ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00031

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 12
Seduta di annuncio: 9 del 25/05/1994
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
Data firma: 25/05/1994
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI 05/25/1994


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
  • MINISTERO DEL TESORO
  • MINISTERO DELL'INDUSTRIA, DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO
  • MINISTERO DELLE POSTE E DELLE TELECOMUNICAZIONI
Stato iter:
02/06/1994
Fasi iter:

PRESENTATO IL 25/05/1994

RITIRATO IL 02/06/1994

ITER CONCLUSO IL 02/06/1994

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del
Consiglio dei ministri e i Ministri del tesoro, dell'industria,
commercio e artigianato e delle poste e telecomunicazioni, per
sapere - premesso che:
nell'ambito del riassetto del settore delle
telecomunicazioni previsto dalle leggi 29 gennaio 1992, n. 58 e
20 dicembre 1993, n. 531 e dalla delibera del CIPE del 2 aprile
1993, la nascita di Telecom Italia costituisce una prima tappa;
la tappa successiva è rappresentata dalla privatizzazione
della STET, la società finanziaria del gruppo IRI per il settore
delle telecomunicazioni;
le norme che regoleranno tale privatizzazione sono quelle
previste dalle leggi 29 gennaio 1992, n. 35 e 8 agosto 1992, n.
359, nonché dal decreto-legge 31 marzo 1994, n. 216, recante
norme per l'accelerazione delle procedure di dismissione di
partecipazioni del Ministero del tesoro in SpA;
in particolare quest'ultimo decreto-legge prevede tramite
il meccanismo della golden share, l'attribuzione al Governo di
una serie di "poteri speciali" introducibili nello statuto delle
società di proprietà del Tesoro e loro controllate che operino
nei settori della difesa e dei pubblici servizi attinenti ai
trasporti, alle telecomunicazioni e alle fonti di energia. Tali
poteri, in capo all'azionista Tesoro, si estrinsecano nella
introduzione negli statuti delle predette società di clausole che
attengono al gradimento all'assunzione di partecipazioni
rilevanti, al divieto di scioglimento o liquidazione
dell'azienda, trasferimento dell'azienda, trasferimento della
sede sociale all'estero, eccetera. Tali poteri speciali hanno
comunque una durata di soli tre anni;
la privatizzazione delle banche COMIT e CREDIT si è
conclusa con la costituzione di fatto, e con una spesa minima, di
un sindacato di controllo guidato da Mediobanca rafforzando così
il potere finanziario in mano di poche grandi famiglie italiane
alleate con gruppi francesi e tedeschi, senza che si
predisponessero da parte del Ministro del tesoro norme statutarie
e legislative volte ad impedirlo;
mentre viene avviato questo processo di privatizzazione, si
è aperta nel nostro paese un'ampia discussione sulle norme che
regolano il sistema radiotelevisivo e nello specifico sul futuro
della RAI anche in relazione al decreto-legge "salva RAI" del 29
aprile 1994, n. 263;
si assiste a livello internazionale ad ampi processi di
ristrutturazione del settore con l'affermarsi di nuove
tecnologie, e di grandi gruppi internazionali come quello
BELL/TCI o di grandi alleanze come il maxi-accordo "Project
Atlantic", tra France Telecom, Deutsche Telekom e AT & T, oppure
all'alleanza tra MCI e British Telecommunication;
caratteristica di questi nuovi aggregati è la sinergia tra
i settori della telefonia, dell'informatica e televisivo. La
sovrapposizione della crisi di questi tre settori ha scatenato
una profonda ristrutturazione che sta scompaginando i
tradizionali equilibri di tutti e tre i comparti citati;
la caduta del vincolo nazionale, grazie all'uso del
satellite, ed il predominio dei produttori di hardware e software
sulle strutture che producono informazione, spettacolo e cultura,
spingono il settore delle telecomunicazioni ad una rapida
concentrazione in pochissime grandi società multinazionali;
difendere il ruolo di un'azienda pubblica delle
comunicazioni come la RAI e promuovere una sua profonda riforma,
può avere il senso di una politica volta a difendere la piena
autonomia del nostro paese nell'assicurarsi le informazioni di
base, nell'alimentare la propria industria culturale, nel
decidere quali elementi e quali strumenti scegliere per la
propria identità culturale;
è evidente l'esigenza di un grande polo italiano che
aggreghi telefonia e informazione televisiva se non si vuole che
il nostro paese in un settore chiave sia subalterno al polo
telematico anglo-americano o partecipante ininfluente di quello
eurotedesco;
lo stesso dottor Alessandro Ovi, direttore centrale
dell'IRI, ha proposto di costituire un grande polo privato delle
telecomunicazioni inglobando STET e Fininvest;
il gruppo Fininvest - al di là di ogni altra considerazione
- non sembra in grado di potere competere per quantità di
investimenti necessari e per know how sul mercato internazionale;
la creazione di sinergie, l'innovazione dei prodotti
multimediali, lo sviluppo tecnologico nel settore d'avanguardia
della comunicazione nel nostro paese si possono attuare solo con
un forte intervento strategico e pubblico;
la privatizzazione delle aziende pubbliche nel settore
delle telecomunicazioni non è ancora avviata in Francia ed in
Germania, mentre in Gran Bretagna il processo è durato una decina
d'anni utilizzando a pieno il meccanismo di golden share;
stante il valore strategico del settore delle
telecomunicazioni il solo criterio finanziario non può orientare
e presiedere l'eventuale processo di privatizzazione;
i gruppi parlamentari di Rifondazione comunista nel corso
dell'XI Legislatura, nell'ambito del dibattito sulle dismissioni
delle partecipazioni statali espressero un parere contrario, che
ribadiamo alla totale privatizzazione dei settori strategici a
gestione pubblica della nostra economia come sono indubbiamente
quelli delle telecomunicazioni e dell'informazione
radiotelevisiva -:
se il Governo non intenda:
a) sospendere il processo di privatizzazione della STET
al fine di avviare in sede parlamentare un approfondito dibattito
per delineare una politica nazionale per l'intero settore
telematico che preveda la costituzione di un polo integrato
telefonico delle comunicazioni ed informatico, costituito dalle
aziende del gruppo STET, dalla RAI, dall'ANSA, dalle aziende
nazionali di informatica (FINSIEL e OLIVETTI), e solo in seguito
all'approvazione di un vero e proprio piano per le
telecomunicazioni decidere le eventuali modalità della
privatizzazione STET e il rapporto da conseguire tra indirizzi
programmatici ed assetti proprietari;
b) rendere più penetranti e permanenti i poteri speciali
del Governo previsti dall'articolo 2 del decreto-legge 216/94 al
fine di introdurre un reale meccanismo di golden share a tutela
dell'interesse pubblico.
(2-00031)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
FORME DI ORGANIZZAZIONE PROPRIETARIA DELLE IMPRESE, IMPRESE PUBBLICHE, PRIVATIZZAZIONI, TELECOMUNICAZIONI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA SPA, SOCIETA' FINANZIARIA TELEFONICA ( STET ), L 1992 0359, FININVEST, L 1992 0035, L 1992 0058, L 1993 0531, DECRETO LEGGE 1994 0216