Ai Ministri di grazia e giustizia e per gli affari sociali. -
Per sapere - premesso che:
secondo quanto riferito dalla stampa locale e nazionale, il
19 maggio 1992 è deceduto nelle carceri giudiziarie di Lucca, ove
era stato ristretto il giorno prima su ordine di carcerazione
della locale procura circondariale per l'esecuzione di una pena
residuale di mesi 5 e giorni 13 di reclusione, il giovane Roberto
Giannecchini ex-tossicodipendente in fase di recupero;
nei confronti del predetto era stata negata o revocata dal
competente tribunale di sorveglianza, su parere contrario del
pubblico ministero, la misura dell'affidamento al servizio
sociale;
lo stesso Giannecchini, che aveva subìto il 24 aprile 1992
un delicato intervento di cardiochirurgia, alla data di emissione
dell'ordine di carcerazione (7 maggio 1992), non era ancora
ristabilito dagli esiti dell'intervento e abbisognava di cure e
particolari cautele -:
se risultino le ragioni della revoca o del mancato
accoglimento della misura dell'affidamento del Giannecchini al
servizio sociale;
se risultino le ragioni per le quali non è stato disposto
nei confronti dello stesso Giannecchini il differimento
dell'esecuzione della pena previsto dall'articolo 147 n. 2 del
codice penale;
se le autorità penitenziarie abbiano tempestivamente
segnalato le preoccupanti condizioni di salute del giovane e
comunque abbiano adottato le misure di assistenza del caso;
se e quali accertamenti il Ministro di grazia e giustizia
abbia disposto per individuare, nel rispetto dell'indipendenza
dell'autorità giudiziaria, eventuali responsabilità sia nella
serie di atti che hanno portato alla carcerazione del
Giannecchini nonostante l'infermità dalla quale era affetto, sia
nel trattamento riservato al detenuto con particolare riguardo
alla prestazione dell'assistenza medica che le condizioni di
salute del medesimo esigevano;
se e quali interventi di assistenza fossero stati adottati
a sostegno del Giannecchini in relazione alle sue condizioni di
ex-tossicodipendente in fase di inserimento al lavoro e dalle sue
disagiate condizioni economiche;
quali iniziative intendano comunque assumere, sia sul piano
amministrativo che su quello legislativo, per impedire che
l'esecuzione delle pene e più in generale la restrizione della
libertà personale per ragioni di giustizia si traducano in
un'intollerabile offesa ai valori di civiltà e di umanità, di
rispetto della persona e dei suoi inviolabili diritti, che sono a
base dell'ordinamento dello Stato.
(5-00025)