Primo firmatario: Gruppo: LEGA NORD Data firma: 21/10/1992
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/11/1993
Stato iter:
14/12/1993
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO
19/11/1993
MINISTRO - (MINISTERO DELL'INTERNO)
Fasi iter:
PRESENTATO IL 21/10/1992
INTERLOCUTORIO IL 25/11/1993
RISPOSTA DEL GOVERNO IL 19/11/1993
ITER CONCLUSO IL 14/12/1993
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 21 e 22 ottobre 1866, come concordano tutte le fonti storiche, si svolse nel Veneto un "rito" assai singolare: si installarono "sezioni elettorali" (generalmente una per comune) davanti alle chiese principali, con "due urne separate, una sopra un tavolo, l'altra sopra un altro, sopra una sarà scritto ben chiaro il SI', sopra l'altra il NO" (dalle disposizioni dei Commissari distrettuali); le schede per il voto saranno diverse e di diverso colore, le une per il SI', le altre per il NO, ed egualmente due saranno i verbali per la registrazione dei voti, sicché "nel protocollo pei viglietti del NO si dirà: votarono negativamente i seguenti cittadini ...". Si fece quindi votare solo un quarto della popolazione sulla base di discriminazioni di sesso e di altri criteri discrezionali, sicché si realizzò un voto di materia istituzionale e di competenza internazionale in totale assenza di garanzie internazionali, nell'assenza più totale degli elementari requisiti di libertà, sicurezza personale, rappresentatività, segretezza, in un tripudio di intimidazioni, ricatti, brogli, manipolazioni. Tutto ciò in un Veneto oggetto di squallidi mercanteggiamenti internazionali ("la Repubblica Veneta non fu mai conquistata né dagli Austriaci né dai Francesi, essa fu soltanto tradita e venduta", A. de la Forge), dopo di che nell'arco di poche ore gli Asburgo consegnarono lo Stato Veneto alla Germania, questa lo consegnò alla Francia, questa a sua volta lo consegnò ai Savoia, che si affrettarono ad istallarvi un presidio militare e poliziesco tre volte più consistente di quello asburgico. La formula sulla quale si votava diceva: "Dichiariamo la nosta unione al Regno d'Italia sotto il governo monarchico costituzionale del Re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori", aggiungendo cioè al danno la beffa di non poter assolutamente esprimere democraticamente un voto diverso; da allora su quasi tutte le piazze del Veneto, sulle facciate od all'interno di edifici storici o di sedi delle istituzioni sono state affisse targhe generalmente di marmo o bronzo, che ricordano i 640 mila voti "favorevoli" (su di una popolazione di circa 2 milioni e mezzo di abitanti) ed i 69 (sessantanove) voti "contrari"; l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, avvenuta nelle descritte modalità, fu effettuata appunto al Regno d'Italia e quindi al Governo monarchico costituzionale che ne era emanazione, e né l'una né l'altra di tali istituzioni è più attualmente vigente; l'interrogante, membro del Parlamento della Repubblica italiana partecipando in qualità di osservatore del CSCE (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa) alle elezioni politiche tenutesi in agosto nella Repubblica di Croazia ed in settembre nella Repubblica di Romania, ha potuto constatare di persona, assieme a centinaia di altri osservatori europei e nordamericani, come tutte le operazioni di preparazione di voto, e di scrutinio, si siano svolte in un'atmosfera e in condizione di piena regolarità e legittimità e con modalità del tutto diverse, anzi opposte a quelle verificatesi nel Veneto il 21 e 22 ottobre 1866 -: se non ritengano doveroso per effettuare approfondite indagini storico-documentali, anche con richiesta agli stessi osservatori della CSCE che hanno certificato la regolarità e la legittimità del voto, degli scrutini, delle proclamazioni delle elezioni di quest'anno in Croazia e Romania, dirette ad esaminare i verbali e le cronache relative al voto, agli scrutini, agli effetti del "plebiscito" organizzato e svoltosi nel Veneto, oggi fanno 126 anni, il 21 e 22 ottobre 1866, al fine di ristabilire la verità storica e conseguentemente di deliberare l'installazione di targhe integrative (in marmo o bronzo od altro supporto, a fianco di quelle surricordate) a civile testimonianza del rispetto nutrito dal Governo della Repubblica italiana verso i principi fondamentali della dignità umana e del diritto interno ed internazionale, come dei trattati internazionali, solennemente sottoscritti dai governi della Repubblica italiana prima, durante e dopo la sottoscrizione dell'Atto conclusivo della Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (1975). (4-06571)
Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Com'è noto alla S.V. onorevole, non rientra fra i compiti di un Ministro dell'Interno effettuare indagini storico documentali, né tanto meno, approfondire aspetti che riguardano un evento svoltosi nel 1866. Ciò premesso, atteso il fatto che le disposizioni della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione nell'Europa (CSCE) sulle elezioni e sul loro controllo internazionale non hanno valore retroattivo, risulta difficile in termini di diritto nonché impossibile in termini di fatto, una ricerca quale quella proposta dalla S.V. onorevole. Il Ministro dell'interno: Mancino.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DIRITTI CIVILI E POLITICI, ELEZIONI, ONORIFICENZE E ONORANZE
SIGLA O DENOMINAZIONE:
GEO-POLITICO:
CROAZIA, VENETO, ROMANIA, CONFERENZA PER LA SICUREZZA EUROPEA ( CSCE )