ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00204

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 136 del 05/03/2019
Abbinamenti
Atto 7/00118 abbinato in data 01/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
MINNITI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019
GUERINI LORENZO PARTITO DEMOCRATICO 05/03/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 01/12/2020
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 12/03/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/12/2020

DISCUSSIONE IL 01/12/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/12/2020

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00204
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Martedì 5 marzo 2019
modificato
Martedì 12 marzo 2019, seduta n. 140

   La III e XI Commissione,

   premesso che:

    il Venezuela sta attraversando una delle fasi più critiche della sua storia. L'emergenza economica, politica ed umana si sta ripercuotendo anche sulla comunità italiana residente nel Paese e sui connazionali che lo hanno lasciato per rientrare in patria;

    già a partire dal 2017, con l'accrescere della crisi, il precedente Governo si era adoperato per attuare con urgenza interventi volti ad aiutare la collettività della comunità italo-venezuelana. L'ambasciata d'Italia a Caracas aveva provveduto a rafforzare il coordinamento con la rete degli uffici consolari presenti nel Paese, con i consoli onorari e con le istanze rappresentative della comunità italiana: i Comites, i Cgie, le associazioni, le istituzioni culturali e le imprese, per rendere più rapida la comunicazione con i nostri connazionali e creare le condizioni per interventi tempestivi a loro tutela. Per il 2017, in aggiunta ai fondi già stanziati a inizio anno, la Farnesina aveva predisposto un piano straordinario di intervento per l'assistenza ai connazionali più vulnerabili, del valore totale di circa 1,3 milioni di euro, consentendo di finanziare un totale di circa 10.000 interventi di assistenza. Inoltre, dal mese di giugno 2017 era stato sospeso l'adeguamento della tariffa relativa alle prestazioni dei servizi consolari, per tutelare ulteriormente i gruppi più vulnerabili della comunità italiana. E sono stati inoltre approvati i contributi a favore dell'associazione civile Cristoforo Colombo e per i Comites di Caracas, che forniscono assistenza tramite l'erogazione di sussidi, pacchi dono e assistenza medica e farmaceutica, di cui beneficiano circa 1.200 connazionali anziani e indigenti. In quel contesto di crisi economica, particolare attenzione era stata riservata, come Parlamento e come Governo, alla situazione dei pensionati italiani nel Paese, che rappresentano una delle categorie sociali più vulnerabili, e si era riusciti a far riconsiderare al nostro istituto previdenziale il tasso di cambio attualmente utilizzato per pagare le pensioni agli italiani in Venezuela ed attuare il tasso di concambio flessibile, di valore più o meno corrispondente al precedente tasso Simadi recentemente soppresso. In tal modo sono stati ricalcolati in maniera più congrua i ratei di pensione spettanti, garantendo così (con il ripristino dell'erogazione delle prestazioni assistenziali) a quasi 4.000 pensionati in convenzione un potere d'acquisto reale, superando così le criticità legate al tasso di cambio ufficiale attualmente utilizzato, che sovrastima la valuta locale;

    purtroppo, non si è riusciti ancora a risolvere la drammatica situazione pensionistica degli italo-venezuelani rimpatriati in questi ultimi tempi in Italia: il Governo venezuelano ha sospeso i pagamenti delle pensioni a coloro i quali non risiedono nel proprio territorio; si calcola infatti che siano circa 12.000 i titolari di pensioni venezuelane residenti all'estero i quali non ricevono più la pensione venezuelana maturata in regime autonomo o in convenzione;

    nonostante l'accordo stipulato nel 2014 tra le autorità competenti venezuelane e quelle italiane per il pagamento delle pensioni venezuelane in Italia, anche ai titolari di pensione venezuelana residenti in Italia (per la maggior parte ex emigrati italiani in Venezuela che sono rientrati) è stato sospeso il pagamento della pensione;

    l'articolo 6 della Convenzione di sicurezza sociale tra il Venezuela e l'Italia, stipulata nel 1988 ed ancora in vigore, in relazione ai pagamenti all'estero recita che «Le prestazioni in denaro dovute da uno Stato contraente saranno corrisposte integralmente e senza alcuna limitazione ai titolari che risiedono nel territorio dell'altro Stato contraente o in uno Stato terzo»;

    la sospensione dei pagamenti delle pensioni venezuelane in Italia costituisce una grave violazione da parte delle autorità competenti venezuelane della convenzione bilaterale di sicurezza sociale e del diritto internazionale, e sta creando gravi disagi economici e sociali ai nostri connazionali rientrati in Italia dopo una vita di lavoro e di sacrifici nel Paese sudamericano;

    la convenzione di sicurezza sociale tra Italia e Venezuela, all'articolo 24, dispone che le controversie che possono nascere nell'interpretazione e applicazione della convenzione saranno risolte dalle autorità competenti delle due parti e che le controversie che persistono saranno risolte per via diplomatica; va rilevato che il Governo venezuelano non paga da circa due anni le pensioni dei propri cittadini pensionati recatisi a vivere all'estero e l'Italia, da parte sua, si è rifiutata finora di accogliere le richieste di tali pensionati di riconoscere una prestazione assistenziale per garantire almeno un minimo reddito di sussistenza;

    l'Italia ha stipulato convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con diversi Stati esteri (Argentina, Repubblica di Capo Verde, Australia, Repubblica di Corea, Brasile, Repubblica di San Marino, Canada e Québec, Santa Sede, Paesi dell'ex-Jugoslavia, Tunisia, Israele, Turchia, Isole del Canale e Isola di Man, U.S.A. (Stati Uniti d'America), Messico, Uruguay, Principato di Monaco, Venezuela, Repubblica di Bosnia-Erzegovina, Repubblica del Kosovo, Repubblica di Macedonia, Repubblica di Montenegro, Repubblica di Serbia e Vojvodina), tra cui appunto anche il Venezuela;

    le convenzioni internazionali in materia di sicurezza sociale sono state stipulate per assicurare, alla persona che si reca in uno Stato estero per svolgere un'attività lavorativa, gli stessi benefici previsti dalla legislazione del Paese estero nei confronti dei propri cittadini;

    le convenzioni bilaterali sono atti giuridici di diritto internazionale con i quali due Stati si impegnano ad applicare, nei rispettivi territori, un regime di sicurezza sociale nei confronti dei cittadini migranti dell'altro Stato al fine di garantire la libera circolazione di manodopera;

    le convenzioni bilaterali si fondano su tre principi essenziali:

     la parità di trattamento, in base alla quale ciascuno Stato è tenuto ad assicurare ai cittadini degli altri Stati membri lo stesso trattamento e gli stessi benefici riservati ai propri cittadini;

     il mantenimento dei diritti e dei vantaggi acquisiti e la possibilità, quindi, di ottenere il pagamento delle prestazioni nel Paese di residenza anche se a carico di un altro Stato;

     la totalizzazione dei periodi di assicurazione e contribuzione, grazie alla quale i periodi di lavoro svolto nei vari Stati si cumulano, se non sovrapposti, nel rispetto e nei limiti delle singole legislazioni nazionali, per consentire il perfezionamento dei requisiti richiesti per il diritto alle prestazioni;

    le pratiche anagrafiche presso i comuni italiani sono spesso difformi da un comune all'altro e questo crea un ulteriore ostacolo per i nostri concittadini italo-venezuelani che hanno fatto o vogliono fare rientro in Italia;

    la patente di guida venezuelana non è riconosciuta in Italia e ai concittadini che rientrano in patria è dunque negata la possibilità di guidare se non risostenendo integralmente l'esame di guida nel nostro Paese;

    con altri Stati sono stati avviati, e con alcuni già conclusi, accordi bilaterali per il riconoscimento automatico del titolo di guida;

    ugualmente, con alcuni Paesi sono stati stretti pari accordi per il riconoscimento dei titoli di studio e professioni, mentre con il Venezuela non ricorrono al momento tali intese;

    il Ministro Moavero Milanesi, nella informativa al Parlamento sul Venezuela delle scorse settimane, ha riferito che: «l'Italia ha proceduto ad un primo stanziamento di emergenza del valore di 2 milioni di euro che è stato fatto a favore della popolazione del Venezuela, da erogarsi nel più assoluto rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario»;

    la Commissione europea ha recentemente incrementato di 5 milioni di euro la dotazione per l'assistenza umanitaria alla popolazione venezuelana, per la quale erano già stati stanziati 34 milioni di euro nel solo 2018,

impegnano il Governo:

   a riconoscere la straordinarietà dell'attuale situazione venezuelana e ad assumere iniziative a favore dei nostri concittadini ancora residenti in Venezuela o che sono rientrati o stanno per rientrare in territorio italiano, supportandoli e facilitandoli nell'espletamento di alcune pratiche burocratiche e nello specifico:

    a) ad assumere le iniziative di competenza volte a riconoscere ai titolari di pensione in convenzione con il Venezuela residenti in Italia – e che non percepiscono più la pensione venezuelana – una eventuale integrazione al minimo sul pro-rata pensionistico italiano ovvero l'assegno sociale, anche qualora non ricorrano i presupposti – per tutto il tempo in cui in Venezuela non si stabilizzi –, anche se dovesse essere l'Italia a dover affrontare i costi di un onere finanziario che la Convenzione bilaterale di sicurezza sociale pone a carico di un Venezuela inadempiente e responsabile di questo dramma che colpisce tanti nostri connazionali ai quali tuttavia il nostro Paese ha il dovere di garantire un reddito di sopravvivenza;

    b) a promuovere, qualora possibile, viste le condizioni diplomatiche del Venezuela, l'avvio di accordi bilaterali per il riconoscimento automatico del titolo di guida e dei titoli di studio e professionali per i cittadini italo-venezuelani o quanto meno ad attivare, attraverso strumenti interni – quali ad esempio l'istituzione di uno «sportello amico» presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con delle sezioni apposite dedicate alla convalida degli atti anagrafici, di guida, di studio e professionali –, un riconoscimento temporaneo e straordinario per i soggetti interessati;

    c) ad assumere iniziative, ove possibile, per garantire una «corsia preferenziale» per agevolare il rientro dei nostri connazionali che fuggono da situazioni di fortissimo disagio in Venezuela anche sulla base di un monitoraggio relativo all'omogeneità delle pratiche anagrafiche dei comuni italiani;

   a chiarire se i due milioni di euro stanziati recentemente dal Governo italiano come aiuti umanitari a favore della popolazione del Venezuela, siano aggiuntivi rispetto alla cifra con cui l'Italia partecipa agli aiuti dell'Unione europea o parte di essi.
(7-00204) «Quartapelle Procopio, Serracchiani, La Marca, Minniti, Scalfarotto, Fassino, De Maria, Guerini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cittadino straniero

accordo bilaterale

sicurezza sociale