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PDL 4993

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4993



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

DUILIO, CORSARO, BUTTIGLIONE, DELLA VEDOVA, TABACCI, LAURA MOLTENI, LUPI, BARETTA, DE BIASI, QUARTIANI, CASERO, BERNARDO, FARINONE, FIANO, FRASSINETTI, LEVI, MANTINI, MOSCA, PELUFFO, PEZZOTTA, POLLASTRINI, RAVETTO, ZACCARIA

Disposizioni per il finanziamento di interventi di conservazione e manutenzione del Duomo di Milano

Presentata il 23 febbraio 2012


      

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Onorevoli Colleghi! — Il Duomo di Milano, tempio della cattolicità italiana e uno dei simboli più grandi dell'arte e della cultura del nostro Paese in tutto il mondo, versa in una condizione drammatica: le sue guglie presentano evidenti danni strutturali e, al momento in cui viene presentata questa proposta di legge, la sua guglia grande (alta da sola circa 60 metri) è «imbragata» in un complesso ponteggio, peraltro piuttosto pesante, predisposto per il restauro, per tenerla in sicurezza e per evitare danni irreparabili.
      Quali le cause di questa deprecabile condizione che, malauguratamente dovesse verificarsi un crollo (come si è temuto in occasione della recente, lieve scossa di terremoto), oltre alle prevedibili, gravi conseguenze (comprese quelle sull'incolumità delle persone), ci esporrebbe al pubblico ludibrio in tutto il mondo, con grave danno di immagine per il nostro Paese?
      La ragione principale di questa situazione deriva dalla mancanza delle risorse necessarie per i lavori di manutenzione e
 

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di conservazione del Duomo, che devono essere continui e sistematici.
      Dal 2008, infatti, è venuta meno la più importante fonte di finanziamento per la cattedrale milanese, vale a dire il contributo statale previsto dalla legge n. 444 del 1998 (articolo 6, comma 1), che per dieci anni ha assicurato un finanziamento in conto capitale di 5 milioni di euro all'anno alla Veneranda Fabbrica del Duomo, organismo che cura l'amministrazione della cattedrale.
      A seguito di tale interruzione, le difficoltà finanziarie si sono aggravate fino al punto da diventare insostenibili e rischiano di provocare la paralisi di ogni attività di manutenzione e di conservazione del monumento. Allo stato, per dare un'idea, sono aperti ben dodici cantieri, il più importante dei quali riguarda proprio l'intervento di messa in sicurezza della guglia grande, che da sola ha un costo stimato di circa 9 milioni di euro. In precarie condizioni risultano essere, peraltro, anche quattro fra le guglie «minori» (che misurano un'altezza di 16 metri ciascuna), precisamente la 7, la 8, la 15 e la 18 e numerosi sono gli ulteriori interventi che si rendono necessari, da quelli sulla pavimentazione a quelli sui finestroni, a quelli che risolvono il problema delle infiltrazioni d'acqua per cui succede (come succede) che la pioggia, quando piove, entra direttamente nella cattedrale.
      A fronte di questa deprecabile situazione, il bilancio annuale della Veneranda Fabbrica del Duomo registra entrate «proprie» assolutamente insufficienti a coprire l'attività di manutenzione ordinaria: incassi da visitatori che coprono appena il 20 per cento del budget annuale complessivo (di circa 20 milioni di euro); contributi tardivi e modesti delle istituzioni locali, a loro volta alle prese con bilanci in difficoltà; contributi da enti e da istituzioni privati che non arrivano al 10 per cento. La limitatezza delle entrate e la presenza di necessità finanziarie non rinviabili ha addirittura comportato, in questi anni, la necessità per la Veneranda Fabbrica del Duomo di alienare parti di patrimonio, facendo ricorso dunque a un espediente che non può costituire una modalità ordinaria di finanziamento e che, se reiterato, potrebbe compromettere gravemente la solidità patrimoniale della stessa Fabbrica (nel consiglio di amministrazione della quale si rammenta, per inciso, siedono cinque membri dei sette complessivi, che sono nominati dal Ministero dell'interno).
      La condizione in cui versa il Duomo di Milano è di tale evidenza che non richiede ulteriori discorsi. La sottovalutazione del problema, anche da parte del Parlamento, che in questi ultimi anni, a più riprese, ha negato il rifinanziamento della legge n. 444 del 1998, ci consegna oggi un quadro che non è esagerato definire drammatico e incredibile, in quanto attiene alla certezza dei gravi danni che si stanno producendo sulla cattedrale milanese per la mancata manutenzione e addirittura al rischio di crollo della guglia maggiore, il cui verificarsi ci esporrebbe, tra l'altro, a una gravissima perdita di immagine a livello internazionale.
      A tutto ciò si aggiunga che, in assenza di intervento, è da mettere nel conto la parziale chiusura di alcune parti, per ragioni di sicurezza, ai circa centomila visitatori che settimanalmente visitano la cattedrale e salgono sulle terrazze del Duomo.
      Per effettuare gli interventi necessari e presentare il Duomo all'EXPO 2015 sono indispensabili tre anni di lavoro, con oltre cento persone impegnate a ritmo continuo e occorre definire un piano di finanziamenti con tempi certi, pena il mancato completamento dei lavori. Inoltre, più si ritardano gli interventi sulla struttura, più cresce il costo per le successive opere di manutenzione e di conservazione.
      In conclusione, crediamo che tutte quelle riassunte siano buone ragioni perché il Parlamento intervenga con urgenza sulla situazione descritta e confidiamo pertanto nella sensibilità dei colleghi per una sollecita approvazione della presente proposta di legge.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Anche al fine di contribuire alla migliore realizzazione dell'evento «EXPO 2015», per i necessari interventi conservativi e manutentivi del Duomo di Milano è autorizzata, in favore della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la spesa di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014.
      2. All'onere derivante dal comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2012, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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