Primo firmatario: Gruppo: FORZA ITALIA Data firma: 03/10/1994
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE
MINISTERO DELLE FINANZE
MINISTERO DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE delegato in data 19/10/1994
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:
PRESENTATO IL 03/10/1994
INTERLOCUTORIO IL 19/10/1994
Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri dei trasporti e navigazione, delle finanze e del bilancio e programmazione economica. - Per sapere - premesso che: le Ferrovie dello Stato sono proprietarie della Compagnia italiana turismo (CIT) SpA, la quale, da quasi 70 anni, svolge la propria attività nel settore turistico quale agenzia di viaggi e tour operator, attualmente presente in Italia con tre società operative e all'estero, con altre dieci società; più volte, sin dalla metà degli anni '80, il Ministero dei trasporti ha impartito direttive alle Ferrovie dello Stato perché la CIT venisse privatizzata; la privatizzazione della CIT era imposta: dalle ricorrenti perdite della CIT, che avevano costretto le Ferrovie dello Stato a continui interventi finanziari per la copertura di tali perdite; dalla cronica crisi gestionale in cui da anni la CIT versava; dalla constatazione che le Ferrovie dello Stato, nonostante i tentativi profusi e malgrado i ricorrenti oneri finanziari sopportati, non erano in grado di trovare alcuna soluzione per risolvere la crisi gestionale della CIT; dal fatto che la CIT era, d'altra parte, una impresa sana e valida sotto l'aspetto economico; dal convincimento che la CIT, prima della sua crisi definitiva, dovesse essere risanata: e ciò sia per il superiore interesse economico del paese, sia per esigenze di ordine sociale relative alla salvaguardia del posto di lavoro degli 850 dipendenti CIT, di cui 600 in Italia; negli ultimi cinque anni la situazione della CIT si è, via via, aggravata e deteriorata, sfociando non solo in un aggravamento della crisi finanziaria, ma anche in istato di decozione a seguito della sempre più critica e rovinosa paralisi economico-produttività; è sufficiente al riguardo riferire che: negli ultimi cinque anni la CIT ha subito perdite per circa lire 50 miliardi, in media, all'anno; dal 1990 ad oggi la CIT è "costata" alle Ferrovie dello Stato (cioè alla collettività) ben lire 222 miliardi: somma sborsata per il risanamento dalle perdite "ufficiali" maturate dalla CIT dal 1990 al 31 maggio 1994; le Ferrovie dello Stato, inoltre, hanno subito e subiscono, per la CIT, altri oneri finanziari, avendo fornito e fornendo alla compagnia la biglietteria ferroviaria senza pretendere il pagamento del relativo prezzo, questo in apparente violazione dei princìpi della contabilità dello Stato e in contrasto con le regole di mercato; dal 1991 la CIT ha perduto ogni capacità produttiva, tanto da cessare di svolgere, in Italia, ogni attività di tour operator; all'estero, nello stesso periodo, molti uffici CIT sono stati chiusi, anche in paesi di massimo interesse per il turismo italiano; la CIT, pur di incrementare il fatturato, non di rado, ha svolto e svolge, in Italia, attività di vendita di servizi o di biglietteria a prezzi non remunerativi; incorrendo, anche, in casi di potenziale dumping; alla fine del 1993 la CIT ha dovuto mettere, e tuttora mantiene, in cassa integrazione un terzo dei suoi 600 dipendenti in Italia; l'avvocato Lorenzo Necci sembra si stia impegnando per trasferire la CIT Viaggi srl (che è intestataria della rete agenziale italiana del gruppo CIT e, quindi, l'unica realtà valida patrimonialmente della compagnia) ad un gruppo industriale privato; il gruppo CIT, con la perdita della rete agenziale italiana, si ridurrebbe ad un complesso di società insignificanti e decotte, piene di debiti e con 400 dipendenti a libro paga; sarebbe quindi destinato a scomparire, in brevissimo tempo, sia in Italia che all'estero; infatti le attività CIT in Italia sarebbero ridotte ad un mero atto formale di presenza non operativa; nel contempo, le società estere CIT, alle quali sarebbe di fatto ridotto il gruppo, ormai prive del loro punto di riferimento operativo in Italia, sarebbero costrette a cessare le loro attività, già ridotte e limitate a causa della profonda crisi economico-finanziaria innanzi riferita. A ciò aggiungasi che rimarrebbe senza alcun esito ogni successiva operazione di privatizzazione di un gruppo CIT, privato della sua parte più interessante e, quindi, ridotto a realtà di nessuna valenza economica; vari operatori economici del settore turistico, anche per il tramite dell'associazione di categoria degli agenti di viaggio e di turismo, la FIAVET, da tempo hanno manifestato interesse all'acquisto dell'intero gruppo CIT, sollecitando più volte le Ferrovie dello Stato a procedere, nella più assoluta trasparenza e con la massima pubblicità, alla privatizzazione della CIT -: se i fatti suesposti corrispondano al vero; quali iniziative il Governo e i Ministri interrogati intendano adottare in merito; quali disposizioni siano eventualmente allo studio affinché l'intero gruppo CIT sia privatizzato senza altri indugi, indicendo trasparenti e pubbliche gare fra gli operatori economici di tutti i settori potenzialmente interessati. Il tutto in difesa del superiore interesse della collettività e per la salvaguardia del posto di lavoro, oggi palesemente a rischio, degli addetti. (4-03796)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
AGENZIE DI VIAGGIO, CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI, GESTIONE DI IMPRESE, OPERATORI TURISTICI, PASSIVO DI ESERCIZIO E PERDITE, PRIVATIZZAZIONI
SIGLA O DENOMINAZIONE:
GEO-POLITICO:
ENTE FERROVIE DELLO STATO, COMPAGNIA ITALIANA TURISMO ( CIT ), FEDERAZIONE ITALIANA AGENTI DI VIAGGIO E TOUR OPERATORS ( FIAVET )