Primo firmatario: Gruppo: FED.LIB.DEM Data firma: 08/02/1995
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
PART.POP.ITAL.
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
PART.POP.ITAL.
02/08/1995
FED.LIB.DEM
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FED.LIB.DEM
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
FORZA ITALIA
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
02/08/1995
ALLEANZA NAZIONALE
02/08/1995
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
08/02/1995
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO
08/02/1995
MINISTRO - (MINISTERO SENZA PORTAFOGLIO (PER LA FAMIGLIA E LA SOLIDARIETA' SOCIALE))
DICHIARAZIONE VOTO
08/02/1995
FORZA ITALIA
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
FORZA ITALIA
INTERVENTO
08/02/1995
FED.LIB.DEM
DICHIARAZIONE VOTO
08/02/1995
ALLEANZA NAZIONALE
PROG.FEDER.
Fasi iter:
PRESENTATO IL 08/02/1995
DISCUSSIONE IL 08/02/1995
ABBINAMENTO (ATTO NON CAPOSTIPITE) IL 08/02/1995
ACCOLTO IL 08/02/1995
RESPINTO IL 08/02/1995
ITER CONCLUSO IL 08/02/1995
La Camera, premesso che: ogni persona, indipendentemene dall'età, dal sesso, dalla religione e dall'appartenenza nazionale, possiede una dignità e un valore incondizionati e inaliebabili; i diritti dell'uomo - riconosciuti e tutelati dalle Carte internazionali e dalla Costituzione della Repubblica italiana (articolo 3) - sono innati e prescindono da qualsiasi ordine costituzionale; la famiglia, comunità di persone e prima cellula della società, è il luogo privilegiato dalla nascita e della educazione dei figli e come tale e un'istituzione fondamentale per la vita di ogni società; la Dichiarazione universale dei diritti umani (n. 16.3) si riferisce alla famiglia come al "nucleo naturale e fondamentale della società" che deve ricevere dalla "società e dallo Stato" quella protezione a cui essa "ha diritto"; la risoluzione votata dal Parlamento europeo il 9 giugno 1983 prevede politiche di sostegno alla famiglia; la Costituzione della Repubblica italiana "riconosce", prende dunque atto, della sua autonomia e originarietà - "la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" (articolo 29), e "ne agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose" (articolo 31); lo Stato, in base ai princìpi indicati nella propria Carta fondamentale (articoli 2, 3, 29, 30, 31, 36, 37, 38, 47 e 53), ha la facoltà e il dovere di sostenere, favorire, difendere la famiglia in quanto tale, specie quelle più bisognose e numerose, e ciascuno dei suoi membri, attraverso adeguate scelte di politica sociale; lo Stato, per il principio della sussidiarietà, interviene soltanto la dove essa non basta realmente a se stessa e lasciandola operare autonomamente la dove essa è autosufficiente; gli statuti comunali, in base alla legge n. 142 sulle autonomie locali, riconoscono la famiglia come soggetto istituzionale, capace a un tempo di essere centro di interessi autonomi e protagonista di vicende socialmente rilevanti; in Italia, a differenza, di altri paesi della Unione europea, la legislazione vigente non attribuisce ai problemi sociali una adeguata dimensione familiare con la conseguenza di interventi amministrativi di natura esclusivamente assistenzialistica, che tendono a considerare la famiglia soggetto passivo di welfare, limitandosi a proteggerne - quando è applicata - i singoli individui o le categorie più deboli (anziani, minori, donne, persone con handicap, immigrati) e non considerando le molteplici e insostituibili funzioni sociali che la famiglia in quanto tale ricopre specialmente dal punto di vista educativo, economico, di sostegno dei membri deboli, di ricambio ed equità tra le generazioni; nell'attuale situazione di grave crisi sociale ed economica diventa sempre più urgente e imprescindibile che la famiglia ha e deve avere nella nostra società e creare le condizioni indispensabili all'adempimento di tutte le sue funzioni; la popolazione italiana registra il più basso tasso di fecondità nel mondo mentre si accresce quello di invecchiamento, dal che derivano enormi squilibri demografici nella struttura della popolazione. In particolare si rileva che le famiglie composte da una sola persona anziana sono ormai più di 1 su 5 di tutte le famiglie italiane e si ha una forte diminuzione della popolazione in età lavorativa, fonte di preoccupazione per il sistema di sicurezza sociale; la bassissima fecondità e la forte velocità di invecchiamento impongono una consistente immigrazione valutata, a queste condizioni, in un flusso di 300 mila persone all'anno con l'esigenza di una accoglienza adeguata che non è stata realizzata neanche con l'attuale flusso di 50 mila persone l'anno (presenti per ora più come individui che come famiglie); le autorità centrali e locali non hanno ancora saputo adeguare le normative, le strutture e l'organizzazione del lavoro e dei servizi alla nuova condizione femminile che ha registrato un cambiamento così radicale e rapido (dal 1972 al 1992 i posti di lavoro sono cresciuti di 0,3 milioni per gli uomini e di 2,5 milioni per le donne) da far ricadere sulla donna tutto il peso del mancato adeguamento delle leggi e delle strutture; la formazione di nuove coppie da diversi anni è in Italia ancora più in difficoltà che nel resto d'Europa sia per ostacoli oggettivi (soprattutto quelle di trovare lavoro e casa) sia per la mancanza di politiche di sostegno alle coppie giovani che intendono formare una famiglia; ai genitori, che la Costituzione riconosce come i primi e principali educatori, deve essere data la effettiva possibilità di scelta del tipo di scuola per i loro figli attraverso misure legislative ed economiche; la famiglia deve essere riconosciuta come soggetto primario sul piano fiscale. Non è fiscalmente equo tassare in modo praticamente eguale chi ha carichi familiari e chi non li ha, la famiglia di due lavoratori senza figli e quella di due lavoratori con figli, o addirittura penalizzare le famiglie monoreddito rispetto a quelle che godono di più redditi. E' una logica che va cambiata, come va cambiato il perverso meccanismo della redistribuzione di ciò che viene prelevato per gli assegni familiari (attualmente solo un terzo); la capacità contributiva deve essere valutata considerando il nucleo familiare; tenuto presente che anche la convenzione dei Diritti del fanciullo, firmata a New York il 20 novembre 1989, e ratificata con legge 26 maggio 1971, n. 176, ribadisce il dovere degli Stati di impegnarsi per "assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere"; rilevate, altresì, le esigenze di dedicare con urgenza un'apposita sessione alla discussione delle proposte di legge sulla famiglia; impegna il Governo: ad attuare nella loro pienezza gli articoli della Costituzione che riguardano la famiglia, a colmare il grave ritardo dell'Italia nelle politiche familiari rispetto agli altri paesi della Unione europea, e in concreto a prevedere da subito compatibilmente con le esigenze di rigore della legge finanziaria per il 1995 - le seguenti misure: la riforma del sistema degli assegni familiari con l'emanazione di uno o più decreti legislativi concernenti l'utilizzo della Cassa unica assegni familiari per prestazioni a favore delle famiglie secondo princìpi e criteri che favoriscano quelle più bisognose e più numerose, a partire dall'aumento dei tetti di reddito per il godimento dell'assegno per il nucleo familiare; norme a tutela del lavoro di cura familiare, per l'iscrizione alla assicurazione obbligatoria per l'invalidità e la vecchiaia delle persone che si occupano delle cure domestiche della propria famiglia; per tutelare le persone casalinghe in caso di infortunio con la stipula da parte della regione di una convenzione con un istituto di assicurazione; per l'erogazione da parte delle regioni di integrazioni di reddito a favore delle famiglie che volontariamente si prendano cura di membri malati o anziani la cui situazione richiederebbe altrimenti il ricovero, o di membri socialmente deboli o a rischio di emarginazione o di disadattamento sociale; provvedimenti per una più ampia tutela fiscale della famiglia con l'introduzione del cosiddetto quoziente familiare (o di un metodo equivalente che nel tassare il reddito familiare tenga conto del numero dei componenti) realizzabile senza pregiudizio per le entrate fiscali, modificando le aliquote e gli scaglioni di tassazione in modo tale da rendere costante il gettito tributario complessivo; stabilire criteri per la individuazione, anche attraverso scale di equivalenza, di fasce di reddito familiare che, tenendo conto delle diverse caratteristiche socio-demografico-economiche delle famiglie secondo parametri tecnicamente corretti e scientificamente fondati, possano essere utilizzate tutte le volte in cui il reddito familiare è la discriminante per ottenere o meno determinate prestazioni o benefìci; l'attribuzione alle regioni e agli enti locali delle risorse necessarie per una maggiore efficienza dei servizi sociali sul territorio (asili-nido, consultori, assistenza domiciliare agli anziani); una politica per la casa, specie nei grandi centri urbani, che agevoli la formazione delle famiglie ed eviti la emarginazione degli anziani con facilitazioni per l'accesso ai mutui di un fondo speciale per l'acquisto o il recupero di case di nuova istituzione anche con anziani a carico, nonché sgravi fiscali e agevolazioni economiche per l'affitto; riconoscere alle casalinghe lo stesso trattamento per la maternità che hanno le lavoratrici con il pagamento di una indennità due mesi prima e tre mesi dopo la nascita del figlio; ampliare la disciplina dei congedi parentali e del part-time; tutelare la famiglia rispetto ai mezzi di informazione; attivarsi anche sul piano internazionale perché i diritti dei minori siano riconosciuti ai bambini di ogni continente e di ogni Stato del mondo, con particolare riferimento alle zone nelle quali l'infanzia è drammaticamente coinvolta da fenomeni bellici ed ai paesi nei quali più basso è il tenore di vita degli abitanti; presentare un disegno di legge a tutela dei diritti dell'embrione, alla vita ed alla famiglia; istituire, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (Ministero per la famiglia - Dipartimento per gli affari sociali) di un osservatorio permanente sulla famiglia, costituito anche da esponenti dell'associazionismo familiare, con il compito di seguire lo stato delle famiglie italiana, di valutare l'impatto sulle famiglie delle scelte di politica fiscale, economica e sociale, nonché di monitorare la concreta attuazione dei provvedimenti in materia di politiche familiari, redigendo un rapporto annuale per il Parlamento; incrementare gli interventi di sostegno alle famiglie con portatori di handicap fisici e/o psichici, prevendendo maggiori spazi per l'assistenza domiciliare; snellire le procedure sulle adozioni speciali, in modo che si ispirino più coerentemente al principio del diritto del bambino ad essere inserito, al più presto possibile, in una unità familiare; incoraggiare l'istituto dell'affidamento familiare dei minori a favore delle famiglie in difficoltà; valorizzare le comunità di tipo familiare, come le case famiglia, e le strutture a favore dell'infanzia; curare maggiormente le iniziative finalizzate ad una diffusione della coscienza dei valori della paternità e maternità responsabili, riqualificando le funzioni dei consultori familiari, affinché possano adeguatamente svolgere un'opera di promozione dei valori della vita umana; porre allo studio il riordino dei servizi sociali che, tenendo conto della qualità, armonizzino ed ottimizzino le strutture pubbliche e private già esistenti. (6-00009)