ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00008

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 11
Seduta di annuncio: 60 del 30/09/1992
Abbinamenti
Atto 6/00009 abbinato in data 30/09/1992
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: LEGA NORD
Data firma: 30/09/1992
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992
LEGA NORD 09/30/1992


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
30/09/1992
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 30/09/1992
MINISTRO - (MINISTERO DEL TESORO)
Fasi iter:

PRESENTATO IL 30/09/1992

DISCUSSIONE IL 30/09/1992

ABBINAMENTO (ATTO NON CAPOSTIPITE) IL 30/09/1992

NON ACCOLTO IL 30/09/1992

DICHIARATO PRECLUSO IL 30/09/1992

ITER CONCLUSO IL 30/09/1992

La Camera,
esaminato il documento di Programmazione
economico-finanziaria relativo alla normativa di finanza pubblica
per gli anni 1993-95, presentato dal Governo e trasmesso alla
Presidenza il 31 luglio 1992;
constatata l'inattendibilità delle premesse e delle stime
su cui il documento governativo pone il proprio fondamento, di
cui sono esempi la tranquillizzante valutazione degli scenari di
riferimento interno che, nel peggiore dei casi, prevede una
difficile congiuntura economica e la stravolgente sottostima dei
danni provocati al sistema da una serie di provvedimenti
incoerenti, arruffati ed illegittimi;
verificato che la stima degli andamenti tendenziali di
entrate e spese del bilancio pubblico previsti nel documento
sconta i limiti di una metodologia che si riferisce a ipotesi
macroeconomiche nazionali e che esclude fattori esterni non
controllabili quali il ciclo economico mondiale e la politica
monetaria di altri paesi;
considerato che l'Italia si ritrova a dover affrontare il
progetto per l'Europa, tuttora fondamentale ma non privo di
difficoltà, in condizioni di grave recessione e di indebitamento
pubblico insostenibile a causa della prolungata e continua
assenza di una politica economica coerente;
verificato come la serie pluriennale di disavanzi pubblici,
l'insostenibilità nel tempo dell'onere del debito,
l'insufficienza di politiche economiche complessive, la
negatività dei provvedimenti di ricorrente emergenza, la perdita
di immagine all'esterno per la gestione del caso EFIM, la fuga di
capitali, siano giunte a provocare la marcata instabilità
valutaria che ha costretto in particolare l'Italia e distaccarsi
dallo SME;
considerato che disavanzi pubblici strutturali aggravano
l'entità degli aggiustamenti necessari e deprimono la fiducia
esterna e che pertanto è sul fronte della finanza pubblica che si
deve avviare il processo positivo tendente ad una riduzione
permanente della struttura dei tassi di interesse;
constatati i recenti e ripetuti interventi di inasprimento
fiscale che, oltre a scoraggiare la formazione di nuovo
risparmio, hanno causato la fuga all'estero di quello esistente,
come dimostrano i dati della bilancia dei pagamenti, aggravando
così l'azione negativa che il disavanzo pubblico opera di norma
sui conti con l'estero;
valutato che tali misure fiscali interagiscono con
l'andamento economico interno e che i gravi segnali di cedimento
del sistema produttivo, soprattutto dei settori esposti alla
concorrenza internazionale, testimoniano i vincoli generati dalla
ormai insostenibile pressione fiscale, dal gravame del costo del
denaro e dalla pessima qualità dei servizi pubblici;
considera il risanamento della finanza pubblica ottenuto
mediante la stabilizzazione prima e la riduzione poi del rapporto
tra debito e PIL come obiettivi primari dell'azione del Governo
nel triennio 1993-95;
afferma:
che il loro conseguimento richiede interventi di riforma
strutturale che incidano sull'assetto del sistema fiscale,
tralasciando però ogni forma di inasprimento, e sui meccanismi
della spesa; questa è la condizione necessaria perché la lotta
contro l'inflazione non poteva essere affidata solo al rigore
della politica del cambio che, comportando più alti tassi di
interesse, da un lato riduce la competitività della industria
italiana e dall'altro accresce il deficit aggravando il servizio
del debito;
che tale intervento si deve inserire in una più generale
strategia volta ad aggredire i fattori strutturali di
inefficienza che sono alla base della ridotta competitività del
nostro sistema economico e del differenziale di inflazione,
rispetto ai principali partners commerciali;
che a tale scopo è necessario spostare dagli impieghi
improduttivi e parassitari a quelli produttivi e che al riguardo
gioca un ruolo centrale la riforma dell'intervento pubblico, in
tutte le sue articolazioni, e la rottura del perverso rapporto
politica-affari;
impegna perciò il Governo
a ritirare il documento di programmazione
economico-finanziaria in quanto inattendibile nelle previsioni e
privo di credibilità nelle indicazioni di interventi;
a presentare al più presto un nuovo documento di
programmazione economico-finanziaria che fornisca indicazioni
attendibili, basate su un realistico quadro di riferimento,
chiarendo le modalità di costruzione dalle stime riguardo agli
andamenti tendenziali della finanza pubblica e che precisi gli
interventi strutturali necessari al conseguimento degli obiettivi
nel rispetto dei seguenti criteri:
a) definizione di settori prioritari strategici sui quali
concentrare l'esclusività degli interventi;
b) blocco di ogni nuova spesa estranea ai settori
d'intervento prioritario strategico sopra definiti e di
infrastrutture di supporto produttivo; per le spese pregresse, il
rifinanziamento deve essere vincolato alla valutazione di
permanenza di economicità degli interventi;
c) blocco dei finanziamenti indiscriminati di leggi
onnicomprensive, quali la famigerata legge 64 o altri pacchetti
dettati dalle ricorrenti emergenze; blocco dei trasferimenti,
contestualmente all'avvio di una riforma fiscale volta
all'autonomia locale;
d) revisione delle spese per finalità
economico-funzionali da attuarsi ad opera di un organismo
tecnico, apartitico, consultivo, a disposizione del Parlamento,
che consenta un contrappeso dialettico di valutazione economica
dei progetti con il Governo;
e) privatizzazioni da effettuarsi nel rispetto delle
richieste del mercato e quindi mediante la cessione della
maggioranza;
f) unificazione dei contratti di pubblico impiego e della
relativa disciplina previdenziale a quelli del settore privato.
Parificazione del periodo contributivo per maturare i diritti;
del capitale azionario delle aziende oggetto del controllo
pubblico;
g) separazione tra intervento assistenziale e gestione
pensionistica. Riforma previdenziale su base regionale e in base
al principio di capitalizzazione dei contributi;
h) riforma sanitaria che introduca il legame tra
contribuzione e prestazione;
i) responsabilizzazione dei centri decisionali di spesa
pubblica e degli enti pubblici, attraverso la distinzione di
ruolo fra le funzioni d'indirizzo politico e di gestione e
attraverso l'allargamento su base provinciale della Corte dei
conti che deve essere abilitata ad intervenire ogniqualvolta
siano gestiti fondi pubblici, in tempi certi e predeterminati;
l) sicurezza del sistema finanziario e dei pagamenti,
nella prospettiva dello spazio finanziario europeo. Nuova
disciplina antiriciclaggio dei capitali illeciti e di prevenzione
della penetrazione dei medesimi nel tessuto produttivo sano.
Revisione della disciplina degli appalti pubblici e dei reati
contro la pubblica amministrazione.
(6-00008)
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
APPALTO CONCORSO, CONTRATTI COLLETTIVI NEL PUBBLICO IMPIEGO, CONTRATTI DI LAVORO, CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVI, CORRUZIONE, CORTE DEI CONTI, DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA, INVESTIMENTI PUBBLICI, ORGANIZZAZIONE FISCALE, PREVIDENZA SOCIALE, PRIVATIZZAZIONI, REATI CONTRO L' AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E LA GIUSTIZIA, RICICLAGGIO FINANZIARIO, RIFORME, SANITA' PUBBLICA, SPESA PER I CONTRATTI DEL PUBBLICO IMPIEGO, SPESA PUBBLICA
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO: