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PDL 3744

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3744



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

ROSATO, DI BIAGIO, ANTONIONE, COMPAGNON, MARAN, STRIZZOLO

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008

Presentata il 6 ottobre 2010


      

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Onorevoli Colleghi! — La presente proposta di legge reca norme per l'autorizzazione della ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto il 16 ottobre 2008.
      Sembra a molti scontata l'importanza politica e strategica che hanno, per il nostro Paese, le relazioni con la Croazia, Paese con il quale condividiamo centinaia di chilometri di confine marittimo e con la cultura del quale siamo da sempre in contatto; sorprende, pertanto, che i contenuti di questo importante Accordo non siano stati ancora sottoposti al voto del Parlamento. Nel chiedere il vostro voto, ricordiamo per sommi capi il significato che può avere, per l'Italia e per l'Europa, intrattenere con la Croazia relazioni proficue.
      Per la sua posizione geografica e in seguito alla sue vicende storiche remote e più recenti, il Paese funge da cerniera tra l'Europa occidentale e quella sudorientale: è affacciata sull'Adriatico, è di tradizione cattolica e da sempre in contatto con la civiltà latina, ma al tempo stesso confina con la Serbia ortodossa, contro cui ha combattuto una sanguinosa guerra conclusa soltanto quindici anni fa. La Croazia gioca oggi un ruolo strategico sullo scacchiere balcanico, e dalla sua piena integrazione in Europa possono discendere sicuri benefìci per l'intera area, valutando la sua veloce conquista di una piena democrazia. Croazia e Serbia, che nel 1995 partivano
 

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da un piano di sostanziale parità, si trovano ora su due livelli qualitativamente diversi: la prima a un passo dall'adesione all'Unione europea (ha presentato domanda d'ammissione il 21 febbraio 2003 e dal 20 aprile dell'anno successivo è considerata ufficialmente candidata), e già inserita nell'Alleanza atlantica (l'Italia ne ha ratificato il protocollo di adesione il 30 dicembre 2008, appena due settimane dopo la firma del Protocollo, ai sensi della legge n. 220 del 2008); la seconda ancora piuttosto emarginata, benché abbia concluso con l'Unione europea, nell'aprile 2008, l'Accordo di stabilizzazione e di associazione, ratificato dall'Italia ai sensi della legge n. 151 del 2010.
      Un grosso passo avanti a prova della volontà croata di collaborazione, è l'aver accettato l'arbitrato internazionale per la definizione del tracciato confinario con la Slovenia, qua e là ancora contestato. Quest'atto, non scontato, dimostra la fiducia nelle istituzioni comuni europee in cui anche l'Italia si riconosce.
      Ciò premesso, crediamo utile richiamare all'attenzione le relazioni bilaterali intrattenute dal nostro Paese con la Croazia: relazioni che precedono quelle diplomatiche, ma che affondano le radici nella storia, da Roma a Bisanzio e a Venezia, senza dimenticare il ruolo dell'impero d'Asburgo, succeduto alla Serenissima dal 1797 al 1918. La compenetrazione fra i nostri popoli è testimoniata ancor oggi dal permanere di una nostra vivace minoranza nazionale, soprattutto in Istria e a Fiume (sede delle sue maggiori istituzioni), cresciuta in numero e per iniziative culturali, negli ultimi anni, e dal secolare insediamento di croati nel Molise, che la nostra Repubblica riconosce e tutela nei comuni di Montemitro, San Felice del Molise e Acquaviva Collecroce, considerandolo di rilevante valore etno-antropologico. Ricordiamo anche la storica comunità croata di Trieste, che ha contribuito non poco allo sviluppo economico e sociale della città.
      Si coglie con chiarezza l'intensità dei rapporti diplomatici già dal numero delle rappresentanze nei rispettivi Paesi: l'Italia ha in Croazia – oltre all'ambasciata di Zagabria – un consolato generale a Fiume, un consolato a Spalato e tre consolati onorari a Ragusa, Pola e Buie; la Croazia è presente nel nostro Paese con l'ambasciata a Roma, con due consolati generali a Milano e a Trieste, con un consolato a Montemitro (Campobasso) e con consolati onorari a Napoli, Padova, Bari e Firenze. Allo scambio diplomatico si aggiungono le qualificate collaborazioni avviate nell'ambito dell'Intesa centro-europea, dell'Iniziativa adriatico-ionica, della Quadrilaterale e dell'università virtuale UniAdrion. Quanto all'Iniziativa-adriatico-ionica, a essa è stato dato un nuovo impulso proprio negli ultimi mesi, nei campi del trasporto marittimo (tavola rotonda a Trieste nell'aprile 2010) e della cooperazione culturale, turistica e universitaria, temi le cui conclusioni sono state presentate ad Ancona nello stesso mese di aprile, coronando degnamente l'anno della presidenza italiana concluso nel maggio scorso. È evidente l'interesse del nostro Paese al progredire di questa cooperazione, interesse dimostrato fin dalla proposta di apertura del tavolo, avanzata dal nostro Governo al vertice dell'Unione europea di Tampere nel 1999 con il dichiarato intento di pacificare la ex Jugoslavia e di avviare con i suoi successori buone relazioni economiche e politiche. D'altronde l'attenzione dell'Italia per quell'area è provata anche dal fatto che il nostro Paese firmò già nel 1960 un Accordo culturale con la Repubblica federativa popolare di Jugoslavia, ratificato ai sensi della legge n. 1865 del 1962. Quest'ultimo Accordo è tuttora in vigore, sebbene sia stato firmato un Protocollo di collaborazione nel campo della cultura e dell'istruzione con la Croazia nel 2003: verrebbe a decadere con la ratifica del testo che oggi si presenta, ai sensi dell'articolo 13.
      Di seguito si illustrano, per sommi capi, il contenuto dei quindici articoli di cui si compone il testo dell'Accordo. L'articolo 1 pone una premessa importante: contiene il richiamo al rispetto dei diritti umani e l'esplicito riferimento all'Unione europea,
 

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chiaro segno della volontà politica dell'Italia di favorire l'adesione della Croazia.
      All'articolo 2 sono invece indicati gli specifici campi della collaborazione, campi che, come i colleghi avranno modo di verificare, in molti casi qualificano l'Italia stessa agli occhi del mondo. Si tratta infatti, tra l'altro, di archeologia, conservazione, restauro, editoria e cooperazione in campo bibliotecario, librario e archivistico. L'Italia presenta vere e proprie eccellenze, universalmente note, in molti di questi settori e il presente Accordo costituisce una preziosa opportunità di valorizzazione delle sue indiscusse competenze, tanto più che sul suolo croato sono presenti tracce profonde della cultura latina e veneziana.
      L'articolo 3 si riferisce al campo dell'istruzione, favorendo gli scambi di docenti e di studenti di ogni ordine e grado e incentivando lo studio delle due lingue. Essendo la Croazia una nazione giovane, che guarda al futuro con fiducia, un più stretto rapporto con le sue strutture formative, attraverso lo scambio tra studenti, ricercatori, studiosi e docenti, incentiverà la mobilità e gioverà senz'altro anche al nostro Paese. Alle politiche giovanili fa riferimento specifico anche l'articolo 9 dell'Accordo, citando in particolare la collaborazione in campo sportivo, settore nel quale l'Italia ottiene buoni e ottimi risultati a livello internazionale, che potrebbero tuttavia essere migliorati con una più ampia diffusione delle discipline sportive in ambito scolastico, come avviene in molti altri Paesi europei; l'Italia, in questo settore, potrebbe trovare nella Croazia un interlocutore valido.
      L'entrata in vigore dell'Accordo è auspicabile anche dalla lettura degli articoli 4, 5, 7 e 8 che si riferiscono alla collaborazione culturale e artistica, al contrasto del traffico illecito di beni culturali, ai diritti d'autore e alla rete degli istituti di cultura (l'articolo 8 menziona anche i comitati della società «Dante Alighieri»): si presenta all'Italia uno strumento a garanzia e a difesa dei suoi interessi su tali fronti, sui quali troppo spesso non si sono trovati mezzi sufficienti.
      Concludiamo segnalando che l'Accordo, dalla data della sua entrata in vigore, avrà durata illimitata, anche se potrà essere denunciato, in qualsiasi momento, da ciascuna delle Parti contraenti.
      Tutto ciò premesso, si confida nel voto favorevole di questa Assemblea alla ratifica dell'Accordo tra Italia e Croazia in materia di cooperazione culturale e d'istruzione.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

      1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008.

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

      1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto previsto dall'articolo 13 dell'Accordo stesso.

Art. 3.
(Entrata in vigore).

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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