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PDL 2412

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2412



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

BERGAMINI, BARANI, BERTOLINI, BIANCONI, BIASOTTI, CASSINELLI, CICU, DELLA VEDOVA, FAENZI, GREGORIO FONTANA, GOTTARDO, IAPICCA, LAFFRANCO, MARTINELLI, MAZZONI, MIGLIORI, MOFFA, MOLES, OSVALDO NAPOLI, PAGLIA, MASSIMO PARISI, LUCIANO ROSSI, SIMEONI, TESTONI, TOCCAFONDI, TORTOLI, TOTO

Istituzione del Museo nazionale della cartapesta in Viareggio

Presentata il 4 maggio 2009

      

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Onorevoli Colleghi! - «Cartapesta. Ogni sorta di rottami di carta, tenuti per più giorni in macero in acqua chiara». Così Filippo Baldinucci scriveva, nel 1681, nel suo «Vocabolario toscano dell'arte del disegno». Una storia, quella della cartapesta, che risale al quattrocento, secolo nobile per eccellenza delle arti belle, nei centri di eccellenza di Firenze e di Venezia, in parallelo con la rinascita dell'arte plastica e della scultura in terracotta e in stucco.
      Nei secoli d'oro dell'arte italiana la cartapesta ha accompagnato i grandi scultori e architetti in tutto l'iter creativo delle loro opere, dal bozzetto ai modelli, alle repliche a calco. Donatello, Sansovino, Bernini, Algardi e molti altri usarono la cartapesta anche come materiale alternativo, per committenti che erano in grado di apprezzare l'artificio più che la preziosità del materiale.
      Quella della cartapesta è un'arte che mescola l'utilizzo di materiali economici ed ecologici che, però, hanno resistito al passare del tempo, rendendola assolutamente attuale.
      La cartapesta è un materiale costituito essenzialmente da un preparato di acqua, colla, gesso e carta. Le colle solitamente usate possono essere la colla vinilica, la colla di pesce in scaglie o in polvere o la colla di farina. La realizzazione delle opere è stata ottenuta attraverso la lavorazione della cartapesta a strati. Questo procedimento prevede diverse fasi di cui la prima è rappresentata dalla creazione del modello in argilla; con una colata di gesso su questo modello, si ottiene il negativo del calco all'interno del quale vengono poi applicate le strisce di carta, precedentemente imbevute in un composto di acqua e di colla, facendole aderire perfettamente al calco di gesso. Dopo molte ore necessarie
 

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all'asciugatura, si stacca il lavoro di cartapesta e, solo dopo aver levigato con della carta vetrata per rendere la superficie il più liscia possibile, si procede alla decorazione pittorica del soggetto con colori acrilici o a tempera. La lavorazione si conclude con uno strato di vernice lucida a protezione del lavoro.
      Spesso si pensa, erroneamente, che la carta sia un materiale effimero: viene usata e gettata o, al più, parzialmente riciclata per fabbricare altra carta di minore pregio. Invece la carta può essere utilizzata in diversi altri modi per la fabbricazione di oggetti funzionali che non siano libri, giornali o imballaggi. Già i cinesi trovarono il modo di impiegare la carta, assemblandola in più strati, negli elmi e nelle armature dei guerrieri. Dalla Cina, passando per il mondo arabo, la carta approdò in Europa nel X secolo dopo Cristo. Qui bisogna attendere fino alla seconda metà del settecento perché si comincino a trovare oggetti di arredamento in carta pressata (scatole e tabacchiere) mentre dall'oriente arrivano paraventi, paralumi, ombrelli, tavolini, armadietti e vasellame vario. Nell'ottocento mobili in cartapesta (ma anche elementi costruttivi di carrozze ed elementi architettonici vari come porte, pareti e perfino intere case prefabbricate) vengono in auge sia in Europa, che negli Stati Uniti d'America e in Russia. Molti di questi elementi sono giunti fino a noi in ottimo stato di conservazione. Al giorno d'oggi vediamo sfruttare con brillanti risultati la tecnica della cartapesta soprattutto nell'arte popolare del Messico, dell'India, del Pakistan, del Kashmir, delle Filippine e del Giappone, dove continua la fabbricazione di scatole, vassoi, cofanetti, mobiletti, bigiotteria, giocattoli, maschere e sculture di vario tipo.
      Tra le più antiche testimonianze fino ad ora accertate di lavori in cartapesta si possono citare una «Madonna col Bambino» del XV secolo depositata presso il Palazzo Ducale di Urbino, due manichini del XV secolo ed un «Ecce homo» nel Museo Bardini di Firenze, oltre a una cornice di specchio con figura di donna in cartapesta dipinta, opera di Neroccio di Bartolomeo Landi, presso il Victoria and Albert Museum di Londra.
      Oggi quasi tutte le regioni italiane vantano l'impiego della cartapesta: tra le realizzazioni più note si ricordano quelle realizzate per le maschere del carnevale di Viareggio e del carnevale di Venezia, per i presepi di Matera, per la festa dei «Gigli» di Nola e per i presepi dell'Emilia-Romagna, nonché quelle legate alla tradizione della cartapesta nel Salento.
      In particolare, quello di Viareggio è considerato uno dei più importanti e maggiormente conosciuti carnevali in Italia e in Europa, caratterizzato soprattutto dagli imponenti carri allegorici sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di personaggi famosi nel campo della politica, della cultura e dello spettacolo, i cui tratti caratteristici - specialmente quelli somatici - vengono sottolineati con satira e con ironia.
      Il primo carro di cartapesta, «I tre cavalieri del Carnevale» di Antonio D'Arliano, fu realizzato a Viareggio nel 1925. La tradizione della sfilata di carri a Viareggio risale però al 1873, quando alcuni ricchi borghesi decisero di mascherarsi per protestare contro le troppe tasse che erano costretti a pagare e, sul finire del secolo, comparvero poi i carri trionfali. Da allora ogni anno questa sfilata permette di realizzare carri che interpretano alla perfezione il pensiero e il malcontento di tanta gente.
      La presente proposta di legge ha l'obiettivo di tutelare e di valorizzare il patrimonio culturale legato all'arte della cartapesta attraverso l'istituzione del Museo nazionale della cartapesta in Viareggio, il cui compito sarà appunto quello di raccogliere, conservare ed esporre le opere riferite alla produzione in cartapesta, nonché di promuovere iniziative e attività culturali idonee a favorire la conoscenza, in Italia e all'estero, del patrimonio conservato.
      La presente proposta di legge si compone di quattro articoli: l'articolo 1 istituisce il Museo nazionale della cartapesta in Viareggio, l'articolo 2 ne definisce i compiti, l'articolo 3 ne prevede l'organizzazione e, infine, l'articolo 4 reca la copertura finanziaria.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Istituzione del Museo nazionale della cartapesta).

      1. È istituito il Museo nazionale della Cartapesta, di seguito denominato «Museo», con sede nel comune di Viareggio.

Art. 2.
(Finalità del Museo).

      1. Al Museo sono attribuiti i seguenti compiti:

          a) raccogliere, conservare, catalogare, restaurare ed esporre materiali e opere che si riferiscono alla produzione in cartapesta;

          b) effettuare acquisti, scambi e prestiti con altri musei in Italia e all'estero per l'incremento delle collezioni esistenti;

          c) promuovere iniziative e attività culturali idonee a favorire la conoscenza, in Italia e all'estero, del patrimonio conservato;

          d) patrocinare eventi culturali volti a valorizzare la produzione della regione Emilia-Romagna;

          e) istituire premi e borse di studio in favore di studenti e di giovani che si impegnano ad effettuare ricerche e studi relativi all'arte della cartapesta.

Art. 3.
(Organizzazione del Museo).

      1. Il Ministro per i beni e le attività culturali stabilisce, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente

 

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legge, con proprio decreto, l'organizzazione del museo, prevedendo, in particolare:

          a) servizi di accoglienza, comprendenti una libreria e punti di ristoro;

          b) aree espositive e didattiche;

          c) un'area dedicata ad attività espositive temporanee;

          d) un'area commerciale destinata alla vendita di prodotti e di manufatti realizzati in cartapesta.

Art. 4.
(Copertura finanziaria).

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, determinato in 3 milioni di euro per l'anno 2009 per la realizzazione del Museo e in un milione di euro annui, a decorrere dall'anno 2010, quale contributo per le spese di funzionamento del medesimo Museo, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento, iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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