Primo firmatario: Gruppo: PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Data firma: 17/07/1992
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
07/17/1992
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
07/17/1992
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
07/17/1992
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
07/17/1992
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
07/17/1992
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Stato iter:
13/10/1992
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO
01/10/1992
SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI)
Fasi iter:
PRESENTATO IL 17/07/1992
RISPOSTA DEL GOVERNO IL 01/10/1992
ITER CONCLUSO IL 13/10/1992
Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso: che dalla città di Zagabria la Corte costituzionale croata ha respinto i discorsi avverso la legge elettorale presentati dalla Dieta democristiana istriana e dall'Unione degli Italiani, secondo cui i cittadini italiani residenti in Croazia hanno il diritto, ma non l'obbligo di votare il deputato al seggio specifico e quindi non possono esprimere due preferenze: una per il loro rappresentante e l'altra per la Camera dei Deputati; che come è noto la questione è stata sollevata poiché nel prossimo mese di agosto vi sono le elezioni per il Presidente della Repubblica ed il rinnovo del Parlamento; che con la sentenza negativa della Corte costituzionale croata, di fatto, l'elettorato italiano viene pesantemente penalizzato venendo escluso di fatto, dalla gestione della Croazia -: quali iniziative immediate, diplomatiche s'intendano prendere per consentire ai residenti italiani di poter espletare pienamente i propri diritti di elettori, soprattutto nei confronti di un Paese verso il quale c'è da parte nostra grande attenzione e sinceri sentimenti fraterni. Sarebbe paradossale infatti che il nostro Governo lasciasse passare sotto silenzio una normativa strumentale mirata allo scopo di indebolire e penalizzare l'elettorato di origine italiana che viene ghettizzata. (4-03543)
La legge elettorale croata prevede per le consultazioni elettorali, a partire da quelle che hanno avuto luogo il 2 agosto scorso, che le minoranze, contrariamente a quanto avviene in Slovenia, non possano disporre del doppio voto e cioè per il seggio garantito dalla costituzione croata alla minoranza italiana e per i candidati dei partiti ai normali seggi circoscrizionali. Non potendo disporre del doppio voto, la nostra minoranza non può di conseguenza contribuire al successo di quei partiti nazionali che hanno anche una valenza regionale. L'Unione italiana, che rappresenta, come noto, la nostra collettivita e la Dieta democratica istriana che propugna una accentuata autonomia della Istria e che sotto tale profilo è il partito di carattere nazionale più vicino al nostro gruppo etnico, hanno presentato ricorso alla corte costituzionala croata appellandosi, con una interpretazione di tipo estensivo, al quadro normativo disposto dal memorandum tripartito del 15 gennaio 1992 il quale garantisce alla nostra minoranza, che si trova oggi ripartita in due Stati, una uniformità di trattamento da parte di Slovenia e Croazia basata su quella più favorevole alla minoranza, come è appunto il caso della legge elettorale che per la Slovenia garantisce il doppio voto. Tale ricorso è stato respinto dalla corte costituzionale. La strategia da seguire in seno all'Unione italiana, onde ottenere il risultato positivo di far eleggere al Parlamento croato il maggior numero di deputati ad essa favorevoli, ha registrato posizioni contrastanti che hanno impedito all'Unione stessa di assumere una chiara ed univoca posizione all'esterno. In tale contesto rientra anche il passo, effettuato il 21 luglio scorso dalla unione - a margine dell'apposita riunione sui progetti di assistenza alla minoranza tenutasi a Trieste in tale data - con cui è stato auspicato l'intervento della nostra Ambasciata a Zagabria per una modifica della legge elettorale croata. La diversità di posizioni avutasi in seno all'Unione riflette le obiettive divergenze che esistono a livello politico anche all'interno della nostra collettività sul modo migliore di contribuire allo sviluppo della minoranza italiana e per converso dell'intera nazione croata in cui quest'ultima si trova a vivere. Tale diversità di opinioni rientra nella normale dialettica propria di ogni democrazia a cui non si sottrae anche la Repubblica di Croazia. Ancorché la sentenza negativa della corte costituzionale croata ed il conseguente divieto del doppio voto riducano obiettivamente le possibilità della nostra minoranza di concorrere alla politica di gestione del territorio e di conseguenza alla politica nazionale non si può tuttavia parlare di una esclusione della nostra minoranza dalla partecipazione politica attiva della Croazia. L'alternativa, infatti, offerta dalla legislazione locale di votare o per i seggi garantiti dalla costituzione alle minoranze, tra cui rientra, in primo luogo, quella italiana (normativa quest'ultima che non si riscontra in tutte le costituzioni dei paesi che hanno al proprio interno delle minoranze) o di votare per i normali candidati alle elezioni, garantisce pur sempre una rappresentanza politica alla nostra minoranza. Una volta ricevuta la richiesta di intervento da parte della Unione italiana e resasi nel frattempo disponibile la decisione della corte costituzionale croata, il Ministero degli esteri italiano ha effettuato uno specifico intervento presso le autorità di Zagabria onde poter ribadire la nostra costante attenzione ai problemi della minoranza italiana e la nostra ferma aspettativa del massimo rispetto degli impegni presi con la firma del Memorandum d'intesa trilaterale. A prescindere da tale specifico intervento la nostra Ambasciata in Zagabria si è fatta più volte interprete di tale esigenza e non ha mai mancato di rappresentare, in colloqui formali ed informali con le autorità di Zagabria, la necessità che alla nostra minoranza, anche in conseguenza del nostro impegno umanitario a favore dello Stato croato, venga garantito il massimo dei diritti possibili. Tale azione verrà naturalmente perseguita e l'argomento di una modifica della legge elettorale croata ferme restando le prerogative sovrane di tale Stato - continuerà a figurare all'ordine del giorno nell'agenda dei futuri colloqui con le autorità croate alla luce degli impegni internazionali presi da quel governo. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giacovazzo.