ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 16 del 29/06/2006
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: L' ULIVO
Data firma: 29/06/2006
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L' ULIVO 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
UDC (UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO) 29/06/2006
ALLEANZA NAZIONALE 29/06/2006
FORZA ITALIA 29/06/2006
ALLEANZA NAZIONALE 29/06/2006
VERDI 29/06/2006
VERDI 29/06/2006
LEGA NORD PADANIA 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
L' ULIVO 29/06/2006
POPOLARI-UDEUR 12/12/2006
MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 11/12/2006


Stato iter:
13/12/2006
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 11/12/2006
Resoconto L' ULIVO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/12/2006
Resoconto POPOLARI-UDEUR
 
INTERVENTO GOVERNO 11/12/2006
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SOLIDARIETA' SOCIALE)
 
PARERE GOVERNO 13/12/2006
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (RAPPORTI PARLAMENTO E RIFORME ISTITUZIONALI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/12/2006

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 11/12/2006

ATTO MODIFICATO IL 11/12/2006

DISCUSSIONE IL 11/12/2006

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 11/12/2006

ACCOLTO IL 13/12/2006

PARERE GOVERNO IL 13/12/2006

APPROVATO IL 13/12/2006

CONCLUSO IL 13/12/2006


Atto Camera

Mozione 1-00006

presentata da
ERMETE REALACCI
giovedì 29 giugno 2006 nella seduta n.016

La Camera,
premesso che:
vi sono eventi nella storia di una comunità che fungono da spartiacque: l'alluvione che colpì drammaticamente la città di Firenze, il 4 novembre 1966 è certamente uno di questi. A 40 anni di distanza è quasi irresistibile il desiderio di soffermarsi a meditare su un evento che ha indiscutibilmente rafforzato l'identità nazionale. Di fronte ad una terribile tragedia la solidarietà nazionale e internazionale rappresenta la risposta più importante a quell'evento drammatico, che rimane ancora oggi inciso nel ricordo e nell'animo dei fiorentini;
emerse in modo sempre più chiaro tra coloro che ogni giorno stavano con le mani immerse nel fango l'idea che non si stava lavorando soltanto per risolvere nell'immediato l'emergenza, ma che si mettevano anche i primi e fondamentali mattoni per costruire la Firenze del futuro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Molto semplicemente, quel che si stava facendo era dettato dal desiderio di riconsegnare alle generazioni future tracce della storia passata che potessero servire alla crescita spirituale di persone, che forse non erano neppure nate. Una presa di coscienza collettiva sulla necessità di mettere in salvo quel patrimonio unico al mondo che il nostro Bel Paese custodisce, una responsabilità di tutela non solo verso l'Italia, ma verso il mondo intero;
fu il cosmopolitismo l'altro aspetto importante e assolutamente innovativo: in quei giorni non c'erano più italiani, francesi, tedeschi o statunitensi, ma solo una comunità internazionale che lavorava fianco a fianco per la riconsegna di quel bene unico, proprietà del mondo, che è Firenze;
oggi, anche grazie all'opera degli «Angeli del Fango», che viene ricordata a Firenze ogni anno con celebrazioni e dibattiti pubblici, esiste in Italia una importante realtà rappresentata da uomini e donne che si impegnano giornalmente per la pace, per la solidarietà, per una migliore qualità della vita. Negli ultimi anni le associazioni di protezione civile stanno svolgendo un opera sempre più importante di controllo e manutenzione del territorio, di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la mitigazione dei tanti rischi cui l'Italia è sottoposta. Queste qualificate e insostituibili nuove energie messe a disposizione delle regioni, degli enti locali e del sistema nazionale di protezione civile rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello del nostro Paese e nel mondo;
dall'esperienza di Firenze si è sviluppato in Italia una specializzazione nel campo della protezione civile proprio sulla salvaguardia del ricco patrimonio culturale, di quell'immenso museo diffuso che il nostro Paese custodisce. Un'eccellenza tutta italiana che ha permesso di mettere in salvo importanti pezzi della nostra storia e della nostra memoria che altrimenti sarebbero andati persi per sempre, dal terremoto che nel 1997 ha colpito l'Umbria e le Marche sino al sisma che nel 2002 sconvolse il Molise;
questo impegno, che va oltre l'orizzonte del tornaconto personale, si riallaccia alla nostra migliore tradizione culturale e spirituale e, come aveva affermato Giovanni Paolo II, «Seguendo con attenzione il cammino di questa grande Nazione, sono indotto a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna»;
anche il Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ebbe modo più volte di tornare sulla necessità di tutelare e incentivare, con politiche adeguate, le forme di assistenza e di tutela a favore dei cittadini: «Unità nelle comunità locali, unità nazionale, non fatta di retorica, ma di solidarietà concreta»;
anche nella Costituzione europea viene affermato con forza l'importante principio per cui «L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o provocate dall'uomo. L'azione dell'Unione è intesa a: a) sostenere e completare l'azione degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale concernente la prevenzione dei rischi, la preparazione degli attori della protezione civile negli Stati membri e l'intervento in caso di calamità naturali o provocate dall'uomo all'interno dell'Unione; b) promuovere una cooperazione operativa rapida ed efficace all'interno dell'Unione tra i servizi di protezione civile nazionali; c) favorire la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale in materia di protezione civile»;
l'Italia è all'avanguardia per le esperienze di servizio civile volontario e di cittadinanza attiva e altri Paesi membri dell'Unione europea hanno sviluppato forme altrettanto ricche di volontariato. Ma ogni Paese ha la sua storia: in alcuni ci sono condizioni più favorevoli per sviluppare nuove forme di cittadinanza attiva e volontariato (laddove la leva obbligatoria non esiste più), in altri continua il servizio civile alla vecchia maniera (dove permane la leva obbligatoria), in altri ancora non è nato un equivalente del servizio civile, nonostante l'abolizione della leva. Lo sviluppo comune di strumenti di solidarietà europea è un'azione ad alto valore morale e culturale. Per questo è fondamentale promuovere un servizio civile volontario europeo condiviso e omogeneo attraverso, anche, lo scambio di informazioni e l'intreccio di esperienze tra i vari Paesi membri;
ricordare ciò che accadde 40 anni fa a Firenze è fondamentale per accrescere la consapevolezza della funzione primaria della cittadinanza attiva e del volontariato per rendere meno fragile e più compatibile con l'ambiente il nostro territorio,

impegna il Governo

ad adottare iniziative di carattere politico-diplomatico, affinché l'anniversario dell'alluvione che colpì drammaticamente nel novembre 1966 Firenze, diventi la Giornata internazionale del volontariato europeo di protezione civile da tenersi ogni anno nella città di Firenze.
(1-00006) «Realacci, Ventura, Mariani, Tabacci, Migliori, Lupi, Foti, Bonelli, Fundarò, Dussin, Bandoli, Giachetti, De Simone, Zaccaria, Spini, Cacciari, Giacomelli, Lulli, D'Elpidio, Nucara».

Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
COMMEMORAZIONI E CELEBRAZIONI, PIOGGE E ALLUVIONI, VOLONTARIATO
GEO-POLITICO:

FIRENZE, FIRENZE - Prov, TOSCANA