La XIII Commissione Agricoltura,
premesso che:
anche a seguito della normativa comunitaria, la legge 27
dicembre 1977, n. 984, ha disciplinato la delimitazione dei
territori di collina e montagna, normalmente detti
"svantaggiati", ai quali, nel tempo, sono state riservate
particolari agevolazioni in materia fiscale e contributiva;
le regioni, in questi anni, hanno provveduto al difficile
compito di accertare la sussistenza dei presupposti idonei a
consentire la classificazione di territori comunali, prima
inclusi solo per una parte della loro estensione, ovvero a
delimitare comuni non ricompresi in assoluto nell'ambito delle
zone svantaggiate;
si consideri, ad esempio, che le amministrazioni locali
sono state spesso nella impossibilità di reperire cartografie di
dettaglio risalenti all'attuazione del primo "Piano Verde" (legge
n. 454 del 1961);
l'attività di accertamento promossa dalle regioni ha oggi
evidenziato la sussistenza di nuovi territori svantaggiati. E'
evidente, in proposito, come ciò stia determinando sperequazioni
e disparità di trattamento di assoluto rilievo. Basti
considerare, ad esempio, due aziende con manodopera salariata
operanti nello stesso comune, di cui una soggiace al pagamento
integrale dei contributi previdenziali ed assistenziali e l'altra
invece gode di ampia fiscalizzazione;
di qui l'esigenza di una revisione della situazione e di
una nuova delimitazione sulla quale, da anni, si attende una
presa di posizione del Ministero del bilancio e della
programmazione economica e, per esso, del CIPE;
il prolungamento dell'inerzia determina, come detto,
ingiustificabili penalizzazioni per aziende che avrebbero
integralmente diritto a godere delle agevolazioni di legge;
impegna il Governo
ad assumere urgentemente le opportune iniziative e ad attivare i
necessari interventi al fine di ripristinare condizioni di
equità, reprimendo ogni eventuale comportamento omissivo della
amministrazione.
(7-00133)