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PDL 3172

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3172



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

POLLEDRI, DE ANGELIS, BITONCI, TOCCAFONDI, VOLONTÈ, STUCCHI

Aumento della misura degli assegni familiari per le famiglie numerose

Presentata il 2 febbraio 2010


      

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Onorevoli Colleghi! — La famiglia, nonostante in questi ultimi anni abbia subìto gli attacchi di una politica tesa alla sua disgregazione, rappresenta ancora sostanzialmente il pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, le strutture di produzione di reddito, il contenimento delle forme di disagio sociale.
      Il Libro Verde sul Welfare pubblicato nel luglio 2008 dal Governo definisce la sua «tesi centrale»: «una società attiva è insieme più competitiva, perché caratterizzata da un'alta dotazione di capitale umano, ma anche più giusta e inclusiva, perché capace di connettersi e costruire solide relazioni sociali. Di essere una comunità che, a partire dalla cellula vitale e primaria della famiglia, sa stare insieme e crescere investendo sui più giovani e sul futuro».
      Per rilanciare la famiglia è necessario quindi mettere in campo nuovi strumenti a sostegno delle responsabilità familiari e soprattutto misure che ne definiscano in modo coerente il suo carattere di soggetto attivo, titolare di diritti e di doveri.
      È doveroso garantire il diritto di ogni persona a formare una famiglia o a essere inserita in una comunità familiare, sostenere il diritto delle famiglie al libero svolgimento delle loro funzioni sociali, riconoscere l'altissima rilevanza sociale e personale della maternità e della paternità, sostenere in modo più adeguato la corresponsabilità dei genitori negli impegni di cura e di educazione dei figli, promuovere e valorizzare la famiglia come struttura sociale primaria di fondamentale interesse pubblico.
 

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      Gli italiani, se interrogati sul numero ideale dei figli, la pensano come i francesi, gli svedesi o i tedeschi. Ma quando poi si passa dai desideri alla realtà la condizione italiana precipita rispetto a quella di gran parte dell'Europa. I motivi sono noti e di facile individuazione: la situazione economica, l'esistenza o meno di adeguati servizi sociali, i tempi della vita familiare e di quella professionale, la qualità del sistema educativo, la disponibilità di alloggi adeguati ai livelli di reddito delle giovani generazioni.
      Investire nelle politiche familiari significa, pertanto, investire sulla qualità della struttura sociale e, di conseguenza, sul futuro stesso della nostra società.
      È necessario conferire piena attuazione all'articolo 31 della Costituzione, il quale sancisce che «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze economiche la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi (...)».
      È triste ammetterlo, ma tale principio fondamentale sancito dalla Carta costituzionale non ha mai trovato un'appropriata attuazione.
      L'Italia è tra i Paesi europei con gli assegni familiari di importo più basso. Non solo, ma l'importo di tali assegni è inversamente proporzionale al reddito. E quando si parla di reddito la legge fa riferimento al reddito familiare complessivo. Questo fa sì che due genitori separati, caricando i figli sul reddito di un solo genitore, godano di assegni familiari molto più cospicui. Tutto questo avviene in spregio a diversi articoli della Costituzione, a partire dall'articolo 3 che afferma che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge (...)», fino all'articolo 36 che recita: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione (...) in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa».
      Eppure le famiglie versano tasse cospicue a questo scopo: solo che parte dei fondi della Cassa unica assegni familiari dell'Istituto nazionale della previdenza sociale vengono distolti per altri fini.
      La nascita di un figlio non deve incidere sul tenore di vita della famiglia e ogni coppia deve poter avere tutti i figli che desidera senza dover essere penalizzata dal punto di vista economico. Occorre pertanto aumentare gli importi degli assegni familiari per procedere verso un'equiparazione alla media dei Paesi membri dell'Unione europea.
      Abbiamo voluto tuttavia soffermarci su un aspetto singolo, quello degli assegni familiari, non perché esaustivo delle finalità esposte in premessa ma come un segno concreto e fattibile in tempi brevi e certi che a volte basta una piccola stella per indicare un cammino importante. In conclusione, la presente proposta di legge, che si compone di soli due articoli, è finalizzata ad aumentare del 10 per cento la misura degli assegni familiari in presenza di tre o più figli.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Aumento della misura degli assegni familiari).

      1. A decorrere dal 1o gennaio 2010, la misura degli assegni familiari da corrispondere al lavoratore cittadino italiano o di un Paese membro dell'Unione europea, stabilita ai sensi dell'articolo 33 del testo unico delle norme concernenti gli assegni familiari, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1955, n. 797, e successive modificazioni, è aumentata del 10 per cento in presenza di tre o più figli.

Art. 2.
(Copertura finanziaria).

      1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1, valutati in 25.000.000 di euro, si provvede mediante corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie di parte corrente delle missioni di spesa di ciascun Ministero. Dalle predette riduzioni sono escluse le spese indicate nell'articolo 60, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonché quelle relative al Ministero dell'interno, al Ministero della difesa e all'università.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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