ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00138

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 20 del 19/06/2008
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 19/06/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOLLEGOT FULVIO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
STUCCHI GIACOMO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
MOLTENI NICOLA LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
FORCOLIN GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
ALLASIA STEFANO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
PINI GIANLUCA LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
CROSIO JONNY LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
FAVA GIOVANNI LEGA NORD PADANIA 19/06/2008
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA 04/12/2008
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA 04/12/2008


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/06/2008
Stato iter:
04/12/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2008
Resoconto ZAIA LUCA MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 04/12/2008
Resoconto FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/06/2008

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/12/2008

DISCUSSIONE IL 04/12/2008

SVOLTO IL 04/12/2008

CONCLUSO IL 04/12/2008

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00138
presentata da
DAVIDE CAPARINI
giovedì 19 giugno 2008, seduta n.020

CAPARINI, FOLLEGOT, STUCCHI, FOGLIATO, CALLEGARI, NICOLA MOLTENI, FORCOLIN, ALLASIA, PINI, CROSIO, GRIMOLDI, FAVA, NEGRO e RAINIERI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 2 della legge 23 agosto 1993, n. 349, l'attività cinotecnica è considerata a tutti gli effetti attività imprenditoriale agricola ed i soggetti, persone fisiche o giuridiche, singoli o associati, che esercitano l'attività cinotecnica sono imprenditori agricoli ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, come confermato dalla giurisprudenza secondo cui «l'attività cinotecnica è, per espressa definizione normativa (cfr. articolo 2 legge 23 agosto 1993, n. 349), attività imprenditoriale agricola in tutte le sue componenti (allevamento, addestramento, selezione delle razze canine» (Tar Lombardia, Milano sez. II, 8 marzo 2007, n. 370);
nonostante tale inquadramento normativo il settore cinotecnico che ha rilevanza economica e sociale (quasi ogni famiglia ha un cane di razza), pur sottoposto alle norme che regolano l'attività agricola (controlli delle Asl), è invece escluso da tale settore per quanto attiene agli incentivi economici, ai finanziamenti nazionali e comunitari (PAC), alle agevolazioni fiscali (si applica l'Iva al 20 per cento);
l'allevamento del cane di razza risulta essere l'unico settore zootecnico made in Italy che con evidente sperequazione rispetto all'allevamento di conigli, caprini, ovini, cavalli e di altri animali non usufruisce di una disciplina che sostenga chi alleva secondo criteri di qualità consentendo l'autosufficienza nella produzione nazionale;
l'allevatore di cani di razza, ancor più di altri operatori, è sottoposto alle norme che regolano il benessere animale, attesi gli stretti contatti dei cani con le persone;
secondo i dati dello stesso ministero il numero di cuccioli iscritti al Libro delle origini è passato da 160.000 nell'anno 2003 (inizio dell'attuale gestione dell'E.N.C.I.) a 124.000 nel 2005, e negli stessi anni il numero dei soci aggregati (iscritti nei vari club e gruppi cinofili) è passato da 98.000 a 75.000;
la tutela del patrimonio zootecnico sotto il profilo igienico-sanitario, sociale ed economico non può più avvenire attraverso una gestione privatistica e meramente amatoriale, come fino ad oggi tenuta da parte dell'ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che per attribuzione legislativa è depositario dei Registri ufficiali Genealogici dei cani di razza, posto che i risultati ottenuti dimostrano - ad avviso degli interroganti - inefficienza ed ingestione a discapito dell'interesse degli stessi allevatori;
la gestione della cinofilia ha di fatto favorito coloro che operano in modo non corretto e trasparente a nocumento del benessere animale, degli operatori che lavorano secondo criteri di qualità e degli utenti degli allevamenti non tutelati sulla garanzia di qualità psico-morfologica del cane;
affinché l'intero settore della cinofilia riacquisti dignità di attività di interesse pubblico occorre procedere con il commissariamento dell'Enci, più volte invocato dalle forze politiche e sociali (si veda, tra le tante, la risoluzione n. 7-00274 presentata dall'onorevole Marco Lion, Presidente della Commissione agricoltura nella seduta n. 206 del 18 agosto 2007) come primo passo per ridare alla gestione dei Registri delle origini una connotazione di servizio pubblico svolto nell'interesse dei cittadini e degli allevatori;
i nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2008, e nello specifico l'Allegato 1, forniscono un nuovo e chiaro indirizzo dal punto di vista della sanità pubblica in merito all'allevamento animale, posto che i controlli sugli allevamenti sono l'unica garanzia della sanità pubblica e del benessere animale, il commissariamento è improcrastinabile;
l'allevamento di cani di razza, sia professionale che semi-professionale, deve essere identificabile ai fini dei controlli igienico-sanitari attraverso l'istituzione e la pubblicazione di un «Registro degli allevatori» nel quale, come avviene per l'allevamento di altri animali, in conformità alle esigenze della pubblica salute e sicurezza e come previsto dalle stesse «Norme tecniche del Libro Genealogico», siano riportati i dati relativi all'ubicazione dell'allevamento e delle eventuali strutture, la cui notizia non lede in alcun modo la privacy di chi opera correttamente sul mercato;
l'ENCI frappone ostacoli a tale esigenza di trasparenza in quanto non consente che i dati identificativi di ciascun allevamento sia indicato nel «Registro degli allevatori» di cui attualmente cura la compilazione mancando altresì un automatismo di inserimento dei dati dell'operatore cinotecnico tramite un quorum di cuccioli prodotti/annui e la cancellazione dal registro nel caso di mancata produzione di cuccioli o di assenza di possesso di cani iscritti al ROI. Ciò senza considerare che tale registro è gravemente incompleto in quanto concernente solo gli allevamenti di razze riconosciute dalla FCI risultando escluse dal censimento le razze ibridi commerciali (ad esempio i pitbull non sono riconosciuti) con una popolazione di circa 400.000 cani;
al fine di dare nuovo slancio al settore e incentivare coloro che allevano secondo principi di qualità, favorendo nel contempo l'emersione del commercio fiscalmente sconosciuto, è ormai indispensabile che vengano adottate le seguenti azioni: a) istituzione di un Registro pubblico nazionale degli allevamenti e degli allevatori indispensabile per il controllo del rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza dettati, da ultimo con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2008. Tale operazione di trasparenza è possibile prescrivendo all'ENCI di rendere noti i dati relativi agli allevamenti (ubicazione e titolarità) ed alle regioni di effettuare un censimento capillare delle attività con animali d'affezione; b) riduzione dell'IVA dal 20 per cento al 10 per cento per gli imprenditori agricoli cinotecnici, al fine di conferire pari trattamento rispetto ad altre zootecnie e per rendere la cinotecnia nazionale economicamente competitiva con quella di importazione; c) riconoscimento del cane di razza tra le produzioni zootecniche che godono di agevolazioni e finanziamenti comunitari; d) introduzione di agevolazioni edilizie per la costruzione di box o platee per un minimo di metri quadri che consentano l'avvio dell'attività ai piccoli allevatori con la modifica dell'Accordo Stato-Regioni sul benessere degli animali da compagnia e pet therapy del 6 febbraio 2003, recepito dalle norme regionali, che detta una indistinta disciplina per allevamenti di differenti dimensioni, onerando il piccolo allevatore di adempimenti insostenibili; e) innalzamento da euro 200 a euro 1.200 della deducibilità dei costi veterinari, il cui onere grava non poco sui bilanci delle famiglie che siano proprietarie di un animale domestico; f) riconoscimento delle razze italiane come «Patrimonio cinotecnico Italiano» in quanto per origine ed antichità rappresentano un patrimonio di storia e cultura; g) commissariamento dell'ENCI -:
se, coerentemente con la disciplina che qualifica l'attività di allevamento tra l'altro di cani di razza come attività agricola ed imprenditoriale, intenda adottare ogni iniziativa che tenga conto di quanto sopra indicato e proposto;
se in particolare, a fronte dell'improcrastinabile necessità di rendere trasparente ed efficiente il settore della cinofilia, da gestire non più secondo una logica amatoriale e privatistica ma come attività zootecnica ed economica d'interesse pubblico, intenda procedere con il commissariamento dell'ENCI e con la nomina di un commissario ad acta per la tenuta del Libro genealogico per la tutela dei cani di razza ai sensi della legge n. 529 del 1992 e del Disciplinare del Libro genealogico.
(5-00138)
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 1992 0529, L 1993 0349

GEO-POLITICO:

MILANO, MILANO - Prov, LOMBARDIA

EUROVOC :

allevamento

animale domestico

benessere degli animali

finanziamento comunitario

finanziamento nazionale

ispezione veterinaria

piccola azienda agricola

produzione animale

produzione nazionale

protezione degli animali

protezione del patrimonio

qualita' del prodotto

revisione d'accordo