ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16369

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 642 del 31/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRANATA BENEDETTO FABIO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 31/05/2012
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
SARUBBI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
SIRAGUSA ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
BERRETTA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
IANNUZZI TINO PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 31/05/2012
SAMPERI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 13/06/2012
RAO ROBERTO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 28/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 31/05/2012
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 31/05/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT delegato in data 13/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/06/2012

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 13/06/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 13/06/2012

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 28/06/2012

SOLLECITO IL 02/08/2012

SOLLECITO IL 06/11/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

SOLLECITO IL 07/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16369
presentata da
ERMETE REALACCI
giovedì 31 maggio 2012, seduta n.642

REALACCI, GRANATA, MARIANI, MARGIOTTA, BRATTI, BRAGA, MORASSUT, SARUBBI, BOBBA, SIRAGUSA, BERRETTA, STRIZZOLO, IANNUZZI, CENNI, SAMPERI e RAO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

in data 31 marzo 2011 la Società italiana Dragaggi spa - controllata del gruppo belga DEME, ha incaricato la Waterfront Engineering (gruppo Anthos Consulting Srl) a redigere apposito studio di fattibilità per il «Progetto per la salvaguardia del sistema costiero negli ambiti a rischio R4 delle coste siciliane»;

in data 11 maggio 2011 è stata emanata la legge regionale n. 7 che, all'articolo 11, prevede che la regione siciliana è autorizzata a programmare, in coerenza con il piano nazionale per il Sud di cui alla delibera CIPE 11 gennaio 2011, n. 1, un «piano straordinario per la conservazione, la messa a reddito e la valorizzazione dei beni culturali, dei beni forestali e del patrimonio costiero di proprietà regionale»;

in data 12 agosto 2011, il soggetto proponente Società italiana Dragaggi-Guppo DEME ha presentato alla regione siciliana lo studio di fattibilità concernente il «progetto per la salvaguardia del sistema costiero negli ambiti a rischio R4 delle coste siciliane» da realizzare in project financing e proporre per l'inserimento nella lista delle infrastrutture di cui all'articolo 175 del decreto legislativo n. 163 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni;

lostudio di fattibilità riguarda la proposta di una concessione (per 30 anni dal 2012 al 2041) sul complessivo patrimonio demaniale costiero della regione siciliana, prevedendo come corrispettivo dei lavori, oltre al diritto di gestire le opere, anche l'erogazione di un prezzo a valere su risorse pubbliche;

il quadro economico degli interventi da realizzare pari complessivamente a oltre 1,5 miliardi di euro (1.546.014.560 al netto dell'IVA) prevede sinteticamente la costruzione di:

consolidamenti, ripascimenti e barriere di difesa costiere per circa 700 milioni di euro;

pontili, ormeggi e realizzazione di approdi per circa 550 milioni di euro;

porti a secco per circa 20 milioni di euro;

parcheggi per 6,6 milioni di euro;

stabilimenti balneari per 5,4 milioni di euro;

strutture rimovibili per bar-tavola calda per 3,6 milioni di euro;

strutture rimovibili adibite a commercio per circa 4,5 milioni di euro;

strutture per servizi portuali (50.000 posti in approdi e 30.000 in posti a secco) per 2,8 milioni di euro;

opere impiantistiche per oltre 10 milioni di euro;

ed addirittura spese di progettazione per oltre 240 milioni di euro;

il piano di finanziamento contenuto nello studio di fattibilità prevede:

un mutuo per il 31 per cento pari a euro 479.264.513;

un contributo pubblico per il 49 per cento pari a euro 757.547.134;

mezzi di terzi per il 10 per cento pari a euro 154.601.455;

mezzi propri per il 10 per cento pari a euro 154.601.455;

il TOTALE è pari a euro 1.546.014.559;

al fine di tentare di conferire alla proposta una utilità collettiva si afferma che gli interventi saranno in prima istanza tesi alla salvaguardia dei sistemi costieri, individuati coerentemente alle perimetrazioni del piano per l'assetto idrogeologico, ma anche allo sfruttamento sostenibile delle risorse territoriali disponibili, perseguendo l'incremento economico e produttivo delle attività ad esse connesse;

come è noto il 42 per cento delle spiagge italiane è in forte erosione e la Sicilia, con il 28 per cento circa delle spiagge esposte al rischio, non rappresenta certamente una delle regioni più colpite;

nello studio di fattibilità si dà atto che le principali cause dell'erosione delle coste sono riconducibili, per lo più, ad azioni antropiche dissennate, quali la realizzazione di sbarramenti lungo i principali corsi fluviali, l'estrazione di inerti in alveo, la cementificazione dei corsi fluviali, che producono una drastica riduzione degli apporti solidi al mare e, quindi, il progressivo arretramento della linea di costa;

in contrasto con le premesse, il progetto proposto, ad avviso degli interroganti, non incide minimamente su tali cause, perchè si tratta di interventi da realizzare in aree non interessanti per le operazioni finanziarie, di valorizzazione fondiaria e speculazione edilizia delle società proponenti;

in sostanza, gli interventi previsti dal progetto non sono risolutivi delle stesse cause di dissesto, perchè non incidono su di esse ma intervengono sugli effetti provando, nel migliore dei casi, a tenerli sotto controllo e a mitigarli. Quindi nel caso della tanto enfatizzata difesa costiera si tratterebbe di un intervento tampone di enormi dimensioni e di manutenzioni limitate alla durata della concessione finalizzate a giustificare la «valorizzazione della fascia costiera»;

nello studio di fattibilità si dà atto che un'altra causa del dissesto costiero è la realizzazione massiccia di insediamenti turistici che ha prodotto l'alterazione dell'assetto naturale di ampie fasce litorali, creando così le condizioni favorevoli per l'azione erosiva del mare;

in contrasto con le premesse dello studio, l'intervento previsto è, secondo gli interroganti, addirittura peggiorativo. Infatti, per quanto i progetti di porti o di barriere frangiflutti possano essere realizzati con maggiore attenzione rispetto a quanto non sia avvenuto in passato, producono comunque inevitabili alterazioni dell'equilibrio delle correnti litoranee che quasi sempre innescano processi di erosione costiera. Se è quindi vero quello che gli stessi progettisti dichiarano, l'effetto sarebbe paradossale;

va soprattutto evidenziato che il piano dei ricavi contenuto nello studio di fattibilità prevede:

oltre 57 milioni di euro da cessione di posti barca, box nautici e parcheggi ad altro partner;

38 milioni di euro l'anno da locazioni immobiliari di aree demaniali (581.000 metri quadrati), opere su aree demaniali (522.000 metri quadrati), stabilimenti balneari (68.000 metri quadrati);

78 milioni di euro l'anno della gestione e locazione di 13.700 posti barca;

12 milioni di euro l'anno dalla locazione di 7.000 posti in porto a secco;

0,3 milioni di euro l'anno per locazione di 6.000 posti auto;

3,5 milioni di euro l'anno da locazione da servizi di accesso wireless a oltre 15.000 posti barca;

14,5 milioni l'anno da locazione di spazi pubblicitari;

0,6 milioni di euro l'anno da noleggio di 72 strutture bar;

il piano finanziario stima, a regime, in 250 milioni di euro l'anno i ricavi ed in oltre 150 milioni di euro l'anno i saldi di cassa;

nella bozza di convenzione per l'affidamento in concessione proposta da Società Italiana dragaggi spa - Gruppo Deme si legge, tra l'altro, che:

a) la regione siciliana rilascerà alla società concessionaria, senza oneri a carico di quest'ultima, i provvedimenti amministrativi relativi all'occupazione degli spazi e delle aree pubbliche, che si rendano necessari per l'esecuzione e la gestione delle opere;

b) la regione siciliana si impegna a riconoscere alla società concessionaria, a fine concessione, la quote di investimento fatte non ammortizzate così come risulta dal libro degli ammortamenti, oltre alle opere non previste dal progetto che si dovessero necessariamente realizzare a causa di eventi non previsti ed imprevedibili da parte del concessionario;

c) spetteranno alla società concessionaria per tutta la durata della concessione i proventi derivanti:

dalla vendita in concessione di alcune opere realizzate;

dalla concessione in uso a rotazione nelle ore diurne e notturne di parcheggi;

dalla gestione delle opere portuali, in particolare la concessione e l'affitto dei posti barca disponibili;

i proventi derivanti dalla concessione dei locali adibiti ad uso commerciale - direzionale;

i proventi derivanti dalla gestione diretta o indiretta di altri manufatti all'interno dell'area in concessione;

d) per garantire un congruo equilibrio economico finanziario dell'investimento proposto e approvato, nell'ipotesi in cui il totale dei ricavi della gestione annuale del parcheggio, del porto e delle strutture annesse rispetto a quanto previsto nel piano economico finanziario approvato, la regione siciliana dovrà riconoscere alla società concessionaria un contributo gestionale per tutta la durata della concessione, annualmente, tale da poter assicurare l'equilibrio economico-finanziario dell'investimento;

in data 7 dicembre 2011 il soggetto proponente Società italiana dragaggi spa - Gruppo Deme ha presentato alla regione siciliana un ulteriore documento integrativo concernente l'individuazione di partner operanti nel settore turistico interessati alla proposta progettuale ed una nuova proposta, ampliando a dismisura quella originaria, prevedendo azioni in tre macro aree (difesa costiera, sviluppo turistico, servizi complementari) per un complessivo importo di oltre 3 miliardi di euro (3.166.536.160 senza IVA, il doppio dell'originaria proposta) così articolato: consolidamenti, ripascimenti e barriere di difesa costieri per circa 700 milioni di euro; opere turistiche, ricettive e commerciali per circa 1,5 miliardi di euro; pontili, ormeggi e realizzazione di approdi per circa 350 milioni di euro; porti a secco per circa 35 milioni di euro; parcheggi per 26 milioni di euro; stabilimenti balneari per 9,4 milioni di euro; strutture rimovibili per bar-tavola calda per 7,2 milioni di euro; strutture rimovibili adibite a commercio per oltre 14,5 milioni di euro; strutture rimovibili per servizi portuali per oltre 7,6 milioni di euro; opere impiantistiche per oltre 35,5 milioni euro;

addirittura le spese di progettazione ammontano a circa 500 milioni di euro;

in tale nuova proposta si prevede come impegni di parte pubblica, tra gli altri:

a) la durata della concessione elevabile a 50 anni;

b) l'utilizzo delle risorse del fondo Jessica per investimento su coste e porti;

c) la permuta di eventuali beni demaniali in disuso da riconvertire;

d) l'utilizzo di risorse a valere su FEASR/BEI per interventi sul patrimonio forestale e costiero;

in tale nuova proposta il soggetto proponente Società Italiana Dragaggi-Gruppo DEME propone e chiede la regione siciliana eroghi un contributo a fondo perduto del 20 per cento dell'intero investimento e pari a oltre 633 milioni di euro (all'incirca lo stesso importo del costo delle opere di consolidamento e ripascimento della costa quantificato in 698.100.000 euro);

in tal modo la regione sosterrebbe comunque il costo delle opere di difesa costiera, alla cui realizzazione non concorrerebbero di fatto i privati che invece incasserebbero tutti i proventi delle locazioni dei beni demaniali assegnati, così privando il pubblico erario regionale di rilevantissimi introiti;

è importante tenere presente che in Sicilia la gran parte del patrimonio messo a rischio dall'erosione costiera è costituito da case abusive insanabili o infrastrutture costruite in luoghi non adatti. Se la regione siciliana avesse davvero da investire oltre 600 milioni di euro, come richiesto dal progetto, farebbe bene, ad avviso degli interroganti, a spenderli per provare ad eliminare le cause dell'erosione o, dove ciò non fosse possibile, per la delocalizzazione dei beni «non abusivi» a rischio;

appare agli interroganti con tutta evidenza che un aspetto peculiare del progetto in esame è il sostanziale affidamento ad un unico soggetto (senza oneri) di tutti i litorali siciliani che poi verrebbero dati in concessione a terzi incamerando i relativi canoni di uso o locazione;

al di là della qualificazione nominalistica dell'intervento data dai progettisti, sulla base della consolidata giurisprudenza della Corte di giustizia Europea lo stesso pare configurarsi sostanzialmente come una gigantesca fornitura di servizi dai quali ricavare il capitale impegnato ed un margine di guadagno;

la direttiva europea 2006/123/CE cosiddetto Bolkestein, si pone l'obiettivo di eliminare gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori negli Stati membri e alla libera circolazione dei servizi tra Stati membri nonchè garantire ai destinatari e ai prestatori la certezza giuridica necessaria all'effettivo esercizio di queste due libertà fondamentali del trattato;

tra i settori che coinvolgono detta direttiva si parla di «servizi ai consumatori, quali i servizi nel settore del turismo, compresi i servizi ricreativi, i centri sportivi, i parchi di divertimento», ricomprendendosi fra i destinatari della normativa anche le imprese turistico-balneari esistenti nel nostro territorio;

nel gennaio 2009 la Commissione europea ha trasmesso al Governo italiano un documento di infrazione in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime;

in particolare si contesta all'Italia in ordine alle concessioni demaniali delle spiagge:

la compatibilità del diritto preferenziale di insistenza di cui all'articolo 37 codice navale con i principi di cui all'articolo 43 Trattato Ce e dell'articolo 12 di cui alla direttiva servizi n. 2006/123/CE;

la compatibilità del rinnovo automatico della concessione alla scadenza sessennale di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 400 del 1993, convertito dalla legge 494 del 1994, successivamente modificato dall'articolo 10 legge 88 del 2001;

a parere della Commissione europea detti due aspetti contrastano con i principi di libertà di stabilimento delle imprese comunitarie (articolo 43 Trattato CE) e di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di selezione dei concessionari (articolo 12, direttiva 2006/123/CE);

per effetto della «direttiva servizi», le concessioni sul demanio marittimo non potranno più essere rinnovate automaticamente, non valendo più il diritto di insistenza, ma anzi dovranno essere oggetto di un bando con procedura di evidenza pubblica alla scadenza temporale di ogni concessione;

nello studio di fattibilità presentato dalla Società Italiana Dragaggi Spa - Gruppo Deme si afferma che «La proposta progettuale presentata affronta la problematica secondo una innovativa metodologia. Tale soluzione costituirebbe un progetto pilota, esportabile in altre regioni, che qualificherebbe e distinguerebbe la Regione Sicilia nel panorama nazionale ed europeo, quale proposta di assoluta e massimamente integrata metodologia risolutiva del problema generato dai disastri ambientali per effetto dell'erosione costiera;

la direttiva Bolkestein recentemente recepita dallo Stato italiano dopo un lungo contenzioso con l'Unione europea, vieta tassativamente il formarsi di una situazione di monopolio di dimensioni mai viste sino ad oggi come discendente dalla proposta della Società Italiana Dragaggi Spa - Gruppo Deme;

il dipartimento della programmazione della regione siciliana con nota protocollo 19937 dell'11 novembre 2011 ha sollevato una serie di obiezioni ed evidenziato alcune criticità sul merito dei contenuti del piano e sul piano procedurale;

sarebbe opportuno assumere iniziative per evitare lo sconvolgimento del paesaggio e dell'intero sistema costiero siciliano e per garantire la tutela dei «beni comuni» interessati evitando quella che agli interroganti appare una mega privatizzazione dell'intera fascia costiera demaniale siciliana -:

di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se la procedura in corso sia compatibile con i principi e le norme del diritto comunitario in materia di affidamenti di servizi, concessione di opere pubbliche e contratti pubblici, anche al fine di evitare procedure di infrazione da parte dell'Unione europea. (4-16369)