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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 1890 |
Guglielmo Marconi, la storia.
Guglielmo Marconi nacque a Bologna il 25 aprile 1874. Suo padre Giuseppe, proprietario terriero che visse nelle campagne di Pontecchio, era all'epoca al secondo matrimonio. Vedovo con un figlio, conobbe una giovane irlandese di nome Annie Jameson, nipote del fondatore della storica distilleria Jameson & Sons, in visita in Italia per studiare bel canto. Se ne innamorò e la sposò il 16 aprile 1864, a Boulogne-sur-Mer. Un anno dopo il matrimonio nacque Alfonso e, nove anni più tardi, Guglielmo.
L'avere avuto una madre irlandese chiarisce, quindi, il motivo delle attività di Guglielmo Marconi svolte in Gran Bretagna ed Irlanda che, di seguito, si racconteranno.
Marconi diede inizio ai primi esperimenti appena ventenne, lavorando come autodidatta e avendo come aiuto il fido maggiordomo Mignani. Durante l'estate del 1894 costruì un segnalatore di temporali e precisamente una pila, un coherer (ossia un tubetto con limatura di ferro) e un campanello elettrico. Al primo fulmine il campanello squillò.
Forte ed esaltato dal primo successo, una notte di dicembre Guglielmo svegliò la madre e la invitò nel suo rifugio segreto. Su un bancone, appoggiato alla finestra, vi era un tasto telegrafico: bastò premerlo per far squillare il campanello dall'altro lato della stanza. Il giorno dopo anche il padre assistette incredulo all'esperimento e quando appurò che il campanello suonava senza collegamento con i fili, regalò al figlio i soldi necessari per l'acquisto di nuovi materiali. Il giovane Marconi proseguì, dunque, nei suoi esperimenti.
Spostò il campanello al piano terra della villa e lo sentì suonare ancora, come
se le onde avessero perforato i muri di casa. Poi si recò con i suoi apparecchi in campagna, dove aumentò la potenza delle emissioni e la distanza che separava il trasmettitore dal ricevitore, che ora captava i segnali dell'alfabeto Morse.
Dopo vari tentativi, l'apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (in questo caso, la collina dietro Villa Griffone). Il colpo di fucile che Mignani sparò in aria per confermare la riuscita dell'esperimento (l'apparecchio vibrò per tre volte) viene considerato l'atto di battesimo della radio in Italia. Era l'8 dicembre 1895.
Successivamente, Marconi cercò di commercializzare l'invenzione, e constatò che occorrevano grandi capitali per proseguire negli esperimenti.
Si rivolse, senza fortuna, al Ministero delle poste e telegrafi, dal quale non ottenne alcuna risposta. Il 12 febbraio del 1896 si recò con la madre in Inghilterra. Il 5 marzo presentò a Londra la prima richiesta provvisoria di brevetto, col numero 5028 e col titolo «Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati».
Il 19 marzo ricevette dall'ufficio brevetti conferma dell'accettazione della prima domanda. Il 2 giugno dello stesso anno, Marconi depositò all'ufficio brevetti di Londra una domanda definitiva per un sistema di telegrafia senza fili, n. 12039, dal titolo «Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi». Nel farlo rinunciò a tre mesi di priorità sull'invenzione.
Come già citato in premessa, durante gli anni vi sono state molte dispute, sia teoriche, nell'ambito dei fisici, sia in campo legale, per stabilire chi debba essere effettivamente considerato il primo inventore della radio, ma ancora oggi la questione è controversa e spesso si lascia influenzare da considerazioni politiche di schieramento o da nazionalismi.
Di certo, Guglielmo Marconi può essere considerato il primo di tanti scienziati che sono dovuti uscire dall'Italia per poter mettere a frutto le proprie scoperte, cosa che ancora oggi, purtroppo, accade nel nostro Paese che nulla può contro la fuga dei nostri «cervelli» all'estero, alla ricerca della dovuta gratificazione professionale.
Marconi, intanto, con esperimenti pubblici dimostrava di essere un abile pubblicitario di se stesso. Presenti politici ed industriali, collocò un trasmettitore sul tetto dello stabile della direzione delle poste e un ricevitore in una casa su una banchina del Tamigi, a quattro chilometri di distanza: fu un trionfo. Tutti i giornali britannici parlarono bene di lui. Per l'Ammiragliato stabilì un contatto attraverso il canale di Bristol, largo 14 chilometri. Collaborò con il Daily Express in occasione delle regate di Kingstown: i giornalisti seguirono le regate al largo, a bordo di un rimorchiatore, poi passarono le notizie a Marconi che le trasmise ad una stazione a terra, da dove vennero comunicate per telefono al giornale, che bruciò la concorrenza.
Nel luglio 1897 Marconi fondò a Londra la Wireless Telegraph Trading Signal Company (successivamente rinominata Marconi Wireless Telegraph Company), che aprì il primo «ufficio senza fili» del mondo in Hall Street a Chelmsford, in Inghilterra, nel 1898, e che impiegava circa cinquanta persone.
Lo scienziato italiano effettuò la prima trasmissione senza fili attraverso l'acqua da Ballycastle (Irlanda del nord) all'isola di Rathlin nel 1898. Stabilì un ponte radio tra la residenza estiva della regina Vittoria e lo yacht reale, sul quale c'era il principe di Galles, il futuro Edoardo VII, convalescente per una brutta ferita al ginocchio. Nel dicembre si racconta che da un battello attrezzato con la radio partì una richiesta di soccorso: fu il primo caso di salvataggio. Il 29 maggio i segnali attraversano il canale della Manica superando la distanza di 51 chilometri.
Ma è ormai verso l'Atlantico che Marconi concentra tutte le sue ricerche. Al contrario di molti scienziati, egli era convinto che le onde potessero varcare l'oceano seguendo la curvatura della Terra. Il 6 novembre 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installò un grande trasmettitore,
la cui antenna di 130 metri era sollevata da un aquilone costituito da 60 fili tesi come una tela di ragno tra due piloni alti 49 metri e distanti fra di loro 61. Poi s'imbarcò per St. John's di Terranova con gli assistenti Kemp e Paget. I due luoghi distano fra di loro oltre 3.000 chilometri e sono separati dall'oceano Atlantico. Il 12 dicembre 1901 ci fu la comunicazione che costituì il primo segnale radio transoceanico. Il messaggio ricevuto era composto da tre punti, la lettera S del codice Morse.
Il 16 marzo 1905 sposò Beatrice O'Brien, figlia di Edward Dunnough (O'Brien), il quattordicesimo barone di Inchiquin. Ebbero tre figlie: Lucia, che sopravvisse solo tre settimane, Degna e Gioia; ed un figlio, Giulio. Divorziarono nel 1924.
Nel 1909 condivise con il fisico tedesco Karl Ferdinand Braun il Premio Nobel per la fisica.
Nel dicembre 1911 Marconi si recò a Tripoli, da poco occupata dalle truppe italiane, dove effettuò, in collaborazione con Luigi Sacco, comandante della locale stazione radiotelegrafica, alcuni esperimenti di collegamento radio con l'Italia, che furono alla base dell'allestimento del primo servizio di radiotelegrafia militare su larga scala.
Quando nel 1912 il Titanic affondò dopo aver lanciato il primo SOS della storia, Marconi fu tra i primi ad accorrere al porto di New York per ricevere i superstiti, venendo pubblicamente elogiato.
Marconi fu nominato Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (1927) e della Regia accademia d'Italia (19 settembre 1930, l'attuale Accademia nazionale dei Lincei), diventando automaticamente membro del Gran Consiglio Fascista.
Morì a Roma il 20 luglio 1937.
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 11 dicembre 2009 quale «Giornata nazionale in memoria del centenario del conferimento del Premio Nobel per la fisica a Guglielmo Marconi», per il grande contributo apportato alla scienza nello sviluppo della telegrafia senza fili e nel settore delle radiocomunicazioni.
2. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca impartisce le opportune direttive affinché, in occasione della giornata nazionale di cui al comma 1, le scuole pubbliche e private, nell'ambito della loro autonomia, promuovano iniziative culturali volte a discutere, approfondire e divulgare le tematiche relative alla storia di Guglielmo Marconi e alla sua invenzione.
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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