ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00100

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 13
Seduta di annuncio: 156 del 24/02/1997
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: FORZA ITALIA
Data firma: 24/02/1997
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORZA ITALIA 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO 02/24/1997
FORZA ITALIA 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO 02/24/1997
FORZA ITALIA 02/24/1997
FORZA ITALIA 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
ALLEANZA NAZIONALE 02/24/1997
FORZA ITALIA 02/24/1997
MISTO 02/24/1997
MISTO 02/24/1997


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

PRESENTATO IL 24/02/1997

SOLLECITATO DAL PARLAMENTARE IL 16/12/1999

La Camera,
premesso che,
la politica delle privatizzazioni costituisce una
condizione essenziale per l'efficienza e l'ammodernamento del
sistema economico nazionale e va perseguita con determinazione;
il passaggio dal sistema dello Stato-imprenditore a
quello Stato-regolatore dell'economia è ancora incompiuto e ciò
ritarda l'efficienza del sistema produttivo e la riduzione del
debito pubblico;
tale passaggio costituisce la premessa indispensabile per
il raggiungimento di un equilibrio di mercato che garantisca
crescita ed efficienza allocativa, attraverso la garanzia di
condizioni di parità tra gli agenti economici pubblici e privati
e il dispiegarsi del corretto gioco della concorrenza;
un sistema economico in cui lo Stato garantisca il
rispetto della concorrenza e intervenga in misura solo marginale
nel governo dell'economia, al fine di proteggere e tutelare le
fasce deboli della popolazione, è in linea con quanto perseguito
dalla politica economica dell'Unione europea;
il rallentamento del processo di privatizzazione
impedisce anche il rafforzamento dei mercati finanziari, che
richiede l'allargamento del mercato azionario e la canalizzazione
del risparmio verso le attività produttive;
il complesso delle società quotate in borsa è ancora
limitato, essendo a fine 1995 la capitalizzazione di borsa pari
al diciotto per cento del prodotto interno lordo, rispetto al
ventisette per cento in Germania, al trentadue per cento in
Francia, all'ottantasette per cento in Usa e al centoventidue per
cento del Regno Unito;
in assenza dello stimolo derivante dalla concorrenza,
aumentano i rischi di deterioramento del sistema produttivo e di
aggravamento della crisi occupazionale, in seguito alla tendenza
delle imprese a mantenere lo status quo;
i limiti di importanti operazioni di privatizzazione
sperimentate per il settore bancario (vedi i casi Credit e Comit)
hanno determinato scetticismo nell'attitudine a privatizzare con
modalità e risultati adeguati settori importanti dell'economia
del Paese;
le privatizzazioni devono essere realizzate creando un
effettivo ampliamento del mercato e non effettuando cessioni pro
forma, come passaggi tra sponde diverse dello stesso settore
pubblico (come si è verificato con la vicenda del Banco di
Napoli);
la cessione della proprietà pubblica deve essere
accompagnata dalla definizione di regole per la liberalizzazione
dell'accesso ai mercati con una configurazione del nostro sistema
industriale che favorisca la concorrenza ed il pluralismo dei
soggetti economici;
le privatizzazioni nei servizi di pubblica utilità e nel
sistema bancario, stanno suscitando profonde divisioni tra le
forze della maggioranza governativa;
tale situazione rischia di determinare un grave deficit
competitivo del "sistema del Paese", soprattutto nella fase di
rafforzamento comunitario che investe i servizi di pubblica
utilità e i servizi finanziari;
si stanno perciò accumulando pesanti ritardi nella
privatizzazione sia della Stet che dell'Enel (il Governo aveva
indicato per la Stet l'autunno del 1996);
sono stati altresì improvvisamente, e per la medesima
ragione, mutati i piani originari della procedura relativamente
alla fusione della Stet e della Telecom, con inattesa
sostituzione dei vertici aziendali nonostante i positivi
risultati finora raggiunti e con l'incorporazione di Telecom;
l'operazione di incorporazione, alla cui chiarezza i
mercati sono molto sensibili, è fin qui rimasta oscura al
Parlamento, poiché il Ministro competente non ha fornito adeguate
informative nelle sedi istituzionali;
la estinzione della personalità giuridica della
concessionaria può essere causa di cessazione della concessione
telefonica prevista fino all'anno 2013, giacché, per effetto
della fusione, si riduce la proprietà dello Stato al di sotto del
cinquanta per cento, previsto dall'articolo 198 del codice
postale delle telecomunicazioni di cui al decreto del Presidente
della Repubblica n. 156 del 1973;
la concessione determina in modo significativo il valore
della società e la sua capacità di produrre reddito; la sua
decadenza ridurrebbe pesantemente tale valore ai fini della
collocazione dei titoli azionari sul mercato;
la procedura di fusione è stata avviata senza fissare i
criteri di valutazione dei concambi azionari, con possibile
ulteriore riduzione del valore patrimoniale delle due aziende;
con tale procedura il Governo ha disatteso l'applicazione
del comma 2 dell'articolo 1 della legge n. 481 del 1995, che
specificava per ciascuna impresa le modalità di privatizzazione,
prevedendo altresì il coinvolgimento delle Camere per la
privatizzazione delle società dei servizi di pubblica utilità;
tutto ciò rischia di ledere gli interessi degli azionisti
e dei piccoli risparmiatori in particolare, ma anche del Tesoro,
che ha la maggioranza della proprietà di Stet;
per la privatizzazione della Stet l'orientamento del
Governo appare caratterizzato dalla previsione, oltre che di una
significativa presenza straniera, di una golden share e di un
nocciolo duro, cioè di un controllo della società affidata ad un
ristretto numero di azionisti, con la conseguenza di protrarre la
situazione di scarsa mobilità del controllo;
impegna il Governo:
a presentare entro sessanta giorni un piano per le
dismissioni per le banche, le casse di risparmio e le società
produttrici dei servizi di pubblica utilità;
a definire una linea di politica industriale per le
telecomunicazioni, con riduzione progressiva della presenza dello
Stato nella Stet;
a costituire un quadro giuridico e normativo nel settore
delle telecomunicazioni che garantisca il libero gioco della
concorrenza;
a tutelare le partecipazioni di minoranza sia istituzionali
che individuali;
a favorire gli investimenti infrastrutturali delle società
sia italiane che straniere che decidessero di operare sul
territorio;
a prevedere la incorporazione di Stet in Telecom e che la
società risultante assuma la forma di public company;
a prevedere la presenza dei fondi di investimento e dei
fondi pensione;
a limitare le quote di possesso dei titoli detenibili dalle
persone fisiche e giuridiche all'1 per cento del capitale
sociale;
a creare le condizioni per permettere la partecipazione dei
piccoli azionisti alle scelte strategiche e per assicurare la
rappresentanza delle minoranze nei collegi sindacali, con
l'introduzione di disposizioni sulla raccolta delle deleghe ed
eventualmente il voto di lista;
a pubblicizzare gli accordi di voto e i patti di sindacato
o di blocco nelle società da privatizzare;
a prevedere incentivi fiscali come strumento per
indirizzare il risparmio delle famiglie verso il capitale di
rischio;
a prevedere forme di prelazione a favore dei dipendenti
delle società da privatizzare;
a considerare solo eccezionalmente l'esercizio dei poteri
speciali limitatamente ad esigenze documentate e motivate di
interesse generale del Paese;
a ottenere fin dal 1997 benefìci finanziari concreti dalle
privatizzazioni, prevedendo nella impostazione del Documento di
programmazione economica finanziaria, una corrispondente posta di
entrate extratributarie.
(1-00100)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
CRISI ECONOMICA, DEBITO PUBBLICO, FUSIONE E CONCENTRAZIONE DI SOCIETA' ED ENTI, MERCATO FINANZIARIO, POLITICA ECONOMICA, PRIVATIZZAZIONI, SERVIZI PUBBLICI IN CONCESSIONE, TELECOMUNICAZIONI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

ENTE NAZIONALE ENERGIA ELETTRICA ( ENEL ), SOCIETA' FINANZIARIA TELEFONICA ( STET ), L 1995 0481, DPR 1973 0156, TELECOM ITALIA