XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 467 di giovedì 11 marzo 2021
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,05.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Carfagna, Casa, Cavandoli, Ceccanti, Cirielli, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Durigon, Fassino, Ferri, Gregorio Fontana, Frassinetti, Frusone, Galantino, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Iovino, Liuni, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Marattin, Melilli, Morelli, Mulè, Muroni, Occhionero, Occhiuto, Paita, Pastorino, Perantoni, Piccolo, Ravetto, Rizzo, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera in data 10 marzo 2021, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VII Commissione (Cultura):
S. 2077. – “Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)” (Approvato dal Senato) (2934) - Parere delle Commissioni I, V, VI e XI.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Modifica nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto e modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza del gruppo parlamentare Misto.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 10 marzo 2021 i deputati Mara Lapia, Marco Rizzone, Carlo Ugo De Girolamo, Carmelo Lo Monte, Daniela Cardinale, Bruno Tabacci, Fabio Berardini, Alessandra Ermellino, Nicola Acunzo e Piera Aiello, iscritti alla componente politica “Centro Democratico-Italiani in Europa” del gruppo parlamentare Misto, hanno reso noto che la deputata Mara Lapia è stata designata rappresentante della medesima componente politica e che la nuova denominazione della componente è: “Centro Democratico”.
Comunico altresì che il Presidente del gruppo parlamentare Misto ha reso noto, con lettere pervenute in pari data, che la deputata Mara Lapia è stata nominata vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica “Centro democratico” e che la deputata Rossella Muroni è stata nominata vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica “Facciamo Eco-Federazione dei Verdi”.
Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Marco Minniti.
PRESIDENTE. Comunico che in data 1° marzo 2021 è pervenuta alla Presidenza la lettera con la quale il deputato Marco Minniti ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato, manifestando la volontà di optare per la carica di consulente presso la Leonardo SpA.
Trattandosi di un caso di incompatibilità, accertato dalla Giunta delle elezioni in data 10 marzo 2021, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Marco Minniti dal mandato parlamentare.
Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano.
EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio Presidente della sua gentilezza, ruberò solo qualche secondo. Siccome con la sua comunicazione si interrompe qui la carriera di un parlamentare della Repubblica, che ha frequentato le Aule del Parlamento per circa vent'anni e quelle del Governo della Repubblica per molti anni, penso che sia giusto ringraziare Marco Minniti per il suo servizio alle istituzioni di questo Paese in tutti questi anni per l'intelligenza, la dedizione e la passione con cui ha servito il nostro Paese. La ringrazio (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio deputato Fiano. Sullo stesso argomento, deputata Baldini? Allora, se lei mi consente, io proseguirei le comunicazioni, tanto abbiamo quasi terminato e poi le do volentieri la parola sull'ordine lavori.
Proclamazione di un deputato subentrante.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Marco Minniti, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 10 marzo 2021, ha accertato che la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 16 - Partito Democratico, nell'ambito del collegio plurinominale 03 della XX Circoscrizione Campania 2, risulta essere Eva Avossa.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputata, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XX Circoscrizione Campania 2, nell'ambito del collegio plurinominale 03, Eva Avossa.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Convalida di deputati.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 10 marzo 2021, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei seguenti deputati nei collegi plurinominali delle seguenti Circoscrizioni e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida:
per la XXIII Circoscrizione Calabria, collegio plurinominale 02, Domenico Furgiuele;
per la VII Circoscrizione Veneto 1, collegio plurinominale 02, Giuseppe Paolin;
per la XII Circoscrizione Toscana, collegio plurinominale 04, Luca Sani;
per la XIV Circoscrizione Marche, collegio plurinominale 01, Lucia Albano;
per la XIV Circoscrizione Marche, collegio plurinominale 01, Mauro Lucentini;
per la V Circoscrizione Lombardia 3, collegio plurinominale 02, Giovanni Sanga;
per la VI Circoscrizione Lombardia 4, collegio plurinominale 02, Matteo Micheli;
per la IV Circoscrizione Lombardia 2, collegio plurinominale 02, Silvana Snider.
Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidate le suddette elezioni.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,15).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5 del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. La parola alla deputata Baldini, prego.
MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente. Vorrei porre all'attenzione forte della Presidenza la vaccinazione per i deputati. Io credo che sia un problema anche di immagine, di quello che noi trasmettiamo agli altri. Perché noi parliamo di distanziamento di 2 metri, diciamo di determinate precauzioni da prendere qua, invece, basta vedere anche quello che è successo ieri, il distanziamento non si verifica mai. Ci sono persone da tutta Italia. Io credo che il numero dei vaccini, se consideriamo le regioni, sia veramente esiguo. Io sono un medico, potevo accedere alla vaccinazione con l'Ordine dei Medici di Milano, però svolgo la mia attività soprattutto in Parlamento e mi chiedo come mai questa ipocrisia di non porre attenzione e non decidere di vaccinare i deputati. Qua ci sono tantissime persone che si sono ammalate (Applausi).
Io personalmente, da quando mi sono messa la mascherina, non sono mai mancata in Parlamento, sono sempre venuta a mio rischio e pericolo. Io dico: perché non affrontiamo questo discorso? L'immagine che stiamo dando è veramente pessima perché tutti si chiedono perché noi possiamo stare ravvicinati e gli altri devono avere un distanziamento. E' questione di sicurezza, è questione di rispetto della salute di tutti e credo che questo argomento la Camera lo debba affrontare con urgenza (Applausi).
PRESIDENTE. Il deputato Borghi ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Prego.
ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori a seguito della osservazione della collega alla quale io credo che quest'Aula debba innanzitutto rendere un merito, perché quando eravamo anche in tempi nei quali non era ancora chiara la portata dell'evento storico nel quale siamo, la collega Baldini è stata la prima a porre il tema della mascherina (Applausi), del distanziamento all'interno di quest'Aula e, il fatto che lei oggi abbia posto una questione, io penso debba essere considerato con grande attenzione da parte della Presidenza. Perché anche su questo tema i parlamentari della Repubblica sono vittima di un dileggio a mezzo stampa, in particolare da alcuni organi di stampa (Applausi) che in maniera pervicace, costante e sistematica, dietro l'attacco ai parlamentari, attaccano le libertà che i parlamentari rappresentano.
Ora bisognerebbe sancire un principio banale, ma essenziale, dal quale discende qualsiasi risposta: il Parlamento della Repubblica italiana è o non è un servizio pubblico essenziale (Applausi)? Perché se lo siamo, e lo siamo, indipendentemente dalle condizioni soggettive di ciascuno di noi, occorre mettere in campo un'azione a tutela e a salvaguardia delle guarentigie e del rispetto, anche delle persone mi verrebbe da dire. E' da qui che parte la questione e quindi, mi verrebbe da dire, si abbia il coraggio di affrontare questo aspetto perché non riguarda un malinteso senso di privilegio, ma riguarda il senso stesso della rappresentanza parlamentare (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Edmondo Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, ovviamente io parlo a nome del mio gruppo ma mi trovo anche a parlare da un osservatorio privilegiato perché, perché grazie alla fiducia di tanti colleghi - e molti non del mio gruppo - svolgo il ruolo di Questore e di amministratore. Il tema che è stato posto dai colleghi è sicuramente un tema sensibile e importante, che il Collegio dei Questori ha affrontato, ma, devo dire, anche la Presidenza. Il problema principale innanzitutto è che chiaramente vi è un momento particolarmente delicato, non soltanto per i parlamentari, ma un po' per tutta la popolazione su questa vicenda dei vaccini, su cui bisognerà anche approfondire, probabilmente indagando con una Commissione parlamentare d'inchiesta, che era stata proposta anche dai colleghi della Lega. Speriamo che in questa nuova maggioranza non se ne perdano le tracce, ma anzi, con la presenza di una parte significativa del centrodestra, si voglia accertare con profondità le responsabilità, le inadeguatezze, tutto quello che è accaduto su questa vicenda drammatica dell'epidemia, della pandemia, ma soprattutto degli oltre 100 mila morti che hanno colpito e devastato l'Italia, soprattutto nelle fasce alte; un'intera generazione è stata abbandonata a se stessa. Ma, tornando a noi, è legittimo che ci si ponga l'interrogativo sulla necessità o meno che la Camera sia considerata un servizio pubblico essenziale. Sennonché, innanzitutto abbiamo osservato tutti con grande ammirazione il senso di disciplina e di correttezza con il quale il Presidente della Repubblica (Applausi), che rispetto alla Camera dei deputati, se mi consentite, o al Parlamento, svolge un ruolo ancora più importante, ha seguito le normali regole assegnate a tutti i cittadini. Inoltre, il tema altro di cui voglio dire, che un po' mi sorprende, questo tema delicato dell'ordine di precedenza, cioè di chi debba essere o meno considerato servizio pubblico essenziale, viene agitato da parlamentari di maggioranza, quando sappiamo benissimo che è il Governo che stabilisce gli ordini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…è così! È il Governo che stabilisce gli ordini di priorità.
Allora, se voi ritenete, come forze di maggioranza, che il Parlamento debba svolgere questo tipo di attività, potete parlare con i vostri Ministri, con i vostri sottosegretari, con il vostro Comitato tecnico-scientifico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Noi rileviamo con ammirazione e con correttezza il comportamento del Presidente della Repubblica, che non è stato qui a lamentarsi a livello individuale. Se pensate che c'è un problema istituzionale, politico, allora affrontatelo con gli organi che voi avete posto a capo di questa disastrosa armata che ha portato l'Italia nei guai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ci sono altre richieste di intervento? Ovviamente, il Presidente della Camera Roberto Fico verrà informato di questo dibattito, così come delle posizioni che sono state espresse in questi interventi sull'ordine dei lavori, quindi non siamo in condizioni di dare risposte perentorie e definite. Certamente, siamo tutti sensibili a questo argomento e per me è fin troppo facile chiedere, dal mio e dal nostro punto di vista, che ci sia, magari, tanto per iniziare e per dare il buon esempio, un atteggiamento di maggiore responsabilità in Aula, perché obiettivamente l'Aula in quanto tale è un luogo a rischio permanente di assembramento e spesso i comportamenti che vengono tenuti in Aula non sono sempre rispettosi dei protocolli che ci siamo dati. Per il resto, sulla questione che è stata posta risponderà il Presidente Fico.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso per le votazioni elettroniche, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 9,35. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 9,25, è ripresa alle 9,40.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 2921?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2921: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021.
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame di tutte le proposte emendative, a eccezione dell'emendamento Rizzetto 1.14, che risulta ancora accantonato.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2921?)
PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e dell'unico emendamento, accantonato, riferito agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Passiamo all'emendamento 1.14 Rizzetto.
Chiedo alla relatrice e alla rappresentante del Governo di confermare il parere che è stato già espresso ieri su tale emendamento.
FRANCESCA ANNA RUGGIERO, Relatrice. Sì, Presidente, il parere è sempre invito al ritiro.
PRESIDENTE. Invito al ritiro o parere contrario.
Il Governo?
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Evidentemente non siamo stati sufficientemente convincenti rispetto a questa proposta emendativa. Vado, Presidente, soltanto per mia e vostra informazione, a ricordare, se ci fosse soltanto per qualche secondo l'attenzione dell'Aula, sottosegretario, la nota di agenzia che nella giornata di ieri hanno scritto il Ministro Stefani…
PRESIDENTE. Collega Rizzetto, le chiedo scusa, sono costretto a interromperla. Visto che giustappunto pochi minuti fa abbiamo citato la necessità di prestare attenzione massima alla pandemia e al suo contagio, vorrei ricordare sommessamente a tutti i deputati che sono artefici e protagonisti di capannelli e di conversazioni, senza che vada a chiamarli uno per uno, che è necessario rispettare il distanziamento fisico, mantenere sul volto la mascherina, e poi un'altra modalità di igiene è quella, invece, di portare rispetto agli oratori che parlano, e quindi di mantenere anche il silenzio. Deputato Rizzetto, a lei la parola.
WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Stavo dicendo che vado semplicemente a ricordare quanto nella giornata di ieri, dopo, di fatto, che c'è stato un minimo di dibattito sicuramente virtuoso ed alto, e ringrazio anche i colleghi della maggioranza che hanno sostenuto questa presa di posizione di Fratelli d'Italia, che credetemi, colleghi, almeno per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, non è una presa di posizione ideologica, tanto è vero che lo stesso capogruppo Lollobrigida ieri ha detto “guardate, noi possiamo tranquillamente prendere questo emendamento, farlo firmare da qualcuno della maggioranza e votarlo”. Così non è stato. La nota di agenzia, ieri riportata dal Ministro Stefani e dal Ministro Speranza, recita: “verranno aggiornate le raccomandazioni che stabiliscono le priorità nell'accesso ai vaccini, e saranno esplicitate tra le categorie con accesso prioritario”. Il Governo ci sta dando ragione, di fatto, rispetto a questo passaggio; mentre il Governo ci sta dando ragione rispetto a questo passaggio, vedo che non annuisce il sottosegretario, a questo punto però dovrebbe rivolgersi al Ministro Speranza e alla Ministra Stefani sotto questo punto di vista, perché hanno scritto questo, ieri, in un'agenzia, i due Ministri; di fatto ci stanno dando ragione, i Ministri ci danno ragione, il Parlamento e la maggioranza ci danno torto. Allora c'è un corto circuito rispetto a questo tema, c'è un qualcosa che non funziona. Ieri noi abbiamo lanciato il nostro appello: la cosa si può votare? Non pensiamo che sia un qualcosa di assolutamente assurdo da votare, anzi, siamo qui a ribadire: votate questo emendamento perché, ad oggi, in Italia non esiste un protocollo unico rispetto a tutte le regioni. Presidente, sottosegretario, io stamattina ero immeritatamente in diretta in una trasmissione con la collega Zampa e la collega Zampa ha detto: guarda che questa cosa qui c'è già. No, non c'è già, perché, se ci fosse già, evidentemente e chiaramente, il Ministro Speranza non si sarebbe espresso in questi termini. Esiste a livello regionale una corsia giustamente preferenziale per quanto riguarda i lavoratori fragili, per quanto riguarda i malati oncologici gravi, per quanto riguarda i disabili, ma non è uniformata a quello che fondamentalmente dovrebbe essere un protocollo nazionale, che faccia partire dalla stessa linea di partenza tutte le regioni. Noi non vogliamo che ci siano sorpassi a destra e a sinistra da parte di coloro che, evidentemente, vogliono fare più o meno prima il vaccino di altri, ci mancherebbe altro! Quello che stiamo dicendo oggi e stiamo ribadendo oggi, in Aula, è che, semplicemente, alcune categorie debbono essere vaccinate subito. Lo ricordava ieri la collega Baldini: tra le persone con una mortalità, in termini percentuali, più alta, ci sono le persone disabili; lo ricordava ieri la collega. E allora perché non applicare questo principio di buon senso là dove il principio di buon senso dovrebbe essere votato, che è la casa degli italiani, che si chiama Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora noi, in questo caso, non ritiriamo la proposta emendativa. Evidentemente, poi, ci saranno degli ordini del giorno, che riterremo utile o non utile votare e presentare, perché, se ci verranno presentati degli ordini del giorno, laddove ci sarà scritto “a valutare eventualmente l'opportunità di”, ve li tenete - ve li tenete! -, ma quella che noi stiamo portando avanti in quest'Aula è una legittima battaglia che non dovrebbe neanche avere bandiere politiche, dovrebbe essere propria di tutto il Parlamento, dovrebbe essere propria di tutti i deputati che hanno a cuore la salute dei propri concittadini. Perché dopo, sottosegretario, sa che cosa succede? Succede che, quando queste persone vengono lasciate indietro in qualche regione, magari non in tutte ma in qualche regione vengono lasciate indietro, sicuramente non per colpa dei presidenti delle regioni in questo caso, succede che in altre regioni, invece, ci sono delle scappatoie e ci sono, voglio dire, delle vie preferenziali rispetto anche a persone che oggi si vanno a vaccinare, ma che non ne avrebbero oggi la necessità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il caso della regione Toscana mi pare che sia assolutamente evidente. E allora con che faccia noi ci presentiamo di fronte a questi nostri concittadini?
PRESIDENTE. Concluda, deputato Rizzetto.
WALTER RIZZETTO (FDI). Concludo, dicendo, Presidente, che noi non ritiriamo l'emendamento e, a questo punto, voglio proprio capire chi tra questi deputati cercherà di dare una mano ad un emendamento di buon senso, ad una proposta di buon senso, che dovrebbe essere, lo rinnovo, fatta propria da parte di tutto il Parlamento e non soltanto fatta propria da una opposizione, che, in questo caso e per l'ennesima volta, ha le mani libere di dire che noi, rispetto al vostro diniego, non ci stiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale la deputata Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.
LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Mi perdoni, io intervengo per amore di verità e per andare a controbattere al fatto che sono state formulate, in questa Aula, delle accuse verso il presidente Acquaroli che sono prive di fondamento. Come abbiamo visto, le priorità vaccinali sono date dal Governo, le linee sono state votate dal Parlamento e le regioni devono seguire le linee guida date dal commissario straordinario.
Quindi, la Regione Marche non ha potuto ancora vaccinare i più fragili proprio perché mancano dei protocolli a livello nazionale. Per accelerare, poi, questa possibilità, mancano i vaccini. I vaccini non sono stati dati dal Governo Conte 2. E poi perché, se una forza politica, da una parte, presenta mozioni a favore di questo emendamento, poi, all'interno di questa Camera, vota contro, non consentendo che tutto questo possa essere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Concluda.
LUCIA ALBANO (FDI). Ecco, noi non lo capiamo, perché i nostri princìpi sono mossi da coerenza e buon governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Avevamo ieri discusso di questo tema, l'altro ieri anche, e abbiamo chiesto di poter vaccinare da subito le categorie fragili; abbiamo ricevuto, da parte di molti colleghi anche di maggioranza, l'assenso a questa formula, a questo emendamento. Devo dire, come al solito, però, la maggioranza non è riuscita a creare un meccanismo che ci permettesse di arrivare a dare una formula corretta per poter arrivare all'obiettivo che ci siamo posti con grande serenità. E noi manteniamo questo emendamento perché stasera si può arrivare alla soluzione, votandolo.
Altre strade sono già state percorse, per stessa ammissione una collega del MoVimento 5 Stelle ha detto: quello che è scritto negli ordini del giorno già l'avevamo scritto, ma il Governo non lo ha fatto. E allora non facciamo scorciatoie, questa è l'unica soluzione possibile. Chi voterà a favore permetterà alle categorie fragili di essere vaccinate fin da subito, quelli che voteranno contro fanno una scelta diversa di rinvio, che non è condivisibile da Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldi. Ne ha facoltà.
ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma io assisto un po' attonita a questa discussione e sarò brevissima. Il Governo si è impegnato a cambiare le linee guida su questa cosa. Credo che lo stia facendo, anzi addirittura sul sito del Ministero della Salute credo che ci siano già, o stiano per scomparire, le nuove linee guida. Modificare con un emendamento significherebbe rimandare al Senato un decreto-legge che è in fase di scadenza. Mi rifiuto che qualcuno di voi possa pensare che in quest'Aula c'è qualcuno che non vuole aiutare disabili, categorie fragili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi rifiuto e mi rifiuto che voi continuiate a dire questa cosa, che è veramente impensabile. Faccio presente che c'è un unico motivo fino adesso per non vaccinare questa gente, e cioè che non ci sono le dosi di vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Allora diciamolo: tra malati fragili e caregiver si parla di più di 10 milioni di persone, abbiamo in questo momento 10 milioni di dosi? No! Appena arriveranno lo faremo e lo diamo come priorità: su questo non c'è dubbio, però per favore piantiamola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, Presidente, noi non crediamo che ci siano persone in quest'Aula che non vogliono proporre la vaccinazione a tutte le persone disabili, ai disabili gravissimi e ai più fragili. Non lo crediamo, perché sarebbe una cosa aberrante, disumana, inaccettabile. Ma constatiamo, nel contempo, che c'è un'incapacità di questo Governo e di questa maggioranza di offrire i vaccini a tutti coloro i quali ne hanno bisogno. E questo sono i dati a dirlo: noi in Europa siamo il quartultimo Paese per vaccinazioni. Noi stiamo tagliando fuori, attraverso delle raccomandazioni che sono state proposte, persone che rischiano di morire, perché le raccomandazioni sono fatte male da parte del Ministero della Salute, e questo va detto!
Allora, quando si dice che nel prossimo provvedimento, nelle prossime linee guida, nelle prossime raccomandazioni ci sarà la sanatoria di quello che non va, si fa qualcosa che è inaccettabile, perché gli atti devono essere puntuali, giusti e opportuni, in maniera tempisticamente valida (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È per questo che noi chiediamo l'emendamento, perché oggi si deve intervenire, non domani: la gente, se no, muore in questi minuti di attesa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Vero è, collega, che le dosi di vaccino scarseggiano, ma vorrei ricordare che, in questa Nazione, sono state vaccinate diverse persone e non c'erano i fragili in priorità. Quindi, che lei si scandalizzi che abbiamo il dubbio mi fa piacere e dovrebbe essere una sua preoccupazione, visto che, fino ad oggi, non ci sono state le vaccinazioni per le persone fragili; e, allo stesso tempo, devo ricordarle che quest'Aula è iniziata con un parlamentare che chiedeva in via prioritaria la vaccinazione di noi stessi. Quindi, certo che c'è il dubbio che le persone fragili non vengano vaccinate, eccome! E mi viene il dubbio addirittura che, nel momento in cui questa maggioranza non voti questo emendamento, non voglia vaccinare in via prioritaria le persone fragili. Il dubbio ce l'abbiamo noi. Voi avete lo strumento del voto, il Parlamento serve a votare, a chiarire i dubbi. Visto che il dubbio noi ce l'abbiamo che voi i fragili non li volete vaccinare, allora votate questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Se avessimo approvato quest'emendamento il 9 marzo, oggi, questo decreto stava al Senato, sarebbe stato chiuso al Senato con tre giorni di anticipo rispetto alla scadenza. Questo tanto per ripristinare un minimo di verità.
Ma, vede, quanto è stato detto dalla collega della Lega è un argomento a favore di questo emendamento, perché servono le priorità proprio quando scarseggiano le dosi, perché, se ci fossero per tutti, probabilmente, i disabili e i fragili potrebbero aspettare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo dicessero a quelle mamme, a quelle famiglie che oggi hanno questo dramma, che non ci sono i vaccini.
E, quindi, con tutta la calma del mondo e con tutto il tempo che questo Governo e questa maggioranza si vuole prendere, ci sarà un momento in cui si deciderà se i fragili hanno diritto ad avere una corsia preferenziale; poco conterà, allora, se, nel frattempo, saranno finiti davvero i vaccini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.
TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, innanzitutto, sgombriamo il campo dal fatto che quest'Aula sia ingessata dal poter portare alcuna modifica, ma aggiungo di più: se tutti erano d'accordo su questa modifica, bastava introdurla al Senato e il problema non sarebbe più stato rappresentato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Noi riteniamo che, proprio perché non c'è stata questa valutazione da parte del Senato, la Camera ben possa valutare e aggiungo: una norma generale ed astratta vale su tutto il territorio nazionale; un piano che, comunque, scritto o non scritto, rimane un atto amministrativo è sempre soggetto ad impugnativa e, quindi, le regioni procederanno, né più né meno, come hanno proceduto oggi con i criteri che si sono date (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia ha presentato, a prima firma Rizzetto, su suggerimento del presidente Meloni, questo emendamento per dare la possibilità di vaccinare prioritariamente le persone fragili e i disabili. Io non capisco perché tutti gli interventi in Aula oggi dicono che certo, tutti vogliamo dare la priorità di vaccinare prioritariamente i disabili, ma votiamo no all'emendamento.
Allora deduco che ci tenete così tanto a vaccinare i disabili, che la vostra priorità è non dare la soddisfazione a Rizzetto e a Fratelli d'Italia nel portare a casa il risultato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per voi, pazienza, se i disabili aspetteranno qualche giorno a essere vaccinati, ma l'importante è che non si possa dire che è grazie a Fratelli d'Italia. Il vostro interesse di partito e di bieca propaganda per voi viene prima della sicurezza sanitaria dei disabili in Italia. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo in linea con quanto già anticipato dai colleghi rispetto a questo emendamento, che credo avrebbe dovuto vedere assolutamente un'approvazione diretta, ma una condivisione di tutto il Parlamento, perché parliamo delle fasce deboli. Se siamo qui rispetto ad una disorganizzazione, a una mancanza di regole e di criteri è perché, probabilmente, stiamo vedendo nella quotidianità, anche su tutti i media, come spesso i vaccini o vengono buttati quando non possono essere somministrati rispetto, ovviamente, alla tempistica o, in molti casi, fatti agli amici degli amici. Io credo che stabilire e approvare questo emendamento, che sancisce una priorità rispetto alle categorie, alle fasce più deboli, sia un fatto doveroso e dovuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. È abbastanza assurdo che si accusi Fratelli d'Italia di polemizzare o lucrare su questo argomento, quando in ogni regione assistiamo ai componenti del PD e dei 5 Stelle che attaccano i presidenti di regione. Non ci sono i vaccini: responsabilità delle regioni o responsabilità del Governo? In più, abbiamo assistito qui a una collega deputata che accusava il presidente Acquaroli, mentre le Marche sono la quarta regione, la quinta, con oltre l'80 per cento delle dosi somministrate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): le bugie le state raccontando voi! Lo ha detto una deputata che era sottosegretario del Governo che doveva gestire il piano vaccinale e sta continuando a mentire oggi in Aula. In più, dove è il Ministero della Salute? Non il Ministro, non un sottosegretario si è degnato a venire qui ad annunciare queste modifiche che, forse, stanno avvenendo nel sito del Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): questo è il rispetto? Avremmo voluto trovare un accordo, ma cominciate a spiegare ai vostri componenti del Governo che, anche rispetto al passato, devono rispettare le forze politiche, soprattutto di opposizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Il censimento delle fasce di popolazione che andavano privilegiate nella somministrazione dei vaccini doveva essere la prima azione da porre in essere, e questo non lo diciamo noi, ma lo dice la regolamentazione sanitaria internazionale. Invece voi, abdicando al ruolo di natura politica che questo Parlamento avrebbe dovuto, in una qualche maniera, assumere in sé, continuate a delegare queste scelte a comitati tecnici-scientifici composti da persone di dubbia competenza e che, in larga parte, siedono in quel ruolo senza avere neanche la ragione perché…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Bignami. Deputato Sportiello, non solo non rispetta il distanziamento fisico, ma ha anche la mascherina tirata giù: deputato Sportiello! Deputato Misiti? Era il deputato Misiti che aveva la mascherina giù, chiedo scusa.
Prego, deputato Bignami, riprenda la parola; le chiedo perdono per l'interruzione necessaria.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Dicevo, invece che riappropriarsi di un ruolo di centralità della politica, questo Parlamento continua ad abdicare le proprie responsabilità e le proprie funzioni a un Comitato tecnico-scientifico che, evidentemente, è divenuto - nonostante l'incompetenza di molti che lì siedono e le responsabilità della situazione in cui noi ci troviamo - e continua ad essere depositario di scelte prioritarie come quella che, invece, noi oggi, qui, intendiamo correggere con l'emendamento del collega Rizzetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Per suo tramite, volevo rispondere all'acuta osservazione del collega Foti, di Fratelli d'Italia e, in maniera assolutamente rispettosa, io mi sono posto la stessa identica domanda, ovvero, il Senato non ha ritenuto opportuno inserire all'interno del provvedimento emendamenti ed ordini del giorno proprio sulla questione sia portata alla luce dell'emendamento Rizzetto sulla priorità delle vaccinazioni per le categorie fragili e i disabili, sia per la questione dei caregiver. Io volevo dirgli esattamente la stessa cosa, perché non solo il Senato non ha ritenuto ciò opportuno, ma i senatori di Fratelli d'Italia non hanno ritenuto ciò opportuno, perché io qui ho tutti gli ordini del giorno e tutti gli emendamenti e non vi è traccia di questa questione, nonostante in questo momento siate estremamente compatti nel portarla in questo ramo del Parlamento, che a causa della crisi voluta da Renzi non può intervenire su questo decreto, perché non riesce più a intervenire in fase emendativa su questo decreto, altrimenti, scadrebbe; però dobbiamo dire, con la stessa onestà intellettuale, che Fratelli d'Italia non si è minimamente occupata della questione della disabilità nel ramo del Parlamento del Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Io trovo davvero surreale questa discussione in Aula e soprattutto molto irrispettosa anche verso noi stessi e il ruolo che rappresentiamo, di tutela anche di quelli che sono i bisogni dei nostri cittadini. Ora, non andiamo più a vedere il perché e il percome questa cosa non c'è e di chi è la colpa, poco importa: l'importante oggi sarebbe dare una risposta seria, vera, tempestiva a queste persone che hanno bisogno; soprattutto, per queste persone il tempo può voler dire vita. Di conseguenza, non si capisce perché non possiamo farlo adesso magari correre e occupare anche il sabato e la domenica al Senato per portare a casa questo risultato vitale per le persone più fragili del nostro Paese. Non capisco perché continuiamo a discutere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Grazie Presidente. Volevo un attimo riportare il dibattito su una base di verità. Vedete, io di questo argomento mi sono occupata in tempi non sospetti. Dall'8 febbraio, quando sono uscite le raccomandazioni, abbiamo lavorato con l'Intergruppo malattie rare di Camera e Senato e abbiamo proposto a tutti i colleghi di firmare una lettera, che è stata firmata anche da esponenti di Fratelli d'Italia e che è stata firmata da 40 associazioni. Vedete, colleghi, il problema non è scrivere un emendamento che dia la priorità - come scrivete voi - alle persone fragili e disabili, perché questo è già scritto nelle raccomandazioni. Io ve le leggo: tra gli estremamente vulnerabili, nella tabella 2 si parla di condizioni neurologiche e disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica. Qual è il problema? Che quando poi le raccomandazioni declinano l'elenco delle persone che rientrano in questa categoria, fanno un elenco che non è esaustivo, cioè citano una serie di patologie ma ne lasciano fuori molte altre. Quindi, approvare oggi il vostro emendamento non risolverebbe il problema perché ribadirebbe qualcosa che è già scritto. Quello che noi dobbiamo fare è modificare o, meglio, chiedere al Governo di modificare un atto che implementi il principio che c'è già in modo corretto e lo strumento più giusto è un ordine del giorno, perché è lo strumento con cui si chiede all'Esecutivo di compiere un atto amministrativo, quello di cui noi oggi abbiamo bisogno. Noi abbiamo lavorato, in queste ore, a un ordine del giorno molto preciso, che, tra l'altro, è stato redatto sentendoci costantemente anche con le associazioni, che va in questa direzione. È un ordine del giorno che abbiamo lavorato all'interno della Commissione Affari sociali e vi abbiamo anche chiesto di sottoscriverlo; vi abbiamo anche detto che assolutamente saremmo stati d'accordo a dare la prima firma alla vostra capogruppo in Commissione. Voi però avete ritenuto di dire di no (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e MoVimento 5 Stelle). Allora, io vi dico…
PRESIDENTE. Deputata Noja, questo applauso, che l'ha interrotta, mi consente di ritornare sul richiamo precedente. I colleghi deputati devono mantenere il rispetto delle distanze. Gli assistenti parlamentari stanno facendo il loro lavoro anche per evitare queste interruzioni, ma se voi insistete e ogni cinque minuti tornate a violare il principio elementare del distanziamento fisico, questo diventa un problema. Io sono costretto a interrompere la seduta. Deputati Acunzo e Romaniello sto parlando anche con voi! Ognuno prenda posto nella sua posizione. Deputati Saitta e Di Stasio…
Niente, non ci siamo. Colleghi, dovete prendere posto nelle vostre posizioni, mantenere il distanziamento fisico, tenere la mascherina e fare silenzio (Applausi)! Deputato Saitta, è la terza volta che la richiamo!
Prego, deputata Noja.
LISA NOJA (IV). Presidente, le chiedo la cortesia di recuperare qualche minuto perché mi sono anche interrotta nel filo logico.
Insomma, stavo dicendo che questo emendamento, proprio perché è generico e fa solo riferimento a disabilità e persone fragili, non risolve il problema vero che è di identificare chi sono le persone fragili e le persone disabili, perché questo è il problema.
Dire persone disabili, in sé e per sé, vi assicuro che dal punto di vista del piano vaccinale non significa nulla. Noi quindi abbiamo proposto questo ordine del giorno, vi abbiamo anche proposto di sottoscriverlo con la prima firma della vostra capogruppo. Avete ritenuto di dire di no. A me questo dispiace perché voi avevate portato comunque, anche con quell'emendamento che, ripeto, nel contenuto ritengo non risolva in alcun modo la situazione, a un dibattito che si è sviluppato qui e potevamo concludere questo lavoro con una concordia di tutto il Parlamento per risolvere il problema.
Questi sono temi molto delicati che vanno risolti con la tecnica e con la concretezza. Io credo che sia stata un'occasione persa; spero che ci ripensiate perché su questi temi non è importante piantare delle bandierine ma dare risposte concrete alle persone là fuori che aspettano il vaccino. Quindi, vi prego, ripensateci perché è con rammarico che prendo atto che abbiate scelto una strada che, dal dare un contributo fattivo a risolvere un problema, si trasforma in dichiarazioni che sfiorano la propaganda (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente. A questo punto del dibattito, anche considerando il contributo, diverso da quello di ieri, della collega Noja, mi pare che ci sia la necessità di un impegno formale del Ministro della Salute, visto che è anche stato ricordato che in qualche circostanza il Ministero avrebbe fatto un'apertura in questo senso. Mi risulta che gli atti formali si depositino in Parlamento e non tramite agenzie di stampa. Quindi, venga il Ministro della Salute Speranza e prenda l'impegno davanti alla Camera dei deputati che il Governo procederà anche sulla scorta delle considerazioni che oggi correttamente e più puntualmente la collega Noja ha fatto rispetto alle categorie rimaste fuori, sulla base anche di quei documenti che sono stati assunti, fermo restando che esistono due Camere nel Parlamento proprio perché, laddove una Camera si dovesse dimenticare qualche pezzo, come è successo in questa circostanza... Fratelli d'Italia sul punto, in questo mese o più di un mese che è passato tra il passaggio al Senato e il passaggio alla Camera – per suo tramite, Presidente, informo il collega Baroni che esistono due Camere proprio per questa ragione –, ha ascoltato e raccolto il grido delle associazioni che tutelano i disabili e abbiamo ritenuto di dover fare questo tipo di battaglia.
Sapete benissimo che con un ordine del giorno non si conclude tanto, perché ne sono stati fatti tanti, ed altri. Ci aspettiamo, se il Parlamento proprio vuole dare un voto contrario a questo emendamento che sarebbe rafforzativo di questa battaglia, che venga il Ministro della Salute a prendere un impegno formale davanti ad una delle due Camere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), altrimenti sarà difficile crederci perché di promesse tramite agenzie di stampa ne abbiamo sentite fin troppe e su questi temi non si scherza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Quindi, se non ho capito male, il suo richiamo all'ordine dei lavori è servito per chiedere al Governo di presentarsi con il Ministro della Salute. Io le faccio presente che il Governo (Commenti del deputato Prisco)… Sì, sì, è chiaro, non c'è bisogno…
EMANUELE PRISCO (FDI). Non so se mi sono spiegato. Se viene il Ministro a prendere un impegno formale, siamo disponibili a ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Perfetto, quindi, diciamo che c'era una comunione di pensieri. Come dicevo, il Governo è rappresentato qui, vivo e vegeto, non soltanto dalla sottosegretaria Malpezzi, che ha seguito interamente i lavori di questa mattina, ma anche dal Ministro D'Incà che, comunque, è qui anche lui. Quindi, se non ci dà comunicazioni diverse, si intende che la decisione da parte del Governo è quella di proseguire. Quindi, insomma, siete legittimamente autorizzati a proseguire i vostri interventi.
Ha chiesto di parlare a titolo personale il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. In questi giorni, ho cercato di evitare la polemica con i colleghi di Fratelli d'Italia, perché riconosco loro la legittimità di una battaglia in Parlamento e ho fatto la stessa cosa, cercando di non polemizzare mai in Abruzzo con il presidente della regione Marsilio, in ragione del fatto che credo, per quanto riguarda le vaccinazioni, che arrivare a tante persone ed evitare i furbetti non sia una responsabilità solo del presidente, ma sia molto complesso e sia complesso per tutti; però, hanno evocato il caso della Toscana e ci hanno invitato addirittura a vergognarci. Ebbene, riferisco in quest'Aula che in Abruzzo c'è un'inchiesta dei NAS che stanno spulciando oltre 40 mila nomi a caccia di furbetti del vaccino in Abruzzo, ovvero persone che hanno approfittato di una posizione di riguardo per vaccinarsi pur non essendo in lista di priorità…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Concludo, Presidente. Da riscontri effettuati pare che ci sarebbe un numero considerevole di professionisti, con relativo indotto di familiari, colleghi e collaboratori. Questo accade in una regione guidata da Fratelli d'Italia, per cui evitiamo le polemiche e cerchiamo di tornare al merito delle questioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, per rispondere al collega, ricordo che l'Abruzzo ha una delle percentuali di vaccinazione più alta, con l'84,5 per cento, e quindi smettetela di sciacallare sulle regioni, a seconda da chi vengono governate, perché qui rappresentiamo la Nazione, una e unitaria, e cerchiamo di vaccinare la popolazione più esposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Secondo, rispetto alla nostra proposta che è una proposta di buon senso, e cioè che il Ministro della Salute venga in Aula a prendere un impegno formale, circolano, perché ormai siamo ridotti così, delle bozze sulle nuove raccomandazioni, datate 10 marzo, che prevedrebbero una riformulazione delle categorie da vaccinare, guarda caso, mettendo al primo posto la vaccinazione delle categorie fragili. Quindi, se questo è, non si capisce per quale ragione vi continuate a opporre a un emendamento - se non per motivi ovviamente di tecnica parlamentare, cioè non volete che torni al Senato -, all'emendamento di Fratelli d'Italia, o, almeno, ad accogliere la richiesta della presenza in Aula del Ministro…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Perché non ne possiamo più di raccomandazioni o bozze informali, noi siamo il Parlamento italiano e rappresentiamo gli italiani e lo dovete rispettare…
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, la ringrazio.
Non ci sono altre richieste di intervento, mi pare.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su cosa? Lei ha già parlato.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, lei ha cortesemente richiamato, rispetto alla nostra proposta di Fratelli d'Italia di rinviare…
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, quindi, suppongo.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, sull'ordine dei lavori. Come dicevo, noi abbiamo fatto una proposta formale che è quella di chiedere la presenza del Ministro Speranza, proprio perché vogliamo togliere qualsiasi argomento a chi dice che sul tema vogliamo speculare.
PRESIDENTE. Questo lo abbiamo capito.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, però, lei ha richiamato la presenza del Ministro D'Incà che io non vedo in Aula e, quindi, evidentemente, posso solo rivolgermi alla sottosegretaria per sapere se il Governo ha la disponibilità a venire, perché io dalla sottosegretaria, sull'argomento, non ho sentito dire una parola, per cui lei ha richiamato il Governo, mentre abbiamo richiamato le agenzie di stampa a firma del Ministro Speranza che sono state date alla stampa, con un metodo che pensavamo appartenente al Governo Conte, ma che torna prepotentemente nel Governo Draghi, in cui al Parlamento si parla tramite stampa e non si parla nell'assise competente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); è una cosa che non va bene.
Quindi, lo dico con chiarezza: siamo pronti a non votare questo emendamento, in quest'Aula, in cambio di una cosa sola, che il Ministro venga a rispondere alle legittime questioni che abbiamo posto noi, che ha posto la collega Noja, che ha posto la collega Baldini, che hanno posto tanti colleghi, per chiarirle definitivamente. Viene qui e ci dice: questa cosa viene fatta immediatamente, e noi ci fidiamo. Anche ordini del giorno in questo senso che sono stati già presentati, già approvati, lettere in questo senso, come ricordava la collega, che abbiamo già firmato, non sono stati sufficienti per avere dal Governo una risposta, e allora chiediamo, umilmente, di avere qui il Ministro Speranza; ci mette dieci minuti ad arrivare, ci dice e chiarisce la posizione del Governo e noi ritiriamo l'emendamento. Quindi, massima disponibilità da parte nostra, vediamo se il Governo ha la medesima disponibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. In questo momento mi sembra chiaro che il Ministro non possa venire nella disponibilità di dieci minuti a rispondere; segnalo, però, e non sfuggirà ai membri della XII Commissione, che sono quelli che maggiormente si occupano del tema, anche nello specifico, che domani il Ministro sarà in Parlamento per presentare le linee guida alla Commissione e, quindi, immagino che ci sarà tutto lo spazio anche per porre queste domande, a cui il Ministro non si è mai sottratto, anche nei momenti più delicati, anche durante lo scorso Governo e, quindi, mi sembra assolutamente palese che non si sottrarrà alle risposte e anche agli impegni che ha già preso, lo ricordo, in una risoluzione che la discussione qui, in questo ramo del Parlamento, di questi giorni sta ulteriormente rafforzando.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Rizzetto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Avverto i colleghi deputati che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2921?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2921/12 Napoli e n. 9/2921/51 Versace sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, i seguenti ordini del giorno: n. 9/2921/9 Sodano, in materia di coltivazione della cannabis per uso personale e terapeutico; n. 9/2921/11 Lupi, relativo all'espletamento quadriennale della carica di presidente di provincia; n. 9/2921/78 Deidda, concernente l'adeguamento del Sistema informativo agricolo nazionale agli obblighi comunicativi stabiliti dal decreto-legge n. 44 del 2019, in materia di latte crudo.
Il deputato Flavio Di Muro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/71.
FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Con la conversione in legge di questo decreto noi stiamo parlando di restrizioni, di lotta alla pandemia, di norme coercitive per garantire la sicurezza sanitaria sul territorio nazionale. Io mi inserisco in questo dibattito tramite questo ordine del giorno, che ha la volontà di far presente al Governo affinché si ponga una valutazione - e magari l'auspicio è quello di una rapida soluzione - su una situazione che interessa l'estremo Ponente ligure e, in particolare, la città di confine di Ventimiglia. Purtroppo, il connubio immigrazione e gestione dei flussi migratori con lotta alla pandemia in questa realtà è diventato un connubio che crea problemi e preoccupazioni tra i cittadini, ma anche tra le Forze dell'ordine. Cerco di spiegare brevemente di cosa stiamo parlando. Vedete, con i nostri decreti, che sono in vigore a livello nazionale, noi imponiamo alle persone di qualsiasi nazionalità che arrivano da un Paese estero, come quelle che dalla Francia vengono verso l'Italia, di dimostrare che nelle 48 ore antecedenti al loro ingresso risultano, dati alla mano, attestazione alla mano, di non essere positivi al Coronavirus, questo anche per tutelare una realtà di confine come la nostra che è oggetto di ordinanze maggiormente restrittive rispetto al resto della Liguria, anche in una situazione che è - lo voglio precisare - quella del dipartimento francese delle Alpi Marittime, che oggi risulta essere la zona d'Europa più colpita da questa pandemia.
Ebbene, noi stiamo respingendo, con le Forze dell'ordine italiane, i francesi che vengono verso l'Italia che non dimostrano di essere negativi al test del Coronavirus. Ma cosa succede rispetto ai migranti che arrivano in Francia attraversando l'Italia (che, ovviamente, non è certo una novità; questo avviene già, ahimè, da molto tempo)? Succede che questi migranti si trovano in un limbo giuridico e gestionale, perché non si capisce quale Paese, tra l'Italia e la Francia, debba eseguire loro un tampone per verificare se sono positivi o negativi a questo test. Ora, dato che la maggior parte di loro per la prima volta viene fermata dalle autorità francesi, perché in qualche modo riesce a superare il confine di Ventimiglia, non possono essere presi in consegna dalle autorità italiane, in forza dei vari accordi internazionali, senza aver dimostrazione che essi non sono negativi al Coronavirus. E, quindi, delle due l'una: o qualcuno tra gli Stati fa il tampone e dimostra che sono negativi e quindi li prende in carico, oppure la soluzione, che ovviamente io prediligo, è che lo Stato italiano, che è uno Stato sovrano, non deve più prendere in carico migranti respinti dalla Francia senza la dimostrazione che essi sono negativi al Coronavirus. È una situazione che sta preoccupando non solo i cittadini italiani, che vivono nelle realtà di confine e che sono tenuti a determinati comportamenti, ma preoccupa anche gli operatori delle Forze dell'ordine, che si trovano a maneggiare in qualche modo persone che non sanno se sono positive o negative e, quindi, ad alto rischio pandemico.
Ecco, io credo che su questa situazione ci sia da fare chiarezza. Servono risposte immediate da parte del Governo, perché non si può andare avanti in queste condizioni e non ci possono essere discriminazioni rispetto a persone che vengono respinte, perché vengono a fare, magari, acquisti in Italia o per altre ragioni, e persone, invece, di cui non sappiamo nulla, di cui non sappiamo la provenienza ma che lo Stato francese chiede allo Stato italiano di prendersene carico. Come giustamente ha detto Matteo Salvini negli scorsi giorni, il problema dell'immigrazione è da gestire a livello europeo. Ci vuole reciprocità anche da parte francese, e questo è il caso di dimostrarlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il deputato Matteo Dall'Osso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/52.
MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, la sindrome post COVID è caratterizzata da sintomi come astenia, affanno, dolori muscolari. Con questo ordine del giorno chiedo al Governo di approfondire la sindrome post COVID sulle persone con disabilità per patologia, tenendo presente che sono persone in trattamento farmacologico con patologie che possono peggiorare dopo stress immunologici.
È fondamentale conoscere, conoscere le interazioni tra i farmaci al fine di poter attuare protocolli a disposizione dei medici. La sindrome post-COVID peggiora la disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Baldini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/50.
MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente. È un ordine del giorno per accelerare la campagna vaccinale, tenendo presente gli aspetti produttivi del Paese. Poter utilizzare degli stabilimenti aziendali e anche il personale sanitario per poter vaccinare i dipendenti e poter vaccinare anche i loro familiari significa velocizzare le vaccinazioni. Un paziente che si ammala di COVID come minimo sta a casa 15-20 giorni, che è un costo per il datore di lavoro, tenendo presente che quando si ammalano i loro familiari c'è tutta una quarantena da dover seguire (e ancora costi aziendali). Le aziende aderenti a Confindustria sono circa 5 milioni e mezzo e, considerando anche un nucleo familiare di due o tre persone, arriviamo veramente a una vaccinazione che può arrivare a 2 milioni di persone, che è un dato molto importante. Ho visto che la Regione Lombardia ieri ha già iniziato a dare questa possibilità di vaccinare a livello aziendale. Va considerata un'altra cosa: che tutti i dipendenti commerciali che si devono muovere sono impossibilitati a muoversi, non possono fare a distanza la loro attività, con un ulteriore costo per l'azienda che dobbiamo considerare. Quindi, invito il Governo a considerare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La deputata Lisa Noja ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/89.
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Questo è l'ordine del giorno di cui parlavamo poc'anzi ed è un ordine del giorno che è finalizzato a impegnare il Governo a rivedere le famose raccomandazioni sulle priorità vaccinali. Ci tenevo a dire ai colleghi di Forza Italia che è un impegno netto che chiede di aggiornare in tempi molto rapidi queste raccomandazioni, includendo in maniera espressa - e, quindi, non solo per principi generali - tutte le persone con disabilità con un accertamento di gravità ai sensi della legge n. 104, ma, visto che non sono le uniche a rischiare in caso di COVID, noi chiediamo anche di includere nelle priorità assolute tutti i malati con patologie croniche e rare esenti ove sussista un rischio COVID, quindi ove, in base alle condizioni pregresse del malato, contrarre il COVID sarebbe un rischio per la vita. In più, chiediamo di vaccinare i caregiver di queste categorie e questo per due ragioni: una ragione, naturalmente, è quella di proteggere dal possibile contatto col virus le persone che vengono assistite dai loro caregiver, ma anche perché se un caregiver, che si prende cura di una persona con disabilità grave, si ammala questo è un dramma per la famiglia, perché la persona assistita rimane senza assistenza.
È un ordine del giorno molto preciso, che chiede un impegno molto forte su cui noi vigileremo. Sappiamo che le raccomandazioni sono in fase di revisione e, quindi, speriamo che, come dire, il risultato dell'aggiornamento sia già in linea col nostro ordine del giorno; se non fosse così chiederemo tutte le integrazioni del caso. Io spero che questo ordine del giorno venga votato all'unanimità da tutto questo Parlamento, perché va esattamente nella direzione di cui abbiamo discusso insieme, a dimostrazione che la vaccinazione prioritaria delle persone vulnerabili sta a cuore a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Il deputato Roberto Novelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/47.
ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Senza esercito non si può vincere una guerra. Questo ordine del giorno è un ordine del giorno che credo meriti l'accoglimento. Abbiamo bisogno, in un momento di crescita del contagio e anche in prospettiva, di avviare tutte le iniziative volte ad autorizzare il personale infermieristico dipendente delle strutture ed enti del Servizio sanitario nazionale allo svolgimento di attività di supporto alla somministrazione di vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 anche effettuati nelle farmacie e negli altri luoghi previsti dalla normativa vigente, nonché per le attività di tracciamento del virus. È importante che gli infermieri possano svolgere l'attività anche al di fuori del loro orario continuativo di lavoro nelle strutture pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/26. Vedo dal monitor che è in arrivo dal Transatlantico.
Prego, deputato Delmastro Delle Vedove.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sì, grazie, Presidente, scusi, ma essendo fuori in Transatlantico diventa tutto un po' farraginoso e difficile. L'ordine del giorno n. 9/2921/26, che illustriamo a nome di Fratelli d'Italia, riguarda una tematica che è proprio esplosa nella sua virulenta gravità in questi giorni. Stiamo parlando di 26 mila praticanti avvocati, che avrebbero dovuto celebrare l'esame di abilitazione a dicembre scorso, celebrazione d'esame che è stata poi rinviata dall'allora Guardasigilli Bonafede al 13, 14 e 15 aprile. Fratelli d'Italia ha tempestato di interrogazioni il Ministro sin da novembre, per avere la certezza che questo esame di abilitazione si sarebbe poi celebrato il 13, 14 e 15 aprile. Il Ministro Cartabia apparentemente, inizialmente, ha suggerito un momento di discontinuità, promettendo urbi et orbi che si sarebbe celebrato il 13, 14 e 15 aprile. Poi, cala la mannaia del CTS che dice: eh no, potrebbero esserci dei rischi!
E, così, stiamo dicendo a 26 mila praticanti avvocati, che tutto hanno puntato sul merito e sullo studio, per affacciarsi alla vita professionale, che, vabbè, è calata la mannaia del CTS. Allora, noi, con questo ordine del giorno, cerchiamo di stare al fianco di questi praticanti avvocati, al fianco di questi giovani, che si affacciano già sulla vita professionale in uno dei momenti peggiori della storia economica del Paese, in particolar modo per le libere professioni, che non hanno nessun paracadute sociale, che non hanno ristori, che non hanno risarcimenti, ma che almeno chiedono di poter lavorare e, nella fattispecie, chiedono di potersi abilitare. Non è possibile che non si studino protocolli di sicurezza per celebrare il 13, 14 e 15 aprile l'esame di abilitazione di 26 mila praticanti avvocati! Non è possibile che noi gli rubiamo il futuro, un futuro che loro hanno costruito, giorno per giorno, facendo leva solo sul merito, lo studio, la dedizione, il sacrificio! Allora, noi vi chiediamo di ripensarci e di immaginare, da qui al 13, 14 e 15 aprile, di convocare l'organismo congressuale forense, di convocare il CNF, di convocare le associazioni di questi studenti, di aprire una discussione con l'intero emiciclo, per immaginare sottocommissioni provinciali - al posto di una sola commissione regionale - che consentano di celebrare lo stesso questo esame in termini emergenziali, ma con minore assembramento. Vi chiediamo di immaginare l'utilizzo della tecnologia per celebrare, ove possibile, da remoto l'esame. Immaginiamo anche, come una delle proposte in campo, un esame orale rafforzato. Ma non rubate altro futuro a questi 26 mila giovani praticanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che vi chiedono solo di poter iniziare a lavorare! E ve lo chiedono sapendo quali sono le condizioni economiche di questa Nazione! Non vi chiedono reddito di cittadinanza: vi chiedono banalmente di poter iniziare a lavorare, di poter aprire finalmente una partita IVA, di poter affacciarsi sul mondo del lavoro.
Allora, Ministro, per il suo tramite, insista presso il Ministro Cartabia: si apra, oggi, subito, un'enorme discussione! Si convochi il CNF, si convochi l'organismo congressuale forense, convocate anche noi dell'opposizione, che qualche idea in campo l'abbiamo buttata, come le sottocommissioni provinciali! Ma non usciamo oggi da quest'Aula, raccontando a quei 26 mila giovani che hanno già perso sei mesi della loro vita professionale, che ancora una volta questo Parlamento, pietrificato di fronte alla pandemia, l'unica risposta che ha saputo dare è rinviare alle calende greche, perché rinviare alle calende greche significa rubare il futuro di questi giovani e noi non ce lo possiamo permettere. Ci sono 26 mila ragazzi, di cui stiamo frustrando merito, dedizione, sacrificio e che non vi chiedono nessuna provvidenza: vi chiedono di potersi abilitare, vi chiedono di poter lavorare e questo voi moralmente glielo dovete garantire! Noi ci siamo su questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Zucconi per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/32. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì, grazie, Presidente, prendiamo atto con soddisfazione dell'accoglimento di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Può cambiare cortesemente microfono? Grazie. C'è qualche disguido tecnico, a cui porremo rimedio. Prego.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Come dicevo, prendiamo atto con soddisfazione dell'accoglimento di questo ordine del giorno e vorremmo cogliere l'occasione per indicare al Governo quella che è una proposta di Fratelli d'Italia relativa alla green card, quindi a una scheda medica scaricabile attraverso un QR code, che potrebbe favorire la riapertura dei teatri, di cinema e l'accesso anche alla ristorazione. È una scheda medica scaricabile attraverso il QR code, che non ha niente a che vedere, naturalmente, né con passaporti, né con obblighi vaccinali, ma che potrebbe favorire anche l'accesso, in qualità di turisti, da parte di cittadini di Paesi che sono avanti e hanno livelli di presidio e di vaccinazione superiori a quello italiano. Quindi, vogliamo soltanto sottolineare ulteriormente, perché se ne possa tener conto nei prossimi provvedimenti, di questa proposta della green card (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zennaro per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2921/5. Ne ha facoltà.
ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. La lotta al COVID passa anche dall'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, tra cui anche le mascherine. Ahimè, abbiamo visto in queste ultime settimane tantissimi sequestri, tantissime anche inchieste televisive - ne va sicuramente dato atto - sulle mascherine provenienti, importate, dalla Cina; mascherine anche facenti parte dei famosi lotti acquistati dal commissario Arcuri, per quasi 2 miliardi di euro nei mesi scorsi direttamente a Pechino. Ebbene, molto spesso è stato certificato, anche da queste inchieste, che questi dispositivi e queste mascherine non sono a norma e non hanno il filtraggio previsto per la legge. Se pensiamo che questi dispositivi cinesi sono stati distribuiti nelle scuole, sono stati distribuiti negli ospedali e nelle caserme, possiamo ben capire quale sia il rischio per la salute, ma anche il rischio di dipendenza. Allora, con questo ordine del giorno, si chiede al Governo di impegnarsi a effettuare una pianificazione strategica dell'approvvigionamento delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale e di utilizzare, attraverso anche dei contratti di filiera, soprattutto i produttori italiani, che producono queste mascherine e questi dispositivi. Innanzitutto, perché siamo sicuri che gli enti certificatori sono italiani, con standard qualitativi elevati e, se poi andiamo a vedere anche i prezzi, nella stragrande maggioranza dei casi, le mascherine italiane hanno un prezzo inferiore rispetto a quelle importate dalla Cina, per una serie di motivi, anche perché il costo del trasporto, dalla Cina verso l'Europa, in questi ultimi mesi è più che raddoppiato. Pertanto, chiedo al Governo che venga accettato questo ordine del giorno, un ordine del giorno di buonsenso, che può aiutare le imprese italiane, i lavoratori italiani e il made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dario Bond per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/84. Ne ha facoltà.
DARIO BOND (FI). Presidente, intervengo per illustrare questo ordine del giorno che, per onestà intellettuale anche rispetto ai colleghi, ho in parte già presentato in un altro provvedimento e riguarda gli autisti soccorritori, i famosi autisti delle ambulanze, se si vuole capirne meglio la figura. È una figura professionale molto delicata: è una figura professionale che non è sanitaria, ma è tecnica, che in molti casi rischia la vita sia per motivi di contagio, sia per motivi di sicurezza, che all'inizio, nella prima da parte del COVID, aveva pochissimi dispositivi per salvarsi o proteggersi, che in molte regioni - lo devo dire - è stata vaccinata (quindi è stato riconosciuto - diciamo - il profilo sanitario e l'esclusività del profilo sanitario anche a loro), ma che alla fine fa parte di un gruppo di personale tecnico e non sanitario. Ora, la richiesta che faccio al Governo - già fatta al Ministro Speranza e già proposta, ma la ripropongo - è quella di prevedere un percorso legislativo, prima, di sanatoria e poi anche di esclusiva formazione professionale per farli entrare nel mondo della sanità. Loro sono tecnici, entrano come profilo tecnico e io vorrei, proprio per tutelarli e per valorizzarli, farli entrare totalmente nel profilo sanitario. Dopo sarà il Governo che individuerà il percorso più opportuno e più veloce, ma è una questione di giustizia. E' personale che ha, in molti casi, rischiato la vita anche durante il COVID e merita un riconoscimento da parte di questo Parlamento, del Governo e dell'Italia tutta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/91. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/2921/91 è un appello al Governo - e lo dico alla sottosegretaria presente in Aula, Malpezzi - di consentire ai cittadini italiani iscritti all'AIRE, e quindi formalmente residenti all'estero, ma che si trovano temporaneamente in Italia, di potersi vaccinare contro il COVID-19. Molti di questi cittadini sono rimasti bloccati per via delle restrizioni per contenere la pandemia, contro la loro volontà e se noi operiamo la campagna vaccinale soltanto sul criterio della residenza, rischiamo di escludere questi cittadini, che potrebbero non essere vaccinati e quindi rappresenterebbero un rischio per se stessi e per gli altri. Quindi, un appello al Governo a consentire loro di potersi registrare, anche se non sono formalmente residenti in Italia, ma sono cittadini italiani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/33. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Un minuto solamente per ringraziare di questo parere favorevole con riformulazione, che immagino che sia: “a valutare l'opportunità di (…)”. Abbiamo chiesto la riapertura degli stadi in maniera contingentata, in maniera sicura; facciamo fatica a immaginare un posto più sicuro di uno stadio. Nei grandi spazi all'aperto, con il distanziamento e con le mascherine, veramente non c'è nessun motivo per cui non si possa ricominciare ad avere un minimo di socialità. Ho fatto un'esperienza incredibile domenica, quando la mia squadra ha espugnato il San Nicola di Bari, in uno stadio di 80.000 posti deserto: una grande tristezza. Immaginare mille persone solamente in quello stadio vorrebbe dire veramente averle a una distanza abissale, per cui assolutamente sicura. Siamo 600 in un'Aula chiusa e sarebbe sicuramente più tranquillo stare in uno stadio in mille persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/13. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/2921/13, presentato dal gruppo Cambiamo!, parla di un problema importantissimo, che deve essere affrontato, relativo alla destinazione delle risorse per prevedere l'attribuzione alle regioni di fondi utili per consentire la ripresa rapida, rapidissima, di prestazioni dei servizi sanitari che oggi sono spesso sospesi, questo mediante anche la realizzazione di centri diagnostici e poliambulatoriali esterni alle strutture ospedaliere (sappiamo che già prima della pandemia molti nostri concittadini faticavano ad accedere alle prestazioni). Soprattutto, c'è il tema dei malati oncologici che deve essere affrontato: non c'è uno stop, la pandemia non ha creato uno stop alle altre malattie, la sanità italiana combatteva sulle liste d'attesa già prima della pandemia, immaginiamoci oggi che cosa succede. Moralmente, il Governo deve prendere in considerazione questo aspetto, ci deve essere un grande impegno. Cito all'Aula, sicuramente molto caotica, Presidente, ma pazienza: si va avanti comunque nell'illustrare gli ordini del giorno che mi rendo conto, via, via, forse hanno un minor valore. Parlavo comunque delle visite sull'attribuzione delle invalidità civili, sospese: sono malati di SLA che hanno grandi difficoltà. Ieri, in Aula abbiamo parlato dei malati, dei cittadini disabili: molti nostri concittadini debbono rivolgersi a centri, con il pagamento non del ticket, ma dell'intera prestazione. Noi riteniamo che il Governo debba prendere seriamente in considerazione questo tema, perché la salute è un diritto e non può essere accantonato dall'emergenza COVID.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Miceli, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/75. Ne ha facoltà.
CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. La premessa è d'obbligo. Io ho presentato questo ordine del giorno insieme ai colleghi Rossi ed altri, dopo aver avuto la certezza dell'inserimento delle fasce deboli, degli over 80, del personale sanitario tra le categorie prioritarie e del personale dell'ASP, dopo avere visto l'immagine di qualche giorno fa, la straordinaria immagine del Presidente della Repubblica in fila come un cittadino comune per ricevere la sua dose di vaccino. Però, quell'immagine straordinaria, che da un lato è l'esempio del senso delle istituzioni, porta con sé una domanda dal retrogusto amaro, Presidente, che credo che questa assise abbia l'obbligo di affrontare. La domanda è: come può, un Paese, non porsi il problema di riconoscere la priorità nella vaccinazione alla sua più alta carica dello Stato? Ed è la stessa domanda, Presidente, dal retrogusto amaro che mi sorge quando penso a noi parlamentari e lo dico sfidando quello che è il silenzio sul punto. Perché nei corridoi di questo Palazzo troppo spesso ne parliamo, però abbiamo il timore poi di dirlo dove si deve, nei luoghi preposti al dibattito. Siamo parlamentari della Repubblica, rappresentiamo le istituzioni, serviamo il nostro Paese, attraversiamo il nostro Paese per venire qui a servirlo, passando per aeroporti internazionali, dove arriva gente da tutto il mondo - lo facciamo più volte a settimana -, attraversiamo stazioni, prendiamo taxi, usiamo gli autobus, dormiamo in luoghi dove non usiamo la nostra biancheria, cose sicure. Ecco, siamo soggetti che sono qui per servire le istituzioni, ma non abbiamo il coraggio di riconoscere che le istituzioni si difendono anche mettendole in sicurezza, e nessuno di noi ha il coraggio di porre veramente il problema del se e del perché, per esempio, i parlamentari possono o meno avere diritto alla vaccinazione in via prioritaria, insieme agli altri. Perché, Presidente, se non è così allora - io mi rivolgo alla Presidenza -, la prego, Presidente, ci faccia revocare il diritto al tampone perché o lei ci riconosce - la Presidenza ci riconosce - il diritto a sottoporsi ai tamponi ed anche il diritto alla vaccinazione, oppure delle due l'una: se la vaccinazione per un parlamentare della Repubblica è essere casta, allora le chiedo di revocarci il tampone gratuito. Presidente, non pongo in questa sede il problema per me, lo pongo per gli amministratori locali e lo pongo per i sindaci in particolare, Presidente, perché i sindaci, in questo momento, sono la massima autorità sanitaria di ogni singolo comune, e non è comprensibile il perché la massima autorità sanitaria di un comune non debba ricevere la vaccinazione in via prioritaria. È per questo che chiedo alla Presidenza di riflettere sulla nostra posizione e al Governo di assumere una posizione netta e decisa in tutela delle massime autorità sanitaria degli amministratori locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2921/16. È l'ultimo intervento di illustrazione di ordini del giorno. Prego, deputata Gagliardi.
MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente l'emergenza sanitaria di questi ultimi dodici mesi ha purtroppo gravemente pregiudicato diverse categorie economiche. In questi giorni abbiamo sostenuto anche iniziative di altri gruppi, legati appunto alle palestre, allo sport, alle piscine, ai ristoranti, al turismo, e però, fino ad oggi, non si era ancora parlato di un comparto che è stato altrettanto gravemente pregiudicato, che è quello delle cerimonie. Intorno alle cerimonie girano tante imprese, nella maggior parte dei casi piccole. Parliamo di fotografi, parliamo di estetiste e parrucchieri, organizzatori eventi, ristoranti, wedding planner e in questo in questo settore ancora lo Stato non ha pensato come poter risolvere la situazione.
Quindi, con questo ordine del giorno, chiediamo che venga posta l'attenzione affinché si studino e si introducano regole certe, chiare, che però consentano la celebrazione delle cerimonie e la celebrazione di quello che segue alla cerimonia. Quindi, non soltanto la cerimonia nel luogo di culto o in comune, ma anche quel minimo di festa, di evento, che per dodici mesi è rimasto completamente bloccato e che, se non si introducono delle regole certe, purtroppo continuerà a rimanerlo anche per i prossimi mesi, costringendo gli imprenditori che lavorano in questo settore alla chiusura probabilmente delle loro attività, perché non c'è nessun modo di ristorare stagioni e annualità completamente compromesse, appunto, dal blocco delle cerimonie. Quindi come Cambiamo! chiediamo al Governo un'attenzione particolare anche a questo settore, oltre agli altri che sono stati più danneggiati dalla pandemia.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/2921/1 Bruno Bossio, parere favorevole con: “valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2921/2 Bologna, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/3 Vitiello, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/4 Toccafondi, parere favorevole con la premessa: “valutare l'opportunità di” ed espungere da “senza” fino a “regioni”; ordine del giorno n. 9/2921/5 Zennaro, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/6 Cestari, parere favorevole con: “valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2921/7 Costa, parere favorevole con: “valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2921/8 Ceccanti, parere favorevole con una riformulazione. Alla quarta premessa, diventa: “a fronte di…”, leggo tutto Presidente?
PRESIDENTE. Prego, sì.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “A fronte di questa evoluzione risulta praticabile, probabilmente maggiormente rispettoso del sistema delle fonti, pur in un contesto di rispetto del principio di legalità, che l'impiego del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri comunque garantisce, ricondurre alla fonte legislativa, eventualmente anche attraverso decreti-legge, la definizione del quadro generale delle misure da applicare nelle diverse zone di diffusione del contagio per la parte attinente all'esercizio di libertà costituzionali fondamentali quali la libertà di movimento (articolo 16), la libertà di riunione e manifestazione (articolo 17), la libertà di culto (articolo 19), fermo restando la riserva di legge relativa e rinforzata e non assoluta, posta a tutela delle medesime dalla Costituzione, che consente, dunque, l'intervento anche di fonti di rango secondario”. E ci sono delle modifiche anche sull'impegno che rileggo quindi così come modificato: “a valutare l'opportunità di operare, per una ridefinizione del quadro normativo e delle misure di contrasto dell'epidemia da COVID-19, anche valutando di affidare a una fonte diversa dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato nelle modalità finora osservate, una definizione più stringente del quadro generale delle misure da applicare nelle diverse zone individuate sulla base del grado di diffusione del contagio per la parte attinente all'esercizio di libertà costituzionali fondamentali quali la libertà di movimento (articolo 16), la libertà di riunione e manifestazione (articolo 17) e la libertà di culto (articolo 19).
PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno n. 9/2921/9, invece, è inammissibile.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/10 De Angelis il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Anche gli ordini del giorno n. 9/2921/11 e n. 9/2921/12 sono inammissibili.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/2921/13 Ruffino, parere favorevole, ordine del giorno n. 9/2921/14 Pedrazzini, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/15 Benigni, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/16 Gagliardi, parere favorevole con la premessa: “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/17 Silli, il parere è contrario al primo impegno, favorevole con riformulazione al secondo impegno, premettendo le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di continuare a predisporre” e favorevole al terzo impegno. Poi, se desiderano, leggo tutta la riformulazione complessiva.
PRESIDENTE. Bene, quindi, così riformulato il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/18 Albano?
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/18 Albano il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/19 Bucalo, favorevole con: “a valutare l'opportunità di adottare nei provvedimenti di prossima emanazione”; ordine del giorno n. 9/2921/20 Frassinetti, favorevole con: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2921/21 Silvestroni, favorevole con: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/2921/22 Mantovani, favorevole se espunto il terzo capoverso delle premesse e l'impegno riformulato con: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica nei futuri provvedimenti” e così via; ordine del giorno n. 9/2921/23 Ciaburro, contrario; sull'ordine del giorno n. 9/2921/ 24 Foti, ci sarebbe un invito al ritiro perché in realtà c'è una contrarietà per la formulazione, che è più un'interrogazione.
PRESIDENTE. Quindi, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/2921/25 Donzelli?
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/25 Donzelli il parere è favorevole se espunto il quarto capoverso delle premesse, da: “Sotto il profilo delle dinamiche” fino a “vaccinazione” e l'impegno dovrebbe essere riformulato con: “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/26 Delmastro Delle Vedove il parere è contrario nelle premesse e favorevole all'impegno, se riformulato nel seguente modo: “impegna il Governo a valutare con urgenza l'adozione di ogni opportuna iniziativa, anche normativa, volta a consentire lo svolgimento dell'esame di abilitazione per l'accesso alla professione forense della sessione 2020, rimodulando le prove in modo da evitare, nel perdurante contesto di crisi pandemica, rischi per la salute dei partecipanti all'esame e del personale addetto all'organizzazione”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/27 Gemmato il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/2921/28 Maschio il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/2921/29 Lucaselli il parere è favorevole con: “a valutare la possibilità di”, come raccomandazione però; sull'ordine del giorno n. 9/2921/30 Caretta, espungere nelle premesse il secondo e il terzo capoverso, poi vi è parere favorevole all'impegno con: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica l'autorizzazione” e sostituire la parola “completamente” con “adeguatamente”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/31 Mollicone il parere è favorevole con: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/ 32 Zucconi il parere è favorevole con: “ valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/33 Caiata il parere è favorevole con: “valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/34 Cirielli il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/2921/35 Rizzetto il parere è favorevole con: “ valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/36 Paniz il parere è favorevole con: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/37 Foscolo il parere è favorevole con: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/2921/38 Rotelli il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/2921/39 Baroni il parere è favorevole con: “valutare la possibilità di”; l'ordine del giorno n. 9/2921/40 Fogliani è accolto come raccomandazione, a condizione che il secondo impegno sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di consentire l'espletamento delle procedure concorsuali attraverso modalità semplificate e che ne permettano lo svolgimento in tempi brevi, eventualmente anche da remoto, assicurando, nel rispetto delle linee guida anti-contagio, la verifica individuale delle conoscenze richieste al candidato e contestualmente l'efficienza delle procedure di selezione dei candidati ai concorsi della pubblica amministrazione, ferma restando la disciplina dettata per le procedure concorsuali delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'articolo 259 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/41 Trancassini il parere è favorevole con: “a valutare l'opportunità di prorogare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/42 Bellucci e n. 9/2921/43 Lollobrigida, il parere è favorevole con: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/44 Osnato il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/45 Varchi e n. 9/2921/46 Sorte, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/47 Novelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/48 Mazzetti il parere è favorevole con: “valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/49 Zanettin, n. 9/2921/50 Baldini e n. 9/2921/52 Dall'Osso il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/53 Alaimo il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/54 Ascari, n. 9/2921/55 Baldino, n. 9/2921/56 Casa, n. 9/2921/57 Corneli, n. 9/2921/58 D'Arrando e n. 9/2921/59 D'Uva il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/60 Grillo il parere è favorevole se espunto il quarto capoverso delle premesse e se riformulati il primo e il terzo impegno premettendo: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/61 Ianaro, il parere è favorevole con: “a valutare l'opportunità di” al primo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/62 Invidia il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/63 Lorefice, ci sarebbe un invito al ritiro in quanto assorbito dall'ordine del giorno di tutta la maggioranza.
PRESIDENTE. Quindi, è un invito al ritiro, tecnicamente questo è.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sugli ordini del giorno n. 9/2921/64 Martinciglio, n. 9/2921/65 Masi, n. 9/2921/66 Misiti, n. 9/2921/67 Sportiello, n. 9/2921/68, Trizzino, n. 9/2921/69 Tuzi e n. 9/2921/70 Maraia il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/71 Di Muro il parere è favorevole con riformulazione: “a proseguire, con il massimo impegno, nell'applicazione dei protocolli adottati nel nostro Paese in coerenza con le linee guida del Ministero della Salute nei confronti dei soggetti non ammessi”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/72 Sarli il parere è favorevole, a condizione che siano premesse le seguenti parole nell'impegno: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, adottare tutte le iniziative dirette a garantire forme di agevolazione”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/73 Rossi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/74 Aprea il parere è favorevole con: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/75 Miceli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/76 Butti il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di predisporre misure volte ad assicurare la sopravvivenza delle aziende e degli operatori del settore turistico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/77 Bignami il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere nei provvedimenti di prossima emanazione un contributo a fondo perduto in favore delle imprese nel settore sportivo”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2971/78 Deidda è inammissibile.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/79 Vinci il parere è favorevole, premettendo: “valutare l'opportunità di, compatibilmente con l'andamento della curva epidemiologica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2921/80 Cavandoli e n. 9/2921/81 Montaruli il parere è favorevole con: “valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/82 Galantino il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere nel prossimo provvedimento utile la possibilità di un meccanismo di indennità per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell'AGO, alla gestione separata INPS e a casse di previdenza private, non titolari di pensione, al fine di ristorarli del mancato introito lavorativo dovuto alla quarantena del figlio convivente, minore di anni 14, disposta a seguito di contatto in scuole, attività sportive e corsi di formazione musicali e linguistici”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/83 Nitti il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/84 Bond, il parere è favorevole con: “valutare l'opportunità di, previo confronto con le regioni”. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/85 Prisco, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/86 Ferro, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/87 Testamento, parere favorevole con la seguente riformulazione: espungere l'ultimo periodo della seconda premessa e riformulare il dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di istituire un tavolo tecnico per la redazione di linee guida sui protocolli di diagnosi, trattamento ed assistenza psicologica correlata al supporto psicologico per le persone sottoposte a misure di quarantena, isolamento volontario e limitazione degli spostamenti”. Ordine del giorno n. 9/2921/88 Siracusano, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere un ulteriore rifinanziamento del fondo di cui in premessa in un prossimo provvedimento”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/89 Noja, il parere è favorevole. Segnalo che questo è l'ordine del giorno di tutta la maggioranza, che quindi ne ha assorbiti alcuni; anche alcuni, devo dire, di alcuni colleghi che hanno ritirato.
PRESIDENTE. È favorevole.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, scusi, ma era necessario dirlo.
PRESIDENTE. L'assorbimento è una competenza della Presidenza. Io segno favorevole.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lei ha ragione. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/90 Lepri, il parere è favorevole con: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/2921/91 Ungaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/92 Spena, c'è un invito al ritiro per i motivi detti prima, per l'ordine del giorno della maggioranza. Ordine del giorno n. 9/2921/93 Meloni, favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Per che cosa?
ROBERTO GIACHETTI (IV). Ho bisogno di un chiarimento, Presidente, le chiedo scusa, dal punto di vista procedurale, poiché è già capitato che lei opportunamente abbia tradotto una risposta che però, a mio avviso, non può essere quella che il Governo dà, e mi riferisco all'ordine del giorno n. 9/2921/63 Lorefice.
Allora, Presidente, non è che la motivazione del Governo nel non esprimere un parere, che poi lei deve necessariamente tradurre come parere negativo o invito al ritiro, può essere che c'è un altro ordine del giorno della maggioranza che in qualche modo lo assorbe. La valutazione sull'assorbimento è una cosa molto delicata, che spetta alla Presidenza, ma, a prescindere dall'assorbimento, il Governo deve esprimere un parere sull'ordine del giorno.
Segnalo che l'ordine del giorno n. 9/2921/63, nel dispositivo, reca la seguente frase: a valutare l'opportunità di inserire nel Piano strategico dell'Italia per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, tra le categorie prioritarie alla vaccinazione, tutti quei soggetti che assistono regolarmente e continuativamente persone con gravi disabilità che sono inserite tra i soggetti prioritari (…).
Non è che c'è un assorbimento, bisogna esprimere un parere; ed è abbastanza singolare se noi su un ordine del giorno del genere esprimiamo un parere contrario perché c'è un altro ordine del giorno della maggioranza. Per carità, tutto si può fare. L'unica cosa che non si può fare è non esprimere un parere perché si ritiene assorbito.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Giachetti, per l'opportuno richiamo che ha fatto. Se non lo avesse fatto, avrei giustappunto argomentato, riferendomi alla sottosegretaria Malpezzi, esattamente nella stessa maniera. Quindi, chiedo conferma alla sottosegretaria Malpezzi relativamente all'ordine del giorno n. 9/2921/63.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lei ha perfettamente ragione; dopodiché, il nostro era un invito al ritiro e ho voluto solo spiegare le motivazioni, visto che si tratta di temi che sono stati dibattuti. Quindi mi scuso, ma volevo spiegare il perché della richiesta dell'invito al ritiro, come ho fatto per altri ordini del giorno. Quindi, è un invito al ritiro.
PRESIDENTE. No, il tema, sottosegretaria Malpezzi, è che, anche da un punto di vista logico, l'ordine del giorno n. 9/2921/63, su cui c'è l'invito al ritiro e che dice essere assorbito dal n. 9/2921/89, è per l'appunto precedente al n. 9/2921/89. Quindi, il parere del Governo deve essere conseguentemente… ci siamo capiti, giusto? Quindi, gli inviti al ritiro degli ordini del giorno n. 9/2921/63 e n. 9/2921/92, se non ci sarà il ritiro, sono da intendersi pareri contrari.
Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. A che titolo, chiedo scusa?
CARMELA BUCALO (FDI). Volevo solo un chiarimento dal sottosegretario sul mio ordine del giorno n. 9/2921/19.
PRESIDENTE. No, allora guardi, la interrompo perché ci arriveremo e, quando arriveremo all'ordine del giorno n. 9/2921/19, le darò volentieri la parola per la richiesta di chiarimento. D'accordo?
Partiamo dall'ordine del giorno n. 9/2921/1 Vincenza Bruno Bossio, su cui c'è una proposta di riformulazione con parere favorevole da parte del Governo. Viene accolta? Diamo la parola alla collega Bruno Bossio.
VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Accolta.
PRESIDENTE. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/2 Bologna e n. 9/2921/3 Vitiello il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/4 Toccafondi il parere è favorevole con riformulazione: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/5 Zennaro il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/6 Cestari il parere è favorevole con riformulazione: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/7 Enrico Costa c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, è accolta? Chiede di parlare? Prego a lei la parola.
ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, grazie. Io prendo atto della riformulazione che è stata fatta dal Governo. Di fatto, il Governo dopo aver annunciato sui giornali quello che è contenuto in questo ordine del giorno, cioè di andare a declinare in modo più specifico i servizi pubblici essenziali...
PRESIDENTE. Sì, però lei non può… chiedo scusa, conosce il Regolamento meglio di me, lei deve dire se è d'accordo sulla riformulazione del Governo o non è d'accordo.
ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, non sono d'accordo con la riformulazione del Governo.
PRESIDENTE. Quindi, passiamo alla votazione.
ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Posso spiegare il perché?
PRESIDENTE. Certo, adesso ha diritto di fare la dichiarazione di voto.
ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Non sono d'accordo e spiego perché non sono d'accordo. Ci sono vari ordini del giorno e varie posizioni che vedono il Parlamento esprimersi su cosa si intende per servizio pubblico essenziale. Noi vediamo che in moltissime regioni ci sono interpretazioni diverse a macchia di leopardo sul concetto di servizio pubblico essenziale: da una parte sono gli avvocati, da un'altra parte sono i deputati regionali, da un'altra parte ancora sono i giornalisti.
Io penso che un Paese serio debba dare una declinazione a livello centrale di questo concetto, pur nell'autonomia delle regioni. Oggi, invece, c'è un'interpretazione a macchia di leopardo.
Leggo che il Governo vuole andare in questa direzione, lo leggo sui giornali; presento un ordine del giorno che dice quello che il Governo dice ai giornali e il Governo mi dice: “valutare l'opportunità”. Scusate, mi pare che ci sia un'incoerenza sotto questo profilo, anzi ci sarebbe un indebolimento della posizione del Governo, perché fa fare un passo indietro al Parlamento per poi fare un passo avanti.
Io capisco il “valutare l'opportunità” sulla singola attività: valutare l'opportunità di verificare se i giornalisti sono dentro, se i deputati regionali sono dentro, se gli avvocati sono dentro, ma sul concetto di base di dire “io, Governo, cerco di creare una griglia per evitare una confusione a livello nazionale”, che opportunità c'è da valutare?
Quindi, io chiederei alla sottosegretaria Malpezzi - che stimo e mi rendo conto che debba mettere insieme i pareri che le giungono dai vari Ministeri - una revisione di questo parere, perché è incoerente con le posizioni che sono state declinate all'esterno e con quello che si farà.
Noi non abbiamo detto in quale modo procedere, abbiamo detto semplicemente: diamo un filo conduttore alle regioni. Lo vediamo tutti i giorni sui giornali: ogni regione ha una disciplina a sé stante e vogliamo dare un ordine.
Quindi, io chiederei al Governo di rivedere la sua posizione su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se il Governo non modifica il suo parere, lo pongo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/7 Enrico Costa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/8 Ceccanti c'è una riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.
Sugli ordini del giorno n. 9/2921/10 Sara De Angelis, n. 9/2921/13 Ruffino, n. 9/2921/14 Pedrazzini e n. 9/2921/15 Benigni il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/16 Manuela Gagliardi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/17 Giorgio Silli, con una riformulazione del Governo il parere sarebbe favorevole: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/18 Lucia Albano il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2921/19 Carmela Bucalo, a cui diamo la parola per la richiesta di chiarimenti che ci aveva anticipato. Prego.
CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io non ho capito se il parere è favorevole o favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Favorevole con riformulazione.
CARMELA BUCALO (FDI). E volevo capire la riformulazione, grazie.
PRESIDENTE. Gliel'aveva letta nel dettaglio.
CARMELA BUCALO (FDI). Sì, ma non ho sentito, mi scusi.
PRESIDENTE. Prego, sottosegretaria Malpezzi.
SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “A valutare l'opportunità di adottare nei provvedimenti di prossima emanazione (…)” e poi rimane così come l'ha fatto lei.
PRESIDENTE. Le va bene con questa riformulazione, deputata Bucalo?
CARMELA BUCALO (FDI). Sì.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2921/20 Frassinetti, il parere è favorevole con riformulazione: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/21 Silvestroni, il parere è favorevole con riformulazione: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/22 Mantovani, il parere è favorevole con riformulazione: è accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/23 Ciaburro, il parere è contrario.
Passiamo alla votazione o vuole parlare? Prego, a lei la parola.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno cercava di dare un po' di giustizia e anche di equilibrio, per non creare delle discriminazioni rispetto alla possibilità di spostarsi da una regione all'altra, rispetto a una seconda casa, piuttosto che dei contratti di locazione, che però sono stati determinati antecedenti al 14 gennaio del 2020; questo su contratti, ovviamente, annuali. È chiaro che ci sono tantissime persone che, d'abitudine, e ovviamente non potendosi permettere l'affitto annuale, da anni prendono sempre la stessa casa per quel mese, in modo da contenere le spese e, soprattutto, sempre nello stesso posto. Quindi, verificando il fatto che da più anni vanno nello stesso posto, nella stessa casa, chiedevo, con questo ordine del giorno, di consentire anche a queste persone di tornare a poter occupare quella casa, anche se solo per un mese, non avendo appunto da dimostrare un contratto annuale, proprio perché magari sono persone che non possono neanche permetterselo, ma possono dimostrare la frequenza abituale nel corso degli anni precedenti. Quindi, era una proposta di buonsenso per andare incontro anche alle differenze che si vengono a creare rispetto a persone che fanno una scelta per questioni di impossibilità anche economica, quindi per andare incontro anche a queste persone, che possono dimostrare di aver utilizzato quella casa o quell'appartamento anche negli anni precedenti. Chiedo se si può rivedere il parere rispetto a questo, perché, se no, si crea davvero un discrimine.
PRESIDENTE. La sottosegretaria Malpezzi scuote la testa, quindi passiamo alla votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/23 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cerchiamo di accelerare le operazioni di voto almeno in Aula, perché abbiamo tanti punti all'ordine del giorno ancora da sviluppare e dei vincoli di orario da rispettare.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Ordine del giorno n. 9/2921/24 Foti, c'è un invito al ritiro: è ritirato.
Ordine del giorno n. 9/2921/25 Donzelli, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/26 Delmastro Delle Vedove, c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accolto.
Ordine del giorno n. 9/2921/27 Gemmato, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/27 Gemmato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Ordine del giorno n. 9/2921/28 Maschio, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/28 Maschio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Ordine del giorno n. 9/2921/29 Lucaselli, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/30 Caretta, c'è una riformulazione da parte del Governo: va bene.
Ordine del giorno n. 9/2921/31 Mollicone, favorevole con riformulazione: accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/32 Zucconi, favorevole con riformulazione: accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/33 Caiata, favorevole con riformulazione: accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/34 Cirielli, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/34 Cirielli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Ordine del giorno n. 9/2921/35 Rizzetto, favorevole con riformulazione: è accolta? Sì.
Ordine del giorno n. 9/2921/36 Panizzut, favorevole con riformulazione: è accolta? Sì.
Ordine del giorno n. 9/2921/37 Foscolo, favorevole con riformulazione: accolta.
Ordine del giorno n. 9/2921/38 Rotelli, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2921/39 Baroni, favorevole con riformulazione: è accolta? Non è accolta.
Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. È con grande dispiacere che oggi vedo confermata la formula sempre estremamente vaga rispetto alle prese di responsabilità del Governo o, comunque, degli esponenti del Governo, ma molto più sostanzialmente dei tecnici che ci sono dietro. Queste sono materie ad altissima complessità e questa, nello specifico, riguarda la possibilità di utilizzare un portale, un semplice portale, di metterlo a disposizione di 50 mila medici di medicina generale e 10 mila pediatri di libera scelta in modo che, in maniera anche facoltativa, possano semplicemente fare un copia incolla del codice fiscale, del nome e cognome del loro utente. In media, essi hanno circa mille assistiti e quando la curva sale, possono arrivare fino a 50 pazienti nella loro zona di competenza che hanno sintomi compatibili con il COVID, ben prima che vengano tamponati; sintomi compatibili con il COVID, con anosmia che, praticamente, al 98 per cento, poi, il tampone successivo rivelerà questo tipo di diagnosi certificata e sia gli isolamenti volontari che gli isolamenti obbligatori.
Ebbene, visto che dobbiamo anche dire le cose in maniera onesta intellettualmente, la tanto vituperata Lombardia, il 15 febbraio, ha messo online un portale che si chiama vaccinazionicovidservizirl.it. Ebbene, entro le ore 20, si sono registrate 137 mila username, che hanno operato al loro interno, mettendo un codice fiscale, un nome e un cognome. L'algoritmo li ha sistemati dicendo, per prossimità, dove si sarebbero dovuti andare a vaccinare e, dalle 8 del mattino alle 20, in dodici ore, gli ultraottantenni sono stati registrati, con ben 137 mila adesioni. Questo è il miracolo dell'informatica. Dico questo in relazione ai nostri tecnici, ai nostri strapagati tecnici, perché il parere tecnico, ovviamente, è contrario rispetto alla possibilità di mettere a disposizione questi dati importantissimi, per fare cosa? Per prevenire morti, in maniera capillare, sul territorio italiano. Lo ripetiamo: per prevenire morti, in maniera capillare, sul territorio italiano. Dati importantissimi per chi fa epidemiologia, demoscopia, statistica, per il CTS, per l'Istituto superiore di sanità, perché, se loro hanno 21 parametri solo ed esclusivamente sui tamponi, una settimana prima è successo il mondo, perché quelli che vanno a farsi il tampone, uno su due, ha avuto contatti significativi o ha sintomi compatibili con il COVID.
E, allora, ora che stiamo dicendo che la curva risale e che si sta valutando se fare un DPCM d'urgenza, tutti questi dati avrebbero avuto degli indicatori da parte di questi altri dati. E, allora, è imperdonabile che il tecnico presso il Ministero della Salute abbia dato un “valutare l'opportunità di”, che non prende nessun impegno - nessun impegno! - su una cosa di questo genere, che era già urgente prima, ma non si può intervenire perché sui decreti è tutto circostanziato alla materia del decreto. Finalmente arriva un articolo sui portali, sull'importanza informatica del censimento, si chiede una riformulazione per utilizzare anche i portali regionali, l'interoperabilità di questi dati, questi dati open data che possono essere trasferiti di portale in portale. Chi ha un minimo di conoscenze informatiche sa che sto chiedendo qualcosa di banale, ma, evidentemente, tutti questi grand commis di Stato, che sono entrati con concorsi negli anni Ottanta, stanno ancora con carta e penna, e non hanno idea di quello che gli viene scritto qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). E stiamo parlando della XII direzione generale della statistica e informatizzazione della salute, Viggiano, quello che doveva fare il decreto attuativo sul 30 per cento del registro tumori, perché il 70 per cento l'ha già fatto l'AIRTUM e, a un anno e mezzo, non è stato fatto nulla sull'informatizzazione! Sono i nostri dirigenti che non sanno che cosa fanno, non sanno di che cosa si parla!
PRESIDENTE. La ringrazio.
MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Io su questo mi ritengo veramente indignato e chiedo all'Aula, ai pochi liberi che possono votare al di là delle indicazioni di partito, di apporre la loro firma come forma di protesta rispetto a questa inedia e inerzia dei nostri grand commis di Stato, che non capiscono la banalità di questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Rimetta la mascherina sul naso, grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/39 Baroni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Per tenervi informati, abbiamo un problema in tribuna, quindi stiamo provvedendo. Abbiamo risolto.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine giorno n. 9/2921/40 Fogliani, su cui c'è una richiesta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/41 Trancassini c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine giorno n. 9/2921/42 Bellucci c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine giorno n. 9/2921/43 Lollobrigida c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/44 Osnato il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/45 Varchi il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Un vecchio adagio dell'attività parlamentare recita più o meno così: un ordine del giorno non si nega a nessuno. Non è così, oggi lo sfatiamo: un ordine del giorno si nega alle attività di ristorazione, come se non bastasse tutto quello che queste attività hanno ricevuto da questi Governi, fino ad oggi. Dopo che siamo stati accusati, Presidente, di fare della propaganda, e io, che sono qui per imparare, mi sono documentato e il contrario di propaganda è la descrizione della realtà; e allora proviamo in questi pochissimi attimi, soprattutto con l'attenzione del sottosegretario, a descriverla questa realtà. Noi siamo venuti a in Aula per discutere di questo decreto e abbiamo presentato le nostre proposte, proposte emendative che, se approvate da un numero maggiore di deputati, sarebbero diventate legge. Quindi, abbiamo chiesto al Parlamento di votare per dare la possibilità ai ristoranti di essere aperti dopo le ore 18, facendo un ragionamento banale, cioè che quello che funziona ed è regolare fino alle ore 18 diventa difficile, incomprensibile spiegare perché diventi fuorilegge dopo le 18. Questo nel rispetto dell'orario di chiusura delle 22.
Abbiamo fatto una proposta, è stata messa ai voti e non è passata. A questo punto, rimane al parlamentare la possibilità semplicemente di proporre un ordine del giorno, che sappiamo essere niente di più che una speranza, una petizione di principio, una indicazione che non ha alcuna forza di legge, ma che è un modo per ribadire, da una parte, la nostra, l'esigenza di occuparsi di questa materia e abbiamo sperato che il Parlamento, la maggioranza e il Governo accettassero questo. Abbiamo anche proposto l'emendamento per prorogare l'esenzione dal pagamento della TOSAP e della COSAP, e non è passato. Abbiamo presentato un ordine del giorno su questo, che è passato con “valutando l'opportunità di…” e che, quindi, ha molto, molto meno della forza di un ordine del giorno, che forza non ha. Adesso, invece, con questo ordine del giorno, con il parere contrario del sottosegretario voi ci dite che non c'è alcuna speranza che questa maggioranza e questo Governo prendano in esame l'ipotesi di tenere aperti i ristoranti in zona gialla dopo le ore 18. Ce lo dite in maniera chiara: levatevelo dalla mente.
Allora, Presidente, tornando alla documentazione che mi sono procurato di ottenere, la propaganda che cos'è? La propaganda forse è quella del sottosegretario Sileri che, qualche giorno fa, ha detto che i ristoranti devono riaprire al più presto anche di sera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? È propaganda quella del Presidente dell'Emilia, Bonaccini? È propaganda anche quella del leader della Lega, Matteo Salvini? È propaganda quella di tutte queste persone che continuano a partecipare a manifestazioni con i ristoratori e a dire che è giusta l'apertura dopo le 18? Chi fa propaganda? Fratelli d'Italia che propone, Fratelli d'Italia che vi invita a votare emendamenti e ordini del giorno o chi riempie i giornali e i social di frasi ad effetto che poi non riempie di contenuti?
Ecco, sottosegretario, le chiedo di cambiare il parere. Le chiedo di cambiare il parere perché lo merita l'argomento, perché, le ripeto, è incomprensibile che quello che si può fare fino alle 18 diventi illegale dopo le 18, e lo merita una categoria come quella della ristorazione, che ha una filiera enorme che in questo momento è in ginocchio.
Vede, il cambio di parere lo merita anche la credibilità della politica perché, se lei cambia parere, non solo fa un servizio a questa categoria ma rende un pochino più credibili tutte quelle persone che si sono espresse inutilmente fino a oggi sull'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio deputato Trancassini. Mi pare che il parere sia confermato. Ha chiesto di parlare il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI (FI). Per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Martino.
ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. Oltre ad essere un parlamentare, io sono un imprenditore e sono anche un ristoratore e, per i miei dipendenti e per il sacrificio che hanno fatto, a titolo personale sottoscrivo questo emendamento.
PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/45 Varchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/46 Sorte, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Sull'ordine del giorno n. 9/2921/47 Novelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/48 Mazzetti il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/49 Zanettin e n. 9/2921/50 Baldini il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2921/51 Versace è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/52 Dall'Osso il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/53 Alaimo il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/54 Ascari, n. 9/2921/55 Baldino, n. 9/2921/56 Casa, n. 9/2921/57 Corneli, n. 9/2921/58 D'Arrando e n. 9/2921/59 D'Uva il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2921/60 Grillo e n. 9/2921/61 Ianaro il parere è favorevole con riformulazioni, che vengono accolte. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/62 Invidia il parere è favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2921/63 Lorefice, immagino vogliate ritirare l'ordine del giorno. Prego, a lei la parola. No, chiedo scusa c'è un richiamo al Regolamento da parte del collega Giachetti, che ha precedenza. Prego, deputato Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI (IV). Ho dovuto urlare perché lei andava un po' velocemente, Presidente, ma, le chiedo scusa, sull'ordine del giorno n. 9/2921/63, a mio avviso, c'è un problema. Mentre non c'entra nulla il tema dell'assorbimento, un altro istituto previsto in quest'Aula è quello della preclusione.
Quindi, a norma dell'articolo 8, comma 2, del Regolamento, nella parte in cui lei deve chiarire il significato del voto, le vorrei chiedere: se, seguendo l'indicazione del Governo, noi votiamo contro il dispositivo di questo ordine del giorno n. 9/2921/63 che recita, come dicevo, di estendere la vaccinazione a tutti quei soggetti che assistono regolarmente e continuativamente persone con gravi disabilità che sono inserite tra i soggetti prioritari nella somministrazione del vaccino, come facciamo, Presidente, a votare interamente, senza precluderne la parte finale, l'ordine del giorno n. 9/2921/89 della maggioranza che, alla fine, dice esattamente la medesima cosa? E come facciamo a votare l'ordine del giorno dell'onorevole Meloni che, al punto 4, dice esattamente quello che noi bocciamo, se votiamo questo ordine del giorno? Cioè, il concetto è: l'estensione ai caregiver, che qui vengono chiamati in un altro modo, alle persone che devono assistere le persone fragili a cui noi diamo priorità nella vaccinazione.
Lasciamo perdere l'astrusità del fatto che, siccome è dell'opposizione, votiamo contro. Ma se noi sull'ordine del giorno n. 9/2921/64, che viene prima, votiamo contro questa indicazione come facciamo poi a non ritenerlo precluso negli ordini del giorno della maggioranza, che tengono dentro esattamente questo concetto? Siccome noi dobbiamo votare e, se votiamo contro, e la mia interpretazione è giusta, noi bocciamo questo punto anche sugli ordini del giorno della maggioranza, penso che sia molto utile che lei spieghi bene se la mia interpretazione è giusta e se noi in questo modo incidiamo direttamente anche su quelli della maggioranza.
PRESIDENTE. Io la ringrazio ugualmente, tuttavia, l'ordine giorno n. 9/2921/63 Lorefice non l'avevo ancora chiamato e c'era una richiesta, da parte dell'interessata, di prendere la parola. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE (M5S). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno prevede di ampliare la vaccinazione, considerando tra le categorie prioritarie, appunto, i caregiver che sono coloro che si prendono cura delle persone fragili o con disabilità. Io ritiro questo ordine del giorno, perché in queste ore abbiamo lavorato con tutta la maggioranza a un ordine del giorno molto più completo che prevede di inserire nelle raccomandazioni, e, quindi, di considerare tra le categorie prioritarie, le persone con disabilità, con patologie croniche, con patologie rare particolarmente critiche e anche i caregiver.
Quindi, l'obiettivo che io volevo perseguire con questo ordine del giorno viene comunque raggiunto attraverso l'ordine del giorno della maggioranza. Pertanto, siccome per me la cosa fondamentale è semplicemente raggiungere quell'obiettivo, ritiro l'ordine del giorno n. 9/2921/63 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. D'accordo. L'ordine del giorno n. 9/2921/63 Lorefice è ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2921/64 Martinciglio, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/65 Masi favorevole, ordine del giorno n. 9/2921/66 Misiti, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/67 Sportiello, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/68 Trizzino, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/69 Tuzi, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/70 Maraia, favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2921/71 Di Muro vede un parere favorevole condizionato alla riformulazione. Viene accolta? Va bene. Ordine del giorno n. 9/2921/72 Sarli, favorevole con riformulazione; accolta? Bene, è accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/73 Rossi, favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/74 Aprea, favorevole con riformulazione. La accoglie? Bene è accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/75 Miceli favorevole; ordine del giorno n. 9/2921/76 Butti favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del girono n. 9/2921/77 Bignami favorevole con riformulazione: è accolta. L'ordine del giorno n. 9/2921/78 Deidda è inammissibile.
Ordine del girono n. 9/2921/79 Vinci, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/80 Cavandoli favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/81 Montaruli favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/82 Galantino, favorevole con riformulazione: accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/83 Nitti, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/84 Bond favorevole con riformulazione: è accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2921/85 Emanuele Prisco il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, questo ordine del giorno, di cui ovviamente chiedo la votazione, è per richiamare l'attenzione dell'Aula su una materia che ormai è diventata un surplus, pare, in questo Paese, che è quella elettorale.
Noi con questo decreto interveniamo rinviando le elezioni di alcuni comuni, in particolar modo di quelli sciolti per mafia. Contemporaneamente, il Governo emette un altro decreto che rinvia arbitrariamente le elezioni in una finestra che ricomprende il mese di ottobre; ricordo la discussione dello scorso anno in Parlamento sul fatto che, rispetto alla richiesta di Fratelli d'Italia e del centrodestra di poter svolgere le elezioni regionali ad ottobre, si opponeva il verbale del comitato tecnico-scientifico che diceva che ottobre è a rischio influenze, ripresa della pandemia eccetera eccetera.
Quello che vorremmo sottolineare, sottosegretario Malpezzi, è che non è che le elezioni si organizzano in base a quando vince la sinistra.
Le elezioni e le regole del gioco si scrivono insieme e si fanno perché è un principio democratico che vale sempre, oltre al fatto che continuiamo a ritenere che, se in altri Paesi del mondo hanno votato a regolare scadenza, non si capisce perché soltanto in Italia si debba prendere a pretesto la pandemia per non svolgere le elezioni, quando, invece, le altre attività, giustamente, con tutte le norme di sicurezza e con tutte le attenzioni del caso, le facciamo e le svolgiamo. Noi riteniamo e continuiamo a ritenere che la democrazia sia una cosa sacra che vada difesa, ma soprattutto che questo si dimostra, difendendo anche quelle che sono le regole e le regole del gioco rimangono sempre quelle, indipendentemente da chi vince la partita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Gemmato, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. In continuità con quanto diceva il collega Prisco, voglio integrare dicendo che, personalmente, con il capogruppo Lollobrigida, ho chiesto al Ministero della Salute di fornirci i dati del CTS per capire se esistono dei lavori scientifici che ci dicono che votare è pericoloso e quali sono i pericoli a cui si va incontro votando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché la democrazia è una cosa seria, è un esercizio che tutti quanti dovremmo svolgere, obbligatorio e reso tale dalla nostra Costituzione e volevamo capire se un virus lo può bloccare e se veramente esiste tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Gemmato, non l'ho interrotta, ma in realtà era una dichiarazione di voto e non un intervento a titolo personale, perché gli interventi a titolo personale sugli ordini del giorno, come è noto, non sono previsti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/85 Prisco, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Ordine del giorno n. 9/2921/86 Ferro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/87 Testamento, favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/88 Siracusano, favorevole con riformulazione. Bene.
Ordine del giorno n. 9/2921/89 Noja, favorevole.
Ha chiesto di parlare la deputata Noja sul suo ordine del giorno n. 9/2921/89. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Presidente, ringrazio del parere favorevole, ma chiederei comunque la votazione perché quest'ordine del giorno ha un significato politico importante e spero che tutti voteranno a favore, perché affronta esattamente il problema, di cui abbiamo discusso a lungo questa mattina, della priorità alle persone con disabilità grave, ai malati cronici e ai malati rari e ai loro caregiver, aggiungo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/89 Noja, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11) (Applausi).
Ordine del giorno n. 9/2921/90 Lepri, parere favorevole con riformulazione da parte del Governo; è accolta. Ordine del giorno n. 9/2921/91 Ungaro, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2921/92 Spena, invito al ritiro da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Maria Spena. Ne ha facoltà.
MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Il ritiro di questo ordine del giorno, Presidente, è motivato soltanto dal fatto che domani verrà il Ministro Speranza in Commissione sanità, a cui noi chiederemo per quale motivo tutte le persone immunodepresse e, quindi, parliamo anche delle categorie più fragili, quindi, dei diabetici, degli ipertesi, dei cardiopatici, degli immunodepressi, appunto, che non possono fare il vaccino AstraZeneca (perché sappiamo che con la circolare dell'8 marzo del Ministero della Sanità è sconsigliabile fare il vaccino AstraZeneca), quindi, tutte queste persone, che sono la maggior parte, i lavoratori del nostro Paese, sono rimaste in sospeso. Quindi, è chiaro che ritiro e soltanto perché domani io porrò direttamente il quesito al Ministro e spero che mi risponda, sottosegretario.
PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno è ritirato, suppongo.
Ordine del giorno n. 9/2921/93 Meloni, favorevole.
Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Chiediamo di mettere al voto questo ordine del giorno rispetto a questa tematica che abbiamo affrontato, che è quella di riconoscere la piena tutela della salute attraverso la vaccinazione alle persone più fragili, a chi ha disabilità gravissime, a tutti coloro i quali sono esclusi da quelle raccomandazioni miopi proposte dal Ministero della Salute e poi anche ai caregiver familiari, ai caregiver familiari di quelle persone con disabilità ma anche ai caregiver familiari di quei minori sotto i 16 anni, che, data l'età, non riceveranno le vaccinazioni ma che, indubbiamente, devono essere protetti da familiari ai quali viene garantito il vaccino. Chiediamo di metterlo in votazione, sottolineando che noi speravamo, auspicavamo, volevamo che vi fosse una modifica della legge, perché è solo quella che garantisce la reale attuazione di questo intervento. Decidiamo di addivenire ad un ordine del giorno, a fronte del voto contrario che questo Parlamento ha voluto dare al nostro emendamento e in questo ordine del giorno, quindi, inseriamo quelle previsioni in maniera puntuale, sperando e credendo nelle vostre parole e, quindi, vedendo nelle prossime raccomandazioni, nelle prossime linee guida, la puntuale declinazione di coloro i quali devono essere una priorità per queste istituzioni, per questo Governo, per il Ministro della Salute Speranza.
Quindi, rimettiamo all'Aula il voto, sperando davvero che il diritto alla salute nella nostra Nazione non sia più una chimera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2921/93 Meloni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
Allora, colleghi, dopo le consultazioni informali mi pare si sia raggiunta un'intesa, nel senso di concludere nella parte antimeridiana della seduta l'esame del presente decreto-legge.
La seduta sarà sospesa al fine di consentire la consueta sanificazione sino alle ore 14,30, a meno che le dichiarazioni di voto non vadano oltre, nel qual caso dovremo adeguare l'orario della ripresa alle ore 15. Nella parte pomeridiana della seduta avrà luogo il seguito dell'esame della proposta sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta per la morte di David Rossi, nonché dei disegni di legge di ratifica dell'Accordo con la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle zone marittime e dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum.
Dunque, se non ci sono obiezioni a quanto citato, passerei al voto finale. Non ce ne sono.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2921?)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Dunque, la componente Europeisti-MAIE-PSI dichiara il suo voto favorevole al provvedimento in discussione e non potrebbe essere altrimenti dal momento che si tratta di una serie di prescrizioni che sono state adottate a seguito di indicazioni del Comitato tecnico-scientifico con l'obiettivo dichiarato di preservare la salute dei cittadini, prevenendo o tentando di abbassare la curva dei contagi. Però, mi viene una piccola riflessione da fare: dal momento che la componente che rappresento ha difeso con convinzione l'operato del Presidente del Consiglio dello scorso Governo, professor Giuseppe Conte, noto, con un po' di malizia, come dire, gattopardesca, che tutto è cambiato affinché nulla cambiasse davvero. Ci saranno ancora i tanto vituperati DPCM, che continueranno a dettare le regole del nostro vivere. Le restrizioni continuano a essere necessarie, anche se sempre più faticosamente osservabili. I rilievi critici, però, all'operato del Governo sono sempre più…
PRESIDENTE. Deputato Tasso, sono costretto a interromperla. Porti pazienza.
ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Certo, Presidente.
PRESIDENTE. Aspettiamo insieme il tempo necessario affinché l'Aula si rimetta in ordine e rispetti le nostre regole, quindi, oltre a quelle conosciute anti-COVID, anche la regola della buona educazione e del silenzio.
Colleghi, penso che non abbiate sentito: dal momento che sono iniziate le dichiarazioni di voto diventa davvero incomprensibile la ragione per la quale vi sentiate legittimati a rimanere in Aula a disturbare chi deve svolgere la propria dichiarazione di voto. Niente, dobbiamo chiamarli uno per uno. Deputata Corneli. Occorre mantenere la distanza fisica, ovvero allontanarsi dall'Aula. Occorre prendere posizione nel proprio posto e ricordo che c'è il principio dell'alternanza: una seduta sì, una seduta no. Deputato Lolini! Deputato Lolini, deputato Picchi, che vogliamo fare? Vi ho richiamato tre volte. Se potete accomodarvi, potete parlare quanto volete, però non potete parlare qui, tanto meno a 30 centimetri di distanza l'uno dall'altro. Riprenda la sua posizione! Deputati Scerra e Sarti.
Prego, deputato Tasso, riprenda la sua dichiarazione di voto.
ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Ci saranno ancora, quindi come dicevo, i tanto vituperati DPCM, che continueranno a dettare le regole del nostro vivere. Le restrizioni continuano ad essere necessarie, anche se sempre più faticosamente osservabili, ma i rilievi critici all'operato del Governo sono sempre più labili e rari. In questo c'è, devo dire, senz'altro discontinuità. Ma vorrei venire ad alcune osservazioni, che arrivano dall'ambito dell'ascolto territoriale. Ad esempio, viene fuori che diverse dosi di vaccini vanno sprecate, perché non somministrate. Ora io comprendo che non tutti riescono a rispondere alle convocazioni vaccinali; quello che non comprendo è perché non si preveda una lista di riserva, affinché i vaccini non inoculati vengano utilizzati e non sprecati, perché non riutilizzabili in un momento diverso. C'è bisogno, secondo me, di indicazioni chiare e precise, poiché chi ha la responsabilità di prendere delle decisioni per una eventuale riassegnazione immediata di questi vaccini non lo fa, perché non vuole incorrere in attacchi mediatici, che non considerano l'esigenza di riutilizzo di tali vaccini. Io osservo che qualche regione ha adottato questa modalità e le notizie riportano di buoni risultati raggiunti.
Ora un video-denuncia diffusa ieri, prodotta da due donne, documenta l'attuale situazione vaccinale delle persone non autosufficienti e dei loro assistenti o caregiver, come si usa indicarli solitamente. Questo video-denuncia parla di come siano state trascurate queste due categorie, in tema di somministrazione dei vaccini. L'8 marzo, dopo mesi di sollecitazioni provenienti da vari soggetti, il capo Gabinetto del Ministero della Salute ha esteso il diritto alle somministrazioni anche ai portatori di handicap grave, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Restano, però, escluse tutte le centinaia di migliaia di donne e uomini non autosufficienti e con patologie pregresse, senza certificazione di grave disabilità, e i loro caregiver. All'inizio di questa pandemia abbiamo ascoltato tutti. Si sosteneva che il virus colpiva maggiormente gli anziani e i soggetti con patologie pregresse; ma il piano vaccinale continua a non considerare questi assistenti personali. Credo, secondo il mio modesto parere, sicuramente non dettato da particolare competenza, ma da modesto buonsenso, che gli assistenti personali di soggetti non autosufficienti debbano essere considerati alla pari del personale sanitario.
Altro tema delicato, non esaurientemente affrontato in questo periodo, è quello dello sport - e lo abbiamo evidenziato spesso in quest'Aula - sia per quanto riguarda le associazioni sportive che i gestori di palestre. In questo caso io mi permetto di parlare come dirigente di una Federazione sportiva nazionale. Gli indennizzi, a mio parere, fin qui arrivati, di certo, vorrei dire, sono lodevoli: lodevole l'intenzione, ma assolutamente insufficienti a calmierare le perdite economiche. Nel caso delle palestre, si è evidenziato come vi siano delle realtà che, oltre ad aver ottemperato a tutte le prescrizioni di sicurezza indicate, praticano la modalità one-to-one, cioè personal trainer e frequentatore di palestra, in spazi assolutamente sufficienti. Io non comprendo come mai, in questo caso, non si possano riprendere le proprie attività; vorrei segnalare che, così facendo, si eviterebbe un ulteriore aggravamento delle proprie condizioni economiche - parlo dei gestori di queste palestre - e poi si eviterebbe che queste aziende possano continuare a pesare sul piano dello Stato, degli aiuti di Stato, in quanto continuerebbero o riprenderebbero a produrre reddito. Ora l'impossibilità di fare sport in sicurezza sta aggravando, oltre che quella economica, anche la situazione sociale, perché aumenta il disagio fisico e psicologico, causato dalle condizioni di vita che siamo costretti a condurre da un anno a questa parte, ma, oltre a questo, anche il disagio sanitario, perché fare sport in molti casi significa curare patologie, proprio attraverso il movimento e l'esecuzione di esercizi in palestre specializzate.
Un'altra nota dolente è rappresentata dalla questione irrisolta del ramo ristorativo. Anche in questo caso i ristori arrivati risultano insufficienti per la platea interessata e, vorrei dire, anche pesantemente penalizzata da questa emergenza. Io credo che, fatta salva la buona volontà e l'impegno dei tecnici, che cercano di trovare soluzioni opportune a questi disagi, viene il dubbio che nella stesura delle prescrizioni e delle misure restrittive, tra l'altro nelle varie colorazioni delle zone, manchino la mano ed il punto di vista degli esperti del settore, che hanno effettivamente il polso della situazione e maggiore contezza delle necessità, per mantenere in vita la propria attività. Di certo, parlando di questo settore, parliamo di un settore che è strettamente connesso all'ambito turistico e che, ricordo a me stesso, dovrebbe costituire la maggiore voce del bilancio del nostro Paese.
Analogamente accade per il settore culturale ed artistico, per il quale è prevista la riapertura dei teatri il 27 marzo prossimo. Anche qui qualche riflessione, a mio parere, va fatta. Intanto, vista la previsione dell'aumento della curva epidemiologica, avrei qualche dubbio che si possa veramente arrivare all'adempimento dell'apertura in questa data. Ma, se anche fosse, vorrei dire che la disponibilità del numero dei posti al 25 per cento non potrebbe mai garantire il rientro delle spese di realizzazione di uno spettacolo, né per la compagnia, né per il teatro che ospiterebbe questo spettacolo, in qualsiasi proporzione noi la vogliamo vedere. Di solito si utilizzano le percentuali: 70 di incassi, 70, 30. Ma in ogni caso si dovrebbe vedere di trovare una integrazione economica per la ripartenza di questo settore, altrimenti le aperture avrebbero solo un significato simbolico.
Mi avvio alla conclusione. Secondo le notizie apprese dai giornali o da altre fonti, nel prossimo “decreto Sostegni”, in uscita nei prossimi giorni, per quanto riguarda la parte dei sostegni alle imprese, all'articolo 1, comma 4, si sta ragionando su un criterio di calcolo, prendendo in considerazione la differenza di fatturato o degli incassi fra i mesi di gennaio-febbraio dell'anno 2019 e l'anno 2021. Apprendo anche che, qualche giorno fa, fonti del Mise indicano che l'orientamento sarà nel mettere in campo interventi calibrati, in riferimento all'intera annualità…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). - sì, concludo, Presidente- … e non alle singole mensilità. Mi sembra un criterio logico, però la ratio che non comprendo è quella…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Chiedo scusa, un secondo soltanto e concludo. È la ratio del 33 per cento, che mi pare iniqua e dannosa. E ho concluso. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente, Onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame prevede disposizioni urgenti, in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021.
Di particolare interesse è l'articolo 3. L'articolo 3 prevede l'istituzione di una piattaforma informativa nazionale destinata ad agevolare le attività di distribuzione sul territorio nazionale delle dosi vaccinali e il relativo tracciamento. Inoltre, la piattaforma svolge in regime di sussidiarietà, qualora il sistema informativo vaccinale di una regione non risulti adeguato e su richiesta della stessa, le operazioni di prenotazione, di registrazione e certificazione delle somministrazioni dei vaccini, nonché la trasmissione dei dati al Ministero della Salute e all'Istituto superiore di sanità e il raccordo con l'Anagrafe nazionale vaccini. Sono aspetti molto interessanti contenuti nel decreto che stiamo discutendo. Infine, viene regolato l'accesso alle informazioni aggregate della piattaforma, da parte di alcuni soggetti, e si prevede che il commissario straordinario trasmetta ogni sessanta giorni una relazione alle Camere sullo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini. Ecco, sono tutte disposizioni condivisibili, che vanno nella direzione che noi di Azione- +Europa avevamo già auspicato nei mesi scorsi.
È chiaro a tutti che sui vaccini occorre una forte accelerazione. Ieri, il Presidente Draghi ha ribadito che nei prossimi giorni il Piano sarà decisamente potenziato e si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Ecco, questo è un aspetto che ci trova particolarmente favorevoli: penso all'universo della disabilità, ma anche alle persone affette da malattie rare, come sollecitatoci da quindici associazioni pugliesi che chiedono una priorità vaccinale per tutte le persone, invero centinaia di migliaia, affette da malattie rare, tra queste l'Associazione Malattie rare dell'Alta Murgia.
Con riguardo a questo discorso sul potenziamento del Piano vaccinale e sul fatto di privilegiare le persone più fragili e le categorie a rischio va in questa direzione anche l'ordine del giorno da noi proposto oggi, ovvero l'impegno ad indicare in modo specifico a livello centrale le priorità da adottare nell'esecuzione del Piano vaccinale, specificando anche le sottocategorie appartenenti alla categoria “servizi essenziali”, per permettere una più chiara e trasparente organizzazione delle priorità degli obiettivi da raggiungere, delle priorità dei target. È inaccettabile la guerra tra categorie professionali e la facoltà di ciascuna Regione di decidere quali servizi ritenere essenziali non deve trasformarsi in un'arbitrarietà delle scelte: esse devono, invece, discendere dall'analisi dei dati disponibili al fine di ottimizzare l'effetto protettivo della vaccinazione sia per il diretto destinatario, sia per tutta la nostra comunità nazionale.
L'altro ieri, il Presidente Draghi ha affermato: “Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile”: apprezziamo molto questo modo di procedere e questo modo di esprimersi da parte del Presidente Draghi. Questa sua scelta l'apprezziamo molto, soprattutto se confrontata con la bulimia di annunci cui spesso purtroppo non sono seguiti i fatti, come nel caso del predecessore del Presidente Draghi.
Facciamo, infine, presente che abbiamo apprezzato le nomine fatte negli ultimi tempi da parte del Presidente Draghi, che preludono ad un cambiamento concreto nella gestione della logistica del Piano vaccinale. Come sempre, anche su questo tema, non faremo mancare il nostro contributo in termini di proposte perché, noi di Azione, ad ogni critica abbiamo sempre fatto seguire una idonea e adeguata proposta.
Per questo, annuncio il voto favorevole oggi, qui, della componente Azione- +Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzo Fioramonti. Ne ha facoltà.
LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole della nostra neonata componente Facciamo Eco-Federazione dei Verdi a questo decreto, perché ne riconosciamo l'urgenza, data anche la gravità della situazione pandemica.
Però lo facciamo con lo spirito critico e costruttivo e senza sconti, che contraddistinguerà il nostro rapporto con questo Governo. Vede, Presidente - mi rivolgo anche ai rappresentanti del Governo -, purtroppo questa maggioranza e questo Governo hanno l'onere ingrato di dover accelerare, correre, dare spazio, non tanto alla retorica, quanto ai fatti in tempi molto, ma molto rapidi ed intervenire su tutte quelle questioni lasciate in sospeso in questi anni. Da oltre un anno interveniamo nei confronti di questa pandemia con strumenti e politiche che non sono tanto dissimili da quelle che sono state messe in campo circa un secolo fa per contrastare l'influenza spagnola: mascherine, distanziamento e chiusure. Queste erano esattamente le stesse misure disponibili un secolo fa, però noi oggi, dopo un secolo, abbiamo molti altri strumenti e quindi è sicuramente fondamentale accelerare sul piano vaccinale, fare in modo che i vaccini siano di più e meglio somministrati in maniera più tempestiva, che non si sprechino le poche dosi che abbiamo a disposizione, che non ci siano troppi cavilli burocratici e una pubblica amministrazione molto spesso inefficiente, che poi costa la vita alle persone e costa moltissimo alla nostra società e alla nostra economia, perché risulta in nuove chiusure e in ulteriori restrizioni. Però il piano vaccinale non è l'unico strumento che abbiamo a disposizione nel XXI secolo. Se oggi i dati sui contagi venissero resi pubblici - ovviamente dopo l'opportuna anonimizzazione di queste informazioni -, noi permetteremmo a milioni di ricercatori nel mondo e a migliaia di ricercatori in Italia di sviluppare applicazioni e strumenti che possano indirizzare il comportamento delle persone. Nell'Est asiatico hanno combattuto la SARS e hanno sfidato e vinto in alcuni Paesi contro il COVID senza i vaccini perché hanno utilizzato i dati e le informazioni; ci riempiamo la bocca del concetto di big data, salvo poi essere completamente incapaci di utilizzarli. Noi oggi potremmo fare come molti Paesi dell'Est asiatico; potremmo sviluppare applicazioni che dicono, con un codice QR personalizzato, dove andare a fare la spesa, in che comunità recarsi a livello di definizione territoriale, in modo da evitare magari quell'area in cui contagi sono di più. Potremmo anche predisporre - come sta facendo la Germania in questo momento, che ha avuto molte difficoltà nei mesi trascorsi nella gestione della pandemia - un sistema di approvvigionamento capillare, attraverso farmacie e qualunque altro ente autorizzato nella distribuzione e nella somministrazione, per esempio, di test antigeni rapidi, con i quali dare la possibilità, alle persone che si sottopongono regolarmente a questi test, di accedere a cinema, a teatri, a centri commerciali, ad attività sportive, a palestre, come è stato fatto nell'Est asiatico. Tutto personalizzato ad altissima definizione, con strumenti che sono praticamente a bassissimo costo. L'importanza dei dati non è da sottovalutare, è quella la vera possibilità che ci consentirà di mettere in campo degli strumenti che torneranno utili anche nel caso della prossima pandemia, nel caso della prossima epidemia, nel caso anche di una situazione influenzale nei prossimi anni che dovesse avere una particolare incidenza sul nostro Servizio sanitario nazionale.
Noi oggi sappiamo sempre di più che questa sfida, questi problemi torneranno nel tempo e non possiamo ogni volta farci trovare impreparati, soprattutto nell'era della tecnologia, in cui riceviamo messaggi pubblicitari personalizzati dalla mattina alla sera, che ci dicono esattamente dove andare, cosa comprare e quando farlo e non possiamo avere lo stesso tipo di attenzione e informazione per quanto riguarda invece la nostra vita e il futuro della nostra società e della nostra economia. Quindi, da un lato, la questione dei dati, dall'altro, la questione di alcuni settori fondamentali che sono stati toccati in questo dibattito in questi giorni, penso alla scuola, per esempio. Non possiamo continuare con un balletto chiusure-aperture ogni volta: noi siamo favorevoli ad un intervento strutturale, importante, tempestivo sulle scuole; quest'anno purtroppo abbiamo visto troppi tentennamenti e pochissime azioni concrete. Abbiamo ancora classi da trenta studenti, che sono ingestibili in momenti normali, in condizioni normali, ma sono un crimine in una situazione di crisi epidemica. Noi continuiamo ad avere troppi pochi insegnanti di ruolo, il che significa che le scuole devono in qualche modo arrabattarsi con personale che cambia costantemente e questo significa un pessimo livello di gestione anche della didattica a distanza, quando gli studenti devono fare lezione da casa, perché neanche gli insegnanti li conoscono. È paradossale che nelle nostre aule non siano stati introdotti sistemi tecnologici all'avanguardia, ormai comuni nelle scuole di tanti Paesi che, fino a qualche anno fa, consideravamo sottosviluppati; ad esempio, i sistemi di sanificazione in continuo, forzata, dell'area, che riducono di oltre il 90 per cento la diffusione di qualunque germe, anche del virus da SARS-CoV2. Questo significherebbe abbattere tantissimo il rischio nelle nostre aule, sia per quanto riguarda il personale docente e amministrativo, sia per quanto riguarda gli studenti. Invece abbiamo investito purtroppo centinaia di milioni di euro in altri tipi di interventi che non sono serviti a nulla. Qualche giorno fa a Milano è stato introdotto un nuovo sistema di illuminazione che si basa sulla fotocatalisi che, in maniera completamente innocua e altamente avanzata, distrugge il virus nell'aria. Lo fanno i presidi attraverso le loro iniziative perché manca un intervento di carattere generale sia a livello nazionale, sia a livello regionale. È paradossale che siamo nel XXI secolo e ancora ci tocca parlare di queste cose. La buona notizia è che questi strumenti sono utili comunque, anche quando finirà l'epidemia da COVID, perché riducono il particolato nell'aria, l'inquinamento atmosferico che incide tantissimo anche sulla salute delle persone. Annualmente noi perdiamo circa 80 mila persone, morte a causa di sindromi dovute all'inquinamento atmosferico e molte di queste sono dovute all'inquinamento negli spazi pubblici e negli spazi chiusi, come quest'Aula per esempio, che non ha la possibilità di aprire delle finestre per essere costantemente sanificata, anche attraverso sistemi naturali. Tutto questo è davvero fondamentale. Mi lasci anche dire - lo dico ai rappresentanti del Governo -, che non è accettabile che, ad oltre un anno di distanza, si richiudano le scuole senza dire quando si riapriranno. Si dica almeno che si chiudono le scuole per fare questi interventi, non nella speranza che il virus magicamente scompaia, perché noi sappiamo che, considerato il piano vaccinale, con tutte le accelerazioni che ci auguriamo questo Governo riuscirà a realizzare, che finora non sono state fatte da chi ha preceduto questo Esecutivo, dovremo convivere, se ci dice bene, ancora per mesi con questo virus. Non è che abbiamo nove miliardi di dosi - ne servirebbero molte di più perché siamo 7 miliardi di individui su questo pianeta - da erogare e somministrare in questo anno; ciò significa che avremo dei ritorni virali, perché il mondo è un mondo globale non ce lo dimentichiamo. Magari ci immunizziamo temporalmente noi adesso, ma tra un anno o due potrebbe tornare la variante di questo virus, perché in altri Paesi non sono riusciti a realizzare le vaccinazioni. Allora dobbiamo fare in modo di dotarci di strumenti che abbassino, dal punto di vista statistico, il rischio di una nuova ondata. E questo lo si fa attraverso l'incrocio tra ricerca e tecnologia, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e con quella che è l'economia dei dati. Io mi auguro che il nuovo Ministero della Transizione digitale stia lavorando in questi momenti, in questi minuti, proprio su questo tipo di interventi e che sulla scuola, in particolar modo, si dia un segnale di grande discontinuità, affrontando i problemi della sanificazione, dei numeri nelle aule, eliminando una volta per tutte le classi pollaio davvero, non soltanto con le parole, ed intervenendo anche sui trasporti, che conosciamo essere un problema gigantesco, sui lavoratori fragili e sulla ricerca. È di qualche giorno fa l'ennesimo appello da parte dei ricercatori che dicono: se oggi abbiamo dei vaccini è perché qualcuno si è messo a ricercare in questi anni; la ricerca salva la vita, non possiamo più permetterci di essere il Paese che investe di meno in ricerca.
E, infine, sull'ambiente, una questione fondamentale anche con l'urgenza PNRR. Qualche giorno fa è emerso che, nella versione italiana che è oggi in fase di revisione, preparata dal precedente Governo, l'attenzione all'ambiente, agli ecosistemi e alla biodiversità era particolarmente assente. La parola biodiversità compare 240 volte nella versione europea del Next Generation EU e compare soltanto due volte nella versione italiana, come se questo virus non fosse stato generato da un salto di specie dovuto proprio alla perdita di biodiversità. Noi dobbiamo imparare a convivere in maniera sostenibile con i nostri ecosistemi, da cui dipende il nostro benessere e la nostra vita e deve essere questo, questa la modalità di azione che ci auguriamo da parte di questo Governo con forza e con coraggio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente.
Onorevole sottosegretario, la nostra componente Noi con l'Italia-USEI conferirà un voto di astensione a questo provvedimento. Un voto di astensione che è accompagnato dall'auspicio e forse della certezza che questo sia l'ultimo di una stagione di transizione dal Governo Conte 2 al Governo Draghi. Governo Draghi a cui noi confermiamo assoluta lealtà, ma proprio con la lealtà che deve far parte del dibattito politico, confesso che siamo abbastanza delusi da come sono iniziate le prime mosse di questa nuova tornata di Governo.
Si parte in salita, si parte in salita perché non comprendiamo come mai non si sia messo il punto ad alcune assurdità. Si parte in salita perché non comprendiamo come i ristori siano fermi e oggi il Ministro Brunetta annunci nel pubblico impiego 107 euro in più e più smart working. Studieremo meglio questo provvedimento ma certamente non ci aiuta a essere sereni in un momento come questo. E' forse imbarazzante. Il dibattito sul lockdown sta subendo un percorso che in qualche modo ci preoccupa, perché si sta facendo strada, anche sui giornaloni, una sorta di dicotomia, per cui da una parte ci sarebbero i responsabili, che hanno il coraggio di prendere decisioni antipatiche, che hanno il coraggio di bloccare il Paese, di dire di no, di chiedere la pazienza agli altri, dall'altra parte ci sarebbero gli irresponsabili che pensano all'economia, pensano allo sviluppo eccetera.
Io respingo questa dicotomia plastica e mi viene in mente - scusate il passaggio che forse può essere irriverente - la vicenda all'epoca del sequestro di Aldo Moro, dove si confrontavano due tendenze che dividevano il Paese: da una parte la linea della fermezza, che diceva che non si tratta con le Brigate rosse, dall'altra parte la linea della trattativa, di Bettino Craxi, che diceva “qualcosa si può fare”. Ecco, non era così. Si dimostrò all'epoca che, di fronte alla richiesta delle Brigate rosse, sarebbe bastato liberare un malato di cancro delle Brigate rosse e, forse, Aldo Moro sarebbe vivo. Io respingo questa dicotomia e credo che la politica abbia il dovere di affrontare questi problemi, non di chiudersi dietro il parere di un comitato tecnico-scientifico, per quanto autorevole, che fa il suo dovere di comitato tecnico-scientifico, ma la politica ha un altro compito. Perché, se fosse così, non serve il Ministro Speranza: chiamiamo Brusaferro che ci comunicherà, un giorno sì un giorno no, cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare.
Ecco, io respingo questa situazione e credo anche che ci sia un eccesso di comunicazione da parte di tante star televisive. Nessuno vuol mettere il bavaglio a nessuno ma, insomma, con riferimento a tutti questi virologi che sono diventati famosi da un giorno all'altro, che occupano i talk show, gli spazi televisivi dicendo spesso cose completamente opposte l'uno rispetto all'altro, credo che sarebbe bene, signor sottosegretario, che si metta mano a questo.
Ci sono alcune assurdità, lo ripetiamo per l'ennesima volta. Non riusciamo a capire, anche di fronte a tanti emendamenti presentati in questi giorni dai colleghi in Aula e, in particolare, dal gruppo di Fratelli d'Italia (io parecchi di questi li ho votati), non si capisce perché un ristorante debba chiudere in zona gialla alle diciotto di sera. Non si capisce perché non si possa cenare e si possa pranzare. Non riesco a spiegarlo.
Vorrei che qualcuno facesse uno sforzo di convincimento - capisco che noi friulani abbiamo la testa dura - ma qualcuno dovrà spiegarmi perché io non posso andare a cena la sera in un ristorante della zona gialla, mentre posso andare a pranzo quando, ovviamente, quasi sempre è più pericoloso il pranzo che la cena, perché a cena, di solito, ci si va con le persone con cui si ha un affetto e un rapporto consolidato, non si va a cena con sconosciuti.
Qualcuno mi deve spiegare perché non posso andare a sciare con una cabina si e una no e posso salire in aereo dove a fianco ho uno sconosciuto che, magari, si tira su e giù la maschera. Mi devono spiegare perché una parrucchiera non può aprire in un centro commerciale mentre può aprire il suo negozio. Mi devono spiegare perché le palestre, qualora coordinate con un servizio di app di comunicazione e di servizio, non possano fare il proprio dovere.
Ma non c'è questo soltanto. Vorrei che il sottosegretario… ecco, se la lasciassero in pace forse sarebbe meglio. Ma non c'è solo l'economia, perché l'economia è importante, ma non basta, c'è anche la salute. Non è stata forse la sinistra, sottosegretario Malpezzi, ad insegnare ad una destra retrograda che la salute è anche mentale? La scuola di Basaglia a Trieste non nasce forse con questi presupposti?
Io in questi giorni ho ricevuto due telefonate che, per quanto mi riguarda, sono state drammatiche: una mamma che mi ha detto “mio figlio ha abbandonato la scuola” e un'altra mamma che mi ha detto “mia figlia piange perché non può andare in piscina e ha i problemi della spina dorsale da correggere”. Cosa rispondiamo a questo? La salute non è anche questa? Affrontiamo questi problemi in qualche modo o diciamo che comunque si fa il lockdown tutto e comunque? Perché non concediamo delle responsabilità, per esempio, anche ai prefetti? Ho fatto il presidente di una regione autonoma, sono un convinto autonomista: i prefetti devono scendere in campo su questo. Concediamo ai prefetti la possibilità di intervenire anche a seconda delle diversità del territorio, perché non possiamo legiferare tutto, non si può legiferare qualsiasi fattispecie. Bisogna anche avere la possibilità di concedere situazioni diversificate.
C'è il tema, per esempio, della montagna: uno mi deve spiegare perché la signora Marisa di Udine non può uscire e deve avere lo stesso trattamento della signora Paola di Paluzza. Quando su un territorio molto più vasto ci sono molti meno abitanti, perché deve avere lo stesso trattamento? Non possiamo consentire, in qualche modo, un trattamento diversificato a queste persone?
Credo che questi siano temi che non vengono affrontati ed è uno sbaglio, perché si potrebbe trovare con un minimo di buonsenso, un giusto equilibrio tra la necessità di tutelare ovviamente dal rischio della pandemia e la possibilità di consentire situazioni che devono essere costruite con il buonsenso e l'autorevolezza che deve essere conferita alle persone che lo possono fare. Se crediamo di normare tutto e di pretendere poi che i lockdown vengano rispettati nelle movida di Milano e di Roma, certamente non abbiamo capito che questo è un Paese con grandi diversificazioni.
Concludo con un'ultima considerazione: oggi ho fatto un intervento critico, ma devo dare atto comunque al Governo che sulle scelte che sta facendo sui vaccini c'è una forte accelerazione. Questo è molto importante perché è solo alla fine di questo percorso che potremmo dire di aver raggiunto l'obiettivo.
Ma quello che voglio dire nell'ultimo passaggio del mio intervento è proprio questo: cerchiamo di introdurre un'elasticità ragionata, di buonsenso, rispetto a quello che si può fare, perché, se manteniamo tutto coordinato come si sta facendo adesso attraverso la comunicazione scientifica importante, ma totalmente spostata sul lato scientifico, come il Ministro Speranza sta facendo, mi chiedo a cosa serva il Ministro. Non serve, basta che venga qualcuno e ci comunichi, di volta in volta, cosa ha deciso il comitato tecnico-scientifico.
La politica deve fare la sua parte, che vuol dire anche assumersi responsabilità, che non sono sempre facili, che comportano qualche rischio, ma siamo votati e pagati per quello (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Deputato Tondo, non l'ho interrotta perché si stava avviando alla conclusione, però le raccomando comunque di tenere la mascherina anche sul naso.
Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.
GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Negli ultimi mesi, negli ultimi dodici mesi, quasi ormai più di dodici mesi, ogni qualvolta ci troviamo in Aula a dover fare una dichiarazione di voto, a dover intervenire nello specifico su un provvedimento per l'emergenza COVID, è indubbio che tutti noi, tutti i colleghi di qualsiasi parte politica durante la dichiarazione di voto facciamo una sorta di riflessione su come noi vediamo l'orizzonte di questa pandemia, ma soprattutto su come il Governo in questo momento sta gestendo questa fase.
È indubbio che in questa fase storica la maggioranza è una maggioranza di Governo particolare, assolutamente strana rispetto a legislature normali o anni in cui il Paese non ha dovuto confrontarsi con un'emergenza di questo tipo.
E, proprio perché siamo di fronte ad una maggioranza di questo tipo, indubbiamente la possibilità da parte del Governo di incidere e di fare scelte impopolari è più facile per certi versi, perché non si deve confrontare con un'avversione nel Paese e soprattutto nelle Aule parlamentari tale da dover cercare di smussare alcuni spigoli.
È anche vero, però, che la fiducia a questo Governo il mio partito Cambiamo!, con il gruppo Cambiamo!-Popolo Protagonista, l'ha data sulla base dell'abilità e della fama del Presidente del Consiglio Draghi in ambito economico, e quindi di rilancio del nostro Paese. Noi siamo stati i primi, la sera stessa in cui Draghi è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, a dire “a noi va bene”, perché il cuore della nostra politica, del nostro partito vuole essere quello del rilancio del Paese, dell'attenzione per le partite IVA, dell'attenzione per le aziende, dell'attenzione per tutte quelle imprese e attività che nell'ultimo anno si stanno avviando a morte certa.
Ed è chiaro che il rilancio, signor Presidente, non passa dalla filosofia, non passa dalle buone intenzioni, non passa dai buoni propositi. Di buoni propositi è lastricata la via dell'inferno, dice un famoso proverbio. Passa attraverso un effetto leva, passa attraverso una contribuzione da parte del Governo, passa attraverso la facilitazione e l'aiuto da parte della cosa pubblica nei confronti delle imprese e delle partite IVA. È per questo che ieri il mio partito si è preso la libertà, in piena coscienza, di votare a favore di alcuni emendamenti, che tutti noi abbiamo definito di buon senso, secondo la linea del nostro leader, che è presidente della Regione Liguria, Toti: laddove vi è necessità di chiudere, ci deve essere rigore assoluto, non si discute. Ma laddove la situazione non è da lockdown e da chiusura totale, dobbiamo metterci, signor sottosegretario, la mano sul cuore e ritirare fuori dal cassetto una parola tanto chiara ai centristi della Prima Repubblica, cioè equilibrio, equilibrio.
Noi non possiamo contrapporre la salute al lavoro; dobbiamo trovare una sintesi e un equilibrio come fino adesso abbiamo cercato di fare, francamente, mi corre l'obbligo di dire, senza grandi risultati da un anno a questa parte. I ristoratori sono in ginocchio, le palestre e le piscine non ne parliamo, così come, e mi riallaccio all'intervento precedente dell'onorevole Tondo, stanno cominciando ad emergere dei problemi seri da un punto di vista psicologico; e non solo perché qualcuno non può andare a cena fuori o non può andare in palestra o in piscina. Stanno aumentando le separazioni, stanno aumentando i divorzi, stanno aumentando le tensioni sociali. Quindi è indubbio che noi dobbiamo sì combattere questa pandemia, e vivaddio abbiamo adesso l'arma per combatterla, che si chiama vaccino; un'arma che ci ha dato la ricerca, un'arma che dobbiamo impegnarci ad utilizzare come nella storia; nel sussidiario delle elementari ci insegnavano la famosa falange oplitica. Un'arma che dobbiamo utilizzare in maniera compatta e granitica con la più grande operazione di vaccinazione della storia.
La mia collega Bologna, del mio gruppo, che è medico, stamattina mi raccomandava di sottolineare questo nell'intervento. Quindi, signor sottosegretario, molto tranquillamente, senza fare grandi discorsi o interventi, facendo riferimenti a grandi politici, storici o filosofi politici, qui una cosa serve: una mano sul cuore che cerchi un equilibrio e una sintesi tra salute e rilancio del Paese. Le parlo da persona che è nata e cresciuta in un distretto produttivo, imprenditore, professionista: la situazione è molto preoccupante e siamo arrivati, come dire, alla nostra last call, è la nostra ultima chiamata. Duecento miliardi non è che possiamo stamparli di nuovo: o questi 200 miliardi li investiamo nel modo giusto, secondo le norme dell'economia politica e usando strumenti di politica economica, o, se sbagliamo, noi veramente rischiamo di trovarci come i Paesi, non tanto del Sud d'Europa, ma quasi del Sud del mondo. Un piccolo inciso, Presidente, e mi avvio alla conclusione: è delle ultime ore una notizia, che ho letto sui giornali, di un aumento di 100 euro circa a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. Vivaddio, vorrei poter dire lo stesso di tutti i dipendenti indistintamente, che essi siano della pubblica amministrazione o dipendenti di imprese private. E quindi una raccomandazione al Governo: è bene mettere più soldi in tasca di una certa categoria, perché, spendendoli, si riattiva l'economia. Dobbiamo creare, però, le condizioni affinché i dipendenti dell'impresa privata non solo abbiano degli aumenti, ma basterebbe che avessero un po' di certezza per il futuro, perché in questo momento davvero le persone sono appese a un filo e non sanno se dopo l'estate avranno ancora il proprio lavoro o meno. Confermo, comunque, il voto favorevole della mia componente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.
MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, ho accolto con favore l'auspicio del Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale, nelle scorse ore, ha assicurato a mezzo stampa che tutti gli italiani che ne faranno richiesta riceveranno la somministrazione del vaccino anti COVID-19 entro l'estate. Ciò significa, dunque, che, stando alle parole del Ministro, di qui al massimo 90 giorni, le regioni italiane avranno la capacità di vaccinare tutti coloro che ne faranno richiesta, una volta naturalmente terminata la vaccinazione delle fasce di priorità. Quanto asserito dal Ministro non è solo un auspicio, ma, a voler essere ottimisti, sarebbe la migliore evoluzione delle cose. Vorrebbe dire, in sostanza, cominciare ad assaporare la convinzione che, di qui a qualche mese, potremmo ritornare a vedere, se non la luce in fondo al tunnel, quantomeno un leggero bagliore di ripresa. Ma tutto ciò, purtroppo, non ha riscontro nella realtà. E questo lo dico perché, Presidente, i dati attuali dei vaccini somministrati in buona parte delle regioni italiane non danno conforto né alle parole del Ministro Speranza e neppure alle aspettative di un'intera popolazione che non vede l'ora di mettersi alle spalle questa immane sciagura.
Secondo l'ultimo report del Governo, infatti, vi sono ancora regioni in cui la vaccinazione stenta a decollare: parlo dell'Umbria, della Calabria e della Sardegna, che, per fare un esempio, si collocano in fondo alla classifica, registrando dei trend assolutamente negativi; la Sardegna è, appunto, l'ultima. Su circa 165 mila vaccini giunti sul territorio sardo, per tradurre il tutto in numeri e fare un esempio pratico, è stato somministrato appena il 58 per cento delle dosi. E non è l'unica nota dolente, colleghi, il dato risulta ancora più allarmante se si considera che la popolazione totale, che, invece, ha ricevuto la somministrazione della doppia dose e, dunque, ha completato l'iter della vaccinazione, ammonta, invece, al 2,3 per cento: un risultato a dir poco sconcertante. Perché parlo proprio della Sardegna? Non solo perché è la mia isola, perché oggi è l'unica zona bianca d'Italia, e allora io oggi qui mi chiedo e vi chiedo che cosa voglia dire essere zona bianca e priva di quelle restrizioni che pesano sul resto del Paese, se poi, invece, in termini di vaccinazioni, si veste la maglia nera? Questo vuol dire solo una cosa, e vale per tutte quelle regioni dove ancora si affronta l'emergenza sanitaria con eccessivo pressappochismo: significa che quella impreparazione che ci ha colti di sorpresa un anno fa, non è ancora stata superata. In un anno non siamo stati capaci di renderci migliori, di renderci più efficienti e di rendere efficienti i nostri sistemi sanitari regionali. Tutto questo è inammissibile. Con questi ritmi, Ministro Speranza, mi permetterà di dirlo chiaramente e senza giri di parole, ho seri e fondati dubbi che entro l'estate riusciremo a vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione italiana. Ci sono regioni, come dimostrano appunto i numeri, dove ancora si fa fatica a somministrare le dosi già ottenute: una lentezza estrema ed una disorganizzazione imbarazzante, che rischiano di creare danni irreparabili per il prossimo futuro. Quanto ho esposto finora e quanto dico in quest'Aula non è frutto di catastrofismo, che deve essere esercitato a tutti i costi e, per come mi è stato detto diverse volte, per mera speculazione politica. Io, qui, in quest'Aula, oggi, sto riportando dei dati, dei numeri, e non è ultroneo ribadire che la matematica non è fatta di semplici opinioni, ma di dimostrazioni concrete. I fatti, dunque, dicono ben altro, è totalmente diverso da quelle che poi sono le nostre aspettative. Mentre noi, oggi, discutiamo di come affrontare queste settimane dure e incerte, nella ormai diffusa certezza che diventi sempre più complicato riuscire a contenere il contagio e, dunque, la diffusione del virus, fuori da questo Palazzo la crisi si sta velocemente evolvendo e da economica diventa una crisi culturale e una crisi sociale.
Ed è proprio alla cultura e all'istruzione che vorrei dedicare l'ultimo passaggio del mio discorso: non è possibile, signor Presidente, che, mentre le ordinanze regionali e i continui ricorsi al TAR disorientano e mortificano i nostri ragazzi, i nostri studenti e le loro famiglie, si costringono gli istituti scolastici a continui balletti tra aperture e chiusure, e la modalità della didattica a distanza in molti contesti ancora oggi fatica a funzionare in maniera quantomeno sufficiente; così, in buona parte del territorio italiano siamo ancora in forte ritardo con la somministrazione dei vaccini al territorio scolastico.
E anche qui vi riporto dati, dati matematici: in Liguria, Sardegna e Calabria è stato vaccinato appena lo 0,6 per cento di tutto il personale. Se il Governo in questo momento mi ascoltasse, anziché chiacchierare, io le sarei grata, perché le sto portando dei dati e quantomeno vorrei essere rispettata nell'ascolto, perché se questi dati non li ascoltate e non li conoscete, allora non potete lavorare per capire cosa succede nelle regioni, Governo. Glielo ripeto, allora, concedendomi, magari, Presidente, qualche altro minuto, perché è necessario che io lo ripeta: in Liguria, Sardegna e Calabria, è stato è stato vaccinato appena lo 0,6 per cento di tutto il personale docente; in Toscana, invece, siamo su numeri pari a circa il 69 per cento del personale; una differenza abissale, un percorso a doppia velocità nella nostra Nazione, che, come ho già ribadito più volte in quest'Aula, rischia di mettere a repentaglio tutti gli sforzi che sono stati messi in campo fino ad oggi. Questo creerà un vuoto educativo di intere generazioni di ragazzi; avremo nuovamente, nella nostra Nazione, un Nord e un Sud, un Nord e un Sud educativo, che per anni abbiamo dovuto subire con le università, con i trasporti, che non potevano permettere ai nostri ragazzi di andare a studiare. Ce lo farete rivivere, questo, Governo. Siamo costretti a metodi di apprendimento arretrati, a scuole chiuse, carenti, solamente per accedere a un livello di istruzione che oggi non è idoneo alle nostre esigenze, alle esigenze dei ragazzi del Sud. Persino nel pieno della pandemia, Presidente, dobbiamo mettere a disposizione l'istruzione al primo posto, perché, se non saremo capaci di garantire neppure una adeguata istruzione ai nostri figli, sarà allora che il problema più grosso in questa pandemia non sarà solamente quello sanitario, ne avremo altri, che in futuro saranno ancora più grossi. Andremo incontro, di questo passo, a una regressione sociale ed impiegheremo anni, colleghi, per venirne fuori, soprattutto in un momento in cui, in queste ore, si paventa la possibilità di un nuovo lockdown.
Noi ci siamo impegnati a fare la nostra parte e non vogliamo tirarci indietro, questo sia ben chiaro. Voteremo favorevolmente anche oggi e daremo nuovamente la nostra fiducia, sostenendo tutte le iniziative messe in campo. Però, vi chiedo una cosa: facciamo presto, ricopriamo questo divario sociale che si sta creando, non sacrifichiamo sull'altare dei ritardi ingiustificati tutti gli sforzi che abbiamo fatto sino a questo momento, perché gli italiani e la nostra Nazione sono ormai stremati da questi sacrifici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il DPCM dello scorso 2 marzo conferma il sistema di limitazioni approntato dal Governo precedente. Restano le zone a colori in relazione all'andamento del quadro epidemiologico su base territoriale. Rispetto al passato, la novità è rappresentata dall'istituzione di un tavolo permanente presso il Ministero della Salute, cui parteciperanno rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell'Istituto superiore di sanità, ciò al fine di controllare gli effetti dell'allentamento delle misure e di verificare la necessità di adottarne ulteriori, ove dovessero occorrere. Non va dimenticato che, per effetto del primo DPCM Draghi, dall'inizio di questa settimana sei milioni di studenti sono tornati a casa, alla didattica a distanza. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, eppure adesso va bene così, è tutto a posto per il palazzo, per la grande ammucchiata del potere, per un bel pezzo della stampa, per larga parte degli analisti e degli opinionisti. Nello specifico, si tratta, direte voi della maggioranza, felicemente assembrati, mescolati e fieri, di una condivisione di responsabilità, di una concertazione più stretta, di valutare insieme la situazione e per assumere decisioni congiunte ed unitarie. La cosa vostra sta prendendo forma, alla faccia del giudizio critico e della coerenza, con un bel requiem per l'articolo 117 della Costituzione, secondo cui lo Stato ha potestà legislativa esclusiva in materia di profilassi internazionale.
Presidente, soltanto qualche settimana fa l'onorevole Mariastella Gelmini lanciava strali contro le scelte e i metodi del secondo Governo Conte, adesso evidentemente avrà trovato argomenti tecnico-scientifici per cambiare opinione, perché, come diceva William Blake, “L'uomo che non cambia mai la sua opinione è come l'acqua stagnante, e nutre i rettili della mente”. Troppo facile sarebbe, qui, il rinvio a un celebre motto di Feuerbach del 1862, sull'essenza dell'uomo. In quanto al Ministro Renato Brunetta, nel giugno del 2020, dichiarò testualmente: “Riaprire tutto, i comuni devono funzionare, i tribunali devono funzionare, come funzionano gli ospedali. Non vedo perché se un ospedale funziona non possa funzionare una scuola, un comune, un ufficio urbanistica, un tribunale. Smettiamola, per favore, basta, si torni tutti a lavorare”.
Nel libro Tra individui e cose, il filosofo Maurizio Iacono rifletteva e ammoniva sull'immediata perdita di memoria che caratterizza il nostro tempo: mangi e dimentichi, annoti e scordi. Così, il famoso regime dei DPCM rimproverato al professore Conte ora non c'è più, anche se il professore Draghi ha autorizzato la decretazione del suo predecessore e ne ha riprodotto i contenuti. Sarebbe interessante, allora, sapere cosa ne pensa il senatore Matteo Salvini, convertito sulla via di Damasco. Eppure, si doveva gestire l'emergenza pandemica con modalità e prospettive differenti, sulla scorta di quanto il Capo dello Stato aveva raccomandato a conclusione del mandato esplorativo affidato al Presidente della Camera.
Presidente, siamo abituati alle virate e alle contraddizioni della politica, che non appartengono soltanto al senatore Matteo Renzi: dire una cosa e farne un'altra è una pratica ormai diffusa, è un vizio, è una costante, è un tratto distintivo. Così, nell'era Draghi, si certifica almeno una verità: il COVID non consente chiacchiere, teorie e discussioni da salotto, l'interpretazione del volo degli uccelli o le sbruffonate politiche in piazza o in trattoria. Quando la curva dei contagi sale, bisogna essere rapidi e rigorosi e occorre mantenersi sempre accorti, previgenti, razionali. L'Esecutivo Conte agì proprio in questi termini, l'Esecutivo Draghi li ha mutuati, perpetuati e legittimati. L'unica eccezione è costituita dalla mancata ammissione dei fatti: dire che Draghi sta operando come Conte vuol dire riconoscere la verità, al netto della sostituzione del responsabile della Protezione civile nazionale e dell'emergenza COVID, che, per inciso, avevamo contestato quando stavamo in maggioranza.
Del resto, questa continuità fra Draghi e Conte emerge con chiarezza anche nella conferma del Ministro della Salute, Roberto Speranza, lo stesso che non ha mai inteso chiarire, benché doveroso, sul mancato aggiornamento del piano pandemico. La vicenda, come è noto, fu raccontata da Report e Non è l'Arena, per finire, poi, nel dimenticatoio, nel buio e nel silenzio, ma noi ricordiamo, e non stiamo zitti. Eravamo con Conte e sostenevamo la linea della fermezza rispetto al contenimento dell'epidemia da COVID-19: non lo rinneghiamo, perché siamo sempre gli stessi e non abbiamo perduto il buonsenso e l'onestà intellettuale. Quindi, le misure del primo DPCM dell'era Draghi vanno bene, ma devono essere accompagnate da aiuti alle famiglie, alle imprese, ai singoli, da garanzie economiche e congedi parentali, da ristori e sostegni, che non possono arrivare in ritardo o con il contagocce.
Non possiamo, infine, dimenticare che ci sono regioni rimaste in alto mare con le vaccinazioni. Stabilire le modalità per ordinare le misure occorrenti non può prescindere dall'accelerazione sui vaccini, dalla chiarezza in proposito sui modi, mezzi, tempi e cautele necessarie. E occorre il coraggio della fermezza, perché non può succedere, come è avvenuto in Calabria, che un presidente di Regione chiuda le scuole per consentire la vaccinazione del personale scolastico e, poi, il TAR sospenda l'efficacia del provvedimento sul ricorso di genitori che, evidentemente, vivono su Marte e non hanno compreso che questo è il tempo della solidarietà, della responsabilità e della coscienza. Così come non può accadere, come è avvenuto in Calabria, che le vaccinazioni si estendano ai soggetti più vulnerabili, ai loro familiari, ai conviventi e, poi, si assista allo scaricabarile sulle responsabilità e le competenze, mentre i malati cronici e i loro congiunti sono costretti ad attendere con il fiato sospeso, perché mancano disposizioni chiare e l'organizzazione necessaria.
Il Governo Draghi deve intervenire con norme chiare, fermando i balletti e i giochini che stanno avvenendo nelle amministrazioni pubbliche, mentre gli ospedali si intasano e i positivi al COVID aumentano. E il Presidente Draghi rompa il silenzio al riguardo, perché il suo alto profilo non gli dà il diritto di agire a bassa voce o, peggio, senza informare la comunità. Pongo, dunque, l'accento anche in questa sede sulle urgenze della sanità calabrese nella fase attuale: ad oggi, non sono stati nominati i subcommissari per l'attuazione del piano di rientro del disavanzo sanitario regionale. Inoltre, la gestione del piano vaccinale e dell'emergenza COVID, laggiù, fa acqua da tutte le parti.
Il commissario governativo è da solo ed è privo del personale previsto dalla “legge Calabria”; se non bastasse, le aziende del Servizio sanitario regionale sono indebitate fino al collo e, dall'oncologia all'ortopedia, gli ospedali calabresi hanno accumulato centinaia di migliaia di prestazioni arretrate, che non si sa quando e come verranno erogate. Tutto questo è inaccettabile e non è umano, perché non esistono cittadini di serie A e cittadini di ultima categoria. Crediamo, quindi, che tutto il territorio nazionale debba essere considerato, perché soltanto così si potrà combattere con le armi della scienza e della coscienza un nemico invisibile, che ha prodotto morti e morte, impoverito gli italiani, polverizzato sacrifici, speranze, progetti e sogni. Presidente Draghi, dai fatti noi la giudicheremo e dai fatti la giudicheranno tutti gli italiani: dalla capacità di organizzare gli eserciti contro il COVID, dai tempi degli interventi del suo Governo, da quanto saprà guardare all'Italia come Paese senza dimenticare il Sud, che è molto più indietro per reddito, lavoro, istruzione, diritti, economia, servizi, efficienza dell'amministrazione pubblica, strumenti digitali, trasparenza e legalità. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole di L'Alternativa c'è in tema di misure di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale, ma restano in piedi, come istanze del popolo, tutte le questioni irrisolte che ho qui rappresentato, alle quali spero, stavolta, si dia ascolto e seguito concreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà, bai banchi del Comitato dei nove. Ricordo che ci stiamo un po' attrezzando per garantire, comunque, l'areazione dell'Aula, però se riuscissimo a stringere un pochino tutti. Prego, a lei la parola.
NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente, se tutti seguissero il mio esempio potremmo finire brevemente. Io avrei voluto dire molte più cose, mi limiterò a preannunziare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali. Ciò per una ragione, non solo per i tempi; perché, nei prossimi giorni, il Governo, credo, avanzerà nuove proposte che saranno, insieme alle direttive a cui noi oggi abbiamo dato un'impostazione rispetto al piano vaccinale, oggetto, domani, della discussione con il Ministro Speranza in sede di Commissioni congiunte, Camera e Senato. Quindi, ritorneremo su questa discussione. Per queste ragioni, Presidente, come anticipato, preannunzio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Noja. Ne ha facoltà,
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Nel dichiarare il voto favorevole di Italia Viva a questo provvedimento, necessario in questo momento particolare della pandemia, che vede correre le varianti nel nostro Paese, svolgo solo delle rapidissime considerazioni in virtù dell'esigenza di brevità. Noi stiamo vedendo nei report dell'Istituto superiore di sanità che i dati dei decessi di operatori sanitari e di persone anziane over 80 stanno diminuendo: questo è il frutto della campagna vaccinale e, quindi, dimostra che i vaccini sono l'arma di cui disponiamo per combattere davvero la pandemia. Vorrei fare solo qualche osservazione. Due riguardano le misure di contenimento, tornando a proporre, con spirito assolutamente costruttivo, quanto noi abbiamo già avanzato diverse volte, cioè la richiesta di integrare il CTS con ulteriori professionalità, come esperti di dati fisici, matematici, microbiologici, che possano aiutare il CTS a gestire ancora meglio questa fase così complicata del virus che corre veloce. Così come rinnoviamo la richiesta di rendere assolutamente aperti e accessibili tutti i dati disaggregati legati alla pandemia, perché questo consentirebbe a tutti i talenti, ricercatori e scienziati del nostro Paese di dare un contributo. Allo stesso modo, sul fronte del testing, su cui abbiamo fatto passi avanti, però inviterei ad avere un po' più di apertura nei confronti di possibili strumenti in mano nostra. Io faccio un esempio che riguarda la mia città. All'Università statale di Milano, qualche mese fa, un gruppo di ricercatrici ha sperimentato un tampone salivare, su cui c'è stata molta rilevanza mediatica. Sono andati avanti nelle loro verifiche, nei loro studi; è un tampone molto efficace e ha la stessa efficacia e affidabilità del tampone molecolare nasofaringeo. Tentano da diverse settimane di avere una procedura di validazione di questo strumento e, purtroppo, non riescono ad avere un'interlocuzione con le autorità sanitarie, né a livello regionale né a livello centrale. È un po' incomprensibile, perché parliamo di ricercatrici che hanno messo a punto uno strumento autosomministrabile, rapido, non invasivo, che permetterebbe diagnosi con modalità molto rapide e senza impegnare il personale oggi impegnato nei tamponi, per esempio nelle scuole, dove la rapidità aiuterebbe a evitare chiusure generalizzate. Non hanno brevettato niente, non guadagnerebbero niente, se non la soddisfazione di contribuire con il loro lavoro a combattere la pandemia.
Sulla campagna vaccinale noi registriamo un cambio di passo importante. Intanto, abbiamo acquisito che un piano vaccinale non c'era. Era qualcosa che noi di Italia Viva andavamo dicendo da tempo, accusati di polemica. Invece, il piano operativo non c'era. Finalmente ci sarà. Accogliamo con grande piacere la nomina del generale Figliuolo e dell'ingegner Curcio, persone di comprovata competenza e capacità organizzativa. Siamo contenti che ci sia un cambio di passo nella logistica con l'utilizzo della Protezione civile e dei militari, come noi avevamo chiesto, abbandonando idee balzane come quella delle “primule”.
C'è un ultimo punto su cui ancora ci sono delle difficoltà, è quello che riguarda i somministratori. Il decreto ministeriale del 2 gennaio scorso stimava un fabbisogno di 20 mila somministratori. In realtà ce ne vorrà il doppio, se vogliamo raggiungere i target evidenziati in questi giorni dal Governo. Allora io suggerirei di evitare reprimende nei confronti dei medici di base e degli specializzandi che non aderiscano alle richieste perché, a volte, bisogna chiedersi perché queste persone non aderiscono alla richiesta di diventare somministratori. Spesso, per esempio, i medici di base non sono proprio strutturati per poter somministrare i vaccini presso i loro studi. Noi abbiamo in Italia 270 mila medici iscritti all'Ordine dei medici, più o meno 110 mila sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale, e gli infermieri sono circa 1,7 volte questi numeri. Abbiamo i dentisti che, ieri abbiamo saputo, hanno aderito alla richiesta di diventare somministratori e abbiamo i veterinari. Abbiamo tanto personale, bisogna trovare il modo giusto per reclutarli. Allora, una proposta è di attivare i numerosi centri diagnostici privati, accreditati e non, che abbiamo sul territorio nazionale, con cui potremmo attivare delle convenzioni rapide, liberandoci anche dell'onere di bandi individuali che vanno a prendere risorse a uno a uno, che ci consentirebbero di rispondere a un bisogno che non è costante nel tempo ma è volatile. È una proposta che speriamo venga accolta. Vediamo con favore il fatto che la seconda proposta che noi abbiamo formulato, cioè quella di utilizzare i medici o, comunque, gli operatori sanitari delle aziende, sembra essere sul tavolo. Anche in questo caso, la Germania lo sta facendo e stimano che questo porterà al reclutamento di circa 15-20 mila somministratori in tempi rapidi. Le aziende hanno tutto l'interesse a vaccinare i loro dipendenti perché ciò vuol dire poter tornare a una semi-normalità. Invece, io suggerirei di lasciare che i medici del Servizio sanitario nazionale e i medici di base si occupino dei malati COVID e non COVID, che nel nostro Paese sono tanti e hanno bisogno di recuperare dei deficit di salute che sono diventati molto importanti in questi mesi. Un ultimo punto. Nei giorni scorsi noi abbiamo assistito alla Babele regionale delle priorità. Sono molto contenta perché ho visto poco fa che le raccomandazioni sulle priorità vaccinali sono state aggiornate, sono state aggiornate nel senso che noi abbiamo suggerito con un lavoro parlamentare che è iniziato anche tante settimane fa, includendo tutte le persone con disabilità grave, i loro caregiver, includendo tante patologie rare e croniche che prima non erano incluse, includendo anche i caregiver dei minori con fragilità che non possono vaccinarsi ma devono essere protetti e, soprattutto, devono avere delle persone che li assistono in piena salute.
Qualche giorno fa, una donna molto coraggiosa, Elisabetta D'Abundo, che ha una patologia rara e che rischiava di rimanere fuori dalla vaccinazione, aveva detto che avere la dose vaccinale per noi malati è come vincere alla lotteria, significa avere una serenità da dare anche al proprio figlio che dice: mamma sei nervosa. Qui rispondo: mamma è arrivata, caro figlio mio, anche dal punto di vista della pressione psicologica. Bene, con la modifica delle raccomandazioni noi abbiamo dato una risposta a Elisabetta D'Abundo e a tanti uomini e donne coraggiosi del nostro Paese che hanno rischiato ogni giorno la loro vita, con la paura di prendere il COVID. Questo deve fare il Parlamento e questo devono fare le istituzioni (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.
Ricordo sempre che sono le 13,05.-
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Malpezzi, colleghi, abbiamo affrontato questo ennesimo provvedimento con coerenza, mettendoci a disposizione, tirando fuori le nostre migliori idee e mettendo a servizio del popolo italiano le nostre competenze. Ma dirò subito, sin dall'inizio, in maniera, chiara, netta, coerente che noi voteremo contro questa ennesima sanatoria di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, un atto amministrativo illegittimo e abusivo. Voteremo contro per due motivi: una questione di metodo e una questione di merito. Nel metodo: non si può continuare, dopo un anno di pandemia da coronavirus, a conculcare le libertà fondamentali degli italiani, come la libertà di circolazione, la libertà di impresa e la libertà di istruzione; non si può continuare a farlo con un atto amministrativo del tutto incostituzionale. Ve lo diciamo da più di un anno e con noi ve l'hanno detto importanti costituzionalisti. Non si può fare. Questo valeva con il Governo Conte, valeva con l'ultimo Governo, per quanto riguarda l'alleanza rosso-gialla, vale ancora oggi con questo Governo macedonia rosso, giallo, azzurro e blu. Vale la stessa cosa perché, guardando da questa parte, quella di Fratelli d'Italia, troverete sempre la coerenza e la forza delle nostre idee, che non cambiano a seconda dei colori che passano e delle stagioni. Perché quando le idee sono giuste, gli uomini e le donne battono e si battono per quelle idee. È per questo che, nel metodo, noi votiamo contro.
E arrivo al merito: nel merito è perché i DPCM, quindi questi atti amministrativi, e la conversione in legge che avete proposto di decreti a ogni piè sospinto propongono e dimostrano il fallimento dell'agire in questi termini. Vediamo che l'Italia è al quartultimo posto per vaccinazioni, soltanto prima della Lituania e della Bulgaria. Siamo ad una percentuale bassissima, al 6 per cento nella prima vaccinazione, in confronto invece ad altre Nazioni in Europa che superano il 20 per cento, come la Francia, la Germania. Addirittura, se volgiamo il nostro sguardo alla Gran Bretagna lì si arriva al 35 per cento. Questo dimostra il fallimento di un'opera e di un'operazione di Governo che nega il dibattito e il confronto parlamentare e che quindi non migliora i provvedimenti. E a peggiorare tutto questo poi c'è stata l'Europa. L'Europa, questo gigante dai piedi d'argilla che è crollato davanti ad una sfida epocale, quella di dover navigare e governare questa pandemia. L'abbiamo vista genuflessa davanti alle case farmaceutiche - e anche qui nel merito - perché ha sottoscritto dei contratti, da una parte, segretati e, dall'altra, che non prevedevano nemmeno delle penali nel caso in cui le case farmaceutiche non avessero rispettato gli impegni presi. Se poi arriviamo agli impegni, in quei contratti alla fine siamo riusciti a leggere che c'è scritto che le case farmaceutiche avrebbero fatto il possibile, il possibile e nulla più. Infatti, in questo si dimostra il fallimento dell'Italia e dell'Europa, che si trovano in una situazione drammatica rispetto a chi, come la Gran Bretagna, invece, uscendo fuori dall'Europa e stabilendo delle contrattualità diverse, è riuscita ad arrivare a delle garanzie maggiori per i propri cittadini. Si aggiungono a questo, sottosegretario, a questo fallimento drammatico, quindi, dell'Europa e dell'Italia, i fallimenti legati alla crisi economica, perché, anche qui, l'Italia ha una perdita del PIL del 9 per cento, perché? Perché sono state messe in ginocchio importanti attività, settori sono stati stroncati e, anche qui, attraverso delle modalità irragionevoli. Noi ci chiediamo: ma che senso ha se si vuole proteggere la salute degli italiani chiudere le palestre? Perché lo sport è salute, l'avete anche visto con le manifestazioni in questi giorni in cui centinaia di migliaia di operatori del settore, delle palestre, delle scuole di danza, delle piscine vi hanno detto che non ha senso quello che fate, si possono rispettare i protocolli di sicurezza e fare sport e aiutare le persone a proteggere la propria salute, anche attraverso un sistema immunitario più forte e più efficace.
E, poi, la questione dei ristoranti. I ristoranti vanno bene se c'è la luce del giorno, a pranzo possono essere aperti, ma i ristoranti invece a cena devono rimanere chiusi. Perché se i protocolli di sicurezza sono validi con le ore diurne, non lo sono invece nelle ore notturne? Perché lasciate quegli imprenditori da soli e quei lavoratori da soli ad affrontare una crisi che, ormai, è inaffrontabile, attraverso dei ristori che si basano su codici Ateco, cioè se tu hai quel codice vieni ristorato, ma tutta la filiera che sta intorno a quel codice, invece, viene totalmente scotomizzata da un Governo cieco e sordo.
Noi ci abbiamo provato, ad aiutarvi, abbiamo voluto fortemente mettere al centro dell'attenzione di questo Parlamento la questione della protezione dei più fragili, dei disabili gravi, attraverso un emendamento proposto dal collega Rizzetto; abbiamo inchiodato questo Parlamento ad affrontare subito e oggi la questione della protezione dei più fragili e questo l'ha fatto Fratelli d'Italia, la destra italiana, la destra sociale, la destra che prima di tutto protegge i più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché uno Stato, nel suo valore, si misura nella capacità di proteggere i più fragili, sempre e comunque. E non ci dite che avreste proposto qualcosa, noi ve lo diciamo da mesi che ci deve essere una priorità per quelle persone disabili gravi, quei pazienti cronici, con malattie rare, estremamente vulnerabili, e per i caregiver familiari, quei familiari che si prendono cura dei più fragili e che, se si contagiano, evidentemente, diventano fonte di contagio e che devono essere invece vaccinati in forma prioritaria, anche rispetto a coloro i quali hanno dei figli sotto i 16 anni che non avranno il vaccino per questioni di età, ma che anche loro devono essere vaccinati, quei caregiver devono essere vaccinati e questa è una battaglia di cui siamo fieri, perché per noi le persone vengono prima di tutto e i più fragili vengono prima di tutto.
È grazie a Fratelli d'Italia che in questo Parlamento abbiamo parlato di un'altra questione importante, cioè della necessità di vaccinare i docenti, anche i docenti fuori regione e anche il personale scolastico. Attraverso l'emendamento della collega Bucalo, abbiamo posto davanti a voi la necessità di far sì che la scuola possa ripartire e ripartire in sicurezza, ma, anche qui, voto contrario all'emendamento. Grazie a Fratelli d'Italia abbiamo posto al centro della vostra attenzione la protezione dei minori. Anche qui, la fragilità è enorme: il 110 per cento dei minori ha più possibilità di essere adescato da orchi che li sfruttano sessualmente; il 110 per cento di aumento di reati per pedopornografia.
Su tutto questo - anche sui minori, quindi - vi abbiamo chiesto di richiamare la vostra attenzione e di proteggerli, perché sono sempre più soli. Non vanno più a scuola e, quindi, sono soli nelle loro case; soli e, quindi, sempre più in preda a quella rete, ad Internet, che diventa la strada attraverso la quale si propaga la mano lunga di malevoli che vogliono distorcere la loro vita e vogliono abusare di loro.
Queste sono state le questioni, come anche altre, come quelle degli operatori dello spettacolo, attraverso il collega Mollicone, quindi, come la cultura; abbiamo tentato in tutti i modi di riuscire a migliorare i provvedimenti, perché non ha senso, non ha davvero senso legiferare se non si fanno leggi buone e le leggi buone si fanno con un democratico confronto parlamentare fra maggioranza e opposizione: ce l'avete negata, anche questa volta, anche con il Governo Draghi e per questo voteremo convintamente contro, “no” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.
Faccio presente che stiamo andando ben oltre gli accordi raggiunti tra i capigruppo, così, a titolo di informazione.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Per ora non me ne sento la responsabilità, speriamo di non guadagnarmela nel corso dell'intervento.
Signor Presidente, sottosegretaria Malpezzi, colleghi, ad un anno dal primo lockdown, ci accingiamo a votare l'ennesimo decreto utile a contenere l'emergenza; un'emergenza che è diventata per i cittadini italiani la dura realtà quotidiana. Stiamo per dimenticarci la realtà che vivevamo fino a 12 mesi or sono. Si tratta dell'ultimo provvedimento adottato dal Governo precedente e, giusto per riassumere, è il decreto che ha colorato l'Italia di rosso, arancione e giallo.
Forza Italia si è posta sempre, già nel precedente Governo, in maniera propositiva e anche questa volta, con spirito di responsabilità e in particolare durante i lavori del Senato, ha cercato di migliorare senza inutile demagogia l'impianto del decreto, anche per renderlo più comprensibile agli occhi dei cittadini.
Nessuno vuole nascondersi dietro un dito; è sicuramente un momento drammatico, abbiamo superato la soglia anche psicologica, ma purtroppo estremamente reale, dei 100 mila morti di COVID-19; 100 mila morti, e solo nella giornata di ieri sono decedute 332 persone.
Inoltre, la pressione sugli ospedali nei reparti di terapia intensiva e nei reparti di ricovero ha raggiunto soglie di assoluto allarme. Siamo in guerra, in guerra contro un nemico invisibile. Per poterlo battere, dobbiamo mettere in campo ogni strumento che abbiamo a disposizione.
Forza Italia ha chiesto, in epoca non sospetta, un cambio di passo nelle strategie da mettere in campo e il Presidente Draghi sta dettando questo cambiamento con misure immediate ed eccezionali.
Il nostro plauso va, in particolare, alla nomina del generale di Corpo d'armata Figliuolo a nuovo commissario straordinario per l'emergenza COVID-19; siamo certi che la sua esperienza nelle Forze armate, esperienza operativa, consentirà scelte organizzative tempestive. Penso, anche, alla richiesta di bloccare l'export del vaccino AstraZeneca, una richiesta partita dall'Italia, ma recepita pienamente dall'Europa. Per una volta, finalmente, dopo tanto tempo l'Italia è alla testa delle richieste europee.
Forza Italia ha messo a disposizione una proposta concreta, fatta con grande impegno dal gruppo parlamentare di Forza Italia, per affrontare la pandemia e siamo lieti che già molte delle nostre considerazioni siano state recepite dal nuovo Governo.
Importante è anche l'intervento del Ministro Giorgetti per produrre vaccini su licenza nelle industrie italiane e avviare una produzione di vaccini nel nostro Paese che vada oltre, evidentemente, la pandemia odierna. Ben venga la disponibilità di Confindustria e di Coldiretti a vaccinare nei propri siti produttivi, ben venga l'idea di procedere con una sola somministrazione per chi è già guarito dalla malattia. Quindi, proposte concrete e non facile demagogia.
Le nostre priorità sono due e lo abbiamo detto in tutti i modi dicendo che l'obiettivo - e il presidente Berlusconi lo ha ricordato più e più volte - è 500 mila vaccinazione al giorno. Non sono numeri detti a caso, ma sono frutto di studi molto precisi e delle possibilità concrete del Paese di rispondere con 500 mila vaccinazioni al giorno alle esigenze reali.
Ottenere le dosi di vaccino, quindi, per tutti i cittadini italiani che lo vorranno, sviluppare un piano vaccinale basato sull'impiego di tutti i professionisti sanitari, sulla prossimità al cittadino. Vaccinare di più è possibile, numeri alla mano, con l'impiego di medici di medicina generale, degli infermieri, dei farmacisti, dei medici di medicina del lavoro, dei dentisti, come abbiamo visto ieri. Si può davvero ottenere una campagna di vaccinazione di massa e portarci fuori dalla pandemia entro l'estate. È difficile ma è possibile farlo, ma per fare questo dobbiamo avere a disposizione più dosi vaccinali e questo è, purtroppo, l'elemento che ad oggi ci manca. È un elemento essenziale, ma le notizie che tutti noi abbiamo - le ultime sono della Johnson & Johnson - sono estremamente positive e mi piace esserlo anche personalmente. È stato detto - ma è giusto ridirlo - che risolvere l'emergenza consentirà di riaprire tutte le attività - tutte le attività - e di tornare ad avere una vita normale.
Torniamo alla dichiarazione di voto, naturalmente, di Forza Italia su questo ennesimo decreto-legge. Non ci piacevano prima e adesso non abbiamo cambiato idea. Questo tipo di decreti non ci piaceva e non ci piace.
Come anticipato, il decreto-legge ha determinato la suddivisione per zone nel nostro Paese nei vari colori. Prima si parlava di giallo, di rosso, di verde; manca solamente il nero in questo tipo di espressioni, che da politiche sono diventate, invece, molto diverse.
La responsabilità verso la salute dei nostri concittadini dev'essere sempre e comunque al primo posto. Ho ascoltato tanti interventi e tutti con estremo interesse, l'ultimo in particolare. Però, voglio ricordare un dato con riferimento all'Italia. E qui è forse anche antipatico fare delle gare su questo tema, ma è giusto anche, per amore di verità, dire che - e questi sono dati del 10 marzo, quindi estremamente recenti, lo voglio dire soprattutto alla mia collega Bellucci - su cento persone 9,93 sono i vaccinati in Italia - 9,93 su cento! - 9,14 in Francia e 10 - un pochino di più - in Germania. Questi sono i dati reali, che naturalmente non ci possono soddisfare ma che certamente ci mettono, almeno fino ad oggi, sul piano delle altre nazioni.
Dobbiamo accelerare sul sostegno reale a chi è obbligato a chiudere, come accade per i cinema, i teatri e le palestre, e dobbiamo farlo concretamente. Questa è la risposta che deve dare il Governo: risposte immediate per cinema, teatri, palestre e, naturalmente, per i ristoratori, una delle categorie più colpite, che possono restare aperti solo all'ora di pranzo, e per chi ha visto la propria attività fortemente ridimensionata, e sto pensando ai commercianti, alle partite IVA, agli autonomi, ma anche a chi vive dell'economia legata agli sport, in particolare, in questo momento, quelli invernali, o agli albergatori, con veri e propri non ristori ma risarcimenti rispetto al danno che hanno subito e anche ai fatturati dell'anno precedente.
Anche sul fronte del “decreto Sostegni” si può e si deve fare di più. Per quanto l'impegno sia stato sicuramente maggiore rispetto ai provvedimenti precedenti, Forza Italia si batterà fortemente per avere un anno fiscale bianco e chiediamo, fin da subito, un maggiore scostamento di bilancio che ci consenta di affrontare e risolvere i problemi degli italiani.
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, sottolineando quanto sia fondamentale che d'ora in poi si abbandoni la logica del doppio binario. Infatti, finora a un decreto-legge sulle regole ne corrispondeva uno successivo sui ristori, emanato giorni dopo, quando andava bene, spesso con effetti ritardati di ulteriori sessanta giorni connessi alla conversione parlamentare e soggetto all'emanazione di ulteriori decreti attuativi o circolari esplicative. Questo modo di operare ha lasciato nello sconforto per settimane o mesi chi si trovava, dall'oggi al domani, a vedere venir meno l'unica forma di sussistenza per sé e la propria famiglia. Quindi, basta con la logica del doppio binario. Come forza politica al Governo riteniamo indispensabile che quando si prevedono nuove chiusure…
PRESIDENTE. Guardi, ha sforato persino i dieci minuti a sua disposizione.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Ecco, allora finisco…
PRESIDENTE. Quindi, concluda, per cortesia.
ROBERTO BAGNASCO (FI). Va bene, ho finito, Presidente. Come forza politica di Governo riteniamo indispensabile che quando si prevedono nuove chiusure…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ROBERTO BAGNASCO (FI). … come sempre siamo comunque….mi lasci finire… solo una parola…
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Esattamente un anno fa in questi giorni prendevamo coscienza di una parola, lockdown, destinata ad accompagnarci lungo mesi terribili, drammatici, una parola che ha mutato di colpo ogni cosa. Una scelta allora difficilissima, dolorosissima, necessariamente estrema, una scelta quella, come tutte quelle successivamente assunte lungo questo anno, presa mai a cuor leggero ma, al contrario, con il peso di una responsabilità enorme di fronte a una sfida totalmente nuova nei contenuti e nella portata, talmente nuova da non consentire mai di rifarsi a precedenti, a scelte già assunte prima da altri. Oggi in quest'Aula quello sforzo, quella responsabilità verso il Paese, quella necessità di scelte tempestive e rapide, perché fossero rapidamente efficaci, è riconosciuta da una parte assai più ampia di questo Parlamento, a dimostrazione di un'evoluzione positiva della comune consapevolezza del fatto che un evento straordinario e drammatico come una pandemia non poteva e non può essere affrontato con strumenti ordinari. Insomma, non era dittatura sanitaria ieri come non è dittatura sanitaria oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È stata ed è, al contrario, responsabilità di scelte difficili a tutela del Paese, è stata la necessità di fare non ciò che conviene ma ciò che è necessario, una responsabilità che trova continuità in questo decreto, che oggi siamo a convertire, che ribadisce una linea di prudenza e di prevenzione, di massima attenuazione possibile delle conseguenze della pandemia, con scelte di rigore la cui necessità è resa ancora più evidente dalla situazione drammatica di evoluzione del contagio in essere in queste ore, con una rapida saturazione dei posti letto COVID e un aumento preoccupante dei posti occupati in terapia intensiva. È di ieri l'alert di AGENAS sul superamento della soglia critica di occupazione del 30 per cento.
Nessuno si diverte a chiudere bar, ristoranti, palestre, attività produttive, a istituire zone rosse. Se lo si fa è per evitare che il nostro Paese sia travolto da una nuova ondata pandemica proprio nel momento in cui vediamo la luce in fondo al tunnel. Eppure, Presidente, conviviamo tutti con la consapevolezza che tutti gli sforzi fatti, tutti gli altrettanto enormi sacrifici dei cittadini, la faticosa rinuncia a libertà normali nella vita di ognuno, non sono stati e non sono ancora sufficienti a portarci definitivamente fuori da questo incubo. Un incubo che lungo questo anno ci ha fatto pagare un prezzo altissimo: nei giorni scorsi si è arrivati a 100 mila morti a causa della pandemia da COVID-19, un numero inaccettabile di morti, una tragedia collettiva rispetto alla quale ripropongo qui la proposta del collega Sensi, che ha chiesto al Governo di proclamare una giornata di lutto nazionale per le vittime del COVID (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) con le bandiere a mezz'asta, magari il 18 marzo, Giornata nazionale per le vittime del COVID. Una scelta che certo agisce sul piano simbolico ma che consentirebbe di evitare il rischio che queste storie di vita, di memoria, di costruzione del Paese, prive anche di cerimonie di commiato degne, diventino solo numeri in aumento o in diminuzione, un rischio di disumanizzazione che non possiamo in alcun modo permetterci. Ma quel dato drammatico ci chiede anche di agire ancor di più per fermare questo incubo e, per farlo, servono i vaccini e la gestione del tempo che ci separa dalla cosiddetta immunità di gregge, conseguente dalla vaccinazione di massa. Come sappiamo, la situazione attuale è caratterizzata da ritardi inaccettabili nella fornitura e consegna dei vaccini da parte dei produttori farmaceutici, che limitano oltremodo la possibilità di accelerare la campagna vaccinale. Verrà il tempo - non è questo - per capire che cosa sia successo in sede di sottoscrizione del contratto di fornitura e come si sia potuto produrre tale ritardo. Ciò che invece è necessario fare oggi è massimizzare la capacità di vaccinazione, superando le differenze fra le diverse regioni che si sono prodotte in questi mesi, allargando il numero di siti in cui si vaccina e dedicando ancora di più personale medico e sanitario per questo, facendoci insomma trovare assolutamente pronti nel momento - che finalmente non dovrebbe essere distante -, in cui vi saranno più vaccini a disposizione e andrà conseguentemente moltiplicata la capacità vaccinale messa in campo.
Essere pronti ed efficaci è un dovere etico nei confronti del Paese. Bene, in questo senso, nel decreto, l'implementazione di un'infrastruttura informatica nazionale per la distribuzione delle dosi e il potenziamento dell'anagrafe vaccinale. Ovviamente, a tutto questo sforzo sul piano interno va affiancato e proseguito lo sforzo ulteriore a livello comunitario, per avere la pienezza della fornitura dei vaccini pattuiti e in tempi certi. Avere, dunque, i vaccini, da un lato, e lavorare perché dubbi, paure e diffidenze antiscientifiche non trovino spazio, o meglio, trovino la risposta trasparente delle evidenze scientifiche e di una capacità di comunicarle senza confuse diatribe. In questo senso, Presidente, mi faccia sottolineare una volta di più l'orgoglio per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che nei giorni scorsi, vaccinandosi insieme ad altri cittadini, ha mandato un messaggio di fiducia nella scienza e nelle sue evidenze. Sui vaccini mi preme ribadire qui anche la necessità, che è stata oggetto in questi mesi di risoluzioni, di ordini del giorno e di un impegno comune del Parlamento, non solo oggi - lo dico anche alla collega Bellucci -, che è stato segnalato in modo unanime da tutta l'Aula, di tenere fede all'impegno di dare priorità nella vaccinazione alle persone con disabilità, anche riconsiderando in termini estensivi le disabilità soggette a questa priorità vaccinale, e anche ai loro caregiver, in particolare i caregiver delle persone con disabilità, che per età o patologia non possono vaccinarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ed è di oggi la bella notizia del loro inserimento nella nuova versione delle indicazioni sul Piano vaccini. Non deve essere questo, insomma, un terreno di scontro, ma un impegno condiviso, che pretende risultati concreti e quanto più rapidi possibile.
Nel frattempo, oltre ai vaccini, è necessario gestire la situazione che si sta nuovamente aggravando, con varie aree del Paese in zona rossa, con un'incidenza preoccupante del virus e con una diffusione delle diverse varianti dello stesso, divenute ormai dominanti in varie aree del Paese. All'aumentare del numero dei contagiati cresce il numero degli eventi di replicazione e, con essi, la possibilità che si generino varianti, in grado di affermarsi, in quanto più contagiose, e potenzialmente, sul lungo periodo, di eludere la risposta immunitaria. Questo impone ancor di più e con più urgenza di rallentare la circolazione virale e tenere conto di queste dinamiche evolutive nella programmazione, necessariamente dinamica, della strategia vaccinale. Per farlo è necessario anche affiancare, alle misure di contenimento che questo decreto utilmente ribadisce, una strategia di sorveglianza attiva rafforzata, per evitare un'ancora più rapida diffusione dei ceppi figli delle varianti problematiche, proteggendo l'efficacia del percorso di immunizzazione della popolazione in corso e rafforzando la rapidità di individuazione e contenimento dei focolai di contagio, anche attraverso nuovi e più efficaci sistemi di tracciamento che rafforzino quello esistente. Penso, ad esempio, ad una più incisiva attività di screening e tracciamento nelle scuole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In questo quadro di riflessioni, si inseriscono le valutazioni sulla possibilità di nuove chiusure generalizzate, per contenere l'espandersi del contagio. Anche su questo abbiamo bisogno che ogni valutazione e ogni scelta che si dovesse porre nel prossimo futuro sia strettamente collegata all'evoluzione della situazione epidemiologica del Paese, alle indicazioni della scienza, alla tutela della salute dei cittadini come priorità assoluta e alla possibilità di ampliare concretamente, nella chiusura, la vaccinazione a quanta più gente possibile, producendo un'accelerazione dell'immunizzazione del Paese, e non alla polemica politica tra fautori del rigore e quelli delle aperture.
Infine, non è tema di questo decreto, ma non posso, Presidente, non citarlo, per l'urgenza che rappresenta.
Abbiamo bisogno rapidamente di rieditare gli strumenti di conciliazione fra vita e lavoro, a seguito della nuova chiusura delle scuole in molte zone. Congedi parentali con valenza retroattiva e bonus baby-sitter sono necessità indifferibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), senza le quali si rende estremamente complessa la gestione della quotidianità per milioni di famiglie e di lavoratori con figli.
Insomma, Presidente, davvero concludo. Stiamo combattendo una battaglia ancora oggi molto complessa e difficile. Gli strumenti che questo decreto ribadisce sono strumenti utili ed è giusto confermarli. Insieme, è fondamentale la capacità di dare risposte dinamiche, evolute, anche nuove, ove necessario, all'evoluzione del contagio e al diffondersi delle varianti. Per le ragioni che ho provato a rappresentare, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito democratico a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossana Boldi. Ne ha facoltà.
ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Come promesso, data anche l'ora, cercherò di accorciare il più possibile il mio intervento. Annuncio già che la Lega darà un voto di astensione, perché questo non lo sentiamo come un nostro provvedimento. È l'ultimo provvedimento presentato dal Governo Conte e non è all'insaputa di tutti che noi abbiamo criticato fortemente la gestione della pandemia da parte del Governo Conte.
Abbiamo chiesto un cambio di passo. Il cambio di passo c'è stato, almeno nella scelta del commissario al COVID, nella persona del generale Figliuolo, e nei cambi al vertice della Protezione civile. Certo ci aspettavamo un cambio di passo o di metodo anche per quello che riguarda la legislazione sul COVID, perché eravamo contrari ai DPCM un mese fa e rimaniamo contrari ai DPCM anche oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non ci piacciono. Ci sembrava di aver capito che anche l'attuale Ministro della Giustizia, del nuovo Governo, fosse non proprio portata per i DPCM e mi pareva che avesse addirittura dichiarato che non esiste una legislazione speciale per momenti speciali. Ci aspettavamo, quindi, che si seguisse una strada diversa, anche perché il DPCM non è la programmazione che avevamo chiesto noi: l'emanazione dei DPCM è platealmente il riconoscimento che siamo sempre all'inseguimento e ci lasciamo sempre prendere dalle situazioni di emergenza.
Sono state dette tante cose, moltissime condivisibili, dalla deputata Noja e dal deputato Bagnasco: bisogna vaccinare. Bisogna vaccinare il più possibile e da mesi noi chiediamo un allargamento della platea dei vaccinatori, che è indispensabile. E qui, per favore, basta con questi distinguo! È vero, la vaccinazione è un atto medico però, in emergenza, io credo e spero che il generale Figliuolo farà tutto quello che è possibile per portare chiunque a vaccinare. Ieri il professor Rezza ha detto che con 250 mila vaccinazioni ne avremo ancora per sette-dodici mesi. No, io credo che il professor Rezza si sia sbagliato: noi dobbiamo arrivare a 500 mila vaccinazioni giornaliere e noi nel giro di tre-quattro mesi dobbiamo vaccinare tutta la popolazione o, perlomeno, la maggior parte della popolazione.
Dico ancora una cosa, perché in tutti gli interventi si è parlato solo di profilassi e non si è parlato di cura. Ecco, questo è sbagliato, perché fortunatamente, a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, noi sappiamo che non è ineluttabile che i pazienti finiscano in ospedale: esiste anche la possibilità di curarli a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Esiste la possibilità di curarli a casa con dei protocolli adeguati. Io vengo da una regione, che è la regione Piemonte, dove questi protocolli sono in uso, dove addirittura in alcuni distretti, Ovadese e Acquese, ormai ci sono palesemente situazioni, anche comprovate, di pazienti che sono stati curati a casa; direi, in generale, in tutto l'alessandrino e anche nei distretti Novese, Tortonese e via dicendo. Certo, finché l'AIFA, come il 20 dicembre, emana una circolare in cui dice che bisogna dare soltanto paracetamolo, cioè tachipirina, e stare in vigile attesa, allora, se questo è, rassegniamoci ad avere gli ospedali pieni di gente malata di COVID (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Una cosa, tra l'altro, che è stata smentita dal TAR del Lazio, che ha detto una cosa molto semplice e, cioè, che i medici, in scienza e coscienza, nell'ambito dei farmaci che sono contenuti nel prontuario farmaceutico italiano, possono “ricettare” quello che vogliono; ed è giusto che sia così. Io credo che qui si siano dimenticati, Presidente, i fondamentali di quello che è il rapporto medico-paziente. Quindi, per favore cerchiamo, anche all'interno dell'AIFA, di cambiare passo. Prima, solo cinque dosi si potevano estrarre dalla fialetta, poi sei e, adesso, si dice sette e basta.
Chiusure, e concludo Presidente: io credo che dobbiamo, pur nella prudenza che bisogna usare, praticare e imporre delle chiusure di tipo chirurgico là dove veramente serve (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), altrimenti inutile sarebbe avere tra l'altro istituzionalizzato proprio in questo decreto la suddivisione, la zonizzazione per colori, perché sarebbe come uno smentirsi se facciamo poi tutto uguale dappertutto. Ricordo che ci sono regioni dove addirittura, provincia per provincia, ci sono situazioni diverse e che la gente è allo stremo e che noi riusciremo a far rispettare regole più severe soltanto se la convinciamo che è giusto che sia così, se la ristoriamo con adeguati indennizzi e se diamo l'impressione di essere in grado di curarla e di vaccinarla per prevenire la malattia: o facciamo questo, o la partita è già persa in partenza. Ribadisco il nostro voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ringrazio i deputati che si sono attenuti comunque all'accordo che era stato fatto dai presidenti dei gruppi, tra cui anche, oltre all'onorevole Stumpo, la deputata Boldi.
Ha chiesto di parlare la deputata Angela Ianaro. Prego.
ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Anche io cercherò di essere breve. Esattamente un anno fa, tutta l'Italia diveniva un'unica grande zona rossa, come ci è stato ricordato qualche giorno fa dal Presidente Draghi, ed iniziava un periodo della nostra vita che difficilmente riusciremo a dimenticare. Eravamo spaventati, ci sentivamo inermi di fronte ad un nemico che non conoscevamo, di cui sapevamo poco o nulla. Sapevamo che poteva uccidere ma non avremmo mai immaginato che, in poco più di un anno, si sarebbe portato via più di 100.000 italiani, parenti, amici, genitori, figli, fratelli che non potremo più rivedere. Un nemico che ci ha privato delle nostre libertà, che ci ha impedito di compiere quei piccoli gesti abituali, come abbracciare un amico, stringere una mano, carezzare un volto caro, di cui forse non abbiamo mai sentito tanto la mancanza come in questo momento. Oggi però, dopo solo un anno, sappiamo anche che questo terribile nemico si può sconfiggere; oggi combattiamo questo terribile nemico con un'arma in più: abbiamo il vaccino. Il successo della scienza, onorevoli colleghi, è innegabile. Un anno fa, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare - nemmeno io, che mi onoro di appartenere alla comunità scientifica - che in un lasso di tempo così breve avremmo avuto a disposizione vaccini sicuri ed efficaci e disponibili per una gran parte della popolazione. Il miracolo che è stato compiuto dalla scienza è un miracolo innegabile, ha cambiato profondamente l'approccio terapeutico vaccinale e questo non potrà essere dimenticato. A meno di un anno dall'inizio della pandemia, esattamente il 27 dicembre scorso, in una giornata che è divenuta simbolo dell'unità europea, si è avviata in tutti gli Stati membri dell'Unione la campagna vaccinale, simbolo appunto di una lotta comune contro la pandemia.
Ora però dobbiamo intensificare gli sforzi, dobbiamo accelerare la produzione e la distribuzione dei vaccini, dobbiamo velocizzare l'autorizzazione dei vaccini, senza però mai venire meno a quel fondamentale principio di sicurezza ed efficacia che è stato finora uno standard fondamentale per tutti quanti gli enti regolatori, come L'EMA, per quello che riguarda la Comunità europea, e l'Aifa per ciò che riguarda il nostro Paese, perché noi abbiamo una responsabilità enorme. Non è importante che trascorrano una settimana o due settimane o più prima dell'autorizzazione del vaccino: ciò che è fondamentale è che i vaccini siano sicuri, siano efficaci e siano presentati agli enti regolatori tutti quanti i dossier relativi all'efficacia e alla sicurezza dei vaccini, perché ne va, non soltanto della salute dei cittadini, ma soprattutto abbiamo una responsabilità enorme affinché non si diffonda ulteriormente quel sentimento di diffidenza nei confronti della vaccinazione, quello che nel mondo anglosassone viene definito vaccine hesitancy che purtroppo è ancora troppo, troppo diffuso nel nostro Paese. Per contro, non possiamo ammettere ritardi nella consegna dei vaccini, dobbiamo fare in modo che le case farmaceutiche produttrici dei sieri mantengano fede agli impegni presi, nei termini di consegna contrattuali, come è stato del resto chiesto a gran voce dai diversi Capi di Stato e di Governo europei in occasione dello scorso Consiglio europeo straordinario. A tal fine devono essere messe in atto tutte le strategie necessarie per poter raggiungere questo obiettivo: implementare la produzione, consentire il trasferimento tecnologico, implementare la ricerca e lo sviluppo di nuovi vaccini e anche, nel caso, ricorrere a interventi più estremi, come ad esempio il blocco dell'export dei vaccini o anche la sospensione temporanea dei brevetti, come è stato richiesto dall'Organizzazione mondiale della sanità, ma come è stato già richiesto dal MoVimento 5 Stelle in una mozione che abbiamo presentato.
Dobbiamo evitare il diffondersi delle varianti, dobbiamo intercettarle prima: la Commissione europea ha varato un piano di preparazione alla difesa biologica contro le varianti da SARS-CoV-2, denominato Hera Incubator, che lavorerà proprio per individuare le nuove varianti e per implementare e incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi vaccini. Sono stati stanziati 75 milioni di euro per poter raggiungere un obiettivo importante, che è il sequenziamento del genoma nei test positivi, nell'ordine del 5 per cento. Il nostro Paese è ancora lontano da questo obiettivo, ma dobbiamo impegnarci affinché questo si realizzi. L'approccio comune dunque è la strada che abbiamo intrapreso e sulla quale dobbiamo proseguire per lottare contro questa pandemia. Dibattiti ideologici e inspiegabili appelli sovranisti vanno tenuti fuori dal campo, perché non è questo il momento di dividerci, perché nessuno si salverà da solo in questa battaglia contro questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Alcuni errori sono stati commessi - è vero - ma è da lì che bisogna ripartire per pensare al futuro e vincere la pandemia. Concludo, Presidente. Siamo sulla strada giusta per uscire da questa tragedia, che ha provocato la perdita di vite umane e messo in ginocchio le nostre economie. Non ha risparmiato nessuno, non ha risparmiato i nostri bambini, i nostri ragazzi, quelli che consideriamo la prima linea nella guerra contro questa pandemia, costretti a studiare a casa, a rinunciare alla loro socialità, a trascorrere intere giornate davanti ad un video, con gravi ripercussioni sulla loro sfera emotiva e relazionale. Non ha risparmiato tante categorie professionali, che soffrono le conseguenze delle chiusure dolorose, ma decisive per contenere la curva epidemiologica. Il disagio sociale e la crisi economica provocati dalla pandemia rappresentano una priorità su cui il Governo sta facendo fronte con tutte le risorse a disposizione.
Stiamo percorrendo l'ultimo miglio che ci separa dalla vittoria, e dobbiamo continuare con tutte le forze che abbiamo per restare uniti lungo la via europea, con lo stesso spirito di solidarietà che ci ha contraddistinto finora, con coraggio, con determinazione, non soltanto per affrontare le difficoltà quotidiane, ma per avviare una reale e duratura rinascita del nostro Paese. Lo dobbiamo a noi che siamo qui oggi, lo dobbiamo a chi non c'è più ma lo dobbiamo, soprattutto, a chi ci sarà domani: le nostre prossime generazioni ed è per questo, Presidente, che annuncio il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Non posso fare a meno di rilevare che, comunque, siamo giunti alle ore 13,50, ora quasi 13,55, a fronte di un accordo tra i capigruppo che prevedeva, comunque, la conclusione dei nostri lavori entro le ore 13 o 13,15. Quindi, io penso che, visto che ci siamo tutti, che la prossima volta sarà più serio che i Presidenti dei gruppi e i loro delegati si diano e diano all'Aula delle garanzie. Io non ho il potere di intervenire perentoriamente, però ho il dovere di far rispettare quelle regole che sovrintendono alla salvaguardia della salute dei colleghi deputati e del personale che ci assiste (Applausi). Noi abbiamo il dovere di procedere all'applicazione dei protocolli che tutti conosciamo, di fare la sanificazione, di areare l'Aula e quant'altro. Abbiamo dovuto aprire finestre, portoni. Fortunatamente, l'Aula non era stracolma e quindi non c'era la fattispecie dell'assembramento, però la prossima volta, quando si prendono degli accordi è opportuno che vengano rispettati, per dovere, diciamo così, nei confronti di tutti (Applausi).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2921?)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2921: S. 2066 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 13).
Sospendiamo a questo punto la seduta per procedere alla sanificazione dell'Aula. La seduta è sospesa riprenderà alle 15,30.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,30.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Ceccanti, Colucci, Comaroli, Corda, Davide Crippa, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Fassino, Ferri, Gebhard, Giachetti, Lorefice, Magi, Perantoni, Silli, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che la deputata Eva Avossa, proclamata in data 11 marzo 2021, ha dichiarato, con lettera pervenuta in pari data, di aderire al gruppo Partito Democratico.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la collega Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Intervengo sull'ordine dei lavori. Come avevo preannunciato al Presidente Fico, avrei preso la parola ogni settimana fintanto che non fosse stato dato avvio alla Commissione di inchiesta sugli affidi e le case famiglia per denunciare la totale assenza da parte delle istituzioni, di questo Governo e di questa maggioranza rispetto alla tutela di quei bambini più fragili. Sono 225 giorni di attesa sulla pelle dei bambini; bambini che sono in estrema difficoltà, allontanati dai propri genitori, come racconta l'estrema difficoltà dei bambini che, a Massa Carrara, nella casa famiglia hanno subito maltrattamenti e abusi, come raccontano i fatti e le richieste d'aiuto di quei quattro fratellini di Cuneo che da oltre un anno sono stati separati, come racconta la disperazione del papà di Violetta. Storie come questa che chiedono che le istituzioni intervengano subito, e invece siamo ancora qui ad aspettare.
E allora mantengo la mia promessa: richiamo quindi questo Parlamento, richiamo l'Ufficio di Presidenza, richiamo anche lei, Presidente, a potersi far carico di dare tempestivo avvio alla Commissione d'inchiesta sugli affidi e le case famiglia.
Duecentoventicinque giorni di attesa non sono giustificabili, non sono tollerabili. Questo era lo strumento che il Parlamento pensava necessario per tutelare i bambini. E allora questo provvedimento deve diventare realtà subito, basta aspettare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Collega, la Presidenza prende atto (La deputata Bellucci espone un cartello recante la scritta: “225 giorni di attesa sulla pelle dei bambini. Subito avvio Commissione inchiesta affidi e case famiglia”)… collega, le chiedo di abbassare il cartello. Collega, le chiedo di abbassare il cartello, per cortesia. Collega, non mi faccia chiedere agli assistenti parlamentari di intervenire.
Collega, le dicevo che la Presidenza prende atto delle sue sollecitazioni e, ovviamente, comunicherò le sue osservazioni al Presidente della Camera.
Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare: Rizzetto ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi (Doc. XXII, n. 37-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 37-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.
Ricordo che nella seduta dell'8 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di inchiesta parlamentare.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che fuori dalla seduta l'unico emendamento presentato, Trano 3.1, è stato ritirato dal presentatore.
(Esame dell'articolo 1 - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
(Esame dell'articolo 2 - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
(Esame dell'articolo 3 - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
(Esame dell'articolo 4 - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
(Esame dell'articolo 5 - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
(Dichiarazioni di voto finale - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà. Se il collega Tasso non è presente, si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Ermellino. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Colleghi, mi sembra superfluo ribadire quanto già espresso negli interventi che ci sono stati durante la discussione generale, dei colleghi che mi hanno anche preceduto e cioè che con l'istituzione di questa Commissione d'inchiesta non si intende certo sostituire l'autorità giudiziaria, né tantomeno dare adito a sommari processi mediatici o a conclusioni sbrigative da dare in pasto ai cittadini, senza che poi si arrivi a fare un minimo di chiarezza su quanto realmente accaduto; circostanze che, troppo spesso, accompagnano l'attività di questi organismi parlamentari. Tuttavia, è un bene che la politica intervenga e favorisca un tentativo di accertamento della verità il più possibile efficace, quando occorre una tragedia simile; un evento drammatico che coinvolge non soltanto un uomo, ma una comunità nel suo insieme, una città intera, un istituto bancario storico e un sistema di anticorpi e di vigilanza finanziaria che, in diverse occasioni, hanno dimostrato scarsa trasparenza, negligenza, se non, in alcuni casi, addirittura malafede.
Bisogna intervenire anche quando la verità giudiziaria, che sempre va accettata e rispettata, non appare, però, tanto limpida da dissipare ogni ragionevole dubbio. I colleghi che mi hanno preceduto in discussione generale hanno già parlato di questi dubbi, che le sentenze sul caso in effetti non sono state capaci di estinguere; si è fatto riferimento alle omissioni, ai reperti spariti, agli esami autoptici controversi e alle perizie discutibili, alla gestione sommaria della scena del crimine, ai ritardi e ai possibili depistaggi e ostacoli posti alle indagini; e sarà bene, anzi necessario, che su tutto ciò sia fatta luce, certamente. Ma il punto è un altro, colleghi, perché ammesso e non concesso - e ripeto, non concesso - che la morte del dottor Rossi sia avvenuta a seguito di un'azione suicida, sarebbe comunque opportuno indagare su cosa abbia spinto quel manager a un simile gesto. Questo perché David Rossi non era solo un direttore della comunicazione capace, David Rossi era parte integrante e attiva di quel groviglio, infelicemente definito da qualcuno armonioso, che abbracciava, penetrandone ogni vicolo, una splendida città come quella di Siena. Rossi questo groviglio lo conosceva bene perché ci viveva dentro: prima di arrivare in Monte dei Paschi, era stato, infatti, portavoce del sindaco Pierluigi Piccini, poi dal 2001 lo troviamo al fianco di Giuseppe Mussari della Fondazione MPS, azionista di riferimento della banca, e sarà lo stesso ex presidente di ABI a volerlo, infine, a capo delle relazioni pubbliche di Rocca Salimbeni. A nessuno sfugge che, in questo considerevole arco di tempo, si è consumata una delle più complesse e intricate vicende finanziarie del Paese, costata miliardi al sistema bancario e a moltissimi piccoli azionisti, ingannati dal management della banca e vittime inconsapevoli delle spericolate azioni iniziate con la gestione dei derivati Santorini e Alexandria. E che Rossi fosse a conoscenza di informazioni rilevanti è confermato da numerose circostanze: le parole del fratello Ranieri, ad esempio, al quale aveva confidato di poter ricostruire l'intera vicenda della banca davanti all'autorità giudiziaria; oppure nelle mail inviate all'allora amministratore delegato dell'Istituto, Fabrizio Viola, nelle quali, sentendosi ormai escluso dalle informazioni sensibili a disposizione dei vertici della banca, comunicava l'intenzione di voler parlare con i magistrati. È chiaro, quindi, che Rossi sapesse qualcosa di cui non siamo ancora a conoscenza. E quando qualcuno che sa, muore in circostanze non chiare, vale sempre la pena di indagare.
È perciò mia personale convinzione che istituire una Commissione d'inchiesta sul caso sia l'ultima chance per restituire dignità alla politica, al nostro sistema bancario, agli azionisti truffati e alla famiglia di Rossi, che non si è mai arresa al racconto di un suicidio, che, francamente, è davvero poco convincente. Per questo, annuncio il voto favorevole del gruppo Centro Democratico all'istituzione di questa Commissione d'inchiesta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alvise Maniero. Ne ha facoltà.
ALVISE MANIERO (MISTO-L'A.C'È). Allora, Presidente, noi ci apprestiamo a dare il via a questa Commissione d'inchiesta. Ritengo che, quando vogliamo agire nell'interesse dei nostri cittadini e, in generale, di questa nostra Repubblica, le domande che ci servono non sono quelle comode, non sono quelle che vengono accolte con favore e non sono quelle che suppongono delle risposte pacifiche. Quelle che ci serviranno, temo, siano le altre, sono le domande che spesso vengono dissuase dall'essere fatte, sono domande che, probabilmente, non aiutano neanche le carriere di chi le fa; e sono domande che, apparentemente, creano più problemi di quelli che risolvono. Eppure, la speranza di fare qualcosa di utile passa proprio per quelle domande e per il coraggio di continuare a farle. La morte di David Rossi non avviene in un momento casuale.
David Rossi, in quel momento, stava lavorando in una posizione molto rilevante e molto sensibile nell'istituto bancario più antico del mondo che, in quegli anni, rilevava un particolare ambiente, in cui, oggettivamente, era veramente difficile che alcune verità emergessero. Io sento doveroso ricordare uno di quegli elementi dell'ambiente in cui il dottor Rossi stava lavorando quando è morto: lo dico, non userò mai la parola “suicidio”.
Ecco, in quegli anni, io lo ricordo, tra i tanti eventi, c'era un'inesplicabile capacità di Monte dei Paschi Siena di continuare ad approvare bilanci con dati falsi. Una di queste operazioni, che poi molto dopo è stata accertata dalla magistratura, riguarda le due operazioni “Alexandria” e “Santorini”, tristemente note. La loro dimensione dice molto: 5 miliardi di euro in operazioni di derivati, mascherate dal 2008 fino al 2015, addirittura, ben dopo la morte di David Rossi, che Consob non riusciva a riconoscere come tali, come derivati, in quanto venivano registrati come titoli di Stato. E la cosa inesplicabile è che questa verità faticava ad essere riconosciuta dall'ente di controllo competente, Consob, nonostante 17 esposti, nonostante 8 ispettori di Banca d'Italia e i loro rapporti, nonostante la dichiarazione delle banche controparti, Deutsche Bank e Nomura, che confermavano si trattasse di derivati; nonostante un parere di Banca d'Italia, nonostante l'espressione dell'ente di controllo competente tedesco, il BaFin, e nonostante dichiarazioni pubbliche della BCE. Ecco, solo dopo il 2015, Consob ammette che si tratti di derivati, come tutti gli altri dicevano.
Ho citato questo caso perché mi ha ricordato la difficoltà con cui pare la verità riesca ad emergere anche riguardo a quanto è successo sconfortantemente riguardo alla morte di David Rossi. Le indagini che sono seguite io credo che abbiano creato più domande di quelle che hanno risolto. Risultano una mezza dozzina di fazzoletti intrisi di sangue che sono stati distrutti dal magistrato che seguiva le prime indagini; una dozzina di video delle telecamere di sorveglianza mai acquisiti; un ritardo o, non si sa, un'incapacità di acquisire altri dati relativi alle celle telefoniche dell'area coinvolta, così protratto da rendere impossibile il recupero finale di questi dati; una caduta molto, molto insolita, in cui tecnici specifici, di cui anche, peraltro, rappresentanti dell'Arma, hanno rilevato che il corpo di David Rossi riportava percosse ricevute precedentemente alla caduta; tra le altre cose e, non infine, il suo orologio, mancante del suo corpo, che vola da quella finestra, da quel palazzo, venti minuti dopo che David Rossi, diciamo, ne è caduto, usiamo questo eufemismo.
Ecco, questa difficoltà mi convince che questa è una Commissione nella quale sia necessario augurare alle colleghe e ai colleghi che ne faranno parte tutto il coraggio necessario a procedere con quelle domande e a non tirarsi indietro, perché evidentemente questa cosa non è chiarita e non si può licenziare come un suicidio. Grazie mille. Dichiaro il voto favorevole del gruppo L'Alternativa c'è.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Sulla Commissione di inchiesta, sul suo ruolo, le sue funzioni, a lungo si è interrogata la scienza giuridica italiana e credo che attorno al potere di inchiesta del Parlamento sia giusta una riflessione, che in qualche modo, ovviamente, ricade sull'oggetto che oggi dobbiamo verificare. Per ragioni di tempo non lo approfondirò, ma credo che questo debba essere un momento che aiuti a comprendere il giusto ruolo delle Commissioni di inchiesta che sono proposte dal Parlamento. È necessario che attorno alla Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi, siano definiti con chiarezza perimetro e obiettivi dell'azione. I promotori, nella relazione, indicano come obiettivo - cito – “la necessità di fare chiarezza sui fatti connessi alla morte di David Rossi, che restano ignoti e oscuri, innanzitutto, a causa della lacunosa attività di indagine svolta dalla procura di Siena, caratterizzata da reperti non analizzati e distrutti, elementi fondamentali per l'accertamento dei fatti non acquisiti, omesse audizioni di testimoni, informazioni non veritiere in atti giudiziari”.
Se ci fermassimo a questa impostazione, risulta del tutto evidente che non è più chiaro il motivo dell'inchiesta: è un'inchiesta sulla morte di David Rossi o sull'operato della magistratura, che su quella morte ha indagato e poi ha archiviato ben due volte il caso come un suicidio, quindi con una vicenda dolorosa e privata?
Io credo che sia del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una situazione molto delicata. Occorre, quindi, individuare con precisione l'interesse pubblico, indicato dalla Costituzione all'articolo 82, per un'inchiesta sulla morte di Rossi, che, allo stato, va rubricata come un suicidio, anche se molti, a partire dai familiari, ipotizzano un omicidio. Può esserci - e questa è la domanda, l'interrogativo - l'interesse pubblico se si inserisce quella tragica morte dentro una vicenda sociale, economica e politica di grande rilevanza storica. A nostro giudizio, quindi, bisogna allargare lo sguardo e bisogna che emerga con forza l'interesse pubblico. Per questo, il nostro voto sarà favorevole all'interno di questi limiti e con questo invito a chi, poi, comporrà la Commissione.
Questo è l'auspicio: che, quindi, si guardi con forza all'interesse pubblico di questa Commissione di inchiesta, per fare luce su una situazione, su un tema di carattere generale, che ha avuto rilevanti ripercussioni di tipo storico, economico e sociale non solo sulla città di Siena, non solo sulla regione Toscana, ma sull'intero Paese. Se il perimetro sarà questo, il lavoro che andremo a fare, che andranno a fare i commissari, potrà avere un'utilità e un senso di profondo servizio. Per queste ragioni, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Intanto voglio sottolineare come questa proposta di inchiesta parlamentare porta la firma anche, sin dall'inizio, del gruppo parlamentare di Italia Viva. Infatti, tra i firmatari c'è l'onorevole Luciano Nobili, che ringrazio perché, insieme a tutto il gruppo, sin dall'inizio si è impegnato nella ricerca dell'approvazione di questa legge, che riteniamo fondamentale. Una Commissione di inchiesta importante e devo dire anche che le votazioni che ci sono state e la discussione generale confermano la volontà di arrivare alla verità e di lavorare tutti insieme. Questo è fondamentale. A proposito del testo, mi voglio soffermare solo su un punto, perché il punto che è emerso sia nella discussione generale che nel dibattito di questo pomeriggio e che riguarda il rapporto tra la Commissione di inchiesta parlamentare. Ce ne sono tantissime istituite, sia bicamerali che monocamerali e qui parliamo di una Commissione monocamerale, ma c'è sempre il tema dell'articolo 82 della Costituzione, cioè del rapporto tra Commissione di inchiesta e autorità giudiziaria. Come sapete meglio di me, con l'articolo 82 si riconoscono gli stessi poteri all'autorità giudiziaria, ma c'è il principio del parallelismo e, quindi, il confine è nel cercare di lavorare e trovare quella verità, che penso che sia fondamentale. Nel testo, proprio all'articolo 1, voglio rileggere la lettera c) di questo articolo, perché dà la linea del lavoro della Commissione, oltre alle altre norme, che è quella proprio di “verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano cagionato o cagionino ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla morte di David Rossi”.
Questo è un passaggio importante, perché la Commissione di inchiesta deve vedere quello che non è emerso durante le indagini e cercare degli elementi ulteriori; deve rivedere, rileggere anche le inchieste giornalistiche, ampliare e cercare con quei poteri tipici dell'autorità giudiziaria di arrivare a quella verità che chiedono la moglie di David Rossi, la figlia di David Rossi, ma che chiede tutta la comunità di Siena (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), che soffre su questa morte, che ha lasciato una comunità davvero con un grande dolore. Allora, questa verità come si può cercare?
La direzione giusta, secondo me, deve essere quella di curare certamente degli elementi, che potranno essere anche rivisti, già emersi nei due decreti di archiviazione che hanno portato poi, come sapete, ad archiviare per ben due volte le indagini dal punto di vista penale. Quindi, certamente la Commissione potrà anche rivalutare la perizia medico-legale della dottoressa Cattaneo, di cui ha parlato già l'onorevole Ungaro in discussione generale, il particolare dell'orologio e tanti elementi emersi che possono comunque essere rivalutati dalla Commissione di inchiesta. Ma c'è un punto importante che lega questo grandissimo dolore e questa perdita di David Rossi che chi frequentava il mondo bancario e la comunità di Siena riconosce come un personaggio e una persona preparata, capace, anche una figura chiave, anche custode di molti segreti e comunque a conoscenza di tanti passaggi, anche di trasformazione, della banca che stava diventando un istituto sempre più importante, con tutta la politica che stava portando in essere. Però oggi, necessariamente e inevitabilmente, secondo me, la Commissione d'inchiesta deve ritoccare questo punto, questi rapporti e il ruolo di David Rossi dentro il Monte dei Paschi di Siena. È noto, perché emerge dagli atti ed è un elemento noto, anche il tema dell'acquisto di crediti strutturati, ricordo Alexandria e Santorini, che poi nei bilanci, da quello che emerge, vengono indicati come BTP. Allora, ecco, è fondamentale capire se questi passaggi, queste circostanze che sono emerse abbiano dei collegamenti. Quindi, questo noi chiediamo e penso che la Commissione d'inchiesta debba anche coordinarsi con la Commissione delle banche, già istituita. Quindi, ritengo possa esserci, secondo me, una collaborazione. Lo dico anche a chi fa parte della Commissione d'inchiesta sulle banche perché la Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi può fornire degli elementi utili anche all'attività svolta da un'altra Commissione d'inchiesta. Questo vuol dire collaborare e davvero far svolgere al Parlamento uno dei ruoli più importanti quando si lavora per la verità, quando si aiutano sia la magistratura sia i cittadini a capire che cosa sia successo, a rileggere episodi dolorosi e drammatici come quella che può essere la scomparsa di un familiare, per i familiari, e per la comunità.
David Rossi aveva un ruolo importante anche nell'attività senese dal punto di vista culturale - era in una fondazione - e la banca è sempre stata il cuore della città. Tra l'altro, è un momento in cui si parla molto, anche attualmente, del futuro del Monte dei Paschi di Siena e ci sono tante iniziative del consiglio regionale Toscana. Voglio citare, tra le altre, le iniziative portate avanti dal nostro consigliere regionale Scaramelli, sempre sul futuro della banca. Ma c'è un collegamento forte perché il vero obiettivo di questa Commissione deve essere quello di fare emergere questi segreti, perché i segreti ci sono necessariamente, rivedere il ruolo che aveva avuto David Rossi in questo istituto bancario e dare una risposta che sia la più trasparente e la più chiara. Faremo bene non solo a dare una verità e a consegnarla ai familiari, ma anche a capire tanti passaggi, tanti temi che possono aiutare - si parla, appunto, di sistema bancario, di vigilanza, di trasparenza - a ripercorrere aspetti fondamentali, tra l'altro, in un momento in cui la nostra economia ha bisogno di risposte concrete.
Quindi, dalla verità sulla morte di David Rossi possiamo davvero dimostrare di dare una forza incisiva ed efficace alle Commissioni d'inchiesta. Per questo noi voteremo con convinzione per l'istituzione di questa Commissione e porteremo il nostro contributo con equilibrio, con buon senso, ma anche con grande determinazione perché quando la stella polare è la verità non bisogna mai avere paura, ma seguirla sempre con grande efficacia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, la ringrazio. Aldo Natalini, il PM dell'inchiesta all'epoca, intervistato da Le Iene, della trasmissione televisiva Le Iene, disse: io, da cittadino, mi farei le stesse domande. David Rossi, Presidente, muore in piena tempesta Montepaschi Siena. Solitamente, quando si è in mare in piena tempesta, le persone tendono a salvarsi, non tendono a buttarsi dalla barca; tendono a salvare se stesse. David Rossi non lo fa, evidentemente, secondo le procure, visti i casi anche di archiviazione. In quel momento, David Rossi lancia un grido di dolore. In quelle ore prima della sua morte, David Rossi lancia un grido di dolore e lo fa via mail, lo fa secondo gli strumenti che lui, da comunicatore, conosceva evidentemente meglio. L'ex sindaco Piccini parla, anche in quel momento, ad una trasmissione televisiva dicendo: David Rossi, ad un certo punto fa un errore storico, che sarebbe stato quello di voler parlare di quanto accadeva. Errore storico.
David Rossi sembra che si vada a suicidare dopo che aveva sentito la moglie, Antonella Tognazzi, e le aveva detto: vengo questa sera a farti un'iniezione. David Rossi si suicida dopo che aveva sentito, poco prima, la madre e aveva detto: vengo a prendere qualcosa per cena lì da te. Dopodiché, David Rossi, secondo alcuni, si suicida.
Perché, Presidente, sottosegretario, Montepaschi Siena, ad esempio, non ha aperto immediatamente un'inchiesta sulle percosse che David Rossi ha subito poco prima della sua morte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché è chiaro che David Rossi, poco prima della sua morte, è stato picchiato. Monte dei Paschi di Siena non apre un'inchiesta.
Vede, la Commissione d'inchiesta che oggi, trasversalmente, e vi ringrazio, andremo a votare è una vittoria, Presidente, una bella pagina di questo di questo Parlamento, di tutto il Parlamento, tutti assieme, assieme chiaramente alla moglie, Antonella Tognazzi, e a Carolina Orlandi. Nessun tabulato telefonico controllato nella zona, vestiti mai analizzati, né sequestrati, esami istologico sulle ferite e del DNA mai eseguiti, fazzoletti sporchi di sangue distrutti prima di essere analizzati, telecamere che non sono state controllate tutte (se non ricordo male una su nove), immagini probabilmente tagliate, le immagini, che tutti voi avete visto, della caduta, figure che si affacciano in quel vicolo, guardando David Rossi steso a terra agonizzante e che non fanno nulla, al telefono. Basta? Queste cose bastano? Questi elementi bastano a chi vuole derubricare tutto come normale? Bastano, questi elementi, per poter mandare a quel paese e al diavolo le persone che, anche in questi due anni, mi hanno battuto una pacca sulla spalla dicendo lascia stare perché tanto David Rossi si è ucciso? Probabilmente dovrebbero bastare.
La paura, Presidente, non ha l'abitudine di dire la verità perché di verità stiamo parlando. Ventidue minuti di agonia prima di morire, dopo la caduta, 22 minuti di agonia che sono la sofferenza del peso di quanto David Rossi si stava portando dentro. Un peso evidentemente insostenibile, un peso di cui avrebbe voluto liberarsi, ma non ce l'ha fatta.
Carolina Orlandi scrive, nel suo libro: come si vive sapendo di non poter sapere? Come si vive? Me lo sono chiesto anch'io leggendo quelle righe. L'unica risposta ancora possibile, credibile, ebbene, colleghi, siamo noi. Questa è la risposta alla domanda di Carolina Orlandi.
Noi che come Parlamento e come Commissione d'inchiesta non saremo giudici, non saremo PM, non saremo avvocati, chiaramente ringraziando gli avvocati della famiglia per quanto fatto sino ad oggi, ma saremo parlamentari e cittadini che richiedono la verità su un argomento e su una vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, Presidente, per l'idea che mi sono fatto io, di verità nascoste ne ha ancora molte.
In Italia, Presidente, quanto bisogno abbiamo di verità, non soltanto per David Rossi; io chiaramente ringrazio i colleghi di Fratelli d'Italia, in primis il collega Lollobrigida, capogruppo, che ha sollecitato la capigruppo molto spesso a calendarizzare la mia proposta di Commissione d'inchiesta, il collega Osnato, relatore, il collega Marattin, il collega Trano, il presidente della Commissione giustizia, tutti coloro che hanno messo un pezzettino della loro esperienza parlamentare per poter arrivare ad istituire una Commissione d'inchiesta.
Ringrazio e tutti noi ringraziamo effettivamente coloro che si sono dati molto da fare per poter riportare alla ribalta questo caso, le trasmissioni Le Iene, Report, Quarto Grado, con il giornalista Pierangelo Maurizio, Davide Vecchi, tra i primi ad occuparsene assieme anche ai mezzi, chiaramente, di comunicazione a Siena, la giornalista Scarcella, il giornalista Giovanni Terzi che, circa dieci giorni fa, ha fatto un pezzo splendido su Il Tempo, proprio per cercare di sollecitare la politica a fare qualcosa, a ricercare la verità. Perché, come prima ricordavo, Presidente, l'Italia è un Paese che ha bisogno di verità e queste verità dovrebbero essere scovate, dovrebbero essere urlate per Giulio Regeni, per Marco Pantani, per Chico Forti, che fortunatamente è ancora in vita e che deve ritornare in Italia, per Giovanni Falcone, per Paolo Borsellino e, chiaramente, per David Rossi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste sono le verità che il Parlamento deve andare a ricercare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Chiudo, visti i tempi contingentati. La verità su David Rossi non soltanto è stata violata con delle falsità volte al più becero gossip, e noi ci allontaniamo da tutto questo, ma è stata oltraggiata dal silenzio di alcuni, purtroppo. Il nostro sostegno trasversale sarà la migliore risposta per chi ancora crede nella politica, nel Parlamento, per chi ancora si fa delle domande. E il nostro sostegno, cari colleghi, ringraziandovi ulteriormente ed ancora una volta, sarà garanzia per Antonella Tognazzi, per Carolina Orlandi, per la famiglia di David. Buon lavoro a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guido Germano Pettarin. Ne ha facoltà.
GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente, ringrazio i colleghi e le colleghe. È molto importante il momento che ora stiamo vivendo: la decisione che viene sottoposta all'Aula di istituire questa Commissione di garanzia.
Era il 6 di marzo del 2013 quando David Rossi volò dalla finestra, lui che era il capo della comunicazione di MPS. I problemi di date non sono occasionali: nel 1492, tutti quanti voi sapete che viene scoperta l'America e Monte dei Paschi di Siena viene fondata nel 1472, vent'anni prima; non è una banca qualsiasi, Monte dei Paschi di Siena non è un soggetto qualunque. Monte dei Paschi di Siena attraversa la storia millenaria della nostra Nazione, fa in modo di permeare di sé una Nazione, un locus, un territorio e, in grossa parte, con le proprie attività, in molti momenti, l'Europa.
Monte dei Paschi di Siena nel 1990 fa parte di quel contesto bancario, a cui appartenevano anche le Casse di risparmio, che viene definito da Amato, che è colui che redige la famosa legge Amato, la “foresta pietrificata”; viene spaccata in due: da una parte, la banca e, dall'altra parte, la fondazione, Fondazione MPS, che, come le fondazioni naturalmente diffuse sul territorio nazionale, diventa ancor di più protagonista del proprio territorio fino a creare un vero e proprio sistema, quello che è stato più volte chiamato il “sistema senese”.
Non si può dimenticare quello che c'è sullo sfondo della vicenda drammatica e dolorosissima di David Rossi. È del 19 gennaio di quest'anno la notizia che al tribunale di Genova è stata accolta la richiesta dei PM di archiviazione dell'inchiesta per abuso d'ufficio e favoreggiamento della prostituzione che era stata riaperta di fronte al tribunale di Genova per questioni legate alle competenze territoriali e ai conflitti d'interesse dopo degli importanti reportage televisivi che avevano riaperto le indagini, perché questa non è la prima archiviazione che incontriamo in questa vicenda.
Tante archiviazioni, troppe archiviazioni, necessità di verità, necessità di chiarezza? Assolutamente sì. Necessità di chiarezza in un contesto, in una vicenda che, dal 2011, quindi due anni prima di ciò che accadde a David Rossi, comincia ad accumulare una montagna di perdite, mettendo in difficoltà la più antica e, io mi sento di dire, la più importante banca della Nazione italiana in un iter dolorosissimo che sta continuando anche in questo momento.
È di questo che noi dobbiamo tenere conto, ma è da questo che dobbiamo stare attenti a non farci deviare, perché la nostra attenzione sarà su David Rossi, su ciò che a lui è accaduto, su quella che è la vicenda che lo ha colpito e insieme con lui i suoi cari, la sua famiglia, ed è lì che dovremo andare a incidere con la Commissione d'inchiesta.
Il massimo del rispetto per la magistratura, per le magistrature che si sono succedute nel tempo; noi non siamo dei magistrati quando facciamo questo tipo di attività, siamo nel contempo qualcosa in più e qualcosa in meno e confido che il nostro essere qualcosa in più possa, anche in questa occasione, aiutare sulla via di verità che vogliamo e dobbiamo percorrere.
In questo momento c'è un'altra Commissione d'inchiesta che il collega Rizzetto ha appena citato, nella quale cerchiamo di fare luce, di chiedere verità e giustizia, nella fattispecie per Giulio Regeni. Anche qui dovremo muoverci con quel tipo di obiettivo, dobbiamo pretendere verità e giustizia per David Rossi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gian Mario Fragomeli. Ne ha facoltà.
GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. I colleghi sono già entrati nel merito della questione esplicitando le ragioni della costituzione della Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi.
L'interesse diffuso tra le forze politiche parlamentari ha caratterizzato la calendarizzazione di questo interesse e il conseguente esercizio di questo potere di indagine, come previsto dall'articolo 82 della Costituzione. Noi, come Partito Democratico, non abbiamo ostruito la sopracitata diffusa richiesta, pur verificandone il carattere singolare e poco rinveniente nella prassi parlamentare e confidiamo che la ratio sia incardinata in un percorso di trasparente indagine parlamentare e non in uno strumento di proliferazione del dato a fini meramente strumentali.
Venendo al corpo testuale della proposta di legge, noi abbiamo contribuito, in Commissione congiunta finanze e giustizia, ad una stesura equilibrata, in piena assonanza con la giurisprudenza della Corte costituzionale, in particolar modo con la sentenza n. 231 del 1975, dalla quale emerge l'indefettibile passaggio chiave sulle finalità delle Commissioni d'inchiesta che devono nettamente differenziare la loro istruttoria rispetto a quella promossa dall'autorità giudiziaria. Siamo lontani da interpretazioni machiavelliche, perché sono i mezzi a giustificare i fini. Infatti, la funzione delle Commissioni parlamentari d'inchiesta non è minimamente ascrivibile all'esercizio del giudicare, ma è indirizzata alla raccolta di notizie, di atti connessi all'attività istituzionalmente riconosciuta alle Camere.
A tal proposito, i verbali, le relazioni conclusive delle Commissioni d'inchiesta non hanno un effetto cogente o di rango normativo, ma consegnano all'Assemblea parlamentare tutti gli elementi utili per deliberare una linea di condotta, anche attraverso misure dirette legislative, così come indirizzi al Governo. L'attività di inchiesta rientra, insomma, nella più puntuale nozione della funzione ispettiva delle Camere, originata da cause politiche e con obiettivi del medesimo carattere.
L'attività d'inchiesta è distante dal presupporre l'accertamento di reati e connesse responsabilità di ordine penale, che travalicherebbero la sfera di attribuzione del potere giurisdizionale.
In passato più volte è accaduto in quest'Aula, per motivazioni differenti, con valutazioni diverse tra le forze politiche, che si siano lamentate invasioni di campo del potere legislativo rispetto a quello giudiziario. Alla stessa stregua, merita la dovuta valenza autonoma il costituendo potere d'inchiesta rispetto alla verità giudiziaria. In questo solco delimitativo e nella piena rispondenza dei precetti costituzionali dell'articolo 82, la Commissione potrà agire e produrre risultati. A questo fine esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie Presidente. Siena è una città come non ve ne sono al mondo. All'interno delle sue mura i secoli si sovrappongono l'uno con l'altro, in forme e bellezza che non hanno eguali. Quando si entra a Siena, da Porta Camollia, c'è una scritta sopra la porta che dice: Cor magis tibi Sena pandit, vale a dire: “Siena ti apre un cuore più grande”, intendendo di questa porta (ed è così). Da milanese, da comasco, da lombardo, entrare in contatto con Siena per me è stato scoprire un mondo veramente impareggiabile, una ricchezza di cultura, di sapere, che merita di essere al pari delle più grandi espressioni culturali mai viste in Italia e al mondo.
All'interno di Siena c'è una cosa che non ha pari, che è il Monte dei Paschi di Siena, la prima banca del mondo. Non una banca come le altre: una parte essenziale della nostra storia. Questo patrimonio, come è stato richiamato prima dal collega Pettarin, vale a dire una banca che risale a vent'anni prima della scoperta dell'America, ha consentito a quella città di accumulare un patrimonio di ricchezza incredibile. Ma questi secoli di accumulo di patrimonio e di ricchezza sono esclusivamente di diritto e di merito del senese che ha costruito, con il suo ingegno, questa banca, che ha sfidato i secoli, ha sfidato le guerre e, purtroppo, non è sopravvissuta agli ultimi anni.
Quando in regione Toscana abbiamo effettuato la commissione d'inchiesta relativa alla questione Monte Paschi - non alla questione David Rossi -, abbiamo accertato che il danno di diverse azioni coordinate nel tempo, perpetrato ai danni del Monte dei Paschi di Siena, si aggirava alla cifra di 50 miliardi di euro. Ora voi capite che è una cifra, difficile da immaginare in termini di danno perpetrato a una ricchezza accumulata nei secoli, che era di diritto parte essenziale di quella città e dell'Italia e che ha sotto degli interessi e delle motivazioni, perché non venga accertata la verità a tutti i livelli relativamente a quella banca, che sono difficilmente immaginabili. Riguardo a tale situazione (e mi fa veramente molto piacere; io ho sentito l'intervento prima del collega Fragomeli), stiamo parlando di una cosa che interessa tutti, indipendentemente dal colore di chi gestiva pro tempore quella banca, perché in Toscana la relazione relativa alla commissione d'inchiesta non ebbe voti contrari. Quindi, io invito tutti a rileggerla e mi auguro che sia una delle prime cose che andranno nei verbali della nuova commissione costituenda. Il Partito Democratico non votò contro quella relazione, che pure era redatta principalmente dall'opposizione.
Ebbene, all'interno di questo contesto la figura di David Rossi era evidentemente centrale e il fatto che una figura centrale, vale a dire in possesso di tutti i segreti relativi a questa sciagurata ultima fase della vita del Monte dei Paschi, sia finita in modo così tragico penso che nessuno possa, in sanità mentale, pensare che sia del tutto casuale. C'è un danno da 50 miliardi, c'è una persona che muore e una persona che sapeva tutto. Basterebbe questo per indagare. Purtroppo, non è bastato questo per indagare, perché la storia di David Rossi è una storia vergognosa dal punto di vista dello Stato italiano e della giustizia che lo Stato italiano deve a tutti noi, perché abbiamo una persona che è caduta dal suo studio asseritamente per un suicidio. Peccato, però, che vi erano segni di colluttazione, ignorati; peccato che c'è un video che fa vedere cos'è successo e fa vedere che, mentre questa persona agonizzava per venti minuti in un vicolo vicino a Piazza del Campo, altre persone si aggiravano lì vicino e nessuno è andato a capire o a prestare soccorso a una persona che stava agonizzando da venti minuti (inquadrati da una telecamera). Ma, cosa ancora più incredibile, veniva raggiunto quindici minuti dopo dal suo orologio. Ora, voi capite che, se una telecamera, quindi non una prova indiziaria, fa vedere una persona che cade tragicamente in quel modo - e chiunque abbia visto il filmato sa di cosa stiamo parlando - in un vicolo e quindici minuti dopo la telecamera registra l'arrivo a parabola del suo orologio, mi risulta un po' difficile pensare che stiamo parlando di un suicidio. Eppure, così sembra essere per la nostra giustizia.
Ma vogliamo cercare di capire che c'è qualcosa di profondamente malato in alcune nostre istituzioni repubblicane se viene consentito che avvenga una cosa di questo tipo? Quanto più inconfessabili e quanto più incredibili possono essere i segreti in possesso di questa persona, quanto più noi dobbiamo andare a guardare che cos'era successo. È un dovere nostro, è un dovere che dobbiamo non alla vedova, che pure ha avuto la vita distrutta, non alla famiglia di David Rossi: è un dovere che dobbiamo a tutta l'Italia, perché non può succedere una cosa del genere. Quando, in campagna elettorale, io mi presentai a depositare un fiore nel punto in cui era caduto David Rossi, feci una promessa: voglio la verità e oggi ho la possibilità di mettere un altro mattoncino su questa verità che al momento è negata. Quindi, noi stiamo facendo in questo momento un atto di alta giustizia. È un bel momento per il nostro Parlamento questo, è una bella occasione perché abbiamo la possibilità di riportare o di iniziare a indagare una verità gravissima che è stata fino adesso occultata e negata. Come è possibile avere su tutti i nostri municipi la scritta “Verità per Giulio Regeni” quando non siamo in grado, noi Italia, di poter dimostrare al mondo che possiamo avere verità per David Rossi? Dimostriamo di averla e di chiarire finalmente qual è e quale è stata la verità sulla storia della morte di David Rossi e allora potremo, a testa alta, chiedere le verità per tutto il mondo. Ma se noi, in casa propria, non cominciamo a dimostrare qual è la verità per questo caso, non abbiamo, secondo me, diritto di pretendere qualcosa da altri.
Per cui, verità per David Rossi, voto a favore della Lega di questa Commissione d'inchiesta e un bel momento per il Parlamento, perché, quando ci sarà la verità su questo caso, sarà un servizio che noi avremo reso all'intero Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliorino. Ne ha facoltà.
LUCA MIGLIORINO (M5S). Grazie, Presidente. Cari colleghi…
PRESIDENTE. Collega, le chiedo di cambiare microfono.
LUCA MIGLIORINO (M5S). Sì, grazie, Presidente. Cari colleghi, per raggiungere la città di Siena nel centro storico vi sono diversi ingressi. Uno di questi costeggia la chiesa di San Francesco, la facoltà di economia dell'Università degli studi di Siena. Qui si prende Via dei Rossi, si raggiunge l'omonimo arco, per poi entrare sul corso principale. Ebbene, cari colleghi, venti metri prima, sulla destra, vi è un vicolo. Oggi è tristemente noto come retro di Rocca Salimbeni. Qui tutti noi abbiamo visto cadere nel vuoto David Rossi, lo abbiamo visto da un famoso video e qui, in questo vicolo, vi è uno striscione, uno striscione semplice, utilizzato dai suoi familiari durante le manifestazioni che hanno visto stretta la città di Siena al povero David Rossi. Anche la scritta su questo striscione è una scritta semplice. Riporta: “Verità per David Rossi”. Cari colleghi, posso assicurarvi che decine di migliaia di persone all'anno leggono questa scritta: “Verità per David Rossi”.
La Commissione d'inchiesta che sta per nascere, per il MoVimento 5 Stelle, ha come faro la verità. E “faro” è il termine che uso propriamente. Sapete perché, cari colleghi? Perché bisogna fare luce, ma non una piccola luce, una luce forte, chiara, ma, attenzione cari colleghi, una luce non abbagliante. I riflettori saranno rivolti nel modo e nella direzione giusta. Ci proponiamo di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono al tragico epilogo. Acquisiremo, esamineremo e valuteremo il materiale giornalistico e quello investigativo, mettendoli a confronto e valutando eventuali incongruenze e inadempienze, considerando anche gli eventuali ritardi nella direzione e nello svolgimento delle indagini. Lo faremo in maniera decisa e ci avvarremo degli stessi poteri e delle limitazioni dell'autorità giudiziaria.
Gentile Presidente, vi sono delle sentenze, ma vi sono anche delle inchieste giornalistiche. Vi sono quarantacinque minuti di blackout - guarda un po' - proprio durante la vicenda del tragico epilogo, e poi, dopo mesi, un video d'oltreoceano, che tutti noi conosciamo. Altri colleghi hanno parlato delle condizioni del corpo. Vi è un video delle Forze dell'ordine, prima di quello della scientifica. Molte incongruenze. In tutto questo manca un concetto, il concetto della responsabilità, perché il nostro obiettivo è anche quello di valutare eventuali responsabilità di terzi. Come sono state condotte le indagini? Vi sono stati degli errori, delle sottovalutazioni? Si potrebbe dire che questi non pregiudicano il giudizio finale? Lo staremo a vedere. Lo staremo a vedere quando nella Commissione d'inchiesta ascolteremo tutti i protagonisti, i coprotagonisti, gli attori, le comparse di ciò che è successo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Una Commissione parlamentare d'inchiesta è uno dei punti più alti che può raggiungere l'attività parlamentare. Ed è qui che mi rivolgo a chi conosce i fatti, ad omissioni che potrebbero aprire nuovi scenari processuali sulla vicenda di David Rossi. Chi sa parli. Non sarebbe la prima volta che emergono nuove verità processuali in corso d'opera, proprio grazie a chi ha trovato il coraggio di parlare, anche rischiando qualcosa di personale. Sentiamo spesso parlare di bene comune, ma è in casi come questi che si può cambiare il corso di una storia già scritta, mettendo l'interesse collettivo prima di tutto il resto. Questo Paese non merita casi ombra. Lo ripeto, cari colleghi: chi sa parli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E lo dico con forza ai colleghi degli altri partiti: questa Commissione non abbia colore politico, perché la verità è nell'interesse di tutti! Ringrazio tutti coloro che con costante dedizione hanno tenuto sempre alta l'attenzione sul caso di David Rossi: i giornalisti, innanzitutto quelli locali, con le loro inchieste; i servizi di Report, che hanno valutato anche i video degli agenti delle Forze dell'ordine, prima di quelli della scientifica; ringrazio la trasmissione Le Iene, perché costantemente, continuamente, ha continuato a tenere alta la luce di cui parlavo prima.
Concludo, signor Presidente, dichiarando il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla Commissione d'inchiesta, un voto favorevole per conoscere la verità su David Rossi, per i suoi familiari, per l'Italia intera, per la città di Siena e per la Contrada della Lupa a cui apparteneva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - Doc. XXII, n. 37-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 37-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19) (Applausi).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, passiamo al seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica nn. 2786 e 2842-A.
Avverto che, a seguito della costituzione della componente del gruppo Misto “Facciamo Eco-Federazione dei Verdi”, a tale componente è assegnato, per il seguito dell'esame di tali disegni di legge di ratifica, un tempo pari a 2 minuti.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020 (A.C. 2786?).
PRESIDENTE. Passiamo quindi al seguito della discussione del disegno di legge di ratifica, n. 2786: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020.
Ricordo che nella seduta del 25 gennaio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha revocato la richiesta di voto nominale in ordine a tale disegno di legge di ratifica. La votazione degli articoli del provvedimento avverrà quindi per alzata di mano. Resta naturalmente inteso che la votazione finale avrà luogo con voto nominale.
(Esame degli articoli - A.C. 2786?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 1.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 2.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 3.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 4.
È approvato.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2786?)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Massimo Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, anch'io esprimo, a nome del mio gruppo, il voto a favore del provvedimento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Intervengo ovviamente per il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Sì, grazie Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia e chiedere l'autorizzazione a depositare il testo.
PRESIDENTE. Ovviamente è autorizzata collega. Ha chiesto di intervenire la deputata Francesca La Marca. Ne ha facoltà.
FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Anch'io dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.
VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, per dire che il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore di questo provvedimento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Iolanda Di Stasio.
IOLANDA DI STASIO (M5S). Presidente, per dichiarare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2786?)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di n. 2786: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020 (A.C. 2842-A?).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2842-A: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020.
Ricordo che nella seduta dell'8 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha revocato la richiesta di voto nominale anche in ordine a tale disegno di legge di ratifica.
La votazione degli articoli del provvedimento avverrà quindi per alzata di mano. Resta naturalmente inteso che la votazione finale avrà luogo con voto nominale.
(Esame degli articoli - A.C. 2842-A?)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò direttamente in votazione.
La Commissione V (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 1.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 2.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 3.
È approvato.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 4.
È approvato.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2842-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Marco Rizzone. Prego.
MARCO RIZZONE (MISTO-CD). Voto favorevole da parte della componente Misto-Centro Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Pino Cabras.
PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Per esprimere il voto favorevole della componente Misto-L'Alternativa c'è, perché è un provvedimento importante per l'indipendenza energetica del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Fornaro.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Trancassini.
PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Valentino Valentini.
VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di interviene la deputata Marina Berlinghieri.
MARINA BERLINGHIERI (PD). Annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto chiede di intervenire il deputato Guglielmo Picchi
GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Utilizzerò tutto il tempo che hanno lasciato gli altri gruppi per dire come l'indipendenza e la sicurezza energetica siano la premessa per raggiungere la transizione energetica che è fondamentale per questo Paese. Detto questo voto favorevole della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Iolanda Di Stasio. Prego.
IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole da parte del Movimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2842-A?)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2842-A?)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di n. 2842-A: Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato, come già previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, alla seduta di martedì 23 marzo, dopo l'esame del disegno di legge di conversione n. 2934.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Giorgi. Ne ha facoltà, per due minuti. Chiedo ai colleghi di uscire in silenzio. Colleghi!
ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, Presidente. Stasera vorrei fare un ricordo, qui. Il 5 marzo 2018 Idy Diene, un cittadino senegalese di professione venditore ambulante, veniva assassinato con sei colpi di pistola sul Ponte Vespucci a Firenze, in pieno giorno. L'omicida è un sessantenne italiano e ha dichiarato di aver colpito a caso per scaricare la propria rabbia e la propria frustrazione, dopo aver pensato di suicidarsi. Eppure lo stesso assassino, prima di Idy, aveva graziato diverse persone; poi ha scelto Idy, perché aveva il colore nero della pelle. Lo ha proprio dichiarato, lo ha proprio detto a chi lo ha arrestato. Idy, nel quartiere di Santo Spirito, dove svolgeva la sua attività, era benvoluto da tutti, per la sua affabilità e la sua gentilezza. A giudizio del suo assassino, era però diverso dagli altri, la pelle nera, e dunque meritava di essere ucciso. Firenze, fedele alla sua tradizione antifascista e antirazzista, dette subito una risposta ferma con una manifestazione imponente.
Tutti gli anni noi a Firenze ricordiamo questo evento perché a memoria rimanga per i nostri ragazzi, per la nostra città e per tutti. Non bisogna mai essere razzisti, e questo le scuole di Firenze tutti gli anni che vanno in visita su quel ponte cercano di trasmetterlo ai propri ragazzi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signora Presidente. Volevo attirare l'attenzione di quest'Aula su un tema di cui oggi abbiamo parlato, cioè da un anno noi siamo in pandemia, abbiamo perso 100 mila persone, 100 mila morti, con un tracollo dell'economia. Ora, questa è una sciagura che si sta abbattendo su tutto il mondo, non solo sul nostro Paese, ed è evidente che solo quando il vaccino sarà per tutti si potrà mettere in sicurezza l'intera umanità. Ora, le aziende che sono titolari dei brevetti, signora Presidente, però non riescono a produrre a sufficienza per rispondere alla domanda che c'è in tutto il mondo; quindi si rende necessaria una liberalizzazione dei brevetti, una sospensione dei brevetti, per consentire anche la produzione dei vaccini in stabilimenti che non fanno capo a queste stesse aziende che non riescono a produrre abbastanza.
Oggi a Ginevra si è tenuta un'importante riunione, in sede TRIPs, su questo importante tema, perché ci sono oltre cento Paesi che stanno chiedendo la sospensione dei brevetti, perché è solo così che noi metteremo tutti in sicurezza. Purtroppo, signora Presidente, non si è trovato un accordo, ma almeno la cosa buona è che è stato deciso di continuare questo dialogo, e a tenere aperta, quindi, questa window of opportunity, come si dice. Allora, signora Presidente, il whatever it takes deve valere non solo per la moneta, ma anche per la salute; whatever it takes perché noi la dobbiamo salvaguardare, la nostra salute. E allora, per salvaguardarla, dobbiamo rendere il vaccino un bene comune; e ricordo in chiusura a quest'Aula che noi abbiamo approvato lo scorso 2 dicembre una risoluzione che dice proprio questo, che impegna il Governo ad adoperarsi in seno del WTO e dell'Unione europea alla deroga al regime ordinario dell'Accordo TRIPs sui brevetti, per garantire l'accesso gratuito universale ai vaccini sul COVID-19.
Quindi, signora Presidente, chiudo: chiedo che il Governo venga qui a riferire quale posizione ha preso e sta prendendo in sede WTO su questo punto, visto che la discussione andrà avanti e visto quello che il Parlamento ha chiesto di fare al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paxia. Ne ha facoltà.
MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei ricordare che l'Italia ha ottenuto la cifra più alta rispetto agli altri Paesi europei, ben 209 miliardi del Recovery Fund; e questo perché la Commissione europea ha riconosciuto l'enorme divario che esiste tra Nord e Sud e come questo rappresenti un punto critico per l'economia nazionale e, quindi, di fatto, ha posto lo sviluppo del Mezzogiorno come prima condizione per l'utilizzo dei fondi. Tuttavia, nonostante queste premesse, abbiamo scoperto che il Ministero per il Sud e la coesione territoriale non sarà presente né all'interno dei comitati interministeriali della transizione digitale, né all'interno dei comitati interministeriali della transizione ecologica; organismi presieduti dal nostro Presidente Mario Draghi e composti da altri Ministri, che gestiranno il 72 per cento del Recovery Fund, lo ripeto, il 72 per cento…
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Presidente, questa è una chiara conferma che il Mezzogiorno sarà nuovamente messo da parte, perché ci parla di una grande Italia e di una piccola Italia, fanalino di coda che, ancora una volta, non si vuole valorizzare. Ma questa volta non resteremo a guardare, non ci faremo nuovamente calpestare, denunceremo e vigileremo su ogni passo, su ogni soldo speso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michele Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Una buona notizia nel mondo: in Messico hanno legalizzato una cannabis per uso ricreativo; lo ha fatto il Parlamento messicano questa mattina per combattere le mafie, per mettere nuovi soldi nelle casse dello Stato, per seguire un trend che poi arriva dalle Nazioni Unite, dall'OMS. In Italia c'è un Parlamento che, invece, oggi, ha reso inammissibile un mio ordine del giorno che impegnava il Governo a permettere la coltivazione della cannabis quanto meno ai malati gravi, gravissimi, i malati terminali, i malati cronici, perché noi siamo in un Paese, ed è un paradosso, Presidente, che addirittura indaga per coltivazione e spaccio di stupefacenti Walter De Benedetto, malato, lo dico, terminale, purtroppo, malato di artrite reumatoide, che si vede costretto non solo a subire dolori atroci, ma per giunta a venire condannato da uno Stato che non ha giustizia, a questo punto qui. Allora, voglio dire una cosa, lo dico agli amici liberali e moderati di Forza Italia, lo dico agli amici del MoVimento 5 Stelle, a una sensibilità di sinistra nel Partito Democratico, a quelli della Lega di “prima gli italiani”: agiamo in questo senso…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
MICHELE SODANO (MISTO). …dimostriamo di poter fare qualcosa di contemporaneo, di logico, di sensato, di giusto, perché non è possibile che, mentre il mondo legalizza la cannabis per toglierla alle mafie, questo nostro Paese, che si vanta di essere uno dei più civili al mondo, fa una guerra alla cannabis, con il proibizionismo. Facciamo qualcosa di sensato, non lasciateci da soli (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saitta. Ne ha facoltà.
EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati e deputate, intervengo oggi in Aula per ricordare il trentaduesimo anniversario dalla morte di Nicola D'Antrassi. Nicola D'Antrassi era un imprenditore onesto, un commerciante di agrumi, che non si è mai piegato alla mafia, non ha mai pagato il pizzo e per questo l'11 marzo del 1989 è stato ucciso. Ma le sue idee, il suo esempio e la sua forza sono più vive che mai.
Nicola D'Antrassi era originario del Lazio, ma si è trasferito nel mio comune, a Scordia, per creare e dare lavoro. Ogni anno, l'11 marzo, per noi scordienzi è un giorno speciale: infatti, accanto a tanti eroi dell'antimafia, come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, abbiamo un eroe che sentiamo molto più vicino perché nostro concittadino: Nicola D'Antrassi. Ho partecipato a tantissime commemorazioni sull'uccisione di Nicola D'Antrassi, sia da bambino che frequentava le scuole di Scordia e sia da uomo delle istituzioni. Due anni fa siamo stati presenti, con i colleghi Davide Aiello e De Luca, rispettivamente componenti della Commissione antimafia nazionale e regionale, proprio per questo evento. Oggi non posso essere presente fisicamente a largo D'Antrassi, cioè nel luogo del dell'uccisione, ma ci tenevo a portare qui la sua testimonianza, il suo sacrificio. Ringrazio anche l'associazione antiracket di Scordia, che porta il suo nome, per l'impegno costante ogni giorno in un territorio, sì difficile, ma che non abbassa mai la testa di fronte a questi eventi.
Chi ha paura di morire muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola: è una citazione del giudice Paolo Borsellino, che descrive un po' la vita di Nicola D'Antrassi e il suo sacrificio. È una storia triste, è una ferita ancora aperta, perché sono passati 32 anni dall'11 marzo 1989, una data lontana, che è sempre più lontana, ma i mandanti e gli esecutori materiali di quell'omicidio oggi sono ancora ignoti. Io spero che si possa fare giustizia su questo tristissimo evento e, soprattutto, lo Stato deve sempre stare accanto a quelle persone che, con coraggio, hanno la forza di guardare, di ascoltare e denunciare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia, che, se non è presente in Aula, si intende vi abbia rinunziato.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 12 marzo 2021 - Ore 10:
1. Svolgimento di interpellanze urgenti .
La seduta termina alle 17,05.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MASSIMO UNGARO E FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 2786?)
MASSIMO UNGARO (IV). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2786?). Con questo accordo raggiunto nel 2020 su richiesta ellenica, Italia e Grecia completano la delimitazione delle rispettive zone marittime nel Mar Ionio, a seguito dell'accordo del 1977.
L'Italia ritiene infatti che sia davvero difficile applicare la convenzione di Montego Bay (UNCLOS), che prevede l'instaurazione di zone economiche esclusive fino a 200 miglia nautiche dalla costa, nel Mediterraneo, un mare ben più piccolo di un oceano e molto affollato. Per questo motivo il nostro paese da anni preferisce stipulare accordi bilaterali per delimitare con precisione le zone marittime. Un aspetto essenziale per garantire la stabilità e una politica di buon vicinato ed evitare tensioni come quelle esistenti oggi tra Cipro, Turchia e Grecia nel Mediterraneo orientale. Un accordo agevolato dal fatto che la Grecia non solo è un paese amico membro dell'UE, ma un alleato fondamentale che si scontra con le medesime sfide alle quali è sottoposto il nostro paese.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2786?). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, i rapporti di buon vicinato tra Paesi che si affacciano sulle coste del Mediterraneo e le relazioni economiche, diplomatiche e culturali che dai tempi antichi caratterizzano i traffici marittimi sono ben noti. Altrettanto note sono le forme di cooperazione non sempre realizzate compiutamente nell'ambito dell'Unione europea al fine di dare attuazione alla Politica europea di vicinato e, più di recente, all'Unione per il Mediterraneo.
Si tratta di relazioni complesse, che per lo più non hanno sollevato in passato l'esigenza di delimitazione di zone economiche esclusive da parte degli Stati costieri.
Nel corso degli anni che hanno fatto seguito all'adozione della Convenzione di Montego Bay e soprattutto nelle epoche più recenti, da parte di molti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, considerato mare semi-chiuso in virtù della presenza di Stati costieri che si fronteggiano separati da porzioni molto strette di mare, si è avvertita, invece, l'esigenza di tracciare linee di delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive, soprattutto ai fini dello sfruttamento delle risorse minerarie, biologiche e di pesca al di là del limite esterno del mare territoriale.
La tendenza alla cosiddetta territorializzazione del mare Mediterraneo non è mai stata accolta con favore dalla dottrina giuridica proprio per le caratteristiche sopra indicate del nostro mare.
Ai sensi della Convenzione di Montego Bay, gli Stati costieri sono tenuti ad accordarsi al fine di definire in maniera consensuale la linea di demarcazione delle rispettive zone economiche esclusive proprio in ragione del fatto che le stesse potrebbero altrimenti sovrapporsi in ragione della stretta vicinanza dei suddetti Stati.
Anche per questa ragione, l'Italia fino ad ora ha istituito solo zone di protezione ecologica oltre il limite esterno del mare territoriale ai fini di protezione dell'ambiente marino e del patrimonio archeologico e storico.
Solo di recente è stata presentata una proposta già approvata dalla Camera e trasmessa al Senato di istituzione di una zona economica esclusiva italiana.
La delimitazione delle rispettive piattaforme continentali tra Italia e Grecia è disciplinata da un accordo del 24 maggio 1977 che continua ad applicarsi alle parti.
In aggiunta, l'accordo del 9 giugno 2020 si propone di stabilire una linea che separi le rispettive zone economiche esclusive.
In proposito l'Accordo fa salvi i reciproci diritti di pesca che derivano dalla disciplina adottata dall'Unione europea.
Questo profilo appare di particolare importanza considerato che, in assenza di previsioni al riguardo, la pesca rientra tra i diritti dello Stato costiero nella propria zona economica esclusiva.
L'Accordo in discussione oggi, peraltro, non si comprende nelle sue varie implicazioni anche di natura geopolitica se non lo si colloca nella dinamica delle relazioni bilaterali e multilaterali con gli altri Stati del bacino del Mediterraneo, nel quale sono state, tra l'altro, dichiarate zone economiche esclusive in maniera unilaterale, senza previo accordo, senza rispettare le disposizioni della Convenzione di Montego Bay, come è accaduto nel caso dell'Algeria.
Esistono anche accordi che sono stati stipulati dall'Italia con altri Paesi, ad esempio con la Croazia.
La Grecia ha completato l'iter di ratifica di tale Accordo a fine agosto 2020 ed attribuisce grande importanza politica alla ratifica da parte italiana.
La strategia che persegue l'Italia con una presenza più definita nei negoziati che riguardano l'esplorazione, lo sfruttamento e la protezione delle risorse marine è senz'altro funzionale ad aprire tavoli negoziali in una dimensione più ampia. Per tale ragione è decisivo ratificare l'Accordo con la Grecia sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, un buon accordo che può fungere da esempio anche per altri accordi del genere.
In quest'ottica ritengo importante ratificare l'Accordo con la Grecia sulla delimitazione delle rispettive zone marittime e, pertanto, dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 2 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 6 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 12 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 9 i deputati Bartolozzi e Battilocchio hanno segnalato che non sono riusciti ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 10 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 10 la deputata Gagliardi ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore;
nella votazione n. 19 il deputato Lollobrigida ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 19 e 20 la deputata Noja ha segnalato che non è riuscita a votare.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 2921 - em. 1.14 | 409 | 259 | 150 | 130 | 50 | 209 | 89 | Resp. |
2 | Nominale | odg 9/2921/7 | 427 | 266 | 161 | 134 | 48 | 218 | 84 | Resp. |
3 | Nominale | odg 9/2921/23 | 433 | 274 | 159 | 138 | 44 | 230 | 84 | Resp. |
4 | Nominale | odg 9/2921/27 | 430 | 272 | 158 | 137 | 45 | 227 | 84 | Resp. |
5 | Nominale | odg 9/2921/28 | 428 | 263 | 165 | 132 | 39 | 224 | 84 | Resp. |
6 | Nominale | odg 9/2921/34 | 422 | 267 | 155 | 134 | 42 | 225 | 84 | Resp. |
7 | Nominale | odg 9/2921/39 | 436 | 244 | 192 | 123 | 30 | 214 | 84 | Resp. |
8 | Nominale | odg 9/2921/45 | 427 | 274 | 153 | 138 | 48 | 226 | 83 | Resp. |
9 | Nominale | odg 9/2921/46 | 428 | 267 | 161 | 134 | 39 | 228 | 83 | Resp. |
10 | Nominale | odg 9/2921/85 | 420 | 256 | 164 | 129 | 30 | 226 | 83 | Resp. |
11 | Nominale | odg 9/2921/89 | 428 | 423 | 5 | 212 | 422 | 1 | 83 | Appr. |
12 | Nominale | odg 9/2921/93 | 426 | 420 | 6 | 211 | 420 | 0 | 83 | Appr. |
13 | Nominale | Ddl 2921 - voto finale | 377 | 245 | 132 | 123 | 220 | 25 | 80 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | Doc. XXII, n. 37-A - articolo 1 | 291 | 290 | 1 | 146 | 290 | 0 | 91 | Appr. |
15 | Nominale | articolo 2 | 302 | 301 | 1 | 151 | 301 | 0 | 91 | Appr. |
16 | Nominale | articolo 3 | 311 | 310 | 1 | 156 | 310 | 0 | 91 | Appr. |
17 | Nominale | articolo 4 | 321 | 321 | 0 | 161 | 321 | 0 | 91 | Appr. |
18 | Nominale | articolo 5 | 322 | 322 | 0 | 162 | 322 | 0 | 90 | Appr. |
19 | Nominale | Doc. XXII, n. 37-A - voto finale | 314 | 314 | 0 | 158 | 313 | 1 | 86 | Appr. |
20 | Nominale | Ddl 2786 - voto finale | 273 | 273 | 0 | 137 | 273 | 0 | 85 | Appr. |
21 | Nominale | Ddl 2842-A - voto finale | 271 | 271 | 0 | 136 | 271 | 0 | 85 | Appr. |