ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00673

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 494 del 30/06/2011
Firmatari
Primo firmatario: SCHIRRU AMALIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/06/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
BOBBA LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
SIRAGUSA ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
D'ANTONA OLGA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
FERRANTI DONATELLA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MURER DELIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MOTTA CARMEN PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
GRAZIANO STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MARCHI MAINO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
FRONER LAURA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
CASTAGNETTI PIERLUIGI PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MOGHERINI REBESANI FEDERICA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
CARDINALE DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
NARDUCCI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
RAMPI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
CODURELLI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
TOUADI JEAN LEONARD PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
MATTESINI DONELLA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 30/06/2011


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00673
presentata da
AMALIA SCHIRRU
testo di
giovedì 30 giugno 2011, seduta n.494

La Camera,

premesso che:

sono 215 milioni i bambini lavoratori in tutto il mondo e di questi 115 milioni svolgono attività pericolose, secondo quanto affermato dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) nel rapporto 2011 pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, che si svolge il 12 giugno 2011, per ribadire la necessità di adottare «misure urgenti per porre fine a questo stato di cose»;

il rapporto, intitolato «Children in hazardous work: what we know, what we need to do» (Bambini impiegati in lavori pericolosi: cosa sappiamo e cosa dobbiamo fare), cita una serie di studi realizzati nei Paesi industrializzati e nei Paesi in via di sviluppo da cui risulta che ogni minuto, in qualche parte del mondo, un minore lavora ed è vittima di un incidente, di una malattia o di un trauma psicologico legato alla sua attività professionale;

lo studio afferma che, anche se il numero totale di minori di età compresa tra i 5 e i 17 anni che svolgono attività lavorative pericolose si è ridotto nel periodo 2004-2008, il numero di quelli di età compresa tra i 15 e i 17 anni è aumentato del 20 per cento stesso periodo, passando da 52 a 62 milioni;

lo scorso anno, il Rapporto mondiale dell'Ilo sul lavoro minorile aveva già avvertito di un rallentamento negli sforzi attuati per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile. Il rapporto esprimeva preoccupazione sul fatto che la crisi economica avrebbe potuto arrestare del tutto i progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo di abolizione dello sfruttamento del lavoro minorile entro il 2016. Un anno dopo, l'Ilo resta ancora estremamente preoccupata per l'impatto della crisi sui minori;

ilrapporto richiede, quindi, di rinnovare gli sforzi affinché ogni bambino possa frequentare la scuola almeno fino al raggiungimento dell'età minima legale per lavorare (a seconda delle legislazioni nazionali l'età minima è compresa tra i 14 e i 16 anni). E aggiunge che devono essere prese rapidamente delle misure per combattere i lavori più pericolosi svolti da quei minori che, pur avendo raggiunto l'età minima per lavorare, si trovano ad affrontare dei rischi sul proprio posto di lavoro. Il rapporto richiede, poi, che ogni Paese fornisca una lista delle tipologie di lavoro pericoloso così come richiesto dalle convenzioni dell'Ilo sul lavoro minorile. Esso propone anche la realizzazione di attività di formazione destinate ai giovani lavoratori che hanno raggiunto l'età lavorativa minima per renderli coscienti dei rischi, ma anche dei propri diritti e delle proprie responsabilità sul posto di lavoro;

lostudio, inoltre, analizzando i settori dell'agricoltura, della pesca, del lavoro domestico, delle attività minerarie ed estrattive, dei servizi, del commercio e vendita ambulante di prodotti, evidenzia come l'esposizione ai rischi può avere un effetto particolarmente grave sui minori, il cui fisico e la cui mente sono ancora in piena fase di sviluppo anche alla fine dell'adolescenza;

del resto, il problema dei minori che svolgono lavori più o meno pericolosi non è limitato ai Paesi in via di sviluppo. Esistono, infatti, dati che mettono in evidenza la grande vulnerabilità dei giovani agli incidenti sul lavoro negli Stati Uniti e in Europa. Il numero più elevato di minori che svolgono lavori pericolosi si trova nei paesi dell'Asia e del Pacifico. Comunque, la maggiore incidenza di bambini impiegati in lavori pericolosi rispetto al totale dei minori si registra in Africa Sub-Sahariana;

ilrapporto dell'Ilo conclude che, se è necessario rafforzare la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori, devono essere intraprese delle misure specifiche e particolari di protezione per gli adolescenti che si trovano tra l'età minima lavorativa e i 18 anni. «Queste misure - si legge - devono fare parte di un approccio coordinato nel quale le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori nonché gli ispettorati del lavoro svolgono un ruolo particolarmente importante». Finora, 173 dei 183 Stati membri dell'Ilo si sono impegnati a combattere «con urgenza» il lavoro svolto da minori ratificando la convenzione n. 182 dell'Ilo sulle peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile;

secondo l'organizzazione Save the Children, anche nel nostro Paese il fenomeno del lavoro minorile assume dimensioni preoccupanti: le ultime stime disponibili (ferme al 2002) parlano di circa 500.000 minori che, per svariati motivi, o perché vivono in una famiglia mono-genitoriale o in un nucleo familiare con più minori, o perché risiedono in un territorio con un alto tasso di disoccupazione o perché appartengono a famiglie monoreddito o con un reddito inferiore al 50 per cento della media nazionale, sono costretti ad abbandonare gli studi e trovare un'occupazione;

più in generale, appare necessario rilanciare l'impegno del nostro Paese per il contrasto dello sfruttamento del lavoro minorile, tenendo presente la necessità di un'azione che investa una pluralità di piani e veda un ruolo attivo delle istituzioni, del sistema delle imprese, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni del volontariato e della stessa sensibilità e consapevolezza dei cittadini-consumatori dei Paesi ricchi del nord del mondo;

in tale ottica, appare auspicabile l'adozione a livello nazionale, così come in ambito comunitario, di misure atte a garantire, anche ricorrendo ad uno specifico sistema di etichettatura, che i prodotti commercializzati sul nostro mercato non siano realizzati da qualunque impresa, anche con riferimento a singole fasi, attraverso lo sfruttamento del lavoro minorile, in contrasto con le convenzioni in materia. A tal fine, appare altrettanto auspicabile un'azione di sensibilizzazione e promozione del consumo responsabile e l'adozione di codici etici da parte delle nostre imprese;

sembra opportuno recuperare lo spirito e la volontà che portò il 16 aprile 1998 - in occasione del terzo anniversario della morte di Iqbal, il dodicenne pakistano ucciso per vendetta dai suoi datori di lavoro, produttori di tappeti, per la sua lotta in difesa della dignità umana dei bambini - alla firma della Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile - promossa dal Governo italiano, su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per la solidarietà sociale, in collaborazione con i sindacati, le associazioni imprenditoriali, l'Oil e l'Unicef;


tra i punti più qualificanti e impegnativi della Carta si segnalano:

a) il contrasto allo sfruttamento sessuale di minori originato da viaggi e turismo legiferando rapidamente in materia;

b) l'adozione di forme di incentivi-disincentivi affinché gli investimenti industriali all'estero comportino l'assunzione, da parte delle imprese, dell'impegno a non ricorrere allo sfruttamento del lavoro minorile;

c) la definizione di codici di condotta per i settori o le imprese che internazionalizzano in vario modo le proprie attività;

d) il rilancio della scuola come centro di promozione culturale e sociale sul territorio considerando che il lavoro minorile è anche l'altra faccia dell'abbandono scolastico. E quindi, oltre al prolungamento dell'obbligo scolastico, prevedere forme flessibili di rientro a scuola nei casi di lavoro minorile, monitorare le frequenze, coinvolgere le famiglie;

e) il sostegno alle famiglie bisognose attraverso lo strumento del reddito minimo di inserimento, prevedendo detrazioni fiscali per le spese scolastiche, riqualificando l'azione dei consultori;

g) l'applicazione delle leggi in materia di lavoro minorile, il rafforzamento e il coordinamento degli interventi ispettivi (anche aumentando gli organici dell'ispettorato del lavoro) e repressivi;

la lotta alla piaga del lavoro nero e sommerso;

a distanza di più di tredici anni è necessaria una verifica e un aggiornamento di tale piattaforma, anche attraverso la riconvocazione del tavolo di confronto e concertazione tra le pubbliche amministrazioni, le parti sociali, il mondo dell'associazionismo,
impegna il Governo:

a una precisa assunzione di responsabilità su questo problema, attraverso l'elaborazione di una nuova Carta di impegni per promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed eliminare lo sfruttamento del lavoro minorile, a tal fine provvedendo ad una sollecita convocazione del tavolo nazionale di coordinamento tra il Governo, le parti sociali e l'associazionismo;

a favorire l'adozione di una carta dei comuni e dei municipi contro lo sfruttamento minorile, finalizzata, attraverso la partecipazione delle forze sociali e del volontariato a promuovere campagne informative e di sensibilizzazione nei confronti della popolazione locale;

a promuovere, per quanto di sua competenza, un'approfondimento presso il CNEL in materia di lavoro nero e sfruttamento minorile, allo scopo di monitorare il fenomeno dello sfruttamento minorile e di proporre iniziative anche legislative di sostegno al contrasto dello stesso;

a favorire l'adozione da parte delle imprese operanti in Italia e nell'Unione europea, di «codici di condotta» atti a garantire in ogni Paese del mondo il rispetto dei diritti sociali e del lavoro fondamentali così come individuati dalle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (divieto di lavoro forzato - Convenzioni 29 e 105; libertà di associazione e diritto di negoziazione - Convenzioni 87 e 98; divieto del lavoro dei bambini - Convenzioni 138 e 182; non discriminazione nell'occupazione - Convenzioni 100 e 111) indipendentemente dalla legislazione vigente localmente;

a promuovere l'adozione di una disciplina comunitaria che assicuri l'esclusione dello sfruttamento del lavoro minorile nei prodotti realizzati, distribuiti e commercializzati all'interno del mercato europeo;

ad assicurare la subordinazione di qualsivoglia erogazione di contributi o risorse nazionali e comunitarie, nonché la stipula (o la vigenza) dei trattati commerciali bilaterali/multilaterali, al rispetto delle clausole sociali e delle Convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro e delle linee guida sulle multinazionali dell'Ocse;

ad attivare, presso ogni prefettura, Comitati di contrasto allo sfruttamento sul lavoro dei minori comprendenti, oltre ai servizi ispettivi, i servizi sociali e scolastici, con particolare attenzione ai fenomeni di reclutamento da parte della criminalità organizzata e micro criminalità;

ad assicurare, per quanto di sua competenza, il rilancio degli osservatori provinciali e regionali contro la dispersione scolastica, attraverso anche meccanismi di premialità nei trasferimenti delle risorse nei confronti delle amministrazioni scolastiche che più si adoperano nel contrastare il fenomeno dell'abbandono;

a potenziare i sistemi di protezione per le vittime e per i minori a rischio;

a predisporre attività di formazione destinate ai giovani lavoratori che hanno raggiunto l'età lavorativa minima per renderli coscienti dei rischi, ma anche dei propri diritti e delle proprie responsabilità sul posto di lavoro;

a provvedere al rilancio e attuazione della legge quadro n. 328 del 2000 in materia di assistenza sociale, individuando le opportune risorse finanziarie, nonché a rifinanziare la legge n. 285 del 1998, «Disposizioni per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza»;

ad adottare specifiche campagne di comunicazione istituzionale volte a favorire il contrasto allo sfruttamento del lavoro minorile e a favorire un consumo responsabile, rispettoso dei diritti dei minori, della loro dignità, della loro integrità e sicurezza, della loro salute, del loro diritto all'istruzione e al gioco;

a realizzare una nuova indagine nazionale sul fenomeno del lavoro minorile in Italia.

(1-00673)
«Schirru, Zampa, Bobba, Brandolini, Madia, Gnecchi, Siragusa, Ghizzoni, D'Antona, Cenni, Ferranti, Murer, Motta, Lenzi, Graziano, Trappolino, Grassi, Marchi, Miglioli, Servodio, Froner, Sbrollini, Villecco Calipari, Verini, Coscia, Castagnetti, Mogherini Rebesani, Cardinale, Narducci, Rampi, Codurelli, Damiano, Touadi, Mattesini, Zucchi, Bellanova, Gatti, Agostini».