Ai Ministri delle poste e telecomunicazioni, delle finanze,
dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso
che:
è stato posto in risalto sulla stampa (Il Giornale, 18
agosto 1993, pagina 29) come l'ente che riscuote le imposte sugli
apparecchi radio-televisivi - poi stornate per sovvenzionare la
RAI-TV - effettui solleciti di pagamento non sulla base del
possesso di una di queste apparecchiature ma, invece, in modo
indiscriminato, su ogni nuova residenza anagrafica, come se ogni
cittadino fosse automaticamente tenuto al possesso di una radio o
di un televisore, e dovendo, su minaccia esplicita di denuncia
alla Guardia di finanza, giustificare il mancato pagamento della
imposta, ovvero pagare la non esigua somma di lire 145.000;
ogni procedura per permettere al cittadino di dimostrare il
proprio "non possesso" di un apparecchio radio o televisione,
comporta per lo stesso una spesa ed una perdita di tempo,
oltreché la tensione di trovarsi in una situazione paradossale,
dovendo provare di non avere commesso un illecito,
arbitrariamente addebitatogli per il semplice fatto di avere
acquisito una residenza anagrafica, ed è quindi questo un
comportamento che disturba la vita dei cittadini, discriminandoli
sulla proprietà di un oggetto -:
se non intendano assumere provvedimenti per impedire la
reiterazione di detta procedura, anche agendo a norma di legge
per ogni illecito comportamento messo in atto contro la libertà
individuale e la sfera dei diritti della personalità, includente
sia lo stile di vita che il non essere soggetti ad una
inquisizione arbitraria, simile ad uno Stato di polizia.
(4-01152)