GIUSEPPE GIANNI, BERTUCCI e LAINATI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:

dalla relazione annuale dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni del 30 giugno scorso, presentata al Senato, si apprende della drammatica situazione del sistema televisivo italiano (Sole 24 Ore del 25 agosto 2002, pag. 6);

il 90 per cento circa di tutte le risorse pubblicitarie sono assorbite da RAI e Mediaset, percentuali minime da altre tv nazionali e solamente 328 milioni di euro sono raccolte da tutte le tv locali;

ciò significa che la maggior parte delle televisioni italiane locali sono costrette a vivere con appena il 4 per cento di quello che la pubblicità televisiva è in grado di offrire al mercato, quindi è ovvio che l'emittenza locale italiana non può vivere con sufficiente dignità tecnico qualitativa;

lo Stato pretende dalle tv locali il rispetto di tutte le regole imposte all'emittenza, senza tener conto della situazione economica in cui le stesse gravitano, dal momento che non sono in grado di affrontare investimenti in nessun campo, neanche quello occupazionale -:

se risponda al vero che una tv locale media vive un intero anno con risorse economiche che RAI e Mediaset introitano dalla semplice messa in onda di tre o quattro spot pubblicitari;

se esista un progetto del Governo tendente al riequilibrio di tale distorsione di mercato che penalizza lo sviluppo dell'informazione locale, indispensabile alla crescita della pluralità informativa;

in quale misura le risorse assegnate alla pubblicità televisiva dal Governo tengono conto della presenza in tutto il territorio italiano di centinaia di emittenti che quotidianamente sopravvivono di stenti;

attraverso quali meccanismi o metodi le risorse in questione vengono assegnate alle tv nazionali e alle tv locali. (3-01394)