ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06055

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 114 del 11/12/1996
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI
Data firma: 11/12/1996
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 12/11/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 12/11/1996


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE
Stato iter:
09/12/1997
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/11/1997
MINISTRO - (MINISTERO DELL'AMBIENTE)
Fasi iter:

PRESENTATO IL 11/12/1996

RISPOSTA DEL GOVERNO IL 20/11/1997

ITER CONCLUSO IL 09/12/1997

Al Ministro dell'ambiente. - Per sapere - premesso che:
nel territorio del comune di Cassola (Vicenza) vi è una
discarica gestita dalla ditta Gie;
si sono di recente verificati gravissimi incidenti causati
da esplosioni da biogas che hanno indotto il sindaco ad evacuare
la popolazione residente nei dintorni;
il sito avrebbe dovuto essere riservato agli inerti e non
contenere rifiuti putrescibili, causa della formazione del
biogas;
la Gie è stata costituita nel febbraio 1989, quando Artenio
Fabris, uno dei fondatori, titolare della conceria "Tre Effe", si
trovava a dover smaltire 4700 T di fanghi da conceria;
la composizione azionaria della Gie non è per nulla chiara;
nella composizione azionaria è presente la Ecocal, a sua
volta controllata dalla Calcestruzzi che, per avere l'appalto
dall'Enel dello smaltimento delle ceneri della centrale di Gioia
Tauro, ha trattato con la Cogeca, che - insieme a Calcestruzzi,
dà vita alla Betoncal srl, alla cui presidenza siede Domenico
Strangi;
attraverso la Sis, la Gie gestisce diverse discariche
nell'area bassanese -:
che cosa intenda fare per analizzare il tipo di rifiuti
stoccati a Cassola (Vicenza);
come intenda intervenire per far luce sui misteri della
gestione Gie, come più volte sollecitato dai sindaci di Cassola e
Romano d'Ezzelino (Vicenza).
(4-06055)
In merito all'interrogazione di cui all'oggetto,
sulla base delle risultanze assunte dall'esame della
documentazione relativa alla discarica di Cassola, si è potuto
rilevare che si evidenziano emissioni odorigene diffuse il cui
regime giuridico è disciplinato dal decreto del Presidente della
Repubblica 203/88. Le normative statali vigenti che dettano le
linee guida non prevedono limiti specifici per l'emissione di
odori; tuttavia esiste la possibilità di abbattere le emissioni
mediante il convogliamento dei gas prodotti dalla fermentazione
(biogas) ed il loro riutilizzo termico per la produzione di
energia. Ouesti tipi di interventi sono previsti dalle normative
di smaltimento dei rifiuti che prevedono altresì che siano le
Regioni a stabilire l'obbligo del convogliamento.
L'area di pertinenza della discarica GIE (Gestione Impianti
Ecologici Srl) rientra in parte nel territorio comunale di
Cassola ed in parte in quello di Romano d'Ezzelino; si fa
presente che negli anni 89-90 la stessa area veniva fatta oggetto
da parte della società CALCESTRUZZI spa (Gruppo FERRUZZI), con
sede in Ravenna di istanza per il rilascio di autorizzazione per
escavazione di materiale per edilizia, presso la competente
commissione della Regione Veneto.
L'anzidetta ditta, che si era occupata della escavazione, nel
gennaio del 1992 cedeva l'intera area, in sublocazione la parte
rientrante nel territorio di Cassola ed in comodato gratuito la
parte rientrante nel territorio di Romano d'Ezzelino, alla ditta
GIE, la quale doveva gestire il conferimento, nella sola parte
ricompresa nel territorio comunale di Cassola, di rifiuti
speciali assimilabili agli urbani non putrescibili.
La GIE risulta detenuta, per il 45 per cento delle azioni,
della SIS (Società per l'igiene del Suolo) che è una società di
diritto privato controllata interamente dal Comune di Bassano del
Grappa, per il 4 per cento dal Sig. Fabris Artenio, industriale
del vicentino, mentre per il 51 per cento era detenuto dalla
società ECO.CAL. di Ravenna successivamente acquistata da un
consorzio di imprese e trasformata in Systema Srl, con sede in
Brescia.
Inoltre, la Systema Srl è controllata dalle società SLIA Spa
di Roma, FERRALPI Spa di Brescia, REBA, controllata dalla
CALEPPIO SCAVI di Roma (Gruppo BRIGNOLI di Bergamo) e ISA,
controllata dal Gruppo ROSSINI di Rimini, tutte con il 25 per
cento circa del capitale.
Tra gli amministratori della GIE spicca il nome del
presidente e legale rappresentante MONTANUCCI Pier Angelo,
residente in Roma, il quale in qualità di amministratore anche
della SYSTEMA Srl, risulta il punto di riferimento del gruppo per
la discarica di Cassola.
Al riguardo si fa presente che dei cinque consiglieri di
amministrazione della SYSTEMA Srl, tre risultano essere stati
inquisiti per reato contro la P.A., tra cui il MONTANUCCI, e uno
di essi è stato anche sottoposto ad un lungo periodo di
carcerazione.
Tali reati sarebbero stati compiuti in relazione ad altre
società del gruppo, sempre connesse alla gestione di discariche,
ma senza alcun riferimento ai fatti di Cassola.
Ritornando all'attività svolta, la GIE si avvaleva di una
delibera del Consiglio Comunale di Cassola, discussa ed approvata
dalla Regione Veneto, con decreto n. 2116 in data 25.9.1992, che
autorizzava il conferimento di rifiuti non putrescibili nell'area
indicata, per un periodo di dieci anni. Tale autorizzazione
presentava, però, un vizio formale, dato che trattandosi di
discarica controllata di seconda categoria tipo B, dovevano
essere autorizzati solamente i conferimenti di rifiuti non
putrescibili, previsti dalla normativa mentre, invece, nel
succitato decreto regionale venivano indicati altri tipi di
rifiuti, tra i quali vari scarichi industriali contenenti
cellulosa ed altri materiali soggetti a decomposizione organica a
contatto con l'acqua.
Inoltre nella concessione rilasciata dalla Regione Veneto,
l'Amministrazione Comunale di Cassola appariva quale beneficiaria
di una somma di denaro in percentuale alla quantità di rifiuti
conferiti; pertanto, se si calcola che il volume complessivo
delle discarica ammonta a circa 1.250.000 mc. di rifiuti,
risulterebbe che il Comune di Cassola, nell'arco dei tre anni di
attività, abbia incassato circa 2.300.000.000 di lire su un giro
di affari di circa sessanta miliardi complessivi.
Va, comunque, precisato che la suddetta ricettività
indicherebbe un volume d'affari complessivo ben maggiore, che si
aggirerebbe sui cento miliardi: però, sembra che la GIE, durante
il controllo FERRUZZI, abbia praticato una politica dei prezzi
estremamente aggressiva, che ha spiazzato le discariche
concorrenti, ma ha determinato minori introiti, nonché il
riempimento del sito in tempi estremamente veloci.
Peraltro, va aggiunto che la SIS ha svolto in appalto
attività di trasporto di rifiuti all'interno della discarica,
riuscendo così ad effettuare un controllo sui pesi e sulle
quantità, che ha garantito le entrate comunali e, in qualche
modo, avrebbe anche dovuto garantire la corrispondenza dei
materiali a quanto previsto normativamente.
Inoltre, nell'apposita convenzione stipulata dalla ditta GIE
e dal Comune di Cassola per la gestione della discarica, veniva
previsto in aggiunta ai controlli di legge, un ulteriore
controllo da effettuarsi a cura della stessa amministrazione
sulla quantità e tipologia di rifiuti smaltiti.
Quest'ultimo incarico, finanziariamente di spettanza della
GIE veniva conferito alla società RIPA di Vicenza, ditta operante
nel settore del controllo dell'inquinamento ambientale, da molti
reputata poco adeguata per svolgere correttamente le proprie
funzioni.
A tale contesto si verificavano, sin dal momento della
chiusura del sito, nel gennaio 1996, varie segnalazioni da parte
dei residenti nella zona, con cui si portava a conoscenza
dell'Amministrazione Comunale l'esistenza di anomali fenomeni di
esalazioni nocive di gas.
Ne conseguiva che nell'aprile 1996 veniva imposto alla ditta
GIE, con ordinanza sindacale, la messa in opera di un idoneo
impianto di captazione e combustione di biogas proveniente dalla
discarica.
Successivamente segnalazioni circa l'aggravarsi del fenomeno
rendevano necessarie ulteriori verifiche tecnico-sanitarie,
effettuata dall'ULSS n. 3 di Bassano del Grappa e dal Comando
Provinciale dei vigili del Fuoco, che, nel novembre 1996
accertavano la presenza anomala di una consistente concentrazione
di biogas nella zona, tale da costituire pericolo per
l'incolumità e la salute dei cittadini residenti nella fascia la
discarica, come confermato da un episodio di accensione di una
sacca di biogas depositatasi all'interno della cantina di una
abitazione.
A questo punto il Sindaco del Comune di Cassola emetteva una
ordinanza di sgombero cautelativo di due abitazioni, intimando
nel contempo alla GIE di provvedere ad una urgente e meticolosa
bonifica del sito, mediante la realizzazione di ulteriori linee
di combustione e captazione di biogas.
Tale situazione veniva segnalata, da parte del Sindaco del
Comune di Cassola, anche alla Procura della Repubblica di Bassano
del Grappa.
Al riguardo va, altresì, riferito che l'improvvisa formazione
di biogas nel sito sarebbe stata determinata da un improprio
conferimento di rifiuti putrescibili, comunque inspiegabilmente
previsti nella regolare autorizzazione regionale; pertanto, non
essendo stata ufficialmente preventivata la formazione di biogas,
il progetto iniziale approvato non era comprensivo
dell'installazione di idoneo impianto di captazione e combustione
di biogas, resosi successivamente necessario.
Inoltre, come risulta dalla perizia stilata dallo "Studio LAB
ASA" di Treviso, veniva accertato che nella discarica in menzione
circa il 20 per cento dei conferimenti era costituito da
materiale denominato "Pulper di Cartiera", ossia da un tipo di
rifiuto non ricompreso nell'elenco di quelli ammessi allo
svolgimeuto né dal Comune di Cassola nè dai decreti di
autorizzazione regionali e provinciali.
Peraltro, anche la ditta TECNO AMBIENTE, incaricata dalla GIE
di effettuare una perizia tecnica, ammetteva lo smaltimento in
discarica di rifiuti putrescibili con il contenuto di cellulosa
stimato tra il 10 e il 13 per cento.
Circa i reali rischi per l'ambiente va segnalato, oltre al
pericolo di esplosioni di alcune sacche di gas, il fatto che sono
state rinvenute tracce di CVM (cloruro di vinile monomero),
sostanza concerogena al cui riguardo la ULSS di Bassano ha già
interessato l'Istituto Superiore di Sanità, allo scopo di
accertare se si tratti di un rischio specifico ovvero generico,
cioè riguardante ogni tipo di discarica presente sul territorio
nazionale.
Alla stessa ULSS non risultano allo stato casi di nausee,
cefalee e/o irritazioni di altro tipo connessi al funzionamento
della discarica in parola.
Per ciò che concerne gli odori insopportabili, va detto che
effettivamente alcune proteste vi sono state ma solo prima della
chiusura e della copertura della discarica.
Si fa anche presente che la ditta TELECOGEN di Bussolengo
(VR) ha contattato il Comune di Cassola per sfruttare la
combustione del biogas per la produzione di energia elettrica, da
cui, secondo alcune stime, sarebbe possibile trarre un utile di
circa 500 milioni l'anno.
Va ancora ricordato che la ditta GIE Gestione impianti
Ecologici S.r.l. ha presentato alla Regione Veneto in data
19.1.1996, un progetto di bonifica e recupero ambientale della
discarica controllata di seconda categoria tipo "B", sita in
Comune di Cassola.
Dall'esame della documentazione è emerso che le opere
descritte risultavano in variante all'originario progetto
approvato con DPGR n. 344 del 4.2.1991, richiedendo, la ditta
GIE, l'approvazione di un impianto di captazione del biogas,
inizialmente non previsto ed una diversa profilatura della
ricopertura finale della discarica.
In considerazione delle predette circostanze e della
segnalazione degli odori riportata dal Sindaco di Cassola con
lettera del 13 gennaio 1996, la Regione ha ritenuto
indispensabile effettuare un sopralluogo in loco, alla presenza
dei tecnici della Regione stessa, della Provincia di Vicenza e
del Comune di Cassola dal quale è emerso che:
1. alcune opere in variante erano già realizzate, ancorché
non espressamente approvate;
2. la sistemazione finale della discarica non è stata
ancora completata, nonostante ne fosse prescritta l'ultimazione
entro il 1995;
3. sussisteva la presenza di odore tipico di biogas.
Pertanto, essendosi riscontrata una situazione difforme
rispetto alla previsione di progetto il competente Dipartimento
ha richiesto all'Amministrazione Provinciale di Vicenza ed alla
ditta GIE ulteriori informazioni sul progetto di variante in
questione.
Successivamente, la Provincia di Vicenza ha trasmesso alcuni
elementi utili all'istruttoria della pratica e nel contempo ha
chiesto di stralciare, anticipandone l'esame da parte della CTRA,
la parte tecnica del progetto relativa all'impianto di
combustione del biogas, stante l'urgenza di porre in sicurezza il
sito della discarica.
In riscontro, alla predetta nota dell'Amministrazione
Provinciale, il Dipartimento per l'ecologia e la tutela
dell'ambiente, ha ritenuto che fosse più opportuno ottemperare a
quanto suggerito dalla ULSS di Bassano del Grappa che chiedeva al
Sindaco di Cassola l'emissione "di una ordinanza contingibile ed
urgente affinché la ditta attivasse la suddetta combustione",
tenuto altresì conto che detto impianto di captazione risultava
già realizzato.
Conseguentemente, il Dipartimento della Regione Veneto non ha
ritenuto ammissibile lo stralcio dell'aspetto tecnico relativo
alla captazione del biogas dal progetto di variante presentato
dalla ditta GIE, ritenendo invece di sottoporre all'esame della
CTRA l'intero progetto di variante, non appena la ditta in parola
avesse trasmesso tutte le integrazioni richieste dalla Regione
Veneto.
Il progetto integrato è stato pertanto trasmesso alla
Commissione Tecnica Regionale Sez. Ambiente, che, nella seduta
del 19.9.1996 espresse parere non favorevole all'approvazione
dello stesso.
La ditta GIE ha successivamente trasmesso alla Regione Veneto
una versione riveduta ed integrata del progetto di variante della
discarica 2B, in particolare per quanto concerne i seguenti
aspetti:
baulatura;
ricomposizione finale;
captazione e combustione del biogas-monitoraggio
dell'atmosfera;
ricomposizione finale;
monitoraggio delle acque sotterranee;
sistema di smaltimento del percolato;
apprestamenti di prevenzione incendi;
tutela dell'inquinamento acustico.
Nel gennaio 1997 la Commissione Tecnico Regionale per
l'Ambiente ha esaminato il nuovo progetto in variante presentato
dalla GIE per la sistemazione finale del sito alla luce delle
problematiche ambientali emerse e relative a: impianto di
captazione e combustione biogas, tenuta della copertura
superficiale, monitoraggio acque sotterranee.
Tale progetto, nonostante il voto contrario di Provincia,
Comune, ULSS e alcuni esperti che lo ritenevano inadeguato al
raggiungimento degli obiettivi di messa in sicurezza del sito, è
stato licenziato con voto favorevole, subordinatamente al
rispetto di alcune prescrizioni.
Nelle more dell'adozione del relativo provvedimento di
approvazione, il dirigente regionale, con nota del 21 gennaio
1997, ha invitato la ditta GIE a dare comunque inizio ai lavori.
Alla ditta è stato chiesto di:
caratterizzare, mediante carotaggi ed indagini idonei i
rifiuti stoccati ed il loro grado di decomposizione per calcolare
la produzione di biogas al fine di adeguare la potenza
dell'impianto di aspirazione;
adeguare la rete di monitoraggio delle acque sotterranee
con la realizzazione di altri due pozzi spia;
integrare la copertura finale del sito con un telo in HDPE
sopra lo strato sigillante di argilla.
Le Amministrazioni competenti (Comune, Provincia, ULSS e
PMP), per spiegare la formazione del biogas, hanno formulato
l'ipotesi che i rifiuti autorizzati e conferiti fossero
suscettibili di fenomeni putrefattivi qualora sottoposti a
determinate condizioni ambientali; tale eventualità non sarebbe
stata adeguatamente valutata in sede di approvazione progetto.
Tuttavia non è da escludere che la ditta abbia effettuato
conferimenti impropri di tipologie di rifiuti non autorizzati e
soggetti a biodegradazione anche se tale eventualità non è stata
riscontrata nel corso dei controlli effettuati dalla Provincia
sui registri di carico e scarico della GIE in tutto il periodo di
attività della discarica; essi hanno evidenziato la
corrispondenza tra quanto registrato in carico e quanto
autorizzato.
Anche i controlli espletati da personale tecnico incaricato
dal Comune di presidiare le operazioni di conferimento hanno
confermato quanto sopra.
La Provincia ha inoltre accertato che la conceria "TRE EFFE"
di Fara Vicentina non ha mai smaltito i propri fanghi presso la
discarica in questione.
Sempre con riferimento all'attività di controllo della
Provincia, l'Ente ha segnalato di aver proceduto a sanzionare la
ditta per inadempienze amministrative ed in particolare per la
mancata tenuta del quaderno di registrazione previsto dalla legge
regionale n. 33/85, nonché a fare rapporto all'Autorità
Giudiziaria per le difformità verificatesi e riscontrate
sull'impianto e la mancata ottemperanza a provvedimento di
diffida.
Per quanto concerne infine l'accertamento delle
responsabilità dei fatti accaduti, si è a conoscenza che la
Magistratura di Bassano ha avviato un procedimento anche su
segnalazione dell'Amministrazione Provinciale di Vicenza.
Il Ministro dell'ambiente: Edo Ronchi.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DISASTRI, GAS NATURALI, SCARICHI E DISCARICHE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

CASSOLA (VICENZA+ VENETO+), ROMANO D'EZZELINO (VICENZA+ VENETO+)