SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA)
REPLICA
04/03/1997
MISTO
Fasi iter:
PRESENTATO IL 29/01/1997
RISPOSTA DEL GOVERNO IL 04/03/1997
ITER CONCLUSO IL 04/03/1997
Ai Ministri di grazia e giustizia e dell'interno. - Per sapere - premesso che all'interrogante risulta i seguenti fatti: il signor Bruno Villone, nato a Pazzano (Reggio Calabria) l'8 maggio 1949 e residente a Vibo Valentia in Via Boccaccio n. 5, di professione operatore di polizia municipale, presso il comune di Vibo Valentia (dipendente dal 1974), con più denunce formali dirette all'autorità giudiziaria (tribunale di Vibo Valentia) ha segnalato e documentato gravi delitti contro la pubblica amministrazione; il Villone ha segnalato che presso la sezione di polizia giudiziaria, aliquota operatori di polizia municipale, presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, presta servizio il signor Domenico Ferrara, dipendente comunale (geometra); lo stesso arbitrariamente e con documentazione falsa, si sarebbe spacciato, in dipendenza delle circostanze, quando maresciallo e quando sottotenente di polizia municipale. Il Ferrara attraverso la esibizione di documentazione falsificata, avrebbe indotto il procuratore della Repubblica pro tempore, dottor Bruno Stefano Scrivo, ed il procuratore generale presso la corte di appello di Catanzaro in errore. In centinaia di dibattimenti il Ferrara avrebbe svolto il ruolo di pubblico ministero, con grave danno per la giustizia. Di tali fatti era stato interessato anche il prefetto di Catanzaro, il quale è stato l'unico ad assumere una posizione, revocando alla persona in questione il decreto di pubblica sicurezza che era detenuto dallo stesso abusivamente. Successivamente, in data 8 agosto 1995, il dottor Pultrone, nella sua veste di viceprefetto, revocava la revoca del decreto di pubblica sicurezza al Ferrara, che il prefetto titolare aveva emesso (il dottor Pultrone è stato commissario prefittizio al comune di Vibo Valentia ed avrebbe prodotto gli atti che hanno consentito al Ferrara di appropriarsi dei titoli di cui sopra); il Villone puntualizza inoltre che il Ferrara non avrebbe rispettato il segreto d'ufficio e istruttorio, tant'è che in un'occasione sarebbe stato oggetto d'intercettazione telefonica da parte dei carabinieri del tribunale di Vibo Valentia, su denuncia di quattro sostituti procuratori della Repubblica sempre di Vibo Valentia, per aver divulgato segreti istruttori. Gli amministratori e i politici locali verrebbero informati in anteprima su eventuali indagini che l'autorità giudiziaria locale svolge nei loro confronti. Di recente, il sindaco di Vibo Valentia, dottor Giuseppe Iannello, ha investito formalmente, con tutti gli atti relativi, il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia e il prefetto di Catanzaro, in merito alla posizione irregolare del Ferrara presso la procura della Repubblica di Vibo Valentia; da quanto risulta all'interrogante, a tutt'oggi il Villone non ha avuto alcun riscontro, nonostante la disponibilità dallo stesso indicata nell'esposto-denuncia del 9 settembre 1995 (inviato al Presidente della Repubblica, al Ministro di grazia e giustizia, al Ministro dell'Interno, al Consiglio superiore della magistratura) a fornire ogni informazione necessaria all'indagine; il Villone nell'esposto-denuncia succitato, dichiarava di poter fornire indizi consistenti in relazione ad un "comitato di affari" costituito da massoni, politici, imprenditori, funzionari e malavitosi e, per la delicatezza dell'argomento, chiedeva di essere ascoltato in un luogo fuori dalla Calabria e dalla Sicilia per motivi di sicurezza personale; in data 9 ottobre 1996 il Villone ha inviato una lettera al Ministro di grazia e giustizia per chiedere l'esito di alcune denunce presentate alle varie autorità locali e nazionali (copia delle denunce sono anche in possesso dell'interrogante, a disposizione dei ministri interessati). Tali denunce hanno per oggetto gravi reati penali commessi da funzionari ed amministratori del comune di Vibo Valentia, in particolar modo dal comandante dei vigili urbani, Domenicantonio Corigliano, il quale da circa venti anni si sarebbe reso garante di gravi illeciti amministrativi e grosse speculazioni edilizie per svariate decine di miliardi, commesse da un comitato d'affari collegato con poteri occulti e criminalit.f2 organizzata. Il tutto si sarebbe realizzato con la protezione di ex parlamentari all'epoca in carica e con le massime autorità locali di cui il Villone si riserva di fare nomi e di spiegare gli intrecci che intercorrono tra loro. Nella medesima lettera, sollecita inoltre una risposta all'esposto-denuncia del 9 settembre 1995, già citato in premessa, e che ha invece prodotto persecuzioni e abusi di potere nei suoi confronti; il Villone oggi teme per l'incolumità sua e della sua famiglia perché alcuni verbali, frutto della sua collaborazione e resi a varie autorità giudiziarie della regione, sono stati resi pubblici, nonostante siano ancora coperti da segreto istruttorio. L'oggetto di questi verbali è quello della lotta contro la criminalità organizzata e poteri occulti -: quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire l'incolumità del Villone e della sua famiglia; come intendano intervenire i Ministri interrogati, ciascuno secondo le proprie competenze, affinché venga fatta giustizia, e un cittadino italiano disposto, non solo a denunciare, ma a sostenere a tutti i livelli (sia della magistratura che istituzionali) la propria testimonianza, venga protetto dallo Stato italiano ed aiutato a condurre una battaglia di civiltà contro gli illeciti di chi ha il potere, ma non la ragione, ed abusando delle proprie posizioni specula e compie illegalità a danno dei cittadini, impedendo così nelle regioni del sud del nostro Paese l'esercizio di libertà sancite dalla nostra Costituzione, bloccando in particolare a Vibo Valentia, neonata provincia italiana, lo sviluppo in termini sociali, economici, occupazionali e culturali; se il Ministro dell'interno ritenga di istituire una commissione d'inchiesta nel merito, affinché le istituzioni nazionali intervengano a riportare la legalità indispensabile in uno Stato democratico; quali azioni intenda attivare il Ministro di grazia e giustizia e per verificare i motivi per i quali gli organi della magistratura locale non abbiano ancora preso in considerazione quanto asserito e documentato dal Villone. (5-01489)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DENUNCIA RAPPORTO E REFERTO, REATI CONTRO L' AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E LA GIUSTIZIA, VIGILI URBANI