Legislatura: 18Seduta di annuncio: 47 del 19/09/2018
Primo firmatario: SIANI PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/09/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 CAMPANA MICAELA PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018 SCHIRO' ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 19/09/2018
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO PARLAMENTARE 10/10/2018 BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE INTERVENTO PARLAMENTARE 17/10/2018 NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO PARERE GOVERNO 17/10/2018 BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) PARERE GOVERNO 24/10/2018 BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) INTERVENTO GOVERNO 24/10/2018 BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) INTERVENTO PARLAMENTARE 24/10/2018 TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE PEDRAZZINI CLAUDIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE DICHIARAZIONE VOTO 24/10/2018 BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/09/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/09/2018
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/10/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/10/2018
DISCUSSIONE IL 10/10/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/10/2018
DISCUSSIONE IL 17/10/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/10/2018
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 17/10/2018
ACCOLTO IL 17/10/2018
PARERE GOVERNO IL 17/10/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/10/2018
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/10/2018
ACCOLTO IL 24/10/2018
PARERE GOVERNO IL 24/10/2018
DISCUSSIONE IL 24/10/2018
APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 24/10/2018
CONCLUSO IL 24/10/2018
La XII Commissione,
premesso che:
nonostante il grado di malnutrizione esistente sul pianeta, l'Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme, specie tra i bambini contro il sovrappeso e l'obesità, poiché questa rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo, infatti, di fronte a una vera e propria epidemia globale, che si sta diffondendo in molti Paesi e che può causare, in assenza di un'azione immediata, problemi sanitari molto gravi nei prossimi anni;
l'eccesso ponderale è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un'alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Alimentazione e attività fisica sono comportamenti fortemente influenzati dalle condizioni sociali, economiche e culturali e le fasce di popolazione più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico tendono a consumare più carne, grassi e carboidrati, piuttosto che frutta e verdura, e a curare meno la propria immagine e il benessere fisico;
secondo i dati forniti dall'Oms nel 2016 oltre 1,9 miliardi di adulti, circa il 13 per cento della popolazione adulta nel mondo (l'11 per cento degli uomini e il 15 per cento delle donne) e 124 milioni di bambini erano obesi, di cui circa 41 milioni di età inferiore ai 5 anni erano in sovrappeso o obesi;
il sovrappeso e l'obesità sono attualmente in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, in particolare in contesti urbani. In Africa, il numero di bambini in sovrappeso sotto i 5 anni è aumentato di quasi il 50 per cento dal 2000. Quasi la metà dei bambini sotto i 5 anni in sovrappeso o obesi nel 2016 viveva in Asia;
sempre secondo i dati dell'Oms, oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano in sovrappeso o obesi nel 2016 e la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentata drammaticamente dal 4 per cento nel 1975 a poco più del 18 per cento nel 2016;
tale aumento si è verificato in modo simile tra maschi e femmine: nel 2016 il 18 per cento delle ragazze e il 19 per cento di ragazzi erano sovrappeso;
per quanto attiene in particolare all'obesità, se nel 1975 degli obesi erano poco meno dell'1 per cento dei bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni, più di 124 milioni di bambini e adolescenti, pari al 6 per cento di ragazze e all'8 per cento di ragazzi, erano obesi nel 2016;
per quanto riguarda l'Italia, come riportato sul portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro nazionale per la prevenzione e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, secondo il rapporto Osservasalute 2016, che fa riferimento ai risultati dell'indagine multiscopo dell'Istat «Aspetti della vita quotidiana» emerge che, in Italia, nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta (35,3 per cento) è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8 per cento);
complessivamente, il 45,1 per cento dei soggetti di età ≥18 anni è in eccesso ponderale. Come negli anni precedenti, le differenze sul territorio confermano un gap nord-sud in cui le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone maggiorenni obese (Molise 14,1 per cento, Abruzzo 12,7 per cento e Puglia 12,3 per cento) e in sovrappeso (Basilicata 39,9 per cento, Campania 39,3 per cento e Sicilia 38,7 per cento) rispetto a quelle settentrionali (obese: provincia autonoma di Bolzano 7,8 per cento e Lombardia 8,7 per cento; sovrappeso: provincia autonoma di Trento 27,1 per cento Valle d'Aosta 30,4 per cento);
la percentuale di popolazione in eccesso ponderale cresce all'aumentare dell'età e, in particolare, il sovrappeso passa dal 14 per cento della fascia di età 18-24 anni al 46 per cento tra i 65-74 anni, mentre l'obesità passa, dal 2,3 per cento al 15,3 per cento per le stesse fasce di età. Inoltre, la condizione di eccesso ponderale è più diffusa tra gli uomini rispetto alle donne (sovrappeso: 44 per cento versus 27,3 per cento; obesità: 10,8 per cento versus 9 per cento);
per comprendere meglio la diffusione di quei comportamenti e stili di vita in età giovanile che possono influire sullo sviluppo delle malattie cronico-degenerative, nel 2007 il Centro nazionale di prevenzione e controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della salute ha promosso e finanziato il sistema di sorveglianza OKkio alla Salute che fornisce dati misurati dello stato ponderale dei bambini delle terze primarie (8-9 anni), delle abitudini alimentari, dell'abitudine all'esercizio fisico, nonché delle iniziative scolastiche favorenti la promozione del movimento e della corretta alimentazione. Avviato per la prima volta nel 2008, OKkio alla Salute oggi ha alle spalle cinque raccolte dati (2008-2009; 2010; 2012; 2014; 2016), e fa parte anche dell'iniziativa dell'Oms Europa «Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi)»;
l'obesità, infatti, è un chiaro esempio delle disuguaglianze di salute tanto nella popolazione adulta, che nei bambini e Okkio alla salute lo ha sempre dimostrato fin dalla prima indagine del 2008, sia a livello nazionale e ancor di più nelle regioni del sud. L'eccesso ponderale in età infantile, inoltre, espone a maggior rischio di mantenere il sovrappeso e l'obesità anche in età adulta;
con l'obesità aumenta il rischio per le malattie non trasmissibili come: malattie cardiovascolari (principalmente malattie cardiache e ictus), che sono state la principale causa di morte nel 2012; diabete; disturbi muscoloscheletrici (in particolare l'artrosi – una malattia degenerativa altamente invalidante delle articolazioni); alcuni tipi di cancro (inclusi endometrio, seno, ovaio, prostata, fegato, cistifellea, rene e colon); un aspetto particolarmente preoccupante dal punto di vista della salute pubblica è dovuto al fatto che bambini e adolescenti affetti da obesità possono manifestare, già in età evolutiva, difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell'apparato digerente e di carattere psicologico;
la promozione di politiche finalizzate a promuovere azioni di contrasto all'obesità attraverso la riduzione della sedentarietà e l'aumento dell'attività fisica dei bambini e delle famiglie, è un tassello fondamentale per il contrasto all'obesità;
l'Oms ha stimato che, nel mondo, il 25 per cento degli adulti non è sufficientemente attivo e l'80 per cento degli adolescenti non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. In particolare, in Europa, oltre un terzo della popolazione adulta e due terzi degli adolescenti non svolgono abbastanza attività fisica;
nei Paesi della regione Europea dell'Oms che hanno partecipato allo studio Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) nel 2014, la quota di ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che svolgono regolarmente attività fisica secondo i livelli raccomandati, diminuisce in modo significativo, in entrambi i sessi, con il progredire dell'età: a 11 anni il 17 per cento dei ragazzi e l'8 per cento delle ragazze praticano i livelli raccomandati di attività fisica, a 13 anni la percentuale cala al 14 per cento tra i ragazzi e al 6 per cento tra le ragazze, a 15 anni si arriva all'11 per cento tra i ragazzi e al 5 per cento tra le ragazze. L'85 per cento delle quindicenni è risultato fisicamente inattivo. Inoltre, anche la quota di ragazzi/e sedentari che guarda la Tv per 2 o più ore al giorno aumenta con l'età ed è più frequente nei maschi;
il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) nel 2012 ha ribadito, nel «Libro Bianco dello Sport Italiano – Sport-Italia 2020», realizzato in collaborazione con Prometeia, l'università Bocconi di Milano e l'università La Sapienza di Roma, l'importanza di garantire lo sport per tutti e di puntare sul valore sociale dello sport, mettendo nello stesso tempo in evidenza l'opportunità di dedicare specifiche risorse pubbliche per nuove strategie di allargamento della pratica dell'attività fisica e dell'attività sportiva. Un dato che suscita particolare preoccupazione è quello relativo al numero esiguo di ore dedicate all'attività fisica nelle scuole pubbliche italiane, soprattutto in quelle dell'infanzia e nella scuola primaria. Anche i progetti promossi dal Coni nelle scuole insieme a Ministeri ed enti locali, allo scopo di educare al movimento e allo sport, hanno coinvolto un numero abbastanza ridotto di ragazzi, dal 10 al 25 per cento del totale degli alunni;
secondo quanto indicato nel Libro bianco del Coni, nel programma curriculare, le ore di educazione fisica settimanali sono previste come segue:
nella scuola dell'infanzia 0 ore;
nella scuola primaria 2 ore suggerite di cui 1 garantita (senza docenti con titolo specifico);
nella scuola secondaria di 1° grado 2 ore con docenti con titolo specifico;
nella scuola secondaria di 2° grado 2 ore con docenti con titolo specifico
dal confronto con gli altri Paesi europei, l'Italia è tra i pochi Paesi ad avere l'educazione fisica come materia obbligatoria, ma con orario flessibile nella scuola primaria, e anche nella scuola secondaria la percentuale di ore dedicate all'attività fisica non è tra le più elevate;
a sua volta, già nel 2004, l'Assemblea mondiale della sanità aveva adottato la «Strategia globale dell'Oms su dieta, attività fisica e salute» descrivendo le azioni necessarie per sostenere diete sane e attività fisica regolare, invitando tutte le parti interessate ad agire a livello globale, regionale e locale per migliorare le diete e i modelli di attività fisica a livello di popolazione;
l'Oms ha anche sviluppato il «Piano d'azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020» che mira a raggiungere gli impegni della Dichiarazione politica delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili (NCD), approvata dai Capi di Stato e di Governo nel settembre 2011. Il «Piano d'azione globale» contribuirà al progresso su 9 obiettivi globali della NCD da raggiungere entro il 2025, compresa una riduzione relativa del 25 per cento della mortalità prematura da NCD entro il 2025 e un arresto dell'innalzamento dell'obesità globale per adeguarsi ai tassi del 2010;
l'Assemblea mondiale della sanità ha accolto con favore la relazione della Commissione sulla fine dell'obesità infantile (2016) e le sue 6 raccomandazioni per affrontare l'ambiente obesogenico e i periodi critici nel corso della vita per affrontare l'obesità infantile. Il piano di attuazione per guidare i Paesi ad agire per attuare le raccomandazioni della Commissione è stato accolto con favore dall'Assemblea mondiale della sanità nel 2017;
oltre a politiche volte ad incentivare l'attività fisica per combattere il problema dell'obesità, è importante anche considerare l'effetto sociale e familiare, in altre parole il contesto in cui si opera. Ad esempio, la prevalenza d'obesità tra i figli di madri laureate al nord Italia è inferiore rispetto alla prevalenza d'obesità dei figli delle madri con lo stesso titolo di studio ma residenti al sud. Quando si dice effetto del contesto, si intende quella serie di situazioni che non dipendono dalla istruzione delle famiglie ma dalla difficoltà di optare per scelte salutari nella quotidianità. Non è un caso che il sottotitolo del programma europeo «Gaining Health», promossa dall'Oms nell'autunno del 2006, in Italia Guadagnare salute, è «Rendere facili le scelte salutari»... proprio attraverso la promozione di contesti che facilitino lo sviluppo di comportamenti salutari, corretta alimentazione, riduzione della sedentarietà, promozione dell'attività fisica;
combattere, quindi, l'eccesso ponderale in tutte le fasce d'età è recepito, ormai, come un'azione prioritaria di sanità pubblica sia a livello nazionale, che internazionale e con l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, pubblicato a febbraio 2014; i Paesi membri dell'Unione europea, tra cui anche l'Italia, hanno voluto rispondere all'esigenza di contribuire ad arrestare l'aumento di sovrappeso e obesità nei bambini e ragazzi (0-18 anni) entro il 2020. Il Piano d'azione, rivolto ai diversi Paesi europei, fornisce una base su cui lavorare per implementare delle politiche nazionali di contrasto all'obesità basate su otto aree prioritarie di intervento:
sostenere un sano inizio della vita;
promuovere ambienti sani (in particolare nelle scuole e gli asili);
rendere l'opzione sana la scelta più semplice;
limitare la commercializzazione e la pubblicità rivolta ai bambini;
informare e responsabilizzare le famiglie;
incoraggiare l'attività fisica;
monitorare e valutare il fenomeno;
potenziare la ricerca;
l’Action Plan individua tre principali tipologie di stakeholder che giocheranno un ruolo importante nel raggiungere gli obiettivi: i 28 Stati membri dell'Unione europea, la Commissione europea e le organizzazioni internazionali, quali l'Oms e la società civile, le organizzazioni non governative (ong), l'industria e gli istituti di ricerca;
infine, il marketing e la pubblicità alimentare influenzano le scelte alimentari, in particolare quelle dei bambini e la stessa Organizzazione mondiale della sanità esaminando il settore del marketing degli alimenti e delle bevande non alcoliche rivolto ai bambini ha concluso che la promozione commerciale di alimenti e bevande ad alta densità energetica e scarso contenuto in micronutrienti, può influire negativamente sullo stato nutrizionale del bambino. Un marketing intensivo di cibi ad alta densità energetica e scarso contenuto in nutrienti può compromettere le scelte di stili di vita salutari;
se le attuali politiche si focalizzano sul marketing dedicato ai bambini, non vanno trascurati neanche gli adulti, poiché la loro capacità di adottare scelte sane o di resistere ai richiami di un marketing alimentare non salutare può non proteggerli completamente dai danni alla salute che tali strategie commerciali possono infliggere;
numerose indagini hanno osservato che la maggior parte delle pubblicità alimentari, soprattutto quelle mostrate durante i programmi televisivi destinati ai bambini, incoraggia il consumo di cibi e bevande ad alta densità energetica. Una rassegna sistematica dell'evidenza scientifica, condotta nel 2003 dalla Food Standards Agency del Regno Unito ha concluso che vi è una evidenza sufficiente per affermare che la pubblicità aumenta il consumo di certe categorie di alimenti, così come le scelte tra un marchio e l'altro. Una rassegna del 2006 dello United States Institute of Medicine ha dimostrato una forte evidenza di come la pubblicità abbia effetti a breve termine sulla dieta dei bambini di 2-11 anni e una moderata evidenza di effetti a lungo termine sui bambini di 6-11 anni. Lo stesso studio ha inoltre osservato una forte associazione statisticamente significativa tra una maggiore esposizione alla pubblicità televisiva e la presenza di obesità tra i bambini di 2-11 anni e gli adolescenti di 12-18 anni. L'esposizione dei bambini alla pubblicità televisiva di alimenti ad alta densità energetica è associata a una maggiore prevalenza di sovrappeso, mentre l'esposizione alla pubblicità di cibi più salutari è debolmente collegata a una ridotta prevalenza di sovrappeso;
vengono utilizzate sempre di più nuove forme di pubblicità che sfuggono al controllo dei genitori raggiungendo direttamente i bambini. Queste includono la promozione su internet (usando giochi interattivi, file scaricabili gratuitamente, blog e aree per chattare), l'invio di Sms (servizio messaggi brevi) ai cellulari dei bambini, la pubblicità dei prodotti nelle scuole e negli asili nido, e le pubblicità nei materiali didattici. Nuove forme di pubblicità stanno invadendo le aree pubbliche, ad esempio le inserzioni su video nei trasporti pubblici e i cartelli pubblicitari elettronici interattivi;
secondo l'Oms, nonostante in molti Paesi membri della stessa Oms, siano già in vigore alcune norme applicate al marketing alimentare rivolto ai bambini, un miglioramento della salute pubblica e il contrasto all'obesità infantile, si potrebbero avere con l'applicazione di una normativa più stringente in tema di marketing alimentare, specialmente per i prodotti rivolti ai bambini e lo sviluppo di una prassi che dovrebbe vedere impegnati la sanità pubblica e la stessa industria alimentare, la quale può svolgere un ruolo significativo nella promozione di diete sane, riducendo il contenuto di grassi, zucchero e sale degli alimenti trasformati, assicurando che le scelte salutari e nutrienti siano disponibili e accessibili a tutti i consumatori, limitando la commercializzazione di alimenti ricchi di zuccheri, sale e grassi, specialmente quelli destinati a bambini e adolescenti,
impegna il Governo:
a promuovere l'adozione di un piano nazionale per la prevenzione e la cura dell'obesità;
a sostenere e potenziare i sistemi di sorveglianza sulla prevalenza di fattori di rischio nella popolazione generale previsti a livello nazionale, al fine di seguire i fenomeni nel tempo, raffrontare le diverse realtà e valutare l'efficacia degli interventi;
a predisporre linee guida volte a una migliore gestione della vendita di merendine e dei distributori di alimenti accessibili ai minori in modo tale da diminuire l'offerta di «cibo spazzatura» a favore di alimenti salutari;
ad assumere iniziative per introdurre limitazioni alla pubblicità, talvolta particolarmente aggressiva, relativa al cosiddetto «cibo spazzatura»;
a incrementare il numero dei programmi volti ad identificare i soggetti in condizioni di rischio o con condizione clinica patologica in atto, da indirizzare verso un'adeguata presa in carico sistemica, in grado di potenziare le risorse personali per l'adozione consapevole degli stili di vita corretti, o, quando necessario, verso idonei programmi di comunità (come ad esempio gruppi di cammino, offerta proattiva di attività motorie) o percorsi terapeutico-assistenziali multidisciplinari;
ad attuare, nel più breve tempo possibile, in tutte le sue parti, l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 e le sue otto aree prioritarie di intervento.
(7-00052) «Siani, De Filippo, Carnevali, Campana, Ubaldo Pagano, Pini, Rizzo Nervo, Schirò».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):sanita' pubblica
OMS
controllo sanitario