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PDL 5590

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5590



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato COSENZA

Istituzione del Comitato interministeriale per il recupero e la riqualificazione del patrimonio rurale in stato di abbandono o di cattiva manutenzione

Presentata il 20 novembre 2012


      

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Onorevoli Colleghi! — È notizia recente e positiva quella di un forte ritorno dell'agricoltura tra le priorità di molti giovani che, anche a fronte delle difficoltà negli altri settori lavorativi, sono desiderosi di avviare nuove attività imprenditoriali. Recenti stime pubblicate dalla Coldiretti affermano che i giovani nell'agricoltura sono in aumento e che, tra coloro che hanno meno di trenta anni di età, i laureati sono quasi il 37 per cento, mentre i possessori di un diploma di scuola secondaria di secondo grado sono il 56 per cento. Oggi sono circa 62.000 le imprese agricole guidate da giovani con meno di trenta anni di età. Nell'anno in corso il numero delle imprese agricole è cresciuto di ben il 4,2 per cento su base annua e i lavoratori dipendenti del 10 per cento su base annua. Anche gli allievi degli istituti agrari sono in aumento.
      L'Italia è un Paese dalla ricchissima tradizione agricola e contadina: ne sono prova le attività agricole di carattere familiare che ancora sopravvivono. Al tempo stesso vi sono, però, fattori negativi come le migliaia di fabbricati rurali ormai in stato di abbandono (dagli storici casali del centro-sud alle splendide cascine del nord) o come gli estesi terreni agricoli, una volta destinati alla produzione di beni alimentari fondamentali, in cui non vi sono più né attività agricole, né alcuna traccia di manutenzione e di cura. In conclusione, nel nostro Paese vi è un grande e importante patrimonio ormai abbandonato dai privati e alcune volte anche dallo Stato.
      Ciò contrasta con la necessità di mettere a regime ogni potenzialità del nostro Paese e di tutelare il territorio e il paesaggio, che rappresentano un grande valore per il benessere dell'Italia. Anche
 

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l'Unione europea lo prevede perché, nelle premesse del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale, si legge quanto segue: «Il sostegno a particolari metodi di gestione del territorio dovrebbe contribuire allo sviluppo sostenibile, incoraggiando in particolare gli imprenditori agricoli e i detentori di aree forestali ad impiegare metodi di utilizzazione del suolo compatibili con le esigenze di salvaguardia dell'ambiente naturale e del paesaggio e di protezione delle risorse naturali».
      La stessa normativa europea aggiunge che è necessario «incentivare, attraverso l'uso continuativo delle superfici agricole, la cura dello spazio naturale, nonché il mantenimento e la promozione di sistemi di produzione agricola sostenibili». E, infine, che «Le indennità agroambientali dovrebbero continuare a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo sostenibile delle zone rurali e nel soddisfare la crescente domanda di servizi ambientali da parte della società. (...) Occorre incentivare la ricostituzione del potenziale forestale danneggiato da disastri naturali e da incendi, nonché adeguati interventi preventivi».
      In tale contesto sembra opportuno avviare un grande piano di recupero e di riqualificazione di questo patrimonio edilizio e naturale che, oltre a favorire le attività agricole di tipo imprenditoriale e a incentivare la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro, avrebbe anche il fondamentale obiettivo di strappare dall'incuria e dal disboscamento molti territori che oggi, invece, proprio per la loro mancata cura, sono a rischio idrogeologico e privi di un reale governo. Secondo l'ultimo Annuario dei dati ambientali dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), in regioni come la Campania, la Lombardia e il Veneto (fortemente antropizzate e ricche di attività imprenditoriali) il consumo del suolo ha assunto ritmi insostenibili. Si pensi anche al dissesto idrogeologico che caratterizza, per esempio, le Cinque Terre (dove di recente è crollata la celebre «strada degli innamorati») e la costiera amalfitana, rese fragili da troppi anni di incuria.
      Secondo i dati resi noti dal Governo, in Italia ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166 per cento. La perdita di superficie agricola comporta costi di tipo materiale come quelli legati alla perdita di aree coltivabili e costi di tipo immateriale come quelli (che si riflettono, ad esempio, sul turismo) legati alla perdita del «valore bellezza». In tale contesto la presente proposta di legge intende quindi intervenire al fine di sostenere l'apertura di nuove attività imprenditoriali nel settore agricolo e di assicurare un ulteriore presidio sul territorio rurale rispetto ai fenomeni degli incendi e del rischio idrogeologico.
      Per raggiungere le finalità descritte e riportate nell'articolo 1, la presente proposta di legge individua il problema centrale oggi esistente nella mancanza di coordinamento tra lo Stato e gli enti locali, i quali oggi, in attuazione del titolo V della parte seconda della Costituzione come modificato dalla riforma del 2001, si muovono invece in ordine sparso e senza un disegno organico in grado di garantire programmazione e prevenzione nella gestione del territorio. Perciò l'articolo 2 prevede l'istituzione di un Comitato interministeriale finalizzato all'adozione di un programma unitario di interventi volto al recupero dei terreni e dei fabbricati rurali, così come dei siti di interesse paesaggistico e culturale, in stato di abbandono. Un obiettivo da raggiungere, come specificato dalla presente proposta di legge, anche attraverso l'utilizzo sinergico delle risorse destinate all'Italia nell'ambito del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Finalità).

      1. La presente legge è finalizzata a promuovere azioni per il recupero e la riqualificazione del patrimonio rurale, paesaggistico o culturale in stato di abbandono o di cattiva manutenzione e ad attuare misure volte a raggiungere i seguenti obiettivi:

          a) contribuire al processo di manutenzione del territorio e del paesaggio in Italia;

          b) prevenire, evitando ricadute di carattere economico per la finanza pubblica, fenomeni di deterioramento dell'ambiente rurale, paesaggistico e culturale che comportano una perdita di attrattività per l'Italia e costi per la collettività a seguito del dissesto idrogeologico da essi derivante.

Art. 2.
(Istituzione e compiti del Comitato interministeriale).

      1. Presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è istituito il Comitato interministeriale per il recupero e la riqualificazione del patrimonio rurale in stato di abbandono o di cattiva manutenzione, di seguito denominato «Comitato».
      2. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è definita la composizione del Comitato, i cui compiti sono i seguenti:

          a) prevedere strumenti per consentire a soggetti privati di provvedere alla manutenzione

 

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di siti di interesse rurale, paesaggistico o culturale, con loro risorse, assumendone la gestione;

          b) promuovere incentivi e contributi diretti in favore dei soggetti privati che si impegnano, per attività di carattere imprenditoriale, al recupero e alla riqualificazione di siti di interesse rurale, paesaggistico e culturale;

          c) censire e monitorare a livello nazionale lo stato di manutenzione e di sicurezza del patrimonio rurale, paesaggistico e culturale;

          d) redigere, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, un piano nazionale allo scopo di promuovere politiche unitarie da parte degli enti locali in materia di gestione e di manutenzione del patrimonio rurale, paesaggistico e culturale;

          e) individuare le procedure atte a consentire di utilizzare, per le finalità di cui alla presente legge, un'adeguata quota parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per il periodo 2013-2020;

          f) prevedere interventi atti a:

              1) identificare, a livello nazionale, l'estensione massima di terreni agricoli edificabili allo scopo di garantire uno sviluppo equilibrato dell'assetto territoriale e una ripartizione calibrata tra zone suscettibili di utilizzazione agricola e zone edificate;

              2) vietare il cambio di destinazione d'uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti di Stato o di aiuti dell'Unione europea al fine di disincentivare il consumo di suolo e il processo di urbanizzazione.


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