ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00495

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 354 del 10/06/2020
Abbinamenti
Atto 7/00512 abbinato in data 08/09/2020
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00097
Firmatari
Primo firmatario: SERRACCHIANI DEBORA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 10/06/2020
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 10/06/2020
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 10/06/2020
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 10/06/2020
CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 10/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
22/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/07/2020
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/12/2020
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO
ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/12/2020
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
FRATE FLORA MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
DURIGON CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
PARERE GOVERNO 22/12/2020
DI PIAZZA STANISLAO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/07/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/07/2020

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/09/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 08/09/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 30/09/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 07/10/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 13/10/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 04/11/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 10/11/2020

AUDIZIONE INFORMALE IL 11/11/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 22/12/2020

DISCUSSIONE IL 22/12/2020

ACCOLTO IL 22/12/2020

PARERE GOVERNO IL 22/12/2020

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 22/12/2020

CONCLUSO IL 22/12/2020

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00495
presentato da
SERRACCHIANI Debora
testo presentato
Mercoledì 10 giugno 2020
modificato
Lunedì 20 luglio 2020, seduta n. 375

   La XI Commissione,

   premesso che:

    la grave crisi economica ed occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19 e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

    come noto, il documento di economia e finanza 2020 (Def) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a -8 per cento per il 2020 (nella nota di aggiornamento del Def di settembre 2019 era prevista una crescita del +0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'Istat, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

    sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (Cigs) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione rispettivamente del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

    per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

    nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

    ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

    è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano Sure – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

    un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

    anche al fine di una revisione ed integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

    per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

  ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, anche nella forma di collaborazione coordinata e continuativa, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori;

  ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando Naspi e Dis-Coll e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare ad un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultra-cinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

  ad adottare iniziative per rimuovere il vincolo di non lavorare per i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale, a fronte di una riduzione non completa del beneficio e del mantenimento del rapporto di lavoro, anche per incentivarli ad acquisire nuove competenze;

  ad investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

   ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di maggiore incisività della tutela per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità;

  ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.
(7-00495) «Serracchiani, Viscomi, Gribaudo, Lepri, Mura, Carla Cantone».