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PDL 3301

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3301



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

MASSIMO PARISI, BARANI, ABELLI, BARBIERI, BERGAMINI, BERRUTI, BIANCONI, BINETTI, BOCCIARDO, BOSI, CALDORO, CARLUCCI, CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CERONI, CICCIOLI, CIMADORO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI STANISLAO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, FAVIA, VINCENZO ANTONIO FONTANA, FRASSINETTI, GARAGNANI, GAROFALO, GERMANÀ, GIBIINO, GIRLANDA, LAMORTE, LUSETTI, MANCUSO, MAZZUCA, MIGLIORI, MINARDO, OLIVERIO, PAGANO, PALUMBO, PATARINO, PEZZOTTA, PIZZOLANTE, POLIDORI, PORCU, LUCIANO ROSSI, SAMMARCO, SCANDROGLIO, SPECIALE, STRADELLA, TOCCAFONDI, TORRISI, TOUADI, TRAVERSA, VASSALLO, VELLA, VESSA, VIGNALI

Disposizioni per la valorizzazione del patrimonio storico, archivistico, artistico, culturale e librario del complesso monastico-eremitico di Camaldoli e per il recupero e il restauro del Monastero e dell'Eremo

Presentata il 10 marzo 2010


      

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Onorevoli Colleghi!

Origini e sviluppi di Camaldoli.

      L'Eremo e il Monastero di Camaldoli, ubicati nel comune di Poppi in provincia di Arezzo, costituiscono, al principio del secolo XI, in forza della loro origine legata all'opera riformatrice di san Romualdo di Ravenna (952-1017), la sintesi tra il cenobitismo benedettino latino e la tradizione anacoretica dei padri del vicino oriente. Essi sorgono sul crinale appenninico tosco-romagnolo nel cuore del Parco nazionale delle foreste casentinesi Campigna e Monte Falterona. Al fine di non turbare la solitudine eremitica e garantire l'ospitalità cara alla tradizione benedettina, l'Eremo e il Monastero di Camaldoli furono collocati a 3 chilometri di distanza l'uno dall'altro pur formando un'unica comunità monastica.
      La fondazione di Camaldoli a opera di San Romualdo, avvenuta nel 1012 a seguito della donazione del terreno da parte

 

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di un nobile casentinese di nome Maldolo, da cui deriva lo stesso nome di Camaldoli (Campus Malduli), viene narrata nelle costituzioni redatte dal quarto successore di San Romualdo, il beato Rodolfo (1074-1088).
      Si ricorda la prima consacrazione della chiesa dell'Eremo di Camaldoli nel 1027 da parte del vescovo Teodaldo dei conti di Canossa, a due mesi dalla morte di San Romualdo, intitolata a San Salvatore. Fu ristrutturata e di nuovo consacrata nel 1220 da Ugolino dei conti di Segni, poi eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio IX, alla presenza di San Francesco, proveniente dalla vicina La Verna. La chiesa fu trasformata nel secolo XVIII in stile barocco. Le celle dell'Eremo furono realizzate grazie alla munificenza di grandi famiglie: i Medici a cui si deve la cella di san Giovanni Battista (secolo XVI); i Farnese a cui si deve la cella dell'Immacolata concezione (1620), la biblioteca monumentale (1622), e la cella di Santa Maria Maddalena (secolo XVII), che custodiva un paliotto del Carracci; i Corsini a cui si deve la cella di Sant'Andrea Corsini (1741); i Ricasoli a cui si deve la cella di San Francesco (secolo XVII); i della Rovere a cui si deve la cella di Santa Maria di Loreto. Infine la cella fatta costruire dalla famiglia Pichi fu abitata da San Carlo Borromeo. Il complesso monumentale dell'Eremo è costituito da venti celle eremitiche e da due grandi corpi che ospitano il refettorio monumentale e le foresterie.
      La prima chiesa del Monastero di Camaldoli risale al 1033, fu consacrata dal vescovo Teodaldo, fu intitolata a San Donato patrono di Arezzo ed è stata più volte ricostruita tra il secolo XIII e il secolo XVIII. Nel secolo XV la chiesa fu affrescata da Spinello Aretino con scene dalla vita di San Romualdo. Nel XVI secolo fu ricostruita dalle fondamenta dall'allora priore generale Pietro Dolfin, su modello della chiesa veneziana del monastero camaldolese di San Michele di Murano. Le parti pittoriche furono affidate a Giorgio Vasari e sono ancora oggi visibili. Il Monastero di Camaldoli ospitava fin dai suoi inizi un importante ospedale, oggi foresteria, a cui era collegata un'antica farmacia di cui si hanno notizie dal 1044.
      A un secolo dalla fondazione, il 4 novembre 1113 Papa Pasquale II riconosceva Camaldoli come caput et mater di un'estesa congregazione, che contava ventotto monasteri e quattro eremi, ubicati nel centro Italia (Toscana e Romagna) e in Sardegna (Santa Trinità di Saccargia).
      Nel 1212 è fondato da Camaldoli il noto Monastero di San Michele di Murano, al cui interno ha operato nel XV secolo il cosmografo fra Mauro (morto nel 1459), autore del mappamondo oggi conservato presso la biblioteca Marciana di Venezia. Nello stesso periodo operava in questo monastero don Nicolò Malermi, il primo traduttore della Bibbia latina in lingua volgare. Nel XVIII secolo visse e operò tra le mura di San Michele don Angelo Calogerà (morto nel 1766), tra i fondatori del giornalismo europeo del secolo dei lumi, e con lui i due annalisti don Anselmo Costadoni (morto nel 1785) e don Giovanni Benedetto Mittarelli (1707-1777), la cui opera gli «Annales Camaldulenses», insieme a quella di Ludovico Antonio Muratori, costituisce uno dei migliori esempi di storiografia del settecento. Da San Michele a Murano nel XIX secolo escono due importanti figure di cardinali: don Placido Zurla (1769-1834), tra i padri dell'archeologia cristiana, e don Mauro Cappellari, poi Papa Gregorio XVI (1831-1846).
      In Toscana, nel 1294, su istanza del poeta aretino Guittone d'Arezzo, è fondato da Camaldoli il Monastero di Santa Maria degli Angeli in Firenze, cenacolo per tutto il trecento e il quattrocento della cultura fiorentina. Tra i più grandi miniatori del trecento presenti nella città di Firenze devono essere ricordati il monaco camaldolese Silvestro de’ Gerarducci e il rappresentante principale del gotico internazionale Lorenzo Monaco (morto nel 1425). Nel Monastero di Santa Maria degli Angeli visse per 31 anni fino alla sua elezione a priore generale della Congregazione camaldolese Ambrogio Traversari (1386-1439), protagonista dell'umanesimo fiorentino, autore delle grandi traduzioni dal
 

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greco in latino dei classici cristiani e profani. Fu l'estensore in lingua latina e greca della bolla «Letentur coeli» nel 1439, con la quale durante la celebrazione del concilio di Firenze si tentò la riunione tra la Chiesa latina e quella greca. Nel secolo XII fu aggregato alla riforma camaldolese il monastero benedettino di San Michele in Borgo, che vide nel XVIII secolo il fiorire di illustri matematici tra cui don Guido Grandi (1681-1742), corrispondente di Newton e di Leibniz e associato alla royal society.
      Nel 1234 fu aggregata a Camaldoli la famosa Abbazia di Sant'Apollinare in Classe di cui fu abate lo stesso San Romualdo, secondo la prima biografia stesa da San Pier Damiani nel 1042. Nel XVI secolo, abbandonato il sito primitivo, il Monastero fu trasferito all'interno delle mura di Ravenna e nel XVIII secolo ad opera dell'abate don Pietro Canneti (morto nel 1730), vi sorse una delle biblioteche antiquarie più celebri d'Italia, oggi nota come biblioteca classense.
      Nel 1573 fu aggregato a Camaldoli il Monastero di San Gregorio al Celio in Roma, dimora del beato Antonio Rosmini, filosofo e pedagogo, durante i suoi soggiorni nella capitale.
      Nel XVII secolo la congregazione camaldolese si sviluppa in Piemonte, di cui il centro fu l'eremo di san Salvatore a Torino (Pecetto); da lì la congregazione si sviluppò in territorio francese.

I preziosi tesori.

      Il complesso monastisco-eremitico di Camaldoli nel corso dei secoli si è arricchito di molte opere d'arte di epoche diverse: edifici, affreschi, quadri, parati liturgici, oggetti preziosi e opere a stampa, tutti tesori che meritano l'attenzione dello Stato e che necessitano della giusta conservazione.
      L'archivio di Camaldoli conserva attualmente 1.791 pergamene dal XI al XVIII secolo, 1.821 volumi dal XIII al XX secolo, 166 cassette dal XVI al XX secolo. Di recente acquisizione è il lascito Amodio, che raccoglie tre importanti epistolari di epoca moderna: l'epistolario Sbragia, che conserva autografi di diverse personalità appartenenti al moderatismo toscano alla vigilia del 1848 (Giorgini, Vittoria e Matilde Manzoni), l'epistolario di Ulisse Poggi, che raccoglie lettere di Niccolò Tommaseo e di Atto Vannucci e l'epistolario Rabizzini, che raccoglie lettere autografe di Benedetto Croce, Antonio Fogazzaro, Ada Negri, Giovanni Papini e Umberto Saba.
      Tra i codici conservati presso la biblioteca di Camaldoli si trova il cosiddetto «salterio di San Romualdo» databile tra la fine del IX e il principio del X secolo. Il fondo archivistico e manoscritto del Monastero di San Michele di Murano conservato presso Camaldoli conserva un manoscritto di Raimondo Lullo (XV secolo), il «Libellus ad Leonem decimum» del Giustiniani.
      La biblioteca monumentale conserva ancora 21 incunaboli tra cui la traduzione latina delle fiabe di Esopo di Lorenzo Valla (1494), la traduzione in lingua volgare della «Legenda Aurea» di Iacopo da Varazze realizzata da Niccolò Malermi (1476), la «Catena aurea» e il commento al «Liboro della Politica» di Aristotele di San Tommaso, il «De civitate dei» di Sant'Agostino del 1479 e i «Decretalia» di Graziano. Conserva anche rare edizioni del 1500, la «Biblia Regia», il «Codex» di Giustiniano, la prima stampa del vocabolario Calepino (1502), il salterio poliglotta stampato a Genova da Agostino Giustiniani nel 1512, la «Divina Commedia» stampata da Aldo Manuzio del 1502 glossata da un autore coevo, il «De historia avibus» di Aldovrandini e il «De re metallica» di Agricola nella versione in lingua italiana. Si conserva integra la Biblioteca della Spezieria, composta da oltre duecento volumi tra cui erbari dei secoli XVI-XVIII (l'erbario di Mattioli del 1604 e l’«Institutiones rei herbariae» di P. Tournefort, 1719) e libri di chirurgia.
      La sacrestia conserva diversi parati di notevole pregio databili tra il XVII e il XIX secolo, come il parato da pontificale detto «de’ Medici» della prima metà del XVII secolo, realizzato interamente con la tecnica

 

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dell'arazzo, inviato ad Arezzo per accogliere Papa Pio VII dal suo ritorno dall'esilio francese. Si conservano anche i parati donati da Papa Gregorio XVI al momento delle sue visite ai monasteri camaldolesi dove visse come monaco.
      Vi sono inoltre numerosi oggetti preziosi come una pace in argento detta «del Cellini», numerosi calici dal XVII secolo al XIX secolo, tra cui quello in oro zecchino dono di Papa Gregorio XVI, un gruppo di reliquie bizantine: il bastone di San Giuseppe, la calotta cranica di San Simeone stilita (di epoca bizantina), il reliquario in argento di Sant'Ambrogio di Fermentino (XIX), modellato sul Marco Aurelio del Campidoglio, il braccio di San Romualdo, il braccio di Sant'Apollinare (XV), una stauroteca del XV secolo argento e smalti.
      L'Eremo e il Monastero di Camaldoli conservano inoltre numerose opere pittoriche di interesse artistico. Sei grandi tavole del Vasari (deposizione, natività, Madonna in trono con santi, San Romualdo e San Benedetto, San Donato e San Ilarino, i sacrifici dell'antico e del nuovo Testamento), una Madonna con bambino su tavola della bottega del Verrocchio, una Madonna di Domenico Dolce, il bozzetto del sogno di San Romualdo del Sacchi (la tela si trova presso la Pinacoteca vaticana) e una terracotta dei della Robbia.
      L'antica farmacia conserva intatto il suo corredo composto da 900 pezzi tra vasi di ceramica (delle migliori botteghe italiane, Montelupo Fiorentino, Deruta, Faenza e Ginori) e vetri contenenti ancora le sostanze, databili tra il XVI e il XIX secolo.

Foresteria di Camaldoli nella cultura italiana.

      La foresteria del Monastero di Camaldoli, dalla funzione ospedaliera con cui era sorta, diviene centro di un cenacolo umanistico sotto il priorato di Mariotto Allegri (1453-1478), discepolo e collaboratore dell'umanista camaldolese Ambrogio Traversari. Fu in questo clima che nel 1470 videro la luce le «Disputationes camaldulenses» compilate da Cristoforo Landino, nipote di don Gabriele Landino, anch'esso discepolo del Traversari, che riportano in forma di dialogo le discussioni che si tenevano a Camaldoli tra Lorenzo de’ Medici, Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino, Pietro e Doanto Acciaioli sulla vita contemplativa e attiva.
      Nel XVI secolo, sotto il priorato del veneziano Pietro Dolfin, vissero come monaci a Camaldoli i due umanisti Paolo Giustiniani (1476-1528) e Pietro Quirini (1479-1514), redattori del «Lebellus ad Lionem decimum», un piano di riforma della Chiesa precedente a quella di Lutero. In quest'opera trovano largo spazio la trattazione delle lingue nazionali in luogo del latino per la liturgia e un'apertura ad una concezione della missione evangelizzatrice della Chiesa che tenesse conto delle culture autoctone (Americhe, India e Africa).
      Camaldoli riacquistò una centralità nella cultura italiana con il recupero dell'uso della foresteria dopo le soppressioni del 1866, che vide trasformare i suoi locali in albergo per il corpo diplomatico accreditato presso il giovane Regno d'Italia. Tra i suoi illustri ospiti vanno ricordati Re Umberto I (1925), la Regina madre Margherita di Savoia e vari membri della casa regnante.
      Nel 1934 la foresteria recuperata all'uso monastico fu inaugurata dal cardinale Elia Della Costa, arcivescovo di Firenze, e nell'estate dello stesso anno ebbero inizio le settimane teologiche dei giovani laureati cattolici e poi della Federazione universitari cattolici italiani (FUCI), di cui era assistente ecclesiastico monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.
      Durante una delle settimane di formazione teologica per laici tenutasi a Camaldoli il 18-24 luglio 1943, una trentina di giovani aderenti all'Istituto cattolico di attività sociale, sotto la guida di monsignor Adriano Bernareggi, vescovo di Bergamo, redassero a Camaldoli un testo il cui contenuto fosse capace di rispondere alle sfide democratiche dell'Italia post-bellica,

 

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chiamato successivamente «Codice di Camaldoli». Tra i collaboratori a vario titolo alla stesura del testo si ricordano: Giulio Andreotti, Aurelia Bobbio, Vittore Branca, Giuseppe Capograssi, Franco Feroldi, Mario Ferrari Aggradi, Guido Gonella, Giorgio La Pira, Giuseppe Medici, Aldo Moro, Ferruccio Pergolesi, P. Emidio Taviani e Guido Zappa; al coordinamento del lavoro provvidero Pasquale Saraceno e Sergio Paronetto.
      La tradizione delle settimane teologiche della FUCI a Camaldoli continua ancora oggi, accanto a una proposta sempre più diversificata sul piano religioso e culturale della comunità monastica di Camaldoli: corsi di teologia, di Sacra scrittura, tematiche antropologiche attuali e problematiche di intercultura.

Scopi perseguiti dalla proposta di legge.

      La presente proposta di legge stabilisce le linee generali per la realizzazione di un progetto che valorizzi il Monastero e l'Eremo di Camaldoli dal punto di vista architettonico, culturale, ambientale e turistico al fine di consentire il recupero della memoria storica e di rilanciare la sua funzione civile e religiosa attraverso la realizzazione di itinerari religiosi e pellegrinaggi.
      È prevista la realizzazione di nuove strutture ricettive e turistiche che garantiranno la dovuta ospitalità a studiosi e a turisti provenienti da tutto il mondo e che favoriranno il loro flusso in maniera più funzionale.

 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Disposizioni generali).

      1. In occasione della ricorrenza del millenario della fondazione del complesso monastico-eremitico di Camaldoli è disposta la realizzazione di un progetto per la valorizzazione culturale, architettonica, ambientale e turistica del Monastero e dell'Eremo, per il recupero della loro memoria storica e per il rilancio della loro funzione civile e religiosa, di seguito denominato «progetto», nonché per la realizzazione di infrastrutture e di strutture ricettivo-turistiche al fine di attrarre studiosi e turisti.

Art. 2.
(Obiettivi del progetto).

      1. Il progetto, realizzato a cura del comitato nazionale di cui all'articolo 4, comma 1, prevede interventi di ristrutturazione architettonica, di restauro artistico dei manufatti dei secoli XV e XVI, delle pergamene e dei registri dell'archivio, dei dipinti e degli affreschi, nonché di valorizzazione culturale, ambientale e turistica del Monastero e dell'Eremo, finalizzati alla realizzazione dei seguenti obiettivi:

          a) analisi dello stato di conservazione del complesso monastico-eremitico di Camaldoli, rilievo degli stati di degrado, di quiescenza e di ammaloramento degli elementi strutturali e decorativi, e conseguente restauro;

          b) interventi di risanamento e di muratura degli intonaci interessati da fenomeni di infiltrazioni e di umidità da risalita nelle sale del Monastero e dell'Eremo;

 

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          c) abbattimento delle barriere architettoniche nella foresteria e negli ambienti di culto del Monastero;

          d) interventi per l'adeguamento del complesso alla normativa vigente in materia di sicurezza dei locali del complesso monastico-eremitico;

          e) realizzazione di impianti di energia rinnovabile e di riscaldamento nel Monastero e nell'Eremo;

          f) interventi di risanamento dei fondaci per custodire le collezioni storiche e artistiche del Monastero e per garantirne l'accesso a studiosi e a turisti;

          g) completamento del Museo e allestimento di un'esposizione permanente del patrimonio storico-artistico dell'Ordine di San Benedetto, in particolare dei paramenti, delle argenterie, delle tavole del Verrocchio e delle tele del Vasari e del Dolce;

          h) predisposizione di interventi mirati a delineare e ad ampliare la zona dei parcheggi per migliorare la viabilità;

          i) individuazione e restauro di tratti dell'antico tracciato viario che conduceva al Monastero;

          l) realizzazione di nuove strutture turistiche e ricettive che garantiscano l'ospitalità a studiosi e a turisti, dando priorità agli interventi di recupero di edifici esistenti di interesse storico-architettonico;

          m) organizzazione di eventi scientifici, culturali e mediatici per la celebrazione del millenario della fondazione del complesso monastico-eremitico nell'anno 2012, nonché realizzazione di itinerari religiosi attraverso dei pellegrinaggi;

          n) realizzazione di un portale web sulla storia del mondo camaldolese;

          o) studi, rilievi, sondaggi e indagini preliminari, nonché progettazione dei luoghi plurisecolari con valenza artistico-turistico-religiosa al fine di garantirne l'accessibilità completa.

 

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Art. 3.
(Istituzione di un fondo speciale per la realizzazione del progetto).

      1. Per la realizzazione del progetto è istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali un fondo speciale con una dotazione di 2.000.000 di euro per l'anno 2010, di 1.500.000 euro per l'anno 2011 e di 1.500.000 euro per l'anno 2012.

Art. 4.
(Istituzione di un comitato nazionale per la realizzazione del progetto e per la gestione del fondo speciale).

      1. Il fondo speciale di cui all'articolo 3 è gestito da un comitato nazionale, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Del comitato, posto sotto la vigilanza del Ministro per i beni e le attività culturali, fanno parte il presidente, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tra soggetti aventi comprovata esperienza nel campo della valorizzazione dei beni culturali, un rappresentante del Ministro per i beni e le attività culturali, un rappresentante del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e un rappresentante del Ministro per il turismo; il sindaco del comune di Poppi o un suo delegato; un rappresentante della provincia di Arezzo e un rappresentante della regione Toscana; due esperti nominati, tra docenti e ricercatori universitari, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali; un componente, con funzioni di coordinamento religioso, designato dal Padre priore generale della Congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto.
      2. Al comitato nazionale di cui al comma 1 del presente articolo spetta, altresì, il compito di organizzare e di programmare gli interventi di cui all'articolo 2, comma 1, nonché il compito di organizzare e di predisporre eventi scientifico-culturali per la celebrazione del millenario

 

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del complesso monastico-eremitico di Camaldoli nell'anno 2012 e di stabilire il relativo calendario dei lavori.
      3. Ai componenti del comitato nazionale di cui al comma 1 non spettano emolumenti, compensi o rimborsi di spese a qualsiasi titolo dovuti, e alle spese di funzionamento dello stesso comitato si provvede nell'ambito delle disponibilità finanziarie del Ministero per i beni e le attività culturali.

Art. 5.
(Copertura finanziaria).

      1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 3, pari a 2.000.000 di euro per l'anno 2010 e a 1.500.000 euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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