ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01182

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 150 del 23/03/2009
Firmatari
Primo firmatario: GNECCHI MARIALUISA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
CODURELLI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
RAMPI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
BOCCUZZI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009
MATTESINI DONELLA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2009


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 23/03/2009
Stato iter:
24/03/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/03/2009
Resoconto GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2009
Resoconto VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 24/03/2009
Resoconto GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/03/2009

SVOLTO IL 24/03/2009

CONCLUSO IL 24/03/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-01182
presentata da
MARIALUISA GNECCHI
lunedì 23 marzo 2009, seduta n.150

GNECCHI, BELLANOVA, MIGLIOLI, CODURELLI, RAMPI, BOBBA, MADIA, BOCCUZZI, BERRETTA, DAMIANO, SCHIRRU, GATTI e MATTESINI. -
Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:


pur essendo le donne già penalizzate in termini di retribuzioni e mancata carriera, l'attuale Governo - prendendo a spunto una sentenza della Corte di giustizia europea - ha pubblicamente dichiarato che intende procedere all'innalzamento graduale del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia delle donne nella pubblica amministrazione, dagli attuali 60 ai 65 anni;

non si comprende, a tale riguardo, come mai il Governo non si sia attivato per dimostrare in sede di Corte di giustizia che il regime pensionistico Inpdap non è un regime professionale, ma è un vero e proprio pilastro autonomo previdenziale (fondo previdenziale sostitutivo), al pari quindi dell'Inps e, in quanto tale, soggetto alla direttiva 79/7 CEE del Consiglio europeo del 19 dicembre 1978, che all'articolo 7 riconosce la facoltà degli stati membri di fissare l'età per la pensione di vecchiaia e i vantaggi per periodi di congedi per educazione dei figli;

non si comprende perché il Governo non abbia immediatamente confutato l'assunto della Corte specificando che le donne non vengono collocate obbligatoriamente in pensione a 60 anni, anzi è loro riconosciuto il diritto di proseguire il lavoro fino a 65 anni, possono quindi, su richiesta, avere l'identica età anagrafica per la pensione dei colleghi maschi;

inoltre il Governo, senza alcuna ratio rispetto all'obiettivo del risparmio di spesa pensionistica, attraverso il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, articolo 72 consente il collocamento in posizione di esonero dal servizio ai dipendenti pubblici, nel quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità contributiva massima di 40 anni, garantendo una retribuzione pari al 50 per cento (70 per cento se impegnato in attività di volontariato in una onlus) per un massimo di 5 anni, senza alcuna prestazione lavorativa, garantendo inoltre la copertura in misura intera dei contributi per la pensione;

sulle donne, che già sono penalizzate da retribuzioni più basse, vengono per la quasi totalità scaricate tutte quelle attività di assistenza e cura all'interno delle famiglie, per mancanza di servizi adeguati, impedendo loro di poter lavorare e versare contributi per la pensione con continuità;

nel nostro ordinamento, esiste la differente età di pensionamento per le donne, riconosciuta anche dalla Corte costituzionale in quanto mira a soddisfare esigenze peculiari della donna, non contrasta con il fondamentale principio di parità e trova particolare giustificazione nell'articolo 37 della Costituzione -:

se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, per quanto di competenza, prevedere misure idonee a garantire ulteriori benefici previdenziali - anziché il peggioramento del regime attuale - per le donne nel pubblico impiego, valutando semmai la possibilità di presentare un'istanza di revoca della sentenza richiamata in premessa, nei tempi e nei modi prescritti dagli articoli 98, 99 e 100 del regolamento di procedura della Corte di giustizia europea e dall'articolo 44 dello statuto della stessa.(5-01182)
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2008 0112, L 2008 0133

EUROVOC :

assicurazione per la vecchiaia

condizione di pensionamento

funzione pubblica

lavoro femminile