ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03865

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 67 del 03/10/1996
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI
Data firma: 03/10/1996
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MISTO 10/03/1996
MISTO 10/03/1996
MISTO 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996
POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO 10/03/1996
SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO 10/03/1996
RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI 10/03/1996


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO SENZA PORTAFOGLIO PER LA SOLIDARIETA' SOCIALE
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 03/10/1996

SOLLECITATO DAL PARLAMENTARE IL 29/10/1996

Ai Ministri dell'interno e per la solidarietà sociale. - Per
sapere - premesso che:
a Brescia trenta bambini serbi, montenegrini e kossovari
regolarmente scolarizzati erano stati espulsi, con ordinanza del
Comune, da una cascina di Buffalora adibita a centro di
accoglienza, in base all'irregolarità del soggiorno di parte dei
loro genitori, ed erano quindi rimasti all'addiaccio;
dopo la riapertura, da parte di numerose associazioni
bresciane, delle porte murate dei locali, l'intervento della
polizia ha condotto al fermo dei capifamiglia e ora si prospetta
l'accompagnamento in frontiera di due montenegrini, profughi e
disertori dall'esercito serbo e quindi in grave rischio in
patria, e la consegna di altri dieci decreti di espulsione ad
altrettanti profughi, tutti capifamiglia con figli, le cui mogli
sono peraltro quasi tutte in possesso di soggiorno per motivi
umanitari;
analogamente, a Firenze un'ordinanza comunale ha condotto
all'allontanamento dal territorio comunale ed alla dispersione di
oltre cento profughi, molti dei quali bosniaci, a causa del
mancato possesso da parte loro del permesso di soggiorno;
l'impossibilità per molti profughi e sfollati di ottenere
il permesso di soggiorno "per motivi umanitari" è conseguita in
questi anni alla lentezza ed agli impacci burocratici
nell'applicazione della legge n. 390 del 1992, con il forte
ritardo della maggioranza delle questure e con l'esclusione,
dettata attraverso semplici circolari, di chiunque fosse entrato
in Italia prima della data convenzionale del giugno 1991, o fosse
stato colpito da decreti di espulsione per irregolarità del
soggiorno prima di aver potuto, appunto, regolarizzarsi;
le condizioni di vita della grande maggioranza dei
profughi, di cui solo il 5-10 ha ottenuto qualche forma di
accoglienza o assistenza negli appositi centri del Triveneto o in
alcuni comuni metropolitani, li hanno condotti in alcuni casi a
commettere reati "di sopravvivenza" (dall'accattonaggio, solo di
recente derubricato dalla Consulta, a piccoli reati contro il
patrimonio), il che ha ulteriormente inibito l'accesso alla
recente regolarizzazione per motivi di lavoro;
questi motivi hanno condotto alla situazione assurda,
accertata anche dal Consiglio italiano per i rifugiati nei
censimenti effettuati in diverse città, per cui all'interno dello
stesso nucleo familiare coesistono genitori e figli o coniugi o
fratelli, divisi dal possesso o meno del permesso di soggiorno;
ne consegue la difficoltà o impossibilità di impostare
progetti di inserimento sociale, di accoglienza o di rimpatrio
assistito, i quali non possono prescindere dalla dimensione
familiare, e non individuale, dell'espatrio, e dunque la virtuale
inapplicabilità, sia a livello nazionale che locale, delle pur
positive previsioni della legge 390 e del recente decreto-legge
applicativo n. 412 del 1996 -:
se non ritengano di intervenire con la massima urgenza
affinché a Brescia sia annullata la disposizione di
accompagnamento alla frontiera dei due disertori montenegrini
(tanto più che si ha notizia della recente fucilazione, dopo il
rimpatrio, di un disertore dall'esercito serbo), e siano
revocati, se già emessi, i decreti di espulsione a carico di
capifamiglia con solidi legami familiari in Italia;
se, più in generale, non ritengano indispensabile la revoca
delle circolari citate, emesse dal ministero dell'interno nel 93,
e l'emissione di nuove direttive che consentano il censimento e
la regolarizzazione per motivi umanitari, in tutto il territorio
nazionale, dei profughi e sfollati dall'ex Jugoslavia, e
l'eventuale conversione dei permessi già posseduti in permessi di
soggiorno ad altro titolo, in presenza di situazioni di
inserimento sociale e lavorativo in Italia;
se in ogni caso non ritengano che, considerata la
dimensione prevalentemente familiare dell'espatrio dall'ex
Jugoslavia prima, durante e dopo la guerra civile e
l'irrinunciabilità del principio di coesione familiare, non sia
opportuno disporre nell'immediato affinché le misure di
accoglienza e le provvidenze in loro favore, sia da parte del
governo che degli enti locali, riguardino l'intera famiglia della
quale almeno uno dei componenti sia stato riconosciuto come
profugo, sfollato o disertore.
(4-03865)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
ESPULSIONE DI STRANIERI, PERMESSO DI SOGGIORNO, PROFUGHI E RIFUGIATI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

SERBIA, KOSOVO, IUGOSLAVIA, BRESCIA (BRESCIA+ LOMBARDIA+), MONTENEGRO, DECRETO LEGGE 1996 0412, L 1990 0390