnere ogni alito, ogni alito e ogni sussulto di parola all'interno di un gruppo Pag. 316parlamentare, che non è più quello che è stato fino a tre o quattro anni fa e a cui noi avevamo creduto.
Presidente, noi ci allontaneremo dall'Aula in questo momento, rinnovando il fatto che, rispetto ai temi, Alternativa Libera c’è, e c’è nei confronti di coloro che vogliono dialogare con noi. Purtroppo Presidente, e chiudo veramente questo intervento, durante la seconda guerra mondiale Goebbels affermava e scriveva: «Menti, menti e menti. Qualcosa resterà». Chi questa mattina e in queste settimane ha mentito in maniera subdola si prenderà le responsabilità di tutto quello che ha fatto. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Alternativa libera).

PRESIDENTE. La ringrazio Onorevole Rizzetto.
Ha chiesto di intervenire il deputato Fava. Ne ha facoltà.

CLAUDIO FAVA. Grazie Presidente. Mi rendo conto che in una discussione, spesso tagliata a colpi di accetta, in cui le posizioni debbono essere, quasi per necessità, antagoniste l'una all'altra, quello che dirò io si pone un po’ fuori da questo clima.
Io credo che noi stiamo commettendo un errore grave, perché questa riforma costituzionale lascerà lividi non soltanto sulla discussione di questi giorni, ma anche sulle modalità con cui si va concludendo. Sarà una riforma costituzionale discussa e votata nelle ombre della notte e, da oggi, anche con quasi metà del Parlamento assente. Non è un buon viatico per queste riforme.
Detto questo, io resto in Aula. Per due ragioni. Perché credo che, proprio per l'impoverimento di questa discussione, se occorre lasciare il segno del dissenso su alcuni passaggi di questa riforma, è bene che questo segno venga lasciato. Io resterò qui, perché ci sia segno della mia opinione sugli emendamenti che verranno votati, ma anche perché credo che un dissenso vada espresso nei confronti di chi, una parte di opposizione, ha utilizzato questo dibattito come una clava, contro il Parlamento, contro la Presidenza, contro un principio elementare della democrazia che pretende anzitutto che questo sia il luogo della discussione e dell'ascolto. Così non è stato.
Io vorrei anche ringraziare lei, Presidente, e con lei i Vicepresidenti, perché è stato difficile gestire la discussione in questi giorni, anche come atto di solidarietà nei confronti della Presidenza. Credo che, pur marcando la propria opinione contraria, sia un segno utile, e forse anche utile a restituire un altro clima a questa discussione, restare in Aula.

PRESIDENTE. Allora colleghi, io non ho più nessuno che chiede di parlare su questo tema. No, non è possibile parlare per motivi tecnici.

CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, deputato Iannuzzi.

CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, un paio di giorni fa, la collega che è uscita da Scelta Civica, scusi da NCD, adesso non ricordo il nome, dopo un dibattito ha avuto la possibilità di intervenire per un minuto. Adesso, in un momento del genere, un deputato della Repubblica non può intervenire per un minuto, per dire la sua posizione riguardo alle riforme costituzionali ?
In questo momento io credo che sia incostituzionale, sia incoerente, non sia giusto e corretto nei confronti miei, come deputato della Repubblica. Se mi permette di intervenire un minuto sarò brevissimo e dirò la mia, la ringrazio.

PRESIDENTE. Allora, lei non avrebbe titolo per parlare. Io le do trenta secondi, in via del tutto eccezionale, però, ripeto, lei non avrebbe titolo a parlare, dunque, non si appigli a situazioni che non ci sono nel Regolamento. Prego. Ha trenta secondi.

CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, la ringrazio della sua magnanimità. Io volevo Pag. 317semplicemente dire che la Costituzione rappresenta le regole e i principi che disciplinano la nostra vita e la nostra convivenza democratica, la convivenza di tutti quanti i cittadini italiani e, oggi, una minoranza nel paese, che è diventata maggioranza grazie ad una legge elettorale incostituzionale, si prenderà la responsabilità di modificare la Costituzione senza il resto del Parlamento, senza l'altra parte del Parlamento. Grazie, io esco dall'Aula, come i nostri colleghi dell'opposizione. Grazie mille.

PRESIDENTE. Allora, ad onor del principio di equità in quest'Aula, devo concedere trenta secondi anche alla deputata Saltamartini. Ha facoltà di parlare.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, annuncio anch'io che uscirò dall'Aula e, pur ringraziando una parte del Partito democratico, e soprattutto le sagge parole del presidente Speranza, purtroppo, queste parole credo siano state rese vane dall'atteggiamento del Presidente del Consiglio che, già da ieri sera, a tarda notte, entrando in quest'Aula con un atteggiamento quasi a deridere il lavoro che per un'intera giornata aveva fatto questo Parlamento, di fatto, ha reso impossibile confrontarsi nel merito delle riforme costituzionali, imponendo, come al solito, il suo metodo e di fatto rendendo, come ha dichiarato alle agenzie, un vero e proprio derby le riforme della Costituzione italiana. Grazie.

PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, colleghi, prima di passare ai nostri lavori, esprimo anch'io un rammarico per quanto accaduto in quest'Aula negli ultimi due giorni.
Non credo che sia tollerabile in un'Aula parlamentare di un Paese democratico arrivare a quello che noi abbiamo visto, tutti qui testimoni diretti, svolgersi nei giorni scorsi.
Quindi prego, esorto, tutti i colleghi e le colleghe a fare una riflessione seria su come noi andremo avanti, perché non fa onore a questa Camera aver vissuto questa brutta pagina di vita parlamentare.
Mi rammarico anche della situazione che si è venuta a creare e che le opposizioni abbiano lasciato quest'Aula. Io mi auguro che ci sia un reale spazio per trovare un terreno comune, per cui possano fare rientro in quest'Aula quanto prima i nostri colleghi delle opposizioni.
Detto questo, io non ho altra possibilità che prendere atto... (Applausi dei deputati dei gruppi del Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e per l'Italia Centro Democratico)... prendere atto della situazione e dunque riprendere i nostri lavori laddove li avevamo lasciati.
Avverto che tutte le proposte emendative presentate dai deputati appartenenti ai gruppi di opposizione sono state sottoscritte da tutti i deputati appartenenti al gruppo MoVimento 5 Stelle.
Siamo all'articolo 10.

MARIANO RABINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo onorevole ?

MARIANO RABINO. A titolo personale. Lo avevo manifestato alla Presidenza prima dell'inizio della seduta.

PRESIDENTE. No, a titolo personale non le posso dare la parola... Ah è per quell'incidente che si era verificato. Sì, mi ero impegnata anche io, prego.

MARIANO RABINO. Presidente, naturalmente mi scuso per intervenire in un dibattito che è stato alto sulla riforma della Costituzione, ma, in qualche misura, la Costituzione è oggetto di interesse rispetto al fatto di inaudita gravità occorso nella giornata di ieri e che il collega Rizzetto, in qualche modo, ha evocato nel suo intervento precedente.
C’è un articolo della Costituzione, l'articolo 15, che tutela, protegge, la libertà, la riservatezza, la segretezza delle comunicazioni.
Allora Presidente, la cosa potrebbe suscitare più ilarità che sconforto, mai ieri Pag. 318una mia conversazione privata, alla presenza di alcuni colleghi testimoni, con una collega, la collega Mara Mucci, è stata carpita, e violentemente e abusivamente registrata – credo con un registratore o un telefonino – e rimandata su un blog, sul mitico blog del MoVimento 5 Stelle. La qual cosa potrebbe sembrare e costituire in fondo una barzelletta, una comica di cui potremmo sorridere. Il problema è che da qualche ora il sottoscritto e in particolare la collega Mara Mucci del gruppo Misto-Alternativa Libera, a cui va la mia più totale solidarietà, siamo oggetto delle più violente e inaudite ed efferate affermazioni di attacco. Presidente, io chiedo all'Ufficio di Presidenza...

PRESIDENTE. Allora, sì d'accordo...

MARIANO RABINO. ... di attivare un'indagine, in ragione del fatto che esistono delle telecamere ed è possibile appurare chi ha prodotto questa intercettazione illegale...

PRESIDENTE. Onorevole Rabino, deve concludere. Mi è chiaro, ieri sono successi tanti avvenimenti deprecabili. La Presidenza è stata informata di questo avvenimento. Io le ho dato la parola, lei mi ha spiegato e le dico che ne ho preso atto e ci sarà un Ufficio di Presidenza dedicato anche a questo avvenimento. Però, sia cortese, io non avrei dovuto darle neanche la parola, onorevole Rabino. Perché questi interventi si fanno a fine seduta e lei lo sa questo. La ringrazio, onorevole Rabino.

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Avverto che è in distribuzione la versione corretta del subemendamento De Menech 0.10.22.2.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, inviterei i relatori e il rappresentante del Governo...

STEFANO FASSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Fassina, sul complesso degli emendamenti ?

STEFANO FASSINA. Sì, grazie Presidente. Voglio dire che non partecipo al voto su questi emendamenti, su questo articolo e sul resto degli emendamenti, perché credo che il fatto politico che si è verificato in questo momento con l'abbandono dell'Aula da parte di tutte le opposizioni sia un fatto politico molto grave.
Chiedo al Governo e al mio gruppo di sospendere i lavori, di non riprendere i lavori, per riuscire ad andare nella direzione indicata dal presidente Speranza. Perché siamo di fronte all'approvazione della revisione della Costituzione che, come sapete tutti voi, insieme alla legge elettorale costituisce le regole del gioco.
Siamo di fronte a comportamenti inaccettabili di una parte dell'opposizione, ma tutte le opposizioni sono uscite dall'Aula e, a mio avviso, questo è un fatto che richiede la sospensione dei nostri lavori.

ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Sannicandro.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, solo perché rimanga agli atti che io e il collega Melilla siamo rimasti in Aula allo scopo ovvio di non far decadere i nostri emendamenti, ma comunque in sintonia con il resto del gruppo che ha abbandonato i lavori.

PRESIDENTE. Allora, hanno chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti il deputato Civati e il deputato Tabacci. Prego, deputato Civati.

GIUSEPPE CIVATI. Grazie Presidente, in realtà, sulla falsariga di quanto pronunciato dal collega Stefano Fassina, anch'io ritengo che non parteciperò alle votazioni degli emendamenti. Lo faccio, pur avendo apprezzato molto l'appello di Pag. 319Roberto Speranza, che mi pare sinceramente un po’ tardivo rispetto a quello che è successo nelle ultime ore. Lo faccio in relazione ad un mio dissenso sul merito della riforma più volte espresso e anche sul metodo che è stato seguito in queste ore.
Quindi, anch'io mi appello a tutte le forze che sono rimaste in quest'Aula per aprire una fase diversa, nel qual caso io sarei il primo a scusarmi di questa dichiarazione e a felicitarmi per l'apertura di un dialogo.

PRESIDENTE. La ringrazio. Prego, deputato Tabacci, ha facoltà di parlare.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, c’è di che restare senza parole, perché la sintesi estrema di fronte alla quale ci troviamo è la seguente: il Partito Democratico ci ha portato fin qui...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Tabacci...

BRUNO TABACCI. Avendo ascoltato l'onorevole Civati e l'onorevole Fassina, i quali comunicano che, siccome c’è stato quel che c’è stato nei rapporti con l'opposizione, allora la maggioranza si accorge adesso che si è in un vicolo cieco, a me questa cosa non va bene.
Il Partito Democratico non può fare tutte le partite in campo: questo deve essere molto chiaro. Infatti, diversamente sfilacciate la maggioranza e vi assumerete tutte le responsabilità del processo che avete innescato. Non scherziamo su questa cosa. L'onorevole Fassina cos'ha ? Ha i dubbi ? Anch'io ho i dubbi: potevo essere contro l'idea di andare verso la seduta fiume (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
No, no, ho capito, ma infatti mi affido al buon senso. È evidente che, dopo aver fatto una scelta così difficile, è chiaro che c’è lo strumentalismo della posizione di Forza Italia. Forza Italia non può passare dal patto del Nazareno all'Aventino, è una cosa assurda sul terreno politico, non sta in piedi (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
Allora, io mi affido alla responsabilità di coloro che sono rimasti in Aula. Se volete avere la possibilità di interloquire con chi è uscito, soprattutto con chi è uscito strumentalmente, non si può non essere conseguenti nell'atteggiamento parlamentare. Solo questo volevo rassegnare perché almeno, in una seduta così drammatica, restassero agli atti delle posizioni politiche (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia e di deputati del gruppo Misto).

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Grazie Presidente. Anche io volevo dichiarare, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle...

PRESIDENTE. Scusate, colleghi ! Prego, deputato Sibilia.

CARLO SIBILIA. Anche io volevo dichiarare, a nome del MoVimento 5 Stelle, che in Aula resteremo naturalmente io e il collega Crippa soltanto ed esclusivamente per non far decadere i nostri emendamenti ed abbiamo sottoscritto quelli di tutte le altre componenti politiche allo stesso scopo, al solo fine appunto di non farli decadere.
Naturalmente, a seguito di queste dichiarazioni, credo che vada anche fatto notare che se le opposizioni sono uscite forse, però, c’è anche un malumore nella maggioranza e credo che queste cose vadano messe agli atti, vadano segnalate. Non si può uscirsene con una dichiarazione di qualcuno che magari si alza in Aula e, con un colpo di spugna, tenta di giustificare tutto quello che è accaduto fino ad adesso. Io ci tengo che questo rimanga agli atti.

PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, invito il relatore Fiano e il Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 10.

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EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io darei i pareri in forma sintetica, veda lei se posso riassumerli. La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 10.900, a pagina 44 del fascicolo. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti all'articolo 10. La Commissione si rimette all'Aula su tutti i subemendamenti all'articolo 10.

PRESIDENTE. Il Governo ?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. I pareri del Governo sono conformi ai pareri espressi dal relatore Fiano.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Sannicandro 10.1 e Nuti 10.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, mi è consentito ?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Sannicandro. Lei ha ancora del tempo.

ARCANGELO SANNICANDRO. Un attimo che vado all'articolo 10. C’è un aspetto di questo disegno di legge di riforma costituzionale che non è stato mai affrontato ed è quello della leggibilità, della leggibilità del testo che abbiamo di fronte e che stiamo costruendo.
Voglio ricordare a tutti che la Carta del 1947 è stata costruita – sono 9.369 parole – con l'uso di 1.357 vocaboli dell'uso comune e tra questi ce ne sono 1.302, in particolare, che appartengono al vocabolario di base dei cittadini italiani, addirittura del 1946. Si è anche rinunciato all'uso, per esempio, dei congiuntivi, dell'eleganza dei congiuntivi, e si è preferito l'indicativo. Non ci sono periodi che superano le venti parole, tranne che nelle disposizioni transitorie e finali. Normalmente stiamo sulle 19 parole. In altri termini, il cittadino italiano è in grado di leggere e di capire la Costituzione italiana, anche se fosse di media o inferiore cultura.
Ora, è ben noto che quel testo fu sottoposto all'esame di persone che di lingua italiana ne capivano. Ci fu un esame da parte di Concetto Marchesi; ci fu pure uno scrittore che fu appositamente incaricato di questo lavoro ed abbiamo avuto quel testo che, ripeto, è un testo democratico che è comprensibile. Nel film Benvenuto Presidente ! il protagonista, l'attore – e voi lo avete visto in questi giorni – dice una cosa molto semplice e fondamentale: «Io non firmo leggi quando le leggi non le capisco. Figuriamoci se io posso ammannire al popolo leggi che sono incomprensibili».
Io voglio invitare voi, tanto abbiamo delle ore a disposizione, a usare la calcolatrice e a vedere la lunghezza dei nostri periodi e di questi articoli, prima di tutto. Abbiamo periodi di 178 parole, con intercalari a ripetizione e utilizzo di termini generici, che nulla hanno a che vedere non dico con il linguaggio costituzionale ma neanche con il linguaggio giuridico.
Se poi andiamo a leggere l'articolo – un attimo Presidente, mi dia il tempo – sul procedimento legislativo, così come risulterà dall'approvazione degli emendamenti, faccio un piccolo esperimento e poi non parlo più. Ora lo leggo così come è, perché con la fusione tra l'articolo 10 e l'emendamento il testo viene ancora peggiorato. E si dice: «Per i disegni di legge che dispongono nelle materie di cui agli articoli 114, terzo comma, 117, commi secondo, lettera u), quarto, quinto e nono, 118, quarto comma, 119, terzo, quarto, limitatamente agli indicatori di riferimento, quinto e sesto comma, 120, secondo comma, e 132, secondo comma, nonché per la legge di cui all'articolo 81, sesto comma, e per la legge che stabilisce le forme e i termini per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea (Commenti)» – scusate – «la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte Pag. 321dal Senato della Repubblica solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti» e datemi un po’ di acqua. Questo è il testo ! Chi ha capito qualcosa qui è pregato di alzare la mano, perché lo voglio benedire, se qualcuno, appunto, qui ha capito qualcosa di questo testo. E vi risparmio la lettura soprattutto degli articoli 39, 40, 41 e via discorrendo.
Egregi signori, si diceva che abbiamo la Costituzione migliore del mondo. Noi passeremo alla storia perché avremo la Costituzione peggiore del mondo, non soltanto nel contenuto e nella distribuzione dei poteri interni, ma soprattutto nell'uso della lingua italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, io vorrei chiederle, e mi chiedo personalmente, il significato di alcuni degli interventi che abbiamo appena ascoltato, con i quali alcuni parlamentari dell'opposizione ci hanno spiegato che restano in Aula perché non decadano i loro emendamenti.
Posto che i loro emendamenti non decadono in ogni caso, adesso abbiamo anche ascoltato questo interessantissimo intervento dell'onorevole Sannicandro, per carità in parte anche condivisibile, e che, tuttavia, mi rinforza nella domanda che stavo facendo: cioè, vorremmo capire se l'Aventino, con tutto il rispetto per i tempi che furono, oggi paventato e messo in atto dalle opposizioni è, in realtà, un Aventino a scartamento ridotto, perché allora ci stiamo prendendo in giro. A che titolo siamo qui in Aula ? Per carità, libero ognuno di restarci, ma, forse, dovremmo assumere un atteggiamento più serio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, intervengo perché mi appresto a votare contro questi identici emendamenti, ma non sarebbe una novità, se non fosse che il mio gruppo si appresta a non partecipare ai lavori d'Aula e non mi trova d'accordo. È già capitato una volta che questa scelta fosse da me stigmatizzata negativamente, perché l'unico Aventino che io ricordi, nel 1994, non portò bene al nostro Paese.
Allora, io sono convinto che queste riforme, così come sono state proposte dalla maggioranza, vadano contestate nel merito, così come stiamo facendo a testa alta, spiegando perché siamo contrari a questa riforma che viene proposta anche con forzature da parte della maggioranza sui lavori parlamentari. Ma trovo che la nostra difesa rispetto all'offesa sia sproporzionata, perché andare fuori dall'Aula e, cioè, non rappresentare il proprio mandato elettorale e farlo nelle piazze diventa un modo per rifuggire dalle proprie responsabilità.
Noi abbiamo il dovere di spiegare gli italiani perché queste riforme non sono un bene per il Paese, abbiamo il dovere di spiegare perché, a colpi di maggioranza, si sta cambiando la Costituzione, ma abbiamo il dovere di farlo nella sede dove gli italiani ci hanno mandato, che è il Parlamento italiano, che vale molto di più di ogni posizione politica, seppure autorevole, che viene espressa stando qui dentro. Allora, io starò al mio posto, continuerò a condurre la mia battaglia in solitario e, però, non rinuncerò alle mie convinzioni e alla mia adesione alle istituzioni della Repubblica italiana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Sannicandro 10.1 e Nuti 10.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Morani, Pilozzi, Ferranti, Dellai, Baretta, Giacomelli.Pag. 322
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 314
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 5
Hanno votato no 309
Sono in missione 58 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Cirielli ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dellai, Calabrò, Damiano, Covello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 4
Hanno votato no 309.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 10.202, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Cenni, Dellai, Pes...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato 3
Hanno votato no 308.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento De Menech 0.10.22.2 (versione corretta), sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Crimi, D'Arienzo, Palese, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 303
Hanno votato no 10.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Famiglietti 0.10.22.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Montroni, Ascani, Ventricelli, Lotti, Lattuca, Carbone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 317
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato 308
Hanno votato no 9.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 323

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Marco Di Maio 0.10.22.3, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza, Arlotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 320
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato 313
Hanno votato no 7.

La Camera approva (Vedi votazioni).

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.Grazie Presidente, intervengo soltanto per dirle che, considerato l'emendamento Giorgis 10.22, così come subemendato dagli ultimi tre subemendamenti, considerato il testo risultante dalle modifiche, il Governo desidera modificare il proprio parere, da contrario a favorevole.

PRESIDENTE. Il relatore che fa ? Cambia il parere ? Il Governo ha espresso parere favorevole.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Giorgis 10.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente, colleghi, signori del Governo, è una proposta emendativa che dà l'occasione di una lettura differente rispetto a quella normalmente ironica, denigratoria a volte, del sistema legislativo che verrà fuori dalle modifiche che noi diamo alla Costituzione su questo punto. Stiamo definendo delle competenze del Senato e della Camera insieme, competenze differenziate rispetto all'abitudine che avevamo di considerare entrambe queste Camere come due rami dello stesso Parlamento che facevano esattamente la stessa cosa. Voglio dire all'onorevole Sannicandro che è chiaro che è molto più semplice – ed è un compito che i nostri costituenti avevano svolto egregiamente – descrivere il lavoro e le competenze delle Camere che fanno lo stesso tipo di lavoro legislativo, rispetto a due che fanno cose diverse. Basta, nel primo caso, come era originariamente nel nostro articolo 70, dire che il Parlamento fa le leggi. Il Parlamento fa le leggi, ma noi vogliamo fare un Parlamento diverso da quello del passato. Noi vogliamo fare un Parlamento, le cui competenze sono differenziate, in cui il Senato della Repubblica interviene solo nel momento in cui noi abbiamo, da parte del Senato della Repubblica medesimo, un richiamo di una legge che quel ramo del Parlamento nuovo, composto dai legislatori regionali e dai sindaci, avrà interesse a sviluppare; oppure, che interviene quando ci saranno leggi di importanza fondamentale, come le leggi elettorali, le leggi costituzionali o quelle che riguardano le funzioni fondamentali dei comuni e delle città metropolitane. In questo caso, ci sarà una competenza legislativa piena, che somiglierà a quella che conosciamo già da ora. Nel dialogo tra il Senato nuovo delle autonomie e la Camera dei deputati arriveremo ad un punto in cui non vi sarà più la possibilità di una navette continua tra l'una e l'altra Camera, ma ci sarà la possibilità che la Camera dei deputati ponga la parola fine al dialogo con l'altro ramo del Parlamento, o con un voto a maggioranza semplice, o con un voto a maggioranza particolarmente qualificata, quella assoluta, nel momento in Pag. 324cui il Senato si esprimesse in un confronto molto deciso e molto duro nei confronti dell'altra Camera, quindi con una maggioranza assoluta.
Sarà più complesso ? Sarà meno complesso ? Sicuramente sarà meno complesso di oggi perché il corretto modo di guardare al lavoro della seconda Camera, cioè del Senato delle autonomie, sarà un modo completamente differente, non generalista, specializzato, rispetto a come oggi invece accade. E, dall'altra parte, la Camera dei deputati dovrà svolgere il suo lavoro in una maniera del tutto diversa da quella con cui lo svolge oggi, molto puntuale, perché deve sapere che sarà possibile che essa faccia l'unica lettura di una legge che il Senato non richiamerà.
Questo emendamento, sottoscritto come primo firmatario dal collega Giorgis, interviene nella definizione e nella riscrittura della funzione legislativa esercitata collettivamente dalle due Camere. Ed è un emendamento che noi sosteniamo perché è una riscrittura positiva; è una riscrittura che in qualche modo mette nelle condizioni di garantire la possibilità di una migliore lettura delle materie e di una maggiore capacità di intervenire nel richiamo da parte del Senato. Vi è, infatti, la previsione per la Camera, qualora il Senato approvi modifiche del testo a maggioranza dei tre quinti dei componenti, di un potere di conformarsi solo pronunciandosi, nella votazione finale, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Io credo che l'applicazione di questi sistemi sarà capace di svelare una modalità nuova e non quella ridicolizzata che in qualche modo abbiamo sentito nel nostro dibattito molto spesso. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Grazie, signora Presidente. Intervengo nell'ambito della funzione legislativa di cui parla questo emendamento e che volevo svolgere in serenità e in trasparenza.
Capiamo che a qualcuno dia fastidio che se ne siano andati dieci parlamentari in una volta e che, dall'inizio della legislatura, trentasei parlamentari abbiano lasciato il MoVimento 5 Stelle. Da quando siamo qui, se ne sono andati oltre cinquanta consiglieri comunali, un costante stillicidio di abbandoni che dimostra quanto il MoVimento 5 Stelle abbia tradito gli ideali ed i propositi che si era preposto. Dalla Valle d'Aosta alla Sicilia ci arrivano di continuo richieste di gruppi, spinti dai veri valori fondanti sbandierati da Grillo nelle piazze e morti nei corridoi della Casaleggio e associati: trasparenza, meritocrazia, partecipazione e competenza. Stamattina, signora Presidente, mi sono svegliata dopo una nottata passata in Aula nel tentativo di discutere gli emendamenti sulla riforma costituzionale in un clima reso surreale, e mi ritrovo messa alla berlina da un blog ! Cari 5 Stelle, potete anche continuare con la macchina del fango, cercando di stravolgere la realtà, ma la verità è che il Movimento 5 Stelle incassa dallo Stato per il funzionamento dei gruppi oltre sei milioni di euro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) ! Con questi soldi riescono ad essere, come produttività, alla Camera, soltanto il quinto gruppo, mentre al Senato...

PRESIDENTE. Scusate, però... no, no, deputata Mucci, lei non sta entrando nel merito. Questo non è corretto ! L'ho già detto al suo compagno di gruppo, non è corretto. Dunque, le devo togliere la parola.
Ha chiesto di parlare la deputata Dorina Bianchi. Sul merito, per favore, siamo sull'emendamento. Ne ha facoltà.

DORINA BIANCHI. Grazie, signora Presidente. Intervenivo sull'emendamento Giorgis su cui voteremo favorevolmente perché, anche alla luce dei subemendamenti e dell'emendamento della Commissione, è completamente cambiato nel suo significato. Pag. 325
Volevo anche rivendicare il lavoro che è stato fatto in Commissione anche dal nostro Gruppo, soprattutto per quanto riguarda il procedimento legislativo. Ricordo all'inizio di questa discussione la mia critica seria al procedimento legislativo così com'era uscito dall'Aula del Senato, e devo dire che questa Commissione e quest'Aula hanno svolto un lavoro importante e abbiamo avuto pienamente ragione sulla necessità di semplificare un procedimento legislativo che era troppo farraginoso e prevedeva degli iter diversi in base alle materie. Quindi, da parte del Nuovo Centrodestra, vi è soddisfazione per il lavoro che è stato fatto, soprattutto in relazione proprio all'articolo 10.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Dorina Bianchi. D'accordo. Ha chiesto di parlare il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Anche il nostro Gruppo aveva sottolineato a suo tempo in dichiarazioni di voto la farraginosità del procedimento legislativo così com'era stato originariamente delineato. Prendiamo atto quindi anche noi, con soddisfazione, dei passi avanti che si sono compiuti su questo tema e che ci autorizzano quindi a sperare che quella paura dei contenziosi che potessero poi realizzarsi anche davanti alla Corte costituzionale, possa cadere per il tipo di approccio che è stato seguito e che ha sensibilmente migliorato il testo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgis 10.22 nel testo subemendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris... Gebhard... Chi altro ? Ferranti... Hanno votato tutti ? Prestigiacomo... no, non vota.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato 311
Hanno votato no 5.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Giorgis 10.22, come modificato dai relativi subemendamenti De Menech 0.10.22.2, Famiglietti 0.10.22.1 e Marco di Maio 0.10.22.3, risultano precluse tutte le proposte emendative (emendamenti e relativi subemendamenti) riferite ai commi primo, quarto, quinto e sesto del capoverso «articolo 70» che l'emendamento in questione ha integralmente sostituito. Risultano altresì preclusi tutti gli emendamenti aggiuntivi di commi o di periodi al medesimo capoverso che prevedono una disciplina incompatibile con quella dell'emendamento Giorgis 10.22, per quanto riguarda in particolare la ripartizione per materie tra la Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica.
Dobbiamo quindi passare all'emendamento Giancarlo Giorgetti 10.703, a pagina 60, del fascicolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giorgetti 10.703, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Manzi, Lotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 314
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 3
Hanno votato no 311.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 326

(Il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

D'Alia, Ventricelli, Colaninno, Cicchitto, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 2
Hanno votato no 309.

Sono in missione 54 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Manzi, Simoni, Piccoli Nardelli, Colaninno, Patriarca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 314
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato 2
Hanno votato no 312.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 10.71, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Signor Presidente, Alternativa Libera ha votato in Aula responsabilmente contro questa riforma, vogliamo parlare di Senato. Al Senato lo scorso anno un gruppo parlamentare ha speso oltre 100 mila euro per case di dipendenti della comunicazione.
Per quanto riguarda la Camera, non abbiamo mai saputo, perché il movimento della trasparenza neanche riesce a pubblicare un bilancio. Mi date della venduta, perché parlavo con un deputato di un altro gruppo, per riuscire a strutturare un ufficio legislativo per cercare di impiegare le risorse che abbiamo, non per scrivere un po’ sul blog, ma per l'attività parlamentare, per produrre atti normativi per questo Paese.
Noi non ci stiamo; cari 5 Stelle, potete anche continuare con la macchina del fango, non minerete la nostra integrità, noi siamo qui per lavorare per il bene del Paese e produrre atti normativi, non per mera pubblicità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) !

PRESIDENTE. Colleghi, se nessuno intende intervenire nel merito dell'emendamento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 10.71.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris, Tartaglione, Folino, Borghi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 5
Hanno votato no 306
Sono in missione 54 deputati.

Pag. 327

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 10.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Folino, Patriarca, Sani, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 3
Hanno votato no 310

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ventricelli, Fanucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 2
Hanno votato no 309
Sono in missione 54 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Zardini, Dellai, Porta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 317
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato 2
Hanno votato no 315.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 10.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Carloni, Ragosta, Gebhard...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 5
Hanno votato no 313.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taranto, Cassano...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 328
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 320
Astenuti 1
Maggioranza 161
Hanno votato 3
Hanno votato no 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.78, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza, Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 317
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato 3
Hanno votato no 314.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 10.79, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Dellai, Sgambato, Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 2
Hanno votato no 309.
Sono in missione 54 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.81, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Covello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 320
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato 2
Hanno votato no 318.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 10.83, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Alfreider, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 320
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato 3
Hanno votato no 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Gli emendamenti che seguono sono preclusi dall'emendamento Giorgis 10.22.
Passiamo, quindi, all'emendamento Scotto 10.107.
Passiamo ai voti.Pag. 329
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 10.107, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gasparini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 3
Hanno votato no 315.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 10.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 308
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato 2
Hanno votato no 306.
Sono in missione 53 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Colleghi, gli emendamenti che seguono sono sempre preclusi dall'emendamento Giorgis 10.22.
Passiamo all'emendamento D'Ambrosio 10.109.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 10.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Marchi, Speranza, Scuvera, Famiglietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 2
Hanno votato no 316.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 10.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Boccuzzi, Paris, Speranza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato 2
Hanno votato no 313.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 10.112, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 330
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Grassi, Colaninno, Gadda, Borghi, Paris, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 309
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato 2
Hanno votato no 307.

Sono in missione 53 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo all'emendamento Dadone 10.103, sul quale vi sono i pareri contrari...

GIOVANNI CUPERLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo ?

GIOVANNI CUPERLO. Signora Presidente, vorrei chiederle se mi è consentito intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

GIOVANNI CUPERLO. Sarò molto rapido. Noi stiamo vivendo, in questi minuti, una situazione oggettivamente molto delicata, nel senso che stiamo votando senza la presenza in Aula delle opposizioni o di gran parte delle opposizioni, che annunciano, a breve, sulle agenzie una conferenza stampa. È superfluo dirlo, da parte mia, che appartengo a questo gruppo parlamentare, ma noi vogliamo le riforme e, in questi minuti, la maggioranza che le sostiene ha dimostrato di disporre comunque dei numeri e della tenuta d'Aula per perseguire questo obiettivo e questo aspetto, comunque lo si legga, è un fatto politico, che è avvenuto, è già avvenuto.
Però, mancheremmo di sincerità, se tra di noi ci negassimo l'anomalia e la ferita che si determina o che si potrebbe determinare in una riforma che modifica parti significative della nostra Costituzione con metà o poco meno dell'emiciclo disertato da chi dovrebbe rappresentare, con piena legittimità, il suo punto di vista.
Mi permetto, a titolo personale, di chiedere a lei di considerare questa eccezionalità e il precedente che si potrebbe determinare. Forse tutti noi, tutti, abbiamo ancora alcune ore davanti – non moltissime, magari – per tentare di ricucire una situazione che, in questo momento, appare compromessa, almeno sul piano del dialogo.
Dicevo che è annunciata dalle agenzie una conferenza stampa congiunta delle opposizioni e credo che, a breve, sarà riconvocata l'assemblea del mio gruppo parlamentare per completare un'importante discussione che abbiamo avviato nel primo pomeriggio di oggi. Per queste ragioni, mi permetto di avanzare a lei la richiesta di una pausa tecnica dei nostri lavori, finalizzata anche a consentire lo svolgimento di quegli incontri e tentativi di una ricostruzione del clima costituente che dovrebbe contrassegnare questo nostro confronto.
Io – ho finito – capisco l'anomalia di questa richiesta rispetto alla prassi della seduta fiume, ma sento davvero, cari colleghi e colleghe, come tutti qui dentro, che noi stiamo scrivendo in queste ore, in questi giorni, una pagina della vita di questo Parlamento, destinata a rimanere nella memoria e nel tempo, e forse una riflessione aggiuntiva, estrema, matura, ma consapevole, di alcune ore, di alcune ore, potrebbe farci tagliare questo traguardo che, in questi minuti, almeno sotto l'aspetto del metodo – ma mai come in questo caso il metodo è sostanza – ci appare così incredibilmente lontano. La ringrazio.

PRESIDENTE. Onorevole Cuperlo, prendo atto della sua richiesta. Lei sa che c’è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo, lei sa anche l'esito di quella Conferenza, Pag. 331dunque, a me adesso resta molto difficile non tener conto di quell'esito. Adesso ho altre richieste di intervento, quindi darò la parola anche ad altri colleghi che lo chiederanno, però, per quanto riguarda la pausa, io non ho motivo tecnico per concederla, a meno che non vi sia un parere unanime di tutti i gruppi presenti ancora in quest'Aula che lo chiedano. Prego, un intervento per gruppo.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie signor Presidente, l'onorevole Cuperlo, con l'eleganza che gli è solita, ha posto una questione rilevante dibattuta in questi giorni dall'Aula e forse, purtroppo, l'ha posta fuori tempo, perché se avesse posto questa questione all'interno del suo partito e all'interno del suo gruppo, quando si sono verificate le condizioni per la rottura che è sotto gli occhi di tutti – quasi metà dell'arco parlamentare non è presente – forse avrebbe modificato anche il parere del suo capogruppo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
Non è accaduto e adesso, mi permetta onorevole Cuperlo, lei commette un altro errore che è quello di rivolgersi al Presidente della Camera, anziché rivolgersi al suo capogruppo, perché è paradossale che in questo momento alcuni, pochi, deputati dell'opposizione ritengono di manifestare il loro dissenso a questa riforma e al metodo col quale viene approvata da quest'Aula, in questa sede, e nel vostro gruppo ancora non ci sia una posizione chiara su come intendiate procedere e, cioè, se volete fare a meno dell'altra metà o quasi del Parlamento, che rappresenta anche l'altra metà e più dell'elettorato del nostro Paese, oppure, in un momento di resipiscenza, rimettendo un attimo in discussione ciò che ha deliberato la Conferenza dei presidenti di gruppo, proprio perché eccezionale e grave è la condizione in cui ci troviamo, si trovi una nuova intesa per arrivare alla fine, alla conclusione, di questo iter.
Io sono d'accordo a che si trovi un momento di sospensione per fare in modo che in Parlamento si svolga l'esame di questa legge e non lo si faccia fuori, però mi pare di capire che questo sia un problema soprattutto tutto interno al Partito Democratico.

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, mi rifaccio a cose dette, poco fa, dall'onorevole Buttiglione, dall'onorevole Tabacci e adesso dall'onorevole Francesco Saverio Romano. Credo che non si possano fare due cose contemporaneamente, un dibattito parlamentare e un dibattito del gruppo del Partito Democratico. Il Partito Democratico deve fare il suo dibattito e deve avere rispetto sia per quelli che stanno fuori da quest'Aula, sia per quelli che stanno in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Area popolare (NCD-CDU) ) e che mantengono una posizione. Quindi deve sciogliere questo nodo.
Io credevo, ma evidentemente questo fa parte di un'altra epoca di alcuni secoli fa, che un gruppo parlamentare fa la riunione del gruppo e poi in Aula porta le decisioni di quel gruppo.
Invece, noi sentiamo che c’è un dibattito permanente, senza soluzione.
A questo punto, la risposta è al gruppo del Partito Democratico, perché noi siamo disponibili sia ad andare avanti, sia ad interrompere, ma evidentemente ci veniamo a trovare in una situazione assolutamente paradossale, che è tutta a carico di chi ha scelto un percorso e che, evidentemente, poi ha dubbi, esitazioni, rimorsi e angosce nel portarlo completamente avanti.
Quindi, bisogna sapere se noi ci troviamo in una Assemblea parlamentare o siamo una derivata dell'Assemblea del gruppo del PD, che non ha mai soluzione, mai scioglimento e mai conclusione (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

Pag. 332

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Grazie Presidente. La nostra opinione è questa. Prima, non molto tempo fa, abbiamo espresso con grande senso di responsabilità e grande sincerità una decisione motivata col fatto che la democrazia parlamentare esige talvolta anche dei passaggi duri e difficili. Noi abbiamo espresso con grande lealtà la nostra posizione a favore della prosecuzione di questi lavori.
Ora, io penso che sia più che giusto, rispettando ovviamente il dibattito che c’è in tutti i gruppi parlamentari, che noi siamo coerenti con questa decisione. Dunque, la nostra opinione non è favorevole alla sospensione immediata della seduta. Siamo però convinti che sia opportuno utilizzare la pausa tecnica, che comunque era prevista, ipotizzata – ed è nella facoltà della Presidenza – verso la fine della serata – a l'ora che lei deciderà, naturalmente – non tanto per una riflessione di natura generale, che secondo noi è già stata fatta, nel senso di proseguire o meno questa discussione, ma per cercare intanto di recuperare il più possibile margini di dialogo anche con l'opposizione che se ne è andata.
Tuttavia, vorrei anche cogliere l'occasione per dire che forse una pausa tecnica collocata più tardi nella serata potrebbe essere utile per un passaggio al quale noi attribuiamo grande importanza. Mi riferisco al fatto che c’è una questione interna ad ogni gruppo, compreso il gruppo del PD – e noi la rispettiamo, lo ripeto – ma c’è anche una questione che riguarda la maggioranza, perché la responsabilità che ci siamo assunti è una responsabilità collettiva della maggioranza.
Dunque, noi vediamo bene, accanto ad ambiti interni ai gruppi di riflessione, anche un momento collettivo della maggioranza, nel quale ovviamente i gruppi parlamentari che sostengono il Governo e che sostengono responsabilmente, nonostante accenti e sensibilità diversi su questo o su quel punto, ovvero sul metodo, questo passaggio delle riforme, possano riunirsi e riconfermare la propria visione. Credo che questo sarebbe anche un passaggio che rafforzerebbe la coesione, la stabilità e la prospettiva del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Su questo punto sono assolutamente d'accordo a nome del gruppo Scelta Civica con quello che è stato detto. Noi non possiamo avere un dibattito che si sviluppa su una serie di canali, uno dei quali, che poi determina l'andamento dei lavori, è quello del dibattito interno al Partito Democratico.
Ha parlato il capogruppo del Partito Democratico prima, abbiamo fatto una scelta, che è quella di andare avanti: adesso si deve andare avanti. Dopodiché, ci saranno le pause tecniche, è giustissimo discutere internamente, ma voglio solo aggiungere che è evidente che, essendo ormai questo un momento, come appena sottolineato dal presidente Dellai, in cui la maggioranza si sta assumendo una responsabilità importante su questa riforma, noi, come Scelta Civica, non accetteremo un dibattito che si svolge esclusivamente all'interno del Partito Democratico, perché abbiamo avuto una discussione ampia, approfondita su moltissimi temi (direi su tutti i temi fino a questo punto).
Quindi, capiamo, ovviamente, che ci possano essere visioni diverse all'interno del Partito Democratico, ma non siamo disposti, in una situazione come questa, a subire, lo dico da ora, eventuali modifiche, cambiamenti di posizione, eventuali variazioni che arrivino in corsa, senza essere stati discussi all'interno della maggioranza.
È una dinamica che abbiamo vissuto su vari altri provvedimenti. Ma su questo, anche per le responsabilità che ci stiamo assumendo – quella di andare avanti, pur in una situazione davvero difficile, e di cui abbiamo già parlato prima – richiediamo che ci sia una conferma di tutte le intese raggiunte e che si possa procedere come si è concordato fino ad ora.Pag. 333
Per cui, liberissimi naturalmente di tenere tutti i dibattiti interni che ci saranno all'interno del Partito Democratico, ma è evidente che qualsiasi ulteriore intervento su questa riforma dovrà essere condiviso con tutta la maggioranza che ha dimostrato una responsabilità talvolta maggiore di quella dimostrata dall'interno, da parte di alcune componenti del Partito Democratico che hanno scelto persino di unirsi a chi è uscito dall'Aula; un comportamento che sembra quasi giustificare, lo ripeto, quello che è successo ieri.

CATERINA BINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata Bini, prego, ne ha facoltà.

CATERINA BINI. Grazie Presidente, noi vogliamo cercare di definire meglio questa situazione, questa discussione che si è venuta a creare, esprimendo la posizione e confermando quella che è stata l'espressione del nostro capogruppo Roberto Speranza, che ha espresso il sentimento del gruppo del Partito Democratico, credo con chiarezza, che ha espresso quelle che sono le preoccupazioni ma anche le nostre volontà nella fase politica che stiamo vivendo.
Per tali ragioni, noi ci atteniamo alla posizione del capogruppo, riconfermiamo quella posizione politica e, ovviamente, ci rimettiamo a lei, nell'organizzazione dei lavori. Riconfermando, però, che gradiremmo andare avanti per un po’, fino a che lei non riterrà di fare una pausa tecnica e ovviamente in quel solco, nella pausa tecnica che lei prevederà, noi ci atterremo nel fare la nostra assemblea di gruppo che, come è stato detto, dovrà proseguire.

PRESIDENTE. Bene, questo era l'ultimo intervento su questa proposta di ordine dei lavori.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Poi le darò la parola, onorevole Brunetta.
A questo punto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 10.113, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Catania, Fanucci, Lotti, Fregolent, Cirielli... Allora, ci siamo ? Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 309
Votanti 308
Astenuti 1
Maggioranza 155
Hanno votato 2
Hanno votato no 306
Sono in missione 52 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Allora, il presidente Brunetta aveva chiesto la parola. Prego, presidente.

RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, dovevo a lei, e dovevo a quest'Aula, una spiegazione. Avevo chiesto di poter riunire il mio gruppo parlamentare, cosa che ho fatto. Abbiamo aperto una grande discussione al nostro interno, abbiamo votato, e abbiamo deciso di abbandonare l'Aula.
Di abbandonare l'Aula per tutto quello che è successo in questi giorni, in questi mesi: dai tempi contingentati, alla seduta fiume; di abbandonare l'Aula come segno estremo di responsabilità, di democrazia parlamentare. Altro che Aventino, come qualcuno pensa di dire !
Di abbandonare l'Aula come segno estremo di richiesta al Partito Democratico di ripensarci, come richiesta al Governo di ripensarci. Per l'amore di Dio, ripensateci (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)... Per l'amor di Dio, ripensateci !Pag. 334
Quello che sta avvenendo in quest'Aula, guardando l'emiciclo violentato (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), vedendo il dibattito all'interno del Partito Democratico e le sue lacerazioni (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

RENATO BRUNETTA. Tutto questo verrà registrato, naturalmente. Verranno registrati anche questi sorrisi. Io non sorrido, signora Presidente, io sono addolorato e amareggiato.
Dico solo che per tutto quello che è successo noi abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica di essere ricevuti come gruppi di opposizione. Saremo ricevuti da martedì e rappresenteremo al Presidente della Repubblica tutto quello che è successo non solo in quest'Aula ma anche fuori da quest'Aula. Rappresenteremo al Presidente della Repubblica il pericolo di quel combinato disposto di una riforma della legge elettorale e di una riforma di quaranta articoli della Costituzione che, messi insieme, rappresentano un vero pericolo di deriva autoritaria per la democrazia in questo nostro Paese.
Noi rappresenteremo al Presidente della Repubblica tutto questo, chiedendo al Presidente della Repubblica di svolgere il suo ruolo di arbitro, come autorevolmente ha detto da quello stesso scranno che lei occupa in questo momento.
Vede, signora Presidente, noi avevamo cercato fino all'ultimo, lei ne è testimone, una soluzione condivisa di una Capigruppo che ridisegnasse il percorso fino a sabato, per poi ricominciare la prima decade di marzo, nelle rispettive posizioni di maggioranza ed opposizione, ma una posizione condivisa del percorso. Tuttavia, vi è stata la decisione della seduta fiume, che – le ricordo ancora una volta, signora Presidente – non ha precedenti nella storia repubblicana riguardo a un provvedimento di riforma costituzionale, la seduta fiume che non ha posto nel Regolamento di questa Camera, che quindi è, essa stessa, una ferita mortale alla vita parlamentare, alla democrazia di questo Paese.
Per tutte queste ragioni, signora Presidente, noi avevamo sperato fino all'ultimo, anche oggi, che il Partito Democratico potesse trovare...

PRESIDENTE. Concluda.

RENATO BRUNETTA. ... una sintesi al proprio interno, ma soprattutto avesse la generosità di accettare l'interlocuzione parlamentare con le opposizioni.
Questo non è avvenuto, ce ne dispiace moltissimo, noi abbiamo abbandonato l'Aula, da oggi nulla sarà più come prima, ma non solo sulla riforma costituzionale, signora Presidente, ma pensiamo solo a quello che accadrà nei prossimi giorni nella conversione dei decreti-legge ! Nulla sarà più come prima.

SIMONA FLAVIA MALPEZZI. È la vostra legge !

RENATO BRUNETTA. E il Partito Democratico, il partito di maggioranza relativa che gode di un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale di 130 seggi, non avrà vita facile in questAula, signora Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), non avrà la vita facile in quest'Aula signora Presidente ! Noi faremo il nostro ruolo di opposizione (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) !

PRESIDENTE. Colleghi ! Concluda, presidente Brunetta !

RENATO BRUNETTA. Concludo, concludo. Spero solo che la notte porti consiglio (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Allora. concluda, concluda, presidente Brunetta.

RENATO BRUNETTA. ... che a questa irresponsabilità faccia seguito un senso di ripensamento che possa ricondurre tutti noi nell'alveo di una sana democrazia parlamentare.
La ringrazio, signora Presidente.

Pag. 335

PRESIDENTE. Allora colleghi, a questo punto passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lodolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 307
Astenuti 1
Maggioranza 154
Hanno votato 298
Hanno votato no 9
Sono in missione 52 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(I deputati Capodicasa e Coccia hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole).

RENATO BRUNETTA. E con questi voti volete cambiare la Costituzione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, la prego !

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, inviterei i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli emendamenti riferiti all'articolo 11 i pareri sono tutti contrari mentre sui subemendamenti mi rimetto al parere dell'Aula.

PRESIDENTE. Va bene. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. I pareri sono conformi a quelli del relatore.

PRESIDENTE. Altro non c’è da chiedere e, dunque, cominciamo.
Siamo a pagina 2 del fascicolo, al testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 309
Votanti 306
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato no 306
Sono in missione 53 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, prego, ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Grazie Presidente, non voglio abusare della sua pazienza, solo per un elemento di chiarezza. Ho delegato a rimanere in Aula l'onorevole Centemero e l'onorevole Palese al fine di controllare la regolarità del processo di Pag. 336voto. Siccome ci sono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Si fa così in democrazia !

PRESIDENTE. A noi fa piacere che rimangano i colleghi.

RENATO BRUNETTA. Glielo volevo chiarire e la ringrazio. E volevo anche chiarire che con meno di 300 voti è molto arduo cambiare la Costituzione. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,30)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 11.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Giuseppe Guerini, Montroni, Di Gioia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato
2
Hanno votato
no 308.
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.301, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colaninno, Stumpo, Paola Bragantini, Causi, Speranza, Sgambato, Gutgeld.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.302, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Fanucci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 302
Votanti 299
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato
no 299
Sono in missione 52 deputati).

(La deputata Malpezzi ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin, Ascani, Malpezzi, Rotta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 308
Sono in missione 52 deputati).

Pag. 337

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Giuditta Pini, Speranza, Taricco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 301
Votanti 298
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato
no 298
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 11.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani, Gregori, Catania, D'Attorre.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 303
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
no 303
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 11.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carra, Miotto, Fanucci, Moscatt, Scalfarotto, Fanucci, D'Attorre.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 306
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 306
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scotto 11.7 e Fraccaro 11.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza, Piccolo, Sani, Tartaglione. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 306
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato
2
Hanno votato
no 304
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.303, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paris, Carrozza. Ci sono altri ? Rosato, Sbrollini, Malpezzi, Nardi, Beni, Gribaudo. Gribaudo è a posto, Beni anche.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 338
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.304, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pes, Sgambato. Non vedo altri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
no 301
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 11.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza, Covello, Baruffi. Covello non è ancora... Fossati. Baruffi è a posto, Carrozza anche, Fossati ha votato. Non vedo altri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 306
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
1
Hanno votato
no 305
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, che ha votato nel frattempo. Paris, Nardi, che è a posto. Non vedo altri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 305
Votanti 302
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
no 302
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento De Menech 0.11.200.9, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Patriarca. Patriarca ha votato ? No, ancora non riesce... a posto. Malpezzi sì. Non vedo altre mani alzate...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 306
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
296
Hanno votato
no 10).

Sono in missione 52 deputati.

La proposta emendativa successiva è preclusa.

Pag. 339

Passiamo, a pagina 12, al subemendamento Ferrari 0.11.200.13.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ferrari 0.11.200.13, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Carrozza, Bonaccorsi, Magorno, Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 303
Astenuti 5
Maggioranza 152
Hanno votato
296
Hanno votato
no 7
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Damiano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

A seguito dell'approvazione del subemendamento Ferrari 0.11.200.13 sono preclusi tutti i restanti subemendamenti riferiti all'emendamento Civati 11.200.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 11.200, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lavagno, Ragosta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 309
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato
4
Hanno votato
no 305
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scotto 11.10 e Fraccaro 11.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Aspettiamo l'atletico Giachetti, Sgambato, Mauri, Sbrollini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 308
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato
4
Hanno votato
no 304
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Peluffo, Patriarca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 302
Votanti 299
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato
1
Hanno votato
no 298
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Fiano e la deputata Covello hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 340Fraccaro 11.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Carbone, Covello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
2
Hanno votato
no 308
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.305, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 300
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
1
Hanno votato
no 299
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.306, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Martella, Dell'Aringa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 300
Astenuti 4
Maggioranza 151
Hanno votato
1
Hanno votato
no 299
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.307, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Marantelli, Carrozza... onorevole Malpezzi tolga il dispositivo che sta dentro, provi a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 303
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato
1
Hanno votato
no 302
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Nardi...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 341
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 300
Astenuti 4

Maggioranza 151
Hanno votato
1
Hanno votato
no 299
Sono in missione 52 deputati)
.

(La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Invernizzi 11.16 e Bianconi 11.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Marantelli, Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
3
Hanno votato
no 304
Sono in missione 52 deputati).

Passiamo all'emendamento Fraccaro 11.21 che è il primo emendamento di una serie a scalare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bratti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 302
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato
2
Hanno votato
no 300
Sono in missione 52 deputati).

Passiamo all'emendamento Costantino 11.19 che è l'emendamento intermedio della serie a scalare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 11.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Colaninno, Taranto, Braga... Non ho detto che è chiusa la votazione. La votazione si era chiusa da sola ? Mi sembrava di non averlo detto. Quindi ? Dobbiamo aspettare un attimo, scusate c’è un problema tecnico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 300
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
2
Hanno votato
no 298
Sono in missione 52 deputati)
.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 11.315, ultimo della serie a scalare, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Massa, Tinagli, Scalfarotto, Lattuca...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 342
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
1
Hanno votato
no 306
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Famiglietti, Sgambato, Paris, Manzi, Impegno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
2
Hanno votato
no 303
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chaouki, Giorgis, Valiante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
1
Hanno votato
no 300
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Villecco Calipari, Sanna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
2
Hanno votato
no 303
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.309, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
1
Hanno votato
no 300
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.310, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 343
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani, Fanucci, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 301
Votanti 299
Astenuti 2
Maggioranza 150
Hanno votato
2
Hanno votato
no 297
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Manfredi... aspettiamo Giulietti che sta salendo... Fitzgerald... è a posto onorevole Fitzgerald ? Giulietti è arrivato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 304
Astenuti 2
Maggioranza 153
Hanno votato
2
Hanno votato
no 302
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 11.311, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Villecco, Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 302
Votanti 299
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato
1
Hanno votato
no 298
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.312, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 303
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
1
Hanno votato
no 302
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 11.308, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti ? Sanna... che sta arrivando a posto... Pisicchio... ci siamo ?Pag. 344
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 299
Astenuti 4
Maggioranza 150
Hanno votato
no 299
Sono in missione 52 deputati).

Passiamo ai subemendamenti all'emendamento Matteo Bragantini 11.400.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Famiglietti 0.11.400.50, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Malvezzi, Catalano, Lotti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
296
Hanno votato
no 11
Sono in missione 52 deputati).

(La deputata Gadda ha segnalato che ha votato contro, ma avrebbe voluto votare a favore).

A seguito dell'approvazione del subemendamento Famiglietti 0.11.400.50 sono preclusi i successivi tre subemendamenti Cozzolino 0.11.400.1, 0.11.400.2 e 0.11.400.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 11.400, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... Piccione... Lotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 307
Astenuti 5
Maggioranza 154
Hanno votato
5
Hanno votato
no 302
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.316, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori... Santerini... Rughetti e Gozi... Bragantini Paola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
1
Hanno votato
no 306
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.317, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Moscatt, Giachetti...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 345
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 303
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato
no 303
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.11.26.1, sul quale Commissione e Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Marroni, Rughetti, Mazzoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 303
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato
294
Hanno votato
no 9
Sono in missione 52 deputati).

(La deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Risulta pertanto precluso il successivo subemendamento Cozzolino 0.11.26.2.
Ricordo che l'emendamento Dorina Bianchi 11.26 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 11.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Migliore...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 305
Astenuti 4
Maggioranza 153
Hanno votato
1
Hanno votato
no 304
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 11.500, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Rughetti, Basso, Tidei, Rigoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 303
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato
no 303
Sono in missione 52 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 11.318, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Rughetti, Cirielli, Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307
Sono in missione 52 deputati).
Pag. 346
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 11.319, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrozza, Raciti, Albanella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 312
Astenuti 4
Maggioranza 157
Hanno votato
no 312
Sono in missione 52 deputati).

Passiamo alla votazione dell'articolo 11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente, colleghi, una breve dichiarazione di voto sull'articolo 11 che riscrive l'articolo 71 della Costituzione. Sempre in garbatissima polemica con chi, giustamente, è innamorato delle forme belle della Costituzione – una tra le più belle del mondo, direi, nella parte dei principi supremi e un po’ meno in quella del funzionamento dello Stato e delle Camere – riconosco che certamente noi allunghiamo l'articolo 71, ma dico che lo miglioriamo nei contenuti, che sono a favore del riconoscimento dell'iniziativa politica dei cittadini.
Infatti, non ci fermiamo semplicemente a stabilire a chi spetta l'iniziativa delle leggi, ma nel nuovo sistema bicamerale precisiamo che la nuova Camera, il Senato costituito dalle rappresentanze dei consigli regionali e delle autonomie locali, può pretendere, a maggioranza assoluta dei suoi membri, che la Camera di indirizzo politico, quella che pone la parola fine alla navette e al dialogo che caratterizza il nuovo bicameralismo differenziato, deve procedere all'esame e alla pronuncia, cioè deve dire un «sì» o un «no», rispetto ad una proposta legislativa del Senato, entro sei mesi dalla data di deliberazione del Senato della Repubblica.
Vorrei che portassimo attenzione, nel votare a favore, come voteremo a favore, di questo nuovo testo dell'articolo 71, guardiamo come miglioriamo la previsione dell'esercizio dell'iniziativa legislativa popolare che è un istituto, direi, andato quasi in desuetudine nel raggiungimento degli scopi che il costituente voleva attribuirgli, perché, semplicemente, tutti i progetti di iniziativa parlamentare e di Governo precedono sempre, con la forza che hanno dall'attivismo dell'uno e dall'altro, organo costituzionale da una parte, gruppi parlamentari e singoli parlamentari dall'altra, alle leggi di iniziativa popolare.
Noi eleviamo il numero di firme necessarie, perché si proponga l'iniziativa legislativa del popolo, ma la discussione e la deliberazione conclusiva della proposta di legge d'iniziativa popolare deve avvenire entro termini certi, e attraverso passaggi sicuramente definiti da una previsione costituzionale, dei Regolamenti parlamentari. Questa è una norma di indirizzo stringente, che noi faremmo bene, questa è la mia opinione, ad anticipare nella riscrittura del Regolamento della Camera e di quello del Senato che, secondo me, anche prima dell'ultima lettura delle riforme costituzionali, sarebbe opportuno approvare.
Così come, e questo è un istituto del tutto nuovo rispetto alla previsione costituzionale del 1948, prevediamo che la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche trovi una propria capacità di sviluppo e di indirizzo anche con l'indizione di referendum popolari propositivi e di indirizzo, nonché con altre forme di consultazione delle formazioni sociali.
Qui dovremo lavorarci ancora, perché la previsione non è di dettaglio, è una previsione che rimanda a una legge costituzionale; c’è lo spazio – lo voglio dire, anche, a chi è andato via dall'Aula in una legittima, anche se sbagliata, opzione di contestazione politica – c’è tutto lo spazio, nell'elaborazione della legge costituzionale, Pag. 347di riprendere questo tema e di decidere come, nel tempo moderno, rapportare la democrazia rappresentativa alla democrazia diretta, che è l'altro grande tema che ci siamo posti in questa revisione costituzionale, insieme a quello del rapporto tra la democrazia di investitura e la democrazia di indirizzo.
Questa norma – l'ultimo comma dell'articolo 71 – completa il disegno, prevedendo che la legge costituzionale specifichi come il referendum di indirizzo condizioni l'attività di Governo e Parlamento e come procedere a rendere immediatamente pronte ed efficaci nell'ordinamento giuridico le disposizioni recate dal referendum propositivo.
Per ultimo, la legge, questa volta definita e approvata da entrambe le Camere, dovrà spiegarci come le modalità di attuazione si dispiegheranno nel rendere concreto e operativo lo strumento che noi, per la prima volta, prevediamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, questo intervento unisce anche qualche considerazione generale sul procedimento legislativo, perché avevo chiesto la parola sull'articolo precedente e non mi aveva visto.
Io credo che il passaggio e la riforma del bicameralismo paritario che abbiamo in questi due articoli sia l'elemento fondamentale di tutto l'impianto costituzionale che andiamo a modificare, che sono fermamente convinto costituisca un miglioramento rispetto alla situazione attuale. Si semplifica il sistema, si lasciano naturalmente delle competenze paritarie, ma si identificano in modo molto specifico, per evitare di ripetere i problemi della legislazione concorrente. Si creano delle procedure più semplici e si introducono, come ha segnalato adesso anche l'onorevole Sanna, delle previsioni, come quelle sulla legge costituzionale, in materia di democrazia diretta, visto che ne abbiamo sentito parlare così tanto in questi giorni, che sicuramente avranno un valore e che richiederanno un esame approfondito, non singoli emendamenti approvati in Aula, come era stato proposto.
Questi articoli sono molto importanti, anche perché sono stati lungamente discussi, ed è significativo che siano stati lungamente discussi con un partito che oggi è uscito dall'Aula, con un partito che oggi ha deciso di sottrarsi al dibattito, che ha lasciato una rappresentanza a controllare il numero legale. Mi dispiace che non ci sia più l'onorevole Brunetta e mi dispiace che nessuno abbia risposto alle sue parole, perché credo che andare a presentarsi al Presidente della Repubblica, dicendo che il percorso che si è svolto, che tutto quello che è successo, che l'impianto della legge possa portare ad una deriva autoritaria, sia abbastanza singolare per chi quella proposta l'ha scritta, l'ha condivisa, ne ha forzato, con il peso dei suoi voti, alcuni elementi specifici, per esempio alcuni che noi consideriamo sbagliati.
La formazione del Senato noi la vedevamo in un modo diverso. Chi non ha voluto i rappresentanti dei governi nel Senato è stata Forza Italia e abbiamo approvato la composizione del Senato quando erano ancora della partita.
Oggi, perché non si è ceduto alle pretese di ieri del MoVimento 5 Stelle, escono dall'Aula. Ho sentito definire questo come Costituzione o democrazia violentata. Se si usano termini così, non so cosa sia stato fatto alla coerenza, perché le stesse persone che fino a ieri difendevano il procedimento, che hanno determinato tutte le forzature con il loro consenso – quelle che oggi vengono definite forzature sono tutte passate per Forza Italia che, devo dire, con una partecipazione un po’ riluttante dell'onorevole Brunetta, ha concorso in pieno a tutto il percorso – oggi si presentano dal Presidente della Repubblica – addirittura c’è una conferenza stampa congiunta – per dire che questa legge non va bene, che il percorso non va bene, sostanzialmente per dire che ieri si doveva cedere.
Ecco, io questo lo trovo inaccettabile, perché, se si parla ancora una volta di democrazia violentata, per quello che è Pag. 348successo e per una «seduta fiume» prevista dal Regolamento, non so come debba essere definito quello che è successo ieri, quando non siamo stati nemmeno in grado di parlare, perché un gruppo ha deciso di impedirci di farlo.
Io credo che Forza Italia dovrebbe tornare in Aula, perché altrimenti passerà alla storia come un partito che ha deciso di partecipare ad un processo di riforma, ha deciso di partecipare alla scrittura di questo processo, anche con un patto che era stato da noi criticato fuori dalle mura parlamentari.
Ha condizionato i lavori parlamentari per moltissimo tempo, ha avuto il relatore, che ha seguito il provvedimento fino a pochissimi giorni fa, e poi, d'un tratto, ha scoperto che il Presidente della Repubblica non andava bene e su queste basi ha deciso di cambiare schema di gioco. Mi domando – probabilmente non lo farà – se il Presidente Mattarella farà delle domande a Forza Italia su questo tema.
Credo che avrà il garbo di non farlo, per non mettere in difficoltà chi sarà davanti a lui, ma dovrebbe farlo, perché è assurdo che un partito esca dall'Aula con queste motivazioni, quando è stato uno dei principali promotori e sostenitori della riforma e oggi sta votando contro cose che abbiamo discusso per ore in Commissione, nel Comitato dei nove e in varie sessioni di discussione politica. Ha votato contro per un paio di giorni, oggi sono usciti dall'Aula e, ripeto, questa costituisce una giustificazione di quello che è successo ieri.
Quello che trovo sconvolgente, da un certo punto di vista, non è tanto che vi sia stato un cambiamento di politica...

PRESIDENTE. Onorevole Mazziotti Di Celso, mi scusi, ha finito il tempo; per un errore mio, non glielo ho segnalato subito. Prego.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Scusi, Presidente, finisco in un attimo. Trovo molto più grave dell'incoerenza palese che è stata manifestata in questo comportamento il fatto che si parli di democrazia violentata e non si sia aperta bocca di fronte a quello che è successo ieri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà. Chiederei ai colleghi di prendere posto e di fare un po’ di silenzio, questo è l'ultimo intervento. Prego, onorevole Gigli.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, questo articolo 11, che ci accingiamo a votare, è un articolo importante, non soltanto per il fatto che consente ai senatori di attivare con certezza un iter legislativo per provvedimenti di interesse presso la Camera dei deputati, ma, a mio parere, ancor più perché crea gli strumenti per ridurre lo iato, troppe volte lamentato e spesso lamentato a ragione, tra il popolo e le istituzioni che lo rappresentano.
È stato già detto nei precedenti interventi del mio gruppo sul tema che noi abbiamo qualche perplessità, e ne riparleremo nell'articolo 15, a proposito dello strumento referendario; uno strumento che, per sua natura, è soggetto anche al rischio dell'emotività, del condizionamento emotivo e della disinformazione. E invece crediamo profondamente nell'altro strumento, quello delle leggi di iniziativa popolare, per le quali è stato qui elevato il numero di firme richiesto per l'attivazione dell'iter, appunto, di iniziativa popolare.
Su queste legge di iniziativa popolare si può determinare il meglio, se vogliamo, da un lato, della rappresentazione diretta dei bisogni da parte del popolo e, dall'altro lato, però, della ponderazione dell'esame da parte del Parlamento. Ma perché questo avvenga è necessario che quegli strumenti di cui ora ci si rende conto è necessario dotarsi vengano effettivamente messi in opera, perché noi abbiamo visto nel passato, troppe volte, proposte di legge di iniziativa popolare che avevano anche superato il milione di firme – voglio ricordarlo – che sono state completamente disattese dal Parlamento, nemmeno prese in considerazione. Ne ricordo, in particolare, una che era stata promossa dal Movimento per la vita italiano.Pag. 349
E allora credo che questa previsione di dotarsi, appunto, degli strumenti perché siano dati tempi, forme e limiti certi all'esame delle leggi di iniziativa popolare debba essere assunta oggi nel votare questo articolo 11 con particolare senso di responsabilità da questa Camera dei deputati affinché, come ha già detto l'onorevole Sanna, prima ancora che si passi alla seconda lettura di questa legge di riforma costituzionale, questi strumenti, attraverso la modifica dei Regolamenti, siano già messi in opera, siano già realizzati e possano permettere al popolo, nel raccogliere le firme portate a 150 mila per le leggi di iniziativa popolare, di esser certo che esse verranno prese nella dovuta considerazione e che nella libertà di esame da parte del Parlamento, nella rivendicazione da parte del Parlamento della sua potestà legislativa, tuttavia, almeno di una cosa il cittadino potrà essere certo: che la raccolta di firme, la sua raccolta di firme, non sarà stata inutile e non si sarà tradotta in una presa in giro da parte delle Camere.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gigli.
Intanto che i colleghi prendono posto per la votazione dell'articolo 11, comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 19 in relazione alla calendarizzazione del decreto recante proroga dei termini.
In concomitanza con tale riunione sarà disposta una pausa tecnica di due ore e mezza, fino alle ore 21.30, durante la quale potrà anche, eventualmente, aver luogo la riunione del Comitato dei nove.
Allora, invito i colleghi a prendere posto per la votazione...

ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Zaccagnini, le do la parola dopo, se è su questo argomento. Vuole parlare sull'articolo ? Prego, non avevo capito che c'era un'altra dichiarazione di voto. Intanto comunque i colleghi prendano posto. Prego, ne ha facoltà.

ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, signor Presidente, non l'avevo avvertita proprio per cercare di avere un ascolto maggiore perché mi esprimerò non tanto come membro del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, ma come parlamentare indipendente della Repubblica.
Mi esprimo, in particolare, sull'articolo 11 che era quello che mi era stato affidato per discutere nel merito. Però devo fare una premessa, ossia che mi trovo in uno stato non proprio sereno. Lo definirei «sotto shock» perché mi rendo conto che quello che si sta facendo in quest'Aula è qualcosa di grave.

PRESIDENTE. Colleghi, un po’ di silenzio.

ADRIANO ZACCAGNINI. È qualcosa di grave e questa gravità è la stessa sensazione che ho percepito ad inizio legislatura quando mi sono reso conto della antidemocraticità del MoVimento 5 Stelle e l'ho abbandonato. In questo momento ho la stessa sensazione di grave antidemocraticità che si sta perpetrando in quest'Aula.
Però, voglio comunque ringraziare il Vicepresidente Giachetti per ieri sera, non per aver portato avanti la seduta fiume, ma perché comunque in un frangente della seduta mi sono ritrovato in lui nella difesa della democrazia e lo devo ringraziare per questo, perché ho rivissuto in quei momenti, quando i 5 Stelle non lasciavano il diritto di parola agli altri deputati, lo stesso mobbing parlamentare che ho vissuto io in quel gruppo ad inizio legislatura.
Ma, a parte questa considerazione, entrando brevemente nel merito dell'articolo 11, avrei voluto dire alcune cose che ora lasciano il tempo che trovano, però. In particolare, quando si affronta il tema della democrazia diretta e partecipativa bisogna confrontarsi con la propaganda del MoVimento 5 Stelle che ha svilito e svuotato queste sacrosante proposte di partecipazione. Io, riferendomi, tramite lei, comunque, ai 5 Stelle vorrei ricordare che hanno parlato di nominati, di parlamentari nominati, ma non nominano mai il loro direttorio.Pag. 350
Un gruppo di soldatini nominati, fedeli e sudditi del blog.

PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, però la sua è una dichiarazione di voto sull'articolo 11 !

ADRIANO ZACCAGNINI. Questa, infatti, è una dichiarazione di voto sull'articolo 11. È un discorso, però, anche più generale, che mi permetto di fare durante la discussione sulle riforme costituzionali.

PRESIDENTE. Onorevole, la richiamo al tema per il quale ha preso la parola.

ADRIANO ZACCAGNINI. Quando si parla di capi partito e di democrazia diretta, le decisioni non dovrebbero essere calate da un'oligarchia, quella di Grillo e Casaleggio, garante, proprietario e beneficiario del blog Grillo, con Casaleggio manovratore occulto, che trasferisce il potere...

PRESIDENTE. Onorevole, però io adesso sono costretta a toglierle la parola se lei non ritorna all'argomento, e comunque ha esaurito il suo tempo. Quindi, concluda e ritorni all'argomento per il quale ha chiesto la parola, cioè l'articolo 11.

ADRIANO ZACCAGNINI. Credo che questa censura sia assolutamente fuori luogo, ma tornerò sull'argomento, anche se è necessario decostruire la propaganda del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zaccagnini, lei ha esaurito il suo tempo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lei, onorevole Zaccagnini, ha esaurito il suo tempo, e in ogni caso si stava discostando dalla materia per la quale lei ha preso la parola.
Invito i colleghi a prendere posto rapidamente.
Lavagno, Damiano, Richetti, Rughetti, Quintarelli, Currò, Bobba...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 299
Votanti 297
Astenuti 2
Maggioranza 149
Hanno votato
293
Hanno votato
no 4
Sono in missione 52 deputati).

(Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su quale articolo ?

ADRIANO ZACCAGNINI. Otto e seguenti. Io non ho sentito la campanella, Presidente. Mi dica se lei l'ha sentita.

PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, io l'ho richiamata al tema per il quale lei aveva...

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io ho fatto una dichiarazione, io stavo sul tema...

PRESIDENTE. Le cito un altro articolo del Regolamento, l'articolo 39, comma 3: «Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, séguiti a discostarsene». Quindi, io le ho tolto la parola ai sensi dell'articolo 39 del Regolamento.
Ho aggiunto, peraltro, che aveva anche esaurito i cinque minuti del suo tempo. Stavo, infatti, per suonare la campanella.

ADRIANO ZACCAGNINI. Va bene, Presidente, le chiedo allora di intervenire sul prossimo emendamento.

Pag. 351

PRESIDENTE. Va bene, il prossimo è l'emendamento Dieni 12.1.

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Onorevole Zaccagnini, vuole intervenire sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 12 ? Deve stare al tema, onorevole, altrimenti le tolgo la parola senza neanche avvisarla. Prego, onorevole Zaccagnini.

ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io credo che quando trattiamo della democrazia, è importante che in un processo di revisione costituzionale, in questo momento storico, non si può ignorare il modo in cui si istituisce questo rapporto democratico fra i cittadini e le istituzioni.
Non dovremmo essere più arretrati del Trattato di Lisbona, che all'articolo 10 ribadisce il principio della democrazia rappresentativa, e all'articolo 11 fa un'apertura alla democrazia partecipativa attraverso l'iniziativa dei cittadini europei.
Quello che volevo aggiungere, è che questi non sono soltanto strumenti compensativi, ma una strutturale articolazione della democrazia, che altrimenti, se ignorata, determinerebbe sempre una più forte contrapposizione tra istituti di democrazia diretta e istituti di democrazia rappresentativa.
Quindi, il mio invito vero, genuino è quello di integrare questi strumenti e di tradurre lo spirito del nostro tempo in possibilità concrete.
È questo il nostro compito. E per non definirsi conservatori nel 2014 è un impegno che dobbiamo prenderci e portare avanti. E io vorrei chiedere ai colleghi del PD se possono fare riferimento alla propria coscienza e il mio è un appello alla coscienza, appunto. Perché credo che, anche se nel merito è legittimo modificare la Costituzione, nel merito è possibile farlo, ma non credo che il modo in cui viene fatto sia legittimo. E questo shock che è stato provocato io non riesco a digerirlo, ed è per questo che sono intervenuto, comunque in dissenso da quella che è stata la modalità del gruppo a cui appartengo in questo momento. Questo mio profondo sconforto io lo porterò domani in piazza, lo porterò nella manifestazione che ci sarà qui a Roma contro l’austerity, contro politiche economiche che finanziarizzano le nostre vite. Politiche antidemocratiche che sono rispecchiate in varie modalità che vengono portate avanti in questo momento dalle istituzioni europee e che, allo stesso modo, stiamo portando nella nostra Costituzione e incamerando nel nostro ordinamento. Io mi auguro di svegliarmi da questo incubo democratico, da questo horror, da questo killeraggio democratico e che torni la luce della democrazia nella forma e nella sostanza. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaccagnini.
Chiedo al relatore i pareri sugli emendamenti all'articolo... Onorevole Fiano, mi scusi, se la disturbo, i pareri sugli emendamenti all'articolo 12 ?

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Stavo commentando l'intervento del collega.

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sull'articolo 12, i pareri sugli emendamenti sono tutti contrari mentre sui subemendamenti ci rimettiamo al parere dell'aula.

PRESIDENTE. Il Governo ?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. I pareri sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 352
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 12.1 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Non vedo mai alzate. Moscatt... però sta votando lei. Ah, lei alzava per il vicino ? Perfetto. Anche Parrini ha votato. Ci sono altri che non hanno votato ? Veloci, colleghi, perché... Cimbro. Patriarca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 301
Votanti 295
Astenuti 6
Maggioranza 148
Hanno votato
1
Hanno votato
no 294
Sono in missione 51 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione. Carrozza. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 298
Votanti 293

Astenuti 5
Maggioranza 147
Hanno votato
1
Hanno votato
no 292
Sono in missione 51 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.3.1 su cui la Commissione ed il Governo si rimettono all'aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Speranza. Mauri. Vazio. Carrozza. Stumpo. Campana. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
no 301
Sono in missione 51 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.3.2, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Dell'Aringa, Speranza, Peluffo. Ci siamo ? Mauri. Onorevole Mauri tolga quello che c’è dentro la postazione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 302
Votanti 300
Astenuti 2
Maggioranza 151
Hanno votato
2
Hanno votato
no 298
Sono in missione 51 deputati).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.3.4, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, De Girolamo.Pag. 353
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 302
Votanti 299
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato
no 299
Sono in missione 51 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.3.3, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni, Tartaglione, Malisani, Lodolini. Ci siamo ? No. Malisani ? Sbloccate la postazione a Malisani. Lodolini non vedo. È a posto ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 300
Votanti 297
Astenuti 3
Maggioranza 149
Hanno votato
no 297
Sono in missione 50 deputati).

(La deputata Piccoli Nardelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 12.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate... Ragosta, Scalfarotto. Scalfarotto non vedo se lei riesce... È riuscito a votare ? Sì.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 305
Votanti 303
Astenuti 2
Maggioranza 152
Hanno votato
4
Hanno votato
no 299
Sono in missione 50 deputati).

Passiamo ai subemendamenti all'emendamento 12.411.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.411.1, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Simoni.
Colleghi, fate passare l'onorevole Lenzi, che sta arrivando al banco.. Onorevole Fossati. Forza colleghi... Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 304
Astenuti 7
Maggioranza 153
Hanno votato
302
Hanno votato
no 2.
Sono in missione 50 deputati).

Sono così preclusi i successivi due subemendamenti, Dieni 0.12.411.2 e 0.12.411.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmizio 12.411, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione. Ci siamo ? Sgambato. Di Gioia vuole votare ? Forse..
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 354
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 313
Astenuti 4
Maggioranza 157
Hanno votato
5
Hanno votato
no 308
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 12.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... Fanucci, sbloccate la postazione di Fanucci... Dell'Aringa... No, Dell'Aringa, Massa... Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 306
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 306
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori... No, ha votato... Tartaglione sta votando... Ci sono altri ? Ventricelli... Malisani... Rossi Paolo... Ci siamo lì ? Sì...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.2.2, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori... Ci siamo ? Fanucci... Ferro... Sgambato... Sgambato... sì, deve solo spostare quello che c’è dentro, guardi, onorevole Sgambato, perché la postazione è attiva, deve togliere e votare... ecco, perfetto... grazie.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 309
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato
no 309
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 12.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo... ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato
no 311
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 355Quaranta 12.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo... ? D'Incecco... Villecco Calipari... Zardini... Tartaglione... Oliverio... Zardini non riesce a votare, sblocchiamo... provi ora... a posto... ci sono altri ? Rosato... sblocchiamo Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato
1
Hanno votato
no 309
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 12.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo... ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 303
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
no 303
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 12.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani... Marchi... hanno votato tutti gli altri ? Vedo un lampeggiamento... Boldrini... Piccione... c’è una postazione che lampeggia... Iori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 309
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 309
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 12.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Blazina... Patriarca... sblocchiamo Patriarca... a posto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 314
Votanti 310
Astenuti 4
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 50 deputati).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitelli 12.701.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliaro. Ne ha facoltà.

ROBERTA OLIARO. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, le modifiche che stiamo apportando alla nostra Costituzione consentiranno di dare anche una maggiore efficienza alle nostre istituzioni, rendendo il processo legislativo più snello ed efficace. Non perdiamo questa occasione di correggere uno dei mali che affligge il nostro Paese: la scarsa qualità delle leggi che produciamo.Pag. 356
In Italia abbiamo un numero enorme di leggi, spesso molto poco chiare, talvolta anche incomprensibili e quasi sempre di difficile interpretazione. Per contro, la chiarezza delle leggi è essenziale e questo ci permetterebbe di garantire la certezza del diritto, ridurre il contenzioso derivante da errate interpretazioni, promuovere e attirare investimenti esteri, permettere ai semplici cittadini di interpretare le leggi senza la necessità di esperti.
Per questo il nostro gruppo, Scelta Civica, propone a quest'Aula di approvare l'emendamento che prevede di inserire esplicitamente nella nostra Costituzione il principio che i Regolamenti delle Camere debbano stabilire procedimenti per verificare che ciascun disegno di legge risponda a criteri di chiarezza e proprietà della formulazione, disciplinando poteri, organizzazione e funzionamento di un organismo di controllo dei disegni di legge e del testo finale delle leggi.
Intendiamo, quindi, esplicitare nel testo costituzionale la circostanza che la legge, pur essendo espressione di un indirizzo politico, perciò libera nel fine che intende perseguire, debba essere espressione chiara e che, in sede di formazione della legge, non si possa prescindere dal rispetto del vincolo della certezza del diritto, espressione di principi e valori fondamentali dell'ordinamento costituzionale.
Colleghi, il Regolamento della Camera attualmente in vigore, la cui revisione si dimostra ogni giorno sempre più urgente – e i fatti di questi giorni lo hanno dimostrato ancora una volta –, ha previsto dei meccanismi di controllo della qualità della legislazione: si pensi al ruolo del Comitato per la legislazione. Ma tali meccanismi si sono, tuttavia, rivelati insufficienti. Con l'introduzione nella Costituzione della norma proposta sarà, invece, possibile realizzare un rafforzamento e un ruolo più forte ed incisivo di un organismo interno di garanzia che comprenda la fase finale del testo da attuarsi con i nuovi Regolamenti.
Chiediamo, pertanto, il voto e auspichiamo che Governo ed il relatore per la maggioranza possano cambiare opinione su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitelli 12.701, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lavagno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 303
Astenuti 9
Maggioranza 152
Hanno votato
15
Hanno votato
no 288
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 12.700, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Alfreider.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 301
Astenuti 5
Maggioranza 151
Hanno votato
no 301
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 357
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tinagli, Rigoni, Gebhard, Gadda, Fossati, Carloni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 298
Astenuti 5
Maggioranza 150
Hanno votato
no 298
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 12.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Fanucci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 307
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato
3
Hanno votato
no 304
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 12.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Malisani, Murer, Piccione, Ribaudo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 305
Astenuti 4
Maggioranza 153
Hanno votato
1
Hanno votato
no 304
Sono in missione 50 deputati).

L'emendamento successivo, Gitti 12.15, è ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione ha votato ? Patriarca, Becattini. Fate passare l'onorevole Fragomeli; su, onorevole Giachetti, non faccia queste ritorsioni con il vicino di banco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti D'Attorre 12.22, Quaranta 12.25 e Lombardi 12.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fossati, Carbone.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 358
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 308
Astenuti 4
Maggioranza 155
Hanno votato
1
Hanno votato
no 307
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Hanno votato tutti ? Fiano, Tartaglione. Carbone ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307
Sono in missione 50 deputati).

(Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 12.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carbone; sblocchiamo la postazione di Carbone... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.201.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Famiglietti. Fanucci, sblocchiamo la postazione di Fanucci. Giulietti, Iacono ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 309
Votanti 306
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 306
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 12.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 359
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marchi, Santerini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 308
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 12.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Andrea Romano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 305
Votanti 302
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
no 302
Sono in missione 50 deputati).

(I deputati Covello e Fiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 294
Votanti 290
Astenuti 4
Maggioranza 146
Hanno votato
no 290
Sono in missione 50 deputati).

(I deputati Zampa e Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.12.32.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia, Murer, Covello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 308
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 12.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Coppola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305
Sono in missione 51 deputati).

Pag. 360

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 12.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Blazina, Arlotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 300
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
no 300)
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.34, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 308
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 300
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato
no 300
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Tartaglione, Magorno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 305
Astenuti 2
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 12.38, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Gadda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 294
Votanti 290
Astenuti 4
Maggioranza 146
Hanno votato
no 290
Sono in missione 51 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 361emendamenti Quaranta 12.40 e Cozzolino 12.41, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Mura, Marantelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 315
Votanti 312
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 312
Sono in missione 50 deputati).

(La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cozzolino 12.17 e Quaranta 12.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Gioia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 315
Votanti 312
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 312
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 12.44 e Bianconi 12.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Valiante, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 314
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato
3
Hanno votato
no 311
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 12.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 12.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ventricelli, Montroni, Carloni, Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313
Sono in missione 51 deputati).

Pag. 362

(Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Come preannunciato, essendo giunti alle ore 19, orario per il quale è convocata la riunione...

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Francesco Saverio Romano, devo sospendere la seduta perché c’è la Conferenza dei presidenti di gruppo.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare proprio su questo.

PRESIDENTE. Non c’è da decidere, però, in quanto in questo caso è già deciso. Prego, comunque, onorevole Francesco Saverio Romano.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie Presidente, il mio intervento riguardava proprio la sospensione e la riunione del gruppo che è stata annunciata, soprattutto del gruppo del Partito Democratico. Infatti, oggi sono accadute due cose che non possiamo sottacere. Innanzitutto, una parte cospicua dell'opposizione, quasi tutta, ha abbandonato l'Aula. Inoltre, la maggioranza ha dimostrato di avere, sia il numero legale, sia i numeri, per poter approvare questa riforma. Adesso, si pone un solo problema: oltre ad avere la possibilità di farlo, ha anche una responsabilità e questa responsabilità è tutta dentro le decisioni che il gruppo del Partito Democratico prenderà tra qualche minuto.
Io chiedo, per suo tramite Presidente, al capogruppo e ai dirigenti di quel partito, posto che così stanno le cose e posto che, comunque, avendo approvato un iter procedurale che prevede la seduta fiume, non si possa andare oltre un certo limite, se non sia opportuno che questa riunione serva a modificare la determinazione di quella Conferenza dei presidenti di gruppo perché, stando così le cose, noi avremmo per la prima volta nel nostro Paese una riforma costituzionale approvata in assenza delle opposizioni.
Avete avuto modo di ascoltare quali sono le ragioni che mi tengono in quest'Aula e proprio perché ho espresso queste ragioni intendo avanzare una richiesta, che non è una supplica, ma è una richiesta a una parte importante della classe dirigente di questo Paese, ossia di avere un momento di resipiscenza e disponibilità nei confronti di coloro che magari hanno utilizzato uno strumento che non condivido, ma che hanno tutte le buone ragioni per stare in Aula insieme a voi e condividere questo processo legislativo.

PRESIDENTE. Come preannunciato, essendo giunti alle ore 19, orario per il quale è convocata la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 21,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 21,40.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bobba, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti dell'Acqua, Boschi, Bratti, Carbone, Catania, Cicchitto, D'Alia, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Fioroni, Fontanelli, Giacomelli, Gozi, Losacco, Lotti, Madia, Meta, Pes, Pisicchio, Portas, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu e Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 363

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 12 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Dadone 12.50. Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccione. Ne ha facoltà.

TERESA PICCIONE. Grazie, signora Presidente. Questo articolo 12 ha un valore particolare. La modifica si inserisce infatti all'interno del processo di formazione delle leggi, al Titolo I, alla Sezione II della nostra Carta costituzionale, e introduce una modifica di particolare significato e rilievo sulla quale ha lavorato con grande sapienza, secondo me, anche la Commissione Affari costituzionali. Introduce infatti la modifica del cosiddetto voto «a data certa». Inizialmente, quando il testo è pervenuto dal Senato...

PRESIDENTE. Mi scusi, collega Piccione. Capisco che siamo in fase di rientro, però se i colleghi prendono posto, liberano un poco l'emiciclo e stanno un poco più zitti o parlano con un volume più basso, la collega Piccione può farsi ascoltare. Prego, onorevole.

TERESA PICCIONE. Grazie, signora Presidente. Ricostruisco per un momento l’iter. Il testo, quando è pervenuto dal Senato, presentava questa importante modifica dell'introduzione del voto bloccato. E naturalmente in cosa consiste il voto bloccato ? Consiste nel fatto che un provvedimento del Governo, di cui il Governo stesso ravvisava l'urgenza, arrivava in Aula alla Camera e la Camera aveva sessanta giorni per validarlo o respingerlo, senza poter entrare nel merito del provvedimento, discuterlo ed emendarlo. Questo testo, arrivato così dal Senato, introduce però questo fatto nuovo perché in precedenza, nella Carta costituzionale, è stata introdotta l'omogeneità dei decreti-legge. E quindi è chiaro che il Governo ha la necessità di trovare uno spazio dove introdurre provvedimenti d'urgenza la cui approvazione sia immediata. La Commissione ha lavorato nel senso di un rafforzamento dell'azione parlamentare. E la modifica apportata al testo, con il parere favorevole del Ministro Boschi, ha consentito invece che questo provvedimento di matrice governativa venga esaminato da una Commissione referente, venga poi portato in Aula, e ha lasciato – e a mio avviso correttamente, perché ciò si sposa con la necessità di una tempestività dell'azione dell'Esecutivo – solo la data certa. In un primo tempo si era pensato di lasciare lo stesso spazio del decreto-legge, sessanta giorni; poi, dato che questo provvedimento, come gli altri, può essere chiamato dal Senato o essere direttamente mandato al Senato per la qualità delle materie che esamina, si è aggiunto un altro lasso di tempo fino ad un intervallo di settanta giorni.
Io credo che la modifica di questo articolo ha due grandi elementi di novità, uno garantisce all'Esecutivo la certezza dell'esame di un provvedimento in una data e in uno spazio di tempo previsto e prevedibile, e questo per l'Esecutivo e per chi deve agire è sicuramente una grande risorsa e una grande certezza per il Paese di avere in tempi certi l'intervento...

PRESIDENTE. Ha un minuto.

TERESA PICCIONE. Dall'altro lato salva la prerogativa parlamentare dell'intervento di modifica del testo e contemporaneamente il testo approvato in data certa non ha il difetto di provocare vincoli giuridici come invece capita al decreto che se poi non viene approvato crea non pochi problemi. Allora io penso che in questa modifica costituzionale proprio il gruppo del Partito Democratico ha lavorato con intelligenza e ha consentito di coniugare contemporaneamente la speditezza dell'azione governativa con la capacità e la possibilità di partecipazione da parte della rappresentanza parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 364

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, questo articolo per quella che è stata la mia esperienza durante l'esame prima in Commissione e poi in Aula di questo provvedimento è uno di quelli che hanno dato maggiore risalto all'attività che il Parlamento ha svolto, che la Camera ha svolto in modo intelligente per migliorare e per perfezionare il disegno così come ci era arrivato dal Senato. Mi riferisco in particolare anch'io a questo tema del voto a data certa. Uno degli aspetti di più critici, sui quali più frequentemente nel passato si erano appuntate le lamentele era l'abuso della decretazione d'urgenza che era stato oggetto anche di strali pressanti più volte ripetuti anche dalla stessa Presidenza della Repubblica, decretazione d'urgenza che finiva per essere abusata sia dal punto di vista delle tematiche sia dal punto di vista soprattutto anche della eterogeneità dei temi stessi. Bene, io credo che il voto a data certa, così come si è sviluppato soprattutto durante il passaggio in Commissione, superando del tutto l'aspetto di esame bloccato in qualche modo che avrebbe determinato una minore valenza del Parlamento, ma salvaguardando l'esigenza dell'azione governativa di poter vedere riconosciuto in tempi rapidi e certi l'esame di provvedimenti particolarmente significativi per l'azione di Governo e come tali già elencati nel programma con il quale il Governo chiedeva la fiducia, credo che sia effettivamente uno dei punti più qualificanti di questa azione di miglioramento che abbiamo apportato dapprima in Commissione e adesso in Aula. Così come uscirà dalla Camera oggi questo articolo 12 appare significativamente migliorato, porterà – ripeto – a salvaguardare le necessità di esame in tempi certi da parte del Governo ma non svuoterà il Parlamento della possibilità di esaminare nel dettaglio e di correggere adeguatamente le proposte del Governo stesso. I tempi di settanta giorni sono ragionevoli, anche questi sono stati estesi, come è stato detto, da sessanta con cui era stato trasmesso a noi dal Senato a settanta così come è stato esaminato in Commissione, mi permetto solo di correggere una cosa, se posso dirlo, all'onorevole Piccione che correttamente ha riepilogato l'iter di questa materia durante il passaggio alla Camera: non è stata solo l'azione del Partito Democratico ad aver portato a questo, credo che sia stata concordemente l'azione di tutta la maggioranza che convintamente ha portato a questo risultato. Per questo il nostro gruppo Per l'Italia voterà convintamente a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lotti... Bellanova... Rossomando... Currò...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 298
Votanti 295
Astenuti 3
Maggioranza 148
Hanno votato
291
Hanno votato
no 4.
Sono in missione 55 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 12.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bruno Bossio... Buttiglione... Fauttilli... De Girolamo... Amoddio...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 365
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 303
Votanti 301
Astenuti 2
Maggioranza 151
Hanno votato
no 301
Sono in missione 55 deputati).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, intervengo semplicemente per esprimere la decisione di ritirare tutti gli emendamenti a mia prima firma. Ritengo che la ragione sia abbastanza evidente, ed è relativa alle condizioni che si sono determinate con l'abbandono dell'Aula da parte delle forze di opposizione. È una condizione del tutto anomala, che naturalmente interroga in profondità la coscienza di ciascuno di noi e che rende molto, molto più difficile, se non impossibile, quel tentativo che tanti di noi avevano auspicato, di una compiuta parlamentarizzazione del confronto sulle riforme. È evidente che nel quadro in cui siamo ciò non è possibile. Ci aspetta una lunga maratona notturna in cui dovremo votare in successione tutta una serie di emendamenti per arrivare a raggiungere l'obiettivo che ci eravamo prefissati, di chiudere il voto su tutti gli articoli entro la giornata di domani.
In coerenza con la decisione assunta dal mio gruppo, pur non condividendola, pur considerando un errore la scelta di proseguire con queste modalità, senza riaprire un confronto politico di merito con tutte – ripeto, con tutte – le forze di opposizione, prendo atto della decisione del mio gruppo, mi adeguo, sarò qui in Aula a garantire il numero legale – di questo si tratta – ma è evidente che sono venute meno le condizioni per una discussione di merito su questa riforma costituzionale e per questa ragione ritiro tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Onorevole D'Attorre, se ho capito bene, ritira tutti gli emendamenti, e non soltanto quelli riferiti all'articolo 13

ALFREDO D'ATTORRE. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Attorre.
Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore Fiano ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, darò un parere sintetico...

PRESIDENTE. Sintetico sì, purché siamo in grado di capirlo...

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Gasparini 13.550 e Giorgis 13.501.

PRESIDENTE. Su tutte le altre proposte emendative il parere è contrario ?

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente. La Commissione si rimette all'Assemblea per quanto riguarda i subemendamenti.

PRESIDENTE. Va bene. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

Pag. 366

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Carbone... colleghi, vi prego di rimanere al vostro posto il più possibile perché altrimenti perdete qualche voto... Cuperlo...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 306
Votanti 303
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato
no 303.
Sono in missione 50 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 13.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 283
Votanti 279
Astenuti 4
Maggioranza 140
Hanno votato
no 279.
Sono in missione 50 deputati).

(La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Moscat... Carloni... Barbini... Migliore...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307.
Sono in missione 49 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.301, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305.
Sono in missione 49 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.302, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Miccoli, Mura, Albanella...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 367
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 309
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
no 309.
Sono in missione 49 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.303, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Francesco Sanna, Tartaglione, Leva, Iacono, Covello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato
1
Hanno votato
no 310.
Sono in missione 49 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.304, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mura, Gandolfi, Fregolent, Borghi, Ginefra, Iacono...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 13.305, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Ferro, Venittelli, Mura, Galgano, Tidei, Carocci, Ventricelli...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 13.450, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer... onorevole Montroni, lei è collocato malissimo con l'onorevole D'Arienzo sempre in piedi, non la vediamo. Boccuzzi, Miccoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 317
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato
1
Hanno votato
no 316).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 13.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 368
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... onorevole Sanna, non possiamo aspettare chi esce, però; bisogna che stiate in Aula, se possibile.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 13.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Leva, Paola Bragantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 320
Votanti 316
Astenuti 4
Maggioranza 159
Hanno votato
no 316).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.13.8.2, sul quale il relatore ed il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Giulietti... Carbone... no, ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305.
Sono in missione 47 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 13.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Taricco... Albanella... Marzano... Lauricella... tutti a posto, mi pare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307.
Sono in missione 48 deputati).

(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 13.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cinzia Fontana... Tartaglione... Fabbri... Ghizzoni... ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313).

Ora c’è una serie di subemendamenti all'emendamento Piccione 13.500, che è stato testè ritirato; quindi, decadono.Pag. 369
Passiamo al subemendamento Dieni 0.13.503.1... no, anche questo è decaduto, perché è stato ritirato l'emendamento cui era riferito, uno degli emendamenti presentati dall'onorevole D'Attorre.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 13.560, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? No... Bersani... Bratti... onorevole Zoggia, se vuole votare... acceleriamo... ci siamo, manca una persona che sta... mi fa capire se riesce a votare, onorevole Zoggia ? Ecco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 323
Votanti 321
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato
2
Hanno votato no 319).

I subemendamenti successivi sono decaduti, poiché riferiti all'emendamento Schullian 13.15, che è stato ritirato prima della seduta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.13.502.1, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Assemblea. Siamo a pagina 76 del fascicolo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer... Taricco... Gadda... ci siamo ?... Ventricelli... ecco, a posto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Giorgis 13.502.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS. Grazie, Presidente. È stata prima dichiarata dall'onorevole D'Attorre l'intenzione di ritirare emendamenti che sono stati presentati e che, purtroppo, in questo contesto, diventa difficile discutere ed approfondire, come pure sarebbe stato invece opportuno fare.
La stessa considerazione vale anche per questo emendamento. Ritiro questo emendamento. Però vorrei lasciare agli atti una considerazione, che in qualche misura mi consente anche di ritornare sul tema più generale, cioè sul modo attraverso il quale siamo arrivati al testo che tra poco approveremo dell'articolo 13. Infatti, questo emendamento prevedeva una innovazione molto semplice: l'abbassamento del quorum per poter attivare il controllo preventivo da un terzo a un decimo.
La ragione di questa proposta è molto semplice e, devo dire la verità, mi è del tutto incomprensibile il motivo di merito per il quale, nonostante quello che è stato detto, alla fine il Governo ha dato parere negativo. Infatti, io vorrei che ci ricordassimo che il senso del controllo preventivo, che noi introduciamo, è quello di evitare che si possa ripetere una situazione analoga a quella che si è verificata in relazione alla legge Calderoli dopo la sentenza n. 1 del 2014.
Io credo che noi molto saggiamente in questa riforma abbiamo previsto che la Corte costituzionale sulle sole leggi elettorali possa essere chiamata a pronunciarsi prima che le leggi elettorali applicate, in modo tale da evitare che una legge elettorale non conforme a Costituzione sia dichiarata illegittima dopo che è stata applicata e, a quel punto, abbia prodotto effetti che non sono rimovibili.
Ora, la ratio è questa e per questo motivo l'articolo 13 prevede il ricorso preventivo alla Corte. Però se la ratio è quella di scongiurare il rischio di applicare una legge illegittima, è evidente che questo controllo dovrebbe avvenire o in via automatica, Pag. 370come emendamenti presentati dall'onorevole D'Attorre e ritirati ipotizzavano, oppure dovrebbe avvenire da parte di una minoranza esigua. Cosa intendo per esigua ? Quella minoranza che eventualmente possa essere danneggiata da un accordo su di una legge elettorale che, facciamo il caso, prevede una soglia di sbarramento del 15 per cento. Io credo che siamo tutti d'accordo nel ritenere che una legge elettorale che preveda una soglia di sbarramento del 15 per cento sia una legge di dubbia legittimità, una legge non solo inopportuna, ma una legge che solleva dei profili di incostituzionalità.
Chi è che deve poter presentare ricorso alla Corte se la legge prevede questo tetto, questo limite ? Chi eventualmente ne rimane danneggiato, cioè chi rappresenta, in ipotesi, il 15 per cento dei parlamentari. Il 15 per cento della Camera equivale a 95 deputati. L'ipotesi che noi ci accingiamo ad approvare è un'ipotesi che non consente a 95 deputati di adire la Corte. Quindi, che cosa succederà ? Succederà che la minoranza, che dovesse essere penalizzata illegittimamente dalla legge elettorale, non potrà rivolgersi alla Corte senza la disponibilità di una parte di quei parlamentari che magari hanno votato la legge, ma che ritengono comunque, per ragioni di precauzione, di evitare che la Corte si pronunci dopo che la legge è stata applicata.
Io credo che, da questo punto di vista, noi si stia facendo un passo avanti importantissimo, perché introdurre il controllo preventivo è un passo avanti importantissimo, ma è certo che potevamo farlo in maniera più ragionevole e coerente, in modo tale da fare sì che funzionasse senza bisogno che chi vota la legge sia poi in qualche misura indotto a consentire il controllo preventivo, firmando esso stesso la richiesta di giudizio della Corte.
Speriamo che nel prosieguo dell'iter, come pure è stato detto, al Senato ci sia questa ulteriore riconsiderazione e, quindi, si riduca il quorum in modo da depoliticizzare il ricorso e consentire a quella minoranza che fosse esclusa dalla rappresentanza politica di poter chiedere un pronunciamento della Corte prima che le elezioni si svolgano (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giorgis, lei ha detto che questo emendamento è ritirato. Lo dico perché ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Onorevole Cicchitto, magari le do la parola su un subemendamento perché su questo emendamento non può più fare dichiarazioni di voto, perché l'emendamento non c’è più, è stato ritirato. Non possiamo darle la parola su un emendamento che non c’è più.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.13.550.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Gullo... Malpezzi è a posto, Gullo invece no... Amato, Mariano... Mariano ha votato ? Da qua non vedo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
1
Hanno votato
no 309.
Sono in missione 46 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.13.550.2, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Marzano, Greco...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 371
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307.
Sono in missione 46 deputati.

Passiamo all'emendamento Gasparini 13.550.
Indìco la votazione nominale... no, revoco la votazione ! Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, intervengo anche a nome del mio gruppo. È una radicale contrarietà al fatto che vi sia una subordinazione delle decisioni che il Parlamento prende sulla legge elettorale riferite alla Corte costituzionale. Voi sapete benissimo che già in via generale ci fu nell'Assemblea costituente – e proprio da parte di Palmiro Togliatti – una forte obiezione di principio, secondo me radicata, sul fatto che un Parlamento eletto potesse vedere le sue decisioni smontate da una struttura esterna. Ma che adesso questo Parlamento, che prende queste decisioni anche con una tensione politica di questo tipo, in partenza dica che è dimezzato rispetto alle sue decisioni nei confronti di un nodo fondamentale, qual è la legge elettorale, per cui immediatamente si mette nelle mani della Corte costituzionale, significa sostanzialmente dire che c’è un Parlamento bambino, che deve chiedere il parere di una tecnocrazia superiore, che esprime il suo parere dopo che questo Parlamento è arrivato a queste deliberazioni, per di più con la tensione politica che noi stiamo vivendo.
Questa decisione, al di là dei quorum, ma in linea di principio e di fatto, secondo noi, rappresenta un errore politico gravissimo, per cui noi vi preghiamo in sede di Comitato dei nove di riflettere su questa decisione, perché questa è la decisione della subalternità, dell'accettazione del fatto che questo è un Parlamento dimezzato, non sicuro di sé stesso, con un grande complesso di inferiorità, per cui si mette nelle mani della Corte costituzionale, di cui accetta già in principio il fatto che, magari, le cose che questo Parlamento deciderà verranno a priori rimesse in questione. Sappiamo benissimo che ci stanno dei meccanismi normali, consueti, per cui per le leggi ci si rivolge alla Corte costituzionale. Lasciamo questi meccanismi e non ci diamo la zappa sui piedi fino a questo punto (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, io mi rendo conto delle difficoltà e delle questioni che ha sollevato l'onorevole Cicchitto e in parte le condivido. Noi le avevamo inizialmente sollevate. Di fronte all'indisponibilità a tornare indietro su questa soluzione, abbiamo presentato un emendamento invece, una volta che questo rimedio c’è, per applicarlo anche alla prossima legge elettorale. Infatti sarebbe stato singolare prevedere questo meccanismo e poi non applicarlo alla prima legge entrata in vigore dopo la dichiarazione di incostituzionalità di una legge elettorale. Per cui la scelta poteva essere di non avere affatto questo sistema ed era una cosa. Avere questo sistema e dire che non lo applichiamo la prima volta sarebbe stato strano.
Invece, rispondendo all'onorevole Giorgis sul tema dei quorum, io credo che, invece, sia giusto tenere dei quorum sufficientemente alti, perché, come è stato già segnalato, ci sono già oggi i modi per ricorrere alla Corte. Io credo che questo tipo di ricorso dovrebbe essere limitato a dei casi clamorosi, a dei casi nei quali una grande parte dell'Assemblea è convinta di una violazione significativa. Segnalo anche che è vero che ci potrebbe essere una soglia di sbarramento troppo alta, però Pag. 372che, ad esempio, tutte le ragioni di incostituzionalità del Porcellum non avevano niente a che vedere con la dimensione piccola o grande della minoranza, avevano a che vedere con un meccanismo di elezione, con il tema dei famosi nominati e delle preferenze, avevano a che vedere con il premio di maggioranza che era stato introdotto, in quel caso, dalla maggioranza che approvò la legge. Quindi, io sono convinto che questo tipo di ricorso, per le ragioni anche che ha indicato l'onorevole Cicchitto, dovrebbe essere limitato e che dovrebbe essere una grande parte del Parlamento a proporre il ricorso, in tutti gli altri casi ci sono i rimedi ordinari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparini. Ne ha facoltà.

DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Presidente, prendo la parola in quanto l'onorevole Cicchitto è intervenuto sulla base di un emendamento a mia prima firma, e di altri colleghi. Di fatto, volevo evidenziare che questo emendamento non introduce questa norma, perché è stato il Senato che ha introdotto un nuovo comma in Costituzione che permette questo percorso di verifica preventiva da parte della Corte costituzionale. Questo emendamento, sostanzialmente, va incontro un po’ alle cose che evidenziava prima l'onorevole Giorgis. Se uno strumento preventivo di questo tipo deve essere utilizzato, deve essere utilizzato certo con attenzione, ma è sicuramente uno strumento che dà maggiori sicurezze alle minoranze. Quindi, il Senato ha licenziato un testo dove si prevedeva che un terzo dei parlamentari potessero fare richiesta, con il mio emendamento è stato portato ad un quarto. Questo per andare incontro, a questo punto, alla possibilità che le minoranze possano, anche se la maggioranza non è d'accordo per un ricorso preventivo, comunque accedere a questo istituto che è un istituto che sicuramente garantisce il Parlamento, ma garantisce anche, e soprattutto, coloro che comunque hanno una minore possibilità di incidere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piepoli. Ne ha facoltà.

GAETANO PIEPOLI. Grazie Presidente, volevo semplicemente dire che, a prescindere dalle soluzioni tecniche che qui abbiamo adottato, quindi anche dal ritiro dell'emendamento, questa materia va conservata, perché c’è una tendenza inarrestabile in Europa, l'ho già detto in altre occasioni, in particolare in Germania, di un controllo della Corte costituzionale sul cosiddetto conflitto di interessi politico, in particolare il conflitto di interessi del Parlamento con se stesso rispetto alle scelte legislative soprattutto in materia elettorale ovvero quando vengono fatte in considerazione della prospettiva di chi deve vincere e di chi deve perdere. Quindi, questo credo che per il futuro ci deve aiutare ad illuminarci almeno in una prospettiva di autodisciplina e di autolimitazione rispetto ad una certa bulimia sempre possibile (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 13.550, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Galgano, Giorgis, Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 310
Astenuti 8
Maggioranza 156
Hanno votato
286
Hanno votato
no 24).

Sono così preclusi i successivi identici emendamenti Giorgis 13.16 e Toninelli Pag. 37313.17, l'emendamento Quaranta 13.18 e Toninelli 13.20.
Passiamo alla votazione del subemendamento Toninelli 0.13.501.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Toninelli 0.13.501.1, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Andrea Romano, Cani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 313
Astenuti 4
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgis 13.501, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Scusate, revoco l'indizione della votazione. C’è un'interpretazione non perfettamente conforme tra la Presidenza e gli uffici ed è meglio revocare questa votazione. Passiamo invece alla votazione del subemendamento Fraccaro 0.13.501.2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.13.501.2, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piccione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
7
Hanno votato
no 303
Sono in missione 45 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgis 13.501, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Lorenzo Guerini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato
305
Hanno votato
no 8).

(Il deputato Lavagno ha segnalato che avrebbe voluto votare a favore).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.13.21.1, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 320
Votanti 316
Astenuti 4
Maggioranza 159
Hanno votato
1
Hanno votato
no 315).

Pag. 374

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 13.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Antimo Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 322
Votanti 320
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato
2
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 13.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Gregori, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 320
Votanti 317
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato
no 317).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 13.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato
1
Hanno votato
no 315).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 13.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Martella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato
2
Hanno votato
no 313).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 13.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Arlotti, Braga, Ermini, Vezzali.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato
1
Hanno votato
no 307
Sono in missione 45 deputati).

Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

Pag. 375

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, premetto che il sottoscritto non è mai stato di quelli teneri verso le invasioni di campo della magistratura – di una certa magistratura – tese a sostituirsi all'attività del legislatore, ma ciò premesso, non ritengo che corrisponda all'esattezza il timore paventato dall'onorevole Cicchitto, nel senso che qui non si dà nessuna carta libera, nessuna cambiale in bianco alla magistratura, ma si dà la facoltà, invece, al Parlamento, a una porzione consistente del Parlamento, di poter sottoporre eventualmente a giudizio preventivo della Corte costituzionale – sottolineo l'eventualmente – la possibilità di eccepire appunto elementi di incostituzionalità nelle leggi elettorali che si andranno a produrre da parte delle Camere. In questo non vedo alcun pericolo di mettere il Parlamento in una condizione di subordinazione ma ci vedo, invece, un grande vantaggio. Il vantaggio è che, in un sistema che si avvia a diventare di tipo ipermaggioritario, in considerazione della legge elettorale che tra poco ci troveremo a riesaminare in questa Camera, si vogliono tutelare le minoranze e permettere loro di ravvisare eventuali dubbi di forzatura dal punto di vista della corrispondenza al dettato costituzionale nelle leggi elettorali future. Da questo punto di vista, reputo quest'articolo 13, in realtà, una clausola di salvaguardia; e ritengo che il lavoro emendativo che è stato fatto in questa sede lo abbia ulteriormente migliorato, nel senso che, da un lato, ha previsto un lieve abbassamento del quorum richiesto per sottoporre a giudizio preventivo della Corte da parte della Camera dei deputati, riducendolo da un terzo ad un quarto dei membri, ma, dall'altro lato, l'ha differenziato, con l'emendamento Gasparini, riguardo al quorum richiesto per i senatori, i quali, con una platea più bassa, più contenuta di membri, dovranno, invece, per chiedere il giudizio preventivo della Corte, poter disporre di almeno un terzo di firmatari. Ma trovo interessante anche l'ultima modifica che abbiamo poco fa votata, quella dell'emendamento Giorgis, perché introduce una clausola ulteriore, una limitazione temporale di dieci giorni, da un lato, per poter attivare la procedura presso la Corte costituzionale, che fa sì che non possa essere agitata la paura dell'incostituzionalità come una sorta di spauracchio da tenere a futura memoria e da agitare quando lo si ritenga opportuno per motivi politici.
Cioè se c’è un effettivo timore di incostituzionalità, questo deve essere subito eventualmente rappresentato alla Corte, e viceversa però libera chi volesse ricorrere dalla necessità di essere lui a precisare quali sono gli esatti profili di incostituzionalità, perché questo in realtà sarebbe stato limitativo per la Corte stessa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIAN LUIGI GIGLI. Ciò detto, quindi, apprezzando nel complesso l'articolo 13, anch'io con il collega Mazziotti Di Celso ritengo, e lo vedremo quando sarà il momento opportuno nella fase ulteriore di esame del provvedimento, che non potremo sottrarci tuttavia a far sì che analogo giudizio preventivo venga dato, proprio per le ragioni che ho cercato di esemplificare all'inizio, anche sulla prima legge elettorale che si andrà ad approvare ancora con questa Carta costituzionale, ma certamente già in previsione di quella che stiamo migliorando e adeguando in questi giorni. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Gigli. Non essendoci altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Stiamo votando l'articolo 13, lo dico per i colleghi che entrano ora... Baruffi, Fusilli, Fanucci... Ermini... ci siamo ? ... Massa... Gnecchi... Matarrese in arrivo...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 376
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 312
Votanti 311
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato
304
Hanno votato
no 7
Sono in missione 44 deputati).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 14. Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, do la parola al relatore Fiano per i pareri.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza, Non ci sono pareri favorevoli. È contrario sull'emendamento e mi rimetto all'Aula sul subemendamento

PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fraccaro 14.1 e Brunetta 14.500, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bellanova... Murer... Dell'Aringa... ci siamo ? Sanna... Bruno Bossio... Galgano... Tartaglione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 314
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato
4
Hanno votato
no 310).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 14.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Vedo delle postazioni lampeggianti... Cassano... Iori, fatela passare... Lauricella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
no 310
Sono in missione 45 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 14.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Bruno Bossio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 305
Astenuti 2
Maggioranza 153
Hanno votato
no 305
Sono in missione 44 deputati).

(Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.Pag. 377
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Oliverio, Galgano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato
307
Hanno votato
no 6).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 2613-A).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come da mia precedente dichiarazione, io vorrei invece darle parere sull'articolo 16, accantonando l'articolo 15.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 2613-A )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 16.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, sugli emendamenti Bianconi 16.3, Sannicandro 16.4, D'Ambrosio 16.7, Palazzotto 16.200, Lauricella 16.600, Lombardi 16.11, Dadone 16.13, Bianconi 16.14, Scotto 16.17, Cariello 16.700, Scotto 16.16, Toninelli 16.300, Brunetta 16.601, sugli identici emendamenti Brunetta 16.602 e Famiglietti 16.606 e sugli emendamenti Dieni 16.24, Brunetta 16.603, Fratoianni 16.201, Scotto 16.8. Dieni 16.29, Dieni 16.30 e 16.19.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 16.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Parrini, Piccione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 316
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato
7
Hanno votato
no 309).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Fiorio, Carloni, Causi, Fossati...Pag. 378
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 317
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato
2
Hanno votato
no 315).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 16.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fossati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato
no 316).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 16.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Arlotti, Migliore, Nissoli Fitzgerald...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307
Sono in missione 44 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 16.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani... Murer... Tartaglione... Colaninno... Parrini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 315
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 315).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 16.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... Casati... Massa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato
no 316).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lauricella 16.600, con il parere contrario della Commissione e del Governo...
Revoco l'indizione della votazione. Onorevole Lauricella, non mi aveva chiesto di parlare: se me lo dite prima che io apra la votazione, è meglio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lauricella. Ne ha facoltà.

Pag. 379

GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie Presidente. Scusi per il disguido. Anzitutto parlo perché, al contrario dei miei colleghi che hanno ritirato gli emendamenti, considerato che stiamo andando avanti tranquillamente e velocemente, preferisco parlare, o almeno esprimere quello che potevano essere o potrebbero essere le modifiche da apportare. Questo emendamento riguarda la delega legislativa proprio perché già fin dalla Commissione si è ritenuto che, tenuto conto anche della prassi e del modo in cui non solo ora ma negli ultimi tempi è stata gestita la delega legislativa, magari aggravata pure dalla fiducia del Governo, si è ritenuto che si dovesse – questo già in Commissione – prevedere una norma che limitasse la questione di fiducia nel senso che vietasse la questione di fiducia nel caso di una legge delega sul disegno di legge governativo. Già in Commissione mi è stato eccepito che questo sarebbe stato un modo di costituzionalizzare la questione di fiducia che, invece, da noi è prevista soltanto nei Regolamenti parlamentari, previsione che si sarebbe potuta introdurre perché, tutto sommato, in Germania è così. L'idea dunque è stata cambiata e viene qui espresso il fatto che, nella delega legislativa, l'iniziativa viene affidata soltanto al Parlamento. Questo per evitare quell'ingorgo, quella logica della sovrapposizione tra chi delega e chi è delegato. Cioè, signori, il problema è di fondo – ovviamente capisco che sto parlando per così dire accademicamente – però il problema è quello di evitare che il delegato si scriva la delega e poi costringa pure il delegante, con la questione di fiducia, a votare un contenuto di fatto già prestabilito dal Governo. Ora questo... (Commenti del deputato Palese).

PRESIDENTE. Collega Lauricella, prosegua, non raccolga.

GIUSEPPE LAURICELLA. Sì, non raccolgo. Quindi questa era l'attenzione che si voleva dare a questo tipo di impianto costituzionale, introducendo anche in questo caso clausole o comunque accorgimenti che avrebbero potuto migliorare il testo. Questo emendamento, secondo me, ne è un esempio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lauricella 16.600, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi, affrettatevi ai posti... Casati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 299
Votanti 293
Astenuti 6
Maggioranza 147
Hanno votato
12
Hanno votato
no 281
Sono in missione 44 deputati).

(I deputati Albini e Coccia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 16.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Caimani, Famiglietti, Carbone, Ferro... forza colleghi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 307
Votanti 304
Astenuti 3
Maggioranza 153
Hanno votato
no 304
Sono in missione 43 deputati).

Pag. 380

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 16.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Gregori, Lodolini, Pastorelli, Iacono...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 299
Votanti 296
Astenuti 3
Maggioranza 149
Hanno votato
no 296
Sono in missione 43 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 16.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Guerini Lorenzo, Coccia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato
no 307
Sono in missione 43 deputati).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 16.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi, Pes, Paris, Dal Moro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 313
Astenuti 4
Maggioranza 157
Hanno votato
no 313).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 16.700, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Valiante, Carbone, Carloni... Garofani, Fossati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 322
Votanti 319
Astenuti 3
Maggioranza 160
Hanno votato
2
Hanno votato
no 317).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 16,16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Braga, Bressa, Fitzgerald...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 315
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
1
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 381Toninelli 16.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Piazzoni, Ginefra, Castricone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 321
Votanti 319
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato
1
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 16.601, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Giuseppe Guerini, Giorgis, Massa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato
2
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Brunetta 16.602 e Famiglietti 16.606, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bruno Bossio, Marantelli, Preziosi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato
2
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 16.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Boccuzzi, Bonifazi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 315
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato
no 315).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 16.603, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Moscatt, Bruno Bossio, Villecco Calipari, Tartaglione, Zardini, Massa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 323
Votanti 322
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato
2
Hanno votato
no 320).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fratoianni 16.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 382
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 314
Astenuti 4
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 16.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Malisani, Dell'Aringa, Massa... Onorevole Marantelli, provi. C’è qualcosa dentro ? Forse sì, magari. Sì, vede ? Onorevole Marantelli !
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 314
Astenuti 4
Maggioranza 158
Hanno votato
no 314).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 16.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Carloni, Marco Di Maio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 321
Votanti 319
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato
1
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 16.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Mura... Ragosta... Taranto... non vedo altri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 321
Votanti 318
Astenuti 3
Maggioranza 160
Hanno votato
no 318).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 16.19, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... ha votato Tartaglione ? Sì... Giuliani, Villecco Calipari, Monchiero... provi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 315
Astenuti 4
Maggioranza 158
Hanno votato
no 315).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.

Pag. 383

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 326
Votanti 322
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato
317
Hanno votato
no 5).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Carlo Galli. Ne ha facoltà.

CARLO GALLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli emendamenti relativi a questo articolo provengono da varie parti politiche; alcuni sono trasversali e coinvolgono una parte del Partito Democratico, SEL, il MoVimento 5 Stelle ed il gruppo dei parlamentari per la pace.
Questi emendamenti affrontano un problema che nasce intorno all'articolo 78 – quello che recita: «il Parlamento delibera dello stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari» – per la concomitanza della riforma della legge elettorale e della riforma della Costituzione. Il problema sta nel fatto che il combinarsi di queste due riforme fa sì che la deliberazione dello stato di guerra sarà a disposizione di una maggioranza parlamentare che non corrisponderà alla maggioranza reale dei cittadini votanti. Prima di chiarire questo problema bisogna ricordare che la guerra della quale qui stiamo parlando non è né la lotta al terrorismo, né consiste nelle missioni internazionali, né nella partecipazione alle operazioni della NATO e neppure è la risposta militare immediata ad un attacco.
È invece, la guerra di cui si sta parlando, una precisa condizione di diritto internazionale fra Stati sovrani, una condizione che ha anche importanti effetti giuridici interni. La Camera conferisce al Governo i poteri necessari. Si può impedire, con legge, il rinnovo delle Camere, cioè si bloccano le elezioni politiche, ed il codice penale militare di guerra non è ricorribile in Cassazione.
Dobbiamo inoltre ricordare che, per l'Italia, secondo l'articolo 11 della Costituzione, primo comma, la guerra può essere soltanto difensiva, o può derivare dall'appartenenza dell'Italia ad un'organizzazione difensiva. Quindi, sotto il profilo pratico, quello di cui stiamo parlando è un caso raro; e tuttavia, è una importantissima questione di principio: infatti, la deliberazione sullo stato di guerra è uno degli aspetti fondamentali dell'esercizio della sovranità popolare.
Tutto ciò premesso, il problema lo si affronta sciogliendo un dilemma: se la guerra sia materia di Governo o sia materia di Parlamento. Se è materia di Governo, non c’è alcun problema; se invece non è materia di Governo, il problema nasce. Allora, una semplice analisi dell'articolo 78 ci fa capire che il Governo non è il soggetto propositivo della deliberazione dello stato di guerra. L'articolo 78 non dice che il Parlamento delibera lo stato di guerra sentito il Governo. Il Governo compare, nell'articolo 78, esclusivamente come destinatario di poteri speciali, ancorché indeterminati.
Il significato di questo meccanismo è il seguente. Il Parlamento delibera lo stato di guerra e il Governo conduce la guerra, dopo che il Capo dello Stato l'ha dichiarata ex articolo 87. Dunque, in quanto materia autonoma del Parlamento, la deliberazione dello stato di guerra significa che questo stato di guerra è parte della sovranità del popolo. Questo è evidentissimo nella Carta sotto il profilo storico, in quanto i Costituenti stavano reagendo alla dittatura fascista e all'assoluta autocrazia con la quale l'Italia era entrata in guerra e stavano reagendo contro lo Statuto Albertino che nel suo articolo 5 dava al Re, in quanto Capo dell'esecutivo, il potere di dichiarare la guerra. Dunque era una scelta, quella dei Costituenti, quella di dire che la guerra appartiene alla sovranità del Pag. 384popolo e il Parlamento delibera su di essa. Dunque, abbiamo il principio di sovranità popolare, il principio di rappresentanza – il popolo non delibera la guerra tramite un plebiscito ma attraverso il Parlamento – e il principio di maggioranza. É necessaria la maggioranza del popolo per dichiarare la guerra. È evidente, infatti, ed è noto sino dagli inizi degli anni Cinquanta alla dottrina che la Costituzione italiana incorpora implicitamente, ma chiaramente, il sistema elettorale proporzionale. Ora, e siamo venuti al punto, quando la nuova legge elettorale sarà a regime, la maggioranza di Governo non rappresenterà la maggioranza dei cittadini, ma soltanto, eventualmente, il 40 per cento. Ora, noi possiamo accettare che, per l'ordinaria opera di legislazione e per consentire al Governo di implementare il proprio programma elettorale, si dia una prevalenza all'elemento della governabilità rispetto all'elemento della rappresentanza, purché questa prevalenza sia moderata, sulla base di quanto dice la sentenza della Corte costituzionale del gennaio dell'anno scorso. Ma, è questo il punto, qui non si tratta della ordinaria legislazione, né di conferire al Governo la possibilità di realizzare il proprio programma elettorale. La guerra, questa guerra informa, è un evento straordinario, un vero e proprio caso di eccezione. E allora, in quanto esercizio, benché mediato della sovranità popolare, è evidente che in questo caso deve prevalere il principio di rappresentatività, e che il Parlamento, per deliberare sullo stato di guerra, deve farlo attraverso un quorum che implichi, almeno teoricamente, la maggioranza dei cittadini. Sotto il profilo dell'esecutivo, poi, faccio notare che nei casi di guerra classici che noi conosciamo del XX secolo nelle democrazia le guerre vengono condotte da gabinetti di guerra che comprendono tutti i partiti. Dunque è questo il motivo per il quale il quorum della deliberazione deve andare oltre il 55 per 100 degli aventi diritto che è garantito al Governo dalla nuova legge elettorale; ed è quindi questo motivo anche per il quale mi pare che non risolva nulla, se non esclusivamente sia un segno simbolico, concedere che la deliberazione sullo stato di guerra avvenga non a maggioranza semplice ma a maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Detto in altro modo, insomma, quello che si tratta di evitare è che la maggioranza di Governo sia il dominus della guerra. Del resto lo stesso tema si è posto per l'elezione del Capo dello Stato, sulla quale in effetti i quorum necessari sono stati innalzati proprio in previsione dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale. Questo sotto il profilo, per così dire, teorico e storico.
Sotto il profilo pratico poi forse sarebbe bene ricordare che in un futuro – auguriamoci remoto – la maggioranza di Governo potrebbe anche non prevedere la presenza al Governo del Partito Democratico. Dunque nel complesso meccanismo di riforme che noi abbiamo posto in essere con questo meccanismo, che ha come tratti fondamentali il rafforzamento dell'Esecutivo, la speditezza della vita politica e la forza decisionale del Governo, non sta per niente male un elemento di garanzia, non tanto per i partiti politici, quanto per il popolo, un elemento di garanzia che la dichiarazione formale dello stato di guerra non sia nelle mani di un partito, ma sia nelle mani della parte maggioritaria dei cittadini della Repubblica italiana.
Del resto – e mi avvio alla conclusione – è un'affermazione di Kant, in Per la pace perpetua, uno dei testi classici dell'illuminismo, che in una Repubblica la deliberazione sullo stato di guerra può avvenire soltanto con il consenso della popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Grazie Presidente, l'Italia ripudia la guerra, ma l'articolo 78 della Costituzione prevedeva che le due Camere potessero esercitare quella grave responsabilità politica, che è invece dichiarare la guerra.Pag. 385
Con questa riforma, non solo sarà la sola Camera a potere esercitare questa gravissima responsabilità, ma grazie alla nuova legge elettorale potrà farlo in teoria anche un solo partito, che avrà vinto le elezioni e che avrà il premio di maggioranza. Per questo noi condividiamo l'idea che sia necessario un innalzamento del quorum, proprio per fare corrispondere questa decisione il più possibile alla reale maggioranza dei cittadini. Non bisognerebbe neanche contemplare l'idea che l'Italia entri in conflitto con un altro Paese, ma in ogni caso questa responsabilità, ripeto gravissima, va quantomeno condivisa e soprattutto deve potere essere espressa in nome della maggioranza il più ampia possibile dei cittadini.
Certo la dichiarazione di guerra sembra ormai appartenere ad un'altra epoca: è anacronistica. Apparteneva all'epoca di quando le guerre erano fatte dagli eserciti con dichiarazioni formali, quando il confine era netto tra il prima del conflitto ed il dopo. Oggi, lo sappiamo, sono guerre asimmetriche, che contrappongono spesso gli Stati a dei gruppi organizzati; sono guerre che coinvolgono sempre più i civili, che prendono la forma del terrorismo diffuso; sono guerre a distanza, insomma sono guerre liquide. Ma rimangono forme di violenza, anche se le facciamo in nome della pace. Per cui noi dobbiamo lavorare culturalmente e politicamente perché i cittadini possano sempre di più ripudiare la violenza in tutte le sue forme. Ma occorre dare ai cittadini stessi una più ampia rappresentanza per poterla scongiurare in tutti i modi possibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fabbri. Ne ha facoltà.

MARILENA FABBRI. Grazie Presidente, intervengo solo per precisare che sul fascicolo è rimasta la mia prima firma sull'emendamento Fabbri 17.312, dove si indica la maggioranza assoluta per la dichiarazione dello stato di guerra. Vorrei precisare che avevo ritirato la firma, ma è rimasta nel fascicolo, mentre ho sottoscritto l'emendamento Carlo Galli 17.705 e sottoscrivo ora l'emendamento Lauricella 17.310.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fabbri, il fascicolo non è stato ristampato. Noi abbiamo cancellato la sua firma, ma il fascicolo non è stato ristampato per ragioni organizzative e di economia.
Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, credo che su questo articolo sia opportuna una riflessione attenta dell'Assemblea. L'Italia è un Paese che per due volte nella sua storia è stato trascinato in guerre che il popolo non voleva da maggioranze trascinate da un'ondata emozionale o, in un caso, senza nessuna maggioranza democraticamente verificata e verificabile. L'articolo che stiamo discutendo non tocca gli obblighi che derivano all'Italia dall'articolo 5 del Trattato istitutivo dell'Alleanza del Nord Atlantico, in questo caso le misure seguono automaticamente e credo che questa interpretazione sia un'interpretazione largamente accettabile e condivisa. Non tocca il caso di un'aggressione diretta al territorio italiano, in questo caso la difesa della patria è sacro dovere del cittadino e le misure conseguenti avvengono anche senza formale dichiarazione dello stato di guerra. Questo articolo non tocca la partecipazione italiana alle missioni internazionali che si svolgono sotto l'egida della NATO. Questo articolo viene a toccare qualcosa di diverso. Certo si potrebbe dire «gli emendamenti che vengono proposti all'articolo non sono del tutto soddisfacenti, perché sarebbe più opportuno se ci fosse una riformulazione dell'articolo che, con chiarezza, indicasse tutti questi limiti», e forse siamo ancora in tempo se il relatore lo ritiene opportuno o ad accantonare o formulare rapidamente un emendamento adeguato. Tuttavia, la necessità di un rafforzamento del quorum per confermare che il popolo italiano è un popolo che non vuole la guerra, un popolo che si decide la Pag. 386guerra solo davanti a circostanze così evidenti da aggregare un'ampia, un'amplissima maggioranza, che non può essere la maggioranza di una sola Camera eletta con un sistema maggioritario che potrebbe in fare modo che una minoranza nel Paese sia maggioranza nella Camera. Questo può andar bene per governare, ma non è sufficiente per portare l'Italia in uno stato di guerra. Per tutte queste ragioni, io credo che una riflessione si imponga e che un qualche innalzamento dei quorum, in una delle formule proposte o, magari, in un'altra con una riformulazione più complessiva, sarebbe opportuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massa. Ne ha facoltà.

FEDERICO MASSA. Presidente, scusi, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento Lauricella 17.310 e all'emendamento Carlo Galli 17.705.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Catalano. Ne ha facoltà.

IVAN CATALANO. Grazie Presidente, la componente del Partito Socialista Italiano – Liberali per l'Italia vuole sottoscrivere gli emendamenti Marcon 17.200, Piras 17.204, Ferrara 17.201, Bindi 17.311, Dadone 17.301 e 17.302 e Basilio 17.701. Volevo, inoltre, svolgere anche un intervento sul complesso degli emendamenti in quanto anch'io sono dell'avviso che la deliberazione dello stato di guerra non possa essere affidata ad una sola Camera, e tanto meno ad una sola Camera quando questa Camera viene eletta con una legge elettorale maggioritaria oppure da una legge elettorale che garantisce a una minoranza di avere la maggioranza assoluta dell'Assemblea. Quindi, auspico che durante le votazioni degli emendamenti venga aperto un dibattito in merito alla questione e che la maggioranza possa rivedere il testo della riforma, affinché venga esteso almeno ai due terzi della Camera il minimo per votare la deliberazione dello stato in guerra.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Fabbri 17.312 e Basilio 17.702, mentre esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti. Se ci sono subemendamenti, la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Non mi pare ci siano subemendamenti. I pareri del Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti D'Ambrosio 17.1, Costantino 17.4, Centemero 17.700 e Matteo Bragantini 17.704.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti D'Ambrosio 17.1, Costantino 17.4, Centemero 17.700 e Matteo Bragantini 17.704, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Fiorio, Casero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 325
Votanti 320
Astenuti 5
Maggioranza 161
Hanno votato
8
Hanno votato
no 312).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 17.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 387
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 319
Votanti 308
Astenuti 11
Maggioranza 155
Hanno votato
4
Hanno votato
no 304).

(Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 17.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Malisani, Fanucci, Zardini, Dell'Aringa, Taricco, Fitzgerald Nissoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato
11
Hanno votato
no 305).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 17.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Baruffi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 322
Votanti 319
Astenuti 3
Maggioranza 160
Hanno votato
11
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 17.202, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco, Casero, Bosco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 326
Votanti 323
Astenuti 3
Maggioranza 162
Hanno votato
11
Hanno votato
no 312).

Passiamo ora a tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare. Pongo in votazione il primo emendamento della serie, l'emendamento Ferrara 17.201. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferrara 17.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Tartaglione, Dell'Aringa, Antezza, Luciano Agostini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 324
Votanti 323
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato
10
Hanno votato
no 313).

Pag. 388

Pongo ora in votazione l'ultimo emendamento della serie, l'emendamento Matarrelli 17.203. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matarrelli 17.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malpezzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 330
Votanti 328
Astenuti 2
Maggioranza 165
Hanno votato
10
Hanno votato
no 318).

(Il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 17.3 e Centemero 17.315, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Binetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 322
Votanti 315
Astenuti 7
Maggioranza 158
Hanno votato
4
Hanno votato
no 311).

(Il deputato Marrocu ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

Ora abbiamo un'altra serie a scalare. Pongo in votazione i primi emendamenti della serie, gli identici emendamenti De Mita 17.5 e Dadone 17.301. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti De Mita 17.5 e Dadone 17.301, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 331
Votanti 329
Astenuti 2
Maggioranza 165
Hanno votato
12
Hanno votato
no 317).

Passiamo alla votazione degli emendamenti intermedi, gli identici Lauricella 17.310 e Basilio 17.701. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI. Grazie, Presidente, e mi scuso se rubo alle colleghe e ai colleghi un minuto di attenzione. Devo dire intervenendo su questi emendamenti, e sosterrò l'emendamento presentato dall'onorevole Lauricella, che riassume anche l'emendamento illustrato dall'onorevole Galli con parole molto limpide, efficaci, pochi minuti fa. Noi entriamo, siamo, in un sistema maggioritario e presto verrà la legge elettorale alla Camera, che consegnerà agli esecutivi maggiori responsabilità. Ci si potrebbe trovare nella situazione di consegnare, per questo, la deliberazione dello stato di guerra a una minoranza del Paese. Parlo, come diceva il professor Galli, della scelta più drammatica e difficile che un Governo può essere chiamato a compiere.
Lo dico quando la cronaca non ha espunto dalla storia quella guerra che la nostra Costituzione all'articolo 11 ripudia come mezzo di risoluzione delle controversie. Pag. 389Anzi, mai come ora studiosi e pensatori, oltre che le tragedie del mondo, ci richiamano al fatto che i conflitti fanno del nostro secolo il secolo che ripropone all'attenzione di governi e parlamenti quello che è un dilemma dei più irrisolvibili, la cui soluzione è in sé imperfetta.
Io voterò gli emendamenti che sono stati sottoposti all'attenzione di quest'Aula per questo motivo, perché ritengo che per nessuna altra materia come questa, anche simbolicamente, debba valere uno spirito di cautela in più, debba valere quella garanzia costituzionale che era prevista nella nostra Carta e che oggi deve essere riprevista e attualizzata innanzi al fatto che il Senato, proprio perché ha diverse competenze, non avrebbe il potere di determinare e deliberare lo stato di guerra, e che questa scelta competerebbe esclusivamente alla Camera, come Camera politica, e come tale eletta con un sistema elettorale maggioritario.
Quindi in questo caso noi abbiamo il dovere, io credo, davvero il dovere di avere uno sguardo lungimirante e saggio che invochi un principio di cautela in più e che riconosca al Parlamento una funzione tale da accompagnare le scelte che gli esecutivi dovrebbero poter fare in un momento particolarmente drammatico per la loro scelta.
Tutto qui. Per quanto mi riguarda, il mio appoggio – e credo l'appoggio di altre colleghe e colleghi – è dettato esclusivamente da quello sguardo di lungimiranza che è contenuto nello spirito della nostra Carta costituzionale nella parte che attiene ai suoi principi che rimangono, credo per tutto il gruppo del Partito Democratico, anzi ne sono certissima, una bussola e un punto di riferimento essenziale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, ho ascoltato con interesse non soltanto l'intervento dell'onorevole Pollastrini ma anche quelli degli altri deputati che sono intervenuti precedentemente sul complesso degli emendamenti, a cominciare dall'onorevole Galli che ha illustrato in modo approfondito la questione. Sicuramente anche nel lavoro in Commissione abbiamo avuto modo di confrontarci su questo tema. La scelta, nel testo che è stato approvato dal Senato e che è oggi all'esame della Camera, di individuare nella maggioranza semplice, quindi senza modificare il testo attuale della Costituzione, la maggioranza parlamentare prevista per la dichiarazione dello stato di guerra...

PRESIDENTE. Onorevole Palese, mi scusi, ma si sente più la vostra conversazione dell'intervento del ministro.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.. .. deriva dal presupposto che la dichiarazione dello stato di guerra rientra nell'esercizio della politica estera che è tipica, ovviamente, dell'attività del Governo e come tale rientra nel suo indirizzo politico. Quindi, a mio avviso, il Governo ha ovviamente anche un ruolo di responsabilità e in qualche modo può anche assumere l'iniziativa. Fermo restando che poi compete al Parlamento, e quindi alla maggioranza che sostiene il Governo in Parlamento, di aderire o meno all'iniziativa del Governo.
Ecco perché inizialmente era stata confermata una maggioranza semplice, anche sulla base di un elemento comparativo, che ovviamente è solamente un elemento di valutazione, non dirimente, e quindi da un confronto anche con quanto previsto in altri ordinamenti simili al nostro: Francia, Spagna, Paesi Bassi, che prevedono un coinvolgimento del Parlamento, ma senza alcun quorum qualificato. Peraltro ci sono anche altri Paesi, come ad esempio il Regno Unito, che prevedono semplicemente un parere e quindi solo una funzione consultiva del Parlamento, ma nemmeno un voto rispetto all'iniziativa del Governo. Pag. 390
Peraltro, anche le considerazioni in ordine alla modifica della legge elettorale, che noi immaginiamo di poter approvare in questo Parlamento – me lo auguro – sono ovviamente considerazioni che hanno un rilievo da non sottovalutare. Tuttavia, non essendo prevista in Costituzione necessariamente l'obbligatorietà di una legge elettorale maggioritaria, ciò varrà quando avremo una legge elettorale maggioritaria, fintanto che questo Parlamento deciderà di averla. La Costituzione, ovviamente, può avere anche una durata, un'efficacia più lunga delle leggi elettorali che questo Parlamento deciderà eventualmente di modificare o di approvare.
Ovviamente, non possiamo neanche trascurare – a mio avviso, si tratta di una valutazione delicata e di particolare sensibilità per tutti i deputati qui presenti – anche le considerazioni che hanno ispirato i lavori preparatori dell'Assemblea costituente, che hanno poi portato, nel testo della Costituzione vigente, a prevedere una maggioranza semplice. È un elemento anche molto pratico: l'ipotesi in cui davvero ci sia la necessità di ricorrere all'articolo 78, circostanza ovviamente che nessuno di noi si augura possa verificarsi in concreto. A maggior ragione, se dovesse succedere per una guerra di difesa – perché noi immaginiamo che il nostro Paese, ripudiando la guerra, non avrà guerre di attacco offensive, ma magari guerre di difesa – in quella occasione, probabilmente, ci sarebbe più l'impossibilità o la difficoltà, magari, per i deputati, di raggiungere il Parlamento e di riunirsi a Roma per deliberare, perché potrebbero essere interrotte le comunicazioni. Infatti, purtroppo, sappiamo che oggi i tempi, le tecnologie, i modi di affrontare una guerra, uno scontro bellico, impongono dei tempi di reazione molto rapidi: alcuni esperti parlano addirittura di decisioni che devono essere prese in 15 minuti.
Allora, tutti questi elementi, valutati nel loro insieme, ci hanno portato, nel lavoro svolto con i membri della Commissione – quindi con il parere che poi è stato espresso dal Comitato dei nove e dal Governo – a ritenere che modificare l'attuale Costituzione, prevedendo una maggioranza assoluta, possa essere un punto di equilibrio tra queste diverse valutazioni. Una maggioranza assoluta che, in qualche modo, può rassicurare i dubbi legittimi di chi pensa che una legge elettorale maggioritaria possa in qualche modo rendere poco efficace una maggioranza semplice che sostiene il Governo e, quindi, vedono nella maggioranza assoluta un maggiore forma di garanzia e, al tempo stesso, evitare che maggioranze ancora più alte, come quelle ipotizzate in alcuni emendamenti, si trasformino in un diritto di veto per la minoranza presente in Parlamento rispetto all'iniziativa del Governo. Ecco perché ritengo che la maggioranza assoluta possa essere un punto di mediazione che tiene insieme tutte queste valutazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, devo riconoscere che sulla deliberazione dello stato di guerra la discussione della Commissione affari costituzionali è stata tale da portare alla decisione di mantenere aperta la discussione, la determinazione del punto di caduta, sino ai lavori dell'Aula. Ben conoscendo il lavoro svolto da molti dei sottoscrittori dell'emendamento a prima firma del collega Galli, essendomi appassionato a questo tema e avendo avuto anche l'opportunità di discutere con molti altri colleghi – che invece erano d'accordo nel mantenere l'impostazione della originaria determinazione dell'attuale articolo 78 della Costituzione (quindi una dichiarazione dello stato di guerra che il Parlamento delibera senza necessità di individuare un quorum minimo) – vorrei esporre le ragioni della mia opzione, che credo che sarà poi quella di tanti altri deputati. Mi riferisco principalmente all'argomento che è stato portato, cioè alla possibilità dell'introduzione nel nostro sistema istituzionale incidente sulla forma di governo, di una legge elettorale Pag. 391maggioritaria. Infatti, l'articolo 78 è stato pensato in un tempo in cui il sistema di legge elettorale non fu volontariamente costituzionalizzato, dal momento che quello proporzionale puro, con qualche sbarramento di fatto, si intendeva come un sistema «naturalmente costituzionale» o implicitamente adeguato a quel tema, che la Costituzione aveva scelto di non disciplinare.
Quindi è giusto il ragionamento di un rafforzamento del principio di trasferimento della sovranità popolare, nella decisione del Governo e della decisione del Parlamento con l'individuazione del quorum. Ritengo che un quorum dei due terzi siano troppo alti, i due terzi sono il quorum estremo che la Costituzione richiede per scelte che hanno il tempo di una ponderazione molto lunga, il mutamento per esempio di una regola costituzionale. Una legge costituzionale che voglia evitare il referendum, quindi un tempo minimo di discussione, la doppia lettura delle Camere, i tre mesi per raccogliere le firme per un referendum, ha i due terzi come soglia, superata la quale non si procede a referendum e si va a avere un testo costituzionale immediatamente efficace. Qui stiamo parlando di un campo opposto stiamo parlando di un tempo in cui non si dà un'iniziativa militare italiana di aggressione perché è vietata dall'articolo 11 della Costituzione; non si dà quindi una guerra di aggressione italiana perché saremmo fuori dal contesto costituzionale e saremmo quindi dentro uno stravolgimento della forma costituzionale italiana, saremmo davanti a un colpo di Stato. Non si dà nemmeno un tema di ordine pubblico interno. Mi fa piacere che si ci sia il Ministro dell'interno, nella nostra discussione abbiamo chiarito che non esiste possibilità di azionare l'articolo 78 della Costituzione per motivi di ordine pubblico interno, non è questa la guerra di cui parla l'articolo 78 della Costituzione.
Quindi noi – qui mi fa piacere lasciare una traccia interpretativa – perché ascoltando l'intervento molto bello del collega Galli ho trovato un possibile baco nel suo ragionamento, nel rapporto tra voto del Parlamento e iniziativa del Governo. Io ritengo che siamo nel campo opposto: una dichiarazione di guerra che consegue ad un atto di aggressione e oggi gli atti di aggressione possono essere di una rapidità tale, come è stato detto, da rendere complicata la convocazione del Parlamento o il raggiungimento del luogo, fisicamente espresso in quest'Aula (perché il Senato non sarà più coinvolto nella deliberazione dello stato di guerra). Essendo tutti d'accordo che bisogna reagire ad un esercito straniero aggressore, e ingiustamente aggressore, potrebbe accadere che semplicemente manchi il numero legale. Noi questa cosa dobbiamo evitarla e la evitiamo raccogliendo l'invito a rafforzare l'articolo 78 con un quorum e al tempo stesso però mantenendo questo quorum nella ragionevolezza. La stessa ragionevolezza che viene poi confermata nel testo dell'articolo 78, che come dicevano i nostri costituenti conferisce al Governo non più i pieni poteri per la gestione della manovra militare ma solamente i poteri necessari. E qui il Parlamento potrà sia graduarli, sia delimitarli, sia escluderli laddove non li ritenesse per l'appunto utili alla risposta militare derivante da un'aggressione esterna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, io apprezzo il contributo che ha voluto offrire la Ministra Boschi e anche la franchezza con cui ci ha parlato, lo apprezzo ma non lo condivido perché è la storia dell'articolo 78 della nostra Costituzione che non condivide quell'intervento. La Ministro Boschi parla nella necessità di trovare un punto di mediazione, che è uno sforzo di buona volontà politica, naturalmente la parola mediazione quando parliamo della riforma della Carta costituzionale Pag. 392e una parola azzardata, ma se il punto di mediazione riguarda la guerra, l'azzardo è insostenibile.
Io vorrei ricordare ai molti amici e colleghi che credo condividano lo spirito dell'emendamento che andiamo a votare che non è un caso che l'articolo 78 non sia mai stato applicato in Italia. Come è stato ricordato da molti colleghi, non è stato utilizzato per risolvere il tema della partecipazione dell'Italia a missioni militari, non è stato utilizzato per combattere eversione e terrorismo e, quindi, i temi di ordine pubblico interno. Non è stato utilizzato perché è una norma eccezionale, perché riguarda un evento eccezionale che si chiama guerra. Capisco che alcune norme mai utilizzate possano avere soltanto la funzione e la virtù di essere principi, ma sono quei principi che rappresentano le fasi di una Costituzione e della democrazia che quella Costituzione tutela, perché attraverso quei principi raccogliamo il passato e preveniamo il futuro.
Come è stato detto da altri colleghi, la nostra Costituzione ha affidato alla maggioranza del Parlamento il compito di deliberare lo stato di guerra. Tale maggioranza del Parlamento, con un principio elettorale proporzionale, rappresentava la maggioranza reale dei cittadini. Non possiamo sfuggire al dato di fatto che c’è una congiuntura politica che oggi ci porta ad approvare una riforma della Costituzione e una legge elettorale che attribuirà, che lo vogliamo o meno, al 40 per cento degli elettori la possibilità di determinare il 55 per cento dell'unica Camera che determinerà questi eventi.
Credo che queste pratiche eccezionali pretendano vie e procedure eccezionali anche dal punto di vista della cautela e della prudenza politica comprendente un principio di esercizio democratico. Lo pretende anche – su questo credo che siamo tutti d'accordo, Ministra Boschi e signora Presidente – la necessaria coerenza che questo articolo deve rappresentare rispetto a ciò che sta scritto nell'articolo 11 della nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano-Liberali per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà, per tre minuti.

MASSIMO ARTINI. Presidente, anzitutto non mi addentro nelle valutazioni sulla parte dell'articolo 78 riguardante quello che è stato uno stravolgimento della legge elettorale e che quindi porterà una minima maggioranza nel Paese ad approvare o comunque a deliberare lo stato di guerra con una maggioranza ampia in Parlamento. Ha avuto molto più titolo l'intervento del collega Galli che indubbiamente per merito e per qualità è sicuramente migliore del mio. Mi viene tuttavia da valutare l'intervento della signora Ministro Boschi perché questa valutazione e questo mantra è stato ripetuto più volte anche in Commissione difesa. Quello che ci fa preoccupare è che tutto si basa su delle supposizioni. Anche l'intervento del collega Sanna mi preoccupava. Si suppone cioè che, essendo la delibera dello stato di guerra solo in caso di difesa, non si abbia il tempo materiale di convocare le Camere e allora ci si ritrovi a non poter fare questo atto, perché tutte le amministrazioni (il Ministero della difesa e tutta la parte di intelligence) non avvertirebbero nessuno di quegli organi per allertare una situazione in modo che si possa riuscire ad avere un preavviso, per così dire.
Dunque l'aspetto che veramente mi preoccupa di questi supposizioni è il fatto che dobbiamo tenere per «educazione» l'articolo 78, dobbiamo tenerlo nella Costituzione perché la rende più bella ma in realtà non ce n’è bisogno perché corriamo il rischio di non poter trovare 630 persone o comunque il numero legale giusto per poter approvare questa delibera. Sinceramente rimango allibito da questo tipo di valutazione e da chi l'ha pensata perché, come diceva prima il collega Fava, lo spirito di quell'articolo era che la corrispondenza proporzionale della maggioranza del Paese con la maggioranza dei parlamentari deliberasse quello stato di guerra che è una situazione estremamente particolare. Invito veramente i colleghi del Partito Democratico a ragionare su questo Pag. 393punto: non hanno assolutamente alcun senso le supposizioni poste alla base del mantenimento dell'articolo 78 in questi termini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Presidente, credo che l'errore più grave che noi potremmo commettere sarebbe quello di impostare una discussione di questo tipo in termini ideologici e storicamente retrodatati.
Nel senso cioè che, nella realtà di questo Paese, sappiamo benissimo che non c’è alcuna forza politica che ipotizzi una guerra di aggressione. Quindi, il nodo vero sarebbe quello di essere in condizione di dare risposte rapide e, nello stesso tempo, rappresentative da parte di un Governo responsabile, in modo tale da fare i conti con aggressioni che possono ormai stare nell'ordine delle cose reali. Per questa ragione, dico francamente che sono favorevole al mantenimento della maggioranza semplice perché, a mio avviso, una maggioranza semplice, rappresentativa di un Governo responsabile, è in grado di affrontare una situazione che non è quella di chi va a fare una guerra guerreggiata – perché ciò è al di fuori di ogni ipotesi e di ogni contesto – ma è quella di chi deve dare una risposta immediata ad una aggressione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è il nodo che noi abbiamo davanti. E se diamo a questo nodo una risposta fondata su un confronto ideologico «guerra-pace» che noi conosciamo, su un confronto retroattivo, di tanti anni fa, secondo me non facciamo i conti con una situazione reale, che è quella con la quale ipoteticamente dovremo fare i conti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cicchitto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, ho ascoltato con estremo interesse il dibattito che ha avuto luogo in quest'Aula, dibattito che peraltro era stato già vivace in commissione. Certamente molte delle cose che sono state dette, pur contraddittorie tra loro, sono vere. Innanzitutto è vero che – rispetto a quello che è il sentire di persone come me, che hanno avuto la fortuna di nascere e di vivere tutta la loro vita in tempo di pace – oggi ci troviamo in una situazione nella quale l'ipotesi guerra è entrata nel novero delle cose possibili. È anche vero tuttavia che l'Italia non considera in alcun modo l'ipotesi di una guerra offensiva; noi ci troveremmo soltanto a valutare le esigenze di una guerra difensiva, esigenze che potrebbero porci – è stato rilevato anche questo, in particolare dal ministro – di fronte a problemi di natura pratica. Tali problemi potrebbero arrivare anche a rendere più difficile – a causa per esempio del possibile disastro delle vie di comunicazione – la convocazione stessa in numeri adeguati dei membri del Parlamento. Tuttavia, detto tutto questo, credo che il nodo della rappresentatività attorno ad un tema così importante resti ineludibile: il tema della rappresentatività non può non tener conto di una legge di tipo maggioritario o ipermaggioritario come quella che si va a determinare.
Allora, se da un lato certamente dobbiamo apprezzare lo sforzo di mediazione che è stato già fatto e che ha portato all'emendamento Rosato – uno sforzo di mediazione che parla non più di una maggioranza semplice, ma della maggioranza dei componenti della Camera –, dall'altro lato credo che un ulteriore sforzo potrebbe essere fatto alla ricerca di un equilibrio più avanzato. Da questo punto di vista, se un quorum di tre quinti – vale a dire del 60 per cento – può sembrare elevato, tuttavia se una riformulazione del Governo o del relatore permettesse di trasformarlo dai tre quinti dei componenti – che potrebbe essere difficile convocare – nei tre quinti dei votanti forse noi salveremmo al tempo stesso l'efficacia della risposta e la rappresentatività della Pag. 394decisione. E allora, di fronte a questa possibilità, cadrebbe anche l'obiezione di chi dice che una decisione di questo genere non dovrebbe essere messa nelle mani di una diatriba di carattere politico.
Infatti, sono convinto che oggi non siamo più, per fortuna, nel 1948 e che, di fronte a un'aggressione sul suolo della patria, non ci sarebbe più una decisione a prendere tra maggioranze e minoranze, ma sono convinto che si troverebbe agilmente, tra maggioranza e minoranza, una possibilità di avere tre quinti di voti a favore della difesa del suolo della patria. Per cui, invito il Governo e i relatori, se possibile, a fare uno sforzo in questa direzione.

PRESIDENTE. I colleghi dovrebbero prendere posto, perché...

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego. Comunque, colleghi, prendete posto, perché è l'ultima dichiarazione di voto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, voglio intervenire sull'ordine dei lavori, non sull'emendamento.

PRESIDENTE. Allora, guardi, facciamo prima questa votazione, perché siamo in una serie a scalare e finiamo questo gruppo di emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti intermedi della serie a scalare, gli identici Lauricella 17.310 e Basilio 17.701, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Oliaro, Piepoli, Monchiero, Sberna, Garofani, Scuvera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 323
Votanti 317
Astenuti 6
Maggioranza 159
Hanno votato
61
Hanno votato
no 256).

(I deputati Baruffi e Basso hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole).

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, sarò brevissimo. Ormai è tutto molto chiaro, non ritorno sulle questioni che ho proposto anche durante questo pomeriggio, almeno nel pomeriggio di ieri, visto che adesso è già mezzanotte. Abbiamo parlato di rispetto per tutto, rispetto per tutti, di maggioranza, di opposizione, ma non abbiamo mai parlato del rispetto per le nostre persone.
Ormai è tutto chiaro, questa è una legge che va ad essere approvata da qui a qualche ora ed è un problema che mi sono sempre posto, sin dai tempi in cui facevo il consigliere provinciale a Palermo: non capivo mai il perché le sedute del consiglio provinciale cominciassero alle 9 e dovessero protrarsi fino alle 5 o alle 6 del mattino, per poi dormire fino a mezzogiorno.
Allora, se vi è un po’ di rispetto residuale, che è rimasto, per le nostre persone, che sono state impegnate in questo dibattito, in questa grande fatica, che ha portato anche a delle lacerazioni importanti, non vedo quale sia la ragione per la quale, anziché votare questo provvedimento fino alle 4 di notte, non si possa riprendere ad orari umani, civili, domani mattina, e poter immaginare anche qualche intervento sui nostri emendamenti con un po’ di lucidità rispetto a quella che oggi, a quest'ora, non c’è più, per dare un Pag. 395contributo, un ulteriore contributo, alla democrazia parlamentare e al processo legislativo che abbiamo davanti.
Per cui, propongo – poi si esprimeranno gli altri gruppi – una sospensione, che non è politica. Non c'entra niente la posizione che abbiamo espresso, di chi è uscito, di chi è entrato, di chi è rimasto. È una proposta che riguarda il buonsenso e il rispetto delle nostre persone, perché noi siamo chiamati a fare un lavoro importante e vorremmo farlo nelle migliori delle condizioni.
Un rinvio a domani mattina, anche presto, alle 8. Duriamo ancora mezz'ora, 35 minuti, 40 minuti: deciderà l'Assemblea. Ma domani mattina, nelle condizioni di potere dare il meglio di noi, e non continuare con una che potrebbe essere, invece, definita sceneggiata o perdita di tempo per dimostrare di stare qua fino alle 4 di notte. E francamente, lo sta dicendo una persona che ci ha messo del suo per dimostrare che in Parlamento si manifesta la propria opinione con senso di responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Romano. La Presidenza, ovviamente, rifletterà sulle sue valutazioni però siamo, come lei sa bene, in una «seduta fiume» e le pause possono essere solo tecniche. Mi sembra che, soprattutto a questo punto della nostra discussione, non solo ascolto un dibattito particolarmente lucido, ma non mi sembra proprio il momento di una interruzione. Siamo nel pieno di una tematica piuttosto delicata, che credo dobbiamo concludere per andare avanti.
Passiamo – vi sono alcuni iscritti a parlare per dichiarazione di voto – agli ultimi emendamenti della serie a scalare, gli identici emendamenti Rosato 17.312 e Basilio 17.702, su cui, come ha detto prima il relatore, il Governo ha espresso parere favorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scanu. Ne ha facoltà.

GIAN PIERO SCANU. Grazie, Presidente. Anche a mezzanotte, ognuno canta messa con il proprio strumento spartito; e quindi, oltre che come uomo, come democratico e come parlamentare pro tempore, mi sento tenuto a parlare anche nella mia veste di capogruppo del Partito Democratico in Commissione difesa. Per quanto, in occasione del voto espresso nel passaggio in Commissione, io avessi maturato non poche difficoltà, pur sostenendo e votando il parere della nostra relatrice, dopo la proposta odierna, illustrata dal Ministro Boschi, ritengo di potermi ritenere rincuorato nelle preoccupazioni che avevo e che mi sono portato, in quest'Aula, anche nel corso della giornata.
Dunque, io voterò l'emendamento sostenuto dal Governo. Lo voterò, naturalmente, anche come atto di fiducia, così com’è normale, oltre che doveroso, che sia. Il riferimento allo spartito per cantare messa riguarda tutte le altre attività, che mi auguro siano le sole che, in qualche modo, possano odorare, o puzzare per meglio dire, di guerra, nel presupposto che noi non dichiareremo mai una guerra preventiva, non esporteremo mai la democrazia, non saremo mai un Paese belligerante.
Lo spartito al quale mi riferisco che cosa significa ? Significa la certezza, signori Ministri e signori del Governo, che nel lavoro ordinario che la Commissione svolgerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, possa contare, in maniera convinta, sul sostegno non acritico, ma dialettico e pur sempre informato al pieno rispetto delle norme vigenti, delle prerogative del Parlamento. Io sono sicuro che, a questa manifestazione aperta e convinta di fiducia nei confronti di una proposta dell'Esecutivo, corrisponderà, in tutti i passaggi che seguiranno, altrettanta volontà da parte dell'Esecutivo medesimo nel riconoscere, se non addirittura nell'incoraggiare l'esercizio delle prerogative del Parlamento, perché questa è una Repubblica parlamentare. Grazie (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scanu. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Prego, ne ha facoltà.

Pag. 396

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Sono lieto che il Governo dia un parere favorevole a questo emendamento, che, in qualche misura, viene incontro alle esigenze espresse da molti in questa Aula.
Mi consenta però, soprattutto dopo l'illuminante intervento della signora Ministro, di dire che io trovo un grave difetto di tecnica legislativa in tutto l'articolo 17. Un Paese simile all'Italia, con una storia ancora più dolorosa della storia italiana, a questo tema dedica una sezione della Carta costituzionale, una sezione la quale determina, intanto, che lo stato di guerra si dichiara con la concordanza delle due Camere e lì c’è una legge elettorale interamente proporzionale, ma vuole la concordanza delle due Camere con quorum qualificato, per cominciare. In secondo luogo, giustamente si pone il seguente problema: e se non è possibile convocare le Camere ? E prevede che, in tal caso, lo stato di guerra può entrare sulla base di una procedura particolare che fa fronte al caso di necessità indicato dal signor ministro e determina anche tutti gli altri mutamenti della struttura costituzionale che derivano dal fatto che ci troviamo in uno stato di guerra. Possibile che la nostra Costituzione debba determinare tutto questo in un articolo così scarno, tanto che poi la grande questione è il quorum: un po’ più o un po’ meno ci salva l'anima, se mettiamo che il quorum è un po’ più alto. Io sono veramente preoccupato, davanti a quella che mi sembra una evidente insufficienza, perché, in qualunque modo, l'articolo 17 per un verso conterrà un quorum a mio avviso troppo basso ed escluderà inutilmente il Senato dalla codecisione, ma non conterrà nemmeno tutte le prescrizioni che potrebbero rendersi necessarie nel nostro tempo, davanti ai casi infiniti che si possono presentare. E io affido queste considerazioni a lei, signor Presidente suo tramite al signor Ministro ed al Governo, per una Costituzione all'altezza della civiltà giuridica del popolo italiano ed all'altezza delle sfide che, purtroppo, il futuro potrebbe presentarci. Infatti, non viviamo in un tempo interamente pacifico, perché sentiamo cose preoccupanti che arrivano dall'Ucraina, perché ne vediamo che arrivano dalla Libia e dell'altra sponda del Mediterraneo e su questo una riflessione costituzionale più approfondita sarebbe veramente necessaria.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Buttiglione. Ha chiesto di parlare la Ministra Boschi, prego ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Rispetto a quanto appena esposto dall'onorevole Buttiglione, ritengo che chiaramente il riferimento al modello tedesco possa avere sicuramente valore comparativo, ma sappiamo bene che ci muoviamo nell'ambito di due ordinamenti molto diversi, in quanto, ovviamente, non essendo uno Stato federale, la seconda Camera che andiamo a definire con questa riforma, che pure è rappresentativa delle regioni, non essendo rappresentativa di Stati federali, chiaramente non ha il coinvolgimento che ci immaginiamo, che ha in realtà in Germania. Però, volevo appunto soprattutto replicare all'intervento dell'onorevole Scanu per ringraziarlo rispetto a questa attestazione di fiducia nei confronti del Governo e anche del ruolo che ha cercato di svolgere insieme al relatore, insieme ai membri della Commissione, per individuare un punto che potesse essere un passo in avanti per coloro che, appunto, ritenevano la maggioranza semplice insoddisfacente, ma, non nell'ottica di una mediazione meramente politica, per questo non vorrei essermi espressa male nell'intervento precedente, visto poi alcune repliche che ci sono state da parte di alcuni colleghi deputati, ma una mediazione tra esigenze contrapposte e valori contrapposti che abbiamo cercato di contemperare rispetto alle esigenze di difesa e di pronta difesa del nostro Paese, dei nostri cittadini e le garanzie che dobbiamo assicurare attraverso il coinvolgimento del Parlamento e dei parlamentari che rappresentano la nazione.
In questo senso mi sono espressa prima, parlando di mediazione. Non mi Pag. 397riferivo semplicemente ad una trattativa politica tra forze politiche della maggioranza che, come abbiamo visto negli interventi, hanno opinioni diverse in merito o rispetto alle singole sensibilità dei deputati. Mi auguro che con il lavoro svolto, appunto, attraverso questi mesi in Commissione, attraverso gli approfondimenti che ci sono stati e anche attraverso i contributi che sono arrivati dalla Commissione difesa, possiamo comunque fare un passo in avanti con questa nuova formulazione dell'articolo 78.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bindi. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Signor Presidente, colleghi, su questo punto in Commissione abbiamo fatto il lavoro partendo da un emendamento, che abbiamo respinto, che chiedeva che questa materia della dichiarazione dello stato di guerra fosse deliberata sia nella Camera dei deputati che nel Senato delle regioni.
In un'ottica di superamento del bicameralismo, che assegna alla Camera delle regioni una competenza nelle materie relative alle autonomie territoriali, abbiamo ritenuto di lasciare questa materia alla sola competenza della Camera dei deputati, ma introducendo il tema del rafforzamento della maggioranza che deve deliberare lo stato di guerra, nell'ottica illustrata molto bene dal collega Carlo Galli, che io qui voglio riprendere.
Nella nostra Costituzione la dichiarazione dello stato di guerra non è materia di Governo, perché oltre che l'articolo 11 (l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo per la risoluzione delle questioni internazionali), si accompagna l'articolo 78: le Camere deliberano lo stato di guerra («deliberano» !) e conferiscono al Governo i poteri necessari. Lo stato di guerra lo dichiara il Presidente della Repubblica, come autorità garante di un potere che è dello Stato, ma non del Governo. Non a caso lo delibera in quanto Presidente del Consiglio supremo di difesa. Quindi non è materia di Governo. E una Costituzione nata sulle macerie della seconda guerra mondiale, che usa la parola «ripudia», non poteva che fare questa scelta, coerente nell'affidamento delle competenze e delle funzioni agli organi costituzionali.
Allora, se non è materia di Governo ed è materia parlamentare e del Presidente della Repubblica, non è che siamo ideologici, onorevole Cicchitto, ma sappiamo che le leggi si fanno buone, anche a tutela di uomini e di donne o di forze politiche, perché sempre buone non potrebbero non essere (Applausi del deputato Francesco Saverio Romano). Tanto più in un tempo come questo, nel quale i venti di guerra ci circondano.
Francamente mi fa un po’ impressione sentire dire oggi dal nostro Ministro per gli affari esteri che siamo pronti a combattere in Libia, senza che questo Parlamento ne abbia parlato, ancorché nel quadro della legalità delle Nazioni Unite. Allora non è ideologia questa: questo è il rispetto dello spirito costituente. Nel momento in cui si passa da una legge proporzionale ad una legge maggioritaria, occorre una maggioranza per deliberare lo stato di guerra superiore a quella che consente ad un Governo di avere la fiducia per le materie della fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare NCD-UDC).
Questo è il tema ! E non basta una maggioranza assoluta con una legge maggioritaria, che darà comunque il 54-55 per cento a chi vince, per di più un'unica lista. Infatti si prevede o il 62 o il 60 per cento degli emendamenti che abbiamo presentato. Allora io ringrazio la mediazione del Governo e ho visto che, anche in questo, è stata materia sulla quale abbiamo discusso. Ringrazio il Ministro che è intervenuto due volte su questo tema. Però la ragione è questa, non è né ideologica né si può accampare – e mi avvio alla conclusione – la velocità della decisione. Infatti, a chi ripudia la guerra, persino di fronte ad un'offesa ricevuta, occorre una fase deliberativa da parte delle Camere che rappresentano la sovranità popolare.Pag. 398
Pertanto questi identici emendamenti, che vi accingete a votare, non sono sufficienti a garantire che in futuro ci sia il rispetto della Costituzione, che non dà al Governo, ma alle Camere e al Capo dello Stato, la dichiarazione dello stato di guerra (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rosato 17.312 e Basilio 17.702, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fauttilli, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 320
Votanti 282
Astenuti 38
Maggioranza 142
Hanno votato
277
Hanno votato
no 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 17.303, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tidei, Monaco... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 327
Votanti 321
Astenuti 6
Maggioranza 161
Hanno votato
3
Hanno votato
no 318).

(Il deputato Cani ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carra.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 328
Votanti 326
Astenuti 2
Maggioranza 164
Hanno votato
312
Hanno votato
no 14).

(Esame dell'articolo 18 – A.C.2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C.613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bianconi 18.2 e Lombardi 18.3.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 00,15)

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore.

PRESIDENTE. Poiché sono stati presentati unicamente gli identici emendamenti Bianconi 18.2 e Lombardi 18.3 interamente Pag. 399soppressivi dell'articolo 18, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione..
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 322
Votanti 316
Astenuti 6
Maggioranza 159
Hanno votato
315
Hanno votato
no 1).

(Il deputato Francesco Sanna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Sberna ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 19 – A.C.2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19. e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, mentre si rimette all'Assemblea su tutti i subemendamenti dell'articolo 19.

PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 19.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 19.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 302
Astenuti 9
Maggioranza 152
Hanno votato 16
Hanno votato no 286
Sono in missione 42 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cani ha segnalato che non è riuscito a votare).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 303
Votanti 299
Astenuti 4
Maggioranza 150
Hanno votato 1
Hanno votato no 298
Sono in missione 42 deputati.

Pag. 400

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 19.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Taricco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 319
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 2
Hanno votato no 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Avverto che il subemendamento Fraccaro 0.19.7.2 non sarà posto in votazione, ai sensi del punto 5.2 della circolare del 10 gennaio 1997, in quanto incongruo.
Passiamo alla votazione del subemendamento Fraccaro 0.19.7.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.19.7.3, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 308
Astenuti 5
Maggioranza 155
Hanno votato 286
Hanno votato no 22
Sono in missione 42 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

A questo punto sono preclusi una serie di subemendamenti.

GIUSEPPE LAURICELLA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LAURICELLA. Signor Presidente, ci dovrebbe dare il tempo di mettere il dito dove si mette l'impronta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Devo dedurne che non è riuscito a votare, onorevole Lauricella. Prendiamo atto, grazie. A scalare, passiamo alla votazione del subemendamento Dieni 0.19.7.7.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.19.7.7, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lauricella, io le do il tempo, lei metta il dito, però. Carra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 323
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 314
Hanno votato no 9.

La Camera approva (Vedi votazioni).

I subemendamenti a seguire sono tutti preclusi. A scalare, passiamo alla votazione del subemendamento Dieni 0.19.7.10.Pag. 401
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.19.7.10, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gregori, Migliore...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 324
Astenuti 4
Maggioranza 163
Hanno votato 315
Hanno votato no 9.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Abbiamo un problema tecnico, siamo andati troppo rapidi. Riprenderemo decelerando.

ROSY BINDI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Presidente, siccome sentiamo che la sua voce risente dei lavori di questi giorni e anche dell'influenza, potrebbe limitare l'uso della voce senza leggere il cartellone, che tanto lo leggiamo tutti, lo vediamo, e dice solo «respinto» o «approvato» ? È per lei.

PRESIDENTE. Onorevole Bindi, accolgo volentieri questa sua richiesta esclusivamente per la ragione che adduce, perché diversamente io penso che si debba leggere tutto.

PAOLA CARINELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA CARINELLI. Presidente, l'onorevole Bindi mi ha preceduto, ma in realtà volevo chiedere la cosa esattamente opposta. Noi siamo appena arrivati e stiamo cercando almeno di seguire, visto che, come sa, non possiamo intervenire, però, almeno seguire penso che ci sia concesso. Per cui, viceversa, noi volevamo chiederle la gentilezza almeno di leggere i risultati del cartellone, perché sta fuori talmente poco tempo che non riusciamo neanche a segnarci niente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sappiamo che verranno fuori e rimarranno agli atti ma stiamo andando talmente veloci che non credo che sia un grosso problema anche per lei sprecare qualche secondo nel leggerci i risultati.

PRESIDENTE. Lo faccio con grande piacere, onorevole Carinelli. Magari faccio come fanno gli altri Vicepresidenti, che leggono semplicemente i favorevoli e i contrari; come fanno tutti gli altri Vicepresidenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.19.7.13, con la Commissione e il Governo che si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 323
Astenuti 5
Maggioranza 162
Hanno votato 316
Hanno votato no 7.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lauricella 19.7.

GIUSEPPE LAURICELLA. Chiedo di parlare.

Pag. 402

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LAURICELLA. Presidente, intervengo solo per dire che ritirerò il mio emendamento, perché me l'hanno falcidiato i subemendamenti. Questo emendamento serviva solo a rafforzare la partecipazione popolare in ordine alle leggi che autorizzano la ratifica dei trattati riguardo all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Cioè, ci siamo accorti, nel tempo, che il popolo non è mai stato coinvolto nella ratifica dei trattati dell'Unione europea – non parlo dei trattati internazionali, ovviamente –, e questo sarebbe stato il modo per raggiungere tale scopo, tra l'altro con un meccanismo mutuato dall'articolo 138, con dei referendum eventuali da richiedere da parte di alcuni cittadini per richiedere appunto l'espletamento di un referendum partecipativo. Anche questo non è stato possibile fare, perché noi dobbiamo andare avanti tranquillamente. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Allora, l'onorevole Lauricella ha ritirato il suo emendamento 19.7.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Presidente, avendo votato i subemendamenti, non è possibile ritirare l'emendamento. Abbiamo approvato dei subemendamenti, quindi dobbiamo porlo in votazione per forza.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lauricella 19.7, nel testo subemendato con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 318
Votanti 304
Astenuti 14
Maggioranza 153
Hanno votato 11
Hanno votato no 293.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cassano ha segnalato di aver erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto votare contro).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 19.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 306
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato 2
Hanno votato no 304
Sono in missione 41 deputati

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cassano ha segnalato di aver erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto votare contro. Il deputato Tullo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.19.12.1, su cui Commissione e Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa. Bressa.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 403
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 330
Votanti 323
Astenuti 7
Maggioranza 162
Hanno votato 308
Hanno votato no 15

La Camera approva (Vedi votazioni).

Essendo preclusi i successivi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.19.12.7, su cui Commissione e Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 322
Astenuti 5
Maggioranza 162
Hanno votato 312
Hanno votato no 10

La Camera approva (Vedi votazioni).

Essendo preclusi i successivi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 19.12, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mura.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 323
Astenuti 3
Maggioranza 162
Hanno votato 2
Hanno votato no 321

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Damiano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 332
Votanti 330
Astenuti 2
Maggioranza 166
Hanno votato 324
Hanno votato no 6

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bianconi 19.010 con il parere contrario della Commissione e del Governo,.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 329
Votanti 324
Astenuti 5
Maggioranza 163
Hanno votato 9
Hanno votato no 315

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.19.011.50, Famiglietti su cui Commissione e Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 404
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 318
Astenuti 4
Maggioranza 160
Hanno votato 283
Hanno votato no 35

La Camera approva (Vedi votazioni).

(I deputati Magorno, Cani e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Dopo una serie di preclusioni indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 19.011, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 323
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 3
Hanno votato no 320

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.19.012.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dell'Aringa, Brandolin, Boccuzzi, Gasparini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 326
Votanti 321
Astenuti 5
Maggioranza 161
Hanno votato 309
Hanno votato no 12

La Camera approva (Vedi votazioni).

Il successivo subemendamento Dadone 0.19.012.2 s'intende assorbito.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.19.01.3, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lavagno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 323
Astenuti 4
Maggioranza 162
Hanno votato 4
Hanno votato no 319

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marcon 19.012, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 322
Votanti 319
Astenuti 3
Maggioranza 160
Hanno votato no 319

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 405Fraccaro 0.19.01.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fanucci, Famiglietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 319
Astenuti 5
Maggioranza 160
Hanno votato 307
Hanno votato no 12

La Camera approva (Vedi votazioni).

Il successivo subemendamento Dieni 0.19.01.2 s'intende assorbito.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.19.01.3, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Tino Iannuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 324
Astenuti 4
Maggioranza 163
Hanno votato 4
Hanno votato no 320

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 19.01 e Formisano 19.0203, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fossati... Magorno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 327
Votanti 324
Astenuti 3
Maggioranza 163
Hanno votato 1
Hanno votato no 323.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 19.0204, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Magorno... Stumpo... Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 320
Votanti 318
Astenuti 2
Maggioranza 160
Hanno votato 1
Hanno votato no 317.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 19.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

De Maria... Donati... Patriarca... Paola Bragantini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 328
Votanti 326
Astenuti 2
Maggioranza 164
Hanno votato 2
Hanno votato no 324

Pag. 406

Passiamo all'articolo aggiuntivo Lauricella 19.0500.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lauricella. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie Presidente, mi scuso con tutti per i miei ricorrenti interventi ma i miei interventi sono tutti collegati all'ultima parte della riforma. D'altronde l'orario non l'ho scelto io. L'intervento sulla proposta emendativa di modifica dell'articolo 81 della Costituzione vi inviterei a seguirlo, dal momento che tratta di un problema che verrà pensato e ripensato anche in seguito. La proposta mira a eliminare il pareggio di bilancio ed è frutto di una riflessione in ordine all'atteggiamento del Governo, sia con riguardo all'equilibrio di bilancio che al patto di stabilità. È nota la posizione assunta fin dall'inizio del suo incarico dal Presidente del Consiglio nei confronti della politica dell'austerità e del rigore perseguita dall'Unione europea e dai precedenti Governi, fino ad affermare il «basta austerità» e a chiedere di considerare gli investimenti fuori dal patto di stabilità e dunque dal calcolo del 3 per cento.
Tutto ciò per intraprendere la nuova via della politica della domanda e degli investimenti. È noto altresì che da quando la nuova normativa costituzionale è entrata in vigore si è sempre fatto ricorso alla deroga in essa contenuta attesa l'eccezionale crisi economica.
È altrettanto noto che si è cercato di renderlo più elastico il patto di stabilità interno. Allora mi chiedo perché il governo e il relatore, direi incoerentemente con le posizioni assunte dal Presidente del Consiglio in Italia e in Europa, continuano ad esprimere un parere contrario all'emendamento, non consentendo di fatto che la deroga torni ad essere la regola, cioè il normale strumento di politica economica, eliminando uno strumento che ha determinato politiche sbagliate. Da ogni parte giungono inviti al cambiamento sapendo, come diceva Keynes, che in fase di crisi e di recessione la politica di austerità porta al taglio della spesa, quindi dello stato sociale, all'aumento delle tasse, al calo della domanda e dell'occupazione.
E non traggano in inganno i dati economici di questi giorni, dovuti a misure che non collimano con il pareggio, frutto del lavoro che abbiamo votato anche a fine anno. Perfino uno studio pubblicato dal Fondo monetario internazionale ha suggerito di rimandare il consolidamento fiscale dopo che l'economia sia tornata a crescere. L'idea che si è fatta passare è che la spesa degli Stati europei sia diventata eccessiva rispetto a ciò che ciascun Paese può permettersi. Quindi, la cura sarebbe il pareggio di bilancio. Peccato che ormai è dimostrato che la contrazione della spesa pubblica e l'aumento delle tasse deprimono i redditi, il PIL, i posti di lavoro proprio se applicati in tempi di recessione, con gravi danni economici e morali per i cittadini. Persino Papa Francesco ha affermato che è scandaloso che ci preoccupiamo più delle banche che delle persone. Tutto ciò significa andare verso un modello economico, politico, sociale e solidale che pone al centro l'uomo e la sua dignità e non il profitto. Quindi, significherebbe proseguire nella logica dei Governi passati e, se così fosse, comprendere la ratio delle nuove adesioni di questi giorni. Pertanto chiedo al Governo e ai relatori di modificare il parere e a tutti di votare un emendamento che ritengo coerente con ciò che diciamo o almeno diciamo di pensare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, derogo a quelle che sono state le indicazioni date dal presidente del mio gruppo sul problema forse più importante di questa riforma nel merito chiaramente delle proposte che sono state avanzate e di quello che ho ascoltato. Dico subito che non sono d'accordo con quanto affermato adesso dal collega Lauricella. Tuttavia, non è un disaccordo nel contesto e nel merito. Qui bisogna cercare di mettersi d'accordo sull'articolo 81 della Costituzione perché, se guardiamo all'evoluzione della finanza Pag. 407pubblica all'interno del nostro sistema rispetto a quello che è contemplato nell'articolo 81 e poi ciò che è successo negli anni con l'adesione del nostro Paese all'Europa e con la nascita della moneta unica, il quadro cambia completamente. Allora penso che in un contesto peraltro negli ultimi tempi... se per favore, Ministro Alfano, non riesco nemmeno a parlare... se noi riflettiamo su un aspetto importante in tutto questo contesto della spesa pubblica e considerato che sugli atti della pubblica amministrazione sono stati già completamente aboliti i controlli, noi possiamo renderci conto di quanto sia grave la situazione. L'evoluzione della spesa pubblica nel nostro Paese ha visto in un contesto di finanziamento con il quale negli anni si è alimentata la possibilità di poter avere entrate da parte dello Stato e poi successivamente investimenti...

PRESIDENTE. Onorevole Realacci !

ROCCO PALESE. ... con l'aumento del debito pubblico, la proliferazione del debito pubblico. Poi noi abbiamo avuto una lunga stagione durante la quale si sono finanziate spese pubbliche, incrementi di spesa pubblica con le accise, con tasse aggiuntive in particolare sui carburanti. Inoltre abbiamo avuto anche un incremento e la moda di finanziare qualsiasi spesa pubblica con il recupero dell'evasione fiscale, espediente che continua attualmente, poi con le cartolarizzazioni – Scip 1 e Scip 2 – poi ancora negli ultimi tempi con le clausole di salvaguardia e con la spending review.
Alla fine però tutti questi artifici non hanno prodotto alcuna certezza nel contesto di quanto deve essere fatto per la spesa pubblica, nel rispetto di quanto prevede sia la vecchia versione dell'articolo 81, sia la nuova versione. Io invece ritengo che ci sia questa necessità, anche perché il tutto va raccordato con l'articolo 119 della Costituzione e con l'eliminazione dei controlli. Nel nostro Paese abbiamo soltanto due controlli sulla spesa pubblica: primo, non possono essere effettuate spese con indebitamento, ad eccezione di quelle per investimenti; secondo, il patto di stabilità. E qui dovremmo aprire, caro collega Lauricella, una discussione per quanto riguarda il patto di stabilità: al di là della nascita di uno strumento di controllo molto importante – il patto di stabilità e di crescita –, non ripeto altro, perché – qui sì – l'Europa è inadempiente rispetto alla crescita, perché si è fermata alla stabilità. E non ce l'abbiamo neanche, peraltro. Ritengo, da questo punto di vista, che vada fatta una analisi molto critica del nostro paese e di quello che è successo perché, da quando – con l'articolo 28 della legge n. 448 del 1998 – vi è stata l'introduzione nell'ordinamento delle leggi italiane del patto di stabilità sino al 2010, nessuno ha rispettato il patto di stabilità nel nostro paese. Nel 2010 è stato osservato il Patto di stabilità soltanto perché sono state previste sanzioni. Ora davanti ad una situazione del genere...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Mi avvio alla conclusione. Credo che per il momento – e dico per il momento – sia molto, molto, molto imprudente cercare di eliminare non i vincoli che l'Europa ha posto o meno, ma i vincoli e le regole che noi ci siamo dati e che purtroppo continuiamo a non rispettare. Si consideri la scarsa azione sulla spending review, si consideri quanti sono i comuni che vanno in dissesto finanziario, non soltanto per le ristrettezze finanziarie, per la diminuzione del gettito, per la crisi ma anche per le gestioni pessime, molto, molto cattive.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lauricella 19.0500, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Damiano, Carbone, Zoggia, Fusilli, Manzi... Mura.Pag. 408
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 306
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato 16
Hanno votato no 290.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Colleghi, ne approfittiamo, visto che siamo fra pochi intimi: da qualche minuto l'onorevole Ferrari ha compiuto gli anni (Applausi)... non so quante altre volte ti capiterà nella vita di trascorrere il compleanno con 350 persone...
Ricordo che è stato ritirato l'articolo aggiuntivo D'Attorre 19.03.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gelmini 19.09, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sereni, Mauri, Malisani, Bratti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 2
Hanno votato no 310.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gelmini 19.08, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Capelli, Donati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 312
Astenuti 1
Maggioranza 157
Hanno votato 2
Hanno votato no 310.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Capezzone 19.0202 e Giorgia Meloni 19.0250, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pes, Paola Bragantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 314
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 2
Hanno votato no 312.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marcon 19.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Oliaro...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 409
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 1
Hanno votato no 310.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

L'articolo aggiuntivo D'Attorre 19.04 è ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 19.0201, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

EMANUELE FIANO. Ma l'articolo aggiuntivo è «Quaranta» o 19.0201 ?

PRESIDENTE. La sua sottile ironia, onorevole Fiano. Marantelli, Garavini...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato no 315.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pesco 19.0700, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Vazio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato no 313.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'articolo 20 il parere su tutti gli emendamenti è contrario, mentre sui subemendamenti la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bianconi 20.1 e Nuti 20.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 20.1 e Nuti 20.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cenni...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 410
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato no 313.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Antimo Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 301
Votanti 298
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato no 298
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Le deputate Pes e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 20.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bindi, Pes, Oliverio, Rigoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 312
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato no 312.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 20.11, parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sereni... Sani... Manfredi... Altri ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato no 311.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.20.7.1, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 308
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato 1
Hanno votato no 307.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 411

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 20.7, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Malisani... Fitzgerald sta votando... Stumpo che, come l'altra, con la stessa agilità dell'altra volta ha raggiunto la sua postazione... De Maria... Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 323
Votanti 322
Astenuti 1
Maggioranza 162
Hanno votato 2
Hanno votato no 320.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita a votare).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 20.8, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 309
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato 3
Hanno votato no 306.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 20.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Ghizzoni... Taricco... Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 317
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato no 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 20.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Carbone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 323
Votanti 320
Astenuti 3
Maggioranza 161
Hanno votato no 320.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.20.201.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Chi dice no ? Ghizzoni... Altri ? Manfredi... sta perdendo i riflessi, onorevole ! Bene !Pag. 412
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 324
Votanti 321
Astenuti 3
Maggioranza 161
Hanno votato 1
Hanno votato no 320.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.20.201.2, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Garavini... Ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 317
Astenuti 4
Maggioranza 159
Hanno votato 300
Hanno votato no 17.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Questo subemendamento però non ha effetti preclusivi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.20.201.3, sul quale il relatore e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ghizzoni... Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 321
Votanti 317
Astenuti 4
Maggioranza 159
Hanno votato 302
Hanno votato no 15.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Neanche questo ha effetto preclusivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 0.20.201.4, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Altri che non riescono a votare ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 328
Votanti 320
Astenuti 8
Maggioranza 161
Hanno votato 19
Hanno votato no 301.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito a votare).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 20.201 nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? No. Onorevole Carbone... Lei dà questo suo contributo questa sera. Grazie, Onorevole Carbone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 327
Votanti 326
Astenuti 1
Maggioranza 164
Hanno votato 3
Hanno votato no 323.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 413

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 323
Votanti 321
Astenuti 2
Maggioranza 161
Hanno votato 310
Hanno votato no 11.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Avverto che gli emendamenti Schullian 38.11, Plangger 38.502, 38.504, 40.17 e Alfreider 39.301 e 39.34, sono stati ritirati dai presentatori.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Civati 20.0200, con il parere contrario del relatore di maggioranza e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 325
Votanti 322
Astenuti 3
Maggioranza 162
Hanno votato 5
Hanno votato no 317.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ed esprimere voto contrario. Il deputato Cani ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro. Le deputate Tartaglione e Mariani hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

L'Onorevole Fiano ci deve dare una comunicazione. Anzi, ci deve fare una richiesta e vediamo se la Presidenza la accoglie, prego.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho necessità di chiedere una convocazione rapida del Comitato dei nove, sia perché dovrò dare i pareri sull'articolo 15 che, come lei sa, abbiamo finora accantonato, sia perché devo presentare una riformulazione. Chiedo, pertanto, 15 minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Allora, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 1,20.

La seduta, sospesa all'1,05, è ripresa all'1,20.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.39.509.100, che è in distribuzione.
Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Civati 20.0200.

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate e precedentemente accantonati (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 15 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento Toninelli 15.1.
Il parere è, altresì, contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli e sull'emendamento Fraccaro 15.2.
Mi rimetto, invece, all'Aula sui subemendamenti Fraccaro 0.15.200.1, Nuti 0.15.200.2, Fraccaro 0.15.200.3, Cozzolino 0.15.200.4, Palese 0.15.200.6 e Dieni 0.15.200.5Pag. 414
Il parere è contrario sugli emendamenti Civati 15.200, Fraccaro 15.300, Agostinelli 15.301, Fraccaro 15.3 e Palmizio 15.700.
L'emendamento Dorina Bianchi 15.6 esiste, Presidente, o è stato ritirato ?

PRESIDENTE. Ritirato.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Scotto 15.11, Toninelli 15.12, Cozzolino 15.9, Giancarlo Giorgetti 15.400, Bianconi 15.13 e Lombardi 15.14.
Mi rimetto, invece, all'Aula sui subemendamenti Dadone 0.15.5.4, Dadone 0.15.5.5, Crippa 0.15.5.6, Crippa 0.15.5.1, D'Ambrosio 0.15.5.2 e Nuti 0.15.5.3.
Il parere è contrario sugli emendamenti Capezzone 15.5 e 15.4.
Mi rimetto, invece, all'Aula sui subemendamenti Dieni 0.15.5.1, Toninelli 0.15.5.2 e Cozzolino 0.15.5.3.
Invito al ritiro o parere contrario sugli identici emendamenti Lauricella 15.15 e Quaranta 15.201.
Mi rimetto invece all'Aula sui subemendamenti Fraccaro 0.15.23.1, Toninelli 0.15.23.2
e Fraccaro 0.15.23.3.
Invito al ritiro o parere contrario sull'emendamento Centemero 15.23.
Il parere è contrario sugli identici emendamenti Quaranta 15.18 e Capezzone 15.22 e altresì contrario sugli identici emendamenti Costantino 15.19 e Bianconi 15.24.
Mi rimetto, invece, all'Aula sui subemendamenti Fraccaro 0.15.680.1, Toninelli 0.15.680.2 e Cozzolino 0.15.680.3.
Il parere è contrario sugli emendamenti Brunetta 15.680 e Fraccaro 15.26 e 15.27.
Da qui, per le restanti proposte emendative all'articolo 15, i parerei sugli emendamenti sono contrari e i pareri sui subemendamenti sono sempre nel senso di rimettersi al parere dell'Aula.

PRESIDENTE. Il Governo ?

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 15.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ferro, Burtone, Raciti, Gasparini, Gribaudo, Boccia... onorevole Lauricella prenda tutto il tempo necessario perché il Presidente non si vorrebbe sentire colpevole di averla fatta affrettare eccessivamente nel raggiungimento della sua postazione e che questo in qualche modo possa condizionare la sua libertà di voto, quindi la pregherei di fare con calma.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 299
Votanti 297
Astenuti 2
Maggioranza 149
Hanno votato no 297
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Antimo Cesaro, Malisani, Losacco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 304
Votanti 302
Astenuti 2
Maggioranza 152
Hanno votato no 302
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 415

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 15.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carra, D'Incecco, Tartaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 300
Votanti 297
Astenuti 3
Maggioranza 149
Hanno votato no 297
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.15.200.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Malisani, Coppola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 306
Votanti 302
Astenuti 4
Maggioranza 152
Hanno votato 288
Hanno votato no 14
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Sono preclusi i subemendamenti della pagina 89 del fascicolo. Quindi, passiamo al subemendamento Palese 0.15.200.6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Palese 0.15.200.6, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sanna, Ottobre.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 311
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato 5
Hanno votato no 306
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.15.200.5, sul quale la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Coppola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 310
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato 3
Hanno votato no 307
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 15.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 416
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 293
Votanti 291
Astenuti 2
Maggioranza 146
Hanno votato 1
Hanno votato no 290
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 15.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 301
Votanti 297
Astenuti 4
Maggioranza 149
Hanno votato no 297
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 15.301, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. L'onorevole De Girolamo non è riuscita a votare.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 301
Votanti 298
Astenuti 3
Maggioranza 150
Hanno votato no 298
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 15.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato 1
Hanno votato no 306
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmizio 15.700, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Monaco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 316
Astenuti 1
Maggioranza 159
Hanno votato 2
Hanno votato no 314

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Ricordo che l'emendamento Dorina Bianchi 15.6 è stato ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 15.11.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 15.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 417
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato no 312
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 15.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 309
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato no 309
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 15.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato no 312
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giorgetti 15.400, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer, Marzano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato no 314

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 15.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

De Girolamo, Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 317
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato no 317

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 418

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 15.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 1
Hanno votato no 310
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dadone 0.15.5.4, con la Commissione e il Governo che si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Paola Bragantini, Magorno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 313
Astenuti 3
Maggioranza 157
Hanno votato 294
Hanno votato no 19

La Camera approva (Vedi votazioni).

Sono così preclusi i subemendamenti fino a pagina 98.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 15.5. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 15.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 1,40)

Ascani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 5
Hanno votato no 314

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 15.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marantelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 318
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 1
Hanno votato no 317

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.15.15.1, con la Commissione e il Governo che si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 419
Comunico il risultato della votazione: La Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato
291
Hanno votato
no 24).

Sono così preclusi i successivi subemendamenti Toninelli 0.15.15.2 e Cozzolino 0.15.15.3.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lauricella 15.15 e Quaranta 15.201.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lattuca. Ne ha facoltà.

ENZO LATTUCA. Presidente, l'articolo 15 è stato protagonista del dibattito in quest'Aula quando, in realtà, eravamo agli articoli 34, 35 o 36: ora che siamo arrivati all'articolo 15 c’è poco tempo per intervenire. Ricordo che questo articolo interviene in maniera già positiva sull'attuale articolo 75 della Costituzione, che disciplina il referendum abrogativo, creando un doppio binario: viene mantenuta la soglia delle 500 mila firme per chiedere il referendum abrogativo con il quorum attuale, che è quello parametrato agli aventi diritto al voto, e viene poi introdotta una seconda opportunità, quella di raccogliere un numero superiore di firme, 800 mila, per ottenere l'abbassamento del quorum alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche della Camera. Questo è già, nelle intenzioni, un risultato positivo, perché va incontro a quello che è stato uno dei problemi, dei limiti che ha caratterizzato la vita dell'istituto referendario negli ultimi vent'anni. In effetti, se si guarda a quello che è stato l'andamento dell'istituto referendario negli ultimi vent'anni, a parte l'ultimo episodio che ricordiamo, dei quattro quesiti referendari che hanno trovato il loro risultato positivo grazie al raggiungimento del quorum, per via della strumentalizzazione dell'astensione che viene fatta dalle forze politiche e da coloro che sono contrari all'oggetto del referendum abrogativo, di fatto si è, in questi ultimi vent'anni, sempre vanificata quella che era la portata del referendum.
Ora cosa prevedeva l'emendamento in questione ? Prevedeva di risolvere un problema collaterale a questo nuovo articolo 75, ovvero il doppio binario. Noi ci potremmo trovare di fronte, in una domenica tra aprile e giugno, a diversi quesiti referendari sottoposti a diversi quorum di validità. Già il fatto che al referendum, essendo abrogativo, bisogna votare «sì» per dire «no» alla legge in questione crea una certa confusione; immaginare che la stessa domenica si possa votare su quesiti diversi con quorum diversi non credo che sia un risultato di sistema così auspicabile.
L'emendamento in questione faceva una cosa molto semplice: manteneva in 500 mila il numero delle firme necessarie per indire il referendum e abbassava il quorum alla metà più uno dei votanti all'ultima elezione della Camera. Devo dire che, a mio modo di vedere, sarebbe stato un emendamento che poteva anche andare incontro alle esigenze e alla volontà di altri gruppi che avevano segnalato su questo punto un interesse a discutere, ma da quello che abbiamo capito, anche dopo l'ultimo Comitato dei nove, non c’è la disponibilità ad accogliere questa proposta: ce ne rammarichiamo. Ci auguriamo che questa nuova formulazione dell'istituto referendario con il doppio binario non metta ancora ulteriormente in crisi questo importante istituto di democrazia diretta. Per queste ragioni, con dispiacere, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 15.201 con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Leva.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 420
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 310
Votanti 305
Astenuti 5
Maggioranza 153
Hanno votato
11
Hanno votato
no 294

Sono in missione 41 deputati).

(La deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 0.15.23.1 su cui Commissione e Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pastorelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato
287
Hanno votato
no 24
Sono in missione 41 deputati).

Sono così preclusi i due successivi subemendamenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 15.23, nel testo subemendato, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato
sì 12
Hanno votato no 303)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 15.18 e Capezzone 15.22, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gadda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato 4
Hanno votato no 315

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 15.19 e Bianconi 15.24, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Murer. Moscat.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 315
Votanti 314
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 3
Hanno votato no 311

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 421Fraccaro 0.15.680.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 281
Hanno votato no 29
Sono in missione 41 deputati

La Camera approva (Vedi votazioni).

Si intendono così preclusi i due successivi subemendamenti Toninelli 0.15.680.2 e Cozzolino 0.15.680.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 15.680, nel testo subemendato con parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 315
Astenuti 1
Maggioranza 158
Hanno votato 8
Hanno votato no 307

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 15.26, con parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani, Donati, Arlotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato 2
Hanno votato no 309
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 15.27, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Arlotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 312
Astenuti 1
Maggioranza 157
Hanno votato 2
Hanno votato no 310
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.15.28.1, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin, Carnevali, Manfredi
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 422
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato 294
Hanno votato no 21

La Camera approva (Vedi votazioni).

Si intendono così preclusi i due successivi subemendamenti Dieni 0.15.28.2 e Nuti 0.15.28.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Dieni 0.15.28.4, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato 301
Hanno votato no 15

La Camera approva (Vedi votazioni).

Si intendono così preclusi i successivi subemendamenti Nuti 0.15.28.5, Dadone 0.15.28.6, Dieni 0.15.28.7 e Cozzolino 0.15.28.8.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cozzolino 0.15.28.9, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 299
Hanno votato no 11
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Si intendono così preclusi i successivi subemendamenti Dadone 0.15.28.10, Nuti 0.15.28.11, Fraccaro 0.15.28.12 e 0.15.28.13.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 15.28, nel testo subemendato, con parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Boccuzzi, Famiglietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 314
Astenuti 3
Maggioranza 158
Hanno votato 11
Hanno votato no 303

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 15.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... Bonifazi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato 1
Hanno votato no 315.

Pag. 423

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 15.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione... Zardini... Antezza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 1
Hanno votato no 311.
Sono in missione 41 deputati.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marroni... Bruno Bossio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.

Presenti 319
Votanti 316
Astenuti 3
Maggioranza 159
Hanno votato 306
Hanno votato no 10.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 15.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin... Zardini... Arlotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 315
Votanti 313
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 2
Hanno votato no 311 .
Sono in missione 41 deputati.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 15.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Villecco Calipari... Mazziotti Di Celso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 318
Votanti 316
Astenuti 2
Maggioranza 159
Hanno votato no 316 .

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 15.04, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carbone... Manzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato no 312 .
Sono in missione 41 deputati.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 424Toninelli 15.05, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marco Di Maio... Fiorio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Presenti 318
Votanti 314
Astenuti 4
Maggioranza 158
Hanno votato no 314 .

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matarrelli 15.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Zardini... Zampa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 316
Votanti 314
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato no 314.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(I deputati Lattuca e Giorgis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Avverto che tutti gli emendamenti e subemendamenti riferiti agli articoli da 38 a 41 presentati dai deputati appartenenti al gruppo Forza Italia sono stati ritirati.

(Esame dell'articolo 38 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A), a pagina 62 del fascicolo n. 7, terza parte.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, se mi conferma che l'emendamento Brunetta 38.500 è stato ritirato, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 38.501, a pagina 70. La Commissione esprime, invece, parere contrario sugli altri emendamenti all'articolo 38, mentre sui subemendamenti la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 38.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ghizzoni... Paola Bragantini... Amendola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 306
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato no 306
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 425Dadone 38.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Patriarca... Massa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 305
Votanti 302
Astenuti 3
Maggioranza 152
Hanno votato no 302
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 38.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Cani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 309
Votanti 307
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato no 307
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 38.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Piepoli... Bruno Bossio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato no 310
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 38.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Antezza, Piepoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 309
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato no 309
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 38.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marantelli, Mazziotti Di Celso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato no 311
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 426De Mita 38.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 312
Astenuti 2
Maggioranza 157
Hanno votato 1
Hanno votato no 311
Sono in missione 41 deputati

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dellai 38.503, con il parere contrario della Commissione e del Governo... l'emendamento è stato ritirato.
Revoco la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 38.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Leva, Manfredi, Giachetti..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato no 310
Sono in missione 41 deputati

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 38.501, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 317
Votanti 313
Astenuti 4
Maggioranza 157
Hanno votato 304
Hanno votato no 9

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Marzano, Zardini, Famiglietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato 305
Hanno votato no 6
Sono in missione 41 deputati

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Francesco Sanna ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 39 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 427

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, all'articolo 39 esprimo parere favorevole sull'emendamento Giorgis 39.509. Ho presentato prima un subemendamento nel Comitato dei nove con il quale propongo di riformulare la parte principale del subemendamento Marco Di Maio 0.39.509.1, sostituendo nell'emendamento Giorgis 39.509 le parole: «un decimo dei componenti di una Camera» con le seguenti: «un quarto dei componenti della Camera dei deputati o un terzo dei componenti del Senato della Repubblica». Esprimo parere favorevole sul subemendamento 0.39.32.500 della Commissione e sull'emendamento Gigli 39.32, come subemendato.
Per gli altri emendamenti presentati all'articolo 39 esprimo parere contrario, per i subemendamenti mi rimetto all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento D'Ambrosio 39.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 39.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Madia, Piepoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 312
Votanti 310
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 3
Hanno votato no 307

Sono missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 39.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sani, Zardini, Impegno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 307
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato 1
Hanno votato no 306
Sono missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Mita 39.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrescia, Ginato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato 2
Hanno votato no 306

Sono missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 428

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 39.10, parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Migliore... Rotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 310
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato no 310
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 39.11, parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Brandolin... Garavini... Rampi... Garavini non riesce a votare, però sblocchiamo... proviamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 314
Votanti 311
Astenuti 3
Maggioranza 156
Hanno votato no 311.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Ricordo che l'emendamento Mazziotti Di Celso 39.508 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 39.15, parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo ? Carloni... Porta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 308
Astenuti 3
Maggioranza 155
Hanno votato no 308.
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lauricella 39.511.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lauricella. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. L'emendamento riguarda, ancora una volta, i senatori a vita, che abbiamo trattato già in Commissione riguardo all'articolo 2. Ma quella categoria di senatori è quella introdotta con la riforma che riguarda i senatori a vita, che saranno nominati per sette anni e «gratuitamente». Qui si chiede di modificare la norma, perché, ancora una volta, nel tenore della riforma, soprattutto con riguardo alla struttura del Senato – che ricordo essere di natura territoriale –, a questo punto, fermo restando i senatori a sette anni che verranno nominati, non si capisce per quale motivo noi dovremmo tenere ancora «in vita» i senatori in carica oggi.
Quindi, si prevede che i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica permangono nella carica ad ogni effetto quali membri del Senato fino all'entrata in vigore della presente legge costituzionale. Sostanzialmente – ma questo è un tema Pag. 429che verrà ripreso anche con un successivo emendamento – verrebbero a cessare con l'entrata in vigore della legge costituzionale i senatori a vita in carica, che ricordo continuerebbero a percepire un'indennità quale quella prevista oggi per i senatori, in un contesto, quale il Senato, che ormai è assolutamente lontano dalla natura dei senatori a vita e dei consiglieri regionali che, invece, ricopriranno la carica di senatori un domani.
Quindi, mi pare, qui sì di buon senso, se vogliamo. Capisco che non si è fatto e si è voluto reintrodurre anche in Aula, grazie a un emendamento del mio collega Rosato, quell'emendamento per evitare di sconvolgere l'articolo 2. Ma qui siamo fuori dall'articolo 2. Quindi, non capisco quali giustificazioni possano esserci oggi per mantenere in vita, diciamo, una figura che non ha più senso, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lauricella 39.511, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo... Rigoni, Ginoble.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 304
Votanti 300
Astenuti 4
Maggioranza 151
Hanno votato 7
Hanno votato no 293.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 39.504, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bindi. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Io vorrei invitare il relatore e il Governo a ripensare il parere su questo emendamento perché, francamente, non riesco a capire il motivo del parere contrario. Provo a spiegarlo. Introduciamo, con la riforma della Costituzione, il voto a data certa, che verrà applicato secondo le norme del Regolamento. In fase transitoria, non ci sono norme di Regolamento per applicarlo. Ora, l'esperienza ci dice che, prima di approvare i regolamenti, o prima di riuscire a modificarli, si impiega un sacco di tempo e il timore è che la maggioranza stessa che sostiene il Governo non abbia alcun interesse a mettere dei limiti all'esercizio di questo potere da parte del Governo.
Allora si cerca di introdurre nella norma transitoria, almeno per analogia un criterio, per analogia con i decreti-legge, il criterio dell'omogeneità di materia: i provvedimenti sui quali il Governo chiede data certa devono almeno avere l'omogeneità di materia. E ciò anche prima che arrivi l'approvazione del Regolamento, che mi auguro – semmai arriverà – che prevedrà questo criterio. È il criterio che per analogia è quello dei decreti-legge. Sarebbe stato quello dei decreti-legge ! Adesso, grazie a Dio, costituzionalizzando i principi della legge n. 400 del 1988, forse riusciremo ad ottenerla.
Siccome è un potere in più dato al Governo, sarebbe un ulteriore vincolo imposto dal Governo e dalla maggioranza di Governo alle Assemblee parlamentari. Io ritengo che se nella fase transitoria, sui provvedimenti sui quali il Governo chiede data certa, si introduce almeno che debbano avere la caratteristica di omogeneità di materia in attesa di regolamento, saremmo tutti più tranquilli che, se il regolamento arriva tardi, il Governo non approfitterà con provvedimenti omnibus sui quali voglia la data certa.
Mi sembra una richiesta di buonsenso. Mi chiedo il motivo per il quale si dica di no. Infatti è talmente... basta, non aggiungo altre parole ed invito il relatore per la maggioranza e il Governo a ripensare il parere.

Pag. 430

PRESIDENTE. Grazie, prendo atto che non ci sono novità da parte del relatore per la maggioranza e del Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 39.504 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Forza colleghi... non vedo altre mani alzate... hanno votato tutti i colleghi ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 294
Votanti 288
Astenuti 6
Maggioranza 145
Hanno votato 29
Hanno votato no 259
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Giorgis 39.510.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà. Accendete il microfono dell'onorevole Giorgis.

ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, ora è tardi, quindi, capisco che ogni intervento suoni per certi versi come eccessivo...

PRESIDENTE. Colleghi...

ANDREA GIORGIS. ... come, insomma, un intervento che avviene fuori tempo. Però chiederei davvero due minuti solo di pazienza e di attenzione. L'emendamento precedente, che abbiamo purtroppo respinto, interveniva su di un aspetto, che in sede di Commissione si era considerato ragionevole introdurre, quello appunto, come ricordava l'onorevole Bindi, dell'omogeneità. Che la nostra legislazione necessiti di essere ricondotta ad un criterio di qualità e di omogeneità è noto e noti sono i richiami del Presidente della Repubblica e noti sono i richiami della Corte costituzionale.
Da questo punto di vista devo dire che le ragioni del mancato esplicito inserimento della necessaria omogeneità risiedono – io credo – nella fatica del complessivo procedimento e nella stanchezza che talvolta – anche in Commissione – ha avuto la meglio sulla puntuale ridefinizione dei testi.
L'altro emendamento, che mi vede come primo firmatario, ha un aspetto invece più politico. Ma anche in questo caso – se noi riuscissimo a trovare anche a quest'ora tarda, per così dire, la pazienza per rifletterci su – ci accorgeremo che, in attesa di una modifica dei regolamenti e in attesa, quindi, di una previsione delle modalità e dei limiti attraverso i quali definire l'istituto del voto a data certa, sarebbe opportuno prevedere, per la fase transitoria di prima applicazione, un tetto all'utilizzo di questo istituto.
Perché ? Perché sarebbe stato e sarebbe, per così dire, molto più corretto che la disciplina di un istituto e i limiti di quest'istituto – cioè il voto a data certa –, nel momento in cui si rinviano al regolamento, non possano essere determinati da una fonte di grado inferiore, se non nel momento in cui il voto a data certa non si decida di farlo operare. Noi qui cosa stiamo facendo ? Stiamo facendo una previsione che consente al Governo e al Parlamento di cominciare ad utilizzare il voto a data certa, anche in assenza della norma regolamentare, e si rinvia la norma regolamentare alla previsione dei limiti dell'istituto, che intanto però si fa funzionare senza limitazioni.
Allora, almeno per la fase transitoria – in attesa che poi il Regolamento definisca come bilanciare il legittimo diritto del Governo e della maggioranza ad esercitare il proprio indirizzo politico insieme all'altrettanto legittimo diritto delle minoranze e dei parlamentari a potere concorrere alla determinazione del calendario – si introduca un limite ! Il limite previsto è un limite molto alto: dodici in un anno, che Pag. 431vuol dire uno al mese. Considerando che i decreti-legge non sono assolutamente preclusi, io credo che sia una misura ragionevole, che in sede di Commissione avevamo considerato opportuno approfondire.
Adesso l'ora è tarda e, naturalmente non per cattiva volontà di qualcuno, non è stato possibile in sede di Comitato dei nove approfondire. Io invito solo, in un rapidissimo tempo, a valutare se non sia possibile introdurre per la fase transitoria questo tetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgis 39.510, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Parrini, Marco Di Maio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 306
Votanti 301
Astenuti 5
Maggioranza 151
Hanno votato 39
Hanno votato no 262
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 39.512.
Indìco... revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, il fato qualche volta aiuta anche le ragioni dell'intervento, perché questo emendamento, a prima firma Bindi, che fa riferimento all'omogeneità dei disegni di legge è un forte richiamo costituzionale che, in qualche modo, ci costringe a rileggere il testo che si discute in quest'Aula sulla scorta dell'impianto già esistente della Costituzione, come se questo intervento fosse stato, veramente del tutto casualmente, costituzionalmente orientato. Io sono qui, Presidente, con molta umiltà, rispetto e cautela, che sono le tre categorie che ho invocato allorquando ci siamo avvicinati alla Costituzione, perché la Costituzione la si rispetta anche con le modalità di intervento e di approccio. È una struttura nobile che noi abbiamo pensato di modernizzare non per «graffiarla», ma per adeguarne i contenuti ad una realtà che è diventata sempre più complessa e, quindi, va semplificata per evitare che la complessità si sovrapponga alla necessità che il procedimento legislativo sia fluido. Ma io sono qui, Presidente, e intervengo in quest'Aula non per la parola, non per l'Aula, ma soprattutto per i miei occhi, perché non mi sono voluto privare dello spettacolo e voglio che rimanga nei miei occhi questo spettacolo, questa percezione visiva. Mai potevo pensare che la vista potesse essere così utile per capire che cosa può non essere la democrazia, che cosa può significare un'Aula in cui una grande parte è in modo desolante... vedete anche la parola non accompagna il pensiero ed è per me molto difficile, vi assicuro, è molto difficile che la parola non accompagni il pensiero... un'Aula che trovo in modo desolante vuota. Lo dico con molta serenità e con molto garbo, ma ritengo che un'Aula orba, un'Aula che abbia un solo occhio, una mancanza di stereofonia parlamentare sia un fatto non positivo, indipendentemente dai «perché» e dai «ma», perché qui non è un problema di cause è un problema di effetto (Commenti). Capisco voi sorridete, io personalmente non riesco a sorridere.

PRESIDENTE. Colleghi.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Lo dico con molto garbo e molto rispetto, perché credo che una cavalcata solitaria, modificando la Costituzione, non costituisca una cosa positiva per il Parlamento indipendentemente da qualsiasi appartenenza e da qualsiasi posizione. Lo dico in modo Pag. 432sereno, in modo responsabile, ma credo che la Costituzione questo non se lo meritasse. Noi abbiamo lavorato con grande voglia, con grande passione, con grande intensità, cercando di capire, cercando di andare al fondo dei problemi, rispettando le volontà di tutti, qualche volta non in modo puntuale. Io credo che questa conclusione non sia una grande conclusione, sia una conclusione che in qualche modo rende questo lavoro che abbiamo cercato di fare al meglio, in qualche modo, mortificato. Allora, Presidente, quando in questo emendamento si fa riferimento all'omogeneità dei disegni di legge, io faccio riferimento all'omogeneità della democrazia e, soprattutto, ad evitare che colpi di testa politici, mi sembra senza alcuna logica per il futuro, quale io ritengo questo di stasera, possano essere un segnale, non per questo Parlamento, ma per tutti i Parlamenti che verranno. Questa Aula ha visto e vissuto momenti migliori, ma mai credo, affrontando la Costituzione, una forza politica o una maggioranza si è arrogata il diritto di poter modificare la Costituzione da sola. Penso tutto ciò con pacatezza, serenità e senza nessuna voglia di polemica, che non sia quella di una presa d'atto di una mancanza costituzionale e democratica per me molto dolorosa, io che ho, davvero, con il collega Fiano, lavorato molto intensamente su questo provvedimento. Chiedo che l'emendamento Bindi 39.512 sia rimesso al parere dell'Aula e la ringrazio per avermi dato la parola.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 39.512, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Porta, Misiani, Quartapelle Procopio, Giulietti, Marco Di Maio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 303
Votanti 302
Astenuti 1
Maggioranza 152
Hanno votato 18
Hanno votato no 284
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 39.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Sani, Taricco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato 2
Hanno votato no 299
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.39.509.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Si tratta della riformulazione proposta dal Comitato dei nove. Patriarca...

Dichiaro chiusa la votazione. Mi dispiace, onorevole De Girolamo, ormai la votazione è chiusa e lei non è riuscita a votare.Pag. 433
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 306
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato 299
Hanno votato no 7
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgis 39.509, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gribaudo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 307
Astenuti 1
Maggioranza 154
Hanno votato 290
Hanno votato no 17
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

A questo punto sono precluse tutte le altre proposte emendative fino a pagina 94, dove passiamo alla votazione dell'emendamento Attaguile 39.23.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Attaguile 39.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato 4
Hanno votato no 303
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 39.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tartaglione, Brandolin... onorevoli colleghi, smettetela di fare le foto. Albini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato no 307
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Attaguile 39.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bonifazi, Carella, Fitzgerald Nissoli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 307
Votanti 305
Astenuti 2
Maggioranza 153
Hanno votato no 305
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 434

Passiamo alla votazione dell'emendamento Giorgis 39.29, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

ANDREA GIORGIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS. Presidente, ho chiesto la parola solo per annunciare, anzi per dichiarare il ritiro dei miei emendamenti 39.29 e 39.28, prendendo atto che purtroppo non sono maturate le condizioni politiche per affrontare un tema che in realtà andrebbe affrontato, quello della tuttora persistente ragione che giustifica un trattamento speciale per cinque regioni italiane. Io credo che sarebbe stato desiderabile che le condizioni politiche avessero consentito di riconsiderare il permanere di queste ragioni. Purtroppo, in questa ridefinizione del Titolo V, non possiamo superare neanche condizioni di particolare privilegio che tuttora purtroppo vengono consolidate.

PRESIDENTE. Sta bene. I due emendamenti, Giorgis 39.29 e Giorgis 39.28, sono ritirati.
Passiamo al subemendamento Marco Di Maio 0.39.32.2 a pagina 98 del fascicolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Marco Di Maio 0.39.32.2, con la Commissione e il Governo che si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 309
Votanti 307
Astenuti 2
Maggioranza 154
Hanno votato no 307
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.39.32.500 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

D'Arienzo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 308
Astenuti 2
Maggioranza 155
Hanno votato 301
Hanno votato no 7
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(I deputati Scuvera e Sanna hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

A questo punto sono preclusi i successivi due subemendamenti. Passiamo all'emendamento Gigli 39.32, a pagina 100 del fascicolo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 39.32, nel testo subemendato con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 308
Hanno votato no 3
Sono in missione 41 deputati.

Pag. 435

La Camera approva (Vedi votazioni).

Ricordo che l'emendamento Francesco Sanna 39.204, a pagina 101 del fascicolo, è stato ritirato. Prendo atto che l'onorevole Dellai ritira il suo emendamento 39.200, a pagina 102 del fascicolo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 39.35. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 39.35 con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 304
Votanti 301
Astenuti 3
Maggioranza 151
Hanno votato 5
Hanno votato no 296
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

I successivi subemendamenti sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 39.509 come riformulato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carra... Capelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 311
Votanti 310
Astenuti 1
Maggioranza 156
Missioni 41
Hanno votato 306
Hanno votato no 4
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 39.01, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Patriarca... Amendola... Zanna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato 3
Hanno votato no 308
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 40 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EMANUELE FIANO, Relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole all'emendamento 40.2 Famiglietti, mentre sugli altri emendamenti il parere è contrario. Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda i subemendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo ?

MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 436
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 40.1, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Brandolin... Marco Di Maio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 306
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato 2
Hanno votato no 304
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Famiglietti 40.2, con parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carrescia... Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 308
Votanti 305
Astenuti 3
Hanno votato 299
Hanno votato no 6
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita a votare).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 40.3, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Carloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 306
Astenuti 4
Maggioranza 154
Hanno votato 6
Hanno votato no 300

Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

(La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Di Maio 40.500, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lavagno, Carella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 307
Votanti 305
Astenuti 2
Maggioranza 153
Hanno votato 1
Hanno votato no 304
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lauricella 40.16, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 437
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 310
Votanti 307
Astenuti 3
Maggioranza 154
Hanno votato 2
Hanno votato no 305
Sono in missione 41 deputati.

La Camera respinge (Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 309
Votanti 308
Astenuti 1
Maggioranza 155
Hanno votato 304
Hanno votato no 4
Sono in missione 41 deputati.

La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 41 – A.C. 2613-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 41, al quale non sono riferiti emendamenti, in quanto l'emendamento Dadone 41.1, interamente soppressivo, risulta precluso a seguito dell'approvazione dell'emendamento Giorgis 39.509 e tutte le restanti proposte emendative riferite all'articolo 41 sono state ritirate o sono decadute.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, in situazioni ordinarie, in questo caso, ci sarebbe stato un grande applauso da parte del gruppo del Partito democratico e – credo – anche degli altri gruppi, che hanno contribuito in maniera rilevante e hanno sostenuto questa grandissima fatica di questi mesi, con un impegno costante di tutti i colleghi del gruppo. In questo caso, naturalmente, sappiamo che abbiamo un grande rammarico, per il fatto che quest'Aula non è completamente piena, atteso che alcuni gruppi hanno ritenuto di non partecipare. Questo è un punto che a noi lascia una ferita istituzionale, che noi abbiamo compensato con un lungo lavoro di ascolto e di attento confronto nel merito, caratterizzato da settimane di sedute di Commissione e di Assemblea, durante le quali ci siamo incontrati su tutti i punti. Credo che sia giusto – ringraziando veramente tutti quanti coloro che hanno contribuito – prendere atto che il percorso di questa riforma costituzionale è ancora lungo, e siamo convinti che riusciremo ad allargare il consenso intorno ad essa, affinché tutti la sentano propria, così come la devono sentire gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito democratico e Scelta Civica per l'Italia).

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, volevo ringraziare tutto il personale, i funzionari degli uffici, della Commissione e della Camera, che con la solita dedizione, competenza e professionalità hanno contribuito al lavoro di noi parlamentari; senza il loro aiuto noi non potremmo svolgere un compito così difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico e Scelta Civica per l'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Credo che la Presidenza debba ringraziare in maniera particolare il personale del Servizio Assemblea – complessivamente inteso – tutti gli assistenti parlamentari, tutti i nostri collaboratori, che sono stati preziosissimi in queste giornate, nelle quali vi è stata anche un po’ di tensione e di fatica. Infatti, abbiamo fatto una scelta Pag. 438che ha avuto delle ripercussioni non solo sugli aspetti politici, ma anche sul lavoro del personale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Capelli... Lavagno... Giampaolo Galli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva

Presenti e votanti 311
Maggioranza 156
Hanno votato 309
Hanno votato no 2
Sono in missione 41 deputati.

Si è così concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti. Interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà in altra seduta per l'esame degli ordini del giorno, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Stefano Quintarelli. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Signora Presidente, membri del Governo, colleghi, intervengo per fare una precisazione in ordine alla seduta precedente, in cui è stato approvato il mio emendamento all'articolo 117, comma secondo, lettera r) della Costituzione in materia di coordinamento informatico della pubblica amministrazione.
Voglio precisare che il mio ritiro era relativo solo al parere contrario del Governo, per lealtà al Governo, come ho precisato nel mio intervento, in cui ne ho sostenuto con convinzione i contenuti. Pertanto, dato il mutato parere del Governo, non disconosco la paternità dell'emendamento, che anzi rivendico.
Colgo l'occasione per annunziare ai colleghi che, in conseguenza della sua approvazione, insieme ai colleghi Coppola e Buttiglione, abbiamo provveduto a depositare un ordine del giorno che intende impegnare il Governo a dare immediata attuazione a provvedimenti che, sfruttando le opportunità offerte dal coordinamento informatico della PA, sfruttino la leva tecnologica per attuare politiche di contenimento della spesa, di realizzazione di un coordinamento nazionale dell'anagrafe della popolazione residente, di definizione di sistemi di notificazione e identificazione documentale come previsti nella strategia del Governo per la crescita digitale nell'ambito del progetto Italia Login.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che l'esame, con votazioni, del disegno di legge n. 2803 – Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 1 marzo 2015), già previsto da lunedì 16 febbraio, avrà luogo da martedì 17 febbraio, alle ore 18,30, con prosecuzione notturna e nelle giornate successive.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 12 di martedì 17 febbraio.
Il seguito dell'esame della proposta di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, anch'esso già previsto nella giornata di lunedì 16 febbraio, sarà iscritto in calendario da martedì 17, sempre dopo il disegno di legge di conversione n. 2803.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 12 febbraio 2015, la II Commissione permanente (Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Sen. PALMA: «Divieto Pag. 439di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale» (Approvata dal Senato della Repubblica) (A.C. 2719).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

PRESIDENTE. Comunico che la Presidenza della Camera in data 12 febbraio 2015 ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro il deputato Roberto Occhiuto in sostituzione del deputato Rocco Palese dimissionario.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 17 febbraio 2015, alle 18,30:

1. – Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (C. 2803).

2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 1070 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BUEMI ed altri: Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato) (C. 2738).
e delle abbinate proposte di legge: GOZI ed altri; LEVA ed altri; BRUNETTA; CIRIELLI (C. 990-1735-1850-2140).
Relatori: Leva, per la maggioranza; Colletti, di minoranza.

La seduta termina alle 2,55 del 14 febbraio 2015.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 10 febbraio 2015:
a pagina 140, seconda colonna, ventisettesima riga, inserire all'inizio «SILVIA GIORDANO.»

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-A e abb.-em. 31.204 452 451 1 226 100 351 76 Resp.
2 Nom. em. 31.87 457 457 229 108 349 73 Resp.
3 Nom. em. 31.71 461 459 2 230 46 413 73 Resp.
4 Nom. em. 31.118 461 390 71 196 38 352 73 Resp.
5 Nom. em. 31.32 466 387 79 194 65 322 72 Resp.
6 Nom. em. 31.88 466 463 3 232 97 366 72 Resp.
7 Nom. em. 31.130 464 463 1 232 20 443 68 Resp.
8 Nom. em. 31.115 467 393 74 197 23 370 67 Resp.
9 Nom. em. 31.104 480 447 33 224 91 356 67 Resp.
10 Nom. em. 31.129 469 468 1 235 99 369 66 Resp.
11 Nom. em. 31.116 469 393 76 197 26 367 66 Resp.
12 Nom. em. 31.103 472 468 4 235 81 387 66 Resp.
13 Nom. em. 31.128 469 469 235 94 375 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 31.120 475 473 2 237 40 433 66 Resp.
15 Nom. em. 31.102 472 471 1 236 101 370 66 Resp.
16 Nom. em. 31.711 451 450 1 226 93 357 66 Resp.
17 Nom. em. 31.126 454 453 1 227 115 338 66 Resp.
18 Nom. em. 31.117 465 465 233 121 344 66 Resp.
19 Nom. em. 31.98 474 474 238 83 391 66 Resp.
20 Nom. em. 31.39 447 446 1 224 48 398 66 Resp.
21 Nom. em. 31.40 453 387 66 194 71 316 66 Resp.
22 Nom. em. 31.139 460 460 231 125 335 66 Resp.
23 Nom. em. 31.38 471 470 1 236 48 422 66 Resp.
24 Nom. em. 31.42 467 466 1 234 47 419 66 Resp.
25 Nom. em. 31.110, 31.212 464 463 1 232 160 303 66 Resp.
26 Nom. em. 31.43, 31.62, 31.99 466 466 234 171 295 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 31.121 421 420 1 211 151 269 81 Resp.
28 Nom. em. 31.100 447 447 224 162 285 81 Resp.
29 Nom. em. 31.125 443 443 222 168 275 81 Resp.
30 Nom. em. 31.124 443 443 222 165 278 80 Resp.
31 Nom. em. 31.101 446 446 224 166 280 79 Resp.
32 Nom. em. 31.205 451 451 226 166 285 78 Resp.
33 Nom. em. 31.141 444 380 64 191 97 283 77 Resp.
34 Nom. em. 31.49, 31.97 454 434 20 218 148 286 77 Resp.
35 Nom. em. 31.96 462 461 1 231 93 368 76 Resp.
36 Nom. em. 31.713 465 376 89 189 326 50 75 Appr.
37 Nom. em. 31.50 468 468 235 91 377 75 Resp.
38 Nom. em. 31.300 434 430 4 216 181 249 73 Resp.
39 Nom. em. 31.109, 31.211 415 410 5 206 162 248 72 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 31.73 448 362 86 182 62 300 71 Resp.
41 Nom. articolo 31 455 454 1 228 279 175 71 Appr.
42 Nom. articolo 32 - testo alt.rel. Toninelli 431 431 216 111 320 71 Resp.
43 Nom. subem. 0.32.2.1 446 436 10 219 299 137 71 Appr.
44 Nom. em. 32.2 449 449 225 121 328 71 Resp.
45 Nom. subem. 0.32.4.1 453 453 227 403 50 71 Appr.
46 Nom. Votazione annullata Annu.
47 Nom. subem. 0.32.4.3 456 456 229 453 3 71 Appr.
48 Nom. subem. 0.32.4.5 451 451 226 172 279 72 Resp.
49 Nom. em. 32.4, 32.13 460 377 83 189 92 285 71 Resp.
50 Nom. subem. 0.32.7.1 456 454 2 228 453 1 71 Appr.
51 Nom. subem. 0.32.7.3 458 457 1 229 413 44 71 Appr.
52 Nom. em. 32.7 452 349 103 175 77 272 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. subem. 0.32.5.1 458 456 2 229 437 19 71 Appr.
54 Nom. em. 32.5 458 377 81 189 36 341 71 Resp.
55 Nom. subem. 0.32.10.2 461 458 3 230 170 288 71 Resp.
56 Nom. subem. 0.32.10.1, 0.32.10.3 464 462 2 232 457 5 71 Appr.
57 Nom. em. 32.10 468 385 83 193 48 337 71 Resp.
58 Nom. subem. 0.32.9.1 468 468 235 129 339 71 Resp.
59 Nom. em. 32.9 459 380 79 191 48 332 71 Resp.
60 Nom. subem. 0.32.12.100 452 439 13 220 347 92 71 Appr.
61 Nom. subem. 0.32.12.12 454 451 3 226 445 6 71 Appr.
62 Nom. subem. 0.32.12.15 460 458 2 230 456 2 71 Appr.
63 Nom. subem. 0.32.12.17 446 445 1 223 177 268 71 Resp.
64 Nom. subem. 0.32.12.9 442 442 222 168 274 71 Resp.
65 Nom. subem. 0.32.12.16 451 437 14 219 153 284 71 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 32.12 429 349 80 175 90 259 71 Resp.
67 Nom. articolo 32 412 409 3 205 253 156 71 Appr.
68 Nom. em. 33.1 Mancanza numero legale NO
69 Nom. em. 33.1 348 347 1 174 34 313 73 Resp.
70 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 377 356 21 179 21 335 71 Resp.
71 Nom. em. 33.4 377 373 4 187 38 335 70 Resp.
72 Nom. em. 33.5 379 378 1 190 43 335 70 Resp.
73 Nom. subem. 0.33.2.20 385 383 2 192 81 302 70 Resp.
74 Nom. subem. 0.33.2.1 388 387 1 194 83 304 70 Resp.
75 Nom. subem. 0.33.2.2 386 385 1 193 71 314 70 Resp.
76 Nom. em. 33.2 392 389 3 195 29 360 70 Resp.
77 Nom. em. 33.9, 33.511 380 347 33 174 65 282 70 Resp.
78 Nom. em. 33.15, 33.504 391 358 33 180 26 332 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 33.17 392 388 4 195 85 303 69 Resp.
80 Nom. subem. 0.33.18.1 395 391 4 196 96 295 69 Resp.
81 Nom. em. 33.18, 33.505 397 394 3 198 40 354 69 Resp.
82 Nom. em. 33.6 388 386 2 194 23 363 70 Resp.
83 Nom. em. 33.900 389 387 2 194 383 4 68 Appr.
84 Nom. em. 33.20 390 389 1 195 101 288 68 Resp.
85 Nom. articolo 33 398 383 15 192 295 88 66 Appr.
86 Nom. em. 34.1 379 377 2 189 42 335 76 Resp.
87 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 368 368 185 41 327 76 Resp.
88 Nom. em. 34.5 377 375 2 188 79 296 76 Resp.
89 Nom. em. 34.7 383 382 1 192 46 336 76 Resp.
90 Nom. em. 34.2 387 386 1 194 90 296 75 Resp.
91 Nom. subem. 0.34.6.8 384 383 1 192 91 292 74 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. subem. 0.34.6.9 382 381 1 191 89 292 74 Resp.
93 Nom. em. 34.6 385 383 2 192 57 326 74 Resp.
94 Nom. em. 34.8 389 388 1 195 49 339 74 Resp.
95 Nom. em. 34.3 388 386 2 194 27 359 74 Resp.
96 Nom. em. 34.9 389 388 1 195 45 343 74 Resp.
97 Nom. subem. 0.34.503.1 393 374 19 188 68 306 73 Resp.
98 Nom. em. 34.503 393 372 21 187 72 300 73 Resp.
99 Nom. subem. 0.34.700.1 388 386 2 194 92 294 73 Resp.
100 Nom. em. 34.700 386 385 1 193 72 313 73 Resp.
101 Nom. articolo 34 387 383 4 192 283 100 71 Appr.
102 Nom. subem. 0.35.2.150 369 358 11 180 331 27 69 Appr.
103 Nom. em. 35.2 375 358 17 180 40 318 69 Resp.
104 Nom. em. 35.502 375 354 21 178 31 323 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 35.503 375 373 2 187 30 343 69 Resp.
106 Nom. em. 35.6 376 360 16 181 47 313 69 Resp.
107 Nom. subem. 0.35.5.1 380 359 21 180 31 328 69 Resp.
108 Nom. em. 35.5 378 376 2 189 90 286 69 Resp.
109 Nom. em. 35.4 381 369 12 185 40 329 69 Resp.
110 Nom. em. 35.504 372 371 1 186 27 344 63 Resp.
111 Nom. subem. 0.35.9.2 383 381 2 191 28 353 63 Resp.
112 Nom. em. 35.9 374 372 2 187 70 302 61 Resp.
113 Nom. subem. 0.35.7.1 375 374 1 188 33 341 59 Resp.
114 Nom. em. 35.7, 35.8 373 369 4 185 364 5 58 Appr.
115 Nom. em. 35.505 365 364 1 183 43 321 58 Resp.
116 Nom. em. 35.506 368 367 1 184 45 322 58 Resp.
117 Nom. articolo 35 366 364 2 183 275 89 58 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. subem. 0.35.01.7 373 372 1 187 26 346 58 Resp.
119 Nom. subem. 0.35.01.8 353 353 177 39 314 58 Resp.
120 Nom. subem. 0.35.01.9 355 350 5 176 307 43 58 Appr.
121 Nom. subem. 0.35.01.13 363 345 18 173 24 321 58 Resp.
122 Nom. subem. 0.35.01.12 358 354 4 178 35 319 58 Resp.
123 Nom. articolo agg. 35.01 363 362 1 182 40 322 58 Resp.
124 Nom. subem. 0.35.0200.5, 0.35.0200.7 364 357 7 179 33 324 58 Resp.
125 Nom. subem. 0.35.0200.1 366 362 4 182 57 305 58 Resp.
126 Nom. subem. 0.35.0200.8 349 344 5 173 35 309 58 Resp.
127 Nom. articolo agg. 35.0200 335 331 4 166 30 301 58 Resp.
128 Nom. em. 36.1, 36.2 284 284 143 284 73 Resp.
129 Nom. em. 36.3 347 345 2 173 40 305 68 Resp.
130 Nom. em. 36.4 348 346 2 174 39 307 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. articolo 36 342 337 5 169 275 62 68 Appr.
132 Nom. Votazione annullata Annu.
133 Nom. subem. 0.36.06.7 335 334 1 168 36 298 68 Resp.
134 Nom. subem. 0.36.06.5 324 323 1 162 34 289 68 Resp.
135 Nom. subem. 0.36.06.1 313 309 4 155 24 285 68 Resp.
136 Nom. subem. 0.36.06.6 326 323 3 162 35 288 68 Resp.
137 Nom. articolo agg. 36.06 329 328 1 165 25 303 67 Resp.
138 Nom. subem. 0.36.07.7 326 322 4 162 35 287 67 Resp.
139 Nom. subem. 0.36.07.6 330 328 2 165 37 291 67 Resp.
140 Nom. subem. 0.36.07.5 329 327 2 164 37 290 67 Resp.
141 Nom. articolo agg. 36.07 330 326 4 164 36 290 67 Resp.
142 Nom. subem. 0.36.08.13 326 322 4 162 34 288 67 Resp.
143 Nom. subem. 0.36.08.10 330 327 3 164 38 289 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 12 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nom. subem. 0.36.08.11 328 325 3 163 289 36 67 Appr.
145 Nom. Votazione annullata Annu.
146 Nom. subem. 0.36.012.12 328 326 2 164 36 290 68 Resp.
147 Nom. subem. 0.36.08.14 326 322 4 162 38 284 67 Resp.
148 Nom. articolo agg. 36.08 328 325 3 163 36 289 67 Resp.
149 Nom. subem. 0.36.012.11 324 313 11 157 288 25 67 Appr.
150 Nom. subem. 0.36.012.9 327 315 12 158 28 287 67 Resp.
151 Nom. subem. 0.36.012.7 324 314 10 158 28 286 67 Resp.
152 Nom. subem. 0.36.012.10 323 311 12 156 273 38 67 Appr.
153 Nom. subem. 0.36.012.1 324 308 16 155 40 268 67 Resp.
154 Nom. articolo agg. 36.012 315 313 2 157 14 299 67 Resp.
155 Nom. subem. 0.36.014.1 319 311 8 156 40 271 67 Resp.
156 Nom. articolo agg. 36.014 321 316 5 159 16 300 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 13 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 169)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nom. subem. 0.36.013.1 314 313 1 157 31 282 67 Resp.
158 Nom. articolo agg. 36.013 325 324 1 163 18 306 67 Resp.
159 Nom. subem. 0.36.017.1 322 315 7 158 45 270 67 Resp.
160 Nom. articolo agg. 36.017 322 315 7 158 17 298 67 Resp.
161 Nom. subem. 0.36.04.1 326 315 11 158 29 286 67 Resp.
162 Nom. articolo agg. 36.04 322 314 8 158 16 298 67 Resp.
163 Nom. articolo agg. 36.03 325 318 7 160 17 301 67 Resp.
164 Nom. articolo agg. 36.018 325 323 2 162 16 307 67 Resp.
165 Nom. articolo agg. 36.0200 p. t.al.rel.Ton. 324 323 1 162 42 281 67 Resp.
166 Nom. articolo agg. 36.0201 p. t.al.rel.Ton. 322 321 1 161 20 301 67 Resp.
167 Nom. subem. 0.36.0503.2 314 312 2 157 17 295 67 Resp.
168 Nom. subem. 0.36.0503.1 320 319 1 160 19 300 67 Resp.
169 Nom. subem. 0.36.0503.3 320 315 5 158 19 296 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 14 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 170 AL N. 182)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
170 Nom. articolo agg. 36.0503 320 319 1 160 18 301 67 Resp.
171 Nom. subem. 0.36.01.2 321 320 1 161 32 288 67 Resp.
172 Nom. subem. 0.36.01.4 320 318 2 160 295 23 67 Appr.
173 Nom. subem. 0.36.01.1 316 315 1 158 33 282 67 Resp.
174 Nom. articolo agg. 36.01, 36.019 317 316 1 159 35 281 67 Resp.
175 Nom. articolo agg. 36.0202 p. t.al.rel.Ton. 319 318 1 160 34 284 67 Resp.
176 Nom. articolo agg. 36.0203 p. t.al.rel.Ton. 320 319 1 160 38 281 67 Resp.
177 Nom. subem. 0.36.09.21 317 316 1 159 33 283 67 Resp.
178 Nom. articolo agg. 0.36.09.20 322 321 1 161 34 287 67 Resp.
179 Nom. articolo agg. 36.09 316 315 1 158 30 285 67 Resp.
180 Nom. em. 37.1, 37.2 269 269 135 1 268 74 Resp.
181 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 325 325 163 4 321 71 Resp.
182 Nom. em. 37.9 324 323 1 162 3 320 70 Resp.


INDICE ELENCO N. 15 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 183 AL N. 195)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
183 Nom. em. 37.14 325 325 163 3 322 70 Resp.
184 Nom. em. 37.13 333 328 5 165 15 313 68 Resp.
185 Nom. subem. 0.37.15.3 337 334 3 168 32 302 67 Resp.
186 Nom. em. 37.15 331 327 4 164 44 283 67 Resp.
187 Nom. subem. 0.37.10.3 332 331 1 166 61 270 67 Resp.
188 Nom. em. 37.10 337 336 1 169 39 297 67 Resp.
189 Nom. articolo 37 335 334 1 168 269 65 67 Appr.
190 Nom. articolo agg. 37.01 342 324 18 163 6 318 67 Resp.
191 Nom. articolo agg. 37.0200 340 323 17 162 5 318 67 Resp.
192 Nom. articolo agg. 37.0201 338 324 14 163 21 303 67 Resp.
193 Nom. articolo agg. 37.04 340 327 13 164 21 306 67 Resp.
194 Nom. articolo agg. 37.03 344 329 15 165 20 309 67 Resp.
195 Nom. articolo agg. 37.06 348 343 5 172 30 313 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 16 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 196 AL N. 208)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
196 Nom. subem. 0.37.05.6 344 343 1 172 293 50 67 Appr.
197 Nom. articolo agg. 37.05 329 324 5 163 27 297 67 Resp.
198 Nom. em. 10.1, 10.2 315 314 1 158 5 309 58 Resp.
199 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 315 313 2 157 4 309 58 Resp.
200 Nom. em. 10.202 314 311 3 156 3 308 58 Resp.
201 Nom. subem. 0.10.22.2 315 313 2 157 303 10 57 Appr.
202 Nom. subem. 0.10.22.1 320 317 3 159 308 9 55 Appr.
203 Nom. subem. 0.10.22.3 322 320 2 161 313 7 55 Appr.
204 Nom. em. 10.22 318 316 2 159 311 5 55 Appr.
205 Nom. em. 10.703 315 314 1 158 3 311 54 Resp.
206 Nom. em. 10.64 313 311 2 156 2 309 54 Resp.
207 Nom. em. 10.65 316 314 2 158 2 312 54 Resp.
208 Nom. em. 10.71 313 311 2 156 5 306 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 17 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 209 AL N. 221)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
209 Nom. em. 10.72 315 313 2 157 3 310 54 Resp.
210 Nom. em. 10.73 313 311 2 156 2 309 54 Resp.
211 Nom. em. 10.74 319 317 2 159 2 315 54 Resp.
212 Nom. em. 10.75 320 318 2 160 5 313 54 Resp.
213 Nom. em. 10.76 321 320 1 161 3 317 54 Resp.
214 Nom. em. 10.78 319 317 2 159 3 314 54 Resp.
215 Nom. em. 10.79 313 311 2 156 2 309 54 Resp.
216 Nom. em. 10.81 322 320 2 161 2 318 54 Resp.
217 Nom. em. 10.83 322 320 2 161 3 317 53 Resp.
218 Nom. em. 10.107 320 318 2 160 3 315 53 Resp.
219 Nom. em. 10.108 310 308 2 155 2 306 53 Resp.
220 Nom. em. 10.109 320 318 2 160 2 316 53 Resp.
221 Nom. em. 10.111 317 315 2 158 2 313 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 18 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 222 AL N. 234)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
222 Nom. em. 10.112 311 309 2 155 2 307 53 Resp.
223 Nom. em. 10.113 309 308 1 155 2 306 52 Resp.
224 Nom. articolo 10 308 307 1 154 298 9 52 Appr.
225 Nom. articolo 11 - testo alt.rel. Toninelli 309 306 3 154 306 53 Resp.
226 Nom. em. 11.300 312 310 2 156 2 308 52 Resp.
227 Nom. em. 11.301 312 310 2 156 310 52 Resp.
228 Nom. em. 11.302 302 299 3 150 299 52 Resp.
229 Nom. em. 11.2 311 308 3 155 308 52 Resp.
230 Nom. em. 11.3 301 298 3 150 298 52 Resp.
231 Nom. em. 11.4 306 303 3 152 303 52 Resp.
232 Nom. em. 11.6 309 306 3 154 306 52 Resp.
233 Nom. em. 11.7, 11.8 308 306 2 154 2 304 52 Resp.
234 Nom. em. 11.303 313 310 3 156 310 52 Resp.


INDICE ELENCO N. 19 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 235 AL N. 247)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
235 Nom. em. 11.304 304 301 3 151 301 52 Resp.
236 Nom. em. 11.9 309 306 3 154 1 305 52 Resp.
237 Nom. em. 11.27 305 302 3 152 302 52 Resp.
238 Nom. subem. 0.11.200.9 310 306 4 154 296 10 52 Appr.
239 Nom. subem. 0.11.200.13 308 303 5 152 296 7 52 Appr.
240 Nom. em. 11.200 311 309 2 155 4 305 52 Resp.
241 Nom. em. 11.10, 11.11 310 308 2 155 4 304 52 Resp.
242 Nom. em. 11.14 302 299 3 150 1 298 52 Resp.
243 Nom. em. 11.15 313 310 3 156 2 308 52 Resp.
244 Nom. em. 11.305 303 300 3 151 1 299 52 Resp.
245 Nom. em. 11.306 304 300 4 151 1 299 52 Resp.
246 Nom. em. 11.307 307 303 4 152 1 302 52 Resp.
247 Nom. em. 11.13 304 300 4 151 1 299 52 Resp.
INDICE ELENCO N. 20 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 248 AL N. 260)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
248 Nom. em. 11.16, 11.17 311 307 4 154 3 304 52 Resp.
249 Nom. em. 11.21 306 302 4 152 2 300 52 Resp.
250 Nom. em. 11.19 303 300 3 151 2 298 52 Resp.
251 Nom. em. 11.315 311 307 4 154 1 306 52 Resp.
252 Nom. em. 11.22 308 305 3 153 2 303 52 Resp.
253 Nom. em. 11.28 304 301 3 151 1 300 52 Resp.
254 Nom. em. 11.29 308 305 3 153 2 303 52 Resp.
255 Nom. em. 11.309 304 301 3 151 1 300 52 Resp.
256 Nom. em. 11.310 301 299 2 150 2 297 52 Resp.
257 Nom. em. 11.24 306 304 2 153 2 302 52 Resp.
258 Nom. em. 11.311 302 299 3 150 1 298 52 Resp.
259 Nom. em. 11.312 306 303 3 152 1 302 52 Resp.
260 Nom. em. 11.308 303 299 4 150 299 52 Resp.


INDICE ELENCO N. 21 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 261 AL N. 273)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
261 Nom. subem. 0.11.400.50 311 307 4 154 296 11 52 Appr.
262 Nom. em. 11.400 312 307 5 154 5 302 52 Resp.
263 Nom. em. 11.316 311 307 4 154 1 306 52 Resp.
264 Nom. em. 11.317 307 303 4 152 303 52 Resp.
265 Nom. subem. 0.11.26.1 307 303 4 152 294 9 52 Appr.
266 Nom. em. 11.30 309 305 4 153 1 304 52 Resp.
267 Nom. em. 11.500 307 303 4 152 303 52 Resp.
268 Nom. em. 11.318 311 307 4 154 307 52 Resp.
269 Nom. em. 11.319 316 312 4 157 312 52 Resp.
270 Nom. articolo 11 299 297 2 149 293 4 51 Appr.
271 Nom. em.12.1 301 295 6 148 1 294 51 Resp.
272 Nom. testo alt. rel. min. Toninelli 298 293 5 147 1 292 51 Resp.
273 Nom. subem. 0.12.3.1 304 301 3 151 301 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 22 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 274 AL N. 286)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
274 Nom. subem. 0.12.3.2 302 300 2 151 2 298 51 Resp.
275 Nom. subem. 0.12.3.4 302 299 3 150 299 51 Resp.
276 Nom. subem. 0.12.3.3 300 297 3 149 297 50 Resp.
277 Nom. em.12.3 305 303 2 152 4 299 50 Resp.
278 Nom. subem. 0.12.411.1 311 304 7 153 302 2 50 Appr.
279 Nom. em.12.411 317 313 4 157 5 308 50 Resp.
280 Nom. em.12.5 309 306 3 154 306 50 Resp.
281 Nom. em.12.7 313 310 3 156 310 50 Resp.
282 Nom. subem. 0.12.2.2 311 309 2 155 309 50 Resp.
283 Nom. em.12.2 313 311 2 156 311 50 Resp.
284 Nom. em.12.12 312 310 2 156 1 309 50 Resp.
285 Nom. em.12.9 306 303 3 152 303 50 Resp.
286 Nom. em.12.10 312 309 3 155 309 50 Resp.


INDICE ELENCO N. 23 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 287 AL N. 299)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
287 Nom. em.12.300 314 310 4 156 310 50 Resp.
288 Nom. em.12.701 312 303 9 152 15 288 50 Resp.
289 Nom. em.12.700 306 301 5 151 301 50 Resp.
290 Nom. em.12.11 303 298 5 150 298 50 Resp.
291 Nom. em.12.13 309 307 2 154 3 304 50 Resp.
292 Nom. em.12.14 309 305 4 153 1 304 50 Resp.
293 Nom. em.12.20 316 313 3 157 313 50 Resp.
294 Nom. em. 12.22, 12.25, 12.21 312 308 4 155 1 307 50 Resp.
295 Nom. em.12.28 308 305 3 153 305 50 Resp.
296 Nom. em.12.26 310 307 3 154 307 50 Resp.
297 Nom. em.12.29 313 310 3 156 310 50 Resp.
298 Nom. subem. 0.12.201.1 309 306 3 154 306 50 Resp.
299 Nom. em.12.201 311 308 3 155 308 50 Resp.
INDICE ELENCO N. 24 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 300 AL N. 312)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
300 Nom. em.12.30 305 302 3 152 302 50 Resp.
301 Nom. em.12.31 294 290 4 146 290 50 Resp.
302 Nom. subem. 0.12.32.1 311 308 3 155 308 50 Resp.
303 Nom. em.12.32 308 305 3 153 305 51 Resp.
304 Nom. em.12.33 303 300 3 151 300 50 Resp.
305 Nom. em.12.34 311 308 3 155 308 50 Resp.
306 Nom. em.12.35 303 300 3 151 300 50 Resp.
307 Nom. em.12.39 307 305 2 153 305 50 Resp.
308 Nom. em.12.38 294 290 4 146 290 51 Resp.
309 Nom. em.12.40, 12.41 315 312 3 157 312 50 Resp.
310 Nom. em.12.17, 12.18 315 312 3 157 312 50 Resp.
311 Nom. em.12.44, 12.45 316 314 2 158 3 311 50 Resp.
312 Nom. em.12.49 316 313 3 157 313 50 Resp.


INDICE ELENCO N. 25 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 313 AL N. 325)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
313 Nom. em.12.50 316 313 3 157 313 51 Resp.
314 Nom. articolo 12 298 295 3 148 291 4 55 Appr.
315 Nom. articolo agg. 12.01 303 301 2 151 301 53 Resp.
316 Nom. articolo 13 t. alt.rel. min. Toninelli 306 303 3 152 303 50 Resp.
317 Nom. em.13.4 283 279 4 140 279 50 Resp.
318 Nom. em.13.300 310 307 3 154 307 49 Resp.
319 Nom. em.13.301 308 305 3 153 305 49 Resp.
320 Nom. em. 13.302 312 309 3 155 309 49 Resp.
321 Nom. em.13.303 313 311 2 156 1 310 49 Resp.
322 Nom. em.13.304 317 314 3 158 314 49 Resp.
323 Nom. em.13.305 317 314 3 158 314 47 Resp.
324 Nom. em.13.450 319 317 2 159 1 316 47 Resp.
325 Nom. em.13.6 317 314 3 158 314 47 Resp.
INDICE ELENCO N. 26 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 326 AL N. 338)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
326 Nom. em.13.7 320 316 4 159 316 47 Resp.
327 Nom. subem. 0.13.8.2 308 305 3 153 305 47 Resp.
328 Nom. em.13.8 310 307 3 154 307 48 Resp.
329 Nom. em.13.9 316 313 3 157 313 46 Resp.
330 Nom. em.13.560 323 321 2 161 2 319 46 Resp.
331 Nom. subem. 0.13.502.1 317 314 3 158 314 46 Resp.
332 Nom. subem. 0.13.550.1 313 310 3 156 1 309 46 Resp.
333 Nom. subem. 0.13.550.2 311 307 4 154 307 46 Resp.
334 Nom. em. 13.550 318 310 8 156 286 24 46 Appr.
335 Nom. subem. 0.13.501.1 317 313 4 157 313 45 Resp.
336 Nom. subem. 0.13.501.2 313 310 3 156 7 303 45 Resp.
337 Nom. em. 13.501 316 313 3 157 305 8 45 Appr.
338 Nom. subem. 0.13.21.1 320 316 4 159 1 315 45 Resp.


INDICE ELENCO N. 27 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 339 AL N. 351)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
339 Nom. em. 13.21 322 320 2 161 2 318 45 Resp.
340 Nom. em. 13.24 320 317 3 159 317 45 Resp.
341 Nom. em. 13.25 319 316 3 159 1 315 45 Resp.
342 Nom. em. 13.26 317 315 2 158 2 313 45 Resp.
343 Nom. em. 13.28 311 308 3 155 1 307 45 Resp.
344 Nom. articolo 13 312 311 1 156 304 7 44 Appr.
345 Nom. articolo 14.1, 14.500 316 314 2 158 4 310 44 Resp.
346 Nom. em. 14.9 313 310 3 156 310 45 Resp.
347 Nom. em. 14.10 307 305 2 153 305 44 Resp.
348 Nom. articolo 14 315 313 2 157 307 6 44 Appr.
349 Nom. em. 16.1 317 316 1 159 7 309 44 Resp.
350 Nom. articolo 16 t. alt.rel. min. Toninelli 318 317 1 159 2 315 44 Resp.
351 Nom. em. 16.3 319 316 3 159 316 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 28 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 352 AL N. 364)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
352 Nom. em. 16.4 310 307 3 154 307 44 Resp.
353 Nom. em. 16.7 318 315 3 158 315 44 Resp.
354 Nom. em. 16.200 319 316 3 159 316 44 Resp.
355 Nom. em. 16.600 299 293 6 147 12 281 44 Resp.
356 Nom. em. 16.11 307 304 3 153 304 43 Resp.
357 Nom. em. 16.13 299 296 3 149 296 43 Resp.
358 Nom. em. 16.14 311 307 4 154 307 43 Resp.
359 Nom. em. 16.17 317 313 4 157 313 43 Resp.
360 Nom. em. 16.700 322 319 3 160 2 317 43 Resp.
361 Nom. em. 16.16 318 315 3 158 1 314 43 Resp.
362 Nom. em. 16.300 321 319 2 160 1 318 43 Resp.
363 Nom. em. 16.601 318 316 2 159 2 314 43 Resp.
364 Nom. em. 16.602, 16.606 318 316 2 159 2 314 43 Resp.


INDICE ELENCO N. 29 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 365 AL N. 377)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
365 Nom. em. 16.24 318 315 3 158 315 43 Resp.
366 Nom. em. 16.603 323 322 1 162 2 320 43 Resp.
367 Nom. em. 16.201 318 314 4 158 314 43 Resp.
368 Nom. em. 16.8 318 314 4 158 314 43 Resp.
369 Nom. em. 16.29 321 319 2 160 1 318 43 Resp.
370 Nom. em. 16.30 321 318 3 160 318 43 Resp.
371 Nom. em. 16.19 319 315 4 158 315 43 Resp.
372 Nom. articolo 16 326 322 4 162 317 5 43 Appr.
373 Nom. em. 17.1, 17.4, 17.700, 17.704 325 320 5 161 8 312 42 Resp.
374 Nom. em. 17.300 319 308 11 155 4 304 42 Resp.
375 Nom. em. 17.200 318 316 2 159 11 305 42 Resp.
376 Nom. em. 17.204 322 319 3 160 11 308 42 Resp.
377 Nom. em. 17.202 326 323 3 162 11 312 42 Resp.
INDICE ELENCO N. 30 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 378 AL N. 390)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
378 Nom. em. 17.201 324 323 1 162 10 313 42 Resp.
379 Nom. em. 17.203 330 328 2 165 10 318 42 Resp.
380 Nom. em. 17.3, 17.315 322 315 7 158 4 311 42 Resp.
381 Nom. em. 17.5, 17.301 331 329 2 165 12 317 42 Resp.
382 Nom. em. 17.310, 17.701 323 317 6 159 61 256 41 Resp.
383 Nom. em. 17.312, 17.702 320 282 38 142 277 5 41 Appr.
384 Nom. em. 17.303 327 321 6 161 3 318 41 Resp.
385 Nom. articolo 17 328 326 2 164 312 14 41 Appr.
386 Nom. mantenimento articolo 18 322 316 6 159 315 1 41 Appr.
387 Nom. em. 19.1 311 302 9 152 16 286 42 Resp.
388 Nom. articolo 19 t. alt.rel. min. Toninelli 303 299 4 150 1 298 42 Resp.
389 Nom. em. 19.3 321 319 2 160 2 317 42 Resp.
390 Nom. subem. 0.19.7.3 313 308 5 155 286 22 42 Appr.


INDICE ELENCO N. 31 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 391 AL N. 403)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
391 Nom. subem. 0.19.7.7 327 323 4 162 314 9 42 Appr.
392 Nom. subem. 0.19.7.10 328 324 4 163 315 9 41 Appr.
393 Nom. subem. 0.19.7.13 328 323 5 162 316 7 41 Appr.
394 Nom. em. 19.7 318 304 14 153 11 293 41 Resp.
395 Nom. em. 19.8 308 306 2 154 2 304 41 Resp.
396 Nom. subem. 0.19.12.1 330 323 7 162 308 15 41 Appr.
397 Nom. subem. 0.19.12.7 327 322 5 162 312 10 41 Appr.
398 Nom. em. 19.12 326 323 3 162 2 321 41 Resp.
399 Nom. articolo 19 332 330 2 166 324 6 41 Appr.
400 Nom. articolo agg. 19.010 329 324 5 163 9 315 41 Resp.
401 Nom. subem. 0.19.011.50 322 318 4 160 283 35 41 Appr.
402 Nom. articolo agg. 19.011 327 323 4 162 3 320 41 Resp.
403 Nom. subem. 0.19.012.1 326 321 5 161 309 12 41 Appr.
INDICE ELENCO N. 32 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 404 AL N. 416)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
404 Nom. subem. 0.19.012.3 327 323 4 162 4 319 42 Resp.
405 Nom. articolo agg. 19.012 322 319 3 160 319 42 Resp.
406 Nom. subem. 0.19.01.1 324 319 5 160 307 12 42 Appr.
407 Nom. subem. 0.19.01.3 328 324 4 163 4 320 42 Resp.
408 Nom. articolo agg. 19.01, 19.0203 327 324 3 163 1 323 42 Resp.
409 Nom. articolo agg. 19.0204 320 318 2 160 1 317 42 Resp.
410 Nom. articolo agg. 19.06 328 326 2 164 2 324 42 Resp.
411 Nom. articolo agg. 19.0500 308 306 2 154 16 290 41 Resp.
412 Nom. articolo agg. 19.09 314 312 2 157 2 310 41 Resp.
413 Nom. articolo agg. 19.08 313 312 1 157 2 310 41 Resp.
414 Nom. articolo agg. 19.0202, 19.0250 315 314 1 158 2 312 41 Resp.
415 Nom. articolo agg. 19.0200 313 311 2 156 1 310 41 Resp.
416 Nom. articolo agg. 19.0201 317 315 2 158 315 41 Resp.


INDICE ELENCO N. 33 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 417 AL N. 429)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
417 Nom. articolo agg. 19.0700 316 313 3 157 313 41 Resp.
418 Nom. em. 20.1, 20.3 316 313 3 157 313 41 Resp.
419 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 301 298 3 150 298 41 Resp.
420 Nom. em. 20.6 315 312 3 157 312 42 Resp.
421 Nom. em. 20.11 314 311 3 156 311 41 Resp.
422 Nom. subem. 0.20.7.1 310 308 2 155 1 307 41 Resp.
423 Nom. em. 20.7 323 322 1 162 2 320 41 Resp.
424 Nom. em. 20.8 312 309 3 155 3 306 41 Resp.
425 Nom. em. 20.10 320 317 3 159 317 41 Resp.
426 Nom. em. 20.9 323 320 3 161 320 41 Resp.
427 Nom. subem. 0.20.201.1 324 321 3 161 1 320 41 Resp.
428 Nom. subem. 0.20.201.2 321 317 4 159 300 17 41 Appr.
429 Nom. subem. 0.20.201.3 321 317 4 159 302 15 41 Appr.
INDICE ELENCO N. 34 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 430 AL N. 442)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
430 Nom. subem. 0.20.201.4 328 320 8 161 19 301 41 Resp.
431 Nom. em. 20.201 327 326 1 164 3 323 41 Resp.
432 Nom. articolo 20 323 321 2 161 310 11 41 Appr.
433 Nom. articolo agg. 20.0200 325 322 3 162 5 317 41 Resp.
434 Nom. em. 15.1 299 297 2 149 297 41 Resp.
435 Nom. Testo alt.rel. min. Toninelli 304 302 2 152 302 41 Resp.
436 Nom. em. 15.2 300 297 3 149 297 41 Resp.
437 Nom. subem. 0.15.200.1 306 302 4 152 288 14 41 Appr.
438 Nom. subem. 0.15.200.6 312 311 1 156 5 306 41 Resp.
439 Nom. subem. 0.15.200.5 311 310 1 156 3 307 41 Resp.
440 Nom. em. 15.200 293 291 2 146 1 290 41 Resp.
441 Nom. em. 15.300 301 297 4 149 297 41 Resp.
442 Nom. em. 15.301 301 298 3 150 298 41 Resp.


INDICE ELENCO N. 35 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 443 AL N. 455)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
443 Nom. em. 15.3 310 307 3 154 1 306 41 Resp.
444 Nom. em. 15.700 317 316 1 159 2 314 41 Resp.
445 Nom. em. 15.11 314 312 2 157 312 41 Resp.
446 Nom. em. 15.12 311 309 2 155 309 41 Resp.
447 Nom. em. 15.9 314 312 2 157 312 41 Resp.
448 Nom. em. 15.400 317 314 3 158 314 41 Resp.
449 Nom. em. 15.13 320 317 3 159 317 41 Resp.
450 Nom. em. 15.14 313 311 2 156 1 310 41 Resp.
451 Nom. subem. 0.15.5.4 316 313 3 157 294 19 41 Appr.
452 Nom. em. 15.5 320 319 1 160 5 314 41 Resp.
453 Nom. em. 15.4 319 318 1 160 1 317 41 Resp.
454 Nom. subem. 0.15.15.1 317 315 2 158 291 24 41 Appr.
455 Nom. em. 15.201 310 305 5 153 11 294 41 Resp.
INDICE ELENCO N. 36 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 456 AL N. 468)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
456 Nom. subem. 0.15.23.1 314 311 3 156 287 24 41 Appr.
457 Nom. em. 15.23 316 315 1 158 12 303 41 Resp.
458 Nom. em. 15.18, 15.22 320 319 1 160 4 315 41 Resp.
459 Nom. em. 15.19, 15.24 315 314 1 158 3 311 41 Resp.
460 Nom. subem. 0.15.680.1 312 310 2 156 281 29 41 Appr.
461 Nom. em. 15.680 316 315 1 158 8 307 41 Resp.
462 Nom. em. 15.26 314 311 3 156 2 309 41 Resp.
463 Nom. em. 15.27 313 312 1 157 2 310 41 Resp.
464 Nom. subem. 0.15.28.1 317 315 2 158 294 21 41 Appr.
465 Nom. subem. 0.15.28.4 319 316 3 159 301 15 41 Appr.
466 Nom. subem. 0.15.28.9 312 310 2 156 299 11 41 Appr.
467 Nom. em. 15.28 317 314 3 158 11 303 41 Resp.
468 Nom. em. 15.29 318 316 2 159 1 315 41 Resp.


INDICE ELENCO N. 37 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 469 AL N. 481)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
469 Nom. em. 15.30 314 312 2 157 1 311 41 Resp.
470 Nom. articolo 15 319 316 3 159 306 10 41 Appr.
471 Nom. articolo agg. 15.03 315 313 2 157 2 311 41 Resp.
472 Nom. articolo agg. 15.06 318 316 2 159 316 41 Resp.
473 Nom. articolo agg. 15.04 314 312 2 157 312 41 Resp.
474 Nom. articolo agg. 15.05 318 314 4 158 314 41 Resp.
475 Nom. articolo agg. 15.0200 316 314 2 158 314 41 Resp.
476 Nom. em. 38.1 308 306 2 154 306 41 Resp.
477 Nom. em. 38.7 305 302 3 152 302 41 Resp.
478 Nom. em. 38.9 309 307 2 154 307 41 Resp.
479 Nom. em. 38.15 312 310 2 156 310 41 Resp.
480 Nom. em. 38.18 311 309 2 155 309 41 Resp.
481 Nom. em. 38.21 313 311 2 156 311 41 Resp.
INDICE ELENCO N. 38 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 482 AL N. 494)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
482 Nom. em. 38.22 314 312 2 157 1 311 41 Resp.
483 Nom. em. 38.24 312 310 2 156 310 41 Resp.
484 Nom. em. 38.501 317 313 4 157 304 9 41 Appr.
485 Nom. articolo 38 314 311 3 156 305 6 41 Appr.
486 Nom. em. 39.1 312 310 2 156 3 307 41 Resp.
487 Nom. em. 39.4 311 307 4 154 1 306 41 Resp.
488 Nom. em. 39.3 311 308 3 155 2 306 41 Resp.
489 Nom. em. 39.10 313 310 3 156 310 41 Resp.
490 Nom. em. 39.11 314 311 3 156 311 41 Resp.
491 Nom. em. 39.15 311 308 3 155 308 41 Resp.
492 Nom. em. 39.511 304 300 4 151 7 293 41 Resp.
493 Nom. em. 39.504 294 288 6 145 29 259 41 Resp.
494 Nom. em. 39.510 306 301 5 151 39 262 41 Resp.


INDICE ELENCO N. 39 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 495 AL N. 507)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
495 Nom. em. 39.512 303 302 1 152 18 284 41 Resp.
496 Nom. em. 39.20 304 301 3 151 2 299 41 Resp.
497 Nom. subem. 0.39.509.100 308 306 2 154 299 7 41 Appr.
498 Nom. em. 39.509 308 307 1 154 290 17 41 Appr.
499 Nom. em. 39.23 310 307 3 154 4 303 41 Resp.
500 Nom. em. 39.24 310 307 3 154 307 41 Resp.
501 Nom. em. 39.26 307 305 2 153 305 41 Resp.
502 Nom. subem. 0.39.32.2 309 307 2 154 307 41 Resp.
503 Nom. subem. 0.39.32.500 310 308 2 155 301 7 41 Appr.
504 Nom. em. 39.32 313 311 2 156 308 3 41 Appr.
505 Nom. em. 39.35 304 301 3 151 5 296 41 Resp.
506 Nom. articolo 39 311 310 1 156 306 4 41 Appr.
507 Nom. articolo agg. 39.01 313 311 2 156 3 308 41 Resp.
INDICE ELENCO N. 40 DI 40 (VOTAZIONI DAL N. 508 AL N. 514)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
508 Nom. em. 40.1 310 306 4 154 2 304 41 Resp.
509 Nom. em. 40.2 308 305 3 153 299 6 41 Appr.
510 Nom. em. 40.3 310 306 4 154 6 300 41 Resp.
511 Nom. em. 40.500 307 305 2 153 1 304 41 Resp.
512 Nom. em. 40.16 310 307 3 154 2 305 41 Resp.
513 Nom. articolo 40 309 308 1 155 304 4 41 Appr.
514 Nom. articolo 41 311 311 156 309 2 41 Appr.