VELTRONI, FIANO, COSCIA, BARETTA, GHIZZONI, FLUVI, VERINI, MORASSUT, META, ARGENTIN e MADIA. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
come noto, il Museo storico della liberazione di via Tasso, in Roma, che ha sede nell'edificio che fu prigione della Gestapo, ha un'articolazione pluralista e rappresentativa composta da esperti, rappresentanti ministeriali e comunali;
con la sua attività culturale e storica ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale al fine di mantenere viva la memoria storica su quanto di più odioso ha rappresentato l'occupazione nazifascista per la città di Roma e per l'Italia intera, divenendo meta di studio e riflessione non solo per autorità italiane e straniere, ma anche e soprattutto per migliaia di giovani e scolaresche che hanno potuto comprendere direttamente la ferocia di quegli anni;
esso rappresenta un'istituzione fondamentale per il tessuto democratico del nostro paese, quale presidio di testimonianza storica e patrimonio di tutti gli italiani. Il suo funzionamento si basa sul lavoro volontario e negli ultimi dieci anni ha più che raddoppiato i suoi visitatori, allargato la sua visibilità ed è presente nei principali cataloghi e guide del turismo culturale mondiale. Di recente, inoltre, è stato invitato a partecipare al coordinamento internazionale dei luoghi della memoria e della coscienza;
tale risorsa storico-culturale rischia ora di essere soppressa in applicazione della previsione normativa di cui all'articolo 26 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che prevede che gli enti pubblici non economici, con una dotazione organica inferiore alle 50 unità, siano automaticamente soppressi - se non esclusi con apposito decreto - e che le loro funzioni vengano attribuite all'amministrazione vigilante;
tale misura - a differenza di precedenti, analoghe previsioni legislative volte al riordino, alla trasformazione ed all'eventuale soppressione di enti pubblici - interviene senza alcun criterio valutativo, sulla base del mero parametro della dotazione organica, elemento, che nel caso del Museo storico della liberazione, rappresenta un'illogica penalizzazione per un organismo che si caratterizza proprio per la partecipazione ed attività volontaria di studiosi, giovani e protagonisti di quei drammatici frangenti storici -:
se non ritenga di dover intervenire affinché l'applicazione della citata norma non comporti la soppressione del Museo storico della liberazione di via Tasso, in Roma, preservandone la sua autonomia e flessibilità organizzativa, che gli ha permesso di essere, ad un tempo, all'interno di una rete di relazioni istituzionali interne e internazionali e, dall'altro, di entrare in relazione con scuole, associazioni, gruppi e centri di studio e ricerca italiani, europei e di altri paesi.(4-00547)