XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 74 di mercoledì 29 ottobre 2008

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,20.

LORENA MILANATO. Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Brancher, Brunetta, Caparini, Castagnetti, Cota, Evangelisti, Fassino, Gregorio Fontana, Galati, Lo Monte, Lupi, Migliavacca, Pescante, Ravetto, Soro, Stucchi, Vegas, Vitali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,26).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,27).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, faccio solamente una richiesta, per riservarmi poi di chiedere di parlare dopo aver avuto contezza delle novità intervenute rispetto alle condizioni che ieri non ci hanno consentito di avviare i lavori sul disegno di legge n. 1441-ter-A. Ora vedo che al tavolo del Comitato dei nove si sta ancora confabulando e non vedo nessun esponente della Commissione bilancio, quindi vorrei capire quali sono le novità che oggi ci consentono di iniziare i lavori rispetto alla giornata di ieri.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, secondo quanto risulta alla Presidenza, la Commissione bilancio avrebbe concluso i propri lavori in questi minuti. Chiedo al relatore sul provvedimento quale sia la situazione per quanto riguarda i lavori della Commissione attività produttive.

ENZO RAISI. Signor Presidente, in qualità di relatore, posso dire che siamo pronti e che almeno fino all'articolo 12 non dovremmo avere problemi. È prevista una pausa all'ora di pranzo, per proseguire sugli altri articoli, ma noi - lo ripeto - almeno fino all'articolo 12 siamo pronti per dare i pareri e procedere alle votazioni.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei cercare di capire come ieri sia stato possibile determinare una sorta di misunderstanding. Ieri, infatti, ci è stato riferito che non c'erano le condizioni per iniziare i lavori sul collegato alla finanziaria recante disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese nonché in materia di energia, perché non si disponeva di alcun parere della Commissione bilancio.
Ora io sono in possesso del documento della Commissione bilancio a firma del presidente Giorgetti, che è a disposizione di tutti e che reca la data del 22 ottobre. È il parere della Commissione bilancio relativamente all'insieme del provvedimento, nel quale si pongono le condizioni e le necessarie modifiche richieste al Comitato dei nove e alla Commissione per poter procedere. Ora, si dice che la Commissione bilancio abbia espresso il parere, ma non riesco a comprendere se si tratti di un parere sul provvedimento complessivo o di un parere intervenuto su modifiche ulteriori rispetto alla data del 22 ottobre.
Allora, non vorrei che ieri si siano fermati i lavori parlamentari semplicemente perché la Commissione bilancio non era stata messa nelle condizioni di formulare un parere su una materia impropria, che è stata inserita nel collegato, relativa alle questioni della difesa, con l'emendamento 9.0500 del Governo. Potrebbe trattarsi - aggiungo anche - esclusivamente degli emendamenti che il relatore aveva ulteriormente presentato a seguito della data del 22 ottobre.
Dunque, non eravamo ieri di fronte ad un'assenza del parere complessivo della Commissione bilancio, ma dei pareri della Commissione su alcuni emendamenti presentati dal relatore e dal Governo, anche su materie che erano oggetto di valutazione in termini di ammissibilità rispetto alla materia e al contenuto del provvedimento medesimo.
Si deve allora spiegare a tutti i colleghi, che ieri hanno sostanzialmente preso atto che alle sei del pomeriggio l'Aula non era in grado di lavorare perché il relatore, il Governo e la maggioranza non erano stati in grado di garantire che la Commissione bilancio e la Presidenza assumessero le necessarie valutazioni per la formulazione dei pareri relativi a quei punti, che non si trattava del parere generale sul provvedimento, sul quale e dal quale si doveva derivare il fatto che ieri fosse possibile iniziare a lavorare, almeno sugli articoli che non contenevano gli emendamenti in oggetto.
Vorrei, quindi, capire se l'impossibilità di lavorare ieri è stata dichiarata a fronte di un'assenza di un parere complessivo sul provvedimento della Commissione bilancio o semplicemente se si è valutato che era meglio non iniziare i lavori perché mancavano i pareri su alcuni emendamenti.
È molto diverso, signor Presidente, e non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una questione di carattere politico, che riguarda tanto la maggioranza quanto l'opposizione, e sulla quale chiedo di fare il più possibile chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raisi, relatore sul disegno di legge n. 1441-ter-A.

ENZO RAISI. Signor Presidente, devo rispondere al collega Quartiani, che siede nella nostra Commissione e mi sembra strano che non si ricordi i lavori che abbiamo fatto insieme.
La Commissione ha svolto le sue attività e giovedì scorso in Assemblea ha avuto luogo la discussione sulle linee generali. Il termine per gli emendamenti è stato fissato per lunedì di questa settimana e sono state presentate alcune centinaia di emendamenti, a cui si sono aggiunti ieri alcuni emendamenti della Commissione.
È evidente che la Commissione bilancio ha dovuto prendere qualche tempo in più rispetto ai tempi previsti, ma mi sembra, con tutto il rispetto per le valutazioni dell'onorevole Quartiani che posso comprendere, che stiamo parlando di una differenza di poche ore rispetto ad unaPag. 3mole enorme di lavoro. Stiamo parlando di centinaia di emendamenti, non di due o tre emendamenti. La Commissione bilancio non ha rinviato solo perché sono stati presentati sei emendamenti della Commissione o del Governo, ma perché c'è dietro un lavoro.
Come ha detto ieri, peraltro, anche il presidente della Commissione bilancio in questa sede, si stanno oggettivamente intersecando alcune attività; anzi, devo ringraziare la Commissione bilancio, perché fino adesso ci ha accompagnato su questo provvedimento abbastanza in sintonia con il rispetto dei tempi che ci eravamo dati.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Raisi. Alla domanda che è stata posta dall'onorevole Quartiani penso che si possa rispondere nel seguente modo: la Commissione bilancio aveva espresso, nella data da lei indicata, il parere sul provvedimento e ha chiesto il tempo necessario per esprimere, a prescindere dall'ammissibilità o meno degli emendamenti, un parere su tutti gli emendamenti presentati.
Il lavoro di questa mattina della Commissione bilancio, convocata alle ore 9, era esattamente dedicato a questo. Il lavoro è terminato e incominceremo ad esaminare il provvedimento, a partire dalle ore 10,45, almeno fino all'articolo 12, lasciando anche il tempo agli uffici in relazione al parere della Commissione bilancio.
Mi corre anche l'obbligo di dire che la sospensione dei lavori, ieri pomeriggio alle 19, è stata decisa dalla Conferenza dei presidenti di gruppo anche in relazione al fatto che a quell'ora era stata prevista la discussione della proposta d'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario. Sono stati proprio i gruppi di minoranza, trattandosi di un provvedimento da loro richiesto, a chiedere che il provvedimento stesso venisse discusso in Aula nel pieno, e non al termine, dei lavori dell'Assemblea, allorché magari non si sarebbe avuta quella rilevanza che riteniamo debba avere l'istituzione di una Commissione così importante. Questa è la spiegazione di come si sono svolti i fatti.

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare all'Assemblea una situazione alquanto sconcertante. Stiamo discutendo della scuola, di riforma della scuola, di scuola come palestra di educazione per i giovani e, soprattutto, riferendoci alla scuola primaria, di formazione per i bambini. Questa mattina, su un giornale ho letto una notizia che mi ha lasciato veramente esterrefatto. La direttrice, insieme ad alcune maestre, di una scuola elementare di Villafranca Padovana (provincia di Padova), hanno deciso di non far partecipare gli alunni alla festa del 4 novembre perché si tratta di una festa di parte e l'inno d'Italia e l'alzabandiera avrebbero potuto arrecare disturbo ai bambini extracomunitari presenti in quella scuola.
Onorevole Presidente, mi faccia esprimere tutto il mio sconcerto di fronte a questa notizia, soprattutto, a novanta anni da quella famosa epica e, per alcuni aspetti, anche tragica storia che ha visto le nostre Forze armate riunire l'Italia, il nostro territorio, la nostra patria. Ebbene, invece di insegnare ai nostri bambini l'amor di patria, il rispetto del tricolore, le nostre tradizioni, creiamo ancora di più spaccature. Il messaggio sembra sia arrivato alla scuola - secondo fonti giornalistiche - da Rifondazione Comunista, che avrebbe detto che bisogna boicottare il 4 novembre.
Ne parlo per diritto di cronaca, ma, soprattutto, per manifestare lo sconcerto incredibile che provo di fronte a quanto accade rispetto ai nostri valori, al valore della patria (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,45.

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La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-ter-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Ricordo che nella seduta del 23 ottobre 2008 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del Governo.

(Esame degli articoli - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Avverto che nel parere della V Commissione (Bilancio) è contenuta una condizione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, riferita all'articolo 5-bis del testo. Avverto inoltre che la Commissione ha presentato un emendamento riferito all'articolo 5 del testo. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 11,30 di oggi.
Ricordo che a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalla Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati. Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati, e i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa.
Avverto che sono stati ritirati dai presentatori i seguenti emendamenti: Polledri 3-bis.1, Rainieri 13-ter.3, Mariani 16-quater.8.
Avverto inoltre che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, che introducono materie nuove non trattate in Commissione e/o, discipline specifiche rispetto a quelle considerate nel testo: 5-ter.300 della Commissione, relativo ai contributi che i produttori devono versare per l'ammissione ai consorzi di tutela DOP e IGP; 9.0500 del Governo, volto a prevedere la costituzione della società per azioni denominata «Difesa servizi Spa» per lo svolgimento di attività negoziali dirette all'acquisizione di beni e servizi connesse alle esigenze dell'amministrazione della difesa; 10.0500 del Governo, in materia di tutela dei segni distintivi delle Forze armate: decadono, dunque, i relativi subemendamenti; 13-bis.300 della Commissione, che modifica l'articolo 1899 del codice civile in materia di recesso dai contratti poliennali di assicurazione; Rainieri 13-ter.3, peraltro già ritirato dal presentatore, volto a modificare il codice del consumo, con riferimento all'inasprimento delle sanzioni ivi previste.
Comunico che la Presidenza, tenuto conto del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi e maggiori oneri finanziari non coperti, in quanto privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: gli emendamenti Lulli 3-bis.2, 3-bis.3, 3-bis.5, 3-bis.6 e 3-bis.7; l'articolo aggiuntivo Lulli 3-bis.01; l'emendamento Lulli 5-bis.13; l'articolo aggiuntivo Lazzari 12.01; l'emendamento Scilipoti 13-ter.4; gli identici emendamenti Sardelli 13-ter.8 e Lazzari 13-ter.15; gli emendamenti Sardelli 13-ter.9, Ruggeri 15.18, Anna Teresa Formisano 16.4, Cimadoro 16-bis.15, Quartiani 16-ter.2 e 16-ter.3, Lulli 16-ter.6Pag. 5e 16-ter.9; Bratti 16-ter.15, Fallica 16-ter.22, Lulli 16-ter.28, Zamparutti 16-ter.35, Vignali 16-quater.6, gli identici emendamenti 16-quater.14 e 16-quater.502 del Governo: decadono, dunque, i relativi subemendamenti ad essi riferiti; gli emendamenti Sanga 16-quater.15, Pili 16-quater.24, Lazzari 16-quater.28, Franzoso 16-quater.29 e 16-quater.230, Lulli 17.2 e 17.3, Benamati 17.4, Lulli 17.01 e 22-ter.2 (Per le proposte emendative dichiarate inammissibili vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
La Presidenza si riserva di comunicare ulteriori inammissibilità all'Assemblea.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gibelli, Presidente della X Commissione.

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, a fronte delle comunicazioni che ha appena reso note all'Assemblea, al fine di valutare le considerazioni della Commissione bilancio, anche in ragione di organizzare i nostri lavori in maniera puntuale, riterrei opportuno chiedere la sospensione della seduta per dieci minuti.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non mi voglio frapporre alle esigenze del presidente della X Commissione, motivate da ragioni di cui non posso che dare per scontata la validità, tuttavia dobbiamo affrontare un provvedimento abbastanza complesso.
La preghiera che le rivolgo, signor Presidente, è dovuta all'esperienza fatta con l'iter del disegno di legge collegato atto Camera n. 1441-quater, che è stata quanto meno disastrosa. Non è necessario che ricordi cos'è successo nello scambio di opinioni tra due presidenti di Commissione.
Non possiamo procedere in questo modo, ieri rinviando l'esame del provvedimento perché continuavano ad essere presentati emendamenti in corso d'opera, e oggi avendo sospeso per venti minuti la seduta per consentire i lavori della Commissione bilancio. Ora viene chiesta un'altra sospensione sulla base di dichiarazioni di inammissibilità che non stravolgono il testo (possono sconvolgere, semmai, le possibili modifiche al testo, come normalmente accade in Aula).
Per carità, se si tratta di dieci minuti, non mi oppongo, ma la preghiera che le rivolgo, signor Presidente, atteso che la sua funzione è anche governare in modo ordinato i nostri lavori, è di fare in modo che non trascorriamo qui dentro giornate, già viste di recente, a «mozzichi e bocconi», come si dice, in un «tira e molla» continuo.
Se la Commissione di merito ha bisogno di tempo perché non è in grado di procedere all'esame sulla base delle inammissibilità, sulla base dei pareri della Commissione bilancio, sulla base di una discussione che non è matura, dica chiaramente che c'è bisogno di altro tempo. Non facciamo com'è già accaduto questa mattina, quando abbiamo cominciato alle 10,20 o ieri quando abbiamo perso inutilmente tempo. Infatti, credo che sia trasversalmente riconosciuta l'utilità di impiegare utilmente il tempo dei deputati, di maggioranza e di opposizione, non attendendo la fine di discussioni che si protraggono molto più del previsto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Raisi.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, il collega Giachetti è molto più esperto di me di Regolamenti di Assemblea e sa bene che vi sono tempi tecnici: la sospensione di venti minuti è il termine regolamentare di preavviso che si dà prima delle votazioni; dalla Commissione bilancio è pervenuto una sola condizione, che il Comitato dei nove valuterà in cinque minuti e dovrà ovviamente recepire nel provvedimento in esame.
Sugli altri pareri è inutile che anticipi a lei cosa penso, visto che non sono vincolanti; tuttavia, osservo che proporrò al Comitato dei nove di non recepirli ePag. 6proseguiremo secondo i tempi previsti, quei tempi tecnici che riguardano il normale svolgimento dei lavori.
Sinceramente non vedo, in questa occasione e fino a questo momento, degli stravolgimenti temporali, che mi sembrerebbe un po' difficile poter rilevare, almeno fino a questo momento. Poi, come ha detto giustamente lei, il provvedimento è molto corposo, i tempi sono quelli di un dibattito molto interessante e quindi direi di non iniziare questa discussione subito in termini negativi. Sono ottimista di natura e le assicuro che cercherò di esserlo per tutta la durata del dibattito.

PRESIDENTE. Accogliendo la richiesta del presidente della X Commissione, sospendo dunque la seduta, che riprenderà alle ore 11,20.

La seduta, sospesa alle 11,05 è ripresa alle 11,25.

PRESIDENTE. Avverto che gli identici emendamenti 16-quater.502 e 16-quater.14 del Governo sono stati dichiarati inammissibili a causa di un errore materiale contenuto nel parere della Commissione bilancio e che è ora in distribuzione nella versione corretta. I predetti emendamenti debbono, dunque, ritenersi ammissibili.
Sulla base di tale parere la Presidenza ritiene, altresì, inammissibili i subemendamenti Mariani 0.16-quater.502.7, 0.16-quater.502.8 e 0.16-quater.502.9.
Avverto che sono stati ritirati gli emendamenti Scilipoti 13-ter.4 e 13-ter.6.
Avverto, inoltre, che è in distribuzione un fascicolo fuori sacco della Commissione bilancio.

(Esame dell'articolo 3-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Constato l'assenza dell'onorevole Pili, che aveva chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, vorrei intervenire sul complesso degli emendamenti presentati a questo provvedimento assai complesso ed importante, rilevando, innanzitutto, come la constatazione di una fase recessiva così pesante - che induce, persino, il Presidente del Consiglio dei ministri a riflettere - avrebbe bisogno di una assunzione di responsabilità. Tale constatazione dovrebbe dar corpo, nel corso dell'attività parlamentare, ad un'assunzione di responsabilità condivisa, mentre, invece, la sensazione che si ha è che si proceda in ordine sparso.
Nel provvedimento in esame, sono contenute deleghe al Governo in materia di configurazione giuridica delle reti di imprese e dei distretti produttivi; interventi nei distretti in crisi e coordinamento degli incentivi, attraverso lo schema dei decreti legislativi; deleghe al Governo, attraverso decreti legislativi, in materia di riordino e razionalizzazione degli enti che operano nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese; deleghe al Governo in materia nucleare, con uno o più decreti legislativi. Si tratta di tutta una serie di provvedimenti che richiederebbero un rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento non ristretto all'ambito meramente istituzionale, ma in grado di coinvolgere una sorta di solidarietà politica più vasta. Se il Governo e la sua maggioranza, da un lato, pretende di camminare come un solo uomo, immaginando di utilizzare gli strumenti di tecnica parlamentare come strumenti di efficacia, credo, in realtà, che vada in una direzione opposta.
Si prenda il tema del nucleare. Non vi è dubbio che noi colleghi del gruppo dell'Unione di Centro abbiamo sollevato tale questione in tempi non sospetti; addirittura, in occasione dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione da me presieduta nel lontano 2002, affrontavamoPag. 7le questioni legate alla presenza delle industrie italiane all'estero in materia nucleare, attività che non avrebbero potuto e non potevano compiere in applicazione dell'esito referendario del 1987. Tutte queste questioni possono essere affrontate se si crea un clima diverso. Se il clima, invece, è di contrasto insanabile - come, ancora ieri, il Presidente del Consiglio dei ministri si è lasciato sfuggire, oppure ha voluto rimarcare, rispondendo all'invito del Presidente Napolitano di trovare dei punti di convergenza, almeno in materia di legge elettorale - voi capite che immaginare di convincere gli italiani, attorno ad un tema così delicato come quello del nucleare, attraverso una delega, appare come un'indicazione di un progetto e di un'idea che può essere anche valida in sé, ma rimane problematica. Ad esempio, abbiamo pensato di interpellare il Paese in ordine alle valutazioni che oggi può esprimere, a differenza di quelle manifestate nel lontano 1987? Ritengo che bisognerebbe partire da ciò: non si perde tempo, ma lo si guadagna.
Oggi, infatti, abbiamo un'esposizione legata ad un'opinione pubblica che si è espressa per via referendaria ed una struttura costituzionale che prevede, addirittura, che si intervenga attraverso un procedimento di natura legislativa in materie che avrebbero bisogno di un coinvolgimento di soggetti diversi attesa la competenza concorrente affidata alle regioni. Com'è possibile immaginare che le regioni possano assumersi la responsabilità di concorrere ad un disegno strategico, se non vi è una corrispondente interpretazione in chiave di assetto costituzionale?
Pertanto, il Governo va nella direzione di richiedere anche una delega in bianco: con semplice delibera del CIPE si definisce la tipologia degli impianti di produzione di energia elettrica nucleare e questa mi sembra una cosa di una certa imprudenza. Sarebbe bene ricondurre queste cose nell'ambito di una discussione davvero importante che coinvolga il Parlamento. Tutte queste deleghe e questi decreti legislativi che diventano strumenti operativi lasciano intendere che non vi è stata e non vi è una discussione molto approfondita in questa materia.
Allo stesso modo, sul tema del CIP6, ho visto che si torna all'attacco: il Governo vorrebbe avere mano libera su questi argomenti e vorrebbe poter decidere liberamente, magari con la scusa di attribuire alle regioni che hanno avuto dei problemi in materia di energia la possibilità di utilizzare gli strumenti del CIP 6. Con ciò non si fa altro che allargare la dimensione della truffa che si scarica direttamente sulla bolletta che pagano gli italiani! Questo sarebbe un capitolo da chiudere, non un capitolo da aprire!
Lo stesso vale per la cogenerazione spinta, quella che, non distinguendo tra la parte di produzione di calore e quella di produzione di energia, tenta di incentivare il calore, in realtà incentivando l'energia. Sono queste cose che andrebbero, secondo la mia opinione, affrontate con la dovuta precisione.
Pertanto - e concludo - vorrei suggerire al Governo e, in particolare, ai colleghi della Lega (i quali, in questa fase, mi sembra siano molto avvertiti delle questioni politiche) che serve un disegno organico, una diversa maniera di sentire, altro che la resa dei conti in materia di legge elettorale! Infatti, l'onorevole Bossi, che ha tanto a cuore la questione del federalismo fiscale, non può pensare di raggiungere l'obiettivo del federalismo fiscale in un clima di scontro istituzionale: diventa una presa in giro, è un'operazione che non va da nessuna parte. Per fare questo bisognerebbe mettere in campo un dato di solidarietà che serva a sgonfiare il sommerso e ad affrontare i nodi della dimensione spaventosa dell'evasione fiscale. Ad ammodernare la pubblica amministrazione non bastano gli intenti di Brunetta, spesso spettacolari quanto inefficaci. C'è bisogno di un'attività di concertazione che dovrebbe avere, a mio avviso, una certificazione di tipo parlamentare. Vedo che per una materia delicata, come i servizi di sicurezza, vi è una Commissione parlamentare apposita che si occupa di queste cose.Pag. 8
Mi chiedo: ma come può pensare il Ministro Tremonti di andare verso la ricapitalizzazione delle imprese bancarie, non ponendosi il problema di quale sia il confronto in termini di potere che si determina sul ruolo che un sistema bancocentrico esercita sulla realtà dell'informazione nel nostro Paese e sugli assetti di potere a fronte di imprese private che sono fortemente indebitate? E come si può pensare che un Parlamento affidi una delega in bianco al Governo per decidere sugli assetti di potere del Paese per oggi e per il futuro? Basterebbe correggere queste cose!

GIUSEPPE CONSOLO. Tempo!

BRUNO TABACCI. Questo provvedimento, in realtà, è preso dalla stessa filosofia: è la filosofia di una maggioranza che, avendo vinto, pensa di poter «prendere tutto il banco»! In realtà non andrà molto lontano perché già sotto Natale, quando i cittadini italiani non sapranno come organizzare le spese natalizie, si porrà il problema della ricaduta degli effetti della pressione legata agli scandali finanziari che originano in America, ma che in Italia non hanno visto protagonisti del tutto disattenti!
Quando ciò si sarà trasferito nell'economia reale, non c'è dubbio che il tema di come rispondere ad un problema di difesa degli interessi più deboli, di quelli che sono più incapaci di difendersi, perché i forti ci pensano da soli a farlo, si porrà. Allora è lì la questione. È lì che si chiude il nodo dei rapporti tra maggioranza parlamentare, Governo e funzione istituzionale nel suo complesso.
Se invece l'idea è che si procede a colpi di decreti-legge con annessa fiducia, a colpi di deleghe richieste con decreti legislativi annunciati, su questioni di tale delicatezza, non si va molto lontano. Siamo abituati al fatto che poi si dà la colpa ad avvenimenti esterni che non consentono di fare le cose che avremmo voluto fare: avremmo dovuto diventare un Paese più ricco, più stabile e più sicuro e invece ci troviamo di fronte una volta le Torri gemelle, un'altra volta gli scandali finanziari. Evidentemente non siete baciati dalla fortuna! Qualche problema c'è! Vi dovete dare una regolata! In più siete anche arroganti e pretendete di giocare questo rapporto non avendo neanche la fortuna sul piano della provocazione parlamentare. Delle due l'una: o vi riprendete la stella, la fortuna, oppure dovete scendere a patti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per svolgere alcune riflessioni sulla inammissibilità di alcune proposte emendative da me presentate, dichiarata dalla Presidenza tenuto conto del parere espresso dalla Commissione bilancio, perché prive di idonea copertura e quantificazione.
Vorrei segnalare, in relazione al mio articolo aggiuntivo 3-bis.01, che non è comprensibile l'obiezione della Commissione bilancio in quanto si dispone un utilizzo degli stanziamenti già previsti in materia di innovazione e ricerca a favore della piccola impresa. Si può essere in disaccordo sull'indirizzo che viene espresso nell'articolo aggiuntivo in questione ma non capisco l'obiezione in merito alla copertura.
Quanto poi ai miei emendamenti 16-ter.6, 16-ter.9 e 16-ter.28, dico subito che in relazione all'emendamento 16-ter.28, è incomprensibile la sua inammissibilità perché con esso si pone il problema di porre a carico degli utenti e dei realizzatori degli interventi, che il Governo intende attuare in materia di energia nucleare, gli oneri relativi e si punta a far finanziare l'Agenzia, in parte, con contributi amministrativi erogati da soggetti terzi. Non capisco come, in questo caso, si possa porre un problema di copertura finanziaria giacché si punta ad ottenere un introito.Pag. 9
Sui miei emendamenti 16-ter.6 e 16-ter.9 devo rilevare invece che le obiezioni di copertura finanziaria rischiano di mettere in mora tutta la partita sull'Agenzia per la sicurezza nucleare, dal momento che è difficile fare le nozze con i fichi secchi. Quindi chiedo davvero, su questi argomenti, una riflessione. Analogamente, per quanto riguarda i miei emendamenti 17.2 e 17.3, sinceramente non capisco le obiezioni di mancata copertura finanziaria, perché tali emendamenti riguardano precise indicazioni nell'ambito degli stanziamenti già previsti, nonché la cattura di CO2, al quale la Ministra Prestigiacomo si è riferita più volte. Non è parimenti comprensibile il richiamo al mio articolo aggiuntivo 17.01 in quanto si prevede una diversa modulazione per gli incentivi delle energie rinnovabili relativamente alle piccole imprese.
Noi ci siamo attenuti rigorosamente a certi principi. È chiaro che si possono avere opinioni diverse rispetto all'utilizzo delle risorse, però credo che l'inammissibilità delle mie proposte emendative perché prive di copertura finanziaria o di idonea quantificazione, sia un giudizio quanto meno ingeneroso.
Ho svolto questo intervento per porre all'attenzione della Presidenza e della stessa Commissione bilancio queste nostre osservazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Lulli, come lei sa, la Presidenza della Camera non può che prendere atto dei pareri espressi dalla Commissione bilancio. Tuttavia, qualora il presidente - che non vedo in Aula - o almeno il vicepresidente della V Commissione, onorevole Giudice, intendesse rispondere alle sue osservazioni e fornire ulteriori spiegazioni forse l'Assemblea gliene sarebbe grata.

GASPARE GIUDICE, Vicepresidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARE GIUDICE, Vicepresidente della V Commissione. Signor Presidente, rinvio il parere fornito dalla V Commissione, al di là delle richieste del relatore, al parere dato, nel merito degli emendamenti, dal rappresentante del Governo, il rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze.
Credo che un'eventuale revisione di questo parere debba dipendere da un pronunciamento diverso da parte del rappresentante del Governo, non certo da parte del presidente o del vicepresidente della V Commissione. Credo pertanto sia necessario interloquire con il Governo, non con la Commissione bilancio, perché è il Governo che ha fornito questo parere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo sia singolare che si rimpalli al Governo la responsabilità di cassare emendamenti che sono il frutto di un interna corporis: si deve tenere conto evidentemente del parere espresso dal Governo, ma questo non può vincolare il Parlamento.
Dopo di che se vogliamo sentire il parere del Governo, ad esempio, sul merito di una serie di emendamenti che sono stati dichiarati inammissibili dalla Presidenza credo che lo possiamo fare.
Il sottosegretario Urso (che so che ha seguito il provvedimento in Commissione) potrebbe dirci, ad esempio, perché mai il Governo, all'inizio dell'iter di questo provvedimento, non aveva pensato ad inserirvi un tema assai rilevante. Mi riferisco alla materia del nucleare per la quale non si prevedeva l'Agenzia o l'Autorità per la sicurezza nucleare, ma si dava semplicemente il mandato al Governo di decidere in merito. Ebbene, l'opposizione ha svolto un ruolo tale per cui è diventato oggetto del lavoro della Commissione la questione che riguarda l'Agenzia. La disciplina di quest'ultima adesso è contenuta nel provvedimento negli stessi termini, dal punto di vista delle spese, delle previsioni diPag. 10spesa e di bilancio, con i quali gli emendamenti, presenti e presentati dall'opposizione, sono comparabili con quelli del Governo. Se il Governo utilizza le risorse umane e materiali che sono a disposizione dello Stato, del Governo, dell'amministrazione pubblica non si capisce perché, nello stesso modo, gli emendamenti che prevedono l'utilizzo di tali risorse, senza prevedere alcuna spesa ulteriore ed aggravio al bilancio dello Stato, ottengano un parere contrario dalla Commissione bilancio semplicemente perché il Governo è contrario.
Signor Presidente credo che ci debba essere un supplemento di discussione e di verifica sia per quanto riguarda la posizione del Governo, sia per quella della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, si tratta di segnalare che anche su questo ulteriore provvedimento insiste il male serio ed oscuro: quello della copertura finanziaria.
Questo malanno ormai lo trasciniamo, in questi cinque mesi, e lo abbiamo registrato in tutti i provvedimenti che sono stati sottoposti all'esame dell'Assemblea, nonostante nella cosiddetta legge finanziaria di luglio il Governo, con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, avesse costituito una concentrazione strategica degli interventi dei Fondi per le aree sottoutilizzate, e costituito un Fondo per il finanziamento di interventi finalizzati al potenziamento delle reti di telecomunicazione ed energetiche.
Ora i fatti ci dicono quanto segue: i 64 miliardi del Fondo per le aree sottoutilizzate - che come è noto sono disponibili ma vincolati dallo stesso decreto-legge n. 112 del 2008 per l'85 per cento al sud e che rappresentano risorse addizionali - continuano ad assottigliarsi e finora il Governo ha attinto da quel Fondo risorse per un totale di 11 miliardi e 335 milioni. Ne ha attinto nella manovra triennale, sottraendo a quel Fondo 7,7 miliardi, ai quali si sono aggiunti 450 milioni per i rifiuti in Campania, un miliardo per la parziale copertura del taglio ICI, ai sensi del decreto legge n. 93 del 2008, 240 milioni di euro per la crisi rifiuti in altre città del sud, ai sensi del decreto-legge n. 97 del 2008, due miliardi di tagli al FAS varati con il decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, ora in discussione al Senato, nella misura di 780 milioni di euro per l'anno 2008 e 525 milioni per l'anno 2009 a copertura da un lato dei minori introiti dell'ICI per i comuni e dall'altro dei maggiori oneri per il Servizio sanitario nazionale (ticket) fino al punto che nel decreto-legge n. 154, onorevole Presidente, si arriva ad indicare e ad accedere alle risorse dei FAS, che rappresentano risorse addizionali, per ripianare il disavanzo di spesa corrente degli enti locali.
Già nel corso della discussione sulle linee generali - mi accingo a concludere - mi sono permesso di rivolgermi al Presidente della Camera di turno e ad ella, signor Presidente, rinnovo la richiesta che la Presidenza della Camera verifichi, dal punto di vista regolamentare, l'uso delle risorse addizionali, nel caso di specie dei Fondi per le aree sottoutilizzate. Inoltre, mi permetto di raccomandare alla V Commissione parlamentare, mi permetterà l'onorevole Giudice in rappresentanza della stessa Commissione ma ovviamente mi rivolgo anche al presidente Giorgetti e a tutti i suoi membri, una maggiore e rigorosa attenzione istituzionale, non solo contabile come è avvenuto in tanti provvedimenti compreso quello in esame, ma - insisto - istituzionale sul Fondo globale destinato, dalle leggi esistenti, ad una funzione addizionale e non per la spesa corrente.

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 11

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, per chiarezza dei nostri lavori faccio presente che il dibattito che si sta svolgendo, a seguito dell'intervento del collega Lulli, in realtà affronta il tema dell'ammissibilità delle proposte emendative. Tuttavia, intendo ricordare, per dare ragione ad un buon andamento dei nostri lavori, che è la Presidenza che comunica l'inammissibilità delle proposte emendative, sentito il parere della Commissione bilancio.
Ogni riferimento è alla Presidenza, il Governo in questa fase non ha voce in capitolo rispetto ad un procedimento che vede gli organi interni della Camera impegnati su una delicata questione e, se ci sono delle osservazioni, spetta alla Presidenza e non al presidente della Commissione bilancio o al vicepresidente fornire osservazioni in merito. Sappiamo che la prassi parlamentare prevede che in via definitiva sia la Presidenza della Camera a valutare le questioni legate all'ammissibilità. Queste sono le procedure.
Aprire un dibattito, al di là della domanda che ritengo assolutamente legittima sul profilo politico, non è oggetto di questioni che devono coinvolgere la fase di avvio dei nostri lavori. Quindi, inviterei la Presidenza a dare lei stessa delle risposte in merito ai procedimenti e poi avviare i nostri lavori sull'articolo 3-bis in ragione di considerazioni oggettive tenuto conto di quanto prevede l'articolo 123-bis del Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, le spiegazioni procedurali le avevo già date, ma siccome mi sembrava che le richieste di spiegazioni sull'inammissibilità degli emendamenti presentate dall'onorevole Lulli e anche dall'onorevole Vico fossero degne di qualche considerazione, ritenevo e ritengo tuttora che la Commissione bilancio avesse la possibilità di dare spiegazioni. Siccome è stato chiamato in causa il Governo chiedo al rappresentante del Governo se intenda intervenire. In caso contrario procediamo con i lavori.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si attiene scrupolosamente alle procedure e, quindi, poiché il parere sull'ammissibilità delle proposte emendative spetta alla Presidenza sulla base di quello che delibera la Commissione bilancio, non si intromette (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È vero che l'inammissibilità la decide la Presidenza anche su un parere della Commissione bilancio, ma essa, a sua volta, chiama in causa il Governo per i motivi che sono stati chiaramente esposti.
Colleghi, sono pervenute varie richieste di intervento. Chiedo, prima di dare la parola, la motivazione degli interventi. Immagino che l'onorevole Cimadoro voglia intervenire sul complesso degli emendamenti.

GABRIELE CIMADORO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

LUCA VOLONTÈ. Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, lei ha avuto modo di ricordare in una battuta l'andamento di questa parte della discussione che ha interessato il tema annoso delle ammissibilità. Ha ricordato - cosa che voglio fare anch'io - che in un richiamo che è stato fatto all'inizio della nostra seduta è stata data una risposta,Pag. 12quanto meno originale, da parte del vicepresidente della Commissione bilancio dicendo che l'inammissibilità in fondo è stata così valutata dal Governo. Ora abbiamo l'onore di sentire dal Governo che l'inammissibilità, invece, non è stata dichiarata a fronte di un'opinione del Governo, ma nel rispetto della correttezza delle procedure, perché la Presidenza della Camera ha ritenuto che le coperture non fossero in qualche modo credibili e ammissibili.
Fatto sta che già questo dovrebbe indurre lei, signor Presidente, a sospendere brevemente la seduta (direi per una decina di minuti) per far capire all'Aula quale procedura è stata seguita per valutare l'ammissibilità o meno di alcuni emendamenti dell'opposizione. Devo dire che questa richiesta che le faccio formalmente è suffragata da un altro elemento, ma non voglio infierire sulle uscite del vicepresidente della Commissione bilancio e del sottosegretario perché potremmo, per esperienza parlamentare, disegnare un quadretto non troppo prestigioso per la nostra istituzione.
La sospensione sarebbe utile anche perché ci risulta che alcune delle coperture utilizzate per emendamenti poi dichiarati inammissibili (non si sa bene da chi, se dal Governo o dagli uffici di presidenza della Commissione o dalla Presidenza della Camera) sono le stesse usate per coprire alcuni emendamenti del Governo.
Quindi, ci sono molte variabili che stanno venendo fuori nel corso della nostra discussione e vorrei che di esse si desse una contezza e una chiarezza tale per cui non si rientri a discutere di questi argomenti nel dibattito di merito, che invece vogliamo fare. Sono questioni procedurali, ma di sostanza, che debbono essere chiarite per consentire di discutere su tante questioni che - nel merito e in teoria, come idee - potrebbero anche essere condivisibili, ma poi sono contraddette o dalle coperture economiche o dai tagli dei fondi, per esempio, sulla social card.
Non voglio entrare nel merito (vi sarà occasione di discuterne sui singoli emendamenti), ma, signor Presidente, per chiarire non solo il passato, ma anche il presente su cui ci troviamo a discutere rispetto alle coperture, per rasserenare non un clima, ma il nostro dibattito di merito sul provvedimento, è necessario un minimo di sospensione dei nostri lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, la ringrazio anche per il suo intervento e vorrei che fosse chiarito un punto: l'inammissibilità viene ovviamente dichiarata dalla Presidenza, la quale si avvale del parere della Commissione bilancio, la quale, a sua volta, tiene anche conto delle indicazioni del Governo.
Abbiamo chiaramente assistito ad una assunzione di responsabilità da parte della Presidenza, che ha dichiarato inammissibili gli emendamenti, mentre non abbiamo assistito ad una assunzione di responsabilità del Governo e della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Unione di Centro).

ANDREA GIBELLI. Ma non è vero!

PRESIDENTE. Detto questo, ritengo che si possa procedere con i nostri lavori.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, «Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia» è sicuramente un titolo importante. Capisco l'impegno della Commissione, i lavori che si rincorrevano dietro ad emendamenti del Governo (due ore di tempo per arrivare ad una soluzione, per presentare subemendamenti), ma su un provvedimento che riteniamo importantissimo siamo di fatto pervenuti ad una conclusione che non credo sia la migliore.
Il Paese vive una situazione di grandissima difficoltà, come ha sottolineatoPag. 13l'onorevole Bruno Tabacci in precedenza, e concordo con lui. Peraltro, i governi tedesco, inglese e francese hanno trasformato i vari provvedimenti urgenti nel tentativo di arginare una crisi che è alle porte. Oggi affrontiamo un tema e aggiungiamo anche quello dell'energia, che posso capire potrebbe anche essere importante, ma non credo che oggi il nucleare possa risolvere i problemi della nostra crisi economica.
Come sottolineava il collega precedentemente, abbiamo alla fine il riscontro che questo provvedimento taglia gli 11 miliardi di euro iniziali, riducendoli a 6-7 miliardi. Che cosa facciamo con 6-7 miliardi, a fronte di una crisi che è alle porte? Si tratta di una crisi annunciata, ma che così sarà nei fatti. La conseguenza è data anche da alcuni provvedimenti assunti in precedenza dal Governo: si veda il provvedimento sull'ICI (che ha svuotato le casse dei comuni e dello Stato, per cui ci si rincorre a tagliare), ma l'ultimo degli esempi più chiari ed evidenti è il decreto-legge Gelmini.
Dobbiamo di corsa continuare a tagliare per arrivare alla fine ad un provvedimento che non risolve i problemi, anzi saremo esposti. Per un provvedimento così importante, avrei immaginato un percorso più corretto, più approfondito, più di confronto con le Commissioni. Lo riscontriamo in aula oggi rispetto all'andamento dei lavori: vi è confusione o comunque un certo disappunto. Pertanto, se vi fosse stata una corresponsabilità maggiore tra le due Commissioni (o comunque un lavoro più fine, più sotteso e più profondo per arrivare ad una soluzione definitiva), credo che saremmo giunti ad una soluzione migliore. Questo sicuramente è un provvedimento che non risolve i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, questo provvedimento è stato esaminato dalla Commissione bilancio a più riprese e l'iter si è concluso con un parere favorevole a maggioranza. Tuttavia, l'articolo 81 della Costituzione è stato violato con la forza dei numeri. La maggioranza ha innovato una procedura singolare: laddove non sussisteva la copertura finanziaria, si è rimessa la verifica delle compatibilità finanziarie alla Commissione di merito. È un fatto veramente singolare.
Si tratta di uno svuotamento delle competenze della Commissione bilancio senza precedenti; sicuramente non conosco precedenti del genere nei sette anni in cui sono stato alla Commissione bilancio del Senato. Si badi bene: è stato grave esonerare la Commissione giustizia sulla riforma del codice di procedura civile (fatto stigmatizzato soprattutto dall'opposizione, ancorché vi sia stato qualche riguardo sui pareri espressi), così com'è stato grave esonerare la stessa Commissione giustizia sulla riforma delle norme di diritto del lavoro. Ma molto più grave è svuotare di significato istituzionale la Commissione bilancio che esprime pareri vincolanti sul piano delle procedure di voto per quanto riguarda la violazione dell'articolo 81 della Costituzione, una competenza che nessun'altra Commissione ha.
La gravità è ancora maggiore perché ciò è avvenuto con il voto favorevole dei suoi membri, soprattutto del Popolo della Libertà e della Lega Nord, che hanno abdicato alla loro funzione costituzionale. È nota la stima al presidente Giorgetti da parte dei deputati dell'UdC; tale stima va ben oltre i membri della V Commissione - gliene diamo atto - ma non avrebbe dovuto consentire questa rottura della prassi e questo svilimento della credibilità e del prestigio della V Commissione. Abbiamo avvertito il suo disagio, ma abbiamo anche subito il suo voto. È stata esplicita la denuncia di questo paradosso procedurale anche da parte dell'onorevole Giudice che ha stigmatizzato la contraddittorietà del parere proposto dal presidente Giorgetti, ma dell'onorevole Giudice ci ha colpito il voto esattamente opposto alle sue critiche.Pag. 14
Si tratta quindi di un provvedimento scoperto, come si dice in gergo, su più norme. Ci si riferisce in particolar modo all'assimilazione dei consorzi agrari alle cooperative a mutualità prevalente previste all'articolo 5-ter e alla definizione dei criteri per l'aggiornamento del costo evitato di combustibile perché sia assicurata la riduzione della relativa voce tariffaria a favore dei consumatori. Si scommette sul fatto che i consorzi agrari non registrino perdite per il futuro, dopo averne registrate fino ad oggi, e che i criteri per l'aggiornamento annuale del costo evitato di combustibile assicurino i risultati attesi. Non c'è relazione tecnica, non ci sono punti fermi di riferimento perché le finalità delle norme richiamate siano garantite. Sono norme «manifesto», meri auspici nella speranza che gli obiettivi previsti si realizzino da soli. Con questa logica non solo si violano sul piano formale le procedure di contabilità pubblica, ma si rende aleatorio l'equilibrio dei conti pubblici, facendone solo un dato ragionieristico senza conseguenti comportamenti sostanziali.
Sul merito delle varie misure interverranno altri colleghi dell'UdC: sui fondi per gli incentivi allo sviluppo, con particolare riguardo al Mezzogiorno, interverrà il collega Occhiuto, mentre l'onorevole Ruvolo interverrà sui consorzi agrari, l'onorevole Tassone sulla contraffazione e la tutela della produzione italiana, l'onorevole Libè sulla questione nucleare.
Questo provvedimento poteva essere l'occasione per il Governo per affrontare la questione del rilancio economico del Paese a seguito della crisi finanziaria. Abbiamo assistito a maxiemendamenti dell'ultima ora, ad emendamenti che snaturavano la natura ed il contenuto di provvedimenti legislativi anche di urgenza. In questo provvedimento si sarebbe giustificato politicamente un intervento legislativo per il rilancio dell'economia reale, soprattutto per le piccole e medie imprese che sono le più colpite da questa crisi finanziaria, proprio per la conseguente stretta creditizia.
Badate bene: la stretta creditizia sta provocando una catena di licenziamenti per aziende al di sotto di quindici dipendenti che non hanno tutele sociali; se l'aumento del ricorso alla cassa integrazione segnala la crisi di un certo sistema produttivo, soprattutto del settore auto e della sua filiera, la situazione è molto più drammatica per quel 52 per cento di sistema produttivo che ha meno di 15 addetti. La questione è drammatica perché ha effetti sociali sulle famiglie e mina la coesione sociale.
Tali questioni pongono, però, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo e della maggioranza, anche seri problemi sulla tenuta del sistema democratico. Se vengono meno i diritti civili, come accade con l'abolizione della preferenza nel sistema elettorale per le elezioni europee, e vengono meno i diritti sociali, perché non sono tutelati in questa fase di crisi finanziarie, lasciando così le persone, soprattutto le più deboli, senza alcune tutele, nemmeno da parte delle istituzioni (visti i tagli operati per gli enti locali e, in particolare, per i comuni che hanno competenze in materia di assistenza sociale), questo Paese si espone a tensioni sulle quali va bene svolgere una riflessione politica complessiva sia per la maggioranza che per l'opposizione.
L'invarianza finanziaria con cui si procede nelle misure di questo provvedimento sconta i tagli definiti con il comma 507 della legge finanziaria per il 2007 e del decreto-legge n. 112 del 2008. Quando nei settori relativi alle missioni riconducibili alla competitività, come l'energia e le fonti energetiche, si taglia il 18 per cento degli stanziamenti, quando sulla competitività e lo sviluppo delle imprese si tagliano 610 milioni di euro, cioè l'11,8 per cento degli stanziamenti che erano previsti, quando sulle infrastrutture pubbliche e la logistica si tagliano 479 milioni, pari all'11 per cento degli stanziamenti del settore, quando per la ricerca e l'innovazione si tagliano 315 milioni, pari all'8,2 per cento delle misure allocate, quando per l'istruzione scolastica si tagliano 293 milioni e per quella universitaria 178 milioni, chePag. 15rappresentano tutto il complesso del sistema dell'education, sul quale dovremmo investire per avere una migliore competitività del sistema Paese e, infine, quando per il turismo si taglia il 32 per cento degli stanziamenti allocati per tale settore, ben si comprende come tutto il complesso del sistema competitivo italiano ne venga mutilato.
Però, quando, accanto a questi tagli che riguardano lo sviluppo, anche le risorse per le missioni riconducibili ai programmi di tutela sociale vengono tagliate, come accade, ad esempio, per il diritto alla mobilità che riguarda soprattutto i lavoratori che sono costretti a usare i mezzi pubblici per andare a lavorare (penso alle migliaia di pendolari) laddove si tagliano ben 2 miliardi, pari al 17 per cento delle somme stanziate, quando si taglia anche sulle politiche sociali, in particolar modo per ciò che riguarda la famiglia, ben 543 milioni di euro e sull'immigrazione si taglia il 5 per cento delle locazioni, pari a 81 milioni, ben si comprende che in questo Paese si prefigura un futuro senza sviluppo e senza tutele soprattutto per i meno abbienti.
Come si può pensare, allora, al rilancio dei distretti industriali, alle agevolazioni per la ricerca e agli interventi di reindustrializzazione con pochi spiccioli?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AMEDEO CICCANTI. Il rifinanziamento delle zone franche urbane con il limite di 50 milioni di euro era, ed è, insufficiente; è una misura autorizzata dalla Commissione europea che poteva essere potenziata soprattutto modificando i criteri di riferimento per l'anno relativo alle situazioni di crisi industriale che non possono richiamare il 2005.
Da allora è cambiato il mondo. Tutto il provvedimento è fondato sulla compensazione tra le allocazioni finanziarie: è un gioco delle tre carte. Esprimiamo, pertanto, tutta la nostra insoddisfazione per l'occasione mancata, per la perdurante logica con cui si pensa di governare questo Paese: ognuno per sé e Dio per tutti!
Questo Paese non uscirà dalla crisi in cui è costretto anche dal contesto internazionale, se non penserà ed agirà con logiche da unità nazionale. Il Governo si apra anche al contributo dell'opposizione. Per le politiche nazionali c'è la volontà di remare nella stessa direzione, perché questa non è l'Italia della Lega Nord e del Popolo della Libertà, ma è anche la nostra Italia e intendiamo dare il nostro contributo, per il bene del Paese. Questo certamente non sarà possibile con le vostre chiusure e convenienze (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,15).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Bratti, che aveva chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sul complesso degli emendamenti, per quanto riguarda l'argomento all'ordine del giorno, è intervenuto anche il mio collega Cimadoro. Io vorrei soffermarmi per un attimo su ciò di cui si parla e che si sostiene in questo momento da più parlamentari: la problematica riguardante le deleghe e, in modo particolare, la delega per il nucleare. Vorrei partire da una piccola riflessione svolta in un intervento fatto in quest'Aula in occasione della conversione in legge del decreto-legge 23 maggio 2008 n. 90, che riguardava lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. In quel provvedimento il Governo ha superato i limiti fissati dal codice ambientale, ossia è intervenuto e ha portato all'attenzione dei parlamentari, senza dare la possibilità di intervenire, il fatto che il codice ambientale veniva modificato, a discapito della vivibilità e del rispetto della vita.
Dico questo prima di entrare nell'argomento riguardante la tematica del nucleare, perché è un argomento gravissimoPag. 16ed un'esperienza che tutti dovrebbero prendere in seria considerazione. Mi riferisco al fatto che un Governo supera i limiti ambientali e, attraverso un decreto-legge, una presa di posizione, dichiara che l'aria, sino a ieri irrespirabile perché nociva per la salute, non è più nociva, ma diventa respirabile, senza creare alcun tipo di problema.
Dico ciò, perché nell'intervento di alcuni giorni fa, parlando del nucleare, ho richiamato l'attenzione sui rischi del nucleare della seconda e terza generazione, ma in quest'Aula qualcuno sosteneva che non parlavamo di nucleare di seconda e terza generazione, ma di nucleare di quarta generazione, cioè di un nucleare che si pensa realizzabile nel 2050, per il quale non ci sono ancora i presupposti per la discussione.
Riguardo al nucleare di seconda e terza generazione, tutti affermano e la maggior parte dei parlamentari sa che è ad alto rischio e che potrebbe compromettere seriamente la vita umana.
Ma prima di entrare nell'argomento della responsabilità e del rischio della vita umana, voglio riportare una dichiarazione del Ministro degli affari esteri francese in cui sostiene che trent'anni fa la Francia ha scelto l'energia nucleare e che questo era il prezzo per la propria indipendenza, prosperità e libertà, anche a discapito della vita umana.
Questo è un fatto gravissimo che è stato detto e segnalato. Ma, oltre a dire ciò, questo nucleare quanto dovrebbe incidere in Italia? Nel mondo intero incide per il 18 per cento, in Italia dovrebbe incidere per il 4,5 per cento. Fra le altre cose, l'elettricità prodotta dal nucleare è destinata esclusivamente al consumo e alla produzione di energia elettrica e non ad altro; si tratta di un'energia, cioè, che può essere prodotta dall'idroelettrico e dall'eolico.
Assieme a queste riflessioni, ce n'è un'altra da fare: vent'anni fa si è svolto un referendum, in cui gli italiani hanno votato contro l'energia nucleare: il 65 per cento ha votato contro il nucleare, esprimendosi l'80,6 per cento contro le centrali nucleari in Italia e il 71 per cento contro gli impianti nucleari in generale.
Ma ora voglio fare una riflessione e chiedo cortesemente che ognuno di voi la faccia con grande serenità: le ultime ricerche, non di parte, fatte negli Stati Uniti, che si riferiscono al 2007, sono state effettuate dall'università del North Carolina, che ha esaminato 19 mila dipendenti. Su questi, il 70 per cento era affetto da malattie neoplastiche e la gravità consisteva anche in un altro fatto: la malattia neoplastica, presente nell'organismo umano di quella persona che aveva lavorato all'interno di quella centrale, presentava un rischio per i figli di quella persona, perché quest'ultima diventava radioattiva e trasmetteva radioattività non solo all'interno della propria famiglia, ma anche all'esterno.
Ritengo che sia opportuno, sia da parte nostra, che rappresentiamo le opposizioni o le minoranze, sia da parte di coloro che all'interno di quest'Aula rappresentano la maggioranza, che non si prenda per oro colato ciò che sto per dire, ma che ognuno di voi non faccia il sorrisino stupido e prenda atto e si documenti su quanto detto all'interno di quest'Aula, perché il sorrisino stupido è solo la manifestazione della stupidità mentale che qualcuno può avere all'interno della sua psiche.
Mi riferisco alle ricerche che sono state compiute in Italia, in modo particolare dal centro nucleare di Caserta e da quello in prossimità di Latina, dove i sindaci, sia di destra sia di sinistra, hanno protestato perché hanno un registro dei tumori più alto delle altre città del 44 per cento. Questi sono fatti che vengono portati a chiarimento in quest'Aula non per creare confusione, ma per cercare di dare un apporto e di contribuire a fare delle scelte che, in primis, dovrebbero avere rispetto per la vita, e, secondariamente, trovare l'indicazione della produttività e del «dio denaro».
Continuo con le ricerche realizzate da uno studio tedesco nel 2007, da cui risulta che i bambini da zero a cinque anni che abitano nei pressi delle centrali nucleariPag. 17tedesche sono affetti per il 17 per cento da leucemie. Mi riferisco alla Svizzera, dove hanno fatto delle ricerche, dal 1990 al 2000, da cui si ricava che il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari e malattie neoplastiche è aumentato del 32 per cento. Mi riferisco alla Francia, dove ci sono nuovi tipi di tumori e il 25 per cento dei tumori e dei cancri in più di tutte le altre città sono presenti in un raggio di circa 700 chilometri.
Oggi interveniamo non per affermare un preconcetto «no» al nucleare, ma per fare riflettere i colleghi sul fatto che, come si è detto da più parti, il nucleare di seconda e terza generazione è ad altissimo rischio e ha un costo di realizzazione di 635 milioni di euro e di 2400 per lo smantellamento. Per quanto riguarda le scorie, queste rimangono radioattive non per cento anni ma per oltre trecento, e nessuno le vuole smaltire. Invito, allora, i parlamentari che sono a favore dei centri nucleari di seconda e terza generazione, ad affermare che le centrale nucleari le vogliono nelle proprie città, accanto alla propria casa, per dimostrare che non hanno alcuna paura; ciò è quello che dovrebbero decidere ed affermare.
Qualcuno sostiene che tanto abbiamo già le centrali nucleari dall'altra parte delle Alpi, a trenta chilometri distanti da alcuni nostri centri abitati. Questo non è un argomento che giustifica la presenza di centrali nucleari. Chi è che oggi può dire, infatti, che le centrali nucleari non presentano alcun rischio? Chi può sostenere che siamo tranquilli e sereni nel realizzare una centrale nucleare? Perché nel mondo si sta cercando di tornare indietro e si afferma che le centrali nucleari vanno smantellate (questa è la posizione che nel mondo si sta rafforzando)?
In conclusione, vi è un'altra riflessione da svolgere: l'energia proveniente dal nucleare dovrebbe, da qui al 2030, coprire il fabbisogno energetico del 18 per cento degli italiani. Vale la pena, allora, produrre energia elettrica per il solo 18 per cento attraverso il nucleare? Non varrebbe la pena, invece, soffermarsi ulteriormente per riflettere su tale argomento? Oppure, è più importante la produttività a discapito della vita? Sono più importanti il «dio denaro» e la logica di potere?
Qualcuno afferma che la produzione di energia nucleare dovremmo ripartirla in parte allo Stato, in parte al settore privato. Il Ministro dello sviluppo economico, onorevole Claudio Scajola, nella relazione presentata alle competenti Commissioni congiunte di Camera e Senato, dichiarava: «Il ritorno all'energia nucleare sarà perseguito tenendo conto di diversi interessi coinvolti, senza perdere di vista la necessità di garantire la tutela della salute delle popolazioni e il rispetto dell'ambiente e del territorio. Il Governo creerà le condizioni di contesto che consentiranno ai privati, in una logica di mercato, di effettuare gli opportuni investimenti (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)».

ANTONINO LO PRESTI. Ma che stai dicendo?

GIUSEPPE CONSOLO. Basta! Tempo!

DOMENICO SCILIPOTI. Abbiamo privatizzato la sanità, la scuola, stiamo privatizzando l'acqua, ora privatizzeremo l'energia, successivamente l'aria che respiriamo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego.

DOMENICO SCILIPOTI. Questa è la logica di un Governo che, giorno dopo giorno, vuole portarci verso la privatizzazione di tutto. Oggi, con grande amarezza devo dire che non esiste un regime, una Repubblica, ma esiste una dittatura dolce avallata da molti parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

Pag. 18

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, a nome del Movimento per l'Autonomia voglio sviluppare alcune riflessioni sul senso degli emendamenti che abbiamo presentato presso la Commissione competente e che ci accingiamo a discutere in Aula. In genere i ringraziamenti si fanno alla fine, prima dell'approvazione di una legge, ma io voglio ringraziare in apertura della discussione degli articoli e delle proposte emendative il sottosegretario Urso per il lavoro che ha svolto in seno alla Commissione, per l'attenzione che ha prestato, e per la grande disponibilità che ha offerto ad una valutazione scevra da ogni logica di schieramento rispetto alle proposte emendative che sono state presentate.
Pertanto a dire la verità - lo dico senza polemica nei confronti di nessuno - l'inizio di questa discussione di fatto sta contraddicendo il lavoro che abbiamo svolto all'interno della Commissione, dove tutti i componenti hanno potuto sviluppare ragionamenti e valutazioni sulle proposte emendative presentate ed il bilancio che si può formulare alla fine del lavoro prodotto in Commissione ritengo sia largamente positivo e ci consentirebbe di avviare questa discussione in maniera serena, abbassando i toni, e dando vita ad un ragionamento pacato. Dobbiamo anche evitare che la lunghezza eccessiva dei nostri lavori parlamentari contraddica quanto si è sentito dire in altre occasioni, quando il Governo è ricorso alla decretazione d'urgenza o alla fiducia, sottolineando che in quel modo non si consentiva al Parlamento e ai singoli parlamentari di sviluppare le proprie riflessioni, di entrare nel merito e di valutare l'efficacia del provvedimento.
Questo è un provvedimento di cui ha bisogno il nostro Paese. Questo è un provvedimento di cui ha bisogno la nostra economia. Questo è un provvedimento di cui ha bisogno l'Italia in un contesto così difficile di una crisi internazionale che ha riguardato e riguarda i mercati finanziari, che riguarda dunque la finanza ma che si teme possa coinvolgere in maniera drammatica l'economia reale e che si possa tradurre in effetti negativi per il nostro sistema produttivo, che possa incidere, insomma, sui livelli di occupazione, sulle opportunità dei giovani di trovare un inserimento nel mondo del lavoro, e che possa incidere in maniera drammatica sulle condizioni di vita nelle nostre famiglie.
Il mio è un invito al senso di responsabilità. Certo, dobbiamo ricercare su un terreno così delicato come quello che riguarda lo sviluppo del nostro Paese il potenziamento del nostro sistema produttivo, della ricerca, con una scelta così delicata e difficile, ma probabilmente non rinviabile come quella del ritorno all'energia nucleare, per consentire all'Italia di poter competere in maniera più efficace nel mercato globale e a livello europeo. Voglio evidenziare come un provvedimento come questo ci consentirà di ritornare a riproporre in maniera forte, restituendole centralità, a quella che una volta si definiva la questione meridionale, di cui nessuno parla più e di cui invece noi dobbiamo parlare in questo Parlamento per trovare delle soluzioni efficaci.
Abbiamo sicuramente un malato grave, l'economia del nostro Paese, ma abbiamo un malato gravissimo che è il Mezzogiorno, le regioni meridionali, i giovani del Mezzogiorno che non trovano lavoro perché nel sud, oltre ad avere un PIL molto più basso rispetto alle regioni settentrionali, abbiamo un tasso di disoccupazione più del doppio, se non il triplo, rispetto alla media nazionale, se non il quadruplo rispetto ad alcune regioni del centronord dove gli effetti della crisi dell'economia si sentono meno.
Il Movimento per l'Autonomia ha accettato la sfida di una grande modernizzazione del nostro Paese, di una grande assunzione di responsabilità delle classi dirigenti con la richiesta del federalismo fiscale che ci vede impegnati in prima linea in una battaglia che deve restituire efficienza, efficacia, trasparenza alle nostre istituzioni, che deve responsabilizzare il ruolo e l'attività dei nostri amministratori.Pag. 19Il Movimento per l'Autonomia accetta e sarà in prima linea per ciò che riguarda la sfida del federalismo istituzionale.
Voglio citare Sturzo, il quale in un articolo del 1901 scriveva: «Lasciate che noi del Meridione possiamo amministrarci da noi, da noi designare il nostro indirizzo finanziario, distribuire i nostri tributi, assumere le responsabilità delle nostre opere, trovare l'iniziativa dei rimedi ai nostri mali». Questa è la nostra guida morale, spirituale, culturale. Questa è la nostra guida quando vogliamo tentare di portare all'interno dei provvedimenti assunti dal Governo una filosofia che restituisca centralità alle questioni del Mezzogiorno e alle questioni meridionali.
Voglio ringraziare il sottosegretario Urso, i colleghi dell'opposizione e i colleghi della maggioranza perché su alcuni emendamenti da noi presentati vi è stata convergenza unanime della Commissione e il Governo ha espresso parere favorevole.
Voglio ringraziare all'interno della maggioranza i colleghi della Lega perché hanno compreso che la battaglia che noi facciamo non è legata alle vecchie logiche: non vogliamo riprodurre il vecchio modello assistenziale ma vogliamo avviare un procedimento virtuoso che consenta al Mezzogiorno, così come scriveva Sturzo, di costruire con le proprie forze il suo futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Lega Nord Padania).
Noi in quest'Assemblea vogliamo costruire questo percorso, vogliamo trovare le alleanze, vogliamo realizzare più che il nostro sogno, una nostra decisa volontà: restituire al Mezzogiorno l'onore che, purtroppo, ha perduto in questi anni con una battaglia forte, che riproponiamo in quest'Aula, alla criminalità organizzata, alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta che sono strumenti di appesantimento che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno.
Dunque, in chiusura del mio intervento, ribadendo a nome del Movimento per l'Autonomia un ringraziamento al Governo, nella persona del sottosegretario Urso che ha seguito i lavori in Commissione, e al presidente della Commissione Gibelli, sottolineo alcune questioni che ritengo possano essere oggetto di un'ulteriore attenta valutazione da parte del Governo e della maggioranza nonché da parte dell'intero Parlamento.
Su alcuni emendamenti che noi abbiamo tenuto in vita ci attendiamo, per queste ragioni, un'attenta considerazione e una valutazione positiva (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo anche per motivare il ritiro del mio emendamento 3-bis.1. Rimane l'argomento delle reti di impresa come argomento politico. Crediamo - e nel passaggio al Senato presenteremo un ordine del giorno a tal fine - che il punto sulle reti di impresa vada migliorato. In particolare, prevediamo la necessità che vi sia un'organizzazione in rete anche come soggetto giuridico unitario nei confronti di terzi e delle imprese.
Oggi le imprese hanno necessità di poter affrontare in termini unitari alcuni costi fissi (quindi gestione di segreterie, rapporti giuridici, eccetera), ma anche di potersi presentare poi assieme, per fare massa critica e quindi consorzi. Pensiamo che oggi forse non siamo arrivati ad un momento per poterlo presentare. Lasciamo un po' come appunto il tema di un migliore rapporto anche nei confronti delle direzioni. In altre parole, nei rapporti tra il Parlamento e il Governo non possiamo, nel corso dell'opera, non sapere mai alla fine e dipendere dall'opinione di un direttore generale. È evidente che la politica, alla fine, deve decidere e su determinate questioni trovare una sintesi.
Pertanto, ritiro giustamente l'emendamento in questione, presenteremo un ordine del giorno e lasciamo però la questione politica sul tappeto.

Pag. 20

Sull'ordine dei lavori (ore 12,35).

PINA PICIERNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINA PICIERNO. Signor Presidente, intervengo per dire che in questi giorni e in queste settimane abbiamo conosciuto nel nostro Paese un grande movimento pacifico, un grande movimento composto da padri, da docenti, da madri che, insieme ai figli e agli studenti, hanno manifestato per la qualità del futuro (Commenti).

PRESIDENTE. È sull'ordine dei lavori? Non potrebbe...

MASSIMO POLLEDRI. Ma brava! Ministro «ombretta»!

PINA PICIERNO. Sull'ordine dei lavori: siccome abbiamo notizie di scontri che stanno avvenendo proprio in questi minuti e in queste ore a piazza Navona e nel resto del Paese, vogliamo chiedere al Governo intanto di riferire immediatamente su quanto sta succedendo e poi di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per abbassare la tensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole. Riferirò al Presidente.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 3-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il mio intervento non vuole smentire il collega Scilipoti, il quale, poiché la salute è un tema a lui molto caro, evidentemente, quando se ne discute, lo carica di enfasi e di una particolare partecipazione tale che probabilmente arriva alla fine ad esprimere pareri, anche se, peraltro, non ha espresso pareri.
In linea di principio siamo sicuramente contrari a questo tipo di nucleare. Stiamo discutendo - e credo che la discussione sia ancora aperta - sulla possibilità di arrivare ad una soluzione di quarta generazione, che assolutamente non crei problemi sul fronte della salute, evidentemente, e su questo potremmo anche confrontarci, fermo restando che gli emendamenti che abbiamo presentato vengano approvati o comunque se ne tenga conto in fase di discussione.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Polledri 3-bis.1.

PRESIDENTE. Ma è già stato ritirato onorevole Raisi.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 3-bis.300.
Ricordo che gli emendamenti Lulli 3-bis.2 e Lulli 3-bis.3 sono stati dichiarati inammissibili.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lulli 3-bis.4.
Ricordo che gli emendamenti Lulli 3-bis.5, Lulli 3-bis.6 e Lulli 3-bis.7 sono stati dichiarati inammissibili.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
485.

Prendo atto che i deputati Castiello, Lovelli, Consiglio e Ruben hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Mazzarella e Misiti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 3-bis.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei intervenire per esprimere soddisfazione per l'accoglimento di questo emendamento da parte del relatore e del Governo. Credo che ciò sia anche il frutto di un lavoro che in Commissione è stato improntato al massimo rispetto, pure in presenza - come vedremo nel seguito dell'esame del provvedimento - di posizioni radicalmente diverse. Da questo punto di vista, vorrei associarmi anch'io a quanto dichiarato dall'onorevole Iannaccone poc'anzi: in Commissione il clima è stato sicuramente costruttivo. Tuttavia, se posso dirlo, vi è stata una difficoltà oggettiva, cioè quella di dover fare i conti il decreto-legge recante la manovra economica del Governo e con i tagli lineari che questo ha prodotto, che consentono difficilmente un confronto di merito, non solo in relazione al contenimento della spesa pubblica, ma anche nell'indirizzare verso opzioni strategiche importanti le risorse della pubblica amministrazione. Credo che questa sia una riflessione che è sotto gli occhi di tutti e che abbiamo toccato con mano in Commissione, anche con le difficoltà che sono state riscontrate, a più riprese, con la valutazione e con il lavoro svolto dalla Commissione bilancio.
Vorrei, tuttavia, svolgere alcune considerazioni in relazione al tema dei distretti industriali e delle reti di impresa. Con l'accoglimento del mio emendamento 3-bis.4, l'articolo 3-bis diviene sostanzialmente un articolo che innova quanto già contenuto nel decreto legge n. 112 del 2008 e che è il frutto di una convergenza di posizioni che sono state registrate su proposte avanzate dall'opposizione e, in particolar modo, dal gruppo del Partito Democratico. A questo proposito, vorrei evidenziare come questo tema, che consegna in mano al Governo una delega importante - che, mi auguro, sia esercitata in tempi non lunghi - sia uno dei punti focali con cui tentare di dare risposte alla crisi che abbiamo davanti, che, per certi aspetti, era già iniziata, ma che sicuramente è aggravata dalla situazione internazionale e dalla crisi partita dagli Stati Uniti d'America.
Noi abbiamo una struttura imprenditoriale ed industriale in gran parte concentrata nei sistemi di piccola impresa che, in questo momento, soffrono in modo particolare, anche se, in realtà, alcuni elementi di eccellenza permangono e consentono delle performance, sul piano dei mercati internazionali, ancora oggi interessanti. Proprio per questo motivo, occorre aiutare con politiche adeguate la riorganizzazione e la ristrutturazione di tutte queste realtà produttive. Se mi posso permettere, credo che il dibattito (che ho appreso anche ieri da Il Sole 24 Ore) sia da guardare con attenzione, ma anche con una certa preoccupazione. Credo, infatti, che dall'articolo in esame e dal dibattito svoltosi in Commissione, ciò che emerge è che sarebbe un errore pensare di intraprendere - così come apprendo dalla stampa economica in questi giorni - un percorso che, in qualche modo, punti ad ingessare i distretti industriali o i sistemiPag. 22produttivi locali in definizioni giuridiche che, a mio avviso, sarebbero disastrose per l'economia del Paese.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANDREA LULLI. Allo stesso modo, il consolidato fiscale - mi permetto di osservare - sarebbe un errore gravissimo e assolutamente ingestibile in questa realtà, mentre credo che sarebbe un fatto molto importante se la norma che qui introduciamo a livello di principio (cioè una sorta di DIT di reti di impresa), trovasse un'applicazione nelle deleghe del Governo nel tempo più breve possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, la Lega Nord Padania voterà a favore sull'emendamento Lulli 3-bis. 4, perché va in due direzioni importanti: la prima è quella di riconoscere, in qualche modo, una fiscalità di rete e la seconda è quella di ricapitalizzare. Devo dire che in questo provvedimento, grazie al relatore e ai contributi delle forze di maggioranza, abbiamo posto molto l'accento sui distretti. Essi sono il vero motore economico di questa nazione. Per troppo tempo si è pensato ai soliti noti: FIAT, ENI e quant'altro. Ci dobbiamo ricordare che l'economia reale, l'economia che «tira la carretta» è l'economia dei distretti e ricordo con orgoglio che essi sono, per l'85 per cento, al nord.
Concludo notando un'interessante convergenza: il presidente D'Alema rinfaccia al Ministro Tremonti di non riconoscere Marx. Ora, voglio ricordare che tutto sommato questo emendamento riconosce sottotraccia un po' la «Tremonti 1» che, tutto sommato, proposta dall'opposizione, ci fa quasi quasi piacere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 3-bis. 4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 513
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato
513).

Prendo atto che il deputato Consiglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto a favore, del resto questo articolo è frutto delle proposte iniziali dell'opposizione. Non voglio fare polemica, però vorrei ricordare che parlare di DIT di reti di impresa è una cosa quasi opposta all'idea del consolidato fiscale di distretto, che, peraltro, lo stesso Tremonti ha cancellato nel decreto-legge n. 112 del 2008, perché si è reso conto che il consolidato fiscale di distretto non è percorribile, proprio soprattutto dalle piccole e piccolissime aziende.
Pertanto, dichiaro il voto a favore con soddisfazione del Partito Democratico e mi auguro ancora una volta che questa delega venga esercitata al più presto. Questo invito è dovuto anche al fatto che in questo provvedimento, come in altri, vi sono tante deleghe e non vorrei che poi, alla fine, il lavoro che attende il Governo mettesse in coda questi aspetti che sono estremamente importanti.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, desidero aggiungere la mia firma all'emendamento che abbiamo appena votato.

Pag. 23

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
511
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Consiglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Vico 5.1, Iannaccone 5.2, Lulli 5.3, Vico 5.4, Iannaccone 5.5 e Vico 5.6, mentre accetta l'emendamento 5.500 del Governo. La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro dei seguenti emendamenti: Iannaccone 5.7, Burtone 5.8, Fallica 5.9, Burtone 5.11, Anna Teresa Formisano 5.10, Iannaccone 5.12, Fallica 5.13, Scilipoti 5.14 e Polledri 5.15.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5.16 e Golfo 5.17 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «Al comma 10, lettera b), in fine, aggiungere le parole: comprese le iniziative produttive a gestione prevalentemente femminile, anche in forma cooperativa».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5.18. La Commissione formula invece un invito al ritiro degli emendamenti Cimadoro 5.19, Lulli 5.20 e 5.21. La Commissione raccomanda infine l'approvazione dei suoi emendamenti 5.300 e 5.301. La Commissione formula infine l'invito al ritiro del subemendamento Vico 0.5.301.1.

PRESIDENTE. IL Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere conforme a quello della Commissione.

LELLA GOLFO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

LELLA GOLFO. Sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5.16.

PRESIDENTE. Le concederò la parola quando arriveremo all'esame dell'emendamento in questione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico 5.1. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, nel caso di questo emendamento, come degli altri, che tendono a modificare particolarmente il comma 3 e il comma 4 dell'articolo in esame, si tratta di proposte di modifica già presentate in Commissione nei nostri lavori abbastanza lunghi ma che riproponiamo in Aula, nella forma semplice: occorre richiamare, in alcuni di questi commi, le ragioni del Mezzogiorno.Pag. 24
Vorrei qui ricordare che, al comma 3, si rende uniforme, su tutto il territorio nazionale, l'applicazione della legge di reindustrializzazione 15 maggio 1989, n. 181, cosa che noi abbiamo condiviso. Desidero, però, segnalare e ricordare a tutti che in passato quella legge ha limitato lo strumento del finanziamento agevolato alle sole regioni dell'obiettivo 1, in aggiunta ai contributi in conto capitale.
In relazione a questa estensione, che abbiamo condiviso, faccio presente che accanto al comma 4 (che nella sostanza novella il ricorso all'Agenzia Invitalia, già ex Sviluppo Italia, in questa stagione di reindustrializzazione che fa il paio con la crisi economica che attraversa l'intero nostro Continente e, quindi, anche il nostro Paese), si richiama nel comma 3 o nel comma 1 piuttosto che nel comma 4 e successivi, il fatto che il Mezzogiorno mantenga un riferimento (come abbiamo convenuto spesso con i colleghi della Lega) nell'ambito dei distretti industriali, delle reti di impresa, delle filiere corte, delle crisi aziendali finali alle stesse reti.
Per le ragioni summenzionate circa il contributo che il Mezzogiorno rende, dal punto di vista della copertura finanziaria, agli indirizzi generali di questo Paese, mi permetto di chiedere al Governo che nel comma 1, piuttosto che nel 4 o nel 3 e, quindi, successivamente sugli emendamenti Iannaccone 5.2 e ai miei 5.4 e 5.6, questo richiamo, se accolto, diventerebbe reciprocamente dovuto ed apprezzato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, siamo d'accordo su questo emendamento, fermo restando il fatto che se si aggiungano le parole «prioritariamente nelle aree del Mezzogiorno» ciò non vada identificato, nella quantificazione, per una percentuale superiore rispetto al nord e che ci sia un indirizzo particolare rispetto a determinare aree ove ci sia un'industrializzazione, magari più qualificata rispetto a queste. Chiedo che non si intervenga nella percentuale di merito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 495
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
242
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Iapicca e Lorenzin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto altresì che i deputati Rosato e Bossa hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo all'emendamento Iannaccone 5.2.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Iannaccone 5.2 non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 510
Astenuti 4
Maggioranza 256
Hanno votato
251
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che ha espresso voto contrario e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lulli 5.3.Pag. 25
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 5.3 non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 5.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 511
Astenuti 3
Maggioranza 256
Hanno votato
250
Hanno votato
no 261).

Passiamo all'emendamento Vico 5.4.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vico 5.4 formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente e desidero chiedere nuovamente al Governo, nel momento in cui si fa un richiamo al Mezzogiorno, se ritenga opportuno accogliere il mio emendamento 5.4 ed i successivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo per chiedere l'apposizione della mia firma su questo emendamento e per chiedere al relatore ed al rappresentante del Governo di valutare l'esatta portata dello stesso.
Infatti, all'interno di tale proposta emendativa è scritto «prevalentemente mirati alla reindustrializzazione del Mezzogiorno». Bisogna tenere conto che parliamo delle aree deboli che hanno bisogno di un intervento, in questo caso di reindustrializzazione. Se vi spaventa la parola «prevalentemente» allora siamo messi veramente bene! Vi prego di riflettere perché è solo scritto, in maniera molto timida, «prevalentemente». Potete accettarlo, altrimenti siamo veramente in presenza di un insopportabile atteggiamento antimeridionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 5.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 519
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
259
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Iannaccone 5.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, volevo sottolineare l'importanza dell'articolo 5, comprendendo anche l'articolo 5-bis, perché in questi articoli si mette realmente mano all'economia reale.
Nei mesi scorsi abbiamo lavorato, perché a ciò ci costringe il nostro debito pubblico e i vincoli internazionali, alla stabilità. Se invece oggi, come stiamo facendo con il provvedimento in esame, vogliamo mettere mano al tema della crescita e dello sviluppo non possiamo non cominciare dall'economia reale. Ma l'economia reale è quell'economia fatta dalle nostre imprese, perché il PIL e l'occupazione sono prodotti dalle imprese e non da altri.
Da questo punto di vista, vorrei segnalare due aspetti importanti. Il primo èPag. 26costituito dal tema, appunto, del riutilizzo di un nuovo impulso delle aree che sono sottoutilizzate o hanno subito una reindustrializzazione, perché abbiamo sicuramente bisogno di una nuova impresa e che si investa, ancora, sull'economia vera e non sulla carta.
Ma volevo sottolineare anche l'attenzione che si è posta al sistema delle piccole imprese, con riferimento anche al sistema degli incentivi. In Commissione abbiamo lavorato e abbiamo proposto, votandolo all'unanimità, un emendamento che prevede che la quota prevalente del sistema degli incentivi vada alle piccole e medie imprese, quelle piccole e medie imprese che sono l'ossatura della nostra economia e che non costituiscono un aspetto di ritardo dell'economia italiana, come si è spesso detto in questi mesi e in questi anni. Sono queste le imprese - le piccole imprese, le imprese familiari - che portano avanti la nostra economia e giustamente si è riconosciuto, contrariamente a quanto spesso si dice ripetendo slogan che non corrispondono alla realtà, che le nostre piccole imprese non innovano e che ad esse sarebbe preclusa l'innovazione. Questo evidentemente non è vero! Nei distretti e nelle nostre piccole imprese vi è tantissima innovazione anche se difficilmente si riesce ad osservarla, sia per mancanza di politiche fiscali adeguate sia perché, di norma, gli incentivi alle imprese vengono preclusi alle piccole imprese per la loro complessità. Infatti, basta pensare anche soltanto alla difficoltà di accedere ai formulari e di riempire i questionari che sono, appunto, impossibili per chi ha una piccola dimensione.
Tuttavia, a chi è di piccola dimensione non è assolutamente preclusa la possibilità di innovare e di fare ricerca, perché se l'innovazione dipende dal capitale umano, è possibile ed è reale anche nella piccola impresa. Non è, quindi, una questione di dimensione ma, invece, di spirito di intrapresa, di amore del nuovo, di capacità di cambiare, di voglia di misurarsi, di una perenne insoddisfazione rispetto ai risultati raggiunti.

LUCA VOLONTÈ. Bravo, bravo!

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RAFFAELLO VIGNALI. Quindi, credo che si possa considerare il provvedimento che oggi stiamo per votare un passo avanti storico per quanto riguarda le politiche industriali italiane. Finalmente, si pone un'attenzione reale alle nostre piccole e medie imprese e si è a loro fianco in un momento di difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Borghesi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi ha rinunciato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, volevo rivolgere un invito ai nostri colleghi parlamentari del sud del Popolo della Libertà: che almeno quando si vota per vicende ed emendamenti che riguardano il Meridione non facciano i pianisti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Unione di Centro)! Solo questo chiedo.
Ci stiamo battendo in questo Parlamento per gli interessi anche del nostro sud, rimasto tagliato fuori da tante cose, ma vorrei che non rimanesse tagliato fuori perché subiamo l'ulteriore truffa del voto non vero in quest'Aula. Almeno i nostri amici meridionali, che io rispetto e che so in quale difficile situazione spesso si trovano quando devono votare, non facciano i pianisti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, l'onorevole Iannaccone, che credo rappresenti degnamente gli interessi delPag. 27Meridione, ha riconosciuto che c'è forse qualcosa di nuovo in questo provvedimento. Quando si parla di federalismo si parla di unificare in qualche modo. Questo articolo, di fatto, chiude, nei limiti del possibile, una stagione di contratti di programma, di accordi di programma che non sono mai stati realizzati e che nulla hanno portato al sud se non qualche furbetto scappato con la cassa il giorno dopo avere ricevuto i benefici.
La Lega non ci sta, signor Presidente, in questa operazione e ricordiamo che molti furbetti venivano dal nord (lo teniamo ben presente), ma magari di sicuro non votavano la Lega, questo lo possiamo dire (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania ). Non votavano la Lega, ma per altri partiti che hanno fatto bene per trent'anni, ma nell'ultima parte, purtroppo, hanno dissipato gran parte delle risorse economiche e oggi i nostri figli nascono con i debiti contratti all'epoca della cosiddetta «società da bere» e quant'altro.
Per rimanere sull'articolo 5 e per tranquillizzare chi ci ascolta, abbiamo messo le basi di un federalismo industriale e cominciato a parlare di aree crisi, ma anche di distretti in crisi.

SANDRA ZAMPA. Guarda di là!

MASSIMO POLLEDRI. I protagonisti del futuro sono i distretti. La protagonista del futuro è e sarà la piccola e media impresa che sta facendo molto bene, sia al sud, sia al nord. Di questa impresa siamo orgogliosi in misura uguale, in misura bipartisan.
Credo di parlare anche a quello che è stato il partito che deriva da una grande tradizione industriale e operaia, il Partito Comunista, che ha avuto il coraggio di fare scelte forti. Oggi ci troviamo, come Paese, a dover rinnegare una prassi degli incentivi, dell'ufficio cui andare a bussare, dell'ufficio a cui portare la pratica, della lunga catena di bolli da andare ad apporre che tanto bene facevano ai portatori dei bolli, ma tanto umiliavano l'intelligenza e la capacità imprenditoriale degli uomini del nord onesti e degli uomini del sud.
Per questo crediamo che in questo provvedimento, come anche il collega Vignali ha avuto modo di dire, si cominci a respirare un'aria nuova.
Quando parlo di federalismo, faccio riferimento a tempi certi. Infatti, federalismo significa avere la possibilità di una risposta certa in tempi brevi. Il cittadino si deve rivolgere al decisore più vicino - possibilmente l'ente locale - e avere anche una risposta negativa. È meglio avere una risposta negativa nel giro di poco tempo piuttosto che aspettare sei mesi o un anno.
Quindi, signor Presidente valuto la presenza di alcuni elementi importanti: si esce dalla logica degli accordi di programma e degli interventi previsti dalla vecchia legge n. 488 del 1992, in qualche modo si cerca di uscire dalle secche e di poter coniugare l'iniziativa privata con il ruolo regolatore degli enti locali.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, per correttezza non voglio entrare nel merito e dare dei giudizi. Tuttavia, vorrei in questo senso sottolineare il lavoro fatto in Commissione. Ho sentito diversi pareri dei colleghi, soprattutto rappresentanti del sud che, correttamente dal loro punto di vista, anche se questa alle volte mi sembra un'Italia che non vuol crescere, hanno fatto le loro giuste istanze.
Però, mi permetto di ricordare che in Commissione sul sud si era ragionato. Lo dico perché c'erano anche i colleghi del Movimento per l'Autonomia con i quali abbiamo fatto un ragionamento insieme anche con i colleghi dell'opposizione. In quella sede si è trovato un punto di equilibrio, tenendo conto anche di alcune istanze che sono state riportate. Allora mi sembra che alcuni dei fautori di queste istanze sui provvedimenti a favore del sud non abbiano seguito i lavori della Commissione e allora posso capire (Commenti dell'onorevole Cera). Però, diventa difficile lavorare in Commissione e poi arrivare in Assemblea e ricominciare daccapo.Pag. 28
Lo dico per chiarezza, perché già è difficile in questo Paese cambiare i vecchi sistemi. Se poi lo si fa con una politica graduale, equilibrata, di buonsenso, lavorando nella Commissione dove si cerca comunque di smussare i contrasti e gli interessi contrapposti che inevitabilmente ci sono e poi si viene in Assemblea e si ritira fuori la demagogia e il piccolo interesse del particolare questo è un Paese che avrà difficoltà a crescere. Lo dico con grande tranquillità, anche perché penso che non sfugga a nessuno che questo provvedimento è molto importante per il rilancio del sistema produttivo del Paese.
Poi si può essere d'accordo, si poteva far meglio, si possono aggiustare alcune parti, per carità, fa parte del dibattito. Però, svilire il dibattito sempre con l'interesse particolare credo che non faccia bene a nessuno. Però, lo ripeto, non voglio entrare nel merito degli emendamenti, il parere lo abbiamo già dato. Dico solamente che il lavoro in Commissione è stato fatto, laddove c'erano delle istanze del sud e sono stati richiesti degli approfondimenti, tali istanze sono state accolte nei limiti dell'equilibrio (dal momento che c'era ovviamente anche chi portava avanti le istanze del nord). Credo che si sia raggiunto un quadro abbastanza equilibrato, attenzione a non stravolgerlo, altrimenti si ricomincia da capo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, peso che sarebbe bene che in quest'aula ci abituassimo a parlare delle cose dando un nome e un significato preciso. Non contesto affatto la scelta della maggioranza e del Governo di non accettare questi emendamenti, che mirano a dare un incentivo - in termini produttivi e non assistenziali - a realtà produttive del Mezzogiorno. Dico che non mi scandalizzo, ma bisognerebbe che si avesse il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Questo Governo sta facendo un gigantesco trasferimento di risorse dal sud al nord, lo fa in mille circostanze per una ragione politica (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Onorevole Scajola, rispetto la ragione politica del Governo e non a caso questa evidentemente è una scelta precisa della maggioranza, ma basta pensare alle risorse per infrastrutture, al progetto in prospettiva di passaggio dei beni demaniali agli enti locali: vediamo dove sono localizzati i beni demaniali italiani e vediamo quanto questo si trasformi in un regalo alle spese del Mezzogiorno.
Amici parlamentari meridionali, fate quello che ritenete opportuno ma è chiaro che nessuno può permettersi di dire che non aveva capito. Qui abbiamo capito bene, è una scelta politica di cui evidentemente poi ciascuno risponderà (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Vi sono ancora alcuni deputati che intendono intervenire, ma voglio preannunziarvi che questo potrebbe essere l'ultimo voto della mattinata, poi l'esame del provvedimento riprenderà alle ore 16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, voglio dire al relatore, il quale ha parlato di interessi particolari, che stiamo parlando dello sviluppo delle aree deboli del Paese, dello sviluppo attraverso il quale la Spagna, la Germania in questi anni sono cresciuti, al contrario dell'Italia. Altro che interessi particolari, questo è l'interesse generale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico )! Se entrasse in testa a tutta la maggioranza e al Governo ne guadagnerebbe il nord, il centro e il sud, invece non vi entra in testa.
All'onorevole Polledri voglio dire: ma si è accorto che abbiamo abolito la legge n. 488 che era esattamente quello che lui ha descritto e che voi avete tenuto in piediPag. 29per cinque anni, costringendo gli imprenditori meridionali a fare l'anticamera presso i vostri uffici (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro)?

MASSIMO POLLEDRI. Al tuo ufficio.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Noi l'abbiamo abolita, prevedendo al suo posto il credito d'imposta, e la prima cosa che avete fatto è stata quella di smontare il credito d'imposta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Siete un Governo e una maggioranza anti-meridionale. Assumetevene tutte le responsabilità, non prendete in giro il Parlamento e il Paese: non potete farlo, non è consentito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Ai colleghi del Movimento per l'Autonomia chiedo come fanno a stare in questa vostra maggioranza, perché si accorgono ogni giorno di più che ogni vostra decisione va contro gli interessi delle aree deboli del Paese. Avete finanziato l'abolizione dell'ICI per le case di lusso al nord con gli investimenti produttivi e le strade provinciali di Sicilia e Calabria; avete smontato il credito d'imposta e oggi volete smontare gli accordi di programma. Quando la finirete? Fino a quando il sud si ribellerà a questa condizione inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)!

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, onorevoli colleghi, capisco che a molti non è ancora chiara la situazione difficile nella quale il nostro Paese si trova...(Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Colleghi!

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. ...e che a molti non è chiaro che non abbiamo una scadenza elettorale la settimana prossima e che in questo Parlamento stiamo portando un provvedimento che abbiamo scelto nella maniera più condivisa con il Parlamento, attraverso il lavoro delle Commissioni parlamentari. Si tratta di un provvedimento complesso e non abbiamo ritenuto di percorrere la via troppe volte abusata, al di là dei Governi che si sono succeduti, quella del ricorso alla fiducia senza discussione nel merito dei provvedimenti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Abbiamo pensato, con spirito di assoluta serenità, che fosse necessario che un provvedimento, che ha a che fare in maniera significativa con lo sviluppo del nostro Paese e che contiene una parte molto importante relativa all'energia per recuperare concorrenza con i nostri partner stranieri, potesse seguire un percorso diverso. Sono molto lieto del lavoro svolto in Commissione parlamentare, che è stata seguita giorno per giorno con la partecipazione dei parlamentari di destra, di centro e di sinistra. In quei lavori parlamentari si è avuta una visione complessiva dei provvedimenti, armonica, che ha consentito che i provvedimenti di legge possano far decollare nei tempi più certi e più brevi tutto ciò che si può fare per il rilancio della nostra economia.
Ebbene, quei provvedimenti che sono stati portati innanzi tengono presente sicuramente le esigenze complessive del Paese e tra queste, a titolo prioritario, del Mezzogiorno d'Italia, perché riteniamo che il Mezzogiorno d'Italia sia la valvola ed il volano, come diciamo da troppi decenni, per il recupero e il rilancio dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ma diciamo anche che dobbiamo tenere presente molto attentamente la realtà nella quale viviamo, e ognuno di questiPag. 30provvedimenti è basato sull'analisi esatta della situazione del mondo industriale nel nostro Paese.
Allora, io capisco che nel nostro Paese troppo spesso siamo abituati a pensare che si voti tutti giorni, ma abbiamo già votato, lo abbiamo fatto quattro mesi fa; c'è un Governo della Repubblica, cerchiamo di utilizzare il tempo che abbiamo in Parlamento per approfondire i temi, non per fare demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Abbiamo bisogno di approfondire i temi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Io mi chiedo perché, se è stato svolto un lavoro proficuo in Commissione in cui tutti i partiti sono stati presenti e hanno lavorato con assoluta intensità ed impegno, all'avvio dell'esame di questo provvedimento in Aula ci debba essere un clima diverso. Io credo - lo dico con grande senso di responsabilità - che la politica con la «p» maiuscola abbia bisogno di produrre, in tempi brevi, provvedimenti chiari e concreti: noi pensiamo che nel suo complesso questo provvedimento abbia tali caratteristiche. Devo anche dire, e mi rivolgo in particolare al capogruppo del Partito Democratico nella Commissione attività produttive, che ho apprezzato per l'impegno da lui profuso insieme ai suoi colleghi, che credo che raramente siano stati recepiti tanti e tanti emendamenti, al di là della provenienza partitica di chi li ha proposti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Pertanto, credo che questo fatto già farebbe meritare un'attenzione diversa al provvedimento, sebbene, evidentemente, vi siano favorevoli e contrari, ma ritengo che verremmo meno allo spirito che abbiamo insieme evocato, lavorando bene in Commissione, se affrontassimo il percorso di questo disegno di legge con atteggiamenti che sono al di fuori dello spirito che abbiamo avuto in tutto il corso dei lavori parlamentari. Ecco perché credo che, al di là delle posizioni legittime di ciascuno, il tono dovrebbe essere diverso. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, ringrazio il relatore per la disponibilità, almeno per quel poco di frequentazione, dovuta ad altri impegni, che ha offerto durante i lavori della Commissione, e credo che l'abbia data anche alla minoranza e non solo io, ma anche i colleghi della minoranza stessa lo possono testimoniare.
Al di là della vicenda dell'esame in Commissione, dove si possono esprimere dei pareri e si può andare anche nel dettaglio del provvedimento, trovo che sia inaccettabile impostare la politica dell'appello in Aula, perché l'Assemblea dovrebbe rappresentare l'Italia tutta, dal nord al sud, dalla Sicilia al Trentino: non può essere rivolto un appello in Aula ai parlamentari della maggioranza o della minoranza che abbiano una certa provenienza. Ciò valga come appello e anche come preghiera, sia se fatta dai colleghi della Lega sia da quelli dell'opposizione o della Sicilia in particolare (considerata la questione in esame), perché è sicuramente inaccettabile rispetto ad un Parlamento che dovrebbe licenziare provvedimenti che valgano su tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, io colgo la parte propositiva e dialogante dell'intervento del Ministro Scajola e la parte, altrettanto dialogante, del relatore del provvedimento. Vorrei però che ci rendessimo conto delle condizioni, delle situazioni e degli eventi che hanno preceduto l'approdo in Aula di questo provvedimento; vi sono state altre decisioni del Governo, approvate dal Parlamento,Pag. 31che hanno sottratto importanti e decisive risorse per lo sviluppo del Mezzogiorno.
È questa la situazione nella quale ci troviamo ed è questa la ragione per la quale noi ci permettiamo di insistere, al di là dello sforzo compiuto dal sottosegretario Urso, che ho riconosciuto. Infatti, quando passeremo all'esame dell'articolo 5-bis, si vedrà l'impronta decisiva, determinante e significativa che il Movimento per l'Autonomia ha impresso a questo provvedimento, con il consenso del Governo, del Popolo della Libertà e dell'opposizione. Ringrazio l'opposizione, perché evidentemente la maggioranza ha un dovere di solidarietà, che va al di là del merito delle questioni. Nel mio intervento ho dato atto della grande apertura che c'è stata e del lavoro che è stato sviluppato dalla Commissione.
Ho ringraziato anche il presidente Gibelli per l'opera di mediazione svolta, ma ho altresì detto che occorre dare un segnale ulteriore, nell'interesse non solo della maggioranza e del Governo, ma di tutti. Infatti, quando diciamo che risolvere la questione meridionale significa dare un grande contributo allo sviluppo del Paese, anche di quelle aree del nord che marciano ad una velocità notevolmente superiore rispetto alle aree meridionali, riteniamo di dire una cosa ovvia, scontata, sulla quale dovremmo essere d'accordo tutti.
Noi ci siamo permessi di dire in Commissione, al relatore, al presidente e al rappresentante del Governo, che per noi erano importanti altre due questioni. La prima questione è relativa agli accordi di programma. A breve sarà votato l'emendamento 5.5 da noi proposto, che prevede la prevalenza degli interventi nei territori del Mezzogiorno. Sono d'accordo con l'onorevole D'Antoni che, quando si dice «prevalentemente», non si quantifica, ma si esprime un indirizzo, che può anche non essere tradotto nei fatti, però significa prestare attenzione.
La seconda questione riguarda l'articolo 31, perché il Mezzogiorno ha bisogno di innovazione e di ricerca, che ci sia un sostegno alla ricerca per un apparato produttivo che è già debole. Abbiamo detto che questi due erano per noi i punti importanti e nel mio intervento sul complesso degli emendamenti, quando il Ministro ancora non era in Aula, avevo evidenziato che noi del Movimento per l'Autonomia aspettavamo dal Governo un ulteriore segnale di attenzione.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la prego di concludere.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Vorrei sottrarre questa disputa al confronto tra schieramenti, che non ci appassiona. Noi stiamo bene all'interno di questa maggioranza: hic manebimus optime. Poi, se devo accontentare qualcuno, aggiungo «almeno per il momento», ossia almeno fino a quando ci sarà consentito di stare all'interno di questa maggioranza con onore, difendendo la nostra dignità e la nostra responsabilità, che abbiamo assunto di fronte agli elettori e alle popolazioni meridionali.
Nessuno ci può chiedere nulla di più rispetto a quello che siamo disponibili a dare. Quindi, sono questi i punti rispetto ai quali, per quanto ci riguarda, ci sottrarremo ad una logica. Non vogliamo creare un vecchio contrasto nord-sud, che sarebbe sbagliato. Lo dico a tutti, maggioranza e opposizione, parlamentari del nord e del sud (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, ho l'impressione che si sia trovata l'occasione della discussione di questi emendamenti per aprire una questione politica - lo ha fatto, in particolare, il presidente Casini, seguito dal comizio del collega D'Antoni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) - che credo non sia opportuno strumentalizzare.Pag. 32
Siamo in una realtà complessa dal punto di vista economico, dal punto di vista della finanza pubblica, dal punto di vista dei problemi del Mezzogiorno d'Italia, e credo che tutto si possa fare tranne che addossare la responsabilità ad una parte politica, senza rendersi conto che i problemi del Mezzogiorno riguardano decenni e decenni passati, che i problemi della finanza pubblica riguardano decenni passati e così via.
Questo cosa comporta? Comporta che non si può addebitare a chi ha governato in Italia meno del centrosinistra in generale negli anni passati una responsabilità di tipo politico sulla situazione di fatto. Il presidente Casini ha posto una questione politica importante, ma alla quale, con grande determinazione, rispondiamo che ciò non risponde al vero.
Per una ragione semplice, presidente Casini: non risponde al vero, perché non esiste un Governo a trazione settentrionale egoista nei confronti del Mezzogiorno. La prova sta nel primo atto di questo Governo: qual è stato il primo decreto approvato nel primo Consiglio dei ministri?
Quello per risolvere l'emergenza dei rifiuti in Campania (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e per evitare che la grande capitale del sud fosse rovinata nella sua immagine in tutto il mondo da quella realtà che ci avete lasciato voi in eredità, perché avete governato voi quella realtà per tanti anni.

GABRIELE CIMADORO. Questo è un altro comizio, Bocchino (Commenti del deputato Ciccanti)!

MAURIZIO BIANCONI. Stai zitto!

ITALO BOCCHINO. Scusa, siamo nel Parlamento della Repubblica italiana. Per parlare si chiede la parola e dopo si interviene. Non puoi interloquire così. Almeno le regole, per cortesia!
Chi è che ci ha lasciato quella responsabilità e con quali soldi siamo intervenuti con il decreto rifiuti? Con i soldi di tutta Italia, altro che atto di egoismo! È stato un atto di altruismo a favore di Napoli e della Campania.
Da chi sono pagati i militari che devono andare a difendere le discariche e i cantieri dei termovalorizzatori? Sono pagati dai contribuenti di tutta Italia, atto di altruismo e non di egoismo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
E come abbiamo tolto i rifiuti dalle strade? Chiedendo ai governatori del nord Italia di prendere nelle loro regioni, nelle discariche del nord, i rifiuti del sud; cosa che potevano rifiutarsi di fare e hanno accettato per grande senso di responsabilità nei confronti del Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Come si fa a dire, se questo è il primo atto... Signor Presidente, mi scusi...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi scusi, siamo nel Parlamento.

PRESIDENTE. Ha ragione. Prego, onorevole Bocchino, prosegua. Colleghi, vi prego!

ITALO BOCCHINO. Basta l'etimologia della parola Parlamento per far comprendere che credo vi sia un diritto che lei deve far rispettare. Capisco che vi diano fastidio queste cose; lo comprendo, perché sono la prova dell'esatto contrario.
Stiamo governando un Paese con i conti pubblici che ci avete lasciato, piaccia o non piaccia. Vogliamo parlare di un'altra necessità? Aver dovuto stanziare dei fondi per un'altra grande città del centro-sud, Roma, per coprire i debiti e il buco di bilancio che qualcuno che non siede tra questi banchi dell'emiciclo parlamentare ci ha lasciato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 33
È stato un atto di egoismo del Governo a trazione settentrionale o un grande atto di altruismo nei confronti di chi ha lasciato debiti nella capitale d'Italia (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Collega Bocchino, prosegua, per cortesia.

ITALO BOCCHINO. Voi rappresentate il simbolo di questo fallimento, del fallimento del governo del territorio del centro-sud. A Roma avete perso perché avete fallito nel governo del territorio; in Campania siete ai minimi storici perché avete fallito nel governo del territorio.
Questa è la verità! Andate a vedere, dopo le elezioni, i risultati elettorali. Vi comunichiamo che, dopo le elezioni politiche, si è votato in Sicilia: andate a vedere i risultati elettorali. Si è votato alle comunali in Sicilia: andate a vedere cosa è successo.
Avete avuto delle percentuali dimezzate rispetto al già non splendido dato nazionale. Se il sud ha fatto questa scelta con forza, alle politiche, alle regionali siciliane, significa che ha scelto da che parte stare e percepisce che non c'è un Governo a trazione settentrionale, ma un Governo impegnato a difendere il ruolo della grande capitale dai debiti che qualcuno ha lasciato, a difendere il ruolo e le bellezze che sono vetrina in tutto il mondo di Napoli dai disastri che voi ci avete lasciato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Ci avete lasciato il disastro dei rifiuti, migliaia di assunzioni per una raccolta differenziata che non avete realizzato, debiti su debiti, la peggiore sanità d'Italia per indebitamento e «migrazione sanitaria» (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, deve concludere.

ITALO BOCCHINO. Concludo, signor Presidente, se mi lasciano parlare. La verità è che voi per il sud volete i soldi per realizzare sprechi e assistenzialismo. Noi, invece, vogliamo risorse rivolte per l'investimento, per la crescita, per liberarlo da questo carcere dell'assistenzialismo nel quale voi volete tenere il Mezzogiorno per continuare a controllare le coscienze dei meridionali che vogliono essere liberi da queste vostre logiche, che sono ormai ottocentesche (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Bocchino che mi ha preceduto, che ha parlato, praticamente, da leghista (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Tuttavia, volevo ringraziare prima di tutti l'onorevole Casini, del quale penso di poter vantare l'amicizia, e con il quale saprò come sdebitarmi per questo intervento. L'onorevole Casini mi ha dato una lezione di tattica politica eccezionale: ha tentato in maniera apodittica, indimostrata e indimostrabile, di fare delle affermazioni in grado di incunearsi tra il Popolo della Libertà e la Lega. Rassicuro tutti, potete fare e dire qualsiasi cosa, il Popolo della Libertà e Lega sono saldi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Piuttosto che sia chiaro a tutti che la Lega, non come il partito che siede accanto alla destra dell'onorevole Casini, ha un unico indirizzo politico che è uguale al nord, come al sud. Certo che questo è un Governo a trazione del nord (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori), ma non a trazione del nord nel senso che è ricattato dai partiti del nord. Noi riteniamo che ci siano due meccanismi di approccio al sud: o gli si dà il pesce o gli si fornisce la rete. Finora abbiamo preso dei soldi e li abbiamo buttati per comprare i voti del sud affinché venissero aPag. 34Roma dei rappresentanti a ricattare chi produce al nord; questa è la realtà.
Noi non abbiamo intenzione di continuare a fornire miliardi di miliardi per i rifiuti in Campania adoperati esclusivamente a fini di clientela, senza che ci sia un magistrato solerte che vada a rilevare, non dico le responsabilità dei pubblici amministratori del sud che sono chiare quanto una casa, ma quelle della camorra che una Commissione di questa Camera ha dichiarato esistere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questo è il problema: dobbiamo garantire al sud più Stato, dobbiamo far sì che un imprenditore del sud si rivolga a una banca e abbia lo stesso trattamento di un imprenditore del nord.
Libero Grassi non fu ucciso dalla mafia, ma venne ucciso dalla Stato, un anno dopo, quando gli si fecero fallire le aziende perché i «vicini» capirono che non comandava lo Stato, ma comandava la mafia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lì lo Stato doveva intervenire. Noi dobbiamo andare lì a riappropriarci del territorio come sta facendo il Ministro Maroni. Il territorio italiano appartiene all'Italia sia esso al nord, che al sud (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
È evidente che questo discorso è apprezzato al nord, come al sud. Non siamo come quelli che copiano i nostri manifesti al nord e poi fanno un discorso diverso al sud e solo per evitare ogni questione di carattere polemico, non faccio la stessa mossa politica, che è di una elementarietà grande quanto una casa. Sappiamo, infatti, che proprio nel centrosinistra ci sono state promesse non mantenute e che hanno portato a casa i soldi dei rimborsi elettorali, come abbiamo sentito la settimana scorsa essere avvenuto fra la sinistra estrema e quella «media».
Noi, e concludo, tra i truffatori e i truffati stiamo dalla parte dei truffati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, Ministro Scajola, lei ha fatto riferimento alla demagogia. Io la inviterei a chiedersi sulla base di cosa è nato questo nostro dibattito. È nato addirittura dalla umile richiesta di un deputato del sud, rivolto ai colleghi della maggioranza del sud, di non prestarsi alla pratica del doppio voto per respingere alcuni emendamenti che l'opposizione sta cercando legittimamente di far approvare - lei potrà considerarla un'azione demagogica -, emendamenti che, come ha spiegato benissimo il presidente Casini, cercano di invertire la tendenza, seguita da questa maggioranza non solo sul provvedimento in esame, di spostare risorse dal sud al nord.
Lei parla di demagogia, ma a me dispiace che non abbia avuto la possibilità di ascoltare - era distratto dai colleghi Cota e Urso - le straordinarie parole del collega Bocchino a proposito di demagogia, perché perlomeno noi siamo entrati nel merito e abbiamo cercato di spiegare le nostre proposte, e lei sa che il lavoro svolto in Commissione - lo ha anche riconosciuto - è un lavoro minuzioso per cercare di portare avanti le proposte che noi riteniamo giuste. Lei non ha avuto modo di ascoltare, a proposito di demagogia, le parole espresse dal capogruppo, anzi dal vice capogruppo, del partito di cui lei fa parte. Forse quella verve da tribuno che ha dimostrato in quel momento probabilmente l'avrebbe avuta un po' meno forte. Infatti della demagogia c'è stata, riversando dentro quest'Aula aspetti che non c'entrano assolutamente nulla con il merito della discussione e servono semplicemente al fatto che evidentemente anche dentro la maggioranza sussiste qualche problemino a difendere determinate cause.Pag. 35
Allora le offro un suggerimento, se mi consente, e anche con grande umiltà. Quando lei si alza e ci intima di non essere demagoghi, si ricordi che l'approvazione di un provvedimento si porta a casa anche con i numeri. Nella precedente votazione, signor Ministro dello sviluppo economico, è stato respinto un emendamento dell'opposizione per un voto, e la ragione per cui si è alzato un collega per chiedere ai colleghi del sud di non votare per due è perché, se non si fosse proceduto come si procede da giorni anzi da settimane in questa Aula attraverso i voti doppi per garantire l'approvazione degli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), lei oggi quell'interpretazione da tribuno (che ci addita come demagoghi) non potrebbe permettersela. Infatti, per l'ennesima volta, come accade ormai ogni settimana, sareste andati sotto, in minoranza, ma questa volta non solo per distrazione, bensì perché qualche collega del sud probabilmente non si sarebbe prestato a fare quello che è stato fatto durante la votazione precedente, durante la quale per un voto siete riusciti a non andare in minoranza.
Ho assistito - non faccio nomi perché non sono abituato a questo - alla violenza fatta a un deputato per farlo passare alla fila sopra perché vi erano tre tessere libere, altrimenti non sarebbero bastati i voti. Questa non è demagogia. Questo è rispetto, visto che il collega Bocchino ci richiama al rispetto delle regole del Parlamento. Le dico un'ultima cosa. Lei ha offerto una rappresentazione - per carità la ringraziamo - secondo la quale dovremmo bearci del fatto che in un'occasione, da quando abbiamo iniziato la legislatura, il Governo dimostra collaborazione con l'opposizione, dialoga con l'opposizione. Signor Ministro, questa è la misura della degenerazione che è ormai dentro di voi, per cui ritenete che quella che dovrebbe essere norma (che è rispettata grazie a noi, considerato che sapete perfettamente che potete andare avanti in quanto vi garantiamo il numero legale perché è anche un nostro dovere) per voi è un'eccezione di cui dovremmo ringraziarvi. Questo è il livello di degenerazione, caro onorevole Bocchino, al quale siamo arrivati, nel modo in cui voi interpretate il vostro ruolo qui dentro, anche nel rispetto dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà (Commenti).

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente - posso parlare perché l'intervento del Ministro ha riaperto la possibilità di intervenire -, sono rimasto molto colpito, onorevole Scajola, dal suo intervento per una ragione semplice, perché (e credo che in questo abbia ragione il collega Giachetti il quale solleva un problema reale) qui c'è un delirio di onnipotenza che ormai sta diventando una costante (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Lei ci ha in qualche modo rimproverato che se non facciamo i «bravi» il Governo pone la fiducia come nel 90 per cento degli altri provvedimenti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
È questo che ha detto, c'è il resoconto stenografico a documentarlo: «Avremmo potuto mettere la fiducia e non l'abbiamo messa». Noi dobbiamo ringraziarla della sua benevolenza di non aver posto la questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori): questo è l'esproprio sistematico del Parlamento. Non solo, onorevole Scajola - probabilmente si è dimenticato -, lei ha detto: quattro mesi fa avete perso le elezioni. Ma cosa c'entra? Cosa c'entra il fatto che quattro mesi fa si sono perse le elezioni? Stiamo parlando dei cosiddetti fondi Fas: vorrei capire, nel concreto dei fondi Fas, che cosa lei ha risposto.
Nell'emendamento Iannaccone 5.5 è prevista la possibile riserva di destinazione di questi fondi al Mezzogiorno d'Italia.Pag. 36Abbiamo parlato dei rifiuti di Napoli, della Lega, dei rapporti all'interno della maggioranza e il tutto per non rispondere nel merito alle questioni che anche gli amici del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia hanno sollevato. Dunque questo che cosa significa (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)? È questo un modo normale di procedere in Parlamento? Dà fastidio che qualcuno chieda: «Perché non mettiamo una destinazione di riserva al fondo Fas per il Mezzogiorno?» È solo questo che chiediamo! Non credo che non meritassimo una risposta nel merito.
Onorevole Bocchino, anche se il Governo che ha preceduto quello attuale non comprendeva il mio partito, perché noi non l'abbiamo mai sostenuto come lei sa, le vorrei dire che tutte le evocazioni che lei ha fatto, a partire dalla questione dei rifiuti di Napoli, non c'entravano niente. Evidentemente sono una risposta all'inquietudine non nostra, che siamo opposizione, ma di quei parlamentari del Mezzogiorno che, giorno dopo giorno, vedono che lei fa un discorso - come ha detto l'onorevole e amico Brigandì - da leghista. Questo è il punto (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Urso. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, colleghi, a nome del Governo e del Ministro Scajola, vorrei chiedere al collega Iannaccone e al collega Lo Monte di riformulare l'emendamento 5.5 da loro presentato, nel senso seguente: «Dopo il comma 3 aggiungere il seguente: 3-bis. Gli accordi di programma di cui al comma 1 devono...

ANTONIO BORGHESI. Non è lui che può farlo!

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Lo stiamo riformulando, siamo disponibili ad una riformulazione.

PRESIDENTE. Quello che sta facendo il sottosegretario Urso è un invito.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. È un invito anche all'Assemblea, ovviamente, oltre che ai colleghi che l'hanno presentato a riformulare l'emendamento Iannaccone 5.5 che ne accolga la sostanza, nel modo seguente: «Dopo il comma 3 aggiungere il seguente: 3-bis. Gli accordi di programma di cui al comma 1 devono prevedere, tra gli altri, interventi al fine di: promuovere iniziative di riqualificazione delle aree interessate da complesse situazioni di crisi con impatti significativi per la politica industriale nazionale» così come già scritto e, di seguito, si potrebbe utilizzare la formula già utilizzata nell'articolo 5-bis, sempre recependo l'emendamento dei colleghi parlamentari, «con particolare riferimento agli interventi da realizzare nei territori ricadenti nelle aree individuate dall'obiettivo convergenza di cui al Regolamento CE n. 1083/2006, del Consiglio del 11 luglio 2006», in pratica quelli dell'obiettivo 1. Accogliamo ovviamente la sostanza dell'emendamento e, in particolare, la lettera b), per intenderci.

PRESIDENTE. Se sono rose fioriranno. Ha chiesto di parlare il relatore, l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, data l'ora - e la fame non aiuta, perché ho sentito anche diversi interventi sopra le righe - il suggerimento che propongo, vista la necessità di valutare la proposta, è di sospendere i lavori (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico) tornando sulla questione subito dopo la pausa pranzo, anche perché avremo modo di capire se la proposta avanzata trovi quel consenso che era stato raggiunto in Commissione.

PRESIDENTE. Non è possibile rinviare perché siamo in fase di dichiarazione di voto su un emendamento e non è dunque possibile rinviare il voto.

Pag. 37

ENZO RAISI, Relatore. Rinviare al Comitato dei nove, signor Presidente.

PRESIDENTE. Intende proporre un accantonamento dell'emendamento in esame?

ENZO RAISI, Relatore. Scusi, signor Presidente, mi sembrava dato per scontato che, essendo il relatore, mi riferivo a quello, se poi vuole che rimanga agli atti, possiamo dirlo esplicitamente. Anche perché mi sembrava che il rapporto in Commissione, il dialogo anche con i colleghi del Movimento per l'Autonomia fosse di altro tono. Ho capito che sono subentrati altri problemi e cercheremo di risolverli, spero, con il medesimo equilibrio dimostrato in Commissione e, forse, non in Aula.

PRESIDENTE. Se ho ben inteso vi è una richiesta di compiere un passaggio nel Comitato dei nove, anche alla luce dell'invito del Governo. Pertanto, se non vi sono obiezioni, informalmente dico ai colleghi che la seduta potrebbe essere sospesa per riprendere alle ore 15 (Proteste dei deputati dei gruppi Partito democratico e Unione di Centro )...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che sia opportuno stare a quello che prevede il nostro Regolamento e quindi far pronunciare sull'invito del Governo di riformulare l'emendamento i colleghi che lo hanno presentato e a quel punto votare, per poi sospendere la seduta di questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ho chiesto la parola per dire la stessa cosa, perché mi sembra assolutamente improponibile un altro procedimento. Il collega Iannaccone o il collega Lo Monte dirà se accetta la riformulazione e, in caso affermativo, si voterà, pacificamente e correttamente, un emendamento con la riformulazione proposta da parte del Governo.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per aderire alle richieste appena avanzate. Mi pare assolutamente irrituale la richiesta di sospendere la seduta. Vi è un emendamento, eravamo già in fase di dichiarazione di voto, il Governo ha fatto una proposta di riformulazione: non vedo cosa vi sia da riportare al Comitato dei nove. Pertanto, anche il gruppo dell'Italia dei Valori chiede che si proceda con il voto, sentita la valutazione del proponente sulla riformulazione dell'emendamento.

PRESIDENTE. Non sfugge ai colleghi che sono intervenuti che vi è stata, sostanzialmente, una proposta di accantonamento da parte del relatore (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, chiedo formalmente di accantonare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Vi sono obiezioni sulla proposta di accantonamento?

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vi sono obiezioni anche perché le cose non si cambiano interpretandole in corso d'opera. Non è stato chiesto l'accantonamento e siccome dovremmo essere persone serie e comportarci seriamente, adesso siamo nella fase in cui, terminate le dichiarazioni di voto, si doveva passare al voto, tant'è che lei ha cercato un artificio per sospendere la seduta, sapendo che il Regolamento non le permette di farlo perché siamo in fase di votazione.
Quindi, per quanto ci riguarda, siamo contrari a qualunque rinvio: ognuno si assuma la responsabilità anche dell'essere o del non essere in aula e si voti. Noi siamo qua.

PRESIDENTE. Se il richiamo alla serietà era riferito a lei ben venga, però le dico che posso tranquillamente prendere atto dell'opposizione alla richiesta di accantonamento, ...(Commenti). Chiedo scusa: se vi è una riformulazione...

LUISA BOSSA. Ma è venuta dopo!

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, se è così, allora su ogni provvedimento e su ogni articolo ricominciamo da capo e mi pare una contraddizione in termini. Prima il presidente Gibelli - e io sostengo quanto ha affermato - ha detto che abbiamo fatto un lavoro in Commissione, sviscerando tutto quello che c'era da accantonare e da rivedere. Se vi sono novità in Aula, non è possibile che su ogni articolo si accantoni o si riunisca il Comitato dei nove, altrimenti non si finirebbe più l'esame del provvedimento.

PRESIDENTE. Grazie collega. Allora facciamo le cose in maniera un po' più tranquilla: sospendiamo per cinque minuti la seduta (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)... viene chiarita la proposta di riformulazione, che può fornire adesso il Governo, se è già stata predisposta.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Scusi signor Presidente, non capisco neanche quest'ultima fase della nostra discussione. Io personalmente - come sa, non sono esperto come lei in Regolamenti - sto ancora attendendo che i presentatori dell'emendamento accettino o meno la riformulazione, per poi alla fine di questo procedimento votare. Non vi è un'altra fase in cui si riscrive la riformulazione proposta dal Governo o si possono sospendere i lavori e tornare in Commissione: su che cosa?
Ci è stato detto che si sono fatti discorsi demagogici: non mi interessa nemmeno questo. Vorrei che si potesse procedere al voto sull'emendamento in esame. Si chiede troppo? Lo chiedo al Ministro Scajola: si chiede troppo se si vuole votare l'emendamento in esame? Mi sembra il minimo consentito in un Parlamento, anche per dare chiarezza al Ministro Scajola sulle reali intenzioni dell'Aula rispetto ad un argomento di cui si è discusso (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

ARTURO IANNACCONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, credo che nel nostro intervento abbiamo illustrato con chiarezza la nostra posizione, che è quella di tentare di introdurre all'interno di questo provvedimento alcuni elementi significativi, che ci consentano di dare un ulteriore contributo alla crescita del Mezzogiorno.
Com'è legittimo che avvenga nelle dinamiche parlamentari, si sono creati un confronto ed una dialettica tra le posizioni della maggioranza e dell'opposizione. APag. 39noi interessa camminare con coerenza e con fermezza su un percorso che abbiamo tracciato anche in Commissione.
Vorrei ribadire che il Movimento per l'Autonomia non è venuto assolutamente meno ad un accordo che era stato fatto in Commissione. Abbiamo accettato la riformulazione - ringrazio nuovamente il sottosegretario e i colleghi per quella riformulazione che fa riferimento all'articolo 5-bis - che rappresentava già un forte passo, nella direzione da noi indicata, per evitare di intervenire su ogni emendamento all'interno della Commissione e per accelerare i lavori. Comunque, tutti erano al corrente che vi erano delle questioni che andavano ulteriormente approfondite, come è emerso dalla discussione ed anche dall'intervento che ho svolto per illustrare il complesso delle proposte emendative.
Detto francamente, a me non interessa portare a casa un risultato modesto: a me interessa tentare di recuperare con il Governo e all'interno della Commissione un rapporto che ci consenta di uscire a testa alta, non per quanto riguarda il Movimento per l'Autonomia, ma nel dare risposte ai territori meridionali, quelli del Mezzogiorno e dell'obiettivo 1 (definiamoli come vogliamo), sapendo che dare una risposta a quei territori significa dare una risposta ai problemi dell'intero Paese. Pertanto, se ciò dovesse consentirci, al di là delle procedure regolamentari, all'interno del Comitato dei nove, di riaprire un ragionamento che, partendo dall'emendamento in oggetto, ci consenta di affrontare anche altre questioni che ci stanno a cuore, ben venga. Altrimenti, accettiamo la riformulazione, così com'è stata presentata dal Governo, sia pure a malincuore, perché non comprende per intero quello che era lo spirito del nostro emendamento. È evidente che, ai fini della filosofia della nostra azione parlamentare ed in Commissione, è preferibile che si ritorni in sede di Comitato dei nove per verificare come su alcune questioni sia possibile riprendere una traccia comune.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, mi deve dire se accetta o non accetta la riformulazione.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, ho detto con chiarezza che se non è possibile percorrere l'altra strada, accetto la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Alla luce di questo, il testo dell'emendamento, come riformulato, deve passare al vaglio del Comitato dei nove per l'espressione del parere.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il nostro gruppo fa proprio l'emendamento Iannaccone 5.5, nella formulazione originaria, e chiediamo che si passi ai voti.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, l'emendamento in oggetto non è stato ritirato e, quindi, non può farlo proprio.
La proposta di riformulazione avanzata dal Governo ai presentatori dell'emendamento Iannaccone 5.5 consiste nell'espunzione delle lettere a) e c), nonché alla lettera b) nella sostituzione delle parole: «nazionale in particolare nel Mezzogiorno», con le seguenti: «con particolare riferimento agli interventi da realizzare nei territori ricadenti nelle aree individuate dall'obiettivo Convergenza di cui al Regolamento CE n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006».
Questa è la riformulazione. Onorevole Borghesi, lei non può far proprio l'emendamento nel testo originario. Sottosegretario Urso, le chiedo conferma del testo della riformulazione.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Lo confermo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, quale è il parere della Commissione sull'emendamento Iannaccone 5.5, nel testo riformulato?

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ENZO RAISI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole, signor Presidente.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo soltanto riuscire a capire cosa stiamo votando: sostanzialmente, stiamo votando per parti separate, espungendo la parte originaria (Commenti)? Sto facendo semplicemente una domanda: dal momento che si parla di espungere alcune parti, si possono espungere alcune parti anche votando per parti separate e, quindi, volevo sapere qual è la procedura esatta di votazione.

PRESIDENTE. Vi è solo una ulteriore correzione che prevede la sostituzione delle parole «in particolare nel Mezzogiorno» (dopo la parola «nazionale»), con le parole «con particolare riferimento...» eccetera, secondo quanto è stato esposto in precedenza. Non si tratta di una richiesta di votazione per parti separate, vi è stata una proposta di riformulazione di un emendamento. Il primo firmatario ha detto che accetta la riformulazione proposta dal Governo e il relatore ha espresso parere favorevole. Si può quindi mettere in votazione l'emendamento nel testo riformulato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, desidero sottoscrivere l'emendamento Iannaccone 5.5, nel testo riformulato, annunciando il voto favorevole del gruppo e apprezzando che un sinonimo di Mezzogiorno sia, ovviamente, la Convergenza.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, vorrei che lei leggesse l'intera riformulazione, perché non si è capito cosa viene espunto e cosa viene inserito.

PRESIDENTE. Ai suoi ordini! La proposta di riformulazione dell'emendamento Iannaccone 5.5, avanzata dal Governo, consiste nella espunzione delle lettere a) e c), nonché sulla modifica della lettera b), e questo ce lo siamo già detti prima. Il testo della proposta emendativa, pertanto, risulta il seguente: «Dopo il comma 3 aggiungere il seguente: 3-bis. Gli accordi di programma di cui al comma 1 devono prevedere, tra gli altri, interventi al fine di promuovere iniziative di riqualificazione delle aree interessate da complesse situazioni di crisi con impatti significativi per la politica industriale nazionale con particolare riferimento agli interventi da realizzare nei territori ricadenti nelle aree individuate dall'obiettivo Convergenza di cui al Regolamento CE n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006».
Sottosegretario Urso, la riformulazione è corretta?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è d'accordo e che l'onorevole Iannaccone accetta la riformulazione proposta.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5.5, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 508
Astenuti 12
Maggioranza 255
Hanno votato
454
Hanno votato
no 54).

Pag. 41

Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Il seguito dell'esame è rinviato alle ore 16, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,07).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, rapidamente volevo intervenire, sto parlando, ci sto provando (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, non privatevi di ascoltare l'onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, so che lei è particolarmente lieto che io possa intervenire, ma si tratta di una cosa rapidissima: volevo intervenire in sostegno di quanto dichiarato dalla collega Picierno, perché la manifestazione che si è tenuta oggi, a piazza Navona, ha comportato incidenti con feriti anche di un certo rilievo. Ci sono stati scontri e, nella fattispecie, alcuni studenti che stavano sulla piazza sono stati aggrediti da studenti - così riportano le agenzie - extra-parlamentari di destra, in particolare facenti riferimento a Blocco studentesco e a Casa Pound, che sono notoriamente movimenti di destra estrema. Signor Presidente, la mia richiesta è che il Governo possa venire a riferire su quanto è accaduto, non tanto perché il singolo episodio debba rappresentare qualcosa di grave per quel che è, ma perché potrebbe rappresentare qualcosa di grave per quel che rischia di divenire. È comunque grave che siano stati aggrediti studenti inermi che stavano con le mani alzate e che non stavano facendo assolutamente nulla. Da alcune testimonianze, signor Presidente, emerge anche - ovviamente ciò va verificato e per questo vogliamo essere rassicurati dal Ministro - che c'è stata una certa timidezza o tiepidezza, da parte delle forze dell'ordine, ad intervenire per interrompere le aggressioni di questi studenti. Poiché sappiamo come le cose possano avere un'escalation, forse avere immediatamente una risposta da parte del Governo che ci tranquillizzi sugli ordini impartiti alla polizia e contemporaneamente ci spieghi cosa è successo e come è potuto accadere che una camionetta con dentro persone armate di mazze sia entrata a piazza Navona e come costoro abbiano picchiato con caschi, bottiglie e mazze alcuni studenti, credo sia di interesse, per oggi e soprattutto per il futuro.

PRESIDENTE. Ricordo che la richiesta è già stata sottoposta all'attenzione del Governo.

BEATRICE LORENZIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, approfitto della sensibilità mostrata nell'intervento dall'onorevole Giachetti per rivolgere all'Aula un appello dal punto di vista politico. I fatti di piazza Navona che hanno visto oggi - come apprendiamo dalle agenzie - il ferimento anche di alcuni esponenti delle forze dell'ordine, richiamano un clima che è stato fortemente alimentato, in questi giorni, tra gli studenti italiani e tra le loro famiglie. Si tratta di un clima che sicuramente non è quello di un dibattito sereno sui contenuti nel merito delle questioni. Credo che, forse, tutta l'Aula dovrebbe interrogarsi sulla necessità di riportare il tono della discussione politica nei termini dei contenuti all'interno del progetto formativo offerto dal Governo. Abbassare i toni, onorevole Giachetti, può esser la cosa migliore - e chi di noi ha frequentato le piazze lo sa - proprio per evitare epiloghi come quelli di oggi.

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente vorrei dire all'onorevole Lorenzin che la maggioranza ha appena convertito in legge un decreto-legge con l'Italia in rivolta. E saremmo stati noi ad alzare i toni? Avete chiuso occhi, orecchie, bocca ed avete convertito un decreto-legge senza ascoltare l'Italia e noi avremmo alzato i toni? Siete surreali!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente sulla questione sollevata anche dall'onorevole Concia, che potrebbe anche avere il buon gusto di ascoltare quando un collega vuole rispondere con argomenti a modo, come d'altronde l'onorevole Giachetti, visto che entrambi hanno sollevato il dibattito per poi andare a pranzo...scusa Giachetti non ti avevo visto, ritiro quello che ho detto...

PRESIDENTE. Se volete trasferirvi fuori, magari prendete anche un caffè!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Per carità, signor Presidente, il Parlamento va rispettato costantemente. Del richiamo dell'onorevole Lorenzin al rispetto dei toni e delle regole vorrei sottolineare il primo aspetto. Il decreto-legge oggi convertito al Senato è stato approvato dal Parlamento repubblicano, secondo le sue procedure costituzionali, con la più ampia discussione pubblica che si sia tenuta, negli ultimi mesi, nel Paese. Ciò con una contrapposizione di tesi e di argomenti - nella stampa, nella televisione, ovunque - che danno il senso di una democrazia funzionante e che ha anche rispettato le dimostrazioni di piazza tenutesi ovunque, anche laddove si è talvolta violata la legalità, occupando luoghi destinati allo studio per destinarle ad altri scopi.
Nell'ambito di tutto questo, signor Presidente, gli organi di informazione pubblica, non svolgendo il loro servizio pubblico, hanno cercato di amplificare un fenomeno che vedeva coinvolte alcune decine di migliaia di persone, facendolo diventare un fenomeno di massa, di milioni di persone che si mobilitano contro un Governo usurpatore che si permette di approvare una legge che non piace ad alcuni.
Vorrei richiamare tutti, ma veramente tutti, al rispetto dei valori della Carta costituzionale che stabiliscono che le regole e la centralità del Parlamento vanno innanzitutto rispettati da chi ne fa parte! Accusare il Parlamento di aver approvato una legge contro il Paese è innanzitutto una falsità sul piano costituzionale! Onorevoli colleghi, oggi il Ministro Scajola, in quest'Aula, ha richiamato tutti alla gravità della situazione del Paese.
La verità innanzitutto! La verità innanzitutto! Non si fa un omaggio alla verità ed alle istituzioni se si cerca di aizzare, anche in quest'Aula, il dibattito e di portarlo sul piano dello scontro. Sa, signor Presidente, quanto mi accalori sulla politica, ma chiedo a tutti quelli che si accalorano che abbiano come primo obiettivo la verità delle loro posizioni e la realtà nei confronti delle istituzioni repubblicane.

PRESIDENTE. Magari, dopo la sospensione!

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, intervengo solo perché resti traccia del mio intervento nel verbale di seduta. Mi associo alle questioni qui poste per una richiesta di chiarimento.
Quando si invita ad abbassare i toni, signor Presidente, bisognerebbe fare attenzione perché - lo dico senza spirito polemico - questo è l'unico Paese, in Europa, dove si può invocare la celere, e smentire, trenta secondi dopo, un nastro registrato ed essere presi sul serio.Pag. 43
Invito alla temperanza verso l'alto perché non si può fare una predica alle studentesse e agli studenti e autorettificarsi ogni dieci minuti, senza un senso minimo di ciò che si sta dicendo. Parliamo di nastri registrati e di televisione che hanno cancellato. Si è usata la parola ansia per cancellare il malessere sociale. Si sono cancellati maestre e maestri moderati dei mondi più diversi dalla rappresentazione televisiva. Lo dico perché non bisogna abusare. Questo genera un malessere profondo!
I dati dell'Autorità di garanzia hanno dimostrato qualcosa che, in un certo senso, non accade in Europa, signor Presidente, in ordine alla rappresentazione televisiva di queste vicende. Il continuare ad esagerare è pericoloso. Le chiederei di acquisirlo agli atti del dibattito, così come le risposte che darà il Ministro - mi auguro in modo sereno - perché questo è il tema.
In un'interessante intervista l'ex Presidente della Repubblica, Cossiga, che tratto con rispetto e non liquido con battute da osteria, come fanno alcuni, ha affermato qualche giorno fa: «Temo infiltrazioni nei cortei. Temo disordini provocati come accadde ai miei tempi, temo che accadrà l'irreparabile» e anzi aggiunge che «in certe stagioni lo promuovevamo e lo organizzavamo». Non so di cosa parli. È sicuramente persona informata dei fatti.
Mi auguro che l'attuale Ministro non ascolti chi continua a buttare benzina, dovunque esso sia, e con molta serietà riferisca in quest'Aula di ciò che sta accadendo e della tutela e della protezione che deve essere data anche a genitori, studenti e insegnanti, molti dei quali miti, moderati e pacati e che vorrebbero continuare a poter manifestare la loro opposizione di merito senza essere aggrediti, insultati e anche oscurati, politicamente e mediaticamente. Chiedo, anche per loro, un grande rispetto, che sinora è mancato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 15,05.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro della difesa.

(Iniziative per la messa in sicurezza della direttrice internazionale del Gran San Bernardo, con particolare riferimento alla realizzazione della variante di Étroubles - n. 3-00205)

PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00205, concernente iniziative per la messa in sicurezza della direttrice internazionale del Gran San Bernardo, con particolare riferimento alla realizzazione della variante di Étroubles (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Ministro, la recente tragedia del pullman di tifosi juventini diretti allo Stadio Olimpico di Torino, che si è schiantato nel comune di Étroubles in Valle d'Aosta con un tragico bilancio di 2 morti e 26 feriti nello stesso punto in cui già in passato si erano verificati altri incidenti mortali, ha riproposto drammaticamente la questione della sicurezza sulla direttrice internazionale del Gran San Bernardo, una questione di cui si discute da ormai troppi anni.
Qualche passo importante è stato recentemente compiuto, a partire dalla legge finanziaria per il 2007: sia nel contratto di programma 2007 tra Ministero delle infrastrutturePag. 44e dei trasporti e ANAS, sia nel piano di investimenti ANAS per il 2008 è stato inserito l'intervento in questione. Ma alla vigilia dell'appalto, ANAS ha comunicato che occorreva adeguare la progettazione alla direttiva comunitaria 2004/54/CE. Ciò ha suscitato, non le nascondo, nuove e motivate preoccupazioni nella comunità di Étroubles in cui - ricordo - è situato il punto più critico.
Chiediamo quindi al Governo, e chiediamo a lei, quali passi si intendano compiere per la definitiva messa in sicurezza di quel tratto della direttrice internazionale del Gran San Bernardo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nel contratto di programma stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'ANAS Spa per il 2008 è stato programmato e finanziato l'intervento relativo ai lavori di sistemazione tra Étroubles e l'ingresso dell'autostrada per il traforo del Gran San Bernardo, variante agli abitati dal chilometro 15+180 al chilometro 18+700, primo stralcio, per un importo di oltre 128 milioni di euro.
Per quanto attiene alla variante Saint Oyen-Étroubles è in corso di appalto il primo lotto, che consentirà di evitare l'attraversamento dell'abitato, mentre per il secondo lotto, che prevede la variante di Étroubles, è stata avviata la relativa progettazione, a cui seguirà l'appalto previa acquisizione dei pareri ed autorizzazioni di legge. Tali interventi contribuiranno alla messa in sicurezza dell'opera.
Per quanto riguarda l'incidente registratosi il 21 ottobre scorso, al quale fa riferimento l'onorevole Nicco, purtroppo questo deve ascriversi al mancato rispetto dei limiti di velocità sul tratto stradale in questione, che sono imposti in 30 chilometri orari per i mezzi pesanti e in 50 chilometri orari per le autovetture, in un tratto individuato come centro abitato. Al fine di individuare un immediato intervento atto a porre soluzione al problema di viabilità sul tratto stradale in questione, l'ANAS ha comunque consigliato ai responsabili del comune competente territorialmente un intervento che prevede la posa in opera di un sistema di rilevazione della velocità collegato ad un impianto semaforico posto in corrispondenza degli attraversamenti pedonali, che attiva il rosso al superamento della soglia di velocità definita critica.

PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di replicare per due minuti.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Ringrazio il Ministro per la sua risposta. Siamo ovviamente a conoscenza degli interventi a breve termine. Prendiamo atto dell'impegno ad una rapida revisione progettuale del secondo lotto, che auspichiamo sia discussa e concordata anche con la comunità interessata. Essenziale è che i lavori del primo lotto siano raccordabili alla realizzazione del secondo, e che l'intera variante mantenga una fisionomia unitaria così com'era stata concepita sin dall'inizio.
Chiediamo ovviamente che siano individuate e messe a bilancio rapidamente le risorse necessarie per completare l'opera. Sono ormai trenta anni che quella comunità attende, ma nel frattempo è proprio in quel tratto, nel comune di Étroubles, che si sono verificati ben trentaquattro incidenti gravi con quattro morti, prima della tragedia che è stata ricordata.
Gli abitanti di quel borgo, signor Ministro, non possono continuare a vivere nel timore che uno dei tanti TIR che transitano in quel luogo invece di seguire i tornanti situati all'imbocco del paese si infilino, come è già successo, direttamente nella borgata. Ringrazio, comunque, il Ministro per l'impegno.

(Misure per il finanziamento della realizzazione dell'autostrada Nuova Romea - n. 3-00206)

PRESIDENTE. L'onorevole Martella ha facoltà di illustrare l'interrogazione BersaniPag. 45n. 3-00206, concernente misure per il finanziamento della realizzazione dell'autostrada Nuova Romea (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ANDREA MARTELLA. Signor Ministro, il nostro giudizio sulle politiche del Governo nel settore delle infrastrutture è un giudizio negativo, come abbiamo avuto occasione di dire in altri momenti. Nonostante i molti annunci ed i lunghi elenchi di opere non ci sono investimenti pubblici, anzi vi sono tagli che colpiranno l'intero sistema infrastrutturale.
I cantieri rischiano di chiudere per mancanza di fondi e c'è solo un grande cantiere davvero aperto, quello delle parole e delle proposte per trovare risorse rivolgendosi ogni giorno alla Banca europea per gli investimenti, alla Cassa depositi e prestiti o alle risorse private. Ma ciò è ancor più grave in un momento come quello attuale, nel quale sarebbe necessario investire in infrastrutture per sostenere lo sviluppo del nostro Paese.
Questa situazione rischia di pregiudicare molte opere, tra cui la Nuova Romea di cui oggi parliamo.

PRESIDENTE. Onorevole Martella, deve concludere.

ANDREA MARTELLA. Non mi voglio dilungare sulla necessità e sulla vicenda complessa di quest'opera, ma oggi vogliamo chiedere a lei, signor Ministro, considerati gli impegni assunti nel passato e i ritardi oggettivi - e concludo, signor Presidente -, quali sono gli interventi che il Governo intende assumere concretamente per il finanziamento e la realizzazione di quest'opera importantissima.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nonostante le parole dell'interrogante all'inizio del suo intervento sono lieto di poter dire che la realizzazione della Nuova Romea da Ravenna a Mestre è, come noto, già compresa nel primo programma delle infrastrutture strategiche ed è stata inserita nel collegato infrastrutture al DPEF per gli anni 2009-2013, confermando quindi in maniera definitiva l'opera tra le priorità identificate dal Governo.
Per quanto riguarda le iniziative e l'impegno di ANAS per il tracciato della strada Romea in questione, si fa presente che questa è ricompresa nel più vasto progetto Orte-Mestre di cui alla proposta presentata dal promotore, gruppo Gefip Holding SA, che è stato dichiarato di pubblico interesse dall'ANAS nel dicembre del 2007. Attraverso tale dichiarazione di pubblico interesse un aspirante promotore ha tuttavia presentato ricorso al TAR del Lazio, che lo ha accolto il 18 giugno 2008. Al riguardo, proprio recentemente l'ANAS e il gruppo hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato avverso la richiamata sentenza del tribunale amministrativo, e pertanto solo all'esito del contenzioso sarà possibile riavviare la procedura per l'approvazione del progetto preliminare ai fini della necessaria sottoposizione al CIPE, che delibererà anche in merito al contributo richiesto dal promotore.
Per quanto attiene quindi alle condizioni della strada Romea e agli interventi per la sua messa in sicurezza, l'ANAS ha fatto conoscere di essersi impegnata ad investire oltre 28 milioni di euro per gli interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza della statale in questione, in gran parte aggiuntivi ai programmi stabiliti. Tale impegno, assunto con i rappresentanti degli enti locali, fa seguito ad un sopralluogo congiunto effettuato lo scorso 19 settembre.
In tale occasione sono stati individuati gli interventi da attivare nel corso del 2008 per circa 12 milioni di euro, che riguarderanno la pavimentazione con asfalto ad alta aderenza, l'installazione di nuove barriere di sicurezza, l'integrazione della segnaletica verticale anche con pannelli a messaggio variabile e l'installazione di puntuali sistemi di controllo della velocità.Pag. 46
Nell'anno 2009 saranno eseguiti due interventi di pavimentazione già previsti nella programmazione per gli anni 2007-2011 per un investimento complessivo di circa 3,3 milioni di euro, e inoltre ventiquattro interventi aggiuntivi per un importo complessivo di oltre 13 milioni di euro per l'eliminazione dei punti più critici dell'arteria e per la realizzazione di otto-nove rotatorie sulla Romea (che si aggiungono a quella di Casalborsetti, ormai in fase di ultimazione), più una serie di interventi minori volti a consentire i controlli sul rispetto dei limiti di velocità ed il divieto di sorpasso, nonché il fermo dei veicoli da parte della polizia stradale e degli altri organi competenti.
La gran parte degli interventi sarà ultimata nell'estate 2009.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. L'ANAS comunque conferma che il suo impegno, in accordo con le istituzioni locali, riguarda l'intero tracciato della Romea.

PRESIDENTE. L'onorevole Albonetti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GABRIELE ALBONETTI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringraziamo per la risposta anche dettagliata, ma in essa non vi sono le uniche parole utile a capire se è possibile superare un'impasse che dura da anni. La Nuova Romea è da anni nei programmi, nei DPEF, ma le parole che in questo caso contano, quelle che fanno la differenza fra le promesse e i fatti, riguardano l'impegno che il Governo, fin dal disegno di legge finanziaria, già in discussione in Parlamento, deve prendere con uno stanziamento di risorse adeguate per fare ripartire questa procedura. Queste risorse non ci sono, non vengono stanziate, né sul programma delle infrastrutture né, tanto meno, in relazione alla Nuova Romea (denominata anche E55).
Le ricordo che in questo caso non esistono altri ostacoli: quello della Nuova Romea è, infatti, uno di quei casi in cui non si può attribuire la responsabilità dei ritardi al sistema delle regioni e degli enti locali che hanno da tempo provveduto a risolvere i problemi territoriali, hanno approvato tutti il tracciato e l'opera è stata inserita con massima priorità nelle intese fra le regioni e il Governo firmate nell'estate scorsa e, come lei stesso ha ricordato, c'è anche più di un soggetto privato che ha avanzato candidature e progetti per cofinanziare e realizzare l'opera.
Signor Ministro, qui c'è da fare una cosa sola: mettere le risorse di parte pubblica per realizzare l'opera, anche per stralci, su un programma pluriennale. Questo occorre fare e da un Governo che si presenta spesso, in termini propagandistici, come il Governo del fare noi ci aspettiamo una cosa sola: che faccia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

(Valutazioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in merito alle attività della Compagnia aerea italiana (CAI) con riferimento alla trattativa su Alitalia - n. 3-00207)

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-00207, concernente valutazioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in merito alle attività della Compagnia aerea italiana (CAI) con riferimento alla trattativa su Alitalia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor Ministro, abbiamo presentato questa interrogazione in quanto il 28 ottobre si è riunita l'assemblea di CAI che ha deliberato l'aumento di capitale per 1 miliardo 100 milioni di euro e che doveva firmare gli accordi per l'acquisto di Alitalia. Tuttavia, la firma per l'acquisto non è avvenuta, in quanto è stata subordinata al fatto che si concludano alcune situazioni, fra le quali l'accordo con i sindacati, soprattutto quelli dei piloti, la situazionePag. 47delle licenze e quella ancora in piedi con l'Unione europea dei 300 milioni di euro di prestito. Sappiamo che il 31 ottobre è la scadenza che il commissario Fantozzi ha definito senza deroghe né proroghe per la firma e, inoltre, che la liquidità di Alitalia sarà verosimilmente finita alla fine di novembre.
Data questa situazione drammatica, chiedo di conoscere quale sia la posizione del Governo e cosa intenda fare.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nella giornata di ieri, come ha ricordato l'interrogante, l'assemblea degli azionisti di CAI ha deliberato l'adozione dello statuto, il passaggio della società dalla forma a responsabilità limitata a quella di società per azioni, la nomina del consiglio di amministrazione, composto da quindici membri, la scelta del partner europeo entro il 30 novembre e, soprattutto, un aumento di capitale di 1,1 miliardi di euro con il versamento delle quote da parte di tutti i soci.
Nella giornata di venerdì prossimo, inoltre, oltre ad attribuire deleghe e poteri, il consiglio di amministrazione delibererà l'offerta vincolante al commissario Fantozzi rispettando ampiamente il termine di scadenza del 15 novembre.
L'offerta rimarrà sospesa in attesa delle decisioni della Commissione europea, che dovrebbero pervenire entro il 12 novembre, e dell'Antitrust. L'ENAC informa che, per quanto concerne due prerequisiti essenziali per l'operatività della nuova compagnia, il 23 e 24 ottobre sono state presentate, da parte di CAI, le domande per il rilascio del certificato di operatore aereo e della licenza aeronautica. In merito alle preoccupazioni dell'interrogante, sull'eventuale mancato accordo con i sindacati, l'incontro tra CAI e le organizzazioni sindacali è attualmente in corso e, quindi, ogni prudenza è necessaria.
Va in ogni caso rilevato che gli accordi raggiunti con tutte le sigle sindacali alcuni giorni fa saranno rispettati e, anche nelle ipotesi che qualche sigla sindacale non firmasse l'accordo, è intenzione di CAI di procedere, comunque, alla definizione dei nuovi contratti, naturalmente con l'appoggio delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Da ultimo, per quanto concerne la sollecitazione alla liberalizzazione dei diritti di traffico, è appena il caso di sottolineare che tali diritti costituiscono un patrimonio nazionale, che va tutelato anche attraverso un'attenta valutazione di un eventuale cambiamento di regime.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor Ministro, sicuramente due parole che lei ha pronunciato, prudenza, per quanto riguarda i sindacati, e sospensione, per quanto riguarda l'offerta, sono già molto preoccupanti di per sé.
Sappiamo che il nostro Paese ha certamente tantissimi problemi, crisi finanziaria ed economica, ma tra questi problemi c'è sicuramente l'Alitalia, che doveva rappresentare la bandiera, l'italianità. Peraltro, ieri abbiamo ascoltato il presidente di SEA, Bonomi, dire che il piano Felice non risolve i problemi e, quindi, tutta questa italianità, così tanto decantata, indubbiamente viene meno.
Il problema principale è che, a fronte di una situazione come quella di Alitalia, con scadenze di qualche giorno, non di mesi o di anni, non c'è ancora una soluzione. Ci sono ancora in piedi quei 300 milioni su cui la Comunità europea deve ancora decidere, che sono stati presi, per essere buttati nel fondo perduto di Alitalia, dalle piccole e medie imprese e dal fondo sociale.
C'è una difficoltà a capire effettivamente quale sarà il futuro della compagnia, ma anche dei dipendenti, a fronte di una difficoltà che passa anche attraverso gli ammortizzatori sociali, che, per le discussioni che svolgiamo in Aula in questi giorni, sappiamo non avere coperture tali da garantire la tranquillità.Pag. 48
Infine, credo che anche l'emendamento presentato dalla Lega, da parte del deputato Crosio, che è stato tolto, sia la dimostrazione di quanto il futuro sia veramente incerto. Pertanto, credo che, a questo punto, non si tratta di essere soddisfatti o meno rispetto alla risposta del Ministro, seppur tecnicamente puntuale e precisa.
Per quanto ci riguarda, non siamo né soddisfatti né insoddisfatti, ma preoccupati, perché i debiti di questa società, di quelli che hanno contratto i debiti in questa società, verranno spalmati su tutti gli italiani. È su questo che il Governo deve impegnarsi, pertanto siamo estremamente preoccupati per quello che succederà e perché i debiti, come dicevo prima, saranno pagati sempre dagli italiani.

(Attività programmate dal Ministero della difesa per le celebrazioni del 4 novembre e del 90 anniversario della fine della Prima guerra mondiale - n. 3-00202)

PRESIDENTE. L'onorevole Cicu ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00202, concernente attività programmate dal Ministero della difesa per le celebrazioni del 4 novembre e del 90 anniversario della fine della prima guerra mondiale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor Ministro, il 4 novembre 2008 ricorre il 90 anniversario della fine della Prima guerra mondiale, ricorrenza di altissimo valore morale, civile e militare, nonché una delle più significative per la storia nazionale.
Il 4 novembre è una ricorrenza riconosciuta come «Anniversario della Vittoria», come «Giorno dell'Unità nazionale» e come «Giornata delle Forze Armate».
L'articolo 1, comma 4, della legge 7 marzo 2001, n. 78, prevede, in particolare, che nella citata ricorrenza sia promossa la riflessione storica sulla prima guerra mondiale e sul suo significato.
Rientra nei compiti del Ministero della difesa quello di organizzare una serie di eventi all'interno ed all'esterno delle strutture militari, con appositi programmi, iniziative e manifestazioni nelle principali città, mostre, altre attività culturali, nonché cerimonie militari nelle maggiori città e nei luoghi maggiormente significativi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SALVATORE CICU. Chiediamo, quindi, a lei, signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per dare concreta attuazione all'ordine del giorno n. 9/1386/142, quale testimonianza del rilevante significato simbolico che assumono le predette celebrazioni.
Vorrei, signor Presidente, semplicemente ricordare che l'ultimo reduce della grande guerra, Delfino Borroni, se ne è andato la scorsa domenica a 110 anni.

PRESIDENTE. Il Ministro della difesa, Ignazio La Russa, ha facoltà di rispondere.

IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Signor Presidente, ringrazio l'interrogante. Mi scuso per il ritardo, ma vengo proprio dal rito funebre officiato in memoria dell'ultimo dei reduci della Grande guerra.
Alla domanda posso rispondere in forma molto chiara. Abbiamo pensato per questa grande occasione (che cade nella ricorrenza della giornata dell'unità nazionale, oltre che giornata delle Forze armate), di promuovere, avendo come comitato d'onore un comitato appositamente costituito da tutti gli ex ministri e aperto alla presenza, come ospiti d'onore, dei Presidenti emeriti della Repubblica, un programma che coinvolgesse le Forze armate nelle città, esattamente per dare concretezza a quel nuovo sentimento presente nei cittadini, che vedono ormai nelle Forze armate un presidio di libertà e di sicurezza e una garanzia delle istituzioni democratiche.
Per questo, in venti città d'Italia, dopo che il 4 vi saranno le tradizionali ed importantissime cerimonie presso l'AltarePag. 49della patria, a Redipuglia, a Vittorio Veneto, con il Presidente della Repubblica, il giorno 9 novembre, domenica (a Roma e a Milano partono già il giorno 8), vi saranno nelle piazze o in luoghi delle città incontri tra le Forze armate ed i cittadini, con l'esibizione della loro qualità di addestramento, con le bande militari, con mostre statiche e storiche ed altre iniziative promosse in accordo con i venti sindaci delle venti città, una per regione.
La celebrazione si concluderà a Roma, sempre il 9, nel pomeriggio, in piazza del Popolo, con un'ulteriore manifestazione in cui confluiranno le quattro bande delle Forze armate per un loro concerto, e poi ci sarà un concerto conclusivo del maestro Bocelli.
Vi sarà anche la presenza, oltre che di filmati - abbiamo fatto appositamente un bellissimo, a mio giudizio, spot di due minuti, un minuto e 30 secondi - anche di tutti gli atleti militari che hanno partecipato alle Olimpiadi e vi sarà la forte partecipazione non soltanto dei cittadini, ma anche dei giovani.
Agli studenti abbiamo dedicato un programma nelle scuole, per cercare di far comprendere come questa data glorifichi coloro che hanno dato la vita per la pace, ma anche per la libertà e l'indipendenza della loro patria.
Fu proprio nelle trincee del 1915-1918, dove si incontrarono ragazzi dai cento dialetti, che nacque veramente l'unità nazionale; fu un'esperienza drammatica, piena di sacrifici, di morte e di lutti. Fu anche qualcosa che mai più dovrà ritornare nel mondo, ma fu anche l'occasione in cui giovani diedero la vita per difendere la loro famiglia, la loro terra e la loro patria. A loro va il nostro deferente ricordo e il nostro grazie imperituro.

PRESIDENTE. L'onorevole Cicu, ha facoltà di replicare.

SALVATORE CICU. Grazie, signor Ministro. Siamo pienamente soddisfatti della sua risposta e crediamo fortemente che i valori che lei ha richiamato facciano parte sicuramente della nostra storia, ma siano più che mai attuali, più che mai vivi.
Crediamo fortemente, peraltro, che questo evento possa realizzare un'altra condizione: far sentire la nostra più viva attenzione nei confronti delle Forze armate, di coloro che oggi, nel mondo, rappresentano per noi un simbolo concreto per la difesa di valori e, soprattutto, di identità.
Noi viviamo fortemente quell'unità nazionale che lei ha richiamato, anche, e soprattutto, grazie ai nostri valorosi e generosi uomini impegnati sempre di più nella difesa e nella garanzia di questo processo di pace. Il coinvolgimento dei giovani e delle scuole ha, quindi, un significato particolare, quello che tutti noi vogliamo si realizzi nel momento in cui questa integrazione si compie: una vera informazione su ciò che i nostri soldati compiono. Il nostro ringraziamento va a loro, anche nel ricordo delle vittime delle operazioni di pace che continuamente ci trasferiscono un messaggio: non si può essere eroi, se gli eroi non vengono compresi dal popolo, dal Paese. Anche nell'alternanza dei diversi Governi, quindi, si realizza in maniera esclusiva un solo messaggio: le nostre Forze armate oggi sono sempre più credibili e autorevoli nel mondo. Grazie, pertanto, per questa importante manifestazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative del Governo in merito a presunti rapporti con clan camorristici da parte di un rappresentante dell'Esecutivo - n. 3-00203)

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-00203, concernente iniziative del Governo in merito a presunti rapporti con clan camorristici da parte di un rappresentante dell'Esecutivo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), che ha testé sottoscritto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, onorevole Ministro, sappiamo tutti che l'autore del libro Gomorra, Roberto Saviano, ha deciso di lasciare l'Italia perchéPag. 50minacciato di morte, in quanto ha avuto il coraggio di denunciare lo strapotere dei clan malavitosi napoletani. Contemporaneamente, molti esponenti politici, tra cui tutta l'Italia dei Valori, è intervenuta a difesa dello scrittore solidarizzando con lui. Nello stesso tempo, un articolo su un famoso settimanale, L'espresso, ha denunciato che un esponente del vostro Governo ha delle collusioni con questa malavita organizzata e che un pentito eccellente, Dario De Simone, avrebbe addirittura stretto rapporti durante la sua latitanza con il vostro esponente politico; tutto questo è stato confermato da cinque pentiti. Con questa interrogazione l'Italia dei Valori chiede al Governo cosa intenda fare per accertare i fatti denunciati, per difendere la rispettabilità e l'onorabilità delle istituzioni, e cosa intenda intraprendere per evitare che le infiltrazioni della malavita entrino nelle stanze del potere.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Governo intende, innanzitutto, ribadire il proprio impegno per garantire l'incolumità di Roberto Saviano. Dopo le gravi minacce subite, il Ministro dell'interno, nei giorni scorsi, ha dichiarato che lo Stato garantisce allo scrittore il massimo livello della protezione possibile. Il Governo auspica, inoltre, che Saviano desista dall'intenzione di lasciare il nostro Paese. Venendo al merito delle questioni, credo non possa essere, in alcun modo, messo in dubbio il forte impegno che il Governo ha profuso, sin dal suo insediamento, nella lotta alla criminalità organizzata e alla camorra in particolare: a partire dalla fine del mese di maggio sono stati adottati due decreti-legge, due disegni di legge e due schemi di decreto legislativo. Il Governo ha, inoltre, inteso adottare diverse importanti norme dirette a contrastare il degrado urbano e l'illegalità diffusa, fenomeni che minano le fondamenta della convivenza civile. Né minore è stato l'impegno sul piano della concreta azione amministrativa: da lunedì 4 agosto i militari sono impegnati a presidiare i siti obiettivi sensibili, unità di personale militare, inoltre, sono state impiegate in compiti di perlustrazione e pattugliamento del territorio a disposizione dei prefetti di Napoli e Caserta. Per far fronte alla recente recrudescenza criminale, il 20 settembre scorso, il Ministro dell'interno ha deciso l'invio di 402 unità di personale altamente qualificato delle diverse forze di polizia e un maggiore supporto alle strutture investigative. Infine, nel settembre decorso, una vasta operazione di polizia ha portato al sequestro di beni immobili e mobili per un valore di oltre dieci milioni di euro. Il Ministro dell'interno, poi, ha già riferito, nella audizione del 7 ottobre scorso, al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sull'articolazione dei gruppi camorristici. Il Ministro Maroni continua a seguire costantemente l'evoluzione della situazione, e allo scopo, si recherà nella giornata di domani presso la prefettura di Caserta. Il Governo ha, quindi, fatto, e farà, la sua parte, convinto che ci sarà il concorso della parte onesta della comunità locale, che è la stragrande maggioranza.
Quanto alla specifica questione sollevata, relativa a dichiarazioni che avrebbero coinvolto un esponente del Governo, la procura della Repubblica di Napoli, Direzione distrettuale antimafia, segnala che le vicende narrate dai collaboratori di giustizia casertani alle quali l'interrogazione parlamentare fa riferimento, già oggetto di illecita propalazione sulla stampa, costituiscono materia di indagini preliminari in corso, i cui sviluppi sono coperti da segreto. Il Governo ritiene che tali illegittime propalazioni siano un fenomeno grave. La tutela del segreto istruttorio è un bene prezioso, la cui violazione rappresenta una minaccia per la credibilità delle istituzioni e per l'efficacia delle azioni investigative delle forze dell'ordine e della magistratura. In ogni caso l'esponente politico cui sembra riferirsi l'interrogante - mi si permetta di osservare che è unaPag. 51singolare tecnica quella di non citare il nome della persone interessata - a sua tutela, l'onorevole Cosentino...

FABIO EVANGELISTI. È notorio!

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. ...ha dichiarato, in un'intervista a La Stampa del 23 ottobre 2008, di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Per questi motivi il Governo ritiene di aver finora assicurato tutte le iniziative necessarie per il contrasto della criminalità organizzata e per la difesa della rispettabilità delle istituzioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano, ha facoltà di replicare.

ANTONIO PALAGIANO. Onorevole Ministro, non basta garantire l'incolumità di Saviano e - la prego - non continui a fare spot televisivi. In questo caso, stiamo parlando di cose davvero molto serie. Ritengo che non sia accettabile che lei dica che è più importante che siano trapelate le notizie anziché che vi sia un esponente del Governo con un sospetto così grave. Forse non sono stato chiaro, o forse non sono stato in grado di trasmettere la gravità dei fatti, e lei non è stato né esaustivo né convincente, quindi non siamo soddisfatti. Qui c'è di mezzo la rispettabilità delle istituzioni, quelle istituzioni di cui anche lei fa parte, signor Ministro. Qui c'è di mezzo l'esempio che tutti noi dobbiamo dare a questo Paese. C'è di mezzo il rispetto delle vittime, dei caduti della mafia, della camorra e di tutte le organizzazioni malavitose. Qui non c'entra la destra e la sinistra. Qui c'è un'altra divisione che dobbiamo stabilire, tra le persone perbene e quelli che delinquono, tra le persone che rispettano la legge e quelli che invece sono alleati della camorra. Questa è la vera distinzione, per cui io mi sarei aspettato da lei o un invito al vostro esponente politico di dimettersi, almeno in attesa che venga fatta chiarezza, o un provvedimento più drastico. Per decenza e per decoro ci saremmo aspettati queste azioni da voi. Non è possibile, signor Ministro, che vengano avanzati dubbi sulla moralità e sul rispetto della legge da parte di un uomo delle istituzioni che ha giurato sulla Repubblica e che dovrebbe essere, per definizione, un servitore dello Stato. Stiamo chiedendo al Governo di difendere il principio della legalità e dell'onorabilità delle istituzioni, nel rispetto dei cittadini italiani, e continueremo a farlo, noi dell'Italia dei Valori, finché non avremo risposte chiare, precise e definitive (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

(Problematiche ambientali relative al trasferimento di rifiuti provenienti dalla regione Campania presso gli stabilimenti dell'azienda Agrofert di Isola della Scala (VR) - n. 3-00204)

PRESIDENTE. L'onorevole Montagnoli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00204, concernente problematiche ambientali relative al trasferimento di rifiuti provenienti dalla regione Campania presso gli stabilimenti dell'azienda Agrofert di Isola della Scala (VR) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, signor Ministro da notizie riportate sulla stampa abbiamo appreso che circa 600 di tonnellate di rifiuti verranno trasferiti all'azienda Agrofert, a Isola della Scala in provincia di Verona. Già da maggio più di 130 tonnellate di rifiuti sono stati trasferiti a questa industria che fa attività di trattamento di rifiuti fertilizzanti. Questo è un problema sicuramente importante per noi, anche compreso dalla stampa, e che rappresenta un business finanziario in quanto la società campana Igiene urbana Srl trasferisce ad un'azienda intermediaria 200 euro a tonnellata, la quale azienda poi versa all'azienda veronese Agrofert circa 77 euro per tonnellata. Il primo interrogativo che ci poniamo riguarda questi 123 euro di differenza a tonnellata. Lungi da noi l'intenzione di giudicare l'attività dell'azienda, ma quelloPag. 52che sta succedendo nel comune di Isola della Scala sicuramente provoca dei problemi di tipo ambientale (ad esempio cattivi odori) e dunque una enorme problematica vissuta dalla popolazione. Chiediamo pertanto al Ministro quali iniziative intenda prendere per la salvaguardia ambientale e anche per le verifiche delle attività finanziarie nell'ambito della citata attività.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, con riferimento a quanto prospettato, innanzitutto si precisa che il materiale proveniente dal territorio della regione Campania recapitato presso lo stabilimento Agrofert, in località Isola della Scala nella provincia di Verona, non può essere qualificato come rifiuto «tal quale», cioè come rifiuto urbano quale risulta dalla raccolta effettuata dai soggetti gestori del relativo servizio. Si tratta, piuttosto, della frazione umida contraddistinta dal codice CER (catalogo europeo dei rifiuti) 200108 proveniente dalla raccolta differenziata dei comuni della regione Campania.
L'attività di valorizzazione delle frazioni umide provenienti dalla raccolta differenziata viene svolto in attuazione dell'articolo 2 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2008, n. 3695, che ha consentito, in via transitoria e in deroga alla normativa vigente, un aumento della capacità di trattamento totale degli impianti di compostaggio siti sul territorio nazionale fino al 10 per cento.
Il trasferimento della frazione umida presso impianti siti al di fuori della regione Campania deve comunque tener conto delle norme regionali in materia di importazione dei rifiuti destinati al riciclo-recupero, prodotti in ambiti extraregionali, fatto salvo il contrario avviso delle regioni interessate.
In forza delle disposizioni sopra indicate, il sottosegretario con delega ai rifiuti alla regione Campania, con nota del 5 agosto 2008 indirizzata a tutti gli impianti associati al Consorzio italiano compostori dislocati sul territorio nazionale, ha richiesto la disponibilità ad accogliere la frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei comuni della Campania, fissando come termine il 10 agosto. Del totale dei 64 impianti contattati, hanno dato la propria disponibilità al ricevimento della frazione organica, 12 aziende tra le quali l'Agrofert, in provincia di Verona, specificamente per 480 tonnellate da settembre e fino a tutto il 2008, pari a 120 tonnellate al mese (30 tonnellate alla settimana).
Si fa in ogni caso presente che la suddetta ditta è in possesso di autorizzazione all'esercizio rilasciata dal dirigente del settore ecologia della provincia di Verona, valida fino al 31 dicembre 2011.
In particolare, si segnala che i conferimenti sono stati effettuati direttamente dai comuni campani avvalendosi di ditte specializzate del settore in possesso delle necessarie autorizzazioni a tutela della salvaguardia della sicurezza ambientale e sanitaria. I rifiuti organici codice CER 200108 da raccolta differenziata porta a porta sono conferiti sulla base di condizioni tecnico-economiche. I rifiuti devono essere infatti conferiti in sacchetti biodegradabili e la percentuale massima di frazioni estranee è stabilita nel limite del 10 per cento.
I comuni devono trasmettere i certificati di analisi della frazione organica effettuata entro i termini stabiliti dal decreto della regione Veneto n. 568 del 2005.
L'Agrofert effettua sui rifiuti umidi in ingresso all'impianto, qualora ne ravvisi la necessità di verificare a proprie spese, la conformità del rifiuto conferito alle caratteristiche e ai parametri risultanti dalla documentazione presentata. Qualora nel rifiuto conferito dovessero essere accertate...

PRESIDENTE. La invito a concludere, Ministro Vito.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. ...difformità tali da impedirePag. 53l'accettazione del rifiuto medesimo, l'Agrofert procede a redigere un verbale. Dalle informazioni assunte presso l'Agrofert si evidenzia che allo stato non risultano carichi respinti.
Il Governo, in conclusione, è sensibile alla tematica rappresentata e mantiene un atteggiamento vigile, a tutti i livelli, sul rispetto delle reciproche competenze. Non mancherà in ogni caso di accrescere l'efficacia anche in sede locale, sensibilizzando in maniera ancora più incisiva le regioni e gli enti locali.

PRESIDENTE. L'onorevole Montagnoli ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. La ringrazio, signor Ministro, per la risposta. Le confermo sicuramente, anche per una visita che ho fatto, la presenza di cattivi odori e ciò conferma anche la richiesta del sindaco di Isola della Scala di una verifica presso l'Arpa Veneto, in quanto già nel passato l'azienda era stata chiusa.
Le rappresento la necessità che tutti gli attori, a livello locale e nazionale, verifichino l'attività sui rifiuti e su questo movimento la Lega Nord è chiarissima: va bene dare una mano alle altre regioni, ma ciò deve avvenire nel rispetto delle regole.
Deve essere sacrosanta la qualità della vita dei nostri cittadini e, a questo punto, chiediamo che il Governo effettui le verifiche sulla qualità ambientale e che adotti dei provvedimenti urgenti perché nel frattempo questa attività non venga realizzata. Infatti, questa è la consapevolezza che noi abbiamo e che hanno anche i cittadini di Isola della Scala: quindi, verifiche certe e chiare sin da subito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Boniver, Brugger, Caparini, Cicchitto, Conte, Cota, Crosetto, Gibelli, Lo Monte, Lucà, Melchiorre, Molgora, Mura, Pescante, Romani, Scajola, Soro ed Urso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione (ore 16,11).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sarò rapidissimo. Volevo solo dirle che sono andato a riverificare il mio intervento che ho svolto nella parte antimeridiana della seduta e siccome, obiettivamente, potrebbe essere male interpretata o male spiegata la mia parola riguardo alla serietà, volevo - e ci tengo a farlo qui, perché rimanga agli atti - dirle che non era minimamente riferita a lei e alla sua Presidenza, nei cui confronti, anche quando non presiede, lei sa perfettamente che nutro la massima stima, sicuramente anche per come lei conduce l'Assemblea. Quindi, era riferita alla dinamica dell'Aula e non certo alla sua persona.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato, in un testo riformulato, l'emendamento Iannaccone 5.5.
Avverto che è in distribuzione il parere della Commissione affari costituzionali,Pag. 54nonché un fascicolo recante ulteriori proposte emendative rispetto a quelle pubblicate nel fascicolo stampato.
Avverto, inoltre, che sono state ritirate dal presentatore le seguenti proposte emendative: Benamati 16.6, 17.1 e 17.9.
Avverto, infine, che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 10.300, il cui testo è in distribuzione. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 17.

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C.1441-ter-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico 5.6.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, mi sembra che quello che stamattina è accaduto, cioè il fatto che sia stato riformulato l'emendamento proposto dai colleghi del Movimento per l'Autonomia, sia un fatto positivo, che giustamente ripone anche le esigenze del Mezzogiorno all'interno del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione.
Tuttavia, volevo fare alcune riflessioni al riguardo. Mi sembra che nel provvedimento in esame - poi lo si vedrà ulteriormente nel prosieguo - vi siano diversi punti che vanno a favore di un possibile nuovo sviluppo per il sud. Cito, ad esempio, quanto abbiamo votato stamattina sulle reti di impresa. Queste ultime erano già state introdotte, in modo che trovo molto intelligente e lungimirante, da parte dell'allora Ministro Bersani nel documento «Industria 2015», partendo dal presupposto che la crescita delle nostre imprese non è legata semplicemente alla fusione: non è che crescono solo se si fondono, ma le nostre imprese crescono se sono capaci di recuperare una cultura tipica dell'industria italiana, che è la cultura del distretto, non la forma soltanto del distretto, ma la cultura, cioè una logica collaborativa, una logica, appunto, di rete.
Peraltro, in questi anni abbiamo assistito, soprattutto nei settori high tech (penso ad esempio all'aerospaziale), alla creazione naturale di reti di impresa, che vanno al di là del singolo territorio. Le nuove tecnologie consentono oggi alle imprese di collegarsi anche indipendentemente dal fatto di essere vicine territorialmente, in quanto possono essere vicine attraverso gli strumenti di information e communication technology.
Ho citato l'esempio dei metadistretti tecnologici che sono nati ed ho fatto riferimento al settore aerospaziale. Riguardo a quest'ultimo, esistono imprese che lavorano dal nord (da Varese e dal Piemonte) fino alla Sicilia, passando anche per la Liguria, per il Lazio e per la Campania. Credo che la partecipazione a queste reti e il fatto che oggi vengano riconosciute e che sia loro riservato un trattamento particolare relativo alla fiscalità - faccio riferimento all'emendamento dell'onorevole Lulli, che abbiamo approvato convintamente questa mattina all'unanimità - dimostrino che vi è un modo di aiutare lo sviluppo del sud che non è solo il modo tradizionale: vi è anche un modo nuovo, che consiste, appunto, nel fatto di collegare e di favorire sempre di più l'integrazione tra le imprese in nuovi modelli organizzativi che - lo ripeto - non sono riconducibili necessariamente alla fusione.
In merito a ciò, credo che le imprese del sud (penso, soprattutto, a quelle innovative) possano avere delle grandi chance, perché il fatto di collegarsi in reti più ampie, molto più larghe (fra l'altro in settori che ci vedono leader a livello mondiale) rappresenti veramente non solo la possibilità per una crescita, ma anche la possibilità di sfuggire a condizionamentiPag. 55ambientali che, troppo spesso, hanno condizionato - e condizionano - la vita delle nostre imprese al sud.
La partecipazione a reti più grandi crea, di fatto, una barriera nei confronti della criminalità, perché le criminalità organizzate tendono sempre ad aggredire soggetti economici che siano isolati. Esse hanno bisogno, come i branchi di lupi, di circondare un soggetto isolato e difficilmente attaccano chi fa parte di una rete più grande ed è inserito in un contesto più ampio. Non solo, credo che la partecipazione a queste reti - che non preclude la possibilità della partecipazione di grandi imprese: in relazione al settore aerospaziale basti citare un'impresa leader di cui siamo tutti orgogliosi, quale Finmeccanica - possa costituire una reale occasione di sviluppo di questo tipo di imprese e dello stesso sud. È innegabile, infatti, che le grandi imprese in Italia hanno sempre avuto un ruolo di driver per le piccole: di driver di innovazione, nel coinvolgimento nello sviluppo dei nuovi prodotti e della componentistica; di driver di internazionalizzazione, perché è chiaro che una grande impresa può, più facilmente di una piccola, aggredire ed affrontare i mercati internazionali di un contesto globalizzato e, nello stesso tempo, può garantire a queste imprese quello sviluppo che da sole difficilmente riuscirebbero ad avere. Esse sono anche navi scuola di imprenditoria stessa.
Credo che questi siano elementi estremamente qualificanti anche di un nuovo modo di vedere lo sviluppo del sud, che sta a cuore a tutti noi. Quando si pensa che vi possa essere una parte politica contraria a ciò, soprattutto se si pensa che sia la maggioranza, credo che si compia in questo giudizio un errore clamoroso. Il problema vero è quello di una crescita che sia reale e che non sia semplicemente l'erogazione di un'assistenza. Al riguardo, vorrei citare un grande statista caro alla sinistra, il Presidente Clinton, che sosteneva, fra l'altro, che lo stesso welfare (quindi, non solo le politiche industriali) non significa assistenza, ma significa dare un'altra opportunità. Credo che con questo provvedimento, ed anche attraverso gli articoli in esame, che spesso si ignorano, stiamo dando, invece, una grande chance a tutto il sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, penso che il collega Giachetti sia contento dell'andamento dei lavori, che ha portato ad una sintesi, anche se, dal punto di vista regolamentare, non vorremmo che questo dialogo invocato e veloce tra il Governo e il proponente con una riscrittura dell'emendamento in qualche modo costituisse un precedente: mi auguro proprio di no. Il Comitato dei nove si è riunito con tranquillità, fino all'articolo 13 siamo in grado di esprimere i pareri e confidiamo in un sussulto di discussione da parte di questo Parlamento, che vediamo preparato al futuro del Paese.
In particolare, credo che alcuni punti relativi all'articolo 5-bis siano importanti per quanto riguarda incentivi e agevolazioni a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, e altre forme di incentivi. Dispiace che oggi alcuni colleghi che in passato hanno ricoperto ruoli di Governo non abbiano avuto la possibilità di riconoscere la novità. Mi riferisco al fatto che, in virtù di un emendamento approvato in Commissione con un largo consenso, al punto i) dell'articolo 5-bis, comma 2, sia prevista l'individuazione di criteri e priorità nell'attribuzione degli aiuti di maggior favore a piccole e medie imprese. Credo che si tratti di una svolta importante per questo Parlamento. È importante che si sia posto l'accento sulle piccole e medie imprese.
In passato - mi riferisco ad alcuni colleghi che questa mattina hanno cercato di aizzare l'orgoglio di una parte del Paese - questo Paese, invece, si è diviso non in senso trasversale tra nord e sud, ma tra chi era in qualche modo aiutato costantemente e quotidianamente, e aveva accesso ai salotti della finanza, ai salotti buoni, ai salotti della politica, e chi, dall'altraPag. 56parte, senza tutele e senza garanzie, incominciava la giornata tirando la lima. Penso, da un lato, alle grandi imprese aiutate dallo Stato (non quando c'era il centrodestra) e, dall'altro, agli artigiani e alle piccole e medie imprese.
Prevediamo due princìpi fondamentali nella redistribuzione degli incentivi e delle agevolazioni a favore di ricerca, sviluppo e innovazione: il primo, ripeto, a favore delle piccole e medie imprese, ed il secondo - come ho già avuto modo di evidenziare oggi con un certo orgoglio - a favore dei distretti industriali. Crediamo che sia un evento innovativo. Sicuramente non è tipico della Lega un atteggiamento di tipo tronfio e di proclamazione, ma, quanto meno, di rivendicazione legittima di una fatica parlamentare, questo sì.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 5.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 427
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
180
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Froner ha segnalato che non è riuscita a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 445
Votanti 434
Astenuti 11
Maggioranza 218
Hanno votato
432
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Iannaccone 5.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
199
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Burtone 5.8.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Prendo altresì atto che l'onorevole Burtone che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto rinuncia al suo intervento.
Passiamo ai voti.Pag. 57
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burtone 5.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
204
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che l'onorevole Fallica accede all'invito al ritiro del suo emendamento 5.9, formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Burtone 5.11.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burtone 5.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 452
Astenuti 13
Maggioranza 227
Hanno votato
192
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che i deputati Porfidia, Pionati e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anna Teresa Formisano 5.10.
Chiedo all'onorevole Anna Teresa Formisano se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANNA TERESA FORMISANO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, mi rivolgo ai colleghi perché possano sostenere questo mio emendamento, del quale intendo spiegare le motivazioni. Esso prevede lo stanziamento, anche in assenza di un accordo di programma, di 5 milioni di euro per la regione Lazio, ed in particolare per le aziende in crisi della provincia di Frosinone.
Voglio fare anche un ragionamento di carattere politico, signor Presidente: qui non si fa altro che parlare del problema del sud e della questione del nord. Io sono del centro Italia, e credo che qualcuno ogni tanto dovrebbe ricordarsi che anche in questo territorio vi sono situazioni di crisi altrettanto importanti. E allora, signor Presidente, perché questa mia richiesta? L'onorevole Urso ed il Ministro Scajola, ai quali chiedo attenzione, sanno bene di cosa sto parlando: aziende come la Videocolor, oggi Videocon, stanno per chiudere. Sto parlando di un tessuto industriale che riguarda soprattutto il nord della provincia di Frosinone e che, rapportato alla popolazione di quella provincia, rivela una grave crisi occupazionale. Ritengo, pertanto, che questa sia l'occasione giusta per dare un segnale di attenzione a quelle aziende...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego...

ANNA TERESA FORMISANO. La ringrazio, signor Presidente. Parliamo di migliaia di addetti che non andranno in cassa integrazione: qui non se ne parla neppure. Parliamo di addetti che domani, caro signor Presidente e caro MinistroPag. 58Scajola, saranno a protestare qui davanti. Le persone che sto tentando di tutelare in quest'Aula saranno qui davanti a protestare, per far capire al Governo qual è la crisi importante che sta vivendo quella zona della provincia di Frosinone.
Non credo che l'invito al ritiro dell'emendamento sia la risposta giusta, caro signor Presidente, perché il testo in esame. parla di aiuto alle aziende: allora ditemi voi se questo non è il tema. Ma vi dirò di più: il testo affronta una situazione globale che poteva forse esser valida venti giorni fa. In venti giorni, ovvero da quando abbiamo iniziato il dibattito in Commissione sul provvedimento in esame, ne sono successe di cose, in Italia e nel mondo.
Non può essere un provvedimento chiuso, a compartimenti stagni!
Mi auguro che il Ministro, ed il sottosegretario Urso che ben conosce la realtà, non occupazionale, ma in questo caso disoccupazionale della provincia di Frosinone e del nord della provincia di Frosinone, vogliano dare un cenno benevolo, accogliendo il mio emendamento, ripensando all'invito al ritiro perché sarebbe una dimostrazione di attenzione importante.
Confido nel buonsenso e anche nel voto dell'Assemblea.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente il Governo è molto sensibile a quello che accade nell'area industriale di Frosinone, così come nelle aree di altri settori industriali in crisi o in procinto di esserlo. Consiglierei all'onorevole collega di ritirare l'emendamento e trasfonderne il contenuto in un apposito ordine del giorno. In tal caso il Governo sarà disponibile ad accoglierlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente ecco perché siamo favorevoli, perché non è la logica del nord o del sud, del meridione, o della Sicilia o della Lombardia. È, di fatto, un distretto scolastico in crisi identificato, ben identificato, specifico, importante soprattutto in ragione della regione e della provincia, che è un territorio che ha poca densità industriale.
Pertanto ritengo che il sostegno del Governo al contenuto di questo emendamento, a condizione che venga trasfuso in un ordine del giorno, sia importante.
Preannunzio, pertanto che intendo aggiungere a la mia firma a tale ordine del giorno, in quanto ritengo che vada sostenuto.

PRESIDENTE. Onorevole Anna Teresa Formisano intende ritirare il suo emendamento 5.10?

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente accolgo l'invito del sottosegretario Urso: pertanto ritiro il mio emendamento 5.10 e ne trasfonderò il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Iannaccone 5.12 non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 477
Astenuti 5
Maggioranza 239
Hanno votato
215
Hanno votato
no 262).

Pag. 59

Prendo atto che la deputata Siragusa ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fallica 5.13 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Scilipoti 5.14 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente, insistiamo per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente ci sembrava sufficiente un piccolo sforzo da parte del Governo. Infatti, distogliere dei fondi già destinati ad un capitolo mi sembra eccessivo, al di là del fatto che comunque andava al meridione per il sostegno a giovani laureati.
Chiedevamo solo una leggera modifica, ma il fatto che i suddetti fondi siano distolti - lo ripeto - mi sembra eccessivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 5.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 465
Astenuti 22
Maggioranza 233
Hanno votato
199
Hanno votato
no 266).

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Polledri 5.15 formulato dal relatore.

MASSIMO POLLEDRI. Si, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 5.15.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5.16 e Golfo 5.17.
Avverto che, a seguito della riformulazione proposta dal relatore degli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5.16 e Golfo 5.17, ove accolta dai presentatori, gli stessi verranno posti in votazione dopo l'emendamento Anna Teresa Formisano 5.18.
Chiedo dunque ai presentatori degli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5.16 e Golfo 5.17 se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

ANNA TERESA FORMISANO. Si, signor Presidente, accettiamo la riformulazione, in quanto è soltanto una questione puramente linguistica. È la sostanza ciò che conta.

PRESIDENTE. Onorevole Golfo?

LELLA GOLFO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio ed accolgo con molta soddisfazione il parere favorevole del Governo e del relatore sull'emendamento che reca la mia firma e quella di molte colleghe, a condizione che sia riformulato.
In tale emendamento si intende inserire, tra i beneficiari dei finanziamenti ottenuti dall'economia derivante dai provvedimenti di revoca totale o parziale delle agevolazioni previste dall'articolo 1 del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, le attività imprenditoriali a prevalente gestione femminile, anche in forma cooperativa.
Nel 2000, come Paese membro dell'Unione europea, ci siamo impegnati a raggiungere l'obiettivo di Lisbona in tema di occupazione femminile. Uno dei punti focali di tale programma riguarda l'occupazione femminile e, in particolare, il raggiungimento della soglia del 60 per cento entro il 2010. Come è a tutti noto, in occasione della valutazione del 2005, l'Italia risultava lontana rispetto agli obiettivi e, a tutt'oggi, è ben lontana dal raggiungimento della soglia prefissata, con il solo 46 per cento di donne occupate ed unPag. 60grave divario tra nord e sud del Paese. Al nord, infatti, l'occupazione femminile raggiunge il 57 per cento, mentre al sud si attesta al 31 per cento, evidenziando una situazione di grave arretratezza della quale non è possibile non tenere conto. Come sappiamo, l'occupazione maschile raggiunge il 70 per cento, in linea con i Paesi membri, mentre l'occupazione femminile rimane al 46 per cento. Di fronte a questi dati, onorevoli colleghi, sostenere l'imprenditoria femminile è fondamentale, non solo per favorire l'occupazione, ma per garantire la crescita del nostro Paese.
I dati dell'Unioncamere evidenziano che, a dicembre del 2007, le imprese femminili erano circa un milione 243 mila, solamente il 24 per cento rispetto al totale delle imprese. Va, inoltre, evidenziata la mancanza di progressione del dato rispetto al 2003, quando le imprese femminili erano il 23,5 per cento del totale. Mi preme, tuttavia, sottolineare che le attività imprenditoriali a conduzione femminile presentano una maggiore dinamicità, tanto che nel 2007 sono cresciute del 5,84 per cento, quando la media nazionale si attestava al 3,6 per cento.
Vi è poi un ulteriore significato di elevato rilievo socio-economico che caratterizza l'imprenditoria femminile: l'assoluta predominanza dell'occupazione femminile all'interno delle imprese guidate da donne.
Sostenere ed ampliare le imprese a conduzione e a proprietà femminile diventa, quindi, di primaria importanza ai fini dello sviluppo interno e del raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona. Credo, pertanto, di parlare a nome di tutte le donne ed in particolare nell'interesse dell'intero Paese. In un momento così delicato dell'economia globale vi chiedo di approvare l'emendamento di cui sono firmataria, a dimostrazione che il sostegno dell'imprenditoria femminile rappresenta una condizione indispensabile per la crescita di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5.18, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
488).

Prendo atto che i deputati Mistrello Destro e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5.16 e Golfo 5.17, nel testo riformulato nel senso di aggiungere alla fine della lettera b) le parole: «comprese le iniziative produttive a gestione prevalentemente femminile, anche in forma cooperativa», accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
486
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cimadoro 5.19, formulato dal relatore.

Pag. 61

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il relatore fa delle battute sui nostri emendamenti perché ha capito che in effetti sono da salvare. In particolare, questo emendamento si riferisce all'articolo 5, comma 10, lettera d), che distoglie delle somme già destinate, per cui vengono tolte delle somme che erano già stabilite. Se tali somme fossero poi ridestinate ad uno scopo ben più alto e ben più nobile potrei anche capire, ma destinarle al G8 direi proprio di no! Pertanto, non capisco il rifiuto del Governo ad accettarlo e l'invito all'opposizione a farlo ritirare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 5.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 468
Astenuti 27
Maggioranza 235
Hanno votato
207
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Toto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lulli 5.20, formulato dal relatore.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, nell'illustrare e nel motivare l'emendamento in oggetto intendo brevemente ricordare alcune caratteristiche più complessive del provvedimento in esame. Si tratta, infatti - cito testualmente il primo rilievo contenuto nel parere del Comitato per la legislazione - «di un ampio disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica e contiene 31 articoli riguardanti un ampio spettro di temi correlati all'attività produttive». Ma c'è anche una seconda considerazione - cito, anche questa volta, un rilievo contenuto nel parere del Comitato per la legislazione -: «il disegno di legge interviene su disposizioni legislative di recente approvazione, circostanza che costituisce una modalità di produzione legislativa non pienamente conforme alle esigenze di stabilità, di certezza e di semplificazione della legislazione».
Allora, se è così, a maggior ragione non si capisce perché all'articolo 5, comma 10, lettera d), si debba inserire il «riferimento a esigenze connesse con lo svolgimento del vertice del G8 da tenersi in Italia nel 2009». È evidente che questo riferimento non c'entra nulla con il disegno di legge atto Camera n. 1441-ter: non è un problema sul G8, di cui possiamo discutere e riflettere su come rendere più efficace in altra sede, semplicemente esso non va inserito in questo provvedimento.
Aggiungo, in conclusione, che lo stesso G8 è stato classificato come grande evento dalla recente ordinanza di Protezione civile e per questo è possibile l'applicazione di norme in deroga alla legislazione vigente. Pertanto, a maggior ragione, questo riferimento non c'entra, togliamolo per la coerenza del testo. Invito, quindi, l'Aula a votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 62

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 5.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 504
Astenuti 4
Maggioranza 253
Hanno votato
235
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i presentatori del subemendamento Vico 0.5.301.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Vico 0.5.301.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 285
Astenuti 215
Maggioranza 143
Hanno votato
16
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Colaninno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 294
Astenuti 207
Maggioranza 148
Hanno votato
292
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Buonanno ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lulli 5.21, formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, signor Ministro, con l'emendamento Lulli 5.21, che aggiunge una lettera al comma 10 dell'articolo 5 (sul quale voteremo tra poco), contenente una delega al Governo, abbiamo suggerito l'utilità di ragionare, aggiungendo la lettera e) e introducendo un riferimento agli incentivi per la riorganizzazione dei processi produttivi dei sistemi di impresa nei distretti industriali. In sé, questa non è una variabile sconvolgente rispetto alle lettere già contenute nel comma 10. Abbiamo inteso, in questo modo, suggerire un elemento di specificazione, perché nei distretti il problema delle imprese, soprattutto delle filiere corte, pone un'esigenza di ordine riorganizzativo: trattandosi di una delega, vorremmo chiedere che, se l'interpretazione viene resa in maniera chiara e viene compresa, il Governo riveda il parere formulato in merito all'emendamento Lulli 5.21 (parere che consiste in un invito al ritiro) ed eventualmente esprima sullo stesso parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 5.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 63

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 503
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 326
Astenuti 181
Maggioranza 164
Hanno votato
326).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 5, nel testo emendato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, signor Ministro, siamo in presenza di un articolo importante per la natura della delega che il Parlamento conferisce al Governo. Siamo perfettamente consapevoli che la rubrica dell'articolo 5 sia uno dei punti più delicati in merito alle ragioni dell'iniziativa che il Governo dovrà assumere nei prossimi mesi, nonostante il dibattito intorno all'articolo in esame abbia fatto rilevare, su alcune questioni, alcune differenze, non proprie dell'articolo 5 (per come esso risulta scritto, nel testo risultante dall'approvazione degli emendamenti in Commissione e dalla discussione in quest'Aula), ma in merito ad alcune ragioni più ampie, che a mio parere, tuttavia, rimangono aperte.
Il collega Polledri, infatti, nel suo recente intervento in questo ramo del Parlamento, ha riferito come se le questioni del nord e del sud fossero dell'ordine delle categorie etiche e morali. Signor Ministro, il fatto è che, quando parliamo del sud e del nord, ritengo che parliamo di altro.
Il fattore che in Italia, in questo momento, nei mesi e negli anni passati, ha contribuito ad abbassare l'indice sintetico del nostro Paese è il Mezzogiorno e ne siamo perfettamente consapevoli. L'onorevole Polledri dovrebbe comprendere che tutti sappiamo che lì c'è il punto di abbassamento dell'indice sintetico del Paese, perché lì c'è una bassa quota di export, perché il volume dei cosiddetti investimenti fissi lordi per abitante è dieci volte più basso rispetto al centro e ottanta volte rispetto al nord e perché il flusso medio degli investimenti ha problemi seri.
Allora, signor Ministro - interloquisco con lei attraverso il Presidente, ma lo faccio anche con il collega Polledri per le sue ultime valutazioni -, siamo di fronte ad una questione: quella parte del Paese va assunta come un problema delle potenzialità intere del Paese.
In questo ambito, dunque, c'è una questione, che non chiameremo più del Mezzogiorno, ma della convergenza riveniente dalle decisioni dell'Unione europea e che ci pone di fronte a tale problema.
Sull'articolo 5, quindi, esprimeremo un voto favorevole, perché riteniamo che il titolo e l'articolato, benché insufficienti rispetto alle aspettative che abbiamo riposte complessivamente, ci richiamino alla responsabilità degli interessi generali del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, l'articolo 5 riguarda la riforma degli interventi per la reindustrializzazione, laPag. 64ricerca e lo sviluppo, però, pur riguardando lo sviluppo, non contiene al suo interno la parola «Mezzogiorno».
So che questo dibattito ha animato ed appassionato l'Aula qualche ora fa e che è intervenuta una riformulazione di un emendamento presentato da un gruppo politico, che chiedeva che nell'articolo vi fosse la parola «Mezzogiorno», però ho registrato quasi una preoccupazione, da parte della maggioranza e del Governo, rispetto all'ipotesi che in questo articolo fosse contenuta la parola «Mezzogiorno», nonostante il deficit di sviluppo che vi si riscontra e nonostante che, come ha richiamato anche l'onorevole Scajola e come ha affermato autorevolmente il governatore Draghi qualche settimana fa, proprio il Mezzogiorno rappresenti la parte del Paese che può aiutare maggiormente l'intero Paese nella crescita del PIL.
Ora, vorrei ricordare quanto già altri colleghi hanno evidenziato prima: questo Governo ha impegnato e continua ad impegnare le risorse del FAS, che sono risorse aggiuntive per lo sviluppo, per interventi che nulla hanno a che fare con lo sviluppo del Mezzogiorno. In questo articolo, poi, è prevista anche la cancellazione di un'altra norma di una legge finanziaria precedente, che prevedeva interventi a favore dei laureati delle regioni del Mezzogiorno, investendo sul capitale cognitivo di quelle regioni.
Signor Presidente, onorevole Ministro - se ha la bontà di ascoltarmi -, non voglio fare il solito intervento di chi rivendica le ragioni di una parte del territorio contro un'altra parte del territorio, di una parte del Paese contro un'altra parte del Paese, anzi ho coscienza del fatto che il Mezzogiorno paga un prezzo dovuto in qualche modo anche all'insufficienza dei propri gruppi dirigenti.
Ma chi governa il Paese, signor Ministro, e chi ha la responsabilità dello sviluppo nel Governo del Paese deve avere il coraggio di non utilizzare le responsabilità di quanti hanno amministrato male il Mezzogiorno come pretesto per distogliere interesse e finanziamenti alla parte del Paese che ha più necessità di sviluppo. È questo il punto, perché, altrimenti, faremmo pagare due volte ai cittadini del Mezzogiorno la stessa colpa, ossia le colpe degli amministratori di alcune regioni del sud.
Credo che ciò non sia giusto. Il punto, però, signor Ministro, è che lei diceva prima, nel suo intervento, che non ci sono elezioni alle porte e che, quindi, probabilmente, non c'è la necessità di agitare gli interessi di una parte contro quelli di un'altra parte; mi pare, però, che il Governo stia ragionando come se ancora ci fossero le elezioni alle porte, perché non vi è interesse verso il Mezzogiorno, perché il Mezzogiorno non è più popolare nell'opinione nazionale e perché il Mezzogiorno è percepito, proprio forse per le responsabilità di chi lo ha amministrato, come il luogo dove si ammassano i rifiuti o dove si alimenta la mala politica.
Riteniamo che un Governo che voglia utilizzare le categorie della responsabilità non debba inseguire l'opinione prevalente, ma debba lavorare nella direzione di potenziare gli investimenti proprio laddove gli investimenti sono più necessari.
Un'ultima cosa: questo dovrebbe essere il Governo del federalismo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO OCCHIUTO. La vostra dovrebbe essere la maggioranza che vuole il federalismo. Mi domando come si possa chiedere il federalismo e poi non investire risorse laddove è più utile che si ampli la base fiscale.
Per queste ragioni, su questo articolo, pur riscontrando che alcune proposte emendative, che pure sono venute dall'onorevole Formisano, sono state accolte e giudicate positivamente, proprio perché il Governo e la maggioranza non hanno avuto il coraggio di parlare del Mezzogiorno, preannunciamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

Pag. 65

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per l'Autonomia voterà a favore dell'articolo 5, anche e soprattutto in virtù dell'emendamento che abbiamo presentato e che è stato riformulato dal Governo.
Riteniamo che la riformulazione del Governo del nostro emendamento non ne infici assolutamente l'efficacia, ma vada incontro alla nostra esigenza di caratterizzare in senso meridionalista questo provvedimento.
Voglio denunciare in presa diretta le strumentalizzazioni di chi ha voluto attaccare il Movimento per l'Autonomia attraverso una dichiarazione resa alle agenzie di stampa da parte dell'onorevole Romano, che ci accusa di questo compromesso, di avere voluto accettare una riformulazione.
Lo abbiamo sottolineato ed evidenziato nei nostri interventi: vogliamo togliere e sottrarre la disputa e il confronto sulla questione meridionale e sui problemi del Mezzogiorno dalla bassa polemica politica e dallo scontro, più che dal confronto, tra maggioranza e opposizione.
Riteniamo che questo sia un terreno elevato del confronto politico e chiamiamo alla serietà e alla responsabilità di comportamenti, di atteggiamenti, di parole e di proposte tutti i colleghi del Parlamento, di maggioranza e di opposizione.
Abbiamo salutato con molto favore la proposta che ci è stata avanzata dal Governo e riteniamo che essa vada incontro esattamente alle esigenze che avevamo proposto. Nord e sud, se vogliamo utilizzare un'espressione cara ad Aldo Moro, sono un classico esempio di convergenze parallele.
Dobbiamo procedere insieme, in modo tale da far sì che la corsa di una parte importante del nostro Paese, quella del nord, non si arresti, bensì prosegua e soprattutto dobbiamo guardare con attenzione agli interessi del Mezzogiorno, a questa parte che ancora non corre nella maniera adeguata. Tutti quanti insieme dobbiamo avere questa responsabilità, se vogliamo realizzare un federalismo fiscale e un federalismo istituzionale che dia a tutte le parti del nostro Paese le risposte che devono avere.
Ritengo, quindi, soddisfatta la nostra esigenza che abbiamo evidenziato con il nostro emendamento e per questo voteremo a favore dell'articolo 5 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, prendo la parola per chiarire la nostra posizione contraria all'articolo in esame. È contraria non perché non apprezziamo o comunque apprezziamo solo in parte lo sforzo del Governo di aver dato alcune poche risorse, o perché vogliamo che la questione meridionale nasca e si rinnovi: riteniamo comunque che esista una questione nazionale e che il Governo abbia stanziato pochissime risorse per risolverla. Per questo esprimeremo un voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 492
Astenuti 6
Maggioranza 247
Hanno votato
459
Hanno votato
no 33).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Pili ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.

Pag. 66

(Esame dell'articolo 5-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, sono già intervenuto in precedenza. Rinuncio quindi a intervenire ulteriormente.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Benamati 5-bis.1.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Fallica 5-bis.2, Vico 5-bis.3 e Iannaccone 5-bis.4 e 5-bis.5, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 5-bis.6.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Benamati 5-bis.7, Iannaccone 5-bis.8, Anna Teresa Formisano 5-bis.9 e 5-bis.10 e Iannaccone 5-bis.11 e 5-bis.12. Ricordo che l'emendamento Lulli 5-bis.13 è stato dichiarato inammissibile.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Iannaccone 5-bis.14, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Scilipoti 5-bis.15, Anna Teresa Formisano 5-bis.16, Vico 5-bis.17, Iannaccone 5-bis.18, Anna Teresa Formisano 5-bis.19, Lulli 5-bis.21 e Scilipoti 5-bis.22.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Raisi, vi è l'emendamento 5-bis.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, posto dopo l'emendamento Iannaccone 5-bis.12 e su cui non ha dato il parere.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5-bis.400.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Vorrei però proporre al relatore e, soprattutto, al presentatore una riformulazione dell'emendamento Fallica 5-bis.2: in questo caso il Governo esprimerebbe parere favorevole e invito anche il relatore eventualmente a riconsiderarlo. La riformulazione consiste nel sostituire le parole: «d'intesa con» con la seguente: «sentito».

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Non vorrei contraddire il Governo, ma ricordo che il provvedimento in esame riguarda gli incentivi alle imprese. Vorrei partire dal testo dell'articolo 5-bis, il quale reca «Riordino del sistema degli incentivi, agevolazioni a favore di ricerca, sviluppo e innovazione e altre forme di incentivi». L'emendamento 5-bis.2 del collega Fallica, che posso capire, fa riferimento ad un intervento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ciò è comprensibile, ma, a quel punto, perché non prevedere un intervento del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali oppure del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali o via dicendo? Trattandosi di sviluppo e di imprese, mi sembra un'aggiunta che rappresenta, a mio parere, una forzatura. Poi, per carità, possiamo anche rimetterci alla decisione dell'Aula - decida pure l'Aula, non ho problemi -, ma questo è il mio parere sincero.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore se può precisare il parere della Commissione sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.10?

Pag. 67

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare che il relatore non ha espresso il parere sull'emendamento Scilipoti 5-bis.20, benché esso sia identico ad un altro emendamento, credo che, per motivi di carattere formale ed anche sostanziale, il relatore debba comunque rendere il parere.

PRESIDENTE. Ha ragione, l'emendamento Scilipoti 5-bis.20 è identico all'emendamento Lulli 5-bis.21. Prendo comunque atto che il parere della Commissione è nel senso di un invito al ritiro per entrambi gli identici emendamenti (il 5-bis.20 ed il 5-bis.21).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benamati 5-bis.1.
Prendo atto che l'onorevole Benamati, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunzia.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. Signor Presidente, scusi, stiamo esaminando l'emendamento Iannaccone 5-bis.5?

PRESIDENTE. No, siamo passati alla votazione dell'emendamento Benamati 5-bis.1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benamati 5-bis.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
487
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fallica 5-bis.2, sul quale è stata avanzata una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Qual è il parere della Commissione sulla proposta di riformulazione?

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, come detto, mi rimetto all'Assemblea perché non la trovo coerente con il provvedimento.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, con tutto il rispetto, è già abbastanza anomalo che sia il Governo a proporre una riformulazione, perché è chiaro che il parere del presidente della Commissione rende possibile una riformulazione. Non si è mai sentito che il presidente della Commissione si rimetta all'Assemblea su una riformulazione: la Commissione deve esprimere un parere, favorevole o contrario, su una proposta di riformulazione. Siccome le argomentazioni del collega relatore mi sembravano evidentemente abbastanza contrarie a questa riformulazione, ed anche argomentate, ne tradurrei che il parere della Commissione sulla proposta di riformulazione è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole relatore?

ENZO RAISI, Relatore. Premesso che sono il relatore e non il presidente della Commissione...

PRESIDENTE. È un auspicio!

Pag. 68

ENZO RAISI, Relatore. ...effettivamente il tema è che in qualità di relatore ho già espresso un parere dubbioso, da cui l'idea di rimettermi all'Assemblea, dal momento che comunque non ho neanche la possibilità di confrontarmi con gli altri componenti del Comitato dei nove. Pertanto, il mio parere è contrario.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma il parere è richiesto al relatore per la Commissione. Prendo dunque atto che il parere della Comissione è contrario.
Onorevole Fallica, accetta la riformulazione del suo emendamento 5-bis.2 proposta dal Governo?

GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, per quanto concerne la riformulazione del mio emendamento 5-bis.2, sono d'accordo con il Governo. Vorrei solo sottolineare al relatore che l'emendamento è ragionevole in quanto è necessario per assicurare la partecipazione del Ministero dell'ambiente, nell'ambito della predisposizione da parte del Ministero dello sviluppo economico, al piano strategico energetico nazionale in funzione di unitari obiettivi di sviluppo sostenibile, assicurando l'integrazione delle attività economiche con le esigenze di tutela dell'ambiente e di sicurezza energetica, trattandosi di temi di indiscutibile attribuzione di tale Ministero.
Poiché il Governo si è reso conto di questo aspetto, pregherei il relatore di rivedere il suo parere.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, rimango dell'idea che le considerazioni del collega sono coerenti, ma - lo ripeto - a questo punto, allora, dovremmo considerare anche il Ministero del welfare, il Ministero dell'agricoltura, e molti altri ministeri; poiché il provvedimento riguarda le imprese, credo, invece, che il Ministero da considerare sia quello dello sviluppo economico.
Ritengo, quindi, che ci voglia anche un po' di coerenza nei provvedimenti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, reputo che sia opportuno cercare di capire come e se si possa svolgere una votazione nelle modalità e nella forma con la quale si sta realizzando. È evidente che, a fronte di una richiesta del Governo al relatore e al Comitato dei nove di valutare l'opportunità di una riformulazione, non possiamo utilizzare la procedura prevista per gli ordini del giorno che - come si sa - consente al Governo di riformulare un ordine del giorno e, non prevedendosi il parere dal relatore, permette, successivamente, al presentatore di pronunciarsi al riguardo. Qui, di fronte al fatto che il relatore non conviene su una proposta di riformulazione del Governo, si deve dedurre che il testo riformulato non esista e che, quindi, dobbiamo, sostanzialmente, votare sul testo originario. Questa a me pare la procedura più opportuna.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, in effetti il caso è un po' anomalo; rimettendo «le carte» a posto, la situazione è la seguente: vi è l'invito da parte del Governo alla riformulazione dell'emendamento Fallica 5-bis.2 che - se ho ben compreso - l'onorevole Fallica ha accolto e vi è il parere contrario della Commissione. Ritengo, quindi, che si possa porre in votazione l'emendamento riformulato con il parere favorevole del Governo e quello contrario della Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 69

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, penso che si tratti di una questione probabilmente nuova, sulla quale noi abbiamo un'opinione diversa. Siccome nell'incedere dei nostri lavori creiamo dei precedenti, l'unica cosa di cui la pregherei è di non considerarla come un precedente e di valutarla attentamente. Credo, infatti, che questa sia un'interpretazione che lei assume in questo momento, e ritengo che non necessariamente possa diventare un precedente; la pregherei almeno di questo.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi assumo la responsabilità di questa interpretazione, anche perché il Governo è titolare di una potestà autonoma di presentazione degli emendamenti. Questa, quindi, sarebbe una deminutio rispetto a tale potestà e la relativa ratio potrebbe essere benissimo raccolta.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a norma di Regolamento, è nella facoltà del Governo di presentare, in qualsiasi momento della discussione, un nuovo emendamento. Se la proposta del Governo - posto che quest'ultimo sia nel potere di decidere in luogo del relatore e del Comitato dei nove - è quella di formulare un nuovo emendamento, andrebbero concessi i tempi per la presentazione dei subemendamenti.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, non stiamo parlando di un emendamento presentato dal Governo. Rimango, quindi, della mia posizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fallica 5-bis.2, nel testo riformulato, non accettato dalla Commissione e accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 501
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
195
Hanno votato
no 306).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei far presente che in maniera anomala è successo, per la prima volta, che il Governo è stato messo in minoranza dal Comitato dei nove e dall'Aula, e che è la seconda volta che ciò avviene nel corso dell'esame di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico 5-bis.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Vico 5-bis.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 5-bis.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 501
Astenuti 4
Maggioranza 251
Hanno votato
233
Hanno votato
no 268).Pag. 70

Passiamo all'emendamento Iannaccone 5-bis.4.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Iannaccone 5-bis.4 formulato dal relatore.

ARTURO IANNACCONE. Sì, signor Presidente, lo ritiriamo. Successivamente, in sede di dichiarazioni di voto finale, spiegheremo le ragioni di questo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Iannaccone 5-bis.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Iannaccone 5-bis.5 formulato dal relatore.

ARTURO IANNACCONE. Sì, signor Presidente, lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 5-bis.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 397
Astenuti 115
Maggioranza 199
Hanno votato
396
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Benamati 5-bis.7.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Benamati 5-bis.7 formulato dal relatore.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, anzitutto mi scuso per l'equivoco relativo all'intervento sull'emendamento precedente, in quanto un altro collega doveva intervenire su quella proposta emendativa.
Per quanto riguarda l'emendamento in esame chiedo comunque che esso sia posto in votazione, e che eventualmente il Governo e l'onorevole relatore ripensino il parere già espresso con la richiesta di invito al ritiro. Infatti in senso lato, come nel caso dell'emendamento precedentemente accolto, si tratta di una modifica rafforzativa dello spirito del comma in esame.
Il comma 2 dell'articolo 5-bis, infatti, si riferisce ad una delega conferita al Governo concernente il riordino della disciplina della programmazione negoziata e degli incentivi per lo sviluppo del territorio, degli interventi di reindustrializzazione di aree di crisi e degli incentivi per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. Questa delega viene esercitata ovviamente su proposta del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sulla base di alcuni criteri e principi direttivi.
L'emendamento che si propone in questa sede, signor Presidente, altro non è che la proposta di inserire tra i criteri in esame (cui il Governo deve attenersi) quello di individuare un quadro degli interventi previsti per lo sviluppo delle attività produttive, compresi gli interventi per la ricerca ed altro, concertati fra lo Stato e le regioni.
L'emendamento vuole, quindi, richiamare e rafforzare il ruolo dello Stato in questo settore, con un sforzo, però, comune e congiunto con le regioni. Mi pare che tale aspetto nella premessa del comma in esame sia già presente. Questo ovviamente è anche in piena attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, laddove si indicano risorse aggiuntive e interventi speciali per la promozione dello sviluppo economico, con la competenza dello Stato, a sostegno delle regioni. Da qui nasce la mia perplessità. Siccome il riordino ovviamentePag. 71sarà effettuato dal Governo su proposta dei Ministeri citati e sentita la detta Conferenza, mi chiedo perché tra i criteri direttivi dell'esercizio della delega non vi possa essere quello di definire un quadro complessivo degli interventi di settore nelle due azioni parallele delle Stato e delle regioni, che sono già implicitamente richiamati nella premessa di questo comma.
Per tale ragione insisto per la votazione e chiederei anche al Governo una riflessione sullo spirito di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benamati 5-bis.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 477
Astenuti 29
Maggioranza 239
Hanno votato
206
Hanno votato
no 271).

Passiamo all'emendamento Iannaccone 5-bis.8.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Iannaccone 5-bis.8 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.9.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.9 formulato dal relatore.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, non insisto per la votazione.
Intervengo sul mio emendamento 5-bis.9 e sul mio successivo emendamento 5-bis.10, per entrambi i quali il relatore ha formulato un invito al ritiro: è ovvio che accedo all'invito al ritiro perché sono stati approvati con riferimento al comma precedente con la stessa motivazione e con lo stesso contenuto. Il primo emendamento riguarda l'imprenditoria femminile e l'altro i rapporti di collaborazione con gli istituti di ricerca.

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che l'onorevole Anna Teresa Formisano ritira entrambi i suoi emendamenti 5-bis.9 e 5-bis.10.
Passiamo all'emendamento Iannaccone 5-bis.11.
Prendo atto che l'onorevole Iannaccone accede all'invito al ritiro del suo emendamento 5-bis.11.
Passiamo all'emendamento Iannaccone 5-bis.12.
Prendo atto che l'onorevole Iannaccone accede all'invito al ritiro del suo emendamento 5-bis.12.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 467
Astenuti 29
Maggioranza 234
Hanno votato
467).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5-bis.14, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 72

(Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
499
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Scilipoti 5-bis.15 formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, chiediamo, al comma 4 dell'articolo 5-bis, la soppressione del secondo periodo in quanto si prevede che il CIPE provveda «per l'utilizzo delle risorse stanziate ai sensi del presente comma», e noi aggiungevamo «sentite le regioni e le province interessate». Ma, al di là di questo particolare, viene di fatto annacquato un provvedimento che poteva essere importante relativo a 50 milioni di euro riguardanti i fondi delle zone franche. Tale provvedimento viene annacquato cercando di allargare o diluire le aree e alla fine finisce per distribuire risorse a pioggia su più territori che non avranno alcun beneficio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 5-bis.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 494
Astenuti 11
Maggioranza 248
Hanno votato
227
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Marco Carra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Saluto i rappresentanti della Fondazione Bosis di Bergamo che hanno raggiunto la capitale in bicicletta e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.16.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.16 formulato dal relatore.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, il collega Cimadoro ha accennato al tema, ma vorrei approfondirlo perché stiamo parlando delle cosiddette zone franche. Mi piacerebbe che il Ministro mi ascoltasse.
Non accedo all'invito al ritiro su questo emendamento e voglio spiegare lo spirito con cui è stato presentato: parliamo delle cosiddette zone franche, vale a dire quelle che hanno stipulato un accordo di programma e sono state individuate da accordi di programma non oggi, ma ieri. Allora, la mia proposta in quale direzione andava? Al di là dell'accordo di programma, sentiamo le province e le regioni interessate per capire se nel frattempo la situazione fosse cambiata.
Vorrei portare un esempio, in modo da farmi capire meglio: voglio parlare della nostra regione. Nella regione Lazio sono state individuate due città: Velletri e Sora. Con tutto il rispetto e le motivazioni per queste due città, mi chiedo e chiedo al Ministro: oggettivamente sono queste due le sole città che hanno oggi, alla luce della situazione che vi è oggi nella nostra regione, l'esigenza di essere individuate come zone franche? Non credo.
Abbiamo anche svolto un dibattito su tale tema e non credo che stravolga iPag. 73criteri del CIPE aggiungere al comma 4 le parole «sentite le regioni e le province interessate». Infatti, dal momento in cui viene stipulato l'accordo, sicuramente la situazione può essere cambiata o in negativo o in positivo.
Voglio fare un ragionamento per assurdo: poniamo il caso che una di queste due città avesse risolto i problemi esistenti nel momento in cui ha sottoscritto l'accordo di programma e che, nel frattempo, fossero insorte situazioni di emergenza, che al momento dell'accordo di programma non vi erano. Mi dovete spiegare cosa impedisce di aggiungere l'espressione «sentite le regioni e le province interessate». Credo che nessuno più degli amministratori regionali e provinciali conosca bene il territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato
229
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Granata ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vico 5-bis.17 formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, sempre con riguardo al comma 4, vorrei chiedere al Ministro per quale ragione si è sentito il bisogno di affermare che il CIPE provvede ad «aggiornare i criteri e gli indicatori per l'individuazione e la delimitazione delle zone franche e via dicendo». Infatti, signor Ministro, sappiamo che la delibera del CIPE è già operativa: consulta le regioni, che attraverso il loro consenso indicano i quartieri delle grandi città che sono suscettibili del beneficio della zona franca urbana.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,25)

LUDOVICO VICO. Poiché abbiamo compreso che vi è l'esigenza di un riequilibrio territoriale, onorevole Polledri, tra nord e sud, vorrei tranquillizzare lei ed il Ministro che la delibera CIPE non destina le risorse al sud per le zone franche urbane, ma fa riferimento ai «quartieri da includere rispetto ai criteri della delibera CIPE». Per tale motivo, continuerei ad insistere sull'accoglimento del nostro emendamento, che sopprime le ultime quattro righe del comma 4.
Vorrei ricordare al Ministro, - cosa che egli sa benissimo, l'onorevole Polledri forse un po' meno - che questi 50 milioni di euro sono altre risorse dei fondi FAS, che vengono destinati alle zone franche urbane.

PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori dell'emendamento Vico 5-bis.17 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 5-bis.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 74
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
227
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Ciccanti ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Iannaccone 5-bis.18 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannaccone 5-bis.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 323
Astenuti 174
Maggioranza 162
Hanno votato
60
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati De Poli e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.19 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 5-bis.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 440
Astenuti 58
Maggioranza 221
Hanno votato
176
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Scilipoti 5-bis.20 e Lulli 5-bis.21. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, proponiamo la soppressione del comma 7 dell'articolo 5-bis, perché riteniamo che questa norma violi diritti e prerogative che sono in capo soprattutto ai comuni, derogando alle normative urbanistiche ed ambientali.
Se la preoccupazione che è alla base del comma 7 dell'articolo in oggetto sta nella flessibilità, nello snellimento e nella necessità di accelerazione delle procedure autorizzative per le attività produttive, allora si tratta di una preoccupazione giusta. Tuttavia, essa è sicuramente una risposta sbagliata e, fra l'altro, riteniamo che sia di dubbia legittimità, in quanto viola prerogative che appartengono a un livello costituzionalmente parificato agli altri livelli statali. Inoltre, i nostri dubbi circa la sostenibilità e - lo ripeto - la legittimità della norma che proponiamo di sopprimere non hanno sfiorato soltanto noi ma - mi sembra di capire - anche lePag. 75Commissioni. Ciò emerge dal parere espresso dalla Commissione bilancio: si tratta, infatti, di un parere condizionato alla soppressione del comma 7, in quanto è stato ritenuto evidentemente che esso qualche problema lo rappresenti.
In questo senso, chiediamo un supplemento di riflessione ed anche un ripensamento da parte del Governo, perché vi è, inoltre, una questione di principio più generale: non è possibile parlare di poteri locali (per non usare il termine federalismo) e di autonomia delle realtà territoriali e, poi, prendere provvedimenti che, in realtà, vanno a calpestare alcune di queste prerogative.
Altra cosa è, non soltanto per la materia in questione (cioè gli impianti nelle strutture ricettive turistiche all'aperto), ma in linea generale per l'attività produttiva, parlare di una filosofia, più che autorizzativa, di controllo, che consenta di accelerare le procedure e rendere i tempi certi e celeri per le attività produttive. Sarebbe, comunque, una normativa tutta nuova e tutta da costruire.
Noi insistiamo affinché il comma 7 dell'articolo 5-bis venga soppresso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche noi siamo a favore della soppressione del comma 7 dell'articolo 5-bis, perché rischia di trasformare molte delle nostre strutture ricettive all'aria aperta, come i campeggi, in villaggi turistici. Chiunque abbia un po' di dimestichezza con questo tipo di turismo o vada in barca, navigando lungo le coste d'Italia, capisce bene cosa significherebbe trasformare, di fatto, i campeggi in villaggi turistici. Tutti sanno che esistono in commercio - e, comunque, possono essere costruite - delle strutture che formalmente appaiono essere su ruota, ma che, in realtà, sono assolutamente parificabili a delle vere e proprie piccole abitazioni.
Pertanto, credo che sia assolutamente inopportuno che, attraverso questa strada, si possa arrivare a deturpare il paesaggio, anche perché non viene posta alcuna limitazione, né in termini di distanza dalla riva e dalla costa, né in termini di limitazione rispetto al campeggio.
Vorrei ricordare che questo problema è stato già discusso nella scorsa legislatura: in quell'occasione l'Aula, con il voto favorevole anche dell'attuale maggioranza, respinse questa idea, ed a votare a favore di questo singolare provvedimento fu Rifondazione comunista.
A me piacerebbe che qualcuno di questa maggioranza mi spiegasse come mai oggi propone o vota una norma che nella scorsa legislatura aveva visto il voto favorevole di Rifondazione Comunista!
Pertanto, noi manteniamo la nostra opposizione e invitiamo veramente l'Assemblea a ripensarci, in quanto vi sono strutture apparentemente mobili che sono vere e proprie case. Credo, quindi, che se così è, se vogliamo farlo, quanto meno che si paghino i canoni concessori e le eventuali imposte ai comuni - ora non c'è più l'ICI - nei quali insistono questi tipi di strutture e, quindi, si trasformino realmente, ma con un provvedimento chiaro e trasparente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, questi emendamenti si rivolgono ad un settore del nostro Paese molto importante, il turismo, che ritengo forse non sia stato bene individuato nel suo meccanismo. Penso che tutti quanti siamo stati in un campeggio, dove sappiamo bene che chiunque accede, paga un affitto per il periodo che rimane. Non sono certamente i comuni che introitano denari, ma semplicemente i proprietari dei campeggi, i quali, a loro volta, pagano una concessione. Pertanto, nel momento in cui si propone di semplificare questa fattispecie, togliendola dalle attività rilevanti - rendendo i camping e le roulotte per quelloPag. 76che sono - ritengo che si dia un piccolo segnale rivolto ad un settore così importante come quello del turismo. Non possiamo, dunque, che insistere per il mantenimento della norma.
Ritengo, altresì, che il voto di Rifondazione Comunista della scorsa legislatura, cui si faceva riferimento, poteva essere l'ennesimo voto contro il Governo Prodi, che ne ha subiti più di uno, ma ritengo che non sia questa certamente la sede per discuterne.
Al contrario, ritengo che un segnale, anche piccolo, dato al nostro turismo, come la semplificazione del settore dei campeggi all'aperto, sia l'inizio di un percorso nel settore turistico che vedrà altri provvedimenti importanti di questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, da dodici anni frequento un campeggio per una settimana all'anno, non andiamo in barca, né in grandi ville. In questo campeggio vi sono delle roulotte che sono frequentate da persone medio-piccolo borghesi. Non mi stupisce che Rifondazione Comunista, che quanto meno si rifà ad un determinato ceto sociale, abbia votato questa norma.

ANTONIO BORGHESI. L'avete votata anche voi!

MASSIMO POLLEDRI. L'abbiamo votata anche noi, ne sono orgoglioso, la rivoterei e la rivoterò in questa occasione, perché la popolazione che frequenta i campeggi non è un popolo di evasori, ma è un popolo di persone che talvolta hanno uno stipendio (non due!), che frequentano questi posti, che hanno una piccola roulotte e che pagano, tutti gli anni, un affitto ai campeggi, e che con i gestori di queste piccole strutture vivono una relazione quasi familiare.
Quindi, qui non si fa alcun regalo ad alcuno speculatore, ma si interviene, magari, a favore delle famiglie, pensando che prevedere una deroga o un piano regolatore o una domanda di questo tipo per avere una roulotte sia chiedere forse troppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Onorevole Polledri, qui stiamo parlando di leggi regionali che già regolano questa materia in quasi tutte le regioni italiane, dall'Emilia-Romagna in giù, soprattutto dove c'è il mare. Stiamo parlando di poteri che attengono ai comuni nell'ambito delle leggi regionali e, di conseguenza, stiamo parlando di una cosa abbastanza seria, rispetto alla quale il parere della Commissione bilancio, in questo caso, non riguardava motivi di contabilità, ma motivi di competenza.
Per tali ragioni, invito i parlamentari di quest'Aula ad esprimere voto favorevole sugli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scilipoti 5-bis.20 e Lulli 5-bis.21, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 465
Astenuti 30
Maggioranza 233
Hanno votato
196
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i deputati Zazzera e Messina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Scilipoti 5-bis.22.Pag. 77
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, colgo l'occasione per rispondere all'onorevole Polledri, se mi presta attenzione. In primo luogo, questo nostro emendamento va incontro alla sua dichiarazione...non mi ascolta!
Volevo ricordare che, nella scorsa legislatura, la Lega Nord votò contro questo tipo di provvedimento. Soltanto per memoria ricordo che la Lega Nord, durante la scorsa legislatura, votò insieme a noi contro questo provvedimento. Vorrei inoltre aggiungere che l'emendamento in esame va incontro alle istanze che egli ha manifestato: ha parlato di roulotte. Al riguardo sono abbastanza d'accordo. Ciò che contesto è che quelle roulotte - peraltro non tutti i campeggi sono piccoli come quelli ai quali fa riferimento l'onorevole Polledri - si trasformino in vere e proprie abitazioni. Per questo chiedo all'Aula di riflettere e valutare almeno l'emendamento in esame, che pone qualche limite a una trasformazione dei campeggi in villaggi turistici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, sono costretto ad intervenire a titolo personale perché il collega Borghesi quando può ti toglie la parola e non ti dà neanche la possibilità di intervenire. Voglio entrare nel merito della questione, che peraltro è anche abbastanza tecnica. Faccio l'esempio della mia provincia, della mia regione e della mia città, ove esistono dei regolamenti. Andiamo verso una regolamentazione generalizzata su tutto il territorio provinciale, con i piani comunali del governo del territorio, che devono corrispondere al piano provinciale del governo del territorio che, a sua volta, deve essere in linea con un piano regolatore approvato dalla regione.
Credo che su questi aspetti non abbiamo più bisogno di intervenire: il Governo centrale non deve e non può intervenire su vicende di competenza delle regioni e delle province, anche perché abbiamo una regolamentazione particolareggiata, al punto che laddove esistano dei parchi naturali viene previsto il rilascio di una concessione addirittura per il taglio di un albero. Figuriamoci se possiamo permettere che un prefabbricato o una roulotte possano essere collocati davanti al mare: ciò deve essere regolamentato sicuramente a livello periferico.

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei sapere se sia lecito rivolgersi ad altro deputato o se occorra rivolgersi alla Presidenza. Ove fosse così, chiedo alla Presidenza se intenda intervenire sul punto.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Brigandì, il Regolamento prevede che ci si debba rivolgere al Presidente. La ringrazio di questa sottolineatura.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

LUDOVICO VICO. Intendo chiedere scusa alla Presidenza per avere interloquito direttamente con un collega.

PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 5-bis.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 78

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 297
Astenuti 198
Maggioranza 149
Hanno votato
30
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, come si è potuto constatare in quest'Aula, abbiamo svolto un confronto di merito, sia in Commissione, sia in Assemblea, in quanto pensiamo che l'opposizione, pur avendo una visione alternativa a quella della maggioranza che governa, debba svolgere fino in fondo il proprio compito per migliorare, ove possibile, i provvedimenti. Devo dire che sull'articolo 5-bis in Commissione qualche miglioramento c'è stato, però non ci consente di apprezzarne interamente il dispositivo, perché poi sono state sollevate, sempre in Commissione, e poi ribadite in Aula, alcune questioni che non ci convincono.
Innanzitutto c'è un equivoco sulle zone franche. Abbiamo tentato di porre un freno, in quanto la norma in esame darà luogo a molte complicazioni. Non c'è, infatti, la necessaria selettività con cui va affrontato questo intervento, anche a fronte delle modeste risorse impegnate. Ciò potrà dar vita ad una situazione molto confusa, anche perché non è chiara la definizione che ne è stata data. Altri aspetti, a nostro avviso, appaiono privi di selettività. Alcuni punti della delega al Governo sono troppo generici, e questo ci dispiace, perché all'inizio vi era un'impostazione che ci aveva convinto e che ci aveva portato a fare un lavoro importante di confronto in Commissione.
Per quanto riguarda il comma 7, signor Presidente, ognuno può avere le migliori intenzioni di questo mondo, però vorrei far notare (in quanto i frequentatori di campeggio albergano anche da questa parte) che c'è un dubbio di fondo: si dà licenza di fare quello che si vuole. Non voglio mettermi a discutere su un elemento non irrilevante, già sottolineato dall'onorevole Vico, ossia sul fatto che si va ad incidere su normative e poteri di pertinenza delle regioni e degli enti locali. Così, però, si rischia di dare il via libera ad una situazione che potrebbe avere effetti nefasti per il nostro turismo. Infatti, quando si dice che «non costituiscono in alcun caso attività rilevanti ai fini urbanistici, edilizi e paesaggistici», rimango senza parole.
Se vogliamo fare interventi sul turismo, cari colleghi della maggioranza, anche sul turismo che riguarda quella parte importante della nostra attività economica quale può essere quella dei campeggi e dei villaggi, lo dobbiamo fare inseguendo e migliorando le prestazioni dell'offerta qualitativa, e non dando una sorta di via libera, quasi fosse un «liberi tutti», per regolarizzare non sappiamo che cosa e per poi, magari, fare fognature abusive e creare accampamenti che nulla hanno a che fare con le esigenze di un Paese moderno, che può vincere la sfida sul turismo se sposa la qualità, non se sposa un allentamento delle regole.
Per questi motivi, purtroppo, non possiamo che esprimere un voto contrario convinto sull'articolo 5-bis. Avremmo preferito valorizzare gli obiettivi raggiunti durante il confronto ma, purtroppo, alcuni elementi, non ultimo il comma 7, ci costringono ad esprimere voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, vorrei esprimere proprio su questo articolo, il 5-bis, in maniera chiara, convintaPag. 79e determinata il voto a favore del Movimento per l'Autonomia. È un articolo che ci ha impegnato molto, in Commissione, in valutazioni, analisi, riflessioni e considerazioni e la Commissione, all'unanimità, ha approvato questo articolo, che prevede, anche in questo caso, un riferimento specifico ai territori ricadenti nelle aree individuate dall'obiettivo «Convergenza», di cui al regolamento del Consiglio dell'11 luglio 2006, il n. 2006/1083/CE.
Questa ci è sembrata la formula più corretta per evitare anche quella divisione e contrapposizione semantica e lessicale tra nord e sud, dal momento che spesso in quest'Aula sentiamo alti richiami all'Unione europea e allo spirito europeista. Pertanto, ci è apparso il modo più corretto per riproporre, in maniera moderna, una questione sulla quale noi siamo impegnati e per la quale abbiamo ricevuto il mandato degli elettori. Infatti, è proprio in ordine a questo articolo specifico che ha funzionato nella maniera, se mi è consentito dire, migliore l'accordo politico, all'interno della maggioranza, tra un grande partito nazionale, il Popolo della Libertà, che si richiama al popolarismo europeo, e due forze territoriali, la Lega, al nord e il Movimento per l'Autonomia, al sud.
Riteniamo che su queste basi, nella forma politica più corretta e nel rispetto reciproco delle posizioni, se ci faremo carico, con lealtà e solidarietà, gli uni delle ragioni degli altri faremo e renderemo un grande servizio al nostro Paese, soprattutto sul piano di riunificare l'Italia dal punto di vista delle opportunità economiche, dello sviluppo e delle possibilità.
Anche per tale ragione, signor Presidente, invito gli uffici a prendere nota, dalla votazione dell'articolo 5-bis in poi, che tutti gli emendamenti a mia firma si intendono ritirati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per riallacciarmi all'intervento svolto dall'onorevole Iannaccone in ordine all'unitarietà degli intenti su questo articolo e sui punti fondamentali che esso contiene proprio in ordine alle zone franche. Riteniamo assolutamente opportuno che vi sia una riqualificazione e una redistribuzione delle suddette zone per effettuare, eventualmente, una successiva rimodulazione, come auspichiamo. Pertanto, sin da ora preannunzio un ordine del giorno in merito.
Sopratutto, voglio anche ribadire il concetto della territorialità, dove due partiti come la Lega Nord e il Movimento per l'Autonomia appoggiano, non incondizionatamente, ma costruttivamente questo articolo. Infatti, gli altri partiti - soprattutto il Partito Democratico, senza tralasciare l'Italia dei Valori - dovrebbero assolutamente riflettere che l'articolo in esame è a favore di tutto il Paese. Questo lo afferma un esponente di un partito che potrebbe anche non discutere delle zone franche, perché tutti sappiamo benissimo dove sono situate territorialmente, e anche sui campeggi.
Ma voglio assolutamente ribadire il concetto che noi siamo a favore, perché abbiamo il piacere di mantenere unificate le leggi in questo Governo perché, così come l'onorevole Vico ha precedentemente ribadito e puntualizzato ci sono dei regolamenti regionali, soprattutto nel settore del turismo, con riferimento ai campeggi e ai villaggi turistici, e saranno poi le regioni che dovranno valutare caso per caso. Non ci sembra affatto logico che in una parte del Paese ci siano campeggi che sembrano campi nomadi e campi nomadi che sembrano campeggi.
Pertanto, noi siamo a favore di questo articolo perché riteniamo opportuno riqualificare i campeggi di tutto il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Pag. 80

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 490
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato
267
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Buttiglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Catone e Barani hanno segnalato che hanno erroreamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto votare a favore.

(Esame dell'articolo 5-ter - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Beccalossi 5-ter.1 e Zucchi 5-ter.2.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Fogliato 5-ter.3, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 1 sostituire l'ultimo periodo con il seguente «Per i consorzi agrari in liquidazione coatta amministrativa per i quali sia accertata la mancanza dei presupposti per il superamento dello stato di insolvenza e, in ogni caso, in mancanza della presentazione e dell'autorizzazione della proposta di concordato, l'autorità amministrativa che vigila sulla liquidazione revoca l'esercizio provvisorio dell'impresa limitatamente a questi e provvede a rinnovare la nomina dei commissari liquidatori». Questa è la riformulazione che chiederei al proponente di accettare per poter esprimere il parere favorevole.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5-ter.4 e Bellotti 5-ter.5.
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Marinello 5-ter.6, a condizione che venga eliminato il primo periodo e mantenendo soltanto il periodo che inizia con le parole: «L'articolo 1, comma 9-bis del decreto-legge 18 maggio 2006». In questo caso, se rimane soltanto questa seconda parte il parere della Commissione è favorevole. Infine, ricordo che l'emendamento 5-ter.300 della Commissione è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, comprese le riformulazioni proposte.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, la ringrazio, mi occorre poco tempo. Poiché abbiamo evocato sia i campeggi, sia le roulotte, sia i campi nomadi, vorrei ricordare, a quest'Aula, in questo momento, che mentre noi stiamo parlando una roulotte con a bordo una famiglia formata da un papà, da una mamma e da cinque bambini di cui uno neonato, viene tenuta in continuo movimento dal sindaco di Chiari, il senatore Mazzatorta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

STEFANO ALLASIA. Bene!

CLAUDIO D'AMICO. Bravo!

FURIO COLOMBO. Non possono fermarsi, non possono sostare, i bambini nonPag. 81possono andare a scuola né in ospedale, il bambino più piccolo è nato per sostegno e intervento di volontari. La loro piccola casa prefabbricata è stata distrutta e un piccolo ufficio della Caritas che era accanto alla scuola prefabbricata (il tutto in un terreno assegnato dalla precedente odiosa amministrazione di centrosinistra) è stato cancellato.

MASSIMO POLLEDRI. Cosa c'entra, Presidente?

FURIO COLOMBO. Questa roulotte di cittadini italiani - si tratta di cittadini sinti - deve continuamente muoversi: quando si ferma di notte i vigili urbani, con mazze e bastoni, picchiano sulla roulotte per svegliare e terrorizzare i bambini (Commenti dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Signor Presidente, è una storia italiana quella che sta avvenendo in questa Repubblica, mentre stiamo parlando e discutendo di campeggi, di roulotte e di campi nomadi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PIETRO LAFFRANCO. Basta!

ANTONINO LO PRESTI. Sei un miserabile!

FURIO COLOMBO. Il titolare di questa azione, ripeto, è il sindaco leghista di Chiari, il senatore Mazzatorta.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, lei sa che, per Regolamento, avrei dovuto farla intervenire a fine seduta, ma le ho consentito di parlare ora per l'importanza dell'argomento.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Beccalossi 5-ter.1 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

VIVIANA BECCALOSSI. Presidente, sono la prima firmataria dell'emendamento 5-ter.1, sul quale il relatore e il Governo hanno formulato un invito al ritiro. Sono veramente dispiaciuta, ma non posso ritirarlo, perché rimango convinta della bontà delle ragioni che mi hanno portato a presentarlo. Ricordo a me stessa e all'Aula che l'articolo 5-ter disciplina i consorzi agrari, che diventano, di fatto, cooperative.
Il mio emendamento 5-ter.1 è relativo al terzo periodo del comma 1 dell'articolo 5-ter, che io personalmente ritengo illegittimo, dal momento che i consorzi agrari, definiti come società cooperative - disciplinate dagli articoli 2511 e seguenti del codice civile -, dal comma 1 vengono considerati cooperative a mutualità prevalente, indipendentemente dai criteri stabiliti dall'articolo 2513 del codice civile. È evidente, a mio avviso, la contraddizione logica e giuridica dello stesso comma.
I criteri per la definizione della prevalenza precisati dall'articolo 2513 del codice civile, infatti, impongono che gli amministratori e i sindaci documentino la condizione di prevalenza prevista dall'articolo 2512 del codice civile nella nota integrativa al bilancio, andando ad evidenziare contabilmente diversi parametri, riferiti, ad esempio, ai ricavi dalle vendite e prestazioni di servizi, al costo di lavoro dei soci e al costo della produzione per servizi ricevuti dai soci.
Senza questa documentazione, la condizione di prevalenza sarebbe puramente virtuale. In tal modo, oltretutto, verrebbe attribuita ai consorzi agrari una caratteristica che comporta nuovi vantaggi, anche di tipo fiscale, senza che ricorrano le condizioni legislativamente previste per le vere cooperative a mutualità prevalente.
Insomma, ritengo che sarebbe una concorrenza sleale nei confronti del sistema delle cooperative, che non sono costituite solo da Legacoop, come qualcuno vorrebbe far pensare, ma che di fatto sono una realtà importantissima, non solo in Lombardia, ma in tantissime regioni d'Italia che tengono vivo il made in Italy, di cui tanto si parla anche a livello governativo.
Inoltre, ricordo all'Aula che non più tardi di un paio di mesi fa, a luglio, il nostro Paese è stato messo in mora da parte di Bruxelles proprio sul sistema cooperativo sulla mutualità prevalente. Se questo articolo fosse approvato così comePag. 82è stato scritto, esso appesantirebbe ancora ulteriormente la posizione del nostro Paese.
Chiedo scusa, mi dispiace se non sono d'accordo né con il Governo né con il Comitato dei nove, ma, per il bene del nostro Paese e della nostra agricoltura, non posso votare a favore di questo articolo. Rimango pertanto convinta del mio emendamento 5-ter.1. (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Zucchi 5-ter.2 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, l'articolo 5-ter, oggetto del mio emendamento 5-ter.2, interviene sulla vicenda relativa alla trasformazione della natura giuridica dei consorzi agrari, stabilendo che il riconoscimento ai consorzi della qualificazione di società cooperativa a mutualità prevalente prescinda dagli specifici requisiti previsti al riguardo nell'articolo 2513 del codice civile.
Prescinda, cioè, dallo svolgimento dell'attività prevalentemente in favore dei soci e con l'apporto prevalente degli stessi. Ho presentato un emendamento soppressivo alla deroga prevista non già per uno spirito punitivo verso i consorzi agrari, ma per ragioni che attengono unicamente a questioni di coerenza giuridica e di coerenza nella politica economica del sistema agroalimentare. I consorzi agrari, dopo una lunga e non felice parentesi, sono tornati nell'alveo giuridico e istituzionale della legislazione che regola la società delle cooperative. Con questa autentica riforma, doveva aprirsi una stagione globale di riorganizzazione e di ristrutturazione delle imprese operanti nell'economia dei servizi per l'agricoltura. L'intenzione era di favorire e incentivare il raggiungimento di quei parametri di efficienza e di economia di scala necessari per governare le nuove configurazioni del mercato dei fattori della produzione e delle nuove tecnologie, di riconoscere ai consorzi, anche se in forma mutata, un ruolo strategico nel settore agricolo, per il ruolo di servizi sul territorio da dedicare ad un'agricoltura che vive situazioni di grande, forse troppa, frammentarietà. Ma si trattava e si tratta ancora di un processo che riguarda anche le imprese private, alle quali questo Parlamento deve guardare con uguale attenzione.
Questa è la vera sfida, ancora in gran parte dinanzi ai compiti dei soci agricoltori, degli amministratori dei consorzi agrari e delle cooperative dei produttori agricoli. Troppo spesso, anche nel dibattito generale, presi dalle impellenze della competizione dei mercati al consumo, si dimentica che l'agricoltura del nostro Paese soffre di un serio problema di costi alla produzione e di diseconomie cospicue, sia dentro il perimetro dell'impresa agricola, sia nel sistema complessivo. Ed è questa la vera sfida. Sinora sia i consorzi agrari, sia la cooperazione tout court, hanno affrontato e solo in parte realizzato processi di ristrutturazione, dismissioni, fusioni e concentrazioni, ciascuno nel proprio ambito. È ora urgente che tutte queste imprese dei produttori agricoli affrontino insieme e ovviamente secondo specifiche logiche imprenditoriali una generale riorganizzazione, per non diventare parte del problema delle diseconomie, alle quali accennavo. Ma una generale riorganizzazione sarebbe utile se il ritorno dei consorzi agrari nel panorama dei servizi all'agricoltura favorisse una discussione vera, seria e approfondita su come procedere a questa generale riorganizzazione, che non può riguardare solo una parte, ma tutto il comparto imprenditoriale agricolo e tutti i suoi attori. La norma qui proposta, invece, riporta indietro le lancette della piccola storia dell'economia dei fattori produttivi per l'agricoltura. Si rischia di tornare in modo surrettizio a regimi speciali, al passato. Si tornerà a creare un ambiente giuridico-istituzionale tendenzialmente divaricante, con condizioni di squilibrio competitivo, che impedirà o comunque ritarderà le necessarie integrazioni e fusioni. Si tratta di una sfida, come si diceva, e di un obiettivo assolutamente urgenti per l'agricoltura del nostro Paese.Pag. 83
A sconsigliare l'approvazione di questa norma ci sono altresì, come questo Parlamento ben conosce, anche dettagliate obiezioni di tipo giuridico, che nell'insieme configurano una nuova situazione di contenzioso con le norme della concorrenza del mercato unico europeo. Anche questi aspetti devono preoccupare, in quanto contribuiranno a complicare la relazione tra le imprese e, in ultima analisi, ad accrescere le diseconomie nel settore agricolo. Mi permetto, quindi, di suggerire al Governo un'azione semplice, ma al tempo stesso proficua: accettare questa nostra posizione e consentirci di fare una discussione più approfondita in Commissione agricoltura. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, avendo avuto qualche parte nella riforma del diritto societario, mi permetto di fare una notazione su questa norma e sull'emendamento che propone la soppressione del terzo periodo.
Nella riforma uno dei cardini, per quanto riguarda il sistema cooperativo, è stata la distinzione netta tra le cooperative a mutualità prevalente (quelle la cui attività si rivolgeva in prevalenza ai soci o quelle che funzionavano con l'apporto prevalente dei soci) e quelle a mutualità non prevalente.
Questa distinzione ordinamentale, che abbiamo introdotto nel codice civile, è stata la premessa per applicare un regime fiscale di maggior favore per le cooperative a mutualità prevalente e di minor favore per quelle a mutualità non prevalente.
Affermare ora, come si fa in questa norma, che i consorzi agrari sono considerati comunque a mutualità prevalente, anche se non rispettano i requisiti che il codice civile prevede per determinare la prevalenza, francamente, significa operare una contraddizione in termini di coerenza giuridica, ma anche avallare un regime di vantaggio fiscale, che, se non trova la sua giustificazione nella mutualità prevalente, è assolutamente improprio, tanto che mi chiedo come sia possibile che la relazione dica che da questa norma non derivano nuovi oneri.
È evidente che se consento ai consorzi, anche se non sono a mutualità prevalente, di avere il trattamento fiscale agevolato, quello addirittura antecedente alla riforma, che consente di esentare dal reddito imponibile al 100 per cento le risorse indisponibili (neanche al 70 per cento, come è oggi per le cooperative a mutualità prevalente), è evidente che vi è un minor gettito per l'erario e quindi la norma non è certamente a costo zero.
Oltretutto, aggiungo che la V Commissione ha detto, in termini molto timorosi, una grande verità, cioè che questa norma è a rischio di procedura di infrazione europea, perché è certamente un'agevolazione impropria da parte dello Stato.
Mi pare, quindi, che vi siano non solo buone, ma ottime ragioni perché l'emendamento venga approvato, tanto che chiedo di sottoscriverlo a nome del mio gruppo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Ruvolo e Marinello, che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunziano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nola. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA. Signor Presidente, è vero che a volte, in quest'Aula, i lavori sono un po' noiosi, ma io, che sono il secondo firmatario dell'emendamento Beccalossi 5-ter.1, mi chiamo Nola e non «Noia», come è scritto sul fascicolo (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Sono contrario all'attribuzione d'ufficio di certi benefici. Il dibattito, dopo questo emendamento, ha sicuramente portato alla luce molte delle perplessità che animano tanti colleghi.
Questo emendamento ha visto la luce quasi alla fine del dibattito nella Commissione referente e quindi la CommissionePag. 84agricoltura non ha potuto affrontarlo con le adeguate cautele.
Vi sono forti perplessità, sottolineate dalla collega Beccalossi e dal collega Zucchi, ma credo che sia importante ricordare che questi importantissimi e preziosi strumenti, quali sono i consorzi agrari, debbano avere comunque un occhio di riguardo da parte del Parlamento. Ecco perché, nonostante che vi siano ancora delle perplessità, l'obiettivo dei quattro presentatori dell'emendamento 5-ter.1 era quello di porre il tema politico.
Il tema politico è stato posto e sono state sottolineate alcune perplessità, anche per quanto riguarda la Commissione europea. Credo che nelle more dell'approvazione e della messa in ordine degli statuti dei consorzi agrari, il Governo abbia la possibilità di intervenire nel dettaglio, sistemando i problemi principali ed i dettagli.
Ecco perché, nonostante segnali la forte preoccupazione di alcuni di noi, a nome dei quattro firmatari, ritiro l'emendamento Beccalossi 5-ter.1.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Nola, ma il titolare dell'emendamento è il primo firmatario: lei può ritirare la firma dall'emendamento, ma non può ritirarlo.

VIVIANA BECCALOSSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 5-ter.1, evidentemente per il bene del Governo. Mi spiace: spiace sempre quando molti deputati ti danno ragione, mentre poi si chiede, per il bene del Governo e di questa maggioranza, di ritirare un emendamento. Lo dico dunque in maniera molto chiara, mi è stato chiesto di ritirarlo e così faccio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Ritengo, sentite anche le giustificazioni e la qualificazione dell'emendamento, di poter votare a favore dell'emendamento Zucchi 5-ter.2.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zucchi 5-ter.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 493
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato
236
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fogliato 5-ter.3.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal relatore.

FRANCESCO BIAVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BIAVA. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Fogliato 5-ter.3, nel testo riformulato.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fogliato 5-ter.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 85
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 478
Astenuti 7
Maggioranza 240
Hanno votato
477
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 5-ter.4 e Bellotti 5-ter.5, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
492
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Naro, De Poli, Favia e Aniello Formisano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marinello 5-ter.6.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione formulata dal relatore.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, anche se si è trattato di un accoglimento parziale, ringrazio il Comitato dei nove e il relatore e accetto quindi la riformulazione. Mi permetto però di suggerire al relatore, se lo ritiene opportuno, di aggiungere, dopo la parola: «abrogato», un'ulteriore precisazione, che serve a ribadire i veri scopi dell'emendamento, cioè un vero e proprio rilancio del sistema dei consorzi agrari, ad esempio nell'esercizio del credito agrario, oppure nell'applicazione delle procedura di mobilità tra consorzi in bonis e così via.
In particolare, vorrei suggerire al relatore un'eventuale ulteriore riformulazione, che sostanzialmente faccia salve le disposizioni degli articoli 2 e 5, commi 2, 3 e 5, e 6, della legge n. 410 del 28 ottobre 1999. Se ritenesse opportuno aggiungere questa ulteriore precisazione, licenzieremmo sicuramente un provvedimento più compiuto: è già importante l'accettazione dell'emendamento, perché di fatto chiudiamo una pagina triste, che era quella della vituperata legge cosiddetta Bersani-Visco, che di fatto regalava il sistema dei consorzi a ben note centrali cooperative. Già otteniamo quindi un grandissimo risultato; ma con questa ulteriore precisazione, a mio avviso, riusciremmo a dare completezza all'intero provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Marinello, prima di dare la parola al relatore, ricordo che lo stesso, per poter accogliere un suo suggerimento (non posso usare il termine «riformulazione»), dovrebbe riunire il Comitato dei nove. Francamente mi sembra che il provvedimento in esame abbia già subito varie interruzioni, comunque mi rimetto al relatore.

ENZO RAISI, Relatore. Condivido il parere del Presidente, perché in effetti uno dei problemi nel recepire quanto è stato richiesto è che si dovrebbe sospendere la seduta e riunire il Comitato dei nove (ma anche, devo aggiungere, comprendere ciò che è stato detto). Il relatore è molto attento, però vi sono dei riferimenti normativi cui in questo momento non sono ovviamente in grado di rispondere.
Suggerisco, se il proponente è d'accordo, di recepire intanto l'emendamento con la riformulazione da me proposta e di presentare un ordine del giorno che sia di chiarimento rispetto all'emendamento stesso, in modo che si uniscano l'una e l'altra esigenza.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Marinello accetta la proposta del relatore.Pag. 86
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, prendo spunto da questa discussione e anche dell'intervento del collega Marinello perché ancora una volta - e lo denuncio in quest'Aula - con questa tecnica che il Parlamento oggi subisce sul provvedimento in esame (e vale dunque anche per il disegno di legge n. 1441-ter ciò che è già avvenuto per il disegno di legge n. 1441-quater e per il disegno di legge n. 1441-bis) assistiamo continuamente all'aggiunta di materie che avrebbero bisogno di un profondo dibattito all'interno della Commissione permanente competente (in questo caso, la Commissione agricoltura).
Pur con tutta la buona volontà, dell'articolato che stiamo discutendo non c'era nessuna ragione d'urgenza (peraltro, come ha denunciato la collega Beccalossi e noi sottoscriviamo pienamente, già in sede europea è aperto un contenzioso su tutta la materia dei consorzi agrari); semmai c'era bisogno di un'iniziativa, anche del Governo, volta a riprendere le fila di questo discorso e della normativa vigente (costata una lunghissima serie di confronti parlamentari nel corso di ben due legislature).
La prima considerazione che svolgo, signor Presidente, è dunque quella di un totale dissenso rispetto a questa iniziativa, di cui veramente tra l'altro, anche per quanto attiene all'oggetto proprio di questo collegato - mi consentano il Ministro e il collega, che stimo entrambi in modo molto ampio - non se ne sentiva il bisogno.
La seconda questione che voglio sollevare è che, come ha sottolineato il presidente vicario del nostro gruppo, il collega Vietti, abbiamo sempre mantenuto come stella polare sulla tematica delle questioni attinenti alla normativa agricola il riferimento alla Comunità europea (che in questo caso presentava già delle difficoltà).
In ultimo, noi avevamo trovato una convergenza e ad una definizione della normativa per i consorzi agrari nell'ambito di quel concetto di mutualità che oggi vediamo scardinato e rispetto al quale credo non potranno venire al settore quei giovamenti che invece sono stati in questa sede rappresentati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marinello 5-ter.6, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 458
Astenuti 34
Maggioranza 230
Hanno votato
260
Hanno votato
no 198).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5-ter.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, noi voteremo contro questo articolo, la cui sostanza ho già richiamato nell'illustrazione del mio emendamento 5-ter.2. Ci eravamo illusi che anche ai deputati della Commissione agricoltura interessasse svolgere una discussione approfondita nella Commissione di merito, su un tema così importante e strategico per il settore agroalimentare.
Va da sé che i consorzi agrari possono rappresentare uno strumento strategico e, tuttavia, non sono gli unici strumenti che possono fornire servizi all'agricoltura. Sarebbe stato utile, sarebbe stato meglio e più vantaggioso se in sede di Commissione permanente avessimo potuto anche audire il mondo agricolo e insieme stabilire quale processo e quale percorso costruire per il futuro di questo settore. Ciò, in parte, ci èPag. 87stato negato e, in parte, ho visto che il coraggio se uno non ce l'ha, non se lo può dare.
Per rispondere ad alcune dichiarazioni dell'onorevole Marinello, ho visto inoltre, su questo tema, che vi sono molte decisioni e scelte ideologiche; questo mi dispiace e mi rincresce. Avremmo potuto fare un'operazione molto più utile al settore dell'agricoltura; invece, abbiamo ceduto, forse, solo ad una parte dell'agricoltura.
Ricordo ai colleghi che con me siedono in Commissione che l'agricoltura è più vasta di chi oggi rappresenta coloro che, in qualche modo, controllano i consorzi agrari. Per questi motivi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, affermare che sono esterrefatto è poco, per una ragione semplicissima: non ci saremmo aspettati dalla collega Beccalossi, che aveva presentato un emendamento che stravolgeva categoricamente il testo, sentirla dichiarare alla fine - non me ne abbia a male la collega Beccalossi - che avrebbe ritirato il suo emendamento solo ed esclusivamente per il bene del Governo.
Siamo arrivati alle comiche! Come ha spiegato il collega Vietti, trattiamo una materia assai complessa dalla quale, guarda caso, con un colpo di mano, si vuole far scomparire la mutualità prevalente. Ricordo all'Assemblea che questo provvedimento sui consorzi agrari ha avuto nel tempo una quantità infinita di interventi normativi. Soprattutto nelle passate legislature, diversi progetti di legge sono stati presentati per garantire una organicità al complesso problema del consorzi agrari.
Di tutto questo non si è tenuto in considerazione davvero niente. Noi siamo convinti e determinati a sostenere il ruolo dei consorzi agrari, ma in questa condizione è davvero drammatico, è difficilmente spiegabile a coloro i quali hanno presentato questo articolo. La mutualità prevalente in sé, infatti, incide profondamente sul tessuto economico di questo Paese (mi riferisco alle cooperative di credito, al commercio equo-solidale, alle cooperative di lavoro). È possibile trattare in questo modo una materia così complessa e complicata?
Peraltro, il provvedimento non è neanche passato all'esame della Commissione agricoltura. So bene cosa prevede il decreto-legge n. 181 del 2006, che affida la vigilanza del settore alla competenza del Ministero dello sviluppo economico.
Non è possibile sopportare ancora una volta che questa Commissione regolarmente venga spogliata delle sue competenze. Ne faccio pubblica denuncia in questa Aula. Ogni volta che vi è un provvedimento che riguarda l'agricoltura arriva sempre per vie traverse.
Occorreva, quindi, realizzare un riordino della materia ed essere molto responsabili: ciò significava - come ha voluto dire la collega Beccalosssi - ritirare l'articolo perché quell'emendamento è stato presentato per stravolgere e per snaturare ciò che il Governo e la maggioranza hanno voluto.
Questo è il grido di allarme che noi lanciamo questa sera in quest'Aula, per dire che non si vuole il bene dell'agricoltura e delle società cooperative. Quello che state realizzando rappresenta un'anomalia e comunque distorce la realtà del mondo della cooperazione e della mutualità.
Le devo ancora dire, collega Beccalossi, che sono davvero spoetizzato da tale dichiarazione. Mi chiedo cosa sarebbe successo se nel sistema elettorale vi fossero state le preferenze. Ecco perché, ancora una volta, chiediamo il voto di preferenza. Lei sarebbe stata libera di interpretare tutto quello che ha sentito per il bene del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

Pag. 88

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo semplicemente perché ritengo offensivo aver parlato delle dichiarazioni dell'onorevole Beccalossi come di una comica.
Voglio esprimere, immagino anche a nome del mio gruppo, la mia solidarietà e l'apprezzamento per la collega Beccalossi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, tutti noi, se facciamo questo mestiere, abbiamo un «io» da portare avanti, e tutti noi molte volte vorremmo far fare un passo avanti al nostro «io». Qualche volta, però, dobbiamo compiere un passo indietro noi per mandare di due passi avanti il Governo e il Paese: onore a chi fa, qualche volta, un passo indietro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 481
Astenuti 6
Maggioranza 241
Hanno votato
261
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che i deputati Dima e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Levi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo riferendomi alle dichiarazioni che lei ha reso in precedenza; non ho interrotto prima perché eravamo in prossimità delle dichiarazioni di voto e del voto sul precedente emendamento.
Lei prima, in relazione alla richiesta dell'onorevole Marinello di poter ulteriormente riformulare il suo emendamento, ha fatto riferimento all'esigenza (peraltro sacrosanta e che anche il collega relatore aveva manifestato) per cui, quando si è in presenza di riformulazioni, quanto meno si debba riunire il Comitato dei nove.
Allora Presidente, le ribadisco una richiesta (non perché ora è lei a condurre i lavori: lo avevo fatto anche con il Presidente Leone), in relazione al fatto che in precedenza si è verificato un episodio identico, in occasione del quale non è stato neanche riunito il Comitato dei nove.
Quindi, a tutela dell'autonomia della Commissione e del Comitato dei nove e del valore che ha questo problema nell'economia dei nostri lavori, le faccio solo l'esplicita richiesta di trasmettere al Presidente della Camera l'esigenza di riflettere sull'opportunità che quanto è accaduto (fatto innovativo e abbastanza singolare) sia valutato dalla Giunta per il Regolamento.
Le chiedo altresì che, in attesa della decisione della Giunta per il Regolamento, sia assicurato all'Aula che quanto accaduto, pur essendo avvenuto, non costituisca precedente. Infatti, per come si è svolta tale vicenda, questa richiesta non pone nessuno in difficoltà, non mette in mora nessuno, e ci dà la garanzia che la Giunta per il Regolamento esaminerà quell'episodio assolutamente innovativo, e ci dirà se effettivamente si sia proceduto nel migliore dei modi o se, invece, vi siano modi migliori per procedere.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, penso che possa riconoscere che, almenoPag. 89per quanto mi riguarda, come Presidente di turno, mi sono assunta le mie responsabilità nel pieno rispetto del Regolamento, senza innovazioni.
Riferirò, comunque, al Presidente della Camera quanto lei ha voluto sottolineare a tutela naturalmente dei nostri lavori.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore dell'articolo 6, in ragione di una valutazione positiva del merito dello stesso articolo. Vengono introdotti, infatti, elementi di semplificazione delle procedure nell'ambito dell'accordo quadro con le università. Viene da dire che si tratta di una positiva valorizzazione del ruolo delle università che risulta peraltro in netta controtendenza con l'atteggiamento del Governo, proprio in questi giorni fortemente penalizzante nei confronti dell'università nel suo complesso.
Il voto sull'articolo 6 sarà favorevole nonostante, come già detto nel corso della discussione, il complesso del provvedimento in oggetto sia molto, troppo ampio, quasi onnicomprensivo. Vi è un'evidente forzatura data dalla scelta, che giudichiamo errata, di inserire in questo provvedimento tutto il tema del nucleare che avrebbe bisogno, per complessità e per importanza, di un provvedimento ad hoc.
L'altro rilievo di carattere più generale consiste nel fatto che il disegno di legge n. 1441-ter è, come è stato definito nel parere della Commissione affari esteri, parte coerente di un progetto complessivo di attuazione degli obiettivi e delle linee strategiche di politica economica dell'Italia, quali definite a partire dal DPEF.
Ebbene, in ragione di questi rilievi, la domanda che in molti hanno sollevato è se i provvedimenti di dettaglio a sostegno delle imprese, previsti nel provvedimento in oggetto, siano sufficienti rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni e in queste ore. Il DPEF, infatti, risulta insufficiente e non all'altezza della crisi, come ha detto l'opposizione. La manovra finanziaria risulta ancor più insufficiente: lo ha dichiarato l'opposizione e lo ha detto ieri il Presidente del Consiglio, che ha parlato di modifiche rilevanti.
Rischiamo di parlare, oggi, di altro, mentre il cuore dei provvedimenti risulta essere altrove e, forse, saremo chiamati a discuterne la prossima settimana. Dunque, concludendo, nonostante rimangano queste considerazioni più generali, il nostro sarà un voto favorevole sull'articolo 6 a conferma dell'atteggiamento, da noi tenuto in Commissione, di disponibilità al confronto puntuale nel merito e a sostegno di ciò che appare ispirato a buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 459
Astenuti 7
Maggioranza 230
Hanno votato
458
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

Pag. 90

LAURA FRONER. Signor Presidente, rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, con il mio intervento intendo annunciare il voto favorevole del nostro gruppo sull'articolo 7. Il tema dell'internazionalizzazione del sistema produttivo è particolarmente sentito dalle imprese, ma denso di criticità. Negli ultimi anni, pur con una percentuale di crescita del PIL prossima allo zero e nonostante fosse ritenuto da molti in difficoltà di fronte alla concorrenza globale, il sistema delle imprese italiane ha dimostrato nei fatti una capacità di resistenza notevole ed una grande potenzialità, in particolare in termini di export.
Va sottolineato, però, che spesso le imprese hanno realizzato importanti performance in totale solitudine senza ricevere alcun aiuto né dal sistema Paese né dalla politica. Oggi, di fronte a quella che può essere definita la seconda era della globalizzazione, caratterizzata da una feroce difesa dei singoli sistemi nazionali, diviene necessario, invece, che la politica guidi, a medio termine, il processo, intervenendo sui grandi nodi strategici.
In Italia permane un certo provincialismo, una diffusa applicazione del sistema «fai da te» che punta sulle capacità e sull'inventiva del singolo imprenditore piuttosto che sulla capacità espansiva del sistema complessivo. Da questo punto di vista, riteniamo che sarebbe quindi opportuno stimolare anche attraverso l'incentivazione di carattere fiscale le piccole imprese che si aggregano per raggiungere una massa critica.
Oltre al limite del provincialismo, risulta necessario rimuovere anche altre criticità di sistema: mi riferisco, ad esempio, al fatto che le risorse destinate agli investimenti sono disperse in una serie di interventi che risultano spesso frammentari e sovrapposti fra di loro, oppure al fatto che le rappresentanze diplomatiche italiane sono fortemente concentrate in alcuni Paesi, in particolare in quelli europei, e del tutto assenti in altri, come ad esempio in Asia, dove esistono potenzialità importanti di mercati in espansione.
Voglio entrare nel merito dell'articolo 7 del provvedimento in esame: con esso vengono conferite due deleghe al Governo per l'adozione, entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi, che hanno per oggetto, rispettivamente, il riassetto della normativa in materia di internazionalizzazione delle imprese, con particolare riferimento al coordinamento tra gli interventi di competenza dello Stato e delle regioni, ed il riordino e la razionalizzazione degli enti operanti nel settore.
Come dicevo nella premessa, il voto favorevole del mio gruppo è dovuto all'interesse per l'argomento e tiene conto del fatto che è stata accolta la nostra richiesta di sentire, sulle deleghe, il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia.
Il nostro interesse, come dicevo, è rivolto alle finalità di riassetto delle disposizioni vigenti, considerando, oltre a quelle relative alle esportazioni, anche quelle concernenti gli investimenti in grado di promuovere l'internazionalizzazione delle produzioni italiane, il coordinamento degli interventi di competenza dello Stato con quelli di competenza delle regioni e degli altri soggetti operanti nel settore, gli accordi tra enti pubblici e sistema bancario per l'utilizzo dei servizi e delle sedi estere degli istituti di credito. È un interesse che investe naturalmente anche la ridefinizione, il riordino e la razionalizzazione degli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese, nel rispetto dei compiti attribuiti al Ministero dello sviluppo economico, a quello degli affari esteri e a quello dell'economia e delle finanze. È un interesse che riguarda, infine, il riassetto organizzativo degli enti che operano nel settore, puntando ad una maggiore funzionalità degli stessi, quanto mai necessario, se teniamo conto delle mutate esigenze imposte dall'attuale quadro economico-finanziario, e mirante ad una maggiore coerenza della politica economica e commerciale estera e alla sua promozione in ambito internazionale con le funzioni svolte dall'amministrazionePag. 91centrale degli affari esteri, dalle rappresentanze diplomatiche e dagli uffici consolari.
Concludo augurandomi che i decreti legislativi in questione vengano stesi al più presto, data l'urgenza di intervenire in un settore così strategico per le nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo Unione di Centro sull'articolo in esame. È un articolo che, come prevede la norma, conferisce al Governo due deleghe: una prima delega è orientata a consentire che il Governo prefiguri un generale riordino della normativa e la seconda è una delega ad intervenire sugli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione.
Credo che, tra le numerose deleghe che sono previste e che abbiamo incontrato nel corso del dibattito e dell'esame del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione, quelle in discussione, contemplate dall'articolo 7, rappresentino un'esigenza assolutamente irrinunciabile, se il nostro Paese vuole dotarsi di una strategia adeguata, per affrontare le sempre crescenti difficoltà che le nostre imprese, soprattutto quelle piccole e medie, già incontrano e maggiormente potrebbero incontrare per il futuro.
Quindi, in questo senso, riteniamo che l'iniziativa del Ministro sia assolutamente condivisibile.
Riteniamo che tra i criteri direttivi siano previsti soprattutto elementi - lo vorrei osservare - di sollecito e di sinergia, così come previsto rispettivamente alla lettera c) del comma 1 (recante una delle deleghe in oggetto) dell'articolo 7, che prevede «accordi tra enti pubblici e il sistema bancario per l'utilizzo dei servizi e delle sedi estere degli istituti di credito» e alla lettera b) dello stesso comma, che prevede di «coordinare gli interventi di competenza dello Stato con quelli di competenza delle regioni e degli altri soggetti operanti nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese».
Chi ha avuto responsabilità di Governo ed ha svolto delle missioni all'estero ha visto quale fosse la disorganizzazione presente tra tutti gli enti territoriali, le Camere di commercio, le regioni e gli enti di carattere statuale, con riferimento a tali azioni di promozione e di sostegno a favore dell'internazionalizzazione. Mi auguro veramente, sottosegretario Urso, che con questa delega ciò abbia a cessare, perché abbiamo assolutamente bisogno che il nostro Governo si doti di un sistema di sostegni e di una rete di aiuti, che dia veramente quella possibilità di operare, di cui le nostre imprese hanno bisogno. Affermo questo per quanto riguarda la prima delega.
Con riferimento alla seconda delega, prevista al comma 2 dell'articolo in esame, cioè quella riguardante il riordino e la razionalizzazione degli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione, riteniamo che non sarebbe stato sbagliato, né fuori luogo indicare anche, al secondo comma, quali siano gli enti strumentali anziché limitarsi a prevedere che vengono sottoposti al riordino e alla razionalizzazione.
Comunque, poiché vi sarà un confronto parlamentare, con il coinvolgimento di tutte le Commissioni parlamentari competenti per materia, credo che in quella sede questa carenza e questa assenza di indicazione potranno essere certamente colmate. Pertanto, augurandoci che dalla presente delega emerga la ragione fondamentale di coesione, di compattezza e di coordinamento a sostegno delle nostre imprese, esprimiamo sull'articolo in oggetto un convinto voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 92
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato
488
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Latteri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Borghesi 8.1 e 8.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siamo giunti a un'ora un po' tarda e, come spesso accade, si moltiplicano le luci delle votazioni e diminuiscono i posti a sedere. Per il momento, la prego semplicemente di iniziare a vigilare, perché l'argomento sta diventando un pochino imbarazzante. Dalle prossime votazioni, le chiederò formalmente di procedere al controllo delle schede, perché credo che vi sia un limite alla tolleranza e che questo limite sia stato già superato da molto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 8.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, non chiedevamo molto al Governo: visto che il nostro Paese è strutturato in modo tale che sta in piedi, per fortuna, ancora adesso grazie al supporto e al grande contributo che le piccole e medie imprese danno a questa nostra economia, chiedevamo solo che fosse aggiunto questo piccolo dettaglio.

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, devo intervenire a titolo personale, ma, poiché prima, circa mezz'ora fa, ha dato la parola ad un esponente della minoranza che ha affermato cose false...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole D'Amico, ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori.

CLAUDIO D'AMICO. Sì, signor Presidente, sull'ordine dei lavori, perché dal momento che in precedenza ha parlato una persona...

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole D'Amico, per par condicio le concedo la parola.

CLAUDIO D'AMICO. La ringrazio, signor Presidente. Alcuni minuti fa un esponentePag. 93dell'opposizione, in particolare l'onorevole Colombo, ha preso la parola e ci ha detto che a Chiari, dove è sindaco il senatore della Lega Nord Mazzatorta, i vigili vanno a picchiare i nomadi e vi sono persone che addirittura non si possono fermare (Commenti del deputato Colombo)... Io sono molto tranquillo, se lei è sempre così agitato è un suo problema, ma almeno mi faccia svolgere il mio intervento! Allora, stia calmo...

FURIO COLOMBO. No, le stavo spiegando come stanno le cose!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, la prego.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, va bene tutto, io sono molto calmo, ma c'è qualcuno che è sempre agitato! Dunque, signor Presidente, devo ribadire che delle falsità sono state affermate dall'onorevole Colombo, perché a Chiari non succede che i vigili urbani vanno in giro con i bastoni a picchiare la gente che si ferma, però è successo qualcosa che è meritevole di essere spiegato.
Vi sono state tre famiglie nomadi che risiedevano in un piccolo campo nomadi in modo abusivo, senza pagare luce, acqua, niente, e quando la nuova amministrazione, con la guida del sindaco Mazzatorta, ha chiesto di regolarizzare la situazione, hanno creato dei problemi. Teniamo conto che queste famiglie sono famiglie di pregiudicati, perché i capifamiglia sono stati arrestati in passato per rapine, con problemi anche di alcool, accertati da verbali dei servizi sociali. A queste famiglie è stato chiesto di regolarizzare la posizione. Dopo alcune trattative è stato formalizzato un accordo sulla legalità che prevedeva, tra l'altro, che i loro figli andassero a scuola e che loro rispettassero le leggi (e quindi pagassero il canone della luce, l'acqua e così via). Dopo che questo protocollo non è stato rispettato, l'amministrazione ha detto loro: a questo punto o lasciate, o rispettate le regole. Le regole non sono state rispettate e l'amministrazione li ha sfrattati. Loro hanno fatto ricorso al TAR, che ha dato ragione all'amministrazione. Il prefetto si è interessato del caso, ha convocato le due parti per trovare comunque un accordo e l'amministrazione ha offerto loro tre abitazioni comunali, che sono state rifiutate con la motivazione che loro si sentono nomadi e che non vogliono risiedere in un'abitazione. A questo punto, hanno chiesto addirittura un qualcosa per poter lasciare il campo e l'amministrazione, un'altra volta, si è dimostrata favorevole a cercare di trovare un accordo senza buttarli fuori dal comune con la forza. Sono stati dati loro anche 18 mila euro a fondo perduto, affinché queste persone lasciassero questo campo e si recassero verso altre destinazioni. Ma ora, dopo che hanno ricevuto anche questi soldi, quando tornano e cercano di stabilirsi sul comune, in luoghi non consentiti, vengono allontanati: non con i bastoni, non con la forza, ma in modo molto fermo, perché è come quando uno compie una violazione. Se lei compie una violazione stradale, il vigile la ferma e le fa una contravvenzione; la stessa cosa succede a queste persone.
Pertanto, onorevole Colombo, non mi venga a dire che c'è qualcuno della Lega che è razzista, qualcuno della Lega che manda i vigili con i bastoni a bastonare le persone! Noi chiediamo la legalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Se qualcuno con la roulotte si vuole stabilire in un comune, deve farlo dove lo può fare! Quando andiamo in giro con la roulotte in vacanza, signor Colombo, noi andiamo nel campeggio e paghiamo quello che dobbiamo pagare, non andiamo nel campo pubblico o nel terreno privato ad occuparlo in barba alle leggi e alle regole!
Quindi, mi scusi, signor Presidente, se ho dovuto interrompere i lavori, ma dovevo intervenire al riguardo per riportare la verità in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco...

Pag. 94

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare! Mi faccia parlare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, ...colleghi, per favore...colleghi, per cortesia...onorevole Colombo, immagino che lei voglia chiedere la parola per fatto personale, in quanto ritiene di non sentirsi interpretato nelle sue parole da quello che ha detto l'onorevole D'Amico. Il suo intervento è agli atti. La prego, però, di intervenire, come è previsto, a fine seduta e non adesso, perché altrimenti riapriamo un capitolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 8.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Vi prego, ognuno voti per sé, perché credo che il richiamo dell'onorevole Giachetti sia giusto, corretto e appropriato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato
212
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Invito ognuno a votare per sé. Onorevole Zacchera, ho visto lei, ora ne vedo qualcun altro. Vi prego che ognuno voti per sé, anche dall'altra parte, certamente.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
196
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, annuncio l'astensione del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 251
Astenuti 207
Maggioranza 126
Hanno votato
246
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Porfidia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).Pag. 95
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Borghesi 9.1, Anna Teresa Formisano 9.2, Iannaccone 9.3 e Lulli 9.4.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18,55)

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 9.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ancora una volta chiediamo che gli interventi in supporto all'internazionalizzazione siano concentrati soprattutto in favore delle imprese di piccole e medie dimensioni. Esse rappresentano infatti il 90 per cento del nostro tessuto produttivo e creano l'85 per cento dell'occupazione nel nostro Paese.
Troppo spesso, signor Presidente, ci sono state imprese che, attraverso le rottamazioni e sistemi analoghi, hanno incamerato somme che sono state sottratte alla parte più produttiva del Paese. Le grandi imprese, infatti, normalmente seguono il principio di privatizzare gli utili e socializzare le perdite. Credo che sia ora, soprattutto nell'internazionalizzazione, di sostenere la vera spina dorsale dell'economia nel nostro Paese, e cioè il sistema delle piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 9.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 471
Astenuti 5
Maggioranza 236
Hanno votato
214
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Anna Teresa Formisano 9.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 9.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 469
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
214
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Porcu, Scelli e Sbai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Pag. 96

Ricordo che l'emendamento Iannaccone 9.3 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 9.4.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

FEDERICO TESTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, la ratio di questa proposta emendativa è molto semplice. Abbiamo detto più volte che le piccole e medie imprese sono la forza del Paese dal punto di vista produttivo. Proprio in questo senso sappiamo anche, però, che le piccole e medie imprese, per un problema di massa critica, fanno fatica ad affrontare l'internazionalizzazione e la globalizzazione.
Nel passato sono stati fatti tentativi di far crescere la dimensione delle imprese attraverso processi di fusione che, però, non sono andati a buon fine, proprio per la tipologia di queste imprese. Si tratta, infatti, di imprese incentrate sulla persona, per cui ragionare di processi di aggregazione diventa estremamente difficile.
Proprio per questo motivo riteniamo che esplicitare, come viene fatto con questo emendamento, che si dà vita a strutture comuni di commercializzazione all'estero può esser un primo passo utile nella direzione di aiutare le imprese di piccole e medie dimensioni ad affrontare le tematiche dell'internazionalizzazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 9.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato
218
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Raisi ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Dal momento che è stato dichiarato inammissibile l'articolo aggiuntivo 9.0500 del Governo, si devono intendere decaduti i subemendamenti Rosato 0.9.0500.1, Rosato 0.9.0500.2, Rosato 0.9.0500.3 e Rosato 0.9.0500.4.
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunciare l'astensione del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 257
Astenuti 190
Maggioranza 129
Hanno votato
253
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole; che i deputati Ria e Palagiano hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Piso ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Pag. 97

(Esame dell'articolo 10 - A.C.1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-A ).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, ritengo che nell'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione siano di fatto contenuti tutti gli altri emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Non ho capito, onorevole Raisi.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, in Commissione ci siamo accordati per presentare un emendamento comprensivo di tutti gli emendamenti presentati, sia in Commissione, sia in Assemblea.

PRESIDENTE. Quindi i restanti emendamenti sarebbero preclusi dall'eventuale approvazione emendamento 10.300 della Commissione (Nuova formulazione), all'infuori dell'emendamento Vico 10.5?

ENZO RAISI, Relatore. Esatto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Qual è dunque il parere della Commissione sull'emendamento Vico 10.5?

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Vico 10.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 10.300 (Nuova formulazione) della Commissione, e per il resto esprime parere conforme a quello del relatore.

a LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il ritiro degli emendamenti a mia firma riferiti all'articolo 10, in quanto recepiti nella nuova formulazione dell'emendamento 10.300 della Commissione, che ci è stata sottoposta nel Comitato dei nove, e mi riservo di intervenire successivamente per dichiarazione di voto sull'articolo 10.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300 della Commissione (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato
468
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intendo annunciare il voto favorevole in ordine all'articolo in esame. Abbiamo aderito alla proposta del relatore e della Commissione poiché si tratta di un ragionamento che ci vede condividere gli indirizzi generali dell'Unione europea in materia, soprattutto in ordine alla novità che attiene al livello delle sanzioni e anche per quanto riguarda il carattere stesso delle sanzioni previste in questo provvedimento.
Tuttavia, avremmo preferito essere più coerenti con la direttiva della Commissione dell'Unione europea del 24 giugno 2006. Ciò nonostante, mi sembra correttoPag. 98ribadire, in questo momento, che consideriamo soddisfacente il punto di incontro raggiunto in seno alla Commissione e, pertanto, esprimeremo voto favorevole all'articolo 10.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, intendo svolgere qualche valutazione, anche conclusiva, per quanto ci riguarda, in ordine all'articolo 10. Si parla di contraffazione di prodotti e ci riferiamo, ovviamente, alla contraffazione alimentare e tutto ciò viene ricondotto, anche nel rispetto di una direttiva comunitaria, ai problemi che riguardano l'economia del nostro Paese. Questo è tanto vero che si sono verificate delle vicende drammatiche, soprattutto per i prodotti alimentari - ricordiamo il latte alla melamina -, ma si deve essere preoccupati anche per il volume degli affari e per le tonnellate di prodotti alimentari contraffatte.
Ritengo che si dovrebbe spostare più in là la nostra attenzione, sottraendola alla considerazione, in termini esclusivi, del dato economico, perché la contraffazione del marchio e del prodotto certo riguardano, come dicevo poc'anzi, l'economia, altri rapporti economici e altri rapporti ancora all'interno del mercato, ma vi sono anche problemi che riguardano soprattutto la persona e sono accadute delle vicende, che concernono i prodotti alimentari, che hanno messo in crisi le famiglie, creando continue preoccupazioni, visto e considerato che ormai questa materia è nelle mani della criminalità organizzata. Inoltre, vi sono anche i porti, che rappresentano un elemento di snodo per quanto riguarda questi trasporti e soprattutto queste vicende, che certamente destano non solo preoccupazione, ma lasciano esterrefatto ognuno di noi.
Pertanto, signor Presidente, signori amici e colleghi del Governo, il problema è stato affrontato attraverso l'individuazione di nuove fattispecie di reato. Conseguentemente, si alimentano le sanzioni, si prevede la confisca dei beni e anche la reclusione. Al limite è tutto giusto, ma vi è un aspetto che lascia perplessi, a mio avviso.
Nel momento in cui noi chiediamo le penalizzazioni non credo che aumentando le penalità e le sanzioni questo fenomeno possa essere affrontato e contrastato in termini esaustivi; in questa previsione manca - questo è lo sforzo che avrebbe dovuto, e dovrebbe, essere compiuto - una capacità di prevenzione e, quindi, di lotta alla criminalità organizzata.
Non vi è quindi soltanto il dato che riguarda la rivisitazione di alcune norme del codice penale, che può essere confortante e può rassicurare, ovviamente, ciascuno di noi, perché manca un dato forte, visto e considerato che ci sono i reparti della guardia di finanza e dei carabinieri che agiscono su questo fronte. Per dire la verità, la guardia di finanza sta anche compiendo uno sforzo a livello internazionale, con ufficiali addetti alla lotta alla contraffazione in Cina, a Shanghai e altrove, ma c'è ovviamente la contezza da parte della stessa guardia di finanza e dei carabinieri che ci troviamo di fronte a vere centrali del crimine. Per tali motivi, questa materia non può essere affrontata semplicemente in un provvedimento economico; ritengo che, se vogliamo affrontarla seriamente e globalmente considerato che attiene anche alle competenze di altri Ministeri, richieda una visione complessiva da parte del Governo, che non riguarda semplicemente, come dicevo poc'anzi, una rivisitazione di alcune norme del codice penale.
Ecco perché noi, pur valutando attentamente anche lo sforzo che è stato compiuto da parte della Commissione, che si è trovata a lavorare su questa materia anche in termini di concordia e di convergenza di posizioni, noi rassegniamo all'Aula queste nostre perplessità. Non si tratta di votare a favore o contro: qui c'è da prendere atto di una situazione drammatica che alimenta sempre di più la criminalità organizzata che - lo dico con molta chiarezza, colleghi - non è soltanto appannaggioPag. 99di alcune regioni del Mezzogiorno, ormai anch'essa è stata nazionalizzata e internazionalizzata....

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO TASSONE. Concludo, signor Presidente. Non vorrei ritornare sulle questioni espresse questa mattina sul Mezzogiorno, che sanno di stantio e di vecchio, di una letteratura ormai superata per quanto riguarda la problematica del sud che avrebbe bisogno di maggiori slanci, di maggiore creatività e, soprattutto, di maggiore aderenza alla realtà. Diversamente, ci troveremmo a ripetere vecchie questioni, passi di vecchie letterature che certamente non si addicono più ad un Parlamento che dovrebbe farsi carico di una nuova sfida che è la sfida del Paese, dell'Europa ed è anche a livello internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Essendo stata avanzata specifica richiesta da parte del gruppo Unione di Centro che ha esaurito il tempo a sua disposizione, la Presidenza concede un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti. È questa la ragione per cui l'onorevole Tassone ha potuto usufruire del tempo pieno previsto dal Regolamento per questo intervento.
Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 431
Astenuti 15
Maggioranza 216
Hanno votato
428
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Razzi e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Torrisi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto votare a favore.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vico 12.1, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Vico 12.2. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vico 12.3, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: aggiungere, in fine, le parole «salvaguardando il diritto del proprietario di buona fede». Infine, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Vico 12.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico 12.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, esprimo un apprezzamento per il fatto che è stato espresso un parere favorevole sul mio emendamento 12.1, che aggiunge il comma 8-bis all'articolo 1 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005,Pag. 100n. 80. Esso stabilisce, fermo restando il disposto dell'articolo 51 del codice penale, che non sono punibili gli ufficiali di polizia che, nell'ambito di indagini per il contrasto della circolazione e della vendita di merci contraffatte, al solo fine di acquisire elementi di prova, acquistano, ricevono, occultano o comunque si intromettono nel fare acquistare, ricevere od occultare le merci suddette.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 12.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
451
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Vico 12.2. se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, con il mio emendamento 12.2, che aggiunge un comma all'articolo 12 (che è un articolo importante), suggeriamo al Governo di evitare l'uso di marchi di aziende italiane su prodotti o merci non originari dall'Italia ai sensi della normativa europea sull'origine senza l'indicazione precisa, in caratteri evidenti. Nella sostanza, con il mio emendamento 12.2 vogliamo sollecitare che si eviti qualsiasi errore sull'effettiva origine estera di tali merci e prodotti.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo è disponibile a riformulare il parere sull'emendamento Vico 12.2: il parere, pertanto, è favorevole.

PRESIDENTE. Il relatore?

ENZO RAISI, Relatore. Anche la Commissione modifica il proprio parere ed esprime, pertanto, parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, mi fa piacere il cambiamento di rotta del Governo. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento Vico 12.2, molto importante, materialmente e simbolicamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, è già intervenuto l'onorevole Realacci. Ringrazio il Governo perché questo emendamento può dare una svolta alla lotta alla contraffazione. Si tratta, infatti, di una delle questioni sulle quali chi fa la lotta alla contraffazione, nel nostro Paese, spesso ha dovuto alzare bandiera bianca perché non aveva la possibilità di far valere una normativa di questo tipo.
Per tale motivo accolgo veramente con favore la modifica del parere da parte del Governo.

Pag. 101

PRESIDENTE. Melius re perpensa... Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 12.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 476
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato
476).

Onorevole Vico, accetta la riformulazione del suo emendamento 12.3, proposta dal relatore?

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore del mio emendamento 12.3, così importante, che riguarda la confisca amministrativa dei locali dove vengono prodotti, depositati, detenuti per la vendita o venduti i materiali contraffatti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 12.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato
474).

Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Vico 12.4 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, il nostro voto su questo articolo sarà favorevole. Noi ci sentiamo impegnati in ordine alla lotta alla contraffazione e soprattutto alla frode, che è organizzata tramite false fatturazioni, false dichiarazioni d'origine. La sottostima, ahimè, del valore reale di mercato è di 600 mila tonnellate solo nel settore dei tessili e delle scarpe, che arrivano nel nostro Paese. Voglio qui segnalare che, nell'ambito della lotta alla frode, grande attenzione andrà posta sull'ultimo sofisticato meccanismo di frode, che è la cosiddetta sottofatturazione alle dogane. Alle dogane italiane si verifica ormai da alcuni mesi l'arrivo di merci dal far east, particolarmente dalla Cina, con prodotti contraffatti, imitati e falsi, con sottofatturazione. Confermo il nostro voto favorevole sull'articolo 12 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 454
Astenuti 4
Maggioranza 228
Hanno votato
453
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Froner ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto votare a favore.

Pag. 102

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 13.1, 13.2 e Vietti 13.3. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Servodio 13.4, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Fiorio 13.5 e 13.6. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gioacchino Alfano 13.7, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Oliverio 13.8 e Cenni 13.9. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 13.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 13.1, formulato dal relatore.

LANFRANCO TENAGLIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, come ho detto, non accetto l'invito al ritiro. Penso che occorra prestare particolare attenzione a questo emendamento, soprattutto da parte dei tanti avvocati presenti in Aula. Dunque, la norma che proponiamo di sopprimere prevede la devoluzione alla competenza delle sezioni specializzate, previste dal decreto legislativo 27 giugno 2003, n. 168, di una serie molto ampia di controversie. Si tratta di tutte le controversie in materia di brevetti, marchi e proprietà industriale, di tutte le controversie in materia di indennità di espropriazione, di tutte le controversie che abbiano ad oggetto i provvedimenti dei Consigli dell'ordine degli avvocati, di cui conosce il giudice ordinario.
Sapete cosa significa questo? Che dodici tribunali in Italia assorbono la competenza dei restanti centocinquantadue. Questo significa che i medi e piccoli tribunali vengono privati di importanti competenze.
Il Consiglio nazionale forense sta discutendo in questi giorni la riforma delle professioni e contesta proprio la norma che toglie agli ordini territoriali la competenza a giudicare sulla disciplina degli avvocati, e voi consentite l'approvazione di una norma che non solo toglie questa competenza ai consigli dell'ordine, ma la toglie a 152 tribunali. Questo è l'effetto di questa norma! Non so se vi siete resi conto bene di qual è la conseguenza: interi tribunali di media o piccola dimensione saranno privati delle loro cause. La battaglia fatta da quei banchi nella scorsa legislatura, che riguardava la soppressione dei piccoli tribunali, ve la siete dimenticata? Voi li state sopprimendo di fatto!
Se questo è, e questo è, altro che invito al ritiro; state facendo una revisione delle circoscrizioni giudiziarie in Commissione ambiente. Questa è una cosa gravissima e mi devo rivolgere sempre agli illustri avvocati e giuristi che ho di fronte (non li cito, perché li ho citati mille volte in quest'Aula per richiamare l'attenzione su norme che non si reggono).
Come farete a spiegare ai vostri colleghi che perdono le domiciliazioni, che devono fare dieci, venti, duecento chilometri? Una causa che doveva essere fatta a Trento, con questa norma, dovete andarla a fare a Venezia; una causa che doveva essere fatta a Vasto, dovete andarla a fare a Roma;Pag. 103una causa che doveva essere fatta a Catanzaro, dovete andarla a fare a Napoli.
Vi rendete conto di questo o no? Credo che questa norma sia sbagliata e che l'emendamento debba essere approvato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, mi spiace dover fare l'avvocato difensore del Governo, ma ho l'impressione che il collega Tenaglia abbia preso un abbaglio. Le controversie di cui parla la lettera d) dell'articolo 134, così come viene riformulato nel testo, non hanno niente a che fare con gli avvocati né con il loro consiglio dell'ordine.
Il riferimento è al capo VI del codice dei consumatori e riguarda determinati professionisti, che sono iscritti a quegli albi che hanno riferimento alle attività dei consumatori.
Non c'entrano niente né gli avvocati né i loro organi; lo dico per onestà intellettuale, perché, altrimenti, finiamo per alterare i termini del nostro dibattito. Non è che non ce ne siamo accorti, né come gruppo né come avvocati, ma qui, francamente, gli avvocati non c'entrano niente. Si tratta di quelli che fanno parte di questo specifico ordine, compreso nel codice dei consumatori; è, quindi, abbastanza normale che vada alle competenze delle sezioni specializzate.
Per quanto riguarda tutte le altre cause, addirittura, quando feci la riforma del diritto societario, ero per mandare alle sezioni specializzate tutte le cause di diritto societario. Sono ben contento, quindi, che il Governo, seppure con una certa timidezza, rimetta alle sezioni specializzate qualcosa in più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, credo che il Governo dovrebbe riflettere un attimo sulla globalità delle considerazioni che sono state esposte dall'uno e dall'altro dei colleghi che sono intervenuti. Se è vera l'osservazione dell'onorevole Vietti, che limita le problematiche concernenti le reazioni ai provvedimenti dei consigli dell'ordine, e che quindi individua nella competenza delle sezioni specializzate la materia specifica, è altrettanto vero che esiste una polverizzazione troppo consistente nel provvedimento del Governo, che va a tutto danno dei cosiddetti tribunali minori.
Si accentra in pochissimi tribunali italiani un'enorme quantità di materie, e questo va a danno dell'attuale distribuzione sul territorio nazionale dell'esercizio della funzione giurisdizionale. Anzi, va a danno della stessa efficienza della giustizia, perché è noto che sottrarre ai cosiddetti tribunali minori l'attività giurisdizionale in molte materie ed accentrarla solo in pochi tribunali finisce per andare a scapito dei risultati. I grandi tribunali fanno più fatica ad organizzarsi da questo punto di vista! Oltretutto, i cittadini hanno diritto ad avere l'esercizio della funzione giurisdizionale vicino al loro territorio di residenza, e non è giusto che debbano percorrere centinaia di chilometri, come invece succede per questa pluralità di materie se esse vengono concentrate, per la loro trattazione, soltanto in pochi tribunali.
Esprimo parere favorevole all'osservazione dell'onorevole Tenaglia, con la limitazione che peraltro è stata suggerita correttamente dall'onorevole Vietti. Per cui credo che si tratti di riformulare il testo dell'articolo, per dare una corretta individuazione dell'applicazione di questa norma (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Prendo la parola soltanto per ricordare a tutti i colleghi che l'articolo in esame mira a proteggerePag. 104la proprietà industriale, e cioè mira a proteggere le imprese, di conseguenza anche i consumatori, non i piccoli tribunali. Con tutto il rispetto per i piccoli tribunali, l'esigenza delle imprese, di chiunque deve difendere dei diritti di proprietà intellettuale, è di poter essere difeso e giudicato al meglio, ed è importante che su questo ci sia una specializzazione, proprio per la complessità della materia. Dico che l'emendamento Ferranti 13.1 è contrario alla tutela della proprietà industriale per le imprese: per questo il parere, anche mio personale, è assolutamente negativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, in linea generale, come Partito Democratico, siamo favorevoli alla specializzazione delle funzioni giurisdizionali, ma in questo caso vi sono esattamente tutti i problemi variamente rilevati dai colleghi circa l'eterogeneità e la frammentazione delle funzioni attribuite a queste sezioni in materia di proprietà industriale. La confusione peraltro è aumentata anche per la devoluzione a queste sezioni delle controversie regolate precedentemente attraverso arbitrati in materia di lavori pubblici e forniture di servizi, il che aggiunge un carico ancor più disomogeneo alle funzioni delle sezioni specializzate. Credo che l'invito ad una riflessione e a una riformulazione sia assolutamente opportuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, prendo la parola per invitare i colleghi a stare particolarmente attenti. Il richiamo della demagogia, relativo al pericolo di perdere i piccoli tribunali, è sempre fortissimo per chi vive la vita politica di territorio. Attenzione, perché in questo caso stiamo parlando di una materia completamente diversa: stiamo parlando della possibilità di avere un giudizio sereno e professionale su materie particolarmente specifiche. Conosciamo bene le difficoltà della giurisdizione; da una parte «urliamo» che ci sono magistrati troppo poco specializzati, che errano spesso nel giudizio, dall'altra, quando siamo in Aula, viviamo (ma lo viviamo tutti) il pericolo della sottrazione dei piccoli tribunali. Attenzione, perché continuando in questo modo finiremo per perdere veramente i piccoli tribunali! Stiamo attenti soprattutto alla delicatezza della materia, e non rincorriamo le sirene di chi lancia ami, ditte, campanile e territorialità: tentazione che spesso alligna facilmente in chi è particolarmente attaccato al proprio territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, a rafforzare proprio quanto è emerso nel presente dibattito in Aula, vorrei ricordare che qui non si tratta di valutare o di valorizzare i piccoli tribunali, né di valorizzare le sezioni specializzate, né di chiedere una specializzazione particolare; si tratta, piuttosto, di valutare se anche queste materie debbano essere accorpate nelle sezioni di marchi e brevetti, che sono solo dodici in tutta Italia (non sono i grandi tribunali, ma sono soltanto dodici sezioni in tutta Italia; ad esempio, la sezione specializzata di Roma ha competenza anche per la Sardegna e per altre regioni).
Pertanto, dobbiamo valutare non la specializzazione in quanto tale, perché altre sono le misure organizzative - chi frequenta le aule di tribunale e in buona fede conosce quanto accade nei tribunali sa che ogni tribunale ha una specializzazione e un'organizzazione e che esistono sezioni specializzate - senza per questo accorpare alle dodici sezioni di marchi e brevetti di tutta Italia gli affari ulteriori.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, deve concludere.

Pag. 105

DONATELLA FERRANTI. Ritengo quindi che ciò non sia assolutamente funzionale al servizio del cittadino, non al piccolo tribunale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, credo che vada anzitutto chiarita l'intenzione del Governo per tranquillizzare (non mi sembra che vi sia alcuna intenzione di chiusura): si tratta di mantenere dodici sezioni specializzate già esistenti ed all'incirca presenti una per regione (o almeno presenti nelle regioni dove maggiore è il volume di lavoro).
Il lavoro ha una sua credibilità internazionale e viene riconosciuto dai consumatori e dai produttori: il Governo interviene allora non perché vi sia un retropensiero in base al quale si vogliono «ammazzare» le sezioni periferiche, ma perché c'è stato un rilievo di natura costituzionale su tali corti. Pertanto, si è dovuto riscrivere in questi termini l'articolo 134 del codice di procedura penale e crediamo che l'intervento del Governo non sia stato avulso dalla politica di lotta alla contraffazione, ma che si tratti, come diceva poc'anzi la collega, di riconfermare sezioni che ben funzionano e che hanno una propria credibilità a livello internazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 13.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 453
Astenuti 10
Maggioranza 227
Hanno votato
192
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che l'onorevole Ferranti non accede all'invito al ritiro del suo emendamento 13.2.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 13.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 436
Astenuti 30
Maggioranza 219
Hanno votato
183
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Porcu, De Girolamo e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 13.3.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Vietti 13.3 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, questa volta non farò l'avvocato del Governo, ma il pubblico ministero, perché chiediamo la soppressione dell'istituendo Consiglio nazionale anticontraffazione, che si prevede di istituire presso il Ministero dello sviluppo economico.
Tale istituto avrebbe, secondo la norma che ci si propone di approvare, i seguenti compiti: monitorare i fenomeni della contraffazione (e quando si parla di «monitorare» già si sa che si fa riferimento a qualche cosa di tanto inconsistente quanto generico) e studiare le misure volte a contrastare la violazione dei diritti di proprietà industriale.Pag. 106
Io mi chiedo: le misure per contrastare la violazione dei diritti di proprietà industriale non sono quelle che stiamo introducendo e che abbiamo introdotto in questo provvedimento?
Ovvero, le misure di contrasto alla contraffazione non sono quelle previste dall'articolo 12? Non ho capito: questo istituto, cosa mai dovrebbe studiare, se la risposta è contenuta già nello stesso provvedimento?
L'articolo prevede di sensibilizzare le imprese: il termine mi sembra quanto mai improprio. Non so bene come si faccia a sensibilizzare le imprese, ma eviterei di avventurarmi su questa strada; poi si prevede di sensibilizzare i consumatori e i lavoratori e di favorire azioni di coordinamento.
Questo istituto, inoltre, sarebbe composto, oltre che dal Ministro dello sviluppo economico, da quattro rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico; da tre rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze; da un rappresentante del Ministero degli affari esteri; da un rappresentante del Ministero della difesa (cosa c'entri poi la difesa non si sa!); da un rappresentante del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali; da un rappresentante del Ministero dell'interno e da un rappresentante del Ministero della giustizia. È vero che, poi, si aggiunge, con qualche pudore, che tutto questo non dovrebbe dar luogo a costi, ma mi chiedo: ci stiamo dimenticando che il Ministro Tremonti ha vantato come un suo grande intervento di taglio di enti inutili la eliminazione proprio di quel commissario per la contraffazione, che qui viene parimenti riprodotto con un altro nome?
Dato che conosco e stimo il Ministro Scajola, so che certamente non è una sua affezione personale quella di avere un organismo di questo genere da presiedere, perché sono certo che ha ben altre cose più importanti da fare.
Ritengo, quindi, che anche per dare un segnale di serietà, in un momento di difficoltà, anziché costituire nuovi enti, che nella loro versione precedente sono stati giudicati inutili, possiamo tranquillamente eliminarli.
Pregherei, quindi, il relatore e il Governo di svolgere una riflessione alla luce di queste considerazioni, che sono dettate da un comune buon senso, assolutamente condivisibile, e possibilmente di cambiare il parere su questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 13.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 447
Astenuti 10
Maggioranza 224
Hanno votato
34
Hanno votato
no 413).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito a votare, che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Servodio 13.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, vorrei esprimere al sottosegretario Urso e al Ministro Scajola il ringraziamento per aver accolto positivamente questo emendamento che è in linea con l'articolo 12 che questa Aula ha votato all'unanimità e che ha come oggetto il grande tema della contraffazione nel settore agroalimentare.
Tra i compiti che vengono affidati al consiglio nazionale anticontraffazione,Pag. 107aver dimenticato la contraffazione dei prodotti alimentari, che è centrale per l'economia di questo Paese, credo sia stata una svista da parte del Governo.
L'aver accolto, quindi, questo emendamento significa fornire una risposta positiva a tutti quei produttori sani che in questo Paese realizzano prodotti di qualità e rispondere anche positivamente all'esigenza della sicurezza alimentare che è uno dei temi sui quali, all'unanimità, quest'Aula può dire di «sì».
Vi ringrazio, quindi, anche a nome dei colleghi che hanno sottoscritto il mio emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Servodio 13.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
455
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati De Poli e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiorio 13.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Fiorio 13.5 formulato dal relatore.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, il mio emendamento 13.5 pone l'attenzione sul settore agroalimentare, in particolare, sul comparto biologico.
In questi anni il comparto agroalimentare biologico è cresciuto in modo importante in termini di qualità e di rilevanza economica, tanto che l'Italia è diventata il primo produttore europeo di prodotti di agricoltura biologica.
Per questa ragione, il settore va tutelato in modo determinato perché la valenza economica che ha guadagnato è frutto dell'impegno di lavoratori e produttori convinti della loro scelta, non sempre facile, e rappresenta un interesse notevole per i contraffattori e per i falsificatori.
Troppo spesso inchieste ed indagini condotte su singoli fenomeni hanno gettato una luce cattiva su un comparto, ingenerando sospetti e scetticismi, anche su coloro che lavorano onestamente e che portano avanti una scelta coraggiosa.
La scorsa legislatura la Commissione agricoltura aveva lavorato con determinazione per portare in Aula un testo legislativo di riordino del comparto, che prevedeva anche il coordinamento dell'attività di controllo degli enti certificatori per quanto riguardava l'agricoltura biologica. Purtroppo questo lavoro è stato vano e, nonostante siano state assegnate alla Commissione agricoltura altre proposte di legge, non è ancora iniziata un'attenta riflessione sulla questione. Quindi, chiediamo con questo emendamento che il Ministero si faccia carico del coordinamento e della promozione del settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione intende modificare il precedente avviso, esprimendo parere favorevole sull'emendamento Fiorio 13.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento in esame.

Pag. 108

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 13.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 459
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato
455
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Fiorio 13.6 formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 13.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 469
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
216
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gioacchino Alfano 13.7, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 418
Astenuti 52
Maggioranza 210
Hanno votato
414
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Oliverio 13.8 formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 13.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 470
Astenuti 5
Maggioranza 236
Hanno votato
219
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cenni 13.9.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cenni 13.9 formulato dal relatore.

SUSANNA CENNI. No, signor Presidente, insisto per la votazione ma rinuncio ad illustrare l'emendamento in esame; chiedo però al Comitato dei nove e al Governo di riesaminare la proposta emendativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cenni 13.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 109

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 473
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato
215
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 471
Astenuti 6
Maggioranza 236
Hanno votato
469
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 284
Astenuti 186
Maggioranza 143
Hanno votato
281
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.01.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.01.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.01 è conforme a quello espresso dalla relatore.
Chiedo dunque all'onorevole Borghesi se acceda all'invito al ritiro.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei illustrare l'articolo aggiuntivo da me presentato che prende le mosse dal fatto - vi pregherei di prestare attenzione per mezzo minuto - che uno dei più gravi problemi che abbiamo è l'apposizione del «made in Italy» su prodotti che in realtà non sono stati fatti Italia.
La nostra proposta, dunque, è che si stabilisca, contrariamente a quanto è previsto adesso, per cui basta anche che una parte infinitesimale del lavoro sia fatta in Italia per apporre il marchio, una protezione dei produttori nazionali, richiedendo che almeno il 70 per cento del costo di manifattura risulti imputabile a fasi di lavorazione avvenute nel nostro Paese.
Ritengo che si dovrebbe creare un altro tipo di marchio, che è il «designed in Italy» che è altra cosa e che riguarda, invece, la nostra attività di progettazione, in modo da assegnare due diversi tipi di marchi, uno il «made in Italy» per i prodotti realmente prodotti almeno al 70 per cento nel nostro Paese, l'altro è il «designed in Italy» rispetto a ciò che è progettato nel nostro Paese (Commenti).
Signor Presidente, andrò avanti fino alla scadenza del tempo a mia disposizione, visto che ci si comporta in questo modo.

PRESIDENTE. Prego, prosegua, onorevole Borghesi, ne ha diritto.

ANTONIO BORGHESI. L'articolo aggiuntivo 13.01 è stato presentato per poter assegnare il «made in Italy» ai prodotti italiani. Naturalmente le norme non sono affatto chiare e ciò consente, ad esempio,Pag. 110di fare le scarpe in Cina, mettere soltanto la suola in Italia e poterci poi scrivere sopra «made in Italy».
Attualmente, quindi, si può mettere in commercio un prodotto con l'etichetta «made in Italy» se è stato fabbricato in Italia oppure se in parte è fabbricato all'estero e ha subìto in Italia solo l'ultima trasformazione.
Concludo, ma vorrei invitare i colleghi a rispettare gli interventi di tutti, come io ho sempre fatto.

PRESIDENTE. Ha ragione e la ringrazio, onorevole Borghesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, il problema sollevato è reale, ma - lo dico al collega attraverso di lei, Presidente -, non è possibile accogliere l'articolo aggiuntivo perché è in contrasto palese con i codici doganali e le normative comunitarie. Il problema esiste e, secondo me, dovrebbe essere oggetto di un'iniziativa legislativa adeguata, ma ci asterremo nel voto perché, anche se il problema esiste, non è possibile accogliere il testo dell'articolo aggiuntivo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se il problema esiste, come già è avvenuto in altre occasioni nelle quali abbiamo proceduto a riformulazioni, forse sarebbe opportuno che il Comitato dei nove si prendesse una pausa in questo momento - non si tratta di un argomento ostruzionistico, ma proprio al fine di migliorare i nostri lavori - per valutare la proposta, rinviando magari a domattina il seguito della discussione.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo per vedere se possiamo superare l'ostacolo.
L'onorevole Borghesi potrebbe forse suggerire che, come è previsto in materia di alimenti, giustificare sul prodotto la filiera di produzione probabilmente potrebbe essere sufficiente a identificare il made in Italy. Forse su questo è possibile arrivare ad una soluzione.

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, chiedo un secondo di attenzione. Siamo tutti stanchi, perché siamo qui da questa mattina.
Vorrei avanzare una proposta: se decidiamo di andare avanti fino a terminare l'esame dell'articolo 13, come mi pare sia stato concordato, facciamolo con massima attenzione e celerità. Altrimenti, voglio dire all'onorevole Giachetti che il Comitato dei nove è convocato già per domani mattina, quindi non abbiamo problemi. È una mia personale precisazione.

PRESIDENTE. La ringrazio della precisazione, onorevole.
Chiedo, invece, al relatore se eventualmente la proposta di accantonamento, che sostanzialmente potrebbe aver avanzato l'onorevole Giachetti sul punto, è accoglibile; e comunque vi è l'intesa a proseguire i nostri lavori fino al completamento dell'esame dell'articolo 13.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, anche noi concordiamo con la posizione del Governo e del relatore, ma capiamo le esigenze e la consistenza di quanto sottende la propostaPag. 111emendativa in esame. Quindi, chiediamo una pausa di riflessione o il ritiro della stessa.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Onorevoli colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, anche se capisco che l'ora è tarda.
Signor Presidente, sono d'accordo sull'accantonamento, così riusciremo a terminare i lavori in Assemblea. Faccio presente che su questo tema abbiamo dibattuto per anni in Commissione attività produttive e che si tratta di un problema tutto europeo. Infatti, vi è molta condivisione, ma il problema rimane. Chi non partecipa ai lavori della Commissione attività produttive forse non sa che da anni si discute di questo problema. Se vogliamo affrontarlo, va bene. Comunque, momentaneamente lo accantoniamo, e poi domani nel Comitato dei nove vedremo come rispondere.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Siamo d'accordo con la proposta di accantonamento, però la precisazione del relatore Raisi è molto chiara: il made in Italy risponde a normative doganali europee, non possiamo inventarci una nostra normativa. Made in Italy significa rispondere alle norme doganali sul luogo di produzione. Il nostro Paese non può cambiare ciò che risponde alle norme doganali europee: a quelle dobbiamo attenerci comunque, altrimenti saremmo soggetti a procedure di infrazione comunitarie. Accantoniamo pure la proposta emendativa, ma questo è il punto.

PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo aggiuntivo Borghesi 13.01 deve intendersi accantonato.

(Esame dell'articolo 13-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 13-bis.1, mentre ricordo che l'emendamento 13-bis.300 della Commissione è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 13-bis.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 250
Astenuti 200
Maggioranza 126
Hanno votato
248
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Pag. 112

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 257
Astenuti 200
Maggioranza 129
Hanno votato
254
Hanno votato
no 3).

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Nuova convocazione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per la sua costituzione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta pomeridiana di oggi, mercoledì 29 ottobre 2008, la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi non ha potuto procedere alla sua costituzione. D'intesa con il Presidente del Senato, la predetta Commissione è nuovamente convocata per domani, giovedì 30 ottobre 2008, alle 9, nella sede del palazzo del Seminario.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 30 ottobre 2008, alle 10:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-ter-A).
- Relatore: Raisi.

2. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
LIVIA TURCO ed altri; BARANI ed altri; MOLTENI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (Doc. XXII, nn. 1-2-4-A).
- Relatore: Binetti.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1707-A).
- Relatore: Conte.

4. - Discussione del disegno di legge:
S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario (Approvato dal Senato) (1772).
- Relatore: Torrisi.

5. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale presentata):
ZELLER ed altri; CICU ed altri; PALOMBA; GOZI e ZACCARIA; BOCCHINO ed altri; SORO ed altri; LO MONTE ed altri; ZELLER ed altri: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (22-646-1070-1449-1491-1507-1692-1733-A).
- Relatore: Calderisi.

(al termine delle votazioni)

6. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle ore 20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441-ter-A - em. 3-bis.300 486 485 1 243 485 60 Appr.
2 Nom. em. 3-bis.4 515 513 2 257 513 57 Appr.
3 Nom. articolo 3-bis 513 512 1 257 511 1 57 Appr.
4 Nom. em. 5.1 500 495 5 248 242 253 57 Resp.
5 Nom. em. 5.2 514 510 4 256 251 259 57 Resp.
6 Nom. em. 5.3 514 511 3 256 250 261 57 Resp.
7 Nom. em. 5.4 522 519 3 260 259 260 56 Resp.
8 Nom. em. 5.5 rif. 520 508 12 255 454 54 48 Appr.
9 Nom. em. 5.6 430 427 3 214 180 247 56 Resp.
10 Nom. em. 5.500 445 434 11 218 432 2 56 Appr.
11 Nom. em. 5.7 452 451 1 226 199 252 56 Resp.
12 Nom. em. 5.8 464 462 2 232 204 258 55 Resp.
13 Nom. em. 5.11 465 452 13 227 192 260 55 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 5.12 482 477 5 239 215 262 54 Resp.
15 Nom. em. 5.14 487 465 22 233 199 266 54 Resp.
16 Nom. em. 5.18 491 488 3 245 488 54 Appr.
17 Nom. em. 5.16, 5.17 rif. 492 489 3 245 486 3 54 Appr.
18 Nom. em. 5.19 495 468 27 235 207 261 54 Resp.
19 Nom. em. 5.20 508 504 4 253 235 269 53 Resp.
20 Nom. subem. 0.5.301.1 500 285 215 143 16 269 53 Resp.
21 Nom. em. 5.301 501 294 207 148 292 2 52 Appr.
22 Nom. em. 5.21 506 503 3 252 233 270 52 Resp.
23 Nom. em. 5.300 507 326 181 164 326 51 Appr.
24 Nom. articolo 5 498 492 6 247 459 33 51 Appr.
25 Nom. em. 5-bis.1 492 489 3 245 487 2 51 Appr.
26 Nom. em. 5-bis.2 507 501 6 251 195 306 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 5-bis.3 505 501 4 251 233 268 51 Resp.
28 Nom. em. 5-bis.6 512 397 115 199 396 1 51 Appr.
29 Nom. em. 5-bis.7 506 477 29 239 206 271 51 Resp.
30 Nom. em. 5-bis.400 496 467 29 234 467 50 Appr.
31 Nom. em. 5-bis.14 502 500 2 251 499 1 50 Appr.
32 Nom. em. 5-bis.15 505 494 11 248 227 267 50 Resp.
33 Nom. em. 5-bis.16 495 489 6 245 229 260 49 Resp.
34 Nom. em. 5-bis.17 493 488 5 245 227 261 49 Resp.
35 Nom. em. 5-bis.18 497 323 174 162 60 263 48 Resp.
36 Nom. em. 5-bis.19 498 440 58 221 176 264 48 Resp.
37 Nom. em. 5-bis.20, 5-bis.21 495 465 30 233 196 269 48 Resp.
38 Nom. em. 5-bis.22 495 297 198 149 30 267 48 Resp.
39 Nom. articolo 5-bis 495 490 5 246 267 223 47 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 5-ter.2 500 493 7 247 236 257 47 Resp.
41 Nom. em. 5-ter.3 485 478 7 240 477 1 47 Appr.
42 Nom. em. 5-ter.4, 5-ter.5 497 494 3 248 492 2 47 Appr.
43 Nom. em. 5-ter.6 492 458 34 230 260 198 47 Appr.
44 Nom. articolo 5-ter 487 481 6 241 261 220 47 Appr.
45 Nom. articolo 6 466 459 7 230 458 1 47 Appr.
46 Nom. articolo 7 495 489 6 245 488 1 47 Appr.
47 Nom. em. 8.1 462 458 4 230 212 246 47 Resp.
48 Nom. em. 8.2 434 431 3 216 196 235 47 Resp.
49 Nom. articolo 8 458 251 207 126 246 5 47 Appr.
50 Nom. em. 9.1 476 471 5 236 214 257 47 Resp.
51 Nom. em. 9.2 473 469 4 235 214 255 47 Resp.
52 Nom. em. 9.4 471 469 2 235 218 251 47 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 9 447 257 190 129 253 4 47 Appr.
54 Nom. em. 10.300 n.f. 470 469 1 235 468 1 47 Appr.
55 Nom. articolo 10 446 431 15 216 428 3 47 Appr.
56 Nom. em. 12.1 458 453 5 227 451 2 47 Appr.
57 Nom. em. 12.2 480 476 4 239 476 47 Appr.
58 Nom. em. 12.3 n.f. 475 474 1 238 474 46 Appr.
59 Nom. articolo 12 458 454 4 228 453 1 46 Appr.
60 Nom. em. 13.1 463 453 10 227 192 261 46 Resp.
61 Nom. em. 13.2 466 436 30 219 183 253 46 Resp.
62 Nom. em. 13.3 457 447 10 224 34 413 46 Resp.
63 Nom. em. 13.4 459 456 3 229 455 1 46 Appr.
64 Nom. em. 13.5 465 459 6 230 455 4 46 Appr.
65 Nom. em. 13.6 473 469 4 235 216 253 46 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 72)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 13.7 470 418 52 210 414 4 46 Appr.
67 Nom. em. 13.8 475 470 5 236 219 251 46 Resp.
68 Nom. em. 13.9 476 473 3 237 215 258 46 Resp.
69 Nom. em. 13.300 477 471 6 236 469 2 46 Appr.
70 Nom. articolo 13 470 284 186 143 281 3 46 Appr.
71 Nom. em. 13-bis.1 450 250 200 126 248 2 46 Appr.
72 Nom. articolo 13-bis 457 257 200 129 254 3 46 Appr.