ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01457

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 73 del 28/10/2008
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 28/10/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 28/10/2008
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 28/10/2008
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 28/10/2008
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 28/10/2008
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 28/10/2008


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/10/2008
Stato iter:
16/02/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/02/2009
MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 12/11/2008

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/02/2009

CONCLUSO IL 16/02/2009

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01457
presentata da
ERMETE REALACCI
martedì 28 ottobre 2008, seduta n.073

REALACCI, VICO, MARIANI, BELLANOVA, BRATTI e MARGIOTTA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:




sempre più spesso gli spaventosi dati relativi all'inquinamento di origine industriale che affligge la città di Taranto assurgono agli onori delle cronache. Studi e monitoraggi di soggetti pubblici, come l'Arpa Puglia, e di istituzioni scientifiche e universitarie danno un quadro sempre più allarmante dei livelli di inquinamento e dei loro effetti sulla salute dei cittadini;


Taranto ha due impianti, l'Ilva e la centrale elettrica ex-Edison, che si collocano al secondo e terzo posto nella «classifica» degli impianti industriali italiani che, con le loro emissioni di anidride carbonica, contribuiscono maggiormente all'aumento dell'effetto serra;


dati altrettanto abnormi riguardano le emissioni di inquinanti con dirette ricadute sull'ambiente e sulla salute a livello locale. La città ha infatti il primato italiano nelle emissioni in atmosfera di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), di diossina, di piombo, di mercurio, di benzene, emissioni quasi tutte concentrate nell'impianto Ilva;


la questione dell'Ilva è stata sollevata anche dalla trasmissione televisiva de La7, Malpelo, nella puntata del 23 ottobre 2008, nella quale sono state sottolineate le gravi ripercussioni che gli inquinanti provenienti dalla fabbrica hanno sulla salute dei cittadini e, in particolare, su anziani e bambini;


come riportato in un articolo del quotidiano la Repubblica del 26 ottobre 2008, il neonominato presidente della Commissione Ippc, incontrando l'Ilva e la Regione avrebbe sostenuto che le emissioni dell'impianto sono in regola, con ciò contraddicendo le valutazioni dell'amministrazione regionale e dell'Arpa Puglia;


la Commissione Ippc entro marzo 2009 dovrà esprimersi sul rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) allo stabilimento siderurgico di Taranto;


la Regione Puglia ha chiesto a più riprese al Governo di imporre all'Ilva limiti di emissioni altrettanto rigorosi di quelli previsti dalle normative europee, e in particolare ha chiesto che il limite alle concentrazioni di diossina nell'aria scenda al di sotto di 1 nanogrammo per metro cubo;


l'Ilva ha effettivamente speso 300 milioni di euro per modernizzare gli impianti, e ciò finora ha consentito di ridurre le concentrazioni di diossina da 7 a 3,5. Peraltro, l'Ilva ha presentato un piano di interventi anti-inquinamento in cui il limite di 3,5 nanogrammi scatterebbe solo un anno dopo il rilascio dell'Aia;

un caso di riferimento per l'emissione di inquinanti in atmosfera si può considerare quello della Ferriera di Servola di Trieste che è stata autorizza dalla Regione Friuli Venezia Giulia ad emettere un massimo 0,4 ng/mc di diossine;

la Regione Puglia ha fatto sapere che utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione, compresa l'eventualità di varare una norma regionale ad hoc, per ottenere il rispetto del diritto alla salute di lavoratori e cittadini;


in un caso come questo, che mette in gioco la vita e la salute di migliaia di persone, è da respingere ogni tentativo di utilizzare il ricatto occupazionale per autorizzare l'Ilva a continuare impunemente ad avvelenare Taranto -:


se il Ministro interrogato non intenda avviare immediatamente una indagine sui reali livelli di inquinamento addebitabili all'Ilva, essendo questa una questione troppo seria, che riguarda la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente, per ammettere leggerezze o disattenzioni;

se non intenda immediatamente assumere iniziative normative volte ad equiparare i limiti italiani relativi all'inquinamento da diossina ai valori più restrittivi in vigore negli altri Paesi dell'Unione europea;

se, vista la condizione di sofferenza ambientale che da anni, colpisce la città di Taranto, non ritenga in ogni caso doveroso vincolare il rilascio dell'Aia al rispetto di tali più rigorosi limiti.(4-01457)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 16 febbraio 2009
nell'allegato B della seduta n. 133
All'Interrogazione 4-01457 presentata da
ERMETE REALACCI

Risposta. - In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta che la complessa realtà industriale dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto è da anni oggetto di una serie di attività svolte dal Ministero dell'ambiente, in coordinamento con le Amministrazioni locali, finalizzate a favorire l'attuazione di interventi di miglioramento ambientale da parte dell'azienda.
Data la particolare condizione dell'area tarantina, dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale con deliberazione del Consiglio dei ministri del 30 novembre 1990, e rientrante all'interno di un Sito di Interesse Nazionale (SIN), già in data 15 novembre 2005 è stata istituita, con provvedimento del Ministro pro tempore, un'apposita segreteria tecnica per l'esame delle azioni intraprese dall'Ilva per l'adeguamento degli impianti alle migliori tecniche disponibili, in adempimento agli impegni assunti in precedenti Atti di intesa sottoscritti con le amministrazioni locali. I lavori della segreteria tecnica erano anche finalizzati ad indirizzare la società alla presentazione della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
Il 28 febbraio 2007 l'Ilva ha presentato domanda per il rilascio dell'AIA, contenente il piano degli interventi per l'adeguamento dello stabilimento siderurgico alle migliori tecniche disponibili.
Tenuto conto delle criticità dell'intera area industriale, il ministero e la regione Puglia hanno ritenuto necessario procedere alla definizione di un accordo di programma, ai sensi dell'articolo 5, comma 20, del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, per il rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali agli impianti coinsediati nella zona industriale di Taranto e Statte (Ilva spa, Edison spa, Enipower spa, ENI spa, Cementir Italia s.r.l., Sanac spa e Azienda Municipalizzata Igiene Urbana).
L'accordo è stato sottoscritto in data 11 aprile 2008, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Presidente della regione Puglia e da rappresentanti del Ministero dell'interno, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero della salute, della provincia di Taranto, del comune di Taranto, del comune di Statte, dell'Agenzia Protezione Ambiente e servizi Tecnici, dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente Puglia e dalle società interessate. Esso prevede la conclusione delle attività per il 15 marzo 2009, data entro la quale, acquisite le determinazioni degli organi istruttori e considerate le osservazioni del pubblico, dovranno essere rilasciate le singole AIA.
In tale ambito è stato istituito un comitato di coordinamento costituito da rappresentanti delle amministrazioni e degli enti firmatari, nonché da esperti provenienti da enti di ricerca e altri organismi, con lo scopo di coordinare le istruttorie tecniche parallelamente svolte dalla Commissione AIA-Prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento e dagli uffici regionali o provinciali, nonché di coordinare la raccolta e l'analisi dei dati storici e conoscitivi del territorio e dell'ambiente dell'area industriale di Taranto e Statte. A seguito dell'attività di raccolta dei dati, il comitato, in base alle specifiche competenze tecniche e scientifiche degli enti e delle amministrazioni coinvolte, si esprimerà sulla loro utilità e pertinenza per l'individuazione delle criticità dell'area e delle relazioni di dette criticità con le emissioni inquinanti derivanti dalle attività industriali.
Già nell'ambito dei lavori della citata Segreteria Tecnica era emersa la problematica relativa alle emissioni di diossine e furani dall'impianto di agglomerazione dello stabilimento; nel rapporto conclusivo della Segreteria Tecnica del 5 dicembre 2006 si raccomandava, infatti, all'Ilva di presentare, «in sede di domanda di AIA, uno studio organico relativo alle emissioni di diossine e furani (PCDD e PCDF) dall'impianto di agglomerazione dello stabilimento, nonché la proposta di eventuali interventi per la riduzione di tali sostanze».
Tra gli interventi proposti nella domanda di AIA non era indicato nessun intervento atto a ridurre le emissioni convogliate di diossine e furani dall'impianto di agglomerazione, ma l'azienda si impegnava ad intraprendere una fase di studio volta alla valutazione di tali emissioni; eventuali interventi sarebbero stati adottati in base agli esiti di tali studi e ai risultati di separate campagne di monitoraggio che l'Ilva e l'Arpa Puglia avrebbero avviato parallelamente sulla base di protocolli condivisi. Tali aspetti sono stati affrontati con particolare interesse nell'ambito delle attività del sopra illustrato accoro di programma «Area industriale di Taranto e Statte».
Nel programma aggiornato degli interventi, trasmesso dall'Ilva il 5 giugno 2008 nell'ambito delle attività del comitato di coordinamento, è stato inserito il progetto del cosiddetto «impianto urea» per l'abbattimento delle emissioni di diossine mediante l'aggiunta di urea nel materiale sulle linee di agglomerazione. Tale impianto, sulla base delle sperimentazioni effettuate, sostanzialmente dimezzerebbe, quando messo in esercizio, l'attuale valore in concentrazione delle emissioni di diossine dal camino E312 dell'impianto di agglomerazione, attestandosi su un livello inferiore a 3,5 ng (I-TEQ)/Nm3 (nanogrammi per normal metro cubo in tossicità equivalente), come risulta dalle campagne di rilevazione appositamente effettuate dall'Arpa Puglia.
Il 5 agosto 2008 l'Ilva ha trasmesso al Ministero dell'ambiente lo «Studio di fattibilità dell'impianto urea di abbattimento PCDD/F» (diossine e furani), precisando che i tempi tecnici strettamente necessari alla realizzazione erano pari a 7 mesi, a decorrere dalla data di rilascio del prescritto permesso a costruire da parte del comune di Taranto. Parallelamente l'azienda anticipava, al 15 novembre 2008, la programmazione per l'avvio delle attività per la redazione dello studio delle interazioni delle emissioni del camino E312 sull'area esterna allo stabilimento, in precedenza previsto per giugno 2010.
In tale ambito, si evidenzia che le attività del comitato di coordinamento hanno favorito lo svolgimento delle attività di verifica di competenza relative alle attività di caratterizzazione e bonifica delle aree del sito di interesse nazionale (SIN), consentendo di pervenire, in data 13 ottobre 2008, ad uno specifico atto che consente l'utilizzo delle aree rientranti nel SIN per la realizzazione delle opere proposte per l'adeguamento alle Best Available Techniques (BAT) nella domanda di AIA, tra cui rientra il citato impianto urea.
La richiesta del permesso di costruire l'impianto urea è stata presentata l'11 settembre 2008 dall'Ilva allo sportello unico attività produttive del comune di Taranto istanza. A tutt'oggi il Comune non risulta aver rilasciato tale permesso.
Riguardo alla legislazione di settore, si evidenzia che non esiste nessuna direttiva o regolamento della Commissione Europea che prevede limiti per le emissioni di diossine dagli impianti di agglomerazione. La direttiva 2008/01/CE in materia di IPPC prescrive, piuttosto, l'applicazione delle migliori tecniche disponibili agli impianti industriali.
Il protocollo di Aarhus, oggetto della decisione del Consiglio dell'Unione Europea n. 2004/259/CE del 19 febbraio 2004, ribadisce le indicazioni dei Best Available Techniques Reference Documents, che verranno descritti in seguito, ponendo l'obbligo dal 2014 di imporre ai gestori nazionali da parte degli Stati aderenti le migliori tecniche di riduzione dell'emissione di diossine e furani associati per gli impianti di agglomerazione. In tale protocollo, pertanto, i limiti specifici sono dettati soltanto con riferimento agli impianti di incenerimento, mentre per gli impianti di agglomerazione esso costituisce un valore indiretto di performance collegato all'adozione delle più efficienti tra le BAT previste.
Alcuni Stati europei hanno fissato dei limiti di emissione per tali impianti nella loro legislazione nazionale che, tuttavia, non discendono da una specifica normativa comunitaria.
A livello nazionale, ad eccezione del limite previsto per le emissioni in atmosfera dagli impianti di incenerimento, conforme a quello indicato dalla direttiva europea, per gli impianti industriali il limite per le emissioni di diossine in vigore in Italia sin dal 1990, e confermato dal decreto legislativo n. 152 del 2006, è pari a 10.000 ng/Nm3 (nanogrammi per normal metro cubo) riferito a tutti i 210 composti, e non solo ai 17 tossici a cui fanno riferimento l'attuale letteratura scientifica e le norme tecniche di settore. Tale limite non è quindi direttamente confrontabile con i valori di riferimento correntemente utilizzati per tali inquinanti.
Per gli impianti soggetti alla disciplina IPPC è inoltre necessario considerare le prestazioni delle migliori tecniche disponibili applicate (BAT), individuate in base a specifici documenti tecnici sia comunitari (BREF-BAT), elaborati per conto della Commissione Europea dall'ufficio IPPC di Siviglia), sia nazionali (linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, tra cui quelle relative all'industria siderurgica emanate con il decreto del 31 gennaio 2005). Ogni BAT è associata a possibili prestazioni dell'impianto, espresse, ad esempio, come intervalli di valori di emissioni inquinanti.
Tali valori di emissione non costituiscono valori limite di per sé vincolanti in quanto le prestazioni delle BAT sono strettamente collegate alle modalità concrete di applicazione delle stesse nei singoli impianti e valutate nell'ambito delle istruttorie AIA.
Con riferimento specifico alle BAT previste per gli impianti di agglomerazione, i valori di emissione di diossine associati sono, in condizioni normali, comprese nell'intervallo 0,1 - 1 ng (I-TEQ)/Nm3 (nanogrammi per normal metro cubo), di cui si ribadisce il fatto che non costituiscono valori vincolanti, con riferimento ai soli 17 composti tossici della diossina. Nella revisione di febbraio 2008 dei BREF relativo al settore siderurgico, è descritta anche la tecnica che prevede l'aggiunta di composti dell'azoto (come l'urea) nel materiale alimentato sulle linee dell'impianto di agglomerazione, indicando per essa un'efficienza tipica di riduzione di PCDD/F (diossina e furani) del 40-60 per cento.
In merito alle specifiche richieste contenute nell'atto ispettivo, e dato il quadro di riferimento sopra illustrato, si evidenzia che il ministero ha già avviato approfondimenti sui reali livelli di inquinamento dovuti all'attività dello stabilimento siderurgico, nell'ambito, prima, della segreteria tecnica del 15 novembre 2006, e poi dell'accordo di programma «Area industriale di Taranto e Statte» dell'11 aprile 2008. Solo a conclusione dei lavori del comitato di coordinamento per l'attuazione dell'accordo le autorità competenti potranno compiutamente valutare le eventuali necessità di integrazione del quadro conoscitivo ambientale dell'area, al fine di pervenire alla predisposizione di un apposito piano operativo che definisca attività, oneri e ruoli per l'esecuzione di studi e indagini da svolgere secondo protocolli condivisi e in maniera tale da ottenere dati coerenti con il quadro normativo di riferimento. Tutti i dati raccolti sono via via resi disponibili al pubblico per la consultazione tramite apposito sito web del ministero.
Con riferimento alla possibilità di modificare i limiti di emissione degli inquinanti, si ricorda che il disegno di legge n. 1078 presentato al Senato della Repubblica il 6 ottobre 2008, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee (comunitaria 2008), stabilisce all'articolo 9 che il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per l'attuazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente, assicurando, attraverso le opportune modifiche, la coerenza della parte quinta del decreto legislativo n. 152 del 2006 inerente la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera con il nuovo quadro normativo in materia di qualità dell'aria. Nell'ambito dell'esercizio di tale delega potranno essere effettuate le opportune valutazioni in ordine alla modifica dei vigenti limiti, che ovviamente terranno nel massimo conto gli aspetti di tutela della salute e dell'ambiente nell'ambito delle possibilità di riduzione previste dall'applicazione delle BAT.
Già nel breve termine, comunque, nell'ambito del provvedimento di AIA saranno fissati dei limiti di emissione per i diversi inquinanti in base alle valutazioni effettuate, in fase di istruttoria, dalla competente Commissione sugli interventi proposti dall'azienda. Tali valutazioni saranno effettuate anche sulla base dei valori associati alle migliori tecniche disponibili riportati nei citati documenti di riferimento nazionali e comunitari, oltre che su particolari esigenze derivanti dall'accertamento di specifiche criticità ambientali dell'area e nel rispetto delle vigenti normative.

Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: Roberto Menia.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritto comunitario

diritto regionale

effetto serra atmosferico

inquinamento atmosferico

inquinamento chimico

inquinamento industriale

inquinamento stratosferico

norma europea

sanita' pubblica

sostanza tossica

tasso di inquinamento