ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01914

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 541 del 25/10/2011
Firmatari
Primo firmatario: FIANO EMANUELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/10/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
QUARTIANI ERMINIO ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
MINNITI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
META MICHELE POMPEO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
ORLANDO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
SAMPERI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
MELIS GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
RAMPI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
LAGANA' FORTUGNO MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 25/10/2011
SIRAGUSA ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 26/10/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/10/2011
Stato iter:
26/10/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/10/2011
Resoconto VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 26/10/2011
Resoconto VITO ELIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
 
REPLICA 26/10/2011
Resoconto FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 26/10/2011

DISCUSSIONE IL 26/10/2011

SVOLTO IL 26/10/2011

CONCLUSO IL 26/10/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01914
presentata da
EMANUELE FIANO
martedì 25 ottobre 2011, seduta n.541

FIANO, VILLECCO CALIPARI, MARAN, AMICI, QUARTIANI, GIACHETTI, MINNITI, META, TOUADI, NACCARATO, GARAVINI, ANDREA ORLANDO, SAMPERI, BELLANOVA, MADIA, MELIS, RAMPI, LAGANÀ FORTUGNO e SIRAGUSA. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
la criminalità organizzata, sia nazionale che autoctona, si è ormai stabilmente insediata in ampie aree del territorio nazionale, mostrando di saper abilmente sfruttare qualsiasi smagliatura del sistema legislativo e giudiziario;
essa ha un volume d'affari quantificato in 311 miliardi di euro nei 27 Paesi dell'Unione europea, classifica nella quale l'Italia è seconda, con 81 miliardi di euro, secondo quanto emerso in un convegno tenuto a Napoli a maggio 2011, nel prologo del Festival dell'economia di Trento: stima inferiore al reale per la difficoltà di quantificare risorse sottratte all'economia attraverso corruzione e controllo di attività illegali;
secondo un dossier della Banca d'Italia intitolato «I costi economici della criminalità organizzata», le mafie sottraggono al Mezzogiorno il 15 per cento del prodotto interno lordo pro capite;
tali dati confermano che le mafie rappresentano un grave problema di sicurezza pubblica ed un ancor più pressante problema di ordine economico, impedendo lo sviluppo delle regioni del Sud e falsando l'economia del Nord;
i sistemi di contrasto necessitano di continue evoluzioni che consentano non solo di reprimere, ma anche soprattutto di prevenire gravi fenomeni di inquinamento della società civile;
il Governo ha fatto della lotta alla criminalità organizzata una dei pilastri fondanti della sua politica sulla sicurezza, senza che alla parole abbia fatto seguito l'adozione di misure coordinate e di adeguati investimenti;
a fronte di un'organizzazione ormai sempre più strutturata secondo criteri imprenditoriali, che fa della pianificazione del proprio agire uno dei pilastri della gestione delle attività illecite, vengono riproposti modelli di contrasto inefficaci, consistenti nell'adozione di misure tampone verso eventi che appaiono gestiti come se si versasse di continuo in una situazione emergenziale;
a tale incomprensibile logica risponde la creazione di sempre più numerosi, settoriali, gruppi di lavoro chiamati ad occuparsi di singole realtà criminali, parcellizzando l'attività antimafia, come sta accadendo nel caso degli appalti per la ricostruzione dell'Aquila, nel caso dell'Expo Milano 2015 e della tav, lavori pubblici per i quali sono stati creati, presso la direzione centrale della polizia criminale, nuovi organismi interforze, con notevole dispendio di risorse economiche nonché di personale;
ai proclami del Governo in tema di lotta al crimine organizzato hanno fanno riscontro una serie di tagli indiscriminati che hanno colpito le forze dell'ordine e gravemente compromesso la funzionalità dell'attività di contrasto al crimine, dando agli operatori di polizia una sensazione di isolamento mai avuta prima, come dimostrano le sempre più frequenti proteste di piazza;
tra le strutture maggiormente penalizzate in termini di risorse umane e professionali figura la direzione investigativa antimafia creata nel 1991 con la legge n. 410, fortemente voluta da Giovanni Falcone, al fine di allineare il sistema di contrasto italiano a modelli organizzativi già efficacemente collaudati in altri Paesi, dotando il nostro Paese di un organismo omologo a strutture investigative, quali Fbi e Bka, con una forte vocazione al contrasto del crimine organizzato;
dalla data della sua creazione si è assistito ad una costante riduzione dei fondi, passati dai 28 milioni di euro nel 2001 agli attuali 15 milioni di euro nel 2011, di cui 5 accordati in un secondo momento ed attinti dal fondo «spese impreviste», non sufficienti neanche a pagare le spese correnti ed i contratti in corso, stimati in 9 milioni di euro;
tale «naturale» depauperamento, scaturito dalla volontaria mancata attuazione del dettato normativo, è stato in parte assorbito dalla continuità garantita dal personale formatosi, nel corso degli anni, anche attraverso complesse attività addestrative, finalizzate all'elaborazione di metodologie di contrasto alla mafia, sempre più professionali, fondate non solo sulla mera repressione dei delitti, ma specialmente sulle attività di analisi dei fenomeni criminali;
nonostante questo, grazie alla professionalità degli operatori della direzione investigativa antimafia, sono in aumento i risultati conseguiti in materia di monitoraggio degli appalti e di sequestri che, dal 2009 al primo semestre 2011, hanno raggiunto l'importo di 5,7 miliardi di euro di beni sequestrati beni e 1,2 miliardi di euro di beni confiscati;
tutto ciò rende la direzione investigativa antimafia in termini aziendalistici, «un'azienda in attivo», che contribuisce in maniera consistente ad implementare le risorse del Ministero dell'interno e del Ministero della giustizia -:
se il Governo intenda rassicurare gli interroganti sul mantenimento in vita della direzione investigativa antimafia nella pienezza delle sue capacità operative quale insostituibile strumento di lotta alla mafia, smentendo l'adozione delle misure richiamate in premessa che ne mortificherebbero la funzione, quali, ad esempio, i prospettati ulteriori tagli al settore, il distacco del personale altamente qualificato in gruppi di lavoro superflui, la mancata attuazione delle previsioni della legge n. 41 del 1991, che conferisce alla struttura il coordinamento delle indagini in materia di criminalità organizzata, l'ipotesi di cancellare il trattamento economico aggiuntivo corrisposto a tutto il personale in servizio presso le sedi della direzione investigativa antimafia.
(3-01914)