ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/29620

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 717 del 04/05/2000
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: MISTO
Data firma: 04/05/2000


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
  • MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 15/05/2000
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 04/05/2000

INTERLOCUTORIO IL 15/05/2000

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro
della giustizia. - Per sapere - premesso che:
Heinz Barz, ex capitano della Wehrmacht, il boia delle
stragi di Civitella e Cavriglia, secondo la procura militare di
La Spezia, sarebbe ancora vivo e vivrebbe liberamente in
Germania;
con lui sarebbero vivi alcuni dei subordinati, tutti
appartenenti a un reparto di feld gendarmerie della divisione
Hermann Goering, che hanno collaborato ai massacri del
giugno-luglio 1944, circa 400 vittime in totale;
Heinz Barz rappresenta uno dei più efferati criminali di
guerra tanto da far impallidire Erich Priebke, il 'macellaio'
delle Fosse Ardeatine, che provocò meno vittime dell'ex capitano
della 'Hermann Goering' e dei suoi subordinati;
l'ufficiale della Wehrmacht ha potuto per cinquant'anni
vivere una normale esistenza in Germania senza, pare, prendersi
neppure la briga di cambiare generalità. Il suo nome, le sue
colpe erano come scomparsi nel calderone del dopoguerra,
nonostante che un'inchiesta condotta dagli inglesi nel 1944-45 lo
avesse già inchiodato alle sue responsabilità;
solo il paziente lavoro di ricerca condotto da uno storico
italiano, Carlo Gentile, negli archivi dell'esercito tedesco a
Friburgo, è riuscito a far riemergere dalla nebbia dell'impunità
la figura di Barz;
lo studioso si è messo in contatto con i comuni di
Civitella, Cavriglia e Stia (dove a Vallucciole nell'aprile del
'44 avvenne un'altra strage, 108 morti, nella quale però Barz non
ha colpe) che si sono costituiti in comitato e si sono rivolti al
noto avvocato Guido Calvi. E' stato Calvi, dopo una prima
verifica del lavoro di Gentile, a presentare un esposto-denuncia
alla procura della Repubblica di Arezzo che ha quindi trasmesso
gli atti a La Spezia. Sta adesso alla procura militare compiere
accertamenti più precisi, controllare se le notizie sul fatto che
i colpevoli sono ancora in vita corrispondono al vero, mettersi
eventualmente in contatto con la magistratura tedesca per
ulteriori indagini e, se del caso, per l'estradizione;
a condurre l'inchiesta è il procuratore militare capo
Giovanni Ballo. L'accusa di cui deve rispondere Barz e i suoi
complici è ovviamente quella di strage, un reato la cui pena
prevista è quella dell'ergastolo;
una pena, del resto, che pare l'unica adeguata alla gravità
degli eccidi del '44. A Civitella, il capitano e il suo plotone
di polizia militare si presentarono la mattina del 29 giugno,
festa di San Pietro, all'alba. Il paese fu circondato, gli
abitanti catturati all'uscita dalla messa. Gli uomini furono poi
separati dalle donne e dai bambini e massacrati a colpi di
mitragliatrice appena fuori dalle mura. Non si salvò neppure il
parroco. Gli uomini che non erano alla messa furono snidati casa
per casa e assassinati a sangue freddo, il paese bruciato. Nelle
stesse ore stragi analoghe avvennero a Cornia, frazione di
Civitella, e a San Pancrazio, comune di Bucine, dove gli abitanti
furono radunati in una cantina e falciati con la mitragliatrice
(in tutto i morti della giornata furono 203);
si disse poi che si trattava della rappresaglia per
l'uccisione, avvenuta qualche giorno prima, di due soldati
tedeschi, ma in realtà è più probabile che i massacri
rientrassero in una politica di pulizia del territorio per
coprire la ritirata tedesca. Come accadde a Castelnuovo, Meleto,
San Martini e Massa dei Sabbioni, tutte frazioni di Cavriglia, il
4 luglio, quando Barz e i suoi uomini provocarono 180 vittime
(tre i sacerdoti) fra fucilati e massacrati con la baionetta;
nonostante le responsabilità accertate dall'inchiesta
inglese, per mezzo secolo le due stragi sono rimaste impunite.
Stando alle indiscrezioni, i giudici militari dell'immediato
dopoguerra avrebbero ricevuto dal Governo un discreto invito a
insabbiare il caso per non turbare i rapporti con la repubblica
federale tedesca che stava entrando nella Nato e nell'Europa
unita -:
se il Governo non ritenga di dover chiedere immediatamente
al governo tedesco piena collaborazione per individuare ed
arrestare il criminale nazista Barz ed i suoi complici;
se è stato richiesto l'intervento dell'Interpol al fine
d'impedire che Barz possa sottrarsi ancora alla giustizia;
se il Governo non ritenga necessario aprire gli archivi dei
servizi segreti civili e militari in merito alla eventuale
protezione data dalle autorità italiane ed atlantiche ai
criminali di guerra nazisti e per capire le ragioni per le quali
le autorità di governo italiane non abbiano mai richiesto alle
autorità tedesche d'individuare ed arrestare i responsabili degli
eccidi avvenuti durante l'occupazione nazi-fascista nell'aretino.
(4-29620)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CRIMINI INTERNAZIONALI, FASCISMO E NAZISMO, GIUSTIZIA MILITARE, INDAGINI GIUDIZIARIE, STRAGE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

GERMANIA, GUERRA MONDIALE II, CAVRIGLIA (AREZZO+ TOSCANA+), STIA (AREZZO+ TOSCANA+), CIVITELLA IN VAL DI CHIANA (AREZZO+ TOSCANA+)