ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06571

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 11
Seduta di annuncio: 75 del 21/10/1992
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: LEGA NORD
Data firma: 21/10/1992


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/11/1993
Stato iter:
14/12/1993
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/11/1993
MINISTRO - (MINISTERO DELL'INTERNO)
Fasi iter:

PRESENTATO IL 21/10/1992

INTERLOCUTORIO IL 25/11/1993

RISPOSTA DEL GOVERNO IL 19/11/1993

ITER CONCLUSO IL 14/12/1993

Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli
affari esteri e dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 21 e 22 ottobre 1866, come concordano tutte le fonti
storiche, si svolse nel Veneto un "rito" assai singolare: si
installarono "sezioni elettorali" (generalmente una per comune)
davanti alle chiese principali, con "due urne separate, una sopra
un tavolo, l'altra sopra un altro, sopra una sarà scritto ben
chiaro il SI', sopra l'altra il NO" (dalle disposizioni dei
Commissari distrettuali); le schede per il voto saranno diverse e
di diverso colore, le une per il SI', le altre per il NO, ed
egualmente due saranno i verbali per la registrazione dei voti,
sicché "nel protocollo pei viglietti del NO si dirà: votarono
negativamente i seguenti cittadini ...". Si fece quindi votare
solo un quarto della popolazione sulla base di discriminazioni di
sesso e di altri criteri discrezionali, sicché si realizzò un
voto di materia istituzionale e di competenza internazionale in
totale assenza di garanzie internazionali, nell'assenza più
totale degli elementari requisiti di libertà, sicurezza
personale, rappresentatività, segretezza, in un tripudio di
intimidazioni, ricatti, brogli, manipolazioni. Tutto ciò in un
Veneto oggetto di squallidi mercanteggiamenti internazionali ("la
Repubblica Veneta non fu mai conquistata né dagli Austriaci né
dai Francesi, essa fu soltanto tradita e venduta", A. de la
Forge), dopo di che nell'arco di poche ore gli Asburgo
consegnarono lo Stato Veneto alla Germania, questa lo consegnò
alla Francia, questa a sua volta lo consegnò ai Savoia, che si
affrettarono ad istallarvi un presidio militare e poliziesco tre
volte più consistente di quello asburgico. La formula sulla quale
si votava diceva: "Dichiariamo la nosta unione al Regno d'Italia
sotto il governo monarchico costituzionale del Re Vittorio
Emanuele II e dei suoi successori", aggiungendo cioè al danno la
beffa di non poter assolutamente esprimere democraticamente un
voto diverso;
da allora su quasi tutte le piazze del Veneto, sulle
facciate od all'interno di edifici storici o di sedi delle
istituzioni sono state affisse targhe generalmente di marmo o
bronzo, che ricordano i 640 mila voti "favorevoli" (su di una
popolazione di circa 2 milioni e mezzo di abitanti) ed i 69
(sessantanove) voti "contrari";
l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, avvenuta nelle
descritte modalità, fu effettuata appunto al Regno d'Italia e
quindi al Governo monarchico costituzionale che ne era
emanazione, e né l'una né l'altra di tali istituzioni è più
attualmente vigente;
l'interrogante, membro del Parlamento della Repubblica
italiana partecipando in qualità di osservatore del CSCE
(Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa) alle
elezioni politiche tenutesi in agosto nella Repubblica di Croazia
ed in settembre nella Repubblica di Romania, ha potuto constatare
di persona, assieme a centinaia di altri osservatori europei e
nordamericani, come tutte le operazioni di preparazione di voto,
e di scrutinio, si siano svolte in un'atmosfera e in condizione
di piena regolarità e legittimità e con modalità del tutto
diverse, anzi opposte a quelle verificatesi nel Veneto il 21 e 22
ottobre 1866 -:
se non ritengano doveroso per effettuare approfondite
indagini storico-documentali, anche con richiesta agli stessi
osservatori della CSCE che hanno certificato la regolarità e la
legittimità del voto, degli scrutini, delle proclamazioni delle
elezioni di quest'anno in Croazia e Romania, dirette ad esaminare
i verbali e le cronache relative al voto, agli scrutini, agli
effetti del "plebiscito" organizzato e svoltosi nel Veneto, oggi
fanno 126 anni, il 21 e 22 ottobre 1866, al fine di ristabilire
la verità storica e conseguentemente di deliberare
l'installazione di targhe integrative (in marmo o bronzo od altro
supporto, a fianco di quelle surricordate) a civile testimonianza
del rispetto nutrito dal Governo della Repubblica italiana verso
i principi fondamentali della dignità umana e del diritto interno
ed internazionale, come dei trattati internazionali, solennemente
sottoscritti dai governi della Repubblica italiana prima, durante
e dopo la sottoscrizione dell'Atto conclusivo della Conferenza di
Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (1975).
(4-06571)
Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Com'è noto alla S.V. onorevole, non rientra fra i compiti
di un Ministro dell'Interno effettuare indagini storico
documentali, né tanto meno, approfondire aspetti che
riguardano un evento svoltosi nel 1866.
Ciò premesso, atteso il fatto che le disposizioni della
Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione nell'Europa
(CSCE) sulle elezioni e sul loro controllo internazionale non
hanno valore retroattivo, risulta difficile in termini di
diritto nonché impossibile in termini di fatto, una ricerca
quale quella proposta dalla S.V. onorevole.
Il Ministro dell'interno: Mancino.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DIRITTI CIVILI E POLITICI, ELEZIONI, ONORIFICENZE E ONORANZE
SIGLA O DENOMINAZIONE:

GEO-POLITICO:

CROAZIA, VENETO, ROMANIA, CONFERENZA PER LA SICUREZZA EUROPEA ( CSCE )