SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI)
INTERVENTO
08/03/1995
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
Fasi iter:
PRESENTATO IL 08/03/1995
DISCUSSIONE IL 08/03/1995
ABBINAMENTO (ATTO NON CAPOSTIPITE) IL 08/03/1995
RISPOSTA DEL GOVERNO IL 08/03/1995
TESTO UNIFICATO IL 08/03/1995
APPROVATO IL 08/03/1995
ITER CONCLUSO IL 08/03/1995
La III Commissione, premesso: che in Croazia, la Corte costituzionale, su iniziativa del Governo, ha profondamente modificato lo statuto della regione istriana, dichiarando illegittimi 18 dei suoi 36 articoli, e cassando tra l'altro, le norme che: a) definivano la regione unità di autogoverno e di amministrazione locale, denominando gli abitanti cittadini d'Istria e il consiglio regionale Dieta istriana, e attribuendo alla stessa la facoltà di garantire ulteriormente, rispetto allo Stato, i fondamentali diritti umani, civili e linguistici delle minoranze; b) tutelavano la CNI (comunità nazionale italiana), richiamando l'intesa trilaterale con l'Italia e la Slovenia e stabilendo la pariteticità delle lingue croata e italiana nella regione, a partire dal timbro bilingue della stessa e dal bilinguismo di funzionari; c) prevedevano il diritto di veto dei consiglieri italiani nelle questioni riguardanti i rapporti etnici, considerando l'Unione italiana unica rappresentante della CNI, e affermando "l'istrianità" quale espressione della plurietnicità istriana; d) riconoscevano l'autonomia impositiva della regione, fissando il diritto di decentramento e attribuendo ai consiglieri regionali speciali forme di immunità; e) affidavano al consiglio regionale l'elezione dello "zupano"; che risulta così violato il Memorandum d'intesa fra la Croazia e l'Italia del 15 gennaio 1992, riguardante l'adozione di un sistema legale per la tutela delle minoranze; che l'attuale atteggiamento nei confronti dei cittadini autoctoni di lingua italiana si inserisce in un più ampio quadro di discriminazione attuato dalle autorità croate nelle forme più diverse, e riconoscibile nella mancata affermazione della soggettività della comunità nazionale italiana e delle sue strutture, di cui: a) la mancata applicazione dell'uniformità di trattamento giuridico e costituzionale; b) la mancata promulgazione di leggi che fissino, fra l'altro, lo status delle scuole italiane e delle altre istituzioni; c) le modifiche alla legge sulle telecomunicazioni (penalizzante nei confronti delle comunità nazionali); d) la posizione giuridica e amministrativa delle organizzazioni culturali e associative della minoranza (quali ad esempio la casa editrice Edit, la sede dell'Unione degli Italiani a Fiume, il Centro ricerche storiche di Rovigno, il Dramma italiano di Fiume); e) i finanziamenti per le stesse; f) gli ostacoli al diritto alla doppia cittadinanza; g) la decisione del Governo centrale di negare, quale sede istituzionale della Contea il capoluogo storico, cioè Pola; che la chiara compressione dei diritti della comunità italiana e della popolazione istriana in genere si configura di fatto come un segnale di involuzione nella strada verso la democrazia e l'integrazione europea della Croazia e di conseguenza costituisce uno scoglio nel prosieguo dei rapporti con l'Italia; che non va dimenticato come la questione della restituzione dei beni espropriati agli esuli giuliano-dalmati - già posta nei confronti del Governo di Lubiana - deve logicamente essere intavolata anche con la Croazia nell'ambito dei sopra richiamati rapporti e trattative, tenuto soprattutto conto che la gran parte dei beni e delle terre ex italiane ricade nei confini dell'attuale Croazia; impegna il Governo: ad attuare tutte le iniziative sul piano della politica estera volte ad assicurare una reale e concreta tutela della comunità autoctona di lingua italiana residente in Istria, a valorizzarne le peculiarità - sui presupposti della tutela unitaria indicati dal Memorandum del 15 gennaio 1992 - a mantenerne i diritti universalmente riconosciuti dalla Carta per i diritti dell'uomo e dai trattati internazionali; a chiedere alla Croazia di applicare concretamente gli impegni assunti con il Memorandum del 1992 e di provvedere all'introduzione ed all'applicazione nel sistema normativo interno dei princìpi previsti da detto Memorandum a tutela della minoranza italiana; ad attivarsi in sede comunitaria affinché nel processo di avvicinamento della Croazia all'Unione europea, a cominciare dalla possibile conclusione di un Accordo di cooperazione, si consideri l'effettivo rispetto da parte della Croazia dei princìpi europei per i diritti umani ed in materia di minoranze e quanto concerne il libero accesso alla proprietà immobiliare, senza discriminazioni tra cittadini croati e stranieri; a promuovere insieme al Governo croato un quadro di relazioni che favorisca la più proficua cooperazione anche nell'interesse delle popolazioni residenti in Istria e nel Friuli-Venezia Giulia. (7-00258)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
BILINGUISMO, DIRITTI CIVILI E POLITICI, MINORANZE ETNICHE, MINORANZE LINGUISTICHE, STATUTI, TRATTATI ED ACCORDI INTERNAZIONALI