Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere -
premesso che:
il giornale Il Giorno è in netta ripresa grazie al solo
sforzo della redazione e in assenza di qualsiasi iniziativa
promozionale da parte dell'editore. Il miglioramento delle
vendite è confermato dai dati di settembre, mese nel quale il
giornale ha sfiorato le 140 mila copie di venduto in edicola;
nell'ultimo anno e mezzo la redazione si è ridotta di 30
unità, attestandosi sugli attuali 145 redattori, ai quali è
affidata la confezione, oltre che dell'edizione nazionale, di 44
pagine di cronache locali;
il deficit della testata è dovuto alle responsabilità
dell'Eni, che da solo deve rispondere di anni di cattiva
amministrazione e della nomina di una serie di direttori politici
scelti soltanto in base a criteri lottizzatori e conseguentemente
interpreti di linee giornalistiche rovinose anche sul piano
diffusionale, oltre che su quello dell'immagine del giornale;
non essendo l'Eni riuscito nel proprio tentativo di vendita
ha annunciato di voler risanare il giornale prima di ricollocarlo
sul mercato a condizioni più convenienti;
la stessa Eni, che nel frattempo non ha saputo dare a Il
Giorno una direzione di prestigio, si è persino rifiutata di
misurarsi con la proposta della redazione, che aveva indicato per
la direzione un giornalista di indiscussa fama internazionale;
l'Eni propone oggi un piano di tagli del personale
giornalistico così drastico da snaturare la fisionomia della
testata, da cancellarne il ruolo di voce nazionale
dell'informazione, della sua diffusione tradisionalmente forte in
Lombardia e nel nord Italia, compromettendo così persino
l'obiettivo del risanamento economico -:
quali interventi sull'ENI intenda assumere il Governo,
affinché la vertenza trovi soluzione;
se il Governo sia a conoscenza di un imminente appalto o di
una svendita della testata;
se non ritenga necessario convocare al più presto le parti
in sede ministeriale competente con l'autorevole presenza del
Governo stesso.
(4-04093)