Primo firmatario: Gruppo: DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO Data firma: 17/06/1998
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO
06/17/1998
ALLEANZA NAZIONALE
06/17/1998
DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO
06/17/1998
FORZA ITALIA
06/17/1998
DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO
06/17/1998
DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO
06/17/1998
POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO
06/17/1998
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
MINISTERO DELLA DIFESA
MINISTERO DELL'AMBIENTE
MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 03/07/1998
Stato iter:
12/10/1998
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO
25/09/1998
MINISTRO - (MINISTERO DELLA DIFESA)
Fasi iter:
PRESENTATO IL 17/06/1998
INTERLOCUTORIO IL 03/07/1998
RISPOSTA DEL GOVERNO IL 25/09/1998
ITER CONCLUSO IL 12/10/1998
Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri della difesa, dell'ambiente e dell'interno. - Per sapere - premesso che: dal 1957, presso l'aeroporto militare di Catania-Fontanarossa, adiacente allo scalo civile, opera il 30^ gruppo squadroni "Pegaso", reparto di volo dell'aviazione; il gruppo coopera con le forze dell'ordine a salvaguardia della sicurezza e con le autorità locali e la protezione civile in qualsiasi attività di protezione sociale; così è stato per ogni evento calamitoso verificatosi in Sicilia e nelle isole minori: eruzioni dell'Etna (1981, 1983, 1985, 1992); terremoto di Siracusa e Lentini (1990); alluvione di Barrafranca (1991); terremoto di Zaffarana e Fleri (1984); alluvione di Giarre; trasporto di foraggi, viveri e medicinali per le aziende zootecniche del comune di Cammarata rimasto isolato per eventi naturali (1996); frana di Niscemi (1997); rilevamenti sismografi isole Eolie (1992); negli anni di tensione con i paesi nordafricani affacciati sul Mediterraneo, in particolare con la Libia (1985-1986-1987), il gruppo ha rischierato elicotteri e relativi equipaggi permanentemente sull'isola di Pantelleria con funzioni di collegamento immediato con la Sicilia e le isole minori di Linosa e Lampedusa. I velivoli sono stati anche impiegati a favore delle popolazioni locali in operazioni di soccorso sanitario (trasporto traumatizzati e trasporto plasma); il gruppo è organizzato per l'elitrasporto rapido, anche di notte, di un ospedale da campo attrezzato di una piccola sala operatoria e, allo scopo, ha svolto specifiche esercitazioni con la Croce Rossa in diverse località dell'isola; è l'unico reparto di volo dell'esercito in Sicilia, ha ricevuto molti riconoscimenti dalle autorità civili e militari ed ha avuto anche vittime cadute in attività di servizio; le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa costituiscono l'estremo avamposto del territorio italiano sul canale di Sicilia e le esigenze di collegamento ed eventuale soccorso in casi di emergenza sono fortemente sentite dalle popolazioni isolane; lo Stato maggiore dell'esercito avrebbe programmato la chiusura, a breve scadenza, della base di Catania-Fontanarossa ed il trasferimento del 30^ "Pegaso" sulla base di Lamezia Terme (Catanzaro); il provvedimento ignora, di fatto, totalmente le esigenze di sicurezza e salvaguardia della popolazione siciliana privandola di un importante presidio; la Sicilia costituisce, per il nostro Paese, un polo di collegamento geopolitico e di riferimento strategico al centro del Mediterraneo; questo provvedimento lascerebbe del tutto scoperta la Sicilia mentre tra Lamezia e Roma sono concentrate ben cinque basi dell'aviazione dell'esercito; il "Pegaso" mantiene dall'alba al tramonto sull'aeroporto di Fontanarossa due elicotteri di pronto intervento, di cui uno immediatamente pronto al decollo, a disposizione delle Autorità civili e militari; partecipa alla campagna antincendio estiva a contrasto degli incendi spontanei e dolosi che martoriano il patrimonio naturale della Sicilia; è intervenuto spesso in operazioni di salvaguardia antinfortunistica e sanitaria, effettuando trasporti di traumatizzati e di organi, ricerca di dispersi in mare e in montagna, evacuazione di abitazioni rimaste isolate, minacciate dal flusso lavico o in pericolo; integra l'operato delle forze dell'ordine nell'operazione Vespri Siciliani e in operazioni di rastrellamento sul territorio e di scorta armata; un generale atteggiamento di contrarietà e dissenso per l'eventuale trasferimento del "Pegaso" è stato manifestato dall'opinione pubblica e da tutte le forze politiche e sociali con articoli di stampa, una mozione all'assemblea regionale siciliana, ordini del giorno dei consigli comunali di Catania e di altri comuni; l'eventualità di una emergenza sismica, sentita con apprensione dalla popolazione e ritenuta altamente probabile in questo territorio ad elevato rischio, rende indispensabile che il 30^ "Pegaso" rimanga sulla base di Catania, essendo l'unità addestrata ad operare con la protezione civile, per averlo sempre fatto in passato, anche in ore e in condizioni di lavoro drammatiche come quelle, ad esempio, dall'emergenza Etna del 1992; fin dal 1983 il reparto ha effettuato annualmente, in concorso con la protezione civile, esercitazioni di simulazione in ogni zona della Sicilia; il supporto aereo garantito dal gruppo si integra con i piani di emergenza ed evacuazione delle amministrazioni provinciali e comunali; la protezione civile, impiegando consulenti militari del "Pegaso" sta approntando un piano generale di emergenza della Sicilia che fa riferimento alla distribuzione sul territorio di unità ad alta specializzazione e flessibilità di impiego, prevedendone l'utilizzo; l'area siciliana continua a presentare forti rischi di carattere sismico e eruttivo, tali da consigliare, semmai, il rafforzamento di qualsiasi presidio di pronto intervento e di protezione civile; il reparto esplica la vitale funzione di raccordo e soccorso nei confronti delle popolazioni delle isole minori; il trasferimento del 30^ gruppo a Lamezia Terme allungherebbe pesantemente i tempi di intervento in Sicilia con conseguenze gravi in caso di emergenza -: se non ritenga di intervenire per revocare, ove vi fosse conferma, tale provvedimento che compromette gravemente il livello di sicurezza nella Sicilia orientale; se non ritenga di garantire i compiti di pronto intervento del "Pegaso" attraverso una soluzione razionale ed equilibrata con una sistemazione del reparto nel Catanese o comunque nella Sicilia orientale. (4-18238)
In merito ai quesiti posti dagli Onorevoli interroganti occorre preliminarmente evidenziare che la componente operativa dello strumento militare terrestre è stata oggetto negli ultimi anni di un ridimensionamento di consistenti proporzioni. Ma, mentre il numero delle Brigate si è ridotto da 26 a 13, le unità di supporto, di cui fanno parte quelle dell'AVES (Aviazione dell'Esercito), sono state interessate solo marginalmente. Ciò ha comportato la necessità di ripristinare l'equilibrio operativo tra le diverse componenti funzionali ed in particolare tra le forze di manovra, destinate alla funzione operativa, e le citate unità di supporto. Al riguardo, l'aspetto operativo più rilevante è costituito dal ruolo che la componente AVES dovrà assumere nella Forza Armata. Fino ad ora, questa preziosa risorsa è stata prevalentemente destinata a mansioni di trasporto tattico e logistico. Le moderne operazioni richiedono invece capacità nuove, di cui peraltro la maggior parte degli Eserciti si è da tempo dotata. Si tratta della capacità aeromobile indispensabile per quegli ingaggi operativi che richiedono tempestività di intervento e rapidità di azione, realizzabili solo attraverso strumenti operativi estremamente mobili e capaci di integrare le operazioni a terra con quelle della terza dimensione. Detta capacità può essere perseguita solo realizzando una simbiosi, anche fisica, tra le due componenti fondamentali: unità di fanteria ed unità dell'AVES. Per le considerazioni su esposte è stata effettuata una globale revisione della dislocazione dei reparti dell'AVES, che mira da un lato ad assicurare una distribuzione dei reparti sul territorio operativamente più rispondente, dall'altro ad ottimizzare l'impiego dei velivoli disponibili (realisticamente sostenibili) per soddisfare sia le esigenze operative proprie della Forza Armata sia quelle correlate alla protezione civile. In questo quadro di situazione il trasferimento del 30^ gruppo squadroni "Pegaso" risponde all'esigenza di dislocare la componente AVES in prossimità del 18^ reggimento bersaglieri di stanza a Cosenza, inquadrato nella brigata "Garibaldi", per assicurare alla Grande Unità la necessaria capacità aeromobile. La vicinanza "fisica" delle due componenti, terrestre e aerea, è infatti necessaria per assicurare l'indispensabile amalgama del personale ed un efficace addestramento, fattore questo fondamentale per la sicurezza e la riuscita di ogni operazione. Il rischieramento del 30^ gruppo squadroni "Pegaso" sulla base di Lamezia risponde altresì all'esigenza di evitare consistenti interventi di ammodernamento delle infrastrutture della base di Catania - che risulta anche sovraffollata a causa della coesistenza di reparti di volo della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza - volti ad assicurare un'adeguata sistemazione alloggiativa e tecnico-logistica ad un gruppo squadroni, sistemazione che per contro è già assicurata dalle moderne infrastrutture in corso di completamento sulla base di Lamezia. Per quanto concerne l'affermazione che tra Lamezia e Roma sono dislocate cinque basi dell'AVES si precisa che le basi esistenti sono soltanto due: quella di Lamezia e quella di Pontecagnano. Complessivamente l'AVES sarà infatti articolata, una volta completato il programma di riordinamento, su dieci basi: Elmas, Viterbo, Casarsa, Pisa, Rimini, Bolzano, Venaria, Lamezia, Pontecagnano e Padova. Il Ministro della difesa: Beniamino Andreatta.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AEREI MILITARI, AEROPORTI E SERVIZI AEROPORTUALI, BASI MILITARI, ESERCITO, ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE MILITARE
SIGLA O DENOMINAZIONE:
GEO-POLITICO:
CATANIA (CATANIA+ SICILIA+), AEROPORTO DI CATANIA FONTANAROSSA